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Marcello Pamio

Con la solita scusante delle Fake News, il social più seguito al mondo, Facebook, ha fatto chiudere 24 pagine che sembravano a favore del governo. Stiamo parlando di pagine con più di 2 milioni di utenti.
L’accusa è pesantissima, perché questi utenti screanzati «condividevano informazioni false e contenuti divisivi su migranti, antivaccini e antisemiti a ridosso delle elezioni europee, oltre la metà a sostegno di Lega e 5 Stelle». Chiaro?
Attenzione che il giudice in questione, cioè colui che afferma, senza commettere errori, che una notizia è falsa, non è Facebook. In questo caso la marionetta Zuckemberg è solo il mandatario, perché il mandante della censura è la ong Avaaz.

La segnalazione sembra infatti essere partita dal sito spuntato dal nulla negli Stati Uniti nel 2007.
Ma cos’è Avaaz? Diciamo che è una sorta di «organizzazione di comitati di propaganda elettorale», che con la scusa della raccolta firme contro questo o a favore di quello, incamera colossali indirizzari mail (gentilmente consegnate dai firmatari delle petizioni online) per poi invadere i computer di tutti gli iscritti con post sponsorizzati e promossi su tutti i social.
Anche in questo caso di mezzo c’è sempre lui, George Soros, l’ebreo ungaro naturalizzato americano che con la sua potentissima corazzata miliardaria Open Society, controlla a cascata le ong di mezzo mondo.
La sua fondazione, con badilate di dollaroni è in grado di condizionare la politica, l’economia e la finanza del pianeta; non a caso tutte le famose «rivoluzioni» sono opera sua.
Ricordiamo anche che nell’International Board di Open Society siede una certa Emma Bonino (ex Bilderberg), già commissario UE e oggi a capo del partito che chiede "sempre + Europa".
Formazione politica questa ben oliata dall’amico Soros.

Per capire che Avaaz non è un organo imparziale basta osservarne le segnalazioni e le battaglie politiche, chiaramente orientate e non certo super-partes. Per non parlare dei finanziamenti di cui ha beneficiato.
Avaaz.org infatti è stata co-fondata da «Res Publica» e dal gruppo progressista «MoveOn.org», movimento quest’ultimo vicino al partito democratico americano, che solo nel 2004, stando al Washington Post, ha ricevuto ben «1,6 milioni di dollari da Soros».
Nel 2018 Avaaz ha lanciato l’ennesima petizione contro l’organizzazione dei Mondiali in Russia, ma nel mirino ovviamente c’erano Vladimir Putin e il presidente della Siria Bashar al-Assad: «Da tutto il mondo vi chiediamo con forza di opporvi ai crimini contro l’umanità che la Russia sta perpetrando in Siria».
Nel febbraio dello scorso anno, come scriveva Franceso Boezi su «Il Giornale.it», sempre Avaaz invitava a votare contro la coalizione di centro-destra, data per vincente in tutti i sondaggi: tant’è che sulla sua pagina Facebook veniva pubblicato un video dal contenuto eloquente: «La coalizione Berlusconi, Salvini e Meloni è quasi maggioranza. Maggioranza. Ma possiamo fermarli.»
Ha ancora senso continua a firmare petizioni con Avaaz?

[e le dubbie rassicurazioni degli enti istituzionali]
Corrado Penna

La presunzione che esista la possibilità di utilizzare in sicurezza i dispositivi che ci permettono di telefonare e di comunicare via internet senza cavi (wire-less), che viene diffusa dalle agenzie statali e internazionali, si basa su un’analisi superficiale e frettolosa della letteratura scientifica. In realtà gli articoli scientifici sui danni biologici delle radiazioni non ionizzanti[1] sono tantissimi e costituiscono la prova schiacciante che i vari enti ICNIRP[2], SCENIHR[3], FCC[4], FDA[5], National Cancer Institute[6], e via dicendo mostrano atteggiamenti fin troppo amichevoli nei confronti di un business in continua espansione, quello delle aziende di telefonia mobile. Alcune di queste organizzazioni si spingono ad affermare che non esiste nessun meccanismo noto che possa indurre degli effetti sulla salute. Per fare questo spesso scelgono, tra i tanti lavori scientifici (sull’effetto biologico di tali campi elettromagnetici) quelli che ignorano gli effetti non termici, quelli che ignorano l’importanza dei segnali pulsati, quelli che ignorano l’importanza della polarizzazione delle onde elettromagnetiche o della particolare intensità del segnale che viene utilizzato. Insomma, per assolvere queste radiazioni che ormai saturano l’aria intorno a noi, occorre fare riferimento a lavori scientifici che appaiono alquanto discutibili.

Per esempio le radiazioni elettromagnetiche utilizzate per questo genere di comunicazioni sono sempre radiazioni pulsate, perché è proprio la pulsazione di tali onde elettromagnetiche che porta il segnale, che veicola i dati, e molte ricerche scientifiche hanno mostrato che l’effetto biologico delle radiazioni pulsate è maggiore di quello delle radiazioni non pulsate. Inoltre gli effetti non termici (cioè effetti ben diversi dal semplice riscaldamento dei tessuti) sono stati studiati e dimostrati da un numero impressionante di lavori scientifici. Si tratta qui di danni riscontrati e riportati su lavori scientifici pubblicati su giornali a revisione paritaria, la “bibbia” della scienza moderna, molti dei quali sono reperibili sul database (archivio) governativo statunitense pubmed.

Per comprendere appieno quanto appena affermato possiamo leggere l’articolo Scientific evidence contradicts findings and assumptions of Canadian Safety Panel 6: microwaves act through voltage-gated calcium channel activation to induce biological impacts at non-thermal levels, supporting a paradigm shift for microwave/lower frequency electromagnetic field action, scritto da Martin L Pall, (Professore Emerito di Biochimica e di Scienze Mediche di Base all’università di Washington) e pubblicato su Reviews on Environmental Health 2015;30(2):99-116. L’articolo è reperibile su pubmed[7], dove troviamo solo il riassunto, https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25879308, mentre l’articolo per intero si può leggere al link  https://www.degruyter.com/view/j/reveh.2015.30.issue-2/reveh-2015-0001/reveh-2015-0001.xml. Se consultiamo questo ultimo link possiamo vedere (in fondo) tutti gli altri articoli, gli altri studi scientifici, (83 in tutto) realizzati da numerosi altri scienziati, che servono da giustificazioni alle affermazioni dell’autore.

Nell’articolo leggiamo che un effetto (non termico) di questi campi elettromagnetici avviene attraverso l’attivazione del canale del calcio dipendente dal voltaggio (VGCC). È noto infatti in biologia che il livello di calcio nelle cellule è molto minore del livello presente al di fuori delle cellule (nella matrice extracellulare) e che variazioni di tali livelli possono essere utilizzate per “mandare dei segnali”: si tratta dell’importantissimo meccanismo di segnalazione del calcio[8] che è rilevante anche per mandare il segnale che induce l’apoptosi (“suicidio” cellulare). Quando tale meccanismo funziona bene la vita cellulare scorre serena, ma quando questo meccanismo è inibito impropriamente, le cellule del cancro diventano immortali invece che suicidarsi, oppure al contrario cellule che dovrebbero ancora restare in vita vengono spinte alla morte[9].

Il dottor Pall cita a sostegno delle sue affermazioni due dozzine di studi sugli effetti non termici delle radiazioni elettromagnetiche nella banda delle microonde che si manifestano per via dell’attivazione del VGCC (canale del calcio dipendente dal voltaggio), anche in caso di radiazioni a bassa intensità. Inoltre afferma (sempre sulla base degli studi citati in fondo all’articolo) che nella maggior parte dei casi I campi elettromagnetici pulsate sono più attivi di quelli non pulsate e che ci sono alcune finestre di intensità che corrispondono al massimo dell’effetto biologico, la qual cosa sarebbe impossibile nel caso di un meccanismo basato sul puro effetto termico (riscaldante) delle radiazioni. Come effetti secondari delle alterazioni a livello della concentrazione del calcio intracellulare ci sono alterazioni dei livelli di ossido nitrico (NO), alterazioni delle segnalazioni dell’ossido nitrico, formazione di radicali liberi e stress ossidativo. Questi effetti secondari a loro volta possono spiegare danni al DNA, infertilità, minore produzione di melatonina, disturbi del sonno, cambiamenti nel ritmo cardiaco compresa la tachicardia l’aritmia e la morte improvvisa; effetti neuropsichiatrici compresa la depressione, ma anche alcuni effetti terapeutici.

L’autore quindi analizza un documento ufficiale realizzato da una commissione di esperti canadesi, che riconosce solo effetti termici delle radiazioni, ignorando tutto quanto su esposto, e scartando alcuni studi sui danni da radiazioni in quanto tacciati di inconsistenza. A ben vedere però non si tratta di inconsistenza, ma di semplice diversificazione degli effetti quando alle stesse radiazioni vengono esposte cellule differenti, o quando le stesse cellule vengono esposte a radiazioni differenti per intensità, pulsazione, frequenza.

Sembra quindi che ci si trovi di fronte ad una nuova emergenza simile a quella del fumo del tabacco, la cui pericolosità per la salute è stata scoperta fin dagli anni ’20 del secolo scorso (100 anni fa), ma riconosciuta ed affrontata seriamente solo in tempi molto recenti (pian piano, in maniera sempre più decisa, nel corso degli ultimi 30 anni). Allora abbiamo visto fenomeni di “convinzione” e di corruzione da parte delle aziende che producevano tabacco e vendevano sigarette, che sono stati ampiamente documentati. Adesso non abbiamo ancora elementi per dimostrare che stia succedendo la stessa cosa, ma lascia alquanto perplessi l’atteggiamento di tutti questi enti istituzionali che continuano a rassicurarci che esistano dei valori soglia al di sotto dei quali il danno da radiazioni è assente o quanto meno minimizzabile.

Iniziamo ad analizzare nel dettaglio uno degli effetti più spaventosi di tali radiazioni, ovvero la capacità di danneggiare il DNA delle nostre cellule, producendo rotture alla singola elica, alla doppia elica e causando l’ossidazione delle basi azotate del DNA. SI tratta come tutti comprenderanno di fenomeni che possono indurre mutazioni e concorrere al fenomeno del cancro. Per entrare più nello specifico, le rotture della doppia elica del DNA producono a livello cromosomico a riarrangiamenti[10], delezioni[11], duplicazioni[12], mutazioni del numero di copie[13] e amplificazione genica[14]. L’ossidazione delle basi azotate del DNA causa invece le cosiddette mutazioni puntuali[15].  Al di là della possibilità di indurre o quanto meno concorrere alla genesi, alla progressione, alla metastatizzazione del cancro, immaginate quello che può succedere quando questi danni si manifestano nelle cellule che servono alla riproduzione sessuale: ovuli e spermatozoo, inducendo quindi potenzialmente mutazioni nelle generazioni future.

Per mostrare concretamente alcuni di questi lavori scientifici ecco il primo, tratto nuovamente dal sito pubmed: Impact of radio frequency electromagnetic radiation on DNA integrity in the male germline[16] (il link su pubmed e le altre informazioni sono d’ora in poi presenti nelle note). Facendo click su Author information (sotto il nome degli autori) possiamo scoprire che uno degli scienziati che ha firmato tale articolo lavora presso ARC Centre of Excellence in Biotechnology and Development and Discipline of Biological Sciences, University of Newcastle, Australia, giusto per avere conferma che si tratta di un lavoro che proviene da un ente ufficiale (università australiana) e non dal sito internet di un buontempone che si diverte a denigrare l’uso dei cellulari e del 5g. Facendo click sul nome dell’autore si può vedere inoltre il lungo elenco degli altri lavori scientifici firmati da tale autore, e verificare che non è un crociato della battaglia contro le radiazioni da cellulari, ma un serio studioso delle funzionalità riproduttive, che ha studiato in particolar modo il danno a livello spermatico indotto dai radicali liberi (vedi per esempio il suo articolo A free radical theory of male infertility[17])

Nell’abstract dell’articolo, ovvero nel suo riassunto disponibile on line, leggiamo che dei topi sono stati esposti alle radiofrequenze (frequenza di 900 MegaHertz) per 7 giorni di seguito, 12 ore al giorno. Diverse tecniche hanno permesso di valutare l’assenza di danni macroscopici al DNA, così il permanere di condizioni di salute generalmente buone degli animali, ma un’analisi più dettagliata dell’integrità del DNA ha rivelato la presenza di danno al DNA statisticamente rilevante sia per il genoma mitocondriale[18] che per il locus nucleare beta-globinico[19].

