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Esattamente come per il pedofilo ebreo Jeffrey Epstein spunta un elenco, sicuramente incompleto, di nomi collegati con P Diddy. E casualmente sono tutte celebrità.
Parliamo di personaggi come Leonardo Di Caprio, Beyoncé, Paris Hilton, Mariah Carey, Jennifer Lopez, Meghan Fox, Justin Bieber e moltissimi altri quali Barack e Michelle Obama, Kamala Harris, il Principe Harris, Naomi Campbell, Demi Moore e Lindsey Lohan, la modella Amber Rose, le cantanti Teyana Taylor e Mary J. Blige, ecc.
Ma questa è solo la puntina dell'iceberg: la "P Diddy List" infatti include nomi altisonanti della politica, della finanza, dell'imprenditoria e dell'industria farmaceutica.
Un ufficiale coinvolto nel raid nella casa di Diddy ha detto che il rapper faceva parte della stessa cricca di Epstein (ecco perché veniva chiamato l'Epstein nero) e Harvey Weinstein. Tutti ebrei, ma questa è solo una coincidenza…
E comunque, i nomi completi dei partecipanti alle festine con i bambini, non li conosceremo mai!
Come sempre a quei livelli il più sano ha la rogna e la sifilide…

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Francesco Borgonovo, "La Verità", 19 maggio 2021

Qualcuno ieri ha scritto che il Lazio, anticipando tutti, si è fatto il suo ddl Zan. In realtà è avvenuto qualcosa di molto peggiore e confuso, che offre un quadro devastante del funzionamento delle istituzioni e fa tremare al pensiero della facilità con cui in Italia l'ideologia riesce a penetrare a ogni livello senza incontrare particolari ostacoli.

Vediamo di ricostruire i fatti. Il 14 maggio in tutte le scuole del Lazio arriva una comunicazione dell'Ufficio scolastico regionale del ministero dell'Istruzione che ha come oggetto: «Strategie di intervento e promozione del benessere dei bambini e degli adolescenti con varianza di genere». Ai dirigenti scolastici di ogni ordine e grado vengono trasmessi due allegati. Uno è l'invito a partecipare a una conferenza online dedicata a «Le diverse sfumature dell'identità di genere». L'altro allegato è un robusto documento contenente le famigerate Linee guida».

A realizzare il tutto sono stati gli esperti del Saifip, ovvero il Servizio per l’adeguamento tra identità fisica e identità psichica. Sul documento sono riportati due loghi: quello dell’Azienda ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma (a cui il Saifip fa riferimento) e quello della Regione Lazio. Si spiega poi che il testo è stato redatto «in collaborazione con l’associazione Genderlens e Agedo (genitori di bambini e adolescenti con varianza di gene).

Le linee guida sono articolate in 5 punti. Per prima cosa è prevista la formazione al personale scolastico e agli studenti» sui «temi della varianza ed espressione di genere». Al secondo punto si legge che gli istituti scolastici dovrebbero adottare «un linguaggio di genere inclusivo». Cioè, in concreto, le scuole dovrebbero modificare la modulistica ufficiale onde «garantire che gli studenti con varianza di genere siano in grado d’identificarsi in modo coerente con la loro identità di genere, piuttosto che essere costretti a scegliere una casella che non li descrive».

Il terzo punto riguarda la «Carriera alias». Si prevede «l'assegnazione di un'identità provvisoria, transitoria e non consolidabile» allo studente che manifesti la volontà di cambiare genere. In pratica, il minore trans dovrà essere indicato con un nome fittizio che non lo discrimini. Inoltre - siamo al quarto punto - le linee guida invitano gli insegnanti a rivolgersi agli studenti transgender utilizzando «il nome e i pronomi scelti» (un maschio che si identifichi come femmina dovrà essere indicato come «lei»).
L’ultimo punto prevede che vengano creati bagni e spogliatoi «non connotati per genere».

Nell’introduzione alle Linee Guida si spiega con entusiasmo che «negli ultimi anni stiamo assistendo a una Gender Revolution». Il personale scolastico deve allora tenere presente che le «pressioni culturali a ‘normalizzarsi’, ad aderire ad una struttura patriarcale ed eternormativa» sono «fattori di rischio importanti e predominanti nello sviluppo di psicopatologie nel bambino o adolescente transgender».

Insomma, secondo le linee guida, la scuola deve appoggiare la «transizione sociale» dei minorenni, ovvero il processo attraverso il quale i ragazzi iniziano «a vivere nel genere esperito senza alcun intervento medico». Sintetizzando, bisogna che l'ambiente scolastico diventi «inclusivo e affermativo». Quest'ultima parola è la più terribile. L’approccio cosiddetto «affermativo» prevede di fatto che non si metta in discussione la scelta del minore di cambiare sesso, anzi la si incoraggi.

L’unica reazione ammessa da parte degli adulti è l’accettazione, tutto il resto è considerato discriminatorio.
Il rischio, quindi, è che qualche giovane (o molti) s’incammini su una strada sbagliata, senza avere poi la possibilità di rimediare.
Resta il mistero: ma chi ha permesso che le linee guida arrivassero nelle scuole? Qui viene il bello. Ieri abbiamo cercato di ricostruire l’iter del documento, e abbiamo scoperto cose folli. Secondo Michela Corsi, dirigente dell’Ufficio scolastico regionale del Lazio, tutto è iniziato quando alcune associazioni di genitori - si suppone Genderlens e Ageso – si sono presentate chiedendo più tutele per i minori trans. Queste associazioni hanno fornito il documento con le linee guida che riportava i loghi del San Camillo e della Regione. Vedendo i loghi istituzionali, l’ufficio laziale del ministero ha pensato bene di inoltrare il testo a tutte le scuole!

Ieri, però, l’Azienda ospedaliera San Camillo ha disconosciuto le linee guida, spiegando di non essere «responsabile né dei contenuti né delle modalità con cui tale documento è stato diffuso». Come ci ha ribadito a voce il direttore amministrativo dell’ospedale Francesca Milito, il San Camillo non ne sapeva nulla. Dalla Regione Lazio, pur senza commenti ufficiali, hanno condiviso sui social il comunicato dell’ospedale: anche loro hanno preso le distanze.

Ma quindi da dove escono queste benedette indicazioni sui minori trans? Ad organizzare tutto - così dice il San Camillo - sarebbe stato l'istituto Metafora, un «centro di ricerca» di cui fa parte la dottoressa Maddalena Mosconi, psicologa. Questa ultima in veste di «responsabile dell’area minori del Saifip», ha illustrato ai giornali le linee guida laziali celebrandone l’importanza.
In effetti la dottoressa Mosconi risulta fra i responsabili del Saifip, il quale a sua volta risulta insediato all’interno dell’ospedale San Camillo.

Sul suo profilo Facebook ufficiale, il Saifip si presenta come «Servizio di consulenza e sostegno» per chi vuole «rettificare l’attribuzione di sesso». Scorrendo il profilo, però, sorge qualche perplessità. Più che consulenti di un ospedale, quelli del Saifip sembrano attivisti. Ad esempio hanno collaborato alla realizzazione delle «panchine con i colori transgender» a Roma, un'iniziativa a sostegno della campagna pro ddl Zan. Viene da chiedersi: ma è normale che un minorenne che pensa di cambiare sesso riceva, in ospedale, i consigli di un militante Lgbt?

