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Marcello Pamio - 4 maggio 2023

I bambini indeboliti da interventi esterni come le vaccinazioni, sono - guarda caso - molto meno ricettivi alle impressioni del mondo esterno!
Le malattie esantematiche infatti sono processi di sviluppo essenziali per una sana crescita fisica, mentale e psichica! Sono la prima e più importante manifestazione dell'azione spirituale volta a trasformare e personalizzare il corpo ereditato da mamma e papà (non da due mamme o due papà).
Ogni malattia infantile è infatti un cammino nel processo di individualizzazione.

I veleni vaccinali, impedendo l'esplicazione di questo processo, sono un crimine contro l'evoluzione futura dell'umanità!
Ciascuna malattia esantematica si rapporta, non a caso, ad uno dei quattro elementi: il morbillo (acqua), la scarlattina (calore), la pertosse (aria) e la varicella (terra).

Qualsiasi blocco e/o interferenza in questi processi spirituali può portare ad un livellamento delle coscienze, rendendo i giovani sempre più deboli nella loro personalità, e di conseguenza molto più malleabili e condizionabili dall’esterno! Proprio quello a cui stiamo assistendo e proprio quello voluto dal Sistema.
Disinformazione.it (https://t.me/marcellopamio)

Marcello Palio - 18 marzo 2023
I dati pubblicati dal Wall Street Journal l'altro giorno sono agghiaccianti.
Le morti in gravidanza negli States sono aumentate al tasso più alto rispetto agli ultimi 60 anni!!!
Numeri che rendono gli Stati Uniti il paese più pericoloso tra i paesi ad alto reddito.
E' sempre stato il più pericoloso per le democrazie, ora ha un nuovo e più triste primato.
L'ecatombe di donne morte durante o subito dopo la gravidanza è aumentato del 40%: 1.205 nel 2021, rispetto alle 861 nel 2020 e alle 754 nel 2019.
L'aumento ha spinto il tasso di mortalità materna a 33 morti ogni 100.000 nati vivi, il più alto dal 1965, rispetto ai 20 del 2019. Un raffronto dei decessi ogni 100.000 nati vivi degli altri paesi è illuminante: Francia 8, Regno Unito 10 e 11 in Canada. Dati del 2020.
Attenzione perché mancano i dati del 2022, dove sicuramente c'è stata una vera e propria ecatombe, tra donne e bambini (aborti).
Ma tranquilli va tutto benissimo, è solo sfiga o karma, perché il napalm non si mette ovviamente in discussione! Farsi sparare un diserbante genico sperimentale in gravidanza è assolutamente naturale!

Articolo originale https://www.wsj.com/articles/u-s-maternal-mortality-hits-highest-level-since-1965-f98297761

Marcello Pamio - 15 novembre 2022

Il tasso di mortalità dei bambini di età inferiore a un anno in Scozia è al livello più alto degli ultimi 10 anni. Lo dimostrano gli ultimi dati pubblicati dalla britannica BBC.
Per questo motivo sarà condotta un'indagine del governo scozzese, che ovviamente finirà nell'oblio dell'acqua dello scarico,
La revisione che sarà effettuata da Healthcare Improvement Scotland, è un atto dovuto, dopo due picchi in un periodo di sei mesi dei tassi di mortalità neonatale.
Gli aumenti sono stati maggiori di quanto normalmente previsto. Strano vero?
Il tasso medio di mortalità tra i neonati è poco più di 2 ogni 1.000 nati. Nel settembre 2021 sono morti 21 bambini di età inferiore a quattro settimane, un tasso di 4,9 ogni 1.000 nati. E a marzo ne sono morti almeno 18, l'equivalente di 4,6 ogni 1.000 nati. Sembra poca roba, ma stiamo parlando di un aumento della mortalità infantile che va dal 200 al 250%!
Ovviamente è tutto nella norma, vero? I diserbanti genici non c'entrano nulla? Attendiamo con trepidazione un servizio-igienico de La Repubblica che darà la colpa alla pizza margherita mangiata dalla puerpera in allattamento! 🤔

Fonte ufficiale

https://www.bbc.com/news/uk-scotland-63097142

Marcello Pamio

La Corte europea sancisce: «Riconoscere i figli nati all’estero con la gpa», cioè con la «gestazione per altri».
Secondo la Cedu, «Corte europea dei diritti umani», il diritto del bambino ad avere entrambi i genitori è più forte del divieto della maternità surrogata.
Un bambino che viene partorito all’estero mediante la maternità surrogata, in un Paese in cui la gpa è legale, deve essere riconosciuto anche negli altri paesi in cui tale pratica non è consentita!

Questo dovrà avvenire con la trascrizione immediata all’anagrafe, oppure con un’adozione piena che riconosca tutti i diritti-doveri anche alla madre non biologica (o al secondo padre).
Precisiamo che tale corte NON è un organismo dell’Unione Europea, e vi aderiscono i 47 paesi del Consiglio d’Europa, Italia ovviamente inclusa.
I fautori dei diritti umani, o per meglio dire le associazioni che partecipano alla mercificazione della vita, applaudono e brindano!

Benefit surrogazione
Casualmente, nello stesso periodo in cui la corte ha sancito e legalizzato la surrogazione, si sono mobilitati anche i colossi di internet.
Tra i benefit per i dipendenti dei colossi di Internet spunta quindi anche la maternità surrogata.
I lavoratori di Facebook a tempo indeterminato per esempio possono avere il rimborso delle spese sostenute per la gpa. E questo vale anche per i dipendenti del social con sede in Italia, dove la surrogazione è invece vietata dalla legge.

Stanno forse lavorando per scardinare, a spizzichi e bocconi, il blocco legislativo italiano?
Sembra proprio di sì, e quindi coloro che si recano nei paesi dove è consentita, potranno ricevere un rimborso fino a un massimo di 17.000 euro. Non proprio spiccioli.
Secondo quanto riportato dal Corriere, tra i costi coperti ci sarebbero l’assistenza legale, i costi delle agenzie che assistono i genitori, la compensazione per la donatrice dell’utero, e perfino quelli che hanno fornito ovuli e spermatozoi, per giungere alle spese mediche per visite e analisi.
In pratica i colossi della Silicon Valley, come Apple, Google e ovviamente Facebook, per tenersi stretti i dipendenti, e soprattutto per potenziare e amplificare il «pensiero unico dominante», inizialmente hanno rimborsato il congelamento degli ovuli, ora passano alla surrogazione.
Detto così, sembrano società umanitarie e filantropiche invidiabili...

