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Marcello Pamio 

Tanto di cappello al dottor Vincenzo d’Anna, Presidente nazionale dell’ordine dei biologi. L’ex senatore lo scorso anno ha contestato aspramente la scandalosa “Legge Lorenzin” nell’Aula di Palazzo Madama, ed è sempre stato molto critico non tanto sulla prassi vaccinale ma sulla «presenza di sostanze tossiche» all’interno dei vaccini.
Questi farmaci infatti «possono contenere eccipienti, tra questi i più utilizzati come adiuvanti e stabilizzanti sono alcuni metalli come l'alluminio che sappiamo causare danni molecolari finanche di natura epigenetica».[1]
Il suo pensiero è chiarissimo: «L’epistemologia della scienza ci insegna come fare, come agire innanzi a queste nuove teorie, con il metodo basato su altre prove portate a confutazione di evidenza scientifica, più che lanciare anatemi, scomuniche e radiazioni dagli ordini professionali. Come professionisti dobbiamo ammettere che la vaccinazione, al pari di un farmaco, può avere effetti avversi ed indesiderati, ecco l’importanza di un consenso informato e condiviso, come la stessa Carta Costituzionale ci indica agli articoli 32 e 33, sul consenso informato e la non obbligatorietà delle cure praticate, nonché la libertà di scienza e di insegnamento della stessa che evita i santuari scientifici unici possessori della verità del sapere. I vaccini, come tutti i farmaci, possono contenere eccipienti e di questi si dovrebbe discutere non della bontà del vaccino, interrogarsi e verificare l’innocuità di tali sostanze, comunque presenti ed iniettate nel corpo umano, ripeto iniettate non ingerite. Tra questi eccipienti i più utilizzati come adiuvanti e stabilizzanti dei vaccini sono alcuni metalli come l’alluminio che certamente è meno tossico rispetto al thiomersal, ovvero al mercurio. Essendosene ravvisata la nocività, il mercurio è stato eliminato dai vaccini e sostituito con l’alluminio che risulta meno tossico.
La domanda è questa: quanto meno tossico e nocivo del mercurio è l’alluminio e quanti altri additivi andrebbero ancora eliminati? È possibile discutere senza campagne di discredito e d’odio verso coloro che studiano le interazioni tra metalli pesanti ed organismo umano? E di questi metalli oggi abbiamo consapevolezza che causano danni molecolari finanche di natura epigenetica, come provano gli esami del liquido seminale fatti su vasta scala con ricerche ad hoc»[2]

No caro dottor d’Anna, non è possibile discutere di vaccini senza essere attaccati, non si possono mettere in discussione. Punto.
Ad affermarlo con il kalashnikov in mano sono i paladini dell’establishment, i Burioni, i Ricciardi, i Palù e tutti gli altri che a turno si mascherano da giustizieri per difendere una scienza oramai allo stadio terminale.
D’Anna tra le altre cose è stato duramente attaccato anche per il congresso organizzato dall’Ordine dei biologi a Roma per i 50 anni della fondazione del loro ordine, ma anche per la recentissima donazione di 10 mila euro all’associazione veneta Corvelva, per le analisi sui vaccini.
I primi ad alzare la voce e lanciare makumba e anatemi, come sempre, oltre all’immarcescibile Roberto Burioni, sono stati i docenti padovani Giorgio Palù e Gerolamo Lanfranchi.

Strane e soprattutto ipocrite accuse, da trasuda conflitti d’interesse e prende soldi dalle industrie del farmaco…
Ricordo che Giorgio Palù nel 2016 ha ricevuto dalla Glaxo ben 8.500 euro per «corrispettivi e spese contrattuali»[3].
Mentre Gerolamo Lanfranchi, attualmente direttore del Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova, dirige anche il laboratorio «MicroCribi».
Stando a quanto riportato nel sito ufficiale del Cribi, si viene a sapere che: «fornisce consulenza scientifica alle industrie farmaceutiche e alle biotecnologie, come Ricordati, Tecnogen, Glaxo-Wellcome». Molto interessante...
L’Università di Padova invece «negli ultimi 3 anni ha ricevuto 150.000 euro da GlaxoSmithKline, forse i suoi docenti non sono proprio campioni di obiettività».
Per questi motivi giustamente d’Anna si scaglia contro una simile ipocrisia: «chi si deve vergognare è chi ha preso soldi dai fornitori di vaccini».
Infine il presidente dei biologi ricorda anche il convegno dello scorso 18 ottobre al Bo (la storica sede dell’Università patavina dal 1493) dal titolo «Big data e nuovi vaccini», organizzato in collaborazione con la Glaxo...


"Corriere del veneto", martedì 30 ottobre 2018

Stima e piena solidarietà al dottor Vincenzo d’Anna, non solo per il coraggio di portare avanti con coerenza le proprie idee nonostante gli squallidi attacchi dalle parti in gioco, ma anche per aver avuto la forza di evidenziare e sottolineare alcune oggettive criticità dei vaccini, le quali possono provocare danni alla salute di milioni di bambini.
Rischi che vengono minimizzati e ridicolizzati da chi, guarda caso, è nella busta paga dei produttori dei vaccini stessi!
Il lavoro dei biologi, conclude d’Anna «è ricercare, scoprire, verificare il danno cellulare, non discutere apoditticamente su cose che nessuno ancora conosce completamente. Occorre ridurre, in ogni caso, l’esposizione della popolazione a questi metalli pesanti che causano danni molecolari e al Dna».
Ovviamente il «principio di precauzione» per i medici pagati da Glaxo, Sanofi o Merck è inutile, perché il loro credo è continuare, da una parte a incamerare soldi, e dall’altra a negare pubblicamente che i vaccini causino danni.
D’altronde «pecunia non olet» (il denaro non ha odore) avrebbe detto Flavio Vespasiano al figlio Tito che lo rimproverava perché prendeva soldi dalla vendita di urina. Nella Roma imperiale infatti esistevano solo latrine pubbliche e qualcuna gestita da privati. Questi ultimi vendevano le urine per ricavarne ammoniaca che serviva ai conciatori di pelle, pagando una imposta simile all’iva (centesima venalium). Secondo l’imperatore romano quindi i soldi non puzzavano di urina.
Rispetto per chi all’epoca vendeva urina per soldi, e disprezzo per chi oggi prende soldi sulla pelle e la salute di milioni di bambini, mentendo e negando la realtà.
Ecco perché la locuzione latina («pecunia olet») andrebbe aggiornata. Il denaro puzza eccome, quando va a finanziare crimini contro l’umanità…

Note

[1] «Vaccini. D’Anna (Ordine Biologi): “Lavoriamo per renderli più puri e riduciamo i metalli che attaccano il sistema nervoso”», www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=64761

[2] idem

[3] EFPIA GSK

Marcello Pamio

Il periodo storico che stiamo vivendo attualmente in Italia è certamente molto pregnante sotto vari punti di vista.
Nonostante i tentativi beceri del Sistema di deviare l’attenzione pubblica mediante le armi di «distrazioni di massa» (tragedie umane, violenze e stupri di gruppo, innocenti incarcerati, ecc.), quello che sta avvenendo è scandaloso. E quello che sta avvenendo non deve essere percepito dal popolo-gregge.

Il nocciolo della questione è questo: che piaccia o meno (che sia coerente o meno) in Italia c’è un governo democraticamente eletto dai cittadini. Abbiamo avuto una serie di governi tecnici (tecnicamente governi golpisti) che nessuno aveva voluto e/o votato. L’ultimo in ordine cronologico, sicuramente il più scandaloso, quello del Pd è stato una emanazione diretta dei Poteri Forti internazionali, e i risultati sono sotto gli occhi di coloro che ancora hanno dei neuroni adibiti a trasdurre la realtà: distruzione sistematica dello stato sociale.
Ora (apparentemente) le cose, anche a livelli internazionali, hanno preso un’altra piega, per qualcuno inaspettata: l’elezione di Donald Trump negli States, l’uscita dalla zona euro dell’Inghilterra e qui da noi l’elezione di un governo per così dire popolare.
Veniamo al punto: il governo giallo-verde, secondo l’establishment dittatoriale europeo, avrebbe la grave colpa di essere un governo populista, quindi molto pericoloso per la stabilità del Sistema stesso.
Certi Poteri stanno temendo l’effetto domino: l’Italia potrebbe infatti essere un esempio per altri paesi e quindi generare a cascata una deriva destabilizzante per l’ordine costituito. Per questo e altri motivi si deve fermare con ogni mezzo lecito o meno.

Attacco speculativo e finanziario
Esistono vari strumenti per far ritornare all’ovile la pecora nera smarrita: dalle agenzie di rating, al fantomatico spread.
Le agenzie di rating sono nate agli inizi del Novecento negli Stati Uniti e hanno lo scopo di analizzare la solidità finanziaria di soggetti quali stati, enti, governi, imprese, banche, assicurazioni. Le principali agenzie sono tutte statunitensi: Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch.
Il rating, che valuta l’entità del rischio di credito, si divide in due principali categorie: il rischio commerciale ed il rischio paese, ma non misura altri tipi di rischi quale il rischio di tasso o di cambio, ecc. La valutazione della capacità del debitore di far fronte al rimborso del proprio debito finanziario viene fornita ricorrendo ad una scala alfabetica, che va da un valore massimo ad uno minimo.
Un monitoraggio effettuato dall’Adusbef su oltre 1.000 “report” emessi a pagamento dalle maggiori agenzie di rating, anche di origine bancaria, ha rappresentato la prova che tali rapporti sono risultati sballati al 91% ed efficaci al 9%.

Quando le agenzie diffondono su internet, tramite lettere finanziarie o stampa specializzata i loro reports su società quotate, i consigli (ad acquistare: buy; vendere: sell; o tenere: hold ) 9 volte su 10 si sono rivelati vere e proprie bufale a danno dei risparmiatori i quali hanno messo a repentaglio il loro risparmio, con perdite maggiori rispetto alla loro normale capacità di investimento.
Le società di rating essendo pagate dai committenti e non dagli investitori, sono portatrici sane di un conflitto di interessi gravissimo.
Il 19 ottobre 2006, 2 delle 3 agenzie di rating che agiscono in regime di oligopolio, hanno declassato l’Italia, hanno dato cioè un voto negativo alla capacità dell’Italia di gestire la sua economia.
Non è la prima volta che questo accade, infatti nell’agosto 1992, Standard & Poor’s declassava il debito italiano e casualmente a settembre, l’ebreo ungherese George Soros, speculava sterlina contro lira.
Il risultato è stato la svalutazione del 30% della lira, uscita dallo SME (mercato europeo) e l’apertura ai capitali anglo-statunitensi che sono entrati nel nostro paese per comprare a prezzi stracciati aziende e società importanti come Iri, Enel, Ina, Eni, Cirio, ecc.
Grazie alla deregolamentazione dell’economia, queste agenzie sono diventate il “Grande Fratello” finanziario e hanno progressivamente accumulato un potere immenso, superiore a quello degli stati e delle banche centrali, determinando le decisioni di tutti gli attori economici globali. 

Dietro le agenzie…
Le «tre sorelle» del rating non sono solamente l’espressione dell’intreccio dominante delle multinazionali, ma una vera e propria struttura organizzata delle principali banche planetarie che controllano il sistema finanziario e debitorio delle nazioni e di tutti i settori dell’economia sia privata che pubblica. 
Dietro le potentissime agenzie ci sono infatti i soliti noti, come Capital World Investors, The Vanguard Group, BlackRock Fund Advisors, State Street Global Advisors.
Eccoli qua i signori della finanzia internazionale, coloro che decidono le sorti di società, multinazionali, governi e paesi.

Attacco all’Italia
E’ fuori da ogni discussione che nel nostro paese sta imperversando dall’esterno una vera e propria dittatura finanziaria e politica (Commissione Europea e banchieri internazionali) che a colpi di normative, spread e declassamenti vuole da una parte avvertire il governo di turno, e dall’altra intimorire le masse mediante spauracchi.
Si tratta di strategie magistrali che hanno lo scopo di indurre nel cervello delle persone la paura del cambiamento. E’ sempre meglio che le masse «preferiscano rimanere nelle loro catene abbandonando ogni velleità di liberazione».[1]
La paura di perdere denari, di inficiare il tasso del mutuo, di perdere valore di acquisto sta letteralmente bloccando e condizionando milioni di coscienze.
Una conferma arriva da «Zero Hedge», uno dei più importanti siti economici alternativi americano.
«L’Establishment europeo ha appena dichiarato guerra all’Italia» è il titolo con cui Zero Hedge commenta un’intervista alla CNBC di Jeroen Dijsselbloem, l’ex ministro delle finanze olandese che è stato presidente dell’Eurogruppo.
Nell’intervista Dijsselbloem invita apertamente la speculazione a lanciare un attacco alle finanze italiane, spiegando loro (ai mercati) esattamente come devono fare.[2]
La cosa gravissima è queste dichiarazioni sono uscite dalla bocca di un «consigliere strategico del Meccanismo Europeo di Stabilità, EMS», ossia quell’istituzione europea che dovrebbe fornire assistenza ai paesi dell’area euro che sono in crisi economica, e al quale l’Italia partecipa con più di 125 miliardi di euro, di cui oltre 14 miliardi già versati.