Faccio notare che utilizzando il link in alto a destra, full text links, possiamo leggere il testo intero dell’articolo sul sito https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1111/j.1365-2605.2005.00531.x e verificare tutte le fonti citate dall’autore.   

Il secondo articolo che analizziamo è Single- and double-strand DNA breaks in rat brain cells after acute exposure to radiofrequency electromagnetic radiation, ovvero “Rottura della singola elica e della doppia elica del DNA nelle cellule cerebrali dei ratti dopo un’acuta esposizione a radiazioni elettromagnetiche nella banda delle radiofrequenze”[20].

Nell’articolo si parla di un esperimento concernente l’esposizione acuta (per 2 ore) a radiazioni elettromagnetiche sia pulsate che non pulsate a una frequenza di 2450-MHz (praticamente si tratta di una frequenza di 2 Giga e mezzo). É stato osservato un aumento delle rotture della singola elica e della doppia elica del DNA 4 ore dopo l’esposizione sia della radiazione pulsate che di quella non pulsata. Gli autori suppongono che questo effetto possa derivare o direttamente dall’energia delle radiazioni che danneggiano il DNA oppure dal danneggiamento dei meccanismi di riparazione del DNA nelle cellule cerebrali, o da entrambi i meccanismi. Questi risultati, precisano gli autori, confermano i risultati di precedenti studi in vivo e in vitro sul danneggiamento del DNA da parte delle radiazioni elettromagnetiche nel campo delle radiofrequenze.

Ma quali e quanti lavori precedenti hanno mostrato la realtà di questo danneggiamento del DNA? Andiamo a verificarlo grazie a un articolo di rassegna, ovvero un articolo non di ricerca sperimentale, ma di consultazione e di rassegna dei lavori precedenti: Electromagnetic fields and DNA damage[21]. Gli articoli citati, sulla cui base è stato compilato questo lavoro, si trovano in fondo alla versione integrale dell’articolo: sono ben 110, e quasi tutti (particolarmente dal 16 in poi) sono lavori di ricerca, sperimentazioni che hanno permesso di dimostrare e di misurare il danno al DNA cellulare indotto da radiazioni non ionizzanti (radiofrequenze per lo più). Ecco che in un colpo solo, con semplice click, siamo portati di fronte a una mole di lavoro scientifico che porta alla nostra attenzione risultati davvero preoccupanti. Tra questi ne analizziamo appena tre, per ovvia mancanza di tempo e di spazio.

L’articolo Non-thermal DNA breakage by mobile-phone radiation (1800-MHz) in human fibroblasts and in transformed GFSH-R17 rat granulosa cells in vitro[22] riferisce di un esperimento con cellule di uomo e di ratto esposte a differenti modulazioni di un segnale a 1.800 Hertz (continuo e intermittente) che ha portato all’induzione di rotture della singola e della doppia elica del DNA.

L’articolo Microwaves from GSM mobile telephones affect 53BP1 and gamma-H2AX foci in human lymphocytes from hypersensitive and healthy persons[23] mostra che le micro-onde dei cellulari GSM (per differenti frequenze di quella banda) hanno effetto genotossico (cioè danneggiano i geni) dei linfociti (globuli bianchi) sia delle persone in buona salute che delle persone note per la loro ipersensibilità ai campi magnetici.

Anche l’articolo Genetic damage in mobile phone users: some preliminary findings[24] descrive una ricerca che ha mostrato una correlazione tra l’utilizzo dei cellulari e danno genetico, sempre tramite un’analisi dei linfociti presenti del sangue periferico.

Note bibliografiche

[1] Le radiazioni ionizzanti sono per esempio quelle nucleari, che hanno tale energia da “strappare” gli elettroni esterni dagli atomi creando appunto ioni (atomi non più elettricamente neutri).

[2] International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection ovvero Commissione Internazionale sulla protezione dalle radiazioni non ionizzanti, organizzazione internazionale indipendente (almeno dal punto di vista formale, visto che sposa sempre le posizioni più favorevoli agli interessi delle aziende che operano nel campo della telefonia; https://www.icnirp.org/.

[3] Scientific Committee on emerging and Newly Identified Health Risks, ovvero Comitato scientifico sui rischi per la salute emergenti e di recente identificazione, ente dell’Unione Europea; https://ec.europa.eu/health/scientific_committees/emerging_it.

[4] Federal Communications Commission, ovvero Commissione federale per le comunicazioni.

[5] Food and Drug Administration, ovvero Amministrazione dei cibi e dei farmaci; ente federale statunitense che si occupa della regolamentazione dei cibi, additivi alimentari, integratori, farmaci, vaccini.

[6] National Cancer Institute, ovvero Istituto Nazionale per il Cancro, è un ente federale statunitense che fa parte del ministero della sanità, e che si occupa di ricerca, informazione, prevenzione del cancro.

[7] Se guardiamo il sito pubmed, possiamo notare facilmente nella parte superiore sinistra del sito la dicitura “US National Library of Medicine National Institutes of Health” ovvero “Biblioteca nazionale medica statunitense – Istituto Nazionale della Sanità”, e del resto il sito è un sito con dominio .gov, ovvero governativo. Quindi niente di più ufficiale.

[8] Come possiamo leggere in un articolo scientifico intitolato per l’appunto Calcium signaling (pubblicato su Cell,  VOLUME 131, ISSUE 6, P1047-1058, DECEMBER 14, 2007, autore Clapham DE; ; https://www.cell.com/action/showPdf?pii=S0092-8674%2807%2901531-0), e che spiega in dettaglio tale argomento: “Gli ioni di Calcio (Ca2+) influiscono su quasi ogni aspetto della vita cellulare (…) Viene anche discussa la natura altamente localizzata della segnalazione mediata dagli ioni Ca2+ e i suoi specifici ruoli nell’eccitabilità, esocitosi, motilità, apoptosi e trascrizione”.

[9] Una ricerca scientifica sull’importanza della segnalazione del calcio per l’apopotosi delle cellule tumorali è illustrata nell’articolo PTEN counteracts FBXL2 to promote IP3R3- and Ca2+-mediated apoptosis limiting tumour growth, pubblicato su Nature 2017 Jun 22;546(7659):554-558, autori Kuchay S, Giorgi C et al.; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28614300.

[10] Parti di uno stesso cromosoma che prendono una il posto dell’altro (riarrangiamento intracromosomico), o parti di differenti cromosomi che prendono una il posto dell’altra (riarrangiamento inter-cromosomico).

[11] Perdita di un pezzo di DNA che viene letteralmente cancellato.

[12] Raddoppiamento di un tratto di un cromosoma.

[13] Delezioni o duplicazioni che portano ad un cambiamento del numero di copie di una specifica regione cromosomica.

[14] La creazione di più copie di uno stesso gene.

[15] Le mutazioni più piccole che si possano verificare nel DNA, che sono causa di molte malattie genetiche, limitate quindi a poche basi (e alle loro coniugate).

[16] Pubblicato sul giornale scientifico International Journal of Andrology[16] 2005 Jun;28(3):171-9, autori Aitken RJ, Bennetts LE, Sawyer D, Wiklendt AM, King BV; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15910543.

[17] Pubblicato su Reproductive Fertililty and Development 1994;6(1):19-23; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/8066217.

[18] Il DNA presente nei mitocondri, organelli all’interno delle cellule, che è diverso dal DNA del nucleo cellulare

[19] Una piccola parte di un cromosoma del nucleo; nell’uomo si tratta di una sezione del cromosoma 11 che è responsabile per la creazione di circa metà della struttura della proteina emoglobina, notoriamente fondamentale per la vita, il trasporto di ossigeno e anidride carbonica all’interno del corpo.

[20] Pubblicato su International Journal of Radiation Biology. 1996 Apr;69(4):513-21, autori Lai H, Singh NP; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/8627134.

[21] Pubblicato su Pathophysiology 2009 Aug;16(2-3):79-88, autori Phillips JL, Singh NP, Lai H; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19264461, articolo intero su https://www.pathophysiologyjournal.com/article/S0928-4680(09)00014-5/fulltext.

[22] Pubblicato su Mutation Research 2005; 583: 178–183, autori Diem E, Schwarz C, et al.; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15869902.

[23] Pubblicato su Environmental Health Perspectives 2005; 113: 1172–1177, autori Markova E, Hillert L, Malmgren L, Persson BR, Belyaev IY; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16140623.

[24] Pubblicato su Indian Journal of Human Genetics 2005; 11: 99–104, autori Gandhi G, Anita; https://pdfs.semanticscholar.org/2cc3/86343f13444bd7132fa1bf670689fd18a108.pdf.

Il Big Brother Awards, detto semplicemente BBA, è un premio «in negativo» che da anni viene assegnato in tutto il mondo a chi più ha danneggiato la privacy.
Purtroppo la maggioranza dei cybernauti è ormai convinta che parlare di libertà e diritti civili in Rete sia inutile perché il tecnocontrollo sociale è una realtà così largamente accettata che è quasi inutile opporvisi.
Il BBA si propone proprio di riportare l’attenzione del popolo del web, su coloro che attivamente o passivamente contribuiscono a questa situazione, abbastanza allarmante.
Qui sotto ecco i vincitori dei BBA Italia del 2018.

Vincitori dei Big Brother Awards Italia 2018

RISCHIO TECNOLOGICO
Assegnato alla nuova tecnologia più rischiosa per i cittadini digitali.
Il premio 2018 viene assegnato congiuntamente a:

  • Amazon AWS IoT Services
  • Google Cloud IoT
  • Particle Industries, Inc.

Queste tre aziende sono attualmente i leader tecnologici e di mercato per la fornitura di servizi cloud per l’IoT (acronimo che significa «Internet delle cose»).
Si tratta di servizi di sviluppo e gestione offerti a coloro che intendono realizzare oggetti IoT, atti a velocizzare il processo di sviluppo di un prodotto, ma contemporaneamente veicolano tutti gli enormi flussi di dati che gli oggetti IoT generano attraverso la piattaforma del fornitore di servizi.

Ciò permette di analizzare con tecniche di Big Data Analysis e Deep Learning i flussi di dati e di creare profili normali/psicografici dei possessori di uno o più oggetti IoT. Mentre questo potere può essere in parte ceduto, vendendolo a chi ha realizzato gli oggetti, l’enorme potere di analizzare l’interezza dei dati di tutti gli oggetti IoT in qualunque modo possibile viene detenuto dal fornitore di servizi.

L’analisi di questi flussi di dati conferisce un potere di profilazione e tecnocontrollo maggiore di quello oggetto dell’affaire Facebook/Cambridge Analitica. Un potere enorme, che può essere limitato, anzi autolimitato, solo dalle condizioni di servizio decise unilateralmente dai fornitori di servizi stessi; tuttavia, tutti questi fornitori non pubblicizzano molti particolari su questo aspetto.
Considerando che qualsiasi limitazione che il fornitore si imponesse autonomamente comporterebbe la perdita di un affare estremamente redditizio, ci si può domandare se delle autolimitazioni verranno poste in essere in futuro.
Per questi motivi i vincitori, quali rappresentanti più significativi di tutta l’industria dell’IoT, vincono meritatamente il Big Brother Award di Rischio Tecnologico.

MINACCIA NAZIONALE
Assegnato per la più grave decisione pubblica o manipolazione dell’informazione fatta da un ente pubblico o da un suo rappresentante.

