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Cancro & vaccini: il 
business intoccabile
Marcello Pamio  - 
11 ottobre 2016
I media mainstream sono 
tacitamente uniti nella lotta contro la Verità e contro la corretta 
informazione. 
Tutti i giornali, i quotidiani nazionali ed i canali televisivi stanno eseguendo 
piroette e tuffi carpiati per attaccare, denigrare e distruggere tutto quello 
che esce dalla visione ufficialmente riconosciuta.
Il paradigma non si discute!
L’equazione è sempre la solita: più le persone si risvegliano dall’offuscamento 
e dal torpore cerebrali e più il Sistema attacca! E’ una legge matematica.
Se genitori consapevoli 
decidono di non inoculare nel corpo del proprio figlio sostanze tossiche e 
velenose come i vaccini, vengono tacciati di essere irresponsabili e 
incoscienti.
Se qualcuno decide di non seguire i dettami di una medicina fallimentare 
totalmente fagocitata da un’Industria farmaceutica avida e affamata di soldi, 
viene sistematicamente terrorizzato e trattato da idiota. 
Se dei Medici in Scienza e Coscienza seguono le volontà dei propri assistiti 
(sia nell’ambito vaccinale che oncologico), subiscono pressioni, attacchi, 
vengono indagati e anche radiati dal sindacato della casta dei camici bianchi: 
il tristemente noto Ordine. Tale organizzazione infatti ha lo scopo di mantenere 
l’ordine delle cose.
Se infine accade che una persona intraprende un percorso diverso dai canonici, 
santissimi e intoccabili protocolli oncologici e per caso muore, apriti Cielo, 
arrivano a sbeffeggiarla perfino nella tomba. D’altronde non c’è rispetto nella 
vita figuriamoci nella morte.
Sorge a questo punto una 
domanda: come mai il Sistema ha messo in moto la macchina bellica 
propagandistica, rispolverando i tribunali della santa inquisizione (dalla 
tunica nera si è passati al camice bianco) per instaurare una vergognosa caccia 
alle streghe? 
Perché un tale accanimento mediatico, scientifico e politico? 
Cosa c’è sotto? Qui Prodest? A chi giova questa situazione?
Possiamo veramente credere che i giornali nazionali e le trasmissioni televisive 
demenzialmente offensive per le intelligenze e le coscienze umane stiano 
lavorando per il bene comune?
Siamo proprio sicuri che agli azionisti dei media mainstream (carta stampata e 
tivù) e a quelli delle industrie chimiche-farmaceutiche stia a cuore la salute 
delle persone?
Oppure c’è dell’altro?…
Cancro & PIL
L’epidemiologo 
ed esperto di tumori Franco Berrino in una recente intervista ha detto una cosa 
molto interessante: “Se noi ci ammaliamo, aumenta il PIL, c’è crescita, 
diminuisce lo spread. La sanità è la più grande industria italiana, non c’è un 
interesse economico nei confronti della prevenzione. Si tratta di una 
commistione di ignoranza, di stupidità e di interessi”.
La malattia fa guadagnare moltissimo mentre la prevenzione e la salute no!
Il cancro e tutte le cure ufficiali forniteci dell’Industria fanno crescere il 
PIL e quindi i fatturati delle industrie. 
Solo le prime dieci corporation della chimica e farmaceutica (quell’entità che va sotto il nome di Big Pharma) fagocitano dalla società ogni anno oltre 361 miliardi di euro.
1° Pfizer: fatturato 57,7 
miliardi di dollari
2° Novartis: fatturato 54 miliardi
3° Merck: fatturato 41,3 miliardi
4° Sanofi: fatturato 37 miliardi
5° Roche: fatturato 34,9 miliardi
6° GlaxoSmithKline: fatturato 34,4 miliardi
7° AstraZeneca: fatturato 33,6 miliardi
8° Johnson&Johnson: fatturato 24,4 miliardi 
9° Abbott: fatturato 22,4 miliardi 
10° Eli Lilly: fatturato 21,9 miliardi.
Nonostante le crisi 
economiche i loro fatturati aumentano sempre. La malattia rappresenta il 
business per eccellenza e non esiste inflazione, deflazione e/o stagnazione che 
possa intaccarlo.
Le prime 50 aziende farmaceutiche fatturano oltre 600 miliardi di euro ogni 
anno. Con così tanti soldi il potere di far pressione sul mondo politico, 
scientifico e accademico è indiscutibile e fuori da ogni discussione.
Il cancro rappresenta oggettivamente una delle maggiori spese per un qualsiasi 
Sistema sanitario nazionale e per questo uno dei pilastri fondamentali per le 
industrie. 