Ci si mette pure il clima
Non bastavano le critiche e gli attacchi politici da parte dell’Unione Europea, le speculazioni da parte delle istituzioni finanziarie globaliste, ora ci si mette anche il clima.
Il cambiamento climatico è oramai una verità oggettiva fuori da ogni discussione, se poi sia un fenomeno ciclico naturale o del tutto innaturale causato dall’uomo, questo è un altro discorso.
In questa sede interessa solo la guerra climatica. Usciamo una volta per tutte dall’aureola della cospirazione perché oggi sappiamo che la «guerra climatica» è una triste realtà. Lo sappiamo anche grazie alla denuncia di Fabio Mini, generale della Nato.
Secondo Mini: «La guerra ambientale non è più solo una ipotesi: è già in atto. Ma guai a dirlo, si passa per pazzi».
«La bomba climatica è la nuova arma di distruzione di massa a cui si sta lavorando in gran segreto per acquisire vantaggi inimmaginabili su scala planetaria. Alluvioni, terremoti, tsunami, siccità, cataclismi. Uno scenario che purtroppo non è più fantascienza».
«I militari hanno già la capacità di condizionare l’ambiente: tornado, uragani, terremoti e tsunami alterati o addirittura provocati dall’uomo sono una possibilità concreta»[3]

Se è vero quello che dice il generale, oggi i militari possiedono e usano una tecnologia in grado di modificare a proprio piacimento il clima di una regione.
Per cui se il governo di un paese qualsiasi non si sta comportando secondo il ruolino di marcia imposto dal regime, il Sistema può interferire direttamente e/o indirettamente sul clima (Haarp, scie chimiche, ecc. ma anche sul lato economico-finanziario e sanitario con epidemie) facendo piegare le ginocchia ai governanti di turno.
Viene da sé che in uno stato di calamità o di crisi diventa molto complesso portare avanti le proprie politiche per chi è al comando, anche perché essendo ancora dentro il meccanismo europeo (vera e propria prigione che ha di fatto cancellato le sovranità), non si possono mettere in atto politiche economiche e monetarie (stampare moneta per esempio), per cui si finirà incastrati ancor di più nella morsa degli aguzzini. A meno che…

Con questo non si vuole affermare che la situazione post-apocalittica che stiamo vivendo in queste ore in Italia sia una macchinazione diabolica di qualche mente perversa, ma la sincronicità quasi perfetta con gli altri accadimenti economico-finanziari fa sorgere almeno qualche dubbio...
Nonostante tutto questo bailamme economico-finanziario-climatico, il Regime che sta facendo di tutto per non perdere il potere acquisito è prossimo al collasso. E lo sanno alla perfezione.
Quello che è in atto - ignorato e oscurato volutamente dai media mainstream - è un profondissimo e inesorabile risveglio di coscienze. Certamente un processo lento, ma inesorabile e inarrestabile.
E va anche detto che dietro a questo movimento, altri governi stanno lavorando nell’ombra, non per contrastarlo ma per agevolarlo…

Note

[1] Diego Fusaro citazione

[2] «Hanno progettato il golpe. Per aggiotaggio», Maurizio Blondet, www.maurizioblondet.it/hanno-progettato-il-golpe-dijsselbloem-lo-ha-ammesso/

[3] «Clima impazzito? No è guerra climatica» Fabio Mini generale Nato,

 http://retenews24.it/clima-impazzito-no-e-guerra-climatica-parla-il-generale-nato-ecco-costa-accadendo-davvero-e-cosa-accadra-entro-il-2025/

D.ssa Loretta Bolgan*

Nei metodi classici di attenuazione di un virus vaccinale si procede fino a quando non si ottiene un’attenuazione soddisfacente (cioè che abbatte la virulenzasenza modificare l’immunogenicità), indipendentemente dal numero di passaggi o da quante mutazioni questo può comportare. In realtà, con l’eccezione dei ceppi vaccinali contro la polio orale OPV, le mutazioni responsabili dell’attenuazione della maggior parte dei vaccini a virus attenuati, non sono state completamente caratterizzate. E’ comunque dimostrato che in alcuni virus attenuati, il numero di mutazioni attenuanti è piuttosto piccolo. Ad esempio ciascuno dei ceppi di poliovirus 1, 2 e 3 attenuati in OPV contiene solo alcune (da due a sei) mutazioni principali attenuanti. Dati i rapidi tassi di mutazione di tutti i virus, ma in particolare dei virus a RNAnon sorprende che alcuni virus vaccinali revertano alla virulenza. Circa uno su 750.000 bambini che ricevono la prima dose di OPV sperimentano la paralisi associata al vaccino contro la poliomielite, attribuibile alla reversione di uno dei tre ceppi. Questa propensione al ripristino della neurovirulenza è uno dei motivi per cui l’OPV è stato sostituito con il vaccino inattivato di polio virus (IPV). Tale reversione può verificarsi come un risultato di mutazioni posteriori (back mutation) che annullano le mutazioni attenuanti, mutazioni compensatorie in altre parti del genoma o, come discusso di seguito, per ricombinazione.

I virus sono noti per lo scambio rapido di informazioni genetiche tra ceppi simili e con le cellule ospiti che infettano. Questo scambio ha profondi effetti sulla natura e sulla rapidità dell’evoluzione del virus e dell’ospite. La ricombinazione tra i virus è un fenomeno comune, così come lo scambio genetico tra virus o retrovirus e genomi ospiti. 
In letteratura sono riportati diversi studi che analizzano la capacità di ricombinazione dei virus vaccinali; in particolare per il vaccino orale contro la poliomielite (OPV) è stata dimostrata la ricombinazione tra i ceppi virali del vaccino, e tra i virus vaccinali ed enterovirus (in particolare coxsackie A), con la formazione di virus infettivi responsabili di epidemie di paralisi da vaccino. Tale plasticità permette ai virus attenuati di adattarsi facilmente alla pressione selettiva indotta dalla vaccinazione [1]. 
L’altro caso ben studiato riguarda il virus del vaccino antinfluenzale: è noto che il riassortimento genetico gioca un ruolo chiave nell’insorgenza di nuovi ceppi di influenza A, compresi i virus pandemici, con un aumento della virulenza [2]. Poiché un ospite può essere co-infettato da più virus influenzali, la ricombinazione può avvenire nell’organismo ospite non solo tra i virus influenzali selvaggi, ma anche con i virus influenzali vaccinali qualora la persona abbia effettuato la vaccinazione [3], esponendola al rischio di sviluppare forme virali potenzialmente più aggressive, per se stesso e per le persone con cui entra in contatto.
Gli altri vaccini che pongono un rischio sia per il vaccinato che per l’ambiente sono i vaccini a virus geneticamente modificati (GM) e i vaccini ingegnerizzati. Gli effetti immunologici indesiderati associati con questa nuova tecnologia di vaccinazione includono reazioni immunopatologiche inaspettate, reazioni autoimmuni (correlate all’induzione di anticorpi anti-DNA) e tolleranza a lungo termine (correlata all’infezione persistente o latente). Tali vaccini possiedono anche il potenziale di subire l’integrazione cromosomica o la mutagenesi inserzionale, portando a inserzioni random di parti dei virus vaccinali nei genomi cellulari dell’ospite, e di conseguenza ad alterazioni dell’espressione genica o attivazione di oncogeni cellulari. 
Un’altra preoccupazione sollevata è il possibile trasferimento o ricombinazione di materiale genetico dai virus GM o dai vaccini ingegnerizzati alle cellule della linea germinale del vaccinato
Inoltre, poiché i ceppi vaccinali possono persistono nei destinatari vaccinati, se la specie bersaglio è un animale da produzione alimentare, il virus può permanere lungo la catena alimentare.
Infine, i virus vaccinali GM e ingegnerizzati si degradano nell’ambiente e producono DNA libero che può agire da inquinante ambientale con effetti biologici, o può interagire con altri inquinanti chimici in grado di modificarne la sequenza genica con effetti imprevedibili sull’ecosistema [4]. 
La conoscenza approfondita di tali meccanismi permette di comprendere il motivo della comparsa di epidemie in popolazioni altamente vaccinate e come la pressione selettiva indotta dalla vaccinazione di massa sull’ecosistema virale nell’ospite vaccinato e nell’ambiente porti all’insorgenza di popolazioni virali resistenti ai vaccini.

Tratto dal sito ufficiale Ordine dei Bioligi 
www.onb.it/2018/10/25/la-ricombinazione-genica-dei-virus-rischi-per-i-vaccini-attenuati-e-ingegnerizzati/

Loretta Bolgan*

*Dottore in chimica e tecnologie farmaceutiche, con dottorato in scienze farmaceutiche ad Harvard medical school Boston. Ha lavorato nel settore dell’industria farmaceutica dove si è occupata di registrazione e sviluppo di progetti di ricerca in ambito oncologico. Consulente di parte legge 210/92, inquinamento ambientale e malattie professionali, ha partecipato all’ultima Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito nel gruppo vaccini. Attuale consulente per l’Ordine Nazionale dei Biologi per la tossicologia dei farmaci e dei vaccini, si occupa anche di nutrizione e terapie complementari.

BIBLIOGRAFIA:

[1]  Virol J. 2016 Sep 27;13(1):162.
Characterization of four vaccine-related polioviruses including two intertypic type 3/type 2 recombinants associated with aseptic encephalitis.
Liu J1,2, Zhang H1,2, Zhao Y1,2, Xia L1,2, Guo C1,2, Yang H1,2, Luo N1,2, He Z3,4, Ma S5,6.

Sci Rep. 2016 Dec 13;6:38831.
Exchanges of genomic domains between poliovirus and other cocirculating species C enteroviruses reveal a high degree of plasticity.
Bessaud M1,2, Joffret ML1,2, Blondel B1,2, Delpeyroux F1,2.

[2]  J Virol. 2017 Jan 31;91(4). pii: e01763-16.
Reassortment between Swine H3N2 and 2009 Pandemic H1N1 in the United States Resulted in Influenza A Viruses with Diverse Genetic Constellations with Variable Virulence in Pigs.
Rajão DS1, Walia RR1, Campbell B1, Gauger PC2, Janas-Martindale A3, Killian ML3, Vincent AL4.

[3]  Vaccine. 2012 Dec 7;30(51):7395-9. Possible outcomes of reassortment in vivo between wild type and live attenuated influenza vaccine strains.
Kiseleva I1, Dubrovina I, Bazhenova E, Fedorova E, Larionova N, Rudenko L.

Virology. 2007 Oct 25;367(2):275-87.
Phenotypic properties resulting from directed gene segment reassortment between wild-type A/Sydney/5/97 influenza virus and the live attenuated vaccine strain.
Parks CL1, Latham T, Cahill A, O’neill RE, Passarotti CJ, Buonagurio DA, Bechert TM, D’Arco GA, Neumann G, Destefano J, Arendt HE, Obregon J, Shutyak L, Hamm S, Sidhu MS, Zamb TJ, Udem SA.

[4]  J Toxicol Environ Health A. 2006 Nov;69(21):1971-7.
Use of genetically modified viruses and genetically engineered virus-vector vaccines: environmental effects.
Chan VS1.


Marcello Pamio

I dogmi ufficiali stanno saltando uno alla volta.
Nella nutrizione collegata allo sport era impensabile, fino all’altro giorno, un atleta professionista che non si nutrisse esclusivamente di proteine e grassi animali. Fantascienza.
Nulla di nuovo, d’altronde all’università il mantra è sempre lo stesso: l’uomo è una macchina proteica, una specie di caldaia dove si mette dentro il carburante per produrre dell’energia.
Semplice matematica.

Se con l’attività e lo sport consumiamo le riserve proteiche (aminoacidi), queste le troviamo nelle nobili proteine che gli animali sacrificandosi ci mettono gentilmente a disposizione. Il discorso non fa una piega, anche se tale discorso è completamente falsato all’origine.
A causa di queste devianze la maggior parte degli sportivi agonistici ingollano quantità industriali di zozzerie inenarrabili, solo perché il loro nutrizionista e/o preparatore trasuda ortodossia.
Per fortuna nel mondo sempre più persone (per scelta o per necessità) e sempre più atleti hanno capito che qualcosa non torna in questa visione materialista e nichilista e lo stanno dimostrando al mondo.