  • Parlamento della Repubblica Italiana

 (firmatari legge Walter Verini, Mara Mucci, Giuseppe Berretta)

La quantità di dati generati da ogni persona nella società dell’informazione è enorme e la conservazione dei dati per finalità di giustizia richiede un delicatissimo bilanciamo fra “sicurezza e privacy”.
Questo bilanciamento è saltato completamente quando in Italia è stata approvata una normativa che estende in modo indiscriminato la conservazione di dati di traffico telematico e telefonico alla durata di 6 anni. Legge incompatibile con l’ordinamento comunitario, che porterà a certe procedure da parte della UE (Rif. Sentenza Tele2). Legge duramente criticata dal Garante della Privacy Italiano, da tutti gli attori della società civili nonché da autorevolissimi giuristi. Legge introdotta con l’inganno, come confermato da numerosi parlamentari, come sub-emendamento di un articolo di recepimento di direttiva europea sulla sicurezza degli ascensori all’interno di un pacchetto legislativo di recepimento di variegate direttive europee (“Legge Europea 2017”). Legge che oggi pone l’Italia unica in Europa in una condizione di sorveglianza massiva, soprattutto guardando alle modalità di raccolta di dati di traffico telematico effettuati da parte degli operatori mobili con metodiche di CGNAT, ovvero quelle metodiche che portano alla registrazione di tutti i siti visitati dai propri utenti.

Un cittadino italiano nel 2023 non ricorderà sicuramente quale sito avesse visitato l’8 giugno 2018 alle ore 18.15. Ma lo stato italiano si.
Tenendo conto di tale grave, ampia e indiscriminata condizione di lesione dei diritti civili dell’intera popolazione residente nello stato Italiano, si conferisce il premio Minaccia Nazionale al Parlamento della Repubblica ed in particolare ai firmatari della legge in oggetto, Walter Verini, Mara Mucci e Giuseppe Berretta.

MINACCIA INTERNAZIONALE
Assegnato, senza riguardo alla nazionalità, a chi più gravemente minaccia i diritti dei cittadini digitali.

MINACCIA DA UNA VITA
Assegnato a chi ha meritato per più anni consecutivi uno dei premi precedenti:

  • Facebook

In un mondo in veloce cambiamento poche aziende avrebbero potuto rimanere sulla cresta dell’onda per anni e anni riuscendo a sviare, rimandare, procrastinare sempre l’adozione di misure minime di rispetto dei propri utenti e della loro privacy.
Facebook ci è riuscita e merita un premio speciale alla carriera per essere restata sempre fedele alla propria intima natura di violatore, molestatore, minacciatore dell’identità digitale dei cittadini nascondendo dietro un contratto di servizio e delle fantomatiche regole sociali della comunità la violazione dei più basilari diritti all’identità e dignità dei cittadini.

Gli scandali recenti hanno però portato il fondatore a mostrare con disarmante candore la vera faccia di Facebook in un’audizione pubblica al Congresso degli Stati Uniti (da notare che in Europa l’equivalente audizione è stata tenuta a porte chiuse, perché noi europei non abbiamo diritto alla conoscenza, potrebbe farci male) la reale natura del network: non essere sociale ma… «Senator, we run ads». Fanno pubblicità, tutto qui, e senza neppure lo sforzo di investire nella realizzazione di un contenuto accattivante ma semplicemente proponendo in modo selettivo ad ogni proprio utente ciò che solletica di più le sue risposte meno mediate, e lo tiene attaccato praticamente un grande distributore di odio di scala planetaria.
Cari utenti di Facebook, voi non siete il loro prodotto, è la parte peggiore di voi, l’odio, l’invidia, il disprezzo, il risentimento, l’intolleranza, che gli algoritmi di Facebook selezioneranno accuratamente per mostrarli a chi più verrà offeso da questo. Lo chiamano engagement: è l’apoteosi della brutalità e dell’inciviltà.

 

Tratto da «Big Brother Awards Italia 2018», https://bba.winstonsmith.org


Dottor Alfred Spitzer, «Solitudine Digitale»

Dall’inizio di questo secolo gli stati del mondo occidentale “civilizzato” raccolgono i dati personali dei loro cittadini in proporzioni mai conosciute finora. Una delle fonti fondamentali di questi dati siamo noi stessi! Siamo noi che forniamo i dati, sia con il pieno consenso, sia del tutto inavvertitamente: che siano le nostre email e le nostre telefonate ad essere lette o ascoltate, le nostre abitudini d’acquisto a essere registrate (per mezzo delle tessere fedeltà), i nostri movimenti (non solo) nei luoghi pubblici a essere monitorati per mezzo di telecamere, dei nostri smartphone o del software della nostra auto, o che siano i nostri sentimenti e stati d’animo essere non solo registrati e analizzati, ma ormai anche manipolati per mezzo di Facebook o Twitter, non fa differenza.

Prima ci preoccupavamo di ciò che sapevano sul nostro conto l’Agenzia delle Entrate o la Motorizzazione Civile. Oggi vengono raccolti, memorizzati e analizzati i dati sul nostro conto da numerose aziende e dallo Stato, in proporzioni tali che la furia catalogatrice della Stasi sembra a confronto un semplice “caffè tra signore”.
Non c’è da meravigliarsi se ormai il termine Big Data ha assunto un retrogusto sgradevole.
Il motivo che si adduce per giustificare tale furia catalogatrice è l’aumento degli attacchi terroristici: per evitarli, l’intera società deve reagire con una maggior vigilanza al fine di garantire la sicurezza interna.

Big Data e Deep Learning
Non è solo la raccolta dei dati personali ad aver conosciuto una crescita esponenziale, ma anche la possibilità di una loro analisi. E’ stato solo con lo sviluppo dei più moderni programmi di elaborazione dati che si è reso possibile interpretare i dati che uno smartphone fornisce con tutti i suoi sensori (sensori per i gesti, i movimenti, la velocità, la temperatura, l’umidità eccetera), con il microfono, le videocamere e il sistema di navigazione satellitare.
Perché solo quando l’enorme massa di dati in entrata può essere anche automaticamente analizzata si ha una reale possibilità di spiare gli uomini sulla Terra.
Non c’è da meravigliarsi quindi se quasi in contemporanea all’arrivo dello smartphone siano stati fatti i necessari progressi nell’ambito dell’elaborazione dati. Tali progressi sono conosciuti con il nome di Big Data e Deep Learning.

Il concetto di Big Data è ambiguo e i suoi contorni non solo sono sfocati, ma anche in continuo mutamento. In ogni caso si tratta di quantità di dati talmente esorbitanti che non è possibile avere una visione di insieme senza l’aiuto di strumenti meccanici e per i quali non bastano più nemmeno i consueti processi di elaborazione dati digitale.
Si dice che la quantità di dati disponibili prodotti in tutto il mondo, raddoppia ogni due o tre anni, ma si dimentica che questo dipende non da ultimo dal fatto che ci sono sempre più macchine fotografiche che scattano in continuazione foto, con una definizione sempre maggiore, che la nostra comunicazione – mail, telefonate, messaggi ecc. - viene osservata e memorizzata sempre meglio, e che i sensori più disparati forniscono in maniera del tutto automatica dati per qualsiasi cosa (a partire dal meteo fino alle nostre pulsazioni), mentre prima ci limitavamo ad assistere i fenomeni naturali senza registrarli. Con Big Data s’intende senz’altro anche questo aspetto del nostro mondo tecnologizzato.

Big Data si riferisce comunque soprattutto alle possibilità di salvataggio e interpretazione dei dati in giganteschi centri dati che sorgono nelle vicinanze di corsi dei fiumi e/o di centrali elettriche, perché calcolatori e sistemi di immagazzinamento dati sviluppano un fabbisogno energetico molto elevato, non da ultimo per il raffreddamento.


Le banche dati contengono così tante informazioni che estrarre quelle rilevanti somiglia davvero all’estrazione di metalli in una miniera. Per questo la ricerca all’interno di grandi quantità di dati viene chiamata Data Mining.
Le possibili conseguenze di tutto ciò le ha scoperte a proprie spese una quindicenne americana incinta...

L’incredibile storia della ragazza incinta
La ragazza non aveva ancora informato i genitori della sua gravidanza, quando ricevette posta da un supermercato locale: pubblicità di vestiti pre-maman, fasciatoi e molti, molti visi di bebè...
Il padre, che non aveva trovato affatto divertente la cosa si recò furibondo al supermercato chiedendo di parlare con il manager: «Mia figlia ha trovato questo nella cassetta postale (...)  va ancora a scuola e voi le ha mandate coupon per vestiti da bebè e culle? Volete che mia figlia rimanga incinta
Il manager si scusò e anche dopo qualche giorno telefonò di persona per scusarsi nuovamente. Ma la voce del padre adesso suonava affranta: «ho fatto una chiacchierata a quattrocchi con mia figlia.  Ho scoperto che a casa nostra succedevano cose di cui non sapevo nulla. Partorirà ad agosto. Sono io che devo scusarmi con lei».
Cos’era accaduto?

Nei supermercati degli Stati Uniti esistono da molto tempo coupon, sconti e carte socio che hanno essenzialmente la funzione di raccogliere informazioni sul cliente: età, sesso, stato di famiglia, figli, domicilio, guadagno; le carte di credito utilizzate, le pagine web consultate sono note ai negozi tanto quanto le preferenze tra le marmellate, il caffè o i fazzoletti di carta, oppure le particolarità della dieta (vegetariana, vegana, intollerante al lattosio o al glutine, ecc.).
Se le informazioni possedute dai supermercati non sono per loro sufficienti, ne comprano altre: «sull’appartenenza etnica, sulle precedenti occupazioni, sulle riviste lette, se si è stati inadempienti o se si è separati, in che anno si è comprato casa, che scuola si è frequentata o che università, di cosa si parla o si scrive online, quali sono le posizioni politiche, ecc.»

La catena di supermercati Target, la seconda più grande negli USA, è tra le prime che provano a scoprire per mezzo del Data Mining quali delle proprie clienti siano in stato di gravidanza.
Per far ciò si confrontano gli acquisti di migliaia di donne che si sa essere incinte, con gli acquisti delle donne non incinte. Da tale confronto risulta che le donne in stato di gravidanza, a partire circa dall’inizio del loro quarto mese, comprano prodotti per la pelle senza l’aggiunta di profumi e, nei primi 5 mesi di gravidanza, acquistano integratori alimentari come calcio, magnesio e zinco.
«Sono molte le clienti che comprano saponi e ovatta, ma quando la cliente inizia all’improvviso a comprare molti saponi inodori, confezione extralarge di ovatta, lozioni per il bucato a mano e strofinacci, è probabilmente vicina alla data del parto».
In questo modo, sulla base di circa 25 prodotti acquistati da una donna, è possibile non soltanto assegnare un punteggio di previsione della gravidanza, ma anche calcolare una finestra relativamente ristretta sul giorno della nascita.

Su questa base è possibile raggiungere i clienti con pubblicità molto mirate e tanto più efficaci se si pensa che la gravidanza e la nascita di un figlio sono sempre fasi di cambiamenti radicali, in cui si definiscono alcune vecchie abitudini.
Così è successo quello che doveva succedere...
Dopo che l’incidente della ragazza quindicenne è stato reso pubblico sul «New York Times»[1], ci si è resi conto che la strategia adottata non era affatto una buona strategia di marketing. Eppure chi crede che il supermercato abbia abbandonato il suo calcolo delle previsioni di gravidanza si sbaglia.
Adesso lo fa soltanto in maniera più subdola, stampando un tosaerba accanto al pannolino sul coupon, in modo che la cosa dia meno nell’occhio: la cliente crede che tutti ricevano lo stesso coupon e considera la pubblicità dei pannolini un caso…

 

Alfred Spitzer, medico psichiatra è stato visiting professor a Harvard e attualmente dirige la Clinica psichiatrica e il Centro per le Neuroscienze e l’Apprendimento dell’Università di Ulm.
Autore di numerosi saggi tra cui «Demenza Digitale»

Note

[1] «How company learn your secrets», «New York Times», 16 febbraio 2016, https://www.nytimes.com/2012/02/19/magazine/shopping-habits.html 


Maurizio Blondet

Scandalo a Londra.
Dal Daily Mail: Fine dell’esperimento transgender sui bambini: «dicono i lavoratori che  hanno dato l’allarme dopo essersi licenziati dalla clinica, che trattano pazienti di appena tre anni».
Riassunto:

  • Cinque dipendenti i della clinica GID (Gender Identity Development Service) si sono dimessi;
  • I medici hanno riferito che i bambini stanno ricevendo una terapia per il cambio di genere inutile;
  • Un informatore rimase in servizio solo per impedire a più bambini di farsi curare;
  • Il numero di giovani indirizzati al servizio è passato da 94 nel 2010 a 2.519 l’anno scorso;
  • Cinque lavoratori denunciano irregolarità presso l’unica clinica transgender del Servizio Sanitario Nazionale in Gran Bretagna, si sono dimessi perché impauriti dal fatto che bambini di tre anni stanno subendo senza necessità il trattamento di cambiamento di sesso.