Non tutti infatti hanno compreso quanto sia aberrante l’incentivazione al congelamento degli ovuli
Queste società non lo fanno come gesto altruistico per venire incontro alle esigenze dei lavoratori, ma solo per posticipare il più possibile una gravidanza! Avete capito? Dov’è la moralità di una società nella quale si è costretti a lavorare duramente e così tanto da non potersi permettere di far nascere e crescere i propri figli?

Quindi al Mario Rossi di turno, viene detto di non rompere le palle, ma semmai di congelarsele in azoto liquido, assieme agli ovuli della moglie, per riparlarne un domani…

Per non parlare della corte europea dei diritti che sancisce la legalità di una pratica come la surrogazione che tra le altre cose incentiva la mercificazione della Vita umana!
Nessuno lo dice, perché non è politicamente corretto uscire dal pensiero unico, ma la maternità surrogata induce e alimenta miseria e sfrutta l’ignoranza di donne relegate ai margini della società. Si tratta di un’attività ad altissimo rischio per l’insorgenza di gravi patologie psichiatriche sia per la madre che surroga, sia per il bambino che le verrà poi strappato dalle mammelle…

La Cedu, dunque, non prende minimamente in considerazione i traumi infantili dovuti alla separazione dalla madre biologica, perché per loro il punto cruciale è «il diritto del bambino ad avere entrambi i genitori».
E dove sarebbero questi “diritto del bambino”? Non stiamo parlando di orfani salvati ad una vita infelice, neppure di bambini che hanno bisogno di qualcuno che doni loro amore perché, a causa di sventure di vario genere, sono rimasti soli: qui si sta parlando di gestazione per altri, ovverosia di gravidanze commissionate, ordinate e pagate.
Il bambino che viene al mondo a seguito di queste pratiche è sostanzialmente un prodotto: dove sta la tutela del suo diritto?
Infine non specificano quali sarebbero questi “genitori”. La giovane ragazza che è stata bombardata da cure ormonali rischiosissime per poi vendere i propri ovuli alla clinica, oppure il maschio che si è svuotato i testicoli cedendo qualche milionata dei propri spermatozoi?
O invece si riferiscono a quella disperata che si è fatta crescere dentro la vita -altrui- per poi, dopo dieci lune, consegnarla ai compratori come da contratto? O infine i genitori sono questi ultimi, cioè quelli che dopo aver sfogliato il catalogo, hanno cacciato la pecunia?


Marcello Pamio

«L’annuncio di Fabio Franchi su Facebook è delirante e ho attivato i controlli del caso.
Voglio rassicurare i cittadini dicendo che in Italia non c’è spazio per sperimentazioni fai da te!”
E se lo dice con un tweet il ministro della salute Giulia Grillo, allora c’è da stare tranquilli. Fiuff…stavo proprio per pensar male...
Come non fidarsi, d’altronde, dell’onorevole pentastellata che nel 2017 attaccava e inveiva contro Beatrice Lorenzin per il decreto poi convertito nella sciagurata legge 119 sull’obbligatorietà dei vaccini e che oggi ne è la sostenitrice più incallita? La coerenza, come sempre, viene prima di tutto.

La situazione italiota è così allo sbando che ultimamente la Lorenzin sostiene addirittura la Grillo negli attacchi ai cosiddetti no-vax. Della serie: il nemico del mio nemico, è mio amico!
Queste sono le classiche notizie che schiudono il sarcofago dove è conservata la politicamente-nulla Lorenzin, ridestandone momentaneamente la coscienza. Rimane in ibernazione letargica per mesi e poi, di punto in bianco, si sveglia per twittare o postare su Facebook attacchi contro i novax.
Prima di ritornare nell’oblio, ecco cos’ha scritto la liceale ex ministro sul caso del dottor Franchi: «Reclutamento di cavie umane, bambini, via facebook, per esperimenti. Non è una news da qualche paese del terzo mondo, ma è tutta made in Italy. Che il protagonista sia un medico no-vax è solo un’appendice della follia in cui sta degenerando il nostro paese», terminando poi con l’auspicio che il ministro «faccia valutare se ci sono gli estremi per un affondamento giudiziario».
Se parliamo di follia, i neuroscienziati dovrebbero studiare approfonditamente il suo cervello per capire meglio come avviene dal punto di vista neurosinaptico l’involuzione dell’uomo…

Tornando alla Grillo, non mi risulta che l’attento ministro abbia attivato controlli nei confronti dell’epidemiologo, nonché collaboratore GSK, Pierluigi Lopalco, il quale l’8 febbraio scorso, non da una pagina facebook ma in un congresso all’università di Modena Reggio Emilia, ha dichiarato che «bisogna vaccinare i bambini volontari», e che «il test sui vaccini si fa su decine di migliaia di bambini». (vedi articolo)
Avete capito come funziona il Sistema? In Italia non ci può essere spazio per sperimentazioni fai da te, perché le sperimentazioni su cavie, cioè su neonati “volontari”, le possono fare solo loro negli ambulatori delle ASL!
Per cui se dichiari pubblicamente che i vaccini vengono testati su decine di migliaia di neonati inconsapevoli, anzi “volontari”, va tutto bene, se però hai la sfrontatezza di ironizzare sulle sperimentazioni cliniche, o peggio ancora hai il coraggio di analizzare il contenuto vaccinale, e richiedere la pubblicazione delle analisi di controllo (che ANCORA NESSUNO HA PORTATO ALLA LUCE), allora vieni attaccato, sputtanato dai giornalai, dai servi pennivendoli del Sistema, subendo perfino gli accertamenti dal ministro.
Se ancora non fosse chiaro chi può usare le cavie umane, leggete il titolo del comunicato n.31 di oggi, datato 26 febbraio 2019, del Ministero della salute: «Test HIV su minori senza consenso dei genitori, sì del garante Infanzia al ministro grillo per collaborazione su nuove regole»

Et voilà il governo del cambiamento…

Marcello Pamio

I vaccini sono sicuri? Domanda retorica, ovviamente per la visione ufficiale, anche se è mal posta.
La domanda corretta secondo l’establishment, dovrebbe essere: «i vaccini fanno bene o benissimo»?
Stando invece ai risultati delle analisi biologiche e chimiche finanziate dall’associazione Corvelva, quello che salta fuori dalle fialette vaccinali supera il film horror più spinto.
Questi «farmaci biologici» dovrebbero contenere SOLO antigeni (virus e/o batteri), adiuvanti e pochissimo altro, in pratica dovrebbero essere esenti da tossine e contaminanti, perché la loro sicurezza è prioritaria, e invece sono delle vere e proprie zozzerie, discariche pregne di sostanze anche sconosciute e a livelli preoccupanti.

