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Marcello Pamio

Ci eravamo lasciati con l’affaire ossitocina.
Ora il discorso si complica un po’ per via delle recentissime dichiarazioni del dottor Gilberto Corbellini.
Lo storico della medicina, bioeticista, CNR e Sapienza di Roma si lancia in accuse pesanti contro il quotidiano «La Verità», reo di aver citato le sue parole in merito alla ricerca eseguita all’università di Bonn nel 2017, in cui si dimostrava che somministrando dosi di ossitocina combinate con una sorta di «condizionamento sociale», si può fare in modo che le persone diventino più favorevoli all’integrazione dei migranti. Tradotto: se assieme alla droga, le persone subiscono una influenza dei pari, sono più propense ad accettare l’invasione di migranti!

Non parco di tutto questo, qualche giorno fa in diretta radio, il Corbellini rincara la dose dicendo pubblicamente che David William Donald Cameron, già primo ministro britannico, avrebbe consigliato di mettere l’ossitocina nelle conduttore dell’acqua potabile della periferia di Londra con lo scopo di calmare i bollenti spiriti dei riottosi.
Fin qui nulla di nuovo all’orizzonte per l’Impero britannico di Sua Maestà, anche perché a metà degli anni Ottanta, Margaret Thatcher fece di meglio: triplicò la fluorizzazione dell’acqua nell’Irlanda del Nord non certo con l’intento di preservare la salute dentale dei bambini!
Non a caso in commercio moltissimi farmaci sedativi, che agiscono sul cervello e sulla psiche, sono alogenati, cioè contengono fluoruri...

Articolo di Wired
L’origine di tutto questo cancan è un articolo a firma del ricercatore, pubblicato il 18 luglio 2018 dalla rivista Wired.
Corbellini esordisce così: «l’Italia è uno dei paesi più xenofobi d’Europa: il 70% ha paura degli immigrati e tra le 10 città europee più razziste 4 sono italiane (Torino, Bologna, Roma e Napoli)».
Noi «viviamo in paese profondamente egoista e xenofobo». Un paese in cui Matteo Salvini «è bravo ad intercettare sentimenti largamente diffusi. E’ geniale lo slogan ‘prima di gli italiani’, che risuona nel cervello tribale di ognuno di noi come ‘la sopravvivenza del mio gruppo è minacciata da estranei e dobbiamo proteggere le nostre donne, i nostri figli, il nostro lavoro, le nostre case, etc.’».

La chicca dello sconosciuto personaggio - pagato dai sudditi italiani - arriva quando azzarda a spiegare che gli italiani sono razzisti perché probabilmente «siamo sempre più un Paese di anziani, e anche l’80% della popolazione è funzionalmente analfabeta».
Quindi di domanda «si devono temere derive illiberali? Ovviamente «» è la risposta.
Gli italiani sarebbero xenofobi perché vecchi decrepiti in piena senescenza e funzionalmente analfabeti.
In un siffatto brodo culturale, sguazzerebbe Matteo Salvini, bravissimo a intercettare il consenso di questa massa informe di mentecatti.

Demenza a parte, mi viene in mente lo studio di un gruppo di ricercatori della Ben-Gurion University of the Negev di Israele e della University of Amsterdam, i quali avrebbero scoperto che l’ossitocina potrebbe rendere le persone bugiarde.
Avete letto bene, gli scienziati hanno scoperto che l’ormone dell’amore, rende in alcuni casi più propensi a mentire in un gioco, se la bugia può portare benefici alla propria squadra.
I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista «Proceedings of the National Academy of Sciences».
«Per proteggere e favorire il benessere degli altri, gli esseri umani possono piegare la verità e possono comportarsi in modo non eticamente corretto», hanno detto gli studiosi, secondo i quali la promozione dell’affiliazione e della cooperazione con gli altri potrebbe spiegare il ruolo dell’ossitocina nella tendenza a mentire...
Forse il Corbellini di turno non ci ha detto tutta la verità, come per esempio che ha iniziato a prendere l’ormone…

Marcello Pamio

Con Nobiltà Nera s’intendono le famiglie delle oligarchie di Venezia e Genova che avevano dei diritti di commercio molto privilegiati nel XII secolo.
Grazie alla prima delle tre Crociate dal 1063 a 1123, si instaurò formalmente la Nobiltà Nera che rafforzò il potere della ricchissima classe dirigente. Per essere precisi, l’aristocrazia (della Nobiltà Nera) prese il comando assoluto su Venezia nel 1171 quando la nomina del doge fu trasferita a quello che fu conosciuto come il Gran Consiglio.
Questo Consiglio, comprendendo i membri dell’aristocrazia commerciale, fu per loro l’assoluto trionfo. Da allora infatti la meravigliosa città sul mare restò saldamente nelle loro mani.
La loro influenza però si estese ben aldilà dei confini di spazio e di tempo, arrivando fino ai giorni nostri.

Nel 1204 l’oligarchia distribuì delle enclave feudali ai suoi membri e iniziò così la crescita del loro potere e della pressione…
Il nome Nobiltà Nera deriva dal comportamento della fratellanza: quando la popolazione iniziò a ribellarsi contro i monopoli, i leader della sommossa furono catturati e impiccati brutalmente. Hanno da sempre adoperato l’assassinio, l’omicidio, il sequestro e lo stupro, mandando in rovina cittadini e imprese ostili.
Quali sono le famiglie?

La casa di Guelfo Inghilterra
La casa di Wettin Belgio
La casa di Bernadotte Svezia
La casa del Liechtenstein Liechtenstein
La casa di Oldenburg Danimarca
La casa di Hohenzollern Germania
La casa di Hannover Germania 
La casa di Borbone Francia
La casa di Orange Olanda

La casa di Grimaldi Monaco 
La casa di Wittelsbach Germania
La casa di Braganza Portogallo
La casa di Nassau Lussemburgo
La casa di Asburgo Austria
La casa di Savoia Italia
La casa di Karadjordjevic Jugoslavia
La casa di Wartettenberg Germania
La casa di Zogu Albania

Stranamente nell’elenco non figurano i Windsor, come mai?
Tutte le famiglie sono imparentate con la casa di Guelfo, una delle famiglie originarie della Nobiltà Nera veneziana, da cui discende, guarda caso, la casata dei Windsor e quindi la Regina d’Inghilterra Elisabetta II.
Non solo, ma i Guelfi si sono talmente intrecciati con l’aristocrazia tedesca attraverso la casa di Hannover, che ci vorrebbero interi libri per citare tutti i legami e gli intrecci familiari/genetici.
Possiamo concludere che quasi tutte le case reali europee discendono da quella di Hannover e di conseguenza da quella dei Guelfi.
Per fare un solo esempio, il Re inglese hannoveriano Giorgio I, venne dal ducato di Luneberg, una parte della Germania settentrionale che fu governata dalla famiglia dei Guelfi fin dal XII secolo.

Cosa controllano oggi?
Oggi i discendenti dei Guelfi mantengono saldamente il potere controllando il mercato delle materie prime: fondamentale per tutti. Addirittura per anni hanno fissato anche il prezzo mondiale dell’oro (fixing).
La casa di Windsor controlla il prezzo del rame, zinco, piombo, stagno e non è un caso che la principale Borsa Merci si trovi proprio a Londra.
Un’altra importante famiglia che fa parte della Nobiltà Nera d’Inghilterra è Grosvenor.
Per secoli questa famiglia visse, come la maggior parte delle famiglie reali europee, con i canoni delle terre cedute in proprietà di superficie. Oggi possiede almeno 300 acri, oltre un milione e duecento mila metri quadrati, nel pieno centro di Londra. Le proprietà non sono mai state vendute, ma date in affitto con il classico contratto medievale di locazione di 39 anni. 


Il Grosvenor Square dove si trova l’ambasciata americana appartiene alla famiglia dei Grosvenor, come pure Eaton Square, dove gli appartamenti sono affittati a 25.000 sterline al mese.
Queste cifre danno un’idea del patrimonio immenso che le famiglie Nere raccolgono dai canoni d’affitto, e spiegano perché i Windsor per esempio non sono interessati al progresso industriale.
E’ un caso che dietro alla maggior parte, se non a tutti i movimenti ambientalisti del mondo ci sono loro? L’intento è sempre quello che mira a ridurre la popolazione mondiale.

L’esempio ideale è il WWF.
Nel 1948 in Inghilterra il biologo Julian Huxley istituì l’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura e delle Risorse Naturali), un gruppo collegato con il Foreign Office inglese. L’11 settembre del 1961 (data molto simbolica), Huxley assieme al principe Bernardo d’Olanda (il nazista cofondatore del Gruppo Bilderberg) e al principe Filippo di Edimburgo fondarono ufficialmente il WWF, con il solo scopo di raccogliere fondi per l’IUCN…
E’ risaputo che i principi inglesi Carlo e Filippo sono i simboli più in vista dei movimenti filo-malthusiani e hanno parlato pubblicamente spesso del bisogno di alleggerire il mondo dalle persone non desiderate e inadatte.

Perché parlare della nobiltà nera?
Sono i fondatori delle società segrete dei nostri tempi, da cui nascono tutte le altre che sono legate agli Illuminati: «Comitato dei 300», «Club di Roma», «CFR, «RIIA», «Bilderberg», «Nazioni Unite», «Tavola Rotonda», ecc.….
Tutti o quasi hanno origine dal «Comitato dei Trecento» e quindi dalle famiglie della Nobiltà Nera europea.
Il Comitato dei 300 è stato fondato dall’aristocrazia inglese nel 1727 per ridurre drasticamente il numero di quelli che vengono definiti «useless eaters» («mangiatori inutili»), riportando quindi le economie nazionali a un livello pre-industriale.
Si tratta di un prodotto del Consiglio della famosa «Compagnia britannica delle Indie orientali» «British East India Company». Una società per così dire “noleggiata” dalla famiglia reale nel 1600, che ha permesso la creazione di immensi patrimoni grazie al traffico di spezie, seta con l’oriente e oppio con la Cina. Si può definire la prima e più grande multinazionale al mondo.
Il Comitato dei 300 è guidato da sua Maestà la Regina britannica…

La City di Londra: centro finanziario globale
La Regina si sa essere il capo della famiglia reale e dell’impero coloniale britannico (con capitale Londra), governato ufficialmente da un primo ministro e un gabinetto.
Quello che pochi sanno è che esiste uno Stato indipendente in seno a Londra, esattamente come il Vaticano per Roma. Si tratta della City, conosciuta anche come «Square Mile» cioè il miglio quadrato più ricco del mondo. Occupa un’area nel cuore di Londra di circa 2,7 km quadrati, ha circa 8.000 abitanti e oltre 330.000 persone ci vanno ogni giorno per lavorare.
La City si estende dal massonico «Temple Bar» a est, fino alla Torre di Londra a ovest.
Della sua antica costruzione sono rimaste solo poche tracce, perchè gran parte dell’area andò distrutta nel grande incendio del 1666 (data questa molto interessante). 
Il Governo della City non è la monarchia, ma la CORONA, che comprende 13 membri ed è guidata dal Re della City, Lord Charles Bowman.

In pochi chilometri quadrati trovano sede le istituzioni economiche più ricche, influenti e potenti del pianeta, come per esempio la Banca d’Inghilterra (controllata dai Rothschild), i Lloyd’s di Londra, la Borsa di Londra e gli uffici di moltissime società commerciali internazionali e multinazionali.
Fleet Street è il centro della stampa e dell’editoria: da sempre simbolo del giornalismo londinese, soprannominata proprio per questo motivo «Street of ink», la strada dell’inchiostro.
Sempre nella City si trova il Blackfriars Bridge, il Ponte dei Frati Neri famoso perché nel 1982 venne trovato impiccato il banchiere Roberto Calvi, coinvolto nello scandalo del Banco Ambrosiano.
Il nome Blackfriars deriva dal copricapo nero usato dall’Ordine dei Domenicani che spostarono in questa zona di Londra la loro residenza nel 1276.
Bank è il cuore del settore finanziario e la sua piazza, considerata la più bella della City, è il punto d’incontro di 8 strade. Tra gli eleganti edifici spiccano il Royal Exchange con un portico a 8 colonne (tale numero dal punto di vista esoterico ha una valenza interessante), la Mansion House, la sontuosa residenza del Lord Mayor of the City of London; la sede della HSBC, la Borsa valori di Londra, London Stock Exchange (LSE), una delle più grandi borse valori del mondo (con 3.233 compagnie). Ovviamente la banca centrale, la Bank of England chiamata The Old Lady che si trova qui solo dal 1734.

La City NON appartiene all’Inghilterra. Non è suddita, non appartiene al monarca e neppure al governo del parlamento britannico. La City è il vero governo dell’Inghilterra, poiché sia la Regina che il Primo ministro sono subordinati al suo Re.
Quindi dietro la facciata di un primo ministro e un gabinetto, sembra che siano loro a decidere, quando in realtà sono burattini della City.
Non a caso la regina quando visita la City viene incontrata da Lord al Temple Bar, la porta simbolica della City. La regina deve chiedere il permesso per entrare nello Stato privato e Sovrano. Il re dimostra la sua approvazione porgendole la spada dello Stato. Durante le visite il Lord con la sua toga e la catena mette in secondo piano la regina e il suo entourage, che tra le altre cose, sono vincolati a indossare vestiti normali (la regina non può entrare con vestiti reali), e deve camminare due passi indietro a lui nella City, segno chiaro di sudditanza.
La fondazione della Banca d’Inghilterra fu istigata da William Paterson, agente della City sotto il controllo dell’impero dei Rothschild.
Quindi in Gran Bretagna esistono due imperi che agiscono separatamente: l’impero coloniale governato dalla famiglia reale e quello della Corona.
Le colonie di popolazione bianca sono sotto l’autorità del governo inglese, mentre tutte le altre colonie sono di proprietà privata della Corona (i cosiddetti «Crown Colonies»).

