Vai al contenuto


Marcello Pamio

Nel Medioevo gli alchimisti erano alla perenne ricerca della «pietra filosofale», cioè di quella sostanza catalizzatrice capace di risanare la materia per poter giungere all’immortalità e trasformare i vili metalli in pregiato oro.
Oggi Bill Gates fa la supercazzola a Paracelso, perché il patron della Microsoft è andato oltre l’alchimia: è riuscito infatti a trasformare la merda in oro!
All’inizio di novembre 2018 è volato a Pechino, alla fiera di tre giorni chiamata «Reinveted Toilet Expo», per parlare di acqua potabile ricavata da feci e urine umane.

Molto interessante è scoprire che il miliardario oltre a lavorare alacremente per vaccinare miliardi di persone all’interno del progetto di depopolazione, s’interessa di cacca!
All’«Expo cinese dei cessi» ha infatti presentato «Omniprocessor»: il suo water, capace di purificare l’acqua e fertilizzare i campi con le deiezioni umane.
La «Fondazione Bill & Melissa Gates» ha investito la modica cifra di 200 milioni di dollari per sette anni di lavoro per sfornare un bel cesso fotovoltaico, che non necessita di allacciamento fognario né tanto meno di acqua. Viene appunto alimentato da un solo pannello solare ed è in grado di trasformare le feci in acqua pulita e fertilizzanti solidi!

Ecco come funziona: feci e urine vengono stipate in un contenitore sotto il pavimento e un pannello fotovoltaico attiva un reattore biochimico che purifica i rifiuti attraverso degli elettrodi.
Una reazione elettrochimica scompone le deiezioni nei vari componenti, separando l’idrogeno, la componente fertilizzante e l’acqua, resa pulita. Un altro meccanismo immagazzina l’idrogeno come energia nelle celle a combustibile. Il fertilizzante viene raccolto per scopi agricoli e l’acqua finisce in un serbatoio per essere riutilizzata, cioè bevuta, dice lui.
Bill Gates alla fiera ha parlato brandendo un bel vasetto ripieno di escrementi.
Tranquilli non le ha mangiate in pubblico, le ha semplicemente usate a scopo educativo, per spiegare agli attoniti spettatori che quella piccola quantità di feci potrebbe «contenere fino a 200 trilioni di cellule di rotavirus, 20 miliardi di batteri di Shigella e 100mila uova di vermi parassiti».

Come sempre le (ossimoriche) promesse sono quelle di cambiare in meglio il mondo, di risolvere il problema dei servizi sanitari, ridurre la mortalità per scarsa igiene….
Viene sinceramente un po’ da ridere, sapendo che quelle parole escono dalla bocca di chi da decenni propugna le teorie del cambiamento climatico (la cui causa primaria sono le attività del “cancro” chiamato uomo), della sovrappopolazione mondiale e di come il numero delle persone dovrebbe essere ridotto drasticamente. D’altronde le sue parole non lasciano spazio a molti dubbi: «Il mondo oggi ospita 6,8 miliardi di abitanti, e tale cifra sta crescendo speditamente verso i 9 miliardi. Ora, se davvero facessimo uno splendido lavoro in relazione a nuovi vaccini, sanità e servizi sanitari orientati alla riproduzione (aborti s’intende), noi potremo probabilmente ridurre quest’ultimo numero di una percentuale valutabile intorno al 15[1]

Ora con un cesso solare, Bill Gates vorrebbe farci credere di voler ridurre la mortalità per infezioni (sarebbero infatti oltre 500 mila bambini che ogni anno ne muoiono).


Ma per fortuna oggi esiste il «solar water»: lo metti dove vuoi perché non necessità di scarichi fognari. Ti siedi comodamente sopra, caghi, urini e poi se hai sete ti abbeveri.
Ovviamente se ti scappa di sera, bisogna stringere le chiappe almeno fino a mattina, perché il pannello funziona col sole…

Nessun genio ha calcolato che se una persona beve poco, esattamente come quel miliardo di sfortunati che non hanno accesso nemmeno all’acqua, urinerà anche poco, e quindi non potrà bere la sua urina depurata.
La realtà dei fatti è che per risolvere il problema alla radice non servono vaccini e nemmeno bidet futuristici, ma è necessario permettere alle popolazioni di estrarre acqua pulita dal sottosuolo, autoprodursi cibo sano e sfruttare le risorse che possiedono.
Miliardi di persone muoiono ogni anno infatti per serie carenze nutrizionali e per la mancanza di acqua corrente!
Tutto viene scientemente mantenuto in tale stato, perché non fa comodo a nessuno liberare quelle popolazioni dalle schiavitù economiche, finanziarie e dittatoriali. Tantomeno ai falsi profeti della filantropia.

Se le popolazioni africane riuscissero a scrollarsi di dosso le colonizzazioni e le dittature eterodirette dall’Occidente (francesi, olandesi, inglesi, americani, ecc.), che li stanno spolpando e violentando da secoli, il continente nero diventerebbe la potenza economica numero uno al mondo!
La terra sotto i loro magri e neri piedi è pregna di oro, diamanti, uranio, gas, acqua, minerali come il coltan, ecc. Esattamente tutto il bendidio che serve al benessere e alla tecnologia dell’obeso e ingordo bianco occidentale…
Quindi Bill Gates non potendo fare soldi vendendo pozzi per l’acqua o sistemi per l’irrigazione e la coltivazione dei terreni, si è inventato il water per meglio schiavizzare le popolazioni, dando loro una tecnologia alla quale non possono certamente accedere. Cosa faranno infatti i negretti quando l’elettronica, sotto il loro culo, si romperà? O quando il pannello solare non funzionerà bene o sarà da sostituire? Andranno direttamente Bill e la mogliettina Melinda con il kit del piccolo elettricista?
Faranno corsi di aggiornamento on-line per quelli che nelle capanne di fango del Mali hanno un accesso a internet con Skype? Per non parlare dell’inquinamento provocato da milioni di cessi che finiranno buttati per la strada.

Ma chissenefrega, basta fare soldi, mantenendo la schiavitù...
E di soldi ce ne sono tanti che girano. Gates ha infatti spiegato che i servizi igienici reinventati, in piccoli volumi, potrebbero costare fino a 10.000 dollari, ma ha aggiunto che il prezzo si abbasserà rapidamente.
Più crescerà la domanda meno costerà, e quando i costi diminuiranno, potrà diventare accessibile alle singole famiglie a un prezzo finale che si aggirerà sui 500 dollari!
Capito? Centinaia di milioni di cessi da 500/1000 $ acquistati cadauno, magari da qualche organizzazione sovranazionale caritatevole e/o umanitaria (unicef, fao, ecc.) per gli sfortunati del mondo.
Chi ha detto che con la merda non si possono fare i soldi?

 

Note:

[1] Intervento di Bill Gates a TED nel febbraio del 2010


Marcello Pamio

Secondo il CDCCenter for Disease Control and Prevention») di Atlanta i tassi di suicidio negli Stati Uniti sono aumentati di (media) quasi il 30% dal 1999 e le condizioni di salute mentale sono uno dei fattori che contribuiscono al suicidio.
Nel periodo di controllo, dal 1999 al 2016, i tassi di suicidio sono aumentati in maniera significativa in 44 stati, 25 dei quali hanno registrato aumenti ben superiori al 30%.
Va precisato che nel 2015 di oltre la metà dei deceduti (54%) in 27 stati non era nota la condizione di salute mentale, quindi i dati sono incompleti.
Nel 2016 si sono suicidate negli Stati Uniti circa 45.000 persone di età superiore ai 10 anni.
In generale i suicidi sono aumentati tra le persone di tutte le fasce di età (<75 anni), con gli adulti tra i 45 e i 64 anni con il più alto tasso in assoluto.

Attualmente il suicidio è diventata la decima causa di morte e una delle tre cause principali in costante aumento!
Vanno anche tenute in considerazione le percentuali di visite di emergenza per autolesionismo non fatale, cioè i ricoveri di quelle persone che hanno provato ad uccidersi senza riuscirci.
L’autolesionismo è aumentato del 42% dal 2001 al 2016.
Il costo sociale tra suicidi e autolesioni negli States ammonta a circa 70 miliardi di dollari all’anno, in termini di costi diretti per la perdita di lavoro e di malattia.

Droghe che hanno causato la morte...
Tra le sostanze che il CDC ha riscontrato come causa principale della morte vi sono: oppioidi 944 (31,4%), antidepressivi 800 (26,6%), benzodiazepine 624 (20,8%), antipsicotici 219 (7,3%) e altro.
Nelle persone suicide sono state rilevate una o più sostanze chimiche nel sangue, ma queste non sono state considerate la causa della morte: alcol - su 10950 persone testate positive 4442 (40,6%); oppioidi - su 8554 testati positivi 2279 (26,6%); benzodiazepine - su 8124 persone positivi 2464 (30,3%), cocaina - su 7978 persone 499 positive (6,3%); anfetamine - su 7615 persone 736 positive (9,7%); marijuana - su 6569 persone 1471 positive (22,4%) e infine antidepressivi testati su 5425 positivi 2214 pari al 40,8%.
Questa è la conferma che droghe illegali e droghe legali giocano un ruolo importante nel fenomeno.

Suicidi e periodo storico
Le statistiche dei suicidi, secondo il New York Times, sono inquietanti e il numero aumenta o cala a seconda del periodo e della situazione economica e sociale.
«I tassi di suicidio sono aumentati e calati rispetto alla storia del paese o tendono a raggiungere picchi nei momenti difficili. Nel 1932, durante la Grande Depressione, il tasso era di 22 per 100.000, tra i più alti nella storia moderna»[1].
Quindi durante uno dei periodi più bui dal punto di vista economico della storia americana ben 22 persone su centomila si sono tolte la vita.  Oggi però non siamo certo messi meglio, visto che il tasso odierno - sempre secondo il CDC - è giunto a quota 15,6 per 100.000 abitanti.

Suicidi tra i militari
Un dato molto interessante, che apparentemente sembra uscire dal discorso, sono i suicidi tra i soldati.
I suicidi sono aumentati di oltre il 150% nell’esercito e più del 50% nel solo corpo dei marines, tra il 2001 al 2009, come segnalato nel Military Times.
I grafici riportati dal giornale militare, sugli aumenti dei suicidi e sulle prescrizioni di farmaci[2] sono praticamente sovrapponibili.


