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Marcello Pamio

Gli sciacalli in natura, come tutti gli animali, hanno un loro senso biologico. Occupano una nicchia ecologica ben precisa, sono dei piccoli predatori, soprattutto mangiatori di carogne. Si gettano infatti sugli animali morti e sulle loro carcasse, spolpandole fino all'osso.
Questa è la magnificenza perfettamente regolata da Madre Natura. Esistono però degli sciacalli bipedi, cioè su due zampe, molto più insidiosi, perché non si accontentano di spolpare una preda morta, ma si divertono e godono nel vederla soffrire le pene dell’inferno.
La loro nicchia ecologica ufficialmente non esiste, perché rappresentano un abominio, per cui si nascondono e si annidano all’interno dei media, del mondo medico, della magistratura, della politica, ecc.

In pratica in ogni luogo dove è possibile manifestare al meglio la loro squallida genetica.
Con il taccuino (in pelle) da giornalisti, vergano costantemente veleno e cercano di indottrinare le masse disorientate di pecore, mentre con il camice bianco, si mescolano tra i veri Medici, per sputare verde bile su tutto quello che esce dai binari. Quelli nella magistratura fanno di tutto per mettere in cella le prede prima di rosolarle allo spiedo.
I casi di sciacallaggio stanno aumentando sempre di più, indicando chiaramente che le belve affamate e assetate di sangue, siano giunte al termine della loro esistenza.
Qualche esempio?

Il caso di Eleonora Bottaro
Emblematico e assolutamente vergognoso è il caso di Eleonora Bottaro e dei suoi genitori.
La ragazza, ammalata di leucemia linfoblastica acuta, ha rifiutato le cure ufficiali ma, poi, purtroppo è deceduta. Siccome all’epoca dei fatti aveva 17 anni, i genitori sono stati condannati a «due anni con la sospensione della pena, per omicidio colposo».
Secondo gli sciacalli, i due genitori, che poco tempo prima aveva perduto anche l’altro figlio per cause ignote, avrebbero «manipolato la figlia. La convinsero a dire “no” alle cure».
Morti entrambi i figli, sono rimasti solo loro due, e questi si accaniscono con una ferocia inaudita, tale da far impallidire quella che è funzionale nel mondo animale!
Ma come detto le belve umane si nutrono della sofferenza altrui…

La bambina di Verona
L’ultimo caso riguarda la bambina di Verona attualmente in rianimazione, anche se dalle ultime notizie non è più intubata e la prognosi è stata sciolta, per colpa dell’infezione da tetano che avrebbe contratto per una banale sbucciatura al ginocchio.
Nonostante ancora manchi la conferma ufficiale dell’isolamento del Clostridium Tetani, nonostante i tempi di incubazione non tornino (avrebbe avuto i sintomi dopo 48 ore, cosa molto improbabile), come pure non torna il decorso clinico così rapido (miracolo della medicina ufficiale), gli sciacalli hanno sferrato l’attacco avvinghiandosi con i canini sulla gola delle prede.
Le prede sono tutti i genitori che non vogliono vaccinare, e questo perché la bambina ricoverata non lo era!
In questo caso è sceso addirittura dalle spiagge pesaresi uno sciacallo di una specie in via di estinzione: lo «sciacallo dorato» (Canis Aureus Burionae), detto così per via della sua attrazione per i soldi, per le monete d’oro…

La targa dedicata ai fratellini Tremante
Un altro caso recentissimo è l’attacco alla targa che Verona (casualmente la città della bambina di sopra) ha dedicato ai fratellini Tremante, morti a seguito delle vaccinazioni.

Il papà Giorgio Tremante, scomparso da poco, ha avuto un destino che poche persone sarebbero state in grado di superare indenni: due figli morti subito dopo le vaccinazioni e un terzo danneggiato e in sedia a rotelle attaccato ad un respiratore per tutta la sua grama esistenza!
La targa non va più bene: «è un falso storico». Come mai oggi, in questo momento preciso, con tutto quello che si sta muovendo, gli sciacalli coordinati sincronicamente come se fossero un unico organismo, stanno accerchiando la targa per abbatterla? E’ un simbolo da distruggere!

A tal proposito sono intervenuti il «diversamente-umile» Roberto Burioni e il Dirigente Medico di Ostetricia e Ginecologia presso Ospedale S. Anna di Torino Silvio Viale.
Sul primo ogni commento è superfluo sul dottor Silvio Viale invece è interessante  il CV, perché si è candidato alle comunali con il PD e poi alle regionali con il partito atlantista +EUROPA della coppia Bonino/Soros.
Abbinamento perfetto e coerente quello del medico con il PD e poi con +Europa, ricordo infatti che Emma Bonino faceva abortire le donne con la pompa della bicicletta e Viale è «ginecologo, radicale e padre dell’aborto farmacologico».


La targa dedicata ai fratelli tremante sta stretta, è un falso storico, perché a loro stanno a cuore tutti i bambini…


Marcello Pamio

Il nostro mondo è duale, per cui tutto esiste assieme al suo contrario: la notte si alterna al giorno, la gioia con la tristezza, il caldo con il freddo, lo yin e lo yang, ecc.
Questo è valido anche per l’uomo, per cui per compensare la presenza di geni, la natura ha pensato a individui come Roberto Burioni. Se infatti qualche mente eccelsa ogni tanto sconnettesse il "microcefalo" dalla laringe, la Vita nel nostro paese sarebbe certamente migliore e più tranquilla...
 

Si mette in ibernazione forzata, ma non appena si manifesta un focolaio o un semplicissimo episodio di infezione che interessa un bambino non vaccinato, si scongela velocemente nel microonde e godendo come un capretto inforca gli occhialini alla Clark Kent e più veloce della luce inizia a sparare minchiate su tutti i media maistream. Una volta che il caso non fa più audience o viene ridimensionato, ritorna nell’azoto liquido in attesa del prossimo evento…

L’ultimo è accaduto ad una bambina di Verona, ricoverata in rianimazione per infezione (dicono) da batterio Clostridium Tetani. Una banalissima caduta con sbucciatura del ginocchio sarebbe la causa del tetano. Il problema non è l’incidente, anche perché da che mondo e mondo tutti i bambini giocando possono cadere e farsi male, in questo caso però la bambina (dicono) non sarebbe stata vaccinata!
Apriti cielo. La colpa è dei genitori incoscienti, dei no-vax, dei bifolchi retrogradi che rifiutano le vaccinazioni, dei somari, bla bla bla…
Insomma le solite idiozie da pensiero unico, che potrebbero sfociare nella proibizione per legge di correre per la strada ai bambini non vaccinati, prevenendo così le infezioni da tetano.

Innanzitutto bisogna attendere la conferma che si tratti realmente di tetano, perché spesso e volentieri, le diagnosi iniziali molto affrettate, vengono poi smentite nel corso del tempo.
Esattamente quello che è successo a Torino nel 2017 quando una bimba di 7 anni è stata ricoverata per tetano. I genitori vennero indagati dalla procura, ma alla fine il Gip esaminando la memoria difensiva scritta da diversi medici (fra i quali il Premio Nobel Luc Montagnier, il virologo Giulio Tarro, il professor Paolo Bellavite, l’infettivologo Fabio Franchi e il chirurgo Giorgio Pellis) chiese l’archiviazione. (1)

Ma clostridium a parte, i periti inoltre hanno fatto presente che il tetano si può presentare anche in persone vaccinate e con un alto livello di anticorpi.
Come per altre malattie quali herpes zoster, meningiti, pertosse, parotite e influenza, la vaccinazione e persino la presenza di anticorpi NON garantiscono la protezione contro la malattia!
In America le statistiche mostrano che circa il 15-20% dei casi di tetano avviene in soggetti completamente vaccinati. (2)

Come fa Burioni a non sapere queste cose? Forse fa il finto tonto per interessi costituiti?
Se il professore ne è a conoscenza ma nega pubblicamente tali evidenze, andrebbe radiato dall’ordine dei medici e poi licenziato dall’Università; se invece proprio non ne sa nulla, allora andrebbe prima licenziato, per manifesta ignoranza, e poi radiato.

Burioni il problema non è il tetano ma il cancro!
A Burioni i bambini non interessano, perché esce dal cilindro criogenico solo per vomitare fiele nei confronti dei genitori che non vaccinano, ma non ha mai speso una parola per i veri problemi che interessano i piccoli italiani. Problemi seri.
Siamo il paese con più bambini obesi d’Europa: l’Italia ha infatti il maggior tasso di obesità infantile tra i maschi (21% pari merito con Cipro), mentre il 42% dei maschi è obeso o in sovrappeso (solo Cipro fa peggio con il 43%). Anche le bambine hanno uno dei tassi più alti di obesità e sovrappeso, il 38%. Dati questi della Childhood Obesity Surveillance initiative (2015-17) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Ma l’obesità non è niente a confronto del cancro in età pediatrica.
I tumori oggi rappresentano una delle principali cause di morte nei bambini e la loro incidenza è purtroppo in aumento: a livello globale si è passati da 124 casi per milione di bambini fra 0 e 14 anni nel 1980 a 140 casi nel 2010.
Su Lancet Oncology è stato pubblicato un aggiornamento sull’incidenza a livello mondiale del cancro nell’infanzia (0-14 anni) e nell’adolescenza (15-19 anni) nel periodo 2001-2010.
L’indagine è stata condotta dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) in collaborazione con l’Associazione internazionale dei registri del cancro e ha riguardato 62 paesi a livello mondiale distribuiti in 5 continenti.
Emerge un quadro inquietante: l’area del mondo in cui si registra la più elevata incidenza di cancro fra 0-14 anni e fra 15-19 è il Sud Europa (Croazia, Cipro, Italia, Malta, Portogallo e Spagna).

In Italia si osservano le più elevate incidenze di cancro rispetto a tutti gli altri paesi del continente europeo!
Inoltre, in 4 registri italiani (Umbria, Modena, Parma e Romagna), l’incidenza supera addirittura i 200 casi fra 0-14 anni per milione di bambini/anno.

Avete mai sentito in televisione il professorone trattare queste priorità, anche se la sua formazione è la virologia, rimane sempre un medico, o no?
Mentre il nostro paese vanta simili primati (obesità e mortalità per cancro nei bambini), il dottor Roberto Burioni e colleghi si preoccupano dei bambini non vaccinati.
Ognuno tragga le proprie conclusioni…

 

Note

  1.  “Bimba malata di tetano, indagati i genitori”, ma non era tetano. http://blog.ilgiornale.it/locati/2019/05/21/bimba-malata-di-tetano-indagati-i-genitori-ma-non-era-tetano/
  2. Idem


Marcello Pamio

Da una parte aumenta il numero dei medici radiati senza motivo, dall’altra non passa giorno che la cronaca non elenchi casi di camici bianchi corrotti, venduti, delinquenti e assassini.
Ma la cosa scandalosa è che gli ordini dei medici, cioè quelle istituzioni private che raggruppano in un albo gli iscritti, dimostrano sempre di più la loro spregevole natura: strumenti politicizzati con due pesi e due misure.
Questo spiega il motivo per cui vi sono criminali con lo stetoscopio al collo regolarmente iscritti all’ordine, e grandissimi Medici senza nessun capo d’imputazione e/o denunce, che vengono radiati senza motivo o per reati di opinione!

Se un medico ammazza persone per soldi, sperimenta illegalmente farmaci, prende mazzette dalle lobbies, spacca le ossa a vecchietti innocenti per fare “esperienza”, impianta valvole cardiache difettose (sapendolo), uccide per espiantare organi, prescrive ormoni pericolosi a neonati, danneggia un bambino con i vaccini, ecc. NON VIENE RADIATO. Viceversa, se un medico mette SOLO in discussione una pratica aberrante come la vaccinazione di massa, viene radiato all’istante.
Gli ordini dei medici, in un paese sano, libero e democratico non dovrebbero neppure esistere.
Ma l’Italia, si sa, è una colonia e la dittatura mascherata da democrazia rappresentativa è sempre più alla luce del sole…

Ecco qualche esempio dei due pesi e due misure.
Qui sotto l’elenco dei medici che, nonostante non abbiamo fatto del male a nessun paziente, hanno subito la pena più pesante che si possa infliggere a un medico.

ROBERTO GAVA
Medico farmacologo, tossicologo e cardiologo, non è mai stato contrario alla vaccinazione in sé, ma ha espresso dubbi sull’attuale modalità di esecuzione, e per questo è stato RADIATO.

DARIO MIEDICO
Medico legale, premiato dall’ordine dei medici di Milano con la medaglia alla carriera.
Il dottor Miedico non è mai stato contrario alle vaccinazioni in sé, e non a caso i suoi figli sono stati regolarmente vaccinati, ma ha espresso pure lui dubbi sull’attuale pratica, e per questo è stato RADIATO dagli stessi colleghi che lo hanno premiato un anno prima.

PAOLO ROSSARO
Medico chirurgo esperto in terapie palliative e nell’utilizzo dell’Acido Ascorbico (Vitamina C) ad alto dosaggio. E’ stato RADIATO per aver seguito le specifiche volontà di un suo assistito…

GABRIELLA MEREU
Medico chirurgo, autrice di vari libri, tra cui “Terapia Verbale”, è stata RADIATA perché, tra le altre cose, non forniva «il consenso informato»

GABRIELLA LESMO
Medico pediatra con un figlio autistico danneggiato dal vaccino Anti-Epatite B (reso obbligatorio grazie ai 600 milioni di lire incamerati da De Lorenzo), per aver espresso dei dubbi sull’obbligo vaccinale è stata RADIATA.

MASSIMO MONTINARI
Medico capo della Polizia di Stato è stato SOSPESO per 6 mesi dall’ordine dei medici di Firenze per la violazione dell’articolo 13 del codice deontologico: «Il medico tiene conto delle linee guida diagnostico-terapeutiche accreditate da fonti autorevoli e indipendenti quali raccomandazioni e ne valuta l'applicabilità al caso specifico».