Più ci ammaliamo, più la sanità spende e più le lobbies guadagnano!
Il cancro in numeri nel 
2016
Secondo 
l’AIRTUM, l’Associazione Italiana Registri Tumori, nel 2016 verranno 
diagnosticati oltre 365.000 nuovi casi di tumore maligno[1] 
(190.000 uomini e 175.000 donne) ad eccezione dei carcinomi della cute.[2]
“Ogni giorno oltre 1000 persone ricevono una nuova diagnosi di tumore 
maligno-infiltrante”.
Secondo i dati dell’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) per il 2013 (ultimo 
anno al momento disponibile) i decessi sono stati poco più di 176.000. Sembra 
quindi che la sopravvivenza media si attesti attorno al 50% circa (365.000 nuove 
diagnosi ma ne muoiono 176.000). 
Ma la realtà è assai diversa e molto più triste.
Mortalità per cancro 
nel 2016
L’Associazione 
Italiana Registri Tumori nell’ultimo documento “I numeri del cancro in Italia, 
2016” descrive la “prevalenza” e cioè il numero di persone ancora vive dopo una 
diagnosi di neoplasia. 
Tale numero ovviamente dipende dalla frequenza della malattia (incidenza), dal 
tipo di cancro e dalla prognosi (sopravvivenza).
Nel 2010 il numero di persone vive dopo una diagnosi di cancro era di 2.587.347.
Quelle con una diagnosi di tumore da oltre 5 anni erano il 60% del totale dei 
pazienti prevalenti nel 2010, pari 1.543.531. Erano invece 918.439 (il 35% del 
totale) i pazienti la cui diagnosi risaliva a oltre 10 anni.
Questi dati sono molto interessanti perché ci dicono che le persone ancora vive 
a 10 anni dalla diagnosi sono solamente il 35% del totale, quindi se la 
matematica non è una opinione la mortalità media per cancro è del 65%. 
Attenzione perché si tratta di medie statistiche che interessano vari tipi di 
tumori tra cui quello ai testicoli (che ha di per sé una guarigione altissima 
pari al 94%) o quello alla tiroide (la cui guarigione si attesta al 76% anche 
perché la maggior parte sono sovradiagnosi, ecc.). 
Quindi il 35% di sopravvivenza è un valore apparente e del tutto sovrastimato 
perché nel conteggio totale ci sono tumori che sono guaribilissimi. 
Nei registri dei tumori quando una persona viva dopo una diagnosi di tumore non 
mostra eccessi rilevanti di mortalità rispetto al resto della popolazione si 
definisce “già guarita”. 
E qui viene il bello.
Nel 2010 erano 704.648 le 
persone “già guarite”, pari al 27% di tutti i prevalenti.
Tradotto significa che mediamente solo il 27% delle persone ammalate di cancro 
sono considerate realmente guarite!
Se è solo il 27% del totale che si può considerare guarito, cosa è accaduto al 
rimanente 73%? 
Nelle 
donne che hanno avuto una 
diagnosi di tumore della mammella l’eccesso di mortalità rispetto alla 
popolazione generale diventa trascurabile solo dopo circa 20 anni dalla 
diagnosi. Quindi una donna che ha avuto un tumore al seno può considerarsi 
guarita solo dopo due decadi... 
Gli oncologi stimano che solo il 16% delle donne vive dopo un tumore della 
mammella si possono considerare guarite.[3] 
E il restante 84%?
Non sono esattamente i dati di mortalità e sopravvivenza che gli esperti ci 
vengono a raccontare in televisione.
Noi, il gregge disorientato, dobbiamo rimanere ignoranti perché è vietatissimo 
mettere in discussione il paradigma. Non dobbiamo sapere che oggi si muore 
sempre di più per il cancro o per le cure ufficiali…
Cosa questa risaputa da parecchio tempo per gli addetti ai lavori.
Una delle riviste di 
oncologia più prestigiose al mondo, il “Clinical Oncology”, nel dicembre 2004 ha 
pubblicato uno studio dal titolo: “Contributo della chemioterapia citotossica 
alla sopravvivenza a 5 anni”
Si tratta del più imponente studio osservazionale della durata di ben 14 anni su 
227.874 pazienti (72.903 australiani e 154.971 americani) sui 22 tipi di tumori 
più diffusi.
Quando i dati erano incerti gli autori hanno deliberatamente stimato in eccesso 
i benefici della chemioterapia. 
