Vai al contenuto

Bitcoin non è per tutti. Usarlo significa essere liberi di gestire il proprio denaro senza intermediari, ma a un prezzo: essere responsabili delle proprie scelte. Significa confrontarsi con la propria indole e con il mondo in cui si vive.
Se ti sta bene che qualcuno decida per te cosa studiare, cosa comprare, come curarti e quanto guadagnare, allora Bitcoin non fa per te. Puoi anche trattarlo come una commodity qualsiasi su cui speculare.
Ma se senti che qualcosa non torna, se cerchi un significato più profondo oltre le apparenze, allora potresti voler entrare nella tana del Bianconiglio.

Bitcoin è più di una moneta: è un pensiero sociologico, un urlo politico, una trama matematica e un flusso finanziario. Ognuno lo interpreta a modo proprio, ma una cosa è certa: non può più essere cancellato. Troppo diffuso per essere fermato, Bitcoin ti mette di fronte a una scelta: fidarti o studiare.
E chi sono quelli che hanno scelto di studiarlo e di abbracciarlo? I cripto-libertari.
Non sono speculatori alla ricerca dell'ennesima scommessa vincente, non sono maghi della finanza: sono sognatori realisti, rivoluzionari pacifici, libertari (da non confondersi con i liberali). Per loro, Bitcoin non è solo un mezzo per fare soldi, ma un'opportunità per costruire un futuro diverso, più libero, più equo, sano ed eticamente morale, dove il potere non è accentrato nelle mani di pochi.
Nonostante le narrative dominanti vogliano ridurre Bitcoin a un semplice asset finanziario, la realtà è diversa.
La partita non è ancora chiusa e ogni giorno nuovi individui si uniscono a questa rivoluzione.
C'è il bitcoiner della prima ora, che ha chattato con Satoshi Nakamoto, ma anche l'operaio di Brescia che ha trovato un modo innovativo per usarlo nella vita quotidiana, il ragazzo marocchino che scambia antiquariato in bitcoin, il falegname friulano e il camionista piemontese, il barista di Lignano, il pizzaiolo veneto, l'ingegnere romano, il venditore di telefonini e il dipendente dell'acquedotto di Napoli. Persone normali, che credono in una moneta libera e non inflattiva, una moneta che protegge dall'erosione del valore e dall'arbitrarietà dei governi e della sua moneta fiat.
Bitcoin sta già cambiando il mondo: in Sud America e in Africa protegge milioni di persone dall'inflazione, permette agli «unbanked» di conservare i loro risparmi al sicuro, senza dipendere da banche o istituzioni finanziarie. E anche se questi nuovi utenti non hanno studiato i filosofi anarchici o l'economia austriaca, stanno vivendo sulla propria pelle l'importanza di un sistema finanziario libero.

Il genio è uscito dalla lampada
I governi e le istituzioni possono cercare di regolamentarlo, di farselo amico, di comprarlo, ma Bitcoin non tornerà indietro. E tu? Vuoi essere spettatore o parte della rivoluzione? Il momento di prenderne un pezzettino è adesso. Non è un consiglio finanziario. È un consiglio filosofico.

Questo commento è la risposta all’editoriale di Vittorio Macioce su "Il paradosso anarchico dei bitcoin di Stato". È firmato da anarco-capitalisti che investono in criptovalute
Tratto da https://t.me/Bitcoin_Veneto/1

55

Bitcoin non è soltanto una nuova tecnologia finanziaria; è l'incarnazione di un'idea.
Nato nel 2008 dal misterioso Satoshi Nakamoto, questo protocollo di moneta digitale ha fin dall'inizio veicolato una forte impronta filosofica libertaria.
Bitcoin rappresenta un esperimento di libertà individuale applicata alla finanza: una moneta che vive fuori dai circuiti tradizionali, indipendente dalle banche centrali e progettata per resistere a censure o interferenze esterne.
Bitcoin non è solo software o investimento speculativo, ma una rivoluzione culturale che mira a restituire sovranità monetaria. Le radici ideologiche di Bitcoin affondano nel pensiero libertario declinato in due sottocorrenti: il movimento Cyberpunk e la Scuola Austriaca di economia.
Già negli anni 90, crittografi immaginavano internet come un terreno di conquista per la libertà: sognavano strumenti digitali capaci di tutelare la privacy e l'autonomia personale dall'ingerenza di governi e corporazioni.
In quei circoli maturò anche l'idea di una moneta fuori dal controllo statale, ispirata dai principi della Scuola Austriaca, critici verso il monopolio delle banche centrali.
Non sorprende che il movimento dietro Bitcoin sia stato talvolta definito anarco-libertario, proprio perché sfida l'ordine finanziario costituito e l'egemonia del sistema bancario. Bitcoin non è quindi un semplice codice informatico, ma il mezzo pratico per realizzare idee di libera scelta monetaria e di resistenza al controllo centrale sul denaro.
La sfiducia verso gli intermediari è la scintilla che ha definitivamente acceso la fiamma di Bitcoin.
Nel suo White Paper del 2008, Satoshi descriveva un sistema di contante elettronico peer-to-peer concepito per eliminarla la necessità di intermediari centralizzati nelle transazioni on-line.
Il problema, sosteneva Satoshi, era che il commercio digitale fino ad allora dipendeva esclusivamente da "istituzioni finanziarie come terze parti fidate" per validare i pagamenti.
La soluzione proposta?
"È necessario un sistema di pagamento elettronico basato su prova crittografica invece che sulla fiducia", così che due soggetti possono effettuare transazioni dirette senza bisogno di un intermediario. In altre parole, Bitcoin nasce per disintermediare: sostituire la fiducia nell'autorità centralizzata con la fiducia nella matematica e nel consenso distribuito tra pari.
Questo concetto - eliminare il filtro delle banche centrali o commerciali nelle transazioni - incarna un principio cardine della filosofia libertaria: togliere potere agli enti centrali e restituirla gli individui.
Ma come Bitcoin riesce in concreto a dare forma a questo ideali?
La risposta risiede nella sua architettura decentralizzata e nelle scelte tecniche innovative, che combinano tecnologie preesistenti in una nuova sinergia.
La rete Bitcoin è mantenuta da una miriade di computer indipendenti (nodi) sparsi in tutto il mondo, ognuno dei quali conserva una copia aggiornata della cosiddetta blockchain o timechain: la cronologia univoca delle transazioni tra diverse chiavi pubbliche, che muovono tra loro frammenti di "prove di lavoro" controllati da altrettante chiavi private.
Non esiste un server centrale da abbattere, né un singolo ente che possa imporre dall'alto le regole: il protocollo è Open Source e le modifiche alle regole richiederebbero il consenso di tutti i partecipanti.
Questa decentralizzazione fa sì che Bitcoin sia di fatto ingovernabile da un'autorità unica - nessuno, nemmeno uno Stato, può decidere arbitrariamente del destino della moneta digitale.
La forza di Bitcoin sta anche nel riparo da manipolazioni politiche o finanziarie esterne.
È qui che risiede la filosofia di libertaria di Bitcoin: nella creazione di un sistema monetario libero, incensurabile e decentralizzato, in cui la libertà individuale viene potenziata dalla tecnologia e la fiducia non è concessa per decreto, ma nasce dalla trasparenza del codice e dalla cooperazione spontanea di una rete globale di pari!
Giacomo Zucco, "Cripto Wallet", luglio 2025