Nel 2010, almeno 1 su 6 dei militari in servizio assumeva una sostanza psicoattiva e «molti di loro ne stanno assumendone più di un tipo, mescolando diverse pillole in cocktail giornalieri, per esempio un antidepressivo con un antipsicotico per prevenire incubi, più un anti-epilettico per ridurre il mal di testa» afferma sempre Military Times.
L’89% dei soldati con Disturbo da Stress Post-Traumatico (PTSD) assume al momento farmaci psicoattivi e tra il 2005 e il 2009 la metà di tutte le prescrizioni di farmaci per militari tra i 18 e i 34 anni sono state di antidepressivi. Nel 2008 sono state prescritte 578.000 pillole per l’epilessia e 89.000 antipsicotici a militari in servizio.
Con una mole così impressionante di psicofarmaci, c’è da stupirsi dell’aumento dei suicidi in mimetica?
L’esempio dei militari calza a pennello con il tema del presente articolo, perché se non si tiene in seria considerazione la psichiatrizzazione delle masse, non sarà possibile effettuare un’analisi oggettiva e seria del fenomeno «suicidi».

Abuso di psicofarmaci
Ecco perché l’aumento dei suicidi va di pari passo con l’aumento delle prescrizioni di psicofarmaci.
Per esempio tra il 1999 e 2013 le prescrizioni di psicofarmaci sono duplicate negli Usa, e la tendenza europea è analoga. Oggi possiamo affermare che si muore di più per overdose da farmaci psichiatrici che non per eroina.[3]
«L’Italia è la quarta in Europa seconda l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, per la spesa relativa all’acquisto di psicofarmaci e sempre secondo l’Aifa sono 12 milioni gli italiani che assumono psicofarmaci» dichiara Roberta Milanese, ricercatore associato del Centro di Terapia Strategica di Arezzo e docente della Scuola di specializzazione in Psicologia Breve Strategica.[4]

Stiamo parlando di un mercato da oltre 3 miliardi di euro all’anno. Stiamo parlando degli psicofarmaci: la maggior fonte di entrata per le case farmaceutiche! 
Nel mondo, sempre per queste droghe legalizzate si spendono oltre 900 miliardi di dollari l’anno: metà negli Usa, un quarto in Europa e un quarto nel resto del mondo.
Un altro dato, che però non rientrando nei «suicidi» il CDC ce lo farà notare, sono il mezzo milione di persone sopra i 65 anni che muore ogni anno negli Stati Uniti a causa degli psicofarmaci!

Depressione come se piovesse
Nel 2015 oltre 350 milioni di persone nel mondo sono state diagnosticate depresse, di cui 4,5 milioni solo in Italia. Va precisato che quasi tutti questi pazienti verranno drogati con farmaci psicoattivi.
«In Europa tra 2005 e 2012 l’uso di antidepressivi per bambini e adolescenti è aumentato del 40% nonostante siano stati ritenuti inefficaci e pericolosi» continua la d.ssa Roberta Milanese.
Questo è un problema gravissimo perché stando ad un’analisi pubblicata nel 2016 dal British Medical Journal il rischio suicidio raddoppia nei bambini e adolescenti che assumono antidepressivi.[5]
In Italia nel 2016, secondo dati del Ministero della Salute, il consumo di psicofarmaci è stato, in tutte le Regioni, superiore a quello degli anni peggiori della crisi economica, 2009 compreso.
E’ superiore anche ai dati del 2012-2013, altri anni molto difficili per l’economia italiana.[6]

Conclusione
Il report ufficiale del CDC mette in luce un problema serissimo: sempre più persone ogni anno decidono di farla finita.
Le vere motivazioni non le sapremo mai, anche perché dal punto di vista psicologico, emotivo e/o mentale, nessuno potrà mai sapere quello che sta vivendo interiormente una persona.
Ma quello che può spingere una persona a farlo è abbastanza chiaro…

La cosa certa è che se si arriva a compiere il gesto più allucinante che si possa solo pensare nei confronti della Vita e della sua sacralità, qualcosa è uscito dai binari.
Le attuali condizioni sociali, per non dire politiche, religiose ed economiche non giustificano un simile fenomeno. E’ pur vero che abbiamo perduto molti punti di riferimento, che non esiste quasi più la famiglia, ecc. ma non possiamo paragonare il periodo odierno con la miseria più nera vissuta nella Grande Depressione per fare solo un esempio.

Quindi qualcosa non torna. Non tornano infatti i dati ufficiali sulle malattie mentali.
Qualcuno mente sapendo di mentire. Dalle prescrizioni di droghe, sembra infatti che il mondo intero sia diventato pazzo.
Sempre più persone risultano depresse o sono gli psichiatri ad avere qualche serio problema?
Personalmente propendo per la seconda ipotesi, nella quale la psichiatria ha una responsabilità enorme.
Sempre più studi confermano il nesso causale tra farmaci psicotropi e violenza in generale.

Esiste un chiarissimo legame tra l’aumento di atti di violenza (omicidi e suicidi) e l’aumento di farmaci psicotropi!
Non è un caso che gli avvisi pubblicati da ben 27 agenzie del farmaco a livello internazionale colleghino l’uso di farmaci psicotropi con effetti collaterali di violenza, mania, psicosi, ideazione omicida. Altre 49 di queste parlano chiaramente di autolesionismo o suicidio / ideazione suicida.[7]

Nonostante tutte queste informazioni siano di ordine pubblico, medici e soprattutto psichiatri continuano a prescrivere farmaci psicotropi, i cui effetti sulla psiche non sono prevedibili, a milioni di persone che non hanno nessun disturbo serio. Persone che stanno vivendo un disagio passeggero, ma che non ha nulla a che vedere con la depressione maggiore; a persone semplicemente intossicate nel corpo, ecc.


Su milioni di persone drogate dalla psichiatria quante possono sviluppare quello che viene riportato perfino nel «black-box» del foglietto illustrativo, alla voce: «idee suicidarie»?
E infine quante delle persone che ogni anno arrivano a suicidarsi, lo avrebbero fatto se non fossero state in preda agli effetti (secondari e primari) dei farmaci psicoattivi?

 

Per maggiori informazioni

«USA, il tasso di suicidio aumenta vertiginosamente», http://www.renovatio21.com/usa-il-tasso-di-suicidio-aumenta-vertiginosamente/

[1] «Defying Prevention Efforts, Suicide Rates Are Climbing Across the Nation», https://www.nytimes.com/2018/06/07/health/suicide-rates-kate-spade.html

[2] «Boom di suicidi: il governo USA affronta i suicidi senza considerare i suicidi legati all’assunzione di farmaci», https://www.ccdu.org/comunicati/boom-suicidi-usa

[3] «L’invasione degli psicofarmaci: si muore più di antidepressivi & C. che di eroina», https://it.businessinsider.com/psicopillole-un-grosso-business-piuttosto/,

[4] Idem

[5] «Comparative efficacy and tolerability of antidepressants for major depressive disorder in children and adolescents: a network meta-analysis», https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(16)30385-3/fulltext

[6] «Consumo di antidepressivi: più 32,5% in 10 anni», https://www.truenumbers.it/consumo-antidepressivi/

[7] «Nuovo report sul legame tra farmaci psicotropi e sparatorie», https://www.ccdu.org/comunicati/nuovo-report-legame-farmaci-psicotropi-sparatorie

 Marcello Pamio

Amazon compra per un miliardo di dollari la società Ring!
Come mai il mostro dell’e-commerce compra sganciando una cifra colossale un’azienda che produce campanelli e videocamere connessi ad Internet? Si tratta di una delle maggiori acquisizioni fatte dal gruppo di Seattle.
La risposta sarà chiarissima alla fine del presente articolo.

Amazon intende connettere prodotti e servizi legati al suo assistente vocale Alexa, nello stesso tempo sta sfidando l’altro colosso Google, e infine c’è tutto il discorso del controllo globale mascherato sotto la voce «sicurezza».
Il disegno inizia a prendere forma leggendo il nuovo brevetto depositato proprio da Amazon qualche mese fa su un sistema integrato di «sicurezza intelligente».
La domanda di brevetto (US 2018/0341835), resa disponibile a fine novembre, avrebbe accoppiato tecnologie di riconoscimento facciale come «Amazon Rekognition» appunto con Ring.

Amazon Rekognition
Tanto per capacitarsi della situazione, con «Amazon Rekognition» è sufficiente fornire un’immagine o un video all’API Rekognition e il servizio può identificare oggetti, persone, testo, scene e attività, oltre che rilevare eventuali contenuti non appropriati.
Amazon Rekognition offre inoltre analisi facciale ad elevata precisione su immagini e video.


È possibile rilevare, analizzare e confrontare volti per diversi casi d’uso, ad esempio verifica degli utenti, conteggio delle persone e pubblica sicurezza, ma anche ovviamente per controllare le persone.

Si basa sulla stessa tecnologia di apprendimento profondo, collaudata e altamente scalabile, sviluppata dagli esperti di visione artificiale di Amazon, che permette di analizzare quotidianamente miliardi di immagini e video e che per l’uso non richiede esperienza nell’apprendimento automatico.
Il sistema può anche identificare migliaia di oggetti (una bicicletta, un telefono, un edificio) e scene (un parcheggio, una spiaggia, una città…), e attività specifiche che si svolgono in un singolo fotogramma, ad esempio «consegnare un pacco» o «giocare a calcio»…

Analisi facciale da fantascienza
È possibile analizzare gli attributi dei volti nelle immagini e nei video per determinare elementi come lo stato d’animo, la fascia di età, se la persona ha gli occhi aperti, ha gli occhiali o la barba. Non solo, è possibile anche valutare come cambiano questi fattori nel corso del filmato, creando una sequenza temporale delle emozioni di una persona.
Tutto meraviglioso. In banca o in un negozio sarà possibile stabilire dai cambiamenti del volto di un individuo se il soggetto si trova lì per acquistare o per fare una rapina.
Stiamo giungendo sempre più velocemente all’inquietante «Sistema Precrimine» del film Minority Report, dove gli omicidi e i furti sono stati quasi debellati grazie a questo sistema che li blocca prima che avvengano.

Tornando al brevetto Amazon, la CNN, il megafono del Sistema, rassicura tutti scrivendo che «l’applicazione di Amazon porta a quartieri più sicuri e più connessi, oltre a proprietari e forze dell’ordine più informati su quello che sta succedendo».[1]
Quindi tutti più felici e tranquilli ovviamente, parola di CNN.
Secondo invece l’avvocato Jacob Snow (ex giurista di brevetti), i dettagli del brevetto sono ancora approssimativi, ma l’applicazione descrive un sistema che la polizia potrà utilizzare per abbinare i volti delle persone che camminano ripresi dalle telecamere dei campanelli con la banca dati fotografica delle persone per così dire «scomode» o «sospette».
Sarà possibile anche per i proprietari delle case aggiungere le foto di persone “sospette” nel sistema, e il programma di riconoscimento facciale del campanello controllerà chiunque passi davanti alla loro abitazione.
In entrambi i casi, se si verifica una corrispondenza, il volto della persona potrà essere automaticamente inviato alle forze dell’ordine e la polizia potrebbe arrivare in pochissimi minuti.