Ironman Triathlon
Una delle competizioni più disumane che esista è il cosiddetto Ironman.
Si tratta di un triathlon che contempla tre sport: nuoto, ciclismo e corsa. Stiamo parlando di quasi 4 km a nuoto, 180 km in bici e 42 km a piedi: tutto nella stessa gara!
Alle Hawaii si disputano dal 1978 i Campionati del mondo di Ironman.
Quest’anno a vincerlo è stato il superman Patrick Lange che ha frantumato il record del 2017, con un tempo di 7h 52min e 39s contro le 8h 1min e 40s della precedente edizione.
Fin qui la notizia non c’è, anche perché ogni anno qualcuno vince il trofeo; la cosa interessante è che Lange non mangia carne! Ebbene sì, l’atleta tedesco è vegetariano da oltre 8 anni!

«Quando scopri - ha dichiarato in una recente intervista - gli effetti di una dieta sana sul tuo corpo, non hai bisogno di nient’altro». E i risultati gli danno ragione.
A colazione, invece di ingurgitare bacon fritto con uova strapazzate, il tutto irrorato da un bicchiere di latte vaccino, Lange mangia «fiocchi di grano e avena, noci, cocco tritato e semi di girasole» irrorati da latte di mandorla.
Nel periodo prima delle preparazioni alle Hawaii, cioè quando si doveva allenare duramente per sei o sette ore di fila ogni giorno, ha usato molti «frullati, barrette energetiche e integratori di proteine», ovviamente vegetali.
Alla stampa ha spiegato i motivi della sua scelta di vita: «mio zio ha una macelleria dove lavoravo spesso durante le vacanze e quindi vedevo macellare i maiali. E - come diceva Paul McCartney - chiunque abbia mai visto l’interno di un macello prima o poi diventa vegetariano».
Anche il grande Leone Tolstoi soleva dire che se i macelli avessero le pareti di vetro, quindi trasparenti, tutti diventerebbero vegetariani. Ma siccome l’industria della morte non ci fa vedere nulla, e trasmuta degli animali in pezzi che non ricordano la loro origine, l’uomo miope continua imperterrito con l’ecatombe, ammalando se stesso e la Natura…

Il caso di Peter Lange però non è certo l’unico.
Come non ricordare il grandissimo Dave Scott, chiamato la “leggenda sportiva” perché per ben sei volte (1980-1982-1983-1984-1986-1987) vinse la competizione alle Hawaii dell’Ironman.

Si dà il caso che pure Scott in quel periodo era vegetariano!
Come la mettiamo a questo punto? Rimaniamo fermi e ancorati alle idiozie di una scienza della nutrizione di stampo medioevale che considera primario il conteggio delle calorie e delle proteine? Ci mettiamo col bilancino radicati in una visione disumanizzante che ancora distingue i 21 aminoacidi in essenziali e non essenziali, collocando guarda caso i primi nelle proteine animali?
Oppure iniziamo a cestinare le bilance comprendendo che l’organismo umano non è una pentola a pressione statica ma un organismo dinamico complessissimo; che in Natura c’è tutto quello che serve all’uomo e all’animale per stare bene e in salute. I casi (emblematici per la scienza) di Dave Scott e Peter Lange rappresentano la prova vivente, la dimostrazione inequivocabile che l’uomo nutrendosi a base vegetale non solo è in grado di raggiungere uno stato di salute e benessere ottimali, ma è in grado anche di vincere la più massacrante gara sportiva che esista al mondo!
Ovviamente questo per Big Pharma e Big Food non è una buona notizia…
La bella notizia invece è che dopo aver smantellato il record mondiale, pochi metri dopo il traguardo, Lange ha avuto ancora il fiato per chiedere alla fidanzata di sposarlo.

 


Marcello Pamio

Sinceramente pensavo di essere scafato, di avere visto tante cose, anche grazie ad un substrato di peli che ricoprono la mucosa gastrica, ma la vita mi insegna che devo farne ancora tanta di strada.
La causa di questo mio conflitto esistenziale si chiama “The Vax Heroes”.
Personalmente, forse per via dell’età, ero rimasto ai supereroi della Marvel Comics o DC Comics, agli anti-eroi, ma gli ”Eroi vax” proprio mi mancavano!
Capitan Vax andrà a surclassare Superman, non a caso morto (anche se per finta) nell’ultimo film e Lady Vax invece farà le veci di Wonder Woman.
Nonostante non sia un fumetto, andrà sicuramente adattato per il grande schermo, quindi oltre a Marvel e DC, nell’alveo delle case di produzione si dovranno aggiungere anche la “Novartis Comics” e la “Sanofi DC”.

“The Vax Heroes” alla fine è un tour esperienziale itinerante di sensibilizzazione sul pubblico in tema di vaccini per la meningite.[1]
Si tratta di un viaggio “immersivo” che si svolgerà utilizzando una struttura mobile innovativa chiamata “Cell Explorer”, un mega camion (dal costo sicuramente proibitivo) suddiviso in due livelli all’interno dei quali i genitori consapevoli e responsabili riceveranno informazioni sui vaccini attraverso strumenti tecnologici, moderni ed altamente coinvolgenti. Pensate che bellezza.
Addirittura garantiscono la presenza di un medico pediatra per dare le risposte alle numerose domande sulla meningite e in generale sul mondo dei vaccini.
Detta in altri termini: se voi non andate da loro, sono loro che vengono a casa vostra.
Non abbiamo scampo!

Se la gestione dei figli fosse un problema, non avete neppure scusanti perché “figli o nipotini potranno partecipare ad una divertentissima sessione di giochi e saranno coinvolti in avvincenti sfide a tempo sotto la supervisione di personale qualificato”. Quindi mentre loro si divertiranno a giocare con qualche infermiere o medico mascherato da supereroe e supereroina, i genitori saranno indottrinati a dovere sui vaccini.
E alla fine tutti felici e aggiornati potranno andare a cenare al McDonald's per festeggiare la lodevole iniziativa, magari portandosi a casa qualche bel gadget o palloncino.

Finanziatori del tour italiano?
Il tour coinvolgerà tre grandi città: Genova, Milano e Roma, ed è stato organizzato da una società di Padova, la “QBGroup srl” che lavora nell’accreditamento ECM, organizzando eventi, congressi per conto di altre aziende, come le case farmaceutiche, tanto per fare solo un esempio.
Nel sito ufficiale dell’iniziativa appare anche il patrocinio del “Comitato Nazionale Contro la Meningite”. Molto interessante è leggere nel sito del Comitato i nomi dei sostenitori. Ne appare solo uno: “Novartis Vaccines and Diagnostics”.
Viene da sé che questo fantomatico comitato altro non è se non una pura emanazione della multinazionale di Basilea che casualmente produce e vende vaccini…

Infine grazie al EFPIA, il codice europeo sulla trasparenza, si viene a sapere che la ditta “QBgroup srl” ha ricevuto nel 2016 dalla Sanofi (anch’essa casualmente produttrice di vaccini) ben 19.631,39 euro per “sponsorizzazioni” e dalla “Novartis Vaccines and Diagnostics” nel 2016 la modica cifra di 343.683,73 euro…
Ricapitolando Capitan Vax e Lady Vax, con annesso e connesso tour The Vax Heroes, è interamente finanziato dalle multinazionali che producono vaccini.
Questa sì che è informazione corretta. Devo dare atto al diversamente-umile Burioni quando dice che la scienza non è democratica!

Conclusione
Il Sistema è veramente alla frutta se è costretto a ideare dei supereroi, pagare delle persone per intrattenere i bambini (magari mascherati da Capitan Vax e Lady Vax); pagare dei pediatri per consigliare bene (per loro) i genitori sui vaccini. Il tutto dentro un camion che gira per le vie e le piazze delle città.
Quanto costerà tutto questo giochetto? Molto, ma il tornaconto sarà assai più interessante.
Ad ogni tour infatti sempre più bambini saranno innamorati dei nuovi supereroi e sempre più adulti saranno convinti che la vaccinazione è basilare. Big Pharma sta investendo molto bene…

[1] http://thevaxheroes.it

Marcello Pamio

Siamo in piena emergenza «pediculosi».
Per coloro che non masticano l’etimo, «pediculosi» deriva dal latino «pedicŭlus» (e il suffisso medico - «osi») che significa semplicemente infestazione di «pidocchi».
In pratica le teste dei nostri figli pullulano di questi piccoli ma fastidiosissimi parassiti.
Non passa giorno infatti che non arrivi un messaggio sui vari gruppi whatsapp (scuole e/o privati) su questa pericolosissima infestazione. Le mamme allarmate entrano automaticamente in «modalità panico», iniziando a comportarsi come un batteriologo del CDC di Atlanta in presenza di una epidemia di Ebola: con tanto di mascherina e guanti sterilizzano tutto quello che il piccolo untore ha toccato: federe del cuscino, coperte, lenzuola, asciugamani, guanti, berretto, ecc.

Il secondo livello è rappresentato dalla ricerca: mediante una lente d’ingrandimento comperata per l’occasione su Amazon, scandagliano ogni millimetro quadrato della cute, alla disperata ricerca di una qualche forma di vita aliena.
Il panico si trasforma in terrore quando uno qualsiasi dei membri della famiglia si gratta la testa, anche se i pidocchi non c’entrano nulla. Nessuno in casa può fare gesti inconsulti durante «l’emergenza»….
Poi nei momenti di tranquillità, le mamme-del-CDC iniziano a sondare la rete alla ricerca di rimedi chimici o naturali. E qui viene il momento più triste per i poveri bambini che subiscono ogni sorta di trattamento: spazzolature forzate, alternate a phonate alla massima potenza; dal puzzolente olio di neem, all’aceto di mele per passare all’olio essenziale dell’Albero del The e finire con una tristissima spalmata di maionese sulla testa, che si dice essere un rimedio della nonna che funziona.
Il momento è delicato e nessuno in casa, tantomeno l’uomo con i pantaloni, può fiatare perché quando il livello di allarme ben esposto sulla parete del frigorifero, da Charlie, Bravo, Alfa 3, Alfa 2 arriva ad Alfa1, la mamma diventa l’espressione manifesta della Legge Marziale.

Senso delle pediculosi
Per comprendere il significato delle parassitosi, è necessario dimenticare la teoria del chimico francese Louis Pasteur, che va sotto il nome di «teoria dei germi» o «monomorfismo».
Una teoria divenuta dominante perché comoda all’Industria Chimico-farmaceutica e che da quasi due secoli sta facendo disastri. La realtà è che i microbi sono parte integrante della Natura e dell’organismo, non sono patogeni, ma al contrario sostengono e favoriscono i processi di guarigione.
Siamo costituiti da 1014 batteri di oltre 400 specie diverse. Detto in altri termini, per nove decimi l’uomo è fatto da germi.
Esattamente come le mosche e i vermi non sono la causa della spazzatura, così batteri e parassiti cercano un habitat, un terreno idoneo e adeguato per nutrirsi e riprodursi.

Lo ha dimostrato il medico batteriologo francese Antoine Bechamp, contemporaneo di Pasteur: «il microbo non è nulla se paragonato al terreno».
Quindi germi e parassiti sono delle forme viventi che si manifestano e proliferano nel corpo durante lo sviluppo di particolari processi fisiologici, simbiotici con un tessuto di determinata origine embriologica.

I pidocchi
Perché in una stessa classe o in una famiglia i bambini o figli possono avere i pidocchi, ma quasi mai tutti insieme o allo stesso modo? E perché qualcuno se li «becca» ogni volta e qualcun altro mai?
I pidocchi non saltano da una testa all'altra, possono certamente transitare temporaneamente ma si annidano e proliferano abbondantemente SOLO nella testa del bambino che vive la percezione ripetuta di «non sentirsi accarezzato» da mamma e papà, per cui la cute del cuoio capelluto è in una continua altalena di fasi attive e soluzioni.
Siamo in presenza dei tessuti ectodermici del neoencefalo, per cui i pidocchi si sviluppano all’inizio della fase PCL-A, cioè della risoluzione del conflitto.

L’epidermide della cute è formata da sette strati.
Se il bambino vive il «conflitto di separazione» da mamma e papà, perché non viene accarezzato e coccolato come lui vorrebbe, la corteccia si irrita creando una riduzione della cute (piccoli «buchi») in modo da «allargare» il tessuto con lo scopo di sentire meglio il contatto che è venuto meno con mamma e papà.
In questa fase non ci sono sintomi, non si sente nulla.
Quando si va in risoluzione perché avviene finalmente l’anelato contatto, l’epidermide va in riparazione e avviene la ricostruzione del tessuto con riepitelizzazione.

