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Marcello Pamio

Cattolici, ebrei e musulmani sapete cosa state inoculando ai vostri figli?
Le religioni sono forme di controllo sociale. Non mi riferisco ovviamente all’aspetto spirituale, che va assolutamente rispettato, ma alle strutture politico-ecclesiastiche inventate dagli uomini.
Uomini che poi si sono arrogati il diritto di interporsi tra noi e Dio e di mediare con il divino.
Da quando in qua serve una intercessione per comunicare con i mondi spirituali?
L’uomo prima scrive i libri sacri (Bibbia, Talmud, Corano, ecc.) e poi ne dà l’interpretazione.
Interpretazione che cambia a seconda del periodo storico e a seconda delle evenienze!
Esistono il prete, il rabbino e il mujaheddin che ci dicono quello che va bene e quello che non va bene: tutto il resto è eresia.
In ambito vaccinale cosa ci dicono la chiesa cattolica, l’islam e il giudaismo? Il discorso è molto interessante visto che la produzione dei vaccini pediatrici contempla l’utilizzo di cellule di feti abortiti, gelatina di maiale, derivati del latte e del sangue bovino…

IL CONTENUTO DEI VACCINI
Tralasciamo volutamente gli adiuvanti (sali di alluminio, mercurio, formaldeide, antibiotici, ecc.) contenuti nei vaccini i cui effetti neurotossici sono noti da tempo, per occuparci esclusivamente degli aspetti morali di alcune sostanze contenute in questi farmaci speciali.
Non tutti i cattolici, ebrei e musulmani sanno che nella produzione della maggior parte dei vaccini vengono utilizzati terreni di coltura cellulari umani e animali (WI-38, MRC-5 e VERO).
La sigla WI-38 (Winstar Institute 38) indica cellule fibroblasti di polmone umano espiantate nel 1964 da un feto femmina svedese abortito perché la famiglia riteneva di avere già troppi figli. Questa linea cellulare viene utilizzata ancora oggi per far crescere i virus utilizzati nei vaccini morbillo, parotite, rosolia, varicella ed herpes zoster.
La linea cellulare MRC-5 (Medical Research Council 5) indica cellule polmonari umane provenienti da un feto maschio di 14 settimane abortito nel 1966 perché la mamma ventisettenne inglese era internata per “motivi psichiatrici”. Questa linea viene usata per epatite A, epatite B, tifo, polio, difterite-tetano-pertosse, vaiolo, rabbia ed herpes zoster.
La linea cellulare VERO non è umana ma animale, le cellule infatti derivano dai reni di una scimmia verde africana.
Ce ne sono altre, però queste sono le principali linee cellulari usate dalle industrie.
Ma nella crescita e nella produzione dei virus e dei batteri vaccinali entrano in gioco molte altre sostanze di origine animale…

PERCHE' I PRODOTTI ANIMALI SONO UTILIZZATI NELLA FABBRICAZIONE DI VACCINI?
I vaccini contengono forme uccise o indebolite di batteri o virus.
Alla fine del XIX secolo, i microbiologi hanno cominciato a coltivare i batteri in laboratorio. I primi batteriologi hanno cercato di imitare quanto più possibile l’ambiente e i tessuti di una persona infetta utilizzando soluzioni contenenti zuccheri, sali e vari estratti di carne (proteine) per creare «mezzi di crescita».
Queste condizioni erano ottimali per far crescere batteri e virus in laboratorio, perché tali supporti organici fornivano le sostanze nutritive necessarie.
Nonostante siano stati sviluppati supporti sintetici per la crescita di molti microrganismi attualmente si usano ancora nutrienti supplementari forniti da prodotti derivati dall'animale come il siero e il sangue.

VACCINI E GELATINA DI MAIALE (stabilizzatore)
La gelatina è una proteina formata dalla pelle si maiale bollita o dal tessuto connettivo.
Tutta la gelatina contenuta nei vaccini è di origine suina.
La gelatina viene utilizzata in alcuni vaccini vivi come stabilizzatore per proteggere i virus contro gli effetti della temperatura (troppo freddo o troppo caldo).
La gelatina nei vaccini è altamente purificata e idrolizzata quindi diversa dalla gelatina naturale utilizzata negli alimenti.
La gelatina si trova in questi vaccini: MMR (MMRVaxPro), Zostavax, Varivax.