Stiamo parlando della presenza abnorme di DNA, animale (pollo, bovino, ecc.), umano (cellule diploidi fetali) e batterico.
I virus contenuti in alcuni vaccini hanno subìto centinaia di mutazioni dando origine a qualcosa di diverso dall’originale. Addirittura alcuni virus il laboratorio non è stato in grado di trovarli nelle fiale, come quello della rosolia e della polio.
La cosa che invece è saltata agli occhi è stata la quantità industriale di proteine allergizzanti oltre a centinaia di sostanze chimiche diverse (farmaci, pesticidi, alcaloidi, ecc.).

Ha ancora senso parlare di sicurezza?
Ma nonostante dal vaso di pandora scoperchiato stia uscendo di tutto e di più, il verbo impone che i vaccini sono sicurissimi ed innocui.
Così sicuri, che qualche giorno fa la ULSS6 di Padova ha spedito a farmacisti e addetti alla prevenzione una e-mail privata informando che nel nuovo portale è «stata inserita la voce "segnalare una reazione avversa da farmaco" con il link al portale VIGIFARMACO per la segnalazione on-line delle sospette reazioni avverse da farmaco o vaccino». Come mai parlano di «reazioni avverse» e «vaccini»?

Che sia stato un gravissimo errore del webmaster, o anche questi farmaci possono avere effetti collaterali?
Lo trovo strano, perché stando alle dichiarazioni dei burioni, lopalco e villani di turno, sembra che l’acqua potabile sia molto più pericolosa di un tossico vaccino inoculato nel corpo di un neonato.
Nella stessa e-mail si avverte pure che «i medici e gli altri operatori sanitari sono tenuti a segnalare tempestivamente le sospette reazioni avverse», e che «la definizione di reazione avversa comprende qualsiasi "Effetto nocivo e non voluto conseguente all’uso di un medicinale.
Il comunicato termina con una precisazione molto interessante: «NON è necessario avere la certezza della correlazione tra farmaco e reazione avversa».

Qual è il senso di questa comunicazione partita dalla ULSS6 e destinata ai farmacisti?
Il portale Vigifarmaco è attivo da anni, ma evidentemente non così conosciuto dagli addetti del settore - benché sia proprio a loro che viene demandato il compito di rendere la farmacovigilanza uno strumento efficace.
Se i vaccini sono sicuri perché la necessità di un promemoria sul compito di segnalare le sospette reazioni avverse?
Forse si stanno accorgendo che così sicuri proprio non sono...
Per caso si stanno verificando sempre più reazioni avverse nell’ultimo periodo, grazie alla legge 119/2017 che ha fatto aumentare esponenzialmente il numero dei vaccini obbligatori, e vogliono monitorarle? O forse si sono resi conto che sempre più cittadini sono costretti a farla da sé, la segnalazione, trovando spesso un muro di gomma o personale impreparato?

Ripetiamo l’ultimo passaggio della ULSS6, proprio perché stiamo assistendo ad una gravissima e pericolosa superficialità e menefreghismo da parte di medici ospedalieri e/o pediatri: «i medici e gli altri operatori sanitari sono TENUTI a segnalare tempestivamente le sospette reazioni avverse» e «NON è necessario avere la certezza della correlazione tra farmaco e reazione avversa».
Chiaro?


Marcello Pamio

La salute dei giovani di una nazione dovrebbe essere una priorità in uno stato di diritto.
Ma non è così, la priorità da noi sembra essere quella di fare propaganda al «gregge disorientato» sulla bontà e l’urgenza delle vaccinazioni di massa. Il resto è noia.
Poco importa infatti sapere che siamo il paese con il più alto numero di studenti disabili; negli ultimi 10 anni le disabilità sono aumentate del 40%; circa 1 bambino su 6 ha disturbi specifici dell’apprendimento e 1 ogni 87 nati sviluppa l’autismo; il diabete di tipo-1 interessa 1 bambino ogni 450, e dal 12 al 15% dei giovanissimi soffrono di ADHD. Per non parlare dei piccoli obesi: i bambini italiani sono infatti al primo posto in Europa.
Infine la situazione diventa parossistica in ambito oncologico…

Cancro: primo posto in Europa
L’Italia ha sempre occupato uno dei primi tre posti in Europa per incidenza tumorale in età pediatrica. Notizia di qualche giorno fa, siamo riusciti nell’impresa titanica di indossare la maglia nera, salendo al primo posto nel continente europeo.
Stando ai dati del Ministero della Salute, negli ultimi 10 anni e nelle aree più contaminate si è registrato globalmente un incremento anche del 90% di patologie tumorali!

A denunciarlo in un convegno alla Camera dei Deputati dal titolo: «Emergenza cancro - Fattori ambientali modificabili e stili di vita non corretti», la Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) assieme alle «Confassociazioni Ambiente».
I cancri più diffusi sono quelli alla tiroide, alla mammella e mesotelioma.
L’allarme più grave ovviamente riguarda i tumori dei bambini.
Uno studio della IARC di Lione (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro), condotto in 62 paesi in collaborazione con l’AIRC (Associazione Internazionale dei Registri del Cancro) e sulla rivista «Lancet Oncology» ha riportato questa triste realtà.
La fascia di età in cui è stata riscontrata la maggiore incidenza di tumori è tra 0 e 14 anni, e negli adolescenti tra i 15 e i 19 anni. Mentre le aree più interessate sono: Italia, Cipro, Malta, Croazia, Spagna e Portogallo.

Ad aggiungersi al triste bollettino, l’ultimo rapporto SENTIERI (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento) a cura dell'ISS, che rileva una «emergenza cancro» tra i più giovani!
I dati raccolti nel periodo 2006-2013 in 28 dei 45 siti italiani maggiormente inquinati hanno infatti sottolineato un incremento di tumori del 9% nei soggetti tra 0 e 24 anni, con picchi del 50% per i linfomi Non-Hodgkin, del 62% per i sarcomi dei tessuti molli e del 66% per le leucemie mieloidi acute.
Quindi gli ultimi studi confermano il triste primato: i bambini italiani non soltanto hanno una salute pessima e risultano essere i più obesi, ma hanno anche il maggior numero di patologie tumorali!

Fino a qualche decennio fa questa emergenza non esisteva e il cancro in età pediatrica era rarissimo: come mai? Cos’è successo nel frattempo?
Domande importanti alle quali nessun ministro della salute ha voluto cercare di dare una risposta, perché troppo concentrati a inventare epidemie mediatiche, sradicare l’«incurabile» morbillo (cosa impossibile d’altronde da realizzare) o la terribile tosse canina.