MATTEO PENZO
Medico anestesista SOSPESO per 6 mesi per «non aver reso, nel corso delle svariate occasioni informative e divulgative una informazione sanitaria trasparente, rigorosa e prudente che trovi il proprio fondamento nelle conoscenze scientifiche acquisite, in tal modo alimentando aspettative o timori infondati, in particolar modo proponendo durante i propri incontri formativi e divulgativi» le “Leggi Biologiche”.
In pratica, se uccidi un paziente passa, ma se parli in pubblico delle teorie del dottor Hamer vieni perseguito.

DIEGO TOMASSONE
Medico SOSPESO per 6 mesi per la “pericolosa e scorretta divulgazione di notizie contro le vaccinazioni e consigli contro la medicina allopatica”. Quindi per gli esperti medici dell’ordine di Torino, dare consigli omeopatici (si dà il caso che il dottor Tomassone sia un omeopata!) significa attaccare l’allopatia!

PAOLO REGE GIANAS
Medico neurologo, esperto in terapia alimentare, è stato SOSPESO dall’ordine dei medici di Milano per aver proposto ai malati di tumore un sanissimo regime alimentare, povero di glucosio.

CLAUDIO SAURO
Medico di medicina interna, esperto in fitoterapia, è stato SOSPESO dall’ordine dei medici di Verona Sauro per via del suo protocollo “chemioterapia naturale” per prevenire e trattare le malattie oncologiche.

ROBERTO PETRELLA 
Medico ginecologo, esperto in terapia prostatica, è l’ultimo in ordine cronologico ad essere stato (presumibilmente, perché ancora non ha ricevuto nessun comunicato ufficiale, ma la voce è trapelata da qualche medico dell’ordine di Teramo) RADIATO, per la sua posizione critica nei confronti della vaccinazione contro il Papilloma Virus (HPV).

Qui sotto invece l’elenco parziale dei medici che, nonostante le pesantissime accuse e/o incriminazioni, risultano regolarmente iscritti ai rispettivi ordini.

DUILIO POGGIOLINI
Direttore Generale del servizio farmaceutico nazionale del Ministero della Sanità, accusato di: aver istruito procedure per autorizzare aumenti di prezzo dietro versamento di compensi; favorito l’ingresso di alcuni farmaci nel prontuario sanitario sempre dietro compensi. Ha preso soldi dalla Bayer e Baxter per la vendita dei flaconi infetti contenenti i virus dell’HIV e delle epatiti. Secondo alcune stime in Italia i decessi per infezione da emoderivati sono circa 2.600 e i contagiati 60.000 (dati del 2009). Non risultano essere stati presi procedimenti di radiazione nei confronti del dottor Poggiolini.

FRANCESCO DE LORENZO
Coinvolto nello scandalo di Tangentopoli, ha avuto una condanna definitiva a 5 anni per associazione a delinquere finalizzata al finanziamento illecito ai partiti e corruzione in relazione a tangenti per un valore complessivo di circa nove miliardi di lire, solo in parte ottenute da industriali farmaceutici dal 1989 al 1992, fra cui l’attuale GSK, che chiese - ed ottenne - di rendere obbligatorio il vaccino dell'epatite B durante il suo ministero in cambio di 600 milioni di lire.
Il dottor De Lorenzo è regolarmente iscritto all’ordine dei medici di Napoli (numero 6770).

PIER PAOLO BREGA MASSONE
L’ex primario del reparto di chirurgia toracica della clinica Santa Rita di Milano, condannato all’ergastolo per quattro omicidi volontari in relazione alla morte di altrettanti pazienti da lui operati e di un’ottantina di casi di lesioni. La Cassazione non ha confermato la condanna, dando 15 anni per «omicidio preterintenzionale», perché i giudici hanno escluso l’aggravante del «fine di lucro» e riconosciuto le attenuanti generiche.
Il dottor Brega Massone è regolarmente iscritto all’ordine dei medici di Pavia (numero 05986).

NORBERTO CONFALONIERI
Primario ortopedico a Milano è finito agli arresti domiciliari per corruzione e turbativa d’asta e maltrattamenti e lesioni ai danni dei pazienti.
Avrebbe favorito due multinazionali, la Johnson&Johnson e la Braun, per la fornitura di protesi all’ospedale in cambio di consulenze, viaggi per la famiglia, cene, cravatte e varie comparsate in tv per reclamizzare le protesi in questione.
Il dottor Confalonieri è regolarmente iscritto all’ordine dei medici chirurghi della provincia di Monza e Brianza (numero di posizione 00717).

GUIDO FANELLI
Il ”luminare del dolore”, era Direttore della Struttura di Anestesia, Rianimazione e Terapia Antalgica dell’Azienda Ospedaliera di Parma, ed è stato arrestato dai NAS assieme ad altre 19 persone tra dirigenti medici e imprenditori per attività illecite, sperimentazioni illegali di farmaci e contributo da parte di aziende del farmaco. I carabinieri gli hanno sequestrato auto di lusso, immobili e perfino uno yacht su cui erano affissi anche loghi di lobbies farmaceutiche.
Il dottor Fanelli è regolarmente iscritto all’ordine dei medici di Lecco (numero 00674).

C.C., GIORGIO MARIA CALORI, CARLO ROMANO' e LORENZO DRAGO
Tutti primari finiti agli arresti domiciliari per l’accusa di aver applicato protesi anche a persone che non ne avevano bisogno.
Tutti questi medici sono regolarmente iscritti ai rispettivi ordini professionali.

Conclusione
A questo punto mi rivolgo ai Medici d’Italia, non a quelli con l’anello al naso, il blocco e la penna GSK, ma agli eredi veri di Ippocrate, a quei pochi ancora liberi di pensare (e sempre meno di agire).
A voi medici liberi, ancora per poco, quanti vostri colleghi devono ancora radiare, prima di comprendere che la situazione nel nostro paese è gravissima?

Non serve a nulla infatti comunicare con i dottorelli zerbinati da Big Pharma, con quelli che escono dall’università pensando che la Glaxo sia una società umanitari, o che sbavano per i regalini degli informatori pseudo-scientifici.
Per questi poveri “schiavi in camice”, la pratica dell’Ars Medicandi non comporta alcun rischio professionale, perché non fanno altro che applicare i protocolli imposti dall’alto, senza farsi domande o peggio ancora, senza uscire dal seminato. Poco importa se la maggior parte dei loro pazienti muore. C’est la Vie, e prima o dopo tutti ce ne andiamo.
Glielo imprimono all’università: “Se un paziente muore con le cure ufficiali, è morto per la malattia. Se invece un paziente muore con le cure non riconosciute (e brevettate), è morto per la terapia”.
Differenza abissale: nel primo caso non si rischia nulla, nel secondo caso invece il rischio è elevatissimo. Della serie: l’intervento è riuscito perfettamente, ma il paziente non ce l’ha fatta!

Quindi, quando una persona muore all’interno di un protocollo la colpa è sempre sua perché non ha risposto o reagito bene all’intervento o alla terapia; se invece la terapia non è riconosciuta (dalle lobbies) e il paziente muore, la colpa ovviamente è della cura e quindi del ciarlatano che l’ha prescritta.
Si tratta di una gabbia logica perfettamente diabolica: è sempre meglio prescrivere le cure ufficiali, anche se si sa che non funzionano o che possono essere molto invasive e pericolose (chemioterapia, ecc.)!
La cosa scandalosa, a parte il comportamento mafioso degli ordini dei medici, è che questi dottori quando sono interessati in prima persona si comportano in modo differente.

Molti di questi medici quando si trovano a dover affrontare un cancro (loro stessi o qualche parente stretto) ci pensano molto bene prima di farsi iniettare in vena del diserbante chimico (chemio), ed è per questo motivo che poi vanno dai ciarlatani, da quei medici che loro hanno sempre - in pubblico - criticato e denunciato. Quando è il loro culo ad essere toccato, cambiano radicalmente la visione.
Il discorso appena fatto è altresì valido per le vaccinazioni. Pratica medica questa che non si può mettere in discussione, pena la radiazione automatica.
Come mai però i dottorini sono i primi a non vaccinarsi? Sembra che la copertura (per l’influenza) riguardi un misero dieci per cento, e per le altre malattie infettive? E i figli di costoro, sono vaccinati o no?
Domande ovviamente prive di risposta…


Marcello Pamio

Mentre la dittatura sanitaria presenta il “Patto trasversale per la scienza” alla Sapienza di Milano in un’Aula Magna desertificata (vedi link) - non per colpa dei cambiamenti climatici - gli scandali nel mondo sanitario continuano.
Le ridicole marionette gestite e controllate dall’establishment si autoincensano e autoproclamano portavoce ufficiali della scientificità, la medicina e la scienza sono sempre più nelle mani delle industrie.
Gli ultimi casi che hanno coinvolto la Johnson & Johnson e il colosso Big Tobacco sono emblematici ed illuminanti per comprendere la metastatizzazione del mondo accademico.

La J&J è una delle più grandi multinazionali farmaceutiche del mondo, ed è finita sotto processo in una causa da molti miliardi di dollari per aver “ingannato” i pazienti, minimizzando i rischi di dipendenza potenzialmente causati dagli antidolorifici, rischiando di alimentare una vera e propria «epidemia di oppioidi». L’accusa è pesantissima: si parla di «danno pubblico» per la vendita dei prodotti a base di oppiacei, dato che questi analgesici provocano una forte dipendenza in chi li assume e contribuiscono a creare assuefazione e a spingere chi li assume verso il mercato illegale delle droghe.

Big Tobacco invece ha semplicemente partecipato a 25 convegni medici nel 2018 e risulta tra i principali finanziatori dell’ultima edizione del “Festival della scienza medica” di Bologna, in cui si è discusso tra le altre cose dei prodotti alternativi per i fumatori.
In questo secondo caso, il movimento antitabagista (formato dalle principali società scientifiche italiane di sanità pubblica) "Tobacco Endgame" chiede chiarimenti al ministro della Salute, che stranamente è pure medico: «Come si concilia il profitto di chi vende prodotti nocivi con la salute?».

Il riferimento è ad una serie di congressi di specialisti nelle varie branche della medicina, dai cardiologi ai dentisti, che negli ultimi anni hanno visto la partecipazione di Philip Morris e British American Tobacco in qualità di sponsor o partner. Si parla dei congressi della Fadoi (federazione delle associazioni degli internisti ospedalieri), della Siapav (società italiana di angiologia e patologia vascolare), della Sidco (società italiana di chirurgia odontostomatologia), della Sitox (società italiana di tossicologia), dell’Andi (associazione nazionale dentisti italiani), e della Siprec (società italiana per la prevenzione cardiovascolare).

Pecunia non olet
I soldi sono soldi e non hanno odore, secondo qualcuno. In fin dei conti simili scandali non smuovono di un millimetro le coscienze mummificate dei firmatari del “Patto trasversale per la Scienza”.
A personaggi come Roberto Burioni, Enrico Mentana, Pierluigi Lopalco, Beppe Grillo, Rino Rappuoli (direttore scientifico della Glaxo), Ivan Scalfarotto (PD), Matteo Renzi (PD), Antonio Tajani (Presidente Parlamento Europeo), Pierpaolo Sileri (M5S); Paolo Siani (PD), Paolo Veronesi (Fondazione Veronesi), Beatrice Lorenzin: cosa importa?

A questi non interessano gli sponsor e le partecipazioni finanziarie ai congressi medici; non vedono nessuna pericolosa ingerenza e neppure conflitti di interesse, figuriamoci dell’etica medica e della deontologia professionale.
Non possono interessarsi perché troppo intenti a stroncare sul nascere ogni forma di libertà e di pensiero critico, in una parola: l’eresia!
L’Inquisizione 2.0 è l’evoluzione della repressione ecclesiastica, con la differenza che oggi non serve bruciare vive le persone, perché basta distruggerle mediaticamente, socialmente e professionalmente.
Quindi va estirpato tutto quello che non contempla i protocolli ufficiali e che rifugge il paradigma consolidato: si radiano i medici che mettono anche solo in discussione il monopensiero e il verbo, per esempio quello vaccinale; si cancellano tutte le pratiche mediche non riconosciute (e non brevettabili) dalle lobbies, quindi le medicine tradizionali e/o complementari, per lasciare sullo scranno SOLO quella medicina allopatica tanto voluta dall’Industria...

Eppure vi è un gravissimo problema etico, come riporta l’articolo 57 del Codice deontologico, il quale vieta il «patrocinio a fini commerciali». In pratica il medico e/o l’associazione scientifica non possono concedere patrocinio «a forme di pubblicità promozionali finalizzate a favorire la commercializzazione di prodotti sanitari o di qualsivoglia altra natura».
L’articolo è chiarissimo e non lascia spazio a nessun fraintendimento, eppure quello a cui assistiamo sono finanziamenti diretti e spudorati da parte delle case farmaceutiche ad associazioni scientifiche, congressi medici e manifestazioni ufficiali. Per non parlare dei soldi che arrivano direttamente ai medici per consulenze.

Cosa sta facendo la Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo), cioè l’ente che riunisce tutti gli ordini professionali dei medici chirurghi e odontoiatri d’Italia? Nulla come sempre, perché il loro compito è scovare il camice bianco che non prescrive i vaccini. Questa è la priorità!
A loro non importa delle mazzette, del comparaggio, della corruzione in ambito medico e sanitario. Pertanto con la loro collusione e la totale mancanza di controllo, diventa “normale” sapere che le principali associazioni mediche e scientifiche ricevono tanti soldi direttamente da Big Pharma.

Nel 2015 la Federazione Medici Pediatri (FIMP) ha ricevuto 56.120 euro dalla Glaxo, la società che vende vaccini. L’anno seguente la FIMP ha ricevuto dalla stessa, 70.000 euro come “donazione” e 83.692 come “oneri da contratto”. Nel 2017 qualcosa come 149.322 euro!

Nel 2015 la SIP, Società Italiana Pediatri diretta da Alberto Villani ha ricevuto 27.450 euro per “oneri da contratto” dalla GSK, nel 2016 26.840 euro per “oneri da contratto” sempre dalla GSK.
Nel 2017 ha ricevuto 55.729 euro per “oneri da contratto”.