Lo studio ha concluso che il contributo della chemioterapia alla sopravvivenza a 
5 anni è in Australia del 2,3% e negli Stati Uniti del 2,1%.
“Molti medici continuano a pensare ottimisticamente che la chemioterapia 
citotossica possa aumentare significativamente la sopravvivenza dal cancro”, 
scrivono nell’introduzione gli autori. 
“In realtà - continua il professor Grame Morgan - malgrado l’uso di 
nuove e costosissime combinazioni di cocktails chimici… non c’è stato alcun 
beneficio nell’uso di nuovi protocolli”.
Ma se la chemioterapia citotossica contribuisce nella sopravvivenza a 5 anni per 
un misero 2%, cos’è accaduto al rimanente 98% dei pazienti? Sono morti? E se sì 
di chi è la colpa: del cancro o della cura?
Si è liberi di pensare che Big Pharma stia lavorando alacremente per sconfiggere 
il cancro ma così facendo si è lontanissimi dalla realtà.
Ecco la previsione futura:
“Non più morte, non più 
sofferenza a causa del cancro entro dieci anni.
Ora siamo sicuri che entro il 2015 il cancro diventerà una malattia cronica”
Andrew Von 
Eschenbach 
Questa affermazione del 
dottor Andrew von Eschenbach è inquietante perché a parlare è il Direttore del
National Cancer Institute, l’istituto nazionale che si occupa di cancro 
negli Stati Uniti, e significa inoltre che a certi livelli non si vuole curare 
il cancro, ma trasformarlo in una condizione cronica per poterla “mantenere” e 
“curare” nel tempo, possibilmente fino alla morte.
Decine o centinaia di milioni di persone che per tutta la vita faranno cure 
chemioterapiche “preventive” e/o di “mantenimento” aprono un mercato faraonico 
unico per le multinazionali farmaceutiche.
Vaccini & PIL
Sta accadendo 
il medesimo risveglio anche nell’ambito vaccinale. Sempre più persone 
consapevoli infatti stanno obiettando le vaccinazioni pediatriche di massa.
Esattamente come per il cancro questo sta creando un danno economico notevole 
alle industrie che sono corse immediatamente ai ripari. I media a livello 
nazionale e locale si stanno sbizzarrendo con articoli-denuncia contro tutti 
quei medici che fanno ostruzione. E la spada di Damocle (la radiazione) si alza 
sempre di più sopra la testa dei medici.
Eppure i dati e l’esperienza clinica lo confermano ogni giorno: un bambino 
allattato al seno della mamma è più sano di un bambino tirato su con latte 
formulato e un bambino non vaccinato è più sano di uno vaccinato. 
Qualunque pediatra onesto intellettualmente e soprattutto umile (cosa sempre più 
rara), quindi non schiavo del Sistema e dei propri condizionamenti culturali e 
accademici lo può confermare.
D’altronde non è così 
strano pensare che i vaccini inoculati in esseri umani (in cui il sistema 
immunitario non è formato ed è immaturo), contenendo virus, frammenti di DNA 
fetale (i virus vengono coltivati su linee cellulari di feti umani abortiti) e 
svariati adiuvanti tossici tra cui l’idrossido di alluminio (metallo pesante) e 
la pericolosa formaldeide (dichiarato cancerogeno), possano in qualche maniera 
danneggiare l’organismo scatenando squilibri immunitari (allergie, dermatosi, 
ecc.) e patologie molto gravi (diabete di tipo-1, autismo, ecc.).
Ma per la casta dei camici bianchi questo problema non esiste: i vaccini sono 
i farmaci più testati e sicuri che esistano in commercio. 
Esatto: testati su milioni di poveri e innocenti animali e certamente sicuri 
(grazie all’obbligo) per le casse delle case farmaceutiche. Eppure l’articolo 32 
della Costituzione sancisce che “Nessuno può essere obbligato a un 
determinato trattamento sanitario”…
Il Sistema fa quindi la voce grossa non perché la salute dei bambini interessi a 
qualcuno, tantomeno alle lobbies, ma perché il business vaccinale non si tocca, 
e dall’altro i vaccini andando a squilibrare il sistema immunitario in un 
momento delicatissimo di sviluppo potrebbero predisporre il bambino a patologie 
future…
Se un’azienda guadagna vendendo droghe e farmaci, produrre un vaccino in grado 
di rendere le persone sane ha senso secondo voi?
Vaccini e 
il Global Health Security Agenda
Un altro 
ottimo motivo per cui i vaccini non si devono toccare arriva da Washington.
