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Marcello Pamio 

Premetto fin da subito che lo scopo del presente articolo è quello di sensibilizzare, portando alla luce, i possibili rischi connessi ad una pratica estetica sempre più di moda: il tatuaggio.
Rischi che ovviamente sono proporzionati alla dimensione del disegno, ai colori utilizzati e alla qualità dei pigmenti iniettati. Avere un piccolo tatuaggio è una cosa, avere braccia e gambe completamente ricoperte e oscurate è un’altra.
Ognuno può usare il proprio corpo come meglio crede, ma è giusto venire a conoscenza dei pericoli insiti in una tecnica oramai diffusissima, anche e soprattutto in vista di una gravidanza...
I motivi che spingono una persona a camuffare e modificare il proprio corpo (bisogni e/o motivazioni consapevoli, recondite e inconsce) non interessano, perché in questa sede si cercherà di capire quali sono, e se ci sono, delle ripercussioni dovute ai componenti chimici sul corpo fisico, ma anche nei corpi spirituali. 

Fenomeno in crescita
Sempre più persone si fanno tatuare il corpo. Questo è oggettivo. In Italia, stando ai primi dati dell’Istituto Superiore di Sanità, sono circa 7 milioni le persone tatuate, cioè il 12,8% della popolazione intera.[1] I tatuaggi sono più diffusi tra le donne (13,8%) rispetto agli uomini (11,7%). Il primo tatuaggio viene effettuato a 25 anni, ma il numero maggiore di tatuati riguarda la fascia d’età tra i 35 e i 44 anni (29,9%). Gli uomini preferiscono tatuarsi braccia, spalla e gambe, le donne soprattutto schiena, piedi e caviglie.
Il mercato del tattoo è una miniera: sta crescendo in maniera esponenziale; il numero delle imprese che propongono tatuaggi e piercing è salito da 257 nel 2009 a 1.537 nel 2013, quintuplicandosi in soli tre anni (dati diffusi dal Centro Nazionale Ondico - «Organismo notificato dispositivi e cosmetici» - dell’Istituto Superiore di Sanità durante il secondo Convegno nazionale «Tatuaggi e trucco permanente».
A livello europeo, stando al report della Commissione Europea («Safety of tattoos and permanent make-up: Final report»), il tatuaggio coinvolge oltre 60 milioni di europei. Stiamo parlando del 12% degli europei e se andiamo oltre oceano il fenomeno tocca il 24% dei cittadini degli Stati Uniti. Secondo un sondaggio condotto negli Stati Uniti dall’Harris Poll, sarebbero 3 americani su 10 ad avere un tatuaggio, e la maggioranza (il 69% dei tatuati) ne avrebbe più di uno[2]

Tattoo for ever?
Uno dei punti più importanti che non vengono quasi mai presi in considerazione quando si fa un tatuaggio, è il fattore tempo.
Una persona non pensa che nel corso degli anni e dei decenni si cambia completamente o quasi la visione della vita che si aveva, quando stringendo i denti per non sentire l’ago che penetrava nella carne, si faceva fare il disegno tanto agognato.
Poi un bel giorno, ci si alza dal letto e non si riconosce più il proprio corpo o una parte di esso. Oppure lo si deve fare per lavoro, perché «non si possono avere tatuaggi o piercing se si vuole entrare nell’esercito o nei corpi di polizia, carabinieri, finanza», spiega il dottor Luca Siliprandi, chirurgo plastico vice presidente di Aicpe (Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica).[3]
Allora si parte alla ricerca di uno studio medico che sia attrezzato con il laser per cercare di cancellare il disegno. Questo quando va bene, perché esistono altre modalità, alcune veramente barbare, per cercare di cancellare l’ ”errore” di gioventù: «dermoabrasione» (la pelle viene levigata con una mola abrasiva, con gravi rischi di danneggiamento); «salabrasione» (la pelle viene strofinata fortemente con sale grosso bagnato, anche qui con gravi rischi di danni); «crioterapia» (il tattoo viene congelato e bruciato con l’azoto liquido, rischiando ustioni); «peeling chimico» (tossici agenti chimici formano delle vesciche che provocano il distacco della pelle); «elettrodermografia» (un generatore di corrente andrebbe a disgregare il pigmento del colore); «creme» (molte creme chimiche in commercio promettono di rimuovere il tatuaggio, ma con quali rischi?) e infine la «chirurgia».
I risultati però non sono mai buoni...«Togliere un tatuaggio è molto più difficile che farlo, e non sempre è possibile riuscirci - afferma Luca Siliprandi. «I tatuaggi si fanno spesso da giovani senza pensare che è un segno che ci accompagnerà per sempre»[4] 
I dati dell’ISS confermano un aumento costante dei ripensamenti: oltre il 17,2% delle persone tatuate avrebbe intenzione di rimuoverlo… 

Rischi per la saluteVediamo adesso quali potrebbero essere i rischi nel farsi iniettare nel derma, con un ago, colori e sostanze chimiche di cui poco si conosce.
La Commissione Europea nel 2016 se ne è occupata pubblicando un Report.
«Gli inchiostri usati per i tatuaggi e per il PMU («Permanent Make-up», cioè il «trucco permanente») contengono numerosi ingredienti e impurità. Attualmente sono in uso più di 100 coloranti e 100 additivi diversi».
La maggior parte degli inchiostri per tatuaggi che vengono usati nel mercato dell’UE arriva dagli Stati Uniti, mentre gli inchiostri per il PMU sono generalmente fabbricati in Europa. I pigmenti utilizzati non sono specificamente prodotti per le applicazioni di tatuaggi/PMU e generalmente mostrano una bassa purezza.
Quindi secondo la Commissione europea la maggior parte dei pigmenti NON è autorizzata per l’uso nei prodotti cosmetici, e molti non dovrebbero essere neppure presenti. Lo afferma il CoE ResAP (2008), cioè «La risoluzione del Consiglio d’Europa sui requisiti e criteri per la sicurezza dei tatuaggi e del trucco permanente». [5]
Oltre l’80% dei coloranti in uso sono biologici, e oltre il 60% di questi, sono azo-pigmenti, alcuni dei quali possono rilasciare ammine aromatiche notoriamente cancerogene. Questi colori possono degradare formando le ammine a livello di pelle, in particolare in caso di esposizione a radiazioni solari o laser.
Non dimentichiamo la vasellina (derivato del petrolio) che serve per la lubrificazione della pelle durante l’esecuzione e la guarigione.
La Commissione ha riscontrato nei prodotti per tatuaggi/PMU sostanze chimiche pericolose, come idrocarburi aromatici policiclici (43%), ammine aromatiche primarie (14%), metalli pesanti (9%) e conservanti (6%), nonché contaminazione microbiologica (11%).
L’allergia acuta e l’ipersensibilità ritardata provocate dagli ingredienti degli inchiostri e/o dal trauma del tatuaggio e/o dalla sua rimozione, rappresentano la maggior parte delle complicazioni del tatuaggio, e interessano principalmente le parti colorate di rosso o nero. Queste reazioni aspecifiche possono essere esacerbate dall’esposizione solare, sono imprevedibili e possono a volte apparire dopo una lunga latenza anche di decenni, potendo far scatenare e slatentizzare patologie autoimmuni sottostanti.

Tra le reazioni avverse della pelle all’inchiostro:

  • Irritazione lichenoide, un’infiammazione con comparsa di pustole piatte e squamose;
  • Reazione granulomatosa, una reazione alle sostanze iniettate;
  • Eritema nodoso, con la comparsa di noduli rossi e gonfi sotto la pelle;
  • Reazione pseudolinfomatosa, che consiste in noduli duri di colore rosso violaceo;
  • Psoriasi.

L’elenco delle reazioni cutanee è molto lungo: dermatiti, prurito, eczemi e desquamazione della pelle, probabilmente causate dai coloranti impiegati e dalle impurità contenute, oltre che dai metalli pesanti iniettati sotto pelle.
La «Food and Drug» statunitense, che si occupa dell’approvazione di coloranti nei cibi e bevande, non ha ancora pubblicato un elenco di coloranti “sicuri” da poter somministrare sotto pelle.
Alcuni gruppi di ricerca hanno stabilito addirittura un legame tra lesioni pre-cancerose e tatuaggi. Non è così strano infatti che dalle zone tatuate scaturiscano veri e propri tumori,[6] cosa questa che i chirurghi conoscono molto bene.

Metalli e colori
Le evidenze scientifiche del Ministero della Salute italiano che ha monitorato i pigmenti liquidi venduti nel nostro mercato dicono che tutti i produttori commercializzano inchiostri contenenti concentrazioni molto elevate di cromo (colore verde, ma anche nel viola, marrone, blu, nero e rosso), ed anche una consistente concentrazione di nichel (ricordiamo che sempre più persone hanno allergie a questo elemento).
Non finisce qua, perché per ottenere altri colori si usano elementi quali cadmio e zinco. Il blu contiene livelli enormi di rame, e in misura più modica in questo colore si trova anche il cobalto.
Nel rosso spesso si ritrovano insieme nichel e cromo e anche mercurio.
Il nero contiene particelle di carbone che spesso viene fatto partendo dalla fuliggine.

Attenzione che nei tatuaggi non vi è la presenza solo di metalli pesanti singoli, ma anche di allergeni diversi, per cui aumenta esponenzialmente il rischio di sensibilizzazione crociata a causa proprio degli effetti sinergici delle sostanze contenute. Pertanto non è mai possibile sapere a priori come si reagirà al contatto di svariati elementi.
La composizione varia a seconda del colore, ma le analisi di laboratorio hanno dimostrato che i metalli più frequentemente presenti sono: piombo, alluminio, nichel, cromo, titanio, cobalto e litio.
Dal portale «Cosmetovigilanza» dell’Università Federico II di Napoli si cita l’articolo pubblicato il 14 maggio 2005 dalla rivista «Nature» sui rischi di alcuni metalli contenuti negli inchiostri.

Ne elencano solo tre:

  • piombo: può provocare problemi comportamentali, anemia, problemi renali, danni neurologici (epilessia);[7]
  • litio: può indurre disturbi renali (sete eccessiva, urinazione abbondante, diabete), disturbi neurologici (alterazione della memoria e dell’attenzione, tremori alle mani, debolezza muscolare), disturbi al cuore (aritmie), problemi cutanei (eruzioni, alterazioni del pigmento, psoriasi), disturbi gastroenterici (nausea, diarrea, coliche addominali), ipertiroidismo, epilessia, edema degli arti inferiori, leucocitosi, etc;
  • rame:può provocare irritazione oculare (rossore, tumefazione), irritazione cutanea (rossore, prurito, bruciore, tumefazione), problemi respiratori, problemi gastroenterici (nausea, diarrea e/o dolore addominale).

Infine nel numero di «Nature» si è messo in luce un problema inaspettato: molte reazioni si presentano quando le persone tatuate si sottopongono a risonanza magnetica, in quanto sembra che i campi magnetici utilizzati per l’indagine diagnostica surriscaldino l’inchiostro presente sotto la pelle.
La pelle del corpo, impregnata e imbevuta di metalli, sta diventando sempre più conduttiva al calore e alle onde elettromagnetiche. Se pensiamo che siamo costantemente immersi 24 ore su 24 in campi elettromagnetici (radio-telefonia, televisione, wifi, ecc.), il rischio di problematiche cresce enormemente…

Il mistero dei cadaveri intatti
Potrà sembrare macabro e fuori luogo, ma il problema dei cadaveri che non si decompongono è diventato una realtà sempre più diffusa.
Siamo arrivati al punto che in Germania, una quarantina di cimiteri non accettano più nuove sepolture in quanto sono colmi di cadaveri che non si decompongono. Un fenomeno che sta inquietando gli scienziati.
Una volta, dopo circa 8-10 anni i luoghi di sepoltura potevano essere riutilizzati, oggi non è più così. Come mai?
Ad Amburgo hanno organizzato un congresso per dibattere le cause e cercare una soluzione al problema.
Secondo le ipotesi: regimi alimentari ricchi di sostanze conservanti, pesticidi che distruggerebbero i batteri necessari alla decomposizione e ovviamente gli immancabili metalli pesanti (presenti nelle amalgame dentarie, in moltissimi farmaci, vaccini, coloranti, creme, ecc.). I cadaveri in pratica, è come se venissero cristallizzati (metallizzati) da tali sostanze chimiche.
«I corpi sepolti trent’anni fa sembrano stati sepolti settimana scorsa - afferma Walter Müller, imprenditore di pompe funebri a Berlino - E’ come se i corpi fossero stati trattati con prodotti conservanti”.
L’analisi del suolo mostra infatti un aumento della concentrazione di azoto - gas liberato dai cadaveri - e di metalli pesanti.[8]
Se a questo aggiungiamo pure l’aumento esponenziale e spropositato di metalli pesanti contenuti nei pigmenti dei tatuaggi, cosa accadrà in futuro? Certamente la cremazione diventerà sempre più obbligatoria...

Implicazioni dal punto di vista spirituale
Abbiamo visto che il corpo fisico è sempre più pregno di pigmenti chimici, metalli pesanti, allergeni vari, molti di origine sconosciuta. Sostanze queste che possono (e lo fanno) scatenare manifestazioni patologiche diversificate.
Fin qui anche la medicina allopatica lo conferma: ma dal punto di vista animico o spirituale? Ci possono essere delle interferenze anche negli aspetti sottili?
A tale proposito la Scienza dello Spirito ad indirizzo antroposofico ci da alcune interessanti spiegazioni.
Uno dei problemi principali sono i metalli pesanti.
Innanzitutto questi metalli, contenuti nella pelle (della madre e/o del padre) possono interferire direttamente sulla salute dell’embrione già dal momento stesso del concepimento e continuare ad essere assorbiti dalla pelle della madre durante tutta la gravidanza. Aumentando di fatto il rischio di compromissione dello sviluppo neurocognitivo normale della creatura in grembo. I metalli infatti, chi più chi meno, hanno tutti un’alta neurotossicità.
La dimostrazione che i pigmenti non se ne stanno fermi nella pelle ma se ne vanno in giro per la circolazione sanguigna e linfatica si chiama «pigmentazione dei linfonodi» ad opera dell’inchiostro. Piccole particelle di colore vengono fagocitate da cellule del sistema immunitario che le portano nei linfonodi. Qui si depositano dando particolari colorazioni all’organo. Questo è un problema molto serio, perché potrebbe confondere il chirurgo, soprattutto se deve prelevare un linfonodo sentinella per la stadiazione (gravità) di un tumore. In simili circostanze infatti, un linfonodo sano ma colorato può essere scambiato per “malato”!