Non è confortante sapere che le principali associazione mediche d’Italia, quelle che dovrebbero avere un’autonomia e una imparzialità assoluta, ricevono ogni anno tantissimi soldi dalle industrie chimiche. Dico questo perché i soldi possono influenzare le politiche interne delle associazioni.
Anche il prof Pierluigi Lopalco figura nella busta paga della GlaxoSmithKline, la principale azienda produttrice di vaccini a livello mondiale (nel 2015 ha ricevuto 459,62 euro, nel 2016 circa 2.315 euro e nel 2017 circa 3.549 euro). Ma il professore pisano collabora anche con la Sanofi, e nello stesso anno per due consulenze ha incamerato 1.350 e 2.233 euro.
Non si sta negando la libertà e la possibilità ad un medico di farsi pagare delle consulenze dalle industrie, ma i cittadini devono saperlo. Quindi quando un Lopalco va in televisione a pontificare i benefici dei vaccini, gli spettatori sanno anche che lui è stipendiato dai produttori di vaccini?
Dove sta la libertà delle associazioni scientifiche, se la ricerca e gli studi, dipendono dai soldi che arrivano dall’esterno?


A cura del dottor Giuseppe Di Bella 

Chi rifiuta le cure istituzionali di «provata efficacia» e osa guarire con MDB, è dichiarato reo di guarigione indebita.

Nel 2002 ho pubblicato un volume «Come prevenire i tumori», Carlo Marconi Editore, oggi esaurito, evidenziando anche le controindicazioni allo screening mammografico annuale per il rischio di induzione tumorale da radiazioni ionizzanti. Fui colpito da scomuniche e anatemi dei luminari e lampadari della cosiddetta comunità scientifica. Alcuni giorni fa il Presidente dell’Ordine dei Medici di Bologna, Dr Giancarlo Pizza, scienziato noto a livello internazionale, ha inviato agli iscritti la documentazione scientifica, in allegato, dell’American College of Physicians (ACP) screening mammography, che evidenzia e documenta i rischi dello screening mammografico annuale, con relativa pubblicazione sulla massima banca dati biomedica internazionale, sconfessando così un Tabù così caro al regime e gelosamente tutelato.

Nel volume di prossima pubblicazione, in luglio sulla prevenzione dei tumori, ho inserito un ampio capitolo sulla mammografia e radiazioni ionizzanti. Gradualmente si stanno scardinando, sgretolando i falsi miti e gli interessati inganni creati e ossessivamente riproposti dai mainstream di regime, asserviti ai circoli di potere politico finanziari. E’ nota la commovente sensibilità e l’eroica solidarietà dei nostri politici per gli ammalati neoplastici che si curano a loro spese e osano guarire col Metodo Di Bella.

Dieci anni fa curai una ragazza per un linfoma NH in rapida progressione, chemio resistente, non più responsivo dopo il completo fallimento di vari cicli di chemio-radioterapia. Dopo circa un anno di terapia intensiva con MDB la ragazza guarì. Per il documentato fallimento dei protocolli oncologici e la certificazione con esami ematochimici e strumentali della completa e stabile remissione con MDB, fece ricorso e ottenne l’erogazione del MDB. L’ematologia fece opposizione e malgrado il dato di fatto, incontestabile, della guarigione con MDB, il giudice, invocando gli esiti della sperimentazione, la condannò a restituire quanto aveva ottenuto per potersi curare e guarire. L’Italia si rivelò ancora una volta, dopo la creazione del Diritto Romano, Patria del diritto, creando un nuovo reato «La guarigione indebita». Chi rifiuta di farsi accoppare dalle cure istituzionali di «Provata efficacia» e osa guarire con MDB è dichiarato reo di «Guarigione indebita», oltre che del gravissimo reato di lesa maestà verso i luminari, le sacre, immacolate, disinteressate vestali della tanto celebrata, «Comunità scientifica», così affine e attigua ai centri di potere che gestiscono il mercato del farmaco e relativi fatturati. «Similes, cum similibus et facillime congregantur».

Io non ho scoperto nulla, né ho il minimo merito in queste guarigioni ottenute dal metodo messo a punto da mio padre. Cerco solo di applicarlo, diffonderne il razionale e meccanismo d’azione, i riscontri clinici. Sto sperimentando anch' io come mio padre, quanto sia difficile, erto, faticoso, pieno di ostacoli, il percorso di chi cerca di proporre scomode ma incontestabili verità ad una società ormai impermeabile e refrattaria alla verità. Mi ha colpito e ricorderò la replica di mio padre all’affermazione di Don Giovanni d’Ercole, che la verità si sarebbe comunque affermata, rispose «ma con quale costo di sofferenze


Dal sito www.dibellainsieme ho tratto questa significativa immagine.
La propongo perché ritengo che rappresenti e sintetizzi perfettamente l’eroico, costante, commovente impegno dei circoli politici di potere per la salute, la vita, i diritti dei loro sudditi. Una classe politica che tutto il mondo ci invidia per onestà, competenza, cultura, efficienza, disinteresse, è stata diffusamente informata ed è perfettamente consapevole (non ci vuole molto), della totale mancanza di dignità scientifica e legittimità della sperimentazione ministeriale del MDB. Sono stati informati in tanti delle evidenze scientifiche del MDB ormai pubblicate e da tutti reperibili sulle massime banche dati biomediche internazionali www.pubmed.gov.

Sono stati aggiornati sui gravi limiti delle attuali terapie mediche dei tumori, e del fatto incontestabile che da un’attenta revisione dell’intera letteratura mondiale non emerga un solo caso di tumore solido guarito da terapia medica. Se questo avvenisse la chirurgia oncologica non avrebbe ragione di esistere, al contrario le guarigioni sono unicamente dovute alla chirurgia. I soli casi di tumori solidi guariti senza intervento chirurgico-chemio-radioterapia, sono quelli curati col MDB, pubblicati e reperibili da chiunque su www.pubmed.gov, https://www.researchgate.net/ digitando Luigi Di Bella e Giuseppe Di Bella.

Ho dato a diversi politici testi, monografie, pubblicazioni, revisioni delle banche dati, documentazioni incontestabili e chiarissime dell’efficacia del MDB e della totale assenza di dignità scientifica della sperimentazione del 1998. Li ho invitati insistentemente a vedere e considerare attentamente la mole impressionante di documenti legalmente validati, raccolti in quattro anni di ricerche, riportati nel film documentario «Il Metodo Di Bella 20 anni dopo» (riferimenti e link su www.metododibella.org in prima pagina). A cinque mesi dalla diffusione su VIMEO, Il film-documentario non ha ancora destato il meritato interesse, non ha scosso coscienze, né mobilitato, né coinvolto emotivamente nessuno di questi signori. Nessun politico si è mosso, nessuno ha richiamato, né ha dato un minimo segno di interesse, di partecipazione alle difficoltà, sofferenze di ogni genere, vessazioni che tanti devono subire per curarsi, con gravi difficoltà economiche e ostilità.

Anche qualche politico che in passato aveva acquisito visibilità e notorietà con il MDB, si è regolarmente eclissato una volta eletto. Farmaci già pagati, bloccati alle dogane, costi assurdi e speculativi in Italia, difficoltà burocratiche di ogni genere a procurarseli all’estero dove costano un quarto, (perché in Italia il costo è quadruplicato?), non destano il minimo interesse, attenzione, solidarietà. Tante tragedie non li sfiorano neppure, sono infastiditi se qualcuno cerca ripetutamente di coinvolgerli, interessarli, chiedere attenzione e aiuto, occupati come sono a celebrare i riti, i fasti, i valori, da cui è nata e su cui poggia questa nostra eccelsa, gloriosa, democratica, Repubblica.

Dott. Giuseppe Di Bella, figlio del Prof. Luigi Di Bella e promotore della terapia antitumorale, "Metodo Di Bella".
http://www.metododibella.org/it/notizie/2019-06-06/Paradossi-il-reato-di-guarigione-indebita-Il-Quotidiano-del-Lazio.html#.XPuNI4gzbcs


Marcello Pamio

Ieri pomeriggio all’Aula Magna della Statale di Milano è avvenuta la presentazione del «Patto trasversale per la Scienza».
Un progetto voluto da Guido Silvestri e Roberto Burioni e avallato da personaggi come Mentana, Lorenzin, Di Grazia, Matteo Renzi e perfino Beppe Grillo.
Stiamo parlando di un patto antidemocratico ed estremamente pericoloso per le libertà di questo Paese.
Un patto molto desiderato anche da Big Pharma.

A rischio ci sono la libertà di cura, di pensiero, di espressione, di critica e di confronto scientifico.
Un patto che puzza di zolfo e che preannuncia una dittatura ancor più serrata dell’attuale.
Le foto del congresso dimostrano che il Patto si è trasformato in un bel Pacco: la partecipazione è stata un totale fallimento su tutta la linea, e le pochissime persone in sala saranno state parenti e/o amici degli ospiti…

La super affluenza alla presentazione ufficiale!

Ed ecco le poltrone dei vip intervenuti...

«Il Patto trasversale per la scienza - dice Roberto Burioni - punta a diventare una sentinella nei confronti della società, al fine di verificare che alla base di ogni decisione ci sia il rispetto delle evidenze scientifiche».
Lo dice candidamente il "diversamente-umile": vogliono “diventare una sentinella”. Ecco il vero scopo.

Il pensiero unico dei promotori è quello di respingere l’oscurantismo scientifico, e cioè estirpare con ogni mezzo la folle mania di mettere in discussione i vaccini, per non parlare delle cure alternative al cancro prive di ogni fondamento, per giungere alle resistenze nei confronti delle biotecnologie in ambito alimentare (leggasi OGM), e al negazionismo adottato nei confronti di alcune malattie.
Tutto questo, se fosse vivo George Orwell, lo chiamerebbe il “Ministero della Verità“.

Questi attori, tra comparsate a congressi a dir poco ridicoli, stanno rieditando il «Malleus Maleficarum 2.0» (Il Martello delle streghe): il più famoso trattato medievale sulla stregoneria, divenuto il manuale dell’Inquisizione e cioè il testo ecclesiastico ufficiale della persecuzione contro le streghe!
Solo che le streghe moderne sono incarnate da tutto quello che esce dal paradigma ufficiale....


Marcello Pamio

Ignaz Philippe Semmelweiss è stato l’emblema vivente dell’oscurantismo scientifico.
Il medico ungherese, assistente nella prima divisione della clinica ostetrica di Vienna, scoprì l’origine della febbre puerperale che sterminava le donne.
Va ricordato che nella capitale austriaca (ma anche nelle altre grandi città dell’epoca) nella prima metà dell’Ottocento morivano dal 27 al 33% delle donne partorienti. Una strage che avveniva giornalmente, fino a quando il grande Semmelweiss stabilì (osservando le ostetriche) una correlazione diretta tra la morte delle giovani mamme e il fatto che i medici e gli studenti che eseguivano le autopsie non si lavavano le mani prima di entrare nel reparto di ostetricia!

Per noi oggi è una cosa scontata, ma era da pazzi all’epoca solo pensare al collegamento tra l’igiene e la morte per setticemia, visto che i batteri non erano ancora stati scoperti...
Ma lui oltre ad essere un medico era anche una persona umile, cosa questa abbastanza rara tra i camici bianchi, e dalla semplice osservazione delle ostetriche che si premuravano di lavarsi per bene le mani prima di toccare una paziente, egli intuì qualcosa che salvò dal quel momento in poi, miliardi di esseri umani. Infatti, non appena riuscì a convincere i colleghi di lavarsi le mani con soluzione di cloruro di calce, il tasso di mortalità crollò ai minimi storici.

Semmelweiss invece di essere osannato ed eletto medico dell’anno, non solo fu licenziato, bandito e preso per il culo dall’intera comunità scientifica, ma a Budapest finì in manicomio, morendo a seguito delle percosse ricevute dalle guardie!
Se oggi Semmelweiss fosse vivo, non verrebbe rinchiuso in gattabuia, ma sicuramente radiato, perché se vai contro l’establishment scientifico, contro il paradigma, ne devi pagare lo scotto!

Infezioni ospedaliere
Nonostante la luce che Semmelweiss ha portato all’umanità, ancora oggi le infezioni ospedaliere sono un problema molto serio, anzi direi serissimo. Ogni anno interessano circa 530.000 italiani.
In Europa 33.000 persone ogni anno muoiono a causa di queste infezioni, e circa un terzo di queste avvengono in Italia, facendoci precipitare all’ultimo posto nella classifica europea stilata dal Centro Europeo Malattie Infettive (Ecdc).
Tanto per capire il problema: 1 paziente su 15 ogni giorno contrae un’infezione durante un ricovero in ospedale, con una probabilità di contrarre un’infezione grave del 6%.[1] 
Secondo il prof David Ropeik della Harvard University, la probabilità di morire in un incidente aereo è 1 su 11 milioni e quella di morire sbranato da uno squalo è 1 su 3 milioni.
Per cui, anche se a molte persone volare o trovarsi muso a muso con uno squalo tigre fa paura, in realtà mettere piede in un ospedale è statisticamente molto più pericoloso!

I dati ufficiali sulle morti però sono molto variegati, si va da 7.800 casi di decesso all’anno[2] (sempre a causa di infezioni acquisite nei nosocomi), pari al doppio delle morti legate agli incidenti stradali[3], a oltre 10.000 morti.[4] 
Questa differenza di numeri non è facilmente spiegabile.

