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Marcello Pamio

Siamo in piena emergenza «pediculosi».
Per coloro che non masticano l’etimo, «pediculosi» deriva dal latino «pedicŭlus» (e il suffisso medico - «osi») che significa semplicemente infestazione di «pidocchi».
In pratica le teste dei nostri figli pullulano di questi piccoli ma fastidiosissimi parassiti.
Non passa giorno infatti che non arrivi un messaggio sui vari gruppi whatsapp (scuole e/o privati) su questa pericolosissima infestazione. Le mamme allarmate entrano automaticamente in «modalità panico», iniziando a comportarsi come un batteriologo del CDC di Atlanta in presenza di una epidemia di Ebola: con tanto di mascherina e guanti sterilizzano tutto quello che il piccolo untore ha toccato: federe del cuscino, coperte, lenzuola, asciugamani, guanti, berretto, ecc.

Il secondo livello è rappresentato dalla ricerca: mediante una lente d’ingrandimento comperata per l’occasione su Amazon, scandagliano ogni millimetro quadrato della cute, alla disperata ricerca di una qualche forma di vita aliena.
Il panico si trasforma in terrore quando uno qualsiasi dei membri della famiglia si gratta la testa, anche se i pidocchi non c’entrano nulla. Nessuno in casa può fare gesti inconsulti durante «l’emergenza»….
Poi nei momenti di tranquillità, le mamme-del-CDC iniziano a sondare la rete alla ricerca di rimedi chimici o naturali. E qui viene il momento più triste per i poveri bambini che subiscono ogni sorta di trattamento: spazzolature forzate, alternate a phonate alla massima potenza; dal puzzolente olio di neem, all’aceto di mele per passare all’olio essenziale dell’Albero del The e finire con una tristissima spalmata di maionese sulla testa, che si dice essere un rimedio della nonna che funziona.
Il momento è delicato e nessuno in casa, tantomeno l’uomo con i pantaloni, può fiatare perché quando il livello di allarme ben esposto sulla parete del frigorifero, da Charlie, Bravo, Alfa 3, Alfa 2 arriva ad Alfa1, la mamma diventa l’espressione manifesta della Legge Marziale.

Senso delle pediculosi
Per comprendere il significato delle parassitosi, è necessario dimenticare la teoria del chimico francese Louis Pasteur, che va sotto il nome di «teoria dei germi» o «monomorfismo».
Una teoria divenuta dominante perché comoda all’Industria Chimico-farmaceutica e che da quasi due secoli sta facendo disastri. La realtà è che i microbi sono parte integrante della Natura e dell’organismo, non sono patogeni, ma al contrario sostengono e favoriscono i processi di guarigione.
Siamo costituiti da 1014 batteri di oltre 400 specie diverse. Detto in altri termini, per nove decimi l’uomo è fatto da germi.
Esattamente come le mosche e i vermi non sono la causa della spazzatura, così batteri e parassiti cercano un habitat, un terreno idoneo e adeguato per nutrirsi e riprodursi.

Lo ha dimostrato il medico batteriologo francese Antoine Bechamp, contemporaneo di Pasteur: «il microbo non è nulla se paragonato al terreno».
Quindi germi e parassiti sono delle forme viventi che si manifestano e proliferano nel corpo durante lo sviluppo di particolari processi fisiologici, simbiotici con un tessuto di determinata origine embriologica.

I pidocchi
Perché in una stessa classe o in una famiglia i bambini o figli possono avere i pidocchi, ma quasi mai tutti insieme o allo stesso modo? E perché qualcuno se li «becca» ogni volta e qualcun altro mai?
I pidocchi non saltano da una testa all'altra, possono certamente transitare temporaneamente ma si annidano e proliferano abbondantemente SOLO nella testa del bambino che vive la percezione ripetuta di «non sentirsi accarezzato» da mamma e papà, per cui la cute del cuoio capelluto è in una continua altalena di fasi attive e soluzioni.
Siamo in presenza dei tessuti ectodermici del neoencefalo, per cui i pidocchi si sviluppano all’inizio della fase PCL-A, cioè della risoluzione del conflitto.

L’epidermide della cute è formata da sette strati.
Se il bambino vive il «conflitto di separazione» da mamma e papà, perché non viene accarezzato e coccolato come lui vorrebbe, la corteccia si irrita creando una riduzione della cute (piccoli «buchi») in modo da «allargare» il tessuto con lo scopo di sentire meglio il contatto che è venuto meno con mamma e papà.
In questa fase non ci sono sintomi, non si sente nulla.
Quando si va in risoluzione perché avviene finalmente l’anelato contatto, l’epidermide va in riparazione e avviene la ricostruzione del tessuto con riepitelizzazione.

