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Marcello Pamio - 30 novembre 2023
E' usato in tutto il mondo per via delle sue incredibili proprietà che lo rendono un elemento unico. Ma le sue origini si perdono nella notte dei tempi nell'antichissima tradizione indiana. Mi riferisco al Ghee, conosciuto erroneamente come burro chiarificato, anche se il suo vero nome deriva dalla lingua hindi Ghi.
Si tratta infatti di un'antichissima ricetta della medicina ayurvedica che permette l'eliminazione totale dell'acqua, della caseina e del lattosio dal classico burro di partenza.

A cosa serve?
Le caratteristiche del prodotto finale garantiscono un elevato apporto nutrizionale (grasso puro al 100%) e la ricchezza di acidi grassi saturi - ma a catena corta - permette al corpo di usarlo come fonte energica.
Avendo il più alto punto di fumo è considerato universalmente il migliore grasso che esista per le cotture!
Ricordo che i grassi saturi sono importantissimi per l'organismo visto che sono il costituente principale delle membrane cellulari, delle guaine mieliniche del sistema nervoso e del cervello stesso!
Il Ghee facilita la digestione e l'assimilazione dei nutrienti; aumenta l'energia vitale; agisce sul tessuto nervoso; sostiene il sistema cardiovascolare; lubrifica i tessuti connettivi rendendo il corpo flessibile; aiuta la disintossicazione ed è naturalmente ricco di Vitamine A, D, E e K. Infine può anche essere applicato direttamente sulla pelle accelerando la guarigione delle ferite delle infiammazioni oculari.
E' composto al 99% da lipidi di cui il 70% sono acidi grassi saturi a corta catena, e fra questi troviamo l'acido butirrico che rappresenta la miglior fonte di energia per la mucosa intestinale.

Come viene prodotto
La chiave di tutto è la reazione di Maillard. La caseina reagendo con gli zuccheri si separa per effetto di questa reazione chimica.
Quindi la differenza tra Ghee e burro chiarificato è sostanziale e dipende dai tempi di chiarificazione e bollitura. Il Ghee infatti si ottiene facendo bollire lentamente il burro per molto tempo (circa 3 a 5 ore), al punto tale che la parte esterna può caramellarsi donando il classico gusto dolciastro.
Solo il Ghee è completamente privo di caseina, lattosio e acqua, mentre il burro chiarificato, avendo un trattamento più leggero, conserva ancora dei residui!
Disinformazione.it

Marcello Pamio - 21 ottobre 2023

Dalle immagini il Natto non ispira per via della bava che sviluppa durante la fermentazione del legume da parte del Bacillus subtilis. Lo so non è invitante ma vi posso assicurare che è squisito, basterebbe andare oltre i limiti mentali.
Sugli aspetti terapeutici del Natto non ci sono dubbi. Sono noti infatti da tempo immemore in Oriente, visto che è uno dei più famosi cibi tradizionali giapponesi. La leggenda vuole che sia stato scoperto dal samurai Minamoto no Yoshile. Questi fu attaccato mentre stava cuocendo la soia per i suoi cavalli e fu costretto a chiuderla velocemente dentro dei sacchi di paglia di riso che furono aperti solo alcuni giorni dopo. Quindi fagioli fermentati per sfiga o serendipità!

Si tratta di una fermentazione basica, completamente diversa e molto più delicata di quella acida. Si tiene a 41 gradi per circa 22/24 ore il legume inoculato con le spore del batterio.
Il risultato è pazzesco: un alimento ricco di proteine e vitamine e molto digeribile visto che la fermentazione trasforma il legume.

E' una fonte di probiotici per il microbiota intestinale e contiene la famosa vitamina K2 (nella forma MK7, quella maggiormente biodisponibile) molte vitamine del gruppo B, tra cui la B6 e la B12, acido folico, acido pantotenico e moltissimi antiossidanti.