Riuscite a comprenderne le potenzialità? Sarà finalmente possibile aggiungere nel database governativo la foto della suocera o del negretto dietro casa che rompe ogni giorno durante i pasti per qualche spicciolo, e quando questi sgraditi ospiti suoneranno il campanello, partirà una scarica da 1000 volt che li fulminerà sull’uscio!
Scherzi a parte, secondo l’avvocato che ha passato molto tempo a studiare i brevetti la cosa è molto inquietante, in base alla sua esperienza infatti «è raro che le domande di brevetto presentino, con dettagli da incubo, il mondo che un’azienda vorrebbe vedere. Amazon sogna un futuro pericoloso, con la sua tecnologia al centro di una massiccia rete di sorveglianza decentralizzata, che esegue il riconoscimento facciale in tempo reale su membri del pubblico utilizzando telecamere installate sul campanello della gente.»[2]
Dalla domanda di brevetto si evince anche che Amazon non ha intenzione di identificare le persone solo in base ai loro volti, ma la società prevede di utilizzare anche i dati biometrici, tra cui impronte digitali, analisi della texture della pelle, del DNA, della geometria della mano, della scansione dell’iride, del riconoscimento vocale, dell’odore/profumo e perfino delle caratteristiche comportamentali.
Immaginiamo un quartiere «sicuro» e «protetto» in cui ogni abitazione ha in dotazione queste telecamere nei campanelli. Basta avvicinarsi alla casa di un amico o passeggiare nelle vicinanze per andare in un negozio, e il nostro volto o la nostra impronta digitale o la voce possono venire registrati e magari contrassegnati come «sospetti» dal database governativo a nostra insaputa e soprattutto senza il nostro consenso.

Amazon, che vende simili dispositivi e gestisce i server, spinge le forze dell’ordine ad adottare questa tecnologia.
Sempre nella domanda di brevetto si dice che qualsiasi dispositivo audio-visivo può essere dotato delle appropriate funzioni di sorveglianza biometrica, e che Amazon sta spingendo la tecnologia verso l’automazione, rimuovendo il giudizio umano dal processo d’identificazione, e affidandosi esclusivamente ai dati (le foto di arresto, ecc.).
L’Associazione californiana ACLU, assieme ad altri gruppi per i diritti continuano ripetutamente ad avvertire che la sorveglianza facciale pone una minaccia senza precedenti alle libertà e ai diritti civili, che deve essere fermata quanto prima.

Conclusioni
La risposta alla domanda di partenza è chiarissima: con la solita scusante della “sicurezza”, Amazon (ma anche Google, Facebook, ecc.) stanno invece lavorando per il progetto di controllo globale.
Costruendo pezzo dopo pezzo tutta una rete pervasiva di sorveglianza elettronica!
Lo scopo è il tracciamento di tutti e ovunque, e simili dati sensibili saranno gestiti dal governo di turno e dalle società private che partecipano all’operazione.
Stanno semplicemente realizzando quello che moltissimi film di fantascienza hanno preconizzato…

Fonti:

"I nuovi e raccapriccianti sistemi di riconoscimento facciale Amazon, spieranno il vicinato dalla porta di entrata di casa".
https://neovitruvian.wordpress.com/2018/12/23/i-nuovi-e-raccapriccianti-sistemi-di-riconoscimento-facciale-amazon-spieranno-il-vicinato-dalla-porta-di-entrata-di-casa/ 

[1] «Amazon may want to identify burglars with facial recognition tech»

https://edition.cnn.com/2018/11/30/tech/amazon-patent-doorbell-facial-recognition/index.html

[2] https://www.commondreams.org/views/2018/12/13/amazons-disturbing-plan-add-face-surveillance-your-front-door


Marcello Pamio

"Se non capiamo le immagini dell'inconscio
o rifiutiamo la responsabilità morale che abbiamo dei loro confronti
vivremo una vita dolorosa"
C.G. Jung

La paura è una emozione importantissima che ci avverte di un pericolo.
In Natura la sua funzione è basilare perché, avvertendoci di una situazione rischiosa, dà l’opportunità per sopravvivere.
Ma mentre negli animali, una volta superato il pericolo, dopo aver lottato o essere fuggiti, la paura non serve più, nell’uomo avviene qualcosa di paradossale.
L’uomo infatti è l’unico animale al mondo che 24 ore su 24 respira e trasuda paura da ogni mitocondrio cellulare.

I «pericoli» per l’uomo moderno però non sono le belve feroci nascoste nella foresta e pronte a saltargli addosso, bensì semplici pensieri originati dal cervello: paura dei virus, delle malattie, anche la semplice guida dell’auto può diventare fonte di tensioni; per non parlare del lavoro, del terribile titolare, degli esami a scuola o degli esami in ospedale. Proprio questi ultimi saranno il tema del presente lavoro.
Va ricordato che per il cervello umano pensare e immaginare una situazione o viverla realmente è la medesima cosa. Questo fa sì che la paura reale o la paura immaginaria attivi nell’encefalo le aree corrispondenti all’attacco o alla fuga, con cascate ematiche di adrenalina, cortisolo, glucosio e ormoni vari, come l’antidiuretico Adh.

La paura per esistere ha bisogno di un pericolo
Negli animali, come detto, la paura per esistere deve corrispondere ad un pericolo reale, altrimenti non ha senso per la Natura! Nel bipede umano invece, la paura può esistere anche se il pericolo è solo immaginato.
Quella che sembra una banalità risulta invece il punto nodale di tutto: se abbiamo timore di qualcosa (inesistente), creiamo noi stessi il pericolo (reale) così da giustificare il nostro timore!

Forse un esempio aiuterà a capire meglio questa situazione.
La medicina si avvale di esami specifici chiamati marker tumorali, i cui valori aumentano - secondo la visione ortodossa - quando c’è un cancro. I marcatori (spesso ormoni, enzimi o proteine dosate nel sangue) sono dei parametri fissi stabiliti da qualche comitato (i cui membri sono quasi sempre collusi con le industrie del farmaco) e per la medicina allopatica indicano la presenza o meno di un tumore.
Il genio Pitagora insegnava la magia dei numeri, ma sicuramente non avrebbe mai immaginato che essi sarebbero stati usati dopo venticinque secoli per decidere la vita o la morte di milioni di persone: è proprio quello che sta accadendo al giorno d’oggi. 

Un uomo di cinquant’anni in piena salute e con la gioia di vivere, consigliato dal proprio medico di fiducia, fa l’esame del Psa. L’esito da come valore 5 (il limite di «normalità» è 4).
Di punto in bianco la salute ferrea dell’uomo inizia a vacillare sotto i colpi devastanti del dubbio e della paura del cancro e in men che non si dica egli si ritroverà a girovagare terrorizzato tra ospedali, urologi e radiologi. La sua tragedia umana finirà con un dito medio nel didietro, oppure con la sua povera prostata massacrata da un ago lungo 18 cm (vedere foto sotto), usato per prelevare campioni di tessuto, eseguendo dozzine di piccoli buchi.

In questo ultimo caso la sua esistenza è stata letteralmente sconvolta da un semplice numero!
Paradossalmente se il Psa fosse stato 3, la sua vita sarebbe continuata alla perfezione e in totale salute…

Se infatti una persona con la paura del cancro crede in tali parametri, sta letteralmente mettendo a rischio la sua stessa esistenza.
Come dimostro nel libro «La fabbrica dei malati» i marker sono esami fallaci che non dicono nulla e proprio per questo non dovrebbero essere usati come screening di massa.
Ma per il pensiero collettivo dei medici e dei sudditi, i marcatori sono affidabili.
Questo per dire che se una persona ha PAURA del cancro e si sottopone agli esami di rito, potrebbe vedere i marker tumorali salire!

LA PAURA HA BISOGNO DI UN PERICOLO: la paura del cancro trova giustificazione quando i marker crescono…

Ed ecco il vero motivo per cui sono cresciuti esponenzialmente negli ultimi anni esami, screening e tutta la diagnostica per immagini. Non servono mica a prevenire i malanni, anzi, lo scopo è proprio il contrario: più esami infatti producono più diagnosi, e quindi più malati, il tutto per la gioia delle lobbies farmaceutiche!
Non si tratta di medicina, ma di matematica e statistica: siamo nel marketing e non nella prevenzione.
Ed è per questo che i vari gruppi “panel” di esperti abbassano regolarmente i cosiddetti «valori di normalità»: colesterolo, ipertensione, trigliceridi, glicemia, psa, ecc.
Più li abbassano e più persone oggettivamente sane diventano malate!

Cosa sono realmente gli esami
Non entro nel merito dei singoli esami e/o screening perché sono stati dettagliatamente trattati nel mio libro citato prima, qui vedremo alcuni esami sotto la lente delle Leggi biologiche.
Prima però cerchiamo di rispondere alla domanda: come mai vengono eseguiti tali esami, non dal punto di vista biologico, ma da quello ufficiale.
Vengono eseguiti perché «definiscono» le alterazioni (colesterolo, glicemia, ecc.) biochimiche dell’organismo, ma essendo questo un banale fotogramma, una foto istantanea di un momento, non possono dire assolutamente nulla sulle cause o sullo stato emozionale della persona.
Poi «definiscono» lo stadio della patologia, ma in quanto istantanea, non possono dire nulla anche sullo sviluppo futuro. Infine stabiliscono la prognosi e «definiscono» la terapia, che ovviamente sarà a base di farmaci tossici (una delle prime tre cause di morte al mondo).
Da questo si può evincere che gli esami massificati, esattamente come vengono fatti oggi, NON possono prevenire alcuna «malattia», ma semmai aiutano a trovare il malato nel sano, facendo aumentare a dismisura le diagnosi.

Esami del sangue e il senso biologico di alcune «alterazioni»
Non si vuole dare nessuna indicazione sull’utilità o meno degli esami, a questo scopo rimando al mio libro. In questa sede si vuole solo osservare le «alterazioni» (chiamate malattie) dal punto di vista del senso biologico.

Colesterolo alto
Siamo nelle cosiddette «dislipidemie», cioè nelle alterazioni dei lipidi circolanti.
Come detto prima i «valori di normalità» per il colesterolo hanno subito infinite modifiche a ribasso. Basti sapere per esempio che negli anni Ottanta il colesterolo totale era considerato “normale” sui 280 mg/dL, mentre oggi si viaggia tra i 180 e i 190 mg/dL.
Valori a parte, il senso biologico dell’innalzamento del colesterolo risponde a precise esigenze e richieste biologiche del cervello.
Durante un forte stress, nel pieno di un conflitto, l’encefalo richiede sostanze basilari per superare l’enpasse, come l’ormone cortisolo (detto ormone dello stress e secreto dalle ghiandole surrenali), e quindi è biologicamente sensato l’aumento del colesterolo, visto che i due sono collegati.