Esattamente SOLO in questa fase possono attecchire i pidocchi perché, in quanto parassiti, si nutrono proprio degli strati di epitelio che si staccano dalla cute.
Le controprove sono diverse, per esempio un bambino che non vive in casa il «conflitto di separazione» non potrà mai predisporre il terreno ai pidocchi. Capita anche che lo stesso bambino alterni il fastidio, in base proprio all’oscillazione di questa percezione: un figlio di genitori separati che sente fortemente la separazione dalla mamma, quando sta con lei ha i pidocchi (fase di soluzione), e quando sta con il papà non ne ha, perché è in fase attiva di separazione…
Le continue recidive creano situazioni difficili da gestire e complesse da uscirne.

Conclusione
Ovviamente quando il parassita prende il sopravvento, crescendo a dismisura e creando disturbi e fastidi, bisogna intervenire: dall’asportazione meccanica ai vari rimedi, meglio naturali.
Ma è di fondamentale importanza per tutti comprenderne il senso biologico, altrimenti non se ne verrà fuori.
Ci viene in aiuto il dizionario dei sinonimi perché il termine «pidocchio» indica anche una «persona attaccata al denaro», ma in senso lato una persona «avara», «tirchia».
In questo caso, avara e tirchia di cosa? Di carezze, coccole e affetto!
I parassiti sono un sintomo di un processo biologico in corso e rappresentano la cartina al tornasole della nostra società tutta concentrata su preoccupazioni affaristiche ed economiche; in cui i potentissimi mezzi di comunicazione (facebook, whatsapp, ecc.) ci stanno allontanando, facendo perdere il contatto e le relazioni vere.
Il sintomo e la manifestazione della pediculosi ci insegnano e indicano (purtroppo a spese della testa dei nostri figli) la strada da intraprendere per migliorarci ed evolvere.
Non credete: verificate!

Per approfondire

"Anche i parassiti hanno il loro senso biologico: quando, come e perché" https://magazine.5lb.eu/2014/09/parassiti-hamer-pidocchi-5098.html?m=1

Marcello Pamio

Il magico periodo di dieci lune, nelle quali l’alchimia della vita si manifesta nella sua massima potenza, organizzando la Vita dentro la Vita, generando un essere dentro un essere, può nascondere delle insidie…
Secondo infatti la visione distorta della «medicina padronale» detta anche «medicina protocollare» o «medicina interventista», la gravidanza è diventata un «fattore di rischio», un passaggio anti-fisiologico da medicalizzare e ospedalizzare.
Per questo motivo durante i nove mesi, invece di rimanere tranquille a godersi uno dei periodi più belli in assoluto, le donne si lasciano sottoporre a una serie infinita di esami e controesami, vivendo per tutto il tempo con l’ansia dei risultati. Ecografie quasi mensilmente, alternate a esami ematici e urinari, per non parlare delle entità terribili che girano indisturbate nell’aria e negli alimenti, come il toxoplasma, il citomegalovirus, lo streptococco, la candida e il diabete gestazionale! Tutto può essere letale, ma per fortuna la medicina ha messo a punto dei test per fugare ogni dubbio. La realtà è che sono i continui esami stessi (con gli onnipresenti falsi positivi) a creare e alimentare i dubbi…
Uno di questi test è la curva di carico.

La curva da carico
Con l’acronimo OGTT («Oral Glucose Tollerance Test», OGTT) s’intende il «Test orale di tolleranza al glucosio», volgarmente detto “curva da carico”.
Consiste nel misurare la concentrazione ematica di glucosio prima e dopo la somministrazione orale di una certa quantità di zucchero (75 grammi di glucosio sciolti in circa 300 ml di acqua), per poi successivamente effettuare alcuni prelievi, dopo un’ora e dopo due ore, per la misurazione glicemica.
Ufficialmente viene richiesta dal medico ai soggetti con alterata glicemia a digiuno, cioè persone che a digiuno hanno una glicemia compresa fra 110 e 125 mg/dl, ma che non hanno diagnosi di diabete mellito. Viene richiesta anche durante la gravidanza tra la 24 e 28ma settimana.
Se la glicemia a digiuno è maggiore o uguale a 126 mg/dl, il test (curva da carico) non ha senso perché tali valori permettono al medico di fare la diagnosi di diabete conclamato.