La «ragion di Stato» è vaccinare coattivamente l’intera popolazione italiana (adulti e bambini) con la scusa delle malattie infettive e dei bambini immunodepressi. Mentre le istituzioni hanno occhi solo per i vaccini, stanno morendo di cancro (e forse proprio per questo) un numero elevatissimo di bambini e adolescenti ogni anno.
Parafrasando la famosa citazione di Gandhi: «la grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali», e contestualizzandola al tema del presente, si può affermare che «la grandezza di una nazione e il suo livello morale ed evolutivo, si possono giudicare dalla condizione psicofisica degli “uomini in divenire” (i bambini)».
Se ciò corrispondesse al vero, l’Italia è già sprofondata nel baratro più oscuro…

Marcello Pamio 

Fino a qualche anno fa, se una donna avesse detto al proprio medico curante di volere un vaccino trivalente e un vaccino anti-influenzale in gravidanza, probabilmente sarebbe stata internata in manicomio per accertamenti psichici.
Oggi invece i pazzi sono le persone e le donne che rifiutano tale intervento medico invasivo, e per essere onesti è il mondo accademico intero ad essere finito dentro un manicomio criminale.
L’endogestazione, cioè quelle famose quaranta settimane o dieci lune, rappresentano un periodo basilare e delicatissimo perché dentro il grembo materno si sta formando una creatura vivente e ogni squilibrio e/o ingerenza esterna può essere rischiosa per il feto perché può interagire con la formazione di tessuti, organi e apparati.

Ricordiamo che tutto quello che dall’esterno entra e penetra nel corpo della mamma (attraverso aria, cibo, acqua e pelle) può, attraverso la placenta, finire nella vita intrauterina.
Qualsiasi sostanza chimica, l’inquinamento elettromagnetico, i farmaci, fino ad arrivare agli squilibri emozionali, possono interferire con la nuova creatura e nessuno può sapere come e in che modo.
Ecco il motivo per cui in gravidanza sia i medici (sempre più rari) che i terapisti e/o consulenti più evoluti, consigliano vivamente alle future mamme di stare attentissime a cosa mangiano, alle sostanza chimiche che si spalmano sulla pelle, ecc. Si arriva perfino a sconsigliare piante miracolose come la salvia (i cui effetti sarebbero leggermente abortivi) e i miracolosi oli essenziali naturali. Lo scopo è solo quello di salvaguardare e proteggere - fino al limite del possibile - la mamma con la sua creatura.

Il virus della follia sta circolando
Siamo passati dallo sconsigliare alle donne gravide oli essenziali, piante e perfino molti integratori naturali, all’inoculare vaccini contenenti livelli di DNA umano allucinanti, veleni tossici (formaldeide, ecc.) e neurotossici (sali di metalli pesanti), con la scusante della protezione dalle terribili malattie infettive.
Forse il virus della pazzia è fuggito dai laboratori di massima sicurezza e ha infettato le sale che contano….
La prova di questa infezione mentale è che nelle ultime settimane, grazie anche alla Circolare del 7 agosto 2018 del ministro Giulia GrilloVaccinazioni raccomandate per le donne in età fertile e in gravidanza»), i medici stanno vaccinando a tutto spiano in gravidanza. Prima volta nella storia italiana.
A subirne l’impatto più negativo sono soprattutto le donne straniere, che non sapendo bene la lingua, le leggi e soprattutto i propri diritti, vengono bistrattate e tartassate.
Gli esperti (senz’altro “infettati”) in camice bianco, attorno alla 28ma settimana di gestazione, terrorizzano le donne dicendo loro che è OBBLIGATORIO il vaccino DTP (difterite, tetano, pertosse (dTpa), e quello contro l’influenza (se la gestazione cade nel periodo delle epidemie).

Ma non è tutto, perché subito dopo il parto sempre le mamme DEVONO fare anche un bel quadrivalente MPRV (morbillo, partite, rosolia e varicella).
E lo scopo ovviamente è preventivo, cioè proteggere la salute del neonato!
Peccato che sia risaputo perfino dalle nostre nonne (quelle senza l’Alzheimer) che se una donna sana si è fatta una malattia infettiva in maniera naturale, è in grado di trasferire al neonato attraverso il latte quegli anticorpi che gli servono, creando una vera immunità.
Mentre vaccinare prima o durante la gravidanza impedisce tale passaggio mettendo ancor di più a rischio il bambino che risulterà non essere immunizzato naturalmente. Ma forse questo fa comodo a qualcuno…
Quindi oggi la prevenzione consiste nell’intossicare la mamma durante la gravidanza, e meglio farlo anche più volte…

Iperimmunizzazione
Le vaccinazioni appena dette: DTP e influenza, DEVONO ESSERE RIPETUTE ad OGNI gravidanza, e questo anche se la donna è già stata vaccinata o è in regola con i richiami decennali o abbia avuto la pertosse.
Avete capito? Quindi se una donna è stata vaccinata in gravidanza e rimane incinta di nuovo anche solo a distanza di pochissimo tempo, dovrebbe - secondo gli squinternati - rivaccinarsi di nuovo.
Anzi più ne fa e meglio è per tutti.
Ovviamente i rischi gravi di una iper-immunizzazione non vengono contemplati da nessuno.
Serve quanto prima un nuovo vaccino contro questo strano virus che sta letteralmente cancellando la memoria e spappolando il cervello umano….

Conclusione
Va detto per inciso che questa scandalosa operazione di pseudo-immunizzazione, ha una duplice valenza. Una economica e una pedagogica.
Interessando le donne gravide del paese il numero delle vaccinazioni aumenteranno di ben 464.000 unità all’anno, assieme ovviamente agli introiti delle lobbies farmaceutiche. Tanti infatti sono i bambini nati, secondo l’Istat nel 2017.
Dal punto di vista pedagogico l’impatto è ancor più subdolo, perché se passa il messaggio che è NORMALISSIMO e SICURISSIMO inoculare tossine nel corpo di una donna gravida, viene da sé che i vaccini incarneranno sempre più l’aureola di farmaci magici e innocui.
Ci inculcheranno nel cervello che in gravidanza è molto più rischioso bere un bicchiere di acqua che una vaccinazione ripetuta nel tempo.

 

Marcello Pamio

Il dottor Robert S. Mendelsohn è stato uno dei più grandi pediatri della storia americana e anche uno dei più critici e caustici nei confronti della sua stessa categoria lavorativa.
Medico intellettualmente onesto, ha sempre messo il benessere dei più piccoli dinnanzi a tutto.
Autore del meraviglioso saggio, che dovrebbe stare sopra il comodino di ogni genitore: «Bambini sani senza medicinali».