Una delle funzioni del colesterolo è anche quella di riparare le alterazioni dell’endotelio vascolare di coronarie e tutti i vasi arteriosi.
Per le coronarie il conflitto è legato alla «perdita di territorio», dove nella fase attiva si ha ulcerazione dell’endotelio vascolare con lo scopo magistrale di aumentare l’afflusso vascolare al miocardio.
La lotta per la difesa del proprio territorio (lavorativo, casalingo, ecc.) è vitale in Natura e necessita di tanto sangue, ossigeno, glucosio, adrenalina, cortisolo (e quindi colesterolo)!
Una volta risolto il conflitto, l’intima delle coronarie viene riparata e interviene, tra le varie sostanze, anche il colesterolo che serve ad incollare e ridare robustezza alle arterie.

Per tanto il colesterolo non è la causa delle placche e dell’arteriosclerosi, ma è solo una componente riparativa. Ma la medicina, come spesso accade, confonde la causa con l’effetto.
Il colesterolo quindi non si alza a causa dell’alimentazione, ma per altri motivi, e non a caso interessa persone un po’ aggressive, ambiziose e competitive. Persone spesso abituate al comando, al dover prendere decisioni e quindi sottoposte a pressioni e tensioni durature. La competitività per esempio nell’ambito lavorativo è un buon motivo per far crescere il “pericoloso” grasso.
Ma le pressioni esterne possono dipendere da problemi economici, separazioni, perdita di una persona cara (che interessa sempre il territorio), attività lavorative ad alta tensione, sport molto competitivi, ecc.
In pratica dove c’è conquista e competizione, il colesterolo è alto, perché è funzionale alla situazione stessa!

Psa alto
Nell’esempio dell’uomo di mezza età fatto prima, non ho specificato che l’esame del Psa non è un esame qualsiasi, come la glicemia o l'ipertensione, ma un vero e proprio marcatore tumorale. Quindi ogni variazione del parametro fa accendere l’allarme rosso….
Il Psa indica l’attività metabolica della piccola e sensibilissima ghiandola prostatica e varia moltissimo in base a condizioni soggettive come l’età, l’attività fisica e quella sessuale.
Esistono anche altre condizioni che influenzano negativamente il suo valore: per esempio una recente eiaculazione, una esplorazione o una ecografia rettale, l’uso prolungato della bicicletta o della moto.
Il medico normalmente non prendendo in considerazione queste condizioni che non c’entrano nulla con la patologia, quando osserva l’innalzamento del Psa, parte con approfondimenti e accertamenti invasivi (biopsie, prostatectomie, ecc.).
Il senso biologico della prostata e quindi di qualsiasi sua manifestazione patologica, ha a che fare con il conflitto detto del «boccone sessuale».
Per cui impotenza o infertilità; disfunzione erettile; sentirsi rifiutato e/o indesiderato dalla compagna; tradito o solo il sospetto di tradimento, ecc.
Tutte queste condizioni, se vissute in maniera conflittuale, possono mettere sotto pressione l’identità e l’orgoglio maschile, andando a modificare la struttura fisica dell’organo in oggetto.
Il tutto perché la prostata è la ghiandola simbolo della "potenza" maschile…

Ferritina
La ferritina è una proteina che può contenere fino a 4.500 ioni di ferro, per cui la sua funzione principale è l’immagazzinamento del prezioso metallo.
Il sangue rappresenta simbolicamente il “clan familiare”, il nucleo della propria famiglia, e non a caso si dice «sangue del mio sangue» riferendosi ai figli…
Questa proteina è presente ampiamente in fegato, milza, midollo osseo e tessuto scheletrico.
Il livello di ferritina nel sangue permette di valutare le riserve di ferro presenti nell’organismo: il patrimonio del sangue!
Simbolicamente il ferro rappresenta la «solidità», la «durezza».
Il senso biologico della ferritina alta ci dice che siamo in fase riparativa, cioè abbiamo risolto un conflitto di inadeguatezza o svalutazione, il cui “sentito” è per esempio: «non riuscire ad essere abbastanza solidi e inflessibili», oppure «non riuscire ad essere tutti d’un pezzo». L’inconscio usa la metafora del «ferro» per comunicare al cervello e al corpo qualcosa che ha che fare con il «duro metallo».
Se la ferritina invece è bassa indica seria e importante svalutazione, ma in fase attiva, quindi in pieno conflitto: le riserve di ferro sono state svuotate, per cui non c’è più la capacità di resistere e/o combattere.

Conclusione
Gli esami proposti dalla medicina, con la scusa fittizia della prevenzione, sono sempre di più, ma il concetto di base è riuscire a comprendere il senso biologico delle alterazioni.
Detto questo va assolutamente ricordato che un esame non è l’Oracolo di Delfi.
Un freddo esame o un semplice numero nel cancro, è completamente diverso dal fatto di averlo il cancro, di viverlo!
Non esiste un solo test affidabile e perfetto nel cento per cento dei casi, e la dimostrazione sono le percentuali altissime di «falsi positivi» (l’apparecchio cioè vede qualcosa che in realtà non c’è) e di «falsi negativi» (la macchina non vede qualcosa che invece c’è).
I «valori di normalità» sono decisi a tavolino da “esperti” sulla busta paga delle case farmaceutiche, quindi in pieno conflitto d’interessi, e una serie di numeri non possono stabilire con esattezza matematica il nostro stato di salute o di malattia.
Le strumentazioni elettroniche per le misurazioni sono macchine costruite dall’uomo, per cui imperfette, con un tasso di errore intrinsecamente onnipresente. Un errore però, come spiegato prima, ha il potere di rovinare e sconvolgere la vita di una persona.
Infine ricordiamo che «LA PAURA UCCIDE PIU’ DELLA MALATTIA».

Per questo motivo a febbraio 2019 partirà un corso in 5 serate, organizzato dall’Associazione «Scienza e Arte della Salute», dedicato alla «Decodifica Biologica di organi e malattie», con l’intento di vedere le diagnosi e le malattie sotto una nuova luce, quella della consapevolezza.
Lo scopo quindi è fornire informazioni e conoscenze utili per diventare uomini liberi…
Per maggiori informazioni sul corso visita il sito www.artedellasalute.it

 

Per approfondire l’argomento “Attivazioni Biologiche”
http://www.attivazionibiologiche.info/articoli/esami-e-referti.html

 

 

Marcello Pamio

Come detto nell’articolo precedente, la slavina scatenata dalle analisi chimiche e biologiche su alcuni lotti vaccinali si sta avvicinando a valle! L’aria che tira sa di cambiamento...
Ma è una gran brutta aria per coloro che si abbarbicano e arrampicano sugli specchi dei grattacieli dell’establishment.
Nonostante le evidenze laboratoristiche e la richiesta da più parti di chiarimenti ufficiali, l’Aifa, l’Agenzia che paghiamo con i nostri risparmi e tasse, invece di basarsi sul precetto ippocratico più sacro per la medicina: «Primum non nocere», e sul «principio di precauzione» si limita a difendere il Sistema.

L’Aifa infatti, per voce del capo ufficio stampa Fabio Mazzei, scrive al direttore Il Tempo, il quotidiano colpevole di aver scritto il 23 dicembre scorso un articolo dal titolo: «Analisi choc su due lotti di vaccini» in cui hanno intervistato il Presidente dell’ordine dei biologi Vincenzo D’Anna.
L’Aifa prende subito le distanze specificando che «tutti i medicinali, devono rispettare gli standard di produzione previsti dalle autorità nazionali e internazionali che ne garantiscono l’elevata qualità e riproducibilità. In assenza di tali requisiti, nessun vaccino può essere autorizzato e immesso in commercio».

Come sempre, alle parole non seguono mai i fatti, i dati concreti, gli studi. Nulla di nulla. Solo citazioni dell’ortodossia scientista: “autorità”, “requisiti”, “certificati”… Il solito blablabla.
Perché la parola chiave è fiducia. I sudditi devono fidarsi del Sistema, per questo motivo il Sistema NON può essere messo in discussione, da nessuno.
L’Aifa quindi ricorda che «le autorità preposte effettuano controlli durante tutto il ciclo produttivo del vaccino. Inoltre, prima della distribuzione sul mercato, ogni singolo lotto è sottoposto a un ulteriore doppio controllo effettuato, in modo indipendente, sia dall’azienda produttrice che da una rete internazionale di laboratori accreditati, a loro volta controllati da altri enti (in Italia l’Istituto Superiore di Sanità)».
Risponde a tono il direttore Franco Bechis dicendo che da par loro non sono in discussione «i controlli effettuati dall'Istituto superiore della Sanità» e neppure la validità o meno dei vaccini.

Il punto cruciale - che come sempre non viene preso in considerazione - è che possano esserci in giro lotti o campioni di lotti vaccinali contraffatti e inefficaci per non dire dannosi per la salute pubblica.
«Basterebbe - conclude con semplicità Franco Bechis - ripetere quelle analisi con tutti i metodi che ritenete più opportuni e ogni dubbio sarebbe sciolto».
Sarebbe troppo complesso e troppo dispendioso per le casse pubbliche? Macché, sono scusanti per gli utili idioti: se le analisi le ha commissionate un’associazione come il Corvelva, rifarle per qualche laboratorio accreditato e con tutte le certificazioni del mondo sarebbe una passeggiata e non costerebbe nulla. Quello che manca è ovviamente la volontà!

Quindi torniamo alla parolina magica: fiducia.
Dobbiamo fidarci di coloro che permettono l’entrata in commercio di farmaci, anche se dopo moltissimi di questi vengono ritirati per aver danneggiato e/o ucciso persone.
Qualche banale esempio?

Secondo dati Aifa, nel 2016 sono stati ritirati in Italia i seguenti farmaci:[1]

Redoff, Clobetasolo Pierre Fabre, Almotriptan Sandoz, Sertralina Sandoz, Montelukast Teva Italia, Pantoprazolo EG, Potassio Cloruro FKI, Aria Sol, Enalapril Zentiva, Desogestrel Zentiva, Pergoveris, Helixate Nexgen, Kogenate Bayer, Nacrez, Enciela, Leponex, Irbentens, Ossigeno, Azitromicina Zentiva, Glucagen Hypokit, Lescol, Prostigmine, Itraconazolo EG, Cerchio Cuore SP, Diapatol - Diidergot - Ekuba - Indamol – Stemetil, Fluimucil, Visuglican, Yondelis, Adoport, Glucosio Baxter, Zorac, Enalapril Mylan Generics, Enalapril Teva Italia, Naprilene, Lanex, Rifadin, Biogermin, Cuprum Oxydulatum rubrum, Morfina Cloridrato S.A.L.F., Etacortilen, Taxotere, Netildex, Surfactal, Morfina Cloridrato, Locabiotal, Magnesio Solfato, Eugastran, Levogenix, Procalin e Mucosalin, Pantoprazolo, Miozac, Daktarin, Furosemide, Efracea, Pentacol

Nel 2017 sono stati ritirati in Italia i seguenti farmaci[2]:

Mundoson Fluido, Ibifen, Leustatin, Gentamicina Solfato, Acido Zoledronico, Colchicina Lirca, Biochetasi, Atorvastatina Pfizer, Gentamina B. Braun, Gentamina Solfato Italfarmaco, Gentomil, Riopan, Epaviten, Oxo, Pentaglobin, Uman Albumin – IgVena, Salazopyrin EN, Edronax, Furosemide Galenica Senese, Tiklid, Mirtazapina Zentiva, Lisomucil Tosse Mucolitico, Telmisartan e Idroclorotiazide Zentiva, Acido acetilsalicilico e vitamina C Angelini, Mucosolvan, Riopan, Halcion, Diclofenac Almus, Ecomì, Venosmine, Valeriana Arkocapsule, Talwin, Albiomin 5% e 20%, Fastjekt, Levofloxacina Krka, Ischemol A, Gentamicina Solfato Fisiopharma, Antispasmina colica, Mitomycin C, Telmisartan e Idroclorotiazide Zentiva, Annister, Aspirina – AlkaEffer, Guttalax, Paracetamolo Sandoz, Paracetamolo Pensa, Paracetamolo EG, Metformina EG, Metformina Mylan Generics.

