Vai al contenuto

Marcello Pamio -  15 agosto 2018

Lettera all’Ordine degli psichiatri italiani

Alzheimer? Demenza senile precoce? Utilizzo di stupefacenti? Abuso di psicofarmaci? Sostituzione con un clone? O più semplicemente il Re è completamente nudo?
Ai posteri-elettori l’ardua sentenza…
Mi riferisco all’ultima gravissima sparata di Giuseppe Grillo, ex comico, ex padre spirituale del «Movimento 5 stelle», e da ieri anche ex cervello pensante.
Una presa di posizione inquietante, sotto forma di post intitolato «Fate ordine» scritto assieme al suo neurologo. Già questo è un indizio interessante sulla sua attuale situazione...

Grillo e la «scientificità»
Il guru del «finto-cambiamento» parte in tromba sul concetto di scientificità.
Egli (forse assieme al suo neurologo) avrebbe in queste giornate afose e calde «riflettuto molto sulla difficoltà a comprendere il significato della parola scientifico da parte delle persone. E’ stato disorientante, preoccupante e quasi penoso, assistere ad una degenerazione del dibattito così profonda».
Prende immediatamente posizione nei confronti della Scienza, quella con la Esse maiuscola.
Difende quindi a spada tratta la Scienza di SuperQuark, la scienza alla pierino angel e robertino sborion (che lo applaude pubblicamente).
Secondo Grillo il nostro «sistema sanitario è uno dei migliori al mondo, per affidabilità e livello di copertura nei confronti dei cittadini. Agli occhi del SSN siamo tutti uguali nei diritti, indipendentemente da quale patologia ci ha colpiti».
La miopia del nostro è più grave del previsto, ma forse se hai i miliardi che il genovese ha depositato in banca, quello che vedi sono servizi perfetti ed efficienti, se invece i soldi non li hai e fai fatica ad arrivare a fine mese, allora ti devi accontentare di quello che passa il convento.
Ma sappiamo che la scienza non è democratica, come ci ricorda sempre il suo grande estimatore.

Di quale «scienza» Grillo si riempie la bocca?
Forse dovrebbe rivedere un attimo le dichiarazioni del dottor Richard Horton, capo-redattore della rivista «The Lancet» quando spiega come avvengono le pubblicazioni scientifiche, ridotte ad una mera «operazione di marketing travestita da scienza legittima. Le società farmaceutiche hanno trovato il modo di eludere le norme di controllo della revisione paritaria. In troppi casi riescono a seminare letteratura settoriale di lavori scientifici di bassa qualità che possono poi usare per promuovere i loro prodotti presso i medici. Le case farmaceutiche ci stanno imbrogliando. Ci arrivano articoli con su i nomi dei medici e spesso scopriamo che alcuni di loro sanno poco o niente di quanto hanno scritto».
Lo stesso Horton in un redazionale datato 11 aprile 2015 sempre su «The Lancet» ha denunciato pubblicamente che «metà della ricerca medica è falsa!».  Concludendo che «la scienza ha preso una piega verso il buio». Ma forse Grillo si trova più a suo agio nella tenebra, rispetto alla luce…
Oppure, tra un dvd e l’altro, potrebbe leggersi sotto l’ombrellone «Medicine letali e crimine organizzato», l’ultimo libro del dottor Peter C. Gøtzsche, scienziato di fama internazionale, già direttore del prestigioso «Nordic Center della Cochrane Collaboration» di Copenaghen, in cui spiega i requisiti per stabilire se un farmaco è efficace. «Attualmente il solo requisito che viene considerato vincolante per stabilire se un farmaco è efficace è la presenza di un effetto statisticamente significativo in soli due studi clinici randomizzati e controllati (dalle aziende stesse) a confronto con il placebo. Questo obiettivo è facilmente raggiungibile, anche perché se l’azienda non raggiunge il proprio obiettivo può continuare a realizzarne altri, fino al momento in cui ce ne sono almeno due che cedono alle sue insistenze. La comparazione con il placebo non ci dice nulla purtroppo se il nuovo farmaco è migliore o peggiore di un farmaco già in commercio.
Le aziende dispongono di svariate tecniche per manipolare gli studi clinici randomizzati che finanziano. Possiedono vari sistemi per ingannare le agenzie di controllo e far approvare farmaci pericolosissimi per la salute umana».
Ecco la medicina osannata da Grillo: quella che provoca ogni anno milioni di morti e un numero incalcolabile di disabilità, e proprio per questo motivo rientra nelle prime tre cause di morte nel mondo occidentale!
Ma queste ovviamente sono solo Fake News…

Metodologie diagnostiche
«E’ pur vero che non dovremmo stupircene più di tanto se consideriamo la diffusione di trattamenti e metodologie diagnostiche al limite dell’assurdo».
Molto interessante questa affermazione, anche perché Grillo il 26 settembre 2002 era a Bologna in un evento organizzato da Paolo Brunetti della storica casa editrice Andromeda, assieme al compianto professore Gianfranco Domenighetti (Ministro della sanità del Ticino per diversi decenni).
Titolo della straordinaria relazione: «Screening: disinformare per convincere».
Informazioni di vitale importanza per comprendere che gli screening, detti erroneamente «esami preventivi», come vengono praticati oggi, rientrano in un’operazione di marketing delle lobbies: cercare il malato nel sano, e lo trovano sempre.
Questo Grillo lo sapeva perfettamente, anche perché stimava Domenighetti.
Adesso però che il professore non c’è più, ha drasticamente cambiato bandierina…

Grillo Vs Omeopatia
Il senso del suo articolo era appellarsi all’Ordine dei farmacisti affinché nelle loro botteghe non si continui «a confondere i cittadini con la vendita di prodotti omeopatici».
Il motivo è presto detto, secondo l’esperto genovese «i fortissimi dubbi sulla loro efficacia da parte del mondo scientifico sono di dominio pubblico».
Quale sarebbe il mondo scientifico, e dove sarebbero i documenti ufficiali? Il comico come sempre è un mago nel buttare il sasso nello stagno, nascondendo la mano.
Forse si riferisce al ridicolo documento preparato da un povero ginecologo con la fissa per le bufale? Uno che conosce l’omeopatia esattamente come Burioni conosce il rispetto, ma spinto da una «forza» interiore di moralità ha tentato, con risultati a dir poco pietosi, di demolire una medicina che esiste da circa 250 anni, che viene utilizzata da oltre 600 milioni di persone e prescritta da circa 500.000 medici laureati nel mondo (dati OMS).
Secondo Grillo forse un medico dopo sei anni di laurea universitaria, altri quattro o sei anni di specialistica, e altri tre o quattro anni di Scuola omeopatica è un semplice «guaritore» da strada, un ciarlatano che usa l’acqua fresca «illudendo» e «confondendo» i pazienti?
A questo punto mi auguro che le associazioni di categoria, cioè dei medici omeopati e antroposofi si sveglino dal profondo letargo in cui si sono lasciati coccolare, non solo rispondendo a tono, ma anche denunciandolo nelle sedi opportune.
Le farneticazioni di Grillo continuano e nella sua critica senza fondamenti di nuovo ribadisce che l’omeopatia «è stata più volte messa in discussione, sino a ripetuti quanto implacabili verdetti di inefficacia e inopportunità. Questo sia per quanto concerne la validità come opzione terapeutica che per la possibilità di un ritardo nell’approccio adeguato. Ritardo che potrebbe essere causato proprio dall’abuso di prodotti così a rischio di inefficacia e che, pur essendo in vendita in molte farmacie, farmaci non possono essere definiti».
In questo caso la faraonica ignoranza di Giuseppe è seconda solo alla sua arroganza.
Con il recepimento delle Direttive CE e la regolamentazione del D.l.vo 219 del 24 aprile 2006, che impone l’adeguamento a cui le aziende produttrici stanno facendo fronte, si legittimano totalmente i preparati omeopatici a «medicinali» a tutti gli effetti.
Anche ad ottobre 2017 i medicinali omeopatici sono stati equiparati in tutto e per tutto ai farmaci e le aziende del settore sono state obbligate a depositare i dossier per la registrazione dei prodotti e richiederne l’«Autorizzazione all’Immissione in Commercio» (la famosa AIC).
Non solo, ma i prodotti omeopatici sono definiti medicinali in tutta l’Unione Europea, ed in alcuni Stati sono posti a carico del SSN.
Quindi Beppe dovrebbe cambiare neurologo o dosare diversamente gli psicofarmaci prima di buttare al vento le sue già sconquassate credenziali.
Il livello più basso però lo raggiunge alla fine dell’articolo quando chiede «la sospensione della vendita presso le farmacie italiane di prodotti senza che ne sia stata scientificamente comprovata l’efficacia».
Mi dispiace doverglielo dire usando le parole di Andrea Mendelli, Presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti, ma «i rimedi omeopatici sono classificati dalla vigente normativa, sia comunitaria che nazionale, come farmaci. Il farmacista non può rifiutarsi di distribuire nessun farmaco regolarmente in commercio, compresi quelli omeopatici». [1]
Anche perché se Beppe si fosse concentrato un po’di più, e se avesse ascoltato meno consigli del suo «entourage», forse avrebbe raziocinato che i farmacisti guadagnano tantissimi soldi con la vendita degli omeopatici, che funzionino o meno non ha importanza…
Secondo lui i farmacisti smettono di incamerare soldi perché glielo chiede un menestrello di corte?

Casaleggio & vaccini
Un’ultima cosa, per far meglio comprendere quello che ruota attorno e dietro le recenti esternazioni di Grillo è il «Decreto Milleproroghe».
Si tratta di una vera e propria legge nella quale, tra le altre cose, veniva prorogato di un anno la scandalosa Legge Lorenzin (119/2017), permettendo ai bambini di entrare a scuola a settembre, evitando di fatto la “razzista” esclusione.
Il decreto, al momento, è stato approvato dal solo Senato, per cui sarà discusso dalla Camera soltanto al ritorno dalla pausa estiva, quindi a partire dall’11 settembre. Diventa impossibile una approvazione prima dell’inizio delle scuole (le ultime apriranno il 20 settembre). È molto probabile quindi che i bambini non vaccinati non vengano ammessi agli asili nido e alle materne nei primi giorni di scuola, se effettivamente i presidi si rifiuteranno di accogliere la circolare del 5 luglio.
Strano questo comportamento, perché avrebbero potuto tranquillamente legiferare prima e invece non è stato fatto, come mai? E come mai nello stesso preciso momento il Movimento stellato prende le distanza da Davide Barillari, un loro consigliere in Regione Lazio e primo firmatario della proposta di legge sui vaccini?
Forse per quello che Barillari ha scritto su FB? «La politica viene prima della scienza. I politici devono ascoltare la scienza, collaborare, non farsi ordinare dalla scienza cosa è giusto e cosa è sbagliato, accettando le parole della scienza mainstream come dogmi religiosi. Perché la scienza deve essere democratica, e quindi deve ascoltare tutti...compresi ricercatori e scienziati, che con dati alla mano, contestano il dogma ufficiale».
Sante parole condivise da tantissime persone, ma non dai vertici del M5S, che lo sconfessano pubblicamente. 
Ma Barillari ne ha per tutti: «gli scienziati dello stampo di Burioni, cioè legati a doppio filo sia alle multinazionali del farmaco che ai partiti del passato bocciati alle urne dagli italiani, sono davvero convinti di detenere l'unica verità possibile, eterna ed inconfutabile… e sono davvero convinti che la politica si debba inchinare supinamente a loro».
Qui dissento però, perché il sostantivo «scienziato» nei confronti di Burioni è assolutamente fuori luogo e inappropriato!
La risposta secca arriva in un post scriptum al termine di un articolo di Davide Casaleggio: «Il MoVimento 5 Stelle prende totalmente le distanze dalle dichiarazioni del consigliere regionale del Lazio Davide Barillari. La linea sui vaccini è quella messa nero su bianco nel contratto di governo votato dagli iscritti e portata avanti dal ministro della Salute Giulia Grillo».
Chi è Davide Casaleggio e come può decidere lui per l’intero Movimento, la delicatissima linea vaccinale? Perché gli elettori e tutti gli attivisti non insorgono? Questa si può chiamare democrazia?
Infine chi è veramente la «Casaleggio Associati» (leggi qui), a cosa sta giocando, e qual è il suo occulto ruolo dietro le quinte (e le battute) di Beppe Grillo?

Conclusione
Finalmente Grillo (e la Casaleggio) ha gettato la maschera e pure i vestiti diventando il nudo portavoce ufficiale delle lobbies della chimica e farmaceutica.
Ai dirigenti delle industrie chimiche viene infatti la gonorrea quando si parla di omeopatia, fitoterapia, rimedi tradizionali, quindi di prodotti naturali non brevettabili e che aiutano la vera guarigione.
L’intento del Sistema, a cui Grillo (o il suo clone) ha deciso di partecipare, è la distruzione delle medicine non convenzionali e naturali. Metodiche conosciute e usate da millenni vanno cancellate con ogni mezzo lecito e illecito, per far posto alla dogmatica e incontrovertibile «medicina scientifica».
«Nell’augurare - ironizza Grillo alla fine del post - a tutti i farmacisti italiani buon ferragosto mi viene in mente l’uso, almeno preventivo, dell’acqua fresca: bagnarcisi la testa in queste estati sempre più afose».
Nel ricambiare gli auguri a Grillo per un caldissimo ferragosto, mi è venuto in mente un rimedio omeopatico per i disturbi ossessivo-compulsivi: «PARACULUM 100 CH», 10 granuli ogni ora.
E’ il classico rimedio da sotto l’ombrellone, ottimo perché se non dovesse funzionare, può sempre usare i granuli per dolcificare il caffè…

Note

[1] «Omeopatia. Fofi replica a Beppe Grillo: “Per la legge gli omeopatici sono farmaci e i farmacisti non possono rifiutarsi di distribuirli”», 14 agosto 2018, www.quotidianosanità.it agosto  

Tratto da www.luogocomune.net/LC/16-geopolitica/4995-mohamed-konare-l-africa-può-risorgere 

VIDEO ASSOLUTAMENTE DA VEDERE
(dal minuto 19 spiega bene il motivo dell'assassinio di Gheddafi...)

https://www.youtube.com/watch?time_continue=1283&v=zsL2NoR2BY0

ATTENZIONE: E' stata pubblicata la trascrizione dell'intervista, in coda all'articolo.

Mohamed Konare, leader del movimento Panafricanista, spiega in termini chiari e semplici come a tutt'oggi 14 nazioni dell'Africa occidentale e subsahariana (Senegal, Niger, Costa D'Avorio, Mali, ecc.) vivano nella condizione fattuale di colonie francesi. Nonostante l'indipendenza di facciata - spiega Konare - la Francia è riuscita a mantenere di fatto la completa dipendenza economica di queste nazioni, grazie ad un meccanismo (il franco CFA) per cui i paesi africani vendono nel mondo le materie prime, ma è la Francia ad incassare e gestire il ricavato delle vendite. Questo meccanismo porta nelle casse francesi una plusvalenza di 400 mld di dollari all'anno, mentre ai paesi africani restano solo le briciole, da spendere esclusivamente in moneta locale. Nel corso della storia 22 capi di stato africani hanno tentato di far uscire il proprio paese dalla morsa degli accordi coloniali, e 22 di loro sono stati ammazzati. [...]

Quando la Costa d'Avorio ha deciso di uscire dal franco CFA, la Francia ha immediatamente chiuso tutte le banche della nazione africana, usando un meccanismo molto simile a quello usato di recente da Bruxelles contro la Grecia. Anche sull'immigrazione, Konare offre una visione decisamente nuova del problema: l'oligarchia mondialista vuole svuotare l'Africa della sua forza lavoro, favorendo l'emigrazione incontrollata verso l'Europa. L'unico modo di fermare l'immigrazione è di liberare l'Africa dalla sua schiavitù monetaria...

Questa è la trascrizione dell'intervista, realizzata usando il sistema automatico di Youtube (accuratezza 90%).
Grazie all'utente Adonis per avercela fornita.

Mohamed Konare, attivista politico in Africa, proattivo nella costruzione di un nuovo soggetto politico con l'intenzione di sganciarsi dal punto di vista monetario e rendersi indipendente.

Buonasera, sono Mohamed Konare, attivista panafricanista a capo di un movimento panafricanista nascente con lo scopo di liberare l'Africa definitivamente dalla stretta francese. Cioè, vogliamo un'autodeterminazione politica, economica e culturale. Sono praticamente seicento anni che l'Africa vive sotto la cupola francese e questa situazione deve finire. 

In cosa consiste questo movimento? 

È un movimento che sta rimettendo in causa la conferenza di Berlino del 1885, '84/'85. Nell''84/'85 l'oligarchia occidentale si è riunita a Berlino sotto la cupola del cancelliere Bismarck e hanno diviso l'Africa, cioè più dei 30.000 km² in zona d'influenza nella quale quasi tutta l'Africa subsahariana è tornata alla Francia. Da quel momento in poi la situazione è rimasta immutata. Le indipendenze che hanno dato all'inizio degli anni '60 sono state solo un modo di ammortizzare, di bloccare la rivoluzione popolare nascente. Perché - dopo la Seconda guerra mondiale - De Gaulle, rendendosi conto della rivoluzione in Algeria, in Camerun, in Indocina, ha trovato la furbizia dando in anticipo l'indipendenza ai popoli africani, però legandoli sempre in condizioni di schiavitù attraverso un meccanismo economico, cioè instaurando in Africa una moneta che lui ha preso dal sistema nazista. Quando Hitler prese il controllo della Francia, Hitler ha imposto alla Francia un sistema monetario che permetteva alla Germania di entrare in possesso di tutte le ricchezze francesi quasi gratuitamente. De Gaulle, dando le false indipendenze, ha usato quello stesso sistema su 14 Paesi d'Africa occidentale che erano ex-colonia francese, però nei fatti sono ancora colonia francese. Poi i dettagli di questa moneta ve li posso dare, spiegare in dettaglio in che cosa consiste. 

In che cosa consiste? Spiegacelo. 