SOFTWARE WALLET

Un wallet software è un portafoglio elettronico dedicato alla gestione delle criptovalute digitali che fisicamente non esistono, ma possono essere archiviate, conservate, inviate e ricevute proprio come qualsiasi altra valuta tradizionale.
Ogni wallet è dotato di un indirizzo unico, composto da lettere e numeri, che consente di inviare e ricevere denaro esattamente come l’IBAN, ma senza l'intermediazione del cartello bancario…

Il wallet custodisce due chiavi: una pubblica e una privata, entrambe necessarie per le transazioni.
La chiave pubblica viene utilizzata per ricevere denaro e durante ogni transazione viene inviata al mittente. La chiave privata invece è il codice che permette l’accesso al wallet, più o meno come il PIN di un Bancomat. Necessita della massima protezione per cui NON va MAI condivisa con nessuno, pena la perdita di tutte le cripto.
Chi possiede la chiave infatti ha accesso al wallet e possiede le cripto!

Esistono due tipi di wallet: custodial e non-custodial.
Con il primo si delega la proprietà delle monete all’Exchange, con il secondo invece si conserva la proprietà di tutte le valute digitali, nonché la responsabilità delle chiavi private del wallet stesso! Perdendo il codice, si perde tutto!
Viene da sé che la sicurezza dei software wallet è direttamente proporzionale alla sicurezza del dispositivo (smartphone o computer). La perenne connettività (internet, wifi, bluetooth) e gli onnipresenti virus e mailware, rendono il wallet software non sicuro!
Vediamo adesso alcuni tra i migliori software wallet in circolazione

ELECTRUM

Wallet dedicato esclusivamente ai Bitcoin. E’ considerato uno dei migliori e sicuri, forse perché è uno dei software più vecchi del settore (2011). È gratuito soprattutto il codice è open source.
Compatibile con i sistemi operativi Windows, MacOS, Linux, e Android tramite app.

------------------------

EXODUS

Portafoglio software lanciato nel lontano 2016 è in grado di conservare in sicurezza più di 100 criptovalute diverse. Il software è gratuito ma applica delle commissioni per l’Exchange e le transazioni effettuate tramite il portafoglio.
Compatibile con i sistemi Windows, MacOS e Linux, e Android tramite app.

------------------------

METAMASK

E’ uno dei più famosi wallet cripto non-custodial in circolazione.
Si installa come estensione del browser web ed è compatibile con i più utilizzati (Chrome, Firtefox, ecc.). C’è anche la versione per smartphone MetaMask Mobile.
Il portafoglio della volpe rossa è stato fondato nel 2016 e ad oggi conta più di 10 milioni di utenti. Tra le sue caratteristiche principali c’è quella di inter-operare con diversi network (Ethereum, BNB Smart Chain, Polygon, ecc.).

-------------------

HARDWARE WALLET

I wallet hardware sono dispositivi fisici, spesso simili a chiavette USB o della dimensione di una carta di credito progettati specificamente per archiviare le chiavi private completamente offline.
Le chiavi, cioè le o parole, sono custodite in uno o più chip sicuri e resistenti alle manomissioni!
I migliori sono air-gapped ("vuoto d'aria") cioè separati fisicamente dai dispositivi e da qualsiasi rete, Internet compresa, eliminando così i rischi di connettività e garantendo la massima sicurezza.
Si collegano mediante codici QR e solo quando è necessario confermare una transazione.
Vediamo alcuni hardware wallet in commercio.

BITBOX02

E’ un hardware wallet prodotto in Svizzera a forma di penna USB in policarbonato con display in vetro temperato. Lo schermo OLED permette una ottima visibilità.
La sicurezza è di livello superiore perché utilizza un secure chip certificato EAL6+, uno dei massimi standard del settore per la sicurezza.
BitBox può essere usato su tutte le principali piattaforme: Windows, MacOS, Linux, Android e iOS!
Dimensioni: 54.5 x 25.4 x 9.6 mm incluso il connettore USB-C.
Costo 149 €

-----------------------------

LEDGER NANO X

E’ il portafoglio hardware per eccellenza offerto da un produttore leader del settore.
Consente di conservare e gestire fino a 26 valute digitali e più di 1.500 token.
La scocca è in alluminio e lo schermo OLED.
Compatibile con i sistemi operativi Windows, MacOS e Linux e con Android.
Dimensioni: 98 x 18 x 9 mm
Costo 149 €

-----------------------------

TREZOR SAFE 5

E’ stato il primo portafoglio hardware disponibile offerto dalla SatoshiLab. Si tratta di un piccolo dispositivo che offre algoritmi crittografici sempre aggiornati per consentire l’archiviazione di molte cripto. È realizzato in plastica.
Il display OLED consente di visualizzare i menu, navigabili con soli due tasti.
Compatibile con sistemi operativi Windows, MacOS e Linux.
Costo 169 €

-----------------------------

KEYSTONE 3 PRO

E’ l'unico portafoglio hardware dotato di tre chip di sicurezza per gestire in modo sicuro più account crittografici. Lo schermo è touchscreen da 4 pollici.
La sua modalità air-gapped (nessun WiFi, Bluetooth, USB o rete) elimina tutti i rischi di connettività garantendo la massima sicurezza.
L’intero codice, compresi hardware e software sono totalmente open source.
Costo 175 $