In questo modo si tutelano i ragazzi o li si avvia – per ideologia – su una strada potenzialmente pericolosa? Soprattutto, però, ci domandiamo: come è possibile che le linee guida siano arrivate nelle scuole? Con quanta superficialità è stata gestita questa vicenda? Gli alti livelli del ministero non sapevano (compreso, pare, il ministro Bianchi), la Regione non sapeva (l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato si è detto «sorpreso» e ha ribadito che il San Camillo non sapeva)…
Eppure il testo è giunto ovunque.

Rossano Sasso, sottosegretario leghista all’Istruzione, scoperta la magagna, si è messo all’opera per far ritirare le linee guida, cosa che è avvenuta ieri sera. L’Usr del Lazio ha motivato il ritiro spiegando che la «fiducia nel pedigree del documento non può che essere incrinata dal fatto di aver appreso che l’estensore avrebbe una affiliazione scientifica diversa da quella che era stata rappresentata a questo ufficio». Ah, quindi se le linee guida le avesse «approvate» il San Camillo sarebbero ancora in vigore? Curioso. Tanto più se consideriamo che gli autori delle linee guida sono realmente collaboratori del San Camillo…

Intanto - forse ignaro dei dettagli - il Presidente dell'Associazione Nazionale presidi, Antonello Giannelli ha fatto in tempo a rilasciare commenti favorevoli al documento trans. E’ il gender all'italiana: un delirio ideologico-burocratico.

Poi si lamentano del patriarcato...


Marcello Pamio

Per riuscire a vedere il quadro globale è necessario allontanarsi un po’, perché solo quando ci mettiamo alla giusta distanza la visione risulta più completa.
Ben prima che lo scandalo dell’ebreo pedofilo Jeffrey Epstein sconquassasse in lungo e in largo il mondo, la cronaca ha registrato degli accadimenti strettamente interconnessi.
A marzo 2018 vengono arrestati - dopo ben 20 anni di denunce - Keith Raniere, il guru della setta NXIVM ed una dei suoi membri, l’attrice della serie televisiva «Smallville» Allison Mack.

Tanto per cambiare l’accusa è pesantissima: traffico sessuale di minorenni e pedofilia!
Nella rete di Raniene sono cadute sia supermanager che attrici, e questo ha fatto sì che in soli 20 anni egli sia riuscito ad accumulare un patrimonio di svariati milioni di dollari.
La sua perversione non aveva limiti: le sue schiave sessuali venivano addirittura marchiate a fuoco!

 

Tre mesi dopo questo arresto, la Walt Disney finisce nella polemica per aver licenziato l’attrice Roseanne Barr (foto), perché a favore della lotta di Donald Trump contro il “cancro” del pedosatanismo.
La ragione del licenziamento non è stata ovviamente per questa sua posizione, ma per alcuni insulti rivolti a Valerie Jarrett, l’ex consigliera di Obama.
Ma Disney ha due pesi e due misure, e a luglio 2018 licenzia il regista de «I Guardiani della Galassia» James Gunn (foto a destra) per alcuni suoi tweet riguardanti pedofilia e stupri, scritti anni prima.

La cosa sconvolgente non è il licenziamento, ma la riassunzione del regista avvenuta a marzo del 2019, come se nulla fosse.
Non conosciamo le vere motivazioni del reintegro, se sono economiche, visto che ha scritto e diretto due film della Marvel che hanno incassato oltre 1,6 miliardi di $, o di altra natura, magari più occulta…
Fatto sta che l’attrice Roseanne Barr ha perfettamente ragione quando ha scritto di essere disgustata dal supporto che ha ricevuto il regista.

Comportamenti questi della Disney assolutamente coerenti, visto che hanno reintegrato pure l’attore Brian Peck, nonostante la condanna di pedofilia e diversi mesi di carcere.

 Il Daily Mail addirittura aveva reso pubblici gli 11 capi d’imputazione, tra cui: atti osceni, sodomia, penetrazione sessuale, copulazione orale, invio di materiale nocivo di minorenni maschi sotto i 16 anni, svelando così il legame fra pederastia e omosessualità. Ma sembra che alla casa di produzione di intrattenimento per bambini più famosa al mondo sembra non importare se si è pedofili o stupratori seriali.
Sembra quasi che chi difende la pederastia e la pedofilia debba essere reintegrato a prescindere, e la conferma arriva da Hollywood: i film che trattano queste tematiche vengono osannati e applauditi.
Esattamente quello che è avvenuto con il recente «Call me by your name» («Chiamami col tuo nome»).
Osservare come lavora la macchina hollywoodiana è sempre affascinante: da una parte è la fucina della pederastia e della pedofilia che incensa il mondo LGBTQ+ con sempre più film di propaganda, dall'altra nessuno al suo interno osa commentare e criticare le riassunzioni e riabilitazioni professionali di pedofili...

Ma Brian Peck non è certo l’unico attore condannato per abusi sessuali su minori e poi assunto dalla ABC (di cui la Disney è la proprietaria ufficiale) dopo la condanna.
Nel 1988, l’attore bambino Nathan Forrest Winters confessò alla madre che il regista Victor Salva lo molestava da parecchi anni. Fu riconosciuto colpevole di 5 fra 11 capi di imputazione, ammettendo di aver abusato di Winters, e la polizia lo trovò in possesso di videocassette e riviste pedo-pornografiche, ma il regista ha continuato a lavorare senza problemi. La sua ultima produzione è la serie Jeepers Creepers
L’elenco è lunghissimo, per cui suona strano vedere che un attore come Kevin Spacey viene scaricato dai produttori di «House of Cards» dopo le accuse di «molestie sessuali» verso un minorenne, ma tutti applaudono il debutto della pellicola pederasta?
Mentre Netflix annuncia che la produzione di House of Cards proseguirà senza l’Oscar, tutti i media e il cinema progressista si commuovono applaudendo «Call me by your name» che parla di un 17enne invaghitosi di un giovane uomo.
Tutto viene naturalmente tenuto sospeso sul filo del rasoio, perché un 17enne è pur sempre un minorenne, ma non è certo un bambino, e anche perché il 17enne è non solo consenziente ma appare come il più "audace" fra i due.
Strategia a dir poco geniale: fanno apparire il 17enne come il vero “provocatore”, quindi l’omoerotismo praticato con i più piccoli diventa lecito!
La conseguenza logica è che se un 17enne deve essere libero di vivere la propria sessualità come gli pare, perché non lo deve essere anche un 15enne, un 13enne o un 11enne, e via così senza nessun limite di età? Giustamente, dicono gli esperti, l’amore è amore e non dipende dall’anagrafe!

Ma chi conosce le strategie psicosociali messe in atto dalle potentissime lobbies omosessuali e/o pedofile sa bene che per ottenere l’accettazione della pedofilia è necessario far apparire il bambino «consenziente», quindi libero di scegliere e di innamorarsi di chi vuole.
Questa ingegneria sociale si chiama «Finestra di Overton».

