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Marcello Pamio

Era solo questione di tempo…
Il «dio in terra», quello col camice bianco e l’ego malato, da molti decenni sta mettendo le mani e i nanobisturi nel DNA, nella catena della Vita, nel «libro segreto» e delicatissimo.
Ovviamente se lo fanno è perché stanno lavorando per noi, d’altronde il fine ultimo è sempre il miglioramento, la diagnosi precoce, la prevenzione e la guarigione. Cosa c’è di più nobile?
Però questo tipo di manipolazione disastrosa ha un preciso nome: «eugenetica». Termine coniato nel 1883 dall’antropologo britannico Francis Galton (1822-1911), nipote di Charles Darwin (1809-1882), per indicare quella disciplina che avrebbe lo scopo di favorire e migliorare le qualità di una razza.
Le teorie malate di Galton, sostenute e amplificate dalle correnti darwiniste e malthusiane, vennero assorbite e diffuse prima nei paesi anglosassoni (Inghilterra e Stati Uniti in primis) e infine nella Germania nazista[1]. Avete letto bene, Hitler venne in contatto con le teorie razziali durante la sua prigionia nel carcere di Landsberg leggendo proprio i trattati razziali dei ricercatori inglesi e americani. Ma anche se il führer ha avuto un leggero ritardo, i suoi medici non hanno mai smesso di ricercare…

L’esempio di Candido Godoi è illuminante. Si tratta di una cittadina, in uno sperduto angolo del Brasile, che ha un primato assai strano: il 20% dei parti è gemellare, quindi 1 su 5, quando la media mondiale è di 1 ogni 100. Ma non è finisce qua, perché oltre alle centinaia di parti gemellari, i bambini sono tutti biondi e con gli occhi azzurri!
Sarebbero i «figli» (vedi foto sotto) del tristemente noto Angelo della Morte, il dottor Josef Mengele.

Ebbene sì, sempre più evidenze dimostrerebbero che il medico dei lager è fuggito dalla Germania, sotto protezione della CIA, grazie ad un passaporto falso della «Croce Rossa» e all’intercessione del Vaticano. Il dottor morte sarebbe prima andato in Argentina e poi in Brasile, e qui avrebbe fatto per decenni esperimenti sulla popolazione…
Secondo i libri di storia, con il processo di Norimberga il nazismo è stato spazzato via, insieme ai suoi aberranti esperimenti. Purtroppo la realtà è sempre molto distante.

Oggi all’eugenetica hanno infilato un vestitino nuovo, edulcorandola con altri nomi.
D’altronde cos’è la «diagnosi prenatale» e cosa sono gli studi sul patrimonio genetico per la selezione genotipica dei soggetti a rischio di malattie? Per non parlare della selezione germinale mediante la scelta di gameti conservati nelle banche del seme. O che ne so, scegliere in un catalogo i tratti genetici (biondo, alto, occhi azzurri, sportivo, ecc.) che vorremmo in nostro figlio?
Non è eugenetica vedere in cataloghi specializzati i profili delle madri surrogate? Quelle donne che porteranno il bambino in pancia per nove mesi e poi lo cederanno per soldi ad altri. Le donne in catalogo possono essere bionde, more, ricce, lisce, bianche, nere, asiatiche, e per ogni donatrice è elencata altezza, peso, titolo di studio e hobby[2]. Quindi il ricco compratore può scegliere e selezionare le caratteristiche della donna il cui utero porterà dentro la sua «merce».

Nel 1968 la manipolazione della genetica umana viene delineata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e indirizzata solo alla riduzione della mortalità imputabile alla malattia e alla prevenzione della malattia stessa. Ma sappiamo essere solo chiacchiere e distintivi…
Dall’inizio del XX secolo ai nostri giorni, di acqua sotto i ponti della macabra ricerca ne è passata tantissima, e tralasciando le modifiche animali, arriviamo direttamente alla creazione dei primi esseri umani con DNA modificato.
L’inquietante notizia arriva dalla Cina.

Uno scienziato con gli occhi a mandorla ha dichiarato di aver contribuito a creare i primi esseri umani geneticamente modificati al mondo: due gemelle di cui ha alterato il DNA.
Alla fine due gemelline Lulu e Nana, di meno di un mese, sono i primi esseri umani nati con il loro DNA modificato grazie a una tecnica di ingegneria genetica chiamata Crispr.
Lo ha annunciato all’«Associated Press» lo stesso He Jiankui dell’Università di Shenzhen, in occasione di convegno a Hong Kong, il quale ha subito spiegato che l’intento non era di curare o prevenire malattie ereditarie, ma di rendere l’organismo resistente all’infezione dal virus HIV dell’Aids. A parte il fatto che ci sarebbero tante cose da dire su questo fantomatico retrovirus, ma ricordo che già nel 2015 i cinesi (ahinoi leader in questo settore) avevano annunciato al mondo di avere modificato geneticamente embrioni umani, non adatti, però, a essere impiantati.
Sono riusciti a manipolare uno zigote umano, derivato da ovociti fecondati da due spermatozoi, ottenuti con procedure di fecondazione in vitro.
All’epoca hanno usato la medesima tecnologia, la «Crispr-cas9» e i risultati sono stati allucinanti: il gene è stato “riparato” solo in pochi casi, mentre si sono avute diverse mutazioni non volute in altri geni. Infine, gli embrioni sono risultati essere composti da cellule geneticamente differenti.[3]

Nonostante questo sono andati avanti.
Finora tale tecnica è stata usata solo sulle cellule somatiche per curare malattie, ma non certo su quelle riproduttive o addirittura su embrioni umani.
Modificare e alterare ovuli, spermatozoi o embrioni significa mette le mani nelle caratteristiche genetiche che poi verranno trasmesse alla prole dell’individuo GM.
Questi esperimenti sono ufficialmente banditi nella maggior parte dei Paesi, eppure le tecniche di manipolazione genetica umana stanno proseguendo.
Alcuni ricercatori hanno addirittura definito l’esperimento del cinese «una mostruosità», perché gli embrioni manipolati erano sanissimi e non avevano malattie genetiche.

Perfino la dottoressa Jennifer A. Doudna, docente di chimica e biologia molecolare a Berkeley, una di quelle che ha contribuito alla creazione di Crispr, nel 2015 ha chiesto una moratoria mondiale sull’utilizzo della tecnologia che lei stessa ha sviluppato. Come mai?
Nel 2017 nella prefazione del libro scritto dalla Doudna, si paragona l’editing molecolare alla «bomba atomica», e in effetti nelle mani sbagliate, queste manipolazioni sono una vera e propria bomba ad orologeria che può deflagrare in maniera inaspettata.
Subito dopo l’annuncio della nascita delle due gemelle, la «Technology Review», rivista scientifica del prestigioso «Massachusetts Institute of Technology», riferisce che la procedura di modifica del DNA è stata descritta in un documento dell’università cinese di Shenzen ed era stata approvata dal comitato etico dell’ateneo.
Sette gli embrioni che sarebbero stati geneticamente modificati sul recettore CCR5, per una maggiore resistenza al virus dell’Hiv, e in futuro - aprite bene le orecchie - a quelli di vaiolo e colera[4].

Quindi gli embrioni prima, e le due gemelline poi, sono cavie da laboratorio per testare quella che sarà sicuramente la nuova frontiera genetica della «guerra ai germi».
Oltre ai vaccini esterni (che non funzionano e fanno danni), questi genialoidi da manicomio stanno manipolando il DNA per attivare e/o stimolare i geni adibiti alla risposta immunitaria!
Più chiaro di così!

Fin prima del concepimento l’uomo verrà geneticamente programmato per resistere a qualsiasi malattia infettiva e non, che loro hanno deciso.
Il concepimento naturale, da quest’ottica, è di per sé un atto riprovevole e soprattutto foriero di «errori», per questo sarà sostituito negli anni, dalla perfezione dell’ingegneristica molecolare.

Film di fantascienza, come «Gattaca: la porta dell’universo» (1997), o «The Island» (2005), stanno diventano sempre più realistici.
Nel primo la suddivisione in classi della società è rigidamente basata sul codice genetico. Solo i cosiddetti «Validi» sono concepiti in laboratorio e “scelti” dai propri genitori per avere accesso ai ruoli più in vista, mentre i «Non-validi», quelli nati da un rapporto amoroso naturale, sono destinati ai lavori più umili. Il messaggio è millimetrico: i figli dell’amore sono sfigati nella vita!
Il secondo film invece descrive un futuro molto prossimo, in cui una colonia chiamata «L’Isola» letteralmente “coltivati” in laboratorio migliaia di cloni come riserva di organi per i rispettivi padroni-umani.
Quanto manca alla realizzazione di queste visioni? Soprattutto ora che la bomba atomica è stata sganciata all’interno del DNA umano?

Supponendo che le due gemelline Lulu e Nana ce la facciano a crescere, quali potranno essere le conseguenze dirette e/o indirette del loro patrimonio genetico manipolato? La ricombinazione genica, e l’innata attitudine della Natura di correggere eventuali “errori” o “ingerenze”, aprono scenari da far impallidire il maestro dell’horror, Stephen King…

 

[1] «Eugenetica», http://www.treccani.it/enciclopedia/eugenetica/

[2] «Chi offre di più? Ovuli, uteri in affitto e bambini sintetici…», Marcello Pamio,  https://disinformazione.it/2018/05/29/chi-offre-di-piu-ovuli-uteri-in-affitto-e-bambini-sintetici/

[3] «In un laboratorio cinese è stato modificato un embrione umano», Internazionale, 25 aprile 2015 https://www.internazionale.it/scienza/2015/04/25/embrione-modificato-cina

[4] «Bimbe Ogm, Mit: c'è documento e ok etico» http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/ContentItem-ee664197-a83a-4c03-b4b8-c349e164b0aa.html?refresh_ce

 

Massimo Mazzucco

È il sogno proibito di tutte le case farmaceutiche. Una malattia che non c'è ancora, ma che deve per forza esistere, annidata là fuori da qualche parte, alla quale noi dovremo semplicemente dare un nome, una volta che l'avremo scoperta.
Per ora la chiameremo semplicemente malattia X.
Guardate cosa scrive «Eco Health Alliance», una organizzazione dedicata allo studio delle pandemie nel mondo. L’articolo si intitola «Malattia X: la prossima pandemia».
«A molte miglia dalla città più vicina, nascosto negli anfratti scuri di una grotta nella provincia Guangdong, lui aspetta. O forse si nasconde negli alti fogliami che avvolgono il fiume Kinabatangan. O forse giace dormiente in una delle migliaia di specie originarie dell’Amazzonia. E’ la malattia X».

Sembra l'inizio di film horror. E invece:
«Non è fantascienza, è la realtà. La malattia X è lo stupido nome dato alla minaccia estremamente seria che i virus sconosciuti rappresentano per la salute umana. Insieme alle febbri emorragiche come Ebola, Marburg, e Lassa, insieme ai virus encefalitici come MERS, SARS, e Nipah, alle malattie trasmettibili come la febbre emorragica del Congo, la febbre della Rift Valley o il virus della Zika, la malattia X è uno dei patogeni elencati di recente nella lista delle priorità dell'organizzazione mondiale della sanità.
Mentre abbiamo visto l'impatto che la maggior parte di queste malattie può avere - vi sono state grosse pandemie di SARS, Ebola, and Zika negli ultimi 15 anni - non sappiamo che cosa posso fare di preciso la malattia X, perché ancora non conosciamo cosa sia.
Ci sono 1,67 milioni di virus sconosciuti su questo pianeta. Al meglio delle nostre stime, qualcosa fra i 631.000 e gli 827.000 di questi virus hanno la capacità di infettare le persone. Gli scienziati attualmente conoscono solo 263 virus che possono infettare la popolazione, il che significa che non sappiamo praticamente nulla del 99,96% delle potenziali minacce epidemiche»

Cioè praticamente, metti il numero ipotetico a qualche milione di miliardi, e poi scopri che conosci solo l’infinitesima parte di quel numero potenziale. Questa è la petitio principii, applicata alla scienza.
«Sappiamo però quali specie possono più facilmente trasportare la malattia X. Conosciamo le famiglie virali alle quali la malattia X probabilmente appartiene, e quindi quali tipi di virus possono più probabilmente esserle simili. Grazie alla nostra mappa globale con i punti caldi a rischio di pandemia, noi sappiamo in quali parti del mondo la malattia X abbia più probabilità di attaccare le persone».

Cioè, la malattia non esiste ancora, ma loro sanno già a quale virus assomiglierà, e soprattutto dove andrà a colpire.
«Ed è qui che inizia la nostra ricerca. Eco Health Alliance partecipa al Global Virome Project, un progetto visionario che intende trovare e studiare la grande maggioranza dell'1,67 milioni di virus ancora sconosciuti. La speranza è quella di riuscire a sapere tutto sulla malattia X prima che ci colpisca»

Sono sconosciuti, ma loro sanno già che sono 1,67 milioni. Un po’ come quando calcolavano le "cellule dormienti di Al Quaeda", che nessuno sapeva dove fossero, ma che "erano almeno 5.000"

«La nostra missione è di dare un nome alla malattia X, per aiutare il mondo a prepararsi e a prevenire il suo arrivo fra gli umani. Oggi si trova probabilmente in una foresta a molte miglia di distanza dalla città più vicina, ma questo potrà cambiare rapidamente. Si stima che un virus respiratorio simile all'influenza possa raggiungere tutte le maggiori capitali del mondo nell'arco di 60 giorni. Sono la nostra esperienza e il nostro approccio multidisciplinare che si frappongono fra voi e la prossima epidemia»

Grazie a Dio che ci sono loro!
A questo punto, mi resta solo una domanda da fare: secondo voi, questo "prossimo virus" si annida veramente in una qualche foresta disabitata dell’Amazzonia, oppure si annida piuttosto in qualche laboratorio segreto di una grande casa farmaceutica?