-----------------------------

ELLIPAL TITAN 2.0

Questo hardware wallet supporta più di 40 cripto e più di 10.000 token, comprese le stablecoin.
La protezione, grazie al chip di sicurezza integrato, raggiunge il livello EAL5+.
Se viene rilevata una manomissione, le informazioni private verranno automaticamente distrutte.
Schermo a colori da 4 pollici per una visualizzazione vivida.
Gestisce 5 seed phrase (frase di recupero) e 5 account diversi in un unico dispositivo.
Costo 169 €

-----------------------------

NGRAVE ZERO

Costruito totalmente in Belgio è l'unico portafoglio crittografico air-gapped che ha ottenuto la più alta certificazione di sicurezza nel settore blockchain e finanziario. Con la sua prova di manomissione a più livelli, la biometria e un sistema operativo personalizzato ha infatti ottenuto la certificazione EAL7, la massima mai raggiunta da nessun altro dispositivo.
Essendo totalmente air-gapped non si basa su USB, WiFi, Bluetooth, NFC o 4G per firmare le transazioni, ma solo tramite codici QR.
E’ possibile creare più di 100 account, per cui molti portafogli possono finalmente essere tenuti su un unico dispositivo. E se dovesse venire rubato dopo la configurazione, una volta aperto dei sensori all'interno cancelleranno tutto!
Il sensore biometrico di NGRAVE ZERO aggiunge un livello di sicurezza per l'autenticazione e la generazione di chiavi. L'impronta digitale viene utilizzata come variabile per creare la chiave perfetta, sbloccare il dispositivo e firmare le transazioni in combinazione con un solido codice PIN a 8 cifre.
Si integra perfettamente con MetaMask e Rabby Wallet.
Costo 398 €

Salve Anime!
Dopo l’incredibile successo del suo primo Webinar, che ha visto la partecipazione di oltre 500 persone, siamo entusiasti di annunciare il ritorno del grandissimo Marcello Pamio con un appuntamento imperdibile: USCIRE DALLA MATRIX.
In questo incontro gratuito, Marcello ci guiderà verso una consapevolezza profonda su chi controlla davvero la nostra salute. Ci troviamo di fronte a un colosso chiamato Big Pharma, un "mostro" che ci vuole sempre dipendenti da nuove medicine. Ma qual è la verità dietro tutto questo?
Durante il webinar, scopriremo la differenza tra prevenzione, screening e diagnosi. A cosa servono davvero gli screening? E soprattutto, cosa si nasconde dietro il concetto di malattia? Marcello ci aiuterà a capire come la malattia sia diventata uno strumento di controllo e profitto… e molto altro ancora.
Per uscire dalla Matrix, dobbiamo riprendere il controllo della nostra salute, e Pamio ci mostrerà che è assolutamente possibile farlo!
Ricordiamo inoltre che chi decide di iscriversi anche a webinar già avviato, riceverà comunque tutte le puntate precedenti.

Lo staff di INZAION
https://www.inzaion.com/calendario/webinar/webinar-informativo-gratuito-marcello-pamio.html

“Oggi abbiamo passato 2 ore in collegio plenario a cercare di capire come ci si doveva comportare nel caso un bambino palesasse un mal di testa.
Oggi abbiamo scoperto cosa deve fare un referente Covid e che il bimbo che presenta stati lievemente febbrili sarà accompagnato da qualcuno, nella stanza Covid (che basterebbe chiamare infermeria ma se no non fa abbastanza paura) in attesa che venga la mamma a prenderlo e di corsa perché se non trovano nessuno dei familiari al telefono, qualcuno potrebbe chiamare direttamente il 118.
Abbiamo capito poi che dopo scattano tanti di quei controlli a tappeto che se ci va bene, forse, chiudono solo la classe del bimbo trovato positivo al Virus dei virus, altrimenti chiudono tutta la scuola, nel caso ce ne siano diversi.

Sappiamo che i bambini entreranno ed usciranno da scuola, in tempi diversi, da tre entrate anche lontane fra loro, in modo che chi ha più figli corra da una parte all’altra a portarli e a riprenderli… Precisi percorsi segnati li vedranno tutti rigorosamente mascherati entrare in fila, distanziati e se i bimbi ritardano, possono entrare a scuola solo un’ora dopo. Come alle superiori.

Anche i genitori saranno mascherati all’uscita da scuola: così le maestre dei bambini delle classi prime non riconosceranno mai i parenti dei loro alunni e contravverranno, in modo involontario, a tutte le norme per la sicurezza legate alla riconsegna dei bambini alle famiglie.

A mensa si faranno 3 turni: il primo 50 minuti dopo la fine della ricreazione, nonché della merenda del mattino e l’ultimo alle 14…comodissimo!

Cosa faranno in classe? Niente!
Non possono toccarsi, scambiarsi il pennarello, accumulare i libri uno sopra l’altro, alzarsi per giocare con i loro amichetti…fare gruppi di lavoro, aiutarsi a vicenda, abbracciare la maestra.
Niente giochi di classe, niente giochi da casa, niente quaderni in buchina, o fogli sotto il banco…tutto al millimetro è pianificato per tenerli fermi al banco buoni buoni,perché appena si alzano e si avvicinano a qualcuno… scatta l’urlo della maestra, alla quale, con uno specifico corso di aggiornamento è stato inculcato (senza se e senza ma) che deve fare rispettare tutte le regole, pena la responsabilità di un contagio.

In giardino niente contatto e una classe alla volta, in palestra niente giochi di contatto. Alcune insegnanti dimenticatesi della didattica (che non interessa più a nessuno), si sono chieste: “Ma se la palla casca per terra mentre giocano a palla avvelenata e la prende un altro bambino che si fa: si deve disinfettare?”
Certo! Si ferma il gioco e ogni volta che la tocca qualcuno, la maestra, anziché fare l’arbitro, prende il disinfettante il cencetto e la disinfetta… sono stati geniali!

Sono riusciti a spengere tutti i neuroni degli italiani, a staccare tutte le sinapsi a creare il buio nei circuiti elettrici dei nostri cervelli.
Hanno vinto!
Sono almeno 30 anni che stanno lavorando per questo e ce l’hanno fatta: elettroencefalogramma piatto!
Elettroencefalogramma piatto di medici, insegnanti, dirigenti, genitori, tutte le componenti della scuola stanno sobbollendo nel calderone delle paure, dei divieti, del pensiero unico, a fuoco sempre più alto…e non se ne sono neppure accorti!