Ecco il contenuto di gelatina suina nei principali vaccini pediatrici.
Trivalente MMRII: 14,5mg per dose
Quadrivalente MMRV (ProQuad): 11 mg per dose
Varicella (Varivax): 12,5 mg per dose
Zooster (Zostavax): 15,58 mg

Ecco cosa riporta il sito del Children’s Hospital of Philadelphia (vedere fonti bibliografiche) a proposito della gelatina suina.
«Anche se l’incidenza di anafilassi alla gelatina è estremamente bassa, la gelatina è la causa più comune di reazioni allergiche gravi ai vaccini.
(…) Pertanto, sarebbe bene sapere di eventuali allergie alla gelatina prima di usare un vaccino contenente gelatina».

ALBUMINA UMANA (stabilizzatore)
L’albumina umana sierica è la proteina più comune nel sangue umano.
Attualmente viene utilizzata in quantità molto piccole come stabilizzatore in uno dei vaccini per la varicella (Varilrix). Proviene da donatori di sangue che vengono sottoposti a screening e il processo di fabbricazione toglie qualsiasi rischio di passaggio di virus dal siero.

ALBUMINA UMANA RICOMBINANTE (stabilizzatore)
Uno dei vaccini MMR, MMRVaxPro, contiene una piccola quantità di albumina umana ricombinante (0,3 mg per dose). L’albumina è prodotta da cellule (per esempio di lievito) a cui viene inserito il gene dell’albumina umana mediante la tecnica di DNA ricombinante.
Così facendo le cellule sono in grado di generare grandi quantità di albumina umana senza alcuna necessità di estrarla dal sangue.
Sembra interessante tutto ciò ma attenzione perché si tratta di una pericolosissima ingerenza e modifica genica (del DNA) con conseguenze impensabili. DNA umano inserito dentro il DNA di un lievito (fungo)…

PROTEINE D'UOVO (ovalbumina)
L’allergia all’uovo è abbastanza comune nei bambini al di sotto dei 5 anni e molto più comune nei bambini rispetto agli adulti. Solo in Gran Bretagna sono circa 60.000 i bambini con allergia alle uova.
I vaccini possono contenere tracce di proteine d’uovo, e questo perché il virus dell’influenza per esempio viene coltivato su uova di galline.
Naturalmente per il sistema sanitario la maggior parte dei bambini con allergia all’uovo può essere vaccinata tranquillamente poiché il contenuto di ovalbumina sarebbe molto basso. L’unica eccezione, dicono, sono i bambini che hanno una grave anafilassi sulle uova.
Come si può accertare questa allergia in un neonato di pochi mesi che non ha mai mangiato uova?
Fino a poco tempo fa, le persone allergiche alle uova non potevano ricevere per esempio il vaccino trivalente MMR. Tutto è cambiato da circa dieci anni, da quando i virus di morbillo e parotite vengono coltivati in un terreno di cellule embrionali di polli (e non più sulle uova).
Quindi non ci sarebbe abbastanza proteina d'uovo nel vaccino MMR per causare reazioni allergiche.
Altri vaccini, come quello contro la febbre gialla, possono contenere proteine d'uovo.

PRODOTTI DI ORIGINE BOVINA
S’intendono tutti i prodotti derivati da una mucca o da un vitello (latte, siero bovino proveniente dal sangue della mucca).
Come detto i microrganismi per la produzione di vaccini vengono coltivati in condizioni controllate in un mezzo (medium) che fornisce le sostanze nutritive necessarie alla crescita: tali sostanze nutritive derivano da prodotti ovini e bovini.
I componenti della mucca vengono spesso utilizzati perché le mucche essendo animali molto grandi usati per il cibo mettono a disposizione molti materiali.
I prodotti derivati possono includere aminoacidi, glicerolo, gelatina, enzimi e sangue.
Il latte della mucca è una fonte di aminoacidi e zuccheri come il galattosio, altri derivati includono il glicerolo. La gelatina e alcuni aminoacidi provengono da ossa di mucca. L’apparato scheletrico viene utilizzato per preparare brodi utilizzati in alcuni medium.
Le cellule che vengono utilizzate per propagare i virus richiedono l’aggiunta di siero da sangue.