Massimo Mazzucco, tratto da https://www.luogocomune.net/LC/21-medicina-salute/5073-e-in-arrivo-la-malattia-x 

Ecco la pagina della OMS che elenca la malattia X fra le urgenze di cui preoccuparsi

 

Tra i numerosi partner di questa fantomatica associazione, figurano corporation come Boehringer Ingelheim, Colgate, Johnson & Johnson; università del calibro di Princeton, Tufts, California e organizzazioni come CDCGHSA…

Elenco completo dei partner:

Boehringer Ingelheim, Colgate-Palmolive, Good Deed Seats, Harland Clarke, Johnson & Johnson, Cardiff University, Chittagong Veterinary and Animal Sciences University, Chulalongkorn University, Danau Girang Field Centre, Department of Ecology, Evolution, and Environmental Biology, Earth Institute Center for Environmental Sustainability, East China Normal University, John Hopkins Bloomberg School of Public Health, King Saud University, Princeton University, Ross University School of Veterinary Medicine, The Center for International Earth Science and Information Network, Tufts University Center for Conservation Medicine, University of California,

University of Free State, University of Pittsburgh School of Public Health, University of Pretoria, University of Wisconsin Nelson Institute for Environmental Studies, University of Wyoming, CDC Center for Disease Control & Prevention, Department of Veterinary Services, Malaysia National Institutes of Health, National Wildlife Health Center, Ministry of Health, Malaysia, NYC Department of Health, NYS Department of Environmental Conservation, Perhilitan, Sabah Wildlife Department, American Museum of Natural History, The Asian Nature Conservation Forundation, Convention on Biological Diversity, Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO), Future Earth, GHSA Global Health Security Agenda Consortium, International Union for the Conservation of Nature, Instituto de Pesquisas Ecologicas e Planetary Health Alliance

Marcello Pamio

Sarà una delle rivoluzioni tecnologiche più imponenti del nostro tempo e avrà effetti e ripercussioni sulla vita e sulla salute di miliardi di persone.
Mi riferisco al “5G”: la nuovissima generazione di trasmissioni dati, che permetterà di connettere ad altissima velocità miliardi di dispositivi che oggi sono semplici elettrodomestici “passivi”.
A breve gli oggetti dentro e fuori casa si trasformeranno in “esseri attivi”: frigoriferi, tivù, radio, forni, perfino abiti e qualsiasi oggetto elettronico o meno.
Secondo le previsioni, oltre 20 miliardi di dispositivi saranno interconnessi con la Rete entro il 2020.
Attualmente sarebbero “solo” più o meno 6 miliardi.

La connessione di quinta generazione renderà possibile lo sviluppo della telemedicina, dell’auto a guida autonoma e delle cosiddette città intelligenti, dove tutto è costantemente tenuto sotto controllo elettronico.
La “G” sta per “Generation” e infatti è la quinta generazione del cosiddetto standard per la trasmissione dati attraverso una rete di telefonia mobile. I precursori sono stato l’1G (il famoso e obsoleto «TACS») in cui i segnali radio erano “analogici”, il 2G (il GSM), il 3G (UMTS) e l’ultimo 4G (LTE, long term evolution, “evoluzione a lungo termine”).
Attenzione che a differenza delle altre generazioni, il 5G non è solo una nuova “interfaccia radio” perché qui la rete da “fisica” diventa “virtuale”, qui si vuole inglobare tutto…

Rischi elettromagnetici
Qualsiasi tecnologia presenta dei rischi, e quando si è nell’ambito delle onde elettromagnetiche tali rischi sono estremamente pericolosi perché riguardano la salute.
Con la nuova generazione ci potranno essere anche rischi di cyber-attacchi sulle future reti mobili, le quali conterranno informazioni personali e dati sensibili oggi inimmaginabili.
L’intero globo e tutti i dati umani finiranno nei server o nei cloud virtuali, mettendo a rischio la sicurezza planetaria.
Sul fronte dell’inquinamento delle onde elettromagnetiche invece, coloro che speculano e guadagnano stanno chiedendo la revisione delle regole italiane sui limiti elettromagnetici che rappresentano un freno alla realizzazione della futura rete.
Come sempre la follia e la cupidigia umane rasentano il paradosso: invece di diminuire i limiti attuali che sono di per sé troppo alti per garantire la sicurezza della salute, questi sciacalli chiedono di eliminare e/o abbassare tali limiti per far posto alla nuova tecnologia.
Il punto cruciale è il seguente: per raggiungere velocità così elevate è necessario utilizzare uno spettro di frequenza finora mai utilizzato. Il 5G sfrutta le onde millimetriche, vale a dire onde radio tra 30 e 300 GHz. Stiamo parlando di uno spettro di frequenza talmente elevato che nessuno Stato ha ancora assegnato, anche perché fino a qualche anno fa era impensabile utilizzare questo spettro per la comunicazione. Siamo nella fascia delle microonde, la cui frequenza va appunto da 250 MHz a 300 GHz, e la lunghezza d’onda da 1 mm a 10 cm.
Queste onde possono penetrare di qualche millimetro l’epidermide umana. Questa caratteristica particolare, come verrà spiegato tra poco, viene sfruttata nelle armi-non-letali a energia diretta in dotazione al Pentagono.
La caratteristica principale del 5G, che lo differenzierà dai precedenti standard, è la velocità di connessione: secondo gli operatori dovrebbe viaggiare 100-1000 volte più veloce dell’attuale 4G.
Ma come sempre il rovescio della medaglia è molto insidioso e pericoloso…

Italia e le sperimentazioni del 5G
L’Italia è il paese-cavia ideale per le lobbies. Lo sappiamo molto bene.
Con qualche spicciolo è possibile testare di tutto. Non è un caso che siamo l’unico paese al mondo a inoculare sulla popolazione infantile oltre 10 vaccini obbligatori, senza avere nessuno studio o trials clinici che ne garantiscano la sicurezza.
Quindi potevamo perdere anche questa sperimentazione? Ovviamente no, e infatti il nostro Paese è stato tra i primi in Europa e nel mondo ad avviarla.
Sono diverse le città scelte per le sperimentazioni (che sono già avviate): Milano, Prato, l’Aquila, Bari, Matera sono le cinque città dove il Ministero dello Sviluppo Economico ha fatto partire la sperimentazione del 5G, alle quali si sono aggiunte Roma e Genova.  
Città distribuite lungo tutto lo stivale che permetteranno di testare al meglio le potenzialità della nuova tecnologia e mettere alla prova le capacità degli operatori italiani di realizzare un’infrastruttura tecnologicamente all’avanguardia nel giro di pochi mesi.

Frequenze & appalti
Il governo Conte, quello del grande "cambiamento", ha appaltato le frequenze del 5G.
Le frequenze in gioco sono: 700 MHz, 3.700 MHz e 26 GHz.
Ad accaparrarsi i blocchi i soliti noti: Iliad, Telecom, Vodafone, Fastweb e Wind-Tre.
I 700 MHz sono andati a Iliad, Vodafone e Telecom. 
I 3.700 MHz sono andati a Telecom, Vodafone, Wind-Tre e iliad
I 26 GHz invece a Telecom, Iliad, Fastweb e Wind-Tre 

Soltanto Telecom e Vodafon hanno investito 4,8 miliardi di euro!
Il governo ha fatto Bingo perché è stato ampiamente superato l'obiettivo minimo: l'asta per il 5G porterà ben 6,55 miliardi di euro, oltre 4 miliardi in più dei 2,5 miliardi preventivati come soglia minima!

Infrastrutture per 5G
La nuova tecnologia impiegherà un’infrastruttura differente rispetto a quella del passato (a livello d’antenne e non solo) e protocolli comunicativi in grado di garantire una maggior capacità di banda, una maggior velocità di connessione e una minor latenza.
Vi sarà quindi l’implementazione di «piccole cellule», di cui si ignora il numero, ma sicuramente elevatissimo, che non andranno a sostituire le altre, ma a sommarsi alle attuali reti wireless in uso da Telecom (17.000), Vodafone (altrettanti), Wind Tre (26.000).
In Italia complessivamente ci sarebbero già 60.000 antenne di telefonia mobile, con quelle per il 5G raggiungeremo un numero folle.
Le antenne del 5G dovranno per forza di cosa crescere come funghi in ogni dove.
Attualmente le antenne per la telefonia sono distanti tra loro qualche centinaio di metri o qualche chilometro, per la nuova tecnologia dovranno essere presenti ogni cento metri e anche meno.
Le città e le campagne saranno invase da antenne: tetti, alberi, lampioni, campanili, ecc.

Ma tutto questo è per il nostro stile di vita, per il nostro ben-essere.
Pensate: potremo guidare la nostra autovettura seduti comodamente sul water di casa, mentre sorseggiamo una tazzina di caffè macchiato. Oppure potremo farci controllare a distanza la prostata dal medico urologo, grazie ad una app dello smartphone e un piccolo sensore che va infilato nel retto collegato al cellulare con cavo usb, e questo anche se il dottore è in vacanza e si sta rilassando alle isole Fiji. Ma sarà anche possibile, sempre dal cesso ma questa volta dell’ufficio, controllare se nel frigo di casa vi sono alimenti scaduti; se per esempio dobbiamo fermarci a comprare il latte parzialmente scremato con il quale macchiamo il caffè che beviamo alla mattina sopra il water…
Questa sì che è tecnologia!

Armi ad energia diretta
L’esercito statunitense ha sviluppato un sistema di controllo della folla non letale, chiamato «Active Denial System» (ADS). Dei veri e propri cannoni portatili montati su camion sparano onde millimetriche a radiofrequenza nella frequenza dei 95 GHz (esattamente lo spettro che rientra nel 5G) in grado di penetrare l’epidermide di 0,4 mm delle persone, producendo istantaneamente un’intollerabile sensazione di riscaldamento che li porta alla fuga.

Esattamente come il forno a microonde che purtroppo ancora molte persone usano in cucina, questi cannoni militari vanno a scaldare gli strati di acqua contenuta sotto la pelle…
Quindi per dare avvio al «Progetto 5G», migliaia di antenne, cioè piccoli cannoni («armi non letali»), saranno disseminati nelle città di tutto il mondo.
Quale sarà l’effetto sulla salute pubblica di un bombardamento costante di microonde? L’effetto sugli animali lo sappiamo già…

5G e la strage degli innocenti (uccelli)
In giro per il mondo si stanno verificando delle cose molto strane.
Casualmente nelle città scelte per la sperimentazione del 5G avvengono delle morie di uccelli da film di Hitchcock.
A Roma oramai lo hanno definito «l’incubo storni», in pratica uccelli dal cielo cadono stecchiti in terra come le mosche. Un vero e proprio disastro sia per i residenti che per gli automobilisti.
La stessa stranissima cosa sta avvenendo anche a l’Aquila.
Sono in corso indagini, ma al momento gli esperti interpellati non sanno dare nessuna spiegazione, anche perché forse non stanno seguendo la pista giusta, quella delle microonde!
La realtà è che migliaia di uccelli precipitano dal cielo…
Sappiamo benissimo che le onde possono disturbare seriamente l’orientamento spaziale degli animali che usano da sempre il campo magnetico terrestre (uccelli migratori, cetacei, delfini, ecc.).
Qui però gli uccelli vengono letteralmente stecchiti sul colpo!

Il mistero della Smart-Dust
Si chiama «Polvere intelligente» (smart-dust) e il Pentagono l’ha definita «la tecnologia strategica dei prossimi anni».[1]
Si tratta di un “pulviscolo intelligente” composto da miliardi di microscopici computer, della dimensione di un millimetro cubo, in grado però di incorporare sensori elettronici, capacità di comunicare via onde radio, software e batterie.
Questa “polvere” in grado di captare calore, suoni e anche movimenti, si può disperdere su territori immensi, anche grazie all’avio dispersione in cielo (tramite le scie chimiche).

