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Marcello Pamio

Il filoso, giurista e storico francese Charles-Louis de Secondat, noto solo come Montesquieu (1689-1755) è considerato il padre della teoria politica della separazione dei poteri.
Egli ha descritto la famosa tripartizione dei poteri: legislativo (fa le leggi), esecutivo (le mette in pratica) e giudiziario (che in teoria avrebbe il compito di farle rispettare). Questi poteri in una “democrazia” dovrebbero essere ovviamente separati e indipendenti gli uni dagli altri, ma sappiamo bene che nella realtà non è proprio così.
Qualche secolo dopo Montesquieu si sono materializzati altri due poteri: il «Quarto Potere», quello della carta stampata, e il «Quinto Potere», quello dei mezzi di comunicazione di massa (radio, televisione e oggi internet e dispositivi digitali).
Questi ultimi rappresentano lo strumento di controllo sociale e manipolazione della pubblica opinione, e coloro che li gestiscono hanno un responsabilità enorme.
Ultimamente si è aggiunto anche il «Sesto Potere», che va sotto il nome di «Big Data».

Il termine «Big Data» è stato usato per la prima volta nel 2014 e rappresenta il più occulto e paradossalmente il più subdolo e persuasivo degli altri cinque. Letteralmente significa «grandi dati», e rappresenta l’insieme delle tecnologie di analisi di enormi quantitativi di informazioni e la capacità di estrapolare, mettendo in relazione questi dati, eventuali legami e/o prevedere andamenti futuri.
Potrà sembrare fantascienza, ma qualsiasi cosa noi facciamo nella nostra vita, nella nostra quotidianità produce dati….
Nella vita virtuale, basta una ricerca su Google, un acquisto al supermercato, postare delle foto sui social, registrare un messaggio vocale, scrivere un tweet o un post, ecc.
Nella vita reale avviene la medesima cosa: quando si entra in una metropolitana l’obliteratrice traccia il nostro passaggio, come pure quando si passa per un casello autostradale o si acquista con carta di credito...
Questo enorme flusso di dati non va perduto, ma viene catturato da Big Data.
Le stime degli esperti fanno impallidire: nel 2000 tale mole di dati viaggiava a circa 1,5 miliardi di Gigabyte, mentre nel 2012 era di 650.000 petabytes.[1]

«Dall’alba della civiltà fino al 2003 l’umanità ha generato 5 exabytes (5 miliardi di gigabytes) di dati, mentre ora ne produciamo 5 exabytes ogni 2 giorni con un ritmo accelerato che raddoppia ogni 40 mesi»[2] Tali sconvolgenti previsioni però sono sbagliate in ribasso perché nel 2013 avevamo già prodotto ben 4.400 exabytes.[3]

Tutti questi dati vengono raccolti, analizzati e monetizzati: coloro che sono in grado di gestirli e interpretarli hanno un potere unico al mondo.

Data Mining
Con «Data Mining» s’intende l’insieme delle tecniche e metodologie che servono per l’estrazione di informazioni utili derivate da grandi quantità di dati. Avere infatti montagne di hard disk zeppi di fantamiliardi di informazioni non serve a nulla se non si è poi in grado di trasdurli nel concreto.
Queste tecniche sono quasi tutte automatizzate, grazie a specifici software e algoritmi. Al momento attuale vengono utilizzate reti neurali, alberi decisionali, clustering e analisi delle associazioni.
Le finalità del Data Mining possono venire applicate nei vari campi: economico, scientifico, marketing, industriale, statistico, ecc.
L’operazione parte da informazioni «criptiche», senza ordine apparente in un database e arriva a una conoscenza sfruttabile per vari fini, principalmente quello di tipo economico.

Ecco un banale esempio di utilizzo del Data Mining.

Il cliente che chiede un prestito a un istituto di credito compra abitualmente feltrini adesivi per i piedi dei mobili?
Se lo fa, le sue chance di ricevere il prestito aumentano. Il nesso, piuttosto curioso ma vero, è stato messo in luce proprio applicando strategie di Data Mining, che hanno evidenziato come chi compra feltrini tendenzialmente è un ottimo pagatore.[4]

Si tratta solo di un esempio ma dimostra come Big Data è in grado di sondare gli aspetti più intimi. Come fanno infatti a sapere che chi compra feltrini per i mobili è più affidabile di chi non li compra? Dall’altra parte come potranno essere usate queste informazioni dalle società di credito quando arriva in filiale un cliente che non ha mai comprato feltrini?
Tenuto conto che tali dati interessano la globalità dell’essere umano, per cui anche in ambito medico, come si comporteranno le assicurazioni e/o le banche, sapendo che Mario Rossi ha chiesto un mutuo o una polizza sulla vita, ma dal database risulta essere una persona geneticamente predisposta al cancro, o al morbo di Parkinson o all’Alzheimer?

Ricerca Motivazionale
La «Ricerca Motivazionale» rappresenta il fulcro centrale delle lobbies: cosa c’è infatti di più importante  che capire le vere motivazioni che stanno alla base dei comportamenti di acquisto dei consumatori? Tale “Ricerca” avviene dai primi decenni del secolo scorso, ma oggi con l’evoluzione della tecnologia, i risultati sono futuristici.
Analizzando i dati delle carte fedeltà e incrociandoli con quelli delle carte di credito, è possibile scoprire delle cose inquietanti su ognuno di noi.
I «programmi fedeltà» esistono solo per persuaderci a comprare di più. Ogni volta che usiamo tali carte, viene aggiunta al nostro archivio digitale l’indicazione di quello che abbiamo comprato, le quantità, l’ora, il giorno e il prezzo. Quando usiamo le carte di credito, l’azienda archivia la cifra e la tipologia merceologica: ad ogni transazione è assegnato un codice di quattro cifre che indica la tipologia di acquisto.
Dove vanno a finire questi dati, ora è facile immaginarlo…

Big Data & Big Pharma
Ecco come Big Pharma utilizza il Data Mining.
Le lobbies chimico-farmaceutiche spendono ogni anno miliardi in Ricerca e Sviluppo (R&D), ma ne spendono molti di più in marketing spudorato: comparaggio (corruzione), pubblicità di medicinali, e mandando negli studi medici i loro fedelissimi rappresentanti.
Questi per promuovere le loro molecole, oltre alle classiche informazioni sui farmaci e ai campioni gratuiti hanno un altro potente strumento: i report sulla storia prescrittiva del medico.
Le industrie cosa fanno? Comprano questi report da ditte specializzate (PDI, «Prescription Drug Intermediary»), che a loro volta acquisiscono i dati di prescrizione dei singoli medici dalle farmacie, collegandoli poi alle informazioni sui medici che comprano dall’AMA, «American Medical Association».[5]
Con questi sono in grado di sapere se il medico è un grande prescrittore oppure no; se adotta subito le novità consigliate e/o omaggiate; riescono ad avere maggiori strumenti per convincerlo a prescrivere il farmaco più costoso, e infine possono contrattare i propri compensi.
E’ un caso che l’industria farmaceutica rappresenta il primo consumatore dei dati di prescrizione?
Sono dati per loro fondamentali.

In Italia teoricamente questo non potrebbe avvenire perché vige il divieto alle farmacie di fornire dati, ma i dubbi rimangono sempre moltissimi, anche perché dove vanno a finire i dati dei farmaci acquistati (con o senza ricetta medica) quando il lettore del codice a barre della cassa scansiona prima i medicinali e poi il codice fiscale con la scusa di “detrarli”? Nel codice fiscale c’è il nome e cognome della persona e nella ricetta quello del medico prescrittore…
Si possono o no incrociare questi dati e avere un quadro generale della persona e del medico?

La privacy non esiste
La “privacy” esiste? No, serve solo a prendere in giro il popolo-gregge dando l’illusione che vi sia il rispetto della vita personale, ma questo rispetto non è mai esistito.
Non è certo una novità sapere che molte aziende vendono e altrettante aziende acquistano i dati personali di milioni di persone.
Chi gestisce questi dati non solo è in grado di costruire un profilo accuratissimo di ciascun individuo, ma anche di interferire molto seriamente nelle sue scelte.
Ne vediamo solo la puntina dell’iceberg quando visitando delle pagine web, subito dopo su Amazon, Google o altri siti appaiono magicamente delle pubblicità coerenti con quello che abbiamo visionato qualche istante prima. Su Amazon dei sofisticatissimi algoritmi dirigono le scelte consigliandoci addirittura i titoli di libri su argomenti che sanno ci interessano; Facebook per esempio ci suggerisce alcune precise amicizie; Booking invece ci suggerisce delle mete per noi ambite da sempre.
Come fanno? Hanno la sfera di cristallo o più semplicemente la responsabilità è solo nostra perché lasciamo in giro pezzetti di noi stessi?

“Like” e “Tweet”: il profilo psicometrico
Secondo alcuni analisti bastano pochissimi «like», i «mi piace», o qualche «tweet» per fare previsioni sul futuro comportamento di una persona.
Like e tweet rientrano nella categoria dei «rivelatori di preferenza».
Quello che non tutti sanno è che incrociando i dati è possibile arrivare a individuare gusti e caratteristiche molto più intimi e personali, che apparentemente sono disgiunti da quelli espressi con il singolo like.
La conclusione è preoccupante perché è possibile tracciare un identikit molto accurato di ogni individuo semplicemente da qualche dato lasciato nel cyberspazio: etnia, gusti alimentari, orientamento sessuale, opinioni politiche, e non solo possono essere predetti.
Pensate che con soli 70 like riescono a creare un «profilo psicometrico» che permetterebbe ai gestori di Big Data di conoscere quella persona meglio dei propri amici. Con 150 like l’analista è in grado di conoscerci meglio della nostra famiglia e con 300 like meglio del nostro partner…
La vita umana oramai è stata delegata e regalata nelle mani di spietati individui che per soldi e potere interferiscono con le nostre scelte, anche quelle più intime.

Cosa fare
Possiamo in qualche maniera tutelarci? Rinunciare ad internet non ha molto senso, almeno nella nostra società, ma almeno imparare ad usarlo correttamente per quello che è: uno strumento!
Oggi però questo strumento non viene usato dalle persone, sono le persone che vengono usate da esso.
Il mezzo è diventato il fine ultimo, e questo è assai pericoloso.
Disseminiamo l’etere ogni giorno di dati personali: acquistiamo in negozio con la carta di credito, compiliamo la scheda per la tessera fedeltà, andiamo in giro col telepass, ecc. ma quello che di noi perdiamo nel web e le tracce che lasciamo del nostro passaggio, non hanno paragoni. Ogni sito che visitiamo, video che guardiamo, articolo che leggiamo, banner che clicchiamo, oggetto che compriamo con paypal o carta di credito, per non parlare dei like o dei twitter sono tutti dati che vanno a riempire non solo Big Data, ma una cartella sempre più grande, che sopra ha l’etichetta col nostro nome e cognome...
Ora che sappiamo qualcosina in più di come funziona il Sistema, possiamo girare la testa dall’altra parte e continuare a fare quello che abbiamo sempre fatto; possiamo altrimenti decidere di usare il web (cellulare compreso, visto che lo smartphone non è più un telefono ma un computer tascabile perennemente connesso) con maggior consapevolezza e intelligenza di prima, o infine isolarci dal mondo tornando all’epoca della pietra, comunicando col piccione viaggiatore, nella speranza che qualche drone non lo intercetti...

 

[1] «Il Sesto Potere fagocita i nostri dati e li può utilizzare per controllarci», Giuseppe Arbia, «Il Giornale», 15 settembre 2018

[2] Eric Schmidt, nel 2010 era amministratore delegato di Google

[3] «Il Sesto Potere fagocita i nostri dati e li può utilizzare per controllarci», Giuseppe Arbia, «Il Giornale», 15 settembre 2018

[4] «Data Mining», http://www.intelligenzaartificiale.it/data-mining/

[5] «Limitazioni all'uso dei dati di prescrizione per la promozione dei farmaci negli USA», www.nograzie.eu

Marcello Pamio

Del Beppe nazionale e delle sue discrepanze ne ho scritto nel lontano 2007, in tempi non sospetti[1] (leggi qui), e ben due anni prima che nascesse il «Movimento Pentastellato» (4 ottobre 2009).
Nell’ultimo periodo però, le piroette e il cambiamento a 360 gradi fatto da Grillo è degno di un grande trasformista.
Va ricordato che è stato uno dei primi a sputtanare pubblicamente durante i suoi spettacoli la «madre di tutte le zoccole»: il signoraggio bancario e la truffa della creazione della moneta.
I banchieri diceva: «stampano le banconote e le prestano».
Per non parlare del debito nazionale: «a chi li dobbiamo due milioni e mezzo di miliardi?» chiedeva al pubblico sempre più stranito dalle battute.
Nel 1998 a Milano durante lo spettacolo «Apocalisse Morbida», davanti a migliaia di persone Grillo spiega a suo modo i vaccini: «Il principio del vaccino è: prendi un bambino sano, che non ha neanche un anno. Con un sistema immunitario perfetto. Gli inoculi un virusino piccolo in modo che lo abitui un po’. Nel caso arrivi il virus più grosso, il virusino piccolo è anni che gira e gli fa un culo così…
Se però il virus grosso non arriva, il virusino rimane lì, in giro. Poi oltre a lui c’è anche un po’ di mercurio…»[2]. Infine mostra nello schermo come hanno manipolato i grafici dell’incidenza delle malattie infettive, il tutto per osannare i miracolosi vaccini. Siamo nel 1998.                    

Nel 2013 urlava dalla piazza di Trento: «Vogliamo che ci sia uno stato in Italia. Noi vogliamo sovranità monetaria. Vogliamo una banca di Stato. Ce l’hanno messa in quel posto quando siamo entrati nell’euro e non ci hanno chiesto neanche il parere»[3]
Nulla di strano visto che ha lavorato, a suo dire, col grande Giacinto Auriti[4], la cosa molto strana è come mai ultimamente questi argomenti sono diventati un tabù per lui e il Movimento.

Grillo & il complottismo
Se entriamo nel discorso dei complotti, il nostro ha le idee chiarissime.
«L’Italia è, si sa, un popolo di santi, navigatori ed eroi. Purtroppo ospita anche una certa percentuale di coglioni, di una specie particolare: i coglion-complottisti. I dietrologi dell’acqua fresca. Le tinche del fango marcio. Questa razza italica non si arrende di fronte a nulla, tanto meno all’evidenza…”.
I coglioni sarebbero tutti coloro che parlano di cose inutili come scie chimiche, organismi geneticamente modificati, ecc.
Nel seguente video[5] (qui) in pochi secondi Grillo riesce, mescolando ad arte (roba da far impallidire anche Joseph Goebbels) a ridicolizzare temi delicatissimi come scie chimiche, fusione fredda e ogm, confermando nella sua sputtanalisi finale che in Italia: «siamo in una fase maniacale dell’ambientalismo…». Come dire: chi si occupa di queste cose è un malato di mente…

Ultimamente, forse non contento di come stanno andando le cose, si accanisce pure nei confronti dell’omeopatia[6] (vedi articolo).
All’appello mancava cosa, forse il microchip? Eccoci accontentati.
Qualche giorno fa, il 6 settembre 2018, nel suo blog se ne esce con un post dal titolo «Impianti chip per i malati di Alzheimer».

«Un’azienda statunitense ha prodotto dei microchip da impiantare sotto pelle per i malati di Alzheimer. Ecco come funzionano. È questa la tecnologia che amo».
Il microchip sarà il prossimo passaggio e non a caso la «Finestra di Overton» si è aperta su tale dispositivo...
La propaganda ha iniziato a lavorare alacremente per far superare alla gente la normale repulsione di farsi inoculare sottopelle un microscopico impianto.
Ovviamente «non c’è nessun rischio e soprattutto i benefici superano qualsiasi problema».
Sempre più articoli infatti stanno uscendo su aziende che hanno iniziato a usarlo nei dipendenti (così evitano di timbrare il cartellino, possono fare acquisti nelle mense senza contanti…); nei locali alla moda per evitare i pagamenti con le antiquate banconote o con la vecchia carta di credito (lo scanner sulla mano e il gioco è fatto). Articoli su bambini scomparsi che miracolosamente vengono ritrovati nell’arco di qualche ora grazie al GPS contenuto nel chip, ecc.
Pura propaganda.
Sembra finito il tempo delle rapine e degli scippi, della clonazione delle carte di credito, perché il microchip non è estraibile, non è clonabile e quindi rappresenta la manna dal cielo per la sicurezza.
Il passaggio nella tecnologia medica è stato immediato: nel chip infatti si potranno registrare tutti i dati sensibili del paziente, oltre ai parametri vitali, cosa questa molto interessante per le lobbies farmaceutiche e quelle assicurative…
Il Regime controlla i media per cui passano solo i lati positivi del chip: sicurezza, comodità, risparmio, controllo e prevenzione delle malattie, ecc.
Però non vengono spiegati quali sono i reali rischi, di questa inquietante e oscura tecnologia!
Lavorano sempre e solo nell’aspetto emotivo, come nel caso di Grillo: mostrando che il povero malato di Alzheimer non si perderà più con il Gps contenuto nel chip impiantato.
Si investono soldi nella ricerca volta alla vera comprensione della cause della demenza? Non serve perché la tecnologia (farmaci e microchip) ci sta rendendo la vita meno amara e meno schifosa.
Beppe Grillo con il suo articolo sull’Alzheimer sta facendo proprio questo gioco, anche perché non conoscerne i reali rischi...