Va bene così: dà un senso di sicurezza essere così disciplinati, inquadrati, regolamentati…oh questo governo è davvero serio!
Peccato che l’argomento principale sia: i bambini… allora non c’è che sperare che almeno loro gridino, urlino, cantino, saltino sui banchi, si abbraccino, si sbaciucchino, giochino ad acchiappino, al lego, ai puzzle, si scambino la merenda, e giochino a calcio… senza accorgersene… vivano…
Speriamo che almeno loro non si facciano irretire e scappino al controllo delle menti perverse che stanno tenendo sotto scacco il mondo.
Speriamo che almeno loro, in modo naturale… disobbediscano…tutti insieme, come quando il venerdì pomeriggio, stanchi di una settimana di schede da compilare, cominciano ad alzare la voce e davvero non li puoi fermare…sovrastano tutto e tutti…esprimono il loro disagio e nessuno può farli tacere.

Genitori! Se avete cuore di mandarli a scuola in queste condizioni almeno insegnate loro quello che avreste dovuto fare voi: insegnategli a disubbidire…per tornare ad essere liberamente vivi.
Io nel frattempo lascio andare tutto come deve andare, e me ne vado: prendo aspettativa, ma non perché ho paura del Virus dei virus, non perché ho paura delle conseguenze di un errore di distanziamento, non perché ho paura dei bambini, no.
Io non voglio essere complice di questo delirio, io insegno per tutti e cinque gli anni di scuola dei miei alunni a NON AVER PAURA.

Perché la paura inibisce l’esperienza.
La paura restringe il campo visivo.
La paura chiude il cuore.
La paura separa.
La paura isola.
La paura fa ammalare corpo e anima.
La paura è buia!
E i bambini sono figli della luce!
Forse per questo li stanno incatenando ai banchi…

E allora cari bimbi miei,
quando questa grande ombra oscura se ne sarà andata e la giustizia avrà portato alla luce le sue nefandezze, io tornerò ad insegnare come ho sempre fatto.
Ora miei cari piccoli non riesco a farlo perché è stato impedito il mio diritto d’insegnare e non posso oppormi se non andandomene. Perdonatemi.
Con amore, la vostra maestra Rossella Ortolani.”

11 settembre 2020

Ringrazio Beatrice Cavalli per la traduzione in russo del mio intervento di domenica 6 settembre 2020 a Padova durante la Manifestazione per la Libertà.
Dedicato a tutti gli amici russi
Посвящается всем русским друзьям

https://youtu.be/7OTpxh-ocqw

Ecco i quattro gatti a Firenze sabato 20 giugno 2020

Marcello Pamio

“No Vax a Firenze, denunciati gli organizzatori della manifestazione in piazza Santa Croce: assembramenti senza protezioni”. Così titola il Fatto Quotidiano ieri 22 giugno 2020, sottolineando ed evidenziando le parole del sindaco di Firenze Dario Nardella: Una massa di irresponsabili proveniente da tutta Italia ha invaso Santa Croce in spregio ad ogni regola di sicurezza.

Posizione questa del primo cittadino più che comprensibile visto che arriva dalle fila del partito maggiormente colpevole della devastazione economica italiana, il partito che nell'attuale governo ha gestito con i piedi l'emergenza sanitaria: ovviamente mi riferisco al PD.

Il suo quindi è un atto più che dovuto, anche se a livello ufficiale gli organizzatori della manifestazione non hanno ancora ricevuto nulla di concreto a parte le chiacchiere da bar dei megafoni del Potere: gli zerbinati media mainstream, sempre pronti a leccare la mano del padrone che da loro la pappetta.

Le inesattezze dei media continuano a pioggia e secondo i vari giornalisti i partecipanti erano circa 4000. Ora, non ci vuole un genio e neppure una laurea in statistica ma soltanto un briciolo di correttezza e onestà giornalistica, cose queste rarissime nel mondo dell'informazione, per evincere dalle foto che le persone giunte da tutta Italia a Firenze nella suggestiva piazza Santa Croce erano minimo il doppio e probabilmente molto di più.

Ma per gli scafati e soprattutto prezzolati giornalisti eravamo quattro gatti incoscientemente ammassati senza distanziamento e senza mascherina.

Posso comprendere che coloro che originano dal PD certi passaggi sottili siano difficili da comprendere, ma distanziare 10.000 e più persone avrebbe significato occupare non solo santa Croce ma diverse altre piazze e strade della città, mettendo maggiormente a rischio il traffico e non solo. Se poi le persone avessero indossato la mascherina in una giornata caldissima come quella di sabato, sotto un sole cocente e per diverse ore, si sarebbero verificati diversi svenimenti.

Era forse questo che il Sistema avrebbe voluto?

Detto questo gli organizzatori sono tranquillissimi anche perché le registrazioni della manifestazione comprovano che è stato comunicato più volte dai microfoni del palco il rispetto delle norme di sicurezza. Ma cos'altro avrebbero potuto fare, mandare via le persone dalla piazza?

Come mai invece nessuno delle forze di polizia e della questura che hanno sostato tutto il giorno vicinissimi al palco, qualcuno di loro senza l'ausilio della mascherina, non hanno detto e/o fatto assolutamente nulla? Chi è il responsabile della sicurezza?

Ovviamente la spiegazione di tutto quello sta accadendo a posteriori è semplicissima: la manifestazione ha dato ampiamente fastidio. Aver portato svariate migliaia di persone a manifestare a Firenze in difesa dei diritti sacrosanti dei bambini, dell'uomo e della Costituzione, non si può fare in una pseudo-democrazia. Tutto qua. I sudditi non devono svegliarsi dall'anestesia cerebrale e comprendere che stanno “vivendo” in una dittatura mascherata da democrazia!

Ecco il punto del contendere, non certo la mascherina o il metro di distanza.

Il Re è completamente nudo e non potrà mai più coprire le nudità.

Non ci hanno messo la mascherina sulla faccia (a parte gli schiavi con l'anello al naso), si sono tolti LORO la maschera e stanno manifestando la propria vera infima e squallida natura...


Marcello Pamio

Il 24 giugno di quest’anno è morto, alla veneranda età di 102 anni, il chimico George Rosenkranz.
Stiamo parlando di uno dei padri della pillola anticoncezionale, farmaco che nel 2020 spegnerà ben 60 candeline.