Stabilito che i colori possono andare in giro per il corpo fisico, dal punto di vista animico i tatuaggi agiscono direttamente anche sul corpo astrale - cioè sull’aspetto psichico o animico - creando modificazioni nella personalità.
Ricapitolando: i metalli induriscono il corpo fisico, ma intervengono anche nella terza componente dell’uomo, il «corpo eterico» (delle forze vitali), e così facendo il fisico diventa inadatto ad ospitare correttamente l’Io, cioè l’autocoscienza. Il rischio è un eccesso dell’animalità, e da come il mondo sta andando avanti, non è così fantascientifico.
Possiamo concludere che il corpo dell’uomo diventa sempre meno adatto ad esprimere la sua qualità spirituale.
Entrando ancor di più nel dettaglio, quando i metalli penetrano nell’organismo (farmaci, alimenti, vaccini, tatuaggi, ecc.), le forze dell’Io intervengono - tramite il Calore – per «sciogliere» e «umanizzare» tali sostanze tossiche. Ma questo continuo lavoro rappresenta un dispendio energetico abnorme.
Tali sostanze non spariscono del tutto ovviamente, ma rimangono sempre come depositi (corpi e organi grassi come il cervello, guaine mieliniche, ecc.) conducendo verso l’indurimento (sclerosi).
Portato all’estremo questo discorso: un corpo completamente ricoperto di tatuaggi potrebbe non essere correttamente riconosciuto dalle sue componenti spirituali.
Una cosa molto simile la vediamo nelle malattie autoimmuni, che guarda caso sono in costante aumento.
Queste patologie derivano da un conflitto tra l’interiorità e il corpo fisico: non c’è più sintonia e armonia, ma sempre più estraniamento del corpo fisico dal mondo animico-spirituale. Uno scollamento molto pericoloso.

La conclusione è scontata: meno se ne fanno e meglio è.
Ma se proprio una persona sente la necessità di modificare il proprio corpo, sarebbe utile tenesse in considerazione alcuni semplici consigli:

  • Coprire una piccola area superficiale della pelle, possibilmente in zone lontane da organi vitali o sensibili all’inquinamento come tiroide, linfonodi, utero e ovaie. Meno pelle significa meno tossine.
  • Tatuare una zona possibilmente non esposta alle radiazioni solari dirette, per evitare i problemi di reazioni detti prima.
  • Se si ha intenzione di avere un figlio, attendere almeno la fine dello svezzamento per farselo fare.
  • Usare meno colori possibili, per ridurre la quantità di pigmenti e metalli pesanti. Meno colori significa meno tossine.
  • Farsi un disegno e/o una scritta di cui, col passare del tempo, non decada il valore simbolico (evitare i nomi di donne/uomini amati per esempio).
  • Optare per professionisti del settore Tattoo che utilizzino colori certificati naturali e possibilmente che non siano stati testati su animali (vegan-friendly).

Dopo quanto detto: buon tatuaggio a tutti!

Note

[1] «Tatuaggi, i primi dati italiani elaborati dall’Istituto Superiore di Sanità»

http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=2227

[2] «In Europa 60 milioni di tatuati. Quali rischi si corrono e cosa ne pensano i medici»,https://www.agi.it/data-journalism/rischi_tatuagggi_controindicazioni_medici-2200288/news/2017-09-30/

[3] «Pentiti del tatuaggio? Ecco che cosa sapere prima di farlo rimuovere», http://www.tgcom24.mediaset.it/salute/pentiti-del-tatuaggio-ecco-che-cosa-sapere-prima-di-farlo-rimuovere_2120135-201502a.shtml

[4] Idem

[5] ResAP(2008): «La risoluzione del Consiglio d’Europa sui requisiti e criteri per la sicurezza dei tatuaggi e del trucco permanente» http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_newsAree_1667_listaFile_itemName_2_file.pdf

[6] «Squamous-cell Carcinoma Arises in Red Parts of Multicolored Tattoo within Months», www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4174140/#R4

[7] «Sicurezza degli inchiostri per tatuaggi», www.farmacovigilanza.org/cosmetovigilanza/corso/0505-01.asp

[8] «Scienziati inquieti: i cadaveri non si decompongono più», http://www.ticinolive.ch/2013/12/09/scienziati-inquieti-cadaveri-non-si-decompongono-piu/

Marcello Pamio

Gentile Ministro Grillo,
l’emozione che milioni di italiani hanno provato nel vedere la Lorenzin uscire dal dicastero della salute con la scatola dei quadretti e delle foto di famiglia, non ha nulla da invidiare a quello che hanno vissuto i francesi dopo la finale del campionato del mondo di calcio.
Il tripudio nazionale aveva un suo perché: dare un ministero così delicato e importante ad una persona completamente ignorante e soprattutto incompetente in ambito sanitario è un crimine contro lo stato di diritto e contro le libertà.
Ecco perché la Sua elezione a Ministro, ha reso felici praticamente tutti gli italiani, anche coloro che non hanno votato il Movimento 5 stelle.

Fatto questo preambolo obbligatorio, e nonostante l’attenzione e la memoria del popolo-bue siano sempre più labili, devo ricordarLe che nel web, nel bene o nel male, vengono conservate tutte le cose scritte e/o dette. Molti non si soffermano su questo piccolo particolare, e poi si scontrano con l’amara realtà dei fatti.
Prima che Ministro della salute, Lei è un onorevole, e prima ancora un Medico che ha fatto il Giuramento di Ippocrate, il cui motto centrale è sempre stato il «Primum non nocere».
Per cui dovrebbe spiegare agli italiani per quale motivo ha cambiato drasticamente la Sua visione in tema vaccini. In un solo anno.
Per rinfrescarLe la memoria, Le riporto le Sue parole, a giugno 2017…

«E’ da irresponsabili pensare di tutelare la sanità pubblica, calando dall’alto un provvedimento che prevede coercizione, multe fino a 7.500 euro e addirittura l’intervento del Tribunale dei minori. La Lorenzin, così facendo, ha dimostrato una volta per tutte la sua totale inadeguatezza a rivestire il ruolo di Ministro della Salute. Fermeremo questo decreto in Parlamento»

Ancora presente nel suo sito (http://www.giuliagrillo.it/fermeremo-decreto-lorenzin/) un articolo datato 16 giugno 2017, dal titolo: «Vaccini, fermeremo il decreto Lorenzin».
Alla fine del pezzo c’è un video nel quale Lei dice le testuali parole:

«Il mercato dei vaccini è un mercato molto grosso a livello mondiale.
E’ un mercato che ha portato ad un fatturato di 23 miliardi di euro nel 2014, stimato nel 2020, a 35 miliardi. Questi sono dati dell’Anti-Trust.
Esiste - secondo le parole sempre dell’Anti-Trust - un oligopolio perché ci sono 4 grandi multinazionali chimiche che effettuano strategie commerciali globali che sono: Merck, Sanofi, Glaxo e Pfizer.
Quindi l’Anti-Trust dedica 100 pagine per spiegare quanto sia complesso il sistema di negoziazione del prezzo di vendita dei vaccini, e quanto sia complesso per gli acquirenti, che in questo caso sono le Aziende sanitarie e le Regioni (perché non si sta facendo una procedura nazionalizzata per l’acquisto di vaccini e questo dobbiamo dirlo).§
Per questo abbiamo chiesto proprio all’Aifa quali fossero i singoli prezzi di negoziazione, prezzi ExFactory si dice, dei vaccini e se in qualche modo fosse intervenuta per ridurre questi prezzi visto che saranno necessarie una grande quantità di vaccini.
Sull’aspetto economico mi soffermo perché noi eravamo convinti che il ministro della salute avrebbe trovato delle coperture economiche per questo decreto. Chiaramente si passa da una condizione in cui sono previsti 4 vaccini obbligatori, ad una introduzione obbligatoria fino a 12 vaccini. (..)
Dico questo perché il decreto sui vaccini, così come è stato presentato, a nostro avviso, non avrà assolutamente la copertura sufficiente per introdurre l’obbligatorietà, ma quello che fa sommessamente un riso amaro, per non trovare le coperture, il decreto introduce l’obbligatorietà della varicella a partire dai nati del 2017, la cui prima dose deve essere fatta al secondo di vita, cioè nel 2018, quindi quando si farà la nuova legge di bilancio e si dovranno trovare le coperture per la varicella.
Questo lo dico perché NON si può ammettere di fare un decreto in questa maniera, in cui è evidente la deficitarietà, diciamo anche la scarsa qualità dei contenuti indicati, soprattutto da un punto di vista economico e commerciale, ignorando 100 pagine dell’Anti-Trust, che aveva messo in evidenza tutte le difficoltà del mercato locale di affrontare con adeguati mezzi, l’acquisto da parte di venditori così grossi come le multinazionali, che agiscono a livello mondiale»

Dopo poco meno di un mese, a luglio 2017, in una diretta dal Parlamento ha detto:

«Abbiamo finito ora in Commissione, in questo fatidico giorno di discussione sul Decreto vaccini. Stiamo facendo questa diretta giusto per spiegare, anche perché molti di voi ce lo stanno chiedendo, cosa succederà. 
Noi siamo abbastanza incavolati, perché abbiamo presentato tutta una serie di emendamenti per migliorare il decreto, che come avete capito tutti è assolutamente inutile, oltre ad essere medievale.
Inutile perché non interviene su quella che è eventualmente l’unica emergenza, cioè il morbillo, per altro su una popolazione di età compresa tra i 15 e i 39 anni, età che rappresenta il 56% dei “contagiati” oggi. Quindi un decreto sbagliato.
Abbiamo fatto tantissime domande e non abbiamo avuto alcuna risposta.
Ma la cosa gravissima è stata quando il relatore, nel parlare sui pareri degli emendamenti, ha detto con nonchalance (per quanto secondo lui alcuni emendamenti avrebbero meritato un parere favorevole), non può dare il parere favorevole perché significherebbe cambiare il decreto, e per problemi di temporalità, ha dato tutti pareri contrari. Per cui il decreto non verrà modificato, nonostante scadesse in agosto».

In conclusione riporto solo alcune delle SUE frasi sul decreto/legge vaccini.

«E’ da irresponsabili pensare di tutelare la sanità pubblica, calando dall’alto un provvedimento che prevede coercizione».
«Fermeremo questo decreto in Parlamento»
«Il decreto sui vaccini, così come è stato presentato, a nostro avviso, non avrà assolutamente la copertura sufficiente per introdurre l’obbligatorietà»
«NON si può ammettere di fare un decreto in questa maniera, in cui è evidente la deficitarietà, diciamo anche la scarsa qualità dei contenuti»
«Il decreto, che come avete capito tutti, è assolutamente inutile, oltre ad essere medievale».
«Un decreto sbagliato».

Posizione decisa e chiara la Sua, da onorevole; da Ministro le cose sono state un po’ “edulcorate”.
Confrontando la posizione che aveva a giugno/luglio del 2017 con quella di luglio 2018, sorgono alcune inquietanti domande, in vista del fatto che Lei è stata anche un membro dell’ultima Commissione Parlamentare sull’Uranio impoverito e vaccini ai militari, le cui conclusioni, che Lei conosce perfettamente, sono estremamente preoccupanti e non lasciano spazio a dubbi.
Arriviamo infine alla sua memorabile dichiarazione: «vaccini, obbligo flessibile».
Siamo in presenza di un ossimoro: può un «obbligo» (che rappresenta un vincolo giuridico, una imposizione) essere anche «flessibile» (che significa capacità di adattarsi)? Si può flessibilmente obbligare i genitori a vaccinare i propri figli?

Alla luce di quanto detto, Le chiedo: potrebbe spiegare la motivazione del Suo drastico e repentino cambiamento nei confronti delle vaccinazioni di massa?
«Un decreto sbagliato, inutile, medievale che va fermato»: perfetto, gli strumenti legislativi ci sono e avete pure la maggioranza in Parlamento: come mai non lo avete cestinato?
Ha per caso ricevuto pressioni o minacce? E’ stata avvicinata da qualcuno di potente che Le ha “consigliato” di mantenere la linea politica vaccinale precedente? Magari fino al 2020 quando decadrà la direzione delle Linee guida mondiali in ambito vaccinale?
Oppure è l’aria “condizionata” che si respira al Ministero della salute, che proprio bene non fa alla salute di chi ci lavora?
Rimaniamo in attesa di Sue spiegazioni

In fede
Marcello Pamio

 

Marcello Pamio

Alla follia, si sa, non c’è mai limite, e stando alla notizia riportata dal britannico «The Guardian», riprendendo le notizie diffuse da media olandesi, sembra proprio che sia vero.
Novantatré donne nei mesi scorsi hanno partecipato volontariamente ad un trial clinico che contemplava l’utilizzo del Viagra in gravidanza. Scopo: favorire lo sviluppo dei bimbi che avevano in grembo! 
Questa sperimentazione da psicolabili - condotta in 10 ospedali dei Paesi Bassi - è stata interrotta in seguito agli esiti agghiaccianti: 17 bambini hanno sviluppato seri problemi polmonari, 11 neonati sono morti per il farmaco, e altri 8 morti per condizioni - dicono - non correlate alla droga.
Risultato finale: 18 neonati deceduti e 17 con problemi respiratori.
Al momento vi sono ancora tra le 10 e le 15 mamme che stanno aspettando con ansia e preoccupazione di sapere se il loro figlio sia stato colpito dal farmaco o meno.

Il Viagra è una droga estremamente pericolosa che dilata i vasi sanguigni, e per questo viene prescritto per la disfunzione erettile negli uomini.
Si è giunti a questo abominio, dopo che la sperimentazione sui ratti aveva incoraggiato l’uso del farmaco nell’uomo, anche in gravidanza. Il migliore afflusso di sangue attraverso la placenta avrebbe promosso una crescita migliore del bambino. Non è andata proprio così.
Siamo di fronte all’ennesima tragedia che dimostra in maniera inoppugnabile che la sperimentazione animale, non solo è folle e disdicevole dal lato morale, ma soprattutto è ascientifica.
L’esperimento contemplava anche un gruppo di controllo formato da 90 donne, che invece del Viagra hanno assunto il placebo. Ai loro figli è andata decisamente meglio: 3 hanno sviluppato problemi polmonari, ma nessuno è morto. Altri 9 invece non ce l’hanno fatta per problemi non collegati - dicono sempre gli esperi - al farmaco.
In un’intervista al quotidiano olandese «De Volkskrant», il capo della ricerca, il dottor Wessel Ganzevoort, un ginecologo, ha dichiarato: «Volevamo dimostrare che questo è un modo efficace per promuovere la crescita del bambino. Ma è successo il contrario. Sono scioccato».

Tutto il mondo accademico dovrebbe essere scioccato.
Tutta le ricerca scientifica, basata universalmente sulla sofferenza animale, dovrebbe essere scioccata.
Ma come sempre, dopo la tristezza iniziale, quando le decine di bare bianche saranno ricoperte di terra e fiori, tutto tornerà nell’ordine delle cose.
Si sperimenterà prima sulle cavie animali, poi sulle cavie umane...

Marcello Pamio

La «Finestra di Overton» («The Overton Window») è una vera e propria tecnologia di persuasione delle masse. Stiamo parlando di «ingegneria sociale»: un modello di rappresentazione delle possibilità di cambiamenti nell’opinione pubblica.
Il nucleo è il seguente: qualsiasi idea, anche la più incredibile e inaccettabile, per potersi sviluppare nella società ha una cosiddetta «finestra di opportunità». Da qui il nome Finestra di Overton.
In tale finestra (window), una idea può essere invisa, attaccata, derisa, discussa, per poi lentamente e paradossalmente andare a modificare la legge in suo favore.

Avviene qualcosa di incredibile all’interno di questa «finestra di opportunità», perché l’idea iniziale passa dallo stadio di «impensabile» a quello di un pubblico dibattito, per poi finire all’accettazione totale da parte della massa, divenendo «normalità».
La cosa più inquietante di tutto questo è che le «idee» nascono sempre da uno sparuto gruppo e a vantaggio solo di pochi, con danni per tutti gli altri…
Attenzione, non stiamo parlando del classico lavaggio del cervello, perché qui abbiamo a che fare con una tecnica molto più sottile e soprattutto efficace. Lo scopo è portare il dibattito fino al cuore della società - attraverso i compiacenti media - per modificare la percezione del suddito, affinché questo se ne appropri e la faccia diventare sua.