Esattamente SOLO in questa fase possono attecchire i pidocchi perché, in quanto parassiti, si nutrono proprio degli strati di epitelio che si staccano dalla cute.
Le controprove sono diverse, per esempio un bambino che non vive in casa il «conflitto di separazione» non potrà mai predisporre il terreno ai pidocchi. Capita anche che lo stesso bambino alterni il fastidio, in base proprio all’oscillazione di questa percezione: un figlio di genitori separati che sente fortemente la separazione dalla mamma, quando sta con lei ha i pidocchi (fase di soluzione), e quando sta con il papà non ne ha, perché è in fase attiva di separazione…
Le continue recidive creano situazioni difficili da gestire e complesse da uscirne.

Conclusione
Ovviamente quando il parassita prende il sopravvento, crescendo a dismisura e creando disturbi e fastidi, bisogna intervenire: dall’asportazione meccanica ai vari rimedi, meglio naturali.
Ma è di fondamentale importanza per tutti comprenderne il senso biologico, altrimenti non se ne verrà fuori.
Ci viene in aiuto il dizionario dei sinonimi perché il termine «pidocchio» indica anche una «persona attaccata al denaro», ma in senso lato una persona «avara», «tirchia».
In questo caso, avara e tirchia di cosa? Di carezze, coccole e affetto!
I parassiti sono un sintomo di un processo biologico in corso e rappresentano la cartina al tornasole della nostra società tutta concentrata su preoccupazioni affaristiche ed economiche; in cui i potentissimi mezzi di comunicazione (facebook, whatsapp, ecc.) ci stanno allontanando, facendo perdere il contatto e le relazioni vere.
Il sintomo e la manifestazione della pediculosi ci insegnano e indicano (purtroppo a spese della testa dei nostri figli) la strada da intraprendere per migliorarci ed evolvere.
Non credete: verificate!

Per approfondire

"Anche i parassiti hanno il loro senso biologico: quando, come e perché" https://magazine.5lb.eu/2014/09/parassiti-hamer-pidocchi-5098.html?m=1

Marcello Pamio

Pensavo ad una fake.
Non trovavo nessuna fonte, per così dire ufficiale (oltre al sito formiche.net, nome tutto un programma) che lo confermasse. Proprio per fugare ogni dubbio ho scritto più volte, ovviamente inutilmente, alla segreteria della Biblioteca del Senato, ma forse i parassiti pagati da noi avevano cose più importanti che rispondere, come andare a fare la spesa al mercato.
Ma purtroppo è accaduto: il 9 ottobre si è tenuto alla Biblioteca del Senato, «Sala degli Atti Parlamentari» a Roma, la conferenza internazionale dal titolo: «Global Health: l’Italia driver di best practice» («Salute globale: l’Italia è la migliore guida nella pratica»).

L’iniziativa è organizzata da «Formiche» in collaborazione con GSK, la tristemente nota GlaxoSmithKline.
Scopo dell’incontro: sottolineare il ruolo strategico che ha l’Italia sui temi di salute globale, scontato dire in ambito vaccinale!

Ospiti prestigiosi
Tra gli ospiti il professor David Salisbury, Associate Fellow Global Health Security presso nientepopodimeno che la famosa «Chatham House» del RIIA (Royal Institute of International Affairs) di Londra.
Pochissimi avranno mai sentito nominare Chatam House e ancor meno il RIIA, ma si tratta del nucleo centrale del controllo globale. Esattamente come il CFR (Coucil on Foreign Relations) è il governo ombra statunitense, così il RIIA è il governo ombra di Sua Maestà.
Se sono arrivati a scomodare simili pezzi da novanta, il significato è uno solo: l’affaire “vaccini” è per loro importantissimo. Non a caso, per dare il massimo dell’autorevolezza sono andati a farlo all’interno delle Istituzioni pubbliche: il Senato.
I lavori dovevano essere aperti dal presidente della Commissione Igiene e Sanità al Senato, Pierpaolo Sileri, ma nel suo sito ha smentito immediatamente la sua partecipazione.
Mentre era presente Emanuela Del Re, del ministero degli Affari Esteri, Michele Geraci sottosegretario allo sviluppo economico, Roberto Arditti direttore editoriale di Formiche, Greg French, ambasciatore d’Australia a Roma, Rino Rappuoli (Chief Scientist & Head of External Research and Development di GSK Vaccines), cioè un ricercatore di punta della GSK, e non poteva mancare l’immarcescibile Walter Ricciardi, direttore dell’Istituto Superiore di Sanità (Member of The Executive Board presso la World Health Organization) e Allan Saul (direttore GSK Vaccines Institute for Global Health).[1]

Merita una citazione a parte l’ex attore Walter Ricciardi, il quale, forse immedesimandosi un po’ troppo nel pinocchietto toscano, ha fatto una tristissima uscita. Ha dichiarato che «nelle democrazie sono i cittadini che esprimono i governi, ma dobbiamo tenere presente che l’80% della popolazione non conosce un’altra lingua, non viaggia, e non sa». Poi la stoccata al governo: «chi ha questo approccio esprime persone che hanno questo approccio».
Infine nell’ambito vaccinale ha detto che sono loro (cioè gli scienziati, la Scienza quella non democratica) che devono far conoscere la realtà, e come? Cambiando lo storytelling perché «sulle persone a razionalità limitata quello attuale non basta»[2]. Chiaro? Per l’ex collega di Mario Merola, l’80% degli italiani sono persone a razionalità limitata, cioè un branco di mentecatti ignoranti che ha votato dei politici dello stesso livello evolutivo.
Capiamoci: questo è il Direttore della salute degli italiani!

Conclusione
Un congresso della GSK tenuto nelle sale del Senato, in un momento storico delicatissimo come quello attuale è un segnale scandalosamente deprimente.
Oramai alla decenza non c’è più alcun limite: d’altronde dovremmo essere temprati, visto che negli ultimi anni abbiamo assistito alle cose più indicibili per un paese che si professa democratico.
Il 7 ottobre 2014, il più grande statista delle ultime due Repubbliche, al secolo Matteo Renzi, ha invitato a Palazzo Chigi nientepopodimenoché i big della farmaceutica, per l’esattezza i CEO di Bayer, Bristol-Meyer, Squibb, Eli Lilly, Glaxo, Johnson & Johnson, Merck, Novartis e Roche.
Il 7 giugno 2017 alla conferenza stampa in cui è stato ufficializzato il decreto-legge Lorenzin poi convertito nella legge 119, ha parlato e presentato il Piano vaccinale il dottor Raniero Guerra, «Direttore generale della Prevenzione sanitaria».
Peccato che Guerra è stato Consigliere d’Amministrazione della «Fondazione Glaxo-Smith Kline»…

 

[1] https://formiche.net/gallerie/global-health-senato-foto-pizzi/

[2] «Pur di attaccare la Lega sui migranti, Ricciardi si rimangia l’allarme salute», Francesco Bonazzi, La Verità, 11 ottobre 2018

Marcello Pamio

Le origini della «Glaxo»
La storia della Glaxo inizia nel lontanissimo 1715 quando Silvanus Bevan apre la farmacia Plough Court in centro a Londra.
In quel periodo gli «speziali», cioè gli antesignani dei farmacisti, erano i più comuni medici che offrivano consulenze e vendevano prodotti medicinali, saponi, olio di fegato di merluzzo, ecc.
Il dottor William Allen fu assunto dalla farmacia nel 1792 e divenne socio tre anni dopo.
Allen era uno stimato medico professionista e divenne membro fondatore della «Pharmaceutical Society» nel 1841.
I fratelli Handbury, nipoti di Allen entrarono a Plough Court e nel 1856 la compagnia divenne nota come «Allen & Hanburys». L’azienda si espanse grazie alle vendite dell’olio di fegato di merluzzo, usato per il rachitismo e per la carenza di vitamina A.
Siamo proprio agli albori perché la «Allen & Hanburys Ltd.» sarà acquisita da «Glaxo Laboratories Ltd.», una società della GSK.
La «G» del brand «GSK» rappresenta la prima lettera della parola «Glaxo».

La «Smith Kline»
Un'altra società che giocherà un ruolo centrale è la «Smith Kline».
Nel 1830 la casa farmaceutica «Smith & Gilbert» aprì la sua sede a Filadelfia.
Quando Gilbert si ritirò, George - il fratello minore di John K. Smith - entrò a far parte dell’azienda e costruì un impero grazie alla vendita all’ingrosso di farmaci.
Nel 1870 il nipote Mahlon Smith, che gestiva la società, fondò insieme al suo contabile Mahlon Kline la «Smith, Kline & Co».
Ecco spiegate le lettere finali dell’acronimo GSK, la «S» sta per «Smith» e la «K» per «Kline».
Nel 1880 altri due farmacisti, Henry S. Wellcome e Silas Burroughs, fondarono la «Burroughs Wellcome & Co.», una società per la vendita di farmaci a Londra.

Ricerca pioneristica di farmaci moderni
Nel 1894 furono aperti i «Wellcome Physiological Research Laboratories» con l’intento di effettuare la sperimentazione biologica, in particolare dei primi vaccini.

Origini del nome «Glaxo»
I caseifici di Joseph Nathan & Co. in Nuova Zelanda nel 1904 vendevano latte in polvere liofilizzato con il nome di «Defiance».
Alec Nathan racconta come volevano «registrare la parola “Lacto” ma questa non venne accettata dall’Ufficio marchi e brevetti, così delle lettere furono messe davanti e dietro alla parola “Lacto” fino a quando non è arrivata la parola eufonica: il cui risultato fu “Glaxo”».
Il punto interessante è che la «Joseph Nathan & Co.» sarà acquisita sempre dalla «Glaxo Laboratories Ltd.» nel 1947.
La pubblicità dell’epoca, siamo nel 908, era abbastanza inquietante: «Glaxo costruisce i pargoletti».
Questo perché il latte in polvere che producevano era considerato più sicuro del latte fresco non pastorizzato e questo ne fece schizzare la richiesta e le vendite per neonati e bambini.
Nel 1921 l’insulina fu scoperta come farmaco per gestire il diabete. Le aziende «Burroughs Wellcome» e «Allen & Hanburys» furono le prime nel Regno Unito a riprodurre l’insulina per uso commerciale. Addirittura nel 1923, «Allen & Hanburys» produceva il 95% dell’intera insulina del paese.
Nel 1924 Harry Jephcott, il chimico della «Joseph Nathan & Co.», riuscì a produrre un integratore di vitamina D, il quale divenne il primo prodotto farmaceutico «Joseph Nathan & Co.». L’azienda controllata della «Glaxo Laboratories Ltd.».Nel 1947, Glaxo Labs comprò la «Joseph Nathan & Co Ltd.» e nel 1958 la «Allen & Hanburys Ltd.».
Infine nel 1989 la «SmithKline Corp.» si fuse con il «Beecham Group plc» per formare il colosso «SmithKline Beecham plc».
Nel 1986, il «Wellcome Trust» vendette pubblicamente le azioni della «Wellcome Foundation Ltd.» per formare «Wellcome plc». Nel 1995, il Trust cedette le sue restanti azioni a «Glaxo plc», formando la più grande azienda farmaceutica del mondo: la «Glaxo Wellcome plc».
Un intreccio di acquisizioni e fusioni lungo tre secoli per giungere nell’anno 2000 al mega conglomerato formato da «SmithKline Beecham plc» e «GlaxoWellcome plc». Quello che nacque è la tristemente nota GSK: «GlaxoSmithKline plc».
Nel marzo del 2015 completarono una transazione con la svizzera Novartis per l’acquisizione della loro attività sui vaccini (esclusi gli antinfluenzali), rafforzando la posizione di leader mondiale nella produzione di vaccini. Mentre a marzo 2018 sempre la Novartis ha venduto il 36,5% del «Consumer Healthcare», una joint venture che gestisce i farmaci senza prescrizione. Un accordo da 13 miliardi di dollari![1]