Rosenkranz, ebreo ungherese, scampato all’olocausto si rifugiò prima a Cuba e poi in Messico, dove entrò a lavorare nei laboratori della casa farmaceutica Syntex. Qui mise insieme un gruppo di lavoro che si dedicò agli ormoni di sintesi.
I ricercatori sapevano già all’epoca che alti livelli di estrogeni e progestinici inibivano l’ovulazione, ma il grosso problema era che produrre ormoni dagli animali (per esempio estraendoli dall’urina delle cavalle mantenute gravide) costava troppo.

Il 15 ottobre del 1951 Rosenkranz - assieme ad un rifugiato austriaco, Carl Djerassi, e ad uno studente, Luis Miramontes - sintetizza la progestina (chiamata norethindrone o norethisterone), che viene subito usata non come anticoncezionale, ma per il trattamento della fertilità.
La pillola costava poco ed era di facile utilizzo.

Ci vollero ben 10 anni affinché venisse commercializzata come pillola anticoncezionale vera e propria!
Storicamente però il periodo era molto particolare e infatti molte lobbies non si mostrarono entusiaste del nuovo prodotto: temevano il boicottaggio e le proteste dei numerosi gruppi religiosi.
Negli anni Sessanta invece, il clima generale divenne molto più favorevole e la pillola venne ripresa da altri ricercatori sempre della Syntex guidati da M.C. Chang, Gregory Pincus e John Rock. E lanciata nel mondo.
Era un periodo, questo, in cui già lo spettro di un mondo predestinato ad un eccesso di popolazione allarmava scienziati e governi. Nacque allora la corsa frenetica per il controllo delle popolazioni...

L’uso della pillola anticoncezionale si diffuse rapidamente, e questo segnò una svolta epocale dal punto di vista dei costumi: era infatti la prima volta che si forniva alle donne la possibilità di separare il sesso dal concepimento!
Questo farmaco avrebbe liberato le donne anche dal peso di gravidanze indesiderate, aprendo così la porta ad una maggiore eguaglianza e libertà.
Attualmente nel mondo ci sono oltre 150.000.000 di donne che hanno scelto la pillola quale metodo anticoncezionale preferito. Gli esperti dicono che tale farmaco sia stato una delle medicine più studiate della storia.

Ma è vero? Ed è tutto oro quello che luccica?
Quando si toglie il velo sottile del lancio pubblicitario, delle dissimulazioni farmaceutiche e dei tentativi clinico-sanitari, emerge purtroppo un altro quadro che rivela le conseguenze distruttive sulla salute e il benessere delle donne, causate dagli ormoni steroidi.
Secondo un rapporto del novembre 1995 del bollettino «Natural Fertility Management», questo farmaco provoca circa 150 mutamenti chimici nel corpo di una giovane donna!
Gli ormoni dirigono e determinano i processi fisiologici, inoltre possono influenzare anche gli stati emozionali e psicologici.

Quando una donna è incinta i livelli di tali ormoni crescono e la produzione di ovuli viene arrestata. I livelli ormonali continuano a salire durante la gravidanza segnalando al cervello di smettere di secernere ormoni che stimolano la produzione di ovuli. La pillola, imitando questa azione, inganna continuamente il cervello facendogli credere che la gravidanza sia avvenuta.
Di fatto vengono bloccate le mestruazioni e le perdite di sangue che si verificano ogni mese dipendono dalla sospensione per sette giorni degli ormoni sintetici (quindi il nome corretto dovrebbe essere «perdite da privazione» e non mestruazioni).

Lateralità e bilancia ormonale
La cecità dell’essere umano e l’incapacità della “scienza” da lui stesso creata ci hanno impedito di osservare la Natura e la sua perfezione. Ed oggi rimaniamo ciechi di fronte ad evidenze impossibili da non vedere. Interveniamo, senza alcun rispetto, attraverso la chimica in un sistema che usa la chimica come secondo messaggero, senza neppure conoscerne meccanismi, funzionamento e regole. E’ lecito, o forse no qualora vi siano dei sintomi, ma in assenza di un problema alcuno, introdurre sostanze chimiche nel corpo è, se non altro, privo di ogni razionalità.
Il nostro cervello è alimentato da “corrente elettrica” e quando questa smette di scorrere veniamo dichiarati morti! E' grazie proprio a questa corrente che si scatenano una miriade di reazioni chimiche, che noi in maniera alquanto presuntuosa reputiamo giuste o sbagliate.

Una di queste è la delicatissima produzione di ormoni sessuali: testosterone ed estrogeni.
Quindi, li somministriamo esternamente senza alcun rispetto per la persona, solo per ottenere un effetto piuttosto che un altro. Dove mettiamo l’aspetto sociale? E il comportamentale sessuale?
Poco importa! Eppure, è arcinoto che il “ciclo mestruale” dà profonde alterazioni umorali e comportamentali nella donna, per cui assumere ormoni esogeni può alterare l’umore ed il comportamento sociale. Ma noi non ci priviamo di questo privilegio. Come pure non ci chiediamo se somministrare estrogeni ad una donna destrimane o a una donna mancina sia la stessa cosa.
D'altronde che cosa c'azzecca la lateralità con gli ormoni?
Gli ormoni sessuali hanno invece un impatto diverso se a riceverli è una donna destrimane oppure mancina (per lateralità dominante non s’intende la mano che si usa per scrivere o il piede per calciare, ma lateralità biologica cioè il modo in cui il cervello «legge» gli ormoni).

Il cervello della donna destrimane «legge» meglio gli estrogeni, mentre quello della donna mancina «legge» meglio il testosterone. Ciò influenza profondamente il loro comportamento, le loro reazioni, il loro percepito, la loro sessualità, il loro piacere: sono due donne diverse, pensate e volute dalla Natura per avere ruoli diversi.
Il cervello “tollera meglio”, se somministrati, il progesterone piuttosto che gli estrogeni. Quindi cosa succede quando si prende la pillola?
Nelle donne mancine, abituate a “sentire e percepire la Vita” attraverso il testosterone, la pillola obbliga il cervello a rivolgersi all’altro emisfero, provocando una specie di ribellione dello stesso.
Una mancina che viene spinta chimicamente nell’altra modalità cerebrale di «lettura» ormonale, diventa leggermente più “depressa”, ma contemporaneamente più calda (estrogeni) nei rapporti sessuali. L’effetto più frequente è una intolleranza più o meno marcata delle mancine all’assunzione di estrogeni: dal banale “mal di testa” (che può arrivare ad essere insopportabile) sino ad un malessere che spinge il più delle volte la donna a dover interrompere l’assunzione della stessa.
La donna destrimane invece tollera molto meglio l’assunzione della pillola: già abituata agli estrogeni, l’effetto sul comportamento è un aumento della maniacalità.
In tutto ciò è da chiedersi se, in mancanza di un’esigenza reale per malattia o altro, sia legittimo somministrare ormoni chimici in grado di modificare il “comportamento, le emozioni e le percezioni” di una donna, trasformandola in una persona “diversa da sé”.