Tutti pensano che a comandare il mondo siano gli Stati Uniti d’America per via dell’esercito più potente e della sede finanziaria di Wall Street, ma non è così...
Gli yankee fungono da braccio armato del vero potere che è nel Vecchio Continente.
La City di Londra è il centro nevralgico della finanza planetaria!
La conferma sta anche nel fatto che dal punto di vista simbolico proprio da Londra (Greenwich) parte il cosiddetto «meridiano zero», il meridiano fondamentale per tutte le longitudini, e origina pure la mezzanotte, il giorno universale misurato da tutti gli orologi del mondo…
Ecco la sede del vero Potere…

Fonte:
"Le società segrete e il loro potere nel Ventesimo secolo"
"Massoneria e sette segrete: la faccia occulta della storia"


Marcello Pamio

L’ossitocina è chiamata l’ormone dell’amore.
Si tratta di una sostanza di natura proteica, formata da 9 aminoacidi, prodotta dall’ipotalamo (una ghiandola posta alla base del cervello) che va ad agire sulla mammella e sull’utero. A livello organico favorisce l’espulsione del feto, ed è proprio per questo che per uso esogeno via endovena viene utilizzata per indurre il travaglio.Durante l’allattamento, la suzione del bambino sul capezzolo ne stimola il rilascio. A differenza però di un altro ormone, la prolattina (che controlla la produzione del latte), l’ossitocina è sensibile a stimolazioni fisiche o psichiche connesse all’allattamento ed indipendenti dallo stimolo sul capezzolo. Per esempio uno spavento o un forte rumore possono bloccare la secrezione riflessa di ossitocina ed ostacolare la produzione del latte durante la poppata. Al contrario la sola vista del neonato o l’udirne il pianto favorisce l’innalzamento dei livelli sierici di ossitocina nella mamma. Da qui la definizione di ormone dell’amore! Cosa c’entra un ormone con il razzismo? Bisogna chiederlo ai ricercatori tedeschi che hanno compiuto uno studio strano e anche un po’ inquietante…

Lo studio tedesco
Lo studio ufficialmente ha avuto origine dalla difficile accettazione del popolo tedesco per l’extracomunitario, in vista delle recenti ondate migratorie che hanno interessato il paese.

«Sono stati presi 183 soggetti tedeschi caucasici e ciascuno di loro è stato fatto sedere davanti ad un computer su cui scorrevano le schede di 50 persone in difficoltà e bisognose di un aiuto economico».

Ad ognuno poi sono stati dati 50 euro con i quali si poteva scegliere di donare ai vari bisognosi: la modalità era libera, quindi si poteva dare da un euro a ciascuno fino a 50 ad una sola persona, oppure tenersi in tasca dei soldi e alcuni donarli. Massima libertà.
Le “cavie” del primo gruppo hanno donato un 30% della somma, con il 19% dato in più agli immigrati rispetto ai tedeschi poveri in canna.Nel secondo esperimento, a metà del gruppo è stata somministrato mediante spray nasale l’ormone ossitocina. I risultati sono stati molto interessanti: sono raddoppiate le donazioni a favore dei bisognosi.
Quindi in pratica l’ossitocina ha reso le persone più generose e solidali nei confronti dei meno fortunati. 

Rimaneva però un piccolo problemino tecnico: l’ossitocina funzionava solo con chi era già favorevole al tema delle migrazioni (come è stato compreso da un questionario preliminare), e quindi non agiva nelle persone contrarie all’accoglienza. Come superare questo scoglio difficile?
L’idea è stata quella di somministrare l’ossitocina ai partecipanti, con l’aggiunta però di una informazione sui soldi che in media erano stati donati dagli esperimenti precedenti. Ovviamente una bugia per scopi scientifici.
Ed ecco il colpo di scena raccontato da Nina Marsh, una delle studiose del gruppo: «a quel punto, anche le persone con atteggiamento negativo verso i migranti hanno donato ai rifugiati il 74% in più rispetto all’esperimento precedente».

I test hanno quindi riscontrato tre situazioni diverse: i tedeschi non drogati hanno un dato un risultato, quelli “drogati” con ossitocina un altro, e infine i tedeschi drogati e condizionati mentalmente un altro ancora.
In pratica l’esempio positivo, il sapere che la massa ha fatto una certa azione, spinge il suddito ideale (“drogato” di buonismo) a conformarsi diventando sempre più “buono” e malleabile…

La responsabile del Dipartimento di psichiatria dell’Università di Bonn, Rene Hurlemann ha concluso che «nelle giuste circostanze, l’ossitocina può aiutare a promuovere l’accettazione e l’integrazione degli immigrati nelle culture occidentali».
Quindi in giro per il mondo si stanno sperimentando sostanze chimiche in grado di modificare il comportamento e l’atteggiamento delle masse. Naturalmente il discorso razzismo è solo una scusante, perché gli scopi di studi simili aprono scenari inimmaginabili e inquietanti.
Dietrologia o fantascienza? Oppure grasso che cola nelle mani del Potere che, da una parte, vuole a tutti i costi fare accettare l’invasione di milioni di disperati e dall’altra poter intervenire direttamente sulle emozioni delle masse? Il tutto con il beneplacito di poveri non-pensanti, di gruppi politici come il PD, della sinistra italiana, di enti religiosi e pseudo-caritatevoli, di ricchissime ONG, di cooperative rosse e di tutti quelli che hanno enormi intrallazzi economici con il business dell’immigrazione.

A proposito di fantascienza, quanti sono i film che hanno portato sullo schermo un mondo futuro in cui la popolazione mediante droghe o altre sostanze aveva superato gli scontri, l’odio, le discriminazioni e le guerre?
Un mondo di persone tenute mansuete da dosi quotidiane di….
Ecco solo qualche esempio.

Filmografia
Non si può non partire da «The Giver: il Mondo di Jonas».
Nel mondo del giovane protagonista Jonas gli abitanti sono immemori di sé e della loro storia e vivono una realtà senza colori, senza sogni, senza emozioni, senza intenzioni grazie a iniezioni mattutine di una droga.Tutte le emozioni vengono negate con la scusa di creare un luogo di pace e torpore…
Una società pseudo-evoluta che ha saputo sconfiggere passioni e violenza (almeno in apparenza), votandosi alla conformità, al pensiero unico e soprattutto all’apatia.

Nel futuro proiettato da «Equilibrium» l’aggressività umana era diventata un tale problema da dover essere controllata dalle autorità con la somministrazione obbligatoria di calmanti e la messa fuorilegge di ogni tipo di sentimento. I sudditi di questa nazione-modello, Libria, seguono docili le istruzioni ricevute dal Padre, una sorta di dittatore teocrate, e la legge è garantita da temibili squadre di funzionari-poliziotti.

Arriviamo al meraviglioso «Fahrenheit 451» il film tratto dal romanzo di Ray Bradbury.
Sempre in un futuro non molto lontano, al fine di preservare l’armonia e la felicità della popolazione i pompieri se ne vanno in giro non a spegnere ma a bruciare tutto quello che è considerato uno strumento di cultura (libri, cd, ecc.). La storia e la conoscenza sono pericolosissime per il Sistema, e le persone dipendono dai nuovi media che pervadono la loro vita, se ne stanno infatti a casa davanti a enormi schermi, e ogni mattina prendono una droga.

Per arrivare al capolavoro editoriale del futurologo Aldous Huxley, «Il Mondo Nuovo».
Un mondo pervaso dal «Soma», una droga il cui effetto è quello di rendere la gente più docile e disponibile a obbedire alle direttive dello Regime.

Perfino nel mitico «Matrix», all’inizio della trilogia, Morpheus fa scegliere all’eletto Neo tra la pillola rossa e quella blu. Una permette il risveglio della coscienza e la visione reale del mondo, l’altra invece fa continuare tranquillamente il “sonno” nella matrix…

All’appello mancano molti di film sui generis, ma questa seppur breve carrellata dimostra che la massonica Hollywood è impegnata da molti anni a indottrinare e propagandare per creare nell’inconscio collettivo la possibilità e la visione di un futuro distopico in cui il Regime interviene nelle coscienze umane con farmaci o vaccini...
Tale ingerenza ovviamente è per il bene comune, per un mondo migliore, privo di guerre e più buono nei confronti di tutti, soprattutto degli immigrati…
Quanto manca alla realizzazione di simili visioni?

 

Marcello Pamio

Quando nel 1971 il Presidente degli Stati Uniti Richard Nixon firmò il «National Cancer Act», si diede ufficialmente inizio alla «guerra al cancro».
Una guerra violenta, combattuta a colpi di gas vescicanti e napalm in vena. Potremo dire senza sbagliare, l’unica vera guerra mondiale perché portata avanti da tutti i paesi del globo.
L’America è sempre stata la direttrice, e non a caso dopo Nixon tutti i presidenti che seguirono fecero lo stesso, e tra questi si distinse Barack Obama che arrivò a paragonare il conflitto alle «Missioni Apollo» della NASA. Infatti secondo lui, con il «Cancer Moonshot Initiative» l’America sfida il cancro: sarà come conquistare la Luna! (1)

Il paragone ci sta proprio a pennello, siccome la Luna non è mai stata realmente conquistata e calpestata se non negli studi cinematografici, il cancro, dopo quasi mezzo secolo, non solo non è stato sconfitto, ma addirittura miete sempre più vittime. «Houston qui abbiamo un problema…»
Ma non tutto il male vien per nuocere e anche nella guerra al cancro qualcosa ha funzionato perfettamente: i finanziamenti miliardari alla ricerca sono piovuti come una manna dal cielo.
Sembra un paradosso, ma quanti più soldi vengono destinati alla ricerca, e tanto più il cancro sfugge al controllo. E’ una legge economica che non fa una piega: si finanzia la ricerca per la risoluzione di un problema, ma se il problema viene risolto ovviamente non si finanza più. Logica allo stato puro.
Quindi se la ricerca (finanziata) del cancro avesse fatto qualche passo in avanti riducendo incidenza e mortalità, sarebbe cessato il fiume di miliardi in entrata. Ma se il cancro continua a crescere e mietere vittime allora i soldi si troveranno sempre…

Dal giorno della storica dichiarazione di Nixon, l’effluvio di miliardi di dollari che hanno iniziato a inondare gli istituti di ricerca, i laboratori e le case farmaceutiche non si contano nemmeno.
Il cancro è per le lobbies che producono farmaci linfa vitale, una vera e propria miniera di platino. Non esiste settore terapeutico più strategico e importante dal punto di vista economico.
Ogni anno i paesi spendono solo per farmaci anti-cancro oltre 100 miliardi di dollari, il 33% in più degli anni Novanta. (2) Nel 2015 la spesa è stata di 107 miliardi ma raggiungerà, stando alle previsioni, i 190 miliardi nel 2020. (3)
Secondo gli analisti del settore la crescita del cancro nei prossimi anni sarà inesorabile…

Morti per cancro
Secondo l’IHME, l’«Institute for Health Metrics and Evaluation» nel 1990 a livello mondiale sono morti per cancro 5.7 milioni di persone, nel 1995 sono stati 6.4 milioni, nel 2000 circa 6.97 milioni, nel 2005 ben 7.53 e nel 2016 quasi 9 milioni. (4)
Per cui in meno di 30 anni la mortalità è cresciuta del 56%. (5)

Anno 1990 1995 2000 2005 2016
Morti per cancro 5.700.000 6.400.000 6.970.000 7.530.000 9.000.000

Vediamo ora i conti partendo dagli anni Settanta.
Nel 1970 i morti per cancro solo negli Stati Uniti sono stati 330.000 (6), mentre oggi hanno toccato quota 600.000. Quindi in America i morti sono praticamente raddoppiati.
Va ricordato che la popolazione negli anni Settanta era di 200 milioni, mentre oggi viaggia attorno ai 320 milioni. L’aumento della mortalità nel periodo (1970-oggi) è stato del 56%, mentre la popolazione è cresciuta del 60%.
Apparentemente sembra che la mortalità sia calata, anche se di pochi punti in percentuale, ma è una illusione ottica, perché andrebbe considerata la «sovradiagnosi». In pratica grazie agli screening, come vedremo nel dettaglio, si trovano tumori anche quando non ce ne sono, facendo crescere a dismisura l’incidenza, ma non la mortalità.
Questa strategia, che rientra nel marketing, è estremamente funzionale alle industrie…
Illuminante è l’esempio dagli anni Settanta ai Novanta, quando ancora gli screening non erano diffusi.

Tasso di mortalità dal 1970 al 1990
Il tasso inalterato di mortalità per cancro su 100 mila americani nell’anno 1970 era di 162.8. Moltiplicando questo tasso per la popolazione dell’epoca (203 milioni) e dividendo per 100.000 si ottiene il numero di morti che è stato pari a 330.000 circa. Infine dividendo questo valore per il numero dei giorni in un anno risulta che nel 1970 sono morte 907 persone al giorno!
Vent’anni dopo, il tasso di mortalità per cancro nel 1990 era di 203.2 e i morti giornalieri 1384. Dopo soli 6 anni, con un tasso di 209.5 le morti totali furono 554.740 su una popolazione di 264 milioni circa. Risultato nel 1996 sono morti ogni giorno 1520 americani.

Ecco in tabella i risultati della grande guerra al cancro:

Anno 1970 1990 1996 1997 2015
Tasso mortalità per 100.000 abitanti 162.8 203.2 209.5 210.0 158.5
Popolazione 203.000.000 248.000.000 264.000.000 268.000.000 321.000.000
Morti al giorno 907 1384 1520 1547 1393

Osservando il tasso di mortalità per cancro («death rate»), esso cresce dagli anni Cinquanta fino agli anni Novanta per poi iniziare a decrescere lentamente (7) fino ai nostri giorni.
Ecco la dimostrazione che le terapie ufficiali danno i loro frutti: funzionano? Assolutamente NO.
Cos’è successo dagli anni Novanta in poi? Forse le lobbies hanno iniziato a produrre chemio meno tossica, meno cancerogena? Niente di tutto questo: il diserbante è rimasto pressoché il medesimo scoperto negli anni Quaranta, quello che ha fatto e sta facendo la differenza si chiama «sovradiagnosi» e «lead-times bias».

Sovradiagnosi e distorsione temporale
Gli screening di massa, grazie ad una massiccia propaganda mediatica, sono diventati l’unica regola di vita, la vera “prevenzione”. Quasi nessuno parla dell’importanza dello stile di vita: alimentazione, movimento, esposizione solare, tranquillità di spirito, aspetti emotivi, ecc.
Anche perché dove si trova il tempo per mangiare meglio, per muoversi all’aria aperta, se siamo occupati a fare mammografie, test del PSA, proctoscopie, esami per il sangue occulto nelle feci, mappatura dei nei e altre centinaia di test? Questi sì che sono importanti, il resto è fuffa.
Confondere «esame diagnostico», o «diagnosi precoce» (screening) con «prevenzione» (stile di vita) è un errore gravissimo che può costare la vita. L’errore è anche pedagogico: perché una persona si convince che facendo costantemente esami il cancro non le verrà. Sbagliatissimo e la Vita ce lo conferma ogni giorno!

Gli screening, soprattutto per come vengono eseguiti oggi (massificazione), servono solo a «cercare il malato nel sano», e lo trovano praticamente sempre!
L’evoluzione tecnologica delle apparecchiature permette infatti di evidenziare particolari sempre più piccoli, infinitesimi che nella maggioranza dei casi (per fortuna) rientrano nella «sovradiagnosi», cioè si tratta di «lesioni» e/o «tumori in situ» che NON EVOLVERANNO MAI e non creeranno nessun problema di salute. Ma una volta scoperte, diagnosticate e fotografate, oltre a fare lievitare esponenzialmente la paura e dare il là ad altri esami di approfondimento (biopsie, prelievi, nuovi esami, ecc.), vanno a gonfiare artatamente le statistiche dell’incidenza del cancro.

Lo screening quindi rivela “anomalie” che rientrano nella “definizione” di cancro, ma che non progrediranno e quindi non causeranno ne sintomi e neppure la morte.