Non tutti sanno che fino all’anno 2000 il “valore normale” per la glicemia era 140 ml/dl, cioè entro i 140 milligrammi di glucosio per decilitro di sangue la persona era universalmente considerata sana.
Poi un gruppo (panel) di ricercatori, con a capo un consulente pagato direttamente da Aventis, Eli Lilly, GlaxoSmithKline, Novartis, Merck e Pfizer, ha deciso di abbassare il valore a 126 mg/dl, facendo così di fatto aumentare di svariate decine di milioni i nuovi clienti per le lobbies.
Stiamo parlando di persone sanissime, senza patologie, diventate diabetiche perché qualcuno ha deciso di abbassare i “valori di normalità”, e questo qualcuno era stipendiato dai venditori di droghe e insulina. Dovrebbe far riflettere…

Diabete gestazionale
La medesima cosa è avvenuta per le donne gravide…
Qualche anno fa nessun medico sano di mente avrebbe consigliato il test del carico glicemico indistintamente, come sta avvenendo oggi, a tutte le donne incinte, ma semmai solo in rarissimi casi in cui le evidenze cliniche erano sospette o lapalissiane (obesità, patologie antecedenti, predisposizioni familiari, fattori di rischio, ecc.).
Oggi invece è un esame di routine!
Gli attuali parametri per stabilire se una donna incinta ha il cosiddetto «diabete gravidico», guarda caso sempre più diagnosticato, sono quando la glicemia al primo controllo a digiuno risulta essere ≥ 92 mg/dl e ≤ 126 mg/dl.

I medici ufficialmente credono che durante la gravidanza la glicemia per così dire “normale” sia molto più bassa rispetto alla situazione al di fuori della gravidanza (a digiuno inferiore di 80-85 mg/dl). Questo pensiero nichilista ben rappresenta una scienza sempre più distante dalla Natura e dalle sue leggi ferree. Quello che capita “normalmente” invece è esattamente il contrario: se la futura mamma vive per un qualsiasi motivo ansia e preoccupazione (più che legittima) per la creatura che ha in grembo, magari per l’assenza del padre che deve lavorare, o perché sta vivendo una situazione di «opposizione», il suo cervello ordina al pancreas e al fegato di mantenere alto il livello dello zucchero (carburante per eccellenza) per avere l’energia sufficiente a trovare una soluzione, e questo anche in assenza di carboidrati!
Biologicamente a cosa serve lo zucchero? E’ l’energia primaria per il cervello, usata anche dai vari organi e muscoli, per attivare il programma biologico dell’«attacco o fuga».
In Natura tutto è funzionale e tutto ha un senso. Non si tratta di un problema di salute, come vogliono far credere, non è diabete, ma solo il meraviglioso e perfetto meccanismo messo in atto dal cervello per superare un momento particolare.
Il grossissimo problema è che sempre più donne, non conoscendo queste informazioni e non sapendo come funziona l’essere umano, eseguono il test in buona fede e finiscono stritolate dentro il meccanismo diabolico chiamato «Disease mongering», ovvero creazione di malati. Si ritrovano così a doversi bucare le dita ogni giorno per misurare col glucometro, gentilmente fornito dalle ASL, il livello di zucchero nel sangue, creando ansia e preoccupazioni inutili. Inutili perché il diabete non ce l’hanno (se non in casi rarissimi), ma vengono convinte di averlo, con tutte le inimmaginabili conseguenze psico-emotive che la paura della malattia può scatenare nella donna e nella sua creatura...

Glucosio Liofilchem
A tal proposito casca a fagiolo in Italia il farmaco «Glucosio Liofilchem da 500 mg/ml sciroppo».
Questo è l’ennesimo regalo dell’AIFA durante il mandato del ministro Beatrice Lorenzin.
L’autorizzazione alla sua immissione in commercio (AIC) infatti è datata 19 dicembre 2017, e pubblicata in Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.38 il 15/02/2018.
La titolare dell’AIC è Liofilchem Srl con sede a Roseto degli Abruzzi (TE), il produttore del principio attivo è la francese Roquette Freres, mentre il produttore finito è la Dompè Farmaceutici Spa de l’Aquila.