COME SI GIUSTIFICANO LE RELIGIONI?
I cattolici, quelli veri, dovrebbero essere preoccupati perché per produrre i virus vaccinali si usano ancora delle linee cellulari di feti abortiti.
Lo stesso vale per i musulmani e gli ebrei circa l’uso di derivati animali, come sangue bovino e gelatina di maiale nella produzione di vaccini.
Ovviamente le gerarchie religiose sminuiscono il problema.
Secondo l’interpretazione (umana) delle leggi ebraiche, non esisterebbe nessun problema con la gelatina o altra sostanza animale se viene usata in un prodotto che non entra in bocca.
Medesima cosa per i leader musulmani i quali avrebbero stabilito che l’uso della gelatina suina nei vaccini non rompe le leggi alimentari religiose, perché è altamente purificato e viene iniettato, non ingerito!
Secondo il rabbino Abraham Adler: «non esiste alcun problema con i suini o altri ingredienti derivanti da animali nei prodotti non orali. Ciò include vaccini, inclusi quelli somministrati attraverso il naso, iniezioni, supposte, creme e pomate».
Quindi gli ebrei ortodossi e i musulmani doc possono fare sonni tranquilli se i derivati del maiale vengono inoculati, respirati, introdotti nel retto mediante supposta, perché la cosa fondamentale è che non vengano mangiati. Solo allora si può gridare allo scandalo.
I vertici della chiesa cattolica in quanto voli pindarici non sono da meno.
Nel 2005 il documento della Pontificia Academia Pro Vita dal titolo: «Riflessioni morali circa i vaccini preparati a partire da cellule provenienti da feti umani abortiti» poneva alcune interessanti riflessioni.
«I vaccini, poiché sono preparati a partire da virus raccolti nei tessuti fetali infettati e volontariamente abortiti, e successivamente attenuati e coltivati mediante ceppi di cellule umane ugualmente provenienti da aborti volontari, non mancano di porre importanti problemi etici.
Se una persona respinge ogni forma di aborto volontario di feti umani, tale persona non sarebbe in contraddizione con se stessa ammettendo l’uso di questi vaccini di virus vivi attenuati sulla persona dei propri figli? Non si tratterebbe in questo caso di una vera (ed illecita) cooperazione al male?».

Siccome questo documento poneva grossissimi interrogativi, il 31 luglio 2017 l’Ufficio Nazionale per la Pastorale della Salute (CEI) e l’associazione Medici Cattolici Italiani hanno ben pensato di aggiornarlo. In peggio ovviamente.
Ecco l’attuale parere della chiesa: «nel passato i vaccini possono essere stati preparati da cellule provenienti da feti umani abortiti, ma al momento le linee cellulari utilizzate sono molto distanti dagli aborti originali».
Quindi gli esperti della CEI confermano che i virus odierni sono coltivati su cellule di feti abortiti, ma essendo passato mezzo secolo il problema morale si è cancellato! Et voilà.
Un aborto fatto 50 anni fa non è più un aborto.
Chiederemo agli esperti morali della chiesa dopo quanti anni un aborto, da abominio diventa una cosa socialmente utile.
Le chicche purtroppo non finiscono qua: «per quanto riguarda la questione di vaccini che nella loro preparazione potrebbero impiegare o avere impiegato cellule provenienti da feti abortiti volontariamente, va specificato che il “male” in senso morale sta nelle azioni, non nelle cose o nella materia in quanto tali».
Quindi il “male in senso morale” secondo la Santa Chiesa è stato commesso solo dalla madre che “volontariamente” ha abortito il feto. L’industria che ha fisicamente prelevato le cellule dai polmoni del feto morto per coltivare in vivo i virus vaccinali speculandoci sopra miliardi; le case farmaceutiche che acquistano questi virus per spacciare vaccini; i medici che li inoculano nel corpo di neonati e i genitori che portano i loro figli alle Asl non hanno nessuna colpa morale.
Ecco lavate in un sol colpo, nascondendosi dietro interpretazioni delle sacre scritture, tutte le responsabilità morali di una pratica medica aberrante e rischiosissima.
Voi cattolici non datevi pena se i virus vengono coltivati ancora oggi su cellule di feti abortiti, perché non avete costretto voi ad abortire le donne, quindi il male è stato commesso da qualcun altro...
Voi ebrei e musulmani non datevi pena se dentro i vaccini vi sono derivati animali tra cui suini, bovini e pollame vario, perché mica li dovete mangiare, li dovete soltanto iniettare nel sangue di vostro figlio...
Finalmente il Re è nudo.
Il vescovo di Roma, i portavoce di Maometto e i discendenti di Abramo, cioè le strutture gerarchiche piramidali che gestiscono e controllano le principali religioni monoteistiche, hanno manifestato la loro vera natura…