La pillola restringe il cervello (e causa depressione)
La notizia origina da uno studio dell’Albert Einstein College of Medicine di New York nel quale si è scoperto che, nelle donne che assumono la pillola, si verifica un restringimento dell’ipotalamo. Un’ area piccolissima, della grandezza di un pisello, situata tra i due emisferi, ma che è in grado di regolare le funzioni involontarie del corpo, l’insorgere delle emozioni adeguate in base agli stimoli esterni, ecc. Ma è anche il legante fra il sistema nervoso e quello endocrino che produce appunto gli ormoni.
La ricerca avrebbe riscontrato una riduzione delle dimensioni dell’area intorno al 6%!

Secondo il capo dello staff di ricercatori Dr. Michael Lipton, studi precedenti hanno dimostrato che gli ormoni sessuali promuovono la crescita dei neuroni, quindi ipotizzano che gli ormoni sintetici nei contraccettivi «interferiscano con questi effetti e portino a una minore crescita delle cellule cerebrali».
La cosa certa è che in psichiatria era già stata riscontrata da tempo una misura più ridotta dell’ipotalamo in pazienti affetti - ma guarda caso - da depressione e crisi aggressive…

A questo proposito è interessante notare che è stato già dimostrato come l’utilizzo di anticoncezionali fosse collegato ad un aumento dei casi di depressione e/o di suicidio.

In particolare, nel 2016 su Jama Psychiatry uscì uno studio danese che concludeva che «l’uso di contraccettivi ormonali, specialmente nelle adolescenti, era associato a conseguenze utilizzo di antidepressivi e ad una prima diagnosi di depressione, suggerendo che la depressione sia un potenziale evento avverso dell’uso di contraccettivi ormonali»; del 2017 è invece un secondo studio pubblicato sull’American Journal of Psychiatry le cui conclusioni riportano che «l’uso di contraccettivi ormonali era positivamente associato a conseguenti tentativi di suicidio e suicidio» e che «le ragazze adolescenti mostravano il rischio relativo più alto». Questi due studi sembravano essere passati più o meno in sordina, anche se diversi soggetti (Aogoi - Ass. ostetrici ginecologi ospedalieri italiani; Sic - società italiana contraccezione) si sono affrettati a minimizzare i risultati in termini di attendibilità e di impatto sui “vantaggi” dati dalla contraccezione, sostenendo che la diffusione di questi risultati provochi inutile allarmismo e che non vengano tenuti in considerazione i vantaggi dati dalla contraccezione… addirittura ci si spinge a considerare che anche la gravidanza ed il post-partum possano costituire un fattore di rischio aumentato di suicidio!

Ciononostante, nel novembre 2019 (curiosamente a 3 anni di distanza dal primo studio, quando si dice il tempismo…), Aifa ha emanato un comunicato, corredato di Nota Informativa Importante destinata ai medici, in cui si dice che:

L’umore depresso e la depressione sono effetti indesiderati noti associati all’uso dei contraccettivi ormonali. La depressione può essere grave ed è un noto fattore di rischio per l’insorgenza di comportamento suicidario e suicidio.

A conclusione della valutazione del segnale di sicurezza condotta a livello europeo, relativo al rischio di comportamento suicidario e suicidio, associati a depressione, in pazienti che utilizzano contraccettivi ormonali, è stato deciso l’aggiornamento delle informazioni sulprodotto dei contraccettivi ormonali con una nuova avvertenza.

Le pazienti devono essere informate sulla necessità di contattare il proprio medico in caso di cambiamenti d'umore e sintomi depressivi, anche se questi si verificano poco dopo l'inizio del trattamento.

Tutto ciò non fa altro che confermare quanto detto sopra: i cambiamenti che andiamo a provocare nell’organismo sono tutt’altro che blandi e costituiscono la causa di profondi mutamenti comportamentali e sociali.

Conclusione
Siamo liberi di pensare che la pillola anticoncezionale abbia veramente liberato la donna, in realtà la sua azione l’ha «castrata» chimicamente interrompendo il suo ciclo naturale, squilibrandone organi e ghiandole importantissime come utero e ovaie. Per non parlare dei cambiamenti emozionali e caratteriali e, ora possiamo dire, anche organici con la riduzione del cervello.
Concludo ricordando che la sorte spesso sa essere molto ironica e soprattutto simbolica.
A Rosenkranz nel 1984 rapirono la moglie chiedendo in cambio un riscatto!
Quindi al padre ufficiale della pillola, allo scienziato che “liberò” le donne emancipandole sessualmente, sequestrarono la moglie.
Tutto finì per fortuna benissimo, perché il chimico riuscì a raccogliere in brevissimo tempo 1 milione di dollari e le forze di polizia liberarono la donna, arrestando i sequestratori.
Questa la simbolica vicenda però non può non destare l’attenzione in chi non crede nel caso…

Fonti

https://jamanetwork.com/journals/jamapsychiatry/fullarticle/2552796 Novembre2016
Association of Hormonal Contraception With Depression

https://ajp.psychiatryonline.org/doi/full/10.1176/appi.ajp.2017.17060616?url_ver=Z39.88-2003&rfr_id=ori:rid:crossref.org&rfr_dat=cr_pub=pubmed&Novembre2017   
Association of Hormonal Contraception With Suicide Attempts and Suicides

https://www.aifa.gov.it/documents/20142/847370/2019.11.15_NII_contraccettivi_ormonali.pdf/8304b6f2-c321-a9e1-975c-c186fda4c753

Dichiarazioni Agoni - https://www.galileonet.it/aifa-nota-contraccettivi-ormonali-depressione/

https://www.marieclaire.com/it/bellezza/viso-corpo/a30134669/pillola-anticoncezionale-effetti-collaterali/

http://www.attivazionibiologiche.info/PasadoFuturo/mestruazione.html

https://www.repubblica.it/salute/2019/06/24/news/morto_a_102_anni_rosenkranz_il_padre_della_pillola_-229537658/


Marcello Pamio

Lunedì scorso quasi 200 amministratori delegati di aziende e multinazionali hanno comprato una pagina del New York Times per pubblicare una pubblicità progresso del pensiero unico: «Don’t ban equality», della serie «Non mettere al bando l’eguaglianza»!
Detta così, sembra sottolineare i diritti sacrosanti di libertà, il problema è che la parola “eguaglianza” in questo caso si riferisce all’aborto…
«L’uguaglianza sul posto di lavoro è uno dei problemi aziendali più importanti dei nostri tempi», si legge sempre nel testo della pubblicità. «Limitare l’accesso a cure riproduttive complete, incluso l’aborto, mette in pericolo la salute, l’indipendenza e la stabilità economica dei nostri dipendenti e clienti: in poche parole, va contro i nostri valori e fa male agli affari».
Chiaro? Non uccidere una vita, fa male agli affari, i loro affari!