«Se la tanto conclamata diffusione delle patologie cancerose fosse solo un’illusione ottica prodotta dalla diffusione delle diagnosi precoci di tumori che un tempo passavano inosservati e regredivano naturalmente?»
Prof. Luigi de Marchi, psicologo clinico

La conferma della verità contenuta nelle parole del compianto professor De Marchi arriva da pubblicazioni ufficialissime.
Il 18 agosto 2016 il NEJM, «New England Journal of Medicine» pubblica uno studio secondo il quale dal 50 al 90% dei tumori alla tiroide sono sovradiagnosi. Secondo gli autori quindi, il novanta per cento dei tumori alla tiroide riscontrati con l’ecografia sono carcinomi in situ innocui che NON evolveranno e non necessitano di NESSUN trattamento terapeutico.
Qualche anno prima, il 9 luglio 2009, l’altro mostro sacro della scienza ufficiale, il BMJ, «British Medical Journal», pubblicava uno studio sulla stima della «sovradiagnosi» nel tumore al seno negli screening. I dati da UK, Canada, Australia, Svezia e Norvegia indicavano uno sconvolgente 52%, che sta a significare che oltre 1 tumore su 2 al seno è sovradiagnosi, quindi assolutamente innocuo e per tanto non andrebbe toccato!
Gli screening di massa provocano una diagnosi anticipata nel tempo e questo porta a tassi di sopravvivenza di 3-5 anni più alti, anche quando i pazienti non vivono più a lungo!

Per comprendere questo passaggio è necessario sapere che a livello internazionale, per stabilire se le terapie funzionano viene usato un lasso di tempo di 5 anni dal momento della diagnosi. Se il paziente muore “entro” 5 anni dalla diagnosi è un caso negativo, se muore dopo 5 anni è un caso positivo e finisce nelle statistiche di guarigione. Sembra fantascienza, ma oltre il quinto anno dalla diagnosi, che la persona sia viva o morta poco importa, per le statistiche è un dato positivo.
Prima dell’utilizzo massificato degli screening, la diagnosi veniva fatta solo 3 anni prima della morte del paziente, oggi grazie alla diagnosi precoce si individua il cancro ben oltre 6 anni prima della sua morte. Questo ha una implicazione allucinante perché l’aumento della sopravvivenza (strombazzato dai media) è una mera illusione ottica e statistica: vi è un numero sempre maggiore di pazienti NON guariti ma sopravvissuti ai 5 anni!

Per cui oggi si muore di meno di cancro sulla carta, ma solo perché non si è morti entro 5 anni dalla diagnosi. Perché è più facile vincere al superenalotto che trovare le statistiche di sopravvivenza a 10 o 20 anni dalla diagnosi? Forse perché i dati dimostrerebbero che la mortalità è molto più alta di quella che ci raccontano?

Si muore per la malattia o per la cura?
Ricercatori e oncologi, spalleggiati dalle industrie che hanno tutto l’interesse affinché il cancro dilaghi come un incendio, sono riusciti a dilapidare migliaia di miliardi di dollari in ricerche inutili e in farmaci tossici e cancerogeni, con i risultati che ben vediamo: crescita costante del cancro.
A questo punto una domanda scottante è pressoché obbligatoria: una persona malata di cancro che non ce la fa nonostante tutte le terapie ufficiali è morta per la malattia, perché il suo organismo non ha risposto alla cura, o per la tossicità dei farmaci usati?
Domanda più che legittima visti gli studi e le pubblicazioni ufficiali uscite in questi ultimi anni…

Nel dicembre del 2004 esce la faraonica ricerca a firma di Grame Morgan (professore associato di radiologia al Royal North Shore Hospital di Sidney), Robyn Ward (professore oncologo all’University of New South Wales), Michael Barton (radiologo e membro del Collaboration for Cancer Outcome Research and Evaluation del Liverpool Health Service di Sidney).

Lo studio dal titolo: «Il contributo della chemioterapia citotossica alla sopravvivenza a 5 anni dei tumori in adulti» è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista di oncologia «Clinical Oncology».
I ricercatori hanno preso in esame tutti gli studi clinici randomizzati condotti in Australia e Stati Uniti nel periodo compreso tra gennaio 1990 e gennaio 2004, e l’analisi ha interessato 225.000 persone malate nei 22 tipi di tumori più diffusi e curate SOLO con chemioterapia.
Quando i dati erano incerti gli autori hanno deliberatamente stimato in eccesso i benefici della chemioterapia. Nonostante simili accortezze, la conclusione è inquietante:

Sopravvivenza Australia     > 2,3%
Sopravvivenza Stati Uniti   > 2,1%

Se la chemioterapia citotossica contribuisce alla sopravvivenza a 5 anni per un 2%, come mai si continua ad usarla? Cos’è accaduto al rimanente 98% dei pazienti, che stando allo studio, non avrebbero avuto nessun contributo alla sopravvivenza a 5 anni? Sono vivi o morti dopo 14 anni?
Il 5 agosto del 2012 la rivista «Nature» pubblica uno studio che evidenzia come la chemioterapia in realtà può stimolare, nelle cellule sane circostanti, la secrezione di una proteina che sostiene la crescita tumorale stessa rendendo immune il tumore ad ulteriori trattamenti. I ricercatori hanno spiegato che i risultati «indicano che il danno nelle cellule benigne può direttamente contribuire a rafforzare la crescita cinetica del cancro».
La chemio per tanto, oltre ai danni a tessuti e cellule che ben si conosce, sarebbe in grado di accelerare la crescita del cancro.
Se non bastasse quanto fin qui detto, a settembre del 2016 la prestigiosissima rivista «Lancet Oncology» se ne esce con uno studio sempre sulla nocività della chemio.
Il trattamento principe per il cancro è imputato di uccidere oltre il 50% dei pazienti entro il primo mese dall’inizio della cura. Lo studio ha preso in considerazione 23.000 donne e 10.000 uomini con carcinoma polmonare. Di questi 9.634 sono stati sottoposti a chemio nel 2014 ed entro 30 giorni ne sono morti 1.383. L’indagine ha rilevato che in Inghilterra circa l’8,4% dei pazienti con cancro del polmone e il 2,4% di quelli con tumore al seno sono deceduti entro un mese dall’avvio del trattamento. Ma in alcuni ospedali il tasso di mortalità per chemioterapia contro il carcinoma polmonare è risultato addirittura del 50,9%.
Un paziente che muore nelle prime settimane dall’inizio della cura, è stato ucciso dal cancro o dalla “terapia”? Da quando la chemio ha fatto la sua apparizione ad oggi, quante persone sono morte?

Cancro: morti dal 1950 ad oggi
Calcolare il numero di morti negli ultimi 70 anni è molto difficile perché i fattori che intervengono sono tantissimi: l’aumento della popolazione, l’incidenza del cancro nel corso degli anni, le terapie, i registri oncologici, le schede di registrazione, ecc.
Saranno usati per comodità i dati degli Stati Uniti perché sono più completi, per fare poi una proiezione globale.
Nei primi anni Cinquanta i morti annuali negli Stati Uniti erano 200.000, mentre oggi circa 600.000, per cui sono triplicati. Attualmente i morti nel mondo superano i 9 milioni all’anno, nel 1950 erano circa 3 milioni.
Vediamo di stabilire quante persone sono morte in circa 70 anni di guerra al cancro.

Dal 1950 al 1990, la media è di circa 6.000.000 di persone morte all’anno
Dal 1990 al 2018, la media è di circa 7.000.000 di persone morte all’anno

Eseguendo una banale media, certamente molto grossolana, sulla mortalità dal 1950 al 2018, risulterebbe che le persone con il cancro morte superano di gran lunga 430.000.000.
Una cifra allucinante, ma sicuramente molto più bassa della realtà perché nel conteggio non vengono calcolate tutte quelle persone che muoiono per gli effetti collaterali della chemio, come per esempio ictus, infarto, ischemie, ecc.
Tema questo degli effetti collaterali che ha interessato l’apertura del congresso di cardio-oncologia di Napoli tenutosi da 21 al 23 febbraio 2018. Al centro del contendere, uno studio recente sulle cause di decesso di 1807 pazienti sopravvissuti al cancro, in un follow-up di 7 anni, dal quale è emerso che il 33% muore per disturbi cardiaci e il 51% per la malattia per la quale era in cura, cioè il cancro.

Milioni di persone muoiono ogni anno per attacchi cardiaci causati direttamente dalla chemio. Queste morti non vengono registrate nelle statistiche del cancro ma in quelle delle malattie cardiovascolari.
Quando infatti una persona muore (questo si verifica nella maggior parte dei casi in ospedale) il medico è tenuto a riportare su apposite schede la causa del decesso.
Cosa scriverà il medico nelle schede Istat dove vengono riportati i codici ICD-10 («Classificazione internazionale delle malattie»): «il paziente è morto per gli effetti collaterali della chemio», o è più semplice per tutti, anche per pararsi il didietro, riportare il generico «Arresto cardiaco non specificato»? (Codice: 146.9).
Ecco il motivo per cui andrebbero rivisti completamente tutti i dati ufficiali.

Vediamo ora l’incidenza globale
L’incidenza dagli anni Cinquanta fino ai nostri giorni è cresciuta in linea retta da 2 milioni ai 15-16 milioni odierni, ogni anno. La media è di circa 6 milioni all’anno, per un totale di oltre 560 milioni di persone. Se tutte queste hanno fatto la chemio, come è logico attendersi, molto probabilmente circa 200 milioni (33%) sono morte per “acciacchi cardiovascolari” causati dai protocolli.
Quindi ai 430 milioni visti prima andrebbero sommati anche 200 milioni che portano il numero delle morti dal 1950 ad oggi ad oltre 600 milioni!
Per buona pace dei dati statistici reali, perché così facendo i morti per cancro saranno sempre sottostimati in maniera esagerata.
Ma non finisce qua, perché nei paesi del Terzo Mondo come l’Africa e in quelli in via di sviluppo o emergenti come l’India non esistono seri registri oncologici. Questi paesi non hanno alcun registro tumori, per cui mancano un controllo e una verifica seria e completa dei dati.
Qual è la conclusione? I dati sulla mortalità per cancro che ci vengono dettagliatamente descritti dall’OMS non sono realistici: a livello mondiale il numero di morti all’anno certamente supera di molto il doppio descritto.

Tutto ciò non è strano visto che a livello ufficiale sono tantissime le cose che non tornano…
Ci dicono per esempio che il cancro alla mammella (grazie a screening e terapie) si guarisce nella maggior parte dei casi: chi spara il 90% e chi oltre. Meravigliosa notizia, peccato che se poi si guarda qual è la principale causa di morte IN ASSOLUTO nella donna, vien fuori che è il cancro al seno. Ma come, non era guaribilissimo?
Tenendo conto di tutto questo e di molto altro che non è stato possibile inserire in questa analisi, le persone morte per cancro e per la sua cura dal 1950 ad oggi lievitano a un numero impressionante e inquietante, sicuramente molto superiore al miliardo di persone. Ma forse è ancor più alto…
Eccoli qua negli ultimi 70 anni i grandissimi risultati della medicina nella guerra contro il cancro!

Note

(1) «L’America sfida il cancro: sarà come la conquista della Luna»
https://www.corriere.it/salute/cardiologia/16_giugno_07/america-sfida-cancro-sara-come-conquista-luna-13e811a8-2c63-11e6-a9f0-4be9f59428af.shtml

(2) «AIOM: Italia investe meno, la risultati migliori», http://www.dire.it/03-06-2016/57441-tumori-aiom-italia-investe-meno-risultati-migliori/

(3) «Oncologia: riflettori accesi all’Asco sugli alti costi dei farmaci e sulle potenzialità delle immunoterapie», https://www.aboutpharma.com/blog/2016/06/03/oncologici/
(4) https://ourworldindata.org/cancer#cancer-deaths-by-age

(5) «Are death rates from cancer rising?», https://ourworldindata.org/cancer#cancer-deaths-by-age
(6) «Cancer deaths in 1970 and in 1997», http://www.gilbertling.org/lp2.htm
(7) «Deaths by cancer in the U.S. from 1950 to 2015 (per 100,000 population)»
https://www.statista.com/statistics/184566/deaths-by-cancer-in-the-us-since-1950/

Marcello Pamio

I vaccini si sa contengono sostanze note e altre meno note perché coperte dall’inviolabile segreto industriale, quasi a livello militare. Ma dietro a sigle e acronimi si celano materiali che potrebbero giocare un ruolo prioritario nell’eziologia di gravissime e incurabili patologie neonatali e non solo.

Da oggi il quadro generale sta prendendo forma….decisamente una forma molto inquietante.

Ad accendere il lumino e portare luce nella tenebra più oscura ci ha pensato il Corvelva, il Comitato veneto che da oltre vent’anni si occupa di fare corretta informazione nell’ambito delle libertà vaccinali. A proprie spese hanno infatti commissionato l’analisi delle contaminazioni biologiche e le verifiche delle sequenze genomiche.

Le motivazioni di tali analisi ce le spiega Nassim Langrudi, una responsabile del Corvelva: «siamo stati costretti a farlo, dal momento che si sente ripetere da tutti che i vaccini sono i farmaci più sicuri ed efficaci al mondo; che non presentano effetti collaterali, senza però averne mai avuto una dimostrazione tecnico-scientifica. Abbiamo voluto verificare empiricamente se queste affermazioni fossero fondate o meno».

Il Corvelva ha quindi portato in un laboratorio, non certo il primo scelto a caso, visto che «i laboratori appena sentono la parola ‘analisi’ associata a ‘vaccini’, tendono a tirarsi indietro.
Comportamento non certo strano questo, visto che tutto quello che va fuori dal pensiero unico viene disintegrato con ogni mezzo…
Fortunatamente esistono ancora professionisti seri disposti a fare il lavoro, pur sapendo che il campo è minato.

Vaccini analizzati
Corvelva ha fatto analizzare 7 campioni diversi: Priorix Tetra della britannica GlaxoSmithKline (tetravalente: morbillo, parotite, rosolia, varicella); Measles Vaccine live B.P. della Profarma AG (monovalente: morbillo); MMR Vax Pro della francese MSD vaccins (trivalente: morbillo, parotite, rosolia); Infanrix Hexa della GSK (esavalente: difterite, tetano, pertosse, epatite B, poliomielite, Haemophilus influenzae tipo b); PolioInfanrix della GSK (pentavalente: difterite, tetano, pertosse, epatite B, poliomielite); Fluad della senese Seqirus Srl, (influenza stagione: 2017/2018); Vivotif della britannica PaxVax, (vaccino contro la febbre tifoide).

Risultati delle analisi
Quello che è uscito dal laboratorio è a dir poco agghiacciante.

Priorix Tetra: il DNA totale estratto era pari 1729.8 ng, presente DNA genomico: varicella 14%, pollo 4%, uomo 78%.

