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Marcello Pamio

L' “Anteprima mondiale EvaluatePharma” è arrivata alla dodicesima edizione.
Si tratta di un'analisi annuale che fornisce una visione di alto livello, dal mondo dei mercati finanziari, sulla performance prevista del settore farmaceutico e biotecnologico da oggi al 2024.
Questo studio evidenzia le tendenze nella prescrizione e vendita di farmaci, sul rischio di brevetto e sulla spesa in ricerca e sviluppo.

Prescrizione farmaci
In questa ultima previsione, esattamente come per le precedenti, le vendite di farmaci da prescrizione crescono costantemente anno dopo anno per raggiungere entro il 2024 la fantasmagorica cifra di 1,18 trilioni di dollari (1.180.000.000.000.000 $); stiamo parlando di 1.800 miliardi di verdi bigliettoni americani.
La linea immuno-oncologia contribuisce in modo significativo a tale crescita, come pure la nascita di nuove tecnologie: la terapia cellulare e genetica.
Pfizer sarà la principale azienda farmaceutica con prescrizione medica in Italia con un fatturato di $ 51,2 miliardi, davanti a Novartis e Roche.

Interessante è sapere che la vendita di farmaci nell'ultimo periodo è tre volte maggiore di quella che c'è stata tra il 2010 e il 2018, e che il mercato dei farmaci "orfani", ovvero quelli per malattie rare, è quasi raddoppiato, come se qualcuno ne prevedesse un aumento...

Top ten delle corporazioni farmaceutiche (Big Pharma)
Quando si parla di “Big Pharma” ci si riferisce a quel moloch potentissimo costituito dalle prime dieci multinazionali della chimica e farmaceutica: quelle che realmente controllano il mercato globale.
Ecco le più potenti al mondo: Pfizer, Novartis, Roche, J&J, Merck, Sanofi, GSK, AbbVie, Takeda, AstraZeneca.

Un cartello di industrie che fattura ogni anno qualcosetta come 415 miliardi di dollari!
Con simili numeri - che sono solo quelli derivanti dalla vendita di medicinali da prescrizione - Big Pharma ha, di fatto, un potere immenso, il che permette loro di manovrare e controllare qualunque cosa.

Top ten biotecnologiche
Per quanto riguarda invece la classifica delle più ricche aziende biotecnologiche a livello mondiale, c'è qualche variazione di nomi ma, esattamente come nella proprietà commutativa della moltiplicazione: cambiando l'ordine degli attori in gioco, il risultato non cambia.
Roche, Merck, Sanofi, Amgen, Johnson & Johnson, Eli Lilly, Novo Nordisk, AbbVie, Bristol-Myers Squibb, Pfizer.
Le biotecnologie stanno sempre più interessando le industrie perchè le considerano uno sbocco basilare per il prossimo futuro. Il biotech, che ci piaccia o no, interesserà sempre più aspetti della nostra vita: alimentazione, farmaceutica, sanitaria, industriale, tecnologica, ecc.

La top ten delle aree terapeutiche
La crescita delle aree terapeutiche è il sensore più interessante per sapere come sarà messa la salute pubblica nei prossimi 4 anni.
Questa classifica è in ordine decrescente di guadagni: dall'oncologia agli anti-diabetici, anti-reumatici, vaccini, anti-virali, immunospressori, dermatologici, broncodilatatori, organi di senso e anti-coagulanti.
Al primo posto in assoluto quindi l'oncologia, con un distacco notevole dalla seconda posizione occupata dal diabete. Oggi il cancro, soltanto grazie ai farmaci da prescrizione (sono escluse la diagnostica, la radioterapia, ecc.) fa guadagnare oggi alle industrie 123,8 miliardi di dollari (soldi peraltro sostenuti dai servizi sanitari nazionali), ma arriverà alla folle cifra di 236,6 miliardi di dollari entro il 2024.
Dati che presuppongono la crescita continua delle malattie tumorali nella popolazione...

I vaccini e gli antivirali rappresentano anch'essi un business molto allettante: un mercato da 87 miliardi di dollari all'anno. Le vaccinazioni infatti toccheranno i 44,8 miliardi di dollari, mentre gli antivirali 42,2 miliardi nel 2024.

Conclusioni
I rapporti di Evaluate Pharma lasciano sempre pochissimo spazio a libere interpretazioni.
La salute globale, secondo loro, è sempre più minacciata e le persone saranno falcidiate dal cancro, dal diabete, dai dolori reumatici, dalle malattie infettive e da tutto il resto.
La fortuna è che sono soltanto delle previsioni, quindi proiezioni elaborate analizzando i dati del passato e quelli del presente. Ma pur sempre delle previsioni teoriche.
L'uomo - anche se effettivamente ha un margine di manovra, il cosiddetto “libero arbritrio” piccolo - ha la possibilità di cambiare il futuro lavorando e agendo nel qui e ora (hic et nunc).

Queste analisi infatti si basano sulla previsione che i sudditi rimangano tali, cioè che gli schiavi continuino a rimanere schiavi all'interno delle loro prigioni prive di sbarre e ricche di schermi.
Lavorando dove dicono loro, mangiando le cose che loro propongono, informandosi nei loro canali, prendendo le droghe fabbricate da lorsignori, e pensando quello che loro vogliono.
Ma in questa Matrix, l'uomo ha sempre la possibilità di mettere in discussione la propria esistenza, facendo qualcosa di concreto, mettendo in atto un'azione concreta, meglio se dirompente.
Dal Sistema si esce solo se si stacca la spina che dalla nuca (come nell'omonimo film) ci tiene collegati a esso.
Si può modificare e cambiare lo stile di vita partendo da varie angolazioni. Ecco alcuni banali spunti:

  • nutrizione sana e vegeta, priva di sofferenza animale ma ricca di energia e nutrienti fondamentali;
  • muovendo ogni giorno il corpo per ossigenare, tenere in vigore le articolazioni, stimolando la circolazione sanguigna e linfatica;
  • cambiando il modo di pensare e vedere la realtà che ci circonda;

  • dando un senso alle cose che ci capitano, soprattutto alle malattie;

  • rigettando in toto l'informazione e la spazzatura cerebrale che va sotto il nome di “entertainment”. Tutti i media infatti fanno parte della macchinazione (tv, radio, internet e carta stampata).

In pratica possiamo riprendere in mano la nostra Vita, tornando ad essere i creatori e gli artefici del nostro destino.
Sicuramente potranno apparire piccoli accorgimenti, ma possono realmente far cambiare qualcosa!
Il futuro non è quello previsto e scritto da Evaluate Pharma nell'inchiostro della carta, o nei pixel di uno schermo. Davanti a noi, nel nostro futuro percorso individuale non esisterà nulla che non sia derivato dalle azioni messe in atto in ogni istante nel presente!
Esiste solo questo, il “presente”, che come dice nel nome è un vero e proprio DONO e sta a noi coglierlo per viverlo e goderlo al meglio, preparando quel terreno che diventerà il nostro domani!
Un domani forse migliore di quello prospettato...

Marcello Pamio

La tiroide è una piccola ghiandola del peso di circa 20 grammi che appartiene al sistema endocrino: produce, immagazzina e soprattutto rilascia alcuni ormoni tiroidei nel sangue.
Oggi appartiene all'apparato endocrino ma non è sempre stato così, perché in una precedente fase evolutiva la tiroide e le paratiroidi erano ghiandole esocrine che rilasciavano i loro secreti nel lume intestinale.
L'origine del nome indica anche la sua funzione: Tyro=scudo ed Eido=immagine, e difatti la sua forma ricorda quella di uno scudo.
Si trova nel collo, contigua posteriormente alla trachea, ed è formata da due lobi ghiandolari, uno a destra e uno a sinistra.
La parte funzionale della tiroide è il follicolo costituito da un strato di cellule epiteliali, i tireociti, che sintetizzano gli ormoni iodati.
La tiroide è controllata dall’asse centrale: ipotalamo-ipofisi-tiroide. L'ipofisi anteriore produce l'ormone TSH, che stimola appunto la tiroide. La delicatissima interazione dell'asse ipotalamo-ipofisi-tiroide mantiene stabile la quantità degli ormoni tiroidei che circolano nel sangue.
Gli ormoni tiroidei sono importantissimi ed infatti interagiscono in pratica con tutto l'organismo:

  • aumentano il consumo di ossigeno e la produzione di calore
  • aumentano il metabolismo del colesterolo
  • aumentano l'assorbimento dei carboidrati
  • diminuiscono il glicogeno epatico,
  • aumentano l'attività del sistema simpatic
  • stimolano il sistema nervoso centrale
  • stimolano la normale crescita e sviluppo corporeo.

La sua principale funzione è però quella di produrre gli ormoni T3 e T4, essenziali per la regolazione del metabolismo.
Quando si parla di tiroide non si può non parlare dello iodio, l'alogeno che rappresenta il materiale primario di questi ormoni, poiché forma il 65% del peso della T4, anche se detto tra noi, per il senso biologico di questa ghiandola lo iodio ha una rilevanza molto marginale...

Derivazione embriologica
La tiroide è costituita da tre foglietti embrionali diversi: la ghiandola è di derivazione endodermica, i dotti tiroidei derivano dall'ectoderma, mentre i vasi ed il connettivo dal mesoderma.
Per questo lavoro ci occuperemo solo della ghiandola (endodermica), che, come abbiamo visto nei precedenti approfondimenti (stomaco, intestino, fegato, prostata), deriva dal tessuto o foglietto embrionale primordiale che gestisce il "boccone vitale", il boccone legato alla sopravvivenza.
La tiroide infatti nasce in risposta alla rapidità di azione nella vita! Il poter afferrare velocemente un boccone (non solo alimentare ovviamente), o il dover espellerlo altrettanto rapidamente perché per esempio è “tossico”, sono funzioni assolutamente vitali.
Si potrebbe obiettare che la ghiandola non è vitale perché se una volta tolta si può vivere lo stesso, e questa osservazione è corretta, ma si vive solo prendendo degli ormoni per bocca, altrimenti sopraggiunge la morte. E' vitale perché in Natura non è contemplato l'Eutirox!
Gli ormoni tiroidei hanno un ruolo importantissimo nell'accelerare la velocità di reazione dell'organismo ed entrano in gioco quando siamo presi da un’urgenza, quando abbiamo necessità di essere molto più veloci. Per essere più precisi, il lobo di destra entra in gioco e viene attivato quando non si è abbastanza veloci da riuscire ad afferrare il boccone e quindi accaparrarsi qualcosa.
Il lobo di sinistra invece si attiva quando non siamo abbastanza veloci nel liberarci da un boccone.
La tiroide è funzionale non solo per afferrare velocemente la preda, ma anche per sfuggire dal predatore. Risponde al classico dilemma biologico "mangiare o essere mangiati".

Per essere veloci nella vita
la natura ha contemplato la tiroide!

Ipertiroidismo
E' la condizione in cui ci sono troppi ormoni in circolo sanguigno, il che indica una iperattività della ghiandola.
Questa cascata ormonale risponde ad una necessità biologica dell'individuo che si trova nella condizione di dover far presto a conseguire ciò che gli è necessario o di rigettare rapidamente ciò che il suo cervello ritiene dannoso o pericoloso.
Come detto prima, siamo nel tessuto del “boccone vitale”, e il sentito è quello di dover far presto a prenderlo o rigettarlo.

La tiroide
dà il tempo e il ritmo

Una volta l'uomo doveva far presto a raccogliere il cibo o sfuggire da pericoli e animali predatori, oggi il cervello dell'uomo attiva la ghiandola tiroidea quando si deve essere veloci in una competizione con altri individui - a lavoro per esempio, oppure in famiglia.
La sintomatologia dell'ipertiroidismo è dovuta all'eccesso di ormoni tiroidei: perdita di peso, nervosismo e irritabilità, intolleranza ai climi caldi, eccessiva sudorazione, tremori, debolezza muscolare, tachicardia, palpitazioni, ipereccitabilità emozionale, apprensione, insonnia, perdita di grasso e di massa muscolare, aumento di volume della tiroide, perdita di capelli, amenorrea, tremori delle dita, cute assottigliata, esoftalmo (occhi sporgenti).

Si fa tutto di corsa
come se fosse questione
di vita o di morte!

Sono i sintomi che indicano chiaramente una fase di conflitto attivo, per esempio l'esoftalmo (occhi sporgenti) è illuminante perché rappresenta il classico segnale di paura, per cui la persona spalanca e sporge gli occhi per scovare e vedere meglio e prima il pericolo...
In simili condizioni il cervello attiva la ghiandola, fa aumentare la sua funzione (e quindi anche la massa) perché reputa necessari molti ormoni in circolo per fare presto a risolvere il problema.
Agli esami diagnostici, come per esempio la scintigrafia, la tiroide presenta un nodulo unico detto "caldo".

Biodecodifica
Per aiutare una ghiandola tiroidea iperattiva è necessario fermarsi, PRENDERSI IL TEMPO!
Fermarsi per godere e gioire della Vita, tornare a provare piacere per le cose che si fanno, dimenticandosi la fretta. Se non proviamo piacere perché la nostra vita è costellata solo da impegni e doveri (lavorativi, famigliari, sociali, ecc.), allora diventa di vitale importanza ritagliarsi del tempo per noi stessi: staccare la spina e allontanarsi da tutti quanti, smartphone incluso.
Sarà molto difficile per una donna tiroidea, che viaggia a velocità supersoniche e il cui cervello vive costantemente nella velocità e fretta, ma non ci sono molte altre strade.
Se ci si ferma, alla fine il cervello si renderà conto che NON è così mortale, e alla fine il meccanismo biologico non avrà più senso di continuare. Si formeranno così nel cervello nuove reti neurali...

Ipotiroidismo
Al contrario di quanto appena detto, l'ipotiroidismo è la condizione in cui avviene una ridotta produzione di ormoni tiroidei, oppure la loro mancata utilizzazione.
L'ormone T4 viene prodotto all'interno della tiroide per poi essere convertito nella forma attiva T3 nei tessuti periferici. In alcune condizioni stressogene, la tiroide può produrre una sufficiente quantità di T4 da ottenere un valore plasmatico normale, ma la sua conversione in T3 può essere inibita causando un'insufficienza relativa di T3 attivo. In questo caso i pazienti possono manifestare i sintomi di ipotiroidismo.