Il Franco CFA è una moneta che permette alla Francia di avere controllo totale sull'economia dell'Africa. Cioè, è di proprietà francese, fabbricato in Francia. E i francesi, con questo sistema, che fanno? Dicono agli africani: «Noi vi garantiamo la stabilità di questa moneta sul mercato internazionale», però la furbizia qual è? È che questa moneta, prima, il 100%... perché l'Africa, quando vende le materie prime sul mercato internazionale le vende in divisa, in Dollaro, giusto? E questi Dollari non vengono nelle Banche Centrali africane, vanno nel conto per azioni della Banca Centrale francese e lì la Francia (fino al 1975, se non sbaglio) il 100% di queste divise rimanevano nel conto di operazioni francese. E la Francia batte una moneta che prima si chiamava il Franco delle colonie francesi; dopo le false indipendenze lo hanno chiamato il Franco delle cooperazioni monetarie che in realtà, nella sostanza non è cambiato niente. Dal '75 (se ricordo bene, non ho i dati in mente), la Francia piano piano, dal 100% delle divise che rimanevano nel conto di operazioni francese sono passati a 75% e oggi siamo al 50%. Cioè, do un esempio: se la Costa d'Avorio, che è il primo produttore di cacao, vende sul mercato internazionale un miliardo e mezzo di Dollari di cacao, questo miliardo e mezzo di Dollari va direttamente nel conto delle operazioni francese. Il 50% la Francia se lo tiene come garanzia della stabilità di questa moneta e altri 50% non è che va nelle Banche Centrali dei 14 Paesi d'Africa, no! Rimane sempre in Francia. E su questo altro 50% è la Francia stessa che fa progetti di sviluppo. Qualsiasi cosa si deve fare in Africa, la Francia permette ai Paesi africani, dandogli Franchi CFA al posto di questi soldi, permette alle multinazionali francesi di andare a lavorare sul territorio africano e guadagnando su queste divise che sono sul conto di operazioni francesi. La moneta CFA che la Francia emette, dandola alle Banche Centrali africane, questa moneta si può usare soltanto in questi 14 Paesi. Una volta che esci da questa zona... per esempio io con i CFA arrivo in Italia e nessuno la conosce, nessuno la cambia, non ha nessun valore. E il paradosso, visto che sono questi 14 Paesi una parte nell'Africa centrale, una parte nell'Africa occidentale, il CFA dell'Africa occidentale non è valido in Africa centrale! Cioè se io, io - per esempio - dalla Costa d'Avorio vado in Camerun con la stessa moneta CFA, non la posso usare in Camerun. La devo convertire prima in Franco francese, poi dopo tradurla in Franco CFA che si usa in Camerun. Cioè, la Francia impedisce ai Paesi africani di commerciare tra di loro con questa moneta senza passare per la Francia. Poi l'altra metà, il 50% delle divise africane che sono nel conto delle operazioni francese, la Francia li usa per scopi propri, cioè per chiudere il debito pubblico francese, per fare tutte le operazioni che la Francia vuole sul piano internazionale. Dicono che loro garantiscono la stabilità del Franco CFA che usano gli africani, quando in realtà questa moneta è garantita dalle divise africane. La Francia, l'unica cosa che fa è battere questa moneta in un piccolo villaggio a Clermont-Ferrand in Francia e mandarlo alle Banche Centrali africane. Senza dimenticare che nelle Banche Centrali africane la Francia ha i suoi elementi che hanno il diritto di voto, cioè i Presidenti di queste banche non possono prendere nessuna decisione senza il consenso della Francia. E quando la Francia è in difficoltà ha il potere di svalutare la moneta come vuole, di farla... la Francia fa quello che vuole di questa moneta. Comunque ci sono diversi economisti italiani che hanno lavorato sul Franco CFA e qui io posto spesso i loro lavori per fare capire meglio alla popolazione italiana l'ossatura di questa cosa. Il trucco è questo: la Francia, senza nessuna legittimità, impone ai Paesi d'Africa questa moneta che lei batte. È come se io mi alzavo e dicevo agli italiani: «Guardate, io vi metto questa moneta a disposizione, la garantisco per voi sul mercato internazionale, però la metà delle vostre divise io la tengo come garanzia di questa moneta». Che significa? Significa che noi non siamo capaci di gestirci da soli, significa che i nostri soldi, dal 1945 ad oggi, che l'Africa - perché prima era il 100%, è passato al 75%, oggi siamo al 50% -, tutte le divise da quel momento ad oggi, che gli africani hanno versato alla Banca di Francia, noi non sappiamo nemmeno la quantità di questo denaro perché nessuno ha accesso a questo. E di plusvalenza la Francia prende da questi 14 Paesi (questa è una fonte di un giornale economico tedesco, non lo dico io) 440 miliardi di Dollari ogni anno! Gratuitamente, senza contare tutte le plusvalenze che la Francia riesce ad avere attraverso i meccanismi economici internazionali da questa moneta. Oggi quella moneta la Francia l'ha allineata all'Euro, però i soldi degli africani non sono alla Banca Centrale Europea, rimangono sempre alla Banca Centrale francese. Anzi, Merkel ha chiesto ai francesi di spostare questi soldi lì. Non lo vogliono! Perché considerano che è proprietà loro. Essendo in un sistema monetario così, di che indifferenza parliamo? Non abbiamo... al di fuori del fatto che i patti coloniali che legavano la Francia all'Africa non sono cambiati: sono sempre gli stessi! La Francia ha il monopolio su tutte le materie prime africane, cioè... 

In questo momento i patti neocoloniali sono ancora in vigore? 

Sì, sì, sono ancora in vigore. Tra Francia e.... No, non è cambiato nulla, nulla. 

Le indipendenze africane che cos'hanno fatto? 

Dopo la divisione dell'Africa nel 1884, alla fine della Seconda guerra mondiale, vedendo le popolazioni africane alzarsi, come vi ho detto, con la rivoluzione algerina, quella camerunese, quella in Indocina, la Francia ha anticipato le cose scrivendo lei stessa le Costituzioni di questi Paesi. Imponendo questo sistema monetario e prendendo il controllo attraverso i patti che hanno firmato con i primi dirigenti africani, che a malapena molti sapevano leggere, dei patti che permettono alla Francia - fino a oggi - di avere il monopolio su tutte le materie prime africane. Cioè, se la Costa d'Avorio vuol vendere il suo cacao a altre persone, lo può fare soltanto se non interessa alla Francia. Finché interessa alla Francia il cacao, il caffè, l'oro, il petrolio, il diamante della Costa d'Avorio, il Governo ivoriano non può trattare con nessuno senza passare dalla Francia. Siccome la Francia controlla l'uranio del Niger, l'oro del Mali, il gas, tutte le materie prime dell'Africa occidentale/centrale è sotto controllo francese. Qualsiasi Capo di Stato africano che ha tentato di fare uscire il suo Paese da questo sistema è stato ammazzato dalla Francia. Ne abbiamo 22 con nome e cognome ammazzati, avvelenati, la Francia con i suoi servizi segreti fomentano il colpo di Stato. C'è sempre qualcuno disposto a tradire per il potere. Quindi trovano sempre nel potere africano qualcuno pronto a collaborare con loro. Fanno un colpo di Stato, lo mettono al potere e continuano con questo gioco. Fino a oggi siamo a questo. Nel 2011 Silvestro Montanaro - un giornalista italiano - ha fatto un bel servizio su quello che è successo in Costa d'Avorio perché Gbagbo Laurent, il legittimo Presidente della Costa d'Avorio, oggi si trova alla Corte Penale Internazionale. L'unica colpa qual è stata? Che voleva fare uscire la Costa d'Avorio, come vi ho detto, 40% della massa monetaria west africana si trova in Costa d'Avorio. Su 14 Paesi, metà della ricchezza si trova in uno solo. Quindi è proprio la gallina dalle uova d'oro della Francia. E Gbagbo Laurent, se riusciva a cancellare gli accordi coloniali, a fare uscire la Costa d'Avorio da questo sistema francese era un disastro per la Francia. Chiunque in Africa ha provato a opporsi a questo sistema coloniale è stato assassinato! Per la Francia, per tutti i motivi. Sylvanus Olympio nel '62/'63... '63 ha cercato di fare uscire il suo Paese da questo. Tre giorni dopo la sua decisione di uscire dalla moneta francese e di cancellare tutti gli accordi che c'erano fra il suo Paese e la Francia: colpo di Stato, assassinato. Patrice Lumumba uguale. Thomas Sankara del Burkina Faso, che prima questo Paese si chiamava Haute-Volta, perché era il nome che era stato dato a questo Paese dopo la divisione... dopo la conferenza di Berlino. Sankara è arrivato al potere e ha detto: «No! Questo è un nome che non ci appartiene!». Ha dato un nome africano al Paese, ha chiesto a tutti i Paesi africani di non pagare i debiti perché, in realtà, è la Francia che deve all'Africa e non l'Africa alla Francia. Hanno fatto un colpo di Stato con il suo migliore amico! L'hanno assassinato e per 27 anni questa persona è stata al potere in Burkina Faso tenendo il Paese sotto scacco per la Francia. Oggi è scappato dal Burkina ed è ospite in Costa d'Avorio, dal dittatore attuale che la Francia ha installato in Costa d'Avorio, che non è altro che un killer economico che lavora per il Fondo Monetario Internazionale. Quindi l'Africa, essendo in questa condizione, non ha un'autonomia politica, perché in Africa prima di fare un Consiglio dei Ministri sono costretti a mandare una nota a Parigi. Se Parigi da il suo ok il Consiglio dei Ministri si fa. Ma lo dico seriamente: siamo in questa condizione! Ufficialmente! E tutti lo sanno. Mesi fa il Presidente del Senegal ha preso tutto il suo Governo per andare a fare un Consiglio dei Ministri all'Eliseo! Ma vi rendete conto di quello che significa? Il problema africano è semplice, è un problema molto semplice: l'Africa deve uscire da tutti questi cavilli politici e accordi che legano l'Africa alla Francia. Perché finché gli africani non potranno avere una propria politica, non potranno avere una propria economia, rimarremo sempre delle colonie nei fatti. È questo che la Francia non vuole permettere. Ma perché hanno ucciso Gheddafi? Perché semplicemente per questo! E le e-mail di Ilary Clinton lo dimostrano e tutti lo sanno. L'Italia ha cercato di opporsi un po' all'assassinio di Gheddafi perché l'Italia aveva molti interessi lì. Ma Sárközy non poteva permettere questo. Gheddafi aveva messo sulla tavola 42 miliardi di Dollari per creare il Fondo Monetario Africano, aveva già creato la banca d'investimenti africana per cercare di lavorare sulle grandi opere. Perché Gheddafi voleva creare un'autostrada tra il nord Africa, cioè Tripoli e l'Africa occidentale. E questa è una cosa che la Francia non poteva accettare. Sarkozy è entrato nella NATO e ha chiesto il consenso dell'America per assassinare Gheddafi, per non permettere questo. È come se l'Italia dicesse alla Cina - per esempio -: «Voi cinesi non potete vendere nulla senza il mio accordo». I cinesi sono costretti, per qualsiasi movimento che devono fare sul mercato internazionale, ad avere il consenso dell'Italia. 

La Cina è un Paese libero? 

No! I cinesi non possono prendere nessuna decisione senza l'accordo del Governo italiano. Questa non è indipendenza, è indipendenza solo... non si può chiamare indipendenza questo. Questo è colonizzare uno Stato! Questo è sottomettere un popolo! Se noi ivoriani avessimo la possibilità di vendere il nostro caffè, cacao a chi vogliamo e ricavare le divise sul mercato internazionale portandolo alla Banca Centrale africana, alla Banca Centrale ivoriana, che era in collaborazione con la Banca Centrale africana, la situazione sarebbe diversa! Però i soldi, il sudore dell'Africa, il lavoro degli africani rimane in Francia. È quello che, in teoria, l'altra metà che gli africani devono avere non è che vengono versate queste divise nelle Banche Centrali africane, no! Queste divise rimangono lo stesso in Francia e la quantità di questo denaro, piano piano la Francia la batte in Franco CFA, lo distribuisce, lo da alle diverse Banche Centrali africane che lo mettono nel circuito commerciale. In Costa d'Avorio, quando Gbagbo ha deciso di uscire dal Franco CFA la Francia, senza avviso, ha chiuso tutte le banche commerciali ivoriane. Che significa? Che le imprese non possono più lavorare, la casalinga non può più andare al mercato: d'un tratto la Francia ha bloccato l'economia del Paese. Perché se le banche commerciali sono chiuse e non hanno liquidità per metterla nel circuito cittadino, come si fa? È impossibile! Questa è la situazione africana. E dico: chiunque, chiunque osa rimettere in dubbio queste clausole coloniali viene ammazzato! Questo il mondo intero lo sa, lo sapevano tutti, però tutti stavano zitti. Perché? Perché tutti hanno interesse in Africa. Dopo aver assassinato Gheddafi, la Libia, che è diventata una "No Man's Land" dove c'è un Governo-fantoccio, dove le diverse tribù hanno ripreso controllo ognuno della propria zona, è diventato un varco dove i ragazzi passano. Ma anche questo fa parte di un piano, fa parte di un piano perché l'oligarchia mondialista vuole svuotare l'Africa dalla sua forza viva, fare entrare i ragazzi qui sapendo le difficoltà economiche che subisce l'Europa adesso, farli entrare in Europa sapendo che non avranno futuro. Noi, noi che siamo qui da 20/30 anni, gli stranieri che vivono qui, oggi sono quasi tutti disoccupati. Ognuno si arrangia, perché dopo 10/20 anni su un territorio un po' riesci a capire come funzionano le cose, ma tutta questa gioventù che stanno facendo entrare a centinaia di migliaia, è chiara una cosa: tutti questi non avranno la protezione internazionale, né l'asilo politico. Quindi saranno giovani buttati per strada, senza nessuna tutela, senza nessun mezzo, parlando male l'italiano, non conoscendo la cultura occidentale.
Che cosa succederà? Una guerra tra poveri, cioè il basso popolo italiano, che è in difficoltà, si troverà di fronte migliaia, centinaia di migliaia di giovani africani affamati. Dove andiamo a finire? Uno scontro di civiltà. Perciò io ripeto: l'Italia deve tenere chiuse le frontiere italiane. Ci sono tanti documenti scritti su questo fenomeno, già dieci anni prima ne parlavamo. Io, prima che la cosa diventasse così intensificata ne parlavo già in rete, la gente mi dava del pazzo. Quando dicevo che non è vero che pagano 10.000 Euro a testa per venire qui dicevano: «Non è vero!». In Africa qualcuno che ha 10.000 Euro che viene a fare qui? Non ha senso, perché con questo si costruisce una vita. Fanno la propaganda in Africa occidentale dicendo che c'è la possibilità di attraversare il deserto. Quando sei in Libia il tratto di mare è così... non so quanti km per l'Italia... hai capito? E questi ragazzi, sperando che... sì, arrivano in Europa perché hanno ancora questo mito, hanno una possibilità di farsi un futuro. Questo, oggi, è utopia! Oggi è proprio utopia. È impossibile spiegargli che la situazione in Occidente non è più così. In Italia 250.000 giovani vanno via ogni anno per andare a cercare lavoro all'estero. Solo in Italia! Se gli italiani si muovono verso altri Paesi per cercare lavoro, chi viene qui troverà lavoro? Non è possibile! La cosa grave è che se almeno questi ragazzi erano refoulement, gli accordi di Dublino permettevano a questi ragazzi di richiedere l'asilo politico nel Paese che volevano, l'Italia non avrebbe avuto tutto questo peso. Ma gli accordi di Dublino dicono che una persona è costretta a chiedere asilo, protezione nel primo porto di sbarco. L'anno scorso più di 630.000 ragazzi sono entrati qui in Italia. Quindi tutto questo sarà a carico del Governo italiano, cioè il Governo italiano dovrà gestire questo flusso di persone, perché quando arrivano in Germania li riportano in Italia. Arrivano in Francia, li riportano in Italia. Ogni giorno dei giovani africani mi chiamano, mi scrivono per dirmi che il razzismo sta salendo a livello esponenziale. Ed è normale, ed è normale! Perché se io fossi italiano e vedo dietro casa mia migliaia di giovani africani che non so da dove vengono e che cosa fanno lì, io mi preoccuperei. Il nostro scopo è evitare che succeda una guerra tra italiani e africani. L'unico modo di evitare questo, innanzitutto, è chiudere le frontiere e non fare più entrare nessuno. Uno. Due: smettere di parlare di campi di concentramento, questa è una presa in giro. L'unico modo di fermare l'immigrazione è liberare l'Africa, perché se l'Africa ha la possibilità di avere la sua moneta, l'Africa ha la possibilità di fare una sua politica propria, l'Africa non ha bisogno di aiuto. Perché la Costa d'Avorio potrà commerciare direttamente con l'Italia il suo caffè e cacao, con la Germania i suoi prodotti, con l'Inghilterra... con qualsiasi Paese vuole trattando direttamente, senza intermediario. Quello che guadagnerà, i ricavi sul mercato internazionale, andrà nell'economia del Paese che permetterà di costruire ospedali, scuole, dare possibilità ai giovani di studiare. Chi sta bene a casa sua non va all'estero. Io se stessi bene lì non verrei qui, rimarrei a casa, sarei venuto in Italia per vedere le bellezze italiane che sono un museo a cielo aperto. 

Come funziona lo spostamento delle persone dal loro Paese in Europa?

 I trafficanti, quello che fanno, è derubare questi ragazzi. Perché questi ragazzi quando partono, strada facendo, nel nord Africa molti lavorano un po', qualcuno si mette un po' di soldi da parte per, quando arriverà in Europa, avere qualcosa in tasca. Ma le barche che prendono, queste barche, non pagano una Lira! Chi ve lo dice mente. Non pagano una Lira! Io sono stato in mezzo a loro, due mesi a parlare con loro: non pagano una Lira per venire! 

Secondo te è vero che... si dice che le donne, prima di partire, si fanno mettere incinte apposta per facilitare, poi il viaggio, l'accoglimento? Sono vere queste cose? 

Io quello che so è che molte donne vengono violentate nei Paesi arabi, questo lo so: ho avuto anche filmati che mi hanno fatto vedere i ragazzi. Molte donne vengono violentate strada facendo perché sono deboli. Molte donne muoiono nel deserto. E i ragazzi mi dicono: «Abbiamo così fretta che non è che le seppelliamo. Le mettiamo lì, buttiamo un po' di sabbia e continuiamo la strada». In Libia sono tenuti come schiavi, in condizioni disumane! Mi chiamano tutti i giorni! Quattro mesi fa un gruppo di ragazzi mi ha scritto per dirmi: «Guarda, noi ci stiamo preparando a prendere la barca, questi sono i dati dei nostri genitori in Africa occidentale. Se tra qualche giorno non ti contattiamo, contattali per dirgli che siamo morti». Io non ho dormito! Per tutto il giorno. Questa è la realtà! Queste donne vengono violentate dagli arabi in nord Africa. Noi ultimamente abbiamo fatto una campagna su questo dicendo ai Governi arabi (che sono tutti Governi-fantocci al servizio delle multinazionali occidentali): «Se continuate a maltrattare così la nostra gente in Africa occidentale: noi prenderemo provvedimenti con tutti gli arabi che vivono in Africa nera». In Algeria li buttano in mezzo al deserto: «Arrangiatevi per tornare indietro». In Libia fanno la stessa cosa. In tutti i Paesi arabi gli africani vengono trattati peggio degli schiavi! Quando arrivano in Italia hanno un piccolo salario perché, bisogna dire la verità, li mettono nei campi. Sì, qualcuno meglio, qualcuno meno meglio, però riescono a mangiare, hanno il medico che si occupa di loro. Dopodiché entrano in un circuito in cui, alla fine, non avranno un documento. 