I medici della clinica GID (Gender Identity Development Service) con sede a Londra e Leeds hanno dubbi sui bambini che sono stati diagnosticati erroneamente con «disforia di genere».
Si teme che alcuni bambini gay che hanno problemi con la loro identità sessuale vengano erroneamente diagnosticati come transgender. Gli specialisti temono anche che alcuni dei giovani che hanno subito aggressioni da bulli di tipo omofobico, vengano sottoposti a pressioni per accettare un trattamento di cambiamento di genere.

Secondo il «Times», tutti e cinque gli ex membri dello staff facevano parte della squadra che decideva se ai giovani dovevano essere somministrati i farmaci ormono-bloccanti, per interrompere il loro sviluppo prima della pubertà.
I pazienti vengono sottoposti a un ciclo di ormoni cross-sessuali all’età di 16 anni a seconda che si vogliano sviluppare come maschi o femmine.
Almeno 18 membri dello staff hanno lasciato la controversa clinica negli ultimi tre anni, a causa, hanno detto, del timore che non siano stati effettuati sufficienti controlli per diagnosticare correttamente i bambini.

Uno dei cinque informatori ha anche affermato che l’unico motivo per cui molti sono rimasti nel loro incarico è stato quello di evitare che altri bambini ricevessero il trattamento.
Un professore di Oxford ha detto che i trattamenti erano «esperimenti in vivo non autorizzati sui bambini» con più di una diagnosi non supportata da alcuna evidenza.
Carl Heneghan, direttore del Center of Evidence-based Medicine dell’Università di Oxford, ha dichiarato al Times: «Data la scarsità di prove, l’uso off-label di farmaci [ossia per terapie non   indicate nel foglietto illustrativo] nel trattamento della disforia di genere significa in gran parte un esperimento dal vivo non regolamentato sui bambini.

GIDS, che fa parte del Trust Foundation della Fondazione NHS di Tavistock e Portman, ha negato queste affermazioni e ha insistito che in questi casi complessi sono state fatte diagnosi accurate.
Un portavoce ha dichiarato al Times: «È solo negli ultimi anni che il numero di giovani che frequentano servizi specializzati in tutto il mondo è aumentato drasticamente»
Prima di questo, i numeri erano piccoli e quindi è stato difficile raccogliere prove sufficienti per valutare appieno i percorsi terapeutici.

I pazienti di questo genere che hanno bussato alla clinica, erano 94 nel 2010, ma sono stati 2.519 entro l’anno scorso; il paziente più giovane era di soli tre anni!
Uno dei medici ha dichiarato sempre al Times: «Negli ultimi due anni quello che mi ha trattenuto nel lavoro era il senso che c’era un enorme numero di bambini in pericolo. Ero lì per proteggere i bambini da eventuali danni»
Gli esperti temono che i trattamenti vengano dati senza esplorare la ragione alla base della confusione dei bambini sulla loro sessualità.
A febbraio i medici della clinica dell’identità di genere hanno avvertito che i giovani pazienti   rischiano «danni a lungo termine» a causa di gruppi di pressione e «genitori invadenti».

Cominciamo con qualche semplice domanda….
Un rapporto dell’ex capo dello staff, David Bell, ha detto che alcuni bambini assumono un’identità trans come soluzione «a molteplici problemi come l’abuso storico di minori in famiglia, il lutto, l’omofobia e un’incidenza molto significativa del disturbo dello spettro autistico».
Molti bambini che mettono in discussione la loro identità, ha aggiunto Bell, possono aver «imparato attraverso risorse online [o] ricevendo da genitori o colleghi istruzioni su cosa esattamente dire per ottenere i risultati che vogliono».
Lo psicoanalista ed ex governatore della clinica, il dott. Marcus Evans, si è dimesso a febbraio per timore che i medici cercassero “soluzioni rapide” offrendo la riassegnazione di genere.
Fin qui l’articolo del Daily Mail.  

Tratto da https://www.maurizioblondet.it/curano-per-cambio-di-sesso-bambini-di-tre-anni/ 

Istituto Tavistock
Sull’Istituto Tavistock, da cui questa clinica dipende,  come organismo militare di guerra psicologica per creare “scientificamente” stati d’animo collettivi,  “cambi  di paradigma in intere popolazioni” e “rovesciamento di valori”, abbiamo già scritto numerosi articoli, reperibili in rete.

https://www.maurizioblondet.it/quel-grande-esperimento-contagio-psichico/https://www.maurizioblondet.it/sempre-nuove-conquiste-della-liberazione/

Sul contributo del Tavistock nella trasformazione di individui psichicamente turbati in terroristi, si veda qui https://www.nexusedizioni.it/it/CT/hamas-psichiatrico-5668
Fra l’altro, scrivevo: «Ci troviamo qui di fronte ad una di quelle centrali dell’impero britannico volte a creare gli “états d’esprit” collettivi che servono a maturare in una società delle rivoluzioni culturali, o il “salto di paradigma”.
Altri articoli inerenti:
https://disinformazione.it/2019/03/05/istituto-tavistock-e-il-mutamento-di-paradigma/


Marcello Pamio

Non finiscono le polemiche sul Congresso delle Famiglie tenutosi a Verona!
George Orwell griderebbe che "nel tempo dell'inganno universale dire la Verità è un atto rivoluzionario".
Oggi, nel Regno del Caos, difendere la famiglia è diventato un atto sconsiderato da retrogradi. Proteggere la struttura portante e basilare per la formazione di un individuo è da mentecatti!
Come siamo arrivati a questo punto? Di chi è la colpa? Cui Prodest?
E soprattutto, chi tira le fila di una simile operazione diabolica? Chi sono coloro che stanno lavorando dietro le quinte per la distruzione sistematica della famiglia, dei valori e dell'identità (religiosa, sessuale, ecc.)?
Noi vediamo solo le povere marionette usate dal Sistema, che coscientemente o incoscientemente partecipano al più grave attacco alla libertà individuale e al futuro dell'uomo.
Squallidi fantocci come Laura Boldrini (Leu), Francesca Puglisi (Pd), Nicola Zingaretti (Pd), Federico Fornaro (leu), Luigi Di Maio, Giulia Grillo (Ministro della salute), Paola Binetti (Udc), Monica Cirinnà (Pd), Susanna Camusso (Cgil), Luigi de Magistris (sindaco di Napoli) e molti altri...
A tutti questi, e a quelli che mancano all'appello, dedico una breve carrellata delle nuove famiglie. Quelle "nuove" e "libere" realtà familiari a cui tutti loro, con la scusa dei diritti e delle libertà, stanno preparando il terreno...

 

Per maggiori informazioni visitate il sito www.nogender.eu
E guardate il video: "Dall'ideologia di genere al transumanesimo e postumano"

https://youtu.be/LmhYAI8R88E


Marcello Pamio

Internet e tutto quel marasma virtuale contenuto nel cyberspazio sono strumenti molto importanti e utili, se vengono usati correttamente. Quando però lo strumento da mezzo diventa il fine, allora gli effetti collaterali possono essere gravissimi e devastanti.
I principali rischi per gli internauti per così dire non "scafati", vanno dal cyberbullismo all’adescamento on-line, alla pornografia e pedopornografia, alla dipendenza vera e propria da internet, al sexting, ai messaggi offensivi e minacciosi, alle richieste di sesso online. Per non parlare di tutto il mondo delle fake news, o della privacy che letteralmente sparisce quando ci colleghiamo alla rete con un computer…

Non tutti sono a conoscenza, soprattutto i genitori, che il bullismo online detto «cyberbullismo» è un problema in crescita pandemica.
Con questo termine s’intendono quelle azioni aggressive eseguite attraverso sms, immagini, foto o video, chiamate telefoniche, e-mail, chat rooms, siti web, ecc., da qualcuno (persona singola o gruppo) con lo scopo di far del male o di danneggiare una persona. L’impatto che questo può avere sulla psiche di un ragazzo debole può essere devastante.

L’adescamento online («online grooming») è invece il tentativo di un pervertito adulto, di avvicinare un minore tramite messaggi inizialmente innocui, per ottenere la sua fiducia. Una volta instaurato un certo tipo di rapporto, le tematiche scivolano lentamente verso il sesso, per giungere allo scambio di foto e video e all’incontro vero e proprio. I pedofili utilizzano molti di questi sistemi.

Anche la dipendenza da internet è diventata un problema abnorme, nonostante sia poco pubblicizzato.
La Rete, i social e le varie piattaforme che intasano il web sono pensate e strutturate per creare dipendenza psicologica con conseguenti danni psichici e funzionali per il soggetto.
Si è persino scomodata la psichiatria che ha etichettato questo nuovissimo disturbo con l’acronimo IAD, «Internet Addiction Disorder», e si manifesta sotto forma di sintomi da astinenza. Esattamente quello che avviene con il gioco online.
Il caso degli Hikikomori è emblematico. Lo strano temine giapponese significa «stare in disparte» e al momento in Giappone ci sono 500.000 casi accertati, che però secondo le associazioni che se ne occupano potrebbero arrivare addirittura a un milione, cioè l’1% dell’intera popolazione nipponica! Nonostante sia un fenomeno incredibilmente vasto e in crescita anche da noi in Italia, nessuno ne parla.

Ma di cosa si tratta? Gli hikikomori sono ragazzi molto intelligenti ma caratterialmente timidi e introversi che di fronte alle difficoltà della vita preferiscono chiudersi a riccio isolandosi, in una auto-reclusione totale in cui l’unico legame con il mondo esterno diventa il computer e Internet! Giovani asociali che non escono mai da casa, vivendo una falsa vita proiettata nel mondo virtuale. Segnale inequivocabile della vuotezza che stiamo vivendo in questo periodo storico.

In un mondo bipolare come il nostro però, a far da contraltare all’isolamento patologico degli hikikomori, ci pensano le «Candy Girl». Si tratta di ragazze minorenni, anche bambine, che adottano in Rete atteggiamenti spregiudicati, spesso totalmente inconsapevoli delle conseguenze. In praticano barattano proprie foto di nudi e video porno in cambio di soldi e/o ricariche del cellulare.
Tutto viene vissuto come un semplice gioco innocente, che però da una parte sostiene il mercato della pedopornografia e dall’altra aumenta il rischio di violenza sessuale reale.
A proposito di sesso, il «sexting» è l’invio di messaggi sessualmente espliciti e/o immagini inerenti al sesso, principalmente tramite il cellulare, ma anche tramite internet.

L’inesistente privacy
In internet la privacy è stata ingoiata da qualche buco nero.
Nonostante le leggi italiane ed europee, il pc e gli smartphone sono strumenti principali di controllo sociale, in grado di monitorare e tracciare tutto e tutti costantemente.
Per ogni social o pagina web visitate si lasciano sassolini come moderni Hansel e Gretel.
Miriadi di dati e informazioni personali (quello che acquistiamo, le preferenze politiche, religiose, sessuali, la musica che amiamo, ecc.) che diventano preziosi come l’oro per i giganti del web (Big Data). I Padroni del mondo sono coloro che gestiscono questa mole di dati, ecco perché Big Data incarna perfettamente la strega che vuole mangiarsi i due fratellini persi nel bosco.

Pericolo fake news
Sulle cosiddette Fake News il tema è caldissimo. Nel cyberspace una notizia falsa veicolata ad arte dai media mainstream può aprire ampi dibattiti politici e influenzare l’esito di una tornata elettorale, o innescare sommovimenti popolari. Inoltre, delle falsità possono massacrare la reputazione di una persona.
Va infine ricordato sempre che «fake news» è una etichetta inventata dall’establishment per essere appiccicata a tutte quelle notizie che vanno fuori dal binario, e cioè dal paradigma riconosciuto…

Virus e malware
La rete è anche quel mare magnum che ha creato virus e malware e contribuito alla loro diffusione e infestazione di massa.
Non tutti i virus sono distruttivi, spesso infatti vengono utilizzati per altri motivi, tra cui sottrarre informazioni personali, password, dati delle carte di credito o direttamente denaro.
Girovagando nel web e/o scaricando file senza sicurezza, il rischio è enorme.