Il senso biologico
Abbiamo detto che gli ormoni tiroidei servono ad accelerare il metabolismo e la reazione dell'uomo nei confronti a uno o più eventi, per cui la mancata secrezione di questi ormoni ha a che fare con un risentito ben preciso: la persona vorrebbe rallentare, cioè slegarsi dallo scorrere del tempo che appare troppo veloce. Vorrebbe quindi distaccarsi da ciò che la sta coinvolgendo.
L'ipotiroidismo è la soluzione di un lungo periodo di ipertiroidismo, di iperattività della ghiandola. Molto spesso questa condizione non viene diagnosticata perché in una società come la nostra le persone attive e intraprendenti, quelle che dormono poche ore per notte e lavorano 12 ore al giorno, vengono addirittura premiate; ma quando il processo s'inverte e si passa all'ipotiroidismo, arriva la diagnosi perché i disturbi sono importanti e possono destare preoccupazioni: scarsa energia, affaticamento e stanchezza (specialmente al mattino), disturbi del sonno, difficoltà a perdere peso, intolleranza al calore e/o al freddo specie alle mani ed ai piedi, depressione e sbalzi di umore, fobie, lentezza mentale, assenza di memoria, cefalee od emicranie, gonfiore della faccia e ritenzione idrica, acne, pelle secca, unghie fragili, aerofagia e flatulenza, stipsi o diarrea, difficoltà di deglutizione, indigestioni, alterazioni mestruali, problemi di fertilità, ridotta libido, rigidità articolare e crampi muscolari, frequenti infezioni respiratorie, allergie, asma, palpitazioni e/o problemi cardiaci, disturbi visivi.
Quando una persona si sente costantemente stanca, alla fine va a fare gli esami del sangue e spesso torna a casa con la diagnosi di ipotiroidismo. Ma per fortuna le lobbies hanno inventato il farmaco d'elezione...
Va detto che i farmaci come l'Eutirox vanno contro la biologia perché mantengono la persona in perenne conflitto attivo, in pratica mantengono la donna in conflitto attivo per sempre, o almeno fintantoché la prende.

Tiroiditi
Ne esistono di acute, subacute, croniche e autoimmuni (Tiroidite di Hashimoto).
Quella di Hashimoto è la forma più frequente e colpisce di preferenza il sesso femminile con un rapporto di 5 a 1 rispetto a quello maschile.
Per la biologia la tiroidite non è causata da un sistema immunitario che di punto in bianco un giorno, si sveglia iniziando ad attaccare la ghiandola tiroidea, ma rappresenta la fase di riparazione di una attivazione ghiandolare tiroidea recidivata diverse volte.

Conclusione
Abbiamo visto che la tiroide è l'organo del tempo, che dà il tempo, la velocità e anche il ritmo, alla Vita!
Questo è il motivo per cui se si vuole intervenire biologicamente sulla ghiandola per riequilibrarne il funzionamento è necessario fermarsi per ritrovare nel proprio spazio vitale il proprio tempo, iniziando a provare piacere.
Fermarsi deve diventare la parola chiave, e il termine “fermarsi” va preso alla lettera e significa proprio questo: non fare assolutamente nulla!
Non vale fermarsi dal lavoro, per esempio, dedicandosi ad altro. Il senso è fermarsi per far comprendere al cervello che la pausa non è mortale.
Per cui potrebbe essere interessante iniziare prendendosi due o tre giorni, un fine settimana, staccando con il mondo intero, parenti inclusi. Si può andare in un centro benessere, una spa, oppure una baita in montagna, ecc. Il luogo è secondario rispetto all'intento di non fare nulla, a meno che il posto non sia stressogeno per altri motivi (troppa gente, fastidi vari, ecc.).
Così facendo si possono formare nell'encefalo nuove reti neurali che andranno a modificare quelle precedenti e l'imprinting che abbiamo ricevuto da piccini, perché va detto a questo punto che il problema del tempo (quindi della tiroide) nasce come rete neurale nei primi 6 mesi di vita, quando non ci viene dato dalla mamma “il diritto ad esistere” e il “diritto di avere tempo per sé”.
Nasciamo cerebralmente immaturi e rimaniamo in questa condizione per diversi anni, e questo è il motivo per cui quello che ci accade nei primissimi mesi ci condiziona per tutta la vita.
Le reti sinaptiche si formano fuori dall'utero materno e la “programmazione” avviene nei primi 3 anni di vita quando il cervello comincia a confrontarsi con la realtà esterna.
Se per esempio la mamma non si prende il tempo da dedicare esclusivamente al proprio cucciolo, se non se lo tiene strettamente a contatto con la pelle (come avviene normalmente invece nelle popolazioni di colore dove il bimbo è sempre a contatto con la mamma grazie ad una fascia), si possono creare dei conflitti “programmanti” che andranno ad interessare organi specifici come la tiroide e le surreni. Questi bambini crescendo saranno sempre stanchi (surreni) oppure ipercinetici (tiroide).

Una piccolissima ghiandola della dimensione di circa 3 centimetri che la Natura ha sapientemente posizionato in una zona inaccessibile, nasconde una funzione eccezionale. Senza la prostata infatti non sarebbe possibile generare una nuova vita, quindi per l’evoluzione della specie umana è importantissima!
Il greco “prostata” vuol dire «accompagnare in terra straniera»...

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Marcello Pamio

Dopo aver trattato il senso biologico dello stomaco, è importante conoscere il rimanente apparato gastroenterico, cioè quel “tubo” che va dalla bocca all'ano.
Stiamo parlando di un apparato molto complesso, caratterizzato da ben 5 funzioni specifiche che la Natura ha perfezionato nell'arco di milioni di anni: sensoriale, peristaltica, secretiva, assorbente ed escretiva (eliminativa).
Ogni organo che appartiene al gastroenterico può avere più funzioni diverse, ma solitamente ne ha una principale, che lo caratterizza.

Per esempio: la bocca serve per comprendere se quello che mettiamo dentro dall'esterno sia vitale o no, per cui la sua funzione specifica è la sensoria; nell'esofago invece (come in tutto il tratto intestinale) vi è la peristaltica che serve a far scivolare il boccone in avanti; nello stomaco la funzione più rilevante è quella secretiva, basilare per digerire il cibo; nell'intestino tenue e nel colon, dove avviene l'assorbimento rispettivamente dei nutrienti e dell'acqua, a far da padrona c'è la funzione assorbente; per giungere infine nell'intestino retto, il cui processo basilare è l'eliminazione, quindi si ha l'escretiva.

Conoscere queste funzioni diventa centrale per cogliere il senso biologico dell'organo o dell'apparato.
Diciamo fin da subito che il conflitto dell'apparato digestivo ha sempre a che vedere con il “BOCCONE INDIGERIBILE” (come abbiamo visto per lo stomaco), ma in questo caso assume la connotazione di una “PORCHERIA INDIGESTA”.

"PORCHERIA INDIGESTA"

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DUODENO
Dopo che il boccone esce dallo stomaco, prosegue e finisce nel primo tratto intestinale chiamato duodeno: un tubo lungo 25 centimetri (circa 12 pollici) a forma di C, che si trova tra il piloro (sfintere fatto di muscoli) e il digiuno.
Nel duodeno confluiscono i secreti dello stomaco (molto acidi) e, più o meno a metà della sua lunghezza, nella cosiddetta “Papilla del Vater”, giungono le secrezioni del fegato e del pancreas tramite i dotti biliari e pancreatici. Questi succhi ed enzimi permettono la digestione.
Il ruolo del duodeno è quello quindi di “tamponare” gli acidi.

DUODENO > TAMPONARE GLI ACIDI

Il termine “duodeno” significa “tra due uomini, tra due situazioni” e in effetti si trova tra due colossi: lo stomaco collegato direttamente e il fegato tramite le vie biliari
Anche in questo caso il conflitto è sempre legato al boccone che non si riesce a digerire, però in una contrarietà più spiccatamente famigliare!

"NON RIESCO A DIGERIRE IL BOCCONE
IN UNA CONTRARIETA' FAMIGLIARE"

Patologie del duodeno: dall'ulcera al cancro
L'ulcera duodeale è sempre più diffusa, e per comprenderne il senso è necessario sapere che la mucosa è divisa in due aree: la prima porzione è di origine ectodermica (rabbia/rancore in una relazione), mentre le altre due porzioni sono endodermiche (boccone vitale).
Sono due tessuti diversi (endoderma ed ectoderma) con DUE vissuti completamente diversi.
L'ectoderma vive un conflitto di “rabbia/rancore nel territorio” (famigliari, lavoro, ecc.) e si può avere l'ulcerazione della mucosa (nella prima parte) con dolore lancinante.
Una volta risolto si avrà la ricostruzione dei tessuti con sanguinamento.
L'endoderma invece vive il conflitto del “boccone indigesto” (seri contrasti in famiglia, al lavoro, con amici) per cui si ha l'aumento della funzione digestiva e assorbente.

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DIGIUNO
Subito dopo il duodeno c'è un pezzetto di intestino lungo circa 20 centimetri.
Questo piccolo tratto “elabora” il cibo che passa, esattamente come fa il lettore del codice a barre dei supermercati quando passa un prodotto.
Il bolo alimentare, dopo essere entrato dalla bocca e dopo aver superato stomaco e duodeno, risulta sempre più frammentato, esattamente come l'informazione che veicola.
La caratteristica principale del digiuno è proprio questa: “ANALIZZARE” ciò che passa.

DIGIUNO → ANALIZZA QUELLO CHE PASSA

Allergie alimentari
Essendo il tratto intestinale deputato all'analisi, è proprio nel digiuno che si creano i più potenti ancoraggi tra alimenti e allergie!
Il motivo è abbastanza semplice e logico. Cosa fa il cervello in ogni istante? Analizza e registra milioni di stimoli che arrivano costantemente dall'esterno e dall'interno.
Quando passa nel digiuno per esempio una proteina (glutine, caseina) il Sistema sta anche registrando tutti i vissuti...

DIGIUNO ASSOCIA ALIMENTO A STIMOLO ESTERNO

Il risultato si chiama “ancoraggio”. In pratica avviene un collegamento, un'associazione tra un alimento e uno o più vissuti, e questo può scatenare un'intolleranza o anche un'allergia grave.
L'esempio del neonato è illuminante.
Se il cucciolo d'uomo mentre sta mangiando caseina o glutine vive una “porcheria indigesta” perché la mamma si è allontata da lui o perché gli ha tolto la tetta o perché non viene tenuto in braccio come lui vorrebbe, ecc. il digiuno può fare l'associazione: caseina/glutine = sofferenza (porcheria).
Quindi per quel cervello (bambino o adulto che sia) ogni volta che nel digiuno passa caseina o glutine, si riattiva la sofferenza perchè “la mamma è assente”...
Perché gli esempi si riferiscono sempre e solo alle proteine? Perché normalmente sono le proteine a passare per prime nel digiuno, e questo spiega il motivo per cui le allergie non interessano mai o quasi mai grassi o carboidrati, ma sempre la parte proteica!
Quindi la prima cosa che passa viene associata al vissuto.

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INTESTINO TENUE
Nell'intestino tenue, di cui fanno parte sia il digiuno che l'ileo, il conflitto è:

"NON RIESCO AD ASSORBIRE
QUELLO CHE MI STA ACCADENDO"

Il bambino di pochi mesi non può capire perché la mamma se ne va via (per lavoro) lasciandolo solo o in balia di un'estranea (nonna o babysitter), come pure non può capacitarsi del perché viene tenuto a distanza dal petto dandogli da bere un liquido animale mediante una tettarella finta di lattice, invece del caldo capezzolo. Quello che però il suo cervello vive e registra è una sofferenza: una porcheria indigesta, che crea un ancoraggio con quello che sta passando in quel preciso momento nel digiuno...
Il cervello dei neonati è praticamente governato dal Tronco Encefalico, quindi vive di bisogni primari, per cui fa la PORCHERIA INDIGESTA.

Una “porcheria” che non riusciamo a far passare (a perdonare).
Allargando il discorso, possiamo dire che tutto il tratto intestinale parla di profonda INGIUSTIZIA!
Quando si vive una porcheria indigesta il cervello fa aumentare un po' la sottomucosa con lo scopo di assorbire meglio la “porcheria” e, quando viene risolto il conflitto, la parte in più viene distrutta e durante la digestione può formare gas intestinale (flatulenze, ecc.).

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INTESTINO CRASSO
Se il sentito dell'intestino tenue è una PORCHERIA INDIGESTA, nell'ultimo tratto del colon questa è ancora più pesante, più “sporca”, una vera e propria “porcata”.

PORCATA INACCETTABILE/INDIGERIBILE

Nell'intestino tenue vi sono i malassorbimenti, cioè gli assorbimenti sbagliati di tutto quello che è vitale e che facciamo nostro, nel colon invece riassorbiamo l'acqua (9 litri di acqua) ed eliminiamo gli scarti.

Cancro, stipsi, morbo di Crohn

Stipsi: la persona stitica vive tutto come una porcheria indigesta, tutto come “porcata”, ed è incapace di lasciare andare e soprattutto di perdonare..
Il colon (vedi immagine sopra) è diviso in tre parti: ascendente, trasverso e discendente, ognuna di queste gestisce il riassorbimento di circa 3 litri di acqua. Se per un conflitto si attiva una delle tre parti, supponiamo il tratto trasverso, la sua funzione aumenta di molto, per cui aumenterà anche la velocità di transito, ma l'organismo per compensazione farà diminuire la funzione delle altre due (tratti ascendende e discendente), con il risultato che l'intestino nel suo complesso rallenterà la funzione e si avrà la stipsi.
La stitichezza è un problema diffusissimo tra la popolazione, e questo dato indica una cosa sola: sempre più persone vivono conflitti nella propria vita, attivando una o più parti del colon...

Morbo di Crohn: durante il conflitto di porcheria indigesta alcune parti del colon si gonfiano e la funzione di quel tratto, come è stato detto, aumenta, ma le altre due diminuiscono.
Quando si va in risoluzione, il Sistema va a digerire la parte in più che è stata creata per migliorare l'assorbimento del colon, mediante caseificazione. Coloro che soffrono di Crohn continuano a recidivare il problema. Le recidive conflittuali si realizzano quando il conflitto attivo e la soluzione si alternano ogni giorno, in un'escalation pericolosa.
Per esempio se una persona vive una porcheria a lavoro, quando alla sera torna a casa lo risolve, ma la mattina seguente ritorna a lavoro e si riattiva. Poi alla sera..
Questo circolo vizioso, se non viene interrotto, danneggia la mucosa provocando scariche diarroiche con pus e sangue.