Quindi si ritroveranno clandestini su un territorio sconosciuto da loro: che futuro hanno? 

Noi dobbiamo parlare del problema nella sua sostanza. Possono tagliare, possono aumentare: non è quella la soluzione. C'è una sola soluzione: liberare l'Africa dalla schiavitù economica monetaria imposta dalla Francia e dall'Occidente. È l'unica soluzione: dare all'Africa la possibilità di prendere in mano il suo destino. Finché non ci sarà quello possiamo fare tutto quello che vogliamo: non cambia nulla! Non cambia nulla. E poi il rischio... una cosa è sicura: questa oligarchia, nei suoi piani, sta cercando di distruggere il tessuto sociale occidentale. Questo stanno facendo, stanno cercando di distruggere il tessuto sociale occidentale in modo tale che l'italiano non esiste più, è snaturato. Distruggere gli Stati-Nazione occidentali per dare più forza alle Regioni. Fare dell'Europa delle piccole Regioni in cui non c'è più un... Guardate come hanno distrutto la cultura africana. Oggi noi africani siamo senza cultura, senza base perché i francesi, la tecnica che hanno usato... io, quando andavo a scuola da bambino, imparavo la Marsigliese. Mi hanno fatto vedere De Gaulle come Dio sulla terra! Tutta la nostra cultura era folclore. Hanno cancellato tutto quello che l'Africa è stata in questi migliaia di anni e hanno cercato d'imporre la cultura francese agli africani. Il che ha fatto sì che l'africano di oggi è uno che ha un piede nella cultura francese e un piede nella cultura africana che non capisce nemmeno più bene. È un uomo perso, senza base! Questo è l'africano attuale. Chiedere a un ragazzo africano la storia dell'Africa, dall'Egitto antico fino a oggi, non sa nulla! Sa più la storia francese che la storia africana. Perché la storia africana è stata cancellata di proposito dalla storia. Questi francesi che fanno? Cominciano a cooptare l'élite africana. Qui in Europa, quando vengono qui a studiare vengono contattati dai servizi segreti, in genere dalla massoneria francese, li fanno entrare in questi servizi e dopo, quando finiscono di studiare tornano in Africa e gli danno mezzi economici, logistica e visibilità mediatica. Li fanno arrivare al potere per mantenere sempre questo sistema. Chi cerca di opporsi a questa situazione viene eliminato. Come ho detto prima, hanno eliminato più di 22 Capi di Stato africani. Senza parlare di piccoli attivisti, persone che cercano di... io oggi, con quello che sto facendo, mi sto mettendo in pericolo di vita perché hanno l'occhio su di me, sapendo che ovunque in Africa, ovunque c'è un africano che vive in questo mondo sa chi sono io. Conoscono la mia faccia, mi scrivono dalla Thailandia, dalla Cina, dal Giappone, ovunque c'è un africano, dalle isole per dirmi: «vai avanti, sei la nostra speranza!». Perciò il mio ruolo, oggi, è cercare di mettere insieme tutti i movimenti panafricanisti, cancellare le frontiere fasulle che sono state create a Berlino nel 1885 e creare gli Stati Uniti d'Africa. Perché finché saremo piccoli Paesi coloniali decisi dall'oligarchia occidentale non andiamo da nessuna parte. Però, se facciamo un blocco comune, così come l'Africa ha avuto grandi Imperi: l'Impero mandingo, l'Impero del Ghana, l'Africa ha avuto grandi, grandi Imperi. Se noi riusciamo a creare oggi gli Stati Uniti d'Africa dove possiamo fare un mercato interno globale, senza frontiere e poter commerciare con il mondo esterno avendo una moneta comune, una Banca Centrale unica, l'Africa - in 10 anni - esce da questa situazione. Questo non sarebbe un esperimento nuovo - diciamo - nella storia. 

Cosa c'è di diverso dalle Unioni Africane che ci sono state nel passato? 

L'Unione Africana, come la conosciamo oggi, è una cosa fasulla, che serve solo per far vedere alla gente che gli africani sono indipendenti. Ma in realtà chi finanzia questa Unione? Al 65% è finanziata dall'Occidente, in gran parte dalla Francia e dall'Inghilterra. Le persone alla testa di questi organismi sono tutte persone al soldo della Francia. L'attuale Presidente Kagame è venuto al potere nel Ruanda dopo il genocidio ruandese. Che è successo in Ruanda? Una guerra tra la Francia e l'America per avere il controllo del Paese. Gli americani hanno vinto e hanno messo il loro uomo. E uguale nella guerra per il Biafra, la guerra tra le multinazionali petrolifere francesi e inglesi. 
E in ognuno di questi Paesi c'è un movimento panafricanista? 
Adesso stanno nascendo in tutta l'Africa dei movimenti panafricanisti. 

Da quanto? 

Da dieci anni a questa parte. Ci sono grandi televisioni, come "Afrique Média" con cui io collaboro tutti i giorni, parlo con i giornalisti e abbiamo deciso di fare tante cose assieme nella sensibilizzazione dell'opinione pubblica africana, di fare capire agli africani che abbiamo una sola chance per uscire da questa situazione: creare gli Stati Uniti d'Africa, cioè ogni Paese africano come lo conosciamo oggi continuerà ad avere un Presidente. Come qui in Europa, però ci sarà una Banca Centrale, le frontiere saranno aperte, libero mercato, una moneta comune e una visione politica comune sul piano internazionale. Se riusciamo a fare questo, l'Africa esce da questa situazione. Però il problema qual è? È che l'oligarchia occidentale non lo vuole permettere. Io perciò confido un po', spero - - parlando con l'autorità italiana - che qualcuno di buona volontà ci dia un aiuto logistico, che ci dia una voce sul piano internazionale per spiegare all'opinione pubblica mondiale perché l'Africa soffre. Tu mi stai configurando due scenari, sostanzialmente, per il futuro: uno scenario che prevede uno scontro di civiltà in Europa e l'altro che prevede uno scontro di poteri in Africa. 

Intanto cosa potrebbe fare l'Occidente in questo? 

Poi, la cosa, fondamentalmente, che viene in mente a me è che se domani le aziende, sostanzialmente, occidentali non potessero più sfruttare le risorse africane, depredare l'Africa, ci sarebbero grossi problemi a livello industriale, commerciale... questo è chiaro, questo è chiaro! Quindi uno scenario come quello che ci stai descrivendo sarebbe apocalittico! Questo lo so, me l'immagino un po', però visto che io penso che noi siamo tutti esseri umani e che abbiamo il diritto di vivere insieme, in pace, in modo equo in questo mondo, è tutto il paradigma occidentale che dobbiamo cambiare. Perciò quando dico sempre alla gente la battaglia che faccio non la faccio solo per l'Africa, la faccio anche - indirettamente - per il popolo occidentale.  Perché se l'Africa esce da questa situazione... oggi al contadino ivoriano gli viene il 3% del prezzo finale del cacao! Si rende conto di quello che significa? I proprietari del cacao, a loro torna il 3% del prezzo finale. Se l'Africa riesce a trattare con le multinazionali occidentali facciamo 50% e 50%.

Perché non lo vogliono? 
Secondo te è possibile cambiare il paradigma in Africa se prima non cambia il paradigma in Occidente? 

Perciò sto parlando alla società civile occidentale. Perciò sto parlando all'italiano. Perciò parlo ai francesi. Per questo mi preparo a ritornare in viaggio in Europa a parlare alla società civile europea. Io la mia speranza in Italia è che il Governo italiano mi dà la possibilità di spiegare, perché vedo dei giovani che arrivano al potere. Visto che ho visto nascere il Movimento 5 Stelle, ho visto tutto quello che hanno detto prima di arrivare al potere, io ho la speranza - dico: ho la speranza - che ci daranno ascolto. Perché due sono le cose: o ci danno ascolto o in Africa scoppia tutto. Perché ve lo dico: dalla mia posizione lo so, sono in contatto permanente - 24h su 24h - con la gioventù africana, con i movimenti africani, con i giornalisti africani. L'Africa sta per scoppiare, gli africani non accettano più questi governatori coloniali che l'Occidente fa credere alla gente che sono Presidenti di Stati liberi. Le informazioni che abbiamo dato agli africani stanno arrivando fino in fondo all'Africa. Oggi vedi dei ragazzi africani... ieri ho postato il video di un ragazzo che parlava in bambara, perché non sa parlare il francese, non è mai stato a scuola. Però, a sentirci spiegare le cose, ha capito qual é la situazione. Mi scrive e mi fa: «Fratello grande, io faccio un video in bambara così tutti i bambara capiscono», altri mi dicono: «Lo farò in wolof, perché tutti i wolof che non sono stati a scuola capiscono di cosa tu parli». La stanchezza, la miseria. Una persona, quando hai le spalle al muro, finisce per difenderti. La cosa che io sto cercando di evitare - perché la psicologia delle masse è difficilmente controllabile -... la cosa che cerco di evitare è che se la prendano con il cittadino occidentale che sta in Africa, che non c'entra nulla con questo. Perciò sto chiedendo a tutti i movimenti africani di fare una sinergia e prendere pacificamente tutte le ambasciate di Francia in Africa. Se possibile nel mondo. Pacificamente. Ognuno con il suo tamburo, ballando, cantando, però facendo in modo che il mondo intero si chieda: «Ma che cosa succede lì?». 

Cosa ne pensi, appunto, visto che parli proprio di visibilità, di questa omertà dei media occidentali su qualunque cosa riguarda l'Africa? 

E perché i media di proprietà di chi sono? Le grosse testate del mondo a chi appartengono? Lo sappiamo! Quindi i proprietari di questi media non permetteranno mai a questi media di dire certe cose. Qui in Italia, non è che i giornalisti non sanno quello che succede in Africa: lo sanno, non lo possono dire! I politici: lo sanno, non lo possono dire! L'unica che ha avuto il coraggio di aprire bocca qui è quella signora Meloni, ha detto una piccola cosa, però è un grosso coraggio. Nessuno osa dire nulla! Nel passato l'Italia è stato un Paese colonialista, ma oggi l'Italia è uno dei Paesi che fa meno male in Africa. E nella storia italiana abbiamo il caso Matteotti... Mattei - come si chiama? - perché quando voleva trattare il petrolio con i Paesi arabi che fine ha fatto? I tempi sono maturi. Se noi riusciamo a smontare i piani dell'oligarchia criminale occidentale riusciamo a salvare l'Africa: nello stesso tempo salviamo l'Italia. Perché sennò il loro piano di fare entrare, svuotare l'Africa della forza viva, farla entrare in Europa... Guarda questi ragazzi, sono tutti giovani, tra i 15 e i 25 anni, tutti! Ragazzi forti, molto manipolabili. Questa è una bomba umana! Qui succede un conflitto di civiltà. Questa è la situazione africana. E io dico, lancio sempre un appello alla popolazione italiana: dovete capire quello che sta succedendo in Africa. È in corso uno spopolamento dell'Africa. È un'invasione dell'Italia e dell'Occidente, che fa parte di un piano di distruzione della cultura occidentale. Questi ci vogliono rendere tutti dei codici a barre: consumatori e basta. E ci stanno riuscendo con la complicità di politici occidentali. Perché bisogna dire la verità: qui al Governo un partito politico ha bisogno di finanziamenti, ha bisogno di appoggio. Dove lo trova? Chi finanzia i politici? Il movimento che state componendo com'è finanziato, invece? Faremo una raccolta fondi. Io già da solo, l'anno scorso, avevo cominciato e hanno cominciato a mandare i soldi. Ho fermato tutto e ho detto: «Guardate, è meglio che aspettate. Quando saremo pronti lanceremo un ordine e metteremo tutti i soldi insieme per portare il movimento avanti». Questo riguarda solo il mio movimento, altri movimenti trovano altre fonti di finanziamento. Se non viene dai nemici dell'Africa, per noi possiamo camminare insieme. Ognuno si arrangia come può, poi non è che abbiamo bisogno di tanti soldi per fare quello che vogliamo fare. Mica abbiamo bisogno, perché se il popolo si alza nessun potere resiste. Il lavoro che dobbiamo fare è un lavoro d'informazione, di apertura della mentalità africana, che si rendono conto che il loro destino si trova in mano loro. Il popolo deve uscire per strada, non ha bisogno di soldi. Ognuno a piedi, con il pullman, con la bicicletta, quel giorno tutti davanti all'Ambasciata di Francia: ci troviamo lì. Finché non c'è una soluzione chiara nessuno si muove, possiamo stare lì mesi. Finché la Francia fa uscire l'Africa da questa condizione, finché l'opinione pubblica internazionale e mondiale dice ai francesi: «basta!». In Costa d'Avorio, come in tutta l'Africa, tu fai un incidente di macchina, arrivi in ospedale, sei ferito, se un tuo parente non ha soldi tu muori! Sei insanguinato, come arrivi il medico ti fa la ricetta; se non c'è nessuno per pagare tu rimani lì nel frattempo. Questa è la situazione. Nell'Africa profonda l'acqua potabile non c'è, l'elettricità semplice, lì dove c'è il sole 24 ore al giorno, bastava fare piccoli progetti per dare l'elettricità a tutti: non è possibile! Perché loro sanno che un uomo che è pieno, un uomo che ha mangiato, che è in salute può riflettere. Chi è in condizione di fame, di malattia, di preoccupazione materiale continua, permanente, non può riflettere: cerca solo di che mangiare! Questa è la tecnica che usano lì: metterci in condizioni di non poter riflettere al di fuori del fatto che quello che io sto dicendo qui in Italia, in Africa, anche se sono impazziti, non oserebbero mai dirlo. Mai! Perché lo stesso giorno sparisci. Se non stai attento... te e tutto il resto della tua famiglia! Vengono la notte e vi fanno sparire. Questa è la realtà africana. E questi delinquenti, di cui la maggior parte appartengono a diverse società segrete occidentali, si fanno la guerra del potere, con la compiacenza della Francia, riescono a creare delle guerre tribali, guerre etniche. Perché in Africa non è che uno va dietro a un candidato perché quello che dice è valido, perché è uno che vuole aiutare il suo Paese, no! Va dietro a lui perché sono dello stesso villaggio. E quando, dopo le elezioni, chi ha perso dice che le elezioni sono truccate: comincia la guerra civile. Gli africani non fanno altro che massacrarsi, vedi il Mali oggi. Nel Mali... la Francia è riuscita a dividere il Mali perché la divisione del Mali faceva parte del piano delle Nazioni di Gheddafi. Gheddafi è stato eliminato, la Francia sta cercando di balcanizzare l'Africa, cioè le frontiere come hanno fatto nel 1885 non gli vanno più bene, le devono dividere in piccoli pezzi. Quindi adesso il nord e il resto del Mali è diviso e i maliani si stanno massacrando tra di loro. Non so quanti candidati, non so, venti candidati alle elezioni presidenziali: nessuno di loro osa affrontare i veri problemi dell'Africa. 

Mi dicevi prima che se non dovesse andare, comunque, in porto la mobilitazione comunque vi presenterete alle prossime elezioni? 

Sì. A partire dalla Costa d'Avorio. Sì. Come mai la Costa d'Avorio e quando, nel caso, avverrà questa cosa? 2020 le prossime elezioni. E già stiamo vedendo come si stanno muovendo questi partiti coloniali. C'è uno che si chiama Konan Bédié, che è nella politica ivoriana da quando ero bambino. C'è questo assassino criminale del Fondo Monetario Internazionale, che è uno che lavora per la Francia e per l'America, cioè per le istituzioni internazionali, che non è nemmeno cittadino ivoriano. Sappiamo tutti che finirà con una guerra civile. 

Le prossime elezioni? 

Sì, sì. Finirà con uno scontro frontale. Perché stanno cercando in tutti i modi, la Francia sta cercando in tutti i modi di continuare ad avere il controllo sulla Costa d'Avorio, però non riesce ad averlo. Oggi stanno negoziando con il Presidente che hanno deportato alla Corte Penale Internazionale. Noi, gli africani di oggi, non lo permetteremo. Tutti questi delinquenti che sono lì, che pensano solo a mangiare, a pensare di rubare al loro popolo a beneficio della Francia, noi gli dobbiamo levare tutto.
Una nuova generazione deve andare potere, uscire dal Franco CFA e imporre una nuova politica culturale, economica: dobbiamo cambiare tutto! Partendo dalle nostre radici, perché noi siamo africani. Se io vi dico che la prima carta dei diritti umani è stata fatta in Africa mi crederete? È stata fatta in Africa dal mio bisnonno quando ancora in Francia la Sorbonne non esisteva. Quindi l'Africa "selvaggia", che cercano di fare vedere alla gente, la storia dell'Africa che hanno cancellato noi la rifaremo uscire fuori. I lavori di sciacallaggio stanno lì, dall'Egitto antico fino a oggi: i lavori del prof. Obenga, del prof. Gomez. Sappiamo la verità, dobbiamo insegnare ai nostri figli la verità sulla nostra storia. 1) Dobbiamo insegnare ai nostri figli a difendere il nostro territorio a tutti i costi! Il lavoro che abbiamo da fare è un lavoro che sarà di decenni. Noi non facciamo altro che iniziare, perché adesso la priorità è uscire dal dominio francese, avere l'autonomia politica, economica e monetaria. Dopodiché metteremo in piedi tutto quello che è necessario per ridare all'Africa e agli africani la loro vera identità. E noi resteremo aperti al mondo intero. Perché siamo umani, dobbiamo interagire, però dobbiamo interagire in modo equo. A me l'occidentale, che ci trattino da occidentale, non è mio nemico. Perché non mi ha fatto nulla: lui è vittima quanto me. È il sistema che va distrutto. Io penso che i tempi sono maturi: lo dico in base a tutti i contatti che ho, a tutto quello che sta succedendo sul terreno. Se riusciamo, noi africani, a creare una sinergia fra tutte le forze panafricaniste, prima della fine di quest'anno la Francia esce dall'Africa. Se riusciamo a superare questo egoismo personale e interagiamo tra di noi, questa situazione finisce in pochi mesi! Perché io so, io so che la società civile occidentale non vuole questa roba! Se lei fosse vicino a me vedrebbe quanti italiani mi scrivono, mi telefonano al giorno per dirmi: «Vai avanti!». Quanti francesi, quanti tedeschi mi chiedono di tradurre i miei video in tedesco. Perché la società civile non sa nulla di tutto questo. Il poco che sa è anche manipolato! Se chiediamo a 100 italiani: «Che cos'è il CFA?», 100 diranno: «Non lo sappiamo». Perché? Perché viene tutto nascosto. Perché non vogliono che la verità venga fuori. E voi ci dovete aiutare a portare la verità fuori. Ci dovete aiutare a fare capire alla società civile italiana quello che la Francia sta facendo in Africa. E nel frattempo la Francia chiede all'Italia di aprire i porti e di ricevere tutte queste centinaia di milioni di persone che vogliono deportare in Europa. Con gli accordi di Dublino i tre quarti devono rimanere in Italia. 