Quando si parla di ricerche militari fantascientifiche il nome DARPA, braccio scientifico del ministero della Difesa, non manca mai. Dietro la smart-dust infatti c’è la «Defense Aduanced Research Projects Agency» (Darpa), l’Agenzia potentissima che ha inventato, tra le altre cose, Internet.
Per la polvere magica la Darpa si è affidata al dipartimento di ingegneria elettronica e informatica di Berkeley!
La rivoluzione di questi microsensori diffusi nell’ambiente «diventerà la primaria fonte di superiorità nei sistemi di armamento», come hanno candidamente dichiarato nel sito ufficiale www.darpa.mil.
Il problema è che la smart-dust abbinata sinergicamente alla tecnologia 5G potrà rappresentare il pericolo numero uno per la libertà, perché fornirà gli strumenti perfetti per il controllo globale assoluto.
Come sempre, purtroppo la realtà supera ogni più fervida immaginazione…

Conclusione
Dopo quanto detto diventa di vitale importanza impedire lo sviluppo della quinta generazione.
Rifiutiamo telefoni, smartphone e qualsiasi altro apparecchio e/o elettrodomestico nato per il 5G, o anche solo predisposto e implementabile alla nuova tecnologia militare!
Il nostro futuro e quello dei nostri figli lo abbiamo nelle nostre mani oggi.
Ricordiamo che i bambini sono gli esseri (come gli animali) più a rischio di ammalarsi, proprio perché si trovano nella fase delicata di crescita e di sviluppo.
Sarà un caso ma nel nostro paese i tumori in età pediatrica stanno crescendo a ritmo pandemico, e l’Italia vanta il triste primato a livello europeo.
Se non vogliamo avere il primato di mortalità infantile anche a livello mondiale, pensiamoci molto seriamente e subito…

 

Per maggiori informazioni

http://www.tankerenemy.com/2007/09/smurt-dust-ecco-la-polvere-che-spia.html?m=1

http://www.nogeoingegneria.com/tecnologie/sistemi-radar/smart-dust-una-griglia-di-controllo-globale/

[1] «Smart-Dust: ecco la polvere che spia», Federico Rampini «La Repubblica» del 31 ottobre 2002


Marcello Pamio

Tanto di cappello alle «armi di distrazione di massa» perché stanno lavorando egregiamente.
I neuroni della maggior parte delle persone vengono tenuti occupati da notizie inutili per non dire offensive. Ma forse al popolo-gregge va benissimo così.
Avanti quindi con le letterine del presidente Mattarella, uomo-pedina dei potentati europei e dei banchieri internazionali; avanti con gli sfoghi del multimiliardario Ronaldo; con Berlusconi, gli stupri di gruppo, ecc.
Stiamo parlando di fuffa, o per meglio dire nebbia, per il cervello già di per sé atrofizzato da anni di interventi di brain washing.

L’Italia è sotto attacco economico-finanziario-climatico e il popolino si preoccupa se Asia Argento parteciperà o meno a X-Factor, o se la coppietta dell’anno Ferragni-Fedez, organizzerà ancora festine al supermercato.
Stiamo assistendo e vivendo a scenari che superano la fantasia fervida dei registi hollywoodiani ma sembra che a nessuno interessi. Trombe d’aria e tornado da far invidia ai tropici stanno flagellando l’Italia; grandinate inverosimili; milioni di pesci nuotano per le strade del trentino;  migliaia di uccelli piovono dal cielo stecchiti a l’Aquila; mille auto prendono fuoco nel porto di Savona; ponti crollano trascinandosi via vite umane; migliaia di alberi letteralmente sradicati dal terreno; voragini si aprono nella terra, ecc. ed è tutto normale!

Piovono uccelli
Forse siamo stati indottrinati dai cartoni nei quali piovono polpette dal cielo, ma non è tanto normale che migliaia di uccelli cadano sull’asfalto morti stecchiti… 
L’episodio curioso è avvenuto lungo la statale 17, tra Bazzano e la stazione di Paganica, a l’Aquila. Una vera e propria “pioggia” che cadeva letteralmente dal cielo.

Oltre al numero di uccelli, a rendere la scena ancora più inquietante è che sembravano tutti morti all’istante. Sul luogo sono intervenuti l’ufficio animali problematici del Dipartimento, Asl e Istituto Zooprofilattico per indagare sulle cause del fenomeno.

Auto in fiamme
Mentre gli uccelli cadevano come foglie, nel porto di Savona circa 1000 auto hanno preso fuoco.
Lo scenario da film di guerra è avvenuto realmente dopo la mareggiata abbattutasi sulla costa ligure con onde alte oltre 7 metri.
Le motivazioni addotte come causa dell’incendio evidenziano seri disturbi mentali nei cosiddetti esperti e sono più inquietanti delle immagini stesse: le auto sono state completamente sommerse dall’acqua di mare, per cui da una parte c’è chi dà la colpa alle batterie che non avrebbero retto (allo shock?) creando un corto-circuito, dall’altra chi punta il dito sulle centraline (la maggior parte erano Maserati); infine che criminalizza la vicinanza e una mancata distanza di sicurezza tra le auto, per cui la forza del mare potrebbe avere causato un forte movimento che avrebbe portato alla rottura di un cavo, che a sua volta ha innescato il disastro.

Cosa sta accadendo
Tutto normale? Ovviamente i meteorologi all’unisono tirano fuori dal cilindro il classico, ma sempre politicamente corretto, “cambiamento climatico”. Basta questo termine per smorzare sul nascere ogni dibattito, e soprattutto ogni dubbio.
«La colpa è dell’anidride carbonica che sta facendo alzare la temperatura media della Terra. bla…bla...bla. Quindi alla fine l’unico responsabile è l’uomo con le sue attività industriali»... bla…bla…bla…
Il cambiamento climatico che sta mettendo in ginocchio alcuni paesi è il risultato della “ribellione” del pianeta Terra all’inquinamento ambientale, oppure la prova che è in atto una vera e propria guerra climatica, che nessuno ha il coraggio di denunciare?

Guerra climatica
La tecnologia esiste e qualcuno sta “giocando” da molto tempo con il clima grazie ad HAARP (High Frequency Active Auroral Research Program) e ad altre diavolerie, come per esempio i laser satellitari e i cannoni a energia diretta.
Ufficialmente HAARP rientra in un programma militare di studio delle proprietà della ionosfera per il miglioramento delle comunicazioni e dei sistemi di sorveglianza. Così dicono. Si tratta di un trasmettitore (costituito da una serie di antenne) in grado di trasmettere onde elettromagnetiche ad altissima potenza sulla ionosfera.

La realtà come sempre è un’altra cosa, innanzitutto più che trasmettitore sarebbe più calzante definirlo un gigantesco «riscaldatore» in grado di generare notevoli e soprattutto non prevedibili alterazioni della fascia dell’atmosfera elettricamente carica chiamata «ionosfera».
Sparando energia ad altissima potenza nella ionosfera questa può venire riflessa in modo mirato su obiettivi nella terra ferma, andando di fatto a modificare l’ambiente e il clima.
Cariche potentissime e super concentrate di energia diretta sparata verso il cielo e riflessa sulla terra potrebbero attivare e risvegliare vulcani, scatenare uragani o innescare terremoti? Potrebbero interferire modificando il clima di un’intera regione? La risposta probabilmente a queste domande è sì, ed è per questo motivo che i militari si interessano di «guerra climatica»…
In un simile scenario le «scie chimiche», cioè quelle griglie che gli aerei tracciano solcando il cielo sopra le nostre teste, non potrebbero rientrare (tra le varie funzioni che hanno) nella guerra climatica? Rendendo di fatto l’atmosfera elettricamente conducibile grazie alle sostanze irrorate e disperse (metalli, sali, ecc.), migliorano le comunicazioni militari e quindi anche le trasmissioni HAARP e degli altri cannoni energetici che sono in funzione ma che ancora non conosciamo…

 

Marcello Pamio

Il periodo storico che stiamo vivendo attualmente in Italia è certamente molto pregnante sotto vari punti di vista.
Nonostante i tentativi beceri del Sistema di deviare l’attenzione pubblica mediante le armi di «distrazioni di massa» (tragedie umane, violenze e stupri di gruppo, innocenti incarcerati, ecc.), quello che sta avvenendo è scandaloso. E quello che sta avvenendo non deve essere percepito dal popolo-gregge.

Il nocciolo della questione è questo: che piaccia o meno (che sia coerente o meno) in Italia c’è un governo democraticamente eletto dai cittadini. Abbiamo avuto una serie di governi tecnici (tecnicamente governi golpisti) che nessuno aveva voluto e/o votato. L’ultimo in ordine cronologico, sicuramente il più scandaloso, quello del Pd è stato una emanazione diretta dei Poteri Forti internazionali, e i risultati sono sotto gli occhi di coloro che ancora hanno dei neuroni adibiti a trasdurre la realtà: distruzione sistematica dello stato sociale.
Ora (apparentemente) le cose, anche a livelli internazionali, hanno preso un’altra piega, per qualcuno inaspettata: l’elezione di Donald Trump negli States, l’uscita dalla zona euro dell’Inghilterra e qui da noi l’elezione di un governo per così dire popolare.
Veniamo al punto: il governo giallo-verde, secondo l’establishment dittatoriale europeo, avrebbe la grave colpa di essere un governo populista, quindi molto pericoloso per la stabilità del Sistema stesso.
Certi Poteri stanno temendo l’effetto domino: l’Italia potrebbe infatti essere un esempio per altri paesi e quindi generare a cascata una deriva destabilizzante per l’ordine costituito. Per questo e altri motivi si deve fermare con ogni mezzo lecito o meno.

Attacco speculativo e finanziario
Esistono vari strumenti per far ritornare all’ovile la pecora nera smarrita: dalle agenzie di rating, al fantomatico spread.
Le agenzie di rating sono nate agli inizi del Novecento negli Stati Uniti e hanno lo scopo di analizzare la solidità finanziaria di soggetti quali stati, enti, governi, imprese, banche, assicurazioni. Le principali agenzie sono tutte statunitensi: Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch.
Il rating, che valuta l’entità del rischio di credito, si divide in due principali categorie: il rischio commerciale ed il rischio paese, ma non misura altri tipi di rischi quale il rischio di tasso o di cambio, ecc. La valutazione della capacità del debitore di far fronte al rimborso del proprio debito finanziario viene fornita ricorrendo ad una scala alfabetica, che va da un valore massimo ad uno minimo.
Un monitoraggio effettuato dall’Adusbef su oltre 1.000 “report” emessi a pagamento dalle maggiori agenzie di rating, anche di origine bancaria, ha rappresentato la prova che tali rapporti sono risultati sballati al 91% ed efficaci al 9%.

Quando le agenzie diffondono su internet, tramite lettere finanziarie o stampa specializzata i loro reports su società quotate, i consigli (ad acquistare: buy; vendere: sell; o tenere: hold ) 9 volte su 10 si sono rivelati vere e proprie bufale a danno dei risparmiatori i quali hanno messo a repentaglio il loro risparmio, con perdite maggiori rispetto alla loro normale capacità di investimento.
Le società di rating essendo pagate dai committenti e non dagli investitori, sono portatrici sane di un conflitto di interessi gravissimo.
Il 19 ottobre 2006, 2 delle 3 agenzie di rating che agiscono in regime di oligopolio, hanno declassato l’Italia, hanno dato cioè un voto negativo alla capacità dell’Italia di gestire la sua economia.
Non è la prima volta che questo accade, infatti nell’agosto 1992, Standard & Poor’s declassava il debito italiano e casualmente a settembre, l’ebreo ungherese George Soros, speculava sterlina contro lira.
Il risultato è stato la svalutazione del 30% della lira, uscita dallo SME (mercato europeo) e l’apertura ai capitali anglo-statunitensi che sono entrati nel nostro paese per comprare a prezzi stracciati aziende e società importanti come Iri, Enel, Ina, Eni, Cirio, ecc.
Grazie alla deregolamentazione dell’economia, queste agenzie sono diventate il “Grande Fratello” finanziario e hanno progressivamente accumulato un potere immenso, superiore a quello degli stati e delle banche centrali, determinando le decisioni di tutti gli attori economici globali. 

Dietro le agenzie…
Le «tre sorelle» del rating non sono solamente l’espressione dell’intreccio dominante delle multinazionali, ma una vera e propria struttura organizzata delle principali banche planetarie che controllano il sistema finanziario e debitorio delle nazioni e di tutti i settori dell’economia sia privata che pubblica. 
Dietro le potentissime agenzie ci sono infatti i soliti noti, come Capital World Investors, The Vanguard Group, BlackRock Fund Advisors, State Street Global Advisors.
Eccoli qua i signori della finanzia internazionale, coloro che decidono le sorti di società, multinazionali, governi e paesi.

Attacco all’Italia
E’ fuori da ogni discussione che nel nostro paese sta imperversando dall’esterno una vera e propria dittatura finanziaria e politica (Commissione Europea e banchieri internazionali) che a colpi di normative, spread e declassamenti vuole da una parte avvertire il governo di turno, e dall’altra intimorire le masse mediante spauracchi.
Si tratta di strategie magistrali che hanno lo scopo di indurre nel cervello delle persone la paura del cambiamento. E’ sempre meglio che le masse «preferiscano rimanere nelle loro catene abbandonando ogni velleità di liberazione».[1]
La paura di perdere denari, di inficiare il tasso del mutuo, di perdere valore di acquisto sta letteralmente bloccando e condizionando milioni di coscienze.
Una conferma arriva da «Zero Hedge», uno dei più importanti siti economici alternativi americano.
«L’Establishment europeo ha appena dichiarato guerra all’Italia» è il titolo con cui Zero Hedge commenta un’intervista alla CNBC di Jeroen Dijsselbloem, l’ex ministro delle finanze olandese che è stato presidente dell’Eurogruppo.
Nell’intervista Dijsselbloem invita apertamente la speculazione a lanciare un attacco alle finanze italiane, spiegando loro (ai mercati) esattamente come devono fare.[2]
La cosa gravissima è queste dichiarazioni sono uscite dalla bocca di un «consigliere strategico del Meccanismo Europeo di Stabilità, EMS», ossia quell’istituzione europea che dovrebbe fornire assistenza ai paesi dell’area euro che sono in crisi economica, e al quale l’Italia partecipa con più di 125 miliardi di euro, di cui oltre 14 miliardi già versati.