Cancro: se la “porcata” che il cervello ha vissuto è molto grossa, oltre all'aumento della funzione di assorbimento vista prima, il cervello potrebbe far crescere la sottomucosa con l'intento biologico di aumentare la funzione escretiva, cioè deve eliminare la porcata. Questo prende il nome di adenocarcinoma.

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INTESTINO RETTO
Abbiamo detto che il colon riassorbe l'acqua ed espelle le feci, cioè le deve buttare fuori (endoderma) e non a caso la funzione è sia assorbente che escretiva, ma più ci si avvicina all'ano, più il sentito dell'ectoderma (ultimi 12 centimetri) è particolarmente preciso: l'ho preso nel didietro!

Mucosa ectodermica
In fase di conflitto di una porcheria che non si riesce ad evacuare si ha l'ulcerazione della mucosa con lo scopo di allargare il condotto per farlo passare. A conflitto risolto avviene la ricostruzione del tessuto ulcerato con la comparsa di scariche nelle feci di muco e sangue.
Il retto nell'uomo e anche negli animali ha a che fare con l'identità, e quindi con il riconoscimento della posizione e ruolo nel clan (famiglia, lavoro, amicizie, ecc.).
Forse ora è più chiaro il gesto di annusarsi il culo tra i cani: questi animali sanno per istinto che nella zona del retto c'è l'identità, una specie di impronta genetica unica.
E questo è proprio il motivo per cui un conflitto nell'intestino retto riguarda sempre la perdita di identità, “non so qual è il mio ruolo o il mio posto”. Le emorroidi sono il classico esempio.

Mucosa endodermica
Il conflitto dell'ultima parte del retto non è più una “porcheria subita”, ma “l'ho preso nel culo”.
Si tratta di un conflitto vile e ripugnante: una gravissima ingiustizia!

"L'HO PRESO NEL DIDIETRO"

Sarebbe di interesse generale poter chiedere a tutte le persone con un cancro del retto o dell'ano se 6-8 mesi prima della diagnosi, avessero o meno vissuto una pesante fregatura (con tutte le sfumature del caso: economica, relazionare, professionale, lavorativa, famigliare, ecc.)...

Ringrazio per la collaborazione, le informazioni scientifiche sulle connessioni mente-corpo il dottor Matteo Penzo e la “Scuola del Sintomo” (www.daleth.it)


Marcello Pamio

Il fegato è la ghiandola più grande del corpo umano. Stiamo parlando di un organo del peso di oltre 1,5 kg le cui numerose funzioni sono vitali.
Il sangue che esce dallo stomaco e dall'intestino non passa direttamente nel torrente venoso per giungere al cuore, ma viene convogliato al fegato attraverso una fittissima rete di capillari, sfocianti poi nella vena porta (1). Altro sangue che riceve il fegato giunge dall'arteria epatica.
Il sangue di entrambe queste sorgenti (intestini e arteria epatica) nel fegato viene ripulito e filtrato dalle varie sostanze pericolose; i nutrienti messi da parte e usati nel processo metabolico, per poi finire nelle vene sovraepatiche e gettato nella grossa vena cava che lo porterà al cuore, e da qui in tutto l'organismo.
Il fegato è una fabbrica metabolica a dir poco strabiliante, continuamente all'opera e il calore prodotto al suo interno contribuisce anche al riscaldamento del corpo.

Ecco alcune delle funzioni del fegato:

  • trasforma gli alimenti trasportati dal sangue;
  • produce e secerne la bile;
  • elabora proteine importanti (fibrinogeno, albumine, globulina);
  • raccoglie ferro e rame, utili per la produzione delle cellule rosse del sangue;
  • detossifica le sostanze nocive assorbite dal sangue;
  • trasforma e immagazzina i carboidrati sottoforma di glicogeno;
  • gioca un ruolo essenziale nell'immagazzinamento e metabolismo dei grassi.

I DUE TESSUTI DEL FEGATO
Le cose dette fino a questo punto sono conoscenze risapute perfino dalla fisiologia canonica, quello che invece non viene preso in considerazione è che il fegato attraverso reti neurali specifiche è in relazione con DUE parti del cervello: il Tronco Encefalico (emiparte destra) e la Corteccia Grigia.
Tanto per capirci: le “funzioni” vere e proprie del fegato, quindi il suo “senso biologico”, risiedono in queste due aree cerebrali!
Quindi ci sono due aree cerebrali diverse per due tessuti (endoderma ed ectoderma), con due risentiti (conflitti) che possono manifestarsi in due tumori differenti...

FEGATO ENDODERMICO
La prima area, il Tronco encefalico governa la parte di fegato (epatociti) che deriva dal tessuto più arcaico, l’endoderma. Le sue funzioni sono: ACCUMULARE glucosio (zucchero) sotto forma di glicogeno e DEPURARE il sangue che arriva dall’intestino dalle “schifezze” e dalle tossine scaricandole con la bile.
Ora le vediamo entrambe seppur molto superficialmente:

1) ACCUMULATORE
Un “epatopatico comportamentale” si presenta come un ACCUMULATORE, una persona che non butta via nulla, che vive sempre nella sensazione che gli manchi qualcosa di vitale (soldi, beni materiali, ecc.).
In questo tessuto il tumore (adenocarcinoma) è a forma di una o più palline rotondeggianti e piene di glicogeno e bile (casualmente le funzioni governate dal tronco).
Il conflitto è:

"MANCANZA DEL BOCCONE VITALE"

Mentre una volta l'uomo faceva il conflitto di mancanza del boccone vitale quando realmente non aveva da mangiare, oggi purtroppo il termine “vitale” è diventato soggettivo e dipende dalle credenze e dai condizionamenti (famiglia, religioni, società) che abbiamo vissuto.
Il “vitale” è ogni qualvolta nella vita, cioè nel cervello, formiamo una rete neurale specifica collegata con un bisogno. I veri bisogni dell'essere umano sono: ARIA-ACQUA-CIBO-SONNO-SESSO (questo ultimo da intedersi non solo come fisicità, ma anche come relazioni). Tutto il resto NON E' VITALE.

Oggi purtroppo l'uomo moderno considera “boccone vitale” non solo il cibo, ma anche tutto quello che viene vissuto come tale! Qui arrivano i problemi, perché se siamo cresciuti in una famiglia dove i soldi erano visti come basilari, dove il percepito del denaro era vitale, se da adulti vivremo un qualsiasi conflitto di mancanza, o una perdita economica (fallimento), il Tronco si attiverà arrivando a generare un adenocarcinoma al fegato. Stessa identica cosa se la mancanza interessa l'auto, il rapporto di coppia, la famiglia, ecc.
Un esempio per tutti potrà chiarire il meccanismo. Se perdiamo improvvisamente il lavoro perché ci licenziano o perché fallisce la fabbrica (cose che accadono in Italia molto spesso), il cervello per superare il conflitto aumenta la funzione epatica creando accumuli di grasso (fegato steatosico) e glicogeno (zucchero). Statisticamente sarebbe molto interessante osservare i dati epidemiologici del cancro (o altre patologie) al fegato nelle persone lasciate a casa dal lavoro, rispetto alla media nazionale.

In soluzione, il tumore viene caseificato grazie all'intervento di funghi e micobatteri, oppure finisce incistato con formazione di cisti.
Una cosa importante da tenere in seria considerazione in questa fase risolutiva, è che si può formare ascite, un liquido sieroso che gonfia l'addome. Questo siero è ricchissimo di proteine per cui ogni volta che viene incoscientemente aspirato dal medico che ignora queste Leggi, il cervello lo riforma continuamente. Più liquido aspirato e maggiori saranno le proteine scippate da muscoli e organi andando di fatto a debilitare e dimagrire l'organismo in generale.
Ovviamente è tutta colpa del cancro se la persona viene consumata fino alla morte...

2) DEPURATORE
La seconda importante funzione del fegato è la disintossicazione e depurazione costante del sangue.
Ogni 4 minuti circa il sangue fa un giro completo del corpo, passando attraverso il fegato.
Tale ghiandola deve “supportare” e “sopportare” tutte le schifezze che gli arrivano costantemente dal sangue che esce dagli intestini.
Per cui se viviamo situazioni in cui ci sentiamo INCAPACI DI SOPPORTARE gli eventi, il fegato si attiva...

"INCAPACITA' DI SOPPORTARE
QUELLO CHE SI STA VIVENDO"

FEGATO ECTODERMICO
Il secondo tessuto ectodermico è collegato alla Corteccia Grigia che governa le Vie Biliari, le quali risentono e si aprono quando si è “incazzati”, rabbiosi, pieni d’ira e sempre nella sensazione di essere incastrati in una situazione spiacevole. Può essere una costrizione lavorativa, relazionale, un'identità non riconosciuta, ecc.
In questo tessuto il tumore (carcinoma) mostra molte lesione più fusiformi (dotti) con cellule prive di glicogeno e bile.

CIRROSI ED EPATITE
Anche le classiche manifestazioni patologiche del fegato dipendono dal tessuto interessato.
La cirrosi per esempio è legata all'endoderma (quindi “boccone vitale”) e deriva da continue recidive di un conflitto appunto di “mancanza”.
L'epatite, sempre più diffusa nella società moderna, è legata al tessuto ectodermico, e rappresenta la fase di risoluzione di un forte conflitto di Rabbia/Rancore delle Vie Biliari.

FEGATO: L'ORGANO DI DIO
Il termine “fegato” deriva dal latino “ficus”, cioè fico, l’unico frutto che secondo i vangeli viene dato da mangiare al Cristo. Quindi un frutto divino? Sembra proprio di sì perché con le foglie di fico Adamo ed Eva nascondevano la loro “dimensione” umana: prima erano esseri spirituali, ma con il fico si “accorgono” di essere terreni...
In ebraico Fegato si dice KaVoD, che significa “peso”, “onore”, “qualcosa di greve”, “rispetto”, etc. In gemiatria ebraica convertendo KaVoD in numeri si ottiene 26, lo stesso numero della parola Jahwè. Il fegato è l’organo che purifica il Sangue (44) dalle sue impurità e ci permette di vivere (44-26=18 questo numero è Vita in ebraico).
Quindi forse il fegato è l’organo che ci permette di elevarci a Dio? Di trovare la nostra parte più spirituale, se e solo se però ci liberiamo dalla zavorra materialistica, cioè dalla sensazione che ci “manchi qualcosa”?
Dall’altro il fegato ectodermico “parla” anche del bisogno di “cambiare noi stessi” e non gli altri.
La Rabbia ed il Rancore si generano infatti dall’ira che proviamo quando vogliamo che qualcuno o qualcosa cambi, all'esterno di noi. Quindi invece di cambiare noi stessi per primi, cerchiamo di far cambiare gli altri (cosa impossibile), e questa impotenza e frustrazione generano appunto rabbia e rancore...

CONCLUSIONE
Una patologia al fegato endodermico, qualsiasi essa sia (cirrosi, cancro, ecc.) sta portando alla luce una “mancanza vitale”!
Quindi la domanda da porsi è: “COSA CI MANCA?”, “DOVE CI SENTIAMO MANCARE?”
Un qualsiasi conflitto che interessa il fegato ci mostra che una parte di noi è saldamente ancorata ad una materialità, a certi tipi di bisogni (spesso non realmente vitali) che impediscono l'evoluzione, impediscono di diventare divini. Ecco perché il fegato viene detto l'organo di Dio...
E' utile sapere per una maggiore comprensione del senso biologico che molte persone hanno trovato giovamento da patologie epatiche recitando il Salmo 23:

IL SIGNORE E' IL MIO PASTORE:
NON MANCO DI NULLA!

Discorso religioso a parte, recitando queste due righe centinaia di volte al giorno, potrebbe accadere qualcosa di veramente miracoloso, che non ha nulla di mistico: il cervello infatti si potrebbe alla fine convincere che NON manca nulla di vitale...
Uscendo dall'aspetto biblico una persona potrebbe sostituire la frase da ripetere ogni giorno con la più neutra:

LA MIA VITA E' PIENA.
HO TUTTO QUELLO CHE MI SERVE
NON MI MANCA NULLA!

Ringrazio per la collaborazione, le informazioni scientifiche sulle connessioni mente-corpo il dottor Matteo Penzo e la “Scuola del Sintomo” (www.daleth.it)


Marcello Pamio

Oggi parliamo di un organo molto particolare: una piccolissima ghiandola della dimensione di una noce (circa 3 centimetri) che la Natura ha cercato di occultare agli occhi e alle mani dei medici, senza però riuscirci. Non poteva certo prevedere infatti - nostra Madre - che l'uomo in camice bianco arrivasse ad infilare nel retto prima il dito medio e poi un ago lungo 18 centimetri!
Questa povera e maltrattata ghiandola si chiama prostata.

Funzione biologica
La prostata è disposta attorno alla prima parte dell’uretra, appoggiata alla vescica urinaria tramite le vescicole seminali. Sfocia nell’uretra per secernere un liquido alcalino durante l’eiaculazione.
Come mai la perfezione dell'organismo avrebbe concepito un liquido alcalino eiaculato durante il rapporto sessuale all’interno di una vagina molto acida?
Siamo di fronte ad un banale errore o ad una magistrale sapienza?
Il significato di “prostata” spiegherà l’arcano, perché in greco vuol dire «accompagnare in terra straniera». Quindi nessun errore: l’alcalinità ha proprio la funzione biologica di “proteggere” e “accompagnare” il seme maschile - rappresentato da centinaia di milioni di spermatozoi - nell’ambiente inospitale della vagina, la “terra straniera”!
Un terreno troppo acido equivarrebbe alla condanna a morte degli spermatozoi, e di conseguenza la fine della prosecuzione della specie.

La prostata cresce nella fase adolescenziale ed è particolarmente sensibile agli ormoni sessuali e proprio per questo motivo il cancro alla prostata rientra per la medicina ortodossa nei tumori ormono-sensibili.
Le patologie di maggior rilievo a carico di questa ghiandola sono l’adenoma, il carcinoma e la prostatite (infiammazione).

