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Burioni e il patto…col diavolo


Marcello Pamio

Lui che si arroga il diritto di parlare solo con chi è sapiente.
Lui che non perde tempo con i somari del web.
Lui che offende tutti dall’alto del suo accademico scranno.
Ma questo scranno, grazie alle ricerche giornalistiche di Franco Bechis il direttore de «Il Tempo», sembra essere più o meno alto come la sedia del nano Dotto.
Per chi ancora non lo ha capito stiamo parlando del diversamente-umile Burioni.

Basta infatti leggere i verbali delle Commissioni di concorso universitario che hanno respinto le domande per una cattedra del dottor Roberto Burioni, giudicandolo «appena sufficiente».
La «Gazzetta Ufficiale» riporta la bocciatura della sua candidatura alla Sapienza di Roma, con le seguenti motivazioni: «il candidato presenta una produzione pur se di buon livello, piuttosto ripetitiva (…) lascia perplessi la sua attività didattica per la discontinuità delle sedi in cui si è svolta».

Le bocciature si sono ripetute anche in altre università d’Italia…

Eccolo qua l’incommensurabile genio, quello che si auto-osanna e auto-incensa come l’unico che ha il diritto di parlare di vaccini e di Scienza (con la esse maiuscola), quella non democratica.
A proposito di antidemocraticità, il Dotto ha preparato il «patto per la scienza», un testo estremamente pericoloso per le libertà del Paese.
Stiamo parlando di un rischio concreto per la libertà di cura, di pensiero, di espressione, di critica e di confronto scientifico. Insomma un patto col diavolo che preannuncia una dittatura ancor più serrata dell’attuale. Per fortuna al momento attuale le prestigiose firme messe in calce al vergognoso patto sono quelle di Roberto Burioni, Guido Silvestri, Riccardo Nencini, Matteo Renzi e Beppe Grillo.

Quindi il vuoto cosmico, ma l’appello va ai veri scienziati italiani (che ci sono), ai veri politici (se ancora ne esistono), ai veri comici (quelli ancora non venduti al Sistema), nella speranza che lascino franare nel vuoto questa pericolosissima deriva antidemocratica e antiliberale.
Infine, detto tra noi stiamo parlando di un documento presentato da Burioni, uno che, checché ne dica il suo ego, non ha i titoli accademici.
Uno che insegna al San Raffaele di Milano, l’università fondata da don Luigi Maria Verzè, la cui storia di scandali e misteri è sempre molto illuminante…

 

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