Questo documento è stato firmato da 187 CEO di marchi quali H&M, DVF, Postmates, Birchbox, Yelp, Everlane, Tinder, Outdoor Voices, Bauble Bar, Thinx, Mara Hoffman e Ouai.
Quello che accomuna questa diabolica operazione pubblicitaria sono i potentissimi gruppi e associazioni pro abortisti: Planned Parenthrood, Naral (Pro-Choice America) e Aclu (American Civil Liberties Union).
Si tratta dell’ennesima operazione perfettamente orchestrata, che rientra in un progetto lungimirante che mira alla distruzione del senso della vita. Non a caso, circa un mese fa, major dell’intrattenimento come Disney, Netflix e Warner avevano annunciato il boicottaggio degli Stati americani pro Vita.

Il messaggio inquietante è chiarissimo: tutto quello che cerca di difendere e proteggere la Vita in quanto tale, andando contro gli interessi costituiti del Sistema, deve essere distrutto.
Nel pensiero unico quindi non si può mettere in discussione il gender, l’aborto, la maternità surrogata, l’utero in affitto, ecc.
La logica perversa della pubblicità apparsa sul NYT, evidenzia tra le altre cose l’agonizzante turbocapitalismo che si sta sfracellando a tutta velocità contro un muro. Un sistema economico che invece di garantire ai lavoratori diritti, stipendio e orari umani, si preoccupa di garantire solo il “diritto alla morte”.[1] 

Ma non è tutto, perché l’imperante “cultura della morte” ha ripercussioni positive anche nella criminalità.
Secondo le ricerche di due economisti John J. Donohue e Steven D. Levitt pubblicate con il titolo: «The impact of legalized abortion on crime over the last two decades», la legalizzazione dell’aborto avrebbe comportato una diminuzione del tasso di criminalità pari al 20% tra il 1997 e il 1994, calo che arriverebbe circa al 45% se si estende l’osservazione temporale ai primi anni Novanta del secolo scorso.[2]  Evviva l’aborto, verrebbe di urlare.


L’agenzia “Pre-crimine” del film Minority Report fa ridere a confronto.
La loro tesi è precisa: il diffondersi dell’aborto impedisce la nascita di bambini che, per i contesti sociali svantaggiati ove si troverebbero a crescere, sarebbero destinati a delinquere. Se invece questi “delinquenti amniotici” vengono assassinati prima di vedere la luce, non potranno mai contribuire ad alimentare la malavita. La logica non fa una piega: più aborti, meno crimini!

Cultura della morte
Ecco il nuovo che avanza: si chiama “cultura della morte”, e le cose che promette sono a dir poco straordinarie.
Volete essere più liberi e avere una migliore stabilità economica?
Vi serve più tempo per spendere meglio i denari guadagnati?
Desiderate una società priva di crimini?
La soluzione è semplice e indolore: basta uccidere quella creatura che vi è cresciuta in grembo!
Attenzione alle ingannevoli apparenze: quel piccolo fagottino potrebbe essere un futuro criminale, il prossimo Hitler o magari l'incarnazione di Joseph Mengele...

 

[1]L’appello dei grandi manager a favore dell’aborto. E’ un bene per l’economia”. Francesco Borgonovo, “La Verità” 13 giugno 2019

[2]Fermare le gravidanze riduce i crimini”, Giuliano Guzzo, “La Verità” 13 giugno 2019

Il Big Brother Awards, detto semplicemente BBA, è un premio «in negativo» che da anni viene assegnato in tutto il mondo a chi più ha danneggiato la privacy.
Purtroppo la maggioranza dei cybernauti è ormai convinta che parlare di libertà e diritti civili in Rete sia inutile perché il tecnocontrollo sociale è una realtà così largamente accettata che è quasi inutile opporvisi.
Il BBA si propone proprio di riportare l’attenzione del popolo del web, su coloro che attivamente o passivamente contribuiscono a questa situazione, abbastanza allarmante.
Qui sotto ecco i vincitori dei BBA Italia del 2018.

Vincitori dei Big Brother Awards Italia 2018

RISCHIO TECNOLOGICO
Assegnato alla nuova tecnologia più rischiosa per i cittadini digitali.
Il premio 2018 viene assegnato congiuntamente a:

  • Amazon AWS IoT Services
  • Google Cloud IoT
  • Particle Industries, Inc.

Queste tre aziende sono attualmente i leader tecnologici e di mercato per la fornitura di servizi cloud per l’IoT (acronimo che significa «Internet delle cose»).
Si tratta di servizi di sviluppo e gestione offerti a coloro che intendono realizzare oggetti IoT, atti a velocizzare il processo di sviluppo di un prodotto, ma contemporaneamente veicolano tutti gli enormi flussi di dati che gli oggetti IoT generano attraverso la piattaforma del fornitore di servizi.

Ciò permette di analizzare con tecniche di Big Data Analysis e Deep Learning i flussi di dati e di creare profili normali/psicografici dei possessori di uno o più oggetti IoT. Mentre questo potere può essere in parte ceduto, vendendolo a chi ha realizzato gli oggetti, l’enorme potere di analizzare l’interezza dei dati di tutti gli oggetti IoT in qualunque modo possibile viene detenuto dal fornitore di servizi.

