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Marcello Pamio

Dopo aver trattato il senso biologico dello stomaco, è importante conoscere il rimanente apparato gastroenterico, cioè quel “tubo” che va dalla bocca all'ano.
Stiamo parlando di un apparato molto complesso, caratterizzato da ben 5 funzioni specifiche che la Natura ha perfezionato nell'arco di milioni di anni: sensoriale, peristaltica, secretiva, assorbente ed escretiva (eliminativa).
Ogni organo che appartiene al gastroenterico può avere più funzioni diverse, ma solitamente ne ha una principale, che lo caratterizza.

Per esempio: la bocca serve per comprendere se quello che mettiamo dentro dall'esterno sia vitale o no, per cui la sua funzione specifica è la sensoria; nell'esofago invece (come in tutto il tratto intestinale) vi è la peristaltica che serve a far scivolare il boccone in avanti; nello stomaco la funzione più rilevante è quella secretiva, basilare per digerire il cibo; nell'intestino tenue e nel colon, dove avviene l'assorbimento rispettivamente dei nutrienti e dell'acqua, a far da padrona c'è la funzione assorbente; per giungere infine nell'intestino retto, il cui processo basilare è l'eliminazione, quindi si ha l'escretiva.

Conoscere queste funzioni diventa centrale per cogliere il senso biologico dell'organo o dell'apparato.
Diciamo fin da subito che il conflitto dell'apparato digestivo ha sempre a che vedere con il “BOCCONE INDIGERIBILE” (come abbiamo visto per lo stomaco), ma in questo caso assume la connotazione di una “PORCHERIA INDIGESTA”.

"PORCHERIA INDIGESTA"

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DUODENO
Dopo che il boccone esce dallo stomaco, prosegue e finisce nel primo tratto intestinale chiamato duodeno: un tubo lungo 25 centimetri (circa 12 pollici) a forma di C, che si trova tra il piloro (sfintere fatto di muscoli) e il digiuno.
Nel duodeno confluiscono i secreti dello stomaco (molto acidi) e, più o meno a metà della sua lunghezza, nella cosiddetta “Papilla del Vater”, giungono le secrezioni del fegato e del pancreas tramite i dotti biliari e pancreatici. Questi succhi ed enzimi permettono la digestione.
Il ruolo del duodeno è quello quindi di “tamponare” gli acidi.

DUODENO > TAMPONARE GLI ACIDI

Il termine “duodeno” significa “tra due uomini, tra due situazioni” e in effetti si trova tra due colossi: lo stomaco collegato direttamente e il fegato tramite le vie biliari
Anche in questo caso il conflitto è sempre legato al boccone che non si riesce a digerire, però in una contrarietà più spiccatamente famigliare!

"NON RIESCO A DIGERIRE IL BOCCONE
IN UNA CONTRARIETA' FAMIGLIARE"

Patologie del duodeno: dall'ulcera al cancro
L'ulcera duodeale è sempre più diffusa, e per comprenderne il senso è necessario sapere che la mucosa è divisa in due aree: la prima porzione è di origine ectodermica (rabbia/rancore in una relazione), mentre le altre due porzioni sono endodermiche (boccone vitale).
Sono due tessuti diversi (endoderma ed ectoderma) con DUE vissuti completamente diversi.
L'ectoderma vive un conflitto di “rabbia/rancore nel territorio” (famigliari, lavoro, ecc.) e si può avere l'ulcerazione della mucosa (nella prima parte) con dolore lancinante.
Una volta risolto si avrà la ricostruzione dei tessuti con sanguinamento.
L'endoderma invece vive il conflitto del “boccone indigesto” (seri contrasti in famiglia, al lavoro, con amici) per cui si ha l'aumento della funzione digestiva e assorbente.

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DIGIUNO
Subito dopo il duodeno c'è un pezzetto di intestino lungo circa 20 centimetri.
Questo piccolo tratto “elabora” il cibo che passa, esattamente come fa il lettore del codice a barre dei supermercati quando passa un prodotto.
Il bolo alimentare, dopo essere entrato dalla bocca e dopo aver superato stomaco e duodeno, risulta sempre più frammentato, esattamente come l'informazione che veicola.
La caratteristica principale del digiuno è proprio questa: “ANALIZZARE” ciò che passa.