La parte più intrigante rimane l'enzima Nattokinase o Nattokinasi, eccezionale per la salute cardiovascolare in quanto favorisce la fluidificazione del sangue (anti-coagulante, anti-fibrinogeno e anti-trombotico).

Proprio per questo motivo si trovano sempre più studi sulla sua azione benefica in caso di danni cardiovascolari dovuti al diserbante genico…
Per molti il Natto rappresenta il segreto della longevità del popolo giapponese, e per questo il suo consumo è largamente diffuso, in particolare a colazione: accompagnato da verdure e uova.

L'estate è appena passata e siamo entrati in autunno. Gli sbalzi di temperatura di questa stagione possono creare disagi, tanto più nelle persone con l'intestino da sistemare.
Va infatti ricordato che l'80% del Sistema Immunitario è situato nelle Placche di Peyer nell'intestino.
Tali placche fanno parte del tessuto linfoide associato alle mucose e si presenta con oltre 200 noduli linfoidi nella sottomucosa dell’ileo. L’epitelio che riveste le placche di Peyer è diverso da quello dei villi intestinali!
Funzionano come un sistema di sorveglianza, analizzando tutto il cibo che passa per poi inviare dei messaggi al resto del tratto intestinale.
Se le placche di Peyer non lavorano bene, per via di un intestino squilibrato, il corpo inizia ad assorbire cose che dovrebbe invece rifiutare, e viceversa.
Infine bisogna sapere che l’intestino è la patria del 90% della Serotonina e del 50% della Dopamina: neurotrasmettitori importantissimi legati al benessere.
Ecco perché dopo la depurazione del fegato, diviene importante disintossicare e rigenerare l'apparato intestinale!

Innanzitutto è necessario curare la nutrizione apportando tutte le sostanza e le molecole fondamentali per le cellule intestinali, ma non solo.
Poi facendosi magari aiutare da prodotti naturali come il pacchetto “Cura depurazione intestino” di Sinergy Line pensato proprio a questo!

Si tratta di tre prodotti in sinergia: Paras Sin, Sin Colux e Erba d'Orzo!
Parasin aiuta a ripulire da parassiti intestinali e riequilibrare eventuali disbiosi. Sin Colux a base di Saccharomices boulardii, Alfa-Latto albumina, Acido Butirrico e Frutto-oligosaccaridi che favoriscono l’equilibrio della flora intestinale rigenerando e nutrendo le cellule della mucosa. Infine l'Erba d’Orzo svolge un’azione di sostegno e ricostituente, oltre a chelare alcuni metalli…

APPROFITTA DELL'OFFERTA E ORDINA IL KIT: "DEPURAZIONE INTESTINO"
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Marcello Pamio - tratto da "Colesterolo: avete rotto i grassi"

La Sindrome metabolica è la condizione che si ha quando il sangue è pregno di glucosio e insulina.
Normalmente una persona a digiuno dovrebbe avere una glicemia che va da 70 a 110 mg/dL e questo valore corrisponde ad un totale di circa 5 grammi di zucchero.
Quando questo valore sale, il pancreas secerne insulina per trasformarlo ed immagazzinarlo nelle cellule adipose.

Potete comprendere da soli che avere stimoli insulinici ripetuti nel tempo (anche 5 o 6 volte al giorno) aumenta di molto il rischio di mandare il meccanismo in tilt è facilissimo.


Quindi un aumento dello zucchero nel sangue comporta enormi problemi di salute.

Dopo aver mangiato carboidrati le molecole di glucosio fanno alzare la glicemia. Il glucosio non può passare dal circolo ematico ai tessuti e agli organi senza l’aiuto dell’insulina. Questo ormone è infatti la chiave che apre le serrature cellulari e fa entrare lo zucchero, togliendolo dal circolo ematico. L’eccesso di glucosio viene trasformato in grasso e immagazzinato nei tessuti adiposi (pancia, cosce, ecc.).