Che cosa succederà qui? 

Eh! Boh! Boeri dice che quelli pagheranno le pensioni dei vecchi italiani. Se qualcuno deve pagare le pensioni dei vecchi italiani le devono pagare i giovani italiani che vanno all'estero a lavorare. Perché andare all'estero? Rimangono a casa loro! Prima gli italiani e poi dopo gli altri! In Africa deve essere così: prima gli africani e dopo gli altri! Come gli occidentali vanno in Africa in vacanza a divertirsi sulle spiagge africane, noi vogliamo venire qui a Venezia, a Firenze a guardare le bellezze italiane, non a stare intorno alle stazioni, essere carne da macello, essere trattati meno di animali, perché la società civile, la massa è così: va in base a quello che dice la TV. Quando la TV dice che ci stanno invadendo, loro veramente credono che stanno per essere invasi. Da chi? Se i francesi non avessero assassinato Gheddafi questa situazione non sarebbe arrivata. Gheddafi l'ha detto: «Se mi uccidete, vedrete che cosa succederà». Tutto quello che ha detto Gheddafi lo stiamo vedendo, hanno cercato di camuffare le cose. Perciò anche voi, il lavoro che fate è importante. Se vedete che io ho accettato di parlare con voi è perché ho fiducia. So che il mio messaggio non sarà stravolto e arriverà al popolo italiano. Noi abbiamo bisogno di visibilità, abbiamo bisogno di riuscire a parlare alla coscienza occidentale spiegando bene quello che succede. Appena è cominciata la cosa che cosa ho detto io? Ho detto: faranno affondare le barche, faranno vedere ogni tipo di manipolazione per giocare sulla coscienza italiana, per fare pressione, per continuare questa cosa. Gli italiani non si devono lasciare abbattere, devono tenere duro, si devono alzare e devono dire la verità: basta con il massacro dell'Africa, basta con lo sfruttamento selvaggio degli africani! Nel frattempo devono resistere, perché se non resistono qui ci sarà una guerra civile. L'opinione pubblica mondiale dirà: qui dobbiamo vedere ben chiaro, verrà tutto a galla, la Francia sarà costretta ad accettare l'abolizione del Franco CFA, sarà costretta a cancellare tutti gli accordi coloniali che ci sono tra l'Africa e la Francia. E la nuova generazione stabilirà i nuovi contatti con l'Europa. Ma qui in Italia, la situazione italiana è che se non vi alzate, se non vi alzate per fare pressione sul Governo, sulle associazioni italiane, da qui a qualche tempo vedrete che continueranno a entrare. E mentre entrano qualcuno fa la propaganda. Le dico, diversi giovani africani mi scrivono, mi chiamano, non quelli sbarcati con le navi, quelli nati qui che non sanno nulla dell'Africa.
A parte il colore della pelle sono italiani, perché hanno lo schema mentale di un italiano. Dicono: «Zio, il razzismo sta crescendo a livello esponenziale». E io molti di questi ragazzi li ho visti nascere qui. Possiamo e dobbiamo fare di tutto per evitare questo! Noi dobbiamo fare tutto quello che possiamo per evitare uno scontro di civiltà qui. E l'unico modo è fare pressione sulle istituzioni. Se facciamo pressione sulle istituzioni e sul Governo attuale saranno costretti a prendere delle decisioni. Ve lo dico in anteprima: per fine settembre noi stiamo organizzando una grande manifestazione a Roma.

Marcello Pamio

Don Marino Ruggero, parroco di San Lorenzo di Albignasego in provincia di Padova, è balzato alla cronaca per aver denunciato nel bollettino parrocchiale quello che non va nella chiesa di oggi.
Tutto è scaturito dalla copertina vergognosa del settimanale «Famiglia Cristiana» dedicata al Ministro degli Interni, o meglio al demone che lo starebbe possedendo, visto che le parole usate sono ben precise: «Vade retro Salvini».
Quindi Ruggero prendendo spunto dal giornale della CEI, ha modificato la copertina contestualizzandola, e il titolo è diventato: «Vade retro ipocrisia».
Se si fosse limitato a questo, non avrebbe certo ricevuto i riflettori mediatici, ma il don armato di vangelo e penna ha scritto alla chiesa cattolica in generale: «Abbiate il coraggio una buona volta di fare una copertina di Famiglia Cristiana col bel titolo: ‘Vade retro preti pedofili’.
Vade retro preti benestanti che rubate le offerte della gente. Vade retro cardinali e vescovi che predicate a noi la morale dell'accoglienza e voi per primi nei vostri lussuosi mega appartamenti e attici non ospitate nessuno. Vade retro preti del giudizio. Vade retro ipocrita Famiglia Cristiana». 
Condivido pienamente queste parole fortissime di don Marino Ruggero.

Il parroco di Albignasego specifica che la goccia che ha fatto traboccare il vaso riguarda il caso del prete di Calenzano accusato di violenza sessuale su una bambina di 10 anni. «Dobbiamo tacere, far finta che non sia successo nulla? E poi vedo Famiglia Cristiana che ospita pomposi editoriali di alti prelati contro il Ministro degli Interni che dicono che non è una questione ideologica o di schieramento politico ma di riaffermare, ad esempio sull'accoglienza, il pensiero della chiesa. Ipocriti».
La sua presa di posizione è stata condivisa dalla stragrande maggioranza dei suoi parrocchiani e sul profilo Facebook ha ricevuto una valanga di sostegno pubblico, il che denota che la gente si sta svegliando.

Don Ruggero è un uomo di chiesa - quindi condizionato - che però vive e combatte ogni santo giorno la Vita in prima linea, dal fronte e non dalle suite o dalle mansarde elegantemente arredate; uno che ha a che fare con i reali problemi della gente (fame, mancanza di lavoro, tradimenti, immigrazione, ecc.) e non come quelli che evangelizzano il mondo da una tavola imbandita pantagruelicamente, serviti e riveriti. Se ci fossero più preti come Ruggero ci sarebbe forse meno ipocrisia all’interno di quella potentissima struttura piramidale creata dall’uomo e chiamata “Chiesa”.
Religione sempre più lontana dalle vere esigenze dell’anima umana, e non a caso la crisi che sta investendo la chiesa negli ultimi anni - anche attraverso assurde prese di posizione politiche e da sempre più scandali sessuali - ne sono la prova…

Marcello Pamio 

Il nuovo pericolo per l’informazione italiana di Regime ha finalmente un nome e cognome.
A sorpresa dal cilindro magico del governo giallo-verde, nell’elenco dei papabili per dirigere la Rai di Viale Mazzini, è saltato fuori il suo nome, e questo ha fatto tremare il terreno sotto i piedi dell’establishment.
Al Sistema, le cose non programmate, cioè quelle che escono dalla loro agenda irritano non poco, figuriamoci se poi al comando dei canali nazionali, cioè della Rai - Radiotelevisione Italiana - viene proposto Marcello Foa.
Quando è troppo è troppo, e mettere a capo dell’informazione un uomo libero non è ammissibile e accettabile nel Paese delle banane.

La sincronicità ha sempre il suo fascino: con l’apparizione del suo nome a livello mediatico è partita una campagna vergognosamente faziosa con lo scopo di demolire la figura professionale del giornalista italo-svizzero. Stiamo parlando di uno che ha lavorato sotto Indro Montanelli come capo redattore agli Esteri, una delle redazioni chiave del «Giornale», e ultimamente ai vertici del «Corriere del Ticino». Ha scritto libri, insegnato, tenuto conferenze in giro per il mondo, e spiegato (ecco il vero problema) come funzionano la manipolazione e gli inganni dell’informazione.
Insomma un curriculum che moltissimi dei direttori passati alla Rai si sognano. Ma in Italia il curriculum non conta, perché quello che fornisce il lasciapassare sono gli scheletri nell’armadio, o una tessera elettorale ben precisa, oppure la fratellanza ad una loggia…

Foa essendo estraneo a tutto ciò, per la massonica stampa progressista è un pericolo. Da qui gli attacchi perché sarebbe sovranista, populista, filorusso, no-vax, e addirittura (pensate), perché scrive libri sulle Fake News. Roba da peste bubbonica per coloro che comandano dalle sale ovali.
Hanno buttato sul calderone perfino l’accusa di vilipendio al capo dello Stato, perché qualche mese fa, dopo le incresciose dichiarazioni di Sergio Mattarella, Marcello Foa avrebbe detto che il presidente risponde ai mercati e all’Europa. Abominio inaudito…
Ancora devo capacitarmi di cosa avrebbe detto di così strano. Dovremmo forse chiederlo alle mezze calzette di pseudo-giornalisti alla mercé di una sinistra ormai allo sbando totale.
Mattarella dopo le elezioni popolari non si è comportato da presidente della Repubblica ma da uomo del Sistema tecnobancario europeo. Tutto qua.

Ma l’apoteosi dell’accanimento mediatico è stata raggiunta sabato 28 luglio alle ore 16:37. «Casualmente - come ha scritto l’amica Enrica Perucchietti - nel pieno della discussione per  la sua nomina alla presidenza RAI, è stata modificata la pagina wikipedia di Marcello Foa, aggiungendo la sezione ‘Controversie’ (prima inesistente, e la cronologia lo prova) in cui viene denigrato come un ‘complottista’ per aver sostenuto l’esistenza di false flag e per aver parlato della teoria gender».
Avete capito? Qui abbiamo a che fare con esperti stacanovisti, che lavorano anche di sabato pomeriggio pur di manipolare e falsificare le informazioni, per distruggere la reputazione di un uomo, molto pericoloso, perché libero! Peccato che la cronologia di wikipedia ha registrato le prove...

Giornalisti venduti
Stranamente i grandi giornalisti della carta stampata, quelli che oggi criticano aspramente Marcello Foa, si sono dimenticati di scrivere della (loro) collega Monica Maggioni, ex presidente Rai che è anche alla guida della pericolosissima e losca «Commissione Trilaterale»[1], oppure della «rossa col gomito appoggiato», come chiamava il grande Giorgio Gaber Lilli Gruber, che figura nel Comitato Direttivo di un altro gruppo elitario potente, il «Bilderberg»[2]. L’elenco da fare sarebbe lungo.
Questi personaggi vanno bene al Sistema (e quindi anche ai loro zerbinati giornalisti) perché fanno parte del Sistema stesso, mentre un giornalista libero, senza fronzoli e bandierine, senza appartenenza alcuna diventa un problema nazionale!
Si è scomodato perfino Silvio Berlusconi che ha criticato la scelta del giornalista, dicendo che Forza Italia voterà contro la linea del governo.
Stiamo parlando di un uomo morto politicamente e probabilmente anche fisicamente.
Il Silvio che vediamo infatti è un clone, perché il vero si trova in una cella criogenica.
Si è fatto ibernare nella speranza che tra qualche decennio, al suo risveglio, abbiano risolto l’annoso problema del trapianto di capelli.

Toupè a parte, complimenti al neogoverno per la performance magica: estrarre il nome di Marcello Foa come Direttore Rai è stata una prestidigitazione unica. Ha messo in luce il problema dell’informazione in Italia.
Se anche la Commissione di Vigilanza boccerà il nome (e mi auguro di no), inventandosi motivazioni assurde, oramai il danno è fatto e sempre più persone capiranno il giochetto. Prenderanno coscienza che in Italia vige una dittatura vera e propria! Per cui non ha alcun senso pagare il canone e acquistare i quotidiani…
La fine dei tempi è prossima per il Sistema…

Note:

[1] «Commissione Trilaterale», www.trilaterale.it/Elenco_Soci_TC_Gruppo_Italiano_maggio2018.pdf

[2] «Bilderberg Group», http://bilderbergmeetings.org/steering-committee.html

Marcello Pamio

La «Finestra di Overton» («The Overton Window») è una vera e propria tecnologia di persuasione delle masse. Stiamo parlando di «ingegneria sociale»: un modello di rappresentazione delle possibilità di cambiamenti nell’opinione pubblica.
Il nucleo è il seguente: qualsiasi idea, anche la più incredibile e inaccettabile, per potersi sviluppare nella società ha una cosiddetta «finestra di opportunità». Da qui il nome Finestra di Overton.
In tale finestra (window), una idea può essere invisa, attaccata, derisa, discussa, per poi lentamente e paradossalmente andare a modificare la legge in suo favore.

Avviene qualcosa di incredibile all’interno di questa «finestra di opportunità», perché l’idea iniziale passa dallo stadio di «impensabile» a quello di un pubblico dibattito, per poi finire all’accettazione totale da parte della massa, divenendo «normalità».
La cosa più inquietante di tutto questo è che le «idee» nascono sempre da uno sparuto gruppo e a vantaggio solo di pochi, con danni per tutti gli altri…
Attenzione, non stiamo parlando del classico lavaggio del cervello, perché qui abbiamo a che fare con una tecnica molto più sottile e soprattutto efficace. Lo scopo è portare il dibattito fino al cuore della società - attraverso i compiacenti media - per modificare la percezione del suddito, affinché questo se ne appropri e la faccia diventare sua.

Sembra impossibile? Spesso addirittura è sufficiente che un personaggio noto al pubblico, o un politico, promuova una «idea», anche in modo caricaturale e/o estremo, per far sì che il resto del pubblico o della classe politica inizi col dibattito.
Il risultato non importa, l’idea è nata, il virus è stato inoculato e la «tecnologia» ha iniziato a lavorare...
«Non importa che se ne parli bene o male, l’importante è che se ne parli», con questo aforisma, il grande Oscar Wild dimostra di avere capito il meccanismo quasi un secolo prima di Joseph Overton…

Chi era Joseph Overton
Possiamo dire che Overton non è stato un personaggio importantissimo e noto, anzi, ma quello che ha studiato e scoperto è estremamente interessante per tutti.
Joseph P. Overton (1960-2003) è stato un sociologo e attivista statunitense, già senior Vice-President del «Mackinac Center for Public Policy», un think tank conservatore che si occupa di politiche liberiste.
Morì molto giovane a seguito delle ferite riportate dallo schianto dell’ultraleggero su cui volava. Un incidente strano visto che le cause non furono immediatamente chiare.
Per cui la sua «finestra» è postuma.

Overton semplicemente voleva studiare gli effetti sulla popolazione dei «serbatoi di pensiero», i cosiddetti «think tank», e delle centrali di influenza del processo politico.
Da questa ricerca concepì che una qualsiasi idea ricade in un intervallo di possibilità che la rende più o meno accettata dalla società. Tutti gli uomini importanti, quelli che contano (politici, economisti, banchieri, pubblicitari, ecc.) si attengono alle idee che la sua Finestra ritiene accettabili.

I sei stadi secondo i quali ogni idea evolve, sono i seguenti:

  • «Unthinkable» («impensabile», «inconcepibile» cioè inaccettabile, vietato);
  • «Radical» («radicale», ancora vietato ma con delle eccezioni);
  • «Acceptable» («accettabile», l’opinione pubblica sta cambiando);
  • «Sensible» («sensata», cioè razionale);
  • «Popular» («popolare», «diffusa», socialmente accettabile dalla società);
  • «Policy» («legalizzata», l’idea diviene parte concreta della politica).

Grazie a questa «ingegneria sociale», con gradualità qualsivoglia tabù può essere infranto e reso accettabile dalla società. E’ solo questione di tempo e di propaganda...

Viene sempre citato l’esempio della rana bollita perché è perfetto.
Se una rana viva viene gettata in una pentola con l’acqua bollente, questa salta fuori immediatamente, ma se il povero animale viene messo nell’acqua fredda e lentamente si fa aumentare la temperatura, molto gradualmente, questa resta immobile fino alla lessatura.
Nelle politiche sociali è importantissimo avanzare per gradi e molto lentamente, a parte qualche caso in cui serve invece la tecnica militare chiamata «shock and awe», del «colpisci e terrorizza», ma questa è un’altra storia.

 

La parola «omosessuale», per esempio, è stata introdotta nella fase in cui l’idea da «impensabile» e «radicale», doveva divenire «accettabile» e «sensata».
Agli inizi degli anni Settanta in America i convegni dell’APA, (l’American Psichiatric Association, la casta degli psichiatri) venivano costantemente occupati dagli attivisti dell’associazione LGBT e il risultato fu la cancellazione dell’omofilia dalla lista delle malattie sessuali del DSM, il Manuale Diagnostico-Statistico dei disordini mentali (1973).
Oggi è normalissimo parlare di omosessualità, ma cinquant’anni fa non era assolutamente così!
Traguardi indiscutibili dell’emancipazione, del rispetto e delle libertà, o manipolazione delle coscienze?

Moltissime idee contemporanee erano assolutamente inconcepibili solo qualche decina di anni fa, ma poi sono diventate accettabili per la legge e per la società.
Siamo veramente sicuri che tali «riforme» societarie, siano state ispirate dal bene comune e per gli interessi del gregge? O piuttosto per altri motivi, magari meno etici?
Oggi le «finestre» sono state aperte su moltissimi concetti e idee: gender, microchip sottocutaneo, eliminazione della moneta contante, uteri in affitto, vaccini obbligatori, geoingegneria atmosferica (scie chimiche), immigrazioni di massa, eutanasia, pedofilia, incesto, ecc.

La cornice della finestra
I media con i dibattiti giocano un ruolo decisivo.
TED sta per «Technology Entertainment Design» e ormai è un marchio di conferenze statunitensi gestite dall’organizzazione privata non-profit «The Sapling Foundation». TED è nato nel febbraio 1984 come evento singolo, poi nel tempo si è trasformato in una conferenza annuale tenuta a Monterey in California, e ogni due anni in altre città del mondo.
Con la scusa della mission: «ideas worth spreading», cioè «idee degne di essere diffuse» vengono invitati personaggi illustrissimi che ovviamente fanno molto comodo al Sistema e al paradigma….