Origine della prostata
La prostata appartiene all’antichissimo foglietto «endodermico» e quindi risponde al conflitto del «boccone vitale». In questo caso, s’intende un «boccone» a carattere sessuale.
Senza la prostata infatti non sarebbe possibile generare una nuova vita, quindi per l’evoluzione della specie umana è una ghiandola vitale.
Vediamo quindi cosa succederebbe se un uomo dovesse vivere una problematica a sfondo sessuale.
A questo punto bisogna specificare una cosa molto importante: nel maschio erezione-piacere-eiaculazione sono un tutt'uno, non si possono disgiungere, per cui se non si ha una erezione, automaticamente non è possibile godere, eiaculare e quindi procreare!

 

 

 

 

 

Se un uomo per un qualsiasi motivo non riesce a eiaculare, la prima cosa che fa il cervello è indurre una ipertrofia della ghiandola (totalmente asintomatica) con lo scopo biologico di far aumentare la produzione di liquido seminale.
Soluzione questa perfetta per il problema, perché SE NON SIAMO RIUSCITI AD EIACULARE come voleva il cervello, allora solo un aumento della sua «funzione» potrà risolverlo.

Se però il disagio dura per molto tempo, la ghiandola può raggiungere dimensioni importanti in grado di dare molti fastidi all’uretra e alla vescica.
Questi disturbi urinari sarebbero dovuti, secondo l’ortodossia, dalla prostata che spinge sulla vescica.
Ma come mai questo avviene solo di notte? Cosa fa di giorno la prostata, dorme?
L'uretra passa nel terzo anteriore della prostata e i rigonfiamenti della stessa sono responsabili solo del 5% dei disturbi urinari, il rimanente dipende dal “detrusore” che appartiene ad un altro foglietto embrionale completamente diverso, il “mesoderma recente”.

Il mesoderma è più legato al “territorio” e alla “svalutazione”, della serie: “non riesco a marcare il territorio come vorrei”, dove il territorio sarebbe la vagina della donna!
Questo potrebbe spiegare perché alcuni uomini hanno disturbi urinari e altri no, ma soprattutto spiega perché avviene solo di notte. Durante la notte infatti il muscolo andando in vagotonia si rilassa, mentre di giorno in piena fase simpaticotonica rimane in tensione, ecco perché non si urina con la stessa frequenza di quando si va a dormire!

Se e quando il cervello non vede più il problema, l’eccedenza dei tessuti sarà smantellata da microrganismi come funghi e micobatteri, oppure incapsulata e incistata.
Ovviamente questo processo di smantellamento potrà avvenire solo se nell’organismo saranno presenti questi germi; dico questo perché, a seguito di pratiche aberranti come le vaccinazioni, l’iper-sterilizzazione degli ambienti, ecc., il patrimonio microbatterico umano è sempre più scarno, per cui quello che avviene con maggior frequenza oggi è l’incistamento del tessuto (cosa questa, però, non biologica).
Sarà forse un caso che la maggior parte dei maschi sopra una certa età presentano masse e/o formazioni nella prostata?

Incidenza e mortalità per tumore prostatico
Prostata e mammella rappresentano le sedi più frequenti di tumore, rispettivamente nei maschi e nelle femmine, con una probabilità di ammalarsi, secondo le stime ufficiali, di 1 su 9.
Il tumore della prostata da solo rappresenta il 19% di tutti i tumori diagnosticati nei maschi!
Per entrare più nel dettaglio in base all'età: nella classe 50-69 anni e negli over 70enni, è il tumore più frequente, e questo come vedremo non è un caso…

I dati ufficiali quindi non lasciano spazio a molti dubbi.
Ecco cosa dicono le statistiche sull’incidenza dei tumori alla prostata scoperti in persone morte in incidenti stradali durante gli esami autoptici, quindi morti non per malattia.

  • Uomini di età compresa tra i 40 e i 49 anni > 40%
  • Uomini di età compresa tra i 60 e i 69 anni > 70%
  • Uomini di età sopra i 70 anni                         > 80%

Questi dati confermano la bontà del detto popolare secondo cui «alcuni uomini muoiono DI cancro della prostata, ma quasi tutti muoiono CON il cancro alla prostata
Per esempio ogni anno negli Stati Uniti vengono diagnosticati 240.000 (37.000 in Italia, dati 2019) tumori alla prostata, ma il rischio di morte è del 3%.
Questo dato non santifica la cosiddetta «medicina preventiva» (gli esami non possono prevenire nulla, ma solo diagnosticare): è semmai la dimostrazione che IL 97% DEI TUMORI E’ CONSEGUENZA DELLA SOVRADIAGNOSI (vedere note)!

La conferma che questa condizione è per così dire «normale» (anche se non dovrebbe essere) arriva da ulteriori esami autoptici. In Svizzera studiando i cadaveri di persone oltre i 50 anni morte in incidenti stradali, hanno trovato:

  • Donne: tumore (in situ) al seno                   > 38%
  • Uomini: tumore (in situ) alla prostata         > 48%

Quante di queste persone non sapevano neppure di avere un tumore al seno o alla prostata?

Il problema della metastasi
La metastasi più frequente del cancro prostatico è quella ossea.
Nessuno però spiega scientificamente come un tumore che cresce nella prostata come un cavolfiore (adenocarcinoma), riesca a migrare nel sangue e, una volta giunto nelle ossa, creare dei “buchi”.
L'oncologia dovrebbe spiegare come fa una cellula a metastatizzare un organo diverso cambiando atteggiamento biologico.
La spiegazione bio-logica ha a che fare con l'origine embrionale delle ossa, che guarda caso fanno parte del “mesoderma recente”, il tessuto visto prima legato alla “svalutazione”.
Non avere una erezione può creare o no delle svalutazioni negli uomini?

Costo sociale
Il cancro è la prima spesa sanitaria mondiale.
Solo negli Stati Uniti dal 1994 al 2004 il danno economico dovuto al solo tumore alla prostata è stato di 240 miliardi di dollari. Se a questo sommiamo tutte le procedure non necessarie (biopsie, prostatectomie, pannoloni, protesi meccaniche, ecc.) la cifra raggiunge i 1000 miliardi di $.
Quindi oggi la sovradiagnosi legata alla prostata è la gallina dalle uova d'oro, perché rappresenta un business da oltre 100 miliardi di $ all’anno!

Forse il quadro inizia a prendere forma: dietro questa piccolissima ghiandola si muovono interessi economici faraonici. Da una parte abbiamo un Sistema sanitario malato che ha ingannato le persone facendo credere che un marcatore tumorale come il PSA sia un esame routinario normalissimo…
Lo ripeto ancora una volta: sopra una certa età, praticamente tutti quelli che fanno l'esame avranno un valore del PSA molto alterato!

Attivazione biologica della prostata
La prostata come detto è legata al «boccone vitale», ma entrando più nel dettaglio, parlando di attivazione di questa ghiandola, è obbligatorio tirare in ballo una «sessualità impropria», cioè una sessualità non nella norma, relativamente al rapporto di coppia, ma non solo.
Una eiaculata incompleta, cioè non portata a termine, è più che sufficiente per attivare il tessuto!
Ma anche una partner che si comporta male nei nostri confronti, o il voler fecondare più di una donna (amante e moglie per esempio) ma non poterlo fare…
Paradossalmente anche un “conflitto” traslato per cui il figlio non riesce ad avere figli e il padre si accolla simbolicamente la responsabilità organica, è interessante.

Comunque sia, la cosa centrale da capire è che il senso biologico del tumore alla prostata sta tutto nella fase conflittuale: quando il tessuto cresce con lo scopo biologico di aumentare la produzione di liquido seminale!
Questo è il senso biologico del «problema» alla prostata (chiamato adenoma, ipertrofia, tumore, cancro, ecc.).
Se invece di essere visto con gli occhi limitati e impauriti dell’uomo si usassero quelli perfetti della Natura, apparirebbe subito che non si tratta di un problema, ma di un programma biologico sensato e assolutamente perfetto!

Secondo la biodecodifica
Altri spunti di comprensione arrivano dalla decodifica biologica.
Per esempio un qualsiasi disturbo alla prostata potrebbe avere a che fare con una «perdita nella famiglia» (situazioni drammatiche di figli, partner, nipoti o altri, come per esempio un incidente, una malattia o la morte); una «castrazione simbolica» (la donna che ricatta il marito oppure il «desiderio di fare l’amore con qualcun’altra ma non si può»).
Un risentito di impotenza («devo essere all’altezza per soddisfare la mia donna più giovane di me e non so se ne sarò in grado»).

La prostata da un certo punto di vista rappresenta il «principio maschile», per cui tutto quello che ha a che fare con timori e paure legate alla «mascolinità», alla «potenza», anche alla «rinuncia» o «colpa sessuale» può attivare questa ghiandola…

Conclusione
Se è vero, come è vero che il problema dell'attivazione della prostata sta nell'aumento di funzione perché non si è eiaculato come avrebbe voluto il cervello, la logica conseguenza (o per meglio dire bio-logica), sta nel farlo in altre modalità!
Non so se sono stato abbastanza esplicito.....

Per approfondire

Articoli sulla Sovradiagnosi

"Guerra al cancro: quanti morti dal 1950 ad oggi?"

Guerra al cancro: quanti morti dal 1950 ad oggi?

"Marcatori tumorali e...creazione di malati"

Marcatori tumorali….e creazione di malati

"Cancro: la rivoluzione scientifica e il cambio di paradigma"

Cancro: la rivoluzione scientifica e il cambio di paradigma

"Si muore di cancro o di chemio"

Si muore di cancro o di chemio?

[embedyt] https://www.youtube.com/watch?v=yoW9-vHCMWE[/embedyt]

http://www.attivazionibiologiche.info/dizionario/prostata.html

http://www.attivazionibiologiche.info/oncologia/caprostata.html

Libri da leggere

"Cancro spa", Marcello Pamio
https://www.macrolibrarsi.it/libri/__cancro_spa.php

"La fabbrica dei malati", Marcello Pamio
https://www.macrolibrarsi.it/libri/__la-fabbrica-dei-malati-marcello-pamio-libro.php

Gentile Sindaco,
si ritiene di fondamentale importanza da parte Sua leggere con molta attenzione la seguente ORDINANZA (n.7 del 20 settembre 2019) firmata da un Suo collega del Comune di Camponogara in provincia di Venezia, sul divieto di installazione e diffusione di nuovi impianti di telefonia mobile con tecnologia 5G.
Non si tratta, come qualcuno pensa, di voler bloccare l’innovazione delle telecomunicazioni: nessuno vuole tornare al Medioevo, ma non si può nemmeno accettare ad occhi chiusi una tecnologia che, per interessi industriali, metta a repentaglio la salute pubblica, come in questo caso.
Stiamo parlando infatti di una tecnologia sconosciuta e soprattutto MAI testata sulla popolazione!
Conviene fare molta attenzione, anche perché «spetta al Sindaco la responsabilità penale, civile, amministrativa, di accertarsi nelle competenti sedi, per le conseguenze di ordine sanitario che dovessero manifestarsi a breve, medio e lungo termine nella popolazione residente nel territorio comunale».
Spetta inoltre sempre al Sindaco «nella Sua veste di ufficiale di Governo e massima autorità sanitaria locale in ossequio all’art. 32 della Costituzione ed al principio di precauzione sancito dal diritto comunitario (art. 3 ter del D. L.vo n. 152/2006), al fine di fronteggiare la minaccia di danni gravi ed irreversibili per i cittadini, di adottare le migliori tecnologie disponibili e di assumere ogni misura e cautela volta a ridurre significativamente e, ove possibile, eliminare l’inquinamento elettromagnetico».
Deve sapere che nel 2011 la IARC (International Agency for Research on Cancer) ha classificato i campi elettromagnetici delle radiofrequenze come «possibili cancerogeni per l’uomo», mentre a novembre 2018 il National Toxicology Program, e a marzo dello stesso anno l’Istituto Ramazzini di Bologna (Centro di ricerca sul cancro Cesare Maltoni), hanno entrambi confermato l’associazione tra esposizione alle radiofrequenze della telefonia mobile e la manifestazione di vari tipi di tumori (cervello, ghiandole surrenali, tumori rari delle cellule nervose del cuore, gliomi, ecc.).
Esporre quindi la popolazione del Suo Comune ad un rischio di patologie gravi e/o invalidanti (vedasi l’aumento delle persone elettrosensibili), data la Vostra posizione come responsabili della salute pubblica, è una faccenda assai critica!
Le ricordiamo infine che, se un giorno uno o più cittadini del suo Comune dovessero manifestare una qualche patologia legata all’emissione di onde elettromagnetiche, essi si potranno rifare penalmente, civilmente e anche amministrativamente direttamente sulla Sua persona!
Ringraziamo per la Sua attenzione e la invitiamo a informarsi adeguatamente per approfondire l’argomento, tramite le numerose associazioni che se ne occupano: Apple (Associazione per la prevenzione e la lotta all’elettrosmog - www.applelettrosmog.it), Associazione Amica (www.infoamica.it), Alleanza italiana Stop 5G (www.alleanzaitalianastop5g.it).


ORDINANZA DEL SINDACO
Nr. 7 del 20/09/2019 Reg. Gen. 92 del 20-09-2019

Oggetto: ORDINANZA DI DIVIETO DI INSTALLAZIONE E DIFFUSIONE SUL TERRITORIO COMUNALE DI NUOVI IMPIANTI DI TELEFONIA MOBILE (ART. 37 BIS DEL D.Lgs 259/2003 e s.m.i.), CON TECNOLOGIA 5G.