Ci si mette pure il clima
Non bastavano le critiche e gli attacchi politici da parte dell’Unione Europea, le speculazioni da parte delle istituzioni finanziarie globaliste, ora ci si mette anche il clima.
Il cambiamento climatico è oramai una verità oggettiva fuori da ogni discussione, se poi sia un fenomeno ciclico naturale o del tutto innaturale causato dall’uomo, questo è un altro discorso.
In questa sede interessa solo la guerra climatica. Usciamo una volta per tutte dall’aureola della cospirazione perché oggi sappiamo che la «guerra climatica» è una triste realtà. Lo sappiamo anche grazie alla denuncia di Fabio Mini, generale della Nato.
Secondo Mini: «La guerra ambientale non è più solo una ipotesi: è già in atto. Ma guai a dirlo, si passa per pazzi».
«La bomba climatica è la nuova arma di distruzione di massa a cui si sta lavorando in gran segreto per acquisire vantaggi inimmaginabili su scala planetaria. Alluvioni, terremoti, tsunami, siccità, cataclismi. Uno scenario che purtroppo non è più fantascienza».
«I militari hanno già la capacità di condizionare l’ambiente: tornado, uragani, terremoti e tsunami alterati o addirittura provocati dall’uomo sono una possibilità concreta»[3]

Se è vero quello che dice il generale, oggi i militari possiedono e usano una tecnologia in grado di modificare a proprio piacimento il clima di una regione.
Per cui se il governo di un paese qualsiasi non si sta comportando secondo il ruolino di marcia imposto dal regime, il Sistema può interferire direttamente e/o indirettamente sul clima (Haarp, scie chimiche, ecc. ma anche sul lato economico-finanziario e sanitario con epidemie) facendo piegare le ginocchia ai governanti di turno.
Viene da sé che in uno stato di calamità o di crisi diventa molto complesso portare avanti le proprie politiche per chi è al comando, anche perché essendo ancora dentro il meccanismo europeo (vera e propria prigione che ha di fatto cancellato le sovranità), non si possono mettere in atto politiche economiche e monetarie (stampare moneta per esempio), per cui si finirà incastrati ancor di più nella morsa degli aguzzini. A meno che…

Con questo non si vuole affermare che la situazione post-apocalittica che stiamo vivendo in queste ore in Italia sia una macchinazione diabolica di qualche mente perversa, ma la sincronicità quasi perfetta con gli altri accadimenti economico-finanziari fa sorgere almeno qualche dubbio...
Nonostante tutto questo bailamme economico-finanziario-climatico, il Regime che sta facendo di tutto per non perdere il potere acquisito è prossimo al collasso. E lo sanno alla perfezione.
Quello che è in atto - ignorato e oscurato volutamente dai media mainstream - è un profondissimo e inesorabile risveglio di coscienze. Certamente un processo lento, ma inesorabile e inarrestabile.
E va anche detto che dietro a questo movimento, altri governi stanno lavorando nell’ombra, non per contrastarlo ma per agevolarlo…

Note

[1] Diego Fusaro citazione

[2] «Hanno progettato il golpe. Per aggiotaggio», Maurizio Blondet, www.maurizioblondet.it/hanno-progettato-il-golpe-dijsselbloem-lo-ha-ammesso/

[3] «Clima impazzito? No è guerra climatica» Fabio Mini generale Nato,

 http://retenews24.it/clima-impazzito-no-e-guerra-climatica-parla-il-generale-nato-ecco-costa-accadendo-davvero-e-cosa-accadra-entro-il-2025/

Marcello Pamio

Il filoso, giurista e storico francese Charles-Louis de Secondat, noto solo come Montesquieu (1689-1755) è considerato il padre della teoria politica della separazione dei poteri.
Egli ha descritto la famosa tripartizione dei poteri: legislativo (fa le leggi), esecutivo (le mette in pratica) e giudiziario (che in teoria avrebbe il compito di farle rispettare). Questi poteri in una “democrazia” dovrebbero essere ovviamente separati e indipendenti gli uni dagli altri, ma sappiamo bene che nella realtà non è proprio così.
Qualche secolo dopo Montesquieu si sono materializzati altri due poteri: il «Quarto Potere», quello della carta stampata, e il «Quinto Potere», quello dei mezzi di comunicazione di massa (radio, televisione e oggi internet e dispositivi digitali).
Questi ultimi rappresentano lo strumento di controllo sociale e manipolazione della pubblica opinione, e coloro che li gestiscono hanno un responsabilità enorme.
Ultimamente si è aggiunto anche il «Sesto Potere», che va sotto il nome di «Big Data».

Il termine «Big Data» è stato usato per la prima volta nel 2014 e rappresenta il più occulto e paradossalmente il più subdolo e persuasivo degli altri cinque. Letteralmente significa «grandi dati», e rappresenta l’insieme delle tecnologie di analisi di enormi quantitativi di informazioni e la capacità di estrapolare, mettendo in relazione questi dati, eventuali legami e/o prevedere andamenti futuri.
Potrà sembrare fantascienza, ma qualsiasi cosa noi facciamo nella nostra vita, nella nostra quotidianità produce dati….
Nella vita virtuale, basta una ricerca su Google, un acquisto al supermercato, postare delle foto sui social, registrare un messaggio vocale, scrivere un tweet o un post, ecc.
Nella vita reale avviene la medesima cosa: quando si entra in una metropolitana l’obliteratrice traccia il nostro passaggio, come pure quando si passa per un casello autostradale o si acquista con carta di credito...
Questo enorme flusso di dati non va perduto, ma viene catturato da Big Data.
Le stime degli esperti fanno impallidire: nel 2000 tale mole di dati viaggiava a circa 1,5 miliardi di Gigabyte, mentre nel 2012 era di 650.000 petabytes.[1]

«Dall’alba della civiltà fino al 2003 l’umanità ha generato 5 exabytes (5 miliardi di gigabytes) di dati, mentre ora ne produciamo 5 exabytes ogni 2 giorni con un ritmo accelerato che raddoppia ogni 40 mesi»[2] Tali sconvolgenti previsioni però sono sbagliate in ribasso perché nel 2013 avevamo già prodotto ben 4.400 exabytes.[3]

Tutti questi dati vengono raccolti, analizzati e monetizzati: coloro che sono in grado di gestirli e interpretarli hanno un potere unico al mondo.

Data Mining
Con «Data Mining» s’intende l’insieme delle tecniche e metodologie che servono per l’estrazione di informazioni utili derivate da grandi quantità di dati. Avere infatti montagne di hard disk zeppi di fantamiliardi di informazioni non serve a nulla se non si è poi in grado di trasdurli nel concreto.
Queste tecniche sono quasi tutte automatizzate, grazie a specifici software e algoritmi. Al momento attuale vengono utilizzate reti neurali, alberi decisionali, clustering e analisi delle associazioni.
Le finalità del Data Mining possono venire applicate nei vari campi: economico, scientifico, marketing, industriale, statistico, ecc.
L’operazione parte da informazioni «criptiche», senza ordine apparente in un database e arriva a una conoscenza sfruttabile per vari fini, principalmente quello di tipo economico.

Ecco un banale esempio di utilizzo del Data Mining.

Il cliente che chiede un prestito a un istituto di credito compra abitualmente feltrini adesivi per i piedi dei mobili?
Se lo fa, le sue chance di ricevere il prestito aumentano. Il nesso, piuttosto curioso ma vero, è stato messo in luce proprio applicando strategie di Data Mining, che hanno evidenziato come chi compra feltrini tendenzialmente è un ottimo pagatore.[4]

Si tratta solo di un esempio ma dimostra come Big Data è in grado di sondare gli aspetti più intimi. Come fanno infatti a sapere che chi compra feltrini per i mobili è più affidabile di chi non li compra? Dall’altra parte come potranno essere usate queste informazioni dalle società di credito quando arriva in filiale un cliente che non ha mai comprato feltrini?
Tenuto conto che tali dati interessano la globalità dell’essere umano, per cui anche in ambito medico, come si comporteranno le assicurazioni e/o le banche, sapendo che Mario Rossi ha chiesto un mutuo o una polizza sulla vita, ma dal database risulta essere una persona geneticamente predisposta al cancro, o al morbo di Parkinson o all’Alzheimer?

Ricerca Motivazionale
La «Ricerca Motivazionale» rappresenta il fulcro centrale delle lobbies: cosa c’è infatti di più importante  che capire le vere motivazioni che stanno alla base dei comportamenti di acquisto dei consumatori? Tale “Ricerca” avviene dai primi decenni del secolo scorso, ma oggi con l’evoluzione della tecnologia, i risultati sono futuristici.
Analizzando i dati delle carte fedeltà e incrociandoli con quelli delle carte di credito, è possibile scoprire delle cose inquietanti su ognuno di noi.
I «programmi fedeltà» esistono solo per persuaderci a comprare di più. Ogni volta che usiamo tali carte, viene aggiunta al nostro archivio digitale l’indicazione di quello che abbiamo comprato, le quantità, l’ora, il giorno e il prezzo. Quando usiamo le carte di credito, l’azienda archivia la cifra e la tipologia merceologica: ad ogni transazione è assegnato un codice di quattro cifre che indica la tipologia di acquisto.
Dove vanno a finire questi dati, ora è facile immaginarlo…

Big Data & Big Pharma
Ecco come Big Pharma utilizza il Data Mining.
Le lobbies chimico-farmaceutiche spendono ogni anno miliardi in Ricerca e Sviluppo (R&D), ma ne spendono molti di più in marketing spudorato: comparaggio (corruzione), pubblicità di medicinali, e mandando negli studi medici i loro fedelissimi rappresentanti.
Questi per promuovere le loro molecole, oltre alle classiche informazioni sui farmaci e ai campioni gratuiti hanno un altro potente strumento: i report sulla storia prescrittiva del medico.
Le industrie cosa fanno? Comprano questi report da ditte specializzate (PDI, «Prescription Drug Intermediary»), che a loro volta acquisiscono i dati di prescrizione dei singoli medici dalle farmacie, collegandoli poi alle informazioni sui medici che comprano dall’AMA, «American Medical Association».[5]
Con questi sono in grado di sapere se il medico è un grande prescrittore oppure no; se adotta subito le novità consigliate e/o omaggiate; riescono ad avere maggiori strumenti per convincerlo a prescrivere il farmaco più costoso, e infine possono contrattare i propri compensi.
E’ un caso che l’industria farmaceutica rappresenta il primo consumatore dei dati di prescrizione?
Sono dati per loro fondamentali.

In Italia teoricamente questo non potrebbe avvenire perché vige il divieto alle farmacie di fornire dati, ma i dubbi rimangono sempre moltissimi, anche perché dove vanno a finire i dati dei farmaci acquistati (con o senza ricetta medica) quando il lettore del codice a barre della cassa scansiona prima i medicinali e poi il codice fiscale con la scusa di “detrarli”? Nel codice fiscale c’è il nome e cognome della persona e nella ricetta quello del medico prescrittore…
Si possono o no incrociare questi dati e avere un quadro generale della persona e del medico?

La privacy non esiste
La “privacy” esiste? No, serve solo a prendere in giro il popolo-gregge dando l’illusione che vi sia il rispetto della vita personale, ma questo rispetto non è mai esistito.
Non è certo una novità sapere che molte aziende vendono e altrettante aziende acquistano i dati personali di milioni di persone.
Chi gestisce questi dati non solo è in grado di costruire un profilo accuratissimo di ciascun individuo, ma anche di interferire molto seriamente nelle sue scelte.
Ne vediamo solo la puntina dell’iceberg quando visitando delle pagine web, subito dopo su Amazon, Google o altri siti appaiono magicamente delle pubblicità coerenti con quello che abbiamo visionato qualche istante prima. Su Amazon dei sofisticatissimi algoritmi dirigono le scelte consigliandoci addirittura i titoli di libri su argomenti che sanno ci interessano; Facebook per esempio ci suggerisce alcune precise amicizie; Booking invece ci suggerisce delle mete per noi ambite da sempre.
Come fanno? Hanno la sfera di cristallo o più semplicemente la responsabilità è solo nostra perché lasciamo in giro pezzetti di noi stessi?

“Like” e “Tweet”: il profilo psicometrico
Secondo alcuni analisti bastano pochissimi «like», i «mi piace», o qualche «tweet» per fare previsioni sul futuro comportamento di una persona.
Like e tweet rientrano nella categoria dei «rivelatori di preferenza».
Quello che non tutti sanno è che incrociando i dati è possibile arrivare a individuare gusti e caratteristiche molto più intimi e personali, che apparentemente sono disgiunti da quelli espressi con il singolo like.
La conclusione è preoccupante perché è possibile tracciare un identikit molto accurato di ogni individuo semplicemente da qualche dato lasciato nel cyberspazio: etnia, gusti alimentari, orientamento sessuale, opinioni politiche, e non solo possono essere predetti.
Pensate che con soli 70 like riescono a creare un «profilo psicometrico» che permetterebbe ai gestori di Big Data di conoscere quella persona meglio dei propri amici. Con 150 like l’analista è in grado di conoscerci meglio della nostra famiglia e con 300 like meglio del nostro partner…
La vita umana oramai è stata delegata e regalata nelle mani di spietati individui che per soldi e potere interferiscono con le nostre scelte, anche quelle più intime.