Ricordiamo l’intervento di Bill Gates nel febbraio del 2010 sul tema molto caro ai neo-eugenetisti: il «riscaldamento globale». La colpa dell’innalzamento del livello di anidride carbonica e quindi del Global Warming è, come da copione, del cancro-uomo e delle sue attività.
Una diagnosi corretta ha già in sé anche la terapia. La soluzione per il patron della Microsoft è la riduzione della popolazione mondiale. Come? Vaccinazioni di massa e “servizi sanitari orientati alla riproduzione”, che tradotto farebbe più o meno “controllo delle nascite e aborti”.
Ecco le sue precise parole: «prima di tutto, abbiamo la popolazione. Il mondo oggi ospita 6,8 miliardi di abitanti, e tale cifra sta crescendo speditamente verso i 9 miliardi. Ora, se davvero facessimo uno splendido lavoro in relazione a nuovi vaccini, sanità e servizi sanitari orientati alla riproduzione (aborti), noi potremo probabilmente ridurre quest’ultimo numero di una percentuale valutabile intorno al 15%»

Saltiamo in Germania all’University of Wurzburg, il 5 maggio 2018 durante l’edizione europea di TED. Questa volta il tema trattato era «Future Societys» e la relatrice Mirjam Heine.
Questa studentessa di medicina ha tenuto un monologo di circa 13 minuti davanti ad una vasta platea di persone applaudenti, in cui parlava in termini positivi della pedofilia, intesa come «normale orientamento sessuale».
«Pedophilia is an unchangeable sexual orientation. Anyone could be born that way», la pedofilia è un orientamento sessuale immutabile, e “chiunque” potrebbe nascere così!
Non una gravissima e inaccettabile deviazione patologica, ma un banalissimo orientamento sessuale.

La Finestra di Overton si è spalancata sulla pedofilia, ed ecco il meccanismo...
Dalla fase uno («impensabile», «inaccettabile»), ci troviamo nella fase due «radicale» («vietato ma con delle eccezioni»), per cui si inizia a parlarne.
La seconda fase continua con il dibattimento in piccoli convegni (TED è solo l’inizio) dove stimati scienziati faranno delle dichiarazioni sotto forma di discussioni «scientifiche».
Contemporaneamente e/o precedentemente, in sintonia con il dibattito pseudoscientifico, si costituiscono associazioni di pedofili, le cui dichiarazioni vengono - non a caso - amplificate dai media.
Associazioni e partiti propedofilia sono nati da tempo. La Nambla per esempio (North American Man-Boy Love Association) è l’associazione di pedofili americani che ha chiesto perfino l’abolizione dei limiti di età per i rapporti sessuali. In Olanda è sorto NVD, il partito di pedofili (poi scioltosi) il cui motto era: «Amore per il prossimo, Libertà e Diversità».
Sempre nel paese dei tulipani vi è pure la Fondazione «Stitching Martijn» che promuove la pedofilia.
L’argomento quindi cessa di essere un tabù e s’introduce nello spazio d’informazione.
Questo scatenerà fortissimi e aspri dibattiti mediatici: ci saranno esperti a favore (all’inizio pochissimi) e contrari (molti). Anche la popolazione si dividerà, per poi alla fine passare alla fase tre: l’«accettazione».
Attenzione perché il meccanismo è stato messo in moto...

 

 

 

L’«Aspen Institute for Umanistic Studies» venne fondato nel 1949 ad Aspen nel Colorado da Robert Maynard Hutchins, Gran Commendatore dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, una branca della Side Masonry, l’alta massoneria Britannica. Presidente dell’Università Rockefeller di Chicago fra il 1929 e il 1950, creatore assieme a Giovanni A. Borghese nell’immediato dopoguerra del Movimento per il Governo mondiale, direttore della programmazione della Fondazione Ford all’inizio degli anni 50, Hutchins era in rapporto con Aldous Huxley per lo studio delle droghe; venne coinvolto negli anni Sessanta, ormai in pensione in un traffico di droga. 
Al momento della fondazione, Hutchins era fiancheggiato da numerosi fabiani (membri della Fabian Society) del CFR (Council on Foreign Relations, Consiglio per le Relazioni Estere, il vero governo ombra americano) e del RIIA britannico (Royal Institute of International Affairs, l’omologo britannico del CFR) i quali, dietro il paravento degli “studi umanistici”, puntavano in realtà a cooptare personaggi del mondo economico e industriale per orientarli verso analisi e prospettive “globali”, leggi mondialiste in senso tecnocratico, e inserirli quindi nei quadri di governo dei rispettivi paesi.

Negli Stati Uniti l’Aspen Institute ha sedi ad Aspen e a Washington, mente in Europa dispone di una rete, costituita in successione, di centri di attività fra loro collegati coordinati. Così nel 1974 venne fondata la sede di Berlino, seguito da quella di Roma nel 1985, con un ufficio a Milano (successivamente anche a Roma); nel 1994 fu la volta di Lione, e per rimanere in Europa, quella di Bucarest nel 2006. Tokyo ebbe la sua sede nel 1998 e Nuova Delhi nel 2004.

Alla guida dell’Aspen Institute è stato lungo Robert O. Anderson, ex segretario del tesoro americano, uno dei direttori del CFR, membro del Bilderberg e della Commissione Trilaterale, giornalista dell’Observer (della famiglia degli Astor) e dirigente della multinazionale petrolifera Atlantic Richfield Corporation (ARCO) dei Rockefeller.
Nel 1974 la Fondazione di Anderson ha finanziato i movimenti ecologisti per imporre le energie cosiddette “alternative” all’energia nucleare, muovendosi di concerto con l’Aspen Institute, che godeva degli stessi finanziamenti dell’Atlantic Richfield.

Secondo quanto espresso nel corso di un convegno tenuto a Venezia il 5 settembre 1986, dall’allora presidente della sezione italiana, l’israelita Gianni De Michelis - presente anche ai simposi di Davos dello World Economic Forum - il fine dell’Aspen è quello di mettere attorno a uno stesso tavolo i protagonisti di maggior rilievo del mondo politico, economico, finanziario per formulare suggerimenti e proposte…
Trattasi di intenzioni assai prossime a quelle del Bilderberg, ma in un rapporto di subordinazione rispetto a quest'ultimo e con valenze spiccatamente culturali, di formazione di quadri per l’establishment, e anche economiche, monetarie e commerciale.

L’Istituto Aspen organizza nelle varie nazioni uno o due seminari all’anno, secondo le necessità, per fare il punto sulla situazione economica, commerciale e finanziaria, il rapporto a quella politica del momento, con la partecipazione di personalità e quadri dei governi europei, americani e giapponesi.
Annotiamo che l’Aspen Italia è stato guidato fino ai primi di febbraio 1995 dall’allora capo del Governo Giuliano Amato. Gli successe Carlo Scognamiglio, ministro della Difesa, mentre Romano Prodi, leader del centro sinistra, il 2 febbraio dello stesso anno veniva nominato “vice presidente vicario”.
Alle sedute dell’Istituto Aspen Italia, mescolate personaggi di spicco del mondo politico ed economico italiano come Giorgio Napolitano, Giulio Tremonti, Enrico Letta, Mario Draghi, Carlo Azeglio Ciampi, Francesco Cossiga, si ritrovano, sempre in omaggio al principio osmotico che vige nelle società di stampo massonico, personaggi appartenenti a circoli superiori come John Chipman, direttore dell’IISS, Lord Dahrendford (RIIA, Fondazione Ford, Bilderberg), Samuel Huntington (CFR), Renato Ruggiero (ex presidente WTO, Bilderberg, Trilaterale) o Peter Tarnoff, Presidente CFR dal 1986 al 1993.

Aspen Institute Italia oggi
L’attualmente Comitato Esecutivo di Aspen Italia è composto dai membri di diritto e da 30 componenti nominati tra i Consiglieri dal Consiglio Generale.
Molti nomi sono assai noti…

Luigi Abete, Giuliano Amato, Lucia Annunziata, Sergio Berlinguer, Alberto Bombassei, Domenico Cacopardo, Sabino Cassese, Giuseppe Cattaneo, Gerhard Dambach, Marta Dassù, Gianni De Michelis, Jean-Paul Fitoussi, Marco Fortis, Franco Frattini, Gabriele Galateri di Genola, Richard Gardner, Donato Iacovone, Gianni Letta, Emma Marcegaglia, Giampiero Massolo, Paolo Mieli, Mario Monti, Mario Moretti Polegato, Lorenzo Ornaghi, Riccardo Perissich, Angelo Maria Petroni, Romano Prodi, Francesco Profumo, Alberto Quadrio Curzio, Dario Rinero, Gianfelice Rocca, Cesare Romiti, Paolo Savona, Carlo Scognamiglio, Nicoletta Spagnoli, Lucio Stanca, Giulio Tremonti, Marco Tronchetti Provera, Beatrice Trussardi, Giuliano Urbani, Flavio Valeri, Elena Zambon.

L’attuale Presidente è Giulio Tremonti, i Vice Presidenti Alberto Bombassei, Gianfelice Rocca, Paolo Savona (Vicario), Lucio Stanca (Tesoriere), Elena Zambon.
I Presidenti Onorari sono: Giuliano Amato, Gianni De Michelis, Cesare Romiti, Carlo Scognamiglio. Il Consigliere del Presidente: Giuseppe Cattaneo.
Infine «Aspenia», il trimestrale di Affari Internazionali di Aspen Institute (stampato da «Il Sole 24 Ore») è diretta da Marta Dassù, mentre il Direttore Responsabile è la giornalista (con doppio passaporto…) Lucia Annunziata.

Anche se in origine la sede storica era a Milano, per ovvi motivi di prestigio e per essere più vicini alla politica, oggi si trova a Roma, presso il Palazzo Lancellotti a Piazza Navona. Un palazzo storico che appartiene all'omonima famiglia dell'aristocrazia papalina...

Conclusioni
Alla fine l’Aspen Institute è un think tank nato all'insegna dei Rockefeller: un club elitario che si occupa di rappresentare le istanze dei gruppi mondialisti.
Grazie a enormi finanziamenti privati è in grado di influenzare i governi nazionali, infiltrando la sua attività di lobbying in tutti i settori strategici (economia, finanzia, cultura, politica, ecc.).
Lo statuto lo dice chiaramente: fare «promozione delle leadership», e incoraggiare le «leadership illuminate»…
Illuminate da che tipo di luce?

Soci Aspen
Ecco l’elenco dei «soci sostenitori», cioè le società che economicamente finanziano e sostengono Aspen Italia.
All’appello non manca nessuno: tantissime le banche, le multinazionali del farmaco, i colossi del petrolio e delle telecomunicazioni…

A2A, ABB, ABI ‐ Associazione Bancaria Italiana, Accenture, Acea, Aeroporti di Roma, Arriva Italia, Assicurazioni Generali, Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza, A.T. Kearney, Atlantia, Autoclavi Fedegari, Banca CR Firenze, Banca Generali, Banca Nazionale del Lavoro, Banca Popolare di Bari, Banca Sella, Banca Sistema, Banco di Desio e della Brianza, Banor, Barclays Bank Italia, BCube, Bluefin Invest, BMW Group Italia, Brembo, British American Tobacco Italia, Candy Group, Cassa Depositi e Prestiti, Cesi, Citigroup, Compagnia di San Paolo, Conad, Confagricoltura, Confederazione Nazionale Coldiretti, Confindustria, Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, Credit Suisse, Deutsche Bank, Dompé Farmaceutici, Duferco Italia Holding, Edison, ENAV, ENEL, Eni, ePRICE, Ernst & Young Financial, Business Advisors, Falck Renewables, Farmindustria ‐ Associazione delle Imprese del Farmaco, Ferfina Holding ‐ Società Italiana per Condotte d’Acqua, Ferrovie dello Stato, Fideuram ‐ Intesa Sanpaolo private Banking, Fincantieri, FNM, Fondazione Cariplo, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione Enpam, Fondazione Fiera di Milano, Fondazione Sicilia, Galeries Lafayette, Geox, Getra, Gilead Sciences, Google, Grimaldi Compagnia di Navigazione, Gruppo Banco BPM, Gruppo Marcegaglia, Hewlett‐Packard Italiana, HSBC Bank, IBM Italia, Intesa Sanpaolo, INVITALIA ‐ Agenzia Nazionale per l’Attrazione degli Investimenti e lo Sviluppo d’Impresa, Inwit, Iren, Isagro, Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani, Kedrion, Leonardo‐Finmeccanica, Leonis Group, Luisa Spagnoli, Manpower Group Italia, Merloni Holding, Metropolitana Milanese, Microsoft Italia, Morgan Stanley, MSD, Nexi, Nexi Payments, Nielsen Italia, Oliver Wyman, Petrone Group, Philip Morris Italia, PB Tankers, Pirelli & C., Poltrona Frau, Poste Italiane, Procter & Gamble, RAI, Redaelli Tecna, Robert Bosch, Roland Berger Strategy, Consultants Italia, Rolls‐Royce International, SACE, Saipem, SAVE, SEA, Shell Italia, Siemens, Silversea Cruises, Simest, Sisal Group, Sky Italia, Snam, Sofinter, Sol, Techint, Telecom Italia, Terna, Trevi Finanziaria Industriale, UBIBanca, UniCredit, Unilever Italia, Unipol Gruppo Finanziario, Vodafone Italia, Wind Telecomunicazioni, Zambon Group.

 

Per maggiori informazioni «Massoneria e sette segrete: la faccia occulta della storia»


Marcello Pamio

Ci eravamo lasciati con l’affaire ossitocina.
Ora il discorso si complica un po’ per via delle recentissime dichiarazioni del dottor Gilberto Corbellini.
Lo storico della medicina, bioeticista, CNR e Sapienza di Roma si lancia in accuse pesanti contro il quotidiano «La Verità», reo di aver citato le sue parole in merito alla ricerca eseguita all’università di Bonn nel 2017, in cui si dimostrava che somministrando dosi di ossitocina combinate con una sorta di «condizionamento sociale», si può fare in modo che le persone diventino più favorevoli all’integrazione dei migranti. Tradotto: se assieme alla droga, le persone subiscono una influenza dei pari, sono più propense ad accettare l’invasione di migranti!

Non parco di tutto questo, qualche giorno fa in diretta radio, il Corbellini rincara la dose dicendo pubblicamente che David William Donald Cameron, già primo ministro britannico, avrebbe consigliato di mettere l’ossitocina nelle conduttore dell’acqua potabile della periferia di Londra con lo scopo di calmare i bollenti spiriti dei riottosi.
Fin qui nulla di nuovo all’orizzonte per l’Impero britannico di Sua Maestà, anche perché a metà degli anni Ottanta, Margaret Thatcher fece di meglio: triplicò la fluorizzazione dell’acqua nell’Irlanda del Nord non certo con l’intento di preservare la salute dentale dei bambini!
Non a caso in commercio moltissimi farmaci sedativi, che agiscono sul cervello e sulla psiche, sono alogenati, cioè contengono fluoruri...

Articolo di Wired
L’origine di tutto questo cancan è un articolo a firma del ricercatore, pubblicato il 18 luglio 2018 dalla rivista Wired.
Corbellini esordisce così: «l’Italia è uno dei paesi più xenofobi d’Europa: il 70% ha paura degli immigrati e tra le 10 città europee più razziste 4 sono italiane (Torino, Bologna, Roma e Napoli)».
Noi «viviamo in paese profondamente egoista e xenofobo». Un paese in cui Matteo Salvini «è bravo ad intercettare sentimenti largamente diffusi. E’ geniale lo slogan ‘prima di gli italiani’, che risuona nel cervello tribale di ognuno di noi come ‘la sopravvivenza del mio gruppo è minacciata da estranei e dobbiamo proteggere le nostre donne, i nostri figli, il nostro lavoro, le nostre case, etc.’».

La chicca dello sconosciuto personaggio - pagato dai sudditi italiani - arriva quando azzarda a spiegare che gli italiani sono razzisti perché probabilmente «siamo sempre più un Paese di anziani, e anche l’80% della popolazione è funzionalmente analfabeta».
Quindi di domanda «si devono temere derive illiberali? Ovviamente «» è la risposta.
Gli italiani sarebbero xenofobi perché vecchi decrepiti in piena senescenza e funzionalmente analfabeti.
In un siffatto brodo culturale, sguazzerebbe Matteo Salvini, bravissimo a intercettare il consenso di questa massa informe di mentecatti.

Demenza a parte, mi viene in mente lo studio di un gruppo di ricercatori della Ben-Gurion University of the Negev di Israele e della University of Amsterdam, i quali avrebbero scoperto che l’ossitocina potrebbe rendere le persone bugiarde.
Avete letto bene, gli scienziati hanno scoperto che l’ormone dell’amore, rende in alcuni casi più propensi a mentire in un gioco, se la bugia può portare benefici alla propria squadra.
I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista «Proceedings of the National Academy of Sciences».
«Per proteggere e favorire il benessere degli altri, gli esseri umani possono piegare la verità e possono comportarsi in modo non eticamente corretto», hanno detto gli studiosi, secondo i quali la promozione dell’affiliazione e della cooperazione con gli altri potrebbe spiegare il ruolo dell’ossitocina nella tendenza a mentire...
Forse il Corbellini di turno non ci ha detto tutta la verità, come per esempio che ha iniziato a prendere l’ormone…

Marcello Pamio

Con Nobiltà Nera s’intendono le famiglie delle oligarchie di Venezia e Genova che avevano dei diritti di commercio molto privilegiati nel XII secolo.
Grazie alla prima delle tre Crociate dal 1063 a 1123, si instaurò formalmente la Nobiltà Nera che rafforzò il potere della ricchissima classe dirigente. Per essere precisi, l’aristocrazia (della Nobiltà Nera) prese il comando assoluto su Venezia nel 1171 quando la nomina del doge fu trasferita a quello che fu conosciuto come il Gran Consiglio.
Questo Consiglio, comprendendo i membri dell’aristocrazia commerciale, fu per loro l’assoluto trionfo. Da allora infatti la meravigliosa città sul mare restò saldamente nelle loro mani.
La loro influenza però si estese ben aldilà dei confini di spazio e di tempo, arrivando fino ai giorni nostri.

Nel 1204 l’oligarchia distribuì delle enclave feudali ai suoi membri e iniziò così la crescita del loro potere e della pressione…
Il nome Nobiltà Nera deriva dal comportamento della fratellanza: quando la popolazione iniziò a ribellarsi contro i monopoli, i leader della sommossa furono catturati e impiccati brutalmente. Hanno da sempre adoperato l’assassinio, l’omicidio, il sequestro e lo stupro, mandando in rovina cittadini e imprese ostili.
Quali sono le famiglie?