Nel 2018, anno ancora incompleto, sono stati ritirati in Italia i seguenti farmaci[3]:

Buccolam, Bosentan Medac, Bicavera, Airol, Taxime, Aliflus, Zorias, Lynparza, Optimark, Zinbryta, Reminyl, Acido Zoledronico Medac, Toliman, Clorexan, Clorexidina e Alcool Etilico Sanitas, Broncomnes, Enterogermina, Zerinolflu, Valsartan Almus - Valsartan HCT Almus, Valsartan Pensa - Valsartan HCT Pensa, Valpression- Combisartan, Valsartan Alter, Valsartan e HCT Ranbaxy, Valsartan e HCT Teva Pharma, Valsartan Aurobindo, Cantensio - Valsartan DOC Generici - Valsartan e HCT DOC Generici, Valsartan Tecnigen - Valsartan e HCT Tecnigen, Valsartan EG - Valsartan e HCT EG, Valbacomp – Alsartir, Valsartan Zentiva - Valsartan e HCT Zentiva, Valsodiur Pressloval – Validroc, Valsartan Sandoz - Valsartan e HCT Sandoz, Intratect, Guttalax, Ambromucil, Palexia

Dobbiamo fidarci di questi individui?
I loro saranno pure prodotti «certificati e conformi alle procedure e ai requisiti condivisi a livello europeo e internazionale sulla base delle conoscenze scientifiche disponibili», ma sempre porcherie rischiose per la salute rimangono.
Stiamo parlando di 62 farmaci ritirati nel 2016, 54 nel 2017 e 40 nel 2018, quindi per un totale di oltre 150 farmaci ritirati dal commercio nell’ultimo triennio, per un qualche motivo.
Ricordo che tutti questi farmaci hanno superato i requisiti degli standard internazionali…

A questo punto qualcuno potrebbe ergersi dal letargo cerebrale dicendo che questi dati rappresentano la pistola fumante, cioè indicano senza dubbio che la farmacovigilanza funziona in Italia.
Peccato che la maggior parte dei lotti ritirati è avvenuto dopo segnalazione volontaria della ditta produttrice!
In conclusione non si capisce bene a cosa serva l’Agenzia italiana del farmaco, l’ente nazionale, pagato dai contribuenti che alla fin fine non controlla, come dovrebbe, i farmaci e i vaccini immessi nel nostro territorio.

Fonte:

[1] http://www.aifa.gov.it/content/difetti-di-qualità?fbclid=IwAR2SsvbsN5cvzdqZXiknZ4dYjiLKv7Rph7tDiSqbItXARQ-syulaWhVqf9s

[2] http://www.aifa.gov.it/content/difetti-di-qualità?fbclid=IwAR2SsvbsN5cvzdqZXiknZ4dYjiLKv7Rph7tDiSqbItXARQ-syulaWhVqf9s

[3] http://www.aifa.gov.it/content/difetti-di-qualità?fbclid=IwAR2SsvbsN5cvzdqZXiknZ4dYjiLKv7Rph7tDiSqbItXARQ-syulaWhVqf9s


Marcello Pamio

Lo sapevo con assoluta precisione matematica che le analisi chimiche e biologiche effettuate dall’associazione Corvelva, avrebbero scoperchiato il Vaso di Pandora e dato la spintina iniziale alla pallina di neve che si trovava in cima alla montagna innevata…
Una piccola pallina che sta diventando una valanga inarrestabile, e quando arriverà a valle si trascinerà dietro molte cose e molte persone.
Il vecchio farà posto al nuovo paradigma...

Un enorme plauso va al Presidente dell’ordine dei biologi, Vincenzo D’Anna, perché la sua presa di posizione ufficiale è a dir poco epocale e va contro ogni previsione.
L’establishment è stato spiazzato e per questo sta attaccando con ogni mezzo.
La cosa certa è che D’Anna non può essere additato con l’etichetta tanto amata e usata dal Sistema, quella di No-Vax, anche perché lui, da biologo crede eccome all’efficacia dei vaccini. Il presidente specifica nell’intervista del quotidiano Tempo di oggi 23 dicembre 2018, che «non è manco a tema l’utilità o meno dei vaccini, in queste analisi di laboratorio. L’indagine è stata sulla qualità della realizzazione dei prodotti messi in commercio».

Le analisi hanno «rilevato decine di impurità in più lotti. E al momento sono state individuate 43 sostanze improprie, nel senso che lì non si sarebbero dovute trovare». Sostanze come anticrittogamici, diserbanti, antibiotici, antimalarici…
La conclusione di D’Anna è coerente e assolutamente condivisibile: «bisogna che le agenzie ripetano queste analisi, facciano i controlli e rendano pubblici sia i risultati che il loto giudizio».
Per agenzie s’intendono quegli enti (Ema, Aifa, Iss, ecc.) che dovrebbero (il condizionale è d’obbligo dopo quanto sta venendo fuori) controllare i farmaci e i vaccini prima che entrino in commercio.

Ed è esattamente quello che tutti si auspicano, a parte i soliti «cervelli-non-in-fuga»…
Personaggi come il «diversamente-umile» Roberto Burioni e il collega «gine-bunker» Salvo Di Grazia, non si smentiscono mai e prendono posizioni prone al Sistema a prescindere.


Di Grazia ama riempirsi la bocca di «bufale», non campane, ma mediatiche.
«Un quotidiano riprende i ridicoli risultati di una pseudo analisi di vaccini per farne notizia», e si lancia nella classica invettiva a dir poco risibile: «ora o i produttori denunciano chi sparge queste falsità o la magistratura controlla o stanno manipolando la realtà».
Innanzitutto definire «ridicoli» dei risultati di analisi biologiche e chimiche eseguite da un serio laboratorio, senza avere per le mani dei controesami che dimostrino la loro fallacità, è da arroganti e irresponsabili. Se poi teniamo conto che a parlare è un medico iscritto a un ordine, è ancora più grave dal punto di vista deontologico.
Di mezzo c’è la salute pubblica di milioni di persone, bambini e neonati in primis, per cui il principio di precauzione dovrebbe essere sacrosanto.

Secondo, forse il Di Grazia troppo preso dall’embolo, non ha capito che sarebbe auspicabile da tutti una denuncia da parte dei produttori, così in tribunale sarà possibile fare maggiore chiarezza.
Quindi al distratto ginecologo posso dire che NESSUNO è così fesso da denunciare qualcuno, anche perché i produttori sanno perfettamente che ciò sarebbe controproducente e non solo per l’immagine…
La bella notizia per noi è che se invece le analisi saranno confermate, la denuncia civile e penale potrebbe interessare proprio il dottor Di Grazia in persona, per aver da una parte denigrato («ridicoli risultati», «pseudoanalisi») i lavori, e dall’altra, in quanto medico, aver partecipato, con il suo comportamento, a mettere a rischio la salute pubblica.

Con il dottor Gianni, non può mancare il dottor Pinotto.
Burioni, da maestro venerabile quale è, supera tutti quanti.
«I nostri vaccini, quegli stessi usati in tutto il mondo, sono efficaci, sicuri, puliti e non contaminati».
Punto. Se lo dice il medico che passa il tempo a offendere il mondo intero, come non crederci? In fin dei conti lui è l’oracolo di Pesaro.
Peccato che nessuno di questi presentino prove, documenti, studi, conferme scientifiche della sicurezza vaccinale. Tutti sanno che sono sicuri per default.
Quindi loro non devono presentare nulla, ma lo pretendono da tutti gli altri. Come mai questa dissonanza?

Continua Bubù, «le prove così presentate - riferendosi alle analisi vaccinali - non sono inoppugnabili, sono semplicemente ridicole e, per chi se ne intende anche solo minimamente, fanno tenerezza per l’ingenuità di chi ha condotto queste ricerche».
Il «Roberto-tenerone» quindi, senza portare alcuna prova documentale, si abbarbica in pseudogiri di parole che mostrano per l’ennesima volta la sua vacuità scientifica.
La chicca, come il caffè, arriva sempre alla fine: «i vaccini sono sicuri ed efficaci fino a prova contraria». Chiaro? Ma la prova contraria non esiste e non esisterà mai, perché qualsiasi analisi venga presentata è «un concentrato di sciocchezze ed errori sperimentali, dei quali qualcuno dovrà presto vergognarsi, perché presto verranno smascherate e sbugiardate».
Anche se il termine «vergogna» non esiste nel suo dizionario, vale per Burioni la stessa cosa detta per Di Grazia: se non saranno «smascherate e sbugiardate» le analisi, e quanto prima, sarà responsabilità loro, professionale e giuridica…

In conclusione, dato che gli enti di controllo (Aifa, Ema, Iss) sono del tutto assenti o fanno orecchie da mercante, ci auguriamo che quanto prima un magistrato o un procuratore prenda la siringa al balzo innescando una serie di controlli in laboratorio seri e doverosi.
Mi auguro che anche gruppi come i Nas, invece di essere usati per scovare il piccolo untore negli asili, possano venire usati per scoprire le adulterazioni in prodotti che verranno inoculati su milioni di esseri umani. Visto che da gennaio del 2017 hanno costituito il Nucleo Carabinieri Aifa per la tutela della salute, e possono svolgere accertamenti e verifiche sulle «spesa farmaceutica e sulla tracciabilità del farmaco per la prevenzione ed il contrasto alle truffe in danno del Servizio Sanitario Nazionale e regionali» e «monitorare gli eventi avversi connessi l’uso dei farmaci».
In questo caso se le analisi saranno confermate abbiamo a che fare con prodotti farmaceutici non conformi alla legge, e quindi rientrano, oltre in un quadro di pericolosità, anche nel «danno al servizio sanitario»...