PREMESSO CHE:

• il Consiglio dell’Unione Europea ha emanato in data 12 luglio 1999 la Raccomandazione n. 1999/519/CE relativa alla limitazione dell’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici da 0 Hz a 300 GHz, affermando come sia imperativo proteggere i singoli cittadini dagli effetti negativi sulla salute che possono derivare dall’esposizione ai campi elettromagnetici, come si ritenga necessario istituire un quadro comunitario in relazione alla protezione della popolazione con aggiornamenti, valutazioni e analisi periodiche degli impatti sulla salute anche in funzione dell’evoluzione tecnologica, chiedendo agli Stati membri di considerare anche i rischi nel decidere strategie e promuovendo la più ampia diffusione dell’informazione alla popolazione su effetti e provvedimenti di prevenzione adottati;

• la protezione dalle esposizioni è regolamentata dalla Legge Quadro n. 36 del 22 febbraio 2001 che si pone l’obiettivo di tutelare la salute, promuovere sia la ricerca scientifica sugli effetti sulla salute sia l’innovazione tecnologica per minimizzare intensità ed effetti;

• con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’8 luglio 2003 sono stati fissati limiti di esposizione e valori di attenzione, applicando l’insieme completo delle restrizioni stabilite nella Raccomandazione n. 1999/519/CE con una riduzione dei valori limite e di attenzione per tenere in conto, almeno a livello macroscopico, anche degli effetti a lungo termine non presi in considerazione nella raccomandazione;

• la Direttiva Europea 2013/35/UE del 26 giugno 2013, recepita in Italia con D.Lgs. n. 159 del 1° agosto 2016 con la modifica D.Lgs. n. 81 del 9 aprile 2008, sulle disposizioni minime di sicurezza e salute relative all’esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici (campi elettromagnetici) con lo scopo di assicurare salute e sicurezza individuale di ciascun lavoratore e definire una piattaforma minima di protezione per i lavoratori nell’Unione Europea;

• il Decreto 28 gennaio 2017 del Ministero dell’Ambiente, sui criteri minimi ambientali da rispettarsi per gli edifici della pubblica amministrazione, richiede che si prediliga sempre la connessione via cavo o mediante Powerline rispetto al WiFi;

PRESO ATTO CHE:

• il cosiddetto Principio di Precauzione è stato adottato dall’Unione Europea nel 2005 riportando che “Quando le attività umane possono portare a un danno moralmente inaccettabile, che è scientificamente plausibile ma incerto, si dovranno intraprendere azioni per evitare o diminuire tale danno”;

• la Legge 36/2001 chiede al Ministero della Sanità di promuovere un programma pluriennale di ricerca epidemiologica e di cancerogenesi sperimentale e di concerto con Ministero dell’Ambiente e MIUR lo svolgimento di campagne di informazione e di educazione ambientale, alle Regioni di concorrere all’approfondimento delle conoscenze scientifiche e indica che è competenza dei comuni adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti allo scopo di minimizzare l’esposizione ai campi elettromagnetici;

• la sentenza del TAR Lazio n. 500 del 15 gennaio 2019 ha imposto l’obbligo di procedere a campagne di informazione ed educazione ambientale previste dall’articolo 10 comma 1 della Legge 36/2001, condannando i Ministeri Ambiente, Salute e Istruzione ad ottemperare;

• secondo l’OMS circa il 3% della popolazione è affetta da problemi di elettrosensibilità (per l’Istituto di medicina sociale e preventiva dell’Università di Berna gli elettrosensibili arrivano al 5% degli elvetici mentre in Svezia studi indicano tale valore nel 10%);

• a ottobre 2013 la Regione Basilicata considera elettrosensibilità come malattia rara e la inserisce nell’elenco delle esenzioni per i costi delle prestazioni sanitarie;

TENUTO CONTO CHE:

• la Legge 36/2001 prevede all’articolo 8 comma 5 il finanziamento delle attività di controllo e monitoraggio, finanziamento integrato mediante la destinazione delle somme derivanti dalle sanzioni previste dall’articolo 15;

• la Raccomandazione Europea n. 1999/519/CE per le frequenze 5G nel range 3.6-3.8 GHz e 26.5-27.5 GHz prevederebbe che il periodo di misura dovrebbe essere compreso rispettivamente nell’intervallo 16.7-17.7 minuti e 2.0-2.2 minuti;

• nel DPCM 8 luglio 2003 si definisce un limite più stringente di intensità di campo elettrico rispetto alla Raccomandazione Europea n. 1999/519/CE e pari a 6 V/m in un periodo pari a 6 minuti e divieto di superamento del valore di 20 V/m mentre con l’articolo 14 comma 8 del Decreto Legge n. 179/2012 è stato definito che i valori devono essere mediati nell’arco delle 24 ore e non più nei 6 minuti previsti in origine, passando da una verifica per misura diretta a una verifica attraverso stima previsionale fatta da ARPA e basata sui dati forniti dagli operatori;

VISTO il documento pubblicato nel 2019 dal Comitato scientifico sui rischi sanitari ambientali ed emergenti (SCHEER) della Commissione Europea, affermando come il “5G lascia aperta la possibilità di conseguenze biologiche” ha evidenziato un chiaro segnale agli Stati membri, soprattutto all’Italia, sui pericoli socio-sanitari derivabili dall’attivazione ubiquitaria del 5G (che rileva gravissime criticità, in parte sconosciute sui problemi di salute e sicurezza dati) confermando l’urgente necessità di un intervento normativo nei riguardi della diffusione di tale nuova tecnologia 5G;

PRESO ATTO che:

• è stato dimostrato in quattro studi (Rea 1991 Havas 2006, 2010, McCarty et al. 2011) che è possibile identificare persone con ipersensibilità elettromagnetica e dimostrare che possono essere testati usando risposte obiettive, misurabili, dimostrando che questi soggetti sono realmente ipersensibili se confrontati con i normali controlli;

Ordinanza N° 7 del 20-09-2019 Pag. 3

• che altri studi dimostrano che ci sono veri e propri cambiamenti fisiologici nei soggetti con Elettrosensibilità e che due studi (De Luca, Raskovic, Pacifico, Thai, Korkina 2011 e Irigaray, Caccamo, Belpomme 2018) hanno dimostrato che le persone elettrosensibili hanno alti livelli di stress ossidativo e una prevalenza di alcuni polimorfismi genetici, che potrebbero suggerire una predisposizione genetica;

• il Parlamento Europeo nella Risoluzione del 2009 e I° Assemblea del Consiglio d’Europa con la Risoluzione n° 1815 del 2011 hanno richiamato gli stati membri a riconoscere l’Elettrosensibilità come una disabilità, al fine di dare pari opportunità alle persone che ne sono colpite;

RISCONTRATI:
gli “effetti nocivi sulla salute umana”, il 15 Gennaio 2019 il TAR del Lazio ha quindi condannato i Ministeri di Salute, Ambiente e Pubblica Istruzione a promuovere un’adeguata campagna informativa “avente ad oggetto l’individuazione delle corrette modalità d’uso degli apparecchi di telefonia mobile”, mentre una serie di sentenze emesse nell’ultimo decennio dalla magistratura internazionale e italiana attestano il danno da elettrosmog, l’elettrosensibilità e il nesso causale  telefonino-cancro, anche oltre ogni ragionevole dubbio (Cassazione 2012), tanto che note compagnie internazionali di assicurazione come Swiss Re e Llyoid’s non ne coprono più il danno;

PRESO ATTO inoltre che i gestori di telefonia mobile stanno provvedendo alla richiesta di rilascio di autorizzazione per l’installazione di un nuovi impianti di telefonia mobile (art. 87 bis del D.Lgs 259/2003 e smi), con tecnologia 5G;

CONSIDERATO CHE:

• il 5G è una tecnologia potenzialmente pericolosa perché si basa su microonde a frequenze più elevate delle precedenti versioni, anche dette onde millimetriche, il che ha due implicazioni ovvie: maggiore energia trasferita ai mezzi in cui le radiofrequenze vengono assorbite (in particolare i tessuti umani) e minore penetrazione nelle strutture solide, per cui vi è la necessità di più ripetitori (a parità di potenza) per garantire il servizio indoor (negli USA hanno stimato un impianto ogni 12 edifici);

• gli studi sugli effetti biologici di questo tipo di radiazione elettromagnetica sono appena agli inizi e indicazioni preliminari (le sperimentano in Russia per le terapie del dolore) paiono mostrare effetti sulle terminazioni nervose periferiche (stanchezza, sonnolenza e parestesia).

VALUTATO CHE:

proprio per il carattere di novità, sperimentazioni del genere dovrebbero valutare l’impatto e prendere in considerazione il rischio attribuibile a tale intervento prima che lo stesso sia realizzato, potendo fare ancora valutazioni ex-ante sul se e come realizzarlo;

VALUTATO INOLTRE:

il progetto stesso, che contestualmente all’attivazione, dovrebbe prevedere uno stretto monitoraggio sanitario su un campione di popolazione residente e non per individuare l’insorgenza di possibili effetti collaterali indesiderati; per la valutazione ex-ante viene utilizzata la Valutazione di Impatto sulla Salute (VIS) che rappresenta una combinazione di procedure, metodi e strumenti con i quali si possono stimare gli effetti potenziali complessivi, diretti o indiretti, di una politica, di un piano, di un programma o di un progetto sulla salute di una popolazione.

CONSIDERATO che:

malgrado la sperimentazione del 5G sia già stata avviata, non esistono studi che, preliminarmente alla fase di sperimentazione, dovrebbero doverosamente fornire una valutazione del rischio sanitario e per l’ecosistema derivabile da una massiccia, multipla e cumulativa installazione di milioni di nuove antenne che, inevitabilmente, andranno a sommarsi a quelle esistenti;

CONFERMATO che:

• spetta al Sindaco la responsabilità penale, civile, amministrativa, di accertarsi nelle competenti sedi, per le conseguenze di ordine sanitario, che dovessero manifestarsi a breve, medio e lungo termine nella popolazione residente nel territorio comunale;

• spetta al Sindaco, nella Sua veste di ufficiale di Governo e massima autorità sanitaria locale in ossequio all’art. 32 della Costituzione ed al principio di precauzione sancito dal diritto comunitario e dall’art. 3 ter del D. L.vo n. 152/2006, al fine di fronteggiare la minaccia di danni gravi ed irreversibile per i cittadini, di adottare le migliori tecnologie disponibili e di assumere ogni misura e cautela volte a ridurre significativamente e, ove possibile, eliminare l’inquinamento elettromagnetico e le emissioni prodotte ed i rischi per la salute della popolazione;

PRESO ATTO che:

• nel 2011 la IARC (International Agency for Research on Cancer) ha classificato i campi elettromagnetici delle radiofrequenze come possibili cancerogeni per l’uomo e che i1 l° novembre 2018 il National Toxicology Program ha diffuso il rapporto finale di uno studio su cavie animali dal quale è emersa una «chiara evidenza che i ratti maschi esposti ad alti livelli di radiazioni da radiofrequenza, come 2G e 3G, sviluppino rari tumori delle cellule nervose del cuore». Il rapporto aggiunge anche che esistono anche «alcune evidenze di tumori al cervello e alle ghiandole surrenali». Precisando che trattasi ancora a situazioni connesse a 2G e 3G, mentre ora il progetto delle compagnie è quello di introdurre in modo ubiquitario, capillare e permanente il 5G;

• nel marzo 2018, inoltre, sono stati diffusi i primi risultati dello studio condotto in Italia dall’Istituto Ramazzini di Bologna (Centro di ricerca sul cancro Cesare Maltoni), che ha considerato esposizioni alle radiofrequenze della telefonia mobile mille volte inferiori a quelle utilizzate nello studio sui telefoni cellulari del National Toxicologic Program, riscontrando gli stessi tipi di tumore. Infatti, sono emersi aumenti statisticamente significativi nell’incidenza degli schwannomi maligni, tumori rari delle cellule nervose del cuore, nei ratti maschi del gruppo esposto all’intensità di campo più alta, 50 V/m. Inoltre, gli studiosi hanno individuato un aumento dell’incidenza di altre lesioni, già riscontrate nello studio dell’NTP: iperplasia delle cellule di Schwann e gliomi maligni (tumori del cervello) alla dose più elevata;

VISTA la Delibera del Consiglio Comunale di Camponogara n° 43 del 30 luglio 2019, “Mozione.

Installazione di nuovi impianti di telefonia mobile (art. 87 bis D.Lgs 259/2003 e smi) con tecnologia 5G”, approvata all’unanimità;

VALUTATO quanto sopra,

ORDINA
Il divieto a chiunque dell’installazione e della diffusione sul territorio Comunale di impianti con tecnologie 5G:

– in attesa della nuova classificazione della cancerogenesi annunciata dall’International Agency for Research on Cancer, applicando il principio precauzionale sancito dall’Unione Europea, prendendo in riferimento i dati scientifici più aggiornati, indipendenti da legami con l’industria e già disponibili sugli effetti delle radiofrequenze, estremamente pericolose per la salute dell’uomo;

– in attesa della metodologia per le valutazioni preventive definite da ISPRA/ARPA.

AVVISA
Gli obblighi, i divieti e le limitazioni saranno resi di pubblica conoscenza mediante pubblicazione della presente all’albo pretorio on line.
In relazione al disposto dell’art. 3, comma 4, della Legge 241/’90, si indica che avverso il presente
provvedimento è possibile presentare ricorso:

 Entro 60 giorni dalla data della pubblicazione, del presente provvedimento, è ammesso ricorso giurisdizionale al T.A.R. competente nella fattispecie al tribunale amministrativo Regionale del Veneto;
 Entro 120 giorni dalla data della pubblicazione, del presente provvedimento, è ammesso ricorso straordinario al Presidente della Repubblica.

DISPONE
L’invio della presente ordinanza a:
* Presidente della Repubblica
* Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni
* Presidente del Consiglio dei Ministri
* Ministro della Salute
* Ministro dello Sviluppo Economico
* Ministro delle infrastrutture e dei trasporti
* Ministero dell’Ambiente
* Regione del Veneto
* ULSS n° 3 “Serenissima”

IL SINDACO FUSATO ANTONIO
FUSATO ANTONIO

 


M.P.

E’ così difficile da comprendere che il cervello è appiccicato, adeso, attaccato, connesso e legato indissolubilmente al corpo? Sembra proprio di sì, e per qualcuno è quasi impossibile da concepire.
Del resto può essere comprensibile nel caso non venga usato se non per soddisfare i «bisogni vitali e fisiologici» in una sopravvivenza simile a quella di un animale in cattività: oppure potrebbe balenare il “sospetto”, ma solo momentaneo, che forse il cervello possa servire anche ad altro.
Anche chi nega questa ipotesi deve ammettere che l’uomo si può permettere il lusso di non pensare di respirare, bere, mangiare, digerire, defecare, dormire, ecc., perché qualcuno lo fa al suo posto.
Questo qualcuno è appunto il cervello! E’ il cervello infatti che genera il desiderio di “mangiare” (“fame”), di “dormire” (“sonno”), ecc., in maniera “autonoma” e soprattutto gratuita.