Quando la persona continua a riversare glucosio in grandi quantità, alla fine avrà anche livelli elevati di insulina nel sangue. La cellula si protegge e diventa insulino-resistente, ma ovviamente la persona continua a ingollare carboidrati e questo fa iperlavorare il pancreas con fiumi di insulina.
Questa persona non potrà perdere peso, e avrà sempre il terreno molto infiammato, e come detto aumenterà la produzione di colesterolo.

Avere troppa insulina in circolo, causato da troppo zucchero, è una delle cose più pericolose per la salute umana.
L’eccesso di glucosio nel sangue danneggia l’endotelio perché le molecole sono molto reattive, si attaccano per esempio alle proteine rendendole appiccicose.
Questo meccanismo si chiama AGEs, cioè Prodotti Finali della Glicosilazione Avanzata.
Le proteine incollate a questa “dolce malta” da una parte si attaccano alle pareti dei vasi danneggiandoli, dall’altra ostruendo i piccoli capillari degli occhi (retinopatie), quelli cerebrali (demenza e Alzheimer) e quelli sessuali dell’uomo (disfunzione erettile).
Non solo, la glicazione proteica danneggia praticamente tutti i tessuti del corpo. Quelli più vulnerabili sono articolazioni, cervello, occhio, pancreas, reni e vasi sanguigni.

Marcello Pamio - tratto dal libro "Colesterolo: avete rotto i grassi"

Ci siamo. Finalmente è uscito il mio ultimo libro sul Colesterolo. Roba col pelo ovviamente!
Per farlo ho dovuto girarmi come un calzino rispetto alle mie conoscenze. Ma siamo qua per evolvere o sbaglio? Quindi è importante andare oltre ai propri condizionamenti e alle proprie credenze.
Ringrazio Claudio Trupiano e Giorgio Beltrammi per aver scritto le prefazioni al libro.
Di cosa parlo? Vi metto l'indice che parla da solo…
Storia del colesterolo
Sindrome Metabolica
Statine
Danni al cervello
Il senso biologico del colesterolo
Le 5 Leggi biologiche
Infiammazioni
Chetodieta
Digiuno intermittente
I migliori grassi in cucina…

Si può ordinare on-line nei siti:

Macrolibrarsi https://www.macrolibrarsi.it/libri/__colesterolo-avete-rotto-i-grassi-libro.php

Il Giardino dei Libri https://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__colesterolo-marcello-pamio-libro.php.

Marcello Pamio - 5 settembre 2023

Volete fare una colazione diversa dal solito, evitando i deleteri carboidrati e partendo invece con i grassi? Se la risposta è sì allora questa soluzione farà al caso vostro.
Personalmente da quando la faccio non ricordo più cosa significhi il calo glicemico a metà mattina!
Si chiama Bulletproof coffee, letteralmente "caffé antiproiettile”, per via delle sue caratteristiche incredibili di cremosità, bontà, potenza ed energia.
Poco importa se sia stato ideato o meno da Dave Asprey, presidente dell’Istituto di sanità della Silicon Valley.

La leggenda narra che Dave durante un viaggio in Tibet abbia provato il tè con burro di yak. Una volta tornato a casa volle creare la versione occidentalizzata.

Si tratta di una bevanda a base di caffè espresso frullato con un cucchiaino di burro. A me però Dave fa una pippa, perché le modifiche che ho apportato lo rendono spaziale.
Nel frullatore ad immersione metto il tuorlo di un uovo fresco rigorosamente bio (qualcuno lo mette tutto: albume compreso), un caffè espresso, un cucchiaino di burro ghee (il burro chiarificato), tre cucchiaini di olio di cocco e un cucchiaino di eritritolo/stevia, anche se lo zucchero è facoltativo perché è buono anche senza (l'alternativa potrebbe essere 1/2 cucchiaino di liquirizia in polvere). A seguire 1/2 cucchiaino di cannella in polvere e 1 cucchiaino del mix di spezie del famoso Golden Milk (curcuma, pepe e zenzero). Frullo tutto fino ad una consistenza cremosa.