Glaxo oggi
La GlaxoSmithKline è indubbiamente una delle transnazionali più potenti e losche al mondo.
Potente perché occupa il settimo posto tra le multinazionali della chimica e farmaceutica con un fatturato di oltre 27 miliardi di dollari all’anno, dopo Roche, Novartis, Pfizer, Sanofi-Pasteur, Johnson&Johnson e Merck. Nei vaccini la G.S.K. addirittura occupa il podio con un fatturato annuo di 5,5 miliardi nel 2015 e 8,5 miliardi previsti nel 2022.[2]
Losca perché gli scandali che hanno coinvolto questa azienda sono infiniti: corruzione, comparaggio, mazzette, vendita di farmaci off-label, sperimentazioni illegali, abusi farmaceutici nei bambini, ecc.
Tra i più noti a noi italiani è stata la corruzione avvenuta nei primi anni Novanta.
Il Direttore generale del ministero della Sanità Duilio Poggiolini intascava tangenti per accelerare le pratiche di aumento del prezzo dei medicinali o per inserirli nel prontuario. Era talmente avido che bramava soldi, oggetti preziosi, dobloni d’oro, quadri e gioielli vari. A febbraio del 1991 il presidente dell’allora «Smith Kline Beecham», unico produttore del vaccino Engerix B per l’epatite B, ha “donato” 600 milioni di lire al ministro della sanità Francesco De Lorenzo.
Dopo soli tre mesi, a maggio per l’esattezza, magicamente il vaccino è stato reso obbligatorio…
Nonostante una sentenza definitiva di colpevolezza e il carcere per il dottor De Lorenzo (ancora iscritto all’ordine dei medici di Napoli) il vaccino è rimasto sempre obbligatorio fino ai nostri giorni.
Poi ci sono tutti gli scandali che riguardano sperimentazioni illegali su bambini.
Secondo il quotidiano britannico «The Guardian», la GSK avrebbe usato dei neonati e bambini come cavie per testare farmaci estremamente tossici come quelli per l’Hiv. Grazie ad una indagine giornalistica dell’«Observer» la Glaxo avrebbe sponsorizzato almeno 4 trials clinici dal 1995 su 100 bambini.
Ecco qualche esperimento effettuato: venivano dati a bambini di 4 anni alti dosaggi di un cocktail di sette farmaci diversi contemporaneamente; in un altro esperimento si controllava la reazione in bambini di sei mesi con una doppia dose di vaccino per il morbillo; un altro esperimento prevedeva l’uso di bambini per «comprendere la tolleranza, studiare la sicurezza e la farmacocinetica» dei farmaci per l’Herpes.
In un altro ancora i bambini erano sottoposti al farmaco estremamente tossico AZT. Qui i bambini o nascevano da madri HIV-positive oppure veniva inoculato loro il virus dell’Hiv! [3]
Come si possono praticare simili aberrazioni e crimini impunemente?
Il motivo sarà chiaro a breve, ma la chiave di lettura è che questi colossi sono plurimiliardari, per cui possiedono un potere enorme in grado di sfidare la legge con arroganza.
A luglio del 2012 negli Stati Uniti la GSK è stata costretta a pagare 3 miliardi di dollari per aver corrotto i dottori in cambio della prescrizione di antidepressivi (Paxil, Avandia, Wellbutrin) per indicazioni non autorizzate (off-label), cioè fuori etichetta.
Spiccioli per i proprietari del gruppo GSK.

Chi possiede e controlla la Glaxo?
La GSK è una società spietata che non guarda in faccia nessuno e che non si ferma al primo intoppo pur di raggiungere gli obiettivi prefissati. Né più né meno come qualsiasi altra industria che si occupa di malattie. I principali scopi infatti sono la vendita di farmaci e vaccini.
Per vendere tali droghe è necessario e fondamentale che le persone e i bambini siano sempre più ammalati.
Vedremo però che il problema non sono la GSK, la Merck o la Sanofi: questi sono i brand che operano fisicamente nel settore delle droghe, coloro che devono produrre e spacciare.
Quelli che giocano un ruolo basilare sono gli azionisti.

Azionisti della GSK
Ecco l’elenco dell’azionariato della Glaxo.
«Vanguard Group, Inc.», titoli azionari 146,907,284, pari al 2.96%
«BlackRock Investment Management Ltd.», titoli azionari 137,165,476, pari a 2.77%
«Norges Bank Investment Management», titoli azionari 104,694,000 pari a 2.11%
«Legal & General Investment Management Ltd.», titoli azionari 100,349,016 pari a 2.02%
«BlackRock Advisors Ltd.», titoli azionari 88,133,021 pari a 1.78%
«Dodge & Cox», titoli azionari 77,042,000 pari a 1.55%
«BlackRock Fund Advisors», titoli azionari 70,362,981 pari a 1.42%
«State Street Global Advisors Ltd.», titoli azionari 61,379,698 pari a 1.24%
«Schroder Investment Management Ltd.», titoli azionari 59,098,752 pari a 1.19%
«Threadneedle Asset Management Ltd.», titoli azionari 57,917,665 pari a 1.17%
Alcuni di questi nomi, completamente sconosciuti alla maggior parte delle persone, rappresentano i veri Padroni del mondo, i controllori della Finanza internazionale.
Un’analisi delle relazioni tra 43.000 società multinazionali ha identificato un gruppo relativamente piccolo di società, principalmente banche e fondi con un potere sproporzionato sull’economia globale. Un piccolissimo gruppo in grado però di controllare tutto.
Restringendo il campo si possono elencare solo quattro colossi: «BlackRock», «State Street Corp», «FMR/Fidelity» e «The Vanguard Group».
Le sovrapposizioni e gli incroci azionari sono intricatissimi, ma alla fine questi gruppi appaiono dietro ogni multinazionale. Li ritroviamo infatti tra gli azionisti di Alcoa, Altria, A.I.G., AT&T, Boeing, Caterpillar, Coca-Cola, DuPont, G.M., H.P., Honeywell, Intel, Johnson&Johnson, McDonald’s, Merck, 3M, GSK, Pfizer, United Technologies, Verizon, Wal-Mart, Monsanto, Time Warner, Walt Disney, Viacom, Rupert Murdoch’s News, C.B.S., N.B.C. Universal, solo per citare le società più note.
Quali sono oggi le più grandi aziende al mondo? Risposta: «Bank of America», «JP Morgan», «Citigroup», «Wells Fargo», «Goldman Sachs» e «Morgan Stanley».
Chi le controlla?

«Bank of America» (con 2,17 trilioni di dollari)
State Street Corporation, The Vanguard Group, BlackRock, FMR, Paulson, JP Morgan, T. Rowe, Capital World Investors, AXA, Bank of NY, Mellon.

«JP Morgan» (con 2,39 trilioni di dollari)
State Street Corp., The Vanguard Group, FMR, BlackRock, T. Rowe, AXA, Capital World Investor, Capital Research Global Investor, Northern Trust Corp., Bank of Mellon.

«Citigroup» (con 1,88 trilioni di dollari)
State Street Corporation, The Vanguard Group, BlackRock, Paulson, FMR, Capital World Investor, JP Morgan, Northern Trust Corporation, Fairhome Capital Mgmt, Bank of NY, Mellon.

«Wells Fargo» (con 1,44 trilioni di dollari)
Berkshire Hathaway, FMR, State Street, The Vanguard Group, Capital World Investors, BlackRock, Wellington Mgmt, AXA, T. Rowe e Davis Selected Advisers.

Sembra incredibile ma perfino la Federal Reserve, la banca delle banche statunitensi, è controllata da State Street Corporation, The Vanguard Group, BlackRock, FMR/Fidelity.
Si può girare e rigirare il quadro ma il disegno inquietante rimane e rimarrà sempre il medesimo.
I «Big Four», cioè i Quattro Grandi sono sempre gli stessi e sempre presenti: «State Street Corporation», «The Vanguard Group», «BlackRock» e «FMR/Fidelity».
A questo punto sarebbe interessante sapere chi controlla i controllori?
Vediamo soltanto chi c’è dietro i due gruppi «State Street» e «BlackRock».

«State Street»
T. Rowe Price Associates (7.45%), Massachusetts Financial Services (7.43%), The Vanguard Group (6.66%.), SSgA Funds Management (5.12%), GIC Pte (4.33%), BlackRock Fund Advisors (4.27%), Fidelity Management & Research (3.71).

«BlackRock»
PNC Bank (21.4%), The Vanguard Group (5.20%), Norges Bank Investment Management (5.02%), Capital Research & Management (4.33%), Wellington Management (3.74%), BlackRock Fund Advisors (3.47%), SSgA Funds Management (3.41%), Fidelity Management & Research (2.18%).

Dietro «State Street corporation» vi è T. Rowe Price Associates e dietro «BlackRock» la PNC Bank.
Andando dietro le quindi di queste due banche sconosciute, troviamo…
T. Rowe Price Associates
The Vanguard Group (7.35%), SSgA Funds Management (5.45%), BlackRock Fund Advisors (5.21%), JPMorgan Investment Management (3.88%).

PNC Financial Services Group
Wellington Management (7.28%), The Vanguard Group (6.79%), SSgA Funds Management (4.95%), BlackRock Fund Advisors (4.45%), Capital Research & Management (3.92%), Capital Research & Management (2.86%), Fidelity Management & Research (2.84%), T. Rowe Price Associates (2.70%).

In definitiva dietro a tutti c’è «The Vanguard Group»…

“Il Gruppo Vanguard”
Tra i Big Four, «The Vanguard Group» merita un capitolo a parte. Si tratta della più grande e potente società d’investimento del globo.
La sua influenza è ubiquitaria e interessa centinaia di società diverse, tra cui anche gli stessi Big Four, e proprio per questo motivo lo chiameremo per comodità «Il Gruppo».
Secondo il «Financial Times» questo moloch ha superato il record come assett manager a più rapida crescita al mondo: nel 2017 ha accumulato in nuovi affari 1 miliardo di dollari ogni singolo giorno.
Una stima preliminare pubblicata dallo stesso Vanguard ha mostrato di aver accumulato lo scorso anno 368 miliardi netti con un aumento del 13,9%.[4]
Secondo i calcoli di Bloomberg i due gestori di fondi più grandi al mondo («Vanguard» e «BlackRock Inc.») gestiscono un patrimonio di 20 trilioni di dollari, che corrispondono a 20 mila miliardi di bigliettoni verdi,[5] che tradotto nel vecchio conio sono 38 milioni di miliardi di lire.
Cifre impensabili e incalcolabili non solo per noi comuni mortali, ma anche per intesi Paesi industrializzati.
Il Gruppo ha partecipazioni in oltre 200 delle più grandi multinazionali al mondo, questo secondo il modulo 13F depositato presso la «Securities and Exchange Commission» americana.

Apple, Exxon Mobil, Chevron, Microsoft, Johnson & Johnson, General Electric, Google, Procter & Gamble, International Business Machine, Qells Fargo, JPMorgan Chase, Pfizer, Berkshire Hathaway, AT&T, Coca Cola, Bank of America, PepsiCo, Philip Morris International, Merck, Citigroup, Wal Mart Stores, Verizon Communications, Cisco Systems, Schlumberger, Intel, Oracle, Qualcomm, McDonalds, Amazon, Simon Property, Home Depot, United Technologies, Comcast, Walt Disney, Visa, Gilead Sciences, 3M, Occidental Petroleum, ConocoPhillips, Boeing, Amgen, Bristol Myers Squibb, Abbvie, American Express, Union Pacific, Mastercard, Unitedhealth, Altria, American International, United Parcel Service, CVS Caremark, Abbott Labs, Ford Motor, Ebay, Monsanto, Celgene, US Bancorp, Twenty First Century Fox, Goldman Sachs, Colgate Palmolive, Honeywell International, Facebook, Nike, Medtronic, Caterpillar, Public Storage, Biogen idec, Time Warner, Lowes, Starbucks, EOG Resources, Du Pont e i de Nemours & co, Walgreen, Mondelez international, EMC, Emerson Electric, Eli Lilly, Priceline, Express scripts holding, Costco wholesale, Health Care Reit, Duke Energy, Accenture, Anadarko Petroleum, Dow Chemical, Prologis, TJX Companies, HCV, Texas Instruments incorporated, Equity Residential, Target, Metlife, Ventas, Avalonbay Communities, Halliburton, Praxair, Automatic Data Processing, Danaher, Boston Properties, Hewlett Packard, PNC Financial Services Group, Lockheed Martin, Capital One Financial, Kimberly Clark, Southern, Dominion Resource, Illinois Tool Works, Viacom, Prudential Financial, Baxter International, Morgan Stanley, Nextera Energy, General Dynamics, Vornado Realty Trust, Phillips, Lyondellbasell Industries, Aflac, Freeport Mcmoran Copper, National Oilwell Varco, Ace, Apache, Bank of New York Mellon, BlackRock, Host Hotels & Resorts…

Tornando al tema centrale di questo articolo, «The Vanguard» possiede praticamente le più importanti aziende farmaceutiche planetarie: «Glaxo», «Novartis», «Baxter», «Eli Lilly», «Merck», «Abbott», «Bristol Myers Squibb», «Celgene», «Monsanto», «Gilead Sciences», ecc.
Il risvolto è interessante perché se l’azionariato è il medesimo dietro a tutte le multinazionali, significa che la competizione e la concorrenza commerciale non esistono, si tratta solo di pura illusione per ingannare i sudditi. Se milioni di dosi di un farmaco o vaccino vengono vendute dalla Glaxo piuttosto che dalla Merck, per i veri proprietari cosa cambia? Nulla. Quello che conta per loro è vendere droghe e perché ciò avvenga devono esserci clienti/pazienti, cioè la gente deve ammalarsi.
Il meccanismo e le strategie per creare malati sono state ampiamente descritte nei libri «La Fabbrica dei malati» e «Vaccinazioni: armi chimiche contro il cervello e l’evoluzione dell’uomo».
Il primo lavoro ha messo in luce i piani diabolici (quantitativo, qualitativo e temporale) per trasformare uomini sani in malati, mentre il secondo sui vaccini ha cercato di dimostrare che l’intervento farmacologico sui neonati e sui bambini piccoli, con la scusante delle malattie infettive, serve a predisporli a tutte le malattie…

Impero dei Rothschild
Alcuni documenti russi affermano che «The Vanguard Group» è di proprietà della famiglia dei Rothschild, Rockefeller, con partecipazioni dei Bush, Clinton, Donald Rumsfeld, Dick Cheney e altri loschi individui.
Per i Rothschild la cosa non è strana visto che l’impero ha tentacoli ed è ramificato in ogni dove e in ogni tempo.
Nel suo libro «La Guerra delle Valute», Song Hongbing, catalogava la famiglia dei Rothschild come la più ricca del globo con un capitale di circa 5 milioni di milioni di dollari. Cifra improponibile perfino nella scrittura …
Anche il politico texano Ron Paul del Partito Repubblicano aveva segnalato che la famiglia dei Rothschild possiede le azioni delle 500 principali multinazionali della rivista Fortune.
Tutte queste società controllate, guarda caso, dai soliti noti: «BlackRock», «State Street», «FMR/Fidelity» e «The Vanguard Group».