Rapporti Osservasalute
Annualmente l’«Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane» pubblica un rapporto ufficiale sullo stato della salute degli italiani e sulla qualità dell’assistenza sanitaria.
Il direttore dell’osservatorio è Walter Ricciardi, ex direttore dell’Istituto Superiore di Sanità.
Nei rapporti «Osservasalute» degli precedenti (2016-2017) non si trova scritto nulla sulle persone morte per sepsi o infezioni ospedaliere, mentre nell’ultimo datato 2018 e pubblicato qualche giorno fa, esce un quadro a dir poco inquietante!
Innanzitutto vale la pena sottolineare che l’ultimo lavoro è stato possibile grazie al «contributo incondizionato» di IBSA (farmaceutici), Fondazione MSD (Merck) ed Eli Lilly, quindi con i soldi di tre importanti case farmaceutiche. Mentre nei rapporti precedenti non figurano, almeno sulla carta, le lobbies della chimica[5] e, come detto, mancano anche i dati sulla mortalità per infezioni ospedaliere.
Come mai? Non ci sono stati morti in Italia? Eppure i dati visti prima parlavano di 7.000-10.000 morti ogni anno.

Magicamente nell’«Osservasalute» del 2018, il numero delle morti sepsi-correlate, cioè per infezioni prese in ospedale è scritto che è: «cresciuto considerevolmente negli ultimi anni passando da 18.668 del 2003 a 49.301 del 2016».
Quasi 50.000 persone morirebbero quindi in Italia per infezioni ospedaliere, così almeno ha denunciato il 15 maggio scorso, il dottor Ricciardi al Gemelli a Roma[6]
Interessante è che dal primo gennaio 2019 Walter Ricciardi non è più alla direzione dell’Istituto Superiore di Sanità (era stato messo là da Beatrice Lorenzin), avendo dato le dimissioni ben otto mesi prima della scadenza naturale dell’incarico[7]

Non risulta un po’ strana questa coincidenza? Fintantoché Ricciardi era direttore dell’ISS e gestiva l’Osservasalute, nei rapporti non si parlava di sepsi ospedaliere, ma quando l’ex attore molla l’incarico alla sanità, le morti quadruplicano...
Qualcosa ovviamente non torna e le possibili interpretazioni sono diverse.
Da una parte il messaggio di Ricciardi potrebbe sembrare: «quando la salute nazionale la gestivo io, tutto andava per il meglio. Le morti per infezioni erano gestibili, ma ora che non dirigo più l’ISS, stiamo camminando sui cadaveri».
Dall’altra parte, tenendo sempre a mente il famoso detto: «Problema-Reazione-Soluzione», potrebbero far crescere volutamente lo spauracchio con le morti per infezioni (Problema), in modo tale da impaurire le masse di sudditi (Reazione), che finiranno per accettare supinamente ancora più vaccini (Soluzione), anche per malattie per le quali non esiste (e non esisterà mai) una cura specifica.
Infatti già da tempo, parlando di antibiotico-resistenza, abbiamo iniziato a leggere perle di saggezza del tipo: «Vaccinarsi permetterebbe quindi di combattere il problema alla radice, ridurrebbe il numero di antibiotici somministrati e, di conseguenza, rallenterebbe la velocità con cui i microrganismi mutano»[8]. Come se non fosse altrettanto vero che anche la vaccinazione esercita una pressione sull'evoluzione naturale di virus e batteri, che per loro natura sono portati a difendersi mutando per sopravvivere (ricordiamo che virus e batteri convivono col nostro organismo dagli albori dell'umanità, essendo su questo mondo da ben prima di noi, pertanto appare piuttosto ridicolo accanirsi nel volerli "distruggere", anche perché sono talmente numerosi da rendere ormai assodata l’esistenza del cosiddetto «microbiota», tra le altre cose.

Nessuno nega che l’antibiotico-resistenza sia un problema impellente. Lo è eccome, ma usarlo solo per far passare leggi e/o decreti ad hoc con lo scopo di rinchiudere ancora di più le persone negli stabulari dell’Industria petrolfarmaceutica è pericolosissimo.
Anche perché i grandi geni non stanno mettendo in discussione le vere cause dell’antibiotico resistenza - sono tutti troppo impegnati a tremare davanti al terribile microbo x o fungo y - perché la loro volontà è quella di vaccinare l’intera popolazione mondiale.
Le cause che stanno accompagnando a morte decine di migliaia di italiani ogni anno vanno dall’uso eccessivo e sconsiderato degli antibiotici per uso umano (prescritti dagli stessi medici), alle migliaia di tonnellate degli stessi somministrate agli animali da macello per evitare le malattie dovute alle condizioni disumane negli allevamenti intensivi. Due strade che cozzano contro gli enormi interessi economici delle industrie alimentari e farmaceutiche, per cui l’alternativa saranno secondo loro le vaccinazioni di massa!

Secondo l’OMS, il 50% degli antibiotici prodotti in Europa (oltre 10.000 tonnellate) viene usato negli allevamenti intensivi, mentre negli USA tale percentuale raggiunge il 75%.
L’UCS («Union of Concerned Scientists») calcola che sono oltre 11.000 le tonnellate di antibiotici somministrati in USA, per uso non terapeutico, di cui 6.000 tonnellate illegali nell’UE.
Un uso così massiccio di antibiotici negli allevamenti intensivi rende vano qualsiasi lodevole uso appropriato di tali farmaci.
L’esempio della Ciprofloxacina è illuminante. Si tratta di uno degli antibiotici più usati per le infezioni urinarie complicate, che ha iniziato oramai da tempo a dare fenomeni di resistenza batterica (38% di resistenza a E. Coli). Come mai? Semplice: il suo utilizzo negli allevamenti industriali di polli fu approvato dalla FDA nel 1995, nonostante l’opposizione del CDC, Center of Disease Control.
Questo farmaco funziona ancora sullo Pseudomonas, germe caratterizzato dalla capacità di virare la propria resistenza agli antibiotici, capace di dare gravissime infezioni soprattutto in ambiente ospedaliero, nelle sale operatorie. Un uso così indiscriminato quindi di questa molecola, potrebbe rendere lo Pseudomonas completamente resistente, con terribili conseguenze.
L’uso criminale senza regole di questi farmaci, ha portato al paradosso che certi tipi di batteri, per poter crescere in laboratorio, hanno bisogno di precisi antibiotici nel terreno di coltura!

Ma nonostante quanto detto, per il Ministro della Salute Giulia Grillo, l’attuale problema nazionale è l’epidemia (inesistente e inventata) di morbillo!

Note

[1] Report Italiano PPS2 2016/2017 (pag. 2) - Studio di prevalenza italiano sulle infezioni correlate all’assistenza e sull’uso di antibiotici negli ospedali per acuti – Protocollo ECDC 
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2791_allegato.pdf

«Prevalence of healthcare-associated infections, estimated incidence and composite antimicrobial resistance index in acute care hospitals and long-term care facilities: results from two European point prevalence surveys, 2016 to 2017»
,  https://www.eurosurveillance.org/content/10.2807/1560-7917.ES.2018.23.46.1800516#abstract_content 

[2] Lancet publication_Monnet ECDC_Nov 2018 (elaborazione su dati pag. 6)

[3] Annual Accident Report 2018 (pag 10 - Table 2: Annual number of fatalities by country, 2007-2016)
https://ec.europa.eu/transport/road_safety/sites/roadsafety/files/pdf/statistics/dacota/asr2018.pdf

[4] «In Europa la resistenza agli antibiotici provoca 33mila morti all'anno» https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/altre-news/in-europa-la-resistenza-agli-antibiotici-provoca-33mila-morti-allanno

[5] «Rapporto Osservasalute 2017: Stato di salute e qualità dell’assistenza nelle regioni italiane»

[6] http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/boom-di-infezioni-ospedaliere-in-Italia-49mila-morti-anno-9be9182b-1e30-4d24-a166-9424981a3e3e.html

[7] «Istituto superiore di sanità, si dimette il presidente Walter Ricciardi», https://www.corriere.it/salute/18_dicembre_19/istituto-superiore-sanita-si-dimette-presidente-walter-ricciardi-6c5cba14-037f-11e9-94ba-cb54e059ac5f.shtml

[8] https://www.liberoquotidiano.it/news/salute/13386997/contro-lantibiotico-resistenza-bisogna-usare-anche-i-vaccini.html

[e le dubbie rassicurazioni degli enti istituzionali]
Corrado Penna

La presunzione che esista la possibilità di utilizzare in sicurezza i dispositivi che ci permettono di telefonare e di comunicare via internet senza cavi (wire-less), che viene diffusa dalle agenzie statali e internazionali, si basa su un’analisi superficiale e frettolosa della letteratura scientifica. In realtà gli articoli scientifici sui danni biologici delle radiazioni non ionizzanti[1] sono tantissimi e costituiscono la prova schiacciante che i vari enti ICNIRP[2], SCENIHR[3], FCC[4], FDA[5], National Cancer Institute[6], e via dicendo mostrano atteggiamenti fin troppo amichevoli nei confronti di un business in continua espansione, quello delle aziende di telefonia mobile. Alcune di queste organizzazioni si spingono ad affermare che non esiste nessun meccanismo noto che possa indurre degli effetti sulla salute. Per fare questo spesso scelgono, tra i tanti lavori scientifici (sull’effetto biologico di tali campi elettromagnetici) quelli che ignorano gli effetti non termici, quelli che ignorano l’importanza dei segnali pulsati, quelli che ignorano l’importanza della polarizzazione delle onde elettromagnetiche o della particolare intensità del segnale che viene utilizzato. Insomma, per assolvere queste radiazioni che ormai saturano l’aria intorno a noi, occorre fare riferimento a lavori scientifici che appaiono alquanto discutibili.

Per esempio le radiazioni elettromagnetiche utilizzate per questo genere di comunicazioni sono sempre radiazioni pulsate, perché è proprio la pulsazione di tali onde elettromagnetiche che porta il segnale, che veicola i dati, e molte ricerche scientifiche hanno mostrato che l’effetto biologico delle radiazioni pulsate è maggiore di quello delle radiazioni non pulsate. Inoltre gli effetti non termici (cioè effetti ben diversi dal semplice riscaldamento dei tessuti) sono stati studiati e dimostrati da un numero impressionante di lavori scientifici. Si tratta qui di danni riscontrati e riportati su lavori scientifici pubblicati su giornali a revisione paritaria, la “bibbia” della scienza moderna, molti dei quali sono reperibili sul database (archivio) governativo statunitense pubmed.

Per comprendere appieno quanto appena affermato possiamo leggere l’articolo Scientific evidence contradicts findings and assumptions of Canadian Safety Panel 6: microwaves act through voltage-gated calcium channel activation to induce biological impacts at non-thermal levels, supporting a paradigm shift for microwave/lower frequency electromagnetic field action, scritto da Martin L Pall, (Professore Emerito di Biochimica e di Scienze Mediche di Base all’università di Washington) e pubblicato su Reviews on Environmental Health 2015;30(2):99-116. L’articolo è reperibile su pubmed[7], dove troviamo solo il riassunto, https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25879308, mentre l’articolo per intero si può leggere al link  https://www.degruyter.com/view/j/reveh.2015.30.issue-2/reveh-2015-0001/reveh-2015-0001.xml. Se consultiamo questo ultimo link possiamo vedere (in fondo) tutti gli altri articoli, gli altri studi scientifici, (83 in tutto) realizzati da numerosi altri scienziati, che servono da giustificazioni alle affermazioni dell’autore.

Nell’articolo leggiamo che un effetto (non termico) di questi campi elettromagnetici avviene attraverso l’attivazione del canale del calcio dipendente dal voltaggio (VGCC). È noto infatti in biologia che il livello di calcio nelle cellule è molto minore del livello presente al di fuori delle cellule (nella matrice extracellulare) e che variazioni di tali livelli possono essere utilizzate per “mandare dei segnali”: si tratta dell’importantissimo meccanismo di segnalazione del calcio[8] che è rilevante anche per mandare il segnale che induce l’apoptosi (“suicidio” cellulare). Quando tale meccanismo funziona bene la vita cellulare scorre serena, ma quando questo meccanismo è inibito impropriamente, le cellule del cancro diventano immortali invece che suicidarsi, oppure al contrario cellule che dovrebbero ancora restare in vita vengono spinte alla morte[9].

Il dottor Pall cita a sostegno delle sue affermazioni due dozzine di studi sugli effetti non termici delle radiazioni elettromagnetiche nella banda delle microonde che si manifestano per via dell’attivazione del VGCC (canale del calcio dipendente dal voltaggio), anche in caso di radiazioni a bassa intensità. Inoltre afferma (sempre sulla base degli studi citati in fondo all’articolo) che nella maggior parte dei casi I campi elettromagnetici pulsate sono più attivi di quelli non pulsate e che ci sono alcune finestre di intensità che corrispondono al massimo dell’effetto biologico, la qual cosa sarebbe impossibile nel caso di un meccanismo basato sul puro effetto termico (riscaldante) delle radiazioni. Come effetti secondari delle alterazioni a livello della concentrazione del calcio intracellulare ci sono alterazioni dei livelli di ossido nitrico (NO), alterazioni delle segnalazioni dell’ossido nitrico, formazione di radicali liberi e stress ossidativo. Questi effetti secondari a loro volta possono spiegare danni al DNA, infertilità, minore produzione di melatonina, disturbi del sonno, cambiamenti nel ritmo cardiaco compresa la tachicardia l’aritmia e la morte improvvisa; effetti neuropsichiatrici compresa la depressione, ma anche alcuni effetti terapeutici.

L’autore quindi analizza un documento ufficiale realizzato da una commissione di esperti canadesi, che riconosce solo effetti termici delle radiazioni, ignorando tutto quanto su esposto, e scartando alcuni studi sui danni da radiazioni in quanto tacciati di inconsistenza. A ben vedere però non si tratta di inconsistenza, ma di semplice diversificazione degli effetti quando alle stesse radiazioni vengono esposte cellule differenti, o quando le stesse cellule vengono esposte a radiazioni differenti per intensità, pulsazione, frequenza.