L'uovo non si sente (lo giuro sui capelli di Bassetti) e il gusto è meravigliosamente dolce, speziato e leggermente piccante.
Con il Bulletproof sarete appagati, ma anche sazi ed energici fino a pranzo. Provare per credere.

Personalmente non ci volevo credere, anche perché ero abituato alla colazione dolce a base di carboidrati (fette biscottate, muesli, porridge, ecc.).
Ma quella brutta sensazione di vuoto che avevo dopo circa due ore (il tempo impiegato dall'insulina per abbattere la glicemia) dal pasto non mi appartiene più!

Ingredienti:

  • 1 caffé
  • 1 tuorlo d'uovo bio (oppure un uovo intero)
  • 1 cucchiaino di burro ghee
  • 3 cucchiaini di olio di cocco bio
  • 1/2 cucchiaino di cannella in polvere
  • 1 cucchiaino di spezie Golden Milk (curcuma, pepe e zenzero)
  • 1 cucchiaino di eritritolo/stevia (oppure 1/2 cucchiaino di liquirizia pura in polvere)

Procedimento

Frullare tutti gli ingredienti e bere
Se troppo denso perché l'uovo è piccolo, aggiungere un po' di acqua oppure latte

Disinformazione.it

A proposito di neuromarketing e dei comportamenti di acquisto, lo sapevate che la nostra vista è di gran lunga il meno potente dei nostri sensi, per sedurci, generare il nostro interesse e spingerci ad acquistare?
Oggi siamo iperstimolati visivamente, molto di più rispetto al passato. Vari studi dimostrano però che quanto più siamo stimolati, tanto più difficile è catturare la nostra attenzione.
Come detto, olfatto e udito sono sostanzialmente più potenti di quello che si sia mai pensato.

I pubblicitari per molto tempo hanno dato per scontato che l’immagine sia tutto. Ecco perché le aziende hanno speso milioni di dollari per creare il loro logo. Questo perché il marketing si è concentrato sull’attirare e motivare i consumatori visivamente. Ma la verità è che le immagini visive sono di gran lunga più efficaci e più memorabili quando sono abbinate ad un altro senso, come l'udito o l'olfatto.

Per coinvolgerci emotivamente a pieno, le aziende stanno scoprendo che farebbero meglio a inondarci di profumi per le nostre narici, e di musica per le nostre orecchie!
Questa tecnica si chiama Sensory Branding.

Quando vediamo e annusiamo contemporaneamente qualcosa che ci piace (come il talco Johnson’s & Johnson’s combinato con il suo profumo vagamente di vaniglia), si attivano insieme varie regioni del nostro cervello fra le quali la corteccia orbitofrontale mediale destra, una regione associata alla percezione di qualcosa di piacevole o gradevole.
Quando siamo esposti a combinazioni che sembrano funzionare, sono attivate sia la corteccia piriforme destra (che è la corteccia olfattiva primaria), sia l'amigdala che codifica la rilevanza emotiva.

L'odore di un prodotto attiva molte delle stesse regioni che sono attivate dalla sua vista. In altre parole se sentite il profumo di ciambelle, è molto probabile che ve ne facciate anche un'immagine nella vostra testa. Com'è possibile però che gli odori attivino le stesse aree cerebrali delle immagini? La risposta sta nei neuroni specchio. Grazie ai neuroni specchio anche i suoni possono evocare immagini visive altrettanto potenti.
Ecco un esempio. Quale che sia la vostra età, se vi arriva un filo di profumo del talco Johnson’s è molto probabile che tutte le associazioni infantili si risveglino nella vostra memoria. Essere allattati dalla mamma; la sensazione di essere stretti fra le sue braccia.
Le associazioni di questo tipo sono il motivo per cui alcune aziende usano il profumo di vaniglia nei loro prodotti.