Ma l’uomo, nella sua stupidità e avidità, ha deciso che questo sistema “perfetto”, questo motore che pilota alla perfezione la nostra evoluzione da oltre 4 milioni di anni, non controlla alcune parti del corpo o se le controlla, questo avviene solo in alcuni momenti. Sembra cioè che il cervello sia in relazione e controlli solo “una parte”, ma non tutto, lasciando il resto al “caso”.
Esattamente come se la CPU di un computer decidesse di gestire il modem ma non la stampante, il monitor, ma non il mouse. Sarebbe follia allo stato puro in un organismo vivente.

Ed ecco che ad un certo punto arriva la cosiddetta «malattia», questa sconosciuta.
Tutti d’accordo, per esempio, che il cervello regola la funzione cardiaca, ma, se per caso il cuore inizia a «battere male» allora non è più il cervello l’origine dell’alterazione, ma il cuore stesso.
Tutti d’accordo che è il pancreas a produrre insulina e/o glucagone su “comando” del cervello, ma se si sviluppa il diabete la colpa è del malfunzionamento della ghiandola, per cui viene infusa insulina di sintesi, senza preoccuparci dell’organo supremo di comando.
E così via all'infinito, tanti sono gli esempi.

Se a questo punto qualcuno prova ad ipotizzare e dimostrare che è il cervello a comandare ogni singola cellula, organo e apparato del corpo, viene deriso e attaccato come fosse uno scemo o un ciarlatano.
Eppure…il Sistema Nervoso Autonomo CONTROLLA TUTTO, raggiunge ogni più piccola parte dell’organismo, perfino il sistema immunitario attraverso il torrente circolatorio.
Certamente non può essere un caso che la glia e il sistema immunitario derivano entrambi dallo stesso tessuto embrionale! La glia costituisce il 60% almeno del Sistema Nervoso e di quello immunitario, il quale produce citochine e altre sostanze che possono scatenare l’inferno o generare il paradiso.
Già il compagno di Candace Pert ipotizzò negli anni ’90 che il sistema immunitario fosse una specie di “digitazione” del cervello funzionale, sempre pronto ad informare il cervello di quello che accade in periferia, per poi inviare ordini di conseguenza.

Dovrebbe essere ovvio, ma non lo è, che nell'organismo umano prima vi sono i «segnali elettrici» poi quelli «chimici», e che senza corrente elettrica nel cervello il corpo sarebbe un cadavere!
Però se ti ammali, per esempio di leucemia (o di una qualunque altra malattia) il problema sta nel linfocita ovviamente, piuttosto che nel fegato o nel polmone (per le altre patologie) ...
Tutto funzionava perfettamente sino a pochi istanti prima, poi all'improvviso qualcosa cambia funzione e questo qualcosa deve essere combattuto con ogni mezzo a disposizione.

Il linfocita, che rappresenta la cellula che «ci mette in relazione» con tutto ciò che l’organismo conosce, ad un certo punto si «ammala», cambia forma e numero.
Risultato per la medicina: si è malati!
Anzi, il tessuto malato è il midollo, la centrale da cui si originano i linfociti.
E noi cosa facciamo? Senza ancora aver compreso la causa, senza saperne il perché, lo disintegriamo!
Oppure, come nelle nuovissime e costosissime terapie, si preleva il linfocita, si modifica il DNA (di cui non conosciamo nulla), si aggiungono dei recettori vari, e poi si «rimette» dentro il sangue del malato…
Ma quanto vive uno di questi linfociti? Non si sa.
Quello che però gli esperti sanno è la percentuale di successo: da 35 a 40 % nel migliore dei casi. Questo ovviamente nei pazienti che rispondono alla cura (cosiddetti «responder»), cioè quelli che reagiscono bene, ma in quelli «no responder» come la mettiamo?

Come mai invece, stando agli studi sempre decantati e osannati dai media, la sopravvivenza della leucemia linfoblastica acuta dopo la chemioterapia rasenta il 95%? Mistero.
Ci saranno recidive? Nessuno lo sa.
E’ una terapia definitiva? Nessuno lo può stabilire.
L’unica certezza è il costo: circa 1 milione di euro a terapia. Stiamo parlando della nuovissima terapia CAR-T.
Non è un po’ strano che l’establishment medico-scientifica sperimenti su cavie volontarie delle nuove terapie (costosissime) quando hanno a disposizione la chemio che (secondo loro) garantisce il 95 % di remissione della malattia? Forse qualcosa non torna…

Un’altra cosa che non torna è il fatto che tranne pochissimi casi, nessuno indaghi seriamente sull'unità centrale di controllo: il cervello appunto.
Tornando alla leucemia linfoblastica acuta, come mai è tipica dell’età pediatrica? E’ un caso che sia il tumore più frequente nei giovani.
Non potrebbe essere che sia il cervello a decidere di aumentare, diminuire, modificare i linfociti perché c’è «qualcosa da sistemare» nel modo che ha il bambino di «relazionarsi»? Proprio nel periodo in cui il piccolo dell’uomo impara a «relazionarsi», ad «esistere», e lo fa nella relazione e dalla relazione con i genitori. Sono infatti i genitori che danno al figlio il «diritto di esistere», il «diritto di vivere», permettendogli e insegnandogli a relazionarsi.
Perché prima di intossicare una creatura con chemioterapie varie, i luminari o i baroni di turno non si prendono la briga di indagare cosa stesse succedendo in famiglia, e cosa stesse vivendo quel bambino? Si sentiva amato, desiderato e voluto, oppure no? Si sentiva in «diritto di esserci» e di «esistere»? Sono semplici domande, ovviamente.
Se non mi sento in «relazione» con qualcuno, non potrebbe essere il cervello che ordina la produzione maggiore di quelle cellule che casualmente creano proprio la «relazione»?

[e le dubbie rassicurazioni degli enti istituzionali]
Corrado Penna

La presunzione che esista la possibilità di utilizzare in sicurezza i dispositivi che ci permettono di telefonare e di comunicare via internet senza cavi (wire-less), che viene diffusa dalle agenzie statali e internazionali, si basa su un’analisi superficiale e frettolosa della letteratura scientifica. In realtà gli articoli scientifici sui danni biologici delle radiazioni non ionizzanti[1] sono tantissimi e costituiscono la prova schiacciante che i vari enti ICNIRP[2], SCENIHR[3], FCC[4], FDA[5], National Cancer Institute[6], e via dicendo mostrano atteggiamenti fin troppo amichevoli nei confronti di un business in continua espansione, quello delle aziende di telefonia mobile. Alcune di queste organizzazioni si spingono ad affermare che non esiste nessun meccanismo noto che possa indurre degli effetti sulla salute. Per fare questo spesso scelgono, tra i tanti lavori scientifici (sull’effetto biologico di tali campi elettromagnetici) quelli che ignorano gli effetti non termici, quelli che ignorano l’importanza dei segnali pulsati, quelli che ignorano l’importanza della polarizzazione delle onde elettromagnetiche o della particolare intensità del segnale che viene utilizzato. Insomma, per assolvere queste radiazioni che ormai saturano l’aria intorno a noi, occorre fare riferimento a lavori scientifici che appaiono alquanto discutibili.

Per esempio le radiazioni elettromagnetiche utilizzate per questo genere di comunicazioni sono sempre radiazioni pulsate, perché è proprio la pulsazione di tali onde elettromagnetiche che porta il segnale, che veicola i dati, e molte ricerche scientifiche hanno mostrato che l’effetto biologico delle radiazioni pulsate è maggiore di quello delle radiazioni non pulsate. Inoltre gli effetti non termici (cioè effetti ben diversi dal semplice riscaldamento dei tessuti) sono stati studiati e dimostrati da un numero impressionante di lavori scientifici. Si tratta qui di danni riscontrati e riportati su lavori scientifici pubblicati su giornali a revisione paritaria, la “bibbia” della scienza moderna, molti dei quali sono reperibili sul database (archivio) governativo statunitense pubmed.

Per comprendere appieno quanto appena affermato possiamo leggere l’articolo Scientific evidence contradicts findings and assumptions of Canadian Safety Panel 6: microwaves act through voltage-gated calcium channel activation to induce biological impacts at non-thermal levels, supporting a paradigm shift for microwave/lower frequency electromagnetic field action, scritto da Martin L Pall, (Professore Emerito di Biochimica e di Scienze Mediche di Base all’università di Washington) e pubblicato su Reviews on Environmental Health 2015;30(2):99-116. L’articolo è reperibile su pubmed[7], dove troviamo solo il riassunto, https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25879308, mentre l’articolo per intero si può leggere al link  https://www.degruyter.com/view/j/reveh.2015.30.issue-2/reveh-2015-0001/reveh-2015-0001.xml. Se consultiamo questo ultimo link possiamo vedere (in fondo) tutti gli altri articoli, gli altri studi scientifici, (83 in tutto) realizzati da numerosi altri scienziati, che servono da giustificazioni alle affermazioni dell’autore.

Nell’articolo leggiamo che un effetto (non termico) di questi campi elettromagnetici avviene attraverso l’attivazione del canale del calcio dipendente dal voltaggio (VGCC). È noto infatti in biologia che il livello di calcio nelle cellule è molto minore del livello presente al di fuori delle cellule (nella matrice extracellulare) e che variazioni di tali livelli possono essere utilizzate per “mandare dei segnali”: si tratta dell’importantissimo meccanismo di segnalazione del calcio[8] che è rilevante anche per mandare il segnale che induce l’apoptosi (“suicidio” cellulare). Quando tale meccanismo funziona bene la vita cellulare scorre serena, ma quando questo meccanismo è inibito impropriamente, le cellule del cancro diventano immortali invece che suicidarsi, oppure al contrario cellule che dovrebbero ancora restare in vita vengono spinte alla morte[9].

Il dottor Pall cita a sostegno delle sue affermazioni due dozzine di studi sugli effetti non termici delle radiazioni elettromagnetiche nella banda delle microonde che si manifestano per via dell’attivazione del VGCC (canale del calcio dipendente dal voltaggio), anche in caso di radiazioni a bassa intensità. Inoltre afferma (sempre sulla base degli studi citati in fondo all’articolo) che nella maggior parte dei casi I campi elettromagnetici pulsate sono più attivi di quelli non pulsate e che ci sono alcune finestre di intensità che corrispondono al massimo dell’effetto biologico, la qual cosa sarebbe impossibile nel caso di un meccanismo basato sul puro effetto termico (riscaldante) delle radiazioni. Come effetti secondari delle alterazioni a livello della concentrazione del calcio intracellulare ci sono alterazioni dei livelli di ossido nitrico (NO), alterazioni delle segnalazioni dell’ossido nitrico, formazione di radicali liberi e stress ossidativo. Questi effetti secondari a loro volta possono spiegare danni al DNA, infertilità, minore produzione di melatonina, disturbi del sonno, cambiamenti nel ritmo cardiaco compresa la tachicardia l’aritmia e la morte improvvisa; effetti neuropsichiatrici compresa la depressione, ma anche alcuni effetti terapeutici.

L’autore quindi analizza un documento ufficiale realizzato da una commissione di esperti canadesi, che riconosce solo effetti termici delle radiazioni, ignorando tutto quanto su esposto, e scartando alcuni studi sui danni da radiazioni in quanto tacciati di inconsistenza. A ben vedere però non si tratta di inconsistenza, ma di semplice diversificazione degli effetti quando alle stesse radiazioni vengono esposte cellule differenti, o quando le stesse cellule vengono esposte a radiazioni differenti per intensità, pulsazione, frequenza.

Sembra quindi che ci si trovi di fronte ad una nuova emergenza simile a quella del fumo del tabacco, la cui pericolosità per la salute è stata scoperta fin dagli anni ’20 del secolo scorso (100 anni fa), ma riconosciuta ed affrontata seriamente solo in tempi molto recenti (pian piano, in maniera sempre più decisa, nel corso degli ultimi 30 anni). Allora abbiamo visto fenomeni di “convinzione” e di corruzione da parte delle aziende che producevano tabacco e vendevano sigarette, che sono stati ampiamente documentati. Adesso non abbiamo ancora elementi per dimostrare che stia succedendo la stessa cosa, ma lascia alquanto perplessi l’atteggiamento di tutti questi enti istituzionali che continuano a rassicurarci che esistano dei valori soglia al di sotto dei quali il danno da radiazioni è assente o quanto meno minimizzabile.

Iniziamo ad analizzare nel dettaglio uno degli effetti più spaventosi di tali radiazioni, ovvero la capacità di danneggiare il DNA delle nostre cellule, producendo rotture alla singola elica, alla doppia elica e causando l’ossidazione delle basi azotate del DNA. SI tratta come tutti comprenderanno di fenomeni che possono indurre mutazioni e concorrere al fenomeno del cancro. Per entrare più nello specifico, le rotture della doppia elica del DNA producono a livello cromosomico a riarrangiamenti[10], delezioni[11], duplicazioni[12], mutazioni del numero di copie[13] e amplificazione genica[14]. L’ossidazione delle basi azotate del DNA causa invece le cosiddette mutazioni puntuali[15].  Al di là della possibilità di indurre o quanto meno concorrere alla genesi, alla progressione, alla metastatizzazione del cancro, immaginate quello che può succedere quando questi danni si manifestano nelle cellule che servono alla riproduzione sessuale: ovuli e spermatozoo, inducendo quindi potenzialmente mutazioni nelle generazioni future.