Sembra quindi che ci si trovi di fronte ad una nuova emergenza simile a quella del fumo del tabacco, la cui pericolosità per la salute è stata scoperta fin dagli anni ’20 del secolo scorso (100 anni fa), ma riconosciuta ed affrontata seriamente solo in tempi molto recenti (pian piano, in maniera sempre più decisa, nel corso degli ultimi 30 anni). Allora abbiamo visto fenomeni di “convinzione” e di corruzione da parte delle aziende che producevano tabacco e vendevano sigarette, che sono stati ampiamente documentati. Adesso non abbiamo ancora elementi per dimostrare che stia succedendo la stessa cosa, ma lascia alquanto perplessi l’atteggiamento di tutti questi enti istituzionali che continuano a rassicurarci che esistano dei valori soglia al di sotto dei quali il danno da radiazioni è assente o quanto meno minimizzabile.

Iniziamo ad analizzare nel dettaglio uno degli effetti più spaventosi di tali radiazioni, ovvero la capacità di danneggiare il DNA delle nostre cellule, producendo rotture alla singola elica, alla doppia elica e causando l’ossidazione delle basi azotate del DNA. SI tratta come tutti comprenderanno di fenomeni che possono indurre mutazioni e concorrere al fenomeno del cancro. Per entrare più nello specifico, le rotture della doppia elica del DNA producono a livello cromosomico a riarrangiamenti[10], delezioni[11], duplicazioni[12], mutazioni del numero di copie[13] e amplificazione genica[14]. L’ossidazione delle basi azotate del DNA causa invece le cosiddette mutazioni puntuali[15].  Al di là della possibilità di indurre o quanto meno concorrere alla genesi, alla progressione, alla metastatizzazione del cancro, immaginate quello che può succedere quando questi danni si manifestano nelle cellule che servono alla riproduzione sessuale: ovuli e spermatozoo, inducendo quindi potenzialmente mutazioni nelle generazioni future.

Per mostrare concretamente alcuni di questi lavori scientifici ecco il primo, tratto nuovamente dal sito pubmed: Impact of radio frequency electromagnetic radiation on DNA integrity in the male germline[16] (il link su pubmed e le altre informazioni sono d’ora in poi presenti nelle note). Facendo click su Author information (sotto il nome degli autori) possiamo scoprire che uno degli scienziati che ha firmato tale articolo lavora presso ARC Centre of Excellence in Biotechnology and Development and Discipline of Biological Sciences, University of Newcastle, Australia, giusto per avere conferma che si tratta di un lavoro che proviene da un ente ufficiale (università australiana) e non dal sito internet di un buontempone che si diverte a denigrare l’uso dei cellulari e del 5g. Facendo click sul nome dell’autore si può vedere inoltre il lungo elenco degli altri lavori scientifici firmati da tale autore, e verificare che non è un crociato della battaglia contro le radiazioni da cellulari, ma un serio studioso delle funzionalità riproduttive, che ha studiato in particolar modo il danno a livello spermatico indotto dai radicali liberi (vedi per esempio il suo articolo A free radical theory of male infertility[17])

Nell’abstract dell’articolo, ovvero nel suo riassunto disponibile on line, leggiamo che dei topi sono stati esposti alle radiofrequenze (frequenza di 900 MegaHertz) per 7 giorni di seguito, 12 ore al giorno. Diverse tecniche hanno permesso di valutare l’assenza di danni macroscopici al DNA, così il permanere di condizioni di salute generalmente buone degli animali, ma un’analisi più dettagliata dell’integrità del DNA ha rivelato la presenza di danno al DNA statisticamente rilevante sia per il genoma mitocondriale[18] che per il locus nucleare beta-globinico[19].

Faccio notare che utilizzando il link in alto a destra, full text links, possiamo leggere il testo intero dell’articolo sul sito https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1111/j.1365-2605.2005.00531.x e verificare tutte le fonti citate dall’autore.   

Il secondo articolo che analizziamo è Single- and double-strand DNA breaks in rat brain cells after acute exposure to radiofrequency electromagnetic radiation, ovvero “Rottura della singola elica e della doppia elica del DNA nelle cellule cerebrali dei ratti dopo un’acuta esposizione a radiazioni elettromagnetiche nella banda delle radiofrequenze”[20].

Nell’articolo si parla di un esperimento concernente l’esposizione acuta (per 2 ore) a radiazioni elettromagnetiche sia pulsate che non pulsate a una frequenza di 2450-MHz (praticamente si tratta di una frequenza di 2 Giga e mezzo). É stato osservato un aumento delle rotture della singola elica e della doppia elica del DNA 4 ore dopo l’esposizione sia della radiazione pulsate che di quella non pulsata. Gli autori suppongono che questo effetto possa derivare o direttamente dall’energia delle radiazioni che danneggiano il DNA oppure dal danneggiamento dei meccanismi di riparazione del DNA nelle cellule cerebrali, o da entrambi i meccanismi. Questi risultati, precisano gli autori, confermano i risultati di precedenti studi in vivo e in vitro sul danneggiamento del DNA da parte delle radiazioni elettromagnetiche nel campo delle radiofrequenze.

Ma quali e quanti lavori precedenti hanno mostrato la realtà di questo danneggiamento del DNA? Andiamo a verificarlo grazie a un articolo di rassegna, ovvero un articolo non di ricerca sperimentale, ma di consultazione e di rassegna dei lavori precedenti: Electromagnetic fields and DNA damage[21]. Gli articoli citati, sulla cui base è stato compilato questo lavoro, si trovano in fondo alla versione integrale dell’articolo: sono ben 110, e quasi tutti (particolarmente dal 16 in poi) sono lavori di ricerca, sperimentazioni che hanno permesso di dimostrare e di misurare il danno al DNA cellulare indotto da radiazioni non ionizzanti (radiofrequenze per lo più). Ecco che in un colpo solo, con semplice click, siamo portati di fronte a una mole di lavoro scientifico che porta alla nostra attenzione risultati davvero preoccupanti. Tra questi ne analizziamo appena tre, per ovvia mancanza di tempo e di spazio.

L’articolo Non-thermal DNA breakage by mobile-phone radiation (1800-MHz) in human fibroblasts and in transformed GFSH-R17 rat granulosa cells in vitro[22] riferisce di un esperimento con cellule di uomo e di ratto esposte a differenti modulazioni di un segnale a 1.800 Hertz (continuo e intermittente) che ha portato all’induzione di rotture della singola e della doppia elica del DNA.

L’articolo Microwaves from GSM mobile telephones affect 53BP1 and gamma-H2AX foci in human lymphocytes from hypersensitive and healthy persons[23] mostra che le micro-onde dei cellulari GSM (per differenti frequenze di quella banda) hanno effetto genotossico (cioè danneggiano i geni) dei linfociti (globuli bianchi) sia delle persone in buona salute che delle persone note per la loro ipersensibilità ai campi magnetici.

Anche l’articolo Genetic damage in mobile phone users: some preliminary findings[24] descrive una ricerca che ha mostrato una correlazione tra l’utilizzo dei cellulari e danno genetico, sempre tramite un’analisi dei linfociti presenti del sangue periferico.

Note bibliografiche

[1] Le radiazioni ionizzanti sono per esempio quelle nucleari, che hanno tale energia da “strappare” gli elettroni esterni dagli atomi creando appunto ioni (atomi non più elettricamente neutri).

[2] International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection ovvero Commissione Internazionale sulla protezione dalle radiazioni non ionizzanti, organizzazione internazionale indipendente (almeno dal punto di vista formale, visto che sposa sempre le posizioni più favorevoli agli interessi delle aziende che operano nel campo della telefonia; https://www.icnirp.org/.

[3] Scientific Committee on emerging and Newly Identified Health Risks, ovvero Comitato scientifico sui rischi per la salute emergenti e di recente identificazione, ente dell’Unione Europea; https://ec.europa.eu/health/scientific_committees/emerging_it.

[4] Federal Communications Commission, ovvero Commissione federale per le comunicazioni.

[5] Food and Drug Administration, ovvero Amministrazione dei cibi e dei farmaci; ente federale statunitense che si occupa della regolamentazione dei cibi, additivi alimentari, integratori, farmaci, vaccini.

[6] National Cancer Institute, ovvero Istituto Nazionale per il Cancro, è un ente federale statunitense che fa parte del ministero della sanità, e che si occupa di ricerca, informazione, prevenzione del cancro.

[7] Se guardiamo il sito pubmed, possiamo notare facilmente nella parte superiore sinistra del sito la dicitura “US National Library of Medicine National Institutes of Health” ovvero “Biblioteca nazionale medica statunitense – Istituto Nazionale della Sanità”, e del resto il sito è un sito con dominio .gov, ovvero governativo. Quindi niente di più ufficiale.

[8] Come possiamo leggere in un articolo scientifico intitolato per l’appunto Calcium signaling (pubblicato su Cell,  VOLUME 131, ISSUE 6, P1047-1058, DECEMBER 14, 2007, autore Clapham DE; ; https://www.cell.com/action/showPdf?pii=S0092-8674%2807%2901531-0), e che spiega in dettaglio tale argomento: “Gli ioni di Calcio (Ca2+) influiscono su quasi ogni aspetto della vita cellulare (…) Viene anche discussa la natura altamente localizzata della segnalazione mediata dagli ioni Ca2+ e i suoi specifici ruoli nell’eccitabilità, esocitosi, motilità, apoptosi e trascrizione”.

[9] Una ricerca scientifica sull’importanza della segnalazione del calcio per l’apopotosi delle cellule tumorali è illustrata nell’articolo PTEN counteracts FBXL2 to promote IP3R3- and Ca2+-mediated apoptosis limiting tumour growth, pubblicato su Nature 2017 Jun 22;546(7659):554-558, autori Kuchay S, Giorgi C et al.; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28614300.

[10] Parti di uno stesso cromosoma che prendono una il posto dell’altro (riarrangiamento intracromosomico), o parti di differenti cromosomi che prendono una il posto dell’altra (riarrangiamento inter-cromosomico).

[11] Perdita di un pezzo di DNA che viene letteralmente cancellato.

[12] Raddoppiamento di un tratto di un cromosoma.

[13] Delezioni o duplicazioni che portano ad un cambiamento del numero di copie di una specifica regione cromosomica.

[14] La creazione di più copie di uno stesso gene.

[15] Le mutazioni più piccole che si possano verificare nel DNA, che sono causa di molte malattie genetiche, limitate quindi a poche basi (e alle loro coniugate).

[16] Pubblicato sul giornale scientifico International Journal of Andrology[16] 2005 Jun;28(3):171-9, autori Aitken RJ, Bennetts LE, Sawyer D, Wiklendt AM, King BV; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15910543.

[17] Pubblicato su Reproductive Fertililty and Development 1994;6(1):19-23; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/8066217.

[18] Il DNA presente nei mitocondri, organelli all’interno delle cellule, che è diverso dal DNA del nucleo cellulare

[19] Una piccola parte di un cromosoma del nucleo; nell’uomo si tratta di una sezione del cromosoma 11 che è responsabile per la creazione di circa metà della struttura della proteina emoglobina, notoriamente fondamentale per la vita, il trasporto di ossigeno e anidride carbonica all’interno del corpo.

[20] Pubblicato su International Journal of Radiation Biology. 1996 Apr;69(4):513-21, autori Lai H, Singh NP; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/8627134.

[21] Pubblicato su Pathophysiology 2009 Aug;16(2-3):79-88, autori Phillips JL, Singh NP, Lai H; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19264461, articolo intero su https://www.pathophysiologyjournal.com/article/S0928-4680(09)00014-5/fulltext.

[22] Pubblicato su Mutation Research 2005; 583: 178–183, autori Diem E, Schwarz C, et al.; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15869902.

[23] Pubblicato su Environmental Health Perspectives 2005; 113: 1172–1177, autori Markova E, Hillert L, Malmgren L, Persson BR, Belyaev IY; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16140623.

[24] Pubblicato su Indian Journal of Human Genetics 2005; 11: 99–104, autori Gandhi G, Anita; https://pdfs.semanticscholar.org/2cc3/86343f13444bd7132fa1bf670689fd18a108.pdf.

Corrado Penna 

Analizziamo quanto scritto nell’articolo «Peripheral sympathetic nerve dysfunction in adolescent Japanese girls following immunization with the human papillomavirus vaccine» Disfunzione del nervo simpatico periferico in ragazze giapponesi adolescenti in seguito a vaccinazione contro il papilloma virus umano»)[1], non prima di avere notato che uno degli autori, il primo firmatario, lavora per il Dipartimento di Medicina (Neurologia e Reumatologia) della scuola medica dell’università di Shinshu in Giappone (non esattamente un piccolo ospedale del terzo mondo), che anche il secondo lavora presso la medesima università (Dipartimento di Chirurgia Plastica), e che il terzo lavora per il Dipartimento di Ricerca Clinica dell’ospedale statale di Nagasaki (Kawatana Medical Center). È importantissimo anche notare chi ha finanziato tale lavoro, non un’organizzazione “antivaccinista” ma … il sistema sanitario nazionale del Giappone, come si legge verso la fine dell’articolo, e precisamente la divisione neuro-immunologica del ministero della sanità, e un ente di ricerca sulle patologie incurabili (che fa riferimento ancora una volta al ministero della sanità). Tolto di mezzo ogni possibile fraintendimento sul ruolo dei medici coinvolti nello studio, sulle loro finalità e sui loro finanziamenti, andiamo alla sostanza di quanto vi si trova scritto.

L’articolo riferisce di 44 ragazze che nel giro di 9 mesi si sono recate in quella clinica lamentando diversi sintomi dopo la vaccinazione contro il papilloma virus. Quattro di esse, che soffrivano di altre patologie riconosciute, sono state escluse dallo studio successivo.
L’età della somministrazione della prima dose variava da 11 a 17 anni, e il periodo di incubazione medio dopo la prima dose del vaccino era di 5,47±5.00 mesi, il che vuol dire che in alcuni casi i sintomi si manifestavano nel giro di qualche giorno dall’iniezione vaccinale, e in altri casi anche molti mesi dopo. Le manifestazioni frequenti della sindrome di cui soffrivano queste ragazze comprendeva mal di testa, senso generale di stanchezza, senso di freddo alle gambe, dolore agli arti e debolezza. La temperatura della pelle esaminata in 28 di queste ragazze che manifestavano sintomi agli arti mostrava una leggera diminuzione nelle dita delle mani (30,4±2,6 °C) e una diminuzione moderata nelle dita dei piedi (27.1±3.7 °C).