Siamo passati dalla fase dell’autodeterminazione sessuale di ogni uomo, a quella dei diritti sessuali dei bambini: per cui se un bambino “ci sta” con un vecchio bavoso, NON è pedofilia, ma AMORE incondizionato, AMORE allo stato puro!
Giustamente per coerenza la colonna sonora del film «Mystery of Love» del cantante Sufija Steven, parla ambiguamente dell’amore fra lui e la nipote di appena 5 anni…
Il messaggio che sta passando è chiarissimo: con la scusa dell’«amore libero con chiunque», indipendentemente dal sesso e dall’età, stanno sdoganando la pedofilia!
Tra non molto dovremo finirla con lo stereotipo del cattivo, dell’orco pedofilo che stupra e abusa di bambini innocenti, perché si tratta di un atto d’amore spontaneo. Anzi, si finirà per rovesciare i ruoli: si darà la responsabilità al bambino che si è innamorato dell’uomo più grande, provocandolo, e a questo ultimo verrà riconosciuto il premio del “Buon Samaritano” per lo spirito di abnegazione, per aver soddisfatto le esigenze (anche sessuali) della piccola creatura!

Concludo riportando alla memoria due semplici esempi di messaggi subliminali che la Disney si è divertita a mettere nei suoi lavori, e forse si sta divertendo ancora…

L’8 gennaio del 1999 ha annunciato il ritiro dal mercato della videocassetta versione Home Video del cartone animato del 1977 «The Rescuers», uscito in Italia con il titolo «Le avventure di Bianca e Bernie» perché essa conterrebbe una «riprovevole immagine che passa sullo sfondo».
Dopo circa 38 minuti dall’inizio del cartone animato, mentre i due simpatici roditori planano tra i grattacieli a bordo di una scatola di sardine allacciata ad un gabbiano, in due fotogrammi appare alla finestra l’immagine di una donna in topless con la maschera sul viso satanica!

In una scena finale del cartone animato «La Sirenetta», durante il banchetto per le nozze del Principe Eric con la sirena Ariel, il granchio Sebastian assume una forma inequivocabilmente fallica…

Questa immagine sotto non è di un cartone, ma è la Gift Card della Disney...

Questi sono solo semplici esempi, ma le manipolazioni sono a centinaia.
Perché prendersi la briga di inserire consapevolmente svariati simboli, disegni, foto e immagini nei fotogrammi dei cartoni? Perché rischiare di essere scoperti e perdere la faccia? A che pro?
Si tratta dello scherzo - come hanno detto - di qualche buontempone o invece c’è un significato occulto che mira al condizionamento delle masse?
Questa ultima ipotesi è suffragata e supportata dal fatto che tutto quello che viene inserito e/o modificato ha sempre a che fare col sesso!

 

Per approfondire:

 

«La pedofilia dilaga fra i media, la politica e Hollywood», Benedetta Frigerio
http://www.lanuovabq.it/it/la-pedofilia-dilaga-fra-i-media-la-politica-e-hollywood?fbclid=IwAR0jtSMeUR2_gFtcUTFEvoHrjmVMfntCCv22bZEadysPnQ12oPbldBuCOks

«La Finestra di Overton sempre più aperta sulla pedofilia»
https://disinformazione.it/2018/07/24/finestra-di-overton-sempre-piu-aperta-sulla-pedofilia/ 

Corrado Penna 

Analizziamo quanto scritto nell’articolo «Peripheral sympathetic nerve dysfunction in adolescent Japanese girls following immunization with the human papillomavirus vaccine» Disfunzione del nervo simpatico periferico in ragazze giapponesi adolescenti in seguito a vaccinazione contro il papilloma virus umano»)[1], non prima di avere notato che uno degli autori, il primo firmatario, lavora per il Dipartimento di Medicina (Neurologia e Reumatologia) della scuola medica dell’università di Shinshu in Giappone (non esattamente un piccolo ospedale del terzo mondo), che anche il secondo lavora presso la medesima università (Dipartimento di Chirurgia Plastica), e che il terzo lavora per il Dipartimento di Ricerca Clinica dell’ospedale statale di Nagasaki (Kawatana Medical Center). È importantissimo anche notare chi ha finanziato tale lavoro, non un’organizzazione “antivaccinista” ma … il sistema sanitario nazionale del Giappone, come si legge verso la fine dell’articolo, e precisamente la divisione neuro-immunologica del ministero della sanità, e un ente di ricerca sulle patologie incurabili (che fa riferimento ancora una volta al ministero della sanità). Tolto di mezzo ogni possibile fraintendimento sul ruolo dei medici coinvolti nello studio, sulle loro finalità e sui loro finanziamenti, andiamo alla sostanza di quanto vi si trova scritto.

L’articolo riferisce di 44 ragazze che nel giro di 9 mesi si sono recate in quella clinica lamentando diversi sintomi dopo la vaccinazione contro il papilloma virus. Quattro di esse, che soffrivano di altre patologie riconosciute, sono state escluse dallo studio successivo.
L’età della somministrazione della prima dose variava da 11 a 17 anni, e il periodo di incubazione medio dopo la prima dose del vaccino era di 5,47±5.00 mesi, il che vuol dire che in alcuni casi i sintomi si manifestavano nel giro di qualche giorno dall’iniezione vaccinale, e in altri casi anche molti mesi dopo. Le manifestazioni frequenti della sindrome di cui soffrivano queste ragazze comprendeva mal di testa, senso generale di stanchezza, senso di freddo alle gambe, dolore agli arti e debolezza. La temperatura della pelle esaminata in 28 di queste ragazze che manifestavano sintomi agli arti mostrava una leggera diminuzione nelle dita delle mani (30,4±2,6 °C) e una diminuzione moderata nelle dita dei piedi (27.1±3.7 °C).

I sintomi agli arti di quattro ragazze erano compatibili con i criteri diagnostici clinici giapponesi di Sindrome Dolorosa Regionale Complessa (CRPS), mentre quelli di altre 14 ragazze erano consistenti con i criteri diagnostici utilizzati all’estero per definire la medesima sindrome. Il test di Schellong ha identificato otto pazienti con ipotensione ortostatica (rapido calo della pressione sanguigna in seguito al rapido passaggio dalla posizione seduta o sdraiata a quella eretta) e quattro con sindrome di tachicardia ortostatica posturale (disfunzione del sistema nervoso autonomo che porta ad avere diversi sintomi in posizione eretta che diminuiscono quando ci si sdraia: aumento persistente del battito cardiaco, svenimenti, palpitazioni, mal di testa, confusione mentale, stanchezza, ansia, problemi della vista, nausea, diarrea, sudorazione etc.)[2].

Le ragazze con tachicardia ortostatica posturale e con CRPS comunemente subivano transienti e violenti tremori e persistente astenia (stato di debolezza generale, facilità di affaticamento, perdita della forza muscolare). L’esame al microscopio elettronico dei nervi intradermali ha mostrato una patologia anomala delle fibre non mielinate in due ragazze su tre tra quelle esaminate. 
La diagnosi più comune che avevano ricevuto in precedenza le ragazze esaminate era di patologie psicosomatiche, mentre le conclusioni degli autori sono che i sintomi osservati possono essere spiegati con una risposta anormale del sistema simpatico periferico. I problemi sociali delle partecipanti allo studio sono rimasti insoluti dal momento che le ragazze gravemente disabilitate hanno smesso di andare a scuola.