Marcello Pamio

A dicembre si respira lo spirito natalizio: le città s’illuminano, i negozi pullulano di addobbi e le nostre case si riempiono del profumo di dolci appena sfornati.
Insomma un’atmosfera magica e carica di tradizioni.
Per la religione cristiana il natale corrisponde alla nascita del bambin Gesù, per i riti pagani alla festa del Sol Invictus, l’astro invitto (invincibile) che sconfiggerà la tenebra.
La festa infatti corrisponde al solstizio invernale e quindi è dedicata al Sole, a commemorazione della nascita del mondo, che segnava il ciclo dell’anno nuovo.
Il rinnovamento e la pulizia che avviene nel periodo del Natale, si fa sentire non solo nella profondità dell’anima umana, ma anche nelle istituzioni pubbliche. Una fresca aria di rinnovo...

A dicembre 2014 il ginecologo Sergio Pecorelli si è dimesso da presidente dell’Aifa perché accusato di un presunto conflitto di interessi di «livello 3» (il più elevato), per la sua partecipazione a due Fondazioni e a una società di venture capital. Pecorelli avrebbe ricoperto il ruolo di advisor dei fondi di investimento «Principia sgr», in grado di investire centinaia di milioni di euro in diversi settori, tra cui quello medico e farmaceutico.

Il 5 dicembre 2018 il ministro della Salute Giulia Grillo azzera con un colpo di bacchetta il Consiglio Superiore di Sanità. Il mandato sarebbe dovuto durare tre anni. Praticamente rimangono in carica solo i membri delle istituzioni, quindi quelli del ministero stesso, dell’Aifa e dell’Istituto superiore di sanità.

Il 19 dicembre 2018 il dottor Gualtiero Walter Ricciardi si è dimesso dall’incarico di direttore dell’Istituto Superiore di Sanità ufficialmente per ritornare all’attività di ricerca e insegnamento.
Ma è lampante che ad aiutarlo nella decisione è stato il presunto conflitto di interesse. L’ex presidente dell’Iss avrebbe infatti collaborato per alcune società di lobbying nel settore farmaceutico, oltre ad avere consulenze per case farmaceutiche per diversi prodotti, tra cui il vaccino contro il meningococco B (poi divenuto obbligatorio, anche su spinta dello stesso Ricciardi).

Il ministro della salute Giulia Grillo e tutti coloro che parteciperanno alle elezioni, hanno una possibilità (e quindi responsabilità) straordinaria, perché il momento storico è catartico.
Vedremo quindi se questa importante ventata di cambiamento sarà costruttiva per il Paese, o se al posto dei membri del Consiglio di sanità e dell’uscente capo dell’Iss verranno posizionati individui ancor più corrotti e collusi con il Sistema metastatizzato…
Nella seconda ipotesi sarà il segnale inequivocabile che l’attuale «governo del cambiamento» è stato messo al potere proprio perché il cambiamento non avvenga!

Marcello Pamio

I vaccini sono sicuri? Domanda retorica, ovviamente per la visione ufficiale, anche se è mal posta.
La domanda corretta secondo l’establishment, dovrebbe essere: «i vaccini fanno bene o benissimo»?
Stando invece ai risultati delle analisi biologiche e chimiche finanziate dall’associazione Corvelva, quello che salta fuori dalle fialette vaccinali supera il film horror più spinto.
Questi «farmaci biologici» dovrebbero contenere SOLO antigeni (virus e/o batteri), adiuvanti e pochissimo altro, in pratica dovrebbero essere esenti da tossine e contaminanti, perché la loro sicurezza è prioritaria, e invece sono delle vere e proprie zozzerie, discariche pregne di sostanze anche sconosciute e a livelli preoccupanti.

Stiamo parlando della presenza abnorme di DNA, animale (pollo, bovino, ecc.), umano (cellule diploidi fetali) e batterico.
I virus contenuti in alcuni vaccini hanno subìto centinaia di mutazioni dando origine a qualcosa di diverso dall’originale. Addirittura alcuni virus il laboratorio non è stato in grado di trovarli nelle fiale, come quello della rosolia e della polio.
La cosa che invece è saltata agli occhi è stata la quantità industriale di proteine allergizzanti oltre a centinaia di sostanze chimiche diverse (farmaci, pesticidi, alcaloidi, ecc.).

Ha ancora senso parlare di sicurezza?
Ma nonostante dal vaso di pandora scoperchiato stia uscendo di tutto e di più, il verbo impone che i vaccini sono sicurissimi ed innocui.
Così sicuri, che qualche giorno fa la ULSS6 di Padova ha spedito a farmacisti e addetti alla prevenzione una e-mail privata informando che nel nuovo portale è «stata inserita la voce "segnalare una reazione avversa da farmaco" con il link al portale VIGIFARMACO per la segnalazione on-line delle sospette reazioni avverse da farmaco o vaccino». Come mai parlano di «reazioni avverse» e «vaccini»?

Che sia stato un gravissimo errore del webmaster, o anche questi farmaci possono avere effetti collaterali?
Lo trovo strano, perché stando alle dichiarazioni dei burioni, lopalco e villani di turno, sembra che l’acqua potabile sia molto più pericolosa di un tossico vaccino inoculato nel corpo di un neonato.
Nella stessa e-mail si avverte pure che «i medici e gli altri operatori sanitari sono tenuti a segnalare tempestivamente le sospette reazioni avverse», e che «la definizione di reazione avversa comprende qualsiasi "Effetto nocivo e non voluto conseguente all’uso di un medicinale.
Il comunicato termina con una precisazione molto interessante: «NON è necessario avere la certezza della correlazione tra farmaco e reazione avversa».

Qual è il senso di questa comunicazione partita dalla ULSS6 e destinata ai farmacisti?
Il portale Vigifarmaco è attivo da anni, ma evidentemente non così conosciuto dagli addetti del settore - benché sia proprio a loro che viene demandato il compito di rendere la farmacovigilanza uno strumento efficace.
Se i vaccini sono sicuri perché la necessità di un promemoria sul compito di segnalare le sospette reazioni avverse?
Forse si stanno accorgendo che così sicuri proprio non sono...
Per caso si stanno verificando sempre più reazioni avverse nell’ultimo periodo, grazie alla legge 119/2017 che ha fatto aumentare esponenzialmente il numero dei vaccini obbligatori, e vogliono monitorarle? O forse si sono resi conto che sempre più cittadini sono costretti a farla da sé, la segnalazione, trovando spesso un muro di gomma o personale impreparato?

Ripetiamo l’ultimo passaggio della ULSS6, proprio perché stiamo assistendo ad una gravissima e pericolosa superficialità e menefreghismo da parte di medici ospedalieri e/o pediatri: «i medici e gli altri operatori sanitari sono TENUTI a segnalare tempestivamente le sospette reazioni avverse» e «NON è necessario avere la certezza della correlazione tra farmaco e reazione avversa».
Chiaro?


Marcello Pamio

Il dottor Pierluigi Lopalco ha pubblicato qualche giorno fa un articolo che merita tutta la nostra attenzione.
Si è chiesto cos’hanno in comune le tre parole «chirotteri», «chiropratici» e «chiromanti», «oltre alla comune radice greca, cheir = mano»?
Partendo da una ironia fuori dal comune, ha spiegato che i «chirotteri sono gli unici mammiferi che riescono a volare (…) e che possono però rappresentare un pericolo per l’uomo essendo potenziali portatori di un virus terribile: quello della rabbia».
Va precisato che pure l’uomo vola e, grazie all’attuale periodo, è sempre più rabbioso, ma l’autore si sta riferendo ai pipistrelli!

Sappiamo bene che a Lopalco, quando parla di virus, si alza la glicemia ematica e l’estro artistico parte per la tangente. Solo con lo zucchero nel sangue riesce a tener testa e far impallidire perfino George Romero, il padre cinematografico degli Zombi. I pipistrelli infatti sarebbero portatori di un virus, il «più letale che esista». Chiaro?
La scena dell’articolo, con una dissolvenza incrociata, si sfuma per continuare la narrazione con tinte sempre più fosche: «in assenza di profilassi la progressione verso la morte è praticamente certa». Viene da sé che la profilassi è la vaccinazione, «dopo il graffio o il morso di un animale infetto», precisa Stanley Lopalco.
A questo punto, il nostro cala l’asso, e va a toccare le corde più profonde dell’animo umano elencando una serie di persone, tra cui l’immancabile bambino, uccisi dal morso del vampiro alato.
Il mondo non è più lo stesso, da oggi grazie alla sua precisa disamina, le persone staranno col naso all’insù, ma non per osservare le scie chimiche o le magiche stellate notturne, ma per controllare che non piombi dall’alto il nero e orbo kamikaze letale.

Dall’immagine del mammifero più pericoloso che esista in natura (dopo l’uomo che non si vaccina ovviamente), Lopalco entra poi nel cuore del discorso, e cioè l’attacco alle «medicine alternative o, come si preferisce farle passare, complementari».
I pazzi che infatti ricorrono a queste pseudo-medicine «come minimo, rischiano un ritardo diagnostico che potrebbe avere serie conseguenze».
Se le medicine non convenzionali possono ritardare una diagnosi, mettendo a rischio la vita delle persone, figuriamoci cosa possono provocare le manipolazioni chiropratiche!
Detto fatto: la truce storia di una certa Katie May che a seguito di un dolore al collo va da un chiropratico, ma poco dopo il trattamento subisce un ictus che la porterà al decesso. Secondo l’autopsia la causa sarebbero state le manovre al collo fatte dal chiropratico.
La logica è sempre la stessa: se una persona muore dopo aver seguito i protocolli ufficiali, è morta per la malattia (la colpa è sua che non ha risposto alle terapie); se invece una persona muore dopo aver usato la medicina complementare, la causa è quest’ultima. Il discorso certo non fa una piega!

Ogni anno, nel mondo, l’ictus uccide 6 milioni di persone e in Italia colpisce circa 200.000 persone! Stiamo parlando, secondo i dati ufficiali, della terza causa di morte e prima per invalidità.
Dovremo avvisare il dottor Lopalco che per quanti operatori chiropratici ci siano, le morti per ictus forse dipendono da altre cause. Cause sulle quali la medicina baronale brancola nel buio più totale. Cause che medici come Lopalco non solo non conoscono ma di cui neppure si interessano, forse perché più intrigati e interessati a dare la caccia al chirottero o al virus di turno.
Conclude il suo prezioso articolo, consigliando ai lettori di non fidarsi «dei chirotteri, ma neanche dei chiropratici» e visto che era in tema neppure «delle chiromanti».

Mancava che proponesse al mondo accademico l’importanza di sterminare tutti i chirotteri e di aggiungere alla lista già folle di vaccini obbligatori, anche quello contro il virus della rabbia.
Detto questo, osservando le morti iatrogene, cioè quelle provocate da errori medici, da farmaci sbagliati ed effetti collaterali dei farmaci stessi, il dato che salta fuori è che i camici bianchi sono tra le prime cause di morte al mondo. Quindi statisticamente il rischio di morire è molto più alto andando dal medico, piuttosto che giocando con un pipistrello dopo essere andati dal chiropratico.
Ovviamente questo è vero se la morte non era stata prevista dalla chiromante di turno.