Sembra impossibile? Spesso addirittura è sufficiente che un personaggio noto al pubblico, o un politico, promuova una «idea», anche in modo caricaturale e/o estremo, per far sì che il resto del pubblico o della classe politica inizi col dibattito.
Il risultato non importa, l’idea è nata, il virus è stato inoculato e la «tecnologia» ha iniziato a lavorare...
«Non importa che se ne parli bene o male, l’importante è che se ne parli», con questo aforisma, il grande Oscar Wild dimostra di avere capito il meccanismo quasi un secolo prima di Joseph Overton…

Chi era Joseph Overton
Possiamo dire che Overton non è stato un personaggio importantissimo e noto, anzi, ma quello che ha studiato e scoperto è estremamente interessante per tutti.
Joseph P. Overton (1960-2003) è stato un sociologo e attivista statunitense, già senior Vice-President del «Mackinac Center for Public Policy», un think tank conservatore che si occupa di politiche liberiste.
Morì molto giovane a seguito delle ferite riportate dallo schianto dell’ultraleggero su cui volava. Un incidente strano visto che le cause non furono immediatamente chiare.
Per cui la sua «finestra» è postuma.

Overton semplicemente voleva studiare gli effetti sulla popolazione dei «serbatoi di pensiero», i cosiddetti «think tank», e delle centrali di influenza del processo politico.
Da questa ricerca concepì che una qualsiasi idea ricade in un intervallo di possibilità che la rende più o meno accettata dalla società. Tutti gli uomini importanti, quelli che contano (politici, economisti, banchieri, pubblicitari, ecc.) si attengono alle idee che la sua Finestra ritiene accettabili.

I sei stadi secondo i quali ogni idea evolve, sono i seguenti:

  • «Unthinkable» («impensabile», «inconcepibile» cioè inaccettabile, vietato);
  • «Radical» («radicale», ancora vietato ma con delle eccezioni);
  • «Acceptable» («accettabile», l’opinione pubblica sta cambiando);
  • «Sensible» («sensata», cioè razionale);
  • «Popular» («popolare», «diffusa», socialmente accettabile dalla società);
  • «Policy» («legalizzata», l’idea diviene parte concreta della politica).

Grazie a questa «ingegneria sociale», con gradualità qualsivoglia tabù può essere infranto e reso accettabile dalla società. E’ solo questione di tempo e di propaganda...

Viene sempre citato l’esempio della rana bollita perché è perfetto.
Se una rana viva viene gettata in una pentola con l’acqua bollente, questa salta fuori immediatamente, ma se il povero animale viene messo nell’acqua fredda e lentamente si fa aumentare la temperatura, molto gradualmente, questa resta immobile fino alla lessatura.
Nelle politiche sociali è importantissimo avanzare per gradi e molto lentamente, a parte qualche caso in cui serve invece la tecnica militare chiamata «shock and awe», del «colpisci e terrorizza», ma questa è un’altra storia.

 

La parola «omosessuale», per esempio, è stata introdotta nella fase in cui l’idea da «impensabile» e «radicale», doveva divenire «accettabile» e «sensata».
Agli inizi degli anni Settanta in America i convegni dell’APA, (l’American Psichiatric Association, la casta degli psichiatri) venivano costantemente occupati dagli attivisti dell’associazione LGBT e il risultato fu la cancellazione dell’omofilia dalla lista delle malattie sessuali del DSM, il Manuale Diagnostico-Statistico dei disordini mentali (1973).
Oggi è normalissimo parlare di omosessualità, ma cinquant’anni fa non era assolutamente così!
Traguardi indiscutibili dell’emancipazione, del rispetto e delle libertà, o manipolazione delle coscienze?

Moltissime idee contemporanee erano assolutamente inconcepibili solo qualche decina di anni fa, ma poi sono diventate accettabili per la legge e per la società.
Siamo veramente sicuri che tali «riforme» societarie, siano state ispirate dal bene comune e per gli interessi del gregge? O piuttosto per altri motivi, magari meno etici?
Oggi le «finestre» sono state aperte su moltissimi concetti e idee: gender, microchip sottocutaneo, eliminazione della moneta contante, uteri in affitto, vaccini obbligatori, geoingegneria atmosferica (scie chimiche), immigrazioni di massa, eutanasia, pedofilia, incesto, ecc.

La cornice della finestra
I media con i dibattiti giocano un ruolo decisivo.
TED sta per «Technology Entertainment Design» e ormai è un marchio di conferenze statunitensi gestite dall’organizzazione privata non-profit «The Sapling Foundation». TED è nato nel febbraio 1984 come evento singolo, poi nel tempo si è trasformato in una conferenza annuale tenuta a Monterey in California, e ogni due anni in altre città del mondo.
Con la scusa della mission: «ideas worth spreading», cioè «idee degne di essere diffuse» vengono invitati personaggi illustrissimi che ovviamente fanno molto comodo al Sistema e al paradigma….

Ricordiamo l’intervento di Bill Gates nel febbraio del 2010 sul tema molto caro ai neo-eugenetisti: il «riscaldamento globale». La colpa dell’innalzamento del livello di anidride carbonica e quindi del Global Warming è, come da copione, del cancro-uomo e delle sue attività.
Una diagnosi corretta ha già in sé anche la terapia. La soluzione per il patron della Microsoft è la riduzione della popolazione mondiale. Come? Vaccinazioni di massa e “servizi sanitari orientati alla riproduzione”, che tradotto farebbe più o meno “controllo delle nascite e aborti”.
Ecco le sue precise parole: «prima di tutto, abbiamo la popolazione. Il mondo oggi ospita 6,8 miliardi di abitanti, e tale cifra sta crescendo speditamente verso i 9 miliardi. Ora, se davvero facessimo uno splendido lavoro in relazione a nuovi vaccini, sanità e servizi sanitari orientati alla riproduzione (aborti), noi potremo probabilmente ridurre quest’ultimo numero di una percentuale valutabile intorno al 15%»

Saltiamo in Germania all’University of Wurzburg, il 5 maggio 2018 durante l’edizione europea di TED. Questa volta il tema trattato era «Future Societys» e la relatrice Mirjam Heine.
Questa studentessa di medicina ha tenuto un monologo di circa 13 minuti davanti ad una vasta platea di persone applaudenti, in cui parlava in termini positivi della pedofilia, intesa come «normale orientamento sessuale».
«Pedophilia is an unchangeable sexual orientation. Anyone could be born that way», la pedofilia è un orientamento sessuale immutabile, e “chiunque” potrebbe nascere così!
Non una gravissima e inaccettabile deviazione patologica, ma un banalissimo orientamento sessuale.

La Finestra di Overton si è spalancata sulla pedofilia, ed ecco il meccanismo...
Dalla fase uno («impensabile», «inaccettabile»), ci troviamo nella fase due «radicale» («vietato ma con delle eccezioni»), per cui si inizia a parlarne.
La seconda fase continua con il dibattimento in piccoli convegni (TED è solo l’inizio) dove stimati scienziati faranno delle dichiarazioni sotto forma di discussioni «scientifiche».
Contemporaneamente e/o precedentemente, in sintonia con il dibattito pseudoscientifico, si costituiscono associazioni di pedofili, le cui dichiarazioni vengono - non a caso - amplificate dai media.
Associazioni e partiti propedofilia sono nati da tempo. La Nambla per esempio (North American Man-Boy Love Association) è l’associazione di pedofili americani che ha chiesto perfino l’abolizione dei limiti di età per i rapporti sessuali. In Olanda è sorto NVD, il partito di pedofili (poi scioltosi) il cui motto era: «Amore per il prossimo, Libertà e Diversità».
Sempre nel paese dei tulipani vi è pure la Fondazione «Stitching Martijn» che promuove la pedofilia.
L’argomento quindi cessa di essere un tabù e s’introduce nello spazio d’informazione.
Questo scatenerà fortissimi e aspri dibattiti mediatici: ci saranno esperti a favore (all’inizio pochissimi) e contrari (molti). Anche la popolazione si dividerà, per poi alla fine passare alla fase tre: l’«accettazione».
Attenzione perché il meccanismo è stato messo in moto...

 

 

 

L’«Aspen Institute for Umanistic Studies» venne fondato nel 1949 ad Aspen nel Colorado da Robert Maynard Hutchins, Gran Commendatore dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, una branca della Side Masonry, l’alta massoneria Britannica. Presidente dell’Università Rockefeller di Chicago fra il 1929 e il 1950, creatore assieme a Giovanni A. Borghese nell’immediato dopoguerra del Movimento per il Governo mondiale, direttore della programmazione della Fondazione Ford all’inizio degli anni 50, Hutchins era in rapporto con Aldous Huxley per lo studio delle droghe; venne coinvolto negli anni Sessanta, ormai in pensione in un traffico di droga. 
Al momento della fondazione, Hutchins era fiancheggiato da numerosi fabiani (membri della Fabian Society) del CFR (Council on Foreign Relations, Consiglio per le Relazioni Estere, il vero governo ombra americano) e del RIIA britannico (Royal Institute of International Affairs, l’omologo britannico del CFR) i quali, dietro il paravento degli “studi umanistici”, puntavano in realtà a cooptare personaggi del mondo economico e industriale per orientarli verso analisi e prospettive “globali”, leggi mondialiste in senso tecnocratico, e inserirli quindi nei quadri di governo dei rispettivi paesi.

Negli Stati Uniti l’Aspen Institute ha sedi ad Aspen e a Washington, mente in Europa dispone di una rete, costituita in successione, di centri di attività fra loro collegati coordinati. Così nel 1974 venne fondata la sede di Berlino, seguito da quella di Roma nel 1985, con un ufficio a Milano (successivamente anche a Roma); nel 1994 fu la volta di Lione, e per rimanere in Europa, quella di Bucarest nel 2006. Tokyo ebbe la sua sede nel 1998 e Nuova Delhi nel 2004.

Alla guida dell’Aspen Institute è stato lungo Robert O. Anderson, ex segretario del tesoro americano, uno dei direttori del CFR, membro del Bilderberg e della Commissione Trilaterale, giornalista dell’Observer (della famiglia degli Astor) e dirigente della multinazionale petrolifera Atlantic Richfield Corporation (ARCO) dei Rockefeller.
Nel 1974 la Fondazione di Anderson ha finanziato i movimenti ecologisti per imporre le energie cosiddette “alternative” all’energia nucleare, muovendosi di concerto con l’Aspen Institute, che godeva degli stessi finanziamenti dell’Atlantic Richfield.

Secondo quanto espresso nel corso di un convegno tenuto a Venezia il 5 settembre 1986, dall’allora presidente della sezione italiana, l’israelita Gianni De Michelis - presente anche ai simposi di Davos dello World Economic Forum - il fine dell’Aspen è quello di mettere attorno a uno stesso tavolo i protagonisti di maggior rilievo del mondo politico, economico, finanziario per formulare suggerimenti e proposte…
Trattasi di intenzioni assai prossime a quelle del Bilderberg, ma in un rapporto di subordinazione rispetto a quest'ultimo e con valenze spiccatamente culturali, di formazione di quadri per l’establishment, e anche economiche, monetarie e commerciale.

L’Istituto Aspen organizza nelle varie nazioni uno o due seminari all’anno, secondo le necessità, per fare il punto sulla situazione economica, commerciale e finanziaria, il rapporto a quella politica del momento, con la partecipazione di personalità e quadri dei governi europei, americani e giapponesi.
Annotiamo che l’Aspen Italia è stato guidato fino ai primi di febbraio 1995 dall’allora capo del Governo Giuliano Amato. Gli successe Carlo Scognamiglio, ministro della Difesa, mentre Romano Prodi, leader del centro sinistra, il 2 febbraio dello stesso anno veniva nominato “vice presidente vicario”.
Alle sedute dell’Istituto Aspen Italia, mescolate personaggi di spicco del mondo politico ed economico italiano come Giorgio Napolitano, Giulio Tremonti, Enrico Letta, Mario Draghi, Carlo Azeglio Ciampi, Francesco Cossiga, si ritrovano, sempre in omaggio al principio osmotico che vige nelle società di stampo massonico, personaggi appartenenti a circoli superiori come John Chipman, direttore dell’IISS, Lord Dahrendford (RIIA, Fondazione Ford, Bilderberg), Samuel Huntington (CFR), Renato Ruggiero (ex presidente WTO, Bilderberg, Trilaterale) o Peter Tarnoff, Presidente CFR dal 1986 al 1993.

Aspen Institute Italia oggi
L’attualmente Comitato Esecutivo di Aspen Italia è composto dai membri di diritto e da 30 componenti nominati tra i Consiglieri dal Consiglio Generale.
Molti nomi sono assai noti…

Luigi Abete, Giuliano Amato, Lucia Annunziata, Sergio Berlinguer, Alberto Bombassei, Domenico Cacopardo, Sabino Cassese, Giuseppe Cattaneo, Gerhard Dambach, Marta Dassù, Gianni De Michelis, Jean-Paul Fitoussi, Marco Fortis, Franco Frattini, Gabriele Galateri di Genola, Richard Gardner, Donato Iacovone, Gianni Letta, Emma Marcegaglia, Giampiero Massolo, Paolo Mieli, Mario Monti, Mario Moretti Polegato, Lorenzo Ornaghi, Riccardo Perissich, Angelo Maria Petroni, Romano Prodi, Francesco Profumo, Alberto Quadrio Curzio, Dario Rinero, Gianfelice Rocca, Cesare Romiti, Paolo Savona, Carlo Scognamiglio, Nicoletta Spagnoli, Lucio Stanca, Giulio Tremonti, Marco Tronchetti Provera, Beatrice Trussardi, Giuliano Urbani, Flavio Valeri, Elena Zambon.

L’attuale Presidente è Giulio Tremonti, i Vice Presidenti Alberto Bombassei, Gianfelice Rocca, Paolo Savona (Vicario), Lucio Stanca (Tesoriere), Elena Zambon.
I Presidenti Onorari sono: Giuliano Amato, Gianni De Michelis, Cesare Romiti, Carlo Scognamiglio. Il Consigliere del Presidente: Giuseppe Cattaneo.
Infine «Aspenia», il trimestrale di Affari Internazionali di Aspen Institute (stampato da «Il Sole 24 Ore») è diretta da Marta Dassù, mentre il Direttore Responsabile è la giornalista (con doppio passaporto…) Lucia Annunziata.

Anche se in origine la sede storica era a Milano, per ovvi motivi di prestigio e per essere più vicini alla politica, oggi si trova a Roma, presso il Palazzo Lancellotti a Piazza Navona. Un palazzo storico che appartiene all'omonima famiglia dell'aristocrazia papalina...

Conclusioni
Alla fine l’Aspen Institute è un think tank nato all'insegna dei Rockefeller: un club elitario che si occupa di rappresentare le istanze dei gruppi mondialisti.
Grazie a enormi finanziamenti privati è in grado di influenzare i governi nazionali, infiltrando la sua attività di lobbying in tutti i settori strategici (economia, finanzia, cultura, politica, ecc.).
Lo statuto lo dice chiaramente: fare «promozione delle leadership», e incoraggiare le «leadership illuminate»…
Illuminate da che tipo di luce?