La domanda che si pone a questo punto è: la relazione tra sintomi patologici e vaccinazione, è di tipo causale oppure no? C’è una relazione di causa ed effetto? Nelle conclusioni degli autori leggiamo che “basandoci sulla relazione temporale tra vaccinazione e sviluppo dei sintomi, non possiamo negare la possibilità che la vaccinazione con i vaccini contro il papilloma virus umano possa indurre secondariamente disturbi mediati dal sistema simpatico” e inoltre all’inizio dell’articolo affermano che “eventi avversi della vaccinazione contro l’HPV comprendono comunemente febbre, mal di testa  e dolore locale al sito dell’iniezione. Inoltre è stata notata, dopo la vaccinazione nelle ragazze giapponesi, un’incidenza relativamente alta di dolore cronico agli arti, frequentemente complicato da movimenti involontari violenti di tremolio. In tali casi, un forte dolore spontaneo colpisce una o più estremità ed è consistentemente accompagnato dal freddo degli arti interessati, causando una notevole difficoltà delle attività quotidiane”.

È quindi noto agli autori dalla letteratura di rapporti e articoli scientifici precedenti che il quadro clinico di queste ragazze coincide con un insieme di sintomi che è stato già associato ad effetti collaterali di questo vaccino. Inoltre, come leggerete nella descrizione di alcuni dei casi clinici, più di una volta la ragazza ha iniziato a star male poco tempo dopo la prima dose, è peggiorata con la seconda, e a volte ha avuto un tracollo definitivo con la terza (anche perché nel frattempo i sintomi venivano attribuiti a una condizione psichiatrica o psicosomatica).

A rafforzare l’ipotesi di un rapporto di causa ed effetto tra vaccino HPV e le patologie qui analizzate, gli autori segnalano che il presentarsi isolato di una delle sindromi non è infrequente tra le adolescenti, ma il verificarsi contemporaneo di due di queste sindromi (Ipotensione Ortostatica e Sindrome Dolorosa Regionale Complessa di tipo I) come accaduto a molte di queste ragazze è un evento davvero raro. Inoltre la Sindrome di Tachicardia Ortostatica si verifica spesso in seguito ad un’infezione virale, ma nei casi in oggetto non c’è alcuna segnalazione (nella storia clinica delle ragazze) di un’infezione virale antecedente all’insorgere dei sintomi della patologia, il che suggerisce che il vaccino potrebbe essere stato il meccanismo causale (letteralmente gli autori scrivono che nei casi esaminati “il vaccino è un possibile fattore predisponente”). Infine l’insorgere di tale sindrome in seguito a vaccinazione con Gardasil è stato riportato anche da uno studio scientifico statunitense.

Alcune note riassuntive sugli effetti avversi al vaccino HPV si trovano verso la fine dell’articolo, laddove si legge che fra giugno 2006 e dicembre 2008, (2 anni e mezzo) negli USA sono stati ricevuti 424 rapporti di eventi avversi in seguito a vaccinazione, per un tasso di 53,9 rapporti per 100.000 dosi; si tratta di segnalazioni e non necessariamente di casi per i quali si è accertato un legame di causa ed effetto tra vaccino e reazione, ma i dati raccolti dalla regione Puglia[3] mostrano come questo regime di sorveglianza passiva porta a una fortissima sottostima, tanto che quando è il sistema sanitario a monitorare gli effetti avversi gravi, se ne osservano 300 volte di più.

Di questi effetti avversi al vaccino HPV segnalati negli USA, 772 (il 6,2%) sono stati considerati gravi, e tra questi 32 rapporti di morte. Il tasso di rapporti per ogni 100.000 dosi di vaccino è stato di 8,2 per la sincope (perdita di coscienza transitoria);   7,5 per reazioni al sito locale dell’iniezione;   6,8 per vertigini;   5,0 per nausea;   4,1 per mal di testa;   3,1 per reazioni di ipersensibilità;   2,6 per urticaria; 0,2 per eventi di tromboembolia venosa, disturbi autoimmuni e sindrome di Guillain-Barré;   0,1 per anafilassi e morte;   0,04 per mielite trasversa e pancreatite e  0,009 per malattia del motoneurone. Un’alta frequenza di sincopi è stata osservata immediatamente dopo l’iniezione.

In Giappone invece non sono disponibili dati simili ma i mass media hanno ampiamente riportato che un significativo numero di ragazze giapponesi hanno sofferto di gravi dolori agli arti, tremolìo involontario e disturbi della deambulazione in seguito a vaccinazione contro l’HPV. Recentemente a Tokyo è stata fondata una comunità sociale per queste ragazze, che ha raccolto informazioni riguardo a più di 230 ragazze (antihpvvaccine@yahoo.co.jp).  
Molti dei casi osservati sembrano ricadere nel quadro della sindrome da dolore complesso regionale (CRPS). Tale sindrome si presenta in due sottocategorie, CRPS-I in assenza di danno al nervo, e CRPS-II con danneggiamento del nervo; casi di CRPS-I sono già segnalati, seppure stati raramente in persone vaccinate contro l’epatite B (6) e la rosolia (7), sebbene alcuni (pochi) casi di CRPS-I sono stati segnalati in Australia in seguito proprio alla vaccinazione contro il papilloma virus.

Nell’articolo si legge pure che: «È stato segnalato che alcune malattie neurologiche si sono manifestate in ragazze vaccinate, inclusa la sindrome di Guillain-Barré (4), l’encefalomielite acuta disseminata (41) e la sclerosi multipla (42, 43). (…) L’inizio della sintomatologia si è manifestata nel giro di sei settimane dalla vaccinazione, e il tasso settimanale di segnalazione di casi di sindrome di Guillain-Barré nelle prime settimane (6,6 per 10,000,000) dalla vaccinazione con Gardasil è stato più alto di quello osservato nella popolazione generale.»