MMR Vax Pro: il DNA totale estratto è non quantificabile, presente DNA genomico: pollo 28%, uomo 14%.

Measles vaccine live BP: il DNA totale estratto era di: 13.6 ng, presente DNA genomico: uomo 56.

Infanrix hexa: il DNA totale estratto è non quantificabile, presente DNA genomico: scimmia 4.69%.

PoliInfanrix: il DNA totale estratto è non quantificabile, presente DNA genomico: scimmia 5.14%.

Fluad: il DNA totale estratto è non quantificabile, presente DNA genomico: pollo 8%.

Vivotif: DNA totale estratto: 2500 ng per compressa, presente DNA genomico: Salmonella thyphy Ty21a 97%, Presente RNA di: Salmonella thyphy Ty21a 90 %, Uomo 8%.

Conclusioni e implicazioni
Per poter trarre delle conclusioni è necessario sapere quali sono i parametri attuali.
Ovviamente i limiti imposti ai residui di materiale genetico estraneo nei vaccini sono molto fumosi, secondo l’EMA addirittura non ci sono dei limiti per ciascun vaccino ma solo per alcuni, riportati nelle monografie del prodotto.
Quello che sappiamo è che il limite massimo previsto varia da 10 pg (10-12 grammi) a 10 ng (10-9 grammi, un miliardesimo), sulla base del calcolo teorico della possibilità da parte del DNA genomico estraneo di causare mutazioni oncogeniche.

Ne consegue che per questi l’MMR vax Pro risulta conforme rispetto al limite di 10 ng, mentre il Priorix Tetra risulta circa 140 volte superiore al limite massimo di 10 ng e ben 140.000 volte superiore al limite minimo di 10 pg.

Non è tutto, nel tetravalente della GSK, risultano presenti non solo porzioni o frammenti delle cellule fetali umane utilizzate per la coltura dei virus, ma l’intero genoma!

Nei vaccini Infanrix hexa e PolioInfanrix: il DNA virale del poliovirus è in quantità al di sotto dei limiti di rilevabilità mediante strumentazione all’avanguardia. In entrambi i vaccini sono presenti tracce di DNA di scimmia proveniente dalla linea cellulare Vero.

Il vaccino Fluad: presenta tracce di DNA proveniente dalla linea cellulare di pollo, e il vaccino Vivotif, per motivi non spiegabili presenta addirittura un 8% di DNA umano!

A questo punto è d’importanza vitale sapere cosa succede quando materiale genetico estraneo, come il DNA virale modificato e/o mutato, il DNA umano fetale e quello animale (scimmia, pollo, falena, ecc.) viene a contatto con il DNA di un neonato? Visto che la via primaria dei vaccini è quella parenterale mediante inoculo sottocutaneo.
Nel momento in cui il DNA estraneo viene a contatto col DNA umano del soggetto che ha ricevuto il vaccino, si verifica la cosiddetta ricombinazione omologa del DNA. Si tratta di un processo che avviene spontaneamente solo all’interno di una stessa specie, ma qui abbiamo più specie coinvolte.

Si vengono così a formare cellule con un DNA virus/uomo/animale/cellula-fetale/vaccinato che possono venire riconosciute come estranee scatenando una risposta immunitaria (infiammazione) volta a eliminare queste cellule anomale. Siccome l’oggetto del contendere sono proprio le cellule del soggetto stesso, si può scatenare nei soggetti che presentano una predisposizione ad una seria «risposta autoimmune».

Sarà forse un caso che attualmente le malattie autoimmuni (circa un centinaio) sono in crescita esponenziale tra la popolazione, non solo adulta ma soprattutto quella infantile? Purtroppo non sono in crescita solo queste ma tutte le patologie croniche, degenerative e tumorali.
Non sapremo mai (forse) se il malloppo di DNA che riempie i vaccini pediatrici a livelli inimmaginabili sia casuale, dovuto a contaminazioni, oppure scientifico, cioè con lo scopo di indurre mutazioni nel DNA umano, volte da una parte a generare una società di persone predisposte a tutte le malattie, dall’altra a bloccare il percorso evolutivo delle masse...

Detto questo, ci auguriamo che dopo questa seria e circostanziata denuncia scientifica, le autorità competenti la smettano di nascondere la testa sotto la sabbia, iniziando a prendere delle serie e importanti decisioni: di mezzo c’è la salute dei più indifesi. Anche perché crediamo che vi siano i presupposti per richiedere il ritiro dei vaccini, visto che dai risultati sono completamente fuori parametro. Staremo a vedere se gli enti preposti a supervisionare la salute pubblica, avranno la forza di mettere i bastoni tra le ruote a colossi come GSK.

Condivido le parole di Nassim quando ricorda che noi tutti, genitori e non, «abbiamo l’obiettivo e il dovere morale di portare alla luce le criticità, se presenti, della politica vaccinale. Se esistono dei pericoli è giusto parlarne, se questi pericoli sono dimostrati è doveroso garantire la possibilità di scegliere se assumersi questo rischio specifico oppure no. C’è bisogno di trasparenza e di onestà, non di obblighi».

Chiaro Ministro Grillo? Siamo felicissimi della sua gravidanza, anche se la somiglianza (sotto vari punti di vista) con colei che l’ha preceduta è un po’ inquietante.
Sembra quasi che al Sistema siano funzionali dei ministri della salute che partoriscano durante il mandato, e che poi facciano pubblicamente le vaccinazioni ai loro figli…
Cosa c’è di più affidabile per l’inconscio collettivo di una mamma-ministro che ha appena partorito il suo cucciolo? L’impatto propagandistico non ha precedenti.
Ma questa, dottoressa Grillo, è una sua libera scelta e va rispettata. Esattamente come vanno rispettate le scelte dei genitori che decidono di non fare i vaccini alle proprie creature.
Oggi abbiamo bisogno di trasparenza, sicurezza, farmacovigilanza attiva e NON obblighi!

Marcello Pamio

«Morire di cancro è la morte migliore».
Non l’ha detto il dottor G.R. Hamer prima di lasciare questo piano fisico, ma la scioccante tesi sostenuta dal dottor Richard Smith, ex direttore di una delle più importanti e accreditate riviste scientifiche al mondo, il British Medical Journal.
Nel suo blog consiglia spassionatamente di stare «lontano da oncologi troppo ambiziosi» e di smetterla di «sprecare miliardi cercando di curare il cancro», dal momento che ciò può potenzialmente condurre a «morire di una morte molto più orribile». 
Simili conclusioni dette da uno scienziato che ha lavorato all’interno del Sistema stesso sono estremamente interessanti ed illuminanti. 
Il dottor Smith, anche se ha solo 62 anni, inizia per caso a manifestare una demenza senile o invece questa è la presa di coscienza di una persona “risvegliata”?
Si è fortunati a morire di cancro, perché «si può dire addio, riflettere sulla tua vita, lasciare ultimi messaggi, forse visitare luoghi speciali per l’ultima volta, ascoltare brani musicali preferiti, leggere poesie amate e prepararsi, in base alle proprie convinzioni, per soddisfare il tuo creatore o per godere dell’oblio eterno». 
Smith insiste nel suo concetto: «chiedo spesso alle persone come vogliono morire, e la maggior parte di esse sceglie la morte improvvisa. Questo può essere OK per te - dico - ma può essere molto dura per coloro che ti circondano, in particolare se si lascia un rapporto importante ferito e non cicatrizzato. La lunga, lenta morte di demenza può essere la più terribile, perché tu vieni lentamente cancellato. La morte per insufficienza respiratoria-d’organo, cardiaca o renale vi farà stare troppo in ospedale e nelle mani dei medici. Così la morte per cancro diventa quella migliore».

Chiaramente si tratta di una provocazione, cioè il tentativo di scuotere la coscienza per innescare una reazione, che però innegabilmente stimola alla riflessione... 
Il suo j’accuse è pesante come un macigno. Egli critica aspramente il sempre più presente accanimento con terapie che hanno da una parte un costo sociale folle e dall’altra un costo di vite umane allucinante. Si muore infatti per la malattia o per la cura? Stando a quello che ha scritto Richard Smith è una domanda retorica…
Moltissimi oncologi, proprio per il potere di vita e di morte che sentono di avere sui pazienti disperati che si rivolgono a loro, sono diventati i nuovi sacerdoti (ben oliati e non con l’olio santo) della società moderna. Il loro rito curativo avvantaggia il loro conto in banca e quello delle industrie che producono i farmaci e che li educano ed istruiscono al loro utilizzo costante.
Queste cose Smith le conosce benissimo visto che nel giornale da lui diretto se ne è occupato spesso, e forse è proprio questo che lo ha condotto a fare il suo atto d’accusa. 
Va precisato che il BJM non ricevendo finanziamenti e pubblicità dalle industrie chimiche è una delle pochissime riviste libere al mondo.
Una recentissima ricerca intitolata «Gli oncologi Italiani e il conflitto di interesse» realizzata da Cipomo (Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri) è stata pubblicata a luglio 2018 appunto sul British Medical Journal. 
Condotta in forma anonima tra marzo e aprile 2017, all’indagine hanno partecipato 321 oncologi in tutta Italia (il 13% dei medici oncologi di ruolo) .
Risultato? Il 62% dei medici oncologi ha dichiarato pagamenti diretti da parte dell’industria farmaceutica negli ultimi 3 anni. Il 68% ritiene che la maggioranza degli oncologi italiani abbia un conflitto di interesse con l’industria e l’82% riferisce che la maggior parte della propria educazione oncologica è supportata dall’industria. 
Qualche millennio fa il popolo eletto costruì l’Arca dell’Alleanza come simbolo visibile della presenza divina in Terra. Anche se non è stata mai (ufficialmente) trovata, era una cassa in legno d’acacia rivestita d’oro, che conteneva la tavola dei comandamenti mosaici, la manna e la Verga di Aronne.
Il Dio-denaro oggi ha soppiantato Yaweh, e il popolo ebraico è stato sostituito dalla specializzazione eletta: l’oncologia. 
I nuovi santoni in camice bianco hanno costruito la nuova Arca dell’Alleanza: una bara rettangolare in mogano, decorata con una croce, con dentro tantissimi danari (la famosa manna dal cielo), il caduceo (bastone di Aronne che germogliò) e la tavola dei “Veritini” (nome più corretto dei bugiardini o foglietti illustrativi).
Amen.

Marcello Pamio

Premetto che non sono leghista, anzi, per molto tempo in gioventù ho votato a sinistra, e ora, col senno di poi devo dire che un po’ mi vergogno…
Un giorno, quando il cervello si è sviluppato e le sinapsi neuronali sono tornate a collegarsi ho compreso il giochetto delle parti, e di come i partiti sono funzionali al Sistema. Tutti.
Da quel momento ho rigettato tutte le bandierine e sono diventato un uomo libero.

Il meccanismo è sempre lo stesso: viene messo al potere il gruppo politico che in quel momento storico è congeniale per il ruolino di marcia. Una macchina politica perfetta, ben oliata, dall’Unità di Italia ai nostri giorni: oltre settant’anni di partiti-marionette rappresentati da uomini-robot corrotti che hanno messo in pratica le linee guida etero-dirette, cioè dirette dall’esterno del paese.

Esiste però una piccola differenza tra il passato e oggi; una volta il grado di corruzione e/o la moralità dei politici lasciava, oltre al proprio tornaconto, anche un piccolo spazietto per il benessere dei cittadini-sudditi, e questo è confermato dalla crescita economica degli anni Ottanta e Novanta.
Dopo Tangentopoli però, quando l’operazione di polizia-pulizia ha cambiato le regole interne e le dinamiche, gli onorevoli-sciacalli hanno iniziato a portare avanti le linee guida del liberismo sfrenato e a pensare solo alla “roba” loro, ad arraffare, incamerare e rubare quello che possono, non lasciando nemmeno le briciole al popolo affamato.

Ogni tanto però questo meccanismo perfetto s’inceppa manifestando delle falle: l’elezione di Donald Trump in America per esempio è una di queste, ma non è l’unica…
Gli italiani il 4 marzo 2018 hanno votato per il cambiamento, e questo grazie alle devastazioni operate dai peggiori governi delle due Repubbliche, quelli a firma del Partito Democratico (pura emanazione massonica del turbocapitalismo metastatizzato), che sono riusciti a mettere a ferro e fuoco l’Italia in tutti i settori strategici: sanità, educazione, economia, finanza, terziario…
Eseguendo gli ordini dall’alto, hanno seriamente minato la struttura portante del paese.
Il boomerang è però tornato al mittente e i recenti risultati politici lo esprimono chiaramente: il Pd è stato asfaltato in quasi tutte le città.
Vediamo il cimitero che si sono lasciati alle spalle…

Immigrazione? No, armi di migrazione di massa
L’immigrazione è stato uno dei temi centrali delle politiche di sinistra. Lo è tuttora.
Sotto la falsa scusante degli aiuti umanitari e dell’accoglimento si nasconde un immenso business non solo per lo Stato e le mafie (difficile tra queste due entità distinguerne i contorni), ma anche per moltissimi altri attori: associazioni, organizzazioni non governative (ONG), organizzazioni di volontariato, cooperative rosse, enti religiosi, alberghi, faccendieri, hotpoint, ecc.
Insomma un bel po’ di gente sguazza sulla pelle dei disperati.

Un extracomunitario che arriva costa allo Stato ben 35 euro al giorno. Poca roba apparentemente, ma se si moltiplica questa cifra per centinaia di migliaia di persone all’anno, il risultato è un business faraonico. Ma questa è solo la puntina dell’iceberg…
Da un punto di vista puramente economico, secondo l’OCSE un immigrato frutta al paese ospitante in media 3.500 euro di gettito fiscale annuo[1]. I migranti senza documenti che lavorano hanno spesso una busta paga a nome di terzi, e versano quindi contributi ad un sistema di previdenza sociale di cui non possono beneficiare.[2] Ecco perché i governi di sinistra sono molto interessati ai disperati, mica per il discorso umanitario, ma perché rappresentano una risorsa.
Solo il “povero” Saviano di turno, con la scorta che ancora paghiamo noi e dal suo attico in centro a New York può osannare il contrario. Il filosionista che vive da nababbo proprio grazie a quella che apparentemente combatte a parole (la camorra), continua a impartire lezioni di diritto e di economia.
Il suo ridicolo mantra per difendere l’invasione e attaccare l’attuale governo è che i soldi per i disperati ci arriverebbero dall’Europa, per cui non è un problema di quattrini. Peccato che Saviano si dimentichi di dire che nulla arriva dall’Europa che non sia prima uscito dalle tasche dei sudditi, in questo caso gli italiani. Negli ultimi 14 anni abbiamo versato all’Europa 213 miliardi di euro e ne abbiamo incassati 141, con un disavanzo di ben 72 miliardi.[3] Quindi i soldi che l’Europa ci “regala” per l’invasione umanitaria, anche se apparentemente non pesano nel bilancio di Stato, sono soldi che sono stati prima tolti ai cittadini italiani!
Ma Saviano è troppo occupato a romanzare la camorra di Napoli, mentre ammicca a Central Park, non capendo, o facendo finta di non capire, che romanzare la malavita in codesta maniera sta mietendo più vittime e danni dell’affiliazione stessa. Qual è infatti l’effetto di Gomorra per la Camorra vera? Andate a domandarlo a chi vive lottando ogni giorno contro le organizzazioni criminali nella città partenopea.