DIGIUNO → ANALIZZA QUELLO CHE PASSA

Allergie alimentari
Essendo il tratto intestinale deputato all'analisi, è proprio nel digiuno che si creano i più potenti ancoraggi tra alimenti e allergie!
Il motivo è abbastanza semplice e logico. Cosa fa il cervello in ogni istante? Analizza e registra milioni di stimoli che arrivano costantemente dall'esterno e dall'interno.
Quando passa nel digiuno per esempio una proteina (glutine, caseina) il Sistema sta anche registrando tutti i vissuti...

DIGIUNO ASSOCIA ALIMENTO A STIMOLO ESTERNO

Il risultato si chiama “ancoraggio”. In pratica avviene un collegamento, un'associazione tra un alimento e uno o più vissuti, e questo può scatenare un'intolleranza o anche un'allergia grave.
L'esempio del neonato è illuminante.
Se il cucciolo d'uomo mentre sta mangiando caseina o glutine vive una “porcheria indigesta” perché la mamma si è allontata da lui o perché gli ha tolto la tetta o perché non viene tenuto in braccio come lui vorrebbe, ecc. il digiuno può fare l'associazione: caseina/glutine = sofferenza (porcheria).
Quindi per quel cervello (bambino o adulto che sia) ogni volta che nel digiuno passa caseina o glutine, si riattiva la sofferenza perchè “la mamma è assente”...
Perché gli esempi si riferiscono sempre e solo alle proteine? Perché normalmente sono le proteine a passare per prime nel digiuno, e questo spiega il motivo per cui le allergie non interessano mai o quasi mai grassi o carboidrati, ma sempre la parte proteica!
Quindi la prima cosa che passa viene associata al vissuto.

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INTESTINO TENUE
Nell'intestino tenue, di cui fanno parte sia il digiuno che l'ileo, il conflitto è:

"NON RIESCO AD ASSORBIRE
QUELLO CHE MI STA ACCADENDO"

Il bambino di pochi mesi non può capire perché la mamma se ne va via (per lavoro) lasciandolo solo o in balia di un'estranea (nonna o babysitter), come pure non può capacitarsi del perché viene tenuto a distanza dal petto dandogli da bere un liquido animale mediante una tettarella finta di lattice, invece del caldo capezzolo. Quello che però il suo cervello vive e registra è una sofferenza: una porcheria indigesta, che crea un ancoraggio con quello che sta passando in quel preciso momento nel digiuno...
Il cervello dei neonati è praticamente governato dal Tronco Encefalico, quindi vive di bisogni primari, per cui fa la PORCHERIA INDIGESTA.

Una “porcheria” che non riusciamo a far passare (a perdonare).
Allargando il discorso, possiamo dire che tutto il tratto intestinale parla di profonda INGIUSTIZIA!
Quando si vive una porcheria indigesta il cervello fa aumentare un po' la sottomucosa con lo scopo di assorbire meglio la “porcheria” e, quando viene risolto il conflitto, la parte in più viene distrutta e durante la digestione può formare gas intestinale (flatulenze, ecc.).

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INTESTINO CRASSO
Se il sentito dell'intestino tenue è una PORCHERIA INDIGESTA, nell'ultimo tratto del colon questa è ancora più pesante, più “sporca”, una vera e propria “porcata”.

PORCATA INACCETTABILE/INDIGERIBILE

Nell'intestino tenue vi sono i malassorbimenti, cioè gli assorbimenti sbagliati di tutto quello che è vitale e che facciamo nostro, nel colon invece riassorbiamo l'acqua (9 litri di acqua) ed eliminiamo gli scarti.

Cancro, stipsi, morbo di Crohn

Stipsi: la persona stitica vive tutto come una porcheria indigesta, tutto come “porcata”, ed è incapace di lasciare andare e soprattutto di perdonare..
Il colon (vedi immagine sopra) è diviso in tre parti: ascendente, trasverso e discendente, ognuna di queste gestisce il riassorbimento di circa 3 litri di acqua. Se per un conflitto si attiva una delle tre parti, supponiamo il tratto trasverso, la sua funzione aumenta di molto, per cui aumenterà anche la velocità di transito, ma l'organismo per compensazione farà diminuire la funzione delle altre due (tratti ascendende e discendente), con il risultato che l'intestino nel suo complesso rallenterà la funzione e si avrà la stipsi.
La stitichezza è un problema diffusissimo tra la popolazione, e questo dato indica una cosa sola: sempre più persone vivono conflitti nella propria vita, attivando una o più parti del colon...