Soci Aspen
Ecco l’elenco dei «soci sostenitori», cioè le società che economicamente finanziano e sostengono Aspen Italia.
All’appello non manca nessuno: tantissime le banche, le multinazionali del farmaco, i colossi del petrolio e delle telecomunicazioni…

A2A, ABB, ABI ‐ Associazione Bancaria Italiana, Accenture, Acea, Aeroporti di Roma, Arriva Italia, Assicurazioni Generali, Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza, A.T. Kearney, Atlantia, Autoclavi Fedegari, Banca CR Firenze, Banca Generali, Banca Nazionale del Lavoro, Banca Popolare di Bari, Banca Sella, Banca Sistema, Banco di Desio e della Brianza, Banor, Barclays Bank Italia, BCube, Bluefin Invest, BMW Group Italia, Brembo, British American Tobacco Italia, Candy Group, Cassa Depositi e Prestiti, Cesi, Citigroup, Compagnia di San Paolo, Conad, Confagricoltura, Confederazione Nazionale Coldiretti, Confindustria, Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, Credit Suisse, Deutsche Bank, Dompé Farmaceutici, Duferco Italia Holding, Edison, ENAV, ENEL, Eni, ePRICE, Ernst & Young Financial, Business Advisors, Falck Renewables, Farmindustria ‐ Associazione delle Imprese del Farmaco, Ferfina Holding ‐ Società Italiana per Condotte d’Acqua, Ferrovie dello Stato, Fideuram ‐ Intesa Sanpaolo private Banking, Fincantieri, FNM, Fondazione Cariplo, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione Enpam, Fondazione Fiera di Milano, Fondazione Sicilia, Galeries Lafayette, Geox, Getra, Gilead Sciences, Google, Grimaldi Compagnia di Navigazione, Gruppo Banco BPM, Gruppo Marcegaglia, Hewlett‐Packard Italiana, HSBC Bank, IBM Italia, Intesa Sanpaolo, INVITALIA ‐ Agenzia Nazionale per l’Attrazione degli Investimenti e lo Sviluppo d’Impresa, Inwit, Iren, Isagro, Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani, Kedrion, Leonardo‐Finmeccanica, Leonis Group, Luisa Spagnoli, Manpower Group Italia, Merloni Holding, Metropolitana Milanese, Microsoft Italia, Morgan Stanley, MSD, Nexi, Nexi Payments, Nielsen Italia, Oliver Wyman, Petrone Group, Philip Morris Italia, PB Tankers, Pirelli & C., Poltrona Frau, Poste Italiane, Procter & Gamble, RAI, Redaelli Tecna, Robert Bosch, Roland Berger Strategy, Consultants Italia, Rolls‐Royce International, SACE, Saipem, SAVE, SEA, Shell Italia, Siemens, Silversea Cruises, Simest, Sisal Group, Sky Italia, Snam, Sofinter, Sol, Techint, Telecom Italia, Terna, Trevi Finanziaria Industriale, UBIBanca, UniCredit, Unilever Italia, Unipol Gruppo Finanziario, Vodafone Italia, Wind Telecomunicazioni, Zambon Group.

 

Per maggiori informazioni «Massoneria e sette segrete: la faccia occulta della storia»


Marcello Pamio

Ci eravamo lasciati con l’affaire ossitocina.
Ora il discorso si complica un po’ per via delle recentissime dichiarazioni del dottor Gilberto Corbellini.
Lo storico della medicina, bioeticista, CNR e Sapienza di Roma si lancia in accuse pesanti contro il quotidiano «La Verità», reo di aver citato le sue parole in merito alla ricerca eseguita all’università di Bonn nel 2017, in cui si dimostrava che somministrando dosi di ossitocina combinate con una sorta di «condizionamento sociale», si può fare in modo che le persone diventino più favorevoli all’integrazione dei migranti. Tradotto: se assieme alla droga, le persone subiscono una influenza dei pari, sono più propense ad accettare l’invasione di migranti!

Non parco di tutto questo, qualche giorno fa in diretta radio, il Corbellini rincara la dose dicendo pubblicamente che David William Donald Cameron, già primo ministro britannico, avrebbe consigliato di mettere l’ossitocina nelle conduttore dell’acqua potabile della periferia di Londra con lo scopo di calmare i bollenti spiriti dei riottosi.
Fin qui nulla di nuovo all’orizzonte per l’Impero britannico di Sua Maestà, anche perché a metà degli anni Ottanta, Margaret Thatcher fece di meglio: triplicò la fluorizzazione dell’acqua nell’Irlanda del Nord non certo con l’intento di preservare la salute dentale dei bambini!
Non a caso in commercio moltissimi farmaci sedativi, che agiscono sul cervello e sulla psiche, sono alogenati, cioè contengono fluoruri...

Articolo di Wired
L’origine di tutto questo cancan è un articolo a firma del ricercatore, pubblicato il 18 luglio 2018 dalla rivista Wired.
Corbellini esordisce così: «l’Italia è uno dei paesi più xenofobi d’Europa: il 70% ha paura degli immigrati e tra le 10 città europee più razziste 4 sono italiane (Torino, Bologna, Roma e Napoli)».
Noi «viviamo in paese profondamente egoista e xenofobo». Un paese in cui Matteo Salvini «è bravo ad intercettare sentimenti largamente diffusi. E’ geniale lo slogan ‘prima di gli italiani’, che risuona nel cervello tribale di ognuno di noi come ‘la sopravvivenza del mio gruppo è minacciata da estranei e dobbiamo proteggere le nostre donne, i nostri figli, il nostro lavoro, le nostre case, etc.’».

La chicca dello sconosciuto personaggio - pagato dai sudditi italiani - arriva quando azzarda a spiegare che gli italiani sono razzisti perché probabilmente «siamo sempre più un Paese di anziani, e anche l’80% della popolazione è funzionalmente analfabeta».
Quindi di domanda «si devono temere derive illiberali? Ovviamente «» è la risposta.
Gli italiani sarebbero xenofobi perché vecchi decrepiti in piena senescenza e funzionalmente analfabeti.
In un siffatto brodo culturale, sguazzerebbe Matteo Salvini, bravissimo a intercettare il consenso di questa massa informe di mentecatti.

Demenza a parte, mi viene in mente lo studio di un gruppo di ricercatori della Ben-Gurion University of the Negev di Israele e della University of Amsterdam, i quali avrebbero scoperto che l’ossitocina potrebbe rendere le persone bugiarde.
Avete letto bene, gli scienziati hanno scoperto che l’ormone dell’amore, rende in alcuni casi più propensi a mentire in un gioco, se la bugia può portare benefici alla propria squadra.
I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista «Proceedings of the National Academy of Sciences».
«Per proteggere e favorire il benessere degli altri, gli esseri umani possono piegare la verità e possono comportarsi in modo non eticamente corretto», hanno detto gli studiosi, secondo i quali la promozione dell’affiliazione e della cooperazione con gli altri potrebbe spiegare il ruolo dell’ossitocina nella tendenza a mentire...
Forse il Corbellini di turno non ci ha detto tutta la verità, come per esempio che ha iniziato a prendere l’ormone…

Marcello Pamio

Con Nobiltà Nera s’intendono le famiglie delle oligarchie di Venezia e Genova che avevano dei diritti di commercio molto privilegiati nel XII secolo.
Grazie alla prima delle tre Crociate dal 1063 a 1123, si instaurò formalmente la Nobiltà Nera che rafforzò il potere della ricchissima classe dirigente. Per essere precisi, l’aristocrazia (della Nobiltà Nera) prese il comando assoluto su Venezia nel 1171 quando la nomina del doge fu trasferita a quello che fu conosciuto come il Gran Consiglio.
Questo Consiglio, comprendendo i membri dell’aristocrazia commerciale, fu per loro l’assoluto trionfo. Da allora infatti la meravigliosa città sul mare restò saldamente nelle loro mani.
La loro influenza però si estese ben aldilà dei confini di spazio e di tempo, arrivando fino ai giorni nostri.

Nel 1204 l’oligarchia distribuì delle enclave feudali ai suoi membri e iniziò così la crescita del loro potere e della pressione…
Il nome Nobiltà Nera deriva dal comportamento della fratellanza: quando la popolazione iniziò a ribellarsi contro i monopoli, i leader della sommossa furono catturati e impiccati brutalmente. Hanno da sempre adoperato l’assassinio, l’omicidio, il sequestro e lo stupro, mandando in rovina cittadini e imprese ostili.
Quali sono le famiglie?

La casa di Guelfo Inghilterra
La casa di Wettin Belgio
La casa di Bernadotte Svezia
La casa del Liechtenstein Liechtenstein
La casa di Oldenburg Danimarca
La casa di Hohenzollern Germania
La casa di Hannover Germania 
La casa di Borbone Francia
La casa di Orange Olanda

La casa di Grimaldi Monaco 
La casa di Wittelsbach Germania
La casa di Braganza Portogallo
La casa di Nassau Lussemburgo
La casa di Asburgo Austria
La casa di Savoia Italia
La casa di Karadjordjevic Jugoslavia
La casa di Wartettenberg Germania
La casa di Zogu Albania

Stranamente nell’elenco non figurano i Windsor, come mai?
Tutte le famiglie sono imparentate con la casa di Guelfo, una delle famiglie originarie della Nobiltà Nera veneziana, da cui discende, guarda caso, la casata dei Windsor e quindi la Regina d’Inghilterra Elisabetta II.
Non solo, ma i Guelfi si sono talmente intrecciati con l’aristocrazia tedesca attraverso la casa di Hannover, che ci vorrebbero interi libri per citare tutti i legami e gli intrecci familiari/genetici.
Possiamo concludere che quasi tutte le case reali europee discendono da quella di Hannover e di conseguenza da quella dei Guelfi.
Per fare un solo esempio, il Re inglese hannoveriano Giorgio I, venne dal ducato di Luneberg, una parte della Germania settentrionale che fu governata dalla famiglia dei Guelfi fin dal XII secolo.

Cosa controllano oggi?
Oggi i discendenti dei Guelfi mantengono saldamente il potere controllando il mercato delle materie prime: fondamentale per tutti. Addirittura per anni hanno fissato anche il prezzo mondiale dell’oro (fixing).
La casa di Windsor controlla il prezzo del rame, zinco, piombo, stagno e non è un caso che la principale Borsa Merci si trovi proprio a Londra.
Un’altra importante famiglia che fa parte della Nobiltà Nera d’Inghilterra è Grosvenor.
Per secoli questa famiglia visse, come la maggior parte delle famiglie reali europee, con i canoni delle terre cedute in proprietà di superficie. Oggi possiede almeno 300 acri, oltre un milione e duecento mila metri quadrati, nel pieno centro di Londra. Le proprietà non sono mai state vendute, ma date in affitto con il classico contratto medievale di locazione di 39 anni. 


Il Grosvenor Square dove si trova l’ambasciata americana appartiene alla famiglia dei Grosvenor, come pure Eaton Square, dove gli appartamenti sono affittati a 25.000 sterline al mese.
Queste cifre danno un’idea del patrimonio immenso che le famiglie Nere raccolgono dai canoni d’affitto, e spiegano perché i Windsor per esempio non sono interessati al progresso industriale.
E’ un caso che dietro alla maggior parte, se non a tutti i movimenti ambientalisti del mondo ci sono loro? L’intento è sempre quello che mira a ridurre la popolazione mondiale.

L’esempio ideale è il WWF.
Nel 1948 in Inghilterra il biologo Julian Huxley istituì l’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura e delle Risorse Naturali), un gruppo collegato con il Foreign Office inglese. L’11 settembre del 1961 (data molto simbolica), Huxley assieme al principe Bernardo d’Olanda (il nazista cofondatore del Gruppo Bilderberg) e al principe Filippo di Edimburgo fondarono ufficialmente il WWF, con il solo scopo di raccogliere fondi per l’IUCN…
E’ risaputo che i principi inglesi Carlo e Filippo sono i simboli più in vista dei movimenti filo-malthusiani e hanno parlato pubblicamente spesso del bisogno di alleggerire il mondo dalle persone non desiderate e inadatte.

Perché parlare della nobiltà nera?
Sono i fondatori delle società segrete dei nostri tempi, da cui nascono tutte le altre che sono legate agli Illuminati: «Comitato dei 300», «Club di Roma», «CFR, «RIIA», «Bilderberg», «Nazioni Unite», «Tavola Rotonda», ecc.….
Tutti o quasi hanno origine dal «Comitato dei Trecento» e quindi dalle famiglie della Nobiltà Nera europea.
Il Comitato dei 300 è stato fondato dall’aristocrazia inglese nel 1727 per ridurre drasticamente il numero di quelli che vengono definiti «useless eaters» («mangiatori inutili»), riportando quindi le economie nazionali a un livello pre-industriale.
Si tratta di un prodotto del Consiglio della famosa «Compagnia britannica delle Indie orientali» «British East India Company». Una società per così dire “noleggiata” dalla famiglia reale nel 1600, che ha permesso la creazione di immensi patrimoni grazie al traffico di spezie, seta con l’oriente e oppio con la Cina. Si può definire la prima e più grande multinazionale al mondo.
Il Comitato dei 300 è guidato da sua Maestà la Regina britannica…

La City di Londra: centro finanziario globale
La Regina si sa essere il capo della famiglia reale e dell’impero coloniale britannico (con capitale Londra), governato ufficialmente da un primo ministro e un gabinetto.
Quello che pochi sanno è che esiste uno Stato indipendente in seno a Londra, esattamente come il Vaticano per Roma. Si tratta della City, conosciuta anche come «Square Mile» cioè il miglio quadrato più ricco del mondo. Occupa un’area nel cuore di Londra di circa 2,7 km quadrati, ha circa 8.000 abitanti e oltre 330.000 persone ci vanno ogni giorno per lavorare.
La City si estende dal massonico «Temple Bar» a est, fino alla Torre di Londra a ovest.
Della sua antica costruzione sono rimaste solo poche tracce, perchè gran parte dell’area andò distrutta nel grande incendio del 1666 (data questa molto interessante). 
Il Governo della City non è la monarchia, ma la CORONA, che comprende 13 membri ed è guidata dal Re della City, Lord Charles Bowman.

In pochi chilometri quadrati trovano sede le istituzioni economiche più ricche, influenti e potenti del pianeta, come per esempio la Banca d’Inghilterra (controllata dai Rothschild), i Lloyd’s di Londra, la Borsa di Londra e gli uffici di moltissime società commerciali internazionali e multinazionali.
Fleet Street è il centro della stampa e dell’editoria: da sempre simbolo del giornalismo londinese, soprannominata proprio per questo motivo «Street of ink», la strada dell’inchiostro.
Sempre nella City si trova il Blackfriars Bridge, il Ponte dei Frati Neri famoso perché nel 1982 venne trovato impiccato il banchiere Roberto Calvi, coinvolto nello scandalo del Banco Ambrosiano.
Il nome Blackfriars deriva dal copricapo nero usato dall’Ordine dei Domenicani che spostarono in questa zona di Londra la loro residenza nel 1276.
Bank è il cuore del settore finanziario e la sua piazza, considerata la più bella della City, è il punto d’incontro di 8 strade. Tra gli eleganti edifici spiccano il Royal Exchange con un portico a 8 colonne (tale numero dal punto di vista esoterico ha una valenza interessante), la Mansion House, la sontuosa residenza del Lord Mayor of the City of London; la sede della HSBC, la Borsa valori di Londra, London Stock Exchange (LSE), una delle più grandi borse valori del mondo (con 3.233 compagnie). Ovviamente la banca centrale, la Bank of England chiamata The Old Lady che si trova qui solo dal 1734.