Secondo un comunicato stampa del 2014 dell’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco, 
l’Italia nei prossimi cinque anni guiderà le strategie e le campagne vaccinali 
nel mondo intero. Avete letto bene? 
È quanto deciso al Global Health Security Agenda (GHSA), l’Agenda per 
la Sicurezza sanitaria globale nata nel febbraio 2014, incontro svoltosi 
venerdì scorso alla Casa Bianca. Il nostro paese, rappresentato dal Ministro 
della Salute Beatrice Lorenzin, e dal Presidente dell’AIFA prof. Sergio 
Pecorelli, ha ricevuto l’incarico dal Summit di 40 Paesi cui è intervenuto anche 
il Presidente USA Barack Obama.
“Dobbiamo intensificare - dichiara Pecorelli - le campagne informative 
in Europa, dove sono in crescita fenomeni anti vaccinazioni. 
Quindi tutte le persone che stanno prendendo coscienza sui rischi vaccinali sono 
dei “fenomeni anti vaccinazioni”.
La ministra Lorenzin (con portafoglio ma senza laurea) dice che: “il tema dei 
vaccini sarà una delle priorità durante il semestre italiano di Presidenza 
Europea. Se vogliamo evitare il collasso dei sistemi sanitari del Vecchio 
Continente dobbiamo rafforzare i processi di vaccinazione verso TUTTE le persone 
che vivono in Europa”.
La ministra non ha ben compreso, o fa finta di non comprendere, come funziona 
realmente il Sistema. 
Se vogliamo veramente evitare il collasso di tutti i sistemi sanitari nazionali 
non solo non si devono comprare i vaccini ma ci si deve pure smarcare dai 
tentacoli di Big Pharma…
I costi abnormi delle cure farmaceutiche (in primis il cancro) stanno facendo 
affossare le economie dei paesi.
Codice europeo sulla 
trasparenza
Dal 30 giugno 
2016 circa 200 aziende farmaceutiche hanno iniziato a “svelare” i loro rapporti 
economici con medici, organizzazioni sanitarie, società scientifiche, strutture 
sanitarie pubbliche e private, università, associazioni dei malati e privati.
Si chiama Codice europeo sulla trasparenza, detto anche Disclosure 
Code.
L’Italia si è adeguata a tale codice di trasparenza della Federazione Europea 
delle Industrie Farmaceutiche [EFPIA], che prevede la pubblicazione online, sui 
siti web delle singole aziende aderenti a Farmindustria, delle somme elargite ai 
medici per partecipare a corsi di formazione e aggiornamento, partecipazioni a 
congressi, ma anche consulenze, progetti di ricerca e promozione vendite.
Al momento il 70% dei 
medici hanno dato il proprio consenso alla pubblicazione dei dati, quindi rimane 
un 30% nascosto alla vista per motivi di privacy. Si tratta ovviamente dei pezzi 
grossi della medicina e delle istituzioni che prendono più quattrini dalle 
industrie.
Tuttavia quasi in contemporanea con questo provvedimento, molte aziende aderenti 
a Farmindustria hanno deciso di sospendere da quest’anno i pagamenti ad 
operatori sanitari che parlano di farmaci o vaccini a soggetti che possano 
prescriverli o influenzarne la prescrizione. 
Hanno quindi trovato il modo di nascondere al mondo i loro nomi…
I soldi elargiti dalle ricchissime società farmaceutiche sono tanti.
Tra i primi a pubblicare 
online nomi e importi ricevuti, la Amgen dichiara il 90% di adesioni tra 
i medici e un totale di 5,9 milioni di euro per ricerca e sviluppo [ovvero studi 
clinici, non clinici osservazionali], 1,8 milioni per consulenze ad operatori 
sanitari e 5,2 milioni destinati alla formazione.
Per la Menarini l’adesione è stata del 73% dei medici, 33 i milioni 
investiti in ricerca e sviluppo e 8,7 milioni di euro per la formazione e 
860.000 per le consulenze.
Adesioni al 90% per Sanofi-Pasteur che investe 523.000 euro in ricerca e 
sviluppo, 128.000 per le consulenze e 423.000 euro per la formazione 
continua, mentre circa 44.000 euro per far partecipare medici a congressi. 
Spiccano 27.000 euro elargiti alla Società Italiana di Pediatria.
Da Pfizer Iitalia che ha avuto l’80% di adesioni, sono stati spesi 24 
milioni, di cui 5 milioni in ricerca e sviluppo e 1,2 milioni in consulenze.
Da Novartis sono stati spesi 19 milioni di euro.