Fra tutti i sensi, l’olfatto è il più primitivo, quello con le radici più profonde. È il modo in cui i nostri antenati hanno sviluppato il gusto per il cibo, hanno cercato partner e intuito la presenza di nemici.
Quando sentiamo l'odore di qualcosa, i recettori degli odori nei nostri nasi puntano dritti al sistema limbico, che controlla le emozioni, i ricordi e il senso di benessere.
Con tutti gli altri sensi, si pensa prima di rispondere, ma con l’olfatto il cervello risponde prima che si pensi!

Non a caso il negozio principale della Samsung a New York profuma di melone, una fragranza distintiva che ha lo scopo di rilassare i consumatori e di metterli in una disposizione d'animo da isole dei Mari del Sud.
Nei supermercati il profumo di pane è dato da un aroma chimico (“crosta di pane bianco”) che viene irrorato perché si è dimostrato un ottimo investimento per aumentare le vendite di molte linee di prodotti. I direttori dei grandi magazzini sanno bene che quando l'aroma di pane o di dolci sale al naso, arriva subito la fame e aumentano gli acquisti...
Una catena di negozi in California ha sperimentato la diffusione di profumo di caffè fresco nei suoi parcheggi per attirare i clienti. La Procter & Gamble recentemente ha messo in commercio dei fazzolettini per il viso Puffs con il profumo di Vicks, con l'obiettivo di far presa sui ricordi di infanzia dei clienti, curati dalle loro madri per il raffreddore con l'unguento Vicks.

Ecco come ci prendono per il...naso!

Tratto dal libro "Neuromarketing: attività cerebrale e comportamenti d'acquisto", Martin Lindstrom, ed. Apogeo

La "guerra al colesterolo" è una guerra contro la salute umana e in particolare contro il funzionamento cerebrale. Questo perchè il nostro encefalo è costituito per un quarto da questo grasso! Muovere guerra al colesterolo significa minare le nostre capacità celebrali.
Domande alle quali ho cercato di dare una risposta:
Cos’è il colesterolo e a cosa serve?
Sul colesterolo è stato detto tutto il male possibile e immaginabile. Se la medicina avesse avuto ragione, avremmo dovuto assistere ad un calo di tutte le patologie cardiovascolari. E’ andata effettivamente così?
Qual è il senso biologico del colesterolo? Infine cosa possiamo fare?

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Marcello Pamio - 11 agosto 2023

Perché sterminare migliaia di poveri topi inutilmente quando è così semplice comprendere che il glutine non fa bene?
Attenzione non mi riferisco ai celiaci, ma a tutti quanti!
Questa proteina (che rientra nella famiglia delle lectine) è complessissima da digerire, è immunostimolante (cioè impatta sul sistema immunitario) e soprattutto è molto infiammante. Per questi motivi una dieta ricca di glutine fa aumentare l'infiammazione nell'organismo, tra cui il cervello: la nostra unità centrale di processo!
Non tutti conoscono le lectine. Sono molecole auto-prodotte dalle piante come difesa dagli animali predatori (insetti, erbivori, ecc.), ma una volta ingerite nel metabolismo si legano ai carboidrati (zuccheri) nell'intestino, nel cervello, nelle articolazioni, causando reazioni infiammatorie pesanti!

Che infiammi l'intestino lo sanno tutte le persone sufficientemente sensibili e oneste con se stesse (movimenti di pancia, aria e gonfiore addominale, feci sfatte, dolori, mal di testa, sfoghi cutanei, ecc.). Ora finalmente iniziano a parlare anche dell'impatto sul cervello.
Il glutine non è l'unica lectina, anzi, la Wheat germ agglutinin (WGA che si trova nella crusca) è una proteina la cui molecola è molto più piccola, per cui riesce a passare senza problemi la barriera intestinale (e non serve avere una permeabilità) e purtroppo anche quella emato-encefalica (Bee), innescando la formazione di placche come meccanismo di autodifesa del corpo e del cervello da una sostanza tossica e acidificante.

Nell'organismo questa lectina si comporta a livello endocrino un po' come l'insulina spingendo lo zucchero dentro le cellule di grasso e causando l'aumento della massa adiposa. Donne, avete capito il passaggio appena espresso? Il grasso che si deposita nei vostri fianchi, nelle cosce e nel culo (mai nelle tette come vorreste voi) non arriva dal grasso ma dai carboidrati (zuccheri) in eccesso! Detto in altri termini: volete dimagrire? Toglietevi dal piatto i carboidrati!
Al contempo la WGA impedisce allo zucchero di entrare nelle cellule muscolari interferendo perfino con la digestione delle altre proteine. Insomma un bel casino.
Ovviamente tutto dipende dalla quantità che ingurgitiamo con la dieta, ma viene da sé che in caso di patologie (infiammatorie, degenerative, ecc.) i carboidrati andrebbero eliminati completamente! Se invece parliamo di prevenzione, allora una loro drastica riduzione è vivamente consigliata!

Marcello Pamio – 18 luglio 2023

Da migliaia di anni l'uomo sfrutta numerose piante che stimolano la chimica del cervello per alterare il proprio stato mentale, per esempio il Peyote e le oltre 50 specie di piante appartenenti a molte famiglie diverse contenenti triptammine, come la N,N-dimetiltriptammina (DMT).

Uno di queste è lo yopo della famiglia delle Fabaceae: dai suoi semi si ricava una polvere da fiuto allucinogena, utilizzo attestato già nel 1496 nelle Indie occidentali dove era chiamato cohoba.
I semi della Ruta siriana, specie della famiglia delle Nitrariaceae da cui è stata isolata per la prima volta l'alcaloide indolico beta-carboninico armina, sono usati come incenso rituale in vari paesi nordafricani e arabi.

Ma c'è una bevanda magica chiamata ayahuasca (Banisteriopsis caapi), solitamente preparata con una miscela di piante contenenti alcaloidi beta-carbolinici e triptamminici, che ha raggiunto perfino una diffusione globale.
La liana ayahuasca (in lingua quechua significa “rampicante dell’anima”), conosciuta anche come caapi, dàpa, mihi, kahì, natema, pindé o yajé è una specie della famiglia delle Malpighiaceae. Cresce nelle zone tropicali umide del Sud America, come la regione occidentale del bacino dell'Amazzonia, la Colombia e in Perù. Questa grande liana produce dei fiori rosa, ma in genere sono la corteccia e talvolta anche foglie e radici utilizzate dalle popolazioni indigene per preparare una bevanda nota come ayahuasca, tradizionalmente bevuta solo dagli uomini per scopi cerimoniali, di divinazione o di guarigione.

Gli indios credono che permetta all’anima di fuggire dai confini del corpo, per poi vagare liberamente e tornare a questo secondo la propria volontà.
I rituali che fanno uso della ayahuasca durano molte ore, con piccole quantità di liquido che vengono bevute a intervalli di circa un'ora. Gli effetti dipendono da numerosi fattori.

L'ayahuasca si prepara insieme ad altre piante, la più comune delle quali è la chacruna (Psychotria viridis) della famiglia delle Rubiacee. Si ritiene che le diverse forme della liana di ayahuasca influenzino le esperienze vissute dallo sciamano, con almeno una classificazione basata sull'animale in cui verrà trasformato: giaguaro, anaconda o astore.
Il decotto induce stati mentali visionari, ma spesso anche effetti collaterali tra cui nausea, vomito, diarrea e brividi.