Conclusione
Il discorso è molto semplice: esistono pochissimi gruppi, totalmente sconosciuti alla maggior parte delle persone, che lavorando nell’ombra mediatica sono in grado di spostare migliaia di miliardi di dollari e decidere le sorti di miliardi di persone.
Controllano le multinazionali che contano, quelle che lavorano nell’informazione e nell’intrattenimento (media, tv e carta stampata), nelle telecomunicazioni, nella farmaceutica, nell’agroalimentare, nell’energia e nell’acqua.
Nulla sfugge al loro controllo e dove ci sono interessi economici loro sono nell’ombra!
Finanziano e provocano guerre e distruzioni in giro per il mondo per poi buttarsi a capofitto nella ricostruzione (BlackRock in Iraq/Afghanistan è un esempio magistrale); finanziano e armano tutte le dittature nei paesi in cui le risorse servono alle loro aziende (petrolio, acqua, cibo, energia, minerali e diamanti); finanziano e manovrano qualsiasi governo e governante al mondo.
L’unica cosa che aborrano è la luce dei riflettori (non a caso nessuno parla di loro) e ogni restrizione commerciale che impedisca al cancro-capitalismo liberista di metastatizzare tutto.
A questo punto siamo in grado di comprendere meglio la legge nr. 119/2017 sulle vaccinazioni firmata dal «pinocchietto» Lorenzin. Solo una mente limitata e confusa potrebbe pensare che un ministro non in grado di pensare, parlare e intendere abbia potuto concretizzare una simile aberrazione legislativa che trasforma i bambini italiani in cavie regalandoli alle industrie.
Il ministro ha apposto soltanto la firma al decreto, poi il Parlamento (sempre di venduti) l’ha convertito in legge.
Stiamo parlando del più grande esperimento umano a cielo aperto mai realizzato.
Obbligano i genitori per legge, pena l’esclusione scolastica e la multa a fare dieci più quattro vaccini.
Ma se il piccolo subisce un danno nessuno è colpevole e nessuno paga.
La legge 119 andava fatta, contro ogni logica e nonostante non vi fosse pericolo per la salute pubblica.
Le epidemie (prima meningite e poi morbillo) sono state inventate e montate ad arte dai media servili al Sistema. Avevano necessità di un cavallo di Troia, della pistola fumante per entrare in Parlamento per la conversione…
Il motivo è semplice: le pressioni politiche, economiche, finanziarie e lobbistiche messe in moto sono state e sono incalcolabili e trovano una spiegazione solo con i gruppi di potere appena visti.
Cui Prodest? Cui Bono? A chi giova avvelenare e intossicare milioni di esseri umani?
Secondo voi alla Lorenzin, agli azionisti della GSK, al gruppo occulto Vanguard, ai membri della famiglia dei Rothschild, agli arroganti e strafottenti burioni di turno interessa veramente la salute dei vostri figli? Siete veramente convinti che questi si stiano muovendo per il bene comune, per il bene del gregge?

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[1] «Novartis, accordo da 13 miliardi con GSK: vende il 36.5% Consume Healthcare», IlSole24Ore del 27 marzo 2018
[2] «World Preview 2016, Outlook to 2022», «EvaluatePharma», http://info.evaluategroup.com/rs/607-YGS-364/images/wp16.pdf
[3] «UK firm tried HIV drug on orphans», 4 aprile 2004, «The Guardian», www.theguardian.com/world/2004/apr/04/usa.highereducation
[4] «Vanguard retains title as world’s fastest-growing asset manager», 4 gennaio 2018, https://www.ft.com/content/753e1afe-f149-11e7-ac08-07c3086a2625
[5] «BlackRock and Vanguard Are Less Than a Decade Away From Managing $20 Trillion», 4 dicembre 2017, https://www.bloomberg.com/news/features/2018-03-19/what-michael-flynn-could-tell-the-russia-investigators

Marcello Pamio

Il magico periodo di dieci lune, nelle quali l’alchimia della vita si manifesta nella sua massima potenza, organizzando la Vita dentro la Vita, generando un essere dentro un essere, può nascondere delle insidie…
Secondo infatti la visione distorta della «medicina padronale» detta anche «medicina protocollare» o «medicina interventista», la gravidanza è diventata un «fattore di rischio», un passaggio anti-fisiologico da medicalizzare e ospedalizzare.
Per questo motivo durante i nove mesi, invece di rimanere tranquille a godersi uno dei periodi più belli in assoluto, le donne si lasciano sottoporre a una serie infinita di esami e controesami, vivendo per tutto il tempo con l’ansia dei risultati. Ecografie quasi mensilmente, alternate a esami ematici e urinari, per non parlare delle entità terribili che girano indisturbate nell’aria e negli alimenti, come il toxoplasma, il citomegalovirus, lo streptococco, la candida e il diabete gestazionale! Tutto può essere letale, ma per fortuna la medicina ha messo a punto dei test per fugare ogni dubbio. La realtà è che sono i continui esami stessi (con gli onnipresenti falsi positivi) a creare e alimentare i dubbi…
Uno di questi test è la curva di carico.

La curva da carico
Con l’acronimo OGTT («Oral Glucose Tollerance Test», OGTT) s’intende il «Test orale di tolleranza al glucosio», volgarmente detto “curva da carico”.
Consiste nel misurare la concentrazione ematica di glucosio prima e dopo la somministrazione orale di una certa quantità di zucchero (75 grammi di glucosio sciolti in circa 300 ml di acqua), per poi successivamente effettuare alcuni prelievi, dopo un’ora e dopo due ore, per la misurazione glicemica.
Ufficialmente viene richiesta dal medico ai soggetti con alterata glicemia a digiuno, cioè persone che a digiuno hanno una glicemia compresa fra 110 e 125 mg/dl, ma che non hanno diagnosi di diabete mellito. Viene richiesta anche durante la gravidanza tra la 24 e 28ma settimana.
Se la glicemia a digiuno è maggiore o uguale a 126 mg/dl, il test (curva da carico) non ha senso perché tali valori permettono al medico di fare la diagnosi di diabete conclamato.

Non tutti sanno che fino all’anno 2000 il “valore normale” per la glicemia era 140 ml/dl, cioè entro i 140 milligrammi di glucosio per decilitro di sangue la persona era universalmente considerata sana.
Poi un gruppo (panel) di ricercatori, con a capo un consulente pagato direttamente da Aventis, Eli Lilly, GlaxoSmithKline, Novartis, Merck e Pfizer, ha deciso di abbassare il valore a 126 mg/dl, facendo così di fatto aumentare di svariate decine di milioni i nuovi clienti per le lobbies.
Stiamo parlando di persone sanissime, senza patologie, diventate diabetiche perché qualcuno ha deciso di abbassare i “valori di normalità”, e questo qualcuno era stipendiato dai venditori di droghe e insulina. Dovrebbe far riflettere…

Diabete gestazionale
La medesima cosa è avvenuta per le donne gravide…
Qualche anno fa nessun medico sano di mente avrebbe consigliato il test del carico glicemico indistintamente, come sta avvenendo oggi, a tutte le donne incinte, ma semmai solo in rarissimi casi in cui le evidenze cliniche erano sospette o lapalissiane (obesità, patologie antecedenti, predisposizioni familiari, fattori di rischio, ecc.).
Oggi invece è un esame di routine!
Gli attuali parametri per stabilire se una donna incinta ha il cosiddetto «diabete gravidico», guarda caso sempre più diagnosticato, sono quando la glicemia al primo controllo a digiuno risulta essere ≥ 92 mg/dl e ≤ 126 mg/dl.

I medici ufficialmente credono che durante la gravidanza la glicemia per così dire “normale” sia molto più bassa rispetto alla situazione al di fuori della gravidanza (a digiuno inferiore di 80-85 mg/dl). Questo pensiero nichilista ben rappresenta una scienza sempre più distante dalla Natura e dalle sue leggi ferree. Quello che capita “normalmente” invece è esattamente il contrario: se la futura mamma vive per un qualsiasi motivo ansia e preoccupazione (più che legittima) per la creatura che ha in grembo, magari per l’assenza del padre che deve lavorare, o perché sta vivendo una situazione di «opposizione», il suo cervello ordina al pancreas e al fegato di mantenere alto il livello dello zucchero (carburante per eccellenza) per avere l’energia sufficiente a trovare una soluzione, e questo anche in assenza di carboidrati!
Biologicamente a cosa serve lo zucchero? E’ l’energia primaria per il cervello, usata anche dai vari organi e muscoli, per attivare il programma biologico dell’«attacco o fuga».
In Natura tutto è funzionale e tutto ha un senso. Non si tratta di un problema di salute, come vogliono far credere, non è diabete, ma solo il meraviglioso e perfetto meccanismo messo in atto dal cervello per superare un momento particolare.
Il grossissimo problema è che sempre più donne, non conoscendo queste informazioni e non sapendo come funziona l’essere umano, eseguono il test in buona fede e finiscono stritolate dentro il meccanismo diabolico chiamato «Disease mongering», ovvero creazione di malati. Si ritrovano così a doversi bucare le dita ogni giorno per misurare col glucometro, gentilmente fornito dalle ASL, il livello di zucchero nel sangue, creando ansia e preoccupazioni inutili. Inutili perché il diabete non ce l’hanno (se non in casi rarissimi), ma vengono convinte di averlo, con tutte le inimmaginabili conseguenze psico-emotive che la paura della malattia può scatenare nella donna e nella sua creatura...

Glucosio Liofilchem
A tal proposito casca a fagiolo in Italia il farmaco «Glucosio Liofilchem da 500 mg/ml sciroppo».
Questo è l’ennesimo regalo dell’AIFA durante il mandato del ministro Beatrice Lorenzin.
L’autorizzazione alla sua immissione in commercio (AIC) infatti è datata 19 dicembre 2017, e pubblicata in Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.38 il 15/02/2018.
La titolare dell’AIC è Liofilchem Srl con sede a Roseto degli Abruzzi (TE), il produttore del principio attivo è la francese Roquette Freres, mentre il produttore finito è la Dompè Farmaceutici Spa de l’Aquila.

Questo glucosio è sotto forma di sciroppo e viene usato per il test del carico glicemico: ma la cosa interessante è la composizione…
Ogni flacone da 150 ml contiene oltre a 75 g di destrosio (glucosio) monoidrato, anche degli eccipienti: aroma gusto arancia, metile paraidrossibenzoato, propile paraidrossibenzoato e acqua purificata.[1] Questi ultimi due rientrano nella triste categoria dei «parabeni» e vengono usati come conservanti.
Tralasciando l’aroma “gusto arancia”, la cui origine sarà sicuramente chimica, una donna gravida facendo il test di carico assieme al glucosio beve anche sostanze come i benzoati.
I medici convincono le donne ad eseguire la curva da carico, sottolineando che si tratta di un banale beverone di acqua zuccherata, ma in realtà non è così.