Per mostrare concretamente alcuni di questi lavori scientifici ecco il primo, tratto nuovamente dal sito pubmed: Impact of radio frequency electromagnetic radiation on DNA integrity in the male germline[16] (il link su pubmed e le altre informazioni sono d’ora in poi presenti nelle note). Facendo click su Author information (sotto il nome degli autori) possiamo scoprire che uno degli scienziati che ha firmato tale articolo lavora presso ARC Centre of Excellence in Biotechnology and Development and Discipline of Biological Sciences, University of Newcastle, Australia, giusto per avere conferma che si tratta di un lavoro che proviene da un ente ufficiale (università australiana) e non dal sito internet di un buontempone che si diverte a denigrare l’uso dei cellulari e del 5g. Facendo click sul nome dell’autore si può vedere inoltre il lungo elenco degli altri lavori scientifici firmati da tale autore, e verificare che non è un crociato della battaglia contro le radiazioni da cellulari, ma un serio studioso delle funzionalità riproduttive, che ha studiato in particolar modo il danno a livello spermatico indotto dai radicali liberi (vedi per esempio il suo articolo A free radical theory of male infertility[17])

Nell’abstract dell’articolo, ovvero nel suo riassunto disponibile on line, leggiamo che dei topi sono stati esposti alle radiofrequenze (frequenza di 900 MegaHertz) per 7 giorni di seguito, 12 ore al giorno. Diverse tecniche hanno permesso di valutare l’assenza di danni macroscopici al DNA, così il permanere di condizioni di salute generalmente buone degli animali, ma un’analisi più dettagliata dell’integrità del DNA ha rivelato la presenza di danno al DNA statisticamente rilevante sia per il genoma mitocondriale[18] che per il locus nucleare beta-globinico[19].

Faccio notare che utilizzando il link in alto a destra, full text links, possiamo leggere il testo intero dell’articolo sul sito https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1111/j.1365-2605.2005.00531.x e verificare tutte le fonti citate dall’autore.   

Il secondo articolo che analizziamo è Single- and double-strand DNA breaks in rat brain cells after acute exposure to radiofrequency electromagnetic radiation, ovvero “Rottura della singola elica e della doppia elica del DNA nelle cellule cerebrali dei ratti dopo un’acuta esposizione a radiazioni elettromagnetiche nella banda delle radiofrequenze”[20].

Nell’articolo si parla di un esperimento concernente l’esposizione acuta (per 2 ore) a radiazioni elettromagnetiche sia pulsate che non pulsate a una frequenza di 2450-MHz (praticamente si tratta di una frequenza di 2 Giga e mezzo). É stato osservato un aumento delle rotture della singola elica e della doppia elica del DNA 4 ore dopo l’esposizione sia della radiazione pulsate che di quella non pulsata. Gli autori suppongono che questo effetto possa derivare o direttamente dall’energia delle radiazioni che danneggiano il DNA oppure dal danneggiamento dei meccanismi di riparazione del DNA nelle cellule cerebrali, o da entrambi i meccanismi. Questi risultati, precisano gli autori, confermano i risultati di precedenti studi in vivo e in vitro sul danneggiamento del DNA da parte delle radiazioni elettromagnetiche nel campo delle radiofrequenze.

Ma quali e quanti lavori precedenti hanno mostrato la realtà di questo danneggiamento del DNA? Andiamo a verificarlo grazie a un articolo di rassegna, ovvero un articolo non di ricerca sperimentale, ma di consultazione e di rassegna dei lavori precedenti: Electromagnetic fields and DNA damage[21]. Gli articoli citati, sulla cui base è stato compilato questo lavoro, si trovano in fondo alla versione integrale dell’articolo: sono ben 110, e quasi tutti (particolarmente dal 16 in poi) sono lavori di ricerca, sperimentazioni che hanno permesso di dimostrare e di misurare il danno al DNA cellulare indotto da radiazioni non ionizzanti (radiofrequenze per lo più). Ecco che in un colpo solo, con semplice click, siamo portati di fronte a una mole di lavoro scientifico che porta alla nostra attenzione risultati davvero preoccupanti. Tra questi ne analizziamo appena tre, per ovvia mancanza di tempo e di spazio.

L’articolo Non-thermal DNA breakage by mobile-phone radiation (1800-MHz) in human fibroblasts and in transformed GFSH-R17 rat granulosa cells in vitro[22] riferisce di un esperimento con cellule di uomo e di ratto esposte a differenti modulazioni di un segnale a 1.800 Hertz (continuo e intermittente) che ha portato all’induzione di rotture della singola e della doppia elica del DNA.

L’articolo Microwaves from GSM mobile telephones affect 53BP1 and gamma-H2AX foci in human lymphocytes from hypersensitive and healthy persons[23] mostra che le micro-onde dei cellulari GSM (per differenti frequenze di quella banda) hanno effetto genotossico (cioè danneggiano i geni) dei linfociti (globuli bianchi) sia delle persone in buona salute che delle persone note per la loro ipersensibilità ai campi magnetici.

Anche l’articolo Genetic damage in mobile phone users: some preliminary findings[24] descrive una ricerca che ha mostrato una correlazione tra l’utilizzo dei cellulari e danno genetico, sempre tramite un’analisi dei linfociti presenti del sangue periferico.

Note bibliografiche

[1] Le radiazioni ionizzanti sono per esempio quelle nucleari, che hanno tale energia da “strappare” gli elettroni esterni dagli atomi creando appunto ioni (atomi non più elettricamente neutri).

[2] International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection ovvero Commissione Internazionale sulla protezione dalle radiazioni non ionizzanti, organizzazione internazionale indipendente (almeno dal punto di vista formale, visto che sposa sempre le posizioni più favorevoli agli interessi delle aziende che operano nel campo della telefonia; https://www.icnirp.org/.

[3] Scientific Committee on emerging and Newly Identified Health Risks, ovvero Comitato scientifico sui rischi per la salute emergenti e di recente identificazione, ente dell’Unione Europea; https://ec.europa.eu/health/scientific_committees/emerging_it.

[4] Federal Communications Commission, ovvero Commissione federale per le comunicazioni.

[5] Food and Drug Administration, ovvero Amministrazione dei cibi e dei farmaci; ente federale statunitense che si occupa della regolamentazione dei cibi, additivi alimentari, integratori, farmaci, vaccini.

[6] National Cancer Institute, ovvero Istituto Nazionale per il Cancro, è un ente federale statunitense che fa parte del ministero della sanità, e che si occupa di ricerca, informazione, prevenzione del cancro.

[7] Se guardiamo il sito pubmed, possiamo notare facilmente nella parte superiore sinistra del sito la dicitura “US National Library of Medicine National Institutes of Health” ovvero “Biblioteca nazionale medica statunitense – Istituto Nazionale della Sanità”, e del resto il sito è un sito con dominio .gov, ovvero governativo. Quindi niente di più ufficiale.

[8] Come possiamo leggere in un articolo scientifico intitolato per l’appunto Calcium signaling (pubblicato su Cell,  VOLUME 131, ISSUE 6, P1047-1058, DECEMBER 14, 2007, autore Clapham DE; ; https://www.cell.com/action/showPdf?pii=S0092-8674%2807%2901531-0), e che spiega in dettaglio tale argomento: “Gli ioni di Calcio (Ca2+) influiscono su quasi ogni aspetto della vita cellulare (…) Viene anche discussa la natura altamente localizzata della segnalazione mediata dagli ioni Ca2+ e i suoi specifici ruoli nell’eccitabilità, esocitosi, motilità, apoptosi e trascrizione”.

[9] Una ricerca scientifica sull’importanza della segnalazione del calcio per l’apopotosi delle cellule tumorali è illustrata nell’articolo PTEN counteracts FBXL2 to promote IP3R3- and Ca2+-mediated apoptosis limiting tumour growth, pubblicato su Nature 2017 Jun 22;546(7659):554-558, autori Kuchay S, Giorgi C et al.; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28614300.

[10] Parti di uno stesso cromosoma che prendono una il posto dell’altro (riarrangiamento intracromosomico), o parti di differenti cromosomi che prendono una il posto dell’altra (riarrangiamento inter-cromosomico).

[11] Perdita di un pezzo di DNA che viene letteralmente cancellato.

[12] Raddoppiamento di un tratto di un cromosoma.

[13] Delezioni o duplicazioni che portano ad un cambiamento del numero di copie di una specifica regione cromosomica.

[14] La creazione di più copie di uno stesso gene.

[15] Le mutazioni più piccole che si possano verificare nel DNA, che sono causa di molte malattie genetiche, limitate quindi a poche basi (e alle loro coniugate).

[16] Pubblicato sul giornale scientifico International Journal of Andrology[16] 2005 Jun;28(3):171-9, autori Aitken RJ, Bennetts LE, Sawyer D, Wiklendt AM, King BV; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15910543.

[17] Pubblicato su Reproductive Fertililty and Development 1994;6(1):19-23; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/8066217.

[18] Il DNA presente nei mitocondri, organelli all’interno delle cellule, che è diverso dal DNA del nucleo cellulare

[19] Una piccola parte di un cromosoma del nucleo; nell’uomo si tratta di una sezione del cromosoma 11 che è responsabile per la creazione di circa metà della struttura della proteina emoglobina, notoriamente fondamentale per la vita, il trasporto di ossigeno e anidride carbonica all’interno del corpo.

[20] Pubblicato su International Journal of Radiation Biology. 1996 Apr;69(4):513-21, autori Lai H, Singh NP; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/8627134.

[21] Pubblicato su Pathophysiology 2009 Aug;16(2-3):79-88, autori Phillips JL, Singh NP, Lai H; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19264461, articolo intero su https://www.pathophysiologyjournal.com/article/S0928-4680(09)00014-5/fulltext.

[22] Pubblicato su Mutation Research 2005; 583: 178–183, autori Diem E, Schwarz C, et al.; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15869902.

[23] Pubblicato su Environmental Health Perspectives 2005; 113: 1172–1177, autori Markova E, Hillert L, Malmgren L, Persson BR, Belyaev IY; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16140623.

[24] Pubblicato su Indian Journal of Human Genetics 2005; 11: 99–104, autori Gandhi G, Anita; https://pdfs.semanticscholar.org/2cc3/86343f13444bd7132fa1bf670689fd18a108.pdf.


A cura di Martin L. Pall, tratto da http://www.infoamica.it/otto-rischi-per-la-salute-legati-al-5g/ 

Il Prof. Martin L. Pall, Professore emerito di Biochimica e di Scienze Mediche di Base della Washington State University, ha inviato alle istituzioni europee e statunitensi una revisione di studi che dimostrano la pericolosità della tecnologia 5G.
Secondo la sua analisi della letteratura scientifica pubblicata ci sono almeno otto pericoli dimostrati correlati alle esposizioni alle radiazioni del 5G.

Quello allegato in fondo a questo articolo è una versione breve di un documento originale scritto in risposta a due documenti scritti rispettivamente dal sig. Ryan e dal dott. Vinci in risposta all’appello di un gruppo di associazioni e di esperti sulla sicurezza del 5G. Il Sig. Ryan ha dichiarato che «Ci sono prove consistenti presentati da enti nazionali e internazionali (International Commission on Non Ionising Radiation Protection ICNIRP, Scientific Committee on Emerging and Newly Identified Health Risks (SCENIHR) che l’esposizione a campi elettromagnetici non rappresentano alcun rischio per la salute al di sotto dei limiti stabiliti dalla Raccaomandazione del Consiglio 1999/519/EC1.” Le posizioni dell’ICNIRP e dello SCENIHR, così come quelle dalla Federal Commission Communication, della FDA e dell’Istituto Nazionale sul Cancro degli USA, hanno posizioni molto diverse le une dalle altre. Alcuni di questi enti dichiarano che i meccanismi d’azione dei campi elettromagnetici non sono noti, nonostante l’enorme evidenza di studi pubblicati.

Il documento del Prof. Pall rappresenta una base fondamentale per richiedere la messa al bando dello sviluppo della tecnologia 5G in quanto ci sono sufficienti evidenze di un rischio per concludere che si tratta di frequenze non del tutto sicure per la salute umana e per l’ambiente.
Cliccare qui per scaricarlo.
Attenzione: il documento è in inglese e AMICA si sta attivando per tradurlo in italiano.

Gli otto tipi di danni correlati alle frequenze del 5G sono i seguenti:

  • danni cellulari al DNA – rottura al filamento singolo del DNA, rottura del filamento doppio, ossidazione delle basi del DNA;
  • diminuzione della fertilità maschile e femminile, aumento di aborti spontanei, abbassamento di ormoni come estrogeni, progesterone e testosterone, abbassamento della libido;
  • danni neurologici e neuropsichiatrici;
  • apoptosi e morte cellulare;
  • stress ossidativo e aumento dei radicali liberi (responsabili della maggior parte delle patologie croniche);
  • effetti ormonali;
  • aumento del calcio intracellulare;
  • effetto cancerogeno sul cervello, sulle ghiandole salivari, sul nervo acustico.

Tratto da http://www.infoamica.it/otto-rischi-per-la-salute-legati-al-5g/  

Marcello Pamio

Sarà una delle rivoluzioni tecnologiche più imponenti del nostro tempo e avrà effetti e ripercussioni sulla vita e sulla salute di miliardi di persone.
Mi riferisco al “5G”: la nuovissima generazione di trasmissioni dati, che permetterà di connettere ad altissima velocità miliardi di dispositivi che oggi sono semplici elettrodomestici “passivi”.
A breve gli oggetti dentro e fuori casa si trasformeranno in “esseri attivi”: frigoriferi, tivù, radio, forni, perfino abiti e qualsiasi oggetto elettronico o meno.
Secondo le previsioni, oltre 20 miliardi di dispositivi saranno interconnessi con la Rete entro il 2020.
Attualmente sarebbero “solo” più o meno 6 miliardi.