La casa di Guelfo Inghilterra
La casa di Wettin Belgio
La casa di Bernadotte Svezia
La casa del Liechtenstein Liechtenstein
La casa di Oldenburg Danimarca
La casa di Hohenzollern Germania
La casa di Hannover Germania 
La casa di Borbone Francia
La casa di Orange Olanda

La casa di Grimaldi Monaco 
La casa di Wittelsbach Germania
La casa di Braganza Portogallo
La casa di Nassau Lussemburgo
La casa di Asburgo Austria
La casa di Savoia Italia
La casa di Karadjordjevic Jugoslavia
La casa di Wartettenberg Germania
La casa di Zogu Albania

Stranamente nell’elenco non figurano i Windsor, come mai?
Tutte le famiglie sono imparentate con la casa di Guelfo, una delle famiglie originarie della Nobiltà Nera veneziana, da cui discende, guarda caso, la casata dei Windsor e quindi la Regina d’Inghilterra Elisabetta II.
Non solo, ma i Guelfi si sono talmente intrecciati con l’aristocrazia tedesca attraverso la casa di Hannover, che ci vorrebbero interi libri per citare tutti i legami e gli intrecci familiari/genetici.
Possiamo concludere che quasi tutte le case reali europee discendono da quella di Hannover e di conseguenza da quella dei Guelfi.
Per fare un solo esempio, il Re inglese hannoveriano Giorgio I, venne dal ducato di Luneberg, una parte della Germania settentrionale che fu governata dalla famiglia dei Guelfi fin dal XII secolo.

Cosa controllano oggi?
Oggi i discendenti dei Guelfi mantengono saldamente il potere controllando il mercato delle materie prime: fondamentale per tutti. Addirittura per anni hanno fissato anche il prezzo mondiale dell’oro (fixing).
La casa di Windsor controlla il prezzo del rame, zinco, piombo, stagno e non è un caso che la principale Borsa Merci si trovi proprio a Londra.
Un’altra importante famiglia che fa parte della Nobiltà Nera d’Inghilterra è Grosvenor.
Per secoli questa famiglia visse, come la maggior parte delle famiglie reali europee, con i canoni delle terre cedute in proprietà di superficie. Oggi possiede almeno 300 acri, oltre un milione e duecento mila metri quadrati, nel pieno centro di Londra. Le proprietà non sono mai state vendute, ma date in affitto con il classico contratto medievale di locazione di 39 anni. 


Il Grosvenor Square dove si trova l’ambasciata americana appartiene alla famiglia dei Grosvenor, come pure Eaton Square, dove gli appartamenti sono affittati a 25.000 sterline al mese.
Queste cifre danno un’idea del patrimonio immenso che le famiglie Nere raccolgono dai canoni d’affitto, e spiegano perché i Windsor per esempio non sono interessati al progresso industriale.
E’ un caso che dietro alla maggior parte, se non a tutti i movimenti ambientalisti del mondo ci sono loro? L’intento è sempre quello che mira a ridurre la popolazione mondiale.

L’esempio ideale è il WWF.
Nel 1948 in Inghilterra il biologo Julian Huxley istituì l’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura e delle Risorse Naturali), un gruppo collegato con il Foreign Office inglese. L’11 settembre del 1961 (data molto simbolica), Huxley assieme al principe Bernardo d’Olanda (il nazista cofondatore del Gruppo Bilderberg) e al principe Filippo di Edimburgo fondarono ufficialmente il WWF, con il solo scopo di raccogliere fondi per l’IUCN…
E’ risaputo che i principi inglesi Carlo e Filippo sono i simboli più in vista dei movimenti filo-malthusiani e hanno parlato pubblicamente spesso del bisogno di alleggerire il mondo dalle persone non desiderate e inadatte.

Perché parlare della nobiltà nera?
Sono i fondatori delle società segrete dei nostri tempi, da cui nascono tutte le altre che sono legate agli Illuminati: «Comitato dei 300», «Club di Roma», «CFR, «RIIA», «Bilderberg», «Nazioni Unite», «Tavola Rotonda», ecc.….
Tutti o quasi hanno origine dal «Comitato dei Trecento» e quindi dalle famiglie della Nobiltà Nera europea.
Il Comitato dei 300 è stato fondato dall’aristocrazia inglese nel 1727 per ridurre drasticamente il numero di quelli che vengono definiti «useless eaters» («mangiatori inutili»), riportando quindi le economie nazionali a un livello pre-industriale.
Si tratta di un prodotto del Consiglio della famosa «Compagnia britannica delle Indie orientali» «British East India Company». Una società per così dire “noleggiata” dalla famiglia reale nel 1600, che ha permesso la creazione di immensi patrimoni grazie al traffico di spezie, seta con l’oriente e oppio con la Cina. Si può definire la prima e più grande multinazionale al mondo.
Il Comitato dei 300 è guidato da sua Maestà la Regina britannica…

La City di Londra: centro finanziario globale
La Regina si sa essere il capo della famiglia reale e dell’impero coloniale britannico (con capitale Londra), governato ufficialmente da un primo ministro e un gabinetto.
Quello che pochi sanno è che esiste uno Stato indipendente in seno a Londra, esattamente come il Vaticano per Roma. Si tratta della City, conosciuta anche come «Square Mile» cioè il miglio quadrato più ricco del mondo. Occupa un’area nel cuore di Londra di circa 2,7 km quadrati, ha circa 8.000 abitanti e oltre 330.000 persone ci vanno ogni giorno per lavorare.
La City si estende dal massonico «Temple Bar» a est, fino alla Torre di Londra a ovest.
Della sua antica costruzione sono rimaste solo poche tracce, perchè gran parte dell’area andò distrutta nel grande incendio del 1666 (data questa molto interessante). 
Il Governo della City non è la monarchia, ma la CORONA, che comprende 13 membri ed è guidata dal Re della City, Lord Charles Bowman.

In pochi chilometri quadrati trovano sede le istituzioni economiche più ricche, influenti e potenti del pianeta, come per esempio la Banca d’Inghilterra (controllata dai Rothschild), i Lloyd’s di Londra, la Borsa di Londra e gli uffici di moltissime società commerciali internazionali e multinazionali.
Fleet Street è il centro della stampa e dell’editoria: da sempre simbolo del giornalismo londinese, soprannominata proprio per questo motivo «Street of ink», la strada dell’inchiostro.
Sempre nella City si trova il Blackfriars Bridge, il Ponte dei Frati Neri famoso perché nel 1982 venne trovato impiccato il banchiere Roberto Calvi, coinvolto nello scandalo del Banco Ambrosiano.
Il nome Blackfriars deriva dal copricapo nero usato dall’Ordine dei Domenicani che spostarono in questa zona di Londra la loro residenza nel 1276.
Bank è il cuore del settore finanziario e la sua piazza, considerata la più bella della City, è il punto d’incontro di 8 strade. Tra gli eleganti edifici spiccano il Royal Exchange con un portico a 8 colonne (tale numero dal punto di vista esoterico ha una valenza interessante), la Mansion House, la sontuosa residenza del Lord Mayor of the City of London; la sede della HSBC, la Borsa valori di Londra, London Stock Exchange (LSE), una delle più grandi borse valori del mondo (con 3.233 compagnie). Ovviamente la banca centrale, la Bank of England chiamata The Old Lady che si trova qui solo dal 1734.

La City NON appartiene all’Inghilterra. Non è suddita, non appartiene al monarca e neppure al governo del parlamento britannico. La City è il vero governo dell’Inghilterra, poiché sia la Regina che il Primo ministro sono subordinati al suo Re.
Quindi dietro la facciata di un primo ministro e un gabinetto, sembra che siano loro a decidere, quando in realtà sono burattini della City.
Non a caso la regina quando visita la City viene incontrata da Lord al Temple Bar, la porta simbolica della City. La regina deve chiedere il permesso per entrare nello Stato privato e Sovrano. Il re dimostra la sua approvazione porgendole la spada dello Stato. Durante le visite il Lord con la sua toga e la catena mette in secondo piano la regina e il suo entourage, che tra le altre cose, sono vincolati a indossare vestiti normali (la regina non può entrare con vestiti reali), e deve camminare due passi indietro a lui nella City, segno chiaro di sudditanza.
La fondazione della Banca d’Inghilterra fu istigata da William Paterson, agente della City sotto il controllo dell’impero dei Rothschild.
Quindi in Gran Bretagna esistono due imperi che agiscono separatamente: l’impero coloniale governato dalla famiglia reale e quello della Corona.
Le colonie di popolazione bianca sono sotto l’autorità del governo inglese, mentre tutte le altre colonie sono di proprietà privata della Corona (i cosiddetti «Crown Colonies»).

Tutti pensano che a comandare il mondo siano gli Stati Uniti d’America per via dell’esercito più potente e della sede finanziaria di Wall Street, ma non è così...
Gli yankee fungono da braccio armato del vero potere che è nel Vecchio Continente.
La City di Londra è il centro nevralgico della finanza planetaria!
La conferma sta anche nel fatto che dal punto di vista simbolico proprio da Londra (Greenwich) parte il cosiddetto «meridiano zero», il meridiano fondamentale per tutte le longitudini, e origina pure la mezzanotte, il giorno universale misurato da tutti gli orologi del mondo…
Ecco la sede del vero Potere…

Fonte:
"Le società segrete e il loro potere nel Ventesimo secolo"
"Massoneria e sette segrete: la faccia occulta della storia"


Marcello Pamio

L’ossitocina è chiamata l’ormone dell’amore.
Si tratta di una sostanza di natura proteica, formata da 9 aminoacidi, prodotta dall’ipotalamo (una ghiandola posta alla base del cervello) che va ad agire sulla mammella e sull’utero. A livello organico favorisce l’espulsione del feto, ed è proprio per questo che per uso esogeno via endovena viene utilizzata per indurre il travaglio.Durante l’allattamento, la suzione del bambino sul capezzolo ne stimola il rilascio. A differenza però di un altro ormone, la prolattina (che controlla la produzione del latte), l’ossitocina è sensibile a stimolazioni fisiche o psichiche connesse all’allattamento ed indipendenti dallo stimolo sul capezzolo. Per esempio uno spavento o un forte rumore possono bloccare la secrezione riflessa di ossitocina ed ostacolare la produzione del latte durante la poppata. Al contrario la sola vista del neonato o l’udirne il pianto favorisce l’innalzamento dei livelli sierici di ossitocina nella mamma. Da qui la definizione di ormone dell’amore! Cosa c’entra un ormone con il razzismo? Bisogna chiederlo ai ricercatori tedeschi che hanno compiuto uno studio strano e anche un po’ inquietante…

Lo studio tedesco
Lo studio ufficialmente ha avuto origine dalla difficile accettazione del popolo tedesco per l’extracomunitario, in vista delle recenti ondate migratorie che hanno interessato il paese.

«Sono stati presi 183 soggetti tedeschi caucasici e ciascuno di loro è stato fatto sedere davanti ad un computer su cui scorrevano le schede di 50 persone in difficoltà e bisognose di un aiuto economico».

Ad ognuno poi sono stati dati 50 euro con i quali si poteva scegliere di donare ai vari bisognosi: la modalità era libera, quindi si poteva dare da un euro a ciascuno fino a 50 ad una sola persona, oppure tenersi in tasca dei soldi e alcuni donarli. Massima libertà.
Le “cavie” del primo gruppo hanno donato un 30% della somma, con il 19% dato in più agli immigrati rispetto ai tedeschi poveri in canna.Nel secondo esperimento, a metà del gruppo è stata somministrato mediante spray nasale l’ormone ossitocina. I risultati sono stati molto interessanti: sono raddoppiate le donazioni a favore dei bisognosi.
Quindi in pratica l’ossitocina ha reso le persone più generose e solidali nei confronti dei meno fortunati. 

Rimaneva però un piccolo problemino tecnico: l’ossitocina funzionava solo con chi era già favorevole al tema delle migrazioni (come è stato compreso da un questionario preliminare), e quindi non agiva nelle persone contrarie all’accoglienza. Come superare questo scoglio difficile?
L’idea è stata quella di somministrare l’ossitocina ai partecipanti, con l’aggiunta però di una informazione sui soldi che in media erano stati donati dagli esperimenti precedenti. Ovviamente una bugia per scopi scientifici.
Ed ecco il colpo di scena raccontato da Nina Marsh, una delle studiose del gruppo: «a quel punto, anche le persone con atteggiamento negativo verso i migranti hanno donato ai rifugiati il 74% in più rispetto all’esperimento precedente».

I test hanno quindi riscontrato tre situazioni diverse: i tedeschi non drogati hanno un dato un risultato, quelli “drogati” con ossitocina un altro, e infine i tedeschi drogati e condizionati mentalmente un altro ancora.
In pratica l’esempio positivo, il sapere che la massa ha fatto una certa azione, spinge il suddito ideale (“drogato” di buonismo) a conformarsi diventando sempre più “buono” e malleabile…

La responsabile del Dipartimento di psichiatria dell’Università di Bonn, Rene Hurlemann ha concluso che «nelle giuste circostanze, l’ossitocina può aiutare a promuovere l’accettazione e l’integrazione degli immigrati nelle culture occidentali».
Quindi in giro per il mondo si stanno sperimentando sostanze chimiche in grado di modificare il comportamento e l’atteggiamento delle masse. Naturalmente il discorso razzismo è solo una scusante, perché gli scopi di studi simili aprono scenari inimmaginabili e inquietanti.
Dietrologia o fantascienza? Oppure grasso che cola nelle mani del Potere che, da una parte, vuole a tutti i costi fare accettare l’invasione di milioni di disperati e dall’altra poter intervenire direttamente sulle emozioni delle masse? Il tutto con il beneplacito di poveri non-pensanti, di gruppi politici come il PD, della sinistra italiana, di enti religiosi e pseudo-caritatevoli, di ricchissime ONG, di cooperative rosse e di tutti quelli che hanno enormi intrallazzi economici con il business dell’immigrazione.

A proposito di fantascienza, quanti sono i film che hanno portato sullo schermo un mondo futuro in cui la popolazione mediante droghe o altre sostanze aveva superato gli scontri, l’odio, le discriminazioni e le guerre?
Un mondo di persone tenute mansuete da dosi quotidiane di….
Ecco solo qualche esempio.

Filmografia
Non si può non partire da «The Giver: il Mondo di Jonas».
Nel mondo del giovane protagonista Jonas gli abitanti sono immemori di sé e della loro storia e vivono una realtà senza colori, senza sogni, senza emozioni, senza intenzioni grazie a iniezioni mattutine di una droga.Tutte le emozioni vengono negate con la scusa di creare un luogo di pace e torpore…
Una società pseudo-evoluta che ha saputo sconfiggere passioni e violenza (almeno in apparenza), votandosi alla conformità, al pensiero unico e soprattutto all’apatia.

Nel futuro proiettato da «Equilibrium» l’aggressività umana era diventata un tale problema da dover essere controllata dalle autorità con la somministrazione obbligatoria di calmanti e la messa fuorilegge di ogni tipo di sentimento. I sudditi di questa nazione-modello, Libria, seguono docili le istruzioni ricevute dal Padre, una sorta di dittatore teocrate, e la legge è garantita da temibili squadre di funzionari-poliziotti.

Arriviamo al meraviglioso «Fahrenheit 451» il film tratto dal romanzo di Ray Bradbury.
Sempre in un futuro non molto lontano, al fine di preservare l’armonia e la felicità della popolazione i pompieri se ne vanno in giro non a spegnere ma a bruciare tutto quello che è considerato uno strumento di cultura (libri, cd, ecc.). La storia e la conoscenza sono pericolosissime per il Sistema, e le persone dipendono dai nuovi media che pervadono la loro vita, se ne stanno infatti a casa davanti a enormi schermi, e ogni mattina prendono una droga.

Per arrivare al capolavoro editoriale del futurologo Aldous Huxley, «Il Mondo Nuovo».
Un mondo pervaso dal «Soma», una droga il cui effetto è quello di rendere la gente più docile e disponibile a obbedire alle direttive dello Regime.

Perfino nel mitico «Matrix», all’inizio della trilogia, Morpheus fa scegliere all’eletto Neo tra la pillola rossa e quella blu. Una permette il risveglio della coscienza e la visione reale del mondo, l’altra invece fa continuare tranquillamente il “sonno” nella matrix…

All’appello mancano molti di film sui generis, ma questa seppur breve carrellata dimostra che la massonica Hollywood è impegnata da molti anni a indottrinare e propagandare per creare nell’inconscio collettivo la possibilità e la visione di un futuro distopico in cui il Regime interviene nelle coscienze umane con farmaci o vaccini...
Tale ingerenza ovviamente è per il bene comune, per un mondo migliore, privo di guerre e più buono nei confronti di tutti, soprattutto degli immigrati…
Quanto manca alla realizzazione di simili visioni?

 

Marcello Pamio

Premetto che non sono leghista, anzi, per molto tempo in gioventù ho votato a sinistra, e ora, col senno di poi devo dire che un po’ mi vergogno…
Un giorno, quando il cervello si è sviluppato e le sinapsi neuronali sono tornate a collegarsi ho compreso il giochetto delle parti, e di come i partiti sono funzionali al Sistema. Tutti.
Da quel momento ho rigettato tutte le bandierine e sono diventato un uomo libero.

Il meccanismo è sempre lo stesso: viene messo al potere il gruppo politico che in quel momento storico è congeniale per il ruolino di marcia. Una macchina politica perfetta, ben oliata, dall’Unità di Italia ai nostri giorni: oltre settant’anni di partiti-marionette rappresentati da uomini-robot corrotti che hanno messo in pratica le linee guida etero-dirette, cioè dirette dall’esterno del paese.

Esiste però una piccola differenza tra il passato e oggi; una volta il grado di corruzione e/o la moralità dei politici lasciava, oltre al proprio tornaconto, anche un piccolo spazietto per il benessere dei cittadini-sudditi, e questo è confermato dalla crescita economica degli anni Ottanta e Novanta.
Dopo Tangentopoli però, quando l’operazione di polizia-pulizia ha cambiato le regole interne e le dinamiche, gli onorevoli-sciacalli hanno iniziato a portare avanti le linee guida del liberismo sfrenato e a pensare solo alla “roba” loro, ad arraffare, incamerare e rubare quello che possono, non lasciando nemmeno le briciole al popolo affamato.

Ogni tanto però questo meccanismo perfetto s’inceppa manifestando delle falle: l’elezione di Donald Trump in America per esempio è una di queste, ma non è l’unica…
Gli italiani il 4 marzo 2018 hanno votato per il cambiamento, e questo grazie alle devastazioni operate dai peggiori governi delle due Repubbliche, quelli a firma del Partito Democratico (pura emanazione massonica del turbocapitalismo metastatizzato), che sono riusciti a mettere a ferro e fuoco l’Italia in tutti i settori strategici: sanità, educazione, economia, finanza, terziario…
Eseguendo gli ordini dall’alto, hanno seriamente minato la struttura portante del paese.
Il boomerang è però tornato al mittente e i recenti risultati politici lo esprimono chiaramente: il Pd è stato asfaltato in quasi tutte le città.
Vediamo il cimitero che si sono lasciati alle spalle…

Immigrazione? No, armi di migrazione di massa
L’immigrazione è stato uno dei temi centrali delle politiche di sinistra. Lo è tuttora.
Sotto la falsa scusante degli aiuti umanitari e dell’accoglimento si nasconde un immenso business non solo per lo Stato e le mafie (difficile tra queste due entità distinguerne i contorni), ma anche per moltissimi altri attori: associazioni, organizzazioni non governative (ONG), organizzazioni di volontariato, cooperative rosse, enti religiosi, alberghi, faccendieri, hotpoint, ecc.
Insomma un bel po’ di gente sguazza sulla pelle dei disperati.