In oltre 30 anni di pratica e di insegnamento di pediatria Mendelsohn ha imparato che la stragrande maggioranza delle malattie infantili non richiede l’intervento del medico, e che le cure non necessarie possono fare più male che bene.
Il consiglio che dava ai genitori, basato sull’osservazione del comportamento di molti colleghi medici e sulla sua personale esperienza nel curare migliaia di bambini, era di evitare il più possibile l’intervento del pediatra.

Secondo lui almeno il 95% delle malattie a cui i bambini sono soggetti guariscono da sole senza richiedere intervento alcuno.
Non solo, ma almeno il 90% dei farmaci prescritti dai pediatri non sono necessari, anzi costituiscono un pesante rischio per il bambino che li assume. Tutti i farmaci sono tossici e quindi pericolosi di per sè.
Inoltre l’abuso nell’uso di farmaci in età infantile può indurre nel bambino la convinzione che esiste una pillola per ogni male, il che potrebbe portarlo in futuro a cercare soluzioni chimiche a qualsiasi problema, anche emotivo.

La sua carrellata prosegue avvertendo anche che il 90% degli interventi chirurgici eseguiti su bambini non è effettivamente necessario ma potrebbe esporli a gravi rischi per cause derivanti dall’intervento stesso.
Un altro argomento estremamente dibattuto e sollecitato da Mendelsohn è il bagaglio conoscitivo dei pediatri.

«La maggior parte dei pediatri non ha ricevuto che una lieve infarinatura sui principi fondamentali di nutrizione, di farmacologia, argomenti di vitale importanza cui nei corsi di specializzazione non si attribuisce sufficiente interesse. Così poi i pazienti subiscono le conseguenze di questa ignoranza, sui rapporti tra alimentazione e salute e sugli effetti collaterali dei farmaci prescritti».

Una volta il medico rimaneva legato per due, tre, perfino 4 generazioni alla stessa famiglia, e conosceva ciascun membro, con le sue attitudini, gli umori e le peculiarità. Li considerava esseri umani bisognosi di aiuto, non casi clinici da sottoporre a tutti quegli interventi tecnologici e farmacologici con cui, oggigiorno, i medici hanno sostituito l’attento esame clinico e il buon senso.
Il medico di famiglia conosceva alla perfezione l’anamnesi clinica dei suoi assistiti e spesso anche quella dei loro genitori e nonni.

«Oggi il pediatra tipo vede trenta, quaranta e anche cinquanta bambini in una giornata, non conosce vostro figlio come lo potete conoscere voi e spesso non ha né il tempo né la voglia di farlo.
Tecnologie, esami clinici, radiografie, farmaci nella maggioranza dei casi non valgono le cure sensate che voi, come genitori consapevoli potete fornire al vostro bimbo
.
«Il pediatra che avete scelto non potrà mai essere e non dovreste permettere che sia la principale autorità in caso di malattia del vostro bambino. Voi siete molto più qualificati del vostro medico a giudicare le condizioni fisiche dei vostri figli per il semplice motivo che li conoscete meglio, vivete insieme con loro e ne osservate l’aspetto e il comportamento, giorno dopo giorno, con attenzione e interesse».

Mendelsohn era convinto, a buona ragione, che si dovrebbe dare a Madre Natura il tempo sufficiente per agire, prima di esporre il bambino ai potenziali effetti collaterali, fisici ed emotivi delle cure che il medico potrebbe somministrargli. Il corpo umano ha in effetti una notevole capacità di autoguarigione (Vis Medicatrix Naturae), che nella maggior parte dei casi è superiore a qualsiasi cosa la scienza medica possa fare, ed è priva di effetti collaterali!
Il classico studente di medicina e il medico, sanno molto poco su come mantenere sano un bambino, semplicemente perché la loro preparazione accademica parte dal presupposto che chiunque si rechi nel loro studio ha bisogno di essere curato.

Ecco perché nel piano di studi di medicina c’è solo un esame curricolare di pediatria, per il quale si studiano per lo più malattie infantili che potevano essere significative molti decenni fa, quando vennero stilati i programmi, ma che sono oggigiorno virtualmente scomparse.
Lo studente riceve un sacco di informazioni prevenute sulle vaccinazioni, ma impara molto poco sulla farmacologia, a dispetto del fatto che, come medico praticante avvierà più bambini all’uso delle droghe di quanto possa fare il più zelante spacciatore della città...

Sempre nei corsi di medicina l’alimentazione non esiste. Non viene insegnato ai futuri medici che, spesso, l’alimentazione può rivelarsi l’elemento di maggiore importanza diagnostica e curativa.
Quindi i giovani medici iniziano la loro professione ignorando il fatto che le allergie alimentari costituiscono la causa prima di molti malesseri infantili e che una nutrizione appropriata è il fondamento della salute. Questa loro ignoranza li induce ad utilizzare solo farmaci per curare disturbi che potrebbero risolversi con un semplice cambiamento nella dieta.
Per non parlare dell’allattamento. Quello che i dottorini imparano sulla più efficace protezione a lungo termine che un neonato possa ricevere contro ogni malattia, lo apprendono, generalmente da medici di sesso maschile, che per ovvi motivi, hanno scarso interesse o esperienza in questa vitale funzione.

«Forse perché ho fatto il pediatra per molto tempo, sono convinto che per assolvere questo compito non sia necessario uno specialista. La maggior parte delle malattie infantili possono venire adeguatamente curate in casa da genitori amorevoli e soprattutto informati».

Mendelsohn amava ricordare ai genitori che ogni qualvolta si sottopone a cure mediche un bambino che non ne ha realmente bisogno, lo si espone ad un grave rischio: «chiamare il medico quando vostro figlio sta male, dovrebbe essere l’ultima risorsa, non la prima».
Qual è nel concreto tale rischio? «Quando portate vostro figlio dal pediatra, dopo una visita troppo spesso superficiale, il medico prescrive esami, radiografie, fa una diagnosi e stabilisce una linea di intervento che spesso richiede l’utilizzo di farmaci».

«Tra i medici come categoria, penso che il pediatra sia l’esemplare più pericoloso, proprio perché sembrerebbe il più benevolo. L’immagine del pediatra è il più delle volte quella di un uomo sorridente, gentile e professionale che elargisce ai vostri piccoli, palloncini e lecca-lecca insieme alle prescrizioni mediche.
Secondo la mia esperienza, la fiducia nei pediatria è spesso mal riposta. Il loro comportamento affabile che ispira fiducia è volto semplicemente a mascherare gli elementi della pratica pediatrica che spaventano il bambino».