Fonti ufficiali:
Vaccine Knowledge Project
http://vk.ovg.ox.ac.uk/vaccine-ingredients
Department of Health, Medicine or Pharmaceuticals of animal origin
https://www.health.qld.gov.au/…/…/0024/147507/qh-gdl-954.pdf
Vaccine allergies
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3890451/
Vaccine excipient & media summary
https://www.cdc.gov/…/do…/appendices/b/excipient-table-2.pdf
Vaccines and porcine gelatine
http://www.nhsdirect.wales.nhs.uk/pdfs/WGGe.pdf
Vaccine Ingredients – gelatin. Children’s Hospital of Philadelphia
http://www.chop.edu/…/vaccine-e…/vaccine-ingredients/gelatin

Marcello Pamio

La prestigiosa rivista medico-scientifica “Lancet”, lancia l’allarme: “Gli additivi aumentano l’iperattività e deficit di attenzione nei bambini
Chiedo scusa: ma dove sta la notizia?

Dico questo perché nel nostro piccolo, anche noi, come altri siti, riviste o libri (certamente non ufficiali e quindi senza alcun valore) denunciamo da anni additivi e aromi chimici di sintesi contenuti negli alimenti, in quanto estremamente pericolosi per la salute!
Non è la prima volta che se ne parla. Già negli anni ’70 alcune ricerche ipotizzavano che alcuni coloranti fossero legati all’iperattività”, dice Paolo Aureli, Direttore del Centro nazionale per Qualità e il Rischio alimentare dell’Istituto Superiore di Sanità italiano.

Già, non è certo la prima volta, e c’è pure dell’altro: la pericolosità degli additivi non riguarda solo la presunta iperattività infantile, che aumenta in presenza di sostanze chimiche, ma tocca numerosi aspetti della vita umana infantile e adulta. Ricordo che esistono studi seri, ovviamente poco pubblicizzati, che dimostrano come bambini autistici hanno avuto un notevole miglioramento della loro condizione, eliminando totalmente gli additivi dall’alimentazione!
E’ un fatto noto che la chimica ingerita, è tanto più pericolosa quanto più delicate sono le condizioni del sistema nervoso centrale e del sistema immunitario. Bambini estremamente sensibili, come gli autistici, o quelli che soffrono di un disturbo comportamentale, manifestano maggiormente la tossicità degli additivi rispetto un bambino che non ha apparentemente nulla di particolare.

La pubblicazione della ricerca, finanziata dall’agenzia britannica per la sicurezza alimentare, Food Standard Agency, secondo la quale l’assunzione di alimenti contenenti additivi chimici (in particolare coloranti) è causa di un aumento dei livelli di iperattività nei bambini di età compresa tra i 3 e i 9 anni, per tanto non è una novità, ma semmai la conferma che in molti avevano visto giusto!
Oggi, dove sono finiti coloro che anni fa, screditavano e ridicolizzavano gli avvertimenti dati sull’argomento? Forse si sono nascosti da qualche parte? o peggio ancora, riciclati come esperti di alimentazione naturale?

Ma vediamo nel dettaglio com’è avvenuta questa recente sperimentazione.
Un gruppo di 297 bambini - una parte di questi affetti da disturbi del comportamento - sono stati divisi in due gruppi separati (153 e 144). A tutti i bambini è stato dato da bere succo di frutta, ma alcuni avevano succo addizionato con un mix di additivi-E, altri invece solo succo.
Risultato: i bambini che hanno assunto sostanze le chimiche di sintesi (additivi-E), erano più rumorosiperdevano concentrazionemaggiormente impulsivi, rispetto a quelli che avevano bevuto il succo puro (indipendentemente se avevano o meno problemi di comportamento)!
Per questo motivo i ricercatori, consigliano ai genitori di non far consumare ai propri figli i seguenti coloranti: E102, E124, E122, E110 e il sodio benzoato E211.