I Grillo & i vaccini                                         
Dopo aver sparato a zero sui vaccini nel lontanissimo 1998, l’8 settembre 2007, al «Vaffa day», Beppe Grillo lancia un'altra invettiva contro i vaccini e, dal palco, convince le mamme a boicottare la chiamata dell’Asl. «Siamo l’unico paese dove esistono 10 vaccini obbligatori. Ti dicono che sei obbligato a curarti. Tra un po' ti diranno che è obbligatorio anche giocare al gratta e vinci e sosterranno che è un tuo diritto a vincere».
L’argomento vaccini sta(va) molto a cuore a Grillo perché sembra che uno dei suoi figli (ne ha sei: due con la prima moglie, due con l’attuale che ne aveva già due) sia affetto da autismo post-vaccinico. Più che valida motivazione per la sua repulsione nei confronti delle vaccinazioni di massa, ma nonostante una simile tragedia famigliare, e nonostante gli anni passati ad attaccare anche violentemente vaccini e vaccinazioni, quasi improvvisamente il genovese smette di parlarne, si disinteressa di tutto, anche e soprattutto dell’autismo, e spinge il suo partito a fare altrettanto. Come mai questo strano comportamento?

Come mai i pentastellati prima delle elezioni avevano una posizione chiarissima sul tema, come pure le dichiarazioni dell’onorevole Giulia Grillo prima dell’investitura di ministro e a distanza di un anno stanno facendo dietrofront? Cos’è successo?
Come mai un personaggio famoso, potente e assai ricco come Beppe Grillo, e tutto il suo partito (per voce del Ministro Giulia Grillo) hanno fatto una spudorata quanto squallida marcia indietro nei confronti delle vaccinazioni? E’ solo un problema di cognome, o c’è dell’altro?
Minacce, avvertimenti o sostituzione con cloni?
O dobbiamo parlare di vera e propria possessione, anche perché stando alle immagini di alcuni personaggi, prima e dopo il cambio, una simile ipotesi diventa molto realistica…
La Lorenzin era quasi umana prima di entrare al ministero, e si è trasformata in un vero e proprio mostro. Per non parlare di Beppe Grillo stesso.
Staremo a vedere dove arriverà la trasformazione del Ministro Giulia Grillo…

[1] https://disinformazione.it/2018/01/09/beppe-grillo-e-libero-o-controllato/

[2] Beppe Grillo, monologo del 1998 a Milano.

[3] Video Byoblu https://www.youtube.com/watch?v=C-Dcu33UPzQ

[4] Giacinto Auriti (1923-2006), giurista e saggista italiano, uno dei personaggi più critici nei confronti del sistema monetario e bancario

[5] https://www.youtube.com/watch?time_continue=42&v=XcHncy0MpQg

[6] https://disinformazione.it/2018/08/15/beppe-grillo-e-il-paraculum-100-ch/

Marcello Pamio

Quando oggi si tira in ballo il termine «vegano» (esattamente come avviene per il tema «vaccini») la popolazione e anche la scienza si dividono in due schieramenti contrapposti, da una parte coloro che ne capiscono la valenza e la rispettano, dall’altra quelli in preda ad una strana isteria che attaccano senza mezze misure e senza minimamente sapere di cosa si sta parlando.
Una buona parte della popolazione generale, grazie a decenni di lavaggio del cervello e trasmissioni televisive fatte ad arte, è stata addestrata e allevata (ecco il vero «effetto gregge») non a ragionare con la propria testa e avere un pensiero lineare, ma a reagire comandati.
Quando il discorso tocca tematiche delicatissime e personali (vaccini, alimentazione, salute, ecc.), è come se la gente sentisse messa in discussione la propria visione delle cose e della stessa vita, per cui reagisce attaccando senza mezzi termini e in ogni modo.

L’alimentazione è un argomento la cui importanza non può essere messa in discussione da nessuno, come pure non possono essere giudicate le motivazioni che spingono una persona a intraprendere una scelta piuttosto che un’altra. Quello che muove una persona sono sempre motivazioni interiori (etiche, morali, salutistiche o altro) non criticabili a prescindere, perché andrebbero viste nel loro insieme e nella loro globalità. Viene da sé che se di mezzo ci sono bambini tali scelte si caricano di una maggiore responsabilità; ma ogni scelta, se fatta consapevolmente (e non per emulare o copiare qualcuno o una moda), deve essere rispettata. 
Purtroppo continuano invece i rigurgiti e gli attacchi scandalosi nei confronti dell’ormai irreprensibile regime vegano. Oltre a medici, perfino esponenti della politica nazionale sono intervenuti con arroganza e ignoranza sul tema, facendo passare i genitori che adottano un regime naturale, come dei malati di mente da incarcerare e multare.

Mi riferisco alla folle proposta di legge presentata nel 2016 dalla deputata Elvira Savino di Forza Italia, il cui testo prevedeva fino a un anno di carcere (arrivando a 2 se il minore aveva meno di 3 anni) per i genitori che adottavano una dieta «priva di elementi essenziali per la crescita».
Ci sarebbero mille domande da porre alla deputata, ma purtroppo non servirebbe a nulla visto che a monte necessiterebbe avere delle conoscenze nutrizionali, che la forzaitaliota non ha.
Per esempio a quali «elementi essenziali» si riferisce? Alle intoccabili «proteine nobili», cioè quelle di origine animale? Oppure alle vitamine e minerali...?
La fortuna vuole che ce lo spieghi lei stessa: «molte volte, infatti, soprattutto ai figli di genitori che seguono diete vegane o vegetariane, viene imposta a minori un’alimentazione che esclude categoricamente e imprudentemente alimenti di origine animale e loro derivati».
Secondo la Savino, per gli adolescenti e i bambini l’alimentazione vegana o anche vegetariana «è carente di zinco, ferro tipo eme (contenuto in carne e pesce), vitamina D, vitamina B12 e omega-3».
Qui se c’è una carenza è di tipo culturale…

Il paradosso - non comprensibile per la maggior parte dei politicanti della domenica - è che la dieta onnivora, cioè quella ricchissima degli «elementi essenziali» tanto osannati e propagandati dalla giovine deputata, è esattamente la dieta che sta trasformando i nostri bambini in piccole creature mostruosamente obese. Sarà un caso infatti che i bambini italiani sono tra i più obesi d’Europa?[1]
Alla Savino sono sfuggiti gli ultimi dati della «Childhood Obesity Surveillance initiative» (2015-17) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, perché era tutta intenta a dare la caccia ai genitori vegani.
Come pure non avrà letto le pubblicazioni che sbugiardano le sue aberranti posizioni, ad esempio l’ennesimo documento dell’ADA, l’«American Dietetic Association».
L’Associazione dei Dietisti Americani ha pubblicato una valanga di documenti sull’argomento, affermando ogni volta la propria posizione ufficiale a favore dei regimi alimentari vegetariani e vegani.

Hanno iniziato nel lontano 1987, per poi riaffermarlo nel 1992, nel 1997 (J Am Diet Assoc. 1997;97:1317-1321) e nel 2000. Nel 2003 («Journal American Dietetic Association» 2003;103:748-765) addirittura si sono aggiunti pure i medici canadesi dell’Associazione dei Dietisti. 
Nel 2009 («Journal of The Academy of Nutrition and Dietics» 2009;109:1266-1282) la penultima, per giungere al 30 agosto 2018 con la pubblicazione sul «Journal of The Academy of Nutrition and Dietics».
La loro posizione, nonostante i decenni trascorsi, è sempre la medesima: «l’American Dietetic Association ed i Dietitians of Canada affermano che le diete vegetariane correttamente bilanciate sono salutari, adeguate dal punto di vista nutrizionale e che comportano benefici per la salute nella prevenzione e nel trattamento di alcune patologie».

Quindi a differenza delle sciocchezze esposte da alcuni politicanti, ciarlatani e medicastri, le associazioni che riuniscono i dietisti americani e canadesi affermano da oltre trent’anni che la dieta vegetariana è in grado di apportare «benefici per la salute» sia nella prevenzione che nel «trattamento di alcune patologie».
Non si sono limitati a questo, perché oltre a quella vegetariana i dietisti si sono occupati anche di quella vegana, e il motivo è semplice: negli anni il numero di persone che hanno abbracciato questa scelta è aumentato moltissimo. Era d’obbligo per loro, per cui hanno allargato la loro posizione ufficiale nella seguente maniera: «le diete vegetariane correttamente pianificate, comprese le diete totalmente vegetariane o vegane, sono salutari, adeguate dal punto di vista nutrizionale, e possono conferire benefici per la salute nella prevenzione e nel trattamento di alcune patologie. Le diete vegetariane ben pianificate sono appropriate per individui in tutti gli stadi del ciclo vitale, ivi inclusi gravidanza, allattamento, prima e seconda infanzia e adolescenza, e per gli atleti».

Sfatiamo un volta per tutte il mito della dieta onnivora, assai comodo a un certo tipo di Sistema, che ci vuole invece all’ingrasso come i maiali, predisponendoci a tutte le malattie moderne.
La dieta onnivora-carnivora non a caso fa aumentare il PIL (industrie lattiero-casearie-macellatorie, farmaceutiche, chimiche, ecc.), perché rende le persone maggiormente vulnerabili alle malattie, con la logica conseguenza dell’aumento degli introiti farmaceutici. Mentre un regime sano a base vegetale, predisponendo alla salute, non produce lo stesso effetto…
Oggi si può affermare senza paura di smentita che una dieta vegetariana (intelligente) e/o vegana ben pianificata, è adatta in TUTTE le fasi della vita, anche nell’infanzia e gravidanza, soddisfacendo il fabbisogno di TUTTI i nutrienti e microelementi.
Per cui basta, non ci sono più scusanti! Mai più nessuno potrà attaccarsi al ridicolo, quanto ascientifico carrozzone del Ferro-eme, della Vitamina D e delle «proteine nobili».
La conclusione è scontatissima: se ci si vuole mantenere sani, rispettando al contempo la Natura, gli animali e l’ambiente, la strada verso un regime vegetale è quasi obbligatoria.
Esattamente come ha scritto nel 1891 il grandissimo Leone Tolstoi nell’introduzione del volume di Howard Williams «The ethics of Diet», poi divenuta un vero e proprio libro dal titolo «Il primo gradino».

«Così non si può pensare di voler cuocere sul serio il pane, se prima non si è impastata la farina e scaldato il forno. Allo stesso modo non si può credere di poter arrivare a condurre una vita morale, se non si rispetta un ben preciso ordine nell’acquisizione progressiva delle virtù necessarie».[2]

Per il Leone russo infatti, il primo gradino che permette la salita nella scala dell’evoluzione spirituale è la non violenza in senso assoluto, tra cui ovviamente non creare sofferenza animale con le proprie scelte alimentari….
Per cui se oggi un medico, un dietista o un nutrizionista sconsiglia i regimi alimentari vegetali, li ridicolizza, o peggio ancora li usa per fare del facile terrorismo, salutatelo lasciandolo nel suo triste brodo culturale. Diamo un segnale a quegli individui che non si aggiornano, che non aprono la mente e il cuore e che sono impantanati (senza nessuna scala) nelle sabbie mobili dell’ignoranza!

 

[1] «Bambini italiani tra i più obesi d'Europa, il 38% delle femmine», www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/salute_bambini/medicina/2018/05/24/bambini-italiani-tra-i-piu-obesi-deuropa-il-38-delle-femmine_010d90c6-32d0-44d8-be1e-aa6b0813a1c3.html

[2] https://www.sololibri.net/Il-primo-gradino-Lev-Tolstoj.html

Paolo Brunetti e Antonio Papa, tratto da "Frigidaire", aprile 1990

Corentin Louis Kervran è nato a Quimper, in Bretagna, nel 1901. Chimico di valore ed esperto di Medicina del Lavoro, in Igiene, Agricoltura, docente universitario è vissuto a Parigi dove ha svolto la sua attività di ricercatore ed estensore di numerosi testi scientifici.
Per vent'anni è stato direttore dei servizio nazionali francesi per lo studio delle nuove questioni scientifiche e in particolare delle misure di prevenzione degli effetti dannosi prodotti dalle radiazioni atomiche sull'organismo umano.
Il suo nome è comparso, più volte, a partire dal 1975, fra i candidati dal Premio Nobel di fisiologia e medicina

Dobbiamo ringraziare la lungimirante intelligenza e la caparbietà dell'editore Giannone, perché diversamente oggi, in Italia, non si conoscerebbe l'opera di Kervran, la cui enorme importanza, così come ha dimostrato il dibattito aperto in seguito all'affaire fusione nucleare "fredda", è ancora ben lontano dall'essere "compresa", perlomeno negli ambienti cosiddetti "scientifìci".
Diciamo "compresa", ma, in realtà, la "comprensione" ci fu, eccome! Ovviamente, dapprincipio, le conclusioni raggiunte da Kervran (già negli anni sessanta!) affrontarono il vaglio della "Comunità scientifica" che pose immediatamente il "veto" a quella che sarebbe equivalsa ad una "dichiarazione di invalidità totale" del principio di Einstein e Langevin dell'equivalenza tra energia e massa nel rapporto c2
Ma nel corso degli anni, proprio di fronte alla impressionante mole di dati e "conferme" sperimentali, l'aut-aut posto dai fisici "ufficiali" dovette “ammorbidirsi” ed ammettere una “terza via”: nacque così l’ipotesi dei neutrini, che troverà conferma proprio da parte della comunità scientifica.

Insomma, Kervran, le sue teorie, le sue osservazioni, il suo “effetto Kervran”, furono prima rifiutati, poi riconosciuti – perché sperimentati dalla Scienza ufficiale – ed infine semplicemente RIMOSSI dalla stessa Scienza Ufficiale che li aveva sperimentati”

Vediamo a questo proposito alcuni dichiarazioni rilasciate dallo stesse Kervran alla rivista scientifica "Scienza vita" nel gennaio 1980. 
"Devo dire che le mie scoperte sulla trasmutazione del potassio in calcio come avviene nello stomaco delle galline non sono né una novità né un fatto incredibile. Studi in tal senso furono fatti addirittura dal francese Vauquelin nel 1799 e sono ampiamente illustrati nei suoi testi. A quel tempo Vauquelin constatò come le galline producessero - tra feci e guscio d'uovo - al meno quattro volte la quantità di calcio che esse ingurgitavano nel corso della loro alimentazione. Per portare avanti la sua esperienza scientifica egli prese varie galline, le pose in un ambiente privo di calcio e le nutrì di sola avena che, com’è noto, è un ‘calcifugo’ cioè un cereale praticamente privo di calcio tra i suoi componenti. 
Ebbene, il buon Vauquelin si accorse con grande sorpresa che le sue galline pur mangiando solo avena producevano calcio in quantità enorme, sia nei gusci delle loro uova, sia nelle feci espulse. 
In quel momento - cioè con la Rivoluzione Francese imperante - per Vauquelin non era di buon tono parlare di ‘trasmutazione degli elementi' mettendo cioè in dubbio le teorie elementari dell'iperpositivista Lavoisier. L'errore basilare di Lavoisier, portato avanti per anni, diciamo fino ad Einstein, col suo 'nulla si crea e nulla si distrugge' era stato quello di lavorare, per le sue esperienze, soltanto su materiale morto. Vauquelin invece lavorava sul materiale vivo e constatando che dal silicio e dal potassio dell'avena mangiata dalle galline veniva fuori il calcio, adombrò per primo il sospetto di una trasmutazione dell'elemento. Ma con una prudenza tale, diciamo così per ragioni politiche, da passare praticamente inosservato. 
Personalmente ho iniziato e iniziato e portato a termine le mie ricerche tra il 1959 e il 1961, vale a dire vent'anní or sono e con, bisogna sottolinearlo, grande scetticismo da parte dei fisici, i quali hanno avuto bisogno di altri quindici anni per giungere alle stesse constatazioni oggi ormai assorbite e incontestate." 
"Questa prima constatazione (la ripetizione dell'esperimento di Vauquelin n.d.r.) mi impose ricerche più approfondite che furono effettuate al Centro Nazionale delle Ricerche Scientifiche di Parigi e all'Istituto Nazionale di Ricerche Agronomiche sempre in Francia, ampliate alle piante e su vari tipi di animali come i topi. 
Ciò ci permise di constatare che effettivamente sia gli organismi animali sia quelli vegetali, pur nutriti senza calcio, producono calcio. Il fatto non è valido solo per il calcio ma anche per molti altri minerali tra cui citerò il magnesio. 
Detto ciò non c’era ormai nulla da dimostrare. 
Il fatto esisteva ed io nel 1961 ne avevo, ormai tutte le prove scientifiche. Quel che mi interessava capire e che rimaneva un mistero era il 'perché' e il 'come' tale trasmutazione degli elementi potesse avvenire. 
Oggi ormai, raccontare queste cose è quasi come parlare dei principi di Archimede, di Copernico, di Galilei."... 
“Eppure i fisici - continua più avanti Kervran - ad una ipotesi del genere, (e cioè al pensare che lo stomaco di una gallina è capace di provocare una reazione atomica n.d.r.) sussultavano. Dicevano che la cosa era impossibile perché, affermavano, 'se tale reazione avvenisse nello stomaco di una gallina tale gallina scoppierebbe trasformandosi in calore e lucé. Badi bene che eravamo già negli anni Sessanta e che Enrico Fermi, in tal senso, aveva aperto molte porte della scienza. Ciò nonostante i buoni fisici - che chiamerei fisici positivisti per non definirli miopi - mi deridevano di buon cuore."