I sintomi agli arti di quattro ragazze erano compatibili con i criteri diagnostici clinici giapponesi di Sindrome Dolorosa Regionale Complessa (CRPS), mentre quelli di altre 14 ragazze erano consistenti con i criteri diagnostici utilizzati all’estero per definire la medesima sindrome. Il test di Schellong ha identificato otto pazienti con ipotensione ortostatica (rapido calo della pressione sanguigna in seguito al rapido passaggio dalla posizione seduta o sdraiata a quella eretta) e quattro con sindrome di tachicardia ortostatica posturale (disfunzione del sistema nervoso autonomo che porta ad avere diversi sintomi in posizione eretta che diminuiscono quando ci si sdraia: aumento persistente del battito cardiaco, svenimenti, palpitazioni, mal di testa, confusione mentale, stanchezza, ansia, problemi della vista, nausea, diarrea, sudorazione etc.)[2].

Le ragazze con tachicardia ortostatica posturale e con CRPS comunemente subivano transienti e violenti tremori e persistente astenia (stato di debolezza generale, facilità di affaticamento, perdita della forza muscolare). L’esame al microscopio elettronico dei nervi intradermali ha mostrato una patologia anomala delle fibre non mielinate in due ragazze su tre tra quelle esaminate. 
La diagnosi più comune che avevano ricevuto in precedenza le ragazze esaminate era di patologie psicosomatiche, mentre le conclusioni degli autori sono che i sintomi osservati possono essere spiegati con una risposta anormale del sistema simpatico periferico. I problemi sociali delle partecipanti allo studio sono rimasti insoluti dal momento che le ragazze gravemente disabilitate hanno smesso di andare a scuola.

La domanda che si pone a questo punto è: la relazione tra sintomi patologici e vaccinazione, è di tipo causale oppure no? C’è una relazione di causa ed effetto? Nelle conclusioni degli autori leggiamo che “basandoci sulla relazione temporale tra vaccinazione e sviluppo dei sintomi, non possiamo negare la possibilità che la vaccinazione con i vaccini contro il papilloma virus umano possa indurre secondariamente disturbi mediati dal sistema simpatico” e inoltre all’inizio dell’articolo affermano che “eventi avversi della vaccinazione contro l’HPV comprendono comunemente febbre, mal di testa  e dolore locale al sito dell’iniezione. Inoltre è stata notata, dopo la vaccinazione nelle ragazze giapponesi, un’incidenza relativamente alta di dolore cronico agli arti, frequentemente complicato da movimenti involontari violenti di tremolio. In tali casi, un forte dolore spontaneo colpisce una o più estremità ed è consistentemente accompagnato dal freddo degli arti interessati, causando una notevole difficoltà delle attività quotidiane”.

È quindi noto agli autori dalla letteratura di rapporti e articoli scientifici precedenti che il quadro clinico di queste ragazze coincide con un insieme di sintomi che è stato già associato ad effetti collaterali di questo vaccino. Inoltre, come leggerete nella descrizione di alcuni dei casi clinici, più di una volta la ragazza ha iniziato a star male poco tempo dopo la prima dose, è peggiorata con la seconda, e a volte ha avuto un tracollo definitivo con la terza (anche perché nel frattempo i sintomi venivano attribuiti a una condizione psichiatrica o psicosomatica).

A rafforzare l’ipotesi di un rapporto di causa ed effetto tra vaccino HPV e le patologie qui analizzate, gli autori segnalano che il presentarsi isolato di una delle sindromi non è infrequente tra le adolescenti, ma il verificarsi contemporaneo di due di queste sindromi (Ipotensione Ortostatica e Sindrome Dolorosa Regionale Complessa di tipo I) come accaduto a molte di queste ragazze è un evento davvero raro. Inoltre la Sindrome di Tachicardia Ortostatica si verifica spesso in seguito ad un’infezione virale, ma nei casi in oggetto non c’è alcuna segnalazione (nella storia clinica delle ragazze) di un’infezione virale antecedente all’insorgere dei sintomi della patologia, il che suggerisce che il vaccino potrebbe essere stato il meccanismo causale (letteralmente gli autori scrivono che nei casi esaminati “il vaccino è un possibile fattore predisponente”). Infine l’insorgere di tale sindrome in seguito a vaccinazione con Gardasil è stato riportato anche da uno studio scientifico statunitense.

Alcune note riassuntive sugli effetti avversi al vaccino HPV si trovano verso la fine dell’articolo, laddove si legge che fra giugno 2006 e dicembre 2008, (2 anni e mezzo) negli USA sono stati ricevuti 424 rapporti di eventi avversi in seguito a vaccinazione, per un tasso di 53,9 rapporti per 100.000 dosi; si tratta di segnalazioni e non necessariamente di casi per i quali si è accertato un legame di causa ed effetto tra vaccino e reazione, ma i dati raccolti dalla regione Puglia[3] mostrano come questo regime di sorveglianza passiva porta a una fortissima sottostima, tanto che quando è il sistema sanitario a monitorare gli effetti avversi gravi, se ne osservano 300 volte di più.

Di questi effetti avversi al vaccino HPV segnalati negli USA, 772 (il 6,2%) sono stati considerati gravi, e tra questi 32 rapporti di morte. Il tasso di rapporti per ogni 100.000 dosi di vaccino è stato di 8,2 per la sincope (perdita di coscienza transitoria);   7,5 per reazioni al sito locale dell’iniezione;   6,8 per vertigini;   5,0 per nausea;   4,1 per mal di testa;   3,1 per reazioni di ipersensibilità;   2,6 per urticaria; 0,2 per eventi di tromboembolia venosa, disturbi autoimmuni e sindrome di Guillain-Barré;   0,1 per anafilassi e morte;   0,04 per mielite trasversa e pancreatite e  0,009 per malattia del motoneurone. Un’alta frequenza di sincopi è stata osservata immediatamente dopo l’iniezione.

In Giappone invece non sono disponibili dati simili ma i mass media hanno ampiamente riportato che un significativo numero di ragazze giapponesi hanno sofferto di gravi dolori agli arti, tremolìo involontario e disturbi della deambulazione in seguito a vaccinazione contro l’HPV. Recentemente a Tokyo è stata fondata una comunità sociale per queste ragazze, che ha raccolto informazioni riguardo a più di 230 ragazze (antihpvvaccine@yahoo.co.jp).  
Molti dei casi osservati sembrano ricadere nel quadro della sindrome da dolore complesso regionale (CRPS). Tale sindrome si presenta in due sottocategorie, CRPS-I in assenza di danno al nervo, e CRPS-II con danneggiamento del nervo; casi di CRPS-I sono già segnalati, seppure stati raramente in persone vaccinate contro l’epatite B (6) e la rosolia (7), sebbene alcuni (pochi) casi di CRPS-I sono stati segnalati in Australia in seguito proprio alla vaccinazione contro il papilloma virus.

Nell’articolo si legge pure che: «È stato segnalato che alcune malattie neurologiche si sono manifestate in ragazze vaccinate, inclusa la sindrome di Guillain-Barré (4), l’encefalomielite acuta disseminata (41) e la sclerosi multipla (42, 43). (…) L’inizio della sintomatologia si è manifestata nel giro di sei settimane dalla vaccinazione, e il tasso settimanale di segnalazione di casi di sindrome di Guillain-Barré nelle prime settimane (6,6 per 10,000,000) dalla vaccinazione con Gardasil è stato più alto di quello osservato nella popolazione generale.»

E adesso veniamo al riassunto di alcuni casi clinici raccontati nell’articolo

Caso 1: ragazza di 18 anni venuta all’ospedale per continui mal di testa e generale senso di stanchezza, ha ricevuto il vaccino Cervarix ad agosto del 2011, e pochi giorni dopo ha iniziato a soffrire di forti dolori epigastrici (ovvero regione centro-superiore dell'addome) e di mal di testa. Si è sottoposta a una risonanza magnetica presso un ospedale locale, ma non è stato trovato niente di anomalo. I mal di testa però continuavano, assieme a instabilità psicologica e insonnia, a tal punto che non era più capace di andare a scuola, e che era stata indirizzata a una clinica psichiatrica.
A ottobre ha ricevuto la seconda dose ed i sintomi principali (dolori epigastrici e mal di testa) sono peggiorati; in particolar modo la mattina era forte il mal di testa e il senso di stanchezza, ma gli anti-infiammatori non steroidei che ha assumeva non avevano alcun effetto. L’endoscopia ha portato ad una diagnosi di gastrite superficiale, possibilmente dovute a stress psicologico.
A metà febbraio del 2012, nonostante avesse difficoltà a gestire la propria routine quotidiana, con grosse difficoltà ad alzarsi dal letto, continui mal di testa e senso di stanchezza generalizzato, ha ricevuto la terza dose del vaccino. Alla fine, a maggio, ha dovuto lasciare la scuola e seguire un corso per corrispondenza. Inoltre è stata seguita da uno psichiatra, ma senza alcun risultato. Siccome i suoi sintomi peggioravano nel periodo pre-mestruale, si è sottoposta ad una visita ginecologica, ma anche quella non ha mostrato niente di irregolare. Pochi mesi prima del ricovero in ospedale ha iniziato ad avere episodi frequenti di svenimento ortostatico (svenire nel mettersi in piedi). La somministrazione orale di amezinio metilsolfato (10 mg, due volte al giorno), ha risolto tutti i sintomi della paziente e la sua capacità di svolgere le proprie attività quotidiane sono migliorate notevolmente (si tratta di un farmaco antagonista del sistema nervoso simpatico, utilizzato anche per abbassare la pressione).

Caso 2: ragazza di 15 anni che viene ricoverata nel novembre 2013 per continui mal di testa, male agli arti e un disturbo della deambulazione. Ha ricevuto la prima dose di Cervarix alla fine del febbraio del 2011, e la terza dose alla fine di settembre del 2011. Circa 8 mesi dopo, all’inizio del giugno 2012 inizia a lamentarsi di forti dolori ai globi oculari e visione doppia, e un giorno di metà luglio case subito dopo essersi alzata dal letto, a causa della debolezza degli arti sinistri. Portata al pronto soccorso viene sottoposta a risonanza magnetica e a test di laboratorio di routine, senza che venga rilevato niente di anomalo. La debolezza dal lato sinistro va via e la ragazza torna a casa, ma nei giorni successivi spesso si è dovuta assentare da scuola a causa di un dolore pungente e della goffaggine dei movimenti della mano, che le impedivano di scrivere o di usare le bacchette per il cibo. Inoltre è diventata molto sensibile agli stimoli sonori e tattili, come quelli di toccare e utilizzare la doccia, che facilmente le inducevano uno stato di panico, con tremolio involontario degli arti. Dopo avere girato diversi ospedali le è stata diagnosticato un disturbo dell’ansia. All’inizio di luglio 2013 ha sviluppato una grave forma di anoressia, possibilmente dovuta a delle sensazioni veramente fastidiose agli arti, ed è stata ricoverata in ospedale per due settimane. Sebbene lì sia stata trattata per un disturbo dell’alimentazione la sua situazione non è migliorata. Tremori violenti agli arti venivano indotti facilmente se il medico che l’esaminava toccava la sua coscia o la sua gamba. Questi tremori le rendevano impossibile camminare da sola. La somministrazione per via endovenosa si soluzione salina (100 mL) e alprostadil (5 μg) è stata utilizzata per trattare il freddo alle gambe. In seguito a tale trattamento la ragazza tornava a sentire caldo alle gambe (l’alprostadile vien utilizzato generalmente per risolvere il problema della mancata erezione maschile, esso rilassa alcuni muscoli del pene e ne favorisce la dilatazione dei vasi sanguigni). Dopo le dimissioni dall’ospedale a continuato questo trattamento in un ospedale più vicino a casa sua; i tremori alle gambe gradualmente si sono placati, la ragazza è stata nuovamente in grado di camminare e di scrivere, ritornando a scuola tre mesi dopo.

Caso 3: nell’ottobre 2013, una ragazzina di 13 anni è stata ricoverata per dolore agli arti parossistico con mal di testa e difficoltà a deambulare. 3 anni prima le era stata asportata l’ovaia sinistra per un tumore. Aveva ricevuto la prima dose di Gardasil alla fine di giungo del 2012, e due settimane dopo ha iniziato ad avere febbre alta continua (39- 40 gradi) e mal di testa. Vari esami di routine all’ospedale più vicino alla sua abitazione non hanno riscontrato niente di anomalo, e neppure un’endoscopia e una TAC. Sono stati provati diversi tipi di farmaci anti-infiammatori non-steroidei, ma nessuno è servito ad alleviare i sintomi, e di conseguenza la diagnosi che ha ricevuto è stata quella di “febbre psicosomatica”. La ragazza ha smesso di partecipare alle attività sportive della scuola. Alla fine di gennaio del 2013, ha ricevuto la terza dose del vaccino. La sua temperatura alta e il generale senso di malessere gradualmente sono scomparsi, ma in seguito sono apparsi tremori parossistico agli arti, soprattutto quando si sdraiava, la qual cosa le causava ovviamente una grave forma di ansietà notturna, e di insonnia. All’inizio di marzo del 2013, ha iniziato a soffrire di forti dolori agli arti e palpitazioni; il dolore agli arti ha limitato i movimenti della spalla e della coscia, e a volte ha sofferto anche di paresi temporanee delle mani e delle gambe, e le palpitazioni e il malessere al torace aumentavano notevolmente quando la paziente cambiava posizione alzandosi dopo essere stata seduta. Tutto questo le causava difficoltà a camminare e a scrivere, ma all’ospedale, ed anche a scuola, si pensava ancora che fosse un problema psicosomatico. Fu costretta a stare a casa per circa un mese e mezzo. Riusciva a camminare aiutandosi con un corrimano ma solo per brevi distanze, mostrando una postura molto instabile che facilmente la portava a rannicchiarsi. Le è stata diagnosticata quindi una forma di CRPS-I e di sindrome da tachicardia ortostatica posturale (POTS) e trattata con la somministrazione orale di bisoprololo fumarato (un “betabloccante” utilizzato di norma per il trattamento della pressione alta) al dosaggio di 2,5 mg al giorno. Quattro mesi dopo è migliorata la sua capacità di camminare, riuscendo a muoversi con l’aiuto di un bastone, sebbene non sia ritornata a frequentare la scuola.