E’ il pediatra che induce fin dalla nascita quella dipendenza dalle cure mediche che si protrarrà per tutta la vita; è il pediatra tra tutti gli specialisti quello che con minor probabilità informerà i genitori dei possibili effetti collaterali dei farmaci che prescrive.
Infine è il pediatra, che essendo così abituato a vedere i pazienti non realmente malati, spesso non riconosce chi invece lo è.

«Nonostante l’evidenza degli effetti nefasti delle cure pediatriche, perdura l’idea che i nostri bambini siano curati meglio perché abbiamo una grande abbondanza di pediatri. È un’opinione errata per due motivi: le statistiche americane sulla mortalità infantile rivelano per esempio che i bambini americani sono meno sani di quelli di altri paesi sviluppati che vantano un minor numero di pediatri, e sono addirittura meno sani dei bimbi di alcuni paesi sottosviluppati. Il secondo motivo è che la ragione di questa minor salute potrebbe risiedere proprio nell’eccesso di pediatri».

Il dottor Robert Mendelsohn non aveva peli sulla lingua e soprattutto non aveva molti dubbi sul modo migliore di crescere un bambino in buona salute: basta tenerlo lontano dai medici!
Ebbene sono passati trent’anni dalla morte del grande pediatra, avvenuta nel 1988, e quest’anno sembra che la Vita stia realizzando la sua profezia: «i pediatri sono sempre meno»!

A lanciare l’allarme sono la FIMP e la SIP, rispettivamente la Federazione italiana dei medici pediatri e la Società dei medici pediatri.
In pratica i «dottori dei piccoli» stanno sparendo!

Secondo l’Assomed dell’Adnkronos nel prossimo quinquennio (2018-2022) usciranno dal SSN per pensionamento circa 30 mila medici ospedalieri, cui si devono aggiungere 5000 specialisti.

Le specialità maggiormente carenti saranno pediatria, ginecologia, medicina interna, cardiologia e ortopedia. Per la sezione dei pediatri, nel 2014-2023 andranno in pensione 5189 medici, si faranno contratti di formazione per 2900 specialisti e dunque mancheranno all’appello circa 2289 pediatri.
Per il direttore della SIP, Alberto Villani «la situazione è ormai drammatica» e invita tutti ad una profonda riflessione: «cosa vogliamo per i nostri figli e i nostri nipoti?».
La risposta alla sua riflessione è semplicissima: vogliamo bambini più sani!

La conclusione è un po’ meno scontata, ma dopo quanto scritto, se dovesse aver ragione Mendelsohn, la qualità della vita migliorerà col diminuire degli specialisti.
Visto che un pediatra può avere un massimo di 800 assistiti, più le deroghe (10 % di neonati, i portatori di patologie croniche sopra i 14 anni e gli immigrati minorenni senza genitori), per cui il massimale si colloca attorno a 1000 pazienti ogni medico. Se nei prossimi anni mancheranno 2.289 pediatri, vuol dire che vi saranno oltre due milioni di bambini/ragazzi più sani…


Marcello Pamio

Le pressioni sul nuovo governo hanno iniziato a manifestarsi ancor prima della fiducia e dell’insediamento ufficiale. Era logico, stiamo parlando del primo governo della storia privo di pregiudicati e/o indagati. Per cui i «populisti» - così vengono definiti in tono dispregiativo dai servili media - devono essere messi in riga, e prima lo si fa meglio è. Non si sa mai, potrebbero fare brutte sorprese al Sistema e dare l’esempio a qualche altro governicchio votato dal popolo...
I giornali, o per meglio dire quei «bordelli di pensiero» come li ha magistralmente definiti il grandissimo Giorgio Gaber nella canzone «C’è un’aria», sono sempre attentissimi a spulciare i curriculum e a spaccare il capello in quattro quando si tratta dei «nemici», ma stranamente non perdono tempo a investigare quando al governo vanno gli amici o gli amichetti...
Il nuovo ministro della sanità, con il carico da novanta che la liceale gli ha lasciato sul groppone, si troverà ad affrontare sfide importanti, come la metastatizzazione di un sistema medico oramai fagocitato dalle industrie e in pieno stadio terminale, e questo non solo per colpa di burocrazie da ancien régime. Poi sta ancora girando la bollente patata vaccinale.
A tal proposito il Sistema si è messo subito in allarme. Se la marionetta Lorenzin non ha mai creato problemi e intoppi al ruolino di marcia, l’attuale ministro in quanto medico, potrebbe anche mettere qualche piccolo bastone tra le ruote. Usiamo il condizionale perché le dichiarazioni ultime della dottoressa Grillo lasciano spazio a molti dubbi sulla sua volontà di togliere o lasciare l’obbligatorietà. 
Qualcuno parla di tornare ai 4 vaccini che c’erano prima della 119/2017; di togliere solo l’espulsione dai nidi e materne per i bambini tra 0 e 6 anni. Ma il punto cruciale è che di mezzo c’è una legge incostituzionale, classista e pericolosa.
Hanno scomodato subito il dottor Alberto Villani, presidente della SIP, la Società Italiana di Pediatria, il quale ha dichiarato che l’obbligo vaccinale «è stato un successo, i dati di fatto dicono che in pochi mesi siamo passati da tassi di copertura assolutamente non soddisfacenti a una situazione buona».
Quindi applausi scroscianti per la diplomata Lorenzin.
La conclusione del Villani di turno sembra più che altro un avvertimento al neo ministro: «al momento l’obbligo non va abolito». Chiaro dottoressa Grillo? 
Poco importa all’illustrissimo pediatra che prima della presentazione dello scandaloso decreto, convertito nella tristemente legge 119/2017, non vi era nessuna emergenza sanitaria. 
Poco importa che passare da 4 vaccini a 10 più altri fortemente consigliati, non sia un regalo ai bambini o alla salute pubblica, ma un dono alle industrie chimiche che sfornano farmaci e vaccini e guadagnano con le malattie.
Poco importa sapere dell’esistenza dei cosiddetti «no-responder», cioè di una percentuale importante di persone (neonati inclusi) che nonostante i vaccini non hanno alcuna immunizzazione. 
Come può il brizzolato scienziato boriosamente riempirsi la bocca con la copertura vaccinale dando per scontato l’uguaglianza vaccini=immunità? Hanno per caso fatto dosare nel sangue dei vaccinati i titoli anticorpali delle malattie alle quali sono stati immunizzati? Ovviamente no, perché gli esiti sarebbero così devastanti che farebbero crollare miseramente il castello di bugiardini che hanno innalzato. Per fortuna a colmare questo vuoto ci ha pensato l’associazione Corvelva con una iniziativa molto interessante, chi è interessato può andare nel sito o nei canali Facebook ufficiali. 
La realtà è semplice e facilmente dimostrabile: moltissimi bambini regolarmente vaccinati sono completamente scoperti da immunità. Quindi qual è il senso di inoculare veleni (rischiando seri effetti collaterali e complicanze) se poi questi non servono a proteggere dalle malattie?
Infine poco importa al direttore della SIP che la sua società abbia ricevuto nel 2016 circa 64.000 € da GSK, Sanofi e Pfizer, di cui soltanto dalla GSK (il primo produttore di vaccini al mondo) ha incassato la modica cifra di 26.840 €. 
Anche la stessa GlaxoSmithKline ha preso posizione e di solito lo fa minacciando molto velatamente...
Per capire il quadro è necessario un piccolo salto indietro facendo un riassunto cronistorico…

GSK & multe
Senza andare troppo in là con gli anni partiamo dal 2010.
Ad ottobre 2010 il Dipartimento di Giustizia americano annuncia che la GSK dovrà pagare una multa di 150 milioni di dollari, più 650 milioni di risarcimenti civili.
Dopo due anni, nel luglio 2012 viene condannata per frode negli States e costretta a pagare una multa stratosferica: 3 miliardi di dollari.
A luglio 2013 stessa sorte tocca in Cina, questa volta con ammonimenti e pesante multa.
A febbraio 2014 viene fondato il GHSA (Global Health Security Agenda), l’Agenda globale che si occupa di «far avanzare un mondo sicuro e protetto dalle minacce delle malattie infettive». 
Nel giugno del 2014 il G7 lo approva e lo riconosce ufficialmente.
Serviva una nuova spinta, una nuova linfa vitale che facesse ripartire con molto più vigore le campagne vaccinali planetarie. Serviva quindi una vera e propria Agenzia globale dei vaccini!
Il gruppo infatti impone le direttive sulle linee guida vaccinali a livello mondiale. 
Esattamente quello che è avvenuto il 29 settembre 2014 quando la Lorenzin e il direttore dell’AIFA Sergio Pecorelli andarono a Washington, per poi portare a casa l’imprimatur come prima nazione al mondo a dirigere le linee guida vaccinali per 5 anni, dal 2014 al 2019.
Qualche mese prima, nell’aprile 2014 avvenne un valzer miliardario molto interessante: la svizzera Novartis comprò per 16 miliardi la divisione oncologia della GSK, cedendo però per 7 miliardi di euro al mostro britannico tutto il settore vaccini.
A giugno 2015 viene presentato il piano vaccinale 2016-2018 e accidentalmente esplodono i casi di meningite in Toscana (regione sempre casuale).
Dicembre 2015 il colosso britannico denuncia (ecco la prima minaccia) di voler chiudere la società veronese e licenziare oltre 300 ricercatori, poi magicamente il 13 aprile 2016 dichiara di voler investire 1 miliardo in Toscana, casualmente dove si sfornano i vaccini. 
Cos’è successo in pochi mesi? Cosa i governanti italiani hanno promesso alla lobbies?
Il resto è una triste storia, che tende a ripetersi...
Veniamo al 6 giugno 2018 perché i dirigenti Glaxo incontrano gli assessori della Regione veneta avvertendo di nuovi licenziamenti («Fondamentale mantenere i livelli occupazionali»). 
Questa volta sarebbero 250 i posti dei ricercatori a rischio. 
Per caso stanno ripetendo la medesima minaccia fatta al governo 3 anni fa? 
E’ abbastanza chiaro ministro? I vaccini non si toccano, altrimenti….


Gabriele Milani - http://autismovaccini.com

Sharyl Attkinsons è una giornalista investigativa della CBS News ed ha intervistato nei giorni scorsi Helen Ratajczak: ex ricercatrice della Boehringer Ingelheim Pharmaceuticals che ha pubblicato, come autrice o coautrice, 41 articoli articoli scientifici a volte “castrati dagli interessi delle case farmaceutiche“. E’ stata anche coautrice nel 2006 di uno studio per l’FDA e, nello stesso anno, è stata eletta  Presidente della sezione Nord Est dell’Istituto di Tossicologia. E’ una scienziata seria e rispettata che dichiara apertamente alla CBS: “ora che sono in pensione posso scrivere ciò che voglio“.

E così è stato!… La sua revisione scientifica relativa al collegamento tra autismo e vaccini sta facendo tremare la CDC che, da nota ufficiale, risponde imbarazzata affermando che “ci vorrebbe troppo tempo per studiare e controbattere questa revisione scientifica“.
L’articolo è stata pubblicato dal Journal of Immunotoxicology ed è intitolato “Aspetti teorici dell’autismo: cause – un riesame“.  Un pò a sorpresa è quindi un ex scienziato senior presso una ditta farmaceutica ad aprire il coperchio del pentolone degli orrori. La Ratajczak ha fatto quello che nessun altro ricercatore, a quanto pare, si è preoccupato di fare: ha esaminato tutto il corpo delle pubblicazioni scientifiche emerse dopo che l’autismo è stato descritto dal 1943. Non solo la teoria suggerita dalla ricerca quale il ruolo del vaccino trivalente Morbillo Parotite Rosolia, o il conservante al mercurio (thimerosal), ma ha analizzato tutte le ricerche riguardanti i vaccini in generale.

Nel suo articolo la Ratajczak afferma che “cause documentate di autismo includono mutazioni genetiche e/o delezioni cromosomiche, infezioni virali, e l’encefalite a seguito della vaccinazione. Conseguenza: l’autismo è il risultato di difetti genetici e/o infiammazione del cervello provocato dai vaccini“.

L’articolo prende in esame molti colpevoli potenziali correlati alle vaccinazioni, compreso il numero sempre più crescente di vaccini somministrati in un breve periodo di tempo. “Ciò che ho pubblicato è altamente incentrato sulla ipersensibilità del sistema immunitario del nostro corpo che viene buttato fuori di equilibrio” così afferma la Ratajczak nell’intervista.

Il Dr. Brian Strom, Università della Pennsylvania, che ha lavorato per lo I.O.M. (Istituto di Medicina) in qualità di consigliere per il governo sulla sicurezza dei vaccini, dice che l’opinione medica prevalente è che i vaccini sono scientificamente legati alla encefalopatia (danno cerebrale), ma non sono scientificamente legati all’autismo. Così, per quanto riguarda la revisione della Ratajczak, afferma che non trova nulla di straordinario: “Questa è una rassegna di teorie. La scienza è basata su fatti. Bisogna trarre conclusioni sugli effetti di un’esposizione sulle persone, avendo dati sulle persone. I dati sulle persone non supportano l’esistenza di una relazione in quanto tale, qualsiasi speculazione su una spiegazione per un (inesistente) rapporto è irrilevante“.