E fin qui sembra di assistere alle dichiarazioni dei miopi nostrani del 1989 di fronte agli esperimenti di fusione nucleare fredda, ma c'è qualcosa di più che ci dice Kervran e che è stato ‘completamente’ rimosso:

Gli esperimenti furono fatti nel 1973/74 nei laboratori ufficiali!

“…soltanto a partire dal 1973 al CERN di Ginevra fu confermato che le trasmutazioni di elementi potevano aver luogo anche con reazioni a ‘debole energia' grazie all'intervento dei neutrini. Il grave errore dei fisici era stato fino ad allora quello di credere che le trasmutazioni di elementi potessero aver luogo soltanto con 'reazioni a forte energia' cioè con un’esplosione atomica. 
Perciò di ostinavano a pensare che le mie galline con la ‘bomba atomica nella pancia’ avrebbero dovuto scoppiare e trasformarsi in calore e luce. 
Il fatto è che, negli anni Sessanta, la fisica era in enorme ritardo sulla biologia. Con le comunicazioni scientifiche al CERN di Ginevra del 1973 e le conferme venute l’anno seguente dalle prove di laboratorio effettuate a Batavia è ad Argonnes negli Stati Uniti fu anche data la spiegazione del fenomeno. Esso era dovuto alla esistenza di 'correnti neutre' dovute appunto ai neutriní. Insomma nonostante quelli che oggi sono considerati i progressi favolosi della scienza ci vollero quindici anni per confermare e capire, da parte dei fisici, che, come io andavo dicendo da altrettanto tempo, le mie galline avevano la bomba atomica nella pancia. E badi bene che se mi diverto a parlare in questo senso è perché sono stato per venti anni addetto alla protezione dagli effetti atomici per la Francia ".

Ebbene il potere costituito (“scientifico", politico ed economico) ha seppellito con una tombale coltre di silenzio non solo ogni idea ed ogni pensiero partoriti dalla ricerca "secondo natura" ma anche la stessa storia degli esperimenti ormai assodati e certificati da parte della comunità scientifica stessa. 
Ed è divertente notare che l'ufficialità delle scoperte di Kervran viene da quello stesso CERN di Ginevra che oggi, con la direzione Rubbia, si adopera per negare ogni validità di esperimenti in tal senso (vedi Fleishmann-Pons il cui esperimento può benissimo essere valutato come un effetto Kervran).

Ma vediamo ora come lo stesso Kervran spiega nella sua intervista del 1980 la reazione a debole energia:
“Praticamente allo stesso modo che,in una 'reazione a forte energia", cioè in una esplosione atomica. Nella reazione a debole energia la trasmutazione si fa nel nucleo dell'atomo grazie agli enzimi. Essa avviene in due fasi: nella prima è l'enzima che modifica la struttura molecolare della cellula rendendola più sensibile all'azione dei neutrini: nella seconda è il neutrino che entra nel nucleo dell'atomo e modifica la sua struttura aggiungendo un protone che viene da un altro elemento, ossigeno in generale o idrogeno. Nel caso specifico, diciamo così delle 'mie galline', l'enzima fa penetrare nel nucleo del potassio, il quale possiede diciannove protoni un ventesimo protone, trasformandolo così in calcio che, come sappiamo, è un elemento composto da venti protoni".

Semplice, no? Si osserva un fenomeno, lo si studia pazientemente, con la testa libera da ogni pregiudizio, poi si passa alla sperimentazione: si toglie il calcio e si guarda se viene il guscio, si dà il potassio (o magnesio o silicio) e si scopre che il guscio vien fuori anche senza calcio... si ripetono con pazienza gli esperimenti poi se ne cerca il perché ed il come, e a volte, come in questo caso, si trova anche il perché del come oltre al come del perché
Kervran conclude la sua intervista auspicando che ì suoi studi entrino nei dibattiti scientifici e nei testi universitari perché, dice: "troppo spesso capita gli atenei formino per domani tecnici scienziati di ieri". 
Eppure un tema come questo, affascinante poiché costituisce uno dei meccanismi base della vita stessa su questo pianeta, non è nemmeno accennato nei testi universitari. Anzi, è stato cancellato: necessario completamento dell’opera di rimozione.

“Mendeleiev ha parlato di elementi leggeri, elementi medi ed elementi pesanti. Tutta la fisica atomica attuale è basata sull’uso degli elementi pesanti. Però il fondamento della fisica atomica della natura, il meccanismo base che consente lo scorrere della vita son proprio gli elementi leggeri e la loro suscettibilità di trasmutazioni a bassa energia”

[ Gianfranco Valsé Pantellini, scienziato, biochimico che ha lavorato con Kervran ]

A cura del Prof. Armando D’Elia

I 22 aminoacidi (20 secondo Berg, 22 secondo Sherman) esistenti, come già detto, negli alimenti si dividono, secondo la nutrizionistica ufficiale, in due categorie: quella dei 14 aminoacidi che possono essere prodotti (sintetizzati) dall’organismo umano (e che quindi non è necessario che siano presenti nei cibi) e quella degli aminoacidi chiamati “essenziali” (8 o 10) che invece, non potendo (si ritiene) essere sintetizzati dall’organismo umano, dovrebbero essere assunti con gli alimenti ( sono stati chiamati “essenziali” per indicare che sono indispensabili alla vita e quindi di importanza capitale).

Gli 8 aminoacidi “essenziali” sarebbero: fenilalanina, isoleucina, leucina, lisina, metionina, treonina, triptofano, valina. Ma nella fase di crescita da alcuni sono ritenuti “essenziali”, e quindi fabbricabili dall’organismo, altri due aminoacidi, la arginina e la istidina, che l’organismo infantile non produrrebbe in quantità sufficiente.
I restanti aminoacidi, non essenziali, sarebbero (in ordine alfabetico): acido glutammico, alanina, arginina, asparagina, cisteina, glicina, istidina, norleucina, ossiprolina, prolina, serina, tirosina; la cisteina e la tirosina sono considerati “semiessenziali” perchè si possono sostituire alla metionina e alla fenilalanina.

* Secondo la cosiddetta “scienza dell’alimentazione” ufficiale le proteine ( di un qualsiasi cibo) dovrebbero ritenersi in linea generale tanto più valide sul piano nutrizionale quanto più esse sono ricche di aminoacidi essenziali, i quali, sempre secondo la scienza ufficiale, conferirebbero alla proteina il “carisma” del proprio valore biologico; conseguentemente dovrebbero essere considerate di elevato valore biologico le proteine di origine animale (carne, compresa quella di pesce, latte e derivati, uova) perchè “ricche di amminoacidi essenziali, mentre le proteine vegetali consentirebbero solo per un breve periodo l’accrescimento ed il mantenimento degli individui in quanto conterrebbero quantità insufficienti di uno o più aminoacidi essenziali, quindi avrebbero un valore biologico inferiore a quello della carne e dei sottoprodotti animali.

Ecco un commento a siffatta argomentazione pseudoscientifica, espresso dai proff. Ribaldone e Bianucci: ”Secondo i dietologi, solamente le proteine animali, ossia quelle contenute nelle carni, nelle uova, nel latte e derivati, sono in grado di fornire tutti gli aminoacidi essenziali e in quantità adeguata alla necessità dell’organismo. Questa affermazione tuttavia non può mancare di destare perplessità, considerate le eccellenti condizioni di salute di persone che seguono una dieta strettamente vegetariana”.

* Diviene necessario, a questo punto, richiamarsi ad una fondamentale considerazione. Gli aminoacidi cosiddetti `’essenziali” sono sintetizzati dai vegetali, loro unica sede genetica; dai vegetali, infatti, li prelevano gli erbivori (per loro unica fonte di prelievo diretto), ma anche i carnivori (per loro, però, fonte di prelievo indiretta). Gli altri aminoacidi cosiddetti “non essenziali” possono essere sintetizzati anche nel nostro organismo (oltre che nei vegetali, è ovvio), ma perchè si possa compiere tale sintesi, occorre che l’organismo disponga del gruppo aminico – NH2 (generalmente fornito dall’aminoacido essenziale attraverso l’enzima “transaminasi”) e del gruppo carbossilico-COOH che diventa disponibile in conseguenza del metabolismo dei glicidi e dei grassi. Quindi le proteine di origine animale, (prodotte, cioè, dall’organismo animale) sono il risultato di una sintesi strettamente condizionata da quella vegetale perchè è dal regno vegetale che viene assunta la quota degli aminoacidi “essenziali”, già pronti. senza dei quali nessun animale (compreso naturalmente, l’animale “uomo”) potrebbe sintetizzare proteine complete, ma soltanto proteine contenenti aminoacidi “non essenziali”, ritenute “di scarso valore biologico”.

In realtà, TRA PROTEINA DI ORIGINE VEGETALE E PROTEINA DI ORIGINE ANIMALE NON PUO’ ESISTERE DIFFERENZA CHE POSSA IN PRATICA PREGIUDICARE, PREFERENDO L’UNA O L’ALTRA FONTE, UNA CORRETTA NUTRIZIONE SOTTO L’ASPETTO AMINOACIDICO, CIOE’ PROTEICO. A differenza di come ci si comporta con gli alimenti di origine animale, che sono relativamente pochi, per l’opzione vegetale occorre una più accurata conoscenza affinchè venga soddisfatto il nostro bisogno proteico data la estesa varietà dei prodotti vegetali commestibili che la Natura ci offre. Nel capitolo che in questo lavoro verrà dedicato alla trattazione del fabbisogno proteico dell’uomo, si parlerà anche di questo argomento e se ne parlerà poi anche a proposito della antieconomicità delle proteine animali. Certamente la quota proteica dei vegetali in genere è in grado di coprire adeguatamente le nostre esigenze in fatto di approvvigionamento di proteine, tenendo sempre presente, però, che le esigenze proteiche sono esigue rispetto a quelle di glucidi, che nel metabolismo nutrizionale umano hanno importanza primaria.

* C’è subito da notare che le proteine presenti nel regno vegetale possono accumularsi (formando dei depositi, ai quali la pianta può attingere per il suo sviluppo) nei semi (di leguminose, graminacee, ecc.), con medie che vanno da un minimo del 7% del riso (graminacea) al 25% della leguminosa lenticchia. INVECE . NEL REGNO ANIMALE (E QUINDI ANCHE NELL’UOMO) LE PROTEINE NON HANNO QUESTA POSSIBILITA’ DI ACCUMULARSI E FORMARE DEI DEPOSITI DI RISERVA: PERTANTO IL RIFORNIMENTO DI PROTEINE DEVE ESSERE CONTINUO. ANCORCHE’ ESIGUO (COME VEDREMO). E QUESTA CONTINUITA’ E’ ASSICURATA DA QUELLA “UBIQUITA”‘ DELLE PROTEINE ALLA QUALE SI E’ ACCENNATO,PRESENTANDOLA COME “INFORMAZIONE INDISPENSABILMENTE PRIORITARIA” NEL CAPITOLO INTRODUTTIVO DEL PRESENTE LAVORO..

* Intanto, una prima conclusione si può trarre a proposito degli aminoacidi “essenziali”: avendo dimostrato poco prima che essi sono assunti dagli erbivori mangiando dei vegetali, ci sentiamo di concordare con H.Shelton, il quale afferma “che non v’è alcuna ragione per supporre che anche l’uomo non possa fare altrettanto nutrendosi direttamente di vegetali. Inoltre, se diamo uno sguardo al mondo animale, vediamo che in genere i carnivori non si nutrono di altri carnivori, ma di erbivori, cioè di animali che hanno costruito il loro corpo con i vegetali”.
Ma c’è di più ! Al Congresso internazionale sulle proteine tenutosi a Berna il prof. A.Abelin negò addirittura che negli alimenti destinati all’uomo sia indispensabile la presenza di aminoacidi essenziali, affermando che essi possono essere sintetizzati dall’organismo umano, come gli aminoacidi non essenziali; tanto è vero che, attraverso indagini cliniche, tali aminoacidi essenziali sono stati riscontrati in sufficienti quantità anche in individui i cui cibi ne erano totalmente privi. Il noto prof. E.Schneider commenta così questa clamorosa notizia: “Questa scoperta ha demolito tutto ciò che sinora si credeva di sapere sul metabolismo delle proteine in quanto ha dimostrato che non ha importanza il tipo di proteine assorbito, dato che la cellula vivente è capace di utilizzare ogni alimento che contenga proteine., edificando poi autonomamente quei composti di cui l’organismo ha specifico bisogno” (Schneider – La santé par les aliments – Dammarie- les – Lys, 1982).

* Il prof. Curthbertson, dell’Istituto delle ricerche di Aberdeen. nel Sud Dakota, dice: “L’idea che le proteine animali siano superiori a quelle vegetali è senza alcun fondamento. Le esperienze fatte per dimostrare la pretesa superiorità delle proteine animali hanno utilizzato proteine sottoposte in precedenza a processi selettivi e di purificazione che le avevano denaturate completamente. Peraltro, alcune di queste proteine erano sintetiche. Orbene, le proteine naturali della nostra abituale alimentazione, introdotte nel corpo umano, che è “vivente”, manifestano capacità e proprietà del tutto differenti dalle risultanze sperimentali di laboratorio”.
René Suzineau commenta così le suddette dichiarazioni di Curthbertson: “Bisogna farla finita una buona volta con il pregiudizio che proteine e carne sono sinonimi.”

Occorre inoltre tenere presente un fatto a nostro parere assai importante, cioè la capacità che ha il nostro organismo di realizzare quelle “trasmutazioni biologiche” la cui scoperta si deve al famoso fisico francese Louis Kervran, membro dell’Accademia delle scienze di New York. Secondo questa scoperta il nostro organismo, con l’intermediazione della flora intestinale, può sintetizzare anche gli aminoacidi essenziali partendo dagli aminoacidi presenti nelle proteine della frutta e degli ortaggi o da altri composti organici. Esiste indubbiamente una “intelligenza innata” del corpo umano, una intelligenza “sicura” che non ha nulla a che vedere con quella cosciente del cervello e che, essendo immensamente più sofisticata della nostra mente pensante, rende il corpo capace di produrre regolarmente tutte le proteine che gli sono necessarie, nel modo migliore, utilizzando i prodotti della digestione degli alimenti, purchè questi siano – questo è il punto ! – quelli naturali, cioè quelli che la Natura ci ha assegnato perchè confacenti alla nostra anatomia, alla nostra fisiologia, ai nostri istinti.

Sempre a proposito degli aminoacidi essenziali, non bisogna dimenticare che certi trattamenti termici (leggi “cottura”) provocano un decadimento del valore biologico delle proteine causato proprio dalla distruzione totale o parziale di codesti aminoacidi ritenuti “essenziali”. Tale distruzione è dovuta al fatto che, attraverso polimeri intermedi, le proteine vengono idrolizzate.
Ci sembra utile a questo punto riportare il giudizio che sull’argomento ha formulato il prof. Antonio Carnevale, dell’Università di Napoli: “Purtroppo l’uomo, specie nei paesi industrializzati ad alto livello socio-economico, continua a dimostrare chiara tendenza al consumo di alimenti carnei, nella convinzione che siano costituiti da “proteine nobili”, falsa credenza che trova la sua origine, oltre che nei pregiudizi, nella disinformazione scientifica. A tal riguardo, va sottolineato che non l’opinabile, ma l’oggettivo dovrebbe costituire quel patrimonio culturale scientifico che consente di nutrirsi consapevolmente, tutelando la propria salute, alla luce della ragione e dei riemergenti nostri istinti alimentari”.

- Occorre anzitutto rammentare che i dieci aminoacidi “essenziali” furono dichiarati tali in seguito a sperimentazioni effettuate da W.C.Rose, dell’Università dell’Illinois, sui topi bianchi partendo dal presupposto che i fabbisogni di questi rosicanti siano “eguali a quelli dell’uomo”. Il che non è vero, dato che già in condizioni normali il loro biochimismo fisiologico è lontanissimo da quello umano: come si vedrà fra poco, gli animali, oltre a reagire alle sostanze chimiche in modo assai diverso dall’uomo, presentano livelli di sopportazione differenti e differenti parametri di intossicazione.

Basterebbe ricordare che i topi, per crescere normalmente, hanno bisogno di un latte fortemente proteico (il “loro” latte contiene il 9,5% di proteine) mentre l’organismo umano cresce normalmente con un latte (quello umano) che contiene lo 0,9% di proteine (appena un decimo. quindi, di quello dei topi) e che permette di raddoppiare il peso del neonato umano in 180 giorni. Se, durante I’allattamento, ci si stacca da tali normali tassi proteici, si manifestano vistose turbe o per carenza o per overdose di proteine.
Se poi si prendono in considerazione le condizioni in cui tali ricerche di laboratorio sono abitualmente condotte, condizioni che stravolgono le condizioni fisio-psichiche degli animali, le riserve sulla attendibilità dei risultati così ottenuti divengono ancora più legittime.