La connessione di quinta generazione renderà possibile lo sviluppo della telemedicina, dell’auto a guida autonoma e delle cosiddette città intelligenti, dove tutto è costantemente tenuto sotto controllo elettronico.
La “G” sta per “Generation” e infatti è la quinta generazione del cosiddetto standard per la trasmissione dati attraverso una rete di telefonia mobile. I precursori sono stato l’1G (il famoso e obsoleto «TACS») in cui i segnali radio erano “analogici”, il 2G (il GSM), il 3G (UMTS) e l’ultimo 4G (LTE, long term evolution, “evoluzione a lungo termine”).
Attenzione che a differenza delle altre generazioni, il 5G non è solo una nuova “interfaccia radio” perché qui la rete da “fisica” diventa “virtuale”, qui si vuole inglobare tutto…

Rischi elettromagnetici
Qualsiasi tecnologia presenta dei rischi, e quando si è nell’ambito delle onde elettromagnetiche tali rischi sono estremamente pericolosi perché riguardano la salute.
Con la nuova generazione ci potranno essere anche rischi di cyber-attacchi sulle future reti mobili, le quali conterranno informazioni personali e dati sensibili oggi inimmaginabili.
L’intero globo e tutti i dati umani finiranno nei server o nei cloud virtuali, mettendo a rischio la sicurezza planetaria.
Sul fronte dell’inquinamento delle onde elettromagnetiche invece, coloro che speculano e guadagnano stanno chiedendo la revisione delle regole italiane sui limiti elettromagnetici che rappresentano un freno alla realizzazione della futura rete.
Come sempre la follia e la cupidigia umane rasentano il paradosso: invece di diminuire i limiti attuali che sono di per sé troppo alti per garantire la sicurezza della salute, questi sciacalli chiedono di eliminare e/o abbassare tali limiti per far posto alla nuova tecnologia.
Il punto cruciale è il seguente: per raggiungere velocità così elevate è necessario utilizzare uno spettro di frequenza finora mai utilizzato. Il 5G sfrutta le onde millimetriche, vale a dire onde radio tra 30 e 300 GHz. Stiamo parlando di uno spettro di frequenza talmente elevato che nessuno Stato ha ancora assegnato, anche perché fino a qualche anno fa era impensabile utilizzare questo spettro per la comunicazione. Siamo nella fascia delle microonde, la cui frequenza va appunto da 250 MHz a 300 GHz, e la lunghezza d’onda da 1 mm a 10 cm.
Queste onde possono penetrare di qualche millimetro l’epidermide umana. Questa caratteristica particolare, come verrà spiegato tra poco, viene sfruttata nelle armi-non-letali a energia diretta in dotazione al Pentagono.
La caratteristica principale del 5G, che lo differenzierà dai precedenti standard, è la velocità di connessione: secondo gli operatori dovrebbe viaggiare 100-1000 volte più veloce dell’attuale 4G.
Ma come sempre il rovescio della medaglia è molto insidioso e pericoloso…

Italia e le sperimentazioni del 5G
L’Italia è il paese-cavia ideale per le lobbies. Lo sappiamo molto bene.
Con qualche spicciolo è possibile testare di tutto. Non è un caso che siamo l’unico paese al mondo a inoculare sulla popolazione infantile oltre 10 vaccini obbligatori, senza avere nessuno studio o trials clinici che ne garantiscano la sicurezza.
Quindi potevamo perdere anche questa sperimentazione? Ovviamente no, e infatti il nostro Paese è stato tra i primi in Europa e nel mondo ad avviarla.
Sono diverse le città scelte per le sperimentazioni (che sono già avviate): Milano, Prato, l’Aquila, Bari, Matera sono le cinque città dove il Ministero dello Sviluppo Economico ha fatto partire la sperimentazione del 5G, alle quali si sono aggiunte Roma e Genova.  
Città distribuite lungo tutto lo stivale che permetteranno di testare al meglio le potenzialità della nuova tecnologia e mettere alla prova le capacità degli operatori italiani di realizzare un’infrastruttura tecnologicamente all’avanguardia nel giro di pochi mesi.

Frequenze & appalti
Il governo Conte, quello del grande "cambiamento", ha appaltato le frequenze del 5G.
Le frequenze in gioco sono: 700 MHz, 3.700 MHz e 26 GHz.
Ad accaparrarsi i blocchi i soliti noti: Iliad, Telecom, Vodafone, Fastweb e Wind-Tre.
I 700 MHz sono andati a Iliad, Vodafone e Telecom. 
I 3.700 MHz sono andati a Telecom, Vodafone, Wind-Tre e iliad
I 26 GHz invece a Telecom, Iliad, Fastweb e Wind-Tre 

Soltanto Telecom e Vodafon hanno investito 4,8 miliardi di euro!
Il governo ha fatto Bingo perché è stato ampiamente superato l'obiettivo minimo: l'asta per il 5G porterà ben 6,55 miliardi di euro, oltre 4 miliardi in più dei 2,5 miliardi preventivati come soglia minima!

Infrastrutture per 5G
La nuova tecnologia impiegherà un’infrastruttura differente rispetto a quella del passato (a livello d’antenne e non solo) e protocolli comunicativi in grado di garantire una maggior capacità di banda, una maggior velocità di connessione e una minor latenza.
Vi sarà quindi l’implementazione di «piccole cellule», di cui si ignora il numero, ma sicuramente elevatissimo, che non andranno a sostituire le altre, ma a sommarsi alle attuali reti wireless in uso da Telecom (17.000), Vodafone (altrettanti), Wind Tre (26.000).
In Italia complessivamente ci sarebbero già 60.000 antenne di telefonia mobile, con quelle per il 5G raggiungeremo un numero folle.
Le antenne del 5G dovranno per forza di cosa crescere come funghi in ogni dove.
Attualmente le antenne per la telefonia sono distanti tra loro qualche centinaio di metri o qualche chilometro, per la nuova tecnologia dovranno essere presenti ogni cento metri e anche meno.
Le città e le campagne saranno invase da antenne: tetti, alberi, lampioni, campanili, ecc.

Ma tutto questo è per il nostro stile di vita, per il nostro ben-essere.
Pensate: potremo guidare la nostra autovettura seduti comodamente sul water di casa, mentre sorseggiamo una tazzina di caffè macchiato. Oppure potremo farci controllare a distanza la prostata dal medico urologo, grazie ad una app dello smartphone e un piccolo sensore che va infilato nel retto collegato al cellulare con cavo usb, e questo anche se il dottore è in vacanza e si sta rilassando alle isole Fiji. Ma sarà anche possibile, sempre dal cesso ma questa volta dell’ufficio, controllare se nel frigo di casa vi sono alimenti scaduti; se per esempio dobbiamo fermarci a comprare il latte parzialmente scremato con il quale macchiamo il caffè che beviamo alla mattina sopra il water…
Questa sì che è tecnologia!

Armi ad energia diretta
L’esercito statunitense ha sviluppato un sistema di controllo della folla non letale, chiamato «Active Denial System» (ADS). Dei veri e propri cannoni portatili montati su camion sparano onde millimetriche a radiofrequenza nella frequenza dei 95 GHz (esattamente lo spettro che rientra nel 5G) in grado di penetrare l’epidermide di 0,4 mm delle persone, producendo istantaneamente un’intollerabile sensazione di riscaldamento che li porta alla fuga.

Esattamente come il forno a microonde che purtroppo ancora molte persone usano in cucina, questi cannoni militari vanno a scaldare gli strati di acqua contenuta sotto la pelle…
Quindi per dare avvio al «Progetto 5G», migliaia di antenne, cioè piccoli cannoni («armi non letali»), saranno disseminati nelle città di tutto il mondo.
Quale sarà l’effetto sulla salute pubblica di un bombardamento costante di microonde? L’effetto sugli animali lo sappiamo già…

5G e la strage degli innocenti (uccelli)
In giro per il mondo si stanno verificando delle cose molto strane.
Casualmente nelle città scelte per la sperimentazione del 5G avvengono delle morie di uccelli da film di Hitchcock.
A Roma oramai lo hanno definito «l’incubo storni», in pratica uccelli dal cielo cadono stecchiti in terra come le mosche. Un vero e proprio disastro sia per i residenti che per gli automobilisti.
La stessa stranissima cosa sta avvenendo anche a l’Aquila.
Sono in corso indagini, ma al momento gli esperti interpellati non sanno dare nessuna spiegazione, anche perché forse non stanno seguendo la pista giusta, quella delle microonde!
La realtà è che migliaia di uccelli precipitano dal cielo…
Sappiamo benissimo che le onde possono disturbare seriamente l’orientamento spaziale degli animali che usano da sempre il campo magnetico terrestre (uccelli migratori, cetacei, delfini, ecc.).
Qui però gli uccelli vengono letteralmente stecchiti sul colpo!

Il mistero della Smart-Dust
Si chiama «Polvere intelligente» (smart-dust) e il Pentagono l’ha definita «la tecnologia strategica dei prossimi anni».[1]
Si tratta di un “pulviscolo intelligente” composto da miliardi di microscopici computer, della dimensione di un millimetro cubo, in grado però di incorporare sensori elettronici, capacità di comunicare via onde radio, software e batterie.
Questa “polvere” in grado di captare calore, suoni e anche movimenti, si può disperdere su territori immensi, anche grazie all’avio dispersione in cielo (tramite le scie chimiche).

Quando si parla di ricerche militari fantascientifiche il nome DARPA, braccio scientifico del ministero della Difesa, non manca mai. Dietro la smart-dust infatti c’è la «Defense Aduanced Research Projects Agency» (Darpa), l’Agenzia potentissima che ha inventato, tra le altre cose, Internet.
Per la polvere magica la Darpa si è affidata al dipartimento di ingegneria elettronica e informatica di Berkeley!
La rivoluzione di questi microsensori diffusi nell’ambiente «diventerà la primaria fonte di superiorità nei sistemi di armamento», come hanno candidamente dichiarato nel sito ufficiale www.darpa.mil.
Il problema è che la smart-dust abbinata sinergicamente alla tecnologia 5G potrà rappresentare il pericolo numero uno per la libertà, perché fornirà gli strumenti perfetti per il controllo globale assoluto.
Come sempre, purtroppo la realtà supera ogni più fervida immaginazione…

Conclusione
Dopo quanto detto diventa di vitale importanza impedire lo sviluppo della quinta generazione.
Rifiutiamo telefoni, smartphone e qualsiasi altro apparecchio e/o elettrodomestico nato per il 5G, o anche solo predisposto e implementabile alla nuova tecnologia militare!
Il nostro futuro e quello dei nostri figli lo abbiamo nelle nostre mani oggi.
Ricordiamo che i bambini sono gli esseri (come gli animali) più a rischio di ammalarsi, proprio perché si trovano nella fase delicata di crescita e di sviluppo.
Sarà un caso ma nel nostro paese i tumori in età pediatrica stanno crescendo a ritmo pandemico, e l’Italia vanta il triste primato a livello europeo.
Se non vogliamo avere il primato di mortalità infantile anche a livello mondiale, pensiamoci molto seriamente e subito…

 

Per maggiori informazioni

http://www.tankerenemy.com/2007/09/smurt-dust-ecco-la-polvere-che-spia.html?m=1

http://www.nogeoingegneria.com/tecnologie/sistemi-radar/smart-dust-una-griglia-di-controllo-globale/

[1] «Smart-Dust: ecco la polvere che spia», Federico Rampini «La Repubblica» del 31 ottobre 2002


Marcello Pamio

La salute dei giovani di una nazione dovrebbe essere una priorità in uno stato di diritto.
Ma non è così, la priorità da noi sembra essere quella di fare propaganda al «gregge disorientato» sulla bontà e l’urgenza delle vaccinazioni di massa. Il resto è noia.
Poco importa infatti sapere che siamo il paese con il più alto numero di studenti disabili; negli ultimi 10 anni le disabilità sono aumentate del 40%; circa 1 bambino su 6 ha disturbi specifici dell’apprendimento e 1 ogni 87 nati sviluppa l’autismo; il diabete di tipo-1 interessa 1 bambino ogni 450, e dal 12 al 15% dei giovanissimi soffrono di ADHD. Per non parlare dei piccoli obesi: i bambini italiani sono infatti al primo posto in Europa.
Infine la situazione diventa parossistica in ambito oncologico…

Cancro: primo posto in Europa
L’Italia ha sempre occupato uno dei primi tre posti in Europa per incidenza tumorale in età pediatrica. Notizia di qualche giorno fa, siamo riusciti nell’impresa titanica di indossare la maglia nera, salendo al primo posto nel continente europeo.
Stando ai dati del Ministero della Salute, negli ultimi 10 anni e nelle aree più contaminate si è registrato globalmente un incremento anche del 90% di patologie tumorali!

A denunciarlo in un convegno alla Camera dei Deputati dal titolo: «Emergenza cancro - Fattori ambientali modificabili e stili di vita non corretti», la Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) assieme alle «Confassociazioni Ambiente».
I cancri più diffusi sono quelli alla tiroide, alla mammella e mesotelioma.
L’allarme più grave ovviamente riguarda i tumori dei bambini.
Uno studio della IARC di Lione (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro), condotto in 62 paesi in collaborazione con l’AIRC (Associazione Internazionale dei Registri del Cancro) e sulla rivista «Lancet Oncology» ha riportato questa triste realtà.
La fascia di età in cui è stata riscontrata la maggiore incidenza di tumori è tra 0 e 14 anni, e negli adolescenti tra i 15 e i 19 anni. Mentre le aree più interessate sono: Italia, Cipro, Malta, Croazia, Spagna e Portogallo.

Ad aggiungersi al triste bollettino, l’ultimo rapporto SENTIERI (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento) a cura dell'ISS, che rileva una «emergenza cancro» tra i più giovani!
I dati raccolti nel periodo 2006-2013 in 28 dei 45 siti italiani maggiormente inquinati hanno infatti sottolineato un incremento di tumori del 9% nei soggetti tra 0 e 24 anni, con picchi del 50% per i linfomi Non-Hodgkin, del 62% per i sarcomi dei tessuti molli e del 66% per le leucemie mieloidi acute.
Quindi gli ultimi studi confermano il triste primato: i bambini italiani non soltanto hanno una salute pessima e risultano essere i più obesi, ma hanno anche il maggior numero di patologie tumorali!

Fino a qualche decennio fa questa emergenza non esisteva e il cancro in età pediatrica era rarissimo: come mai? Cos’è successo nel frattempo?
Domande importanti alle quali nessun ministro della salute ha voluto cercare di dare una risposta, perché troppo concentrati a inventare epidemie mediatiche, sradicare l’«incurabile» morbillo (cosa impossibile d’altronde da realizzare) o la terribile tosse canina.

La «ragion di Stato» è vaccinare coattivamente l’intera popolazione italiana (adulti e bambini) con la scusa delle malattie infettive e dei bambini immunodepressi. Mentre le istituzioni hanno occhi solo per i vaccini, stanno morendo di cancro (e forse proprio per questo) un numero elevatissimo di bambini e adolescenti ogni anno.
Parafrasando la famosa citazione di Gandhi: «la grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali», e contestualizzandola al tema del presente, si può affermare che «la grandezza di una nazione e il suo livello morale ed evolutivo, si possono giudicare dalla condizione psicofisica degli “uomini in divenire” (i bambini)».
Se ciò corrispondesse al vero, l’Italia è già sprofondata nel baratro più oscuro…