Un extracomunitario che arriva costa allo Stato ben 35 euro al giorno. Poca roba apparentemente, ma se si moltiplica questa cifra per centinaia di migliaia di persone all’anno, il risultato è un business faraonico. Ma questa è solo la puntina dell’iceberg…
Da un punto di vista puramente economico, secondo l’OCSE un immigrato frutta al paese ospitante in media 3.500 euro di gettito fiscale annuo[1]. I migranti senza documenti che lavorano hanno spesso una busta paga a nome di terzi, e versano quindi contributi ad un sistema di previdenza sociale di cui non possono beneficiare.[2] Ecco perché i governi di sinistra sono molto interessati ai disperati, mica per il discorso umanitario, ma perché rappresentano una risorsa.
Solo il “povero” Saviano di turno, con la scorta che ancora paghiamo noi e dal suo attico in centro a New York può osannare il contrario. Il filosionista che vive da nababbo proprio grazie a quella che apparentemente combatte a parole (la camorra), continua a impartire lezioni di diritto e di economia.
Il suo ridicolo mantra per difendere l’invasione e attaccare l’attuale governo è che i soldi per i disperati ci arriverebbero dall’Europa, per cui non è un problema di quattrini. Peccato che Saviano si dimentichi di dire che nulla arriva dall’Europa che non sia prima uscito dalle tasche dei sudditi, in questo caso gli italiani. Negli ultimi 14 anni abbiamo versato all’Europa 213 miliardi di euro e ne abbiamo incassati 141, con un disavanzo di ben 72 miliardi.[3] Quindi i soldi che l’Europa ci “regala” per l’invasione umanitaria, anche se apparentemente non pesano nel bilancio di Stato, sono soldi che sono stati prima tolti ai cittadini italiani!
Ma Saviano è troppo occupato a romanzare la camorra di Napoli, mentre ammicca a Central Park, non capendo, o facendo finta di non capire, che romanzare la malavita in codesta maniera sta mietendo più vittime e danni dell’affiliazione stessa. Qual è infatti l’effetto di Gomorra per la Camorra vera? Andate a domandarlo a chi vive lottando ogni giorno contro le organizzazioni criminali nella città partenopea.

Infine, ma non per importanza, l’immigrazione rientra in un progetto a più ampio respiro, volto alla destabilizzazione dei popoli che subiscono l’invasione. Annientamento dei salari, aumento della disoccupazione tra i nativi italiani, disintegrazione del tessuto sociale, crescita esponenziale della malavita locale e del crimine, cancellazione delle diversità, ibridazione dei popoli mediante un meticciato e mescolamento delle razze, ecc. Il tutto per creare un popolo di perfetti sudditi-consumatori: esseri privi di umanità, svuotati interiormente, senza radici, senza identità, tradizioni e religioni.
A confermare queste preoccupanti ipotesi da una parte sono gli squallidi individui come George Soros che finanziano con badilate di milioni di dollari tutto questo, e dall’altra ci sono i dati statistici.
Se infatti le persone fuggissero realmente da guerre, soprusi o altro, età e sesso dei richiedenti asilo sarebbero variegate, e invece stranamente oltre l’80 percento è di età compresa tra i 18 e i 37 anni, e la quasi totalità sono maschi (oltre l’87%)[4].
Sorge a questo punto una domanda inquietante: perché arrivano solo maschi sani e in età fertile?

In tutto questo bailamme, cosa fa il Ministro dell’Interno, al momento Matteo Salvini? Fa esattamente quello che farebbe una persona sana di mente, ma che nessuno prima di lui ha fatto: impedire alle navi che vanno a prendere i disperati nelle coste libiche di scaricarli in Italia. Non solo; va direttamente a Tripoli per concordare con i dirigenti una linea politica in comune.
Risultato? Attacchi e insulti pubblici.
Democratici e radical chic si sono stracciati le vesti (di marca ovviamente). Per non parlare dei miliardari che nonostante non vivano nel mondo reale, si sono scandalizzati per la chiusura dei porti. Dove sta il problema immigrati per chi mangia in ristoranti chic, viaggia sui SUV e vive in ville superblindate? Pensare al benessere del “negro” di turno è solo un modo per lavarsi e sistemarsi la coscienza sporchissima.
Il caso Amendola è esemplare. Il figlio del grande doppiatore avrebbe annunciato di non poter stare in un paese che chiude i porti. Sul serio? Benissimo, nell’attesa che riempia di gioia noi e la cinematografia italiana emigrando all’estero (magari in Libia visto che si sono liberati dei posti), possiamo solo concludere che i mentecatti in Italia non sono ancora una razza in via di estinzione. Questi poveri di spirito e scarsi di intelligenza non ricordano che il problema immigrati è esploso quando gli occidentali (noi compresi), guidati dagli yankee sparatutto e ammazzatutto, sono andati a detronizzare e assassinare in maniera illegittima e vergognosa il colonello Mu’ammar Gheddafi. La Libia con il pericoloso “dittatore” era un paese laico, dove si viveva bene, le religioni si tolleravano, e soprattutto nessuno veniva sequestrato al largo delle coste dai barconi per essere deportato in Italia.
Oggi, dopo la “liberazione”, il paese è devastato e le coste pullulano di barconi. Strano ma vero!
Sembra proprio che l’intervento militare sia stato fatto ad hoc…

Infine basterebbero quattro neuroni connessi per spingere il cervello a fare un altro semplice ragionamento sul discorso delle navi che battono bandiera straniera.
La bandiera non è un fatto di goliardia o folklore, lo dice il diritto internazionale. Se una nave sventola la bandiera di uno Stato, questo è il paese di riferimento e tutta l’imbarcazione è considerata territorio di quello specifico Stato, dove vigono le leggi specifiche del paese. Il Regolamento di Dublino prevede che dei cosiddetti “profughi” debba farsi carico lo Stato che per primo ne viene in contatto, quindi per esempio quello della nave che li deporta.[5] Quindi non si capisce come mai una nave battente bandiera francese, olandese o altro, debba scaricare i profughi nelle coste italiane e non a casa propria. Ovviamente la risposta è abbastanza semplice: hanno ricevuto l’ordine di farlo. Punto.
Poi ci sono i casi delle navi battenti bandiera straniera ma non registrate nei rispettivi paesi. Qui siamo di fronte a vere e proprie navi pirata, e in questo caso c’è il diritto di impedirne la navigazione, il sequestro della nave e l’arresto del comandante e dell’equipaggio.
La realtà odierna ce la spiega perfettamente il prof. Augusto Sinagra, già docente di Diritto Ordinario: «si è in presenza di una nuova e inedita tratta di schiavi, di un disgustoso e veramente vomitevole schiavismo consumato anche con la complicità dell’UE»[6].
Quindi il Ministro Salvini, che piaccia o non piaccia, sta facendo il suo dovere e questo rompe molte uova nel paniere, soprattutto a coloro che guadagnano e speculano sulla tratta degli schiavi moderni.

Buona Scuola…per idioti
Il secondo tassello cruciale è l’educazione.
Grazie ad un premier decerebrato e ministri ignoranti con il decreto legislativo della Buona Scuola si configura un vero e proprio disastro antropologico. Un disastro così ben congegnato e funzionale, che è impossibile pensare sia stato ideato dal povero Matteo Renzi e dalla sua compagine. L’idea viene da molto lontano e da molto più in alto.
Qual è il progetto? Strutturare le scuole per sfornare idioti. Semplice.
Meno ore per studiare autori come Dante, Petrarca, Machiavelli e più tempo per far crescere l’individualismo egoistico, competitivo e aggressivo.
Gli studenti non vengono visti come esseri unici e irripetibili, dai quali mediante l’educazione (ex-ducere) fare uscire i talenti e le capacità, ma come una sorta di magma informe, una specie di esercito di terracotta di Xi’an, da plasmare in un manipolo di perfetti schiavi-ignoranti e non pensanti. Un uomo libero di pensare, sentire e agire è per il Sistema come l’acqua santa per il diavolo.
Penso sia quasi impossibile fare peggio del ministro Fedeli, per cui staremo a vedere cosa il nuovo ministro riuscirà a combinare, ma la cosa fondamentale da rimembrare sempre è che la formazione culturale dei giovani è di vitale importante per un paese sano.

Libertà di scelta e di cura?
Il terzo anello riguarda la salute pubblica.
In questo settore la liceale Beatrice Lorenzin passerà alla storia per essere riuscita nell’impresa titanica di disintegrare la salute di milioni di persone, e di imporre per legge 10 vaccini ai neonati.
Colei che riesce a confondere virus e batteri, che in tv snocciola dati falsi sulla mortalità per morbillo, grazie ad un Parlamento di venduti e un inetto presidente della Repubblica, è riuscita a presentare il decreto legislativo n. 73, e poi farlo convertire nella legge 119/2017. Legge che si configura come un vero e proprio disastro umanitario e sanitario.

Imporre per legge 10 vaccini, più altri 4 fortemente consigliati, ai neonati, in un momento privo di allarmi sanitari e rischi per la salute pubblica è un crimine contro la democrazia e l’umanità.
Siccome NON esistono studi e sperimentazioni cliniche controllate che ne garantiscano la totale innocuità, si può parlare a ragione veduta di una vera e propria “sperimentazione umana” eseguita negli ambulatori delle ASL.
Sperimentazione assolutamente illegale perché viola i più sacrosanti diritti umani per non parlare dei “Trattati internazionali”.
La Carta Costituzionale è chiarissima, all’art. 32 dice che «nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana».
L’articolo 7 del «Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici» del 19 dicembre 1966, stabilisce: «Nessuno può essere sottoposto [...], senza il suo libero consenso, ad un esperimento medico o scientifico».
Nell’articolo 3 della «Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea», entrata in vigore il 1° dicembre 2009, intitolato «Diritto all’integrità della persona», al comma 1 si dice: «Ogni persona ha diritto alla propria integrità fisica e psichica», al 2 «Nell’ambito della medicina e della biologia devono essere in particolare rispettati: a) il consenso libero e informato della persona interessata, secondo le modalità definite dalla legge…»
Nella «Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea», l’articolo 1 stabilisce che «La dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata e tutelata».

Inoculando 10 vaccini nel corpo di un neonato sano, senza malattie, senza epidemie o rischi sanitari, si sta violando o no la dignità dell’essere umano?
A tal proposito il Ministro dell’Interno Salvini avrebbe detto in diretta radio che «dieci vaccini obbligatori sono inutili e talvolta dannosi e pericolosi». Apriti cielo.
Se Salvini avesse bestemmiato dentro San Pietro, o inveito contro Maometto in moschea oppure offeso Yahweh in sinagoga, il risultato sarebbe stato inferiore.
Cosa avrebbe detto di così bestiale il Ministro? Nulla, Salvini ha solo acceso un riflettore su un gravissimo problema.

Nonostante i Pregliasco, i Burioni, i Rezza, i Lopalco, i Villani di turno, NON ESISTE NESSUNO STUDIO CHE CONFERMI LA SICUREZZA DI 10 VACCINI!
Quindi per il PRINCIPIO DI PRECAUZIONE sarebbe bene che il ministro mettesse fine a queste sterili polemiche, e che i medici, pediatri, virologi, ecc. pagati dalle case farmaceutiche e quindi in pieno conflitto d’interessi si zittissero una volta per tutte.

Invece di bacchettare il collega, continuando a ripetere come un disco incantato che i vaccini sono un presidio preventivo indiscutibile; invece di ricevere a colloquio i medici collusi col Sistema, il ministro dovrebbe fare una cosa sola: stracciare la Legge 119/2017 e iniziare a occuparsi di cose molto più serie e importanti: il cancro in età pediatrica (siamo al primo posto in Europa); l’obesità infantile (sta crescendo a ritmi esponenziali), la chimica che troviamo nell’acqua che beviamo, nell’aria che respiriamo e nel cibo che mangiamo, per fare solo qualche esempio.
Questi sono alcuni dei problemi seri in Italia, non certo il morbillo o la meningite! A meno che non voglia la Grillo legarsi al destino di colei che l’ha preceduta e avere sulla coscienza tanti bambini innocenti danneggiati…
In queste ore puntualmente e con precisione chirurgica, i media mainstream stanno amplificando casi di meningite (in bambini coperti dai vaccini) e morbillo in alcune città d’Italia.
La vita è sempre molto ricca di coincidenze…

Il neo-ministro dovrebbe infine sapere alcune cosette sugli esperti che santificano i vaccini nei media:

  • La FIMP, Federazione Medici Pediatri ha ricevuto nel 2016 (dati EFPIA, European Federation of Pharmaceutical Industries and Associations692 euro tra “donazioni” e “oneri da contratto” dalla GSK, società che vende vaccini.
    Inoltre a giugno 2018 è stata premiata per la migliore pubblicità dalla Sanofi-Paster, società che vende vaccini.
  • La SIP, Società Italiana Pediatri diretta da Alberto Villani ha ricevuto nel 2016 (dati EFPIA) 840 euro per “oneri da contratto” dalla GSK, e 1.525 euro dalla Sanofi-Pasteur, due società che vendono vaccini.
  • L’epidemiologo Pier Luigi Lopalco ha ricevuto nel 2016 (dati EFPIA) 315 euro per “corrispettivo per servizi e consulenze” dalla GSK.
  • L’Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano, dove insegna casualmente Roberto Burioni, ha ricevuto nel 2016 (dati EFPIA) 232 euro tra “corrispettivi” dalla GSK.
  • L’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, in cui Alberto Villani (direttore SIP) ricopre il ruolo di responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Pediatria Generale e Malattie Infettive, ha ricevuto nel 2016 (dati EFPIA) 000 euro per “sponsorizzazioni” dalla Sanofi-Pasteur.

ecc. ecc.
L’elenco non è completo, ma basta per comprendere come le principali istituzioni sanitarie, gestite dai grandi luminari della scienza che propagandano la bontà, innocuità e sicurezza dei vaccini, ricevono ogni anno soldi dai produttori di vaccini. Tutto normale?
Possiamo fidarci - Ministro Grillo - e consegnare i nostri figli nati sani, nelle mani di gente che risulta essere nella busta paga delle industrie chimiche?
Dopo aver cestinato la Legge 119, andrebbero reintegrati immediatamente tutti quei medici che sono stati ingiustamente radiati dagli ordini professionali solo per aver messo in discussione una pratica medica come quella vaccinale. Radiare un professionista serio solo per la sua «opinione» è un atto gravissimo che lede libertà e diritti. Infine, sarebbe importante cancellare gli ordini professionali sanitari proprio perché il potere di controllo che hanno sui propri associati è pericolosissimo per la libertà e l’indipendenza dell’Ars Medicandi.
In conclusione tanto di cappello al Ministro Salvini per la coerente linea che sta portando avanti, e visto il tema attuale dei barconi, per aver messo la “barra a dritta” nonostante il mare molto mosso…

Note
[1] «Assises Citoyennes des Migrations: Vers la Justice migratoire», CNCD 2017, www.cncd.be/IMG/pdf/appeljusticemigratoireassisesfinal.pdf
[2] Idem
[3] «Ci guadagna solo chi lucra sull'accoglienza», www.ilgiornale.it/news/cronache/migranti-col-piano-ue-guadagna-solo-chi-lucra-1284237.html
[4] «Aiutiamoci a casa nostra», www.ilfoglio.it/cronache/2017/08/08/news/aiutiamoci-a-casa-nostra-147931
[5] «Matteo Salvini ha ragione», Prof. Augusto Sinagra, già professore di Diritto Ordinario all’Università
[6] Idem

Marcello Pamio - 12 giugno 2018

Si chiama «campo estivo di Google», o più semplicemente «The Camp», ma attenzione: non è un grest per bambini, ma per “piccoli” miliardari, alti dirigenti web, attori, cantanti e premi Nobel.
Con trombette e cotillon si sono riuniti per tre giorni dal 5 al 7 agosto 2016 in Sicilia nel lussuoso albergo Verdura Golf & Spa Resort. Riservatezza totale per gli oltre trecento illustri ospiti che atterrati all’aeroporto di Palermo con jet privati sono stati poi trasferiti in elicottero nella suddetta struttura. 
Tra i partecipanti: CEO di grandi imprese della rete come eBay, Uber, Google, SpaceX, Tesla, rappresentanti del mondo della finanza, cantanti, attori e diversi giornalisti. Tra gli ospiti italiani Jovanotti, Lapo Elkann (onnipresente al Club Bilderberg), l’amministratore di Vodafone Vittorio Colao (presente anche lui a giugno 2018 al meeting del Club Bilderberg di Torino) e l’imprenditore turistico pugliese Aldo Melpignano.
Ufficialmente lo scopo dell’incontro era: scambiarsi idee su argomenti di scienza, tecnologia, affari, arti e cultura. Temi che andavano dall’allungamento della vita umana, alla progettazione delle città del futuro. 
Naturalmente oltre a simili argomenti impegnativi, nel pomeriggio gli invitati potevano divertirsi con intrattenimenti e sport come vela, flyboard, quadski, paddleboard, golf, bici e molto altro ancora. 
Anche in questi incontri, esattamente come in quelli del Club Bilderberg, è vietatissimo registrare audio e video, per cui nessuno sa con esattezza cosa si siano detti in quei giorni. 
Qualcosa ha fatto trapelare, seppur in maniera inconsapevole, Jovanotti…
Ed in effetti il quadro generale sta prendendo forma, proprio grazie alle esternazioni del cantante.
Nell’ultimo periodo, tra inviti e dichiarazioni molto ambigue, Jovanotti dimostra di essere stato cooptato da un certo tipo di Sistema...

Firenze, 3 giugno 2015
Ospite d’onore all’Università dell’ateneo toscano, Jovanotti si è lasciato sfuggire alcune frasi molto intriganti.
Ecco le esatte parole: «…Ad un summit segret…ehm…privato, molto molto esclusivo. Non posso parlare liberamente perché era un incontro “off the record”, ovvero era un incontro a porte chiuse, senza nemmeno la connessione internet. Di fatto è stato molto interessante, c’erano premi Nobel, amministratori delegati di multinazionali, aziende farmaceutiche, tecnologiche, ingegneri, attivisti dei diritti umani, femministe, c’era perfino il capo della Banca mondiale, ma nessun politico. Non c’era un politico.
Perché non c’erano i politici? Io l’ho domandata questa cosa: perché non servono!
In questo ambito la politica non è importante». 
Il summit segreto a cui si riferisce Jovanotti è ovviamente “The Camp” del colosso Google.
Dopo questo incontro ancora più inquietanti sono le sue affermazioni durante un concerto.