E adesso veniamo al riassunto di alcuni casi clinici raccontati nell’articolo

Caso 1: ragazza di 18 anni venuta all’ospedale per continui mal di testa e generale senso di stanchezza, ha ricevuto il vaccino Cervarix ad agosto del 2011, e pochi giorni dopo ha iniziato a soffrire di forti dolori epigastrici (ovvero regione centro-superiore dell'addome) e di mal di testa. Si è sottoposta a una risonanza magnetica presso un ospedale locale, ma non è stato trovato niente di anomalo. I mal di testa però continuavano, assieme a instabilità psicologica e insonnia, a tal punto che non era più capace di andare a scuola, e che era stata indirizzata a una clinica psichiatrica.
A ottobre ha ricevuto la seconda dose ed i sintomi principali (dolori epigastrici e mal di testa) sono peggiorati; in particolar modo la mattina era forte il mal di testa e il senso di stanchezza, ma gli anti-infiammatori non steroidei che ha assumeva non avevano alcun effetto. L’endoscopia ha portato ad una diagnosi di gastrite superficiale, possibilmente dovute a stress psicologico.
A metà febbraio del 2012, nonostante avesse difficoltà a gestire la propria routine quotidiana, con grosse difficoltà ad alzarsi dal letto, continui mal di testa e senso di stanchezza generalizzato, ha ricevuto la terza dose del vaccino. Alla fine, a maggio, ha dovuto lasciare la scuola e seguire un corso per corrispondenza. Inoltre è stata seguita da uno psichiatra, ma senza alcun risultato. Siccome i suoi sintomi peggioravano nel periodo pre-mestruale, si è sottoposta ad una visita ginecologica, ma anche quella non ha mostrato niente di irregolare. Pochi mesi prima del ricovero in ospedale ha iniziato ad avere episodi frequenti di svenimento ortostatico (svenire nel mettersi in piedi). La somministrazione orale di amezinio metilsolfato (10 mg, due volte al giorno), ha risolto tutti i sintomi della paziente e la sua capacità di svolgere le proprie attività quotidiane sono migliorate notevolmente (si tratta di un farmaco antagonista del sistema nervoso simpatico, utilizzato anche per abbassare la pressione).

Caso 2: ragazza di 15 anni che viene ricoverata nel novembre 2013 per continui mal di testa, male agli arti e un disturbo della deambulazione. Ha ricevuto la prima dose di Cervarix alla fine del febbraio del 2011, e la terza dose alla fine di settembre del 2011. Circa 8 mesi dopo, all’inizio del giugno 2012 inizia a lamentarsi di forti dolori ai globi oculari e visione doppia, e un giorno di metà luglio case subito dopo essersi alzata dal letto, a causa della debolezza degli arti sinistri. Portata al pronto soccorso viene sottoposta a risonanza magnetica e a test di laboratorio di routine, senza che venga rilevato niente di anomalo. La debolezza dal lato sinistro va via e la ragazza torna a casa, ma nei giorni successivi spesso si è dovuta assentare da scuola a causa di un dolore pungente e della goffaggine dei movimenti della mano, che le impedivano di scrivere o di usare le bacchette per il cibo. Inoltre è diventata molto sensibile agli stimoli sonori e tattili, come quelli di toccare e utilizzare la doccia, che facilmente le inducevano uno stato di panico, con tremolio involontario degli arti. Dopo avere girato diversi ospedali le è stata diagnosticato un disturbo dell’ansia. All’inizio di luglio 2013 ha sviluppato una grave forma di anoressia, possibilmente dovuta a delle sensazioni veramente fastidiose agli arti, ed è stata ricoverata in ospedale per due settimane. Sebbene lì sia stata trattata per un disturbo dell’alimentazione la sua situazione non è migliorata. Tremori violenti agli arti venivano indotti facilmente se il medico che l’esaminava toccava la sua coscia o la sua gamba. Questi tremori le rendevano impossibile camminare da sola. La somministrazione per via endovenosa si soluzione salina (100 mL) e alprostadil (5 μg) è stata utilizzata per trattare il freddo alle gambe. In seguito a tale trattamento la ragazza tornava a sentire caldo alle gambe (l’alprostadile vien utilizzato generalmente per risolvere il problema della mancata erezione maschile, esso rilassa alcuni muscoli del pene e ne favorisce la dilatazione dei vasi sanguigni). Dopo le dimissioni dall’ospedale a continuato questo trattamento in un ospedale più vicino a casa sua; i tremori alle gambe gradualmente si sono placati, la ragazza è stata nuovamente in grado di camminare e di scrivere, ritornando a scuola tre mesi dopo.

Caso 3: nell’ottobre 2013, una ragazzina di 13 anni è stata ricoverata per dolore agli arti parossistico con mal di testa e difficoltà a deambulare. 3 anni prima le era stata asportata l’ovaia sinistra per un tumore. Aveva ricevuto la prima dose di Gardasil alla fine di giungo del 2012, e due settimane dopo ha iniziato ad avere febbre alta continua (39- 40 gradi) e mal di testa. Vari esami di routine all’ospedale più vicino alla sua abitazione non hanno riscontrato niente di anomalo, e neppure un’endoscopia e una TAC. Sono stati provati diversi tipi di farmaci anti-infiammatori non-steroidei, ma nessuno è servito ad alleviare i sintomi, e di conseguenza la diagnosi che ha ricevuto è stata quella di “febbre psicosomatica”. La ragazza ha smesso di partecipare alle attività sportive della scuola. Alla fine di gennaio del 2013, ha ricevuto la terza dose del vaccino. La sua temperatura alta e il generale senso di malessere gradualmente sono scomparsi, ma in seguito sono apparsi tremori parossistico agli arti, soprattutto quando si sdraiava, la qual cosa le causava ovviamente una grave forma di ansietà notturna, e di insonnia. All’inizio di marzo del 2013, ha iniziato a soffrire di forti dolori agli arti e palpitazioni; il dolore agli arti ha limitato i movimenti della spalla e della coscia, e a volte ha sofferto anche di paresi temporanee delle mani e delle gambe, e le palpitazioni e il malessere al torace aumentavano notevolmente quando la paziente cambiava posizione alzandosi dopo essere stata seduta. Tutto questo le causava difficoltà a camminare e a scrivere, ma all’ospedale, ed anche a scuola, si pensava ancora che fosse un problema psicosomatico. Fu costretta a stare a casa per circa un mese e mezzo. Riusciva a camminare aiutandosi con un corrimano ma solo per brevi distanze, mostrando una postura molto instabile che facilmente la portava a rannicchiarsi. Le è stata diagnosticata quindi una forma di CRPS-I e di sindrome da tachicardia ortostatica posturale (POTS) e trattata con la somministrazione orale di bisoprololo fumarato (un “betabloccante” utilizzato di norma per il trattamento della pressione alta) al dosaggio di 2,5 mg al giorno. Quattro mesi dopo è migliorata la sua capacità di camminare, riuscendo a muoversi con l’aiuto di un bastone, sebbene non sia ritornata a frequentare la scuola.