Caso 4: una ragazza di 16 anni è stata osservata a dicembre del 2013, per problemi di poliartralgia, dolore alle gambe e debolezza. Da bambina aveva sofferto di asma bronchiale e dermatite atopica. Ha ricevuto la prima dose di Cervarix all’inizio di ottobre del 2011 e la terza dose ai primi di marzo del 2012. Un mese più tardi ha iniziato a sentire dolore alle giunture delle ginocchia e un generale senso di stanchezza, con une temperatura corporea leggermente elevata. Ha visitato poche cliniche ortopediche senza riuscire ad ottenere una diagnosi definitiva. L’artralgia si è spostata su alter giunture, e la ragazza ha iniziato a soffrire di tremori parossistici agli arti nell’autunno di quello stesso anno. All’inizio di gennaio del 2013, ha sviluppato dei forti dolori ad entrambi i polpacci che l’hanno costretta alla sedia a rotelle. Lei è stata esaminata all’ospedale locale dove è risultata positiva per gli anticorpi anti-cardiolipina nel siero sanguigno (17 U/mL, e quindi oltre il range di normalità che è fino a 10 U/mL). È stato iniziato un trattamento con prednisolone (10 mg al giorno), ovvero alti dosaggi di un cortisonico, e con il clopidogrel solfato (75 mg al giorno), ovvero un farmaco che contrasta l’aggregazione delle piastrine; i sintomi però persistevano e la ragazza ha smesso di andare a scuola. La paziente mostrava pelle rossastra e secca sulla guancia e sugli arti, possibilmente dovuta a dermatite atopica. Inoltre la paziente di lamentava di un leggero indolenzimento senza rigonfiamento alle articolazioni delle spalle, del gomito, del polso e delle caviglie, e un dolore di simile entità veniva stimolato in entrambi i polpacci quando venivano afferrati con una certa forza.  
A un’analisi successive i livelli di cardiolipina si erano normalizzati (10 U/mL) m a una risonanza magnetica ha mostrato la presenza di un segnale anormalmente alto nei polpacci indicando la presenza di miofascite (infiammazione di un muscolo e della sua fascia muscolare). Due settimane dopo avere smesso di assumere il clopidogrel solfato, la paziente è stata sottoposta a una nuova risonanza magnetica delle gambe che non ha più mostrato la presenza di anomalie nel segnale, e ad un’analisi di un campione del muscolo che non ha riscontrato nessuna alterazione.  

Case 5: nel febbraio del 2014 si presenta all’ospedale una ragazzina giapponese di 15 anni lamentando una transiente debolezza degli arti e svenimenti ortostatici. All’inizio del maggio 2010, aveva ricevuto la prima dose di Gardasil in una clinica degli Stati Uniti, dove vive al tempo la sua famiglia. All’inizio di dicembre 2010 ha ricevuto la seconda dose e pochi giorni dopo ha sentito dolore e debolezza agli arti inferiori, specialmente alla gamba sinistra che le hanno causato difficoltà a camminare. Questo sintomi in è scomparso nel giro di tre giorni, tuttavia un mese dopo ha iniziato a soffrire di intorpidimento e debolezza a entrambe le mani che è durata per due giorni. Dopo di che una forma di debolezza transitoria si è manifestata ripetutamente in entrambe le mani e in entrambe le gambe, e la ragazza ha iniziato a soffrire di svenimenti ortostatici e di malessere addominale. Al ritorno in Giappone è stata visitata in un ospedale, ma tutte le analisi sono risultate negative. Oltre alla debolezza agli arti la ragazza ha iniziato a soffrire di una diminuita capacità di apprendere a scuola; la madre ha iniziato ad accorgersi che era incapace di memorizzare differenti argomenti contemporaneamente e che la sua comprensione dei manuali scolastici era incompleta. La paziente e la sua famiglia erano seriamente preoccupati dei suoi sintomi. Dagli esami è risultato che la forza della presa delle mani era troppo bassa, specialmente a sinistra. Inoltre è stato confermato da un esame medico che la paziente aveva notevoli difficoltà nel comprendere velocemente lunghe frasi. Le è stata diagnosticata una forma di CRPS-I e di POTS (sindrome da tachicardia ortostatica posturale) e i suoi problemi cognitivi sono stati considerati come probabilmente correlati a quest’ultima patologia. È stata trattata con la somministrazione orale di limaprost alfadex a una dose di 5 mg (si tratta di un analogo delle prostaglandine, un potente vasodilatatore che aumenta il flusso sanguigno alla radice dei nervi) tre volte al giorno, e i suoi problemi agli arti sono scomparsi.

 

[1] Pubblicato su Internal Medicine 2014;53(19):2185-200. , autori Kinoshita T, Abe RT, Hineno A, Tsunekawa K, Nakane S, Ikeda S; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25274229  , articolo completo su https://www.jstage.jst.go.jp/article/internalmedicine/53/19/53_53.3133/_pdf/-char/en.

[2] Tale sindrome adesso viene vista come una patologia legata a una disfunzione del sistema immunitario.

[3] https://www.sanita.puglia.it/documents/36126/4921952/Sorveglianza+degli+eventi+avversi+a+vaccino+in+Puglia+Report+2013-2017/9db6decb-5aaf-426f-b8fe-c9474e9e8468

 


Dottor Alfred Spitzer, «Solitudine Digitale»

Dall’inizio di questo secolo gli stati del mondo occidentale “civilizzato” raccolgono i dati personali dei loro cittadini in proporzioni mai conosciute finora. Una delle fonti fondamentali di questi dati siamo noi stessi! Siamo noi che forniamo i dati, sia con il pieno consenso, sia del tutto inavvertitamente: che siano le nostre email e le nostre telefonate ad essere lette o ascoltate, le nostre abitudini d’acquisto a essere registrate (per mezzo delle tessere fedeltà), i nostri movimenti (non solo) nei luoghi pubblici a essere monitorati per mezzo di telecamere, dei nostri smartphone o del software della nostra auto, o che siano i nostri sentimenti e stati d’animo essere non solo registrati e analizzati, ma ormai anche manipolati per mezzo di Facebook o Twitter, non fa differenza.

Prima ci preoccupavamo di ciò che sapevano sul nostro conto l’Agenzia delle Entrate o la Motorizzazione Civile. Oggi vengono raccolti, memorizzati e analizzati i dati sul nostro conto da numerose aziende e dallo Stato, in proporzioni tali che la furia catalogatrice della Stasi sembra a confronto un semplice “caffè tra signore”.
Non c’è da meravigliarsi se ormai il termine Big Data ha assunto un retrogusto sgradevole.
Il motivo che si adduce per giustificare tale furia catalogatrice è l’aumento degli attacchi terroristici: per evitarli, l’intera società deve reagire con una maggior vigilanza al fine di garantire la sicurezza interna.

Big Data e Deep Learning
Non è solo la raccolta dei dati personali ad aver conosciuto una crescita esponenziale, ma anche la possibilità di una loro analisi. E’ stato solo con lo sviluppo dei più moderni programmi di elaborazione dati che si è reso possibile interpretare i dati che uno smartphone fornisce con tutti i suoi sensori (sensori per i gesti, i movimenti, la velocità, la temperatura, l’umidità eccetera), con il microfono, le videocamere e il sistema di navigazione satellitare.
Perché solo quando l’enorme massa di dati in entrata può essere anche automaticamente analizzata si ha una reale possibilità di spiare gli uomini sulla Terra.
Non c’è da meravigliarsi quindi se quasi in contemporanea all’arrivo dello smartphone siano stati fatti i necessari progressi nell’ambito dell’elaborazione dati. Tali progressi sono conosciuti con il nome di Big Data e Deep Learning.

Il concetto di Big Data è ambiguo e i suoi contorni non solo sono sfocati, ma anche in continuo mutamento. In ogni caso si tratta di quantità di dati talmente esorbitanti che non è possibile avere una visione di insieme senza l’aiuto di strumenti meccanici e per i quali non bastano più nemmeno i consueti processi di elaborazione dati digitale.
Si dice che la quantità di dati disponibili prodotti in tutto il mondo, raddoppia ogni due o tre anni, ma si dimentica che questo dipende non da ultimo dal fatto che ci sono sempre più macchine fotografiche che scattano in continuazione foto, con una definizione sempre maggiore, che la nostra comunicazione – mail, telefonate, messaggi ecc. - viene osservata e memorizzata sempre meglio, e che i sensori più disparati forniscono in maniera del tutto automatica dati per qualsiasi cosa (a partire dal meteo fino alle nostre pulsazioni), mentre prima ci limitavamo ad assistere i fenomeni naturali senza registrarli. Con Big Data s’intende senz’altro anche questo aspetto del nostro mondo tecnologizzato.

Big Data si riferisce comunque soprattutto alle possibilità di salvataggio e interpretazione dei dati in giganteschi centri dati che sorgono nelle vicinanze di corsi dei fiumi e/o di centrali elettriche, perché calcolatori e sistemi di immagazzinamento dati sviluppano un fabbisogno energetico molto elevato, non da ultimo per il raffreddamento.


Le banche dati contengono così tante informazioni che estrarre quelle rilevanti somiglia davvero all’estrazione di metalli in una miniera. Per questo la ricerca all’interno di grandi quantità di dati viene chiamata Data Mining.
Le possibili conseguenze di tutto ciò le ha scoperte a proprie spese una quindicenne americana incinta...

L’incredibile storia della ragazza incinta
La ragazza non aveva ancora informato i genitori della sua gravidanza, quando ricevette posta da un supermercato locale: pubblicità di vestiti pre-maman, fasciatoi e molti, molti visi di bebè...
Il padre, che non aveva trovato affatto divertente la cosa si recò furibondo al supermercato chiedendo di parlare con il manager: «Mia figlia ha trovato questo nella cassetta postale (...)  va ancora a scuola e voi le ha mandate coupon per vestiti da bebè e culle? Volete che mia figlia rimanga incinta
Il manager si scusò e anche dopo qualche giorno telefonò di persona per scusarsi nuovamente. Ma la voce del padre adesso suonava affranta: «ho fatto una chiacchierata a quattrocchi con mia figlia.  Ho scoperto che a casa nostra succedevano cose di cui non sapevo nulla. Partorirà ad agosto. Sono io che devo scusarmi con lei».
Cos’era accaduto?

Nei supermercati degli Stati Uniti esistono da molto tempo coupon, sconti e carte socio che hanno essenzialmente la funzione di raccogliere informazioni sul cliente: età, sesso, stato di famiglia, figli, domicilio, guadagno; le carte di credito utilizzate, le pagine web consultate sono note ai negozi tanto quanto le preferenze tra le marmellate, il caffè o i fazzoletti di carta, oppure le particolarità della dieta (vegetariana, vegana, intollerante al lattosio o al glutine, ecc.).
Se le informazioni possedute dai supermercati non sono per loro sufficienti, ne comprano altre: «sull’appartenenza etnica, sulle precedenti occupazioni, sulle riviste lette, se si è stati inadempienti o se si è separati, in che anno si è comprato casa, che scuola si è frequentata o che università, di cosa si parla o si scrive online, quali sono le posizioni politiche, ecc.»

La catena di supermercati Target, la seconda più grande negli USA, è tra le prime che provano a scoprire per mezzo del Data Mining quali delle proprie clienti siano in stato di gravidanza.
Per far ciò si confrontano gli acquisti di migliaia di donne che si sa essere incinte, con gli acquisti delle donne non incinte. Da tale confronto risulta che le donne in stato di gravidanza, a partire circa dall’inizio del loro quarto mese, comprano prodotti per la pelle senza l’aggiunta di profumi e, nei primi 5 mesi di gravidanza, acquistano integratori alimentari come calcio, magnesio e zinco.
«Sono molte le clienti che comprano saponi e ovatta, ma quando la cliente inizia all’improvviso a comprare molti saponi inodori, confezione extralarge di ovatta, lozioni per il bucato a mano e strofinacci, è probabilmente vicina alla data del parto».
In questo modo, sulla base di circa 25 prodotti acquistati da una donna, è possibile non soltanto assegnare un punteggio di previsione della gravidanza, ma anche calcolare una finestra relativamente ristretta sul giorno della nascita.

Su questa base è possibile raggiungere i clienti con pubblicità molto mirate e tanto più efficaci se si pensa che la gravidanza e la nascita di un figlio sono sempre fasi di cambiamenti radicali, in cui si definiscono alcune vecchie abitudini.
Così è successo quello che doveva succedere...
Dopo che l’incidente della ragazza quindicenne è stato reso pubblico sul «New York Times»[1], ci si è resi conto che la strategia adottata non era affatto una buona strategia di marketing. Eppure chi crede che il supermercato abbia abbandonato il suo calcolo delle previsioni di gravidanza si sbaglia.
Adesso lo fa soltanto in maniera più subdola, stampando un tosaerba accanto al pannolino sul coupon, in modo che la cosa dia meno nell’occhio: la cliente crede che tutti ricevano lo stesso coupon e considera la pubblicità dei pannolini un caso…

 

Alfred Spitzer, medico psichiatra è stato visiting professor a Harvard e attualmente dirige la Clinica psichiatrica e il Centro per le Neuroscienze e l’Apprendimento dell’Università di Ulm.
Autore di numerosi saggi tra cui «Demenza Digitale»

Note

[1] «How company learn your secrets», «New York Times», 16 febbraio 2016, https://www.nytimes.com/2012/02/19/magazine/shopping-habits.html 


Marcello Pamio

Eravamo rimasti basiti, con tanto di mascella cadente, nel leggere la nettissima presa di posizione sui vaccini da parte della Sezione Medica del Goetheanum e della Federazione internazionale di Associazioni mediche antroposofiche (IVAA).
Ci sono ulteriori aggiornamenti, anche se quello che è venuto fuori, oltre al discorso vaccinale, ha dell’incredibile…
Il comunicato in questione, scritto il 12 aprile, ma stranamente pubblicato il 15, nello stesso giorno in cui bruciava a Parigi la meravigliosa cattedrale Notre Dame è chiarissimo: «I vaccini, insieme all’educazione alla salute, all’igiene e all’alimentazione adeguata, sono essenziali strumenti per prevenire le malattie infettive». «I vaccini hanno salvato innumerevoli vite nel secolo passato; per esempio, hanno permesso lo sradicamento del vaiolo e attualmente stanno permettendo l’eliminazione della poliomielite».
Per essere completi hanno voluto anche sottolineare che la medicina antroposofica «non è anti-vaccino e non supporta i movimenti anti-vaccino»!
Questa è la posizione ufficiale di due importanti associazioni di medici antroposofi facenti capo al centro internazionale di Dornach.