Cosa possono provocare i benzoati?
I parabeni vengono eliminati attraverso le urine sotto forma di acido ippurico, quindi tendenzialmente non si accumulano nell’organismo, ma alcuni ricercatori stanno studiando la possibile correlazione tra la loro assunzione e l’insorgenza di disturbi quali irritazione gastrica con relativi disturbi digestivi, problemi della crescita, insonnia, asma, irritazione oculare, orticaria e iperattività.
Negli ultimi anni sono state avviate indagini per comprendere anche  gli effetti dei parabeni su organi riproduttori e sugli embrioni,[2] questo perché sembrano turbare il delicatissimo equilibrio ormonale. E questo equilibrio in una donna gravida è già di per sé instabile...

Conclusione
L’intento di questo articolo è accendere i riflettori su un esame erroneamente considerato innocuo e per questo prescritto a tantissime donne.
Intristisce il fatto che l’attuale sistema, sempre più incastonato in un dedalo di protocolli standardizzati, e per questo disumanizzanti, invece di sciogliere 75 grammi di semplice glucosio in 300 millilitri di acqua depurata, come stabiliscono le direttive scientifiche internazionali, utilizzi un vero e proprio «medicinale» (così viene descritto il “Glucosio Liofilchem” nella Gazzetta Ufficiale) contenente sostanze chimiche come i parabeni!
Certamente è più veloce, facile e meno rognoso un prodotto già pronto e confezionato, ma il gioco in questo caso vale la candela? I rischi possono essere alti, perché gli utilizzatori non sono soltanto le donne gravide, ma anche le loro creature...

[1] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale nr.38 del 15/02/2018, Comunicato AIFA

[2] «L’allergia ai parabeni», www.allergopharma.it/info-utili/lallergia-ai-parabeni/

Marcello Pamio

Sono passati solo cinque anni da quando fu presentato al mondo il primo abominevole hamburger ricavato da cellule staminali di vacca. Eravamo nell’agosto del 2013 a Londra, e qui nella capitale dell’Impero i Frankenstein con la traversa da chef lo hanno cucinato e pure mangiato.
Venti mila cellule di manzo sono state sviluppate una a una in vitro (in brodo-gel di coltura) in circa 3 mesi.
Il settore della carne sintetica sta facendo passi da gigante e non a caso è diventato una miniera di soldi, e sempre non a caso tra i principali finanziatori del progetto troviamo il co-fondatore di Google…
Stanno sfruttando molto sapientemente (per meri scopi commerciali) il discorso ambientale (per altro verissimo), degli allevamenti intensivi, della produzione di carne bovina che avrebbero un impatto enorme sull’ambiente (produzione di metano, disboscamento di intere foreste per ricavarne praterie, ecc.). Per cui stanno studiando metodiche di sintesi per produrre qualcosa che assomigli alla carne, ma senza gli inconvenienti della stessa, non tanto dal punto di vista salutistico (chissenefrega) ma dal punto di vista della natura.

Stampare “carne”
L’ultima novità è la stampa di un “pezzo di carne”…
Avete letto bene: si tratta di una nuovissima tecnica che riesce a organizzare a livello nanometrico le proteine vegetali, come se fossero delle fibre muscolari.
«Si può così ottenere una bistecca stampata in 3D con la consistenza fibrosa tipica della carne animale. Del tutto priva di OGM».[1]
Ciascuna fibra muscolare è il risultato della fusione di più cellule ed è rivestita da un sottile strato di tessuto connettivo, e questo è possibile grazie alle biostampanti tridimensionali.
«La stampa di un petto di pollo da 100 grammi richiede 40 minuti ma una volta che il processo sarà ingegnerizzato a grande scala ne basteranno 5. Il suo costo? In linea con quello della carne di allevamento ma è destinato a ridursi drasticamente, fino a raggiungere i 20 centesimi al chilo».[2]
Applausi dal mondo industriale e startup che nascono come i funghi.

Carne sintetica e fame nel Terzo mondo
Perfino la FAO, l’inutile e costosissimo carrozzone sovranazionale, si sta interessando alla carne sintetica, e il motivo è presto detto: tale obbrobrio infatti può essere fortificato con l’aggiunta di vitamine e/o minerali sintetici che potranno andare a contrastare la carenza di nutrienti nei paesi in via di sviluppo.
Applausi anche dal mondo filantropico e umanitario.

Cambiamento della visione e dello stile di vita
Tutti battono le mani senza capire che stiamo parlando di un abominio.
L’uomo occidentale invece di modificare il proprio stile di vita e aiutare le popolazioni africane a sganciarsi dal neocolonialismo (francese e non solo), tornando così a sfruttare le riserve e le risorse che hanno, fa crescere sintetizzando in laboratorio della “carne” in vitro, dentro una provetta, oppure stampandola in 3D, per risolvere la fame di quelle popolazioni!
Strano modo di affrontare il problema.

Ci dimentichiamo che le popolazioni africane sono mantenute in uno stadio larvale da noi occidentali. La colonizzazione del continente nero per esempio è opera nostra, e non è mai terminata. Oggi la Francia mantiene il controllo su buona parte di esso, quello più produttivo (caffè, cacao…) e quello più ricco (oro, diamanti, coltan, uranio, ecc.).
Chissenefrega se muoiono ogni giorno 30.000 bambini per mancanza di una sana nutrizione, mica vediamo i cadaverini per la strada o fotografati nei giornali.
No questo non è politicamente corretto, ma se un bambino vegano finisce al pronto soccorso, oppure se muore un bambino di una malattia infettiva, allora apriti cielo e i giornalisti-cazzari possono andare a nozze. Ipocrisia all’ennesima potenza.

Va detto che i bambini (che non vediamo) muoiono anche per responsabilità nostra: che ci piaccia o meno.
Circa 2/3 delle terre emerse sono usate per coltivare cereali e legumi che non saranno consumati dall’uomo bianco o dal neretto, ma dagli animali che finiranno macellati per il gusto di noi occidentali.
Siamo a livelli parossistici: l’85% dei cereali coltivati sono destinati agli “animali da carne”, e infatti per ogni chilo di carne servono circa 16 kg di cereali.
Milioni di bambini non hanno accesso all’acqua (fonte prima di vita e diritto inalienabile) eppure per produrre soltanto 1 kg di carne di manzo (mangiato poi nel nord del mondo) vengono buttati almeno 15.000 litri di oro blu.
In termini di deforestazione, un solo hamburger costa 5 metri quadrati di foresta. Un solo piccolissimo dischetto di carne. Foreste sottratte ovviamente alle popolazioni autoctone.

Conclusione
La soluzione è nota da tempo ed è semplicissima: se le persone cambiassero modo di vedere la vita e modificassero il proprio regime alimentare si potrebbero risolvere a livello mondiale moltissimi problemi legati all’inquinamento, al consumo delle risorse, e perché no, anche umanitarie.
Ben 7 persone potrebbero nutrirsi in maniera corretta e sana con l’equivalente in vegetali di quello che mangia 1 solo carnivoro americano.
Ecco perché non serve nessuna biostampante in 3D, e neppure delle pseudo-fibre collagenose fatte crescere dentro una provetta, partendo da cellule staminali di una vacca.
Per stare in salute e collateralmente aiutare miliardi di persone affamate è necessario cambiare, dando un forte e chiaro segnale al Sistema.
Però è molto più semplice e meno impegnativo stamparsi una bella bistecchetta in 3D... 

«Sono diventato vegetariano per ragioni etiche, oltre che salutistiche.
Credo che il vegetarismo possa incidere in modo favorevole sul destino dell’umanità».
Albert Einstein

 

[1] «Petti di pollo e bistecche stampati in 3D, così mangeremo in futuro», https://www.repubblica.it/salute/medicina-e-ricerca/2018/09/20/news/il_petto_di_pollo_e_vegetale_e_stampato_in_3d-206925069/?ref=RHPPRT-BS-I0-C4-P1-S1.4-T1

[2] Idem


Marcello Pamio

La salute dei giovani di una nazione dovrebbe essere una priorità in uno stato di diritto.
Ma non è così, la priorità da noi sembra essere quella di fare propaganda al «gregge disorientato» sulla bontà e l’urgenza delle vaccinazioni di massa. Il resto è noia.
Poco importa infatti sapere che siamo il paese con il più alto numero di studenti disabili; negli ultimi 10 anni le disabilità sono aumentate del 40%; circa 1 bambino su 6 ha disturbi specifici dell’apprendimento e 1 ogni 87 nati sviluppa l’autismo; il diabete di tipo-1 interessa 1 bambino ogni 450, e dal 12 al 15% dei giovanissimi soffrono di ADHD. Per non parlare dei piccoli obesi: i bambini italiani sono infatti al primo posto in Europa.
Infine la situazione diventa parossistica in ambito oncologico…

Cancro: primo posto in Europa
L’Italia ha sempre occupato uno dei primi tre posti in Europa per incidenza tumorale in età pediatrica. Notizia di qualche giorno fa, siamo riusciti nell’impresa titanica di indossare la maglia nera, salendo al primo posto nel continente europeo.
Stando ai dati del Ministero della Salute, negli ultimi 10 anni e nelle aree più contaminate si è registrato globalmente un incremento anche del 90% di patologie tumorali!

A denunciarlo in un convegno alla Camera dei Deputati dal titolo: «Emergenza cancro - Fattori ambientali modificabili e stili di vita non corretti», la Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) assieme alle «Confassociazioni Ambiente».
I cancri più diffusi sono quelli alla tiroide, alla mammella e mesotelioma.
L’allarme più grave ovviamente riguarda i tumori dei bambini.
Uno studio della IARC di Lione (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro), condotto in 62 paesi in collaborazione con l’AIRC (Associazione Internazionale dei Registri del Cancro) e sulla rivista «Lancet Oncology» ha riportato questa triste realtà.
La fascia di età in cui è stata riscontrata la maggiore incidenza di tumori è tra 0 e 14 anni, e negli adolescenti tra i 15 e i 19 anni. Mentre le aree più interessate sono: Italia, Cipro, Malta, Croazia, Spagna e Portogallo.

Ad aggiungersi al triste bollettino, l’ultimo rapporto SENTIERI (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento) a cura dell'ISS, che rileva una «emergenza cancro» tra i più giovani!
I dati raccolti nel periodo 2006-2013 in 28 dei 45 siti italiani maggiormente inquinati hanno infatti sottolineato un incremento di tumori del 9% nei soggetti tra 0 e 24 anni, con picchi del 50% per i linfomi Non-Hodgkin, del 62% per i sarcomi dei tessuti molli e del 66% per le leucemie mieloidi acute.
Quindi gli ultimi studi confermano il triste primato: i bambini italiani non soltanto hanno una salute pessima e risultano essere i più obesi, ma hanno anche il maggior numero di patologie tumorali!

Fino a qualche decennio fa questa emergenza non esisteva e il cancro in età pediatrica era rarissimo: come mai? Cos’è successo nel frattempo?
Domande importanti alle quali nessun ministro della salute ha voluto cercare di dare una risposta, perché troppo concentrati a inventare epidemie mediatiche, sradicare l’«incurabile» morbillo (cosa impossibile d’altronde da realizzare) o la terribile tosse canina.

La «ragion di Stato» è vaccinare coattivamente l’intera popolazione italiana (adulti e bambini) con la scusa delle malattie infettive e dei bambini immunodepressi. Mentre le istituzioni hanno occhi solo per i vaccini, stanno morendo di cancro (e forse proprio per questo) un numero elevatissimo di bambini e adolescenti ogni anno.
Parafrasando la famosa citazione di Gandhi: «la grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali», e contestualizzandola al tema del presente, si può affermare che «la grandezza di una nazione e il suo livello morale ed evolutivo, si possono giudicare dalla condizione psicofisica degli “uomini in divenire” (i bambini)».
Se ciò corrispondesse al vero, l’Italia è già sprofondata nel baratro più oscuro…

Dottor Howard Straus

Questo intervento è tratto dalla conferenza dell’autore alla Cancer Control Society (capitolo giapponese) del 25-26 luglio 2009. In esso spicca con chiarezza l’importanza di mantenere il sangue su un PH soglia ottimale alla sua stessa buona ossigenazione e a quella dell’organismo. Una cellula carente di ossigeno non è più in grado di differenziarsi iniziando il cammino dell’”indifferenziazione” o cancerosi. 
Nel 1924, Otto Warburg (che in seguito sarebbe stato proposto due volte come candidato al Premio Nobel) fece l’interessante osservazione che le origini del cancro potevano farsi risalire alla ridotta capacità del torrente sanguigno di trasportare ossigeno. Senza ossigeno, le cellule perdono rapidamente ogni possibilità di sopravvivenza. Come reagiscono? Chiaramente, non è che il sangue smetta improvvisamente di trasportare ossigeno; piuttosto, la perdita della capacità di trasportare ossigeno è un processo graduale e non necessariamente continuo, a causa del quale gli effetti nocivi della privazione di ossigeno aumentano progressivamente. 
Prenderemo inoltre in esame l’idea di Warburg (apparentemente sbagliata) secondo cui il deterioramento della capacità di trasportare ossigeno da parte del sangue, una volta cominciato, non può essere invertito. 
La capacità del nostro corpo di mantenere un buono stato funzionale dipende da molte sue proprietà chimiche, elettriche e fisiche.

I globuli rossi 
Il torrente sanguigno è il nostro “oceano” interno, il liquido che rifornisce ogni cellula dell’ossigeno e dei nutrienti necessari per sopravvivere, portando via, allo stesso tempo, i prodotti di scarto, in modo che il metabolismo non sia ostacolato o contaminato dalle tossine a cui siamo soggetti per il semplice fatto che viviamo in un ambiente imperfetto. 
Le strutture che permettono al nostro sangue di trasportare ossigeno sono i globuli rossi, piccoli emisferi vuoti che assorbono ossigeno alla superficie e sono abbastanza piccoli e flessibili da riuscire a insinuarsi nei minuscoli capillari che li trasportano nei punti più distanti del sistema circolatorio. Tutti i globuli devono galleggiare nel siero separati dagli altri globuli, altrimenti possono “coagularsi” e perdere la loro indispensabile flessibilità (per non parlare del fatto che diminuirebbe la superficie utile per trasportare ossigeno). 
Ogni globulo rosso trasporta in superficie una certa quantità di elettroni, i quali gli conferiscono una carica negativa. Il pH del sangue dovrebbe essere leggermente al di sopra di 7.0, il pH dell’acqua neutra; al di sotto di 7.0 siamo in ambiente acido, al di sopra in ambiente alcalino. Un pH leggermente alcalino, tra 7.35 e 7.40, è considerato ottimale per il sangue. I nostri processi fisiologici sono sensibilissimi a ogni minima variazione del pH, e il mantenimento dei valori corretti è definito “omeostasi”. Se uno solo dei valori ideali (concentrazione chimica, acidità, viscosità, temperatura, volume, etc.) varia anche di pochissimo, la nostra sopravvivenza è a rischio. 
Se il pH del torrente sanguigno scende sotto 7.0, il sangue “diventa acido” e gli elettroni che allontanano i globuli gli uni dagli altri vengono meno.

Senza ossigeno 
Sorge la domanda: «Cosa accade alle cellule del corpo quando non ricevono più ossigeno?». In molti casi, le cellule prive di ossigeno per lunghi periodi semplicemente muoiono. Decomponendosi, creano ancora più acidità, facendo scendere ulteriormente il pH. Alcune cellule, invece, per sopravvivere “cambiano marcia” e passano a uno stato in cui non hanno bisogno di ossigeno per creare energia. Lo stato sano e normale della cellula è quello del metabolismo “ossidativo”, in cui l’ossigeno e i nutrienti vengono utilizzati per creare energia (ATP) e sopravvivere, funzionare e riprodursi. Altrimenti lo stato privo di ossigeno a cui passano, detto “fermentativo”, sottende, per creare energia, il processo molto meno efficiente della glicolisi. In tale stato, anziché produrre energia, acqua e anidride carbonica, le cellule producono quantità minime di energia e acido lattico, il quale diminuisce ulteriormente il pH circostante.
Poiché producono molta meno energia che nello stato ossidativo (solo circa il 7%), le cellule in stato fermentativo possono soltanto scindersi e crescere, scindersi e crescere, anziché contribuire all’efficienza del corpo. Esse non sono più cellule “differenziate” dei muscoli, dei nervi, delle ossa o dei grassi, con un’utile funzione all’interno del corpo; sono diventate cellule “indifferenziate” o cancerogene. È importante capire che le cellule cancerogene non sono nemici che vengono dall’esterno. Esse rappresentano il tentativo disperato da parte di alcune cellule di sopravvivere anche quando non ricevono abbastanza ossigeno per un metabolismo sano. Dire che stiamo “combattendo il cancro”, quindi, rappresenta un fraintendimento totale: il “cancro” è solo il tentativo disperato delle nostre cellule di restare vive! Combattere contro di esse, in realtà, vuol dire combattere contro noi stessi.

Acqua salata 
Molti libri e documenti che abbiamo consultato per studiare questo fenomeno affermano senza ombra di dubbio che il cancro non può sopravvivere in ambiente alcalino. Provate a immaginare cosa accade a un pesce sano di acqua salata se viene improvvisamente messo tra le chiare, fresche acque di un lago: i suoi organi interni, perfettamente funzionanti nell’acqua salata, nel nuovo ambiente si deteriorano e muoiono. La stessa cosa accade alle cellule cancerogene quando l’ambiente acido in cui prosperano diventa alcalino. Dunque, mantenere il nostro ambiente interno a un pH ottimale di 7.35 dovrebbe prevenire il cancro, e persino invertirlo! La chiave per prevenire il cancro sta nel non lasciare mai che il pH del corpo scenda al di sotto di 7.35, se possibile.

Ci sono cibi e cibi 
Ora dobbiamo tornare al punto di partenza e scoprire perché i sistemi corporei non sono riusciti a espletare la loro funzione principale. 
Scopriamo che i cibi che mangiamo, le scelte alimentari che compiamo più volte al giorno, hanno effetti notevoli sull’equilibrio acido/base del nostro torrente sanguigno. Ci sono cibi che creano e mantengono un sano ambiente alcalino, incoraggiando la circolazione dell’ossigeno nel nostro sangue, mentre altri creano e rafforzano un pericoloso ambiente acido. Questi non sono necessariamente cibi che risultano acidi o alcalini al gusto o alla misurazione, nella loro forma naturale: i limoni, per esempio, nonostante la loro acidità, quando vengono metabolizzati (digeriti), creano alcali nel nostro corpo. È la natura chimica del residuo (le “ceneri”) rimanente dopo che l’alimento è stato metabolizzato a determinare se un alimento crea alcalinità o acidità. 
Quando mangiamo prodotti vegetali, in genere, le ceneri rimanenti dopo che il nostro corpo “brucia” il carburante creano condizioni alcaline. All’altro estremo, quando consumiamo e metabolizziamo prodotti animali – per esempio pollo, pesce, bistecca, maiale, uova e latte (proteine animali) – le ceneri restanti tendono a creare acidità, a causa dell’elevato contenuto fosforico degli alimenti. Il fosforo delle ceneri si combina con l’acqua del nostro corpo, creando acido fosforico. 
Se mangiamo sempre alimenti che creano acidità, senza bilanciarli con alimenti che creano alcali, costruiremo e manterremo per le nostre cellule un ambiente acido, quindi anaerobico (privo di ossigeno). Questa condizione, come ha fatto notare Warburg, favorisce il cancro. Possiamo vedere i risultati della succitata sequenza nello stato di salute della popolazione degli Stati Uniti, dove il consumo di carne e di alimenti animali è maggiore che nel resto del mondo: l’incidenza dei tumori, negli Stati Uniti, è oggi di una persona ogni 2.3, e aumenta sempre di più. 
T. Colin Campbell, PhD, il più insigne nutrizionista degli Stati Uniti (e forse del mondo intero) ha analizzato i rapporti tra proteine animali e cancro in uno studio condotto nelle Filippine. In certi casi, riducendo l’assunzione di proteine animali, la crescita del tumore s’invertì.

Un genio della medicina 
Il dottor Max Gerson, il famoso medico tedesco definito dal suo amico premio Nobel Albert SchweitzerUno dei più importanti geni della Medicina mai esistiti”, scoprì che facendo seguire ai pazienti una dieta strettamente vegetariana, eliminando dall’ambiente tutti i fattori noti come cancerogeni e “inondando” il corpo di nutrienti vegetali bio-disponibili, essi rispondevano in modo molto positivo dopo appena una settimana o meno! La circolazione migliorava, il trasporto dell’ossigeno era ripristinato e il sistema immunitario tornava ai compiti che gli erano propri, ovvero: proteggere il corpo dalle infezioni e dalle cellule anomale, e ricostruire le strutture danneggiate. Si tenga presente, per favore, che uno degli importanti effetti di una dieta strettamente vegetariana è il rapido ripristino del giusto livello di pH nel sangue, e quindi della sua capacità di trasportare ossigeno, o ciò che Warburg riteneva impossibile! 
Dopo un anno e mezzo-due, la terapia dietetica di Gerson, unita a una potente disintossicazione del fegato, può invertire e riparare i danni provocati da una vita di scelte nutrizionali inadeguate, invertire un tumore avanzato, ricostruire i sistemi di organi danneggiati e ripristinare una salute duratura. Per esempio, uno dei pazienti del dottor Gerson, William Schickel, cominciò la terapia Gerson all’età di 32 anni, mentre stava morendo per un linfoma avanzato e incurabile. Guarito, ha avuto una lunga vita produttiva ed è morto solo qualche mese fa, a quasi novant’anni. 
Ebbene, la Terapia Gerson è chiaramente molto di più che un insieme composto da dieta vegetariana, succhi e clisteri disintossicanti al caffè. 
Nel mondo di oggi il cancro è diventato molto diffuso a causa del modo in cui mangiamo; degli inquinanti chimici che immettiamo continuamente nell’aria, nell’acqua e nel cibo; del fatto che le piante crescono su suoli carenti, con fertilizzanti artificiali e pesticidi velenosi; dei farmaci tossici che prendiamo su prescrizione o agli angoli della strada; della mancanza di informazioni da parte delle istituzioni mediche, farmaceutiche, agricole e scientifiche sugli effetti nocivi delle loro pratiche redditizie, ma tossiche e dannose. Da quasi 100 anni, benché vi siano stati investiti centinaia di miliardi di dollari, la “ricerca” sul cancro ha accuratamente evitato di prendere in considerazione l’opera di Gerson e Warburg, che già da molto tempo l’avrebbe condotta a una cura efficace del cancro. È sufficiente considerare ciò per concludere che gli interessi commerciali delle agenzie mediche, farmaceutiche e governative non hanno nulla a che fare con la cura della malattia cronica, poiché nessuno si può arricchire raccomandando una dieta sana. 
Sta ai singoli individui riscoprire da soli l’opera di chi ha svelato, nel corso dei secoli, i segreti della salute e della guarigione.

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I clisteri per sostenere il fegato 
Uno degli elementi più importanti della Terapia Gerson sono i clisteri disintossicanti al caffè. Quando il corpo riceve una grande quantità di nutrienti, attraverso 13 succhi di frutta e verdure al giorno, appena spremuti, e tre abbondanti pasti vegetariani, l’ambiente interno del corpo diventa alcalino. Non solo le tossine accumulatesi tutta la vita all’interno delle cellule fuoriescono, ma le cellule maligne cominciano a morire. I residui di questi due processi devono essere trasportati dal torrente sanguigno, condotti al fegato e filtrati per essere espulsi. Ma il fegato di un malato di cancro è già molto compromesso e potrebbe essere sopraffatto dal carico addizionale di tossine e cellule cancerogene morte. Senza un adeguato supporto per espellere le tossine dal fegato, il paziente potrebbe cadere in coma epatico (del fegato) e persino morire. Nei primi stadi della terapia Gerson anticancro, sono necessari fino a cinque o più clisteri quotidiani di caffè, per favorire il deflusso delle numerose tossine dal fegato e dal tratto intestinale. Attenzione, per favore: il clistere di caffè non è finalizzato a svuotare il colon; il suo preciso compito è quello di far defluire le tossine dal fegato. È anche un potente analgesico, in quanto la tossicità è la causa fondamentale praticamente di ogni dolore cronico.

Scritto da: 
Howard Straus
, nipote del Dottor Max Gerson, si è laureato al Massachusetts Institute of Technology (MIT), e attualmente vive a Carmel, in California. Da 20 anni si impegna per la terapia Gerson, come uno dei direttori del Gerson Institute, redattore capo del Notiziario Gerson Healing Newletter, Presidente del Cancer Research Wellness Institute e come editore di numerosi volumi e opuscoli sulla Terapia Gerson. 
Ha negoziato la pubblicazione in 9 lingue del volume Healing the Gerson Way (Guarire con il Metodo Gerson, pubblicato in Italia dalla Macro Edizioni nel 2009) ed è l’autore di una biografia di suo nonno: Dr. Max Gerson: Healing the Hopeless, tradotto anche in tedesco. 
Howard Straus ha tenuto conferenze in Tailandia, Malesia, Singapore, Giappone, Canada e in molte località negli Stati Uniti, ed è spesso ospite su programmi radiofonici che trattano il tema del benessere. E’ apparso sulla TV nazionale in Singapore e Colombia

 

A cura del dottor Howard Straus – tratto da “Scienza e Conoscenza” 
Anno 9, I° trimestre 2010 - www.scienzaeconoscenza.it