Caso 4: una ragazza di 16 anni è stata osservata a dicembre del 2013, per problemi di poliartralgia, dolore alle gambe e debolezza. Da bambina aveva sofferto di asma bronchiale e dermatite atopica. Ha ricevuto la prima dose di Cervarix all’inizio di ottobre del 2011 e la terza dose ai primi di marzo del 2012. Un mese più tardi ha iniziato a sentire dolore alle giunture delle ginocchia e un generale senso di stanchezza, con une temperatura corporea leggermente elevata. Ha visitato poche cliniche ortopediche senza riuscire ad ottenere una diagnosi definitiva. L’artralgia si è spostata su alter giunture, e la ragazza ha iniziato a soffrire di tremori parossistici agli arti nell’autunno di quello stesso anno. All’inizio di gennaio del 2013, ha sviluppato dei forti dolori ad entrambi i polpacci che l’hanno costretta alla sedia a rotelle. Lei è stata esaminata all’ospedale locale dove è risultata positiva per gli anticorpi anti-cardiolipina nel siero sanguigno (17 U/mL, e quindi oltre il range di normalità che è fino a 10 U/mL). È stato iniziato un trattamento con prednisolone (10 mg al giorno), ovvero alti dosaggi di un cortisonico, e con il clopidogrel solfato (75 mg al giorno), ovvero un farmaco che contrasta l’aggregazione delle piastrine; i sintomi però persistevano e la ragazza ha smesso di andare a scuola. La paziente mostrava pelle rossastra e secca sulla guancia e sugli arti, possibilmente dovuta a dermatite atopica. Inoltre la paziente di lamentava di un leggero indolenzimento senza rigonfiamento alle articolazioni delle spalle, del gomito, del polso e delle caviglie, e un dolore di simile entità veniva stimolato in entrambi i polpacci quando venivano afferrati con una certa forza.  
A un’analisi successive i livelli di cardiolipina si erano normalizzati (10 U/mL) m a una risonanza magnetica ha mostrato la presenza di un segnale anormalmente alto nei polpacci indicando la presenza di miofascite (infiammazione di un muscolo e della sua fascia muscolare). Due settimane dopo avere smesso di assumere il clopidogrel solfato, la paziente è stata sottoposta a una nuova risonanza magnetica delle gambe che non ha più mostrato la presenza di anomalie nel segnale, e ad un’analisi di un campione del muscolo che non ha riscontrato nessuna alterazione.  

Case 5: nel febbraio del 2014 si presenta all’ospedale una ragazzina giapponese di 15 anni lamentando una transiente debolezza degli arti e svenimenti ortostatici. All’inizio del maggio 2010, aveva ricevuto la prima dose di Gardasil in una clinica degli Stati Uniti, dove vive al tempo la sua famiglia. All’inizio di dicembre 2010 ha ricevuto la seconda dose e pochi giorni dopo ha sentito dolore e debolezza agli arti inferiori, specialmente alla gamba sinistra che le hanno causato difficoltà a camminare. Questo sintomi in è scomparso nel giro di tre giorni, tuttavia un mese dopo ha iniziato a soffrire di intorpidimento e debolezza a entrambe le mani che è durata per due giorni. Dopo di che una forma di debolezza transitoria si è manifestata ripetutamente in entrambe le mani e in entrambe le gambe, e la ragazza ha iniziato a soffrire di svenimenti ortostatici e di malessere addominale. Al ritorno in Giappone è stata visitata in un ospedale, ma tutte le analisi sono risultate negative. Oltre alla debolezza agli arti la ragazza ha iniziato a soffrire di una diminuita capacità di apprendere a scuola; la madre ha iniziato ad accorgersi che era incapace di memorizzare differenti argomenti contemporaneamente e che la sua comprensione dei manuali scolastici era incompleta. La paziente e la sua famiglia erano seriamente preoccupati dei suoi sintomi. Dagli esami è risultato che la forza della presa delle mani era troppo bassa, specialmente a sinistra. Inoltre è stato confermato da un esame medico che la paziente aveva notevoli difficoltà nel comprendere velocemente lunghe frasi. Le è stata diagnosticata una forma di CRPS-I e di POTS (sindrome da tachicardia ortostatica posturale) e i suoi problemi cognitivi sono stati considerati come probabilmente correlati a quest’ultima patologia. È stata trattata con la somministrazione orale di limaprost alfadex a una dose di 5 mg (si tratta di un analogo delle prostaglandine, un potente vasodilatatore che aumenta il flusso sanguigno alla radice dei nervi) tre volte al giorno, e i suoi problemi agli arti sono scomparsi.

 

[1] Pubblicato su Internal Medicine 2014;53(19):2185-200. , autori Kinoshita T, Abe RT, Hineno A, Tsunekawa K, Nakane S, Ikeda S; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25274229  , articolo completo su https://www.jstage.jst.go.jp/article/internalmedicine/53/19/53_53.3133/_pdf/-char/en.

[2] Tale sindrome adesso viene vista come una patologia legata a una disfunzione del sistema immunitario.

[3] https://www.sanita.puglia.it/documents/36126/4921952/Sorveglianza+degli+eventi+avversi+a+vaccino+in+Puglia+Report+2013-2017/9db6decb-5aaf-426f-b8fe-c9474e9e8468

 


Maurizio Blondet

Scandalo a Londra.
Dal Daily Mail: Fine dell’esperimento transgender sui bambini: «dicono i lavoratori che  hanno dato l’allarme dopo essersi licenziati dalla clinica, che trattano pazienti di appena tre anni».
Riassunto:

  • Cinque dipendenti i della clinica GID (Gender Identity Development Service) si sono dimessi;
  • I medici hanno riferito che i bambini stanno ricevendo una terapia per il cambio di genere inutile;
  • Un informatore rimase in servizio solo per impedire a più bambini di farsi curare;
  • Il numero di giovani indirizzati al servizio è passato da 94 nel 2010 a 2.519 l’anno scorso;
  • Cinque lavoratori denunciano irregolarità presso l’unica clinica transgender del Servizio Sanitario Nazionale in Gran Bretagna, si sono dimessi perché impauriti dal fatto che bambini di tre anni stanno subendo senza necessità il trattamento di cambiamento di sesso.

I medici della clinica GID (Gender Identity Development Service) con sede a Londra e Leeds hanno dubbi sui bambini che sono stati diagnosticati erroneamente con «disforia di genere».
Si teme che alcuni bambini gay che hanno problemi con la loro identità sessuale vengano erroneamente diagnosticati come transgender. Gli specialisti temono anche che alcuni dei giovani che hanno subito aggressioni da bulli di tipo omofobico, vengano sottoposti a pressioni per accettare un trattamento di cambiamento di genere.

Secondo il «Times», tutti e cinque gli ex membri dello staff facevano parte della squadra che decideva se ai giovani dovevano essere somministrati i farmaci ormono-bloccanti, per interrompere il loro sviluppo prima della pubertà.
I pazienti vengono sottoposti a un ciclo di ormoni cross-sessuali all’età di 16 anni a seconda che si vogliano sviluppare come maschi o femmine.
Almeno 18 membri dello staff hanno lasciato la controversa clinica negli ultimi tre anni, a causa, hanno detto, del timore che non siano stati effettuati sufficienti controlli per diagnosticare correttamente i bambini.

Uno dei cinque informatori ha anche affermato che l’unico motivo per cui molti sono rimasti nel loro incarico è stato quello di evitare che altri bambini ricevessero il trattamento.
Un professore di Oxford ha detto che i trattamenti erano «esperimenti in vivo non autorizzati sui bambini» con più di una diagnosi non supportata da alcuna evidenza.
Carl Heneghan, direttore del Center of Evidence-based Medicine dell’Università di Oxford, ha dichiarato al Times: «Data la scarsità di prove, l’uso off-label di farmaci [ossia per terapie non   indicate nel foglietto illustrativo] nel trattamento della disforia di genere significa in gran parte un esperimento dal vivo non regolamentato sui bambini.