Nonostante questo, sta di fatto che purtroppo “LE NOSTRE CONOSCENZE SUGLI AMINOACIDI ESSENZIALI RELATIVE ALLA ALIMENTAZIONE UMANA VENGONO SICURAMENTE DA ESPERIMENTI FATTI SUI TOPI BIANCHI” (da “I1 punto di vista molecolare” – Biological Sciences Curriculum Study).
In verità nessun risultato di sperimentazioni eseguite sugli altri animali può essere estrapolato e trasferito “tout court” sull’uomo. Tanto per restare sui ratti basta ricordare il famoso (anzi, “famigerato”) Talidomide. Farmaco che provocò migliaia di casi di bambini focomelici e che fu messo in commercio (e poi ritirato !) proprio perchè, sperimentato sui topi, risultò innocuo a questi rosicanti e pertanto venne con criminale leggerezza ritenuto innocuo anche per l’uomo. Invece…

Altri esempi: per scimmie e criceti la stricnina è innocua e le galline la sopportano in una quantità dieci volte superiore alla dose letale per l’uomo e questo vale – pare – anche per l’oppio. Ancora, per le pecore l’arsenico è una sostanza pressochè innocua e per conigli e criceti la penicillina è letale. Il dott. L. Goldberg (dell’Istituto Karolinska di Stoccolma) dice: “Non esiste davvero una ragione logica per trasferire sugli uomini i risultati ottenuti con sperimentazioni effettuate su animali”. Il Nobel dott. R. Koch ribadisce: “Una sperimentazione effettuata sugli animali non dà mai un’indicazione sicura”. Il prof. M. Rohrs di Hannover dichiara: “Nessun scienziato serio potrà contestare il fatto che i dati raccolti sugli animali non possono essere trasferiti sull’uomo”. Il dott. H. Stiller afferma: “L’odierna ricerca sul cancro è il capitolo più vergognoso e triste: sono state sperimentate con successo sugli animali più di 300.000 sostanze e 6.000 farmaci anticancro e tutti questi esperimenti sono falliti sull’uomo”. Qualcosa di simile c’è da aspettarsi anche per l’AIDS. E tuttavia fu proprio in seguito ad esperimenti condotti sui topi che vennero dichiarati “essenziali” gli 8 aminoacidi anzidetti. Nel contempo però vennero alla luce alcune notevoli anomalie: per esempio, la lisina, la fenilalanina e le leucina, che risultavano “essenziali” sia per l’uomo che per il ratto già adulto, non risultavano invece “essenziali” per i ratti in via di accrescimento. Altri dubbi sorsero sperimentando su animali diversi dai ratti.

- Cominciarono così a formularsi non poche riserve sulla validità per l’uomo dei dati ottenuti sui ratti. Finalmente, lo stesso W.C. Rose (prima citato), nel 1949 (a conclusione dei suoi studi) ammise che non ci si poteva affidare solo alle sperimentazioni sui ratti e che occorreva sperimentare direttamente sull’uomo, onde conoscere con maggiore attendibilità quali e quanti aminoacidi essenziali occorrono veramente all’animale “uomo”.
Il Rose stesso compose quindi una dieta speciale comprendente, a suo parere, tutti i principii alimentari presenti nei cibi, in quantità sufficiente a mantenere l’equilibrio azotato e sperimentò su individui di sesso maschile, adulti. Vale la pena, per comprovare quanto si dirà dopo, descrivere la composizione di tale dieta. Essa era basata su emulsioni acquose, prive di azoto e sottoposte poi a cottura, di amido di mais, zucchero industriale, burro, olio di mais, sali inorganici. A queste sostanze vennero aggiunti wafers ed una sospensione di aminoacidi purificati. Le vitamine erano fornite mediante olio di fegato di merluzzo, cloridrato di tiamina, riboflavina, nicotinamide, cloridrato di piridossina, acido ascorbico, tocoferolo, pantotenato di calcio, estratto di fegato, succo di limone dolcificato.

Come si vede, si tratta di una dieta assolutamente innaturale, impraticabile nella vita normale quotidiana perchè, tra l’altro, è caratterizzata dall’assunzione di sostanze che derivano da un’assurdo e deprecabile frazionamento degli alimenti offertici integri dalla Natura.
II prof. Diamond, a proposito della presenza di “aminoacídi purificati” nella dieta di Rose, della quale sostiene la inaffidabilità, commenta ironicamente :”noi mangiamo alimenti, non aminoacidi purificati ! ”

* Tuttavia lo stesso Rose, pur riconoscendo lealmente come innaturale la dieta da lui stessa composta, insistette nel sostenere la validità di una sua “tabella degli aminoacidi essenziali”, corredata con i fabbisogni giornalieri minimi dei vari aminoacidi, scegliendo, come aminoacido di riferimento, il triptofano, fatto eguale ad 1.
Secondo il Rose, qualora per un solo aminoacido non si raggiungesse il minimo, il fabbisogno azotato non potrebbe essere più coperto; anche qui, però, il Rose venne smentito da altri ricercatori, ad esempio da E.J.Nasset che sulla “Rivista mondiale di nutrizione e dietetica” (World Review of Nutrition and Dietetics) sostenne invece “che il corpo può ricuperare , con dei meccanismi particolari, qualsiasi aminoacido assente ( o presente in misura ritenuta insufficiente) attingendo alle proprie riserve”.

In seguito altre voci critiche si aggiunsero a quella di Nasset; fra loro spiccano i nomi di Terroine, Waterlow, Gjorgy i quali, nel Simposio tenutosi alla Princeton University nel 1955, portarono la critica soprattutto sulla eccessiva resa energetica della dieta di Rose (1000 kcal in più del fabbisogno normale !). Successivamente Tremolières e Jacquot nel 1957 posero in evidenza il fatto che i risultati ottenuti dal Rose non potevano avere un valore generale data la grande differenza esistente, in quanto al fabbisogno di aminoacidi, nei diversi soggetti in esperimento, (differenza addirittura, in certi casi, del 100% !), come anche in ordine alla diversa capacità di sintesi. Tali critiche serrate indussero finalmente il Rose ad ammettere che i risultati da lui ottenuti dovevano essere ritenuti validi “limitatamente alle “condizioni sperimentali” e, a proposito delle obiezioni riguardanti le diverse capacità di sintesi, dichiarò che i suoi esperimenti avevano solo il carattere di un “tentativo di valutazione” (concetto da lui espresso con la famosa frase “strickly tentative values”.

Nonostante tali pesanti limiti ed i conseguenti interrogativi sulla validità dei predetti esperimenti, oggi in pratica tutta la dietologia ufficiale “continua assurdamente ad accettarne i risultati”, come constata uno dei maggiori nutrizionisti italiani, il prof. Gino Secchi. Che dire di questa assurda situazione ?.
Peraltro, nell’alimentazione ordinaria le proteine si completano tra di loro ed inoltre il loro valore reale è condizionato dalla compresenza sinergica di vitamine (essenziali per l’assorbimento delle proteine), enzimi e sali minerali.

* Da aggiungere che nel 1951 fu introdotto un nuovo mezzo di valutazione, chiamato “Essential Amino Acids Index” (indice degli aminoacidi essenziali, in sigla EAAI), con il quale si utilizza la composizione chimica in aminoacidi delle proteine per formulare un giudizio sul valore biologico delle proteine prese in esame. Praticamente, facendo uguale a 100 la composizione in aminoacidi delle proteine dell’uovo, si rapporta a tale dato il contenuto in aminoacidi essenziali delle varie altre proteine.

- La International Society for Research on Nutrition and Vital Statistics (Società Internazionale di ricerca sulla nutrizione e statistica sulla vita), che conta circa quattrocento membri tra medici, biochimici, nutrizionisti e naturalisti, nel Congresso tenuto a Los Angeles, proclamò la necessità di una revisione radicale delle tabelle, oggi in uso, dei fabbisogni presunti di proteine da parte dell’uomo, essendo ormai maturata la necessità di riesaminare tutto alla luce di più moderne acquisizioni.

- E’ necessario a questo punto sottolineare che TUTTE le sostanze nutritive si formano nel regno vegetale, anche LE PROTEINE, a cominciare naturalmente dagli aminoacidi che le costituiscono, COMPRESI. QUINDI GLI AMINOACIDI ESSENZIALI. Le proteine passano con gli alimenti, nel corpo degli animali, e si scindono, come si disse. nei vari aminoacidi costituenti per poi ricostituire le “proteine specifiche proprie di ogni animale”: questo avviene sia direttamenteeltamente (mangiando i vegetali) sia indirettamente (mangiando corpi di animali che si nutrivano di vegetali).

- Sono le piante, quindi, che fabbricano gli aminoacidi, partendo, come si vide, dall’aria, dall’ acqua e dalla terra: SENZA LE PIANTE NON POTREBBE ESISTERE VITA ANIMALE SULLA TERRA.   Si vide anche – è bene ripeterlo ! – che, studiando il ciclo dell’azoto, si comprende come le piante riescono a costruire prima gli aminoacidi e, con questi, poi le proteine, partendo da azoto inorganico, che riescono ad “organicare”.

- Comunemente il “valore biologico” delle varie proteine alimentari si ritiene possa essere più compiutamente espresso dal cosiddetto “indice di utilizzazione netta proteica” (indicato con la sigla N.P.U.) che. tenendo conto della digeribilità delle proteine, intende esprimere la percentuale di proteine realmente utilizzata dall’organismo, essendo questo in fin dei conti il dato che interessa.
Secondo la medicina ufficiale l’N.P.U. di un alimento sarebbe tanto più alto quanto più il modello degli aminoacidi delle sue proteine è vicino a quello umano; non solo, ma si sostiene – sempre dalla medicina ufficiale – che affinchè gli aminoacidi (derivati dalla scissione delle proteine ingerite) possano effettuare poi la sintesi delle proteine umane, le proteine ingerite dovrebbero contenere in partenza TUTTI gli 8 aminoacidi “essenziali” e nelle stesse proporzioni in cui si trovano nelle proteine umane; si sostiene ancora – se ne è già accennato – che solo le proteine della carne e dei sottoprodotti animali (uova, latte e derivati dal latte) sarebbero “complete” nel senso sopraddetto e qualitativamente adatte alla nutrizione ottimale dell’uomo, mentre quelle vegetali sarebbero proteine incomplete perchè carenti di uno o più aminoacidi essenziali.

Cosicché furono battezzate “nobili” le prime e declassate come inferiori  le seconde.
Ebbene, le suddette valutazioni sono da considerarsi errate. Per le seguenti ragioni.
Premesso che la digeribilità e l’assorbimento delle proteine vegetali sono eccellenti specie se sono ingerite crude (cioè senza che abbiano subito l’azione sicuramente deleteria della cottura) è assurdo ritenere che le proteine animali debbano essere preferite per il fatto che esse sono (ovviamente, dato che l’uomo è un animale) più simili a quelle del corpo umano di quelle vegetali. Harvey Diamond così commenta tale rozza ipotesi della medicina ufficiale: “In realtà questo sarebbe un ottimo motivo per mangiare il proprio vicino, ma persino il più inveterato divoratore di carne troverebbe questa prospettiva abbastanza ripugnante”; naturalmente – commento dell’autore del presente lavoro -”i dietologi dovrebbero, come logica conseguenza, consigliare l’antropofagia”.

D’altra parte esistono innumerevoli vegetariani che, assieme ad un crescente numero di vegetaliani, godono ottima salute, ciò che non si può dire di moltitudini di uomini carnivori. Osservando poi il restante mondo animale, si constata che gli animali più forti e che da secoli l’uomo utilizza per la loro forza e la loro resistenza fisica (buoi, cavalli, asini. muli, cammelli, bufali, elefanti, ecc.) si nutrono solo di vegetali, dalle cui proteine ricavano tutti gli aminoacidi necessari alla costruzione delle loro proteine specifiche.
Il gorilla, che si nutre anch’esso di soli vegetali e che è anatomicamente e fisiologicamente assai vicino all’uomo, ci offre, allo stesso fine, un altro esempio mirabile; ce ne parlano a lungo i due autorevoli primatologi John Aspinal (direttore del Centro londinese di ricerche sui gorilla) e Adrien De Schryver.

- I fatti, quindi, ci dicono che per vivere in buona salute e mantenersi in forma non è necessario mangiare nè carne (neanche quella di pesce, naturalmente) nè sottoprodotti della vita animale [latte (e derivati) e uova]. Il buon senso e la logica elementare dovrebbero a questo punto suggerire che l’importanza e l’eloquenza dei fatti dovrebbero contare più delle ipotesi o delle costruzioni teoriche, specie quando, come nel nostro caso, si può facilmente constatare che diventando vegetariani effettivamente la nostra salute migliora. Ed è proprio alla luce dei fatti che la faccenda di questi aminoacidi `’essenziali” appare alquanto strana e comunque, “discutibile”, per cui la problematica derivata e poi “imposta” dalla loro pretesa “essenzialità” è tutta da verificare, come da più parti, anche molto autorevoli, sempre più insistentemente si richiede. In conclusione, la teoria degli aminoacidi essenziali si configura sempre più come un autentico “mito” ! Sebbene tale teoria trovi ancora spazio nella nutrizionistica ufficiale, si può facilmente prevederne il prossimo crollo giacchè molte affermazioni teoriche che riguardano questi composti sono in stridente contrasto con i fatti reali: si insiste, fra l’altro, a sostenere la validità del concetto della utilizzazione proteica netta (N.P.U.) di cui prima s’è parlato (e che è pur sempre basata sugli aminoacidi essenziali).

- Si è vista inoltre la necessità della designazione di una “proteina di riferimento”; in poche parole, per potere giudicare sulla completezza o meno di una proteina, cioè sul suo cosiddetto “valore biologico” occorreva confrontare gli aminoacidi in essa presenti con quelli presenti in una proteina “campione” o, come si suol dire “di riferimento”. Già il Rose – s’è detto prima – aveva scelto il triptofano come “aminoacido di riferimento”, ma poi dei biologi decisero di ampliare tale metodica e di riferirsi ad una proteina e a questo scopo i comitati di esperti congiunti FAO-OMS rimasero dubbiosi se creare un “campione-modello” teorico (la ricorrente tentazione delle costruzioni teoriche !) oppure riferirsi ad una proteina realmente esistente. Prevalse questa seconda tesi, ma questo però non migliorò molto le cose in quanto, avendo poi deciso di scegliere tra una triade di proteine (del latte umano, del latte vaccino e dell’uovo) non fu adottata una decisione univoca e così tuttora si impiegano riferimenti diversi, con conseguenti frequenti occasioni di equivoci.

Tuttavia i consensi più numerosi furono per la proteina dell’uovo, ritenuta tra le più idonee a soddisfare le necessità plastiche dell’organismo umano: in pratica, facendo uguale a 100 la composizione in aminoacidi dei protidi dell’uovo e attribuendo a tali protidi il più alto valore biologico (97), si rapporta a questa il complesso degli aminoacidi cosìddetti “essenziali” contenuti nelle varie proteine: il risultato di tale rapporto percentuale è, appunto. il “valore biologico”, detto anche “indice chimico”.
“A questo metodo – commenta il Secchi – bisogna dare un valore relativo e teorico poichè si ritengono fra loro equivalenti i valori dei vari aminoacidi essenziali. i quali, però, in realtà non presentano caratteri di sostituibilità reciproca. Anche questo rapporto non può quindi avere un valore puramente orientativo”. Nè c’è da meravigliarsi per tale mancanza di certezze perchè da una base così incerta e inaffidabile quale è la teoria degli aminoacidi essenziali, non possono che derivare risultati egualmente incerti.

Aggiungiamo che si usano anche, come sistemi di valutazione:

- il valore biologico vero e proprio (VB), cioè la quantità di azoto proteico che, assorbito, viene trattenuto nell’organismo per i bisogni di conservazione e di crescita

- la digeribilità di una proteina (D), cioè I’azoto realmente assorbito

- l’indice di “utilizzazione netta proteica” (NPU), che è il prodotto del valore biologico per la digeribilità

- Per la nutrizione dei lattanti la proteina di riferimento adottata comunemente è quella del latte umano. Comunque, nel 1974 il National Research Council propose alla classe medica un artificioso modello di aminoacidi essenziali “purificati” (Food and Nutritional Board: Recommanded Dietary Allowances, Sth Rev.Ed., Washington) nel quale figurano le presunte quantità necessarie (all’uomo) dei diversi aminoacidi essenziali, tre dei quali (triptofano, lisina e metionina) si comporterebbero come aminoacidi “limitanti”. Per comprendere il significato dell’aggettivo “limitante”, basta pensare che anche in una proteina “completa” gli aminoacidi “essenziali” possono essere presenti in percentuali diverse e l’aminoacido che è presente in minore quantità assume le funzioni di fattore limitante e quindi il nome di aminoacido “limitante”, nel senso che tutti gli altri aminoacidi necessari a formare la nuova proteina verrebbero utilizzati non in proporzione alla loro presenza percentuale reale, ma in rapporto alla quantità dell’aminoacido “essenziale” riscontrato in minore quantità. Pertanto, la nuova proteina verrebbe prodotta solo finchè dura la scorta dell’aminoacido presente in minore misura e se un aminoacido “essenziale” manca totalmente gli altri resterebbero inattivi per le produzioni successive pur essendo egualmente utilizzati a scopo energetico. Si esporrà più avanti una motivata critica di questa tesi. Tenendo presente il modello proposto dal Food and Nutritional Board accennato nello stelloncino precedente, i suddetti tre aminoacidi “limitanti”, se riscontrati a sufficienza negli alimenti, dovrebbero costituire la condizione indispensabile perchè le proteine, contenendo tutti gli altri aminoacidi essenziali, possano dirsi “complete”.

Va da sè che applicando questo modello risultano favoriti i cibi di origine animale in quanto, come già si disse, questi contengono, ovviamente, gli aminoacidi cosiddetti “essenziali” più o meno nelle stesse proporzioni che si riscontrano nel corpo dell’animale uomo.
Risulta ormai chiaro da quanto succintamente detto finora che la teoria degli “aminoacidi essenziali”, la “teoria dell’aminoacido limitante” e la teoria della “utilizzazione netta proteica” sono tre autentici “miti”; secondo alcuni studiosi addirittura dei “FALSI PREMEDITATI” che se acriticamente applicati portano in pratica alla valorizzazione alimentare dei prodotti animali, tutelando così di fatto, i grossi interessi economici legati a filo doppio al carnivorismo, interessi che ovviamente, da una diffusione del vegetarismo riceverebbero danni certi.