Questo glucosio è sotto forma di sciroppo e viene usato per il test del carico glicemico: ma la cosa interessante è la composizione…
Ogni flacone da 150 ml contiene oltre a 75 g di destrosio (glucosio) monoidrato, anche degli eccipienti: aroma gusto arancia, metile paraidrossibenzoato, propile paraidrossibenzoato e acqua purificata.[1] Questi ultimi due rientrano nella triste categoria dei «parabeni» e vengono usati come conservanti.
Tralasciando l’aroma “gusto arancia”, la cui origine sarà sicuramente chimica, una donna gravida facendo il test di carico assieme al glucosio beve anche sostanze come i benzoati.
I medici convincono le donne ad eseguire la curva da carico, sottolineando che si tratta di un banale beverone di acqua zuccherata, ma in realtà non è così.

Cosa possono provocare i benzoati?
I parabeni vengono eliminati attraverso le urine sotto forma di acido ippurico, quindi tendenzialmente non si accumulano nell’organismo, ma alcuni ricercatori stanno studiando la possibile correlazione tra la loro assunzione e l’insorgenza di disturbi quali irritazione gastrica con relativi disturbi digestivi, problemi della crescita, insonnia, asma, irritazione oculare, orticaria e iperattività.
Negli ultimi anni sono state avviate indagini per comprendere anche  gli effetti dei parabeni su organi riproduttori e sugli embrioni,[2] questo perché sembrano turbare il delicatissimo equilibrio ormonale. E questo equilibrio in una donna gravida è già di per sé instabile...

Conclusione
L’intento di questo articolo è accendere i riflettori su un esame erroneamente considerato innocuo e per questo prescritto a tantissime donne.
Intristisce il fatto che l’attuale sistema, sempre più incastonato in un dedalo di protocolli standardizzati, e per questo disumanizzanti, invece di sciogliere 75 grammi di semplice glucosio in 300 millilitri di acqua depurata, come stabiliscono le direttive scientifiche internazionali, utilizzi un vero e proprio «medicinale» (così viene descritto il “Glucosio Liofilchem” nella Gazzetta Ufficiale) contenente sostanze chimiche come i parabeni!
Certamente è più veloce, facile e meno rognoso un prodotto già pronto e confezionato, ma il gioco in questo caso vale la candela? I rischi possono essere alti, perché gli utilizzatori non sono soltanto le donne gravide, ma anche le loro creature...

[1] Gazzetta Ufficiale, Serie Generale nr.38 del 15/02/2018, Comunicato AIFA

[2] «L’allergia ai parabeni», www.allergopharma.it/info-utili/lallergia-ai-parabeni/

Marcello Pamio - 12 giugno 2018

Si chiama «campo estivo di Google», o più semplicemente «The Camp», ma attenzione: non è un grest per bambini, ma per “piccoli” miliardari, alti dirigenti web, attori, cantanti e premi Nobel.
Con trombette e cotillon si sono riuniti per tre giorni dal 5 al 7 agosto 2016 in Sicilia nel lussuoso albergo Verdura Golf & Spa Resort. Riservatezza totale per gli oltre trecento illustri ospiti che atterrati all’aeroporto di Palermo con jet privati sono stati poi trasferiti in elicottero nella suddetta struttura. 
Tra i partecipanti: CEO di grandi imprese della rete come eBay, Uber, Google, SpaceX, Tesla, rappresentanti del mondo della finanza, cantanti, attori e diversi giornalisti. Tra gli ospiti italiani Jovanotti, Lapo Elkann (onnipresente al Club Bilderberg), l’amministratore di Vodafone Vittorio Colao (presente anche lui a giugno 2018 al meeting del Club Bilderberg di Torino) e l’imprenditore turistico pugliese Aldo Melpignano.
Ufficialmente lo scopo dell’incontro era: scambiarsi idee su argomenti di scienza, tecnologia, affari, arti e cultura. Temi che andavano dall’allungamento della vita umana, alla progettazione delle città del futuro. 
Naturalmente oltre a simili argomenti impegnativi, nel pomeriggio gli invitati potevano divertirsi con intrattenimenti e sport come vela, flyboard, quadski, paddleboard, golf, bici e molto altro ancora. 
Anche in questi incontri, esattamente come in quelli del Club Bilderberg, è vietatissimo registrare audio e video, per cui nessuno sa con esattezza cosa si siano detti in quei giorni. 
Qualcosa ha fatto trapelare, seppur in maniera inconsapevole, Jovanotti…
Ed in effetti il quadro generale sta prendendo forma, proprio grazie alle esternazioni del cantante.
Nell’ultimo periodo, tra inviti e dichiarazioni molto ambigue, Jovanotti dimostra di essere stato cooptato da un certo tipo di Sistema...