In conclusione, tornando al titolo del presente articolo, mi domando: cos’hanno in comune comparaggio, aggiotaggio e baronaggio?
Il filo che le unisce è da una parte la cupidigia, l’arroganza e la brama di potere e soldi, dall’altra la violazione della legge!
Comparaggio è la corruzione del medico che s’impegna ad agevolare, a scopo di lucro, la diffusione di prodotti farmaceutici, punibile dalla legge. Aggiotaggio, si tratta di una speculazione, punibile dalla legge. Baronaggio, si intendono le truffe, i favori e gli abusi di potere all’interno delle università.

Per correttezza di informazione e per maggior trasparenza, andrebbe specificato, ogni qualvolta l’esimio dottor Pierluigi Lopalco scrive o viene intervistato che egli ha preso soldi per collaborazioni esterne con le aziende farmaceutiche.
Nel 2015 la GlaxoSmithKline ha pagato Lopalco 459,62 euro come «rimborso spese di viaggio». Poca roba si potrebbe dire, ma l’anno seguente si è rifatto perché ha ricevuto dalla GSK ben 2315,58 euro, di cui 700 euro per «corrispettivi» e 1615,58 per «spese contrattuali».
Con questo non si sta dicendo che un medico e/o ricercatore non deve prendere soldi dai produttori di farmaci, ma è sacrosanto per le persone sapere che chi osanna i vaccini è pagato dal principale produttore di queste pericolose droghe.


Marcello Pamio

Come può un essere incapace e psicologicamente interdetto diventare una star seguita e osannata da milioni di individui? Può eccome purtroppo, infatti la storia è pregna di esempi simili.
Quello di cui stiamo parlando è una operazione ben collaudata e oliata, adottata dalla potentissima e influente lobby dell’intrattenimento (cinema, musica, televisione).
Un’industria il cui scopo vitale è deviare le masse, intrattenere gli encefali, cancellare i valori, proporre modelli da emulare e fare anche soldi.
Ecco come lavorano: prendono degli squinternati sconosciuti, senza arte né parte, cerebralmente e moralmente predisposti, e nel giro di poco tempo li lanciano al mondo trasformandoli in oggetti sacrali (musicali, artistici, sessuali, ecc.), da desiderare e soprattutto imitare.

Se i nuovi idoli fanno quello che loro dicono, tutto va per il meglio: successo, fama, soldi e ovviamente alcol e droga; quando invece non servono più al (loro) gioco, o quando l’individuo (misteriosamente) prende coscienza della propria strumentalizzazione per scopi beceri, vengono immediatamente scaricati come rifiuti tossici. Dalla strada alle stelle e dal firmamento al letame, il passo è brevissimo.
Attenzione: questa operazione non è solo per scopi commerciali…
Va ricordato che il controllo mentale e il condizionamento delle masse avviene mediante simili psyops, operazioni psicosociali.

Da una parte le lobbies guadagnano miliardi vendendo spazzatura, dall’altra sfruttano questi «candidati manchuriani»[1] per veicolare al mondo messaggi funzionali che deviano milioni di coscienze. Controllare le masse è il senso dell’intrattenimento.
Vi siete mai chiesti come mai i cantanti realizzati, le pop-star arrivate al successo, quelle miliardarie, non prendono mai una posizione chiara e ferma su importanti tematiche sociali? In fin dei conti ne avrebbero tutte le possibilità. La risposta è semplice: non lo possono fare perché altrimenti verrebbero scaricati (quando va bene) dalle major, che li tengono stretti per le palle (in senso figurato, visto che molte “artiste” sono donne).

Oggi infatti una manciata di potentissime società controlla la totalità del mercato musicale.
Agli inizi del Duemila le case discografiche erano quattro: «Universal Music Group», «Sony Music», «EMI», «Warner Music Group», ma dal 2011 l’assorbimento della EMI da parte di Sony ha creato uno dei più potenti conglomerati chiamato «The Big Three».
Quindi sono tre le società che controllano l’intero mercato mondiale, con un potere di persuasione incalcolabile.

Dal rap al trap
«Big Entertainment» crea dal nulla un “artista” con lo scopo di canalizzare rabbia e malumore e, soprattutto, influenzare le masse. Ogni epoca ha avuto e ha i suoi artisti “manchuriani”.
Oggi l’invasione degli ultracorpi sta avvenendo grazie al «trap», un sottogenere del «rap».
Nello slang americano la parola «trap» deriva da «trap house» cioè le case abbandonate in cui avviene lo spaccio di droga, e questo non è a caso, visto che le canzoni ne parlano sempre...
Ascoltando questo genere la cosa che più salta all’orecchio è un ritmo più dilatato e privo dell’andamento classico del rap. Caratteristica questa che ricorda un immaginario sensoriale alterato da droghe. Poi grazie all’utilizzo dei sintetizzatori digitali e all’interpretazione vocale, l’andamento è chiaramente ipnotico.
Lo scopo è ipnotizzare le masse, inoculando messaggi altamente devianti.

Purtroppo la popolarità del trap è dovuta ad una nuova generazione di giovani artisti, nati negli anni Novanta e per questo fonte di imitazione ed emulazione da parte di bambini e ragazzi.
In effetti i ragazzini italiani stanno ascoltando per lo più questi generi musicali, le cui canzoni parlano di denaro, successo, lusso, sesso e droghe.
Quello delle sostanze psicotrope e allucinogene è uno dei temi più ricorrenti nei testi, ma non si tratta delle classiche droghe musicate dal rap.
Nei brani si cita spesso infatti la «purple drank»: un beverone viola dagli effetti sedativi e psicoattivi composto da sciroppo per la tosse a base di codeina (oppioide derivato della morfina) e bevanda Sprite.
L’utilizzo delle droghe nell’ambito trap è stordente!

Basta con le sostanze eccitanti del passato, oggi i farmaci usati sono oppioidi derivati della morfina o dagli antistaminici. Quindi la chiara volontà è quella di non pensare: annichilimento delle coscienze!
Le droghe da strada e lo spinello fumato in compagnia sono il vecchio: le nuove droghe si consumano per lo più sul divano (o nella propria cameretta), in un’accezione più individualista dello sballo che avviene tra le mura domestiche[2], ipnotizzandosi ovviamente con i testi demenziali.

Morire per quest? E’ ora di dire ebbasta!
Nella tragedia avvenuta qualche giorno fa ad Ancona al concerto del trap Sfera Ebbasta hanno perso la vita sei persone.
Non è tanto importante sapere come ha fatto il proprietario del locale a vendere molti più biglietti della capienza della sala[3], o la Siae a vidimare 1600 biglietti[4] (a 30 euro cadauno per una sala da 459 persone), o perché un idiota di 16 anni ha spruzzato gas al peperoncino sulla folla, innescando il panico assoluto. Stiamo parlando di crimini che meritano il carcere.
La domanda cruciale è: cosa ci facevano così tanti ragazzini all’una di notte ad attendere un povero controllato mentale (che per giunta non sarebbe mai arrivato visto che aveva un concerto a 80 km di distanza) che inneggia a droga, violenza e sesso?
Ma soprattutto i genitori di questi giovani esistono o servono solo a cacciare la grana?

Forse la responsabilità è di una generazione di adulti debosciati rimasti ancora acerbi, non in grado di incarnare quelle figure di riferimento importanti per la crescita dei figli, ma che anzi, spesso e volentieri, sono i primi ad avvallare la stupidità e la futilità degli idoli dei figli. 
Non a caso spesso sono proprio le mamme a spingere le figlie - per colmare il loro vuoto interiore - a diventare una velina o un’attricetta cerebralmente annichilita con il solo miraggio del successo e della fama.
Perché oggi se il tuo profilo twitter non ha qualche milionata di follower sei una inutile merdaccia.
Il punto è che se noi adulti non diamo valori e modelli seri, moralmente adeguati ai giovani, questi li trovano nella società con tutti i rischi annessi e connessi…

Pertanto è ora di dire EBBASTA!
Disertare i concerti e boicottare i dischi è fondamentale, checchenedica la povera e squinternata sinistra italiana, sempre attenta a manifestare contro l’odio e il sessismo, ma sempre pronta ipocritamente a sfruttare ogni occasione per il proprio tornaconto politico. Alla festa del primo maggio infatti, la sinistra militante ha portato sul palco Sfera Ebbasta, nonostante le sue musiche inneggino proprio all’odio e al sessismo. Quando si dice coerenza!
Questi «manichini cantanti» non sono altro che ingranaggi di un meccanismo diabolico che mira all’annientamento culturale e mentale dei giovani. Deviare le masse è il mantra che hanno loro inoculato nel cervello, e lo fanno con le loro musichette ipnotiche ammantate di libertà…
Infine dovrebbero prendere le distanze anche tutti i cantanti, musicisti e artisti veri se ancora ne esistono. Basta essere accondiscendenti: simili e pericolosi individui vanno isolati e al più presto!

PS: Spezzo una lancia a favore di quegli artisti del rap (e non solo) che non rientrano in questo meccanismo di condizionamento mentale. Colgo quindi l'occasione per salutare e ringraziare il grande rapper veneto Herman Medrano, nonché amico personale, che è riuscito a usare l'arte e la musica anche per veicolare messaggi di un certo spessore.
Ecco alcuni bravi memorabili: 

"Naltra Venessia" 

"No se poe petenai" (Monsanto & C.) 

"Noseconossemo" 

 

Ecco invece il livello morale delle canzoni del rapper Sfera Ebbasta (della Universal).

Hey troia! Vieni in camera con la tua amica porca
quale? quella dell’altra volta
faccio paura, sono di spiaggia
vi faccio una doccia, pinacolada
bevila se sei veramente grezza, sputala
poi leccala leccala
limonatevi mentre Gordo recca
gioco a biliardo, con la mia stecca
solo con le buche
solo con le stupide
ste puttane da backstage sono luride
che simpaticone! vogliono un cazzo che non ride
sono scorcia-troie
siete facili, vi finisco subito

[1] Nome che deriva dal film “The Manchurian candidate”. Il candidato manciuriano è un assassino mentalmente programmato, tramite lavaggio del cervello, per fare fuori personaggi politicamente scomodi senza che i mandanti vengano coinvolti.