GIDS, che fa parte del Trust Foundation della Fondazione NHS di Tavistock e Portman, ha negato queste affermazioni e ha insistito che in questi casi complessi sono state fatte diagnosi accurate.
Un portavoce ha dichiarato al Times: «È solo negli ultimi anni che il numero di giovani che frequentano servizi specializzati in tutto il mondo è aumentato drasticamente»
Prima di questo, i numeri erano piccoli e quindi è stato difficile raccogliere prove sufficienti per valutare appieno i percorsi terapeutici.

I pazienti di questo genere che hanno bussato alla clinica, erano 94 nel 2010, ma sono stati 2.519 entro l’anno scorso; il paziente più giovane era di soli tre anni!
Uno dei medici ha dichiarato sempre al Times: «Negli ultimi due anni quello che mi ha trattenuto nel lavoro era il senso che c’era un enorme numero di bambini in pericolo. Ero lì per proteggere i bambini da eventuali danni»
Gli esperti temono che i trattamenti vengano dati senza esplorare la ragione alla base della confusione dei bambini sulla loro sessualità.
A febbraio i medici della clinica dell’identità di genere hanno avvertito che i giovani pazienti   rischiano «danni a lungo termine» a causa di gruppi di pressione e «genitori invadenti».

Cominciamo con qualche semplice domanda….
Un rapporto dell’ex capo dello staff, David Bell, ha detto che alcuni bambini assumono un’identità trans come soluzione «a molteplici problemi come l’abuso storico di minori in famiglia, il lutto, l’omofobia e un’incidenza molto significativa del disturbo dello spettro autistico».
Molti bambini che mettono in discussione la loro identità, ha aggiunto Bell, possono aver «imparato attraverso risorse online [o] ricevendo da genitori o colleghi istruzioni su cosa esattamente dire per ottenere i risultati che vogliono».
Lo psicoanalista ed ex governatore della clinica, il dott. Marcus Evans, si è dimesso a febbraio per timore che i medici cercassero “soluzioni rapide” offrendo la riassegnazione di genere.
Fin qui l’articolo del Daily Mail.  

Tratto da https://www.maurizioblondet.it/curano-per-cambio-di-sesso-bambini-di-tre-anni/ 

Istituto Tavistock
Sull’Istituto Tavistock, da cui questa clinica dipende,  come organismo militare di guerra psicologica per creare “scientificamente” stati d’animo collettivi,  “cambi  di paradigma in intere popolazioni” e “rovesciamento di valori”, abbiamo già scritto numerosi articoli, reperibili in rete.

https://www.maurizioblondet.it/quel-grande-esperimento-contagio-psichico/https://www.maurizioblondet.it/sempre-nuove-conquiste-della-liberazione/

Sul contributo del Tavistock nella trasformazione di individui psichicamente turbati in terroristi, si veda qui https://www.nexusedizioni.it/it/CT/hamas-psichiatrico-5668
Fra l’altro, scrivevo: «Ci troviamo qui di fronte ad una di quelle centrali dell’impero britannico volte a creare gli “états d’esprit” collettivi che servono a maturare in una società delle rivoluzioni culturali, o il “salto di paradigma”.
Altri articoli inerenti:
https://disinformazione.it/2019/03/05/istituto-tavistock-e-il-mutamento-di-paradigma/

Interessantissima intervista audio al dottor Roberto Petrella, medico ginecologo, da parte di Marcello Pamio (12 febbraio 2019) su Radio Gamma 5

Ecco alcuni stralci...

Donne con batteri vaginali e/o candida (cosa questa diffusissima e normale) che eseguono il test per l'HPV (papilloma virus) o il Pap-Test, possono avere fino al 90% di FALSI POSITIVI!  Detto in altre parole: 9 donne su 10 avranno un diagnosi poco piacevole, ma non hanno assolutamente nulla (falso positivo)!!!

Circa il 50% delle bambine e/o ragazzine che fanno il vaccino anti-HPV possono andare incontro a insufficienza ovarica, amenorrea, alterazioni ovulazione che possono predisporre a infertilità futura...

https://soundcloud.com/marcello-pamio/vaccini-papilloma-quello-che-non-dicono

Video di Marcello Pamio

Dall'ideologia di genere al transumanesimo per giungere al postumano. Ecco i passaggi cruciali - passando per l'ectogenesi - attraverso i quali si vuole la totale disgregazione dell'essere umano.
Una pericolosissima deriva antropologica che vuole trasformare l'uomo in un essere amorfo, privo di valori, delle radici e di cultura, e soprattutto privo di identità...

[embedyt] https://www.youtube.com/watch?v=LmhYAI8R88E[/embedyt]


Marcello Pamio

Come può un essere incapace e psicologicamente interdetto diventare una star seguita e osannata da milioni di individui? Può eccome purtroppo, infatti la storia è pregna di esempi simili.
Quello di cui stiamo parlando è una operazione ben collaudata e oliata, adottata dalla potentissima e influente lobby dell’intrattenimento (cinema, musica, televisione).
Un’industria il cui scopo vitale è deviare le masse, intrattenere gli encefali, cancellare i valori, proporre modelli da emulare e fare anche soldi.
Ecco come lavorano: prendono degli squinternati sconosciuti, senza arte né parte, cerebralmente e moralmente predisposti, e nel giro di poco tempo li lanciano al mondo trasformandoli in oggetti sacrali (musicali, artistici, sessuali, ecc.), da desiderare e soprattutto imitare.

Se i nuovi idoli fanno quello che loro dicono, tutto va per il meglio: successo, fama, soldi e ovviamente alcol e droga; quando invece non servono più al (loro) gioco, o quando l’individuo (misteriosamente) prende coscienza della propria strumentalizzazione per scopi beceri, vengono immediatamente scaricati come rifiuti tossici. Dalla strada alle stelle e dal firmamento al letame, il passo è brevissimo.
Attenzione: questa operazione non è solo per scopi commerciali…
Va ricordato che il controllo mentale e il condizionamento delle masse avviene mediante simili psyops, operazioni psicosociali.

Da una parte le lobbies guadagnano miliardi vendendo spazzatura, dall’altra sfruttano questi «candidati manchuriani»[1] per veicolare al mondo messaggi funzionali che deviano milioni di coscienze. Controllare le masse è il senso dell’intrattenimento.
Vi siete mai chiesti come mai i cantanti realizzati, le pop-star arrivate al successo, quelle miliardarie, non prendono mai una posizione chiara e ferma su importanti tematiche sociali? In fin dei conti ne avrebbero tutte le possibilità. La risposta è semplice: non lo possono fare perché altrimenti verrebbero scaricati (quando va bene) dalle major, che li tengono stretti per le palle (in senso figurato, visto che molte “artiste” sono donne).

Oggi infatti una manciata di potentissime società controlla la totalità del mercato musicale.
Agli inizi del Duemila le case discografiche erano quattro: «Universal Music Group», «Sony Music», «EMI», «Warner Music Group», ma dal 2011 l’assorbimento della EMI da parte di Sony ha creato uno dei più potenti conglomerati chiamato «The Big Three».
Quindi sono tre le società che controllano l’intero mercato mondiale, con un potere di persuasione incalcolabile.