Morbo di Crohn: durante il conflitto di porcheria indigesta alcune parti del colon si gonfiano e la funzione di quel tratto, come è stato detto, aumenta, ma le altre due diminuiscono.
Quando si va in risoluzione, il Sistema va a digerire la parte in più che è stata creata per migliorare l'assorbimento del colon, mediante caseificazione. Coloro che soffrono di Crohn continuano a recidivare il problema. Le recidive conflittuali si realizzano quando il conflitto attivo e la soluzione si alternano ogni giorno, in un'escalation pericolosa.
Per esempio se una persona vive una porcheria a lavoro, quando alla sera torna a casa lo risolve, ma la mattina seguente ritorna a lavoro e si riattiva. Poi alla sera..
Questo circolo vizioso, se non viene interrotto, danneggia la mucosa provocando scariche diarroiche con pus e sangue.

Cancro: se la “porcata” che il cervello ha vissuto è molto grossa, oltre all'aumento della funzione di assorbimento vista prima, il cervello potrebbe far crescere la sottomucosa con l'intento biologico di aumentare la funzione escretiva, cioè deve eliminare la porcata. Questo prende il nome di adenocarcinoma.

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INTESTINO RETTO
Abbiamo detto che il colon riassorbe l'acqua ed espelle le feci, cioè le deve buttare fuori (endoderma) e non a caso la funzione è sia assorbente che escretiva, ma più ci si avvicina all'ano, più il sentito dell'ectoderma (ultimi 12 centimetri) è particolarmente preciso: l'ho preso nel didietro!

Mucosa ectodermica
In fase di conflitto di una porcheria che non si riesce ad evacuare si ha l'ulcerazione della mucosa con lo scopo di allargare il condotto per farlo passare. A conflitto risolto avviene la ricostruzione del tessuto ulcerato con la comparsa di scariche nelle feci di muco e sangue.
Il retto nell'uomo e anche negli animali ha a che fare con l'identità, e quindi con il riconoscimento della posizione e ruolo nel clan (famiglia, lavoro, amicizie, ecc.).
Forse ora è più chiaro il gesto di annusarsi il culo tra i cani: questi animali sanno per istinto che nella zona del retto c'è l'identità, una specie di impronta genetica unica.
E questo è proprio il motivo per cui un conflitto nell'intestino retto riguarda sempre la perdita di identità, “non so qual è il mio ruolo o il mio posto”. Le emorroidi sono il classico esempio.

Mucosa endodermica
Il conflitto dell'ultima parte del retto non è più una “porcheria subita”, ma “l'ho preso nel culo”.
Si tratta di un conflitto vile e ripugnante: una gravissima ingiustizia!

"L'HO PRESO NEL DIDIETRO"

Sarebbe di interesse generale poter chiedere a tutte le persone con un cancro del retto o dell'ano se 6-8 mesi prima della diagnosi, avessero o meno vissuto una pesante fregatura (con tutte le sfumature del caso: economica, relazionare, professionale, lavorativa, famigliare, ecc.)...

Ringrazio per la collaborazione, le informazioni scientifiche sulle connessioni mente-corpo il dottor Matteo Penzo e la “Scuola del Sintomo” (www.daleth.it)


Marcello Pamio

Il fegato è la ghiandola più grande del corpo umano. Stiamo parlando di un organo del peso di oltre 1,5 kg le cui numerose funzioni sono vitali.
Il sangue che esce dallo stomaco e dall'intestino non passa direttamente nel torrente venoso per giungere al cuore, ma viene convogliato al fegato attraverso una fittissima rete di capillari, sfocianti poi nella vena porta (1). Altro sangue che riceve il fegato giunge dall'arteria epatica.
Il sangue di entrambe queste sorgenti (intestini e arteria epatica) nel fegato viene ripulito e filtrato dalle varie sostanze pericolose; i nutrienti messi da parte e usati nel processo metabolico, per poi finire nelle vene sovraepatiche e gettato nella grossa vena cava che lo porterà al cuore, e da qui in tutto l'organismo.
Il fegato è una fabbrica metabolica a dir poco strabiliante, continuamente all'opera e il calore prodotto al suo interno contribuisce anche al riscaldamento del corpo.

Ecco alcune delle funzioni del fegato:

  • trasforma gli alimenti trasportati dal sangue;
  • produce e secerne la bile;
  • elabora proteine importanti (fibrinogeno, albumine, globulina);
  • raccoglie ferro e rame, utili per la produzione delle cellule rosse del sangue;
  • detossifica le sostanze nocive assorbite dal sangue;
  • trasforma e immagazzina i carboidrati sottoforma di glicogeno;
  • gioca un ruolo essenziale nell'immagazzinamento e metabolismo dei grassi.