Di ieri invece l’intervento della SIMA, la Società Italiana di Medicina Antroposofica che prende le distanze scrivendo che il documento in oggetto «non rappresenta in modo esauriente i principi della medicina antroposofica, per i quali ogni atto medico deve essere affidato alla libertà e responsabilità del medico e del paziente. Ogni intromissione di terzi indurrebbe una deresponsabilizzazione, minando il necessario rapporto di fiducia tra medico e paziente».
«Non rappresenta propriamente la posizione dei medici aderenti alla SIMA, che, protesi ad un corretto dibattito scientifico sul rapporto rischio/beneficio, sostengono esclusivamente un uso ponderato, misurato e individualizzato dei vaccini».

Quindi finalmente una buona notizia all’orizzonte, anche se i nuvoloni scuri non sono ancora passati….
Dico questo perché il documento incriminato termina con «for further information, please contact: Elisa Baldini, elisa.baldini@ivaa.info», cioè con i riferimenti della Segretaria della Federazione Internazionale di Associazioni Mediche Antroposofiche (IVAA).
Nel sito ufficiale www.ivaa.info troviamo una intera pagina di benvenuto alla nuova capo (arrivata da poco, nel giugno 2018) e giovane Segretaria generale: «IVAA Welcomes New Secretary General Elisa Baldini, Launches new Website»[1], nella quale viene descritto il motivo della sua elezione.
Siccome l’interesse per la medicina antroposofica sta aumentando non solo nell’Unione Europea ma nell’intero mondo, la risposta dell’IVAA è quella di posizionare a Bruxelles la sua Segretaria «con l’obiettivo di aumentare ulteriormente la consapevolezza e l’integrazione della medicina antroposofica nei sistemi sanitari dell’UE» e non solo. «Il nuovo segretario generale di IVAA, Elisa Baldini, condurrà questo sforzo». Stiamo parlando di lobbying, o sbaglio?

Ma chi è Elisa Baldini?
«Dopo quasi 10 anni in vari ruoli incentrati sulla salute pubblica e l’istruzione. È specialista in Advocacy dell’UE, con un master in relazioni internazionali e un master executive in gestione dei progetti dell’UE».[2]
Quindi una donna super preparata in management e advocacy, che nulla hanno a che vedere però con la Scienza dello Spirito ad indirizzo antroposofico.
Anche nei vari post che scrive sul profilo twitter[3], non vi è la minima traccia di tematiche spirituali.

«In precedenza ha ricoperto posizioni politiche e di advocacy presso Médecins Sans Frontières e Plan International nonché presso la Christian Blind Mission. Dal 2011 al 2014, Elisa è stata membro del Network Action europeo per la salute globale».
La cosa molto interessante è che Elisa Baldini la troviamo pure nel sito «Impatient Optimists»[4], un portale dedicato a tematiche nobili: «salute», «povertà» ed «educazione».[5]

Il problema è che gli «Ottimisti Impazienti» è opera della «Fondazione Bill & Melissa Gates», la più potente e ricca organizzazione dedita alla diffusione dei vaccini nell’intero pianeta!
Non risulta un po’ strano che la Segretaria Generale della Federazione Internazionale di Associazioni mediche antroposofiche collabori anche con la più grande fondazione privata del mondo?
Il giocattolino di Bill Gates, creato nel 2000, ha un patrimonio valutato 43,5 miliardi di dollari, e con un simile effluvio di denari, promuove e finanzia in tutto il mondo programmi sanitari atti a ridurre, ufficialmente il divario tra Paesi ricchi e Paesi poveri, ufficiosamente ridurre la popolazione...

Se ancora qualcuno non conosce questa Fondazione, alla fine dell’articolo una serie di articoli per approfondire l’argomento e soprattutto per capire chi è realmente il “filantropo” William Henry Gates III...

Conclusione
Alcune associazioni e federazioni internazionali che si occupano di fornire ai medici le straordinarie conoscenze della Scienza Medica codificata da Rudolf Steiner sembrano più interessate a posizionare a Bruxelles lobbisti «con l’obiettivo di aumentare ulteriormente la consapevolezza e l’integrazione della medicina antroposofica nei sistemi sanitari dell’UE», piuttosto che lottare per mantenere la propria autonomia e legittimità, e liberare i medici dalla ghigliottina professionale che è stata preparata per loro dall’establishment.
La legittimità di questa arte medica (Ars Medica) sta nel fatto che viene usata in tutto il mondo dal 1920, e cioè da quando il dottor Rudolf Steiner in collaborazione con la dottoressa Ita Wegman e altri medici la svilupparono, donandola all’umanità.

Stiamo invece assistendo oggigiorno ad un vergognoso attacco da parte delle strutture ufficiali controllate dalle multinazionali del farmaco, nei confronti di tutte le Medicine naturali e/o tradizionali (omeopatia, fitoterapia, ecc.) e nei confronti dei medici che le praticano.
Per la prima volta nella storia dell’umanità, il medico non è più libero, in Scienza e Coscienza, di decidere il miglior percorso terapeutico per il proprio assistito, perché se questo dovesse discostarsi dai protocolli decisi dalle lobby, viene radiato.
Come pure è la prima volta che un medico non può nemmeno mettere in discussione la pratica vaccinale, perché rischia la sospensione e la radiazione, e gli esempi di bravissimi medici radiati o sospesi, nel vergognoso silenzio tombale dei colleghi, aumenta giorno dopo giorno: Roberto Gava, Dario Miedico, Gabriella Lesmo, Diego Tomassone, ecc.).
Questa possiamo chiamarla libertà o è meglio parlare di schiavitù?

Chi difende a spada tratta quello che è stato deciso al Goetheanum, afferma che hanno «dovuto prendere questa difficile decisione che non piace a nessuno». «O sei con il governo o sei contro il governo». «Se sei contro, allora tutti i tuoi medici, la tua medicina viene radiata, delegittimata».
Quindi? Cosa si fa? Si china la testa, ci si cala le braghe, appendendo il camice al chiodo, e ci si dimentica il Giuramento di Ippocrate, perché altrimenti si rischia la radiazione o la delegittimazione? Questo sta già avvenendo ai vostri colleghi medici, ma molti di voi si sono girati dall’altra parte, facendo finta di niente, perché vi muovete dalla scrivania solo se viene toccato il vostro orticello (Nimby, Not in my back yard, che tradotto fa più o meno «non nel mio giardino»).

Attenzione che l’attacco sferrato dal Sistema, è solo agli inizi, e prima o poi toccherà a tutti, nessuno escluso! A meno che, non ci si snaturi completamente, abiurando sia le conoscenze mediche, che la propria deontologia, come pure la visione spirituale. E per cosa? Per il quieto vivere o perché si tiene famiglia?
Ma cosa penserebbe Rudolf Steiner, se fosse ancora tra di noi, di una simile deriva?
I medici «hanno scelto di poter continuare a vivere: non liberi, ma ancora vivi».
Ma un medico non libero di decidere in Scienza e Coscienza, si può ancora chiamare medico?
Cosa infine penserebbe Ippocrate, il più grande medico dell’antichità, di fronte al tradimento del suo stesso «Giuramento»?

 

"Giuramento di Ippocrate"

GIURO:
di esercitare la medicina in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento;
di perseguire come scopi esclusivi la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell’uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale;
di non compiere mai atti idonei a provocare deliberatamente la morte di un paziente;
di attenermi nella mia attività ai principi etici della solidarietà umana, contro i quali, nel rispetto della vita e della persona non utilizzerò mai le mie conoscenze;
di prestare la mia opera con diligenza, perizia e prudenza secondo scienza e coscienza ed osservando le norme deontologiche che regolano l’esercizio della medicina e quelle giuridiche che non risultino in contrasto con gli scopi della mia professione;
di affidare la mia reputazione esclusivamente alle mie capacità professionali ed alle mie doti morali;
di evitare, anche al di fuori dell’esercizio professionale, ogni atto e comportamento che possano ledere il prestigio e la dignità della professione;
di rispettare i colleghi anche in caso di contrasto di opinioni;
di curare tutti i miei pazienti con eguale scrupolo e impegno indipendentemente dai sentimenti che essi mi ispirano e prescindendo da ogni differenza di razza, religione, nazionalità, condizione sociale e ideologia politica;
di prestare assistenza d’urgenza a qualsiasi infermo che ne abbisogni e di mettermi, in caso di pubblica calamità, a disposizione dell’Autorità competente;
di rispettare e facilitare in ogni caso il diritto del malato alla libera scelta del suo medico tenuto conto che il rapporto tra medico e paziente è fondato sulla fiducia e in ogni caso sul reciproco rispetto;
di osservare il segreto su tutto ciò che mi è confidato, che vedo o che ho veduto, inteso o intuito nell’esercizio della mia professione o in ragione del mio stato.

 

Articoli per approfondire:

Danni da vaccini: sotto accusa la Fondazione di Bill Gates
http://www.ilcambiamento.it/articoli/vaccini_danni_bill_gates

Robert Kennedy Jr. espone la relazione tra Bill Gates e Big Pharma
https://www.corvelva.it/it/approfondimenti/notizie/mondo/robert-kennedy-jr-espone-la-relazione-tra-bill-gates-e-big-pharma.html

Il lapsus di Bill Gates che ammette: “I vaccini servono per diminuire la popolazione”
https://www.ultimavoce.it/lapsus-bill-gates-ammette-vaccini-servono-diminuire-la-popolazione/

Bill Gates: vaccinazioni per ridurre la popolazione mondiale (video su youtube)
https://www.youtube.com/watch?v=GmL8dCNx7ZE

Note:

[1] https://www.ivaa.info/latest-news/article/article/ivaa-welcomes-new-secretary-general-elisa-baldini-launches-new-website/

[2] https://www.ivaa.info/latest-news/article/article/ivaa-welcomes-new-secretary-general-elisa-baldini-launches-new-website/

[3] https://twitter.com/ElisaBaldini3

[4] https://www.impatientoptimists.org/Authors/B/Elisa--Baldini

[5] https://www.impatientoptimists.org


A cura di Martin L. Pall, tratto da http://www.infoamica.it/otto-rischi-per-la-salute-legati-al-5g/ 

Il Prof. Martin L. Pall, Professore emerito di Biochimica e di Scienze Mediche di Base della Washington State University, ha inviato alle istituzioni europee e statunitensi una revisione di studi che dimostrano la pericolosità della tecnologia 5G.
Secondo la sua analisi della letteratura scientifica pubblicata ci sono almeno otto pericoli dimostrati correlati alle esposizioni alle radiazioni del 5G.

Quello allegato in fondo a questo articolo è una versione breve di un documento originale scritto in risposta a due documenti scritti rispettivamente dal sig. Ryan e dal dott. Vinci in risposta all’appello di un gruppo di associazioni e di esperti sulla sicurezza del 5G. Il Sig. Ryan ha dichiarato che «Ci sono prove consistenti presentati da enti nazionali e internazionali (International Commission on Non Ionising Radiation Protection ICNIRP, Scientific Committee on Emerging and Newly Identified Health Risks (SCENIHR) che l’esposizione a campi elettromagnetici non rappresentano alcun rischio per la salute al di sotto dei limiti stabiliti dalla Raccaomandazione del Consiglio 1999/519/EC1.” Le posizioni dell’ICNIRP e dello SCENIHR, così come quelle dalla Federal Commission Communication, della FDA e dell’Istituto Nazionale sul Cancro degli USA, hanno posizioni molto diverse le une dalle altre. Alcuni di questi enti dichiarano che i meccanismi d’azione dei campi elettromagnetici non sono noti, nonostante l’enorme evidenza di studi pubblicati.

Il documento del Prof. Pall rappresenta una base fondamentale per richiedere la messa al bando dello sviluppo della tecnologia 5G in quanto ci sono sufficienti evidenze di un rischio per concludere che si tratta di frequenze non del tutto sicure per la salute umana e per l’ambiente.
Cliccare qui per scaricarlo.
Attenzione: il documento è in inglese e AMICA si sta attivando per tradurlo in italiano.

Gli otto tipi di danni correlati alle frequenze del 5G sono i seguenti:

  • danni cellulari al DNA – rottura al filamento singolo del DNA, rottura del filamento doppio, ossidazione delle basi del DNA;
  • diminuzione della fertilità maschile e femminile, aumento di aborti spontanei, abbassamento di ormoni come estrogeni, progesterone e testosterone, abbassamento della libido;
  • danni neurologici e neuropsichiatrici;
  • apoptosi e morte cellulare;
  • stress ossidativo e aumento dei radicali liberi (responsabili della maggior parte delle patologie croniche);
  • effetti ormonali;
  • aumento del calcio intracellulare;
  • effetto cancerogeno sul cervello, sulle ghiandole salivari, sul nervo acustico.

Tratto da http://www.infoamica.it/otto-rischi-per-la-salute-legati-al-5g/