Si pensi solo agli allevatori e ai commercianti di bestiame, ai fabbricanti di salumi, alle industrie dei farmaci per la zootecnia, alle catene delle macellerie, all’industria della pesca, ai mattatoi, ai cacciatori e relative industrie di armi da caccia, all’industria della surgelazione di carnami e di prodotti ittici, ecc, ecc.: un complesso imponente di poteri economici multinazionali, quindi politici (specie se a livello di lobbies) !

- Naturalmente, accanita difesa di questi “miti”, artificiosamente tenuti in vita, si avvale anche dell’opera, certo non disinteressata, di clinici e medici prezzolati che tentano di ammantare di “scientificità” la tutela,  invece, di interessi economici inconfessabili, perseguita “cinicamente” a spese della salute umana. Insomma, tutto sembra si possa ridurre ad una plateale questione di marketing, che si tenta di camuffare con argomentazioni che fanno acqua da tutte le parti. Comunque le suddette teorie, già qualificate come autentici “miti”, possono anche essere dovute, in una parte della classe medica, a semplice disinformazione. Occorre ancora aggiungere ad onor del vero che negli ambienti più seri della stessa medicina ufficiale il mito degli aminoacidi “essenziali” (sul quale si basano, a ben guardare, gli altri “miti” sopra citati) è agli sgoccioli in quanto a credibilità; in certi casi si è ai limiti della totale incredulità. Potremmo fare molti esempi di tale orientamento di dissociazione dalle teorie ufficiali. Per brevità ci limitiamo a riportare l’opinione del noto clinico italiano prof. Carlo Sirtori il quale già nel 1975 così si esprimeva: “Un tempo si riteneva che 8 fossero gli aminoacidi “essenziali”, cioè 8 quelli che dovevano essere necessariamente introdotti con i cibi, pena la cattiva costruzione dell’organismo, la sua labilità, la sua facilità ad ammalare. Ma le ultime ricerche dimostrano che sono solo due questi aminoacidi “essenziali” e precisamente la treonina e la lisina.  Questi dati sconvolgono le basi teoriche dell’alimentazione e annullano i vecchi principi.

Una altro fatto importante è che agli aminoacidi si dà oggi meno importanza che un tempo” (“Vita e Salute n. 277 – gennaio 1975).

- Occorre ancora tener presente che non si può tracciare uno spartiacque netto tra aminoacidi essenziali e non essenziali; un aminoacido può risultare essenziale per un determinato organismo e non per un altro, oppure essere essenziale per il periodo di crescita e non per il mantenimento in vita di un individuo già adulto. Inoltre è stato accertato che gli aminoacidi non essenziali sono “determinanti” nell’accrescimento. La cisteina, aminoacido non essenziale, può per esempio, sostituire sino ad un sesto della metionina, che è indispensabile per un accrescimento normale; ancora, la fenilalanina, aminoacido essenziale, può essere sostituita per il 50% dalla tirosina, non essenziale.
Tra tutti gli aminoacidi essenziali quello con più marcato carattere di essenzialità sembra essere la lisina.

- Si scelsero le proteine dell’uovo e del latte (umano o vaccino) come “proteine di riferimento” (o “standard di riferimento”, come anche si usa dire) perchè le suddette proteine furono considerate “complete”, ricche di aminoacidi essenziali e facilmente digeribili.
Ma anche le proteine della soia furono qualificate “complete” in quanto il loro modello di aminoacidi è molto vicino a quello del latte. Alle proteine di riferimento dell’uovo e del latte si fanno seguire le proteine della carne (compresa quella di pesce), considerate, assieme alle prime, “di alto valore biologico”. Il che non significa, sul piano pratico, che è indispensabile utilizzare questi alimenti per effettuare un approvvigionamento proteico sufficiente sul piano nutrizionale. Tale sufficienza può essere infatti ottenuta anche mediante cibi unicamente vegetali, opportunamente miscelati affinchè le carenze (vere o supposte) di un alimento possano essere compensate dall’altro; la validità del vegetarismo si basa anche su questa possibilità, sebbene a questo fine non ci sia bisogno di prendere troppo in considerazione la presenza o meno di questi fantomatici aminoacidi essenziali in quanto il concetto del “valore biologico” di un alimento deve basarsi su criteri molto diversi e molto più semplici e lineari, come più innanzi si dirà.

Il noto biologo Henri Dupin, a proposito degli aminoacidi essenziali” che sarebbero contenuti – sempre secondo la medicina ufficiale – nella carne, osserva che questa affermazione nacque anche in seguito ad indagini effettuate su pletorici grandi mangiatori di carne e/o su individui sottonutriti e mai su individui normali, per cui le conclusioni a favore dell’uso della carne sono poco attendibili.
Più importanti sono certamente le opinioni espresse su questo tema, così basilare, della carne “ricca di aminoacidi essenziali” da Hindlede, Richet, Oudinot, Simonet, Lederer, Durville, Dextreit, Désiré Mérien, Mosseri, Carton. Alin Kelso, ecc., i quali concordano sui seguenti punti:

1 – le indagini della medicina ufficiale sono state condotte su soggetti praticanti un regime onnivoro. per cui i risultati di tali indagini vennero certamente influenzati da questo tipo di dieta

  1. – i bisogni dell’organismo relativi ad ognuno degli amminoacidi essenziali, allo stato attuale delle ricerche, non sono stati ancora ben precisati perchè le basi sperimentali relative sono assai discutibili (Lederer) e quindi su di esse non ci può essere consenso
  2. – i rarissimi casi di carenze proteiche si debbono attribuire o a scarse capacità digestive o/e a deficiente assorbimento dei prodotti della digestione e non ad una insufficienza di proteine nella razione alimentare.
  3. – i vegetaliani (vegans), pur avendo eliminato dalla loro dieta ogni alimento di origine animale, presentano uno sviluppo fisio-psichico e un tono muscolare del tutto normali dimostrando così che l’uomo può o sintetizzare anche codesti aminoacidi essenziali o essenziali o ricavarli da alimenti vegetali. le cui proteine li contengono; così come fanno gli erbivori che sviluppano potenti muscolature senza nutrirsi di cibi di origine animale. Vengono, anche così, radicalmente smentite le affermazioni della medicina ufficiale sulla pretesa indispensabilità di proteine animali.
    E’ ormai accertato che le proteine della frutta e degli ortaggi che usualmente nutrono vegetariani e vegetaliani contengono tutti gli aminoacidi cosìddetti “essenziali” (oltre ai più importanti aminoacidi non essenziali), come evidenziato nel seguente prospetto.
    Tuttavia, la nutrizionistica ufficiale osserva che nelle proteine della frutta e degli ortaggi qualche aminoacido essenziale, essendo scarsamente presente, diventa “fattore limìtante” del valore biologico di quelle proteine; ad esempio. nell’uva l’aminoacido limitante sarebbe l’isoleucina, nella pesca il triptofano, ecc.. Naturalmente, se questo fosse vero, l’efficacia trofica del complesso aminoacidico di quel frutto o di quell’ortaggio dovrebbe risultare insufficiente e dar luogo a turbe e a carenze nello sviluppo dei crudisti in genere e dei fruttariani in particolare; ma, invece, non sono tali conseguenze negative non si sono mai verificate, ma vecchie patologie, laddove esistevano, sono scomparse essendosi determinato un generale e deciso miglioramento della salute. Questo significa che tale “osservazione” della nutrizionistica ufficiale è priva di fondamento scientifico e lo dimostrò E.J.Nasset, la cui scoperta. prima riportata, permette di confermare appieno la completezza e la sufficienza nutrizionale della dietetica vegetariana, imperniata, per quanto attiene all’approvvigionamento proteico, sul ricorso alle sole fonti vegetali

5 – per quanto attiene all’elevato grado di assorbimento dei prodotti della digestione della carne, si pretende comunemente che ciò costituisca una fatto positivo, cioè a favore dell’alimentazione carnea. Ma Désiré Mérien ci mette in guardia da tale semplicistica deduzione e propone opportunamente una diversa interpretazione e cioè che il corpo umano cerca di sbarazzarsi assai rapidamente, mediante l’aumento del grado di assorbimento, proprio di quelle sostanze che lo stesso corpo avverte come dannose e che pertanto si sforza così di avviare rapidamente agli emuntori.
Se ne ha una prova osservando gli animali carnivori i quali sono naturalmente provvisti , come è noto, di caratteristiche anatomiche e fisiologiche finalizzate alla eliminazione quanto più rapida possibile, del cibo cadaverico ingerito, evidentemente perchè questo si comporta come tossico nonostante sia stato assunto a scopo nutrizionale. Siamo quindi di fronte ad una norma biologica generale ? Parrebbe di sì; ne è convinto anche l’autore del presente lavoro, il quale osserva (a conferma della interpretazione di Désiré Mérien) che ingerendo, non solo la carne, ma un qualsiasi altro tossico (ad. es. una forte dose di caffeina) gli emuntori vengono rapidamente attivizzati: aumentano soprattutto i moti peristaltici intestinali e l’escrezione renale. E’ noto, del resto, che molte persone assumono il caffè per ovviare alla stipsi, ottenendo quasi sempre l’effetto desiderato. In sostanza, l’organismo si sbarazza di una sostanza (la caffeina) avvertita dal corpo come tossico, e, assieme alla caffeina, viene espulsa anche, come si voleva, una parte del contenuto intestinale.
Il discorso potrebbe utilmente ampliarsi, fornendoci buoni motivi di riflessione e forse nuove chiavi di interpretazione della nostra ancora poco nota fisiologia !

6 – sempre a proposito della digeribilità della carne, a favore di questo alimento si porta spesso l’esempio degli eschimesi, che si cibano quasi interamente di carne di pesce e di carne di renna. C’è a tal riguardo da osservare anzitutto che essi mangiano, è vero, molto pesce, ma crudo e cominciando però dai vegetali, alghe e licheni, contenuti negli intestini dei pesci e delle renne rispettivamente, assicurandosi, così, l’apporto vitaminico necessario per sopravvivere (le renne, peraltro, si nutrono di licheni). Altre cose importanti da notare sono che gli eschimesi vivono al massimo sino a 50 anni, che dalla trentina in su sono soggetti a malattie degenerative e, infine, che sono caratterizzati da un bassissimo livello intellettuale e da una impressionante assenza di ogni manifestazione culturale.

7 – Il ben noto medico Paul Carton confuta l’affermazione di una parte ancora cospicua della classe medica ufficiale che continua a sostenere la superiorità delle proteine animali, attribuendola alla loro ricchezza in aminoacidi “essenziali” e al fatto che l’analisi chimica di urine e feci rivelerebbe un assorbimento delle proteine animali superiore a quello delle proteine vegetali, e giudica la surriferita affermazione “del tutto secondaria, teorica e in definitiva trascurabile in quanto non tiene conto dell’alto grado di tossicità della carne, dato, questo, enormemente più importante del grado di assorbimento. Ricordiamo che a furia di non tener conto del grado di tossicità di ciò che ingeriamo, si è giunti a ritenere assurdamente che financo l’alcool è un alimento !” Carton conclude che “la scienza nutrizionale moderna si limita alla arida biochimica, ignorando deliberatamente le energie vitalizzanti e quelle devitalizzanti presenti nei diversi alimenti”.

D’altra parte – sostiene ancora Carton – non è vero che tutti i cibi animali sono facilmente digeribili: ad esempio tutti gli organi interni (fegato, cervello, reni. animelle, cuore, ecc.) sono molto indigesti e provocano gravi malanni, come artritismo, colesterolemia, calcoli biliari e renali, ecc.
Alin  Kelso partendo dalla considerazione che gli alimenti “naturalmente” adatti all’uomo presentano un grado assai elevato sia di assorbimento che di digeribilità (si riferisce alla frutta), sottolinea il fatto, ben noto, che i frutti dolci sono molto più digeribili, assorbibili ed assimilabili della carne e dei sottoprodotti animali. che peraltro, come si vedrà più tardi, si possono considerare sostanze tossiche per l’uomo.

- Il modello di aminoacidi poc’anzi qualificato come artificioso è tale anche perchè non sempre il valore biologico corrisponde automaticamente al contenuto in aminoacidi “essenziali” rivelato dall’analisi chimica.

Avviene infatti frequentemente che tali aminoacidi, pur essendo presenti, non sono disponibili sul piano fisiologico perchè i legami che li tengono uniti al resto della molecola proteica sono così forti da resistere agli enzimi digestivi che dovrebbero renderli liberi e quindi disponibili; pertanto tali aminoacidi non possono essere utilizzati. Interessante notare che questa inscindibilità oltre che essere inscritta nella struttura naturale originaria, può essere acquisita, cioè può sopravvenire a causa di uno o più dei seguenti tre fattori: a) riscaldamento eccessivo [ cottura (specie ad alta temperatura), torrefazione, abbrustolimento]; b) prolungato periodo di conservazione (si pensi ai surgelati e ai liofilizzati !); c) azione (per effetto di meccanismi non ancora ben chiariti) di alcuni glucidi, specie del saccarosio (zucchero industriale), dal quale occorre difendersi data la sua tossicità (l’industria conserviera ne è invasa !).

Da sottolineare in particolare l’azione della elevata temperatura sulla molecola proteica, azione radicalmente negativa sul piano nutrizionale. Le proteine -,come già accennammo – coagulano, ma questo è solo l’aspetto macroscopico. Tale coagulazione comporta, infatti, modifiche strutturali profonde, praticamente irreversibili, che conducono alla “denaturazione radicale” delle proteine stesse.
La mitologia della nutrizione dell’uomo – si badi bene – non si limita solo al mito degli aminoacidi essenziali testè illustrato; essa è immensa e per di più complicata purtroppo da abitudini e pregiudizi acquisti culturalmente, per cui si vengono a creare, a causa di tali miti, delle vere e proprie “psicosi collettive”.

Passare in rassegna in questo lavoro tutti gli altri numerosissimi miti che ìl potere deliberatamente “inventa” per dominarci attraverso una alimentazione che intossica il nostro corpo e quindi il nostro cervello (e lo rende, così, incapace di capire) è impresa che ci obbligherebbe ad aggiungere altre centinaia di pagine al testo del presente lavoro.
Per il momento, ci limitiamo a riportare quanto sui tre principali miti riguardanti le proteine ha sinteticamente scritto T.C.Fry.

T.CFry è direttore  dell’ Americana Health Sciences Institute. Dirige la rivista Healthful Living, pubblicata dal “Life Science Institute”. E’ autore di vari libri, tra cui “I Live on Fruits”. Da più di 20 anni si nutre prevalentemente di frutta. Vive a Manchaca (Texas).

Si tenga anzitutto presente – dice Fry – che i miti sulle proteine sono per la maggior parte creati ed alimentati da forti interessi economici, finalizzati allo smercio di proteine animali, cioè di carne, latte, uova e derivati del latte. Si rilegga quanto a tal proposito scrivemmo nella “Presentazione” ed in particolare nel sottocapitolo “I venditori di proteine animali”. di proteine animali

I tre principali miti sulle proteine sono:

MITO N. 1. – PER GODERE BUONA SALUTE BISOGNA MANGIARE CARNE. Tale mito nasce dall’assunto che la migliore fonte di proteine sia la carne in quanto conterrebbe gli aminoacidi necessari nella forma più assimilabile possibile. Questa asserzione fu fatta propria financo da un eminente cosiddetto “scienziato dell’alimentazione”, Fredericks Carlton, il quale sosteneva addirittura che quanto più la composizione della carne è vicina a quella umana, tanto più è salutare per noi. Ovviamente questo è un validissimo argomento a favore del cannibalismo !
Simili argomenti vanno naturalmente a vantaggio solo degli industriali della carne. E’ risaputo infatti che gli esseri umani sono anatomicamente e fisiologicamente adatti ad una dieta composta da frutta, ortaggi e, secondo alcuni studiosi, anche di semi (genericamente indicati con il termine “noci”). Tuttavia, questa fondamentale ed indiscutibile verità scientifica, malgrado la sua evidenza, è ignorata, anzi negata, da quei curatori di interessi commerciali che sfoggiano la altisonante qualifica di “cultori di scienze alimentari”.
Certamente, se la popolazione fosse informata adeguatamente, si porrebbe fine a tale sconcio mercato; del resto, nemmeno gli animali carnivori possono vivere di sola carne. Per gli uomini, comunque, la carne risulta essere sicuramente patogena. I carnivori allo stato selvaggio consumano anche molti frutti e germogli, i gatti mangiano delle graminacee particolari, un cane nutrito solo con carne deperisce rapidamente e alla fine muore: specie se la carne è cotta.

MITO N 2 – IN OGNI PASTO DEBBONO ESSERE PRESENTI TUTTI GLI AMINOACIDI ESSENZIALI. Anche questa affermazione è assurda. Essa si basa soprattutto sulla teoria, inaccettabile. dell’aminoacido cosìddetto “limitante”.