I DUE TESSUTI DEL FEGATO
Le cose dette fino a questo punto sono conoscenze risapute perfino dalla fisiologia canonica, quello che invece non viene preso in considerazione è che il fegato attraverso reti neurali specifiche è in relazione con DUE parti del cervello: il Tronco Encefalico (emiparte destra) e la Corteccia Grigia.
Tanto per capirci: le “funzioni” vere e proprie del fegato, quindi il suo “senso biologico”, risiedono in queste due aree cerebrali!
Quindi ci sono due aree cerebrali diverse per due tessuti (endoderma ed ectoderma), con due risentiti (conflitti) che possono manifestarsi in due tumori differenti...

FEGATO ENDODERMICO
La prima area, il Tronco encefalico governa la parte di fegato (epatociti) che deriva dal tessuto più arcaico, l’endoderma. Le sue funzioni sono: ACCUMULARE glucosio (zucchero) sotto forma di glicogeno e DEPURARE il sangue che arriva dall’intestino dalle “schifezze” e dalle tossine scaricandole con la bile.
Ora le vediamo entrambe seppur molto superficialmente:

1) ACCUMULATORE
Un “epatopatico comportamentale” si presenta come un ACCUMULATORE, una persona che non butta via nulla, che vive sempre nella sensazione che gli manchi qualcosa di vitale (soldi, beni materiali, ecc.).
In questo tessuto il tumore (adenocarcinoma) è a forma di una o più palline rotondeggianti e piene di glicogeno e bile (casualmente le funzioni governate dal tronco).
Il conflitto è:

"MANCANZA DEL BOCCONE VITALE"

Mentre una volta l'uomo faceva il conflitto di mancanza del boccone vitale quando realmente non aveva da mangiare, oggi purtroppo il termine “vitale” è diventato soggettivo e dipende dalle credenze e dai condizionamenti (famiglia, religioni, società) che abbiamo vissuto.
Il “vitale” è ogni qualvolta nella vita, cioè nel cervello, formiamo una rete neurale specifica collegata con un bisogno. I veri bisogni dell'essere umano sono: ARIA-ACQUA-CIBO-SONNO-SESSO (questo ultimo da intedersi non solo come fisicità, ma anche come relazioni). Tutto il resto NON E' VITALE.

Oggi purtroppo l'uomo moderno considera “boccone vitale” non solo il cibo, ma anche tutto quello che viene vissuto come tale! Qui arrivano i problemi, perché se siamo cresciuti in una famiglia dove i soldi erano visti come basilari, dove il percepito del denaro era vitale, se da adulti vivremo un qualsiasi conflitto di mancanza, o una perdita economica (fallimento), il Tronco si attiverà arrivando a generare un adenocarcinoma al fegato. Stessa identica cosa se la mancanza interessa l'auto, il rapporto di coppia, la famiglia, ecc.
Un esempio per tutti potrà chiarire il meccanismo. Se perdiamo improvvisamente il lavoro perché ci licenziano o perché fallisce la fabbrica (cose che accadono in Italia molto spesso), il cervello per superare il conflitto aumenta la funzione epatica creando accumuli di grasso (fegato steatosico) e glicogeno (zucchero). Statisticamente sarebbe molto interessante osservare i dati epidemiologici del cancro (o altre patologie) al fegato nelle persone lasciate a casa dal lavoro, rispetto alla media nazionale.

In soluzione, il tumore viene caseificato grazie all'intervento di funghi e micobatteri, oppure finisce incistato con formazione di cisti.
Una cosa importante da tenere in seria considerazione in questa fase risolutiva, è che si può formare ascite, un liquido sieroso che gonfia l'addome. Questo siero è ricchissimo di proteine per cui ogni volta che viene incoscientemente aspirato dal medico che ignora queste Leggi, il cervello lo riforma continuamente. Più liquido aspirato e maggiori saranno le proteine scippate da muscoli e organi andando di fatto a debilitare e dimagrire l'organismo in generale.
Ovviamente è tutta colpa del cancro se la persona viene consumata fino alla morte...