Infine, ma non per importanza, l’immigrazione rientra in un progetto a più ampio respiro, volto alla destabilizzazione dei popoli che subiscono l’invasione. Annientamento dei salari, aumento della disoccupazione tra i nativi italiani, disintegrazione del tessuto sociale, crescita esponenziale della malavita locale e del crimine, cancellazione delle diversità, ibridazione dei popoli mediante un meticciato e mescolamento delle razze, ecc. Il tutto per creare un popolo di perfetti sudditi-consumatori: esseri privi di umanità, svuotati interiormente, senza radici, senza identità, tradizioni e religioni.
A confermare queste preoccupanti ipotesi da una parte sono gli squallidi individui come George Soros che finanziano con badilate di milioni di dollari tutto questo, e dall’altra ci sono i dati statistici.
Se infatti le persone fuggissero realmente da guerre, soprusi o altro, età e sesso dei richiedenti asilo sarebbero variegate, e invece stranamente oltre l’80 percento è di età compresa tra i 18 e i 37 anni, e la quasi totalità sono maschi (oltre l’87%)[4].
Sorge a questo punto una domanda inquietante: perché arrivano solo maschi sani e in età fertile?

In tutto questo bailamme, cosa fa il Ministro dell’Interno, al momento Matteo Salvini? Fa esattamente quello che farebbe una persona sana di mente, ma che nessuno prima di lui ha fatto: impedire alle navi che vanno a prendere i disperati nelle coste libiche di scaricarli in Italia. Non solo; va direttamente a Tripoli per concordare con i dirigenti una linea politica in comune.
Risultato? Attacchi e insulti pubblici.
Democratici e radical chic si sono stracciati le vesti (di marca ovviamente). Per non parlare dei miliardari che nonostante non vivano nel mondo reale, si sono scandalizzati per la chiusura dei porti. Dove sta il problema immigrati per chi mangia in ristoranti chic, viaggia sui SUV e vive in ville superblindate? Pensare al benessere del “negro” di turno è solo un modo per lavarsi e sistemarsi la coscienza sporchissima.
Il caso Amendola è esemplare. Il figlio del grande doppiatore avrebbe annunciato di non poter stare in un paese che chiude i porti. Sul serio? Benissimo, nell’attesa che riempia di gioia noi e la cinematografia italiana emigrando all’estero (magari in Libia visto che si sono liberati dei posti), possiamo solo concludere che i mentecatti in Italia non sono ancora una razza in via di estinzione. Questi poveri di spirito e scarsi di intelligenza non ricordano che il problema immigrati è esploso quando gli occidentali (noi compresi), guidati dagli yankee sparatutto e ammazzatutto, sono andati a detronizzare e assassinare in maniera illegittima e vergognosa il colonello Mu’ammar Gheddafi. La Libia con il pericoloso “dittatore” era un paese laico, dove si viveva bene, le religioni si tolleravano, e soprattutto nessuno veniva sequestrato al largo delle coste dai barconi per essere deportato in Italia.
Oggi, dopo la “liberazione”, il paese è devastato e le coste pullulano di barconi. Strano ma vero!
Sembra proprio che l’intervento militare sia stato fatto ad hoc…

Infine basterebbero quattro neuroni connessi per spingere il cervello a fare un altro semplice ragionamento sul discorso delle navi che battono bandiera straniera.
La bandiera non è un fatto di goliardia o folklore, lo dice il diritto internazionale. Se una nave sventola la bandiera di uno Stato, questo è il paese di riferimento e tutta l’imbarcazione è considerata territorio di quello specifico Stato, dove vigono le leggi specifiche del paese. Il Regolamento di Dublino prevede che dei cosiddetti “profughi” debba farsi carico lo Stato che per primo ne viene in contatto, quindi per esempio quello della nave che li deporta.[5] Quindi non si capisce come mai una nave battente bandiera francese, olandese o altro, debba scaricare i profughi nelle coste italiane e non a casa propria. Ovviamente la risposta è abbastanza semplice: hanno ricevuto l’ordine di farlo. Punto.
Poi ci sono i casi delle navi battenti bandiera straniera ma non registrate nei rispettivi paesi. Qui siamo di fronte a vere e proprie navi pirata, e in questo caso c’è il diritto di impedirne la navigazione, il sequestro della nave e l’arresto del comandante e dell’equipaggio.
La realtà odierna ce la spiega perfettamente il prof. Augusto Sinagra, già docente di Diritto Ordinario: «si è in presenza di una nuova e inedita tratta di schiavi, di un disgustoso e veramente vomitevole schiavismo consumato anche con la complicità dell’UE»[6].
Quindi il Ministro Salvini, che piaccia o non piaccia, sta facendo il suo dovere e questo rompe molte uova nel paniere, soprattutto a coloro che guadagnano e speculano sulla tratta degli schiavi moderni.

Buona Scuola…per idioti
Il secondo tassello cruciale è l’educazione.
Grazie ad un premier decerebrato e ministri ignoranti con il decreto legislativo della Buona Scuola si configura un vero e proprio disastro antropologico. Un disastro così ben congegnato e funzionale, che è impossibile pensare sia stato ideato dal povero Matteo Renzi e dalla sua compagine. L’idea viene da molto lontano e da molto più in alto.
Qual è il progetto? Strutturare le scuole per sfornare idioti. Semplice.
Meno ore per studiare autori come Dante, Petrarca, Machiavelli e più tempo per far crescere l’individualismo egoistico, competitivo e aggressivo.
Gli studenti non vengono visti come esseri unici e irripetibili, dai quali mediante l’educazione (ex-ducere) fare uscire i talenti e le capacità, ma come una sorta di magma informe, una specie di esercito di terracotta di Xi’an, da plasmare in un manipolo di perfetti schiavi-ignoranti e non pensanti. Un uomo libero di pensare, sentire e agire è per il Sistema come l’acqua santa per il diavolo.
Penso sia quasi impossibile fare peggio del ministro Fedeli, per cui staremo a vedere cosa il nuovo ministro riuscirà a combinare, ma la cosa fondamentale da rimembrare sempre è che la formazione culturale dei giovani è di vitale importante per un paese sano.

Libertà di scelta e di cura?
Il terzo anello riguarda la salute pubblica.
In questo settore la liceale Beatrice Lorenzin passerà alla storia per essere riuscita nell’impresa titanica di disintegrare la salute di milioni di persone, e di imporre per legge 10 vaccini ai neonati.
Colei che riesce a confondere virus e batteri, che in tv snocciola dati falsi sulla mortalità per morbillo, grazie ad un Parlamento di venduti e un inetto presidente della Repubblica, è riuscita a presentare il decreto legislativo n. 73, e poi farlo convertire nella legge 119/2017. Legge che si configura come un vero e proprio disastro umanitario e sanitario.

Imporre per legge 10 vaccini, più altri 4 fortemente consigliati, ai neonati, in un momento privo di allarmi sanitari e rischi per la salute pubblica è un crimine contro la democrazia e l’umanità.
Siccome NON esistono studi e sperimentazioni cliniche controllate che ne garantiscano la totale innocuità, si può parlare a ragione veduta di una vera e propria “sperimentazione umana” eseguita negli ambulatori delle ASL.
Sperimentazione assolutamente illegale perché viola i più sacrosanti diritti umani per non parlare dei “Trattati internazionali”.
La Carta Costituzionale è chiarissima, all’art. 32 dice che «nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana».
L’articolo 7 del «Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici» del 19 dicembre 1966, stabilisce: «Nessuno può essere sottoposto [...], senza il suo libero consenso, ad un esperimento medico o scientifico».
Nell’articolo 3 della «Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea», entrata in vigore il 1° dicembre 2009, intitolato «Diritto all’integrità della persona», al comma 1 si dice: «Ogni persona ha diritto alla propria integrità fisica e psichica», al 2 «Nell’ambito della medicina e della biologia devono essere in particolare rispettati: a) il consenso libero e informato della persona interessata, secondo le modalità definite dalla legge…»
Nella «Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea», l’articolo 1 stabilisce che «La dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata e tutelata».

Inoculando 10 vaccini nel corpo di un neonato sano, senza malattie, senza epidemie o rischi sanitari, si sta violando o no la dignità dell’essere umano?
A tal proposito il Ministro dell’Interno Salvini avrebbe detto in diretta radio che «dieci vaccini obbligatori sono inutili e talvolta dannosi e pericolosi». Apriti cielo.
Se Salvini avesse bestemmiato dentro San Pietro, o inveito contro Maometto in moschea oppure offeso Yahweh in sinagoga, il risultato sarebbe stato inferiore.
Cosa avrebbe detto di così bestiale il Ministro? Nulla, Salvini ha solo acceso un riflettore su un gravissimo problema.

Nonostante i Pregliasco, i Burioni, i Rezza, i Lopalco, i Villani di turno, NON ESISTE NESSUNO STUDIO CHE CONFERMI LA SICUREZZA DI 10 VACCINI!
Quindi per il PRINCIPIO DI PRECAUZIONE sarebbe bene che il ministro mettesse fine a queste sterili polemiche, e che i medici, pediatri, virologi, ecc. pagati dalle case farmaceutiche e quindi in pieno conflitto d’interessi si zittissero una volta per tutte.

Invece di bacchettare il collega, continuando a ripetere come un disco incantato che i vaccini sono un presidio preventivo indiscutibile; invece di ricevere a colloquio i medici collusi col Sistema, il ministro dovrebbe fare una cosa sola: stracciare la Legge 119/2017 e iniziare a occuparsi di cose molto più serie e importanti: il cancro in età pediatrica (siamo al primo posto in Europa); l’obesità infantile (sta crescendo a ritmi esponenziali), la chimica che troviamo nell’acqua che beviamo, nell’aria che respiriamo e nel cibo che mangiamo, per fare solo qualche esempio.
Questi sono alcuni dei problemi seri in Italia, non certo il morbillo o la meningite! A meno che non voglia la Grillo legarsi al destino di colei che l’ha preceduta e avere sulla coscienza tanti bambini innocenti danneggiati…
In queste ore puntualmente e con precisione chirurgica, i media mainstream stanno amplificando casi di meningite (in bambini coperti dai vaccini) e morbillo in alcune città d’Italia.
La vita è sempre molto ricca di coincidenze…

Il neo-ministro dovrebbe infine sapere alcune cosette sugli esperti che santificano i vaccini nei media:

  • La FIMP, Federazione Medici Pediatri ha ricevuto nel 2016 (dati EFPIA, European Federation of Pharmaceutical Industries and Associations692 euro tra “donazioni” e “oneri da contratto” dalla GSK, società che vende vaccini.
    Inoltre a giugno 2018 è stata premiata per la migliore pubblicità dalla Sanofi-Paster, società che vende vaccini.
  • La SIP, Società Italiana Pediatri diretta da Alberto Villani ha ricevuto nel 2016 (dati EFPIA) 840 euro per “oneri da contratto” dalla GSK, e 1.525 euro dalla Sanofi-Pasteur, due società che vendono vaccini.
  • L’epidemiologo Pier Luigi Lopalco ha ricevuto nel 2016 (dati EFPIA) 315 euro per “corrispettivo per servizi e consulenze” dalla GSK.
  • L’Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano, dove insegna casualmente Roberto Burioni, ha ricevuto nel 2016 (dati EFPIA) 232 euro tra “corrispettivi” dalla GSK.
  • L’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, in cui Alberto Villani (direttore SIP) ricopre il ruolo di responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Pediatria Generale e Malattie Infettive, ha ricevuto nel 2016 (dati EFPIA) 000 euro per “sponsorizzazioni” dalla Sanofi-Pasteur.

ecc. ecc.
L’elenco non è completo, ma basta per comprendere come le principali istituzioni sanitarie, gestite dai grandi luminari della scienza che propagandano la bontà, innocuità e sicurezza dei vaccini, ricevono ogni anno soldi dai produttori di vaccini. Tutto normale?
Possiamo fidarci - Ministro Grillo - e consegnare i nostri figli nati sani, nelle mani di gente che risulta essere nella busta paga delle industrie chimiche?
Dopo aver cestinato la Legge 119, andrebbero reintegrati immediatamente tutti quei medici che sono stati ingiustamente radiati dagli ordini professionali solo per aver messo in discussione una pratica medica come quella vaccinale. Radiare un professionista serio solo per la sua «opinione» è un atto gravissimo che lede libertà e diritti. Infine, sarebbe importante cancellare gli ordini professionali sanitari proprio perché il potere di controllo che hanno sui propri associati è pericolosissimo per la libertà e l’indipendenza dell’Ars Medicandi.
In conclusione tanto di cappello al Ministro Salvini per la coerente linea che sta portando avanti, e visto il tema attuale dei barconi, per aver messo la “barra a dritta” nonostante il mare molto mosso…

Note
[1] «Assises Citoyennes des Migrations: Vers la Justice migratoire», CNCD 2017, www.cncd.be/IMG/pdf/appeljusticemigratoireassisesfinal.pdf
[2] Idem
[3] «Ci guadagna solo chi lucra sull'accoglienza», www.ilgiornale.it/news/cronache/migranti-col-piano-ue-guadagna-solo-chi-lucra-1284237.html
[4] «Aiutiamoci a casa nostra», www.ilfoglio.it/cronache/2017/08/08/news/aiutiamoci-a-casa-nostra-147931
[5] «Matteo Salvini ha ragione», Prof. Augusto Sinagra, già professore di Diritto Ordinario all’Università
[6] Idem

 
Marcello Pamio
 
Inizio prendendo a prestito la memorabile frase tratta dalla scena finale del film di fantascienza «Blade Runner», dove l’androide Roy Batty prima di spegnersi fa il monologo divenuto famoso, al poliziotto Deckard, interpretato da un giovane Harrison Ford.
«Io ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B balenare nel buio alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia. E’ tempo di morire»
Sono passati 36 anni da quel capolavoro cinematografico, ma se in un ipotetico futuro Roy venisse ricostruito in laboratorio, la sua memoria cibernetica del periodo odierno esprimerebbe cose molto diverse: «Io ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi. Individui senza diploma gestire ministeri dell’Istruzione. Famelici avvoltoi, nascondersi dietro gli aiuti umanitari e speculare sulla pelle di milioni di disperati. Squallide marionette senza arte imporre per legge 10 vaccini. Ho visto infine balenare nel buio della notte il luccichio del premio vinto dalla Federazione dei pediatri messo in palio dalla società che produce vaccini. E’ tempo di svegliarsi»
Purtroppo questa non è fantascienza bensì la triste realtà. In un paese normale queste cose non sarebbero mai potute accadere. Ma l’Italia si sa non lo è…
 
Soprattutto l’ultima vicenda supera anche la più fervida delle fantasie.
La FIMP, la Federazione Italiana Medici Pediatri qualche giorno fa ha ricevuto il premio per la migliore campagna di comunicazione sviluppata da operatori di sanità pubblica, università, centri di ricerca, società scientifiche, Asl e distretti sul tema vaccini.
Già questo è sufficiente per far impallidire anche il più peloso degli stomaci.
Dover premiare pubblicamente una campagna mediatica (cioè di marketing) organizzata da una società, per così dire scientifica, lascia il tempo che trova e fa comprendere che il Sistema è attualmente sotto scacco matto.
 
Ma il punto cruciale non è tanto questo. La cosa veramente sconvolgente è che a decretarne la vittoria è stata la giuria di «PerchéSì: laboratorio di idee per comunicare il valore dei vaccini», il primo “contest” sulla corretta ed efficace comunicazione sui vaccini promosso nientepopodimenoché dalla Sanofi-Pasteur, la divisione vaccini della Sanofi.
Stiamo parlando della terza multinazionale nella classifica mondiale delle società che fatturano di più con i veleni vaccinali. Nel 2017 ha incamerato 5,76 miliardi di dollari e le previsioni di EvaluePharma per il 2024 danno la ditta francese ad oltre 8 miliardi di dollari. Solo con i vaccini!
Dal punto di vista scientifico, umano, sanitario e istituzionale fa molta tristezza vedere come la Federazione dei pediatri si presti a simili giochetti e manipolazioni.
 
Il conflitto d’interessi è molto preoccupante, anche perché le istituzioni sanitarie pubbliche non dovrebbero essere scevre e indipendenti dalle industrie? Possono i medici pediatri avere collegamenti con le ditte che producono farmaci pediatrici?
Dove sono finiti i pediatri onesti intellettualmente? Se avessero ancora un briciolo infinitesimale di dignità professionale e amore per l’Ars Medicandi, dovrebbero ribellarsi cancellando l’iscrizione alla federazione e ritirando la quota annua...
 
«Prendiamo atto - scrive l'amica Nassim Langrudi del Corvelva - che la politica sanitaria di un paese sia diventata oggetto di iniziative in stile ‘ricchi premi & cotillon’, il che è veramente illuminante sulla validità scientifica che sta alla base dei vaccini».
La strada intrapresa dall’industria farmaceutica, sostenuta e appoggiata dalle associazioni di settore, è la medesima del marketing commerciale tradizionale. Quando i pubblicitari lavorano per esempio su un sapone, devono convincere i consumatori che non si tratta di un banale detergente, ma di un prodotto che oltre a lavare, regala emozioni e sogni. Il marketing non vende prodotti, ma illusioni e sogni.
Continua Nassim: «in pratica l’intero sistema è incentrato sulla pubblicizzazione del prodotto, sulla promozione pubblicitaria nei vari settori rivolta a vario pubblico. Peccato che si tratti di farmaci, non esenti da rischi (inesistenti nelle suddette campagne), somministrati per via parenterale, contenenti anche sostanze pericolose (vedere foglietti illustrativi) e, nel caso del ‘progetto vincente’, destinati a bambini».
Esatto. Il sapone in questo caso è un farmaco destinato ai neonati che contiene sostanze cancerogene, neurotossiche e DNA umano e animale in grado di scatenare reazioni immunitarie serie, complesse e imprevedibili.
Ecco come il marketing vende illusioni: i vaccini non sono farmaci normali, ma “prodotti” senza alcun rischio, che hanno salvato in passato e salvano tuttora milioni di vite umane. Il discorso non fa una piega. Peccato che la realtà sia molto diversa.
 
Alla gara purtroppo hanno partecipato molte istituzioni pubbliche, ecco i dieci finalisti, ovviamente pagati con i soldi pubblici:
 
- Campagna vaccinazioni operatori sanitari - SIP, Società Italiana di Pediatria (SIP)
- Vacciquiz - sempre la SIP
- Ilsitovaccinarsiinsicilia - dell’Università degli Studi di Palermo
- Campagna Vaccinarsiinpuglia - Università di Bari
- Progetto Bfree - FIMP, la vincitrice
- Programma AzioneSalute - ASL di Taranto
- I vaccini tornano a scuola - ASL di Taranto
- Proteggitiperproteggermi - Azienda Ospedaliera Università degli Studi di Palermo
- Campagna Promozione Vaccinazione influenzale - Azienda Ospedaliera Università di Perugia
- Evento adulti e vaccinati - Università di Pisa
 
Dopo aver sdoganato il marketing dei farmaci ora spudoratamente sdoganano le vaccinazioni come se fossero la panacea per tutti i mali. Banali farmaci i cui rischi per la salute sono minori di quelli di uno shampoo delicato per pelli sensibili…
A questo punto mi sento in dovere di dare gratis uno spunto per la gara pubblicitaria del prossimo anno. Una mamma bellissima (del tipo “famiglia barilla”), tranquilla e sorridente, fischiettando accompagna in SUV (l’auto che rende l’idea della sicurezza) il figlio biondo oro, appena uscito da un programma di eugenetica, a farsi inoculare una decina di vaccini. Cambio di scena, un’altra mamma, questa volta più trasandata, tipo figlia dei fiori, sta lavando sgraziatamente la testa di suo figlio, un bambino decisamente bruttino con tanto di alopecia areata, usando uno shampoo tossico e pericoloso…
Buca lo schermo il piccolo ariano chiedendo sorpreso: «Già fattoooo?», e pochi istanti dopo la scritta «Vax-indolor»! L’altro bambino invece non verrà mai più fatto vedere, lasciando all’immaginario collettivo l’idea della triste sorte a cui vanno incontro coloro che usano gli shampoo senza responsabilità…
Le ingorde lobbies puntano sempre a tutto il mercato, e ora sarà più chiaro il motivo per cui la Johnson & Johnson produce sia detergenti che farmaci…

Marcello Pamio

Le stime dell’Istat (aprile 2018) sulla «Produzione Industriale» indicano una diminuzione dell’1,2 % della produzione industriale rispetto a marzo.[1]
I settori di attività economica che invece registrano la maggiore crescita - guarda caso - sono quelli della produzione di farmaci e preparati farmaceutici, con un bel +11,1%.[2]
Come sempre il settore droghe e vaccini tira alla grande, anche quando tutti gli altri sono in calo o in contrazione.

Pharma top ten
Le previsioni mondiali sulle vendite di farmaci vengono dettagliatamente descritte dai report di EvaluatePharma. L’ultimo è intitolato: «World Preview 2018, Outlook to 2024».
Oramai EvaluatePharma è diventato il leader del settore nell’analisi delle previsioni in ambito biotecnologico e farmaceutico.

Le vendite di farmaci su prescrizione nel 2024 raggiungeranno 1,2 trilioni di dollari (1.200 miliardi di $), con una crescita annua del 6%! Una crescita inarrestabile anno dopo anno è la conferma che l’uomo è sempre più ammalato e sempre più dipendente dall’industria chimica.
Nel dettaglio, il mercato globale sarà ancora guidato da «Humira» (Adalimumab) con 15 miliardi di $, il blockbuster della AbbVie, che manterrà il primo posto nella classifica di vendita dei farmaci.

Humira è un antitumorale che rientra nei sempre più famosi e diffusi anticorpo-monoclonali umani prodotti da colture cellulari. Ufficialmente sono proteine, ma questa definizione potrebbe erroneamente far pensare che si tratti di sostanze innocue e prive di effetti collaterali, cosa assolutamente falsa ovviamente: presentano, come ogni farmaco/vaccino effetti collaterali anche molto gravi.

Al secondo posto con ben 12,6 miliardi di $, il Keytruda (Pembrolisumab) della Merck, un antitumorale sempre della famiglia degli anticorpo-monoclonali.

Al terzo posto con 11,9 miliardi di $ c’è un farmaco che deriva da un medicinale che ha segnato tristemente la storia dell’umanità: il Revlimid (Lenalidomide) della Celgene, impiegato per i mielomi, è un agente immunomodulante derivato dal Talidomide.          

Al quarto posto con 11,2 miliardi di $ c’è Opdivo (Nimoluvid) della Bristol-Meyer Squibb, un antitumorale (anticorpo-monoclonale).

Eliquis (Apixaban) è un anticoagulante prodotto dalla Bristol-Meyer Squibb assieme alla Pfizer, che fatturerà 10,5 miliardi di $ nel 2024.

Al sesto posto Imbruvica (Ibrutinib) della AbbVie e Johnson&Johnson, per le leucemie da 9,5 miliardi di $.

Poi è la volta di Ibrance (Palbociclib) della Pfizer, un antitumorale per il carcinoma al seno che farà incassare 8,2 miliardi di $.

Con 8 miliardi tondi si piazza all’ottavo posto Dupixent (Dupilumab) della Sanofi, un altro anticorpo-monoclonale per la dermatite atopica nei bambini.

Al penultimo posto Eylea (Aflibercept) della Bayer, con 6,2 miliardi di $, un farmaco per la degenerazione maculare.

Infine all’ultimo posto con 6,4 miliardi di $ lo Stelara (Ustekinumab) della Johnson&Johnson, un immunosoppressore (anticorpo-monoclonali).

Tra i primi 10 medicinali blockbuster[3] figurano 6 antitumorali e ben 5 farmaci anticorpo-monoclonali.
Adesso forse il quadro sarà più chiaro e si potrà meglio comprendere il motivo per cui le industrie e i vari furbetti-in-camice-bianco si stanno buttando a capofitto - braccia e portafogli aperti - su questi nuovi prodotti: saranno il mercato del futuro, e il dottor Roberto Burioni ne sa qualcosa…
Nella top 10 delle vendite globali appena vista, il Dupixent della Sanofi secondo le previsioni crescerà dagli attuali 247 milioni di $ del 2017 a oltre 8 miliardi nel 2024, con un tasso di crescita incredibile che supera il 64%. Secondo gli analisti nei prossimi anni vi sarà uno stratosferico aumento dei problemi dermatologici nei bambini. Come mai? Forse perché le vaccinazioni pediatriche sono aumentate a dismisura?

[1] https://www.istat.it/it/files//2018/06/Produzione_industriale_Aprile2018.pdf
[2] Idem
[3] Blockbuster è un qualsiasi farmaco che supera il miliardo di dollari di fatturato in un anno.

Le aziende al top
La svizzera Novartis sarà la principale compagnia di farmaci da prescrizione nel 2024 in Italia con un fatturato di 53,2 miliardi di dollari, davanti a Pfizer e Roche, che sono in competizione per il secondo posto.
Con il termine Big Pharma s’intendono le prime dieci multinazionali della chimica e farmaceutica: Novartis, Pfizer, Roche, J&J, Sanofi, GSK, Merck, AbbVie, AstraZeneca e Bristol-Myers Squibb, in ordine decrescente per fatturato.
Qui sotto invece le prime 20 società farmaceutiche del mondo, il cui fatturato (solo per farmaci da prescrizione) supererà entro il 2024 la fantasmagorica cifra dei 1200 miliardi di dollari all’anno!

    Prescrizione farmaci in miliardi di $  
  Società  Anno 2017 Anno 2024 %
         
1 Novartis 41.9 53.2 + 3%
2 Pfizer 45.4 51.2 + 2%
3 Roche 41.7 50.6 + 3%
4 Johnson&Johnson 34.4 47.4 + 5%
5 Sanofi 34.1 44.2 + 4%
6 GlaxoSmithKline 28.7 38.4 + 4%
7 Merck & Co. 35.4 38.0 + 1%
8 AbbVie 27.7 37.2 + 4%
9 AstraZeneca 19.8 31.7 + 7%
10 Bristol-Myers Squibb 19.3 28.7 + 6%
11 Amgen 21.8 24.8 + 2%
12 Novo Nordisk 17.0 24.6 + 5%
13 Celgene 12.9 23.7 + 9%
14 Eli Lilly 18.5 22.2 + 3%
15 Bayer 17.7 19.7 + 2%
16 Gilead Science 25.7 19.0 - 4%
17 Boehringer Ingelheim 14.3 18.3 + 4%
18 Shire 14.4 17.7 + 3%
19 Takeda 13.3 17.0 + 4%
20 Allergan 14.9 16.8 + 2%
 
Totale Top 20 498.8 624.7 + 3%
Altre 290.0 578.8 + 10%
Totale 788.80 1203.5 + 6%

Aree terapeutiche
Il settore medico che trainerà nel prossimo futuro (dal 2017 al 2024) l’intera industria farmaceutica, con una crescita prevista del 12,2%, è ovviamente quello oncologico.
on è un caso infatti che tra i 10 farmaci più venduti al mondo visti prima, almeno 6 sono anti-tumorali. Quindi secondo le previsioni degli esperti il cancro continuerà ad estendersi come un incendio, il tutto per la gioia dei produttori di anticorpo-monoclonali e/o chemioterapici…
Il cancro è il business per eccellenza.
Le terapie oncologiche saranno il segmento dominante nel 2024 con vendite che superiori a 233 miliardi di dollari (solo di farmaci da prescrizione!).
Al secondo posto i medicinali per il diabete con un fatturato di 60 miliardi di dollari (un quarto rispetto al cancro), al terzo le terapie anti-reumatiche con 56 miliardi di $. I vaccini si attestano a oltre 44 miliardi.
Molto interessante è il dato che tra le prime 10 aree terapeutiche, quella con la maggior crescita in termini percentuali (in miliardi di dollari come detto è il cancro) riguarda i farmaci immunosoppressivi. Quindi sempre più persone nel mondo si ammaleranno di cancro e patologie autoimmunitarie…

    In miliardi di $  
  Area terapeutica  Anno 2017 Anno 2024 %
         
1 Oncologia 104.0 233.0 +12.2%
2 Anti-diabetici 46.1 59.5 + 3.7%
3 Anti-reumatici 55.7 56.7 + 0.2%
4 Vaccini 27.7 44.6 + 7.1%
5 Anti-virali 42.4 39.9 - 0.9%
6 Immunosoppressivi 13.7 38.1 +15.7%
7 Broncodilatatori 27.2 32.3 + 2.5%
8 Dermatologici 12.9 30.3 + 13%
9 Organi sensori 21.6 26.9 + 3.2%
10 Ipertensivi 23.0 24.4 + 0.8%

Cancer top ten
Come detto il cancro si consolida il business per eccellenza per le industrie. Ma quali industrie?
La Roche è stabilmente al primo posto con un fatturato che sfiora il 28 miliardi di dollari solamente per le terapie oncologiche.

    in miliardi di $  
  Società  Anno 2017 Anno 2024 %
         
1 Roche 27.45 27.82 +0.2%
2 Celgene 11.64 18.55 + 7%
3 Bristol-Myers Squibb 8.52 14.71 + 8%
4 Johnson&Johnson 6.15 14.30 + 13%
5 Pfizer 5.86 14.03 + 13%
6 AstraZeneca 4.02 13.73 + 19%
7 Merck & Co. 4.11 13.21 + 18%
8 Novartis 7.88 9.71 + 3%
9 AbbVie 3.09 8.47 + 15%
10 Astellas Pharma 2.84 5.83 + 11%

La crescita maggiore però riguarderà aziende come Merck e AstraZeneca che rispettivamente vedranno il loro fatturato lievitare del 18 e 19% nei prossimi anni.