La City NON appartiene all’Inghilterra. Non è suddita, non appartiene al monarca e neppure al governo del parlamento britannico. La City è il vero governo dell’Inghilterra, poiché sia la Regina che il Primo ministro sono subordinati al suo Re.
Quindi dietro la facciata di un primo ministro e un gabinetto, sembra che siano loro a decidere, quando in realtà sono burattini della City.
Non a caso la regina quando visita la City viene incontrata da Lord al Temple Bar, la porta simbolica della City. La regina deve chiedere il permesso per entrare nello Stato privato e Sovrano. Il re dimostra la sua approvazione porgendole la spada dello Stato. Durante le visite il Lord con la sua toga e la catena mette in secondo piano la regina e il suo entourage, che tra le altre cose, sono vincolati a indossare vestiti normali (la regina non può entrare con vestiti reali), e deve camminare due passi indietro a lui nella City, segno chiaro di sudditanza.
La fondazione della Banca d’Inghilterra fu istigata da William Paterson, agente della City sotto il controllo dell’impero dei Rothschild.
Quindi in Gran Bretagna esistono due imperi che agiscono separatamente: l’impero coloniale governato dalla famiglia reale e quello della Corona.
Le colonie di popolazione bianca sono sotto l’autorità del governo inglese, mentre tutte le altre colonie sono di proprietà privata della Corona (i cosiddetti «Crown Colonies»).

Tutti pensano che a comandare il mondo siano gli Stati Uniti d’America per via dell’esercito più potente e della sede finanziaria di Wall Street, ma non è così...
Gli yankee fungono da braccio armato del vero potere che è nel Vecchio Continente.
La City di Londra è il centro nevralgico della finanza planetaria!
La conferma sta anche nel fatto che dal punto di vista simbolico proprio da Londra (Greenwich) parte il cosiddetto «meridiano zero», il meridiano fondamentale per tutte le longitudini, e origina pure la mezzanotte, il giorno universale misurato da tutti gli orologi del mondo…
Ecco la sede del vero Potere…

Fonte:
"Le società segrete e il loro potere nel Ventesimo secolo"
"Massoneria e sette segrete: la faccia occulta della storia"


Marcello Pamio

L’ossitocina è chiamata l’ormone dell’amore.
Si tratta di una sostanza di natura proteica, formata da 9 aminoacidi, prodotta dall’ipotalamo (una ghiandola posta alla base del cervello) che va ad agire sulla mammella e sull’utero. A livello organico favorisce l’espulsione del feto, ed è proprio per questo che per uso esogeno via endovena viene utilizzata per indurre il travaglio.Durante l’allattamento, la suzione del bambino sul capezzolo ne stimola il rilascio. A differenza però di un altro ormone, la prolattina (che controlla la produzione del latte), l’ossitocina è sensibile a stimolazioni fisiche o psichiche connesse all’allattamento ed indipendenti dallo stimolo sul capezzolo. Per esempio uno spavento o un forte rumore possono bloccare la secrezione riflessa di ossitocina ed ostacolare la produzione del latte durante la poppata. Al contrario la sola vista del neonato o l’udirne il pianto favorisce l’innalzamento dei livelli sierici di ossitocina nella mamma. Da qui la definizione di ormone dell’amore! Cosa c’entra un ormone con il razzismo? Bisogna chiederlo ai ricercatori tedeschi che hanno compiuto uno studio strano e anche un po’ inquietante…

Lo studio tedesco
Lo studio ufficialmente ha avuto origine dalla difficile accettazione del popolo tedesco per l’extracomunitario, in vista delle recenti ondate migratorie che hanno interessato il paese.

«Sono stati presi 183 soggetti tedeschi caucasici e ciascuno di loro è stato fatto sedere davanti ad un computer su cui scorrevano le schede di 50 persone in difficoltà e bisognose di un aiuto economico».

Ad ognuno poi sono stati dati 50 euro con i quali si poteva scegliere di donare ai vari bisognosi: la modalità era libera, quindi si poteva dare da un euro a ciascuno fino a 50 ad una sola persona, oppure tenersi in tasca dei soldi e alcuni donarli. Massima libertà.
Le “cavie” del primo gruppo hanno donato un 30% della somma, con il 19% dato in più agli immigrati rispetto ai tedeschi poveri in canna.Nel secondo esperimento, a metà del gruppo è stata somministrato mediante spray nasale l’ormone ossitocina. I risultati sono stati molto interessanti: sono raddoppiate le donazioni a favore dei bisognosi.
Quindi in pratica l’ossitocina ha reso le persone più generose e solidali nei confronti dei meno fortunati. 

Rimaneva però un piccolo problemino tecnico: l’ossitocina funzionava solo con chi era già favorevole al tema delle migrazioni (come è stato compreso da un questionario preliminare), e quindi non agiva nelle persone contrarie all’accoglienza. Come superare questo scoglio difficile?
L’idea è stata quella di somministrare l’ossitocina ai partecipanti, con l’aggiunta però di una informazione sui soldi che in media erano stati donati dagli esperimenti precedenti. Ovviamente una bugia per scopi scientifici.
Ed ecco il colpo di scena raccontato da Nina Marsh, una delle studiose del gruppo: «a quel punto, anche le persone con atteggiamento negativo verso i migranti hanno donato ai rifugiati il 74% in più rispetto all’esperimento precedente».

I test hanno quindi riscontrato tre situazioni diverse: i tedeschi non drogati hanno un dato un risultato, quelli “drogati” con ossitocina un altro, e infine i tedeschi drogati e condizionati mentalmente un altro ancora.
In pratica l’esempio positivo, il sapere che la massa ha fatto una certa azione, spinge il suddito ideale (“drogato” di buonismo) a conformarsi diventando sempre più “buono” e malleabile…

La responsabile del Dipartimento di psichiatria dell’Università di Bonn, Rene Hurlemann ha concluso che «nelle giuste circostanze, l’ossitocina può aiutare a promuovere l’accettazione e l’integrazione degli immigrati nelle culture occidentali».
Quindi in giro per il mondo si stanno sperimentando sostanze chimiche in grado di modificare il comportamento e l’atteggiamento delle masse. Naturalmente il discorso razzismo è solo una scusante, perché gli scopi di studi simili aprono scenari inimmaginabili e inquietanti.
Dietrologia o fantascienza? Oppure grasso che cola nelle mani del Potere che, da una parte, vuole a tutti i costi fare accettare l’invasione di milioni di disperati e dall’altra poter intervenire direttamente sulle emozioni delle masse? Il tutto con il beneplacito di poveri non-pensanti, di gruppi politici come il PD, della sinistra italiana, di enti religiosi e pseudo-caritatevoli, di ricchissime ONG, di cooperative rosse e di tutti quelli che hanno enormi intrallazzi economici con il business dell’immigrazione.

A proposito di fantascienza, quanti sono i film che hanno portato sullo schermo un mondo futuro in cui la popolazione mediante droghe o altre sostanze aveva superato gli scontri, l’odio, le discriminazioni e le guerre?
Un mondo di persone tenute mansuete da dosi quotidiane di….
Ecco solo qualche esempio.

Filmografia
Non si può non partire da «The Giver: il Mondo di Jonas».
Nel mondo del giovane protagonista Jonas gli abitanti sono immemori di sé e della loro storia e vivono una realtà senza colori, senza sogni, senza emozioni, senza intenzioni grazie a iniezioni mattutine di una droga.Tutte le emozioni vengono negate con la scusa di creare un luogo di pace e torpore…
Una società pseudo-evoluta che ha saputo sconfiggere passioni e violenza (almeno in apparenza), votandosi alla conformità, al pensiero unico e soprattutto all’apatia.

Nel futuro proiettato da «Equilibrium» l’aggressività umana era diventata un tale problema da dover essere controllata dalle autorità con la somministrazione obbligatoria di calmanti e la messa fuorilegge di ogni tipo di sentimento. I sudditi di questa nazione-modello, Libria, seguono docili le istruzioni ricevute dal Padre, una sorta di dittatore teocrate, e la legge è garantita da temibili squadre di funzionari-poliziotti.

Arriviamo al meraviglioso «Fahrenheit 451» il film tratto dal romanzo di Ray Bradbury.
Sempre in un futuro non molto lontano, al fine di preservare l’armonia e la felicità della popolazione i pompieri se ne vanno in giro non a spegnere ma a bruciare tutto quello che è considerato uno strumento di cultura (libri, cd, ecc.). La storia e la conoscenza sono pericolosissime per il Sistema, e le persone dipendono dai nuovi media che pervadono la loro vita, se ne stanno infatti a casa davanti a enormi schermi, e ogni mattina prendono una droga.

Per arrivare al capolavoro editoriale del futurologo Aldous Huxley, «Il Mondo Nuovo».
Un mondo pervaso dal «Soma», una droga il cui effetto è quello di rendere la gente più docile e disponibile a obbedire alle direttive dello Regime.

Perfino nel mitico «Matrix», all’inizio della trilogia, Morpheus fa scegliere all’eletto Neo tra la pillola rossa e quella blu. Una permette il risveglio della coscienza e la visione reale del mondo, l’altra invece fa continuare tranquillamente il “sonno” nella matrix…

All’appello mancano molti di film sui generis, ma questa seppur breve carrellata dimostra che la massonica Hollywood è impegnata da molti anni a indottrinare e propagandare per creare nell’inconscio collettivo la possibilità e la visione di un futuro distopico in cui il Regime interviene nelle coscienze umane con farmaci o vaccini...
Tale ingerenza ovviamente è per il bene comune, per un mondo migliore, privo di guerre e più buono nei confronti di tutti, soprattutto degli immigrati…
Quanto manca alla realizzazione di simili visioni?

 

Marcello Pamio

Quando nel 1971 il Presidente degli Stati Uniti Richard Nixon firmò il «National Cancer Act», si diede ufficialmente inizio alla «guerra al cancro».
Una guerra violenta, combattuta a colpi di gas vescicanti e napalm in vena. Potremo dire senza sbagliare, l’unica vera guerra mondiale perché portata avanti da tutti i paesi del globo.
L’America è sempre stata la direttrice, e non a caso dopo Nixon tutti i presidenti che seguirono fecero lo stesso, e tra questi si distinse Barack Obama che arrivò a paragonare il conflitto alle «Missioni Apollo» della NASA. Infatti secondo lui, con il «Cancer Moonshot Initiative» l’America sfida il cancro: sarà come conquistare la Luna! (1)

Il paragone ci sta proprio a pennello, siccome la Luna non è mai stata realmente conquistata e calpestata se non negli studi cinematografici, il cancro, dopo quasi mezzo secolo, non solo non è stato sconfitto, ma addirittura miete sempre più vittime. «Houston qui abbiamo un problema…»
Ma non tutto il male vien per nuocere e anche nella guerra al cancro qualcosa ha funzionato perfettamente: i finanziamenti miliardari alla ricerca sono piovuti come una manna dal cielo.
Sembra un paradosso, ma quanti più soldi vengono destinati alla ricerca, e tanto più il cancro sfugge al controllo. E’ una legge economica che non fa una piega: si finanzia la ricerca per la risoluzione di un problema, ma se il problema viene risolto ovviamente non si finanza più. Logica allo stato puro.
Quindi se la ricerca (finanziata) del cancro avesse fatto qualche passo in avanti riducendo incidenza e mortalità, sarebbe cessato il fiume di miliardi in entrata. Ma se il cancro continua a crescere e mietere vittime allora i soldi si troveranno sempre…

Dal giorno della storica dichiarazione di Nixon, l’effluvio di miliardi di dollari che hanno iniziato a inondare gli istituti di ricerca, i laboratori e le case farmaceutiche non si contano nemmeno.
Il cancro è per le lobbies che producono farmaci linfa vitale, una vera e propria miniera di platino. Non esiste settore terapeutico più strategico e importante dal punto di vista economico.
Ogni anno i paesi spendono solo per farmaci anti-cancro oltre 100 miliardi di dollari, il 33% in più degli anni Novanta. (2) Nel 2015 la spesa è stata di 107 miliardi ma raggiungerà, stando alle previsioni, i 190 miliardi nel 2020. (3)
Secondo gli analisti del settore la crescita del cancro nei prossimi anni sarà inesorabile…

Morti per cancro
Secondo l’IHME, l’«Institute for Health Metrics and Evaluation» nel 1990 a livello mondiale sono morti per cancro 5.7 milioni di persone, nel 1995 sono stati 6.4 milioni, nel 2000 circa 6.97 milioni, nel 2005 ben 7.53 e nel 2016 quasi 9 milioni. (4)
Per cui in meno di 30 anni la mortalità è cresciuta del 56%. (5)

Anno 1990 1995 2000 2005 2016
Morti per cancro 5.700.000 6.400.000 6.970.000 7.530.000 9.000.000

Vediamo ora i conti partendo dagli anni Settanta.
Nel 1970 i morti per cancro solo negli Stati Uniti sono stati 330.000 (6), mentre oggi hanno toccato quota 600.000. Quindi in America i morti sono praticamente raddoppiati.
Va ricordato che la popolazione negli anni Settanta era di 200 milioni, mentre oggi viaggia attorno ai 320 milioni. L’aumento della mortalità nel periodo (1970-oggi) è stato del 56%, mentre la popolazione è cresciuta del 60%.
Apparentemente sembra che la mortalità sia calata, anche se di pochi punti in percentuale, ma è una illusione ottica, perché andrebbe considerata la «sovradiagnosi». In pratica grazie agli screening, come vedremo nel dettaglio, si trovano tumori anche quando non ce ne sono, facendo crescere a dismisura l’incidenza, ma non la mortalità.
Questa strategia, che rientra nel marketing, è estremamente funzionale alle industrie…
Illuminante è l’esempio dagli anni Settanta ai Novanta, quando ancora gli screening non erano diffusi.

Tasso di mortalità dal 1970 al 1990
Il tasso inalterato di mortalità per cancro su 100 mila americani nell’anno 1970 era di 162.8. Moltiplicando questo tasso per la popolazione dell’epoca (203 milioni) e dividendo per 100.000 si ottiene il numero di morti che è stato pari a 330.000 circa. Infine dividendo questo valore per il numero dei giorni in un anno risulta che nel 1970 sono morte 907 persone al giorno!
Vent’anni dopo, il tasso di mortalità per cancro nel 1990 era di 203.2 e i morti giornalieri 1384. Dopo soli 6 anni, con un tasso di 209.5 le morti totali furono 554.740 su una popolazione di 264 milioni circa. Risultato nel 1996 sono morti ogni giorno 1520 americani.