L’intossicazione da ayahuasca può consistere in una esperienza molto forte, con visioni di luci oltre le palpebre chiuse. Segue un periodo di debolezza, dopo di che ha inizio il gioco di colori: prima il bianco, poi l’azzurro tenue e fumoso, infine può subentrare un sonno interrotto da sogni anche deliranti. L’effetto postumo può essere una bella diarrea!

I principi attivi dell’ayahuasca sono alcaloidi beta-carbolinici tra cui l’armina, che impediscono la degradazione della DMT presente nelle foglie di chacruna quando le due piante sono usate in combinazione, ed è proprio la DMT a provocare uno stato di coscienza alterato caratterizzato da introspezione, visioni e emozioni potenziate!
A partire dagli anni Sessanta ha preso piede un turismo legato all'ayahuasca che ha portato all'esportazione della bevanda anche in occidente. Ma slegato da set (stato d'animo), setting (contesto) e forme di controllo tradizionali, ha talvolta causato anche gravi danni.

Tipo di tossina: alcaolidi beta-carbolinici (armina e altri)

Sintomi di intossicazione: capogiri, pupille dilatate, aggressività, alterazioni della percezione visiva, nausea, ipersalivazione, vomito, diarrea

Principio di funzionamento: inibisce la degradazione della N,N-dimetiltriptammina (DMT) lasciando che questo composto venga assorbito dal cervello, dove provoca allucinazioni

Marcello Pamio – 17 luglio 2023

È difficile immaginare un pasto che non contenga almeno un membro della numerosa famiglia delle solanacee, che comprende non solo una delle principali radici coltivate del mondo, la patata, ma anche altre specie con frutti commestibili considerati verdure come pomodoro, melanzane, peperoni e peperoncino; oppure consumati come frutti, come l'uva spina e le bacche di goji.

Le solanacee hanno un lato oscuro, come indicato dal loro nome inglese “nightshades”, “ombre notturne” attribuito anche a diverse singole specie della famiglia appartenente al genere Solanum e contenenti le stesse tossine: i glicoalcaloidi.
Il nome “deadly nightshades” (ombra notturna letale) è attribuita alla Belladonna (Atropa belladonna) che contiene alcaloidi tropanici. Oltre alla Belladonna però, anche Mandragora, Stramonio, Tromboni d'Angelo e Giusquiamo sono solanacee contenenti alcalodi tropanici.

Belladonna
Mandragora
Stramonio
Tromboni d'Angelo
Giusquiamo

Nella stessa famiglia si trovano anche piante che producono altri tipi di alcaloidi.
Gli alcaloidi piperidinici presenti principalmente nel tabacco sono utilizzati sia per scopi ricreativi sia come insetticidi. Gli alcoidi capsaicinoidi presenti nei peperoncini sfruttano i recettori del calore e del dolore per dissuadere i mammiferi dal mangiarle, ma non hanno effetto sugli uccelli, che ne disperdono i semi.

Tabacco

Le specie di Solanum contenente glicoalcaloidi sono responsabili di molti casi di sospetto avvelenamento accidentale.
Anche la patata che potrebbe sembrare uno degl
i ortaggi più innocui nasconde invece un lato oscuro. C'è un motivo infatti se di questa specie mangiamo solo i tuberi: le foglie, i fusti e il frutto di queste erbacce perenne contengono tutti elevati livelli di tossine glicoalcaloidi. Anche gli stessi tuberi della patata contengono alcuni di questi composti, i più comuni dei quali sono l'alfa-solanina e l'alfa-caconina.

La funzione delle tossine è di proteggere la pianta da parassiti e malattie, perciò nei tuberi sono più concentrati nella buccia.

In piccole quantità i glicoalcaloidi contenenti nelle patate contribuiscono anche loro sapore.
Ma la quantità di questi composti tossici dipende non solo dalla varietà di patate ma anche dalla stagione e dalle condizioni in cui sono cresciute, inoltre i livelli possono aumentare anche in risposta agli stress.
La produzione di glicoalcaloidi è stimolata dalla luce: è per questo che le tossine sono più concentrate nelle foglie, nei fusti delle piante di patata ed è anche la ragione per cui i tuberi di colore verde non sono buoni da mangiare.