Bologna, 14 aprile 2018
Al mega concerto di Bologna, Jovanotti fa comprendere chiaramente che, da giovane ribelle e contestatore quale era, si è trasformato in uno dei tanti megafoni ufficiali del Sistema. 
Sul palco il 14 aprile (in un periodo molto caldo dal punto di vista politico) le sue affermazioni su vaccini e Fake News sono molto tristi e inequivocabili. 
(video di 36 secondi https://www.youtube.com/watch?v=PUCEdwf30ok ).
Ecco le sue parole: «Io posso fare una ricerca su internet ma c’è gente che ha dedicato la vita allo studio delle malattie, allo studio delle cure. Queste persone che hanno passato la vita allo studio della medicina, che è faticoso, io non credo che siano lì per fregare il prossimo...si fanno le ricerche su internet ma poi ci si affida a chi ne sa di più».
Questo profondissimo discorso era corredato da immagini gigantesche proiettate sul megaschermo!
La domanda sorge spontanea: come mai Jovanotti, durante un suo concerto prende una posizione così schierata? Posizione che ovviamente va contro la sua stessa natura?

Jovanotti e la strana afonia
Come diceva il grande Carl Gustav Jung: «Tutto quello che non portiamo in coscienza ci ritorna».
E sembra proprio che a Jovanotti stia ritornando indietro qualcosa.
Attenzione alle date…
Il 14 aprile il cantante fa quel tristissimo spot sui vaccini a Bologna e … dopo più o meno un giorno gli viene un misterioso edema alle corde vocali che causa il rinvio della data successiva del 16 aprile.
Molto interessante come coincidenza, vero? Cos’è successo? Come mai una laringite, che indica «spavento»? Per quale motivo è «rimasto senza parole»? 
Non ci è dato sapere se nei giorni successivi al concerto egli ha avuto anche una leggera bronchite, perché se ciò fosse avvenuto, sarebbe la prova che il cantautore prima di essere stato spaventato ha subito - in maniera più o meno velata - una minaccia…
La laringe si attiva con lo spavento, mentre i bronchi si attivano con la minaccia.
Secondo le straordinarie «Leggi Biologiche» l’edema delle corde vocali con conseguente afonia è un processo infiammatorio che va a «riparare» una situazione nella quale si è provato uno spavento...qualcosa che ha «lasciato senza parole». Il sentito biologico (che precede lo stato coscienziale) è esattamente questo: un sussulto che attiva l’epitelio della laringe per permettere di «tirare dentro più aria per poi gridare più forte». 
Quando arriva lo spavento la persona si sente ammutolita, senza parole, senza fiato. 
E basta una semplice telefonata per innescare il tutto…
Poi finalmente con il concerto si rimuove l’origine dello spavento, cioè quello che è stato imposto e/o minacciato, e la laringe va in «riparazione» creando edema e lasciando «senza parole» (esattamente la sensazione provata al momento del trauma).
Jovanotti stesso ha pubblicamente affermato che è la prima volta in assoluto che gli capita qualcosa del genere in carriera, forse perché è la prima volta che viene minacciato e obbligato a dire alcune cose?
Come venire fuori da questa soluzione? 
Semplice: se Jovanotti è stato cooptato da un certo tipo di Sistema e questo gli sta imponendo qualcosa che crea conflitti, mettendo così a repentaglio la sua voce, non gli rimane altro che una terapia biologica e sensata: urlare al mondo quello che sta succedendo, esternando il vissuto, e facendo capire ai fans che non è stato comprato del tutto…

Marcello Pamio

Dal 7 al 10 Giugno, quasi in concomitanza con le elezioni politiche italiane, avrà luogo un grande evento che si tiene con cadenza annuale dal lontano 1954.
Si tratta del Bilderberg o, come viene spesso chiamato, il “meeting annuale degli alti sacerdoti della globalizzazione”.
Il Gruppo prenota tutto un hotel o un resort tra i più famosi e costosi del mondo, circondato da un esercito di sicurezza armata e polizia locale (pagata da chi?).
Quest’anno ritornano in Italia a Torino, dopo ben 14 anni dall’ultimo incontro avvenuto nel 2004 a Stresa sul Lago Maggiore.
Il luogo del soggiorno molto probabilmente sarà il NH Lingotto.

Per chi ancora non conosce l'avvenimento facciamo di seguito un breve resoconto: il Bilderberg Group è un conferenza “non ufficiale” che prevede circa 120-150 invitati, influenti, potenti personalità dai regni dell’economia, dei media, della politica, guru della tecnologia, banchieri centrali, funzionati dell’intelligence, segretari di stato, primi ministri, ecc.
Quest'anno saranno esattamente 128 gli invitati.
Il nome del Gruppo deriva dal loro primo incontro che risale al 1954, avvenuto nell’Hotel de Bilderberg in Oosterbeek nei Paesi Bassi.
Come si può intuire dal periodo storico, il Bilderberg è una creazione della Guerra Fredda o per meglio dire, del R.I.I.A. britannico, cioè del Royal Institute of International Affaire. Un istituto nato il 30 maggio 1919 a Londra, come capitolo locale della Round Table fondata invece con proiezioni transnazionali.
Il R.I.A.A., noto anche come Chatam House, con sede al numero 10 di St. James Square a Londra, nel 1979 contava su un Consiglio di 33 persone alla guida di circa 3000 membri.
L'idea della nascita del Gruppo Bilderberg venne ad un certo Joseph Retinger, che al tempo si occupava della crescita dell'anti-americanismo in Europa Occidentale. Personaggio chiave della politica mondiale per quasi mezzo secolo, Retinger manteneva strette relazioni con il “Colonnello” House, con la potentissima famiglia ebraica Warburg con i banchieri internazionali Lehman, Baruch. Era anche membro della Pilgrim’s Society e del C.F.R. statunitense (il corrispondente del RIIA negli Stati Uniti).
L’influenza di Joseph Retinger sui circoli mondialisti era tale da meritargli il soprannome di “His Grey Eminence” (Sua Eminenza Grigia)
Quindi lo scopo iniziale del Bilderberg, esattamente come della NATO, era quello di rinforzare l’unità dei Paesi Occidentali contro la “minaccia comunista”.
Con il collasso del Patto di Varsavia, il gruppo, con a capo l’America, si è concentrato sul rafforzamento e sullo sviluppo della globalizzazione.
Dall’11 Settembre 2001, a seguito degli attacchi su New York, un altro target è diventato di primaria importanza, ovvero ciò che possiamo chiamare “lo scontro tra civiltà” o “scontro di religione”
Nel 2003 uno dei pochi giornalisti che si dedicano alla ricerca sull'argomento, ai quali va il merito della pubblicazione anno per anno delle liste dei partecipanti, Tony Gosling, un inglese che gestisce il sito www.bilderberg.org, chiese a David Rockefeller il perchè di tanta segretezza ricevendo come risposta che si tratta di un meeting privato.
Ma come dichiara il giornalista stesso «i personaggi politici e gli esponenti del mondo economico e dell'informazione che vi partecipano non sono individui privati, anzi sono proprio loro che dovrebbero rendere conto alla gente...».
Secondo l’attivista britannico Gosling, aver fatto circolare il nome di Torino potrebbe essere un depistaggio per sfuggire ai sempre più numerosi gruppi di contestatori pronti ad accogliere i partecipanti. Venezia infatti potrebbe essere la sede effettiva dell’incontro.
Gli argomenti chiave della discussione di quest'anno saranno:

Populismo in Europa
La sfida della disuguaglianza
Il futuro del lavoro
Intelligenza artificiale
Gli Stati Uniti prima dei midterms
Libero scambio
Leadership mondiale degli Stati Uniti
Russia
Calcolo quantistico
Arabia Saudita e Iran
Il mondo "post-verità"
Eventi attuali

Interessante notare che nel Comitato Direttivo figurano personaggi come la giornalista Lilli Gruber, John Elkann...

Ecco l'elenco completo dei nomi dei partecipanti.
Gli italiani sono nove: Alberto Alesina, Lucio Caracciolo, Elena Cattaneo, Vittorio Colao, John Elkann, Lilli Gruber, Giampiero
Massolo, Mariana Mazzucato, Salvatore Rossi.

ELENCO COMPLETO:

Achleitner, Paul M. (DEU), Chairman Supervisory Board, Deutsche Bank AG; Treasurer, Foundation Bilderberg Meetings
Agius, Marcus (GBR), Chairman, PA Consulting Group
Alesina, Alberto (ITA), Nathaniel Ropes Professor of Economics, Harvard University
Altman, Roger C. (USA), Founder and Senior Chairman, Evercore
Amorim, Paula (PRT), Chairman, Américo Amorim Group
Anglade, Dominique (CAN), Deputy Premier of Quebec; Minister of Economy, Science and Innovation
Applebaum, Anne (POL), Columnist, Washington Post; Professor of Practice, London School of Economics
Azoulay, Audrey (INT), Director-General, UNESCO
Baker, James H. (USA), Director, Office of Net Assessment, Office of the Secretary of Defense
Barbizet, Patricia (FRA), President, Temaris & Associés
Barroso, José M. Durão (PRT), Chairman, Goldman Sachs International; Former President, European Commission
Beerli, Christine (CHE), Former Vice-President, International Committee of the Red Cross
Berx, Cathy (BEL), Governor, Province of Antwerp
Beurden, Ben van (NLD), CEO, Royal Dutch Shell plc
Blanquer, Jean-Michel (FRA), Minister of National Education, Youth and Community Life
Botín, Ana P. (ESP), Group Executive Chairman, Banco Santander
Bouverot, Anne (FRA), Board Member; Former CEO, Morpho
Brandtzæg, Svein Richard (NOR), President and CEO, Norsk Hydro ASA
Brende, Børge (INT), President, World Economic Forum
Brennan, Eamonn (IRL), Director General, Eurocontrol
Brnabic, Ana (SRB), Prime Minister
Burns, William J. (USA), President, Carnegie Endowment for International Peace
Burwell, Sylvia M. (USA), President, American University
Caracciolo, Lucio (ITA), Editor-in-Chief, Limes
Carney, Mark J. (GBR), Governor, Bank of England
Castries, Henri de (FRA), Chairman, Institut Montaigne; Chairman, Steering Committee Bilderberg Meetings
Cattaneo, Elena (ITA), Director, Laboratory of Stem Cell Biology, University of Milan
Cazeneuve, Bernard (FRA), Partner, August Debouzy; Former Prime Minister
Cebrián, Juan Luis (ESP), Executive Chairman, El País
Champagne, François-Philippe (CAN), Minister of International Trade
Cohen, Jared (USA), Founder and CEO, Jigsaw at Alphabet Inc.
Colao, Vittorio (ITA), CEO, Vodafone Group
Cook, Charles (USA), Political Analyst, The Cook Political Report
Dagdeviren, Canan (TUR), Assistant Professor, MIT Media Lab
Donohoe, Paschal (IRL), Minister for Finance, Public Expenditure and Reform
Döpfner, Mathias (DEU), Chairman and CEO, Axel Springer SE
Ecker, Andrea (AUT), Secretary General, Office Federal President of Austria
Elkann, John (ITA), Chairman, Fiat Chrysler Automobiles
Émié, Bernard (FRA), Director General, Ministry of the Armed Forces
Enders, Thomas (DEU), CEO, Airbus SE
Fallows, James (USA), Writer and Journalist
Ferguson, Jr., Roger W. (USA), President and CEO, TIAA
Ferguson, Niall (USA), Milbank Family Senior Fellow, Hoover Institution, Stanford University
Fischer, Stanley (USA), Former Vice-Chairman, Federal Reserve; Former Governor, Bank of Israel
Gilvary, Brian (GBR), Group CFO, BP plc
Goldstein, Rebecca (USA), Visiting Professor, New York University
Gruber, Lilli (ITA), Editor-in-Chief and Anchor "Otto e mezzo", La7 TV
Hajdarowicz, Greg (POL), Founder and President, Gremi International Sarl
Halberstadt, Victor (NLD), Professor of Economics, Leiden University; Chairman Foundation Bilderberg Meetings
Hassabis, Demis (GBR), Co-Founder and CEO, DeepMind
Hedegaard, Connie (DNK), Chair, KR Foundation; Former European Commissioner
Helgesen, Vidar (NOR), Ambassador for the Ocean
Herlin, Antti (FIN), Chairman, KONE Corporation
Hickenlooper, John (USA), Governor of Colorado
Hobson, Mellody (USA), President, Ariel Investments LLC
Hodgson, Christine (GBR), Chairman, Capgemini UK plc
Hoffman, Reid (USA), Co-Founder, LinkedIn; Partner, Greylock Partners
Horowitz, Michael C. (USA), Professor of Political Science, University of Pennsylvania
Hwang, Tim (USA), Director, Harvard-MIT Ethics and Governance of AI Initiative
Ischinger, Wolfgang (INT), Chairman, Munich Security Conference
Jacobs, Kenneth M. (USA), Chairman and CEO, Lazard
Kaag, Sigrid (NLD), Minister for Foreign Trade and Development Cooperation
Karp, Alex (USA), CEO, Palantir Technologies
Kissinger, Henry A. (USA), Chairman, Kissinger Associates Inc.
Kleinfeld, Klaus (USA), CEO, NEOM
Knot, Klaas H.W. (NLD), President, De Nederlandsche Bank
Koç, Ömer M. (TUR), Chairman, Koç Holding A.S.
Köcher, Renate (DEU), Managing Director, Allensbach Institute for Public Opinion Research
Kotkin, Stephen (USA), Professor in History and International Affairs, Princeton University
Kragic, Danica (SWE), Professor, School of Computer Science and Communication, KTH
Kravis, Henry R. (USA), Co-Chairman and Co-CEO, KKR
Kravis, Marie-Josée (USA), Senior Fellow, Hudson Institute; President, American Friends of Bilderberg
Kudelski, André (CHE), Chairman and CEO, Kudelski Group
Lepomäki, Elina (FIN), MP, National Coalition Party
Leyen, Ursula von der (DEU), Federal Minster of Defence
Leysen, Thomas (BEL), Chairman, KBC Group
Makan, Divesh (USA), CEO, ICONIQ Capital
Massolo, Giampiero (ITA), Chairman, Fincantieri Spa.; President, ISPI
Mazzucato, Mariana (ITA), Professor in the Economics of Innovation and Public Value, University College London
Mead, Walter Russell (USA), Distinguished Fellow, Hudson Institute
Michel, Charles (BEL), Prime Minister
Micklethwait, John (USA), Editor-in-Chief, Bloomberg LP
Minton Beddoes, Zanny (GBR), Editor-in-Chief, The Economist
Mitsotakis, Kyriakos (GRC), President, New Democracy Party
Mota, Isabel (PRT), President, Calouste Gulbenkian Foundation
Moyo, Dambisa F. (USA), Global Economist and Author
Mundie, Craig J. (USA), President, Mundie & Associates
Netherlands, H.M. the King of the (NLD),
Neven, Hartmut (USA), Director of Engineering, Google Inc.
Noonan, Peggy (USA), Author and Columnist, The Wall Street Journal
Oettinger, Günther H. (INT), Commissioner for Budget & Human Resources, European Commission
O'Leary, Michael (IRL), CEO, Ryanair D.A.C.
O'Neill, Onora (GBR), Emeritus Honorary Professor in Philosophy, University of Cambridge
Osborne, George (GBR), Editor, London Evening Standard
Özkan, Behlül (TUR), Associate Professor in International Relations, Marmara University
Papalexopoulos, Dimitri (GRC), CEO, Titan Cement Company S.A.
Parolin, H.E. Pietro (VAT), Cardinal and Secretary of State
Patino, Bruno (FRA), Chief Content Officer, Arte France TV
Petraeus, David H. (USA), Chairman, KKR Global Institute
Pichette, Patrick (CAN), General Partner, iNovia Capital
Pouyanné, Patrick (FRA), Chairman and CEO, Total S.A.
Pring, Benjamin (USA), Co-Founder and Managing Director, Center for the Future of Work
Rankka, Maria (SWE), CEO, Stockholm Chamber of Commerce
Ratas, Jüri (EST), Prime Minister
Rendi-Wagner, Pamela (AUT), MP (SPÖ); Former Minister of Health
Rivera Díaz, Albert (ESP), President, Ciudadanos Party
Rossi, Salvatore (ITA), Senior Deputy Governor, Bank of Italy
Rubesa, Baiba A. (LVA), CEO, RB Rail AS
Rubin, Robert E. (USA), Co-Chairman Emeritus, Council on Foreign Relations; Former Treasury Secretary
Rudd, Amber (GBR), MP; Former Secretary of State, Home Department
Rutte, Mark (NLD), Prime Minister
Sabia, Michael (CAN), President and CEO, Caisse de dépôt et placement du Québec
Sadjadpour, Karim (USA), Senior Fellow, Carnegie Endowment for International Peace
Sáenz de Santamaría, Soraya (ESP), Deputy Prime Minister
Sawers, John (GBR), Chairman and Partner, Macro Advisory Partners
Schadlow, Nadia (USA), Former Deputy National Security Advisor for Strategy
Schneider-Ammann, Johann N. (CHE), Federal Councillor
Scholten, Rudolf (AUT), President, Bruno Kreisky Forum for International Dialogue
Sikorski, Radoslaw (POL), Senior Fellow, Harvard University; Former Minister of Foreign Affairs, Poland
Simsek, Mehmet (TUR), Deputy Prime Minister
Skartveit, Hanne (NOR), Political Editor, Verdens Gang
Stoltenberg, Jens (INT), Secretary General, NATO
Summers, Lawrence H. (USA), Charles W. Eliot University Professor, Harvard University
Thiel, Peter (USA), President, Thiel Capital
Topsøe, Jakob Haldor (DNK), Chairman, Haldor Topsøe Holding A/S
Turpin, Matthew (USA), Director for China, National Security Council
Wahlroos, Björn (FIN), Chairman, Sampo Group, Nordea Bank, UPM-Kymmene Corporation
Wallenberg, Marcus (SWE), Chairman, Skandinaviska Enskilda Banken AB
Woods, Ngaire (GBR), Dean, Blavatnik School of Government, Oxford University
Yetkin, Murat (TUR), Editor-in-chief, Hürriyet Daily News
Zeiler, Gerhard (AUT), President, Turner International