L’analisi di questi flussi di dati conferisce un potere di profilazione e tecnocontrollo maggiore di quello oggetto dell’affaire Facebook/Cambridge Analitica. Un potere enorme, che può essere limitato, anzi autolimitato, solo dalle condizioni di servizio decise unilateralmente dai fornitori di servizi stessi; tuttavia, tutti questi fornitori non pubblicizzano molti particolari su questo aspetto.
Considerando che qualsiasi limitazione che il fornitore si imponesse autonomamente comporterebbe la perdita di un affare estremamente redditizio, ci si può domandare se delle autolimitazioni verranno poste in essere in futuro.
Per questi motivi i vincitori, quali rappresentanti più significativi di tutta l’industria dell’IoT, vincono meritatamente il Big Brother Award di Rischio Tecnologico.

MINACCIA NAZIONALE
Assegnato per la più grave decisione pubblica o manipolazione dell’informazione fatta da un ente pubblico o da un suo rappresentante.

  • Parlamento della Repubblica Italiana

 (firmatari legge Walter Verini, Mara Mucci, Giuseppe Berretta)

La quantità di dati generati da ogni persona nella società dell’informazione è enorme e la conservazione dei dati per finalità di giustizia richiede un delicatissimo bilanciamo fra “sicurezza e privacy”.
Questo bilanciamento è saltato completamente quando in Italia è stata approvata una normativa che estende in modo indiscriminato la conservazione di dati di traffico telematico e telefonico alla durata di 6 anni. Legge incompatibile con l’ordinamento comunitario, che porterà a certe procedure da parte della UE (Rif. Sentenza Tele2). Legge duramente criticata dal Garante della Privacy Italiano, da tutti gli attori della società civili nonché da autorevolissimi giuristi. Legge introdotta con l’inganno, come confermato da numerosi parlamentari, come sub-emendamento di un articolo di recepimento di direttiva europea sulla sicurezza degli ascensori all’interno di un pacchetto legislativo di recepimento di variegate direttive europee (“Legge Europea 2017”). Legge che oggi pone l’Italia unica in Europa in una condizione di sorveglianza massiva, soprattutto guardando alle modalità di raccolta di dati di traffico telematico effettuati da parte degli operatori mobili con metodiche di CGNAT, ovvero quelle metodiche che portano alla registrazione di tutti i siti visitati dai propri utenti.

Un cittadino italiano nel 2023 non ricorderà sicuramente quale sito avesse visitato l’8 giugno 2018 alle ore 18.15. Ma lo stato italiano si.
Tenendo conto di tale grave, ampia e indiscriminata condizione di lesione dei diritti civili dell’intera popolazione residente nello stato Italiano, si conferisce il premio Minaccia Nazionale al Parlamento della Repubblica ed in particolare ai firmatari della legge in oggetto, Walter Verini, Mara Mucci e Giuseppe Berretta.

MINACCIA INTERNAZIONALE
Assegnato, senza riguardo alla nazionalità, a chi più gravemente minaccia i diritti dei cittadini digitali.

MINACCIA DA UNA VITA
Assegnato a chi ha meritato per più anni consecutivi uno dei premi precedenti:

  • Facebook

In un mondo in veloce cambiamento poche aziende avrebbero potuto rimanere sulla cresta dell’onda per anni e anni riuscendo a sviare, rimandare, procrastinare sempre l’adozione di misure minime di rispetto dei propri utenti e della loro privacy.
Facebook ci è riuscita e merita un premio speciale alla carriera per essere restata sempre fedele alla propria intima natura di violatore, molestatore, minacciatore dell’identità digitale dei cittadini nascondendo dietro un contratto di servizio e delle fantomatiche regole sociali della comunità la violazione dei più basilari diritti all’identità e dignità dei cittadini.

Gli scandali recenti hanno però portato il fondatore a mostrare con disarmante candore la vera faccia di Facebook in un’audizione pubblica al Congresso degli Stati Uniti (da notare che in Europa l’equivalente audizione è stata tenuta a porte chiuse, perché noi europei non abbiamo diritto alla conoscenza, potrebbe farci male) la reale natura del network: non essere sociale ma… «Senator, we run ads». Fanno pubblicità, tutto qui, e senza neppure lo sforzo di investire nella realizzazione di un contenuto accattivante ma semplicemente proponendo in modo selettivo ad ogni proprio utente ciò che solletica di più le sue risposte meno mediate, e lo tiene attaccato praticamente un grande distributore di odio di scala planetaria.
Cari utenti di Facebook, voi non siete il loro prodotto, è la parte peggiore di voi, l’odio, l’invidia, il disprezzo, il risentimento, l’intolleranza, che gli algoritmi di Facebook selezioneranno accuratamente per mostrarli a chi più verrà offeso da questo. Lo chiamano engagement: è l’apoteosi della brutalità e dell’inciviltà.

 

Tratto da «Big Brother Awards Italia 2018», https://bba.winstonsmith.org


Marcello Pamio

Non finiscono le polemiche sul Congresso delle Famiglie tenutosi a Verona!
George Orwell griderebbe che "nel tempo dell'inganno universale dire la Verità è un atto rivoluzionario".
Oggi, nel Regno del Caos, difendere la famiglia è diventato un atto sconsiderato da retrogradi. Proteggere la struttura portante e basilare per la formazione di un individuo è da mentecatti!
Come siamo arrivati a questo punto? Di chi è la colpa? Cui Prodest?
E soprattutto, chi tira le fila di una simile operazione diabolica? Chi sono coloro che stanno lavorando dietro le quinte per la distruzione sistematica della famiglia, dei valori e dell'identità (religiosa, sessuale, ecc.)?
Noi vediamo solo le povere marionette usate dal Sistema, che coscientemente o incoscientemente partecipano al più grave attacco alla libertà individuale e al futuro dell'uomo.
Squallidi fantocci come Laura Boldrini (Leu), Francesca Puglisi (Pd), Nicola Zingaretti (Pd), Federico Fornaro (leu), Luigi Di Maio, Giulia Grillo (Ministro della salute), Paola Binetti (Udc), Monica Cirinnà (Pd), Susanna Camusso (Cgil), Luigi de Magistris (sindaco di Napoli) e molti altri...
A tutti questi, e a quelli che mancano all'appello, dedico una breve carrellata delle nuove famiglie. Quelle "nuove" e "libere" realtà familiari a cui tutti loro, con la scusa dei diritti e delle libertà, stanno preparando il terreno...

 

Per maggiori informazioni visitate il sito www.nogender.eu
E guardate il video: "Dall'ideologia di genere al transumanesimo e postumano"

https://youtu.be/LmhYAI8R88E