Le applicazioni pericolose

Le applicazioni per il cellulare sono migliaia. Ogni giorno ne vengono create di nuove per una infinità di scopi. Alcune di queste possono essere potenzialmente deleterie, come quella chiamata Tik-Tok.
Si tratta di un social network cinese che sta crescendo però a livello planetario. Stiamo parlando della terza app più usata al mondo nel 2018, la quale nel 2017 si fonde con Musicaly, una piattaforma americana. Cosa fa questa applicazione? In pratica permette di «incarnare in playback le tue canzoni preferite, i tuoi video, fare sketch, doppiare film, ecc.».  La sua arma è la «sfida settimanale», come per esempio la «Shoe Challenge» che consiste nel provare il maggior numero di scarpe e vestiti in 15 secondi, tutto rigorosamente a tempo di musica.[1]

Questo è un modo intelligente e persuasivo di fidelizzare il pubblico bloccandolo nella piattaforma per più tempo possibile. Lo scopo è farli rimanere connessi e infatti molti bambini e adolescenti sono diventati dipendenti.
Un altro insidioso pericolo è instillare l’incessante ricerca di essere perfetti nel fisico e piacere agli altri: tutto è orchestrato per esporre il proprio corpo, le forme e la propria intimità. Il canone di bellezza di Tik-Tok sono le ragazzine magre dai capelli lunghi neri, labbra carnose, che svestite danzano sensualmente cercando di imitare le loro cantanti preferite[2].
Ragazze (o bambine) giovanissime anche di 9 e 10 anni!
I pericoli sono enormi e gravissimi, partendo dai pedofili che sguazzano quotidianamente in simili social per adescare qualche bambina o bambino. Per non parlare del cyberbullismo onnipresente: le ragazze che non hanno il physique du role vengono massacrate con parole offensive (“sei grassa”, “fai schifo”, “vergognati”, “ucciditi”, ecc.) dagli altri utenti.
Infine Tik-Tok contiene pornografia, nudità e violenza.

Adolescenti sempre più schiavi della rete
Una recente indagine intitolata: «Tempo del web. Adolescenti e genitori online», realizzata da SOS Telefono Azzurro Onlus in collaborazione con Doxakids, e presentata a Milano l’8 febbraio in occasione del «Safer Internet Day» (SID), la Giornata mondiale per la sicurezza in rete promossa dalla Commissione Europea, mostra un quadro a dir poco allucinante.
La ricerca è stata condotta su 600 ragazzi dai 12 ai 18 anni e 600 genitori dai 25 ai 64 anni.
Adolescenti sempre più dipendenti da social e smartphone.
Il 17% dei ragazzi intervistati dichiara di non riuscire a staccarsi da cellulare e dai social; ben 1 su 4 (25%) è sempre online, quasi 1 su 2 (45%) si connette più volte al giorno.
Dati assai preoccupanti che però raggiungono la follia quando si legge che il 21% (1 su 5) dei giovani soffre di «vamping», cioè si sveglia in piena notte per controllare i messaggi arrivati sul proprio cellulare!
Circa il 78% (4 su 5) chattano continuamente su piattaforme come WhatsApp.
Dati assai preoccupanti che però raggiungono la follia quando si legge che il 21% (1 su 5) dei giovani soffre di «vamping», cioè si sveglia in piena notte per controllare i messaggi arrivati sul proprio cellulare!
Circa il 78% (4 su 5) chattano continuamente su piattaforme come WhatsApp.

Online prima dei 13 anni e lo smartphone a 11
Uno degli allarmi lanciati dalla ricerca è quello dell’età in cui gli adolescenti italiani accedono alla Rete. Quasi la metà (48%) dichiara di essersi iscritto a Facebook prima dei 13 anni, età minima consentita per poterlo fare, mentre il 71% riceve in regalo dai premurosi genitori uno smartphone a 11 anni.

Consideriamo che di media le chiavi di casa arrivano attorno ai 12 anni!
Ma se i ragazzi hanno una dipendenza evidente, non sono da meno i genitori.
Quattro intervistati su 5 tra gli adulti dichiarano di usare i social per comunicare quotidianamente con i propri figli: 68% WhatsApp, 18% altre chat. Anche tra gli adulti la percentuale di «vamping» è impressionate: 1 su 4 (il 22%).

Sessualità, pedopornografia e cyberbullismo
Il 73% dei ragazzi intervistati (4 su 5) dichiarano di frequentare costantemente siti pornografici e addirittura il 28% di loro teme di diventarne dipendente. Poco più del 10% (1 su 10) conosce qualcuno che ha fatto «sexting», cioè si è scambiato messaggi e/o immagini sessualmente espliciti.
Secondo la ricerca in questione, il 12% ha dichiarato di essere stato vittima di cyberbullismo, mentre il 32% ha paura di subirlo, e il 30% teme il contrario: postare qualcosa che offenda qualcuno senza accorgersene.

Generazione Digitale
La chiamano iGen o «Generazione Digitale» o anche «Generazione Google» ed è la generazione dei nati dopo il 1995, diciamo dopo l’anno 2000, quando la Rete si è aperta agli usi commerciali. Sono i ragazzi cresciuti con in mano non una fionda ma un iphone.


Al contrario dei cosiddetti «millennials» (nati tra il 1981 e il 1995) che almeno sono riusciti a conoscere una realtà analogica prima dell’avvento degli schermi piatti, gli adolescenti odierni vivono una vita immersa in un mondo inesistente proiettato dentro uno schermo connesso alla Rete.

I social e la riprogrammazione del cervello
Il livello di attenzione negli ultimi anni è stato ridotto drasticamente.
Oggi infatti si scorrono le videate di facebook, Instagram ecc. ad una velocità pazzesca, e di solito in circa 3 secondi dopodichè si cambia.
Questo indubbiamente porta ad una riprogrammazione del cervello (vedi video sotto di Federico Pistono).
Tutta la comunicazione delle aziende, la pubblicità è pensata per attirare l'attenzione in 3 secondi al massimo, quindi devono chiaramente fare leva sulle emozioni primarie, quelle più basse come la paura e l'eccitamento sessuale!
Questo martellamento costante, questo fiume di stimoli a ripetizione rende le persone incapaci di stare fermi a pensare, e aumenta i disturbi di attenzione, la perdita di memoria, ecc.
L'andamento della pubblicità è indicativo: una volta era di 30 secondi, poi a 15 secondi e ora ci sono gli spot (prima dei video) di soli 3-5 secondi. Devono catturare la persona subito, altrimenti la perdono.
Svariati studi hanno dimostrato che stare incollati nei social media per più di 2 ore al giorno aumenta di molto le tendenze suicide e la depressione. I bambini sono più infelici, e si sentono più soli...
Non a caso i figli dei grandi CEO della Silicon Valley non hanno il cellulare: il figlio di Steve Jobs (Apple), di Satya Nadella (Microsoft), di Sundar Pichai (Google) non usano lo smarthphone! Come mai? 

Conclusioni
La ricerca ha evidenziato anche una buona dose di ignoranza tra i genitori. Per esempio il 71% degli adulti non ha mai sentito parlare di sexting, il 12% non sa cosa significa cyberbullismo.
Questo vuoto conoscitivo deve essere assolutamente colmato prima di arrivare al punto di non ritorno: una società costituita da zombi interconnessi.
Perché quello che sta avvenendo è epocale e non si è mai verificato prima nella storia dell’umanità.
Stiamo allevando un gregge di pecore disorientate e soprattutto infelici!
Tutte le indagini finora condotte hanno dimostrato che la felicità dei ragazzi diminuisce in maniera proporzionale al tempo trascorso davanti allo schermo di un cellulare o di un tablet... Sarà un caso, ma la generazione più digitale della storia è sempre più sola, depressa e propensa al suicidio, rispetto a qualsiasi altra generazione del passato.
La rete non solo sta cambiando gli stili educativi e il linguaggio della popolazione, ma sta anche forgiando la struttura mentale ed emozionale dei giovani (l’ambiente) di oggi.
Detto in senso epigenetico, il web sta letteralmente modificando la genetica umana!
Riflettiamo, ed interveniamo prima che sia troppo tardi.

Note

[1] “I pericoli di Tik Tok”, video di Antonio Morra, https://www.youtube.com/watch?v=HH1hgOKaSRI
[2] Idem

Video di Federico Pistono: "Nuove malattie mentali: come i social riprogrammano il cervello"

 Video di Antonio Morra: "I pericoli di Tik-Tok"


Marcello Pamio

Il 21 settembre 2016 il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, attraverso l’azione e le iniziative promozionali diffuse dal Ministero dello Sviluppo Economico gestito dal piddino Carlo Calenda, ha dato il là a «Industria 4.0», meglio noto come «Piano Nazionale Industria 4.0» stanziando 13 miliardi di euro per supportare la quarta rivoluzione industriale che porterà le aziende italiane a digitalizzare e robotizzare i processi produttivi.
L’anno seguente il «Piano nazionale Industria 4.0» diventa «Impresa 4.0».

Quarta Rivoluzione
Le rivoluzioni industriali del mondo occidentale sono state tre: nel 1784 con la nascita della macchina a vapore e di conseguenza con lo sfruttamento della potenza di acqua e vapore per meccanizzare la produzione; nel 1870 con il via alla produzione di massa attraverso l’uso sempre più diffuso dell’elettricità, l’avvento del motore a scoppio e l’aumento dell’utilizzo del petrolio come nuova fonte energetica; nel 1970 con la nascita dell’informatica, dalla quale è scaturita l’era digitale destinata ad incrementare i livelli di automazione avvalendosi di sistemi elettronici e dell’IT (Information Technology).[1]

Ora tocca alla quarta, e un rapporto pubblicato dalla multinazionale di consulenza McKinsey, spiega dettagliatamente quali saranno gli impatti enormi delle nuove tecnologie digitali.
Quattro saranno anche le direttrici di sviluppo:

  • Utilizzo dei dati, potenza di calcolo e connettività, big data, open data, Internet of Things, machine-to-machine e cloud computing per la centralizzazione delle informazioni e la loro conservazione.
  • Analytics: una volta raccolti i dati, bisogna ricavarne valore.
  • Interazione tra uomo e macchina, che coinvolge le interfacce “touch”, sempre più diffuse, e la realtà aumentata.
  • Passaggio dal digitale al “reale” e che comprende la manifattura additiva, la stampa 3D, la robotica, le comunicazioni, le interazioni machine-to-machine.[2]

Le rivoluzioni a cui assisteremo nei prossimi decenni supereranno la fantascienza hollywoodiana. (Vedi video dell'autore su Transumano e Postumano)
Nella «Fabbrica 4.0» la flessibilità dagli impianti sarà tale da consentire di personalizzare i prodotti in funzione del singolo cliente. I robot lavoreranno a contatto con l’uomo e dall’uomo apprenderanno in modo naturale. Arrivare alla pericolosissima A.I., Intelligenza Artificiale è solo questione di tempo.
La fabbrica, il lavoro, il microchip umano, i robot, ecc. tutto sarà infatti, in una parola, smart (intelligente).

Dall’Industria 4.0 al microchip 2.0
Il Piano industriale 4.0 darà un impulso enorme all’impianto dei microchip nell’uomo.
Non a caso si parla di interazione uomo-macchina, robotica, realtà aumentata, sicurezza, ecc.
La propaganda del Regime, sta cercando da molti anni di indottrinare le masse su tale argomento. Cercano infatti in tutti i modi di farci vedere il microchip sottocutaneo, come una tecnologia intelligente, evolutiva, utilissima e, ovviamente, sicura.
La Finestra di Overton si è aperta e gli articoli sui microchip per uso umano pubblicati nell’ultimo periodo ne sono la prova.

Oltre ai numerosissimi film sfornati da Hollywood negli ultimi decenni, assisteremo sempre più a servizi pseudo-giornalistici e trasmissioni televisive in cui il chip per uso umano, sarà presentato come il futuro e la tecnologia a cui non potremo dire di no.
Ci mostreranno sempre e solo il lato bello e utile: l’interazione del corpo con il mondo esterno, come ad esempio l’accensione del pc semplicemente avvicinando la mano inchippata, o la gestione completa di una casa domotica. Per non parlare della sicurezza: il microchip ci permetterà di uscire da casa senza carta di credito, senza soldi in contanti, perché tutti i dati utili (compresi quelli sanitari) saranno registrati nei byte del microcircuito.
Non parliamo della strepitosa utilità in caso di sequestro di persona o incidente, perché nel primo caso, fungendo anche da GPS sarà possibile trovare il malcapitato in pochi minuti, mentre nel secondo, anche se la persona è incosciente, i medici potranno estrapolare tutti i dati sensibili sanitari posizionando lo scanner sopra il microchip.