Ecco in tabella i risultati della grande guerra al cancro:

Anno 1970 1990 1996 1997 2015
Tasso mortalità per 100.000 abitanti 162.8 203.2 209.5 210.0 158.5
Popolazione 203.000.000 248.000.000 264.000.000 268.000.000 321.000.000
Morti al giorno 907 1384 1520 1547 1393

Osservando il tasso di mortalità per cancro («death rate»), esso cresce dagli anni Cinquanta fino agli anni Novanta per poi iniziare a decrescere lentamente (7) fino ai nostri giorni.
Ecco la dimostrazione che le terapie ufficiali danno i loro frutti: funzionano? Assolutamente NO.
Cos’è successo dagli anni Novanta in poi? Forse le lobbies hanno iniziato a produrre chemio meno tossica, meno cancerogena? Niente di tutto questo: il diserbante è rimasto pressoché il medesimo scoperto negli anni Quaranta, quello che ha fatto e sta facendo la differenza si chiama «sovradiagnosi» e «lead-times bias».

Sovradiagnosi e distorsione temporale
Gli screening di massa, grazie ad una massiccia propaganda mediatica, sono diventati l’unica regola di vita, la vera “prevenzione”. Quasi nessuno parla dell’importanza dello stile di vita: alimentazione, movimento, esposizione solare, tranquillità di spirito, aspetti emotivi, ecc.
Anche perché dove si trova il tempo per mangiare meglio, per muoversi all’aria aperta, se siamo occupati a fare mammografie, test del PSA, proctoscopie, esami per il sangue occulto nelle feci, mappatura dei nei e altre centinaia di test? Questi sì che sono importanti, il resto è fuffa.
Confondere «esame diagnostico», o «diagnosi precoce» (screening) con «prevenzione» (stile di vita) è un errore gravissimo che può costare la vita. L’errore è anche pedagogico: perché una persona si convince che facendo costantemente esami il cancro non le verrà. Sbagliatissimo e la Vita ce lo conferma ogni giorno!

Gli screening, soprattutto per come vengono eseguiti oggi (massificazione), servono solo a «cercare il malato nel sano», e lo trovano praticamente sempre!
L’evoluzione tecnologica delle apparecchiature permette infatti di evidenziare particolari sempre più piccoli, infinitesimi che nella maggioranza dei casi (per fortuna) rientrano nella «sovradiagnosi», cioè si tratta di «lesioni» e/o «tumori in situ» che NON EVOLVERANNO MAI e non creeranno nessun problema di salute. Ma una volta scoperte, diagnosticate e fotografate, oltre a fare lievitare esponenzialmente la paura e dare il là ad altri esami di approfondimento (biopsie, prelievi, nuovi esami, ecc.), vanno a gonfiare artatamente le statistiche dell’incidenza del cancro.

Lo screening quindi rivela “anomalie” che rientrano nella “definizione” di cancro, ma che non progrediranno e quindi non causeranno ne sintomi e neppure la morte.

«Se la tanto conclamata diffusione delle patologie cancerose fosse solo un’illusione ottica prodotta dalla diffusione delle diagnosi precoci di tumori che un tempo passavano inosservati e regredivano naturalmente?»
Prof. Luigi de Marchi, psicologo clinico

La conferma della verità contenuta nelle parole del compianto professor De Marchi arriva da pubblicazioni ufficialissime.
Il 18 agosto 2016 il NEJM, «New England Journal of Medicine» pubblica uno studio secondo il quale dal 50 al 90% dei tumori alla tiroide sono sovradiagnosi. Secondo gli autori quindi, il novanta per cento dei tumori alla tiroide riscontrati con l’ecografia sono carcinomi in situ innocui che NON evolveranno e non necessitano di NESSUN trattamento terapeutico.
Qualche anno prima, il 9 luglio 2009, l’altro mostro sacro della scienza ufficiale, il BMJ, «British Medical Journal», pubblicava uno studio sulla stima della «sovradiagnosi» nel tumore al seno negli screening. I dati da UK, Canada, Australia, Svezia e Norvegia indicavano uno sconvolgente 52%, che sta a significare che oltre 1 tumore su 2 al seno è sovradiagnosi, quindi assolutamente innocuo e per tanto non andrebbe toccato!
Gli screening di massa provocano una diagnosi anticipata nel tempo e questo porta a tassi di sopravvivenza di 3-5 anni più alti, anche quando i pazienti non vivono più a lungo!

Per comprendere questo passaggio è necessario sapere che a livello internazionale, per stabilire se le terapie funzionano viene usato un lasso di tempo di 5 anni dal momento della diagnosi. Se il paziente muore “entro” 5 anni dalla diagnosi è un caso negativo, se muore dopo 5 anni è un caso positivo e finisce nelle statistiche di guarigione. Sembra fantascienza, ma oltre il quinto anno dalla diagnosi, che la persona sia viva o morta poco importa, per le statistiche è un dato positivo.
Prima dell’utilizzo massificato degli screening, la diagnosi veniva fatta solo 3 anni prima della morte del paziente, oggi grazie alla diagnosi precoce si individua il cancro ben oltre 6 anni prima della sua morte. Questo ha una implicazione allucinante perché l’aumento della sopravvivenza (strombazzato dai media) è una mera illusione ottica e statistica: vi è un numero sempre maggiore di pazienti NON guariti ma sopravvissuti ai 5 anni!

Per cui oggi si muore di meno di cancro sulla carta, ma solo perché non si è morti entro 5 anni dalla diagnosi. Perché è più facile vincere al superenalotto che trovare le statistiche di sopravvivenza a 10 o 20 anni dalla diagnosi? Forse perché i dati dimostrerebbero che la mortalità è molto più alta di quella che ci raccontano?

Si muore per la malattia o per la cura?
Ricercatori e oncologi, spalleggiati dalle industrie che hanno tutto l’interesse affinché il cancro dilaghi come un incendio, sono riusciti a dilapidare migliaia di miliardi di dollari in ricerche inutili e in farmaci tossici e cancerogeni, con i risultati che ben vediamo: crescita costante del cancro.
A questo punto una domanda scottante è pressoché obbligatoria: una persona malata di cancro che non ce la fa nonostante tutte le terapie ufficiali è morta per la malattia, perché il suo organismo non ha risposto alla cura, o per la tossicità dei farmaci usati?
Domanda più che legittima visti gli studi e le pubblicazioni ufficiali uscite in questi ultimi anni…

Nel dicembre del 2004 esce la faraonica ricerca a firma di Grame Morgan (professore associato di radiologia al Royal North Shore Hospital di Sidney), Robyn Ward (professore oncologo all’University of New South Wales), Michael Barton (radiologo e membro del Collaboration for Cancer Outcome Research and Evaluation del Liverpool Health Service di Sidney).

Lo studio dal titolo: «Il contributo della chemioterapia citotossica alla sopravvivenza a 5 anni dei tumori in adulti» è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista di oncologia «Clinical Oncology».
I ricercatori hanno preso in esame tutti gli studi clinici randomizzati condotti in Australia e Stati Uniti nel periodo compreso tra gennaio 1990 e gennaio 2004, e l’analisi ha interessato 225.000 persone malate nei 22 tipi di tumori più diffusi e curate SOLO con chemioterapia.
Quando i dati erano incerti gli autori hanno deliberatamente stimato in eccesso i benefici della chemioterapia. Nonostante simili accortezze, la conclusione è inquietante:

Sopravvivenza Australia     > 2,3%
Sopravvivenza Stati Uniti   > 2,1%

Se la chemioterapia citotossica contribuisce alla sopravvivenza a 5 anni per un 2%, come mai si continua ad usarla? Cos’è accaduto al rimanente 98% dei pazienti, che stando allo studio, non avrebbero avuto nessun contributo alla sopravvivenza a 5 anni? Sono vivi o morti dopo 14 anni?
Il 5 agosto del 2012 la rivista «Nature» pubblica uno studio che evidenzia come la chemioterapia in realtà può stimolare, nelle cellule sane circostanti, la secrezione di una proteina che sostiene la crescita tumorale stessa rendendo immune il tumore ad ulteriori trattamenti. I ricercatori hanno spiegato che i risultati «indicano che il danno nelle cellule benigne può direttamente contribuire a rafforzare la crescita cinetica del cancro».
La chemio per tanto, oltre ai danni a tessuti e cellule che ben si conosce, sarebbe in grado di accelerare la crescita del cancro.
Se non bastasse quanto fin qui detto, a settembre del 2016 la prestigiosissima rivista «Lancet Oncology» se ne esce con uno studio sempre sulla nocività della chemio.
Il trattamento principe per il cancro è imputato di uccidere oltre il 50% dei pazienti entro il primo mese dall’inizio della cura. Lo studio ha preso in considerazione 23.000 donne e 10.000 uomini con carcinoma polmonare. Di questi 9.634 sono stati sottoposti a chemio nel 2014 ed entro 30 giorni ne sono morti 1.383. L’indagine ha rilevato che in Inghilterra circa l’8,4% dei pazienti con cancro del polmone e il 2,4% di quelli con tumore al seno sono deceduti entro un mese dall’avvio del trattamento. Ma in alcuni ospedali il tasso di mortalità per chemioterapia contro il carcinoma polmonare è risultato addirittura del 50,9%.
Un paziente che muore nelle prime settimane dall’inizio della cura, è stato ucciso dal cancro o dalla “terapia”? Da quando la chemio ha fatto la sua apparizione ad oggi, quante persone sono morte?

Cancro: morti dal 1950 ad oggi
Calcolare il numero di morti negli ultimi 70 anni è molto difficile perché i fattori che intervengono sono tantissimi: l’aumento della popolazione, l’incidenza del cancro nel corso degli anni, le terapie, i registri oncologici, le schede di registrazione, ecc.
Saranno usati per comodità i dati degli Stati Uniti perché sono più completi, per fare poi una proiezione globale.
Nei primi anni Cinquanta i morti annuali negli Stati Uniti erano 200.000, mentre oggi circa 600.000, per cui sono triplicati. Attualmente i morti nel mondo superano i 9 milioni all’anno, nel 1950 erano circa 3 milioni.
Vediamo di stabilire quante persone sono morte in circa 70 anni di guerra al cancro.

Dal 1950 al 1990, la media è di circa 6.000.000 di persone morte all’anno
Dal 1990 al 2018, la media è di circa 7.000.000 di persone morte all’anno

Eseguendo una banale media, certamente molto grossolana, sulla mortalità dal 1950 al 2018, risulterebbe che le persone con il cancro morte superano di gran lunga 430.000.000.
Una cifra allucinante, ma sicuramente molto più bassa della realtà perché nel conteggio non vengono calcolate tutte quelle persone che muoiono per gli effetti collaterali della chemio, come per esempio ictus, infarto, ischemie, ecc.
Tema questo degli effetti collaterali che ha interessato l’apertura del congresso di cardio-oncologia di Napoli tenutosi da 21 al 23 febbraio 2018. Al centro del contendere, uno studio recente sulle cause di decesso di 1807 pazienti sopravvissuti al cancro, in un follow-up di 7 anni, dal quale è emerso che il 33% muore per disturbi cardiaci e il 51% per la malattia per la quale era in cura, cioè il cancro.

Milioni di persone muoiono ogni anno per attacchi cardiaci causati direttamente dalla chemio. Queste morti non vengono registrate nelle statistiche del cancro ma in quelle delle malattie cardiovascolari.
Quando infatti una persona muore (questo si verifica nella maggior parte dei casi in ospedale) il medico è tenuto a riportare su apposite schede la causa del decesso.
Cosa scriverà il medico nelle schede Istat dove vengono riportati i codici ICD-10 («Classificazione internazionale delle malattie»): «il paziente è morto per gli effetti collaterali della chemio», o è più semplice per tutti, anche per pararsi il didietro, riportare il generico «Arresto cardiaco non specificato»? (Codice: 146.9).
Ecco il motivo per cui andrebbero rivisti completamente tutti i dati ufficiali.

Vediamo ora l’incidenza globale
L’incidenza dagli anni Cinquanta fino ai nostri giorni è cresciuta in linea retta da 2 milioni ai 15-16 milioni odierni, ogni anno. La media è di circa 6 milioni all’anno, per un totale di oltre 560 milioni di persone. Se tutte queste hanno fatto la chemio, come è logico attendersi, molto probabilmente circa 200 milioni (33%) sono morte per “acciacchi cardiovascolari” causati dai protocolli.
Quindi ai 430 milioni visti prima andrebbero sommati anche 200 milioni che portano il numero delle morti dal 1950 ad oggi ad oltre 600 milioni!
Per buona pace dei dati statistici reali, perché così facendo i morti per cancro saranno sempre sottostimati in maniera esagerata.
Ma non finisce qua, perché nei paesi del Terzo Mondo come l’Africa e in quelli in via di sviluppo o emergenti come l’India non esistono seri registri oncologici. Questi paesi non hanno alcun registro tumori, per cui mancano un controllo e una verifica seria e completa dei dati.
Qual è la conclusione? I dati sulla mortalità per cancro che ci vengono dettagliatamente descritti dall’OMS non sono realistici: a livello mondiale il numero di morti all’anno certamente supera di molto il doppio descritto.

Tutto ciò non è strano visto che a livello ufficiale sono tantissime le cose che non tornano…
Ci dicono per esempio che il cancro alla mammella (grazie a screening e terapie) si guarisce nella maggior parte dei casi: chi spara il 90% e chi oltre. Meravigliosa notizia, peccato che se poi si guarda qual è la principale causa di morte IN ASSOLUTO nella donna, vien fuori che è il cancro al seno. Ma come, non era guaribilissimo?
Tenendo conto di tutto questo e di molto altro che non è stato possibile inserire in questa analisi, le persone morte per cancro e per la sua cura dal 1950 ad oggi lievitano a un numero impressionante e inquietante, sicuramente molto superiore al miliardo di persone. Ma forse è ancor più alto…
Eccoli qua negli ultimi 70 anni i grandissimi risultati della medicina nella guerra contro il cancro!

Note

(1) «L’America sfida il cancro: sarà come la conquista della Luna»
https://www.corriere.it/salute/cardiologia/16_giugno_07/america-sfida-cancro-sara-come-conquista-luna-13e811a8-2c63-11e6-a9f0-4be9f59428af.shtml

(2) «AIOM: Italia investe meno, la risultati migliori», http://www.dire.it/03-06-2016/57441-tumori-aiom-italia-investe-meno-risultati-migliori/

(3) «Oncologia: riflettori accesi all’Asco sugli alti costi dei farmaci e sulle potenzialità delle immunoterapie», https://www.aboutpharma.com/blog/2016/06/03/oncologici/
(4) https://ourworldindata.org/cancer#cancer-deaths-by-age

(5) «Are death rates from cancer rising?», https://ourworldindata.org/cancer#cancer-deaths-by-age
(6) «Cancer deaths in 1970 and in 1997», http://www.gilbertling.org/lp2.htm
(7) «Deaths by cancer in the U.S. from 1950 to 2015 (per 100,000 population)»
https://www.statista.com/statistics/184566/deaths-by-cancer-in-the-us-since-1950/

Marcello Pamio

I vaccini si sa contengono sostanze note e altre meno note perché coperte dall’inviolabile segreto industriale, quasi a livello militare. Ma dietro a sigle e acronimi si celano materiali che potrebbero giocare un ruolo prioritario nell’eziologia di gravissime e incurabili patologie neonatali e non solo.

Da oggi il quadro generale sta prendendo forma….decisamente una forma molto inquietante.

Ad accendere il lumino e portare luce nella tenebra più oscura ci ha pensato il Corvelva, il Comitato veneto che da oltre vent’anni si occupa di fare corretta informazione nell’ambito delle libertà vaccinali. A proprie spese hanno infatti commissionato l’analisi delle contaminazioni biologiche e le verifiche delle sequenze genomiche.