Cosa fare
Possiamo in qualche maniera tutelarci? Rinunciare ad internet non ha molto senso, almeno nella nostra società, ma almeno imparare ad usarlo correttamente per quello che è: uno strumento!
Oggi però questo strumento non viene usato dalle persone, sono le persone che vengono usate da esso.
Il mezzo è diventato il fine ultimo, e questo è assai pericoloso.
Disseminiamo l’etere ogni giorno di dati personali: acquistiamo in negozio con la carta di credito, compiliamo la scheda per la tessera fedeltà, andiamo in giro col telepass, ecc. ma quello che di noi perdiamo nel web e le tracce che lasciamo del nostro passaggio, non hanno paragoni. Ogni sito che visitiamo, video che guardiamo, articolo che leggiamo, banner che clicchiamo, oggetto che compriamo con paypal o carta di credito, per non parlare dei like o dei twitter sono tutti dati che vanno a riempire non solo Big Data, ma una cartella sempre più grande, che sopra ha l’etichetta col nostro nome e cognome...
Ora che sappiamo qualcosina in più di come funziona il Sistema, possiamo girare la testa dall’altra parte e continuare a fare quello che abbiamo sempre fatto; possiamo altrimenti decidere di usare il web (cellulare compreso, visto che lo smartphone non è più un telefono ma un computer tascabile perennemente connesso) con maggior consapevolezza e intelligenza di prima, o infine isolarci dal mondo tornando all’epoca della pietra, comunicando col piccione viaggiatore, nella speranza che qualche drone non lo intercetti...

 

[1] «Il Sesto Potere fagocita i nostri dati e li può utilizzare per controllarci», Giuseppe Arbia, «Il Giornale», 15 settembre 2018

[2] Eric Schmidt, nel 2010 era amministratore delegato di Google

[3] «Il Sesto Potere fagocita i nostri dati e li può utilizzare per controllarci», Giuseppe Arbia, «Il Giornale», 15 settembre 2018

[4] «Data Mining», http://www.intelligenzaartificiale.it/data-mining/

[5] «Limitazioni all'uso dei dati di prescrizione per la promozione dei farmaci negli USA», www.nograzie.eu

Marcello Pamio

Arriva dal Canada l’ultima provocazione, o sarebbe meglio dire, l’ultima degenerazione in ambito gender. Precisamente dalla «Fondazione Jasmin Roy Sophie Desmarais» con sede a Montreal.
Il progetto ha un titolo complesso: «Apprendimento sociale ed emotivo per aiutare i bambini nel processo di affermazione dell’identità» («social and emotional learning to help children with the process of identity affirmation».
Ad aiutare nella scelta del proprio sesso tutti quei bambini che hanno dubbi nella propria identità ci penserà un burattino in età scolare (per meglio impattare sui coetanei).

Il professore in questo caso è un trans-pupazzo di nome Julia, che però non riconoscendosi nel proprio corpo, vuole diventare Julien, un ragazzo.
Il messaggio per i bambini è semplice quanto inquietante: «il tuo genere non è dettato dalla biologia e il tuo corpo è irrilevante per quello che sei realmente, e può essere cambiato!».[1]

Il pupazzo, attraverso semplici ma persuasivi video, fornisce pertanto tutti gli «strumenti necessari» per i bambini e soprattutto per i loro genitori «disorientati» su questi temi.
Trattasi di vere e proprie lezioni video gratuite, che penetrano nell’inconscio collettivo e installano come un virus i concetti di identità di genere nei bambini «durante la prima infanzia».
L’introduzione di tale folle e pericolosissima ideologia gender per i piccoli del Canada ha avuto perfino il benestare del premier Justin Trudeau, questo per far capire che le operazioni sono condivise e accettate da tutti gli uomini facenti parte del Sistema.

In Canada la propaganda è così avanti che hanno proposto e realizzato perfino la «Drag Queen Reading Hour», cioè delle «drag queen» (quindi dei travestiti) che leggono libri e favole totalmente pro-Lgbt ai bambini nelle biblioteche di tutto il paese…
Tutto rigorosamente sotto forma di volontariato.
Oramai è oggettivo e lampante che è in atto un vero e proprio processo diabolico di cambiamento antropologico…

Note:

[1] «Canada, arriva il burattino trans per insegnare il gender ai bambini», http://www.ilgiornale.it/news/mondo/canada-arriva-burattino-trans-insegnare-gender-ai-bambini-1573713.html

Marcello Pamio

Paul Hewson detto Bono, leader degli U2 perde la voce in pieno concerto e il gruppo è costretto ad interrompere ed annullare lo show.
Nel sito della band irlandese sono ovviamente tutti: «dispiaciuti per la cancellazione di stanotte. Bono era in gran forma e con una gran voce prima del concerto e aspettavamo tutti la seconda serata a Berlino. Ma dopo poche canzoni, ha perso completamente la voce».[1]
Fin qui nulla di strano.
«Non sappiamo cosa sia successo e abbiamo consultato il medico», riferiscono ancora gli altri membri degli U2.
Ci auguriamo che il medico interpellato conosca le «Leggi Biologiche», perché solo così potrà dare una interpretazione seria.

Ovviamente il flop del concerto non scalfirà minimamente le sue sconfinate ricchezze: un patrimonio immobiliare (planetario) da sceicco, un parco macchine da emiro, tenore di vita da faraone e un’attrazione fatale per la grande finanza, per la Borsa. Con un patrimonio personale, a detta di «Daily Mail» quantificato in circa 1 miliardo di sterline![2]
Soldi a parte, quello che è accaduto a Bono è l’esatta fotocopia di ciò che ha vissuto Jovanotti qualche mese fa, quando il 14 aprile dopo aver fatto una tristissima marchetta pro-vaccini a Bologna durante un concerto dal vivo, gli viene un misterioso edema alle corde vocali che causa il rinvio della data successiva del 16 aprile.
Una laringite indica «spavento»: per quale motivo Jovanotti è «rimasto senza parole»? E’ stato minacciato? Gli hanno imposto di propagandare la bontà delle vaccinazioni?
Tornando ai diversamente-irlandesi, non tutti sanno che in occasione del loro tour alla «Mercedes Benz Arena» di Berlino, Bono avrebbe dovuto prendere una netta posizione sul tema dei migranti e contro le attuali correnti nazionaliste e sovraniste che stanno dilagando negli ultimi mesi in Europa.[3]
Il leader è stato chiarissimo a riguardo: nel corso del live berlinese, la band sventolerà fieramente sul palco la bandiera dell’Unione Europea, simbolo della coesistenza pacifica dei popoli, dell’integrazione e della cultura di un continente di cui la band è fiera di far parte[4].
In un’intervista esclusiva concessa al giornale tedesco «Faz», Bono ha motivato in modo più approfondito le ragioni di questa scelta politica: «l’Europa è un pensiero che deve trasformarsi in un sentimento» ha dichiarato l’artista irlandese.
Ufficialmente Bono sarebbe molto attento alle tematiche umanitarie, in realtà Vox e la band hanno completamente abiurato le loro origini, il cambiamento e la ribellione che incarnavano quando hanno iniziato a suonare.
La loro apparente perdita di memoria è giustificata da almeno 1 miliardo di buonissime ragioni…
La memoria però è perfetta quando si tratta di scegliere il deposito dei loro quattrini, visto che nel 2005 gli U2 trasferirono il domicilio fiscale della «U2 Limited» in Olanda, più esattamente nel paradiso delle Antille Olandesi, proprio mentre Bono denunciava il liberismo senza cuore di Dublino.
«Il debito pubblico mi fa rabbrividire» ha detto il cantante al quotidiano «Guardian», chiedendone la cancellazione, ma poi coprendo di elogi personaggi del Sistema stesso, come Clinton e Blair….

Quindi Bono è contrario al debito pubblico degli altri, ma quando i soldi sono suoi, fa di tutto per nascondersi al fisco e non pagare le tasse.
Ma forse qualcosa sta cambiando, e la sua voce ne è testimone….

Edema alle corde vocali
Va precisato subito che la laringe si attiva con lo spavento, mentre i bronchi con la minaccia.
Secondo le straordinarie «Leggi Biologiche» l’edema delle corde vocali con conseguente afonia è un processo infiammatorio che va a «riparare» una situazione nella quale si è provato uno spavento...qualcosa che ha «lasciato senza parole». Il sentito biologico (che precede lo stato coscienziale) è esattamente questo: un sussulto che attiva l’epitelio della laringe per permettere di «tirare dentro più aria per poi gridare più forte».
Quando arriva lo spavento la persona si sente ammutolita, senza parole, senza fiato.
E ovviamente basta una semplice telefonata per innescare il tutto…
Poi finalmente con il concerto si rimuove l’origine dello spavento, cioè quello che è stato imposto e/o minacciato, e la laringe va in «riparazione» creando edema e lasciando «senza parole» (esattamente la sensazione provata al momento del trauma).
Il cantante ha iniziato il concerto e - guarda caso - la voce lo ha abbandonato.
Caso da manuale.
Bono per caso è stato minacciato? O gli hanno «imposto» di farlo?
Per quasi tre decenni «nella sua veste di figura pubblica si è fatto megafono di idee elitarie, sostenendo soluzioni inefficaci, trattando i più poveri con superiorità e leccando il culo ai ricchi e ai potenti»[5], e ora cos’è successo? Come mai questo conflitto, forse sta cambiando qualcosa?

[1] Ansa, 3 settembre 2018, www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2018/09/02/bono-perde-la-voce-u2-interrompono-concerto-a-berlino-_cf3d206d-e929-47e5-92f4-b914e3141cbe.html

[2] https://www.lettera43.it/it/articoli/cultura-e-spettacolo/2014/01/13/bono-le-ombre-sul-cantante-irlandese/107887/

[3] «U2: Bono dichiara ‘sventoleremo la bandiera dell'Unione Europea durante il tour a Berlino’» http://www.soundsblog.it/post/513797/u2-bono-dichiara-sventoleremo-la-bandiera-dellunione-europea-durante-il-tour-a-berlino

[4] Idem

[5] Harry Browne, libero docente alla «School of Media del Dublin Institute of Technology»


Marcello Pamio

La Scienza sappiamo non essere democratica, almeno così ci continuano a dire in tivù i «Muppet BusinesShow» del Sistema.
Quando però si tirano in ballo i soldi, tanti soldi, allora la Scienza diventa molto democratica.
Strano comportamento, vero?
Con 100.000 dollari. Poco importa se sei nero, bianco o giallo, gay o un pornoattore, se voti destra o sinistra, se fai vaccinare o meno tuo figlio, perché con quel gruzzolo puoi clonare il tuo animale preferito. Cosa c’è di più democratico di questo?
Hai un cane, un gatto, un pitone rosa o un’iguana in casa a cui sei affezionato? No problem, se cacci la grana te ne riproducono in laboratorio la copia genetica esatta, gene più, gene meno.

Dalla pecora al gregge
Sono passati 22 anni dalla famosa pecora Dolly, il primo mammifero clonato al mondo.
Al Roslin Institute in Scozia hanno dovuto usare 277 embrioni dei quali solo 29 sono cresciuti a sufficienza per essere impiantati nell’utero, e di questi uno ha attecchito generando la pecora.
Tutti conoscono la pecora, ma la sua triste esistenza non è nota a tutti: visse 6 “lunghi” anni pregni di atroci sofferenze; nel 2002 infatti a seguito di un’artrite che la torturava e una malattia polmonare incurabile (ignota) morì o forse venne soppressa.
Ecco l’epilogo “normale” che tocca a tutti gli animali clonati: si chiama invecchiamento precoce e i grandi luminari del codice della Vita lo devono ancora risolvere. Sembra quasi che sia la stessa Natura a voler mettere fine ad un tale abominio nel minor tempo possibile.
Oggi però - Dio e Natura a parte - il business più florido riguarda la clonazione dei cani.
Poco importa se andranno buttati nel cesso centinaia di embrioni ogni volta, come pure non interessa nemmeno dell’invecchiamento precoce onnipresente, perchè «business is business».
Montagne di soldi sommergono queste cosette.

La Sooam Biotech Research Foundation (http://en.sooam.com/about/sub01.html) di Seul è la prima azienda al mondo che fornisce un servizio di questo tipo ai suoi ricchi clienti: clona l’amico a quattro zampe. Secondo dati ufficiali nel 2009 ha clonato ben più di 1000 cani.
L’operazione è semplicissima (per modo di dire) e in due passaggi si fa tutto: basta fornire entro 5 giorni dalla morte dell’amico peloso, dei pezzetti di DNA, ed eseguire un bonifico di 100.000 dollari. Soprattutto questo ultimo è basilare per il risultato.
C’è chi, come ad esempio la cantante-attrice Barbra Streisand, non ha atteso la morte della sua amata cagnetta Samantha e l’ha fatta clonare, per sicurezza due volte. Oltre a Samantha ora si porta a spasso nella cesta pure Miss Violet e Miss Scarlett.