Tutto stupendo, ma dopo vedremo i lati oscuri….
Tornando agli articoli di propaganda, l’ultimo articolo è di ieri del quotidiano il «Giornale di Brescia», il cui titolo è inequivocabile: «Da Vinci 4.0, quando un chip sottocutaneo non deve far paura».
Il nome dell’iniziativa, che rende omaggio a Leonardo, sintesi di genio creativo e capacità tecnica, nel cinquecentesimo anniversario della sua morte, deriva anche dal fatto che «lui era ed è l’esempio perfetto della multidisciplinarietà».
Lo stesso saranno gli operatori delle Fabbriche 4.0, i quali dovranno saper interagire con robot, sensori e dati da essi prodotti, piuttosto che con un’intelligenza artificiale o con il microchip impiantato sotto pelle!
Per ben tre mesi, 250 ragazzi di cinque scuole della provincia di Brescia hanno avuto mattinate formative sui temi della «digital transformation».[3]

Ecco le piroette e acrobazie letterarie del Giornale di Brescia per imbonire gli impianti di microchip. «Sebbene il microprocessore sottocutaneo possa intimorire e far sovvenire scene da film in pieno stile Matrix, il suo utilizzo è già diffuso, ad esempio in Germania.
Al suo interno possono essere inserite informazioni come i dati anagrafici, il gruppo sanguigno e persino un abbonamento ad un mezzo di trasporto».[4]
Al «primo impatto non può non spaventare, ma lo stesso si può dire di tutte le invenzioni che hanno trainato le diverse rivoluzioni industriali». In pratica l’esperto paragona la macchina a vapore, l’elettricità con un congegno elettronico, grande come un chicco di riso, che viene posizionato mediante una siringa, dentro il corpo umano
Anche perché la casa che produce l’oggetto il microchip dettagliatamente propagandato in queste scuole si chiama «Dangerous Things», il cui sito ufficiale si apre con la frase: «We believe biohacking is the next phase of human evolution», cioè credono che il «biohacking» sarà la prossima fase dell’evoluzione umana!
Biohacking, unisce la parola «biologia» e «hack» che significa «un approccio o un metodo non convenzionale». In pratica il biohacking è l’insieme di sostanze e/o gadget sviluppate allo scopo di migliorare l’essere umano naturale, per superarne i limiti fisici.

Vendita dei microchip on-line
Il fondatore di Dangerous Things è un certo Amal Graafstra, che dal garage di casa gestisce la microazienda specializzata nella vendita per corrispondenza di chip e altri aggeggi per tutti quei poveri decerebrati che vogliono modificare e potenziare il proprio corpo!


Il microchip, mediante una siringa con un ago da ben 4 mm, si inserisce 2 millimetri sotto pelle, poi si mette un cerottino steri-strip sul buco, e il gioco è fatto.  Il tutto sganciando 90 euro circa per avere a casa il comodo kit.
Nel corso degli anni il prezzo è calato drasticamente e ora è alla portata di tutti, bambini e ragazzini compresi!

Se però il semplice chippetto non ti aggrada, e vorresti andare oltre, puoi sempre ordinare, per una cifra che varia tra i 153.75 e i 222 dollari, il «Cyborg Transformation Kit» (vedi immagine sotto).

«Se sei pronto per aggiornare il tuo sacco di carne con la tecnologia implantare di prossima generazione e iniziare immediatamente a costruire soluzioni informatiche, hai bisogno del kit di trasformazione cyborg per eccellenza»!
Chiaro? Vuoi implementare il tuo corpo diventando come Terminator?

Futuro distopico
Molti scienziati sostengono che il microchip sottocutaneo umano diventerà nel futuro prossimo indispensabile come il telefono cellulare. Nella loro visione distopica, la società del futuro ci metterà in condizione di non poterne fare a meno, addirittura potrebbero renderli obbligatori, esattamente come oggi per i vaccini.
Ricordo che il microchip per uso animale è obbligatorio in Italia dal 5 novembre 2004.
Il chip contiene un codice magnetico di 15 cifre che si possono leggere mediante un apposito lettore per risalire al proprietario del cane. La Regione Friuli a novembre 2018 ha provato a metterlo obbligatorio anche per i gatti, ma hanno dovuto fare dietrofront a causa del malcontento della gente.[5]
Però ci hanno provato, e ci riproveranno più avanti.
Il passaggio dagli animali all’uomo? Solo questione di tempo!

Nell’uomo il discorso è molto più complesso perché gli impianti sono stati pensati – nonostante le belle parole - solo per il controllo sociale globale!
Cosa faremo infatti quando le banconote cartacee saranno sostituite dalla moneta elettronica e virtuale?
E se per vari motivi il chip non funzionasse correttamente, subisse un danno (o venisse disattivato dall’esterno)? E quando non potremo più comprare nulla, neppure un pezzo di pane, senza sottoporci all’identificazione biometrica tramite microchip?
I delinquenti 2.0 non ruberanno più il portafoglio, come pure non rischieranno neppure di forzare una casa, semplicemente si specializzeranno nel furto dei dati sensibilissimi mediante due strade: la prima si avvale di lettore a radiofrequenze, la seconda nell’estrazione forzata (con bisturi) del chip dalla mano. Indipendente dal metodo usato, una volta in possesso dei dati contenuti nel chip, saranno in possesso di quella vita umana! Non mi riferisco al classico furto di identità, qui l’oggetto del furto è la vita stessa. Nel chip infatti confluiranno tutti i dati sanitari, finanziari, fiscali, (leggasi Big Data) e tutti quelli che non possiamo nemmeno immaginare: per esempio grazie alle tessere fedeltà e agli acquisti fatti online, sapranno (già avviene ora) tutto quello che mangiamo, le preferenze sessuali, la musica che ascoltiamo, la tendenza politica, ecc.


La vita umana sta diventando un concentrato di byte, e coloro che gestiranno questi dati e informazioni saranno i veri Padroni del mondo.

Un esempio per tutti: con gli screening genetici, eseguiti nel periodo prenatale, sapranno quali sono le nostre inclinazioni e/o predisposizioni alle malattie. Se queste informazioni finissero nelle mani di una assicurazione, potremo vederci negata la polizza sulla vita perché loro sanno o ipotizzano che a 30 anni mi verrà un linfoma!
Le persone devono capire che l’intera esistenza di una persona dipenderà dai signori che davanti ad una tastiera controlleranno (o ruberanno) i dati del microchip.
Secondo alcuni visionari arriveremo al punto in cui sarà l’uomo stesso a chiedere l’impianto del microchip volontariamente; vuoi per sicurezza, per comodità (aprire le porte, alzare le tapparelle, accendere il pc o cellulare, uscire senza soldi, ecc.) o perché il numero a 15 cifre diventerà il nostro nuovo «numero di sicurezza sociale», per cui se un domani si vorrà usufruire dei servizi sociali, basterà allungare la mano destra...

 

[1] https://www.economyup.it/innovazione/cos-e-l-industria-40-e-perche-e-importante-saperla-affrontare/

[2] idem

[3] «GdB Da Vinci 4.0, la rivoluzione digitale riparte dagli studenti», Il Giornale di Brescia, 29 gennaio 2019, www.giornaledibrescia.it/rubriche/impresa-4-0/gdb-da-vinci-4-0-la-rivoluzione-digitale-riparte-dagli-studenti-1.3335138

[4] «Da Vinci 4.0, quando un chip sottocutaneo non deve far paura», Il Giornale di brescia, 21 marzo 2019 https://www.giornaledibrescia.it/rubriche/impresa-4-0/da-vinci-4-0-quando-un-chip-sottocutaneo-non-deve-far-paura-1.3348332

[5] «Microchip obbligatorio per i gatti? Norma ritirata, ‘Crea malcontento’», Il Gazzettino, 27 novembre 2018, www.ilgazzettino.it/nordest/trieste/microchip_obbligatorio_gatti_dietrofront_crea_malcontento-4135395.html


Marcello Pamio

Da settimane i media mainstream hanno acceso e puntato i riflettori su una sconosciuta ragazzina svedese, spuntata letteralmente dal nulla.
Nessuno l’aveva mai vista. Di punto in bianco….puff….esce dal cilindro, viene invitata a parlare al vertice sul clima delle Nazioni Unite e poi al Forum di Davos, oggi addirittura è stata candidata al Premio Nobel.
Tutte cose normali per una qualsiasi ragazza di 16 anni, vero?
Ma i suoi discorsi hanno emozionato e toccato le corde profonde dell’anima, appassionando gli ambientalisti di tutto il mondo, così è stata presa come modello da stimare ed emulare.
Se non bastasse per capire il quadro, persino Sergio Mattarella l’ha elogiata, e il diversamente-sobrio Jean-Claude Junker le ha fatto il baciamano.

Da agosto 2018, ogni venerdì mattina, invece di andare a scuola Greta si piazza davanti al Parlamento svedese con il cartello “Sciopero scolastico per il clima”, e in pochissimo tempo è diventata la più giovane ambientalista europea e promotrice delle marce degli studenti per il clima.
Il suo motto è: «non mi fermerò. Non fino a quando le emissioni di gas serra non saranno scese sotto il livello di allarme».
La realtà è che Greta Thunberg è stata fatta diventare un simbolo.

Da una parte sicuramente c’è lo sfruttamento in una «campagna di pubbliche relazioni» in vista dell’uscita del nuovo libro della madre, la cantante d’opera svedese Malena Ernman...

che sta strumentalizzando la povera figlia affetta dalla Sindrome di Asperger. Conosciamo anche il nome dello stratega della campagna di PR, Pubbliche Relazioni, Ingmar Rentzhog, un esperto di marketing e pubblicità. Dall’altra però Greta fa comodo anche al Sistema…

Quello che Greta non dice…
La giovane svedese è portatrice sana di cose ovvie e assolutamente scontate.
Il punto non è quello che Greta dice, ma quello che non dice!
Non è un po’ strano che nonostante attacchi i Poteri Forti, venga appoggiata dagli stessi, cioè dai circoli malthusiano-globalisti, e dalla dittatura europea? Gli stessi circoli che vogliono austerità, deflazioni, disoccupazioni di massa, depopolazione e gli stessi che stanno creando il problema climatico!

Global Warming
L’immensa grancassa di Poteri Forti sta tambureggiano l’allarme del Riscaldamento Globale, attribuendone la causa SOLO alla produzione industriale e ai consumi umani!
Il Global Warming è un fatto accertato e la causa dell’effetto serra è il cancro chiamato uomo, per cui la “soluzione” è quella di aderire immediatamente ai vari Protocollo di Kyoto ecc. che impongono la riduzione delle emissioni industriali, costi quel che costi, e non solo...
Nessuno sta negando l’ovvietà: basta aprire la finestra per capirlo.
Il pianeta sta certamente vivendo un periodo di riscaldamento globale, e il nostro stile di vita, improntato esclusivamente al consumismo sfrenato, è follia allo stato puro! Questi sono dati oggettivi e inoppugnabili, ma quello che si vuole sottolineare è che il Global Warming, innanzitutto non è causato dall'uomo (medio), e secondo viene usato (e fomentato) dall’élite dominante come un Cavallo di Troia per scopi tutt’altro che ambientalistici o naturalistici: instaurare nella popolazione il regime del caos e del terrore (paura di allagamenti, nubifragi, tornado, uragani, siccità, ecc.), far passare leggi sempre più repressive, spingere l’acceleratore della riduzione della popolazione, impedire a paesi emergenti di uscire dal loro baratro, ecc.

La storia docet
La storia insegna qualcosa a proposito del riscaldamento.
Nel 1719 una canicola eccezionale, che sarà difficile attribuire all’industria umana, fece morire non i 15.000 anziani francesi deceduti nel 2013, ma oltre 450.000 persone. I sudditi del Re Luigi XV erano allora solo 22 milioni.
Per lo più i morti erano bambini colpiti da diarrea perché le falde, prosciugate per metà, erano infette. Altre dissenterie canicolari si produssero nel 1706 e nel 1747 e ciascuna fece oltre 200.000 morti.
Quindi prima della grande industrializzazione, prima che le attività dell’uomo liberassero anidride carbonica nell’aria, vi sono stati periodi molto più caldi dell’attuale. Come la mettiamo?
Sono banali esempi, che insegnano come la storia dell’umanità è stata ed è costellata da periodi caldissimi (e periodi freddissimi) indipendentemente dall’uomo.