MITO N. 3 – UNA DIETA ALTAMENTE PROTEICA E’ SALUTARE PER L’UOMO, IL CUI CORPO HA BISOGNO DI UN GRAMMO PER OGNI CHILOGRAMMO DI PESO CORPOREO. NATURALMENTE OGNI 24 ORE. In realtà, il corpo umano richiede invece un grammo giornaliero di proteine per ogni due chilogrammi di peso, riferendosi ad un uomo adulto che espleta un lavoro di medio impegno. AI reale fabbisogno di proteine abbiamo dedicato un intero capitolo; ad esso rimandiamo.
Un fabbisogno di un grammo per ogni chilogrammo di peso può ritenersi forse necessario solo per un neonato, caratterizzato, come si sa, da un rapido accrescimento (raddoppio del peso nei primi sei mesi).
Sostenere la necessità di una dieta altamente proteica anche per gli adulti significa in sostanza legittimazione (certamente non scientifica) di pratiche alimentari altamente patogene e delle quali purtroppo molti popoli della Terrà sono vittime, soprattutto gli statunitensi (USA).

H.Shelton, a conclusione di una lunga trattazione dell’argomento “aminoacidi essenziali”, nel suo libro “La scienza e la raffinata arte del cibo e nella nutrizione” sostiene che "la distinzione fra aminoacidi essenziali e non essenziali è illusoria in quanto l’organismo riesce ad avere tutti gli aminoacidi che gli servono tramite il cibo; tutti gli alimenti, senza alcuna eccezione, contengono gli aminoacidi essenziali”.

Attribuendo ai singoli aminoacidi capacità preventive e curative e comunque la capacità di influire sulla fisiologia umana beneficamente, alcune industrie farmaceutiche (specie giapponesi e statunitensi) li hanno isolati e lanciati sul mercato, affermando di averli “sperimentati”, senza precisare come (di solito, s’intende. sui topi!).
Si sono così attribuite alcune proprietà ai seguenti aminoacidi (si citano solo le proprietà di maggior rilievo) :

  • tirosina : proteggerebbe dallo stress e dalla depressione
  • lisina : migliorerebbe le prestazioni intellettuali e svolgerebbe una azione antianemica
  • arginina: disintossicherebbe
  • metionina : regolarizzerebbe la attività cardiaca
  • valina, leucina e isoleucina, considerati “aminoacidi ramificati” (branched chain-aminoacids, in sigla BCAA), commerciati sotto il nome di “integratori proteici” : favorirebbero le prestazioni sportive. Di questi aminoacidi tratteremo approfonditamente nel cap. IV, nel quale si parlerà del rapporto tra proteine e sport; ad esso. per non ripeterci, rimandiamo il lettore.
  • triptofano: curerebbe l’insonnia e agirebbe come antidolorifico e come antidepressivo

Il lettore attento si sarà accorto che nella suddetta elencazione ci si esprime al condizionale, quasi a dubitare dell’efficacia terapeutica dei singoli aminoacidi. Ciò deriva dal fatto che le informazioni sulle pretese proprietà curative (addirittura “preventive”) di codesti aminoacidi isolati provengono prevalentemente da fonte “sospetta”, cioè proprio dalle industrie farmaceutiche che li producono e che li lanciano poi sul mercato con il compiacente avallo “scientifico” di qualche nome altisonante della medicina ufficiale.
C’è, in effetti, da parte di alcuni scienziati e ricercatori seri ed onesti, una crescente diffidenza nei riguardi del ricorso agli aminoacidi isolati, anzi si va facendo strada la convinzione della loro dannosità a causa di non indifferenti effetti collaterali che – secondo alcuni – possono costituire gravi rischi per la salute. E c’è anche chi sostiene addirittura che gli aminoacidi isolati non svolgono alcuna attività biologica, né preventiva, né curativa o di altro genere e che affermare il contrario è quindi un “bluff” a fini commerciali.

In realtà, se proprio si volesse ricorrere ad “integratori”, bisognerebbe bandire quelli, venduti nelle farmacie, costituiti da aminoacidi puri e che si cerca di fare acquistare con una pubblicità menzognera che cerca di ingenerare la paura di “rischi di carenze”, il più delle volte inesistenti; al loro posto si potrebbero usare alimenti sani e naturali, forniti di tutti gli aminoacidi utili, che agiscano nell’unica maniera efficace, cioè “sinergicamente”.
Questo suona come una ulteriore conferma della necessità di una visione “olistica” dei fenomeni biologici in genere, specialmente in quelli connessi con l’alimentazione umana, quindi anche della biochimica delle proteine. Codesta “visione olistica e sinergica” è così importante che ad essa abbiamo dovuto dedicare l’intero secondo capitolo del presente lavoro.

Si è detto e ripetuto che l’organismo umano è capace di sintetizzare gli aminoacidi non essenziali. Ferma restando la raggiunta consapevolezza che tutta la teoria degli aminoacidi essenziali è semplicemente un mito che serve gli interessi dei sostenitori di una alimentazione umana basata sulle proteine animali, necessita tuttavia spiegare COME tale sintesi endogena avviene.

Passiamo, quindi, in breve rassegna, alcune risposte a tale importante quesito:

  • H. Shelton dice: “Si ritiene che gli aminoacidi non essenziali siano fabbricati apparentemente ossidando gli aminoacidi essenziali, a meno che non vengano assunti attraverso gli alimenti- (“La scienza e la raffinata arte del cibo e della nutrizione”, pag. 37).
  • L.Travia, nel suo “Manuale di scienza dell’alimentazione” – ed. Il pensiero scientifico – Roma. 1967 – attribuisce al processo di transaminazione un valore -fondamentale per la sintesi endogena degli aminoacidi”.
  • Purves, Orians, Heller – Corso di biologia – Zanichelli – Bologna 1989: “Gli animali possono sintetizzare nuovi aminoacidi a partire da catena carboniose e da gruppi aminici -NH2 ricavati da altri aminoacidi presenti nell’organismo”. (Si ribadisce in sostanza l’importanza basilare della transaminazione).
  • M.Salustri – Fondamenti dell’alimentazione vegetariana – Giannone- Palermo, 1985: “L’organismo è capace, tramite le aminotrasferasi. Trasferire il gruppo amminico di un aminoacido sullo scheletro carbonìoso: un chetoacido. Durante l’accrescimento è bene che siano disponibili tutti gli amminoacidi, essenziali e non, in quanto l’organismo tende a sottrarsi all’aggravio metabolico della sintesi endogena degli aminoacidi che non consentirebbe uno sviluppo ottimale”.
  • H.C. Sherman – Problemi essenziali della nutrizione – Ed. scientifiche italiane – Napoli, 1948 : “Gli aminoacidi superanti la richiesta per le funzioni specifiche di costruzione o riparazione delle proteine corporee, vengono deaminati, perdono cioè il loro gruppo aminico -NH2, ed i frammenti che rimangono vengono bruciati per dare energia, o convertiti in grasso corporeo. Il corpo può sintetizzare alcuni aminoacidi cosiddetti indispensabili. Gli aminoacidi essenziali possono essere usati come generatori di altri aminoacidi, quelli non indispensabili”.
  • H. e M. Diamond – In forma per la vita – Sperling e Kupfer – Milano. 1987 :”Non lasciatevi confondere le idee sul problema degli aminoacidi: i discorsi sulla necessità di mangiare tutti gli aminoacidi essenziali in un solo pasto, o per lo meno in una sola giornata, non sono altro che sciocchezze ed oggi sono numerose le prove che attestano l’infondatezza di tale presunta necessità. DALLA DIGESTIONE DEGLI ALIMENTI E DAL RICICLAGGIO DELLE SCORIE PROTEICHE IL NOSTRO ORGANISMO ATTINGE I DIVERSI AMINOACIDI che circolano nei sistemi sanguigno e linfatico. Quando il corpo ha bisogno di aminoacidi non deve fare altro che attingerli dal sangue o dalla linfa. Questa provvista disponibile, in continua circolazione nell’organismo, è nota come POOL di aminoacidi. E’ come una banca aperta 24 ore su 24; il fegato e le cellule continuano a depositare e a prelevare aminoacidi, a seconda della loro concentrazione nel sangue. Quando il quantitativo è elevato il fegato li assorbe e li immagazzina fino al momento del bisogno.

Ma anche le cellule hanno la capacità di accumulare aminoacidi sintetizzando più proteine di quante necessitano per la loro stessa vita, per cui esse possono riconvertire le loro proteine in aminoacidi e depositarli nel pool”.

Occorre liberarsi della mitologia che si è andata creando sulle proteine. VI SONO MOLTI TIPI DI FRUTTA E DI ORTAGGI CHE CONTENGONO TUTTI GLI AMINOACIDI NON PRODOTTI DALL’ORGANISMO, PER CUI MANGIANDO REGOLARMENTE FRUTTA E ORTAGGI SI INGERISCONO TUTTI GLI AMINOACIDI DI CUI L’ORGANISMO HA BISOGNO PER CREARE LE PROTEINE NECESSARIE.

 

Tratto dal libro: “Miti e realtà nell’alimentazione umana. Le ragioni del vegetarismo in un’analisi scientifica del rapporto tra alimentazione e salute”
www.fruttalia.it/2012/01/il-mito-degli-aminoacidi-essenziali

 

Marcello Pamio

Non perde un colpo il «diversamente-umile».
Da quando l’incancrenito camice bianco si è autoincensato portavoce di quel sistema medico metastatizzato (che lui stesso sta accompagnando in tutta fretta all’obitorio), non passa giorno che non apra bocca per vomitare al mondo le sue brutture e le sue frustrazioni interiori.
Forte del fatto che gli zerbini della carta stampata gli danno quella visibilità che rappresenta, dopo l’aspetto economico, il boccone principale per il suo ego.
Forte anche del fatto che i suoi seguaci nei social crescono proporzionalmente alle sue psicopatiche sparate. Nulla di nuovo, se teniamo conto che una qualsiasi ragazza, sposata con un cantante (dicono), tappezzato di tatuaggi, al giorno d’oggi guadagna milioni di euro solamente postando la sua vita sui social, il tutto grazie ai 20 milioni di followers (seguaci)…

Ma torniamo al juke(black)box che continua a suonare la stessa irritante musica.
Questa volta a mettere il gettone e riscaldare il liquido che scorre nelle vene del medico-anti-somaro, è stato il caso del bambino di otto anni che dopo la leucemia non torna a scuola per la presenza in classe di cinque bambini delinquenti non vaccinati.
La soluzione che il dotto consiglia al Direttore Generale dell’ASL è semplice: «questo bambino va a scuola e tutti i figli non vaccinati degli egoisti irresponsabili ignoranti che seguono superstizioni senza senso stanno a casa».
Questa mi mancava: gli effetti collaterali di un farmaco pediatrico come il vaccino, rientrano nelle superstizioni!

Andando oltre alla simpatia o antipatia, e facendomi pure violenza, consiglio di cuore a Burioni di contattare quanto prima l’amico Beppe Grillo per chiedere delucidazioni su uno degli ultimi post. Grillo ha infatti espresso interesse e amorevolezza nei confronti del microchip per l’Alzheimer…
La demenza senile, al contrario della scienza burionesca è molto democratica, perché non guarda in faccia nessuno e colpisce tutti: operai, casalinghe, imprenditori e medici.
L’andamento della malattia neuro-degenerativa è soggettivo ma inizia sempre in maniera subdola passando per la manifestazione della propria natura più intima e terminando purtroppo con lo stadio vegetativo e privo di coscienza. Prima però di giungere alla perdita del proprio sé, le persone di animo buono, saranno buonissime, quelle di animo cattivo, saranno peggio della lebbra.
Stando alla sintomatologia, forse ci troviamo nel penultimo stadio…
Non ci sono altre spiegazioni per giustificare le minchiate sparate a mitraglia da un medico docente di microbiologia e virologia…
Prima che giungere allo stadio finale, provo a fare alcune semplici domande, in merito al bambino di 8 anni che non potrebbe andare a scuola per colpa dei non vaccinati.

  • Genitori e nonni del bambino sono immunizzati contro tutte le malattie?
  • Maestri, bidelli e dirigenti della scuola sono immunizzati contro le malattie?
  • Medici e infermieri in ospedale sono immunizzati contro le malattie?
  • Il bambino è segregato in casa o esce? Fuori casa non ci sono pericoli?
  • Uscendo da casa chi incontra al parco, al cinema, o al supermercato è vaccinato?
  • Prima della vergognosa Legge 119 gli immunodepressi esistevano o sono nati dopo?
  • I bambini appena vaccinati (come dicono le industrie che producono i vaccini) sono un pericolo o no per un bambino immunodepresso?
  • I compagni di scuola vaccinati sono realmente immunizzati (esistono i no-responder)?
  • Streptococchi, enterovirus e altri centinaia tra batteri e virus per cui non esiste un vaccino, sono un pericolo per gli immunodepressi?

Buttiamola in ridere con un simpatico indovinello che giro al prof. Roberto Burioni e a tutti quei genitori che con tanto fervore si accaniscono nei confronti di bambini (sani) non vaccinati, colpevoli di essere degli untori.
Le malattie infettive elencate dall’Istituto Superiore di Sanità sono circa 69: quante di queste malattie sono prevenibili con i vaccini?
Aiutino: pochissime!!!

Malattie infettive, secondo l’ISS
Antrace, Botulismo alimentare, Brucellosi, Bse, Campylobacter, Chikungunya, Citomegalovirus, Clamidia, Colera, Creutzfeld-Jakob, Difterite, Encefalopatia spongiforme bovina, Encefalopatie Spongiformi Trasmissibili, Epatite virale, Febbre Congo-Crimea, Febbre dengue, Febbre di Lassa, Febbre emorragica di Marburg, Febbre emorragica Ebola, Febbre tifoide, Febbre West Nile, Giardia, Gonorrea (o blenorragia), Helicobacter pylori, Infezione da Hiv e Aids, Infezioni da Hpv e cervicocarcinoma, Infezione da Zika virus, Influenza, Influenza aviaria, Influenza da nuovo virus A/H1N1, Leishmaniosi, Legionellosi, Listeria, Malaria, Meningite, Monkeypox, Morbillo, Norovirus, Parotite, Pediculosi, Pertosse, Peste, Poliomielite, Rabbia, Rosolia, Rotavirus, Salmonella, Sars, Sifilide, Sindromi parainfluenzali, Streptococcus suis, Tetano, Toxoplasmosi, Trichinella, Tubercolosi, Vaiolo, Varicella, Zanzara tigre, Zecche, Zoonosi.

Marcello Pamio

Arriva dal Canada l’ultima provocazione, o sarebbe meglio dire, l’ultima degenerazione in ambito gender. Precisamente dalla «Fondazione Jasmin Roy Sophie Desmarais» con sede a Montreal.
Il progetto ha un titolo complesso: «Apprendimento sociale ed emotivo per aiutare i bambini nel processo di affermazione dell’identità» («social and emotional learning to help children with the process of identity affirmation».
Ad aiutare nella scelta del proprio sesso tutti quei bambini che hanno dubbi nella propria identità ci penserà un burattino in età scolare (per meglio impattare sui coetanei).

Il professore in questo caso è un trans-pupazzo di nome Julia, che però non riconoscendosi nel proprio corpo, vuole diventare Julien, un ragazzo.
Il messaggio per i bambini è semplice quanto inquietante: «il tuo genere non è dettato dalla biologia e il tuo corpo è irrilevante per quello che sei realmente, e può essere cambiato!».[1]

Il pupazzo, attraverso semplici ma persuasivi video, fornisce pertanto tutti gli «strumenti necessari» per i bambini e soprattutto per i loro genitori «disorientati» su questi temi.
Trattasi di vere e proprie lezioni video gratuite, che penetrano nell’inconscio collettivo e installano come un virus i concetti di identità di genere nei bambini «durante la prima infanzia».
L’introduzione di tale folle e pericolosissima ideologia gender per i piccoli del Canada ha avuto perfino il benestare del premier Justin Trudeau, questo per far capire che le operazioni sono condivise e accettate da tutti gli uomini facenti parte del Sistema.

In Canada la propaganda è così avanti che hanno proposto e realizzato perfino la «Drag Queen Reading Hour», cioè delle «drag queen» (quindi dei travestiti) che leggono libri e favole totalmente pro-Lgbt ai bambini nelle biblioteche di tutto il paese…
Tutto rigorosamente sotto forma di volontariato.
Oramai è oggettivo e lampante che è in atto un vero e proprio processo diabolico di cambiamento antropologico…

Note:

[1] «Canada, arriva il burattino trans per insegnare il gender ai bambini», http://www.ilgiornale.it/news/mondo/canada-arriva-burattino-trans-insegnare-gender-ai-bambini-1573713.html

Marcello Pamio 

Fino a qualche anno fa, se una donna avesse detto al proprio medico curante di volere un vaccino trivalente e un vaccino anti-influenzale in gravidanza, probabilmente sarebbe stata internata in manicomio per accertamenti psichici.
Oggi invece i pazzi sono le persone e le donne che rifiutano tale intervento medico invasivo, e per essere onesti è il mondo accademico intero ad essere finito dentro un manicomio criminale.
L’endogestazione, cioè quelle famose quaranta settimane o dieci lune, rappresentano un periodo basilare e delicatissimo perché dentro il grembo materno si sta formando una creatura vivente e ogni squilibrio e/o ingerenza esterna può essere rischiosa per il feto perché può interagire con la formazione di tessuti, organi e apparati.

Ricordiamo che tutto quello che dall’esterno entra e penetra nel corpo della mamma (attraverso aria, cibo, acqua e pelle) può, attraverso la placenta, finire nella vita intrauterina.
Qualsiasi sostanza chimica, l’inquinamento elettromagnetico, i farmaci, fino ad arrivare agli squilibri emozionali, possono interferire con la nuova creatura e nessuno può sapere come e in che modo.
Ecco il motivo per cui in gravidanza sia i medici (sempre più rari) che i terapisti e/o consulenti più evoluti, consigliano vivamente alle future mamme di stare attentissime a cosa mangiano, alle sostanza chimiche che si spalmano sulla pelle, ecc. Si arriva perfino a sconsigliare piante miracolose come la salvia (i cui effetti sarebbero leggermente abortivi) e i miracolosi oli essenziali naturali. Lo scopo è solo quello di salvaguardare e proteggere - fino al limite del possibile - la mamma con la sua creatura.

Il virus della follia sta circolando
Siamo passati dallo sconsigliare alle donne gravide oli essenziali, piante e perfino molti integratori naturali, all’inoculare vaccini contenenti livelli di DNA umano allucinanti, veleni tossici (formaldeide, ecc.) e neurotossici (sali di metalli pesanti), con la scusante della protezione dalle terribili malattie infettive.
Forse il virus della pazzia è fuggito dai laboratori di massima sicurezza e ha infettato le sale che contano….
La prova di questa infezione mentale è che nelle ultime settimane, grazie anche alla Circolare del 7 agosto 2018 del ministro Giulia GrilloVaccinazioni raccomandate per le donne in età fertile e in gravidanza»), i medici stanno vaccinando a tutto spiano in gravidanza. Prima volta nella storia italiana.
A subirne l’impatto più negativo sono soprattutto le donne straniere, che non sapendo bene la lingua, le leggi e soprattutto i propri diritti, vengono bistrattate e tartassate.
Gli esperti (senz’altro “infettati”) in camice bianco, attorno alla 28ma settimana di gestazione, terrorizzano le donne dicendo loro che è OBBLIGATORIO il vaccino DTP (difterite, tetano, pertosse (dTpa), e quello contro l’influenza (se la gestazione cade nel periodo delle epidemie).

Ma non è tutto, perché subito dopo il parto sempre le mamme DEVONO fare anche un bel quadrivalente MPRV (morbillo, partite, rosolia e varicella).
E lo scopo ovviamente è preventivo, cioè proteggere la salute del neonato!
Peccato che sia risaputo perfino dalle nostre nonne (quelle senza l’Alzheimer) che se una donna sana si è fatta una malattia infettiva in maniera naturale, è in grado di trasferire al neonato attraverso il latte quegli anticorpi che gli servono, creando una vera immunità.
Mentre vaccinare prima o durante la gravidanza impedisce tale passaggio mettendo ancor di più a rischio il bambino che risulterà non essere immunizzato naturalmente. Ma forse questo fa comodo a qualcuno…
Quindi oggi la prevenzione consiste nell’intossicare la mamma durante la gravidanza, e meglio farlo anche più volte…

Iperimmunizzazione
Le vaccinazioni appena dette: DTP e influenza, DEVONO ESSERE RIPETUTE ad OGNI gravidanza, e questo anche se la donna è già stata vaccinata o è in regola con i richiami decennali o abbia avuto la pertosse.
Avete capito? Quindi se una donna è stata vaccinata in gravidanza e rimane incinta di nuovo anche solo a distanza di pochissimo tempo, dovrebbe - secondo gli squinternati - rivaccinarsi di nuovo.
Anzi più ne fa e meglio è per tutti.
Ovviamente i rischi gravi di una iper-immunizzazione non vengono contemplati da nessuno.
Serve quanto prima un nuovo vaccino contro questo strano virus che sta letteralmente cancellando la memoria e spappolando il cervello umano….

Conclusione
Va detto per inciso che questa scandalosa operazione di pseudo-immunizzazione, ha una duplice valenza. Una economica e una pedagogica.
Interessando le donne gravide del paese il numero delle vaccinazioni aumenteranno di ben 464.000 unità all’anno, assieme ovviamente agli introiti delle lobbies farmaceutiche. Tanti infatti sono i bambini nati, secondo l’Istat nel 2017.
Dal punto di vista pedagogico l’impatto è ancor più subdolo, perché se passa il messaggio che è NORMALISSIMO e SICURISSIMO inoculare tossine nel corpo di una donna gravida, viene da sé che i vaccini incarneranno sempre più l’aureola di farmaci magici e innocui.
Ci inculcheranno nel cervello che in gravidanza è molto più rischioso bere un bicchiere di acqua che una vaccinazione ripetuta nel tempo.

 

Marcello Pamio

Paul Hewson detto Bono, leader degli U2 perde la voce in pieno concerto e il gruppo è costretto ad interrompere ed annullare lo show.
Nel sito della band irlandese sono ovviamente tutti: «dispiaciuti per la cancellazione di stanotte. Bono era in gran forma e con una gran voce prima del concerto e aspettavamo tutti la seconda serata a Berlino. Ma dopo poche canzoni, ha perso completamente la voce».[1]
Fin qui nulla di strano.
«Non sappiamo cosa sia successo e abbiamo consultato il medico», riferiscono ancora gli altri membri degli U2.
Ci auguriamo che il medico interpellato conosca le «Leggi Biologiche», perché solo così potrà dare una interpretazione seria.

Ovviamente il flop del concerto non scalfirà minimamente le sue sconfinate ricchezze: un patrimonio immobiliare (planetario) da sceicco, un parco macchine da emiro, tenore di vita da faraone e un’attrazione fatale per la grande finanza, per la Borsa. Con un patrimonio personale, a detta di «Daily Mail» quantificato in circa 1 miliardo di sterline![2]
Soldi a parte, quello che è accaduto a Bono è l’esatta fotocopia di ciò che ha vissuto Jovanotti qualche mese fa, quando il 14 aprile dopo aver fatto una tristissima marchetta pro-vaccini a Bologna durante un concerto dal vivo, gli viene un misterioso edema alle corde vocali che causa il rinvio della data successiva del 16 aprile.
Una laringite indica «spavento»: per quale motivo Jovanotti è «rimasto senza parole»? E’ stato minacciato? Gli hanno imposto di propagandare la bontà delle vaccinazioni?
Tornando ai diversamente-irlandesi, non tutti sanno che in occasione del loro tour alla «Mercedes Benz Arena» di Berlino, Bono avrebbe dovuto prendere una netta posizione sul tema dei migranti e contro le attuali correnti nazionaliste e sovraniste che stanno dilagando negli ultimi mesi in Europa.[3]
Il leader è stato chiarissimo a riguardo: nel corso del live berlinese, la band sventolerà fieramente sul palco la bandiera dell’Unione Europea, simbolo della coesistenza pacifica dei popoli, dell’integrazione e della cultura di un continente di cui la band è fiera di far parte[4].
In un’intervista esclusiva concessa al giornale tedesco «Faz», Bono ha motivato in modo più approfondito le ragioni di questa scelta politica: «l’Europa è un pensiero che deve trasformarsi in un sentimento» ha dichiarato l’artista irlandese.
Ufficialmente Bono sarebbe molto attento alle tematiche umanitarie, in realtà Vox e la band hanno completamente abiurato le loro origini, il cambiamento e la ribellione che incarnavano quando hanno iniziato a suonare.
La loro apparente perdita di memoria è giustificata da almeno 1 miliardo di buonissime ragioni…
La memoria però è perfetta quando si tratta di scegliere il deposito dei loro quattrini, visto che nel 2005 gli U2 trasferirono il domicilio fiscale della «U2 Limited» in Olanda, più esattamente nel paradiso delle Antille Olandesi, proprio mentre Bono denunciava il liberismo senza cuore di Dublino.
«Il debito pubblico mi fa rabbrividire» ha detto il cantante al quotidiano «Guardian», chiedendone la cancellazione, ma poi coprendo di elogi personaggi del Sistema stesso, come Clinton e Blair….

Quindi Bono è contrario al debito pubblico degli altri, ma quando i soldi sono suoi, fa di tutto per nascondersi al fisco e non pagare le tasse.
Ma forse qualcosa sta cambiando, e la sua voce ne è testimone….

Edema alle corde vocali
Va precisato subito che la laringe si attiva con lo spavento, mentre i bronchi con la minaccia.
Secondo le straordinarie «Leggi Biologiche» l’edema delle corde vocali con conseguente afonia è un processo infiammatorio che va a «riparare» una situazione nella quale si è provato uno spavento...qualcosa che ha «lasciato senza parole». Il sentito biologico (che precede lo stato coscienziale) è esattamente questo: un sussulto che attiva l’epitelio della laringe per permettere di «tirare dentro più aria per poi gridare più forte».
Quando arriva lo spavento la persona si sente ammutolita, senza parole, senza fiato.
E ovviamente basta una semplice telefonata per innescare il tutto…
Poi finalmente con il concerto si rimuove l’origine dello spavento, cioè quello che è stato imposto e/o minacciato, e la laringe va in «riparazione» creando edema e lasciando «senza parole» (esattamente la sensazione provata al momento del trauma).
Il cantante ha iniziato il concerto e - guarda caso - la voce lo ha abbandonato.
Caso da manuale.
Bono per caso è stato minacciato? O gli hanno «imposto» di farlo?
Per quasi tre decenni «nella sua veste di figura pubblica si è fatto megafono di idee elitarie, sostenendo soluzioni inefficaci, trattando i più poveri con superiorità e leccando il culo ai ricchi e ai potenti»[5], e ora cos’è successo? Come mai questo conflitto, forse sta cambiando qualcosa?

[1] Ansa, 3 settembre 2018, www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2018/09/02/bono-perde-la-voce-u2-interrompono-concerto-a-berlino-_cf3d206d-e929-47e5-92f4-b914e3141cbe.html

[2] https://www.lettera43.it/it/articoli/cultura-e-spettacolo/2014/01/13/bono-le-ombre-sul-cantante-irlandese/107887/

[3] «U2: Bono dichiara ‘sventoleremo la bandiera dell'Unione Europea durante il tour a Berlino’» http://www.soundsblog.it/post/513797/u2-bono-dichiara-sventoleremo-la-bandiera-dellunione-europea-durante-il-tour-a-berlino

[4] Idem

[5] Harry Browne, libero docente alla «School of Media del Dublin Institute of Technology»


Marcello Pamio

La Scienza sappiamo non essere democratica, almeno così ci continuano a dire in tivù i «Muppet BusinesShow» del Sistema.
Quando però si tirano in ballo i soldi, tanti soldi, allora la Scienza diventa molto democratica.
Strano comportamento, vero?
Con 100.000 dollari. Poco importa se sei nero, bianco o giallo, gay o un pornoattore, se voti destra o sinistra, se fai vaccinare o meno tuo figlio, perché con quel gruzzolo puoi clonare il tuo animale preferito. Cosa c’è di più democratico di questo?
Hai un cane, un gatto, un pitone rosa o un’iguana in casa a cui sei affezionato? No problem, se cacci la grana te ne riproducono in laboratorio la copia genetica esatta, gene più, gene meno.

Dalla pecora al gregge
Sono passati 22 anni dalla famosa pecora Dolly, il primo mammifero clonato al mondo.
Al Roslin Institute in Scozia hanno dovuto usare 277 embrioni dei quali solo 29 sono cresciuti a sufficienza per essere impiantati nell’utero, e di questi uno ha attecchito generando la pecora.
Tutti conoscono la pecora, ma la sua triste esistenza non è nota a tutti: visse 6 “lunghi” anni pregni di atroci sofferenze; nel 2002 infatti a seguito di un’artrite che la torturava e una malattia polmonare incurabile (ignota) morì o forse venne soppressa.
Ecco l’epilogo “normale” che tocca a tutti gli animali clonati: si chiama invecchiamento precoce e i grandi luminari del codice della Vita lo devono ancora risolvere. Sembra quasi che sia la stessa Natura a voler mettere fine ad un tale abominio nel minor tempo possibile.
Oggi però - Dio e Natura a parte - il business più florido riguarda la clonazione dei cani.
Poco importa se andranno buttati nel cesso centinaia di embrioni ogni volta, come pure non interessa nemmeno dell’invecchiamento precoce onnipresente, perchè «business is business».
Montagne di soldi sommergono queste cosette.

La Sooam Biotech Research Foundation (http://en.sooam.com/about/sub01.html) di Seul è la prima azienda al mondo che fornisce un servizio di questo tipo ai suoi ricchi clienti: clona l’amico a quattro zampe. Secondo dati ufficiali nel 2009 ha clonato ben più di 1000 cani.
L’operazione è semplicissima (per modo di dire) e in due passaggi si fa tutto: basta fornire entro 5 giorni dalla morte dell’amico peloso, dei pezzetti di DNA, ed eseguire un bonifico di 100.000 dollari. Soprattutto questo ultimo è basilare per il risultato.
C’è chi, come ad esempio la cantante-attrice Barbra Streisand, non ha atteso la morte della sua amata cagnetta Samantha e l’ha fatta clonare, per sicurezza due volte. Oltre a Samantha ora si porta a spasso nella cesta pure Miss Violet e Miss Scarlett.


La Streisand ha avuto lo sconto e ha sborsato solo 50.000 dollari a clone, forse il personaggio famoso porta pubblicità indiretta alla società coreana, però poi si è un po’ lamentata dei risultati perché i cloni «di carattere non le somigliano», intendeva a Samantha.
Forse l’età della cantante le sta giocando brutti scherzi: pensare solo lontanamente che il clone del tuo cane sia identico in tutto e per tutto all’originale denota una visione della vita materialistica e assai limitata.
Quello che questa pseudoscienza allo sbando può fare in laboratorio è copiare un essere a livello cellulare, cioè riprodurre né più né meno come una fotocopiatrice una pagina della Divina Commedia. Il risultato fisico è identico, la pagina è uguale, ma il contenuto di quella pagina, le emozioni che Dante provava quando l’ha scritta e le emozioni che suscita in chi la legge non potranno mai essere copiate da nessuno.
Riescono a clonare un animale, ma non potranno mai e poi mai copiare il carattere, le emozioni, le esperienze (belle o brutte che siano), i traumi e tutto il suo vissuto, tutto il corredo spirituale non visibile e quindi non materiale.
D’altronde cosa ci si può aspettare da una scienza privata completamente dell’etica e della morale?
Una scienza totalmente disumanizzante gestita dalle industrie e portata avanti a parole dai pupazzi del Muppet BusinesShow….

Clonare macachi e uomo?
Questa pratica purtroppo si sta diffondendo, e oltre ai cani stanno clonando pure i primati.
Lo scorso gennaio la «Chinese Academy of Science Institute of Neuroscience» di Shanghai ha clonato i primi macachi: due femmine chiamate, con la straordinaria fantasia che contraddistingue i cinesi, Zhong Zhong e Hua Hua.
Il motivo degli esperimenti è presto detto: i macachi hanno un corredo genetico simile a quello dell’uomo per il 98%, quindi studiandoli si aprirebbero delle prospettive incredibili per la ricerca biomedica.
Culturalmente fermi al medioevo: la scienza continua col parallelismo tra «modello animale» e «modello umano», nonostante le differenze siano abissali e incolmabili.
Stiamo perdendo tempo e milioni di vite umane, perché la scienza e la ricerca medica sono concentrate sulla differenza più o meno minima nel numero dei geni tra l’uomo e l’animale, e questo nonostante le bastonate che la Natura continua a rifilare all’uomo da laboratorio.
Il corredo genetico umano per esempio sarebbe composto da 31.780 geni secondo il «Progetto Genoma Umano», quindi molto meno dei 100.000 che pensavano all’inizio.
Non solo, il lombrico per esempio ha 19.900 geni e la pianta «Arabidopsis» ne possiede quasi 26.000.
Il topo ha appena 300 geni meno di noi.[1] E allora? Possiamo dire che il topo e l’uomo hanno qualcosa da spartire? Si può seriamente pensare e scientificamente sostenere che la risposta ad una molecola chimica, da parte di un ratto nato e cresciuto in una gabbia (magari geneticamente modificato per sviluppare un cancro) sia uguale a quella di un bambino o di un adulto umano? Solo un malato di mente potrebbe continuare a sostenere questa farloccaggine, e purtroppo l’attuale scienza, quella non democratica, è basata proprio su questo gravissimo errore metodologico.
Cosa faranno se i camici bianchi scopriranno che il corredo genetico di una piattola (da "pilu pubico") è di circa 30.000 geni? Useranno un nuovo «modello piattola-umana» per sconfiggere il cancro?
Infine dove mettiamo il carattere, le esperienze e gli aspetti psicologici-emotivi e spirituali dell’essere umano? Esattamente quelle cose che i fallimenti della clonazione stanno portando alla luce, ma che nessuno vuole far vedere…

Clonazione umana
Molti si stanno chiedendo: quando toccherà all’uomo?
Anche se ufficialmente la clonazione umana è vietata, chi è in grado di controllare cosa stanno combinando nei laboratori superprotetti?
Lo scenario che si apre ricorda molto da vicino la fantascienza portata sul grande schermo da film come «Alien la clonazione» (1997), «Il Sesto giorno» (2000), «The Island» (2005), «Non lasciarmi» (2010), «Never let me go» (2010) e altri.
Corpi fatti crescere in batteria come serbatoi per organi biologicamente e geneticamente uguali senza problemi di rigetto. Corpi vuoti, privi di coscienza, memorie, emozioni ed esperienze.
Un mercato di organi dal valore illimitato.
Prospettiva inquietante: cosa potrà mai accadere in Italia se qualche laboratorio avesse già fatto clonare personaggi come Matteo Renzi, riempiendo freezer sotterranei con le copie dell’attore toscano e pronti per rimetterlo in campo? In questo, unico nel suo genere, sarebbe possibile sostituire il senatore con il clone neutro, vuoto cerebralmente e spiritualmente, e nessuno si accorgerebbe della differenza…