Le motivazioni di tali analisi ce le spiega Nassim Langrudi, una responsabile del Corvelva: «siamo stati costretti a farlo, dal momento che si sente ripetere da tutti che i vaccini sono i farmaci più sicuri ed efficaci al mondo; che non presentano effetti collaterali, senza però averne mai avuto una dimostrazione tecnico-scientifica. Abbiamo voluto verificare empiricamente se queste affermazioni fossero fondate o meno».

Il Corvelva ha quindi portato in un laboratorio, non certo il primo scelto a caso, visto che «i laboratori appena sentono la parola ‘analisi’ associata a ‘vaccini’, tendono a tirarsi indietro.
Comportamento non certo strano questo, visto che tutto quello che va fuori dal pensiero unico viene disintegrato con ogni mezzo…
Fortunatamente esistono ancora professionisti seri disposti a fare il lavoro, pur sapendo che il campo è minato.

Vaccini analizzati
Corvelva ha fatto analizzare 7 campioni diversi: Priorix Tetra della britannica GlaxoSmithKline (tetravalente: morbillo, parotite, rosolia, varicella); Measles Vaccine live B.P. della Profarma AG (monovalente: morbillo); MMR Vax Pro della francese MSD vaccins (trivalente: morbillo, parotite, rosolia); Infanrix Hexa della GSK (esavalente: difterite, tetano, pertosse, epatite B, poliomielite, Haemophilus influenzae tipo b); PolioInfanrix della GSK (pentavalente: difterite, tetano, pertosse, epatite B, poliomielite); Fluad della senese Seqirus Srl, (influenza stagione: 2017/2018); Vivotif della britannica PaxVax, (vaccino contro la febbre tifoide).

Risultati delle analisi
Quello che è uscito dal laboratorio è a dir poco agghiacciante.

Priorix Tetra: il DNA totale estratto era pari 1729.8 ng, presente DNA genomico: varicella 14%, pollo 4%, uomo 78%.

MMR Vax Pro: il DNA totale estratto è non quantificabile, presente DNA genomico: pollo 28%, uomo 14%.

Measles vaccine live BP: il DNA totale estratto era di: 13.6 ng, presente DNA genomico: uomo 56.

Infanrix hexa: il DNA totale estratto è non quantificabile, presente DNA genomico: scimmia 4.69%.

PoliInfanrix: il DNA totale estratto è non quantificabile, presente DNA genomico: scimmia 5.14%.

Fluad: il DNA totale estratto è non quantificabile, presente DNA genomico: pollo 8%.

Vivotif: DNA totale estratto: 2500 ng per compressa, presente DNA genomico: Salmonella thyphy Ty21a 97%, Presente RNA di: Salmonella thyphy Ty21a 90 %, Uomo 8%.

Conclusioni e implicazioni
Per poter trarre delle conclusioni è necessario sapere quali sono i parametri attuali.
Ovviamente i limiti imposti ai residui di materiale genetico estraneo nei vaccini sono molto fumosi, secondo l’EMA addirittura non ci sono dei limiti per ciascun vaccino ma solo per alcuni, riportati nelle monografie del prodotto.
Quello che sappiamo è che il limite massimo previsto varia da 10 pg (10-12 grammi) a 10 ng (10-9 grammi, un miliardesimo), sulla base del calcolo teorico della possibilità da parte del DNA genomico estraneo di causare mutazioni oncogeniche.

Ne consegue che per questi l’MMR vax Pro risulta conforme rispetto al limite di 10 ng, mentre il Priorix Tetra risulta circa 140 volte superiore al limite massimo di 10 ng e ben 140.000 volte superiore al limite minimo di 10 pg.

Non è tutto, nel tetravalente della GSK, risultano presenti non solo porzioni o frammenti delle cellule fetali umane utilizzate per la coltura dei virus, ma l’intero genoma!

Nei vaccini Infanrix hexa e PolioInfanrix: il DNA virale del poliovirus è in quantità al di sotto dei limiti di rilevabilità mediante strumentazione all’avanguardia. In entrambi i vaccini sono presenti tracce di DNA di scimmia proveniente dalla linea cellulare Vero.

Il vaccino Fluad: presenta tracce di DNA proveniente dalla linea cellulare di pollo, e il vaccino Vivotif, per motivi non spiegabili presenta addirittura un 8% di DNA umano!

A questo punto è d’importanza vitale sapere cosa succede quando materiale genetico estraneo, come il DNA virale modificato e/o mutato, il DNA umano fetale e quello animale (scimmia, pollo, falena, ecc.) viene a contatto con il DNA di un neonato? Visto che la via primaria dei vaccini è quella parenterale mediante inoculo sottocutaneo.
Nel momento in cui il DNA estraneo viene a contatto col DNA umano del soggetto che ha ricevuto il vaccino, si verifica la cosiddetta ricombinazione omologa del DNA. Si tratta di un processo che avviene spontaneamente solo all’interno di una stessa specie, ma qui abbiamo più specie coinvolte.

Si vengono così a formare cellule con un DNA virus/uomo/animale/cellula-fetale/vaccinato che possono venire riconosciute come estranee scatenando una risposta immunitaria (infiammazione) volta a eliminare queste cellule anomale. Siccome l’oggetto del contendere sono proprio le cellule del soggetto stesso, si può scatenare nei soggetti che presentano una predisposizione ad una seria «risposta autoimmune».

Sarà forse un caso che attualmente le malattie autoimmuni (circa un centinaio) sono in crescita esponenziale tra la popolazione, non solo adulta ma soprattutto quella infantile? Purtroppo non sono in crescita solo queste ma tutte le patologie croniche, degenerative e tumorali.
Non sapremo mai (forse) se il malloppo di DNA che riempie i vaccini pediatrici a livelli inimmaginabili sia casuale, dovuto a contaminazioni, oppure scientifico, cioè con lo scopo di indurre mutazioni nel DNA umano, volte da una parte a generare una società di persone predisposte a tutte le malattie, dall’altra a bloccare il percorso evolutivo delle masse...

Detto questo, ci auguriamo che dopo questa seria e circostanziata denuncia scientifica, le autorità competenti la smettano di nascondere la testa sotto la sabbia, iniziando a prendere delle serie e importanti decisioni: di mezzo c’è la salute dei più indifesi. Anche perché crediamo che vi siano i presupposti per richiedere il ritiro dei vaccini, visto che dai risultati sono completamente fuori parametro. Staremo a vedere se gli enti preposti a supervisionare la salute pubblica, avranno la forza di mettere i bastoni tra le ruote a colossi come GSK.

Condivido le parole di Nassim quando ricorda che noi tutti, genitori e non, «abbiamo l’obiettivo e il dovere morale di portare alla luce le criticità, se presenti, della politica vaccinale. Se esistono dei pericoli è giusto parlarne, se questi pericoli sono dimostrati è doveroso garantire la possibilità di scegliere se assumersi questo rischio specifico oppure no. C’è bisogno di trasparenza e di onestà, non di obblighi».

Chiaro Ministro Grillo? Siamo felicissimi della sua gravidanza, anche se la somiglianza (sotto vari punti di vista) con colei che l’ha preceduta è un po’ inquietante.
Sembra quasi che al Sistema siano funzionali dei ministri della salute che partoriscano durante il mandato, e che poi facciano pubblicamente le vaccinazioni ai loro figli…
Cosa c’è di più affidabile per l’inconscio collettivo di una mamma-ministro che ha appena partorito il suo cucciolo? L’impatto propagandistico non ha precedenti.
Ma questa, dottoressa Grillo, è una sua libera scelta e va rispettata. Esattamente come vanno rispettate le scelte dei genitori che decidono di non fare i vaccini alle proprie creature.
Oggi abbiamo bisogno di trasparenza, sicurezza, farmacovigilanza attiva e NON obblighi!

Marcello Pamio

«Morire di cancro è la morte migliore».
Non l’ha detto il dottor G.R. Hamer prima di lasciare questo piano fisico, ma la scioccante tesi sostenuta dal dottor Richard Smith, ex direttore di una delle più importanti e accreditate riviste scientifiche al mondo, il British Medical Journal.
Nel suo blog consiglia spassionatamente di stare «lontano da oncologi troppo ambiziosi» e di smetterla di «sprecare miliardi cercando di curare il cancro», dal momento che ciò può potenzialmente condurre a «morire di una morte molto più orribile». 
Simili conclusioni dette da uno scienziato che ha lavorato all’interno del Sistema stesso sono estremamente interessanti ed illuminanti. 
Il dottor Smith, anche se ha solo 62 anni, inizia per caso a manifestare una demenza senile o invece questa è la presa di coscienza di una persona “risvegliata”?
Si è fortunati a morire di cancro, perché «si può dire addio, riflettere sulla tua vita, lasciare ultimi messaggi, forse visitare luoghi speciali per l’ultima volta, ascoltare brani musicali preferiti, leggere poesie amate e prepararsi, in base alle proprie convinzioni, per soddisfare il tuo creatore o per godere dell’oblio eterno». 
Smith insiste nel suo concetto: «chiedo spesso alle persone come vogliono morire, e la maggior parte di esse sceglie la morte improvvisa. Questo può essere OK per te - dico - ma può essere molto dura per coloro che ti circondano, in particolare se si lascia un rapporto importante ferito e non cicatrizzato. La lunga, lenta morte di demenza può essere la più terribile, perché tu vieni lentamente cancellato. La morte per insufficienza respiratoria-d’organo, cardiaca o renale vi farà stare troppo in ospedale e nelle mani dei medici. Così la morte per cancro diventa quella migliore».

Chiaramente si tratta di una provocazione, cioè il tentativo di scuotere la coscienza per innescare una reazione, che però innegabilmente stimola alla riflessione... 
Il suo j’accuse è pesante come un macigno. Egli critica aspramente il sempre più presente accanimento con terapie che hanno da una parte un costo sociale folle e dall’altra un costo di vite umane allucinante. Si muore infatti per la malattia o per la cura? Stando a quello che ha scritto Richard Smith è una domanda retorica…
Moltissimi oncologi, proprio per il potere di vita e di morte che sentono di avere sui pazienti disperati che si rivolgono a loro, sono diventati i nuovi sacerdoti (ben oliati e non con l’olio santo) della società moderna. Il loro rito curativo avvantaggia il loro conto in banca e quello delle industrie che producono i farmaci e che li educano ed istruiscono al loro utilizzo costante.
Queste cose Smith le conosce benissimo visto che nel giornale da lui diretto se ne è occupato spesso, e forse è proprio questo che lo ha condotto a fare il suo atto d’accusa. 
Va precisato che il BJM non ricevendo finanziamenti e pubblicità dalle industrie chimiche è una delle pochissime riviste libere al mondo.
Una recentissima ricerca intitolata «Gli oncologi Italiani e il conflitto di interesse» realizzata da Cipomo (Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri) è stata pubblicata a luglio 2018 appunto sul British Medical Journal. 
Condotta in forma anonima tra marzo e aprile 2017, all’indagine hanno partecipato 321 oncologi in tutta Italia (il 13% dei medici oncologi di ruolo) .
Risultato? Il 62% dei medici oncologi ha dichiarato pagamenti diretti da parte dell’industria farmaceutica negli ultimi 3 anni. Il 68% ritiene che la maggioranza degli oncologi italiani abbia un conflitto di interesse con l’industria e l’82% riferisce che la maggior parte della propria educazione oncologica è supportata dall’industria. 
Qualche millennio fa il popolo eletto costruì l’Arca dell’Alleanza come simbolo visibile della presenza divina in Terra. Anche se non è stata mai (ufficialmente) trovata, era una cassa in legno d’acacia rivestita d’oro, che conteneva la tavola dei comandamenti mosaici, la manna e la Verga di Aronne.
Il Dio-denaro oggi ha soppiantato Yaweh, e il popolo ebraico è stato sostituito dalla specializzazione eletta: l’oncologia. 
I nuovi santoni in camice bianco hanno costruito la nuova Arca dell’Alleanza: una bara rettangolare in mogano, decorata con una croce, con dentro tantissimi danari (la famosa manna dal cielo), il caduceo (bastone di Aronne che germogliò) e la tavola dei “Veritini” (nome più corretto dei bugiardini o foglietti illustrativi).
Amen.

Marcello Pamio

Premetto che non sono leghista, anzi, per molto tempo in gioventù ho votato a sinistra, e ora, col senno di poi devo dire che un po’ mi vergogno…
Un giorno, quando il cervello si è sviluppato e le sinapsi neuronali sono tornate a collegarsi ho compreso il giochetto delle parti, e di come i partiti sono funzionali al Sistema. Tutti.
Da quel momento ho rigettato tutte le bandierine e sono diventato un uomo libero.

Il meccanismo è sempre lo stesso: viene messo al potere il gruppo politico che in quel momento storico è congeniale per il ruolino di marcia. Una macchina politica perfetta, ben oliata, dall’Unità di Italia ai nostri giorni: oltre settant’anni di partiti-marionette rappresentati da uomini-robot corrotti che hanno messo in pratica le linee guida etero-dirette, cioè dirette dall’esterno del paese.

Esiste però una piccola differenza tra il passato e oggi; una volta il grado di corruzione e/o la moralità dei politici lasciava, oltre al proprio tornaconto, anche un piccolo spazietto per il benessere dei cittadini-sudditi, e questo è confermato dalla crescita economica degli anni Ottanta e Novanta.
Dopo Tangentopoli però, quando l’operazione di polizia-pulizia ha cambiato le regole interne e le dinamiche, gli onorevoli-sciacalli hanno iniziato a portare avanti le linee guida del liberismo sfrenato e a pensare solo alla “roba” loro, ad arraffare, incamerare e rubare quello che possono, non lasciando nemmeno le briciole al popolo affamato.

Ogni tanto però questo meccanismo perfetto s’inceppa manifestando delle falle: l’elezione di Donald Trump in America per esempio è una di queste, ma non è l’unica…
Gli italiani il 4 marzo 2018 hanno votato per il cambiamento, e questo grazie alle devastazioni operate dai peggiori governi delle due Repubbliche, quelli a firma del Partito Democratico (pura emanazione massonica del turbocapitalismo metastatizzato), che sono riusciti a mettere a ferro e fuoco l’Italia in tutti i settori strategici: sanità, educazione, economia, finanza, terziario…
Eseguendo gli ordini dall’alto, hanno seriamente minato la struttura portante del paese.
Il boomerang è però tornato al mittente e i recenti risultati politici lo esprimono chiaramente: il Pd è stato asfaltato in quasi tutte le città.
Vediamo il cimitero che si sono lasciati alle spalle…

Immigrazione? No, armi di migrazione di massa
L’immigrazione è stato uno dei temi centrali delle politiche di sinistra. Lo è tuttora.
Sotto la falsa scusante degli aiuti umanitari e dell’accoglimento si nasconde un immenso business non solo per lo Stato e le mafie (difficile tra queste due entità distinguerne i contorni), ma anche per moltissimi altri attori: associazioni, organizzazioni non governative (ONG), organizzazioni di volontariato, cooperative rosse, enti religiosi, alberghi, faccendieri, hotpoint, ecc.
Insomma un bel po’ di gente sguazza sulla pelle dei disperati.