Top ten vaccini
Vediamo a questo punto quali sono le lobbies che hanno maggior interesse nelle vaccinazioni di massa.

    in miliardi di $  
  Società  Anno 2017 Anno 2024 %
         
1 GlaxoSmithKline 6.65 10.74 + 7%
2 Merck & Co. 6.54 9.39 + 5%
3 Sanofi  5.76 8.13 + 5%
4 Pfizer   6.00 7.25 + 3%
5 Novavax - 2.65 -
6 Emergent Biosolutions 0.28 1.11 + 21%
7 CSL 0.83 1.06 + 4%
8 Inovio Pharmaceuticals - 0.67 -
9 Bavarian Nordic 0.08 0.54 + 84%
10 Mitsubishi Tanabe Pharma 0.40 0.50 + 3%

Sul podio ovviamente non poteva mancare la britannica GSK, che con oltre 10,7 miliardi gestisce il mercato globale delle iniezioni...

Top ten antivirali
Di interesse generale anche sapere chi guadagna maggiormente dalle malattie virali.

    in miliardi di $  
  Società  Anno 2017 Anno 2024 %
         
1 Gilead Sciences 6.65 10.74 + 7%
2 GlaxoSmithKline 6.54 9.39 + 5%
3 AbbVie 5.76 8.13 + 5%
4 Johnson&Johnson 6.00 7.25 + 3%
5 Sino Pharmaceutical - 2.65 -
6 Merck & Co. 0.28 1.11 + 21%
7 Bristol-Myers Squibb 0.83 1.06 + 4%
8 Aurindo Pharma - 0.67 -
9 Arbutus Biopharma 0.08 0.54 + 84%
10 Roche 0.40 0.50 + 3%

Al primo posto la Gilead Sciences con 10,74 miliardi, ma al secondo posto, come d’altronde era prevedibile, la Glaxo.

Conclusione
La conclusione è scontata anche perché le previsioni del rapporto «World Preview 2018, Outlook to 2024» non lasciano spazio a nessun dubbio: la salute dell’uomo andrà peggiorando nei prossimi anni. La crescita della vendita di farmaci passerà dagli attuali 800 miliardi di $ nel 2018 agli oltre 1.200 miliardi di dollari nel 2024. Le lobbies gongolano e brindano…
Ci ammaleremo sempre più di tumori e di patologie autoimmunitarie.

Per queste ultime, non solo il numero di persone ammalate è in costante crescita, ma anche il numero stesso delle malattie continua imperterrito ad aumentare. Oggi la medicina ortodossa ne conta 80 diverse[1], ma sicuramente superano il centinaio. E non passa giorno che non ne venga scoperta e/o inventata una…
Come mai una volta erano rare e ora interessano sempre più persone, bambini compresi?

Elenco di alcune patologie autoimmuni: Alopecia Areata, Anemia Perniciosa, Artrite Psoriasica, Artrite Reumatoide, Celiachia, Cirrosi delle vie biliari, Cistite Interstiziale, Colangite Sclerosante, Colite ulcerosa, Connettiviti, Crioglobulinemia, Dermatite Atopica, Dermatite Erpetiforme, Diabete di Tipo 1, Epatite Autoimmune, Eritema nodoso, Febbre Reumatica, Fibromialgia, Granulomatosi, Lichen Planus, Lichen Ruber Planus, Lichen Sclerosus, Lupus eritematoso sistemico, Malattie infiammatorie, Malattia di Behçet, Miastenia Gravis, Miastenia oculare, Morbo di Addison, Morbo di Crohn, Morbo di Graves – Basedow, Morbo di Kawasaki, Pemfigo, Polimialgia Reumatica, Psoriasi, Sarcoidosi, Sclerosi Multipla, Sclerodermia, Sindrome da Anticorpi Antifosfolipidi, Sindrome delle Gambe Senza Riposo,  Sindrome di Cushing, Sindrome di Guillain-Barrè, Sindrome di Ménière, Sindrome di Sjogren, Sindrome di Reiter, Spondilite Anchilosante, Tiroidite Autoimmune, Tiroidite di Hashimoto, Vasculite Vitiligine, ecc.

Qual è il motivo per cui di punto in bianco il Sistema Immunitario, cioè quel meccanismo perfetto che la Natura ha adottato e di cui ha dotato l’uomo per conoscere e interagire con l’ambiente esterno inizia ad attaccare il corpo, cioè inizia a distruggere se stesso? Com’è possibile?
Sarebbe interessante comprendere se la chimica in generale e nel dettaglio le nanoparticelle che respiriamo, beviamo, mangiamo e ci spalmiamo sulla pelle, come pure le vaccinazioni di massa giochino un ruolo attivo in tutto questo.

Se tutto ciò non bastasse, l’uomo oltre al cancro e alle malattie autoimmuni, sarà anche sempre più depresso e la colpa non è dell’inconscio ma della chimica. Questa volta ce lo dice il JAMA .
La scoperta recentissima dell’Università dell’Illinois è stata pubblicata nientepopodimenoché dal Journal of American Medical Association, la rivista ufficiale della casta dei camici bianchi americani.
La ricerca ha scoperto l’acqua calda: oltre 200 farmaci d’uso comune (inibitori di pompa protonica, anti-dolorifici, anti-ipertensivi, anti-concezionali, ecc.) possono indurre la depressione tra i consumatori.
Circa il 15% degli adulti che ha usato 3 o più farmaci contemporaneamente ha avuto casi depressivi durante l’assunzione. Tale percentuale cala al 9% per chi ne ha assunti due e al 7% per i consumatori che ne hanno usato soltanto uno. Stiamo parlando dei farmaci più prescritti al mondo, delle droghe usate ogni giorno da miliardi di persone.
Quindi i pochissimi fortunati a cui non verrà il cancro, sicuramente avranno a che fare con una malattia autoimmune o una bella depressione…
Ma non disperatevi perché la case farmaceutiche sono al lavoro per sfornare una molecola che curi la nuova depressione iatrogena.

[1] «Autoimmunità», Istituto Superiore di Sanità, www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/a/autoimmunita

Marcello Pamio

Il dottor Robert S. Mendelsohn è stato uno dei più grandi pediatri della storia americana e anche uno dei più critici e caustici nei confronti della sua stessa categoria lavorativa.
Medico intellettualmente onesto, ha sempre messo il benessere dei più piccoli dinnanzi a tutto.
Autore del meraviglioso saggio, che dovrebbe stare sopra il comodino di ogni genitore: «Bambini sani senza medicinali».

In oltre 30 anni di pratica e di insegnamento di pediatria Mendelsohn ha imparato che la stragrande maggioranza delle malattie infantili non richiede l’intervento del medico, e che le cure non necessarie possono fare più male che bene.
Il consiglio che dava ai genitori, basato sull’osservazione del comportamento di molti colleghi medici e sulla sua personale esperienza nel curare migliaia di bambini, era di evitare il più possibile l’intervento del pediatra.

Secondo lui almeno il 95% delle malattie a cui i bambini sono soggetti guariscono da sole senza richiedere intervento alcuno.
Non solo, ma almeno il 90% dei farmaci prescritti dai pediatri non sono necessari, anzi costituiscono un pesante rischio per il bambino che li assume. Tutti i farmaci sono tossici e quindi pericolosi di per sè.
Inoltre l’abuso nell’uso di farmaci in età infantile può indurre nel bambino la convinzione che esiste una pillola per ogni male, il che potrebbe portarlo in futuro a cercare soluzioni chimiche a qualsiasi problema, anche emotivo.

La sua carrellata prosegue avvertendo anche che il 90% degli interventi chirurgici eseguiti su bambini non è effettivamente necessario ma potrebbe esporli a gravi rischi per cause derivanti dall’intervento stesso.
Un altro argomento estremamente dibattuto e sollecitato da Mendelsohn è il bagaglio conoscitivo dei pediatri.

«La maggior parte dei pediatri non ha ricevuto che una lieve infarinatura sui principi fondamentali di nutrizione, di farmacologia, argomenti di vitale importanza cui nei corsi di specializzazione non si attribuisce sufficiente interesse. Così poi i pazienti subiscono le conseguenze di questa ignoranza, sui rapporti tra alimentazione e salute e sugli effetti collaterali dei farmaci prescritti».

Una volta il medico rimaneva legato per due, tre, perfino 4 generazioni alla stessa famiglia, e conosceva ciascun membro, con le sue attitudini, gli umori e le peculiarità. Li considerava esseri umani bisognosi di aiuto, non casi clinici da sottoporre a tutti quegli interventi tecnologici e farmacologici con cui, oggigiorno, i medici hanno sostituito l’attento esame clinico e il buon senso.
Il medico di famiglia conosceva alla perfezione l’anamnesi clinica dei suoi assistiti e spesso anche quella dei loro genitori e nonni.

«Oggi il pediatra tipo vede trenta, quaranta e anche cinquanta bambini in una giornata, non conosce vostro figlio come lo potete conoscere voi e spesso non ha né il tempo né la voglia di farlo.
Tecnologie, esami clinici, radiografie, farmaci nella maggioranza dei casi non valgono le cure sensate che voi, come genitori consapevoli potete fornire al vostro bimbo
.
«Il pediatra che avete scelto non potrà mai essere e non dovreste permettere che sia la principale autorità in caso di malattia del vostro bambino. Voi siete molto più qualificati del vostro medico a giudicare le condizioni fisiche dei vostri figli per il semplice motivo che li conoscete meglio, vivete insieme con loro e ne osservate l’aspetto e il comportamento, giorno dopo giorno, con attenzione e interesse».

Mendelsohn era convinto, a buona ragione, che si dovrebbe dare a Madre Natura il tempo sufficiente per agire, prima di esporre il bambino ai potenziali effetti collaterali, fisici ed emotivi delle cure che il medico potrebbe somministrargli. Il corpo umano ha in effetti una notevole capacità di autoguarigione (Vis Medicatrix Naturae), che nella maggior parte dei casi è superiore a qualsiasi cosa la scienza medica possa fare, ed è priva di effetti collaterali!
Il classico studente di medicina e il medico, sanno molto poco su come mantenere sano un bambino, semplicemente perché la loro preparazione accademica parte dal presupposto che chiunque si rechi nel loro studio ha bisogno di essere curato.

Ecco perché nel piano di studi di medicina c’è solo un esame curricolare di pediatria, per il quale si studiano per lo più malattie infantili che potevano essere significative molti decenni fa, quando vennero stilati i programmi, ma che sono oggigiorno virtualmente scomparse.
Lo studente riceve un sacco di informazioni prevenute sulle vaccinazioni, ma impara molto poco sulla farmacologia, a dispetto del fatto che, come medico praticante avvierà più bambini all’uso delle droghe di quanto possa fare il più zelante spacciatore della città...

Sempre nei corsi di medicina l’alimentazione non esiste. Non viene insegnato ai futuri medici che, spesso, l’alimentazione può rivelarsi l’elemento di maggiore importanza diagnostica e curativa.
Quindi i giovani medici iniziano la loro professione ignorando il fatto che le allergie alimentari costituiscono la causa prima di molti malesseri infantili e che una nutrizione appropriata è il fondamento della salute. Questa loro ignoranza li induce ad utilizzare solo farmaci per curare disturbi che potrebbero risolversi con un semplice cambiamento nella dieta.
Per non parlare dell’allattamento. Quello che i dottorini imparano sulla più efficace protezione a lungo termine che un neonato possa ricevere contro ogni malattia, lo apprendono, generalmente da medici di sesso maschile, che per ovvi motivi, hanno scarso interesse o esperienza in questa vitale funzione.

«Forse perché ho fatto il pediatra per molto tempo, sono convinto che per assolvere questo compito non sia necessario uno specialista. La maggior parte delle malattie infantili possono venire adeguatamente curate in casa da genitori amorevoli e soprattutto informati».

Mendelsohn amava ricordare ai genitori che ogni qualvolta si sottopone a cure mediche un bambino che non ne ha realmente bisogno, lo si espone ad un grave rischio: «chiamare il medico quando vostro figlio sta male, dovrebbe essere l’ultima risorsa, non la prima».
Qual è nel concreto tale rischio? «Quando portate vostro figlio dal pediatra, dopo una visita troppo spesso superficiale, il medico prescrive esami, radiografie, fa una diagnosi e stabilisce una linea di intervento che spesso richiede l’utilizzo di farmaci».

«Tra i medici come categoria, penso che il pediatra sia l’esemplare più pericoloso, proprio perché sembrerebbe il più benevolo. L’immagine del pediatra è il più delle volte quella di un uomo sorridente, gentile e professionale che elargisce ai vostri piccoli, palloncini e lecca-lecca insieme alle prescrizioni mediche.
Secondo la mia esperienza, la fiducia nei pediatria è spesso mal riposta. Il loro comportamento affabile che ispira fiducia è volto semplicemente a mascherare gli elementi della pratica pediatrica che spaventano il bambino».

E’ il pediatra che induce fin dalla nascita quella dipendenza dalle cure mediche che si protrarrà per tutta la vita; è il pediatra tra tutti gli specialisti quello che con minor probabilità informerà i genitori dei possibili effetti collaterali dei farmaci che prescrive.
Infine è il pediatra, che essendo così abituato a vedere i pazienti non realmente malati, spesso non riconosce chi invece lo è.

«Nonostante l’evidenza degli effetti nefasti delle cure pediatriche, perdura l’idea che i nostri bambini siano curati meglio perché abbiamo una grande abbondanza di pediatri. È un’opinione errata per due motivi: le statistiche americane sulla mortalità infantile rivelano per esempio che i bambini americani sono meno sani di quelli di altri paesi sviluppati che vantano un minor numero di pediatri, e sono addirittura meno sani dei bimbi di alcuni paesi sottosviluppati. Il secondo motivo è che la ragione di questa minor salute potrebbe risiedere proprio nell’eccesso di pediatri».

Il dottor Robert Mendelsohn non aveva peli sulla lingua e soprattutto non aveva molti dubbi sul modo migliore di crescere un bambino in buona salute: basta tenerlo lontano dai medici!
Ebbene sono passati trent’anni dalla morte del grande pediatra, avvenuta nel 1988, e quest’anno sembra che la Vita stia realizzando la sua profezia: «i pediatri sono sempre meno»!

A lanciare l’allarme sono la FIMP e la SIP, rispettivamente la Federazione italiana dei medici pediatri e la Società dei medici pediatri.
In pratica i «dottori dei piccoli» stanno sparendo!

Secondo l’Assomed dell’Adnkronos nel prossimo quinquennio (2018-2022) usciranno dal SSN per pensionamento circa 30 mila medici ospedalieri, cui si devono aggiungere 5000 specialisti.

Le specialità maggiormente carenti saranno pediatria, ginecologia, medicina interna, cardiologia e ortopedia. Per la sezione dei pediatri, nel 2014-2023 andranno in pensione 5189 medici, si faranno contratti di formazione per 2900 specialisti e dunque mancheranno all’appello circa 2289 pediatri.
Per il direttore della SIP, Alberto Villani «la situazione è ormai drammatica» e invita tutti ad una profonda riflessione: «cosa vogliamo per i nostri figli e i nostri nipoti?».
La risposta alla sua riflessione è semplicissima: vogliamo bambini più sani!

La conclusione è un po’ meno scontata, ma dopo quanto scritto, se dovesse aver ragione Mendelsohn, la qualità della vita migliorerà col diminuire degli specialisti.
Visto che un pediatra può avere un massimo di 800 assistiti, più le deroghe (10 % di neonati, i portatori di patologie croniche sopra i 14 anni e gli immigrati minorenni senza genitori), per cui il massimale si colloca attorno a 1000 pazienti ogni medico. Se nei prossimi anni mancheranno 2.289 pediatri, vuol dire che vi saranno oltre due milioni di bambini/ragazzi più sani…


Marcello Pamio

Le pressioni sul nuovo governo hanno iniziato a manifestarsi ancor prima della fiducia e dell’insediamento ufficiale. Era logico, stiamo parlando del primo governo della storia privo di pregiudicati e/o indagati. Per cui i «populisti» - così vengono definiti in tono dispregiativo dai servili media - devono essere messi in riga, e prima lo si fa meglio è. Non si sa mai, potrebbero fare brutte sorprese al Sistema e dare l’esempio a qualche altro governicchio votato dal popolo...
I giornali, o per meglio dire quei «bordelli di pensiero» come li ha magistralmente definiti il grandissimo Giorgio Gaber nella canzone «C’è un’aria», sono sempre attentissimi a spulciare i curriculum e a spaccare il capello in quattro quando si tratta dei «nemici», ma stranamente non perdono tempo a investigare quando al governo vanno gli amici o gli amichetti...
Il nuovo ministro della sanità, con il carico da novanta che la liceale gli ha lasciato sul groppone, si troverà ad affrontare sfide importanti, come la metastatizzazione di un sistema medico oramai fagocitato dalle industrie e in pieno stadio terminale, e questo non solo per colpa di burocrazie da ancien régime. Poi sta ancora girando la bollente patata vaccinale.
A tal proposito il Sistema si è messo subito in allarme. Se la marionetta Lorenzin non ha mai creato problemi e intoppi al ruolino di marcia, l’attuale ministro in quanto medico, potrebbe anche mettere qualche piccolo bastone tra le ruote. Usiamo il condizionale perché le dichiarazioni ultime della dottoressa Grillo lasciano spazio a molti dubbi sulla sua volontà di togliere o lasciare l’obbligatorietà. 
Qualcuno parla di tornare ai 4 vaccini che c’erano prima della 119/2017; di togliere solo l’espulsione dai nidi e materne per i bambini tra 0 e 6 anni. Ma il punto cruciale è che di mezzo c’è una legge incostituzionale, classista e pericolosa.
Hanno scomodato subito il dottor Alberto Villani, presidente della SIP, la Società Italiana di Pediatria, il quale ha dichiarato che l’obbligo vaccinale «è stato un successo, i dati di fatto dicono che in pochi mesi siamo passati da tassi di copertura assolutamente non soddisfacenti a una situazione buona».
Quindi applausi scroscianti per la diplomata Lorenzin.
La conclusione del Villani di turno sembra più che altro un avvertimento al neo ministro: «al momento l’obbligo non va abolito». Chiaro dottoressa Grillo? 
Poco importa all’illustrissimo pediatra che prima della presentazione dello scandaloso decreto, convertito nella tristemente legge 119/2017, non vi era nessuna emergenza sanitaria. 
Poco importa che passare da 4 vaccini a 10 più altri fortemente consigliati, non sia un regalo ai bambini o alla salute pubblica, ma un dono alle industrie chimiche che sfornano farmaci e vaccini e guadagnano con le malattie.
Poco importa sapere dell’esistenza dei cosiddetti «no-responder», cioè di una percentuale importante di persone (neonati inclusi) che nonostante i vaccini non hanno alcuna immunizzazione. 
Come può il brizzolato scienziato boriosamente riempirsi la bocca con la copertura vaccinale dando per scontato l’uguaglianza vaccini=immunità? Hanno per caso fatto dosare nel sangue dei vaccinati i titoli anticorpali delle malattie alle quali sono stati immunizzati? Ovviamente no, perché gli esiti sarebbero così devastanti che farebbero crollare miseramente il castello di bugiardini che hanno innalzato. Per fortuna a colmare questo vuoto ci ha pensato l’associazione Corvelva con una iniziativa molto interessante, chi è interessato può andare nel sito o nei canali Facebook ufficiali. 
La realtà è semplice e facilmente dimostrabile: moltissimi bambini regolarmente vaccinati sono completamente scoperti da immunità. Quindi qual è il senso di inoculare veleni (rischiando seri effetti collaterali e complicanze) se poi questi non servono a proteggere dalle malattie?
Infine poco importa al direttore della SIP che la sua società abbia ricevuto nel 2016 circa 64.000 € da GSK, Sanofi e Pfizer, di cui soltanto dalla GSK (il primo produttore di vaccini al mondo) ha incassato la modica cifra di 26.840 €. 
Anche la stessa GlaxoSmithKline ha preso posizione e di solito lo fa minacciando molto velatamente...
Per capire il quadro è necessario un piccolo salto indietro facendo un riassunto cronistorico…

GSK & multe
Senza andare troppo in là con gli anni partiamo dal 2010.
Ad ottobre 2010 il Dipartimento di Giustizia americano annuncia che la GSK dovrà pagare una multa di 150 milioni di dollari, più 650 milioni di risarcimenti civili.
Dopo due anni, nel luglio 2012 viene condannata per frode negli States e costretta a pagare una multa stratosferica: 3 miliardi di dollari.
A luglio 2013 stessa sorte tocca in Cina, questa volta con ammonimenti e pesante multa.
A febbraio 2014 viene fondato il GHSA (Global Health Security Agenda), l’Agenda globale che si occupa di «far avanzare un mondo sicuro e protetto dalle minacce delle malattie infettive». 
Nel giugno del 2014 il G7 lo approva e lo riconosce ufficialmente.
Serviva una nuova spinta, una nuova linfa vitale che facesse ripartire con molto più vigore le campagne vaccinali planetarie. Serviva quindi una vera e propria Agenzia globale dei vaccini!
Il gruppo infatti impone le direttive sulle linee guida vaccinali a livello mondiale. 
Esattamente quello che è avvenuto il 29 settembre 2014 quando la Lorenzin e il direttore dell’AIFA Sergio Pecorelli andarono a Washington, per poi portare a casa l’imprimatur come prima nazione al mondo a dirigere le linee guida vaccinali per 5 anni, dal 2014 al 2019.
Qualche mese prima, nell’aprile 2014 avvenne un valzer miliardario molto interessante: la svizzera Novartis comprò per 16 miliardi la divisione oncologia della GSK, cedendo però per 7 miliardi di euro al mostro britannico tutto il settore vaccini.
A giugno 2015 viene presentato il piano vaccinale 2016-2018 e accidentalmente esplodono i casi di meningite in Toscana (regione sempre casuale).
Dicembre 2015 il colosso britannico denuncia (ecco la prima minaccia) di voler chiudere la società veronese e licenziare oltre 300 ricercatori, poi magicamente il 13 aprile 2016 dichiara di voler investire 1 miliardo in Toscana, casualmente dove si sfornano i vaccini. 
Cos’è successo in pochi mesi? Cosa i governanti italiani hanno promesso alla lobbies?
Il resto è una triste storia, che tende a ripetersi...
Veniamo al 6 giugno 2018 perché i dirigenti Glaxo incontrano gli assessori della Regione veneta avvertendo di nuovi licenziamenti («Fondamentale mantenere i livelli occupazionali»). 
Questa volta sarebbero 250 i posti dei ricercatori a rischio. 
Per caso stanno ripetendo la medesima minaccia fatta al governo 3 anni fa? 
E’ abbastanza chiaro ministro? I vaccini non si toccano, altrimenti….

Marcello Pamio - 12 giugno 2018

Si chiama «campo estivo di Google», o più semplicemente «The Camp», ma attenzione: non è un grest per bambini, ma per “piccoli” miliardari, alti dirigenti web, attori, cantanti e premi Nobel.
Con trombette e cotillon si sono riuniti per tre giorni dal 5 al 7 agosto 2016 in Sicilia nel lussuoso albergo Verdura Golf & Spa Resort. Riservatezza totale per gli oltre trecento illustri ospiti che atterrati all’aeroporto di Palermo con jet privati sono stati poi trasferiti in elicottero nella suddetta struttura. 
Tra i partecipanti: CEO di grandi imprese della rete come eBay, Uber, Google, SpaceX, Tesla, rappresentanti del mondo della finanza, cantanti, attori e diversi giornalisti. Tra gli ospiti italiani Jovanotti, Lapo Elkann (onnipresente al Club Bilderberg), l’amministratore di Vodafone Vittorio Colao (presente anche lui a giugno 2018 al meeting del Club Bilderberg di Torino) e l’imprenditore turistico pugliese Aldo Melpignano.
Ufficialmente lo scopo dell’incontro era: scambiarsi idee su argomenti di scienza, tecnologia, affari, arti e cultura. Temi che andavano dall’allungamento della vita umana, alla progettazione delle città del futuro. 
Naturalmente oltre a simili argomenti impegnativi, nel pomeriggio gli invitati potevano divertirsi con intrattenimenti e sport come vela, flyboard, quadski, paddleboard, golf, bici e molto altro ancora. 
Anche in questi incontri, esattamente come in quelli del Club Bilderberg, è vietatissimo registrare audio e video, per cui nessuno sa con esattezza cosa si siano detti in quei giorni. 
Qualcosa ha fatto trapelare, seppur in maniera inconsapevole, Jovanotti…
Ed in effetti il quadro generale sta prendendo forma, proprio grazie alle esternazioni del cantante.
Nell’ultimo periodo, tra inviti e dichiarazioni molto ambigue, Jovanotti dimostra di essere stato cooptato da un certo tipo di Sistema...

Firenze, 3 giugno 2015
Ospite d’onore all’Università dell’ateneo toscano, Jovanotti si è lasciato sfuggire alcune frasi molto intriganti.
Ecco le esatte parole: «…Ad un summit segret…ehm…privato, molto molto esclusivo. Non posso parlare liberamente perché era un incontro “off the record”, ovvero era un incontro a porte chiuse, senza nemmeno la connessione internet. Di fatto è stato molto interessante, c’erano premi Nobel, amministratori delegati di multinazionali, aziende farmaceutiche, tecnologiche, ingegneri, attivisti dei diritti umani, femministe, c’era perfino il capo della Banca mondiale, ma nessun politico. Non c’era un politico.
Perché non c’erano i politici? Io l’ho domandata questa cosa: perché non servono!
In questo ambito la politica non è importante». 
Il summit segreto a cui si riferisce Jovanotti è ovviamente “The Camp” del colosso Google.
Dopo questo incontro ancora più inquietanti sono le sue affermazioni durante un concerto.

Bologna, 14 aprile 2018
Al mega concerto di Bologna, Jovanotti fa comprendere chiaramente che, da giovane ribelle e contestatore quale era, si è trasformato in uno dei tanti megafoni ufficiali del Sistema. 
Sul palco il 14 aprile (in un periodo molto caldo dal punto di vista politico) le sue affermazioni su vaccini e Fake News sono molto tristi e inequivocabili. 
(video di 36 secondi https://www.youtube.com/watch?v=PUCEdwf30ok ).
Ecco le sue parole: «Io posso fare una ricerca su internet ma c’è gente che ha dedicato la vita allo studio delle malattie, allo studio delle cure. Queste persone che hanno passato la vita allo studio della medicina, che è faticoso, io non credo che siano lì per fregare il prossimo...si fanno le ricerche su internet ma poi ci si affida a chi ne sa di più».
Questo profondissimo discorso era corredato da immagini gigantesche proiettate sul megaschermo!
La domanda sorge spontanea: come mai Jovanotti, durante un suo concerto prende una posizione così schierata? Posizione che ovviamente va contro la sua stessa natura?

Jovanotti e la strana afonia
Come diceva il grande Carl Gustav Jung: «Tutto quello che non portiamo in coscienza ci ritorna».
E sembra proprio che a Jovanotti stia ritornando indietro qualcosa.
Attenzione alle date…
Il 14 aprile il cantante fa quel tristissimo spot sui vaccini a Bologna e … dopo più o meno un giorno gli viene un misterioso edema alle corde vocali che causa il rinvio della data successiva del 16 aprile.
Molto interessante come coincidenza, vero? Cos’è successo? Come mai una laringite, che indica «spavento»? Per quale motivo è «rimasto senza parole»? 
Non ci è dato sapere se nei giorni successivi al concerto egli ha avuto anche una leggera bronchite, perché se ciò fosse avvenuto, sarebbe la prova che il cantautore prima di essere stato spaventato ha subito - in maniera più o meno velata - una minaccia…
La laringe si attiva con lo spavento, mentre i bronchi si attivano con la minaccia.
Secondo le straordinarie «Leggi Biologiche» l’edema delle corde vocali con conseguente afonia è un processo infiammatorio che va a «riparare» una situazione nella quale si è provato uno spavento...qualcosa che ha «lasciato senza parole». Il sentito biologico (che precede lo stato coscienziale) è esattamente questo: un sussulto che attiva l’epitelio della laringe per permettere di «tirare dentro più aria per poi gridare più forte». 
Quando arriva lo spavento la persona si sente ammutolita, senza parole, senza fiato. 
E basta una semplice telefonata per innescare il tutto…
Poi finalmente con il concerto si rimuove l’origine dello spavento, cioè quello che è stato imposto e/o minacciato, e la laringe va in «riparazione» creando edema e lasciando «senza parole» (esattamente la sensazione provata al momento del trauma).
Jovanotti stesso ha pubblicamente affermato che è la prima volta in assoluto che gli capita qualcosa del genere in carriera, forse perché è la prima volta che viene minacciato e obbligato a dire alcune cose?
Come venire fuori da questa soluzione? 
Semplice: se Jovanotti è stato cooptato da un certo tipo di Sistema e questo gli sta imponendo qualcosa che crea conflitti, mettendo così a repentaglio la sua voce, non gli rimane altro che una terapia biologica e sensata: urlare al mondo quello che sta succedendo, esternando il vissuto, e facendo capire ai fans che non è stato comprato del tutto…