La Streisand ha avuto lo sconto e ha sborsato solo 50.000 dollari a clone, forse il personaggio famoso porta pubblicità indiretta alla società coreana, però poi si è un po’ lamentata dei risultati perché i cloni «di carattere non le somigliano», intendeva a Samantha.
Forse l’età della cantante le sta giocando brutti scherzi: pensare solo lontanamente che il clone del tuo cane sia identico in tutto e per tutto all’originale denota una visione della vita materialistica e assai limitata.
Quello che questa pseudoscienza allo sbando può fare in laboratorio è copiare un essere a livello cellulare, cioè riprodurre né più né meno come una fotocopiatrice una pagina della Divina Commedia. Il risultato fisico è identico, la pagina è uguale, ma il contenuto di quella pagina, le emozioni che Dante provava quando l’ha scritta e le emozioni che suscita in chi la legge non potranno mai essere copiate da nessuno.
Riescono a clonare un animale, ma non potranno mai e poi mai copiare il carattere, le emozioni, le esperienze (belle o brutte che siano), i traumi e tutto il suo vissuto, tutto il corredo spirituale non visibile e quindi non materiale.
D’altronde cosa ci si può aspettare da una scienza privata completamente dell’etica e della morale?
Una scienza totalmente disumanizzante gestita dalle industrie e portata avanti a parole dai pupazzi del Muppet BusinesShow….

Clonare macachi e uomo?
Questa pratica purtroppo si sta diffondendo, e oltre ai cani stanno clonando pure i primati.
Lo scorso gennaio la «Chinese Academy of Science Institute of Neuroscience» di Shanghai ha clonato i primi macachi: due femmine chiamate, con la straordinaria fantasia che contraddistingue i cinesi, Zhong Zhong e Hua Hua.
Il motivo degli esperimenti è presto detto: i macachi hanno un corredo genetico simile a quello dell’uomo per il 98%, quindi studiandoli si aprirebbero delle prospettive incredibili per la ricerca biomedica.
Culturalmente fermi al medioevo: la scienza continua col parallelismo tra «modello animale» e «modello umano», nonostante le differenze siano abissali e incolmabili.
Stiamo perdendo tempo e milioni di vite umane, perché la scienza e la ricerca medica sono concentrate sulla differenza più o meno minima nel numero dei geni tra l’uomo e l’animale, e questo nonostante le bastonate che la Natura continua a rifilare all’uomo da laboratorio.
Il corredo genetico umano per esempio sarebbe composto da 31.780 geni secondo il «Progetto Genoma Umano», quindi molto meno dei 100.000 che pensavano all’inizio.
Non solo, il lombrico per esempio ha 19.900 geni e la pianta «Arabidopsis» ne possiede quasi 26.000.
Il topo ha appena 300 geni meno di noi.[1] E allora? Possiamo dire che il topo e l’uomo hanno qualcosa da spartire? Si può seriamente pensare e scientificamente sostenere che la risposta ad una molecola chimica, da parte di un ratto nato e cresciuto in una gabbia (magari geneticamente modificato per sviluppare un cancro) sia uguale a quella di un bambino o di un adulto umano? Solo un malato di mente potrebbe continuare a sostenere questa farloccaggine, e purtroppo l’attuale scienza, quella non democratica, è basata proprio su questo gravissimo errore metodologico.
Cosa faranno se i camici bianchi scopriranno che il corredo genetico di una piattola (da "pilu pubico") è di circa 30.000 geni? Useranno un nuovo «modello piattola-umana» per sconfiggere il cancro?
Infine dove mettiamo il carattere, le esperienze e gli aspetti psicologici-emotivi e spirituali dell’essere umano? Esattamente quelle cose che i fallimenti della clonazione stanno portando alla luce, ma che nessuno vuole far vedere…

Clonazione umana
Molti si stanno chiedendo: quando toccherà all’uomo?
Anche se ufficialmente la clonazione umana è vietata, chi è in grado di controllare cosa stanno combinando nei laboratori superprotetti?
Lo scenario che si apre ricorda molto da vicino la fantascienza portata sul grande schermo da film come «Alien la clonazione» (1997), «Il Sesto giorno» (2000), «The Island» (2005), «Non lasciarmi» (2010), «Never let me go» (2010) e altri.
Corpi fatti crescere in batteria come serbatoi per organi biologicamente e geneticamente uguali senza problemi di rigetto. Corpi vuoti, privi di coscienza, memorie, emozioni ed esperienze.
Un mercato di organi dal valore illimitato.
Prospettiva inquietante: cosa potrà mai accadere in Italia se qualche laboratorio avesse già fatto clonare personaggi come Matteo Renzi, riempiendo freezer sotterranei con le copie dell’attore toscano e pronti per rimetterlo in campo? In questo, unico nel suo genere, sarebbe possibile sostituire il senatore con il clone neutro, vuoto cerebralmente e spiritualmente, e nessuno si accorgerebbe della differenza…

Per maggiori informazioni:

«Follie della clonazione. Per duplicare il cane anche 100.000 dollari», Jessica D’Ercole, «La Verità» 28 agosto 2018

[1] «Sorpresa, pochi geni nel Dna dell'uomo», http://www.repubblica.it/online/cultura_scienze/piantanoma/geni/geni.html

Maurizio Blondet  - 23 agosto 2018 

Allora,  sunteggiamo le iniziative della magistratura.
Il pm di Agrigento sale sulla «Diciotti» e apre un fascicolo «contro ignoti» per «sequestro di persona». Ha di mira Salvini, ovviamente.
Pm di Genova: manda la Finanza negli uffici di Autostrade a sequestrare «computer e telefonini» della dirigenza.
Otto giorni dopo il collasso del Ponte Morandi. Dicesi otto giorni.
Tanto tanto tempo per cancellare le email, far sparire i video (già fatto), azzerare i server, insomma far sparire prove?  Domando, mi limito a domandare.

Commento di uno che passa (io non c’entro, signor giudice):
«In un paese normale la magistratura avrebbe sigillato immediatamente uffici e server di Autostrade per l’Italia, per evitare manomissioni e distruzione di prove».
«Se durante lavori ristrutturazione di un condominio si stacca cornicione e ci scappa il passante morto giorno dopo sono indagati per omicidio colposo: Amministratore Condominio, Ing. Direttore dei lavori, Responsabile Sicurezza Cantiere, Titolare Impresa. A Genova ad oggi nessuno»: un ex amministratore di condomini. Lo perdoni, signor giudice.

Un altro: «Mi preoccupa molto come sta avendo la magistratura. Passata una settimana non abbiamo ancora un iscritto al registro degli indagati».
Una settimana, e nemmeno non solo un imputato, nemmeno formulato un capo d’imputazione. Non sanno di cosa accusare chi.

Titolo di giornale del 20 agosto:
Genova, la Procura: «Cerchiamo filmato del crollo. Per ora nessun indagato».
Il filmato del crollo che non c’è più. Hanno sequestrato le macerie, ma ancora non hanno perquisito la sede della concessionaria.
Passano i giorni.
Commento di uno che passa (io ne prendo vigorosamente le distanze, signor procuratore)
«Ovvero: stiamo disperatamente prendendo tempo per trovare un modo per salvare i Benetton».

Un altro (ma io mi dissocio):
«Come mai l’iscrizione nel registro degli indagati è sempre un ‘atto dovuto’ e stavolta dopo una settimana… Nessuno! Devono ancora capire come si chiama la società che gestiva, e gestisce tuttora, quella strada? Stanno cercando l’indirizzo?».

Un altro che passa: «Ho un orrendo presentimento».
Da questo commento non mi dissocio. Ho un orrendo presentimento anch’io. Dovuto alla mia esperienza di vecchio giornalista.
Rafforzato dal fatto che i Benetton non solo hanno offerto una cifra ridicola alle vittime del disastro, ma dopo qualche ora, hanno ripreso sicurezza e, stanno cominciando ad accusare il governo di aver fatto cadere il titolo. Non è stato il crollo del ponte a farlo cadere in Borsa, ma gli strilli di Salvini e Di Maio contro la società concessionaria, a cui il governo precedente ha abbandonato un monopolio naturale, lo libertà di fare profitti che emulano soltanto lo spaccio di droga, e l’autocontrollo sugli investimenti: che infatti sono un terzo di quelli pattuiti e necessari.

Insomma: sono loro, i Benetton, che pretendono i danni dallo Stato. Lo fanno con uno stuolo di avvocati potentissimi, fra cui la nota Paola Severino: quella che ha fatto la ministra della “giustizia” nel governo Monti, per sottolineare da che parte sta. Nessun sospetto di conflitto d’interesse, tutto legale. Ovvio, questi si sono fatti le leggi a loro vantaggio, dunque tutto ciò che fanno loro è legale per definizione.
Io ho un bruttissimo presentimento: non avrete mai più il vostro ponte, o genovesi. Non lo rifaranno certo i Benetton - perché dovrebbero spenderci un centesimo, ormai? - né potrà farlo il governo, perché dovrà rifondere i miliardi necessari agli “azionisti” di Atlantia, oltre che ai Benetton che sono stati così danneggiai dalle esternazioni di Salvini.
Tenete d’occhio soprattutto la class action americana, avviata dallo studio legale Bronstein, Gewirtz & Grossman” (jjj) il quale «sta esaminando potenziali rivendicazioni per conto di acquirenti» dopo che, sulla notizia della possibile revoca della concessione e di una sanzione «il prezzo delle azioni è sceso di 1,66 dollari, o del 13,7%, per chiudere a 10,45 dollari il 16 agosto».

La Class action non lascerà che le briciole in Italia
Questo studio legale vanta speciale «competenza nella ricerca aggressiva di richieste di contenzioso».  Chi conosce queste capacità aggressive, sa già cosa accadrà: si prenderanno tutti i miliardi gli americani per conto dei loro azionisti, poi Atlantia opportunamente «fallirà», ossia resterà senza un soldo insomma; ai genovesi e alle vittime non resteranno nemmeno le briciole.
Anche perché era fin dall’inizio chiaro che i Benetton, di soldi loro, non ne hanno messo uno. «Non hanno investito niente, comprarono Autostrade con i soldi di Autostrade», come ha spiegato il trader Gianni Zibordi.
Hanno creato una società apposta che ha fatto un debito immane, poi - ottenuta la concessione da Prodi, D’Alema e soci - l’hanno fusa con Autostrade, a cui hanno accollato l’immane debito: «Hanno fatto il debito e lo stanno ripagando coi profitti del pedaggio - queste sono vere rapine, non quelle in banca», commenta Zibordi. Che non lo senta un PM, perché potrebbe aprire un fascicolo contro di lui per diffamazione: tutto ciò che i Benetton hanno fatto è perfettamente legale. Per forza. Dimostra chiaramente che stavano ancora pagando il debito coi pedaggi; finita la concessione, finiti i pedaggi, eccoli nullatenenti.
Naturalmente, restano miliardari. «Chiunque legga bilanci di Atlantia e Autostrade sa che i profitti netti sono stati più di 12 miliardi dal 2001 e le tasse che pagano sono circa un 24%….».
Ma andate pure a reclamare i loro possedimenti fra i Mapuche. O in Lussemburgo il paradiso fiscale nel centro della UE.

Manifesto: sempre dalla parte dell’azionista
Uno che passa: «E’ la procura di Genova, ragazzi» (mi dissocio).
Claudio Borghi «il PM che ha disposto il sequestro dei conti della Lega».
http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2017/09/15/pm-genova-non-contro-lega-ma-pro-camere_8f26623a-9697-4da9-a67b-2a95ce3dafbb.html

Francesco Cozzi, il PM che ha aspettato otto giorni prima di far perquisire gli uffici di Autostrade ed elevare un’imputazione, risulta dalla sua biografia ufficiale, è stato «direttore dell’Ufficio rapporti con il Parlamento nel Gabinetto del Ministro della Giustizia prof G.M. Flick».
Insomma, il pm Cozzi ha avuto un incarico altamente politico e di parte nel governo Prodi. Uno (maggio ’96-ottobre ’98), ed ora stava occupandosi di colpire la Lega “dando la caccia” ai suoi miliardi scomparsi, quando è crollato il ponte: proprio in tempo, era stato appena nominato procuratore capo a Genova.
Non c’è qui un conflitto d’interesse? Non ha dato prova, il dottor Cozzi, di militare politicamente  per la parte politica avversa all’attuale governo, quella che ha tutto da perdere se un giudice solleva il segreto di Stato sulla concessione di Autostrade, e lo scambio di favori che non può non nascondere?

Non lo chiedete però, perché aprono un fascicolo contro di voi perché avete mancato di rispetto. E sono un sacco di spese, anche nel caso (improbabile) che veniate assolti.
Chiedere lo spostamento dell’istruttoria per legittima suspicione? Non scherzate - e non mancate di rispetto. Per queste cose, la magistratura ha tutto il tempo.
Per la mia diretta esperienza (avevo intervistato il tassista Cornelio Rolandi appena tornato da Roma dove aveva riconosciuta Valpreda come il passeggero che aveva portato a Banca dell’Agricoltura il 12 dicembre 1969), fui chiamato a Catanzaro dove l’ennesimo processo era stato spostato “per legittima suspicione”, dopo sentenze di Cassazione: dieci anni dopo. Il tassista Rolandi era morto da anni, anche se aveva lasciato una dichiarazione giurata sul letto di morte in cui confermava che il passeggero era Valpreda. Vista la convocazione con le solite minacce se non mi presentavo, mi feci il viaggio in treno da Milano a Catanzaro. Confermai ciò che avevo scritto nell’articolo, apparso su «La Domenica del Corriere», sotto il Natale 1969. Il presidente della Corte mi intimò di esibire il taccuino degli appunti di allora: di dieci anni prima. Dissi che non l’avevo tenuto, avendo però scritto l’articolo su «La Domenica del Corriere». «Bel giornalista è lei!», mi disse. Io avrei dovuto rispondere: «Bei giudici siete voi, che in dieci anni ancora non avete dato un colpevole alla strage di piazza Fontana».  Ma naturalmente tacqui.

Per il motivo che Pierpaolo Pasolini aveva scritto sul «Corriere» il 28 settembre 1975, dopo aver esordito: «Gli italiani vogliono consapevolmente sapere quale sia la realtà dei cosiddetti golpe fascisti.
Gli italiani vogliono consapevolmente sapere da quali menti e in quale sede sia stato varato il progetto della «strategia della tensione» (prima anticomunista e poi antifascista, indifferentemente).
Gli italiani vogliono consapevolmente sapere chi ha creato il caso Valpreda.
Gli italiani vogliono consapevolmente sapere chi sono gli esecutori materiali e i mandanti, connazionali, delle stragi di Milano, di Brescia, di Bologna.
….concludeva:
«Ma, mentre contro gli uomini politici, tutti noi, cari colleghi della ‘Stampa’, abbiamo coraggio di parlare, perché in fondo gli uomini politici sono cinici, disponibili, pazienti, furbi, grandi incassatori, e conoscono un sia pur provinciale e grossolano fair play, a proposito dei Magistrati tutti stiamo zitti, civicamente e seriamente zitti.
Perché?
Ecco l’ultima atrocità da dire: perché abbiamo paura».
http://videotecapasolini.blogspot.com/2015/11/pasolini-il-mondo-28-agosto-1975-il.html

Un mese più tardi, Pasolini venne ucciso.

Sarà così anche stavolta. Fra dieci anni, forse, la “giustizia” rifarà il processo che Cozzi ha cominciato, mandandolo per legittima suspicione che so, a Potenza, a Roccella Jonica, in un posto del Sud difficile da raggiungere. Nel frattempo, Salvini sarà in galera, i Benetton liberi, e liberi i Delrio, i Letta che stanno nei loro consigli, i Renzi e i Gentiloni, tutti quelli che hanno stipulato loro la concessione senza  che spendessero un soldo dei loro, prolungando la concessione per decenni (perché potessero pagare il debito). Sarà libero Mario Draghi che ha comprato per la Banca Centrale azioni di Atlantia…
«Nel conto mettere anche i bond Atlantia ed autostrade comprati dalla #ECB stampando moneta per acquistare debito corporate …il 25% degli acquisti totali è fatto sul primario. ‘funding secure’».
La BCE che non compra titoli di debito pubblico direttamente dagli Stati, sul primario, (perché sono corrotti), però compra titoli di debito privati direttamente da privati che lucrano indebitamente da un monopolio naturale.
Ci ha investito anche Draghi…l’Europa…
Ma non mettiamo troppa carne al fuoco.

Una cosa posso dirvi per certo: che il ponte non sarà mai ricostruito, le famiglie mai risarcite, e voi genovesi - metterete ore per andare da ponente a levante. Se ci sarete ancora dei genovesi, chiaro: il porto ovviamente avrà perso il suo traffico, a vantaggio di Marsiglia, e non avrete più decine di migliaia di posti di lavoro (non mi dispiace per via dei camalli, pagatissima lobby rossa, avrà quel che si merita).  Vi conviene migrare.
Ovviamente il 60% della popolazione italiana sarà composta da negri - pardon, di immigrati e bambini che fuggono dalle guerre e dalla fame, perché la Diciotti sarà stata rimessa ad emulare «Open Arms» ed «Aquarius». Ogni giorno, i media vi ricorderanno quanto siete razzisti, perché uno avrà lanciato un uovo contro un “rifugiato” o un controllore reagito dopo essere stato picchiato dalle bande di nigeriani….

Ma è colpa vostra, italiani.
Perché non avete ascoltato il consiglio urgente di Danilo Quinto, fuoriuscito dai Radicali perché convertito alla fede, e rimasto grande animale politico:
«Di fronte all’ennesima iniziativa della magistratura contro Salvini, ai processi mediatici che ogni giorno Salvini subisce, a una Guardia Costiera che non obbedisce agli ordini ricevuti, bisogna agire nell’immediatezza, convocando il popolo italiano ad una grande, immensa manifestazione di piazza. Fatelo subito ed azzerate le responsabilità a tutti i livelli nei Ministeri, prima che sia troppo tardi».
Forse è già tardi.
Come sempre, quando l’oligarchia sinistra perde, a fare il lavoro entra “la giustizia”. Frase che immediatamente mi rimangio, mi scusino le procure.

(Avrei solo una domanda. Al dottor Piercamillo.  Quello che voleva rivoltare l’Italia come un calzino, l’eroe di Mani Pulite, quello per cui la magistratura è pura e la politica è corrotta, oggi capo dell’ANM il potentissimo sindacato dei giudici. Ma non oso fargliela: perché ho paura, dottor Piercamillo.

Si faccia i complimenti da solo)

 

Tratto dal sito di Maurizio Blondet https://www.maurizioblondet.it/ho-un-orribile-presentimento-nessuno-ricostruira-il-ponte-morandi-e-salvini-in-galera/ 

Marcello Pamio 

Bernarda, fagiana, farfallina, fica, fessa, fregna, gnocca, micia, mona, paciana, passera, patacca, patata, patonza, pertugio, prugnetta, sorca, topa, vulva…e chi più ne ha più ne metta. 

Stiamo parlando, se qualcuno ancora non lo ha capito, della vagina: «luogo di piacere e fonte di vita», nonché «centro anatomico femminile e attrazione irresistibile per il maschio fino a farsi sineddoche stessa della donna (che figa!)»[1].
Ebbene, tutti questi colorati sinonimi dovranno sparire dall’enciclopedia Treccani (dove sono state presi molti dei nomignoli riportati sopra) e dal Dizionario della lingua italiana.
Il motivo è che il termine «vagina» non sarebbe «gender-inclusive», ovvero non rappresenterebbe tutte le identità e tutti i generi sessuali, pertanto non va bene.

Ecco la nuova tendenza diffusa da «Healthline», un importante provider californiano fondato dal dottor James Norman, medico endocrinologo.[2]
Al posto di vagina, sarebbe opportuno utilizzare un termine più neutro e versatile, per esempio consigliano «front hole», cioè «buco anteriore».[3]
Era ora che qualcuno dicesse basta alla «vagina»! Oramai è una parola desueta e strausata dalle femministe degli anni Settanta (assieme all’«utero»). Hanno finalmente compreso che il termine «vagina» esercita una violenza inaudita, una coercizione insopportabile sulle povere persone con «disforia sessuale» o «non cis-gender» (quelle in cui identità e genere sessuale coincidono) o «fluide» o «trans» o fuori dal binarismo sessuale maschio/femmina.
L’alternativa proposta del «buco anteriore», come era da immaginarsi, sta già riscuotendo successo nella comunità sempre più in crescita LGBTQIA (lesbian, gay, bisexual, transgender, queer, intersex e asexual).

La provocazione riportata dal portale deve avere però scatenato le ira delle persone con ancora un encefalo funzionante dentro la scatola cranica, perché il 21 agosto 2018 il team editoriale di Healthline è intervenuto pubblicando un articolo chiaramente sulla difensiva, mettendo le mani avanti fin dal titolo: «We’re not renaming the vagina», «Non stiamo rinominando la vagina».
Scrivono infatti che nella «Guida sicura al sesso» della LGBTQIA, usano «sia il ‘buco anteriore’ che la ‘vagina’. Il ‘buco frontale’ è uno dei numerosi termini accettati per i genitali che utilizziamo specificamente per alcuni membri della comunità trans che si identificano con esso. In nessun caso in questa guida stiamo dicendo che vogliamo sostituire la parola vagina».[4]
Tirare il sasso e nascondere la mano rientra nella strategia di propaganda.
Ne parlano, innescano il dibattito e lo scontro… ma intanto la «Finestra di Overton» si spalanca…

Dalla Neolingua al rimodellamento dell’uomo
Per capire il motivo di queste aberrazioni linguistiche può aiutare la lettura del romanzo «1984», il capolavoro di George Orwell.
L’idea di «neolingua» descritta da Orwell è infatti esemplare.
La neolingua ha uno scopo preciso: eliminare ogni tipo di pensiero diverso da quello del Regime (personificato dal partito principale Socing) e restringere al massimo la sfera d’azione del pensiero.
Il Regime, come strumento di controllo mentale e sociale, ha creato la neolingua: una forma di comunicazione ridotta all’osso, ma ricchissima di abbreviazioni e neologismi.
Così facendo anno dopo anno i vocaboli si riducono sempre più per lasciare posto ad altri più consoni al Sistema…

«Fine della Neolingua non era soltanto quello di fornire un mezzo di espressione per la concezione del mondo e per le abitudini mentali proprie ai seguaci del Socing, ma soprattutto di rendere impossibile ogni altra forma di pensiero».

E’ inquietante se pensiamo che la lingua, con la sua ricchezza di vocaboli, permette di forgiare l’intera visione del mondo! Quindi non è così strano assistere alla soppressione di significati eterodossi.
La soppressione è infatti uno dei cardini della neolingua.
Qualche esempio? Termini come «padre» e «madre», «mamma» e «papà», violando i diritti della comunità LGBTQIA (non rispetterebbero le nuove realtà familiari) sono sostituiti con i più neutri «genitore 1» e «genitore 2».
Tale modifica è già diventata realtà: nel sito del Ministero dell’Interno (in tantissimi altri siti istituzionali) sui moduli per la carta d’identità elettronica era riportato “genitore 1” e “genitore 2”. Per fortuna il ministro Matteo Salvini è intervenuto facendo modificare il sito web e ripristinando la definizione “madre” e “padre”.[5]
Ora si vuole sostituire la «vagina» con il più neutro «buco frontale», ecc.
Attenzione che le modifiche alla lingua NON sono delle banali provocazioni, ma modificazioni che agiscono ad un livello più profondo della forma, quello della semantica. Ciò che viene a mancare non è tanto la parola, ma il significato ad essa associato.[6]
Per assaporare il senso di quanto detto, di come le parole vengono modificate e create per uno scopo ben preciso, la lettura della «Guida sicura al sesso» pubblicata da Healthline è magistrale.

Guida sicura al sesso
La Guida al sesso descrive il consenso, le malattie trasmissibili sessualmente, i vari tipi di sessualità, i metodi di protezione (profilattici, ecc.) e dulcis in fundo quelle che sarebbero le differenze di identità di genere e gli orientamenti sessuali.

Ecco l’elenco di identità di genere («Gender Identity»). Occhio alla neolingua…

Cisgender
Parola usata per descrivere qualcuno la cui identità di genere è la stessa del sesso che è stato loro assegnato alla nascita.

Trans
Termine generico che spesso include chiunque possa identificarsi come transgender (un’identità di genere che descrive qualcuno che non si identifica esclusivamente con il sesso che gli è stato assegnato alla nascita), genderqueer, nonbinary, transfemminile, transmasculine, agender e molti altri. Proprio come le persone cisgender, le persone che si identificano come trans possono avere qualsiasi orientamento sessuale: etero, gay, bisessuale, queer, lesbico o asessuale. 

Genderqueer
Si tratta di un’identità di genere usata da persone che fanno cose che sono al di fuori della norma del loro genere reale o percepito. A volte questa etichetta si sovrappone all'etichetta dell’orientamento sessuale.

Nonbinary
E’ un’etichetta di identità di genere che descrive coloro che non si identificano esclusivamente come maschi o femmine. Ciò significa che una persona «non binaria» può identificarsi come maschio e femmina, parzialmente maschile, parzialmente femminile, né maschio né femmina. Alcune persone non binarie si identificano come trans, mentre altre no. 

Transfeminine
Termine generico usato per descrivere qualcuno che è stato assegnato maschio alla nascita e si identifica con la femminilità. Qualcuno che si identifica come transfemminile può anche identificarsi come donna trans o donna.

Transmasculine
E’ un’identità di genere che descrive qualcuno che è stato assegnato alla femmina alla nascita, ma si identifica con la mascolinità. Qualcuno che si identifica come transmascolino può anche identificarsi come un uomo trans, una donna trans o un maschio.

Agender
Parola usata per descrivere coloro che non si identificano con alcun genere o che non possono riferirsi a termini o etichette di genere. A volte le persone assumono che coloro che si identificano come agitatori si identificano anche come asessuati, ma questo non è vero. Gli agender possono avere qualsiasi orientamento sessuale.

Lentamente stanno inserendo nella lingua di uso comune vocaboli e termini che fino a qualche anno fa avrebbero trovato posto solo nei romanzi di fantascienza.
Ecco l’elenco degli orientamenti sessuali («Sexual Orientations»), sempre pubblicato nella Guida.

Eterosessuale
E’ un orientamento sessuale per descrivere l’attrazione fisica, emotiva e sessuale di persone che hanno un genere diverso dal loro.