Un extracomunitario che arriva costa allo Stato ben 35 euro al giorno. Poca roba apparentemente, ma se si moltiplica questa cifra per centinaia di migliaia di persone all’anno, il risultato è un business faraonico. Ma questa è solo la puntina dell’iceberg…
Da un punto di vista puramente economico, secondo l’OCSE un immigrato frutta al paese ospitante in media 3.500 euro di gettito fiscale annuo[1]. I migranti senza documenti che lavorano hanno spesso una busta paga a nome di terzi, e versano quindi contributi ad un sistema di previdenza sociale di cui non possono beneficiare.[2] Ecco perché i governi di sinistra sono molto interessati ai disperati, mica per il discorso umanitario, ma perché rappresentano una risorsa.
Solo il “povero” Saviano di turno, con la scorta che ancora paghiamo noi e dal suo attico in centro a New York può osannare il contrario. Il filosionista che vive da nababbo proprio grazie a quella che apparentemente combatte a parole (la camorra), continua a impartire lezioni di diritto e di economia.
Il suo ridicolo mantra per difendere l’invasione e attaccare l’attuale governo è che i soldi per i disperati ci arriverebbero dall’Europa, per cui non è un problema di quattrini. Peccato che Saviano si dimentichi di dire che nulla arriva dall’Europa che non sia prima uscito dalle tasche dei sudditi, in questo caso gli italiani. Negli ultimi 14 anni abbiamo versato all’Europa 213 miliardi di euro e ne abbiamo incassati 141, con un disavanzo di ben 72 miliardi.[3] Quindi i soldi che l’Europa ci “regala” per l’invasione umanitaria, anche se apparentemente non pesano nel bilancio di Stato, sono soldi che sono stati prima tolti ai cittadini italiani!
Ma Saviano è troppo occupato a romanzare la camorra di Napoli, mentre ammicca a Central Park, non capendo, o facendo finta di non capire, che romanzare la malavita in codesta maniera sta mietendo più vittime e danni dell’affiliazione stessa. Qual è infatti l’effetto di Gomorra per la Camorra vera? Andate a domandarlo a chi vive lottando ogni giorno contro le organizzazioni criminali nella città partenopea.

Infine, ma non per importanza, l’immigrazione rientra in un progetto a più ampio respiro, volto alla destabilizzazione dei popoli che subiscono l’invasione. Annientamento dei salari, aumento della disoccupazione tra i nativi italiani, disintegrazione del tessuto sociale, crescita esponenziale della malavita locale e del crimine, cancellazione delle diversità, ibridazione dei popoli mediante un meticciato e mescolamento delle razze, ecc. Il tutto per creare un popolo di perfetti sudditi-consumatori: esseri privi di umanità, svuotati interiormente, senza radici, senza identità, tradizioni e religioni.
A confermare queste preoccupanti ipotesi da una parte sono gli squallidi individui come George Soros che finanziano con badilate di milioni di dollari tutto questo, e dall’altra ci sono i dati statistici.
Se infatti le persone fuggissero realmente da guerre, soprusi o altro, età e sesso dei richiedenti asilo sarebbero variegate, e invece stranamente oltre l’80 percento è di età compresa tra i 18 e i 37 anni, e la quasi totalità sono maschi (oltre l’87%)[4].
Sorge a questo punto una domanda inquietante: perché arrivano solo maschi sani e in età fertile?

In tutto questo bailamme, cosa fa il Ministro dell’Interno, al momento Matteo Salvini? Fa esattamente quello che farebbe una persona sana di mente, ma che nessuno prima di lui ha fatto: impedire alle navi che vanno a prendere i disperati nelle coste libiche di scaricarli in Italia. Non solo; va direttamente a Tripoli per concordare con i dirigenti una linea politica in comune.
Risultato? Attacchi e insulti pubblici.
Democratici e radical chic si sono stracciati le vesti (di marca ovviamente). Per non parlare dei miliardari che nonostante non vivano nel mondo reale, si sono scandalizzati per la chiusura dei porti. Dove sta il problema immigrati per chi mangia in ristoranti chic, viaggia sui SUV e vive in ville superblindate? Pensare al benessere del “negro” di turno è solo un modo per lavarsi e sistemarsi la coscienza sporchissima.
Il caso Amendola è esemplare. Il figlio del grande doppiatore avrebbe annunciato di non poter stare in un paese che chiude i porti. Sul serio? Benissimo, nell’attesa che riempia di gioia noi e la cinematografia italiana emigrando all’estero (magari in Libia visto che si sono liberati dei posti), possiamo solo concludere che i mentecatti in Italia non sono ancora una razza in via di estinzione. Questi poveri di spirito e scarsi di intelligenza non ricordano che il problema immigrati è esploso quando gli occidentali (noi compresi), guidati dagli yankee sparatutto e ammazzatutto, sono andati a detronizzare e assassinare in maniera illegittima e vergognosa il colonello Mu’ammar Gheddafi. La Libia con il pericoloso “dittatore” era un paese laico, dove si viveva bene, le religioni si tolleravano, e soprattutto nessuno veniva sequestrato al largo delle coste dai barconi per essere deportato in Italia.
Oggi, dopo la “liberazione”, il paese è devastato e le coste pullulano di barconi. Strano ma vero!
Sembra proprio che l’intervento militare sia stato fatto ad hoc…

Infine basterebbero quattro neuroni connessi per spingere il cervello a fare un altro semplice ragionamento sul discorso delle navi che battono bandiera straniera.
La bandiera non è un fatto di goliardia o folklore, lo dice il diritto internazionale. Se una nave sventola la bandiera di uno Stato, questo è il paese di riferimento e tutta l’imbarcazione è considerata territorio di quello specifico Stato, dove vigono le leggi specifiche del paese. Il Regolamento di Dublino prevede che dei cosiddetti “profughi” debba farsi carico lo Stato che per primo ne viene in contatto, quindi per esempio quello della nave che li deporta.[5] Quindi non si capisce come mai una nave battente bandiera francese, olandese o altro, debba scaricare i profughi nelle coste italiane e non a casa propria. Ovviamente la risposta è abbastanza semplice: hanno ricevuto l’ordine di farlo. Punto.
Poi ci sono i casi delle navi battenti bandiera straniera ma non registrate nei rispettivi paesi. Qui siamo di fronte a vere e proprie navi pirata, e in questo caso c’è il diritto di impedirne la navigazione, il sequestro della nave e l’arresto del comandante e dell’equipaggio.
La realtà odierna ce la spiega perfettamente il prof. Augusto Sinagra, già docente di Diritto Ordinario: «si è in presenza di una nuova e inedita tratta di schiavi, di un disgustoso e veramente vomitevole schiavismo consumato anche con la complicità dell’UE»[6].
Quindi il Ministro Salvini, che piaccia o non piaccia, sta facendo il suo dovere e questo rompe molte uova nel paniere, soprattutto a coloro che guadagnano e speculano sulla tratta degli schiavi moderni.

Buona Scuola…per idioti
Il secondo tassello cruciale è l’educazione.
Grazie ad un premier decerebrato e ministri ignoranti con il decreto legislativo della Buona Scuola si configura un vero e proprio disastro antropologico. Un disastro così ben congegnato e funzionale, che è impossibile pensare sia stato ideato dal povero Matteo Renzi e dalla sua compagine. L’idea viene da molto lontano e da molto più in alto.
Qual è il progetto? Strutturare le scuole per sfornare idioti. Semplice.
Meno ore per studiare autori come Dante, Petrarca, Machiavelli e più tempo per far crescere l’individualismo egoistico, competitivo e aggressivo.
Gli studenti non vengono visti come esseri unici e irripetibili, dai quali mediante l’educazione (ex-ducere) fare uscire i talenti e le capacità, ma come una sorta di magma informe, una specie di esercito di terracotta di Xi’an, da plasmare in un manipolo di perfetti schiavi-ignoranti e non pensanti. Un uomo libero di pensare, sentire e agire è per il Sistema come l’acqua santa per il diavolo.
Penso sia quasi impossibile fare peggio del ministro Fedeli, per cui staremo a vedere cosa il nuovo ministro riuscirà a combinare, ma la cosa fondamentale da rimembrare sempre è che la formazione culturale dei giovani è di vitale importante per un paese sano.

Libertà di scelta e di cura?
Il terzo anello riguarda la salute pubblica.
In questo settore la liceale Beatrice Lorenzin passerà alla storia per essere riuscita nell’impresa titanica di disintegrare la salute di milioni di persone, e di imporre per legge 10 vaccini ai neonati.
Colei che riesce a confondere virus e batteri, che in tv snocciola dati falsi sulla mortalità per morbillo, grazie ad un Parlamento di venduti e un inetto presidente della Repubblica, è riuscita a presentare il decreto legislativo n. 73, e poi farlo convertire nella legge 119/2017. Legge che si configura come un vero e proprio disastro umanitario e sanitario.

Imporre per legge 10 vaccini, più altri 4 fortemente consigliati, ai neonati, in un momento privo di allarmi sanitari e rischi per la salute pubblica è un crimine contro la democrazia e l’umanità.
Siccome NON esistono studi e sperimentazioni cliniche controllate che ne garantiscano la totale innocuità, si può parlare a ragione veduta di una vera e propria “sperimentazione umana” eseguita negli ambulatori delle ASL.
Sperimentazione assolutamente illegale perché viola i più sacrosanti diritti umani per non parlare dei “Trattati internazionali”.
La Carta Costituzionale è chiarissima, all’art. 32 dice che «nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana».
L’articolo 7 del «Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici» del 19 dicembre 1966, stabilisce: «Nessuno può essere sottoposto [...], senza il suo libero consenso, ad un esperimento medico o scientifico».
Nell’articolo 3 della «Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea», entrata in vigore il 1° dicembre 2009, intitolato «Diritto all’integrità della persona», al comma 1 si dice: «Ogni persona ha diritto alla propria integrità fisica e psichica», al 2 «Nell’ambito della medicina e della biologia devono essere in particolare rispettati: a) il consenso libero e informato della persona interessata, secondo le modalità definite dalla legge…»
Nella «Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea», l’articolo 1 stabilisce che «La dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata e tutelata».

Inoculando 10 vaccini nel corpo di un neonato sano, senza malattie, senza epidemie o rischi sanitari, si sta violando o no la dignità dell’essere umano?
A tal proposito il Ministro dell’Interno Salvini avrebbe detto in diretta radio che «dieci vaccini obbligatori sono inutili e talvolta dannosi e pericolosi». Apriti cielo.
Se Salvini avesse bestemmiato dentro San Pietro, o inveito contro Maometto in moschea oppure offeso Yahweh in sinagoga, il risultato sarebbe stato inferiore.
Cosa avrebbe detto di così bestiale il Ministro? Nulla, Salvini ha solo acceso un riflettore su un gravissimo problema.

Nonostante i Pregliasco, i Burioni, i Rezza, i Lopalco, i Villani di turno, NON ESISTE NESSUNO STUDIO CHE CONFERMI LA SICUREZZA DI 10 VACCINI!
Quindi per il PRINCIPIO DI PRECAUZIONE sarebbe bene che il ministro mettesse fine a queste sterili polemiche, e che i medici, pediatri, virologi, ecc. pagati dalle case farmaceutiche e quindi in pieno conflitto d’interessi si zittissero una volta per tutte.

Invece di bacchettare il collega, continuando a ripetere come un disco incantato che i vaccini sono un presidio preventivo indiscutibile; invece di ricevere a colloquio i medici collusi col Sistema, il ministro dovrebbe fare una cosa sola: stracciare la Legge 119/2017 e iniziare a occuparsi di cose molto più serie e importanti: il cancro in età pediatrica (siamo al primo posto in Europa); l’obesità infantile (sta crescendo a ritmi esponenziali), la chimica che troviamo nell’acqua che beviamo, nell’aria che respiriamo e nel cibo che mangiamo, per fare solo qualche esempio.
Questi sono alcuni dei problemi seri in Italia, non certo il morbillo o la meningite! A meno che non voglia la Grillo legarsi al destino di colei che l’ha preceduta e avere sulla coscienza tanti bambini innocenti danneggiati…
In queste ore puntualmente e con precisione chirurgica, i media mainstream stanno amplificando casi di meningite (in bambini coperti dai vaccini) e morbillo in alcune città d’Italia.
La vita è sempre molto ricca di coincidenze…

Il neo-ministro dovrebbe infine sapere alcune cosette sugli esperti che santificano i vaccini nei media:

  • La FIMP, Federazione Medici Pediatri ha ricevuto nel 2016 (dati EFPIA, European Federation of Pharmaceutical Industries and Associations692 euro tra “donazioni” e “oneri da contratto” dalla GSK, società che vende vaccini.
    Inoltre a giugno 2018 è stata premiata per la migliore pubblicità dalla Sanofi-Paster, società che vende vaccini.
  • La SIP, Società Italiana Pediatri diretta da Alberto Villani ha ricevuto nel 2016 (dati EFPIA) 840 euro per “oneri da contratto” dalla GSK, e 1.525 euro dalla Sanofi-Pasteur, due società che vendono vaccini.
  • L’epidemiologo Pier Luigi Lopalco ha ricevuto nel 2016 (dati EFPIA) 315 euro per “corrispettivo per servizi e consulenze” dalla GSK.
  • L’Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano, dove insegna casualmente Roberto Burioni, ha ricevuto nel 2016 (dati EFPIA) 232 euro tra “corrispettivi” dalla GSK.
  • L’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, in cui Alberto Villani (direttore SIP) ricopre il ruolo di responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Pediatria Generale e Malattie Infettive, ha ricevuto nel 2016 (dati EFPIA) 000 euro per “sponsorizzazioni” dalla Sanofi-Pasteur.

ecc. ecc.
L’elenco non è completo, ma basta per comprendere come le principali istituzioni sanitarie, gestite dai grandi luminari della scienza che propagandano la bontà, innocuità e sicurezza dei vaccini, ricevono ogni anno soldi dai produttori di vaccini. Tutto normale?
Possiamo fidarci - Ministro Grillo - e consegnare i nostri figli nati sani, nelle mani di gente che risulta essere nella busta paga delle industrie chimiche?
Dopo aver cestinato la Legge 119, andrebbero reintegrati immediatamente tutti quei medici che sono stati ingiustamente radiati dagli ordini professionali solo per aver messo in discussione una pratica medica come quella vaccinale. Radiare un professionista serio solo per la sua «opinione» è un atto gravissimo che lede libertà e diritti. Infine, sarebbe importante cancellare gli ordini professionali sanitari proprio perché il potere di controllo che hanno sui propri associati è pericolosissimo per la libertà e l’indipendenza dell’Ars Medicandi.
In conclusione tanto di cappello al Ministro Salvini per la coerente linea che sta portando avanti, e visto il tema attuale dei barconi, per aver messo la “barra a dritta” nonostante il mare molto mosso…

Note
[1] «Assises Citoyennes des Migrations: Vers la Justice migratoire», CNCD 2017, www.cncd.be/IMG/pdf/appeljusticemigratoireassisesfinal.pdf
[2] Idem
[3] «Ci guadagna solo chi lucra sull'accoglienza», www.ilgiornale.it/news/cronache/migranti-col-piano-ue-guadagna-solo-chi-lucra-1284237.html
[4] «Aiutiamoci a casa nostra», www.ilfoglio.it/cronache/2017/08/08/news/aiutiamoci-a-casa-nostra-147931
[5] «Matteo Salvini ha ragione», Prof. Augusto Sinagra, già professore di Diritto Ordinario all’Università
[6] Idem