Noi invece continuiamo a ribadire e sottolineare la pericolosità di quasi tutti gli additivi/aromi che vengono introdotti nei non-cibi.
Se un alimento è vivo, sano e buono NON ha bisogno di alcuna sostanza addizionata, perché il suo gusto è dato dalla Natura: non sarà bello esteticamente, ma la cosa importante è l’apporto nutrizionale!
Se un cibo invece è morto (come tutti quelli prodotti a livello industriale), non ha alcun gusto perché le materie prime sono poche e di scarsa qualità (molto spesso liofilizzate), ha bisogno per essere venduto di un sostegno nel gusto e nell’estetica: aromi - costruiti in laboratorio - che ingannano il cervello dando un gusto accettabile in bocca, e additivi per renderli più belli alla vista e al tatto!

L'aroma di un cibo può essere all'origine del novanta per cento del suo sapore!
Oggi gli scienziati pensano che noi esseri umani abbiamo acquisito il senso del gusto per evitare di rimanere avvelenati (le piante commestibili hanno un gusto dolce, quelle velenose amaro). Il cibo dovrebbe aiutarci a distinguere il cibo adatto da quello che non lo è. Le nostre papille gustative possono individuare una mezza dozzina di sapori base: dolce, acido, amaro, salato, aspro e unami (sapore scoperto dai giapponesi: gusto ricco e corposo che ha origine dagli aminoacidi di cibi come crostacei, funghi, patate e alghe).
Le papille però sono un mezzo di riconoscimento molto limitato se paragonato all'olfatto, che può percepire migliaia di aromi chimici diversi!
Il naso umano è più sensibile di qualsiasi strumento inventato finora. Un naso può distinguere aromi presenti in quantità di poche parti per trilione, cioè lo 0,000000000003 percento.
Non c'è dubbio che quindi il sapore sia prima di tutto l'odore dei gas rilasciati dalle sostanze chimiche che vi siete appena messi in bocca

Ecco perché lo scopo degli aromatisti in camice bianco, quelli che lavorano nelle aziende plurimiliardarie dedite alla costruzione in laboratorio di aromi, come la sconosciuta ma potentissima I.F.F., International Flavors & Fragrances (senza il suo 'lavori di sintesi', gli hamburger non saprebbero di affumicato, i milk-shake di fragola, il dentifricio di mela, ecc. ecc.) è quello di azzeccare il gusto giusto!
Una volta azzeccato l'aroma, va verificata però la "sensazione" che produce in bocca. Per questo si ricorre alla "reologia", una branca della fisica che studia il flusso e la deformazione dei materiali. Delle 'bocche meccaniche', in grado di elaborare dati provenienti da svariate sonde, misurano le proprietà reologiche di un cibo: scorrimento, punto di rottura, densità, croccantezza, masticabilità, viscosità, grumosità, gommosità, duttilità, scivolosità, levigatezza, sofficità, umidità, succosità, spalmabilità, elasticità e adesività.
E abbiamo il coraggio di chiamarlo cibo?

Vi serve un esempio concreto? Il tipico aroma artificiale di fragola (che purtroppo per noi troviamo in tutti i composti di fragole: yogurt, dolci, marmellate, ecc. che hanno nell'etichetta la scritta aromi): contiene questi ingredienti: amil-acetato, amil-butirato, amil-valerato, anetolo, anisil-formato, benzil-acetato, benzile-isobutirato, acido butirrico, cinnamil-isobutirato, cinnamil-valerato, olio essenziale di cognac, díacetíle, dipropil-chetone, etil-acetato, etil-amilchetone, etil-butirato, etil-cinnamato, etil-eptanoato, etil-eptilato, etil-Iactato, etil-metilfenilglucidato, etil-nitrato, etil-propionato, etil-valerato, eliotropina, idrossifreniP2-butanone (soluzione al dieci percento in alcol), alfa-ionone, isobutil-antranilato, isobutil-butirato, olio essenziale di limone, maltolo, 4metilacetofenone, metil-antranilato, metil-benzoato ' metil-cinnamato, carbonato di metil-eptina, metil-naftil_chetone, metilsalicìlato, olio essenziale di menta, olio essenziale dì neroli, nerolina, neril-isobutirato, burro di giaggiolo, alcol fenetilico, etere di rum, gamma-undecalactone, vanillina e solvente.
Può bastare? Non vi descrivo il processo vero e proprio di fabbricazione, e soprattutto i solventi che vengono utilizzati!

Lo scotto da pagare infatti non ha prezzo, perché questi ‘sostegni’ risultano essere molto pericolosi per la salute: il famoso rovescio della medaglia!
Ad eccezione di pochissimi additivi (un esempio per tutti l’acido ascorbico o vitamina C, la cui sigla è E300), è vivamente sconsigliato, soprattutto per i bambini, utilizzare cibi o bevande contenenti additivi, aromi e altre porcherie chimiche!

In commercio l’alternativa c’è, basta volerlo.
Ovviamente tutto dipende da quanta importanza diamo al cibo che mangiamo, perché se vediamo gli alimenti come un qualcosa da ingoiare quando si ha fame, e basta, allora tutte queste parole non servono a nulla.
Così facendo però continueremo a trovare gli scaffali dei supermercati pieni di cibo-spazzatura industriale!
Al contrario, se crediamo che “siamo fatti di ciò che mangiamo”, allora è ovvia l’importanza di una dieta sana, composta da cibi vivi, naturali e pieni di sostanze utili all’organismo (fitonutrienti).
Se cambiamo gli acquisti prediligendo cibi sani a spazzatura industriale, vedrete sempre meno chimica negli scaffali, questo perché le multinazionali (tranne in alcune rare eccezioni) sono costrette, pena il fallimento, a seguire le scelte dei consumatori.

Ecco in sintesi questi additivi!
coloranti (sigle da E100 a E199), sono sostanze chimiche che servono per rendere il cibo esteticamente più bello allo sguardo.
conservanti (sigle da E200 a E299) servono, lo dice il nome stesso, a rendere duraturo nel tempo (da qualche giorno a qualche anno!) un alimento.
Gli antiossidanti e regolatori di acidità (sigle da E300 a E399) servono a impedire l’ossidazione.
Gli addensanti, emulsionanti, gelificanti e stabilizzanti (sigle da E400 a E499) migliorano anch’essi le caratteristiche del cibo.
Infine gli esaltatori di sapidità (sigle da E600 a E699), tra cui il pericolosissimo glutammato monosodico (E620) rendono un cibo morto e privo di gusto, buono e appetitoso. Con l’eccitotossina chiamata glutammato monosodico, per esempio (fungendo da recettore neurale), è possibile mangiare con estremo piacere una suola di scarpe!
Negli additivi vari, cioè quelli che vanno da E900 a E999, rientrano gli edulcoranti di sintesi, cioè i dolcificanti, tra cui la sostanza più pericolosa in commercio: l’aspartame (E951).
Ma non finisce qui, perché gli additivi continuano da E1000 a E1999.

Quello che si può notare dal numero spropositato di queste sigle, per noi incomprensibili, è che siamo totalmente circondati da alimenti pregni di composti chimici di sintesi - cioè di derivazione petrolifera - di cui non si conoscono gli effetti collaterali sulla salute pubblica nel medio e lungo periodo! Ma neppure nel breve.
Ogni tanto viene pubblicata una ricerca che conferma la tossicità e/o pericolosità di una o più sostanze. Ma possiamo noi attendere che siano i responsabili della salute (sempre più spesso nella busta paga delle lobbies agroalimentari) a dirci se un additivo è cancerogeno, teratogeno (provoca malformazioni nei feti), oppure no?
Potrebbe accadere - come infatti accade - che ce lo dicano dopo decenni di utilizzo!

Impariamo allora ad usare il nostro cervello in maniera indipendente (dal tubo catodico, e dagli esperti della salute pubblica), e soprattutto a pensare fino in fondo.
Impariamo insomma a diventare i veri e unici artefici della nostra salute.
Per tanto diciamo NO a questa situazione di fatto, iniziando a comprendere l’importanza della nutrizione e prendendo coscienza del potere che abbiamo noi

Pubblicato dalla rivista “Altroconsumo”, nr. 17 1990, pag. 20-24