Dal rap al trap
«Big Entertainment» crea dal nulla un “artista” con lo scopo di canalizzare rabbia e malumore e, soprattutto, influenzare le masse. Ogni epoca ha avuto e ha i suoi artisti “manchuriani”.
Oggi l’invasione degli ultracorpi sta avvenendo grazie al «trap», un sottogenere del «rap».
Nello slang americano la parola «trap» deriva da «trap house» cioè le case abbandonate in cui avviene lo spaccio di droga, e questo non è a caso, visto che le canzoni ne parlano sempre...
Ascoltando questo genere la cosa che più salta all’orecchio è un ritmo più dilatato e privo dell’andamento classico del rap. Caratteristica questa che ricorda un immaginario sensoriale alterato da droghe. Poi grazie all’utilizzo dei sintetizzatori digitali e all’interpretazione vocale, l’andamento è chiaramente ipnotico.
Lo scopo è ipnotizzare le masse, inoculando messaggi altamente devianti.

Purtroppo la popolarità del trap è dovuta ad una nuova generazione di giovani artisti, nati negli anni Novanta e per questo fonte di imitazione ed emulazione da parte di bambini e ragazzi.
In effetti i ragazzini italiani stanno ascoltando per lo più questi generi musicali, le cui canzoni parlano di denaro, successo, lusso, sesso e droghe.
Quello delle sostanze psicotrope e allucinogene è uno dei temi più ricorrenti nei testi, ma non si tratta delle classiche droghe musicate dal rap.
Nei brani si cita spesso infatti la «purple drank»: un beverone viola dagli effetti sedativi e psicoattivi composto da sciroppo per la tosse a base di codeina (oppioide derivato della morfina) e bevanda Sprite.
L’utilizzo delle droghe nell’ambito trap è stordente!

Basta con le sostanze eccitanti del passato, oggi i farmaci usati sono oppioidi derivati della morfina o dagli antistaminici. Quindi la chiara volontà è quella di non pensare: annichilimento delle coscienze!
Le droghe da strada e lo spinello fumato in compagnia sono il vecchio: le nuove droghe si consumano per lo più sul divano (o nella propria cameretta), in un’accezione più individualista dello sballo che avviene tra le mura domestiche[2], ipnotizzandosi ovviamente con i testi demenziali.

Morire per quest? E’ ora di dire ebbasta!
Nella tragedia avvenuta qualche giorno fa ad Ancona al concerto del trap Sfera Ebbasta hanno perso la vita sei persone.
Non è tanto importante sapere come ha fatto il proprietario del locale a vendere molti più biglietti della capienza della sala[3], o la Siae a vidimare 1600 biglietti[4] (a 30 euro cadauno per una sala da 459 persone), o perché un idiota di 16 anni ha spruzzato gas al peperoncino sulla folla, innescando il panico assoluto. Stiamo parlando di crimini che meritano il carcere.
La domanda cruciale è: cosa ci facevano così tanti ragazzini all’una di notte ad attendere un povero controllato mentale (che per giunta non sarebbe mai arrivato visto che aveva un concerto a 80 km di distanza) che inneggia a droga, violenza e sesso?
Ma soprattutto i genitori di questi giovani esistono o servono solo a cacciare la grana?

Forse la responsabilità è di una generazione di adulti debosciati rimasti ancora acerbi, non in grado di incarnare quelle figure di riferimento importanti per la crescita dei figli, ma che anzi, spesso e volentieri, sono i primi ad avvallare la stupidità e la futilità degli idoli dei figli. 
Non a caso spesso sono proprio le mamme a spingere le figlie - per colmare il loro vuoto interiore - a diventare una velina o un’attricetta cerebralmente annichilita con il solo miraggio del successo e della fama.
Perché oggi se il tuo profilo twitter non ha qualche milionata di follower sei una inutile merdaccia.
Il punto è che se noi adulti non diamo valori e modelli seri, moralmente adeguati ai giovani, questi li trovano nella società con tutti i rischi annessi e connessi…

Pertanto è ora di dire EBBASTA!
Disertare i concerti e boicottare i dischi è fondamentale, checchenedica la povera e squinternata sinistra italiana, sempre attenta a manifestare contro l’odio e il sessismo, ma sempre pronta ipocritamente a sfruttare ogni occasione per il proprio tornaconto politico. Alla festa del primo maggio infatti, la sinistra militante ha portato sul palco Sfera Ebbasta, nonostante le sue musiche inneggino proprio all’odio e al sessismo. Quando si dice coerenza!
Questi «manichini cantanti» non sono altro che ingranaggi di un meccanismo diabolico che mira all’annientamento culturale e mentale dei giovani. Deviare le masse è il mantra che hanno loro inoculato nel cervello, e lo fanno con le loro musichette ipnotiche ammantate di libertà…
Infine dovrebbero prendere le distanze anche tutti i cantanti, musicisti e artisti veri se ancora ne esistono. Basta essere accondiscendenti: simili e pericolosi individui vanno isolati e al più presto!

PS: Spezzo una lancia a favore di quegli artisti del rap (e non solo) che non rientrano in questo meccanismo di condizionamento mentale. Colgo quindi l'occasione per salutare e ringraziare il grande rapper veneto Herman Medrano, nonché amico personale, che è riuscito a usare l'arte e la musica anche per veicolare messaggi di un certo spessore.
Ecco alcuni bravi memorabili: 

"Naltra Venessia" 

"No se poe petenai" (Monsanto & C.) 

"Noseconossemo" 

 

Ecco invece il livello morale delle canzoni del rapper Sfera Ebbasta (della Universal).

Hey troia! Vieni in camera con la tua amica porca
quale? quella dell’altra volta
faccio paura, sono di spiaggia
vi faccio una doccia, pinacolada
bevila se sei veramente grezza, sputala
poi leccala leccala
limonatevi mentre Gordo recca
gioco a biliardo, con la mia stecca
solo con le buche
solo con le stupide
ste puttane da backstage sono luride
che simpaticone! vogliono un cazzo che non ride
sono scorcia-troie
siete facili, vi finisco subito

[1] Nome che deriva dal film “The Manchurian candidate”. Il candidato manciuriano è un assassino mentalmente programmato, tramite lavaggio del cervello, per fare fuori personaggi politicamente scomodi senza che i mandanti vengano coinvolti.

[2]Droga, individualismo e zero pensieri. Viaggio fra i parolieri della Traphttp://www.vita.it/it/story/2018/12/10/droga-individualismo-e-zero-pensieri-viaggio-fra-i-parolieri-della-tra/259/

[3] Secondo il premier Giuseppe Conte: “la sala principale dell’evento ha una capienza di 469 posti, sono stati venduti 1400 biglietti”, https://www.tpi.it/2018/12/10/tragedia-discoteca-ancona-sfera-ebbasta/

[4]Siae nella bufera per biglietti e doppia data”, “La Verità”, 11 dicembre 2018


Marcello Pamio

Il «gender non esiste», «è tutta una bufala», «sono teorie inventate»
Ecco alcune delle frasi che venivano prontamente tirate in ballo non appena qualcuno aveva l’ardire di scrivere qualcosa sulla “ideologia gender”. Se poi si accennava al fatto che dietro a questa teoria si nasconde un’operazione di modifica antropologica dell’uomo stesso, il TSO era automatico.

Oggi purtroