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Quando la tecnologia disumanizza: da Pixel 4 alle fiabe di Alexa


Marcello Pamio

I colossi della Silicon Valley stanno lavorando per la disumanizzazione dell’uomo...

Pixel 4 & Google
Il colosso di Mountain View in California Google ha pronto il nuovo Pixel 4, uno smartphone che si controllerà senza mani, con lo sblocco facciale ed una tecnologia basata sul Project Soli in stile «Minority Report»…
L’uscita è prevista per ottobre.

Il «Project Soli» è un piccolo radar in grado di leggere i movimenti delle mani e delle dita, interpretandoli grazie a programmi di intelligenza artificiale
Se con le dita nello spazio si imita la pressione di un tasto o lo spostamento su una mappa, senza toccare il cellulare, il radar è in grado di trasdurre questi movimenti in comandi («gesture»).
La FCC, Federal Communications Commission statunitense, si è pronunciata su questa tecnologia sviluppata presso i laboratori di Alphabet (di proprietà Google) dandone l’approvazione a capodanno, il 31 dicembre 2018.
A maggio Google aveva infatti sottoposto il progetto alla Commissione, chiedendone l’autorizzazione perché il microscopico radar a corto-raggio emette radiazioni nella banda di frequenze tra i 57 e i 64 GHz (miliardi di Hz)
Facebook ha fin da subito manifestato alla FCC preoccupazioni sui livelli di potenza richiesti da Google, non tanto per la salute pubblica (che non sia mai), ma perché potrebbero interferire con altre tecnologie attualmente esistenti.
Pixel 4 si potrà sbloccare attraverso il riconoscimento facciale esattamente come «Face ID» dell’iPhone, e si attiva anche con il telefono capovolto!

Risultato
Non bastano le onde elettromagnetiche emesse dai cellulari per la comunicazione e la connettività?
Non basta il 5G in arrivo, che sarà causa di devastazioni ambientali e salutari senza precedenti?
Ovviamente no, perché è in arrivo lo smartphone di ultima generazione con il radar che emette frequenze sulla banda dei radar militari!
Sappiamo bene che da quando è entrato in commercio lo smartphone, il telefono non è più un semplice telefono, ma un vero e proprio computer portatile (o fornetto a microonde) con tutti i rischi del caso.
Ora però con le emissioni elettromagnetiche abbiamo raggiunto il punto di non ritorno dalla pazzia.

A proposito di pazzia: siamo abituati a vedere per la strada persone che parlano da sole, perché collegate con il Bluetooth; come è normale vedere giovani e/o bambini che smanettano costantemente con la testa china in avanti e le dita anchilosate a forza di strisciare lo schermo. Ma da ottobre vedremo sempre più «Bimbiminkia» (come li definisce Giuseppe Povia) che gesticoleranno nell’aria, né più né meno come dei poveri malati di mente sotto trattamenti psichiatrici!
Ma questa è la tecnologia, bellezza!

Fiabe & Alexa
In tema di psichiatria non si può non citare Alexa, l’assistente vocale sviluppato da Amazon Lab126 che usa l’intelligenza artificiale.
Non importa se chi lo compra porta a casa una tecnologia che ascolta e impara dalle cose che diciamo.
Pochissimi lo sanno, ma Alexa sta imparando ad ascoltare, parlare e interpretare il linguaggio umano, catturando frasi e parole degli utenti. Queste vengono archiviate, e poi analizzate e ascoltate da umani, il tutto per interpretare quanto appreso dal sistema e per migliorarlo...

Nonostante questo, uno a casa propria può portare quello che vuole. Ma quando una simile diavoleria si intromette tra l’uomo e il bambino, quando una fredda e morta tecnologia si insinua tra il caldo mondo fiabesco e quello animico-spirituale, allora le cose diventano molto pericolose e bisogna intervenire!
Una ricerca inglese purtroppo avrebbe riscontrato che sempre più genitori si affidano ad Alexa per leggere le favole della buonanotte!