2) DEPURATORE
La seconda importante funzione del fegato è la disintossicazione e depurazione costante del sangue.
Ogni 4 minuti circa il sangue fa un giro completo del corpo, passando attraverso il fegato.
Tale ghiandola deve “supportare” e “sopportare” tutte le schifezze che gli arrivano costantemente dal sangue che esce dagli intestini.
Per cui se viviamo situazioni in cui ci sentiamo INCAPACI DI SOPPORTARE gli eventi, il fegato si attiva...

"INCAPACITA' DI SOPPORTARE
QUELLO CHE SI STA VIVENDO"

FEGATO ECTODERMICO
Il secondo tessuto ectodermico è collegato alla Corteccia Grigia che governa le Vie Biliari, le quali risentono e si aprono quando si è “incazzati”, rabbiosi, pieni d’ira e sempre nella sensazione di essere incastrati in una situazione spiacevole. Può essere una costrizione lavorativa, relazionale, un'identità non riconosciuta, ecc.
In questo tessuto il tumore (carcinoma) mostra molte lesione più fusiformi (dotti) con cellule prive di glicogeno e bile.

CIRROSI ED EPATITE
Anche le classiche manifestazioni patologiche del fegato dipendono dal tessuto interessato.
La cirrosi per esempio è legata all'endoderma (quindi “boccone vitale”) e deriva da continue recidive di un conflitto appunto di “mancanza”.
L'epatite, sempre più diffusa nella società moderna, è legata al tessuto ectodermico, e rappresenta la fase di risoluzione di un forte conflitto di Rabbia/Rancore delle Vie Biliari.

FEGATO: L'ORGANO DI DIO
Il termine “fegato” deriva dal latino “ficus”, cioè fico, l’unico frutto che secondo i vangeli viene dato da mangiare al Cristo. Quindi un frutto divino? Sembra proprio di sì perché con le foglie di fico Adamo ed Eva nascondevano la loro “dimensione” umana: prima erano esseri spirituali, ma con il fico si “accorgono” di essere terreni...
In ebraico Fegato si dice KaVoD, che significa “peso”, “onore”, “qualcosa di greve”, “rispetto”, etc. In gemiatria ebraica convertendo KaVoD in numeri si ottiene 26, lo stesso numero della parola Jahwè. Il fegato è l’organo che purifica il Sangue (44) dalle sue impurità e ci permette di vivere (44-26=18 questo numero è Vita in ebraico).
Quindi forse il fegato è l’organo che ci permette di elevarci a Dio? Di trovare la nostra parte più spirituale, se e solo se però ci liberiamo dalla zavorra materialistica, cioè dalla sensazione che ci “manchi qualcosa”?
Dall’altro il fegato ectodermico “parla” anche del bisogno di “cambiare noi stessi” e non gli altri.
La Rabbia ed il Rancore si generano infatti dall’ira che proviamo quando vogliamo che qualcuno o qualcosa cambi, all'esterno di noi. Quindi invece di cambiare noi stessi per primi, cerchiamo di far cambiare gli altri (cosa impossibile), e questa impotenza e frustrazione generano appunto rabbia e rancore...

CONCLUSIONE
Una patologia al fegato endodermico, qualsiasi essa sia (cirrosi, cancro, ecc.) sta portando alla luce una “mancanza vitale”!
Quindi la domanda da porsi è: “COSA CI MANCA?”, “DOVE CI SENTIAMO MANCARE?”
Un qualsiasi conflitto che interessa il fegato ci mostra che una parte di noi è saldamente ancorata ad una materialità, a certi tipi di bisogni (spesso non realmente vitali) che impediscono l'evoluzione, impediscono di diventare divini. Ecco perché il fegato viene detto l'organo di Dio...
E' utile sapere per una maggiore comprensione del senso biologico che molte persone hanno trovato giovamento da patologie epatiche recitando il Salmo 23:

IL SIGNORE E' IL MIO PASTORE:
NON MANCO DI NULLA!

Discorso religioso a parte, recitando queste due righe centinaia di volte al giorno, potrebbe accadere qualcosa di veramente miracoloso, che non ha nulla di mistico: il cervello infatti si potrebbe alla fine convincere che NON manca nulla di vitale...
Uscendo dall'aspetto biblico una persona potrebbe sostituire la frase da ripetere ogni giorno con la più neutra:

LA MIA VITA E' PIENA.
HO TUTTO QUELLO CHE MI SERVE
NON MI MANCA NULLA!

Ringrazio per la collaborazione, le informazioni scientifiche sulle connessioni mente-corpo il dottor Matteo Penzo e la “Scuola del Sintomo” (www.daleth.it)