Per maggiori informazioni:

«Follie della clonazione. Per duplicare il cane anche 100.000 dollari», Jessica D’Ercole, «La Verità» 28 agosto 2018

[1] «Sorpresa, pochi geni nel Dna dell'uomo», http://www.repubblica.it/online/cultura_scienze/piantanoma/geni/geni.html

Marcello Pamio

«SINISTRO» è il pacchetto full optional offerto dalla sinistra italiana.
Si tratta dell’assicurazione più completa e sicura attualmente in commercio. Non teme concorrenza.
Costa moltissimo, ma la copertura che garantisce è totale.
Una volta acquistata la polizza e immatricolata l’azienda, si diventa parte vitale della «confraternita».
Ma cosa offre di così interessante il pacchetto?
In caso di incidente, scandalo, bancarotta o tragedia:

  • I nomi degli interessati e delle società, saranno minimizzati o cancellati del tutto dalle notizie dei giornali mainstream che fanno parte della Famiglia, quasi tutti. I media devieranno l’attenzione, spostando le telecamere altrove e cercando altri capri espiatori.
  • La «Maglietta Rossa Ong» non verrà mobilitata, perché i loro interventi mirati - tutti concordati dalla confraternita - sono puntualmente sincronizzati con i media.
  • Vengono messi a disposizione i migliori magistrati e procuratori del Gruppo; se non riusciranno a deviare completamente le indagini, potranno dare tutto il tempo necessario per cancellare le prove...
  • Si è assistiti dai più potenti studi legali a livello mondiale: la colpevolezza diventerà innocenza, e si potrà perfino accusare il governo di turno chiedendo i danni.
  • Se lo scandalo è di tipo bancario, allora l’assistenza di un gruppo di esperti collegati con bankitaly farà pagare il debito ai correntisti.
  • Se le cose si dovessero mettere malissimo, allora l’estrema ratio sarà l’intervento diretto del Presidente della Repubblica, testimonial importante del Gruppo…

Il motto: «Fai quello che vuoi, tanto paga qualcun altro» ben rappresenta questo pacchetto full inclusive, unico nel suo genere.
Da quanto detto, sembra proprio che la famiglia Benetton abbia stipulato la polizza «SINISTRO», perché sono morte ben quarantatré persone, circa 600 sono rimaste senza casa, ma delle maglie rosse nessun traccia, né sopra né sotto il Ponte delle vergogne. I nomi Benetton e Atlantia a livello mediatico vengono quasi sempre minimizzati, come se fossero estranei alla tragedia. Anzi, forti dell’assistenza legale, sono loro che chiederanno i danni economici al governo italiano per il crollo in borsa!
I magistrati incaricati delle indagini, hanno atteso OTTO giorni prima di sequestrare «computer e telefonini» della dirigenza, dando così il tempo di far sparire eventuali prove compromettenti, come per esempio tutte le immagini delle DUE webcam sul ponte, nonostante fossero accese 24 h su 24…
Il Procuratore sulle telecamere non si è minimamente scomposto, e al momento non c’è nessun iscritto nel registro degli indagati…

Salvini non ha il SINISTRO...
Dall’altra parte la cronaca dimostra che Matteo Salvini è scoperto dalla polizza.
Il Ministro sta cercando di impedire lo sbarco di migliaia di disperati sulle nostre coste, chiedendo una equa redistribuzione del carico umano tra i vari paesi e mostrando de facto il vero volto criminale dell’Europa dei tecnocrati e dei banchieri, e ogni giorno si scontra con maglie rosse, offese pubbliche, attacchi mediatici, querele da improvvisati eroi della sinistra, e avvisi di garanzia della magistratura!
Avere o non avere SINISTRO fa la differenza!

Maurizio Blondet  - 23 agosto 2018 

Allora,  sunteggiamo le iniziative della magistratura.
Il pm di Agrigento sale sulla «Diciotti» e apre un fascicolo «contro ignoti» per «sequestro di persona». Ha di mira Salvini, ovviamente.
Pm di Genova: manda la Finanza negli uffici di Autostrade a sequestrare «computer e telefonini» della dirigenza.
Otto giorni dopo il collasso del Ponte Morandi. Dicesi otto giorni.
Tanto tanto tempo per cancellare le email, far sparire i video (già fatto), azzerare i server, insomma far sparire prove?  Domando, mi limito a domandare.

Commento di uno che passa (io non c’entro, signor giudice):
«In un paese normale la magistratura avrebbe sigillato immediatamente uffici e server di Autostrade per l’Italia, per evitare manomissioni e distruzione di prove».
«Se durante lavori ristrutturazione di un condominio si stacca cornicione e ci scappa il passante morto giorno dopo sono indagati per omicidio colposo: Amministratore Condominio, Ing. Direttore dei lavori, Responsabile Sicurezza Cantiere, Titolare Impresa. A Genova ad oggi nessuno»: un ex amministratore di condomini. Lo perdoni, signor giudice.

Un altro: «Mi preoccupa molto come sta avendo la magistratura. Passata una settimana non abbiamo ancora un iscritto al registro degli indagati».
Una settimana, e nemmeno non solo un imputato, nemmeno formulato un capo d’imputazione. Non sanno di cosa accusare chi.

Titolo di giornale del 20 agosto:
Genova, la Procura: «Cerchiamo filmato del crollo. Per ora nessun indagato».
Il filmato del crollo che non c’è più. Hanno sequestrato le macerie, ma ancora non hanno perquisito la sede della concessionaria.
Passano i giorni.
Commento di uno che passa (io ne prendo vigorosamente le distanze, signor procuratore)
«Ovvero: stiamo disperatamente prendendo tempo per trovare un modo per salvare i Benetton».

Un altro (ma io mi dissocio):
«Come mai l’iscrizione nel registro degli indagati è sempre un ‘atto dovuto’ e stavolta dopo una settimana… Nessuno! Devono ancora capire come si chiama la società che gestiva, e gestisce tuttora, quella strada? Stanno cercando l’indirizzo?».

Un altro che passa: «Ho un orrendo presentimento».
Da questo commento non mi dissocio. Ho un orrendo presentimento anch’io. Dovuto alla mia esperienza di vecchio giornalista.
Rafforzato dal fatto che i Benetton non solo hanno offerto una cifra ridicola alle vittime del disastro, ma dopo qualche ora, hanno ripreso sicurezza e, stanno cominciando ad accusare il governo di aver fatto cadere il titolo. Non è stato il crollo del ponte a farlo cadere in Borsa, ma gli strilli di Salvini e Di Maio contro la società concessionaria, a cui il governo precedente ha abbandonato un monopolio naturale, lo libertà di fare profitti che emulano soltanto lo spaccio di droga, e l’autocontrollo sugli investimenti: che infatti sono un terzo di quelli pattuiti e necessari.

Insomma: sono loro, i Benetton, che pretendono i danni dallo Stato. Lo fanno con uno stuolo di avvocati potentissimi, fra cui la nota Paola Severino: quella che ha fatto la ministra della “giustizia” nel governo Monti, per sottolineare da che parte sta. Nessun sospetto di conflitto d’interesse, tutto legale. Ovvio, questi si sono fatti le leggi a loro vantaggio, dunque tutto ciò che fanno loro è legale per definizione.
Io ho un bruttissimo presentimento: non avrete mai più il vostro ponte, o genovesi. Non lo rifaranno certo i Benetton - perché dovrebbero spenderci un centesimo, ormai? - né potrà farlo il governo, perché dovrà rifondere i miliardi necessari agli “azionisti” di Atlantia, oltre che ai Benetton che sono stati così danneggiai dalle esternazioni di Salvini.
Tenete d’occhio soprattutto la class action americana, avviata dallo studio legale Bronstein, Gewirtz & Grossman” (jjj) il quale «sta esaminando potenziali rivendicazioni per conto di acquirenti» dopo che, sulla notizia della possibile revoca della concessione e di una sanzione «il prezzo delle azioni è sceso di 1,66 dollari, o del 13,7%, per chiudere a 10,45 dollari il 16 agosto».

La Class action non lascerà che le briciole in Italia
Questo studio legale vanta speciale «competenza nella ricerca aggressiva di richieste di contenzioso».  Chi conosce queste capacità aggressive, sa già cosa accadrà: si prenderanno tutti i miliardi gli americani per conto dei loro azionisti, poi Atlantia opportunamente «fallirà», ossia resterà senza un soldo insomma; ai genovesi e alle vittime non resteranno nemmeno le briciole.
Anche perché era fin dall’inizio chiaro che i Benetton, di soldi loro, non ne hanno messo uno. «Non hanno investito niente, comprarono Autostrade con i soldi di Autostrade», come ha spiegato il trader Gianni Zibordi.
Hanno creato una società apposta che ha fatto un debito immane, poi - ottenuta la concessione da Prodi, D’Alema e soci - l’hanno fusa con Autostrade, a cui hanno accollato l’immane debito: «Hanno fatto il debito e lo stanno ripagando coi profitti del pedaggio - queste sono vere rapine, non quelle in banca», commenta Zibordi. Che non lo senta un PM, perché potrebbe aprire un fascicolo contro di lui per diffamazione: tutto ciò che i Benetton hanno fatto è perfettamente legale. Per forza. Dimostra chiaramente che stavano ancora pagando il debito coi pedaggi; finita la concessione, finiti i pedaggi, eccoli nullatenenti.
Naturalmente, restano miliardari. «Chiunque legga bilanci di Atlantia e Autostrade sa che i profitti netti sono stati più di 12 miliardi dal 2001 e le tasse che pagano sono circa un 24%….».
Ma andate pure a reclamare i loro possedimenti fra i Mapuche. O in Lussemburgo il paradiso fiscale nel centro della UE.

Manifesto: sempre dalla parte dell’azionista
Uno che passa: «E’ la procura di Genova, ragazzi» (mi dissocio).
Claudio Borghi «il PM che ha disposto il sequestro dei conti della Lega».
http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2017/09/15/pm-genova-non-contro-lega-ma-pro-camere_8f26623a-9697-4da9-a67b-2a95ce3dafbb.html

Francesco Cozzi, il PM che ha aspettato otto giorni prima di far perquisire gli uffici di Autostrade ed elevare un’imputazione, risulta dalla sua biografia ufficiale, è stato «direttore dell’Ufficio rapporti con il Parlamento nel Gabinetto del Ministro della Giustizia prof G.M. Flick».
Insomma, il pm Cozzi ha avuto un incarico altamente politico e di parte nel governo Prodi. Uno (maggio ’96-ottobre ’98), ed ora stava occupandosi di colpire la Lega “dando la caccia” ai suoi miliardi scomparsi, quando è crollato il ponte: proprio in tempo, era stato appena nominato procuratore capo a Genova.
Non c’è qui un conflitto d’interesse? Non ha dato prova, il dottor Cozzi, di militare politicamente  per la parte politica avversa all’attuale governo, quella che ha tutto da perdere se un giudice solleva il segreto di Stato sulla concessione di Autostrade, e lo scambio di favori che non può non nascondere?

Non lo chiedete però, perché aprono un fascicolo contro di voi perché avete mancato di rispetto. E sono un sacco di spese, anche nel caso (improbabile) che veniate assolti.
Chiedere lo spostamento dell’istruttoria per legittima suspicione? Non scherzate - e non mancate di rispetto. Per queste cose, la magistratura ha tutto il tempo.
Per la mia diretta esperienza (avevo intervistato il tassista Cornelio Rolandi appena tornato da Roma dove aveva riconosciuta Valpreda come il passeggero che aveva portato a Banca dell’Agricoltura il 12 dicembre 1969), fui chiamato a Catanzaro dove l’ennesimo processo era stato spostato “per legittima suspicione”, dopo sentenze di Cassazione: dieci anni dopo. Il tassista Rolandi era morto da anni, anche se aveva lasciato una dichiarazione giurata sul letto di morte in cui confermava che il passeggero era Valpreda. Vista la convocazione con le solite minacce se non mi presentavo, mi feci il viaggio in treno da Milano a Catanzaro. Confermai ciò che avevo scritto nell’articolo, apparso su «La Domenica del Corriere», sotto il Natale 1969. Il presidente della Corte mi intimò di esibire il taccuino degli appunti di allora: di dieci anni prima. Dissi che non l’avevo tenuto, avendo però scritto l’articolo su «La Domenica del Corriere». «Bel giornalista è lei!», mi disse. Io avrei dovuto rispondere: «Bei giudici siete voi, che in dieci anni ancora non avete dato un colpevole alla strage di piazza Fontana».  Ma naturalmente tacqui.

Per il motivo che Pierpaolo Pasolini aveva scritto sul «Corriere» il 28 settembre 1975, dopo aver esordito: «Gli italiani vogliono consapevolmente sapere quale sia la realtà dei cosiddetti golpe fascisti.
Gli italiani vogliono consapevolmente sapere da quali menti e in quale sede sia stato varato il progetto della «strategia della tensione» (prima anticomunista e poi antifascista, indifferentemente).
Gli italiani vogliono consapevolmente sapere chi ha creato il caso Valpreda.
Gli italiani vogliono consapevolmente sapere chi sono gli esecutori materiali e i mandanti, connazionali, delle stragi di Milano, di Brescia, di Bologna.
….concludeva:
«Ma, mentre contro gli uomini politici, tutti noi, cari colleghi della ‘Stampa’, abbiamo coraggio di parlare, perché in fondo gli uomini politici sono cinici, disponibili, pazienti, furbi, grandi incassatori, e conoscono un sia pur provinciale e grossolano fair play, a proposito dei Magistrati tutti stiamo zitti, civicamente e seriamente zitti.
Perché?
Ecco l’ultima atrocità da dire: perché abbiamo paura».
http://videotecapasolini.blogspot.com/2015/11/pasolini-il-mondo-28-agosto-1975-il.html

Un mese più tardi, Pasolini venne ucciso.

Sarà così anche stavolta. Fra dieci anni, forse, la “giustizia” rifarà il processo che Cozzi ha cominciato, mandandolo per legittima suspicione che so, a Potenza, a Roccella Jonica, in un posto del Sud difficile da raggiungere. Nel frattempo, Salvini sarà in galera, i Benetton liberi, e liberi i Delrio, i Letta che stanno nei loro consigli, i Renzi e i Gentiloni, tutti quelli che hanno stipulato loro la concessione senza  che spendessero un soldo dei loro, prolungando la concessione per decenni (perché potessero pagare il debito). Sarà libero Mario Draghi che ha comprato per la Banca Centrale azioni di Atlantia…
«Nel conto mettere anche i bond Atlantia ed autostrade comprati dalla #ECB stampando moneta per acquistare debito corporate …il 25% degli acquisti totali è fatto sul primario. ‘funding secure’».
La BCE che non compra titoli di debito pubblico direttamente dagli Stati, sul primario, (perché sono corrotti), però compra titoli di debito privati direttamente da privati che lucrano indebitamente da un monopolio naturale.
Ci ha investito anche Draghi…l’Europa…
Ma non mettiamo troppa carne al fuoco.

Una cosa posso dirvi per certo: che il ponte non sarà mai ricostruito, le famiglie mai risarcite, e voi genovesi - metterete ore per andare da ponente a levante. Se ci sarete ancora dei genovesi, chiaro: il porto ovviamente avrà perso il suo traffico, a vantaggio di Marsiglia, e non avrete più decine di migliaia di posti di lavoro (non mi dispiace per via dei camalli, pagatissima lobby rossa, avrà quel che si merita).  Vi conviene migrare.
Ovviamente il 60% della popolazione italiana sarà composta da negri - pardon, di immigrati e bambini che fuggono dalle guerre e dalla fame, perché la Diciotti sarà stata rimessa ad emulare «Open Arms» ed «Aquarius». Ogni giorno, i media vi ricorderanno quanto siete razzisti, perché uno avrà lanciato un uovo contro un “rifugiato” o un controllore reagito dopo essere stato picchiato dalle bande di nigeriani….

Ma è colpa vostra, italiani.
Perché non avete ascoltato il consiglio urgente di Danilo Quinto, fuoriuscito dai Radicali perché convertito alla fede, e rimasto grande animale politico:
«Di fronte all’ennesima iniziativa della magistratura contro Salvini, ai processi mediatici che ogni giorno Salvini subisce, a una Guardia Costiera che non obbedisce agli ordini ricevuti, bisogna agire nell’immediatezza, convocando il popolo italiano ad una grande, immensa manifestazione di piazza. Fatelo subito ed azzerate le responsabilità a tutti i livelli nei Ministeri, prima che sia troppo tardi».
Forse è già tardi.
Come sempre, quando l’oligarchia sinistra perde, a fare il lavoro entra “la giustizia”. Frase che immediatamente mi rimangio, mi scusino le procure.

(Avrei solo una domanda. Al dottor Piercamillo.  Quello che voleva rivoltare l’Italia come un calzino, l’eroe di Mani Pulite, quello per cui la magistratura è pura e la politica è corrotta, oggi capo dell’ANM il potentissimo sindacato dei giudici. Ma non oso fargliela: perché ho paura, dottor Piercamillo.

Si faccia i complimenti da solo)

 

Tratto dal sito di Maurizio Blondet https://www.maurizioblondet.it/ho-un-orribile-presentimento-nessuno-ricostruira-il-ponte-morandi-e-salvini-in-galera/