E’ stata la Charity Book trust a condurre il sondaggio su 1.000 genitori del Regno Unito con figli minori di 10 anni, con lo scopo di scoprire se l’abitudine di leggere fiabe facesse ancora parte della vita quotidiana di famiglia.
I risultati però hanno lasciato a bocca aperta: molti genitori si affidano alla tecnologia per questo tipo di attività! Uno su quattro, cioè il 26% circa, ha dichiarato di aver provato ad usare Alexa per le storie della buonanotte.
Mi auguro di cuore che tale ricerca sia stata finanziata da Amazon Lab…

E’ anche vero che se non abbiamo tempo e voglia di raccontare la fiaba a nostro figlio, Alexa diventa molto interessante. Ci pensa “lei” a questa incombenza.
Quanto è bello poter tornare a casa dal lavoro e mettere a letto il figlio accendendo Alexa e ordinando vocalmente di leggere «Cappuccetto Rosso» o la «Principessa sul pisello»?
Basta sprecare carta e soldi per comprare libri di fiabe e filastrocche!
Peccato che leggere una favola o meglio ancora raccontarla a voce, rimane una delle più importanti esperienze che un bambino e un genitore possano condividere.
Una condivisione che una tecnologia non potrà MAI sostituire!
Lo scopo infatti delle fiabe non è solo quello di far addormentare i bambini (questo lo può fare anche una fredda macchina), ma pure quello di creare un legame intimo tra chi racconta e chi ascolta!

Non è un caso infatti che nella pedagogia waldorf il racconto delle fiabe è uno degli elementi cardine della formazione dell’uomo.
Le fiabe non sono, come pensa la mente mediocre, dei raccontini scritti e buttati là, ma una vera e propria raccolta di immagini che dalla memoria orale e tradizionale dei popoli vengono sistemate e organizzate filologicamente (l’esempio dei fratelli Grimm è magistrale).
I bambini vivono in un mondo sognante dove tutto è sacro, in cui la logica non esiste e dove non servono pensiero e concetti, ma solo cuore e sentimento![1] Un computer o un assistente vocale hanno cuore e sentimento?
Le fiabe sono un dono artistico proveniente dal Mondo dello Spirito, da quella patria celeste dalla quale l’uomo stesso proviene. Il loro messaggio è occulto solo nella forma: la fiaba infatti parla per immagini, simboli, indica la ricerca degli immortali archetipi a cui l’essere umano deve sempre riferirsi per poter evolvere.[2]

Ma qual è lo scopo primario delle fiabe? Quello di stimolare le tre forze animiche dell’uomo: pensare, sentire e volere.
Ecco perché le fiabe non sono solo nutrimento per la fantasia dei bambini, sono anche cibo necessario per l’animo dell’adulto!
L’altro aspetto fondamentale è che dovrebbe sempre essere la viva voce umana, non una voce registrata a raccontare fiabe al bambino, perché come detto, la fiaba è nutrimento spirituale per l’anima, ma fa parte anche dell’educazione, quella che può passare solamente da persona a persona.
Solo un essere umano infatti possiede dei sentimenti e poiché sono i sentimenti che educano, le fiabe vanno raccontate da una persona e non da una macchina!
Ma forse Amazon quando creò Alexa voleva proprio partecipare al controllo e alla disumanizzazione dell’uomo… 

[1]  «Le fiabe, nutrimento per la crescita», http://www.scuolawaldorf.org/le-fiabe-nutrimento-per-la-crescita/

http://www.scuolawaldorf.org/le-fiabe-nutrimento-per-la-crescita/

[2] «La fiaba: un mondo di verità raccontate in immagini», Maddalena Lena, http://www.liberascuola-rudolfsteiner.it/2017/12/28/la-fiaba-immagini-di-realta-interiori/

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