[2]Droga, individualismo e zero pensieri. Viaggio fra i parolieri della Traphttp://www.vita.it/it/story/2018/12/10/droga-individualismo-e-zero-pensieri-viaggio-fra-i-parolieri-della-tra/259/

[3] Secondo il premier Giuseppe Conte: “la sala principale dell’evento ha una capienza di 469 posti, sono stati venduti 1400 biglietti”, https://www.tpi.it/2018/12/10/tragedia-discoteca-ancona-sfera-ebbasta/

[4]Siae nella bufera per biglietti e doppia data”, “La Verità”, 11 dicembre 2018


Nassim K. Langrudi e Marcello Pamio

A partire dal 2002 è iniziata una seria e importante sorveglianza delle reazioni avverse da parte dell’Istituto Superiore di Sanità
Detta così, sembra una grande cosa. Ma purtroppo è l’ennesima manifestazione dell’arroganza inarrestabile di un Sistema che ha raggiunto oggi livelli parossistici e proprio per questo sta collassando su sé stesso!
Tale sorveglianza riguarda i «potenziali rischi associati all’uso dei prodotti “naturali”».  
Avete purtroppo letto bene: non farmaci, non vaccini o droghe, ma piante!

Sono questi infatti gli obiettivi del sistema di sorveglianza messo in atto, a partire dal 2002, dall’Iss in collaborazione con l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e il ministero della Salute. 
Per l’establishment quindi «è fondamentale implementare le conoscenze sul profilo del rapporto beneficio-rischio per l’uso salutistico di una pianta» .
Il risultato è «un attento monitoraggio delle reazioni avverse a questi prodotti che deve necessariamente passare attraverso sistemi di “segnalazione spontanea”». 

Oggi a tal proposito è nato il portale VigiErbe.it dove operatori sanitari e semplici cittadini potranno segnalare possibili reazioni avverse.  
La home page è chiarissima: «Segnalaci le reazioni avverse ai prodotti naturali». 
E poi la domanda di rito: «Hai avuto qualche problema dopo l’assunzione di un integratore alimentare, vitamine, probiotici, prodotti erboristici, tisane, medicinali omeopatici, preparazioni galeniche e/o magistrali, preparati della medicina tradizionale cinese o ayurvedica?».

Dopo gli ultimi vergognosi attacchi all’omeopatia, era ovvio e scontato che venissero scatenate le forze - come preannunciato più volte da queste pagine - contro tutto quello che è naturale, non brevettabile e che funziona.
Ricordiamo che i farmaci sono una delle prime tre cause di morte accertate, nel mondo occidentale. Non parliamo dei danni indotti dai vaccini, come pure del fatto che ogni anno oltre 7000 persone muoiono per infezioni ospedaliere evitabili. E questi cosa fanno? Spendono soldi pubblici e risorse per accanirsi contro le erbe, gli integratori e gli omeopatici.

Farmacovigilanza oggi
La questione della farmacovigilanza è affare serissimo, in quanto i dati raccolti dalle segnalazioni di sospette reazioni avverse ai farmaci sono l’unico mezzo a disposizione per valutare la sicurezza degli stessi ed un loro eventuale ritiro dal commercio, quindi sono fondamentali per verificare che, dopo l’immissione sul mercato di questi prodotti, non si verifichino effetti collaterali sulla popolazione che non erano stati previsti o che erano stati sottostimati…ed accade spessissimo, purtroppo.
Nel sito Aifa leggiamo: «la farmacovigilanza è l’insieme delle attività finalizzate all'identificazione, valutazione, comprensione e prevenzione degli effetti avversi o di qualsiasi altro problema correlato all'uso dei medicinali, al fine di assicurare un rapporto beneficio/rischio favorevole per la popolazione». 

Purtroppo però, come testimoniato dalla scarsa attendibilità della vaccinovigilanza, questo sistema non funziona come dovrebbe. Infatti basta approfondire anche di poco i dati che emergono dagli annuali rapporti Aifa per rendersi conto che qualcosa non va per il verso giusto: nel 2017 ben 1952 casi segnalati di sospetta reazione avversa ai vaccini provenivano dal Veneto, su un totale di 6696 casi segnalati a livello nazionale, testimoniando una discrepanza che sottolinea la scarsa attendibilità dei dati… Ma anziché concentrarsi sull’implementazione ed incoraggiamento delle fondamentali segnalazioni relative a reazioni da farmaci e vaccini, che sono responsabili di gravi problemi di salute, si pensa bene di concentrare le già scarse attenzioni su altro…

Dal nuovo sito VigiErbe.it si evince che la segnalazione «verrà inviata all’Istituto Superiore di Sanità e sarà valutata da un Comitato Scientifico composto da esperti di farmacologia, farmacognosia, fitoterapia, botanica, tossicologia ed omeopatia e verrà condivisa a livello nazionale ed internazionale contribuendo alla migliore conoscenza del profilo di rischio di questi prodotti». 
Non si fa cenno dunque al se e come verranno messi a disposizione del pubblico questi dati.
Una domanda sorge spontanea: come verranno valutate le effettive «responsabilità» di tali preparati dinanzi a disturbi più o meno comuni e possibilmente dovuti ad una quantità di fattori (inclusi l’assunzione di farmaci)? 
Oggi sappiamo che i vaccini sono - tristemente - la più frequente causa di «coincidenze» temporali con eventi avversi di svariata entità, gravità e natura: vengono regolarmente scagionati dal nesso di causalità. Come possiamo aspettarci che vengano valutati gli episodi conseguenti all’assunzione di prodotti che la natura ci mette a disposizione da millenni? Speriamo di non ritrovarci a breve con qualche divieto nell’utilizzo di questo o quel rimedio erboristico, in ragione della tutela della salute pubblica…

La sicurezza sanitaria dei sudditi è una squallida scusante mediatica, perché quello che stiamo vedendo è un attacco premeditato a tutto quello che non è protocollabile, brevettabile e che viene usato dalla popolazione dalla notte dei tempi.
Forse è arrivato il momento di svegliarsi dal letargo cerebrale…

 


Marcello Pamio

Qualcosa si sta muovendo all’orizzonte, anche se non si sa bene quale sia la direzione intrapresa…
Il riferimento va agli ultimi accadimenti, che certamente non possono essere frutto del caso.

Ai primi di dicembre il ministro della Salute Giulia Grillo azzera con un colpo di bacchetta il Consiglio Superiore di Sanità. Il mandato sarebbe dovuto durare tre anni, ma fino al 5 dicembre il ministro aveva la facoltà di revocare quella decisione. E casualmente ha sfruttato questo potere entro i termini di legge.
La decisione, avvenuta con due anni di anticipo, è stata confermata dalla spedizione di una lettera che revoca le nomine dei componenti non di diritto dell’organo tecnico-consultivo del ministero.
Praticamente rimangono in carica solo i membri delle istituzioni, quindi quelli del ministero stesso, dell’Aifa, dell’Istituto superiore di sanità.
Il Css uscente era stato rieletto il 20 dicembre del 2017, e i suoi membri erano stati voluti dall’ex ministro Beatrice Lorenzin nel 2014.

A cosa serve il Consiglio superiore di sanità? Diciamo che si tratta del massimo organo di consulenza tecnico-scientifico del ministro della Salute, al quale il ministro stesso si rivolge in tutti i casi in cui vi è da dirimere questioni o problematiche di valenza tecnico scientifica, prima per esempio dell’adozione di atti legislativi, regolamentari o amministrativi.
Non possiamo certo credere alle motivazioni ufficiali che il ministro ha fornito in una nota: «dare un segnale di discontinuità rispetto al passato. Siamo il governo del cambiamento».
Sul fantomatico «cambiamento» si potrebbe discutere per ore visto che il ministro, al momento attuale, fa rimpiangere la liceale Lorenzin. Spero vivamente di essere smentito dai fatti.
Continua la Grillo spiegando che ha scelto «di aprire le porte ad altre personalità meritevoli».

Staremo a vedere cosa intende per personalità meritevoli. Se si riferisce a personaggi professionalmente e moralmente straordinari come il dottor Roberto Gava, Paolo Bellavite, Pietro Perrino, tanto per citarne qualcuno, allora il cambiamento avverrà e in tempi rapidi, altrimenti se intende individui come Roberto Burioni, Giorgio Palù, Piero Angela, e la solita cricca che vediamo sempre e ovunque nei media, allora rimarremo impantanati in un paradigma destinato al fallimento totale, sotto tutti i punti di vista.

Ricciardi sbranato dalle iene…
A proposito dell’ISS e del suo attuale (ci auguriamo ancora per poco) presidente, va fatta notare la sincronicità a dir poco abbagliante del servizio de Le Iene mandato in onda ieri sera.
Il dottor Walter Ricciardi è stato oggetto di un servizio giornalistico dedicato ai conflitti di interesse. Colui che è stato ed è tra i più attivi sostenitori dell’aumento del numero di vaccini e dell’obbligatorietà è stato messo alla berlina per le sue strane attività collaterali.
In pratica il Codacons ha dimostrato che il dottor Ricciardi avrebbe avuto il sostegno delle case farmaceutiche, le stesse che poi vendono farmaci e vaccini. Essendo il presidente dell’Istituto più importante della sanità il conflitto d’interessi è a dir poco inquietante! 

Stranamente nel suo curriculum vitae pubblicato dall’Iss non risulta nulla, anche perché l’istituto non richiede obbligatoriamente tutte le informazioni, ma nella «Declaration of Interests» depositata alla Commissione europea, dove riveste un alto incarico, gli altarini vengono fuori: dal 2007 al 2012 avrebbe svolto diverse consulenze per varie case farmaceutiche su 15 diversi prodotti, tra cui moltissimi vaccini. In Italia non dichiara nulla, in Europa, dove è costretto a farlo, dichiara alcune cosette interessanti...
Ha lavorato anche per agenzie di lobbying come «Altis OPS» («Altis Omnia Pharma Service») fino almeno al 2015 e lui era commissario dell’Istituto Superiore di Sanità dal 2014. Questa società lavora nel lobbying, cioè si occupa di «market access», “assistenza ai clienti nelle fasi necessarie all’accreditamento presso tutte le autorità sanitarie, analisi di scenari e strategie, supporto e pianificazione regolatoria e logistica per il lancio dei prodotti”.
In pratica tutte quelle cose che servono alle industrie chimiche.
Si è difeso pubblicamente affermando che neanche sapeva «che la casa editrice faceva questa attività».

Possiamo fidarci di individui che hanno lavorato per case farmaceutiche e per società di lobbying (anche se non sapeva qual era la loro reale attività!) e che oggi hanno il potere di decidere quali farmaci e vaccini imporre alla popolazione?
In attesa dei prossimi passaggi che metteranno in luce la direzione intrapresa dall’attuale governo, anche in vista di quello che si sta muovendo negli States grazie a Donald Trump, e in Francia grazie ai gilet gialli, possiamo solo augurare al dottor Ricciardi di lasciare quanto prima l’Iss per tornare al suo amore originario: il cinema.
Uno dei primi film del dottore è stato «L’ultimo guappo» del 1978. «Guappo» secondo il dizionario indica «bravaccio, camorrista» e per estensione «persona sfrontata e arrogante».
Sono passati 40 anni da quel film, ma mai come oggi per certi individui dell’establishment, la definizione di «guappo» è così attuale e precisa...

 

Video integrale de Le Iene