Il colore verde che può talvolta apparire sui tuberi è dovuto alla produzione di clorofilla per la fotosintesi, altro fenomeno innescato dalla luce. La presenza di clorofilla verde sulle patate è quindi indice di un innalzamento dei livelli delle tossine all'interno: un modo ingegnoso che consente alla pianta di evitare che i tuberi esposti, più vulnerabili vengono mangiati da animali e insetti.

Le varietà di patate in commercio contengono molto meno di 20 mg di glicoalcaloidi per 100 g di patate e sono del tutto sicure da mangiare. Così dicono. Le patate soggette a stress, per esempio colpite da peronospera, mangiate dagli insetti o anche ammaccate possono reagire aumentando i loro livelli di glicoalcaloidi. Il glicoalcaloidi danneggiano le cellule stimolando vomito e diarrea, inoltre possono interferire con la trasmissione di messaggi chimici tra i nervi, causando sintomi come mal di testa e convulsioni. Purtroppo la cottura non distrugge questi composti perciò è sempre meglio gettare delle patate verdi.

Detto questo è meglio fare molta attenzione con le solanacee in generale, e non solo con le patate, soprattutto se una persona ha delle patologie infiammatorie o quelle chiamate "autoimmunitarie".
Gli alcaloidi e le tossine contenute nelle solanacee vanno a stimolare eccessivamente il sistema immunitario.

Tratto dal libro "Piante che uccidono: gli effetti tossici delle piante più velenose del mondo", Elizabeth A. Dauncey, Sonny Larsson, Ricca editore

Marcello Pamio - 11 luglio 2023
Negli anni Cinquanta si verificò un aumento negli Stati Uniti di malattie cardiovascolari, per cui divenne urgentissimo trovarne la causa! Vennero così sparate una serie di minchiate (inquinamento, carenza di vitamine, fumo, esaurimento ecc.). Fin qui nulla di strano, il problema nacque quando arrivò sulla scena Ancel Keys, patologo dell'Università del Minnesota, che suggerì come causa i grassi saturi! Questi grassi facendo aumentare il livello del colesterolo totale intasavano le arterie causando infarti. Aveva una sua logica e venne chiamata l'ipotesi della "dieta del cuore".

L'infarto del presidente Dwight David Eisenhower (soprannominato Ike) avvenuto nel 1955 fu una manna dal cielo per il delinquentello di Keys, che balzò agli onori della cronaca come il medico arrivato per curarlo. Ike rimase lontano dalla Sala Ovale per ben 10 giorni e nel frattempo gli vennero eliminati dalla dieta tutti i grassi. A nessuno venne in mente di puntare il dito contro le bionde, visto che fumava come una litorina, almeno 4 pacchetti al giorno di cicche senza filtro!
Nooo, mica puoi toccare il colosso di Big Tobacco (Philip Morris in testa), era più facile criminalizzare i grassi!!!!

Da questi presupposti purtroppo nacque la più colossale e soprattutto pericolosa presa per il culo planetaria.

Il colesterolo è il costituente essenziale della membrana cellulare; regola lo scambio di sostanze messaggere ed è coinvolto nella crescita e divisione. E' la sostanza base per la sintesi degli ormoni sessuali (aldosterone, cortisolo, testosterone, estradiolo, ecc.), della Vitamina D e costituisce almeno un quarto dell'intero nostro cervello! E moltissimo altro…
Riuscite ad immaginare cosa accade alla salute del cervello e dell'uomo quando riduciamo e/o blocchiamo la sintesi del colesterolo?
Viene quasi da pensare che vogliano una umanità cognitivamente demente! 🤔 E dopo gli ultimi anni, mi sa che sono sulla buona strada…