Cambiamento climatico o guerra climatica?
«Abbiamo bisogno di un mondo più autoritario. Anche le migliori democrazie accettano che quando si avvicina una grande guerra, la democrazia deve essere sospesa per tutta la sua durata. Io ritengo che il cambiamento climatico sia una situazione grave come una guerra. Può essere necessario mettere la democrazia in sospeso per un po'. Dobbiamo avere poche persone dotate di autorità a comandare».
Questa frase non l’ha scritta Adolf Hitler nel suo Mein Kampf ma è uscita dalla bocca di James Ephraim Lovelock, il chimico futurologo, ex collaboratore della NASA, che ha elaborato la teoria di Gaia.

È l’inventore anche del buco dell’ozono, provocato a suo dire dal gas CFC, il cui brevetto della Dupont scadeva casualmente quando si scoprì il buco…
Lovelock è profondamente inserito nelle centrali di potere che protraggono l’impero britannico, anche perché egli è un uomo del liberismo secondo Adam Smith e seguace di progetti di riduzione della popolazione secondo Malthus*.
Quello che Lovelock adombra è il progetto di un governo autoritario mondiale con la scusa del controllo del riscaldamento globale.
Oggi ha 99 anni ed è ancora membro del The Optimum Population Trust, un think tank che promuove la riduzione della popolazione umana nel mondo, e della Royal Society of Edinburgh, società filosofica che promuove le azioni adatte ridurre dell’80% le emissioni di gas di carbonio.
Infine ha lavorato a stretto contatto con l’americano John Holdren, il fisico aeronautico diventato un fondamentalista della denatalità (consigliere del presidente Obama).


Holdren già nel 2009 proponeva di spargere milioni di tonnellate di particolato nell’alta atmosfera onde formare una nube capace di respingere i raggi solari...
Ricordo che l’ambientalismo catastrofico, l’effetto serra e il buco dell’ozono sono mossi da interessi costituiti potenti e dalle ideologie della crescita zero, teleguidati dalle Fondazioni Rockefeller.
«Alla ricerca di un nuovo nemico che ci unisse, giungemmo all’idea che l’inquinamento, la minaccia del riscaldamento globale, mancanza d’acqua, la carestia e cose del genere fossero adatte»
Così riporta una pubblicazione del Club di Roma**.
Il controllo del clima è una priorità per il Sistema.

Leggete cos'è scritto in un documento sugli "armamenti futuribili" della Us Air Force dal titolo "Air Force 2025": «la modificazione del clima offre nel quadro bellico un ampio ventaglio di opzioni per sconfiggere o coercire un avversario. Negli Stati Uniti la modifica del tempo atmosferico diverrà parte della sicurezza nazionale con applicazione all’interno e all’estero».
Controllare il clima rientra nella guerra militare, e quindi per gli Stati Uniti d’America una priorità per la sicurezza nazionale.

Geo-ingegneria climatica
Quali sono le cose che Greta e molti degli ambientalisti malthusiani non denunciano nel cambiamento climatico che stiamo vivendo? Nessuno di loro ha tira in ballo le scie chimiche (chemtrails) e le ingerenze dei potenti campi elettromagnetici usati nei vari programmi militari come HAARP.
Irrorare quotidianamente, spruzzando sostanze tossine e metalli pesanti nei cieli non ha ripercussioni nel clima globale?
Riscaldare la ionosfera (progetto HAARP) con quantità abnormi di energia non ha ripercussioni nel clima globale?
Come mai nessuno denuncia la guerra climatica in atto? Non lo sanno, non sono coscienti, oppure fanno parte del giochetto?
Queste sono le cose da denunciare al mondo, da gridare in faccia ai potenti della Terra, non le fregnacce messe in circolazione dal Sistema stesso.
Per questo motivo Greta è diventata la paladina ambientale, l’eroina dei più deboli e indifesi, ma anche dei potenti della Terra...

 

*Thomas Malthus
Il reverendo Thomas Robert Malthus oltre due secoli fa elaborò una teoria che pone in relazione la crescita della popolazione con lo sviluppo economico.
Il pastore anglicano, oltre ad essere economista e demografo britannico, sosteneva che la tendenza della popolazione di un paese è di crescere a tasso geometrico (1-2-4-16-32), mentre l’offerta di cibo segue un tasso aritmetico (1-3-5-7-11).
Quindi per evitare bassi livelli di vita o di assoluta povertà la strategia è di limitare il numero delle nascite!
Malthus, al soldo della Compagnia delle Indie Orientali, si mise a capo dell’ideologia del limite delle risorse a fronte della crescita demografica.
Successivamente la sua visione è stata fonte di ispirazione di moltissimi personaggi della politica, economia e finanza. Per esempio negli anni Trenta, la politica del genocidio che sottende l’ideologia dei «limiti delle risorse», fu riformulata nel corso di un incontro tra Adolf Hitler e Lord Lothian (Philip Kerr) il capo della Tavola Rotonda, la formazione più direttamente impegnata a sostenere la scalata al potere di Adolf Hitler in Germania. Il resto è storia…

** Il Club di Roma fu fondato durante alcuni incontri tenutisi a Villa Serbelloni, proprietà della Fondazione Rockefeller a Bellagio, sul Lago di Como.


Con il libro: «I limiti dello sviluppo» il Club propose nel 1972 le sue strampalate teorie ambientali che sollevarono una tempesta. Purtroppo il testo e le successive edizioni esercitarono una notevole influenza sul nascente movimento ambientalista italiano...
Il vero scopo del Club di Roma era - ed è - quello di organizzare la propaganda sulla crisi ambientale e sfruttare quest’ultima per giustificare la centralizzazione del potere, la soppressione dello sviluppo industriale sia in Occidente che nel Terzo Mondo ed il controllo della popolazione mediante l’eugenetica.

 

In questo video, il Premio Nobel Carlo Rubbia in circa 8 minuti smonta la bufala dei cambiamenti climatici

 


Marcello Pamio

Il 25 febbraio scorso è stato ufficializzato nella Gazzetta l’inserimento del medicinale Triptorelina nell’elenco dei farmaci erogabili a totale carico del Servizio Sanitario Nazionale.
La Triptorelina Pamoato è il principio attivo, il nome commerciale è Decapeptyl e appartiene alla categoria farmacologica degli «Analoghi degli ormoni liberatori delle gonadotropine», in pratica agisce causando la soppressione della funzione gonadotropa pituitaria, detto in parole semplici blocca alcuni importantissimi ormoni, come il testosterone, agendo direttamente sulla ghiandola endocrina pituitaria: l’ipofisi!

Attualmente viene somministrato nel carcinoma della prostata e in quello della mammella mediante un’iniezione che viene effettuata tassativamente ogni 3 mesi.
Ma perché un farmaco in uso nei tumori ormono-sensibili viene inserito nella Gazzetta ufficiale?
La risposta è semplice ma inquietante: perché l’impiego sarà allargato ai casi «in cui la pubertà sia incongruente con l’identità di genere (disforia di genere)».[1]
Quindi il Ministero della Salute e l’Aifa hanno autorizzato l’utilizzo di un farmaco ormono-castrante già in uso per il cancro al seno e alla prostata, per i bambini che non riconoscono il proprio corpo e/o la propria sessualità!

Questo è il risultato delle sempre più potenti lobbies pro-trans, le quali non solo aumentano le lettere degli acronimi LGBT, LGBTQ, LGBTQIA, LGBTQIAPK, ma anche la loro pressione sociale.
Associazioni ufficialmente nate per proteggere e sostenere i diritti di Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transessuali, Queer, Intersessuali, Asessuati[2], Pansessuali[3] e Kinky[4], ufficiosamente rappresentano invece un formidabile e funzionale strumento di manipolazione mediatica e politica assai rilevante.
Purtroppo è molto triste sapere che l’Italia è il primo paese in Europa per tumori in età pediatrica, il primo anche per obesità infantile, e la priorità del governo (quello del cambiamento) oltre alle vaccinazioni coatte è autorizzare un farmaco che castra i bambini confusi!

Ovviamente, come dietro le vaccinazioni c’è un progetto molto più lungimirante, così anche dietro a tutto questo vi è un piano ben più complesso ed occulto rispetto a quello che si può osservare in superficie…
E quello che sta accadendo in Inghilterra in questi giorni, dovrebbe far riflettere tutti…

Gender Indentity Development Service (GIDS)
Si tratta dell’unico centro britannico che si occupa di bambini che vogliono cambiare sesso.
Fa parte dell’NHS, del servizio sanitario di Sua Maestà e ha sede a Londra dentro il Tavistock.

Negli ultimi 5 anni i pazienti, tutti minorenni, sono cresciuti esponenzialmente da 468 a 2519 all’anno, con un aumento del 400%.
Quello che non viene evidenziato dai media è ciò che sta accadendo all’interno del Centro…
Lo psicanalista David Bell, a capo del personale del GIDS, ha spiegato in un suo report che il servizio per il cambio di sesso dei minorenni NON è in grado di valutare adeguatamente i suoi giovanissimi pazienti. Non solo, è arrivato anche a denunciare che il Centro riceve pressioni enormi in particolare dalle lobbies e dagli attivisti pro-trans. Lo avete letto da qualche parte?
Anche la d.ssa Polly Carmichael, direttrice del GIDS, ha dovuto ammettere pubblicamente che il suo centro riceve parecchie pressioni!
Infine sono arrivate le dimissioni del dottor Marcus Evans, che faceva parte della Fondazione che guida il GIDS. Le motivazioni sono sempre quelle: «il GIDS è stato accusato di essere troppo veloce nell’offrire cure mediche a bambini e ragazzi. Trattamenti (farmaci che bloccano gli ormoni) che hanno conseguenze di vasta portata sconosciute e che, senza una sufficiente esplorazione dei sentimenti e delle motivazioni del bambino, possono avere effetti devastanti sulla sua vita, la sua identità e il suo sviluppo.»[5]

Quindi due figure autorevoli del centro inglese hanno fatto outing, denunciando pubblicamente le enormi pressioni ricevute dalle lobbies sempre più politicizzate, che vorrebbero un mondo costituito da bambini transgender...
Ma perché simili pressioni da parte delle associazioni di settore, della politica e della finanza? Hanno solamente lo scopo di richiedere maggiori libertà, maggiori diritti, o c’è dell’altro?
Purtroppo la verità è a dir poco sconvolgente, e per prenderne coscienza è necessario conoscere la storia occultata dell’Istituto Tavistock…

Istituto Tavistock
L’Istituto Tavistock di Londra nacque nel 1920 in Tavistock Square, come clinica psichiatrica ad opera di Cyril Burt, esperto di ricerca sul paranormale e Hugh Crichton-Miller, vicepresidente dell’Istituto C.G. Jung di Zurigo.
Nel 1921 l’undicesimo Duca di Bedford, Marchese di Tavistock donò all’istituto una sede dove furono condotte ricerche sulle psicosi traumatiche da bombardamento nei reduci della Prima Guerra Mondiale. Si trattava di identificare con criteri scientifici la "soglia di rottura" della resistenza di un essere umano sottoposto a sollecitazioni limite.
Il progetto era patrocinato dall’Ufficio per la Guerra Psicologica dell’esercito britannico sotto il comando dello psichiatra John Rawlings Rees.

Nel 1932 divenne direttore del Tavistock un fuoriuscito tedesco, Kurt Lewin, specialista in "dinamiche di gruppo", ovvero tecniche di manipolazione del singolo inserito in un gruppo, tese a fargli acquisire una sua nuova personalità e nuovi valori.
Lewin era fondatore della clinica psicologica di Harvard, che avrebbe avuto una parte di tutto rilievo nel convincere gli americani ad entrare in guerra contro la Germania.
Sviluppatosi come centro di eccellenza per ricerche psichiatriche, il Tavistock, sulla scorta dei successi ottenuti nelle due guerre mondiali, nel 1947 mutava ufficialmente la sua denominazione in "Tavistock Institute of Human Relations".
Grazie ai finanziamenti della Rockefeller Foundation e a qualificanti presenze americane, il nuovo Istituto operava in sinergia con i britannici, fra i quali spiccava il vicedirettore della Clinica Tavistock, il suddetto Rees, cofondatore della Federazione Mondiale della Sanità Mentale.
Va ricordato pure che Rees ebbe per studente un personaggio fuoriuscito dalla Germania che avrebbe fatto una brillante carriera: Heinz (Henry) Alfred Kissinger.