La Glaxo Smith-Kline ha investito sui medici italiani e sulle 
organizzazioni sanitarie italiane ben oltre 11 milioni di euro. Di questi solo 
5.009.147,63 sono andate nella ricerca e nello sviluppo con il rimanente 54,61% 
investito in altre attività che non avevano nulla a che fare con la ricerca. 
Solo la GSK, a vario titolo ha versato ad alcuni componenti del Teamvaxitalia 
5.000 euro e al sito Vaccinarsi.org qualcosa come 24.000 euro. 
In sostanza, sono state 
elargite briciole e noccioline in compenso a quanto finanziato dal Ministero 
della Salute [495.000 euro di soldi pubblici a partire da gennaio 2017] per 
posizionare il sito Vaccinarsi.org in alto fra i motori di ricerca, in modo che 
diventi più visibile, e monitorare la rete perché la crescente sfiducia nelle 
vaccinazioni genera molto timore in taluni venditori di malattia.
Anche alla 
Federazione Italiana dei Medici Pediatri, una sorta di holding mezzo sindacale e 
mezzo commerciale, sono stati elargiti più di 56.000 euro.[4]
Quindi le lobbies ogni 
anno destinano svariati milioni di euro a medici, istituzioni sanitarie, 
associazioni di familiari e a tutti coloro che possono tornare utili a spacciare 
i loro farmaci.
Conclusione
I vaccini non 
si toccano, nonostante i bambini danneggiati crescono sempre più.
I protocolli oncologici non si toccano, nonostante le persone continuino a 
morire.
Non è così strano quindi venire a sapere che gli opinion leaders, i testimonial 
prezzolati che in tivù o nelle interviste difendono con ogni mezzo le cure 
ufficiali per il cancro e naturalmente i vaccini, figurano spessissimo tra i 
nomi dei collaboratori e consulenti stipendiati delle lobbies...
Può essere onesto e soprattutto credibile un medico che difende i vaccini e/o la 
chemioterapia per poi farsi pagare profumatamente delle consulenze o dei corsi 
di formazione (viaggi in paradisi esotici camuffati da aggiornamenti 
professionali) da quelle stesse società che producono vaccini o chemioterapici?
La situazione è così 
allarmante per l’establishment che a Roma il Presidente dell’Istituto Superiore 
di Sanità, il medico ed ex attore Walter Ricciardi, assieme alla Federazione 
Nazionale della Stampa Italiana ha organizzato per mercoledì 12 ottobre 2016 un 
corso intitolato: “Vaccini e Vaccinazioni il ruolo dei media nella tutela 
della salute pubblica”.
Una piccola nota informativa sul Walter Ricciardi va fatta. Il professore che 
dirige il ISS oltre ad essere membro di numerosi panel è stato il responsabile 
scientifico del Primo Libro Bianco sull’Health Technology Assessment in Italia e 
del progetto ViHTA (Valore in Health Technology Assessment), iniziative 
finanziate da GlaxoSmithKline. Da giugno 2013 è membro del Comitato Scientifico 
della Fondazione Lilly. La Eli Lilly, una delle multinazionali più attive a 
livello mondiale nella produzione di vaccini e la creatrice del tristemente noto 
conservante Thimerosal (a base di mercurio) contenuto fino a poco tempo fa in 
numerosi vaccini.... 
Il corso fatto passare per un vademecum dedicato ai giornalisti che si occupano 
di salute nasconde invece un vero e proprio indottrinamento. Per il Sistema 
infatti è fondamentale mantenere il controllo globale delle informazioni che 
circolano.
Per quale motivo si è 
arrivati a dover organizzare un corso gratuito per giornalisti? I giornalisti 
non dovrebbero essere liberi di scrivere e soprattutto scevri da interessi di 
qualunque tipo? Non dovrebbero essere il cane da guardia della politica ma anche 
dei grossi poteri e interessi economici?
Ovviamente no, e il Sistema vacilla e fa acqua da tutte le parti.
Alla fine nonostante tutto l’accanimento mediatico, gli attacchi personali, le 
accuse, i decreti, le leggi, le radiazioni, gli indottrinamenti dei giornalisti, 
le coscienze si stanno inesorabilmente svegliando per cui la fine dell’attuale 
paradigma è segnata. 
Tale processo evolutivo è inarrestabile e tutto il vecchio, assieme alle 
cariatidi aggrappate alle pareti come le cozze sugli scogli, verranno spazzati 
via dal nuovo che si sta affacciando…
Un nuovo dove al centro di tutto c’è l’Uomo, la sacralità della Vita umana e non 
gli interessi economici di poche e diaboliche aziende…