Firenze, 3 giugno 2015
Ospite d’onore all’Università dell’ateneo toscano, Jovanotti si è lasciato sfuggire alcune frasi molto intriganti.
Ecco le esatte parole: «…Ad un summit segret…ehm…privato, molto molto esclusivo. Non posso parlare liberamente perché era un incontro “off the record”, ovvero era un incontro a porte chiuse, senza nemmeno la connessione internet. Di fatto è stato molto interessante, c’erano premi Nobel, amministratori delegati di multinazionali, aziende farmaceutiche, tecnologiche, ingegneri, attivisti dei diritti umani, femministe, c’era perfino il capo della Banca mondiale, ma nessun politico. Non c’era un politico.
Perché non c’erano i politici? Io l’ho domandata questa cosa: perché non servono!
In questo ambito la politica non è importante». 
Il summit segreto a cui si riferisce Jovanotti è ovviamente “The Camp” del colosso Google.
Dopo questo incontro ancora più inquietanti sono le sue affermazioni durante un concerto.

Bologna, 14 aprile 2018
Al mega concerto di Bologna, Jovanotti fa comprendere chiaramente che, da giovane ribelle e contestatore quale era, si è trasformato in uno dei tanti megafoni ufficiali del Sistema. 
Sul palco il 14 aprile (in un periodo molto caldo dal punto di vista politico) le sue affermazioni su vaccini e Fake News sono molto tristi e inequivocabili. 
(video di 36 secondi https://www.youtube.com/watch?v=PUCEdwf30ok ).
Ecco le sue parole: «Io posso fare una ricerca su internet ma c’è gente che ha dedicato la vita allo studio delle malattie, allo studio delle cure. Queste persone che hanno passato la vita allo studio della medicina, che è faticoso, io non credo che siano lì per fregare il prossimo...si fanno le ricerche su internet ma poi ci si affida a chi ne sa di più».
Questo profondissimo discorso era corredato da immagini gigantesche proiettate sul megaschermo!
La domanda sorge spontanea: come mai Jovanotti, durante un suo concerto prende una posizione così schierata? Posizione che ovviamente va contro la sua stessa natura?

Jovanotti e la strana afonia
Come diceva il grande Carl Gustav Jung: «Tutto quello che non portiamo in coscienza ci ritorna».
E sembra proprio che a Jovanotti stia ritornando indietro qualcosa.
Attenzione alle date…
Il 14 aprile il cantante fa quel tristissimo spot sui vaccini a Bologna e … dopo più o meno un giorno gli viene un misterioso edema alle corde vocali che causa il rinvio della data successiva del 16 aprile.
Molto interessante come coincidenza, vero? Cos’è successo? Come mai una laringite, che indica «spavento»? Per quale motivo è «rimasto senza parole»? 
Non ci è dato sapere se nei giorni successivi al concerto egli ha avuto anche una leggera bronchite, perché se ciò fosse avvenuto, sarebbe la prova che il cantautore prima di essere stato spaventato ha subito - in maniera più o meno velata - una minaccia…
La laringe si attiva con lo spavento, mentre i bronchi si attivano con la minaccia.
Secondo le straordinarie «Leggi Biologiche» l’edema delle corde vocali con conseguente afonia è un processo infiammatorio che va a «riparare» una situazione nella quale si è provato uno spavento...qualcosa che ha «lasciato senza parole». Il sentito biologico (che precede lo stato coscienziale) è esattamente questo: un sussulto che attiva l’epitelio della laringe per permettere di «tirare dentro più aria per poi gridare più forte». 
Quando arriva lo spavento la persona si sente ammutolita, senza parole, senza fiato. 
E basta una semplice telefonata per innescare il tutto…
Poi finalmente con il concerto si rimuove l’origine dello spavento, cioè quello che è stato imposto e/o minacciato, e la laringe va in «riparazione» creando edema e lasciando «senza parole» (esattamente la sensazione provata al momento del trauma).
Jovanotti stesso ha pubblicamente affermato che è la prima volta in assoluto che gli capita qualcosa del genere in carriera, forse perché è la prima volta che viene minacciato e obbligato a dire alcune cose?
Come venire fuori da questa soluzione? 
Semplice: se Jovanotti è stato cooptato da un certo tipo di Sistema e questo gli sta imponendo qualcosa che crea conflitti, mettendo così a repentaglio la sua voce, non gli rimane altro che una terapia biologica e sensata: urlare al mondo quello che sta succedendo, esternando il vissuto, e facendo capire ai fans che non è stato comprato del tutto…