Gay
E’ un orientamento sessuale per descrivere una persona che è emotivamente, romanticamente o sessualmente attratta da persone dello stesso sesso e talvolta usata da una persona che si identifica come uomo e che è attratto da altri uomini.

Lesbica
E’ un orientamento sessuale per descrivere una persona che si identifica come donna e che è emotivamente o sessualmente attratta da altre donne. 

Bisessuale
E’ un orientamento sessuale per descrivere una persona che è emotivamente o sessualmente attratta da due o più generi; spesso significava attrazione per le persone con il proprio genere e altri generi.

Queer (Strano)
E’ un orientamento sessuale per descrivere una persona i cui sentimenti di attrazione emotiva o sessuale non si adattano a categorie predeterminate. 

Asessuale
E’ un orientamento sessuale per descrivere una persona che non sperimenta l’attrazione o il desiderio sessuale verso altre persone, ma può provare un’attrazione romantica.

Pansessuale
E’ un orientamento sessuale usato per descrivere una persona che è emotivamente o sessualmente attratta dalle persone indipendentemente dal sesso

Conclusione
A breve non potremo più parlare se non attraverso la neolingua.
Con la scusa dei diritti e delle libertà, stanno modificando irreversibilmente il «genio» della lingua e l’antropologia dell’uomo.
Spariscono parole come «papà» e «mamma», perché offensive nei confronti di lesbiche e gay; spariscono la festa della mamma e del papà perché offensive ai bambini privi di genitori o con due “mamme” lesbiche o due “papà” gay e via dicendo. Gli esempi purtroppo sono numerosi.
Qual è lo scopo? Si chiama omologazione globale: vogliono cancellare le differenze, le diversità per renderci tutti uguali. Demolire le identità sociali, religiose, politiche, culturali e ovviamente sessuali.
Questo avverrà attraverso la distruzione del concetto stesso di famiglia, perché questa strana e antiquata istituzione è un ostacolo enorme ai loro progetti. Un uomo privo di valori e senza punti di riferimento, per esempio la famiglia, è un uomo facilmente manipolabile.

Ricordiamo che un bambino, per crescere e diventare un adulto sano e libero, ha bisogno di DUE figure ben precise: la madre (l’uovo) e il padre (il seme). Questi due ruoli, con tutte le difficoltà dei casi, con tutte le discordanze e i condizionamenti che possiamo criticare all’infinito, da sempre sono state le due figure basilari, il modello da trasmettere e che verrà emulato a loro volta dai bambini.
In natura la prole viene partorita e nutrita da una madre e protetta da un padre.
La dicotomia maschile/femminile è sempre esistita e sempre esisterà: Luna (madre) / Sole (padre); Terra (madre) / Cielo (padre), ecc.
Sta avvenendo la distruzione completa dell’essere uomo, partendo dalle fondamenta della famiglia stessa, e arrivando a tutti gli altri ambiti (spirituale, culturale, economico, ecc.).
Un uomo privo di storia e di cultura è un uomo che non conosce il passato e non sa cosa aspettarsi nel futuro, quindi non può vivere bene il presente.[7]
Un uomo scollegato dalla propria vera e unica origine, i mondi spirituali, è un uomo che vive una falsa esistenza proiettata nella materia e per la materia, gestito e manipolato da forze molto basse…
In tutto questo bailamme, associazioni molto potenti come LGBTQIA ci sguazzano e giocano un ruolo cruciale.

Verrebbe a questo punto la tentazione di mandarli tutti a fare in culo, ma poi la neolingua che mi ha infettato il DNA me lo impedisce, perché usando male il «culo» che rappresenta uno degli “strumenti” principi per alcune categorie, si potrebbe offendere la suscettibilità di qualcuno o viceversa suscitare strani pensieri... Per cui non mi rimane altro che mandarli a fare un saltino nel «foro posteriore»…

 

[1] «La mia apologia della vagina», http://www.lintellettualedissidente.it/non-categorizzato/la-mia-apologia-della-vagina/

[2] «Non chiamatela vagina, è discriminatorio! Meglio “buco anteriore”», Simonetta Sciandivasci, www.ilfoglio.it/societa/2018/08/22/news/non-chiamatela-vagina-e-discriminatorio-meglio-buco-anteriore-210601/

[3] Idem

[4] https://www.healthline.com/health/lgbtqia-safe-sex-guide/response#1

[5] «Salvini: ‘Ora basta con genitore 1 e 2. Ho ripristinato padre e madre’», www.ilgiornale.it/news/politica/ora-basta-genitore-1-e-2-ho-ripristinato-padre-e-madre-1563767.html

[6] «La neolingua in 1984: una riflessione», Maria Fiorella Suozzo -  10 maggio 2017, www.lacooltura.com/2017/05/la-neolingua-in-1984-una-riflessione/

[7] «L’ideologia Gender e la distruzione della famiglia», Marcello Pamio https://disinformazione.it/2018/05/28/lideologia-gender-e-la-distruzione-della-famiglia/


I primi a lanciare l’allarme sul Ponte Morandi sono stati i responsabili di «Autostrade per l’Italia» nel 1994. La società all’epoca era pubblica.
Motivo dell’allarme: il ponte era stato progettato per sostenere un traffico giornaliero di 20 mila automezzi, mentre già nel 1994 ne passavano 60 mila.
A seguito dell’allarme il governo di Silvio Berlusconi (1994-1995) stanzia 40 miliardi di lire per interventi di urgenza, e subito dopo approva il progetto chiamato «Passante di Genova».
Cominciano così bandi, commesse, appalti e tutto ciò che serviva per iniziare i lavori.
Ma il governo Berlusconi cade nel 1995, e arriva per un solo anno quello di Lamberto Dini (1995-1996), per poi lasciare il posto a Romano Prodi (1996-1998).
Il ministro dei Trasporti e della navigazione (1996-1998) è un certo Claudio Burlando del PD, ex sindaco di Genova (1992-1993) ed ex governatore della Regione (2005-2015).
Iniziano così le prime forti opposizioni al progetto che arrivano dalla sinistra radicale, con in testa Rifondazione Comunista, che nel governo aveva un certo peso.
Il Ministro, per salvare il governo Prodi, boccia il progetto.
Quindi la prima bocciatura del cosiddetto «Passante di Genova» fu opera della sinistra!

Una volta bocciato il progetto la società Autostrade bloccò tutto pagando perfino le penali alle imprese che avevano vinto gli appalti e iniziato i lavori.
Ritorna in carica il governo Berlusconi (2001-2006) e nella «Legge Obiettivo», tra le grandi opere necessarie, reinserisce il progetto che però nel frattempo cambia nome e diventa la «Gronda di Genova».
Autostrade presenta ben 5 diversi progetti.
Quando finalmente sembra sia tutto pronto per partire, si mette in mezzo Marta Vincenzi (futura PD) che all’epoca è Presidente della Provincia di Genova (1993-2002), poi sindaco dal 2007 al 2012, dicendo che quei progetti non vanno bene. Il parere della Provincia è vincolante!     
Di nuovo un esponente di quello che sarebbe diventato il Partito Democratico si mette di traverso alla grande opera.
Le opposizioni arrivano anche a livello imprenditoriale. Il gruppo che più si oppone fu Ansaldo Energie di Finmeccanica, perché la «Gronda», secondo loro, avrebbe messo a rischio 2800 posti di lavoro in quanto i loro fabbricati avrebbero dovuti essere spostati di centinaia di metri.


L’umorismo cosmico non ha rivali: ora il Ponte gli è praticamente quasi crollato sulla testa (foto qui sopra).
Quindi le responsabilità di aver bloccato e impedito il «Passante» e/o «Gronda» hanno nomi e cognomi ben precisi, e tutto ciò è avvenuto in un momento in cui il Movimento 5 stelle non esisteva neppure.

La madre delle privatizzazioni
Ma per comprendere meglio il quadro e tutti i vari passaggi, è necessario fare un saltino indietro nel tempo, agli inizi degli anni Novanta.
In pratica è l’anno cruciale in cui un manipolo di uomini palesemente al servizio del cartello finanziario internazionale ha ceduto ogni nostra sovranità.
Tutto infatti ebbe inizio nel 1992 quando il cartello finanziario internazionale mise gli occhi e le mani sul nostro paese con la complicità e la sudditanza di una nuova classe politica imposta dal cartello stesso.
Per esempio l’operazione Tangentopoli (casualmente in quell’anno) servì proprio da spartiacque, e cioè a togliere il vecchio per far posto ai nuovi «camerieri dei banchieri» (Ezra Pound).

Sono momenti storici importantissimi.
E’ l’anno in cui in soli 7 giorni cambia il sistema monetario italiano, che viene sottratto dal controllo del governo e messo nelle mani della finanza speculativa. Privatizzano gli istituti di credito e gli enti pubblici; è l’anno in cui viene impedito al ministero del Tesoro di concordare con la Banca d’Italia il tasso ufficiale di sconto (costo del denaro alla sua emissione), che viene quindi ceduto a privati. E’ l’anno della firma del Trattato di Maastricht (7 febbraio).
Il 12 marzo viene assassinato il parlamentare siciliano Salvo Lima (1928-1992)
L’anno dell’attacco speculativo di George Soros.


L’ebreo ungaro-statunitense mediante due banche, la tedesca Deutsche Bank e la statunitense Goldman Sachs (il cui consigliere italiano era Romano Prodi) attaccò l’Italia, e i due picchi speculativi si ebbero, casualmente, in corrispondenza delle due stragi: 23 maggio (Capaci) e 19 luglio (Via D’Amelio). Il governatore di Banca d’Italia era Carlo Azeglio Ciampi, che riuscì a far vaporizzare 60.000 miliardi di lire, in pratica tutte le riserve dell’istituto centrale, acquistando marchi inutilmente. Per i suoi servigi Ciampi divenne Presidente della Repubblica….
L’attacco speculativo del «terrorista finanziario» Soros (attualmente guru e consigliere della sinistra italiana), riuscì a deprezzare la lira di quasi il 30%, permettendo l’acquisto da parte degli avvoltoi dei nostri gioielli di Stato a prezzi di saldo.
L’11 luglio 1992 Giuliano Amato prelevò forzatamente, con un decreto retroattivo al 9 luglio, dai conti correnti degli italiani il 6 per mille.
Il 2 giugno 1992 (in spregio alla festa della Repubblica) e a pochi giorni dalla strage di Capaci, avvenne una delle più eclatanti cospirazioni mai avvenute: la riunione sul «Britannia», il panfilo della Regina Elisabetta II.
Scopo: cedere banche e gioielli dello Stato ai potentati finanziari internazionali.
Tutto il Gotha della finanza internazionale attracca a Civitavecchia con lo yacht della Corona inglese. Sono venuti fino a qui a fare incetta delle migliori aziende e ad arruolare quelli che saranno i loro fedeli servitori al governo del paese, a cui garantiranno incarichi di prestigio.
Il maggior beneficiario è Mario Draghi e tra i più benemeriti Romano Prodi, Beniamino Andreatta, Carlo Azeglio Ciampi, Giuliano Amato, Massimo D’Alema.
Più o meno personaggi che bazzicano dentro e fuori alle riunioni del Club Bilderberg, Commissione Trilaterale, Aspen Institute e in altre organizzazioni del capitalismo speculativo angloamericano.
Presenti ovviamente le banche d’affari tipo Goldman Sachs ma non solo.
Il resto è storia…

Come l’eclatante svendita dell’Iri (Istituto di Ricostruzione Industriale) che aveva circa 1.000 società, fiore all’occhiello del nostro paese. Fu smembrato e svenduto, sotto la presidenza di Romano Prodi (dal 1982 al 1989 e durante un periodo tra il 1993 ed il 1994). Prodi che per questi servigi venne premiato con l’ascesa alla presidenza del Consiglio e poi alla Commissione Europea...
A proseguire l’opera di smembramento delle aziende di Stato ci penserà Massimo D’Alema, che nel 1999 favorirà la cessione, tra le altre, di Autostrade per l’Italia e Autogrill alla famiglia Benetton, che di fatto hanno così assunto il monopolio assoluto nel settore del pedaggio e della ristorazione autostradale.
Un’operazione che farà perdere allo Stato italiano miliardi di fatturato ogni anno.
In quegli anni il presidente dell’Iri era Gian Maria Gros-Pietro, uno che nel 2001 venne convocato alla riunione del Bilderberg in Svezia, insieme a Mario Draghi e un certo Mario Monti.
Entrambi saranno ampiamente ripagati dal cartello stesso…
Gian Maria Gros-Pietro, che nel 1992 era presidente della Commissione per le strategie industriali nelle privatizzazioni del ministero dell’industria, nel 1994 diviene membro della Commissione per le privatizzazioni, istituita, guarda caso da Mario Draghi…

Per maggiori informazioni

La prima parte dell’articolo è la trascrizione del seguente video di Social TV
«Volete nomi e cognomi dei responsabili politici per Genova?» Social TV, video
https://www.youtube.com/watch?v=CdkYMREuYMA

La seconda parte dell’articolo è tratta dal seguente articolo
«Prodi, Draghi & C: chi ha regalato l’Italia, autostrade incluse»
http://www.libreidee.org/2018/08/prodi-draghi-c-chi-ha-regalato-litalia-autostrade-incluse/