Scopo dichiarato dell’Istituto era, ed è tutt'oggi, «applicare idee e metodi delle scienze sociali a problemi di politica e pratica», sviluppando progetti per l’organizzazione delle istituzioni, dell’industria, del commercio, della salute pubblica e dell’istruzione.
Un campo d’azione multidisciplinare che spazia dall’antropologia, all’economia, alla condotta organizzativa, alle scienze sociali, alla psicoanalisi, alla psicologia e sociologia.
Il progetto era ambizioso: applicare niente meno che al corpo sociale i risultati di quegli studi sul "punto di rottura" messi a punto nel corso delle due guerre mondiali, per distruggere ogni resistenza psicologica dell’individuo e metterlo alla mercé del Nuovo Ordine Mondiale.
Negli anni ‘60 fu lo stesso Tavistock, in collaborazione con i servizi segreti inglesi, a pilotare un esperimento della diffusione e dell’impiego della droga, soprattutto quella prodotta artificialmente, l’LSD, nell’ambito di quel fenomeno socialmente destabilizzante che fu denominato "controcultura", grazie alla larghe sovvenzioni della Fondazione Ford, del Centro Britannico di Studi Ambientali, del Ministero della Difesa britannico, dell’università di Harvard e del Consiglio delle Ricerche di Scienze Sociali della Gran Bretagna.
Personaggio di spicco della controcultura della droga era Gregory Bateson, padre degli hippy californiani, uno dei 5 scienziati di punta del Tavistock che si occupavano di esperimenti di "ingegneria sociale" mediati dalla droga.

Oggi il Tavistock Institute è una sorta di sofisticato laboratorio del RIIA per il controllo sociale, una via di mezzo fra un centro di studi psichiatrici e un centro di ricerche militari, che pubblica un mensile dal titolo Human Relations (Plenum Press).
Obiettivo primario del Tavistock, in ultima analisi, è la ricerca delle modalità per provocare «mutamenti dei paradigmi culturali» nelle società umane, attraverso l’instaurazione di «ambienti sociali perturbati» o la manipolazione delle «dinamiche occulte di gruppo».
A titolo di saggio nel 1989 venne tenuto presso l’Istituto Tavistock un ciclo di conferenze sul tema: «Il ruolo delle Organizzazioni Non Governative nell’indebolire gli stati nazionali», i cui atti vennero pubblicati nel 1991 sulla rivista Human Relations.
Il Tavistock Institute si appoggia a portavoci come la Ditchley Fondation, fin dalla sua fondazione, e a società di pensiero come Club di Roma e ai circoli Bilderberg con i quali collabora strettamente....

Il Tavistock si giova inoltre di una rete americana che include lo Stanford Research Istitute, fondato nel 1946, consulente di multinazionali del calibro della Wells Fargo dei Rothschild, della Bank of America e della Bechtel Corporation.
Ma la vera testa di ponte Tavistock negli Stati Uniti è rappresentata dal maggior "pensatoio" americano, la Rand Corporation, costituita a baluardo del RIIA e quindi del CFR, per il controllo della politica americana ad ogni livello, relazioni internazionali, armamenti, programmi spaziali, politica interna, ecc.
La rete del controllo della mente del singolo e dei comportamenti collettivi mirante a creare, col supporto delle grandi fondazioni, il pensiero unico fondante una nuova scala di valori "politically correct", in pochi decenni si è irradiata in tutto l’Occidente, imponendosi inavvertitamente nelle politiche degli stati, del sistema educativo, nel mondo bancario, degli affari e nei costumi.

Conclusione
Risulta ora più chiara la funzione dell’Istituto: un sofisticatissimo laboratorio di controllo sociale e mentale, ma soprattutto militare, il cui obiettivo è provocare «mutamenti dei paradigmi culturali» nelle società umane.
L’operazione, da far impallidire il diavolo stesso, è il passaggio ultimo che traghetterà l’attuale società verso il porto oscuro del transumano e postumano…

 

Approfondimenti

RIIA, Royal Institute of Internations Affairs
Il primo Istituto Affari Internazionali fu il RIIA fondato il 30 maggio 1919 all’Hotel Majestic di Parigi nel corso della Conferenza di Pace, dal cerchio di iniziati della Round Table, quindi da Cecil Rhodes, Alfred Milner, Arthur Balfour, Albert Grey e Lord Rothschild.
Assieme al CFR americano si trattava di porre in essere sulle due sponde dell’Atlantico un gruppo internazionale, da affiancare ai rispettivi governi per consigliarli e orientarli in tema di politica e affari internazionali.
Il RIIA, noto anche come Chatam House, ha adesso sede al numero 10 di St. James Square a Londra e nel 1979 contava su un Consiglio permanente di 33 persone alla guida di circa 3000 membri.

CFR, council on Foreign Relations
La sua fondazione è descritta nel sito ufficiale del CFR: «si trattò di un club molto discreto di finanzieri newyorkesi e di legali internazionali, organizzato nel giugno del 1918 alla Conferenza di Pace. Sotto la guida di Elihu Root, Segretario di Stato di Theodore Roosevelt e Premio Nobel per la pace, questo gruppo selezionato si chiamò Council of Foreign Relations. Iniziò con 108 membri...funzionari dell'alta banca, di società industriali, commerciali e finanziarie.»
Dalla sua fondazione il CFR ha assunto un ruolo di preminente intermediario fra il mondo dell’Alta Finanza americana, le compagnie petrolifere, le multinazionali e la politica estera del governo degli Stati Uniti. La sua influenza è così profonda e incisiva che può essere considerato il vero motore della politica americana.
Per corroborare tale affermazione si tenga conto che dalle file del CFR sono provenuti: quasi tutti i presidenti americani dopo Franklin Roosevelt, Bush Junior incluso; tutti i Segretari di Stato dopo il 1939; tutti i Segretari alla Difesa; tutti i Direttori della CIA e praticamente tutti i Capi di Stato Maggiore Supremo americano.
Si può affermare che il CFR è l’establishment!

Note

[1] http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2019/03/02/19A01426/SG

[2] Asessuali sono individui che non presentano caratteristiche che rimandano ad una precisa identità sessuale

[3] Pansessuale è l’individuo che ha la tendenza di porre il sesso al centro della vita psichica, della morale e dei rapporti sociali. https://dilei.it/sesso/cosa-significano-gli-acronimi-lgbtq-lgbtqia-e-lgbtqiapk/455645/

[4] L’aggettivo kinky deriva dal termine kink che descrive una serie di pratiche sessuali non consuete atte ad intensificare il rapporto tra due persone e la loro sessualità. https://dilei.it/sesso/cosa-significano-gli-acronimi-lgbtq-lgbtqia-e-lgbtqiapk/455645/

[5] «Minorenni spinti a cambiare sesso per non urtare gli attivisti LGBT», Francesco Borgonovo, “La Verità”, 5 marzo 2019


Marcello Pamio

Ecco l’ennesima follia dell’ideologia gender e di tutto quello che sottende questa pericolosissima deriva antropologica…
Si chiama Jack Johnson ha 22 anni e il suo sogno era quello di diventare il sosia del calciatore David Beckham. Fin qui sarebbe bastato un semplice TSO, ma alla dementia sappiamo non c’è limite.
E infatti dopo aver subito una serie infinita di operazioni e speso più di 25.000 euro, Jack ha deciso non solo di cambiare nuovamente il suo aspetto, ma anche il sesso.

Così ora vuole diventare identico alla moglie dell’ex calciatore del Real, Victoria Beckham!
Il suo nuovo sogno è diventare la sua gemella perché egli adora «la moda di Victoria, così tanto che ho persino portato i suoi tacchi alti. Adoro il suo viso e il suo corpo. Insomma amo tutto di lei e diventerò la sua gemella, quando avrò finito tutte le operazioni del caso».

I nuovi interventi potranno costare al giovane altri 20mila euro.
Ma per la felicità questo e molto altro ancora!
La famiglia e gli amici lo sostengono dicendo «che sono felici se sono felice e che saranno al mio fianco qualsiasi cosa deciderò di essere e fare. Il mio obiettivo adesso è quello di assomigliare a Victoria Beckham».

Se però Jack non dovesse trovare la felicità come la fotocopia di Victoria, potrebbe sempre investire ancora un po’ di soldi per cambiare non solo sesso, ma questa volta anche specie animale, visto che nella famiglia Beckham ci sono alcuni cani…


Marcello Pamio

Non ho mai pagato in vita mia il balzello chiamato canone Rai, ma dopo gli ultimi accadimenti televisivi che purtroppo ho perduto, sto seriamente pensando di diventare un bravo e onesto contribuente.
Ebbene sì mi piacerebbe infatti contribuire a pagare lo stipendio a Wladimiro Guadagno, per gli amici Luxuria, per le sue precise lezioni di transgender dedicate ai ragazzini, e poter ricevere comodamente sul divano di casa le invocazioni sataniche della vergine sanremese, al secolo Virginia Raffaele.
Della serie: la Vergine che invoca Satana, simbolicamente è geniale!

Mentre rifletto sul da farsi, il mondo accademico sta riflettendo sulle analisi vaccinali...
A Pavia i professori dell’ateneo bloccano gli esami di Stato per protesta contro le posizioni sui vaccini del Presidente dell’ordine dei biologi Vincenzo D’Anna.
Il prof. Carlo Alberto Redi, decano del dipartimento di Biologia e uno dei più importanti genetisti italiani (dicono i media mainstream) condivide pienamente la protesta, affermando che «l’ordine nazionale sta facendo delle scelte che non suonano scientifiche. È giusto boicottare gli esami, spero che l’esempio venga seguito dalla comunità scientifica».
Che dire? Sono pienamente d’accordo con il decano Redi.

Non solo mi auguro che si blocchino tutte le università, anche quelle non sanitarie, ma spero in una protesta ancor più forte: l’auto-sospensione e/o licenziamento in massa di tutti i docenti che non vogliono promuovere le analisi di quei farmaci che vengono inoculati su centinaia di migliaia di neonati. Diamo un segnale deciso a quel pericoloso brodo antiscientifico che sta crescendo.
Diciamo una volta per tutte: la Scienza Vera, quella assolutamente non democratica, perché dovrebbe promuovere esami e analisi dei farmaci e vaccini che sono in commercio da anni?
Se vengono usati sulla popolazione, neonati inclusi, da anni sicuramente i test di sicurezza da qualche parte ci sono. Eccheccazzo!
Le istituzioni (Aifa, Iss, Ema) quindi fanno benissimo a non pubblicare gli studi perché da una parte sarebbe come piegarsi alle intimidazioni di potenti gruppi e associazioni di lobbisti come il Corvelva, e dall’altra darebbero il fianco ad altri attacchi vergognosi da parte sempre dell’antiscienza.

Solo un povero mentecatto infatti potrebbe dubitare delle industrie produttrici, che spendono miliardi di euro per debellare tutte le malattie del globo. O forse state pensando che ci vogliono ammalati?
Dietrologia becera a parte, l’ultima bella notizia arriva proprio dal Corvelva, l’associazione veneta colpevole di aver eseguito privatamente gli assurdi quanto inutili esami vaccinali: restituiranno infatti all’Ordine Nazionale dei Biologi la donazione che avevano ricevuto proprio per eseguire i test.
Questo dimostra che non tutto il male vien per nuocere; e siccome è bene quel che finisce bene, sono dell’umore giusto per andare a comperare la tv e pagare il canone rai, anche perché se a Sanremo hanno invocato nientepopodimenoché satana, non oso immaginare chi potranno invitare prossimamente a “Porta a Porta”….

Articolo 

https://www.corvelva.it/it/speciali-corvelva/comunicati/corvelva-rinuncia-al-contributo-dell%E2%80%99ordine-nazionale-dei-biologi.html