Però la Ratajczak si occupa anche di un fattore che non è stato ampiamente discusso ma che è stato ampiamente denunciato anche dal sottoscritto: DNA umano contenuto nei vaccini. Proprio così, DNA umano come denunciato anche dalla Pontificia Accademia Pro Vita. I rapporti della Ratajczak mettono in evidenza che all’incirca nello stesso momento in cui i produttori di vaccini furono chiamati a togliere dalla maggior parte dei vaccini il thimerosal (con l’eccezione dei vaccini antinfluenzali che ancora ampiamente contengono thimerosal), hanno iniziato a produrre alcuni vaccini utilizzando tessuti umani. La Ratajczak dice che tessuti umani sono attualmente utilizzati in 23 vaccini. Lei quindi discute l’aumento dell’incidenza dell’autismo corrispondente all’introduzione di DNA umano nel vaccino Morbillo Parotite Rosolia, e suggerisce come gli eventi potrebbero essere collegati. La Ratajczak afferma anche come un picco ulteriore di aumento dei casi di autismo si è verificato nel 1995 quando il vaccino contro la Varicella (Varivax) è stato coltivato nel tessuto fetale umano (MRC-5 si trova anche nel trivalente Priorix antiMoribillo-Parotite-Rosolia della GlaxoSmithKline che viene somministrato qui in Italia).

Perché il DNA umano potrebbe potenzialmente causare danni al cervello?  Il modo in cui si instaura questo meccanismo, da far gelare il sangue, viene spiegato molto semplicemente dalla Ratajczak: “Perché è DNA umano e i destinatari sono gli esseri umani. Avviene una ricombinazione omologa del DNA integrato nel DNA dell’ospite. Una volta cambiato il DNA, secondo il concetto immunologico del self (proprio) e non-self (non proprio), si instaura un’alterazione del concetto di self e il proprio corpo attacca le proprie cellule. La maggior parte di questi avvenimenti avvengono nella loro massima espressione a danno dei neuroni nel cervello ancora in fase di maturazione del bambino. Così si instaura un processo di malattia autoimmunitaria che sfocia poi in una infiammazione. Questa infiammazione non si ferma, diventa cronica e continua per tutta la vita di quella persona“.

Il Dr. Strom afferma che non era a conoscenza che il DNA umano era contenuto nei vaccini (ma che strano!), e ribatte: “Non importa … Anche se il DNA umano è stato utilizzato nei vaccini, non significa che essi causano l’autismo“. La Ratajczak concorda sul fatto che “forse” nessuno ha ancora dimostrato come il DNA umano causa l’autismo, ma ricorda come i recentissimi studi del Sound Choice Pharmaceutical Institute sono una prova molto pesante che comprova questo legame e semmai nessuno ha dimostrato scientificamente il contrario.

Un ulteriore prova di come questo dibattito sia definitivamente aperto, arriva dalla denuncia sanitaria di un buon numero di scienziati indipendenti che affermano di essere stati sottoposti a orchestrate campagne di discredito quando la loro ricerca esponeva i problemi di sicurezza del vaccino, soprattutto se si entrava in tema di autismo. Così è stato chiesto alla Ratajczak come ha potuto effettuare ricerche in merito ad un argomento così controverso. Lei ha affermato che per anni, mentre lavorava nel settore farmaceutico, è stata limitata in quanto a ciò che le è stato permesso di pubblicare. “Ora sono in pensione“, ha quindi ribadito alla CBS News, “Io posso scrivere quello che voglio“.

Così la CBS news ha deciso di mettere alla prova il CDC per dargli modo di sfidare l’opinione della Ratajczak. Dal momento che molti funzionari governativi e gli scienziati proseguono ad insinuare che le teorie che collegano i vaccini all’autismo sono state smentite, mentre la ricerca della Ratajczak dimostra il contrario, la CBS ha organizzato un contraddittorio. Ebbene, a sorpresa i funzionari del CDC affermano che “ci vorrebbe troppo tempo per studiare e controbattere questa revisione scientifica“.

Integrazione

Sentitosi punto sul vivo, il Centro americano per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) comunica sul suo sito che intende studiare l’autismo come possibile conseguenza clinica delle vaccinazioni, in un progetto di ricerca di 5 anni sulla sicurezza dei vaccini.
Il CDC studierà anche la disfunzione mitocondriale e il potenziale rischio di “danni neurologici” post vaccinali e per questo sta riunendo un team di esperti sulla fattibilità di studiare conseguenze sulla salute come l’autismo su bambini vaccinati e non vaccinati.

La mossa del CDC giunge un mese dopo che l’ente governativo che coordina le politiche sull’autismo (IACC) ha annunciato un cambiamento nelle priorità della ricerca verso i fattori ambientali scatenanti l’autismo, tra i quali include tossine, agenti biologici e “effetti avversi in seguito alle vaccinazioni”.
Il Centro per la sicurezza dei vaccini del CDC ha identificato la necessità di studiare “i disordini neurologici, tra cui i disordini dello spettro autistico” come una possibile conseguenza clinica delle vaccinazioni.

Il programma, che trovate qui nella sua interezza, si propone anche di stabilire se il conservante a base di mercurio thimerosal sia associato altresì all’aumento del rischio di “tic clinicamente importanti o della sindrome di Tourette“.
Il CDC ha citato uno studio (Thompson, NEJM, 2007), che “ha stabilito che una aumentata esposizione al mercurio dalla nascita ai 7 mesi sia associata con tic motori e fonici nei maschietti” e ha aggiunto che “un’associazione tra esposizione al thimerosal e tic è stata trovata in due precedenti studi (Andrews, Pediatrics, 2004; Verstraeten, Pediatrics, 2003).” Anche se bisogna sottolineare che Verstraeten ha poi rimangiato tutto quando è salito sulla carrozza della GlaxoSmithKline.

Notando che il team IACC “suggerisce diversi studi che comprendessero bambini vaccinati rispetto a quelli non vaccinati per stabilire se c’erano delle differenze conseguenti sulla salute“, il CDC ha stabilito di riunire “una commissione esterna di esperti per offrire una guida sulla fattibilità sulla conduzione di questi studi e su quelli aggiuntivi sul programma vaccinale, comprendendo studi che possano indicare se le vaccinazioni multiple aumentino il rischio di disordini del sistema immunitario“.

Probabilmente assisteremo a un bel valzer di burattini e bustarelle, possiamo facilmente scommetterci, però di fatto il tema relativo alla correlazione tra autismo e vaccinazioni apre finalmente tutte le porte degli orrori.
Ne vedremo delle belle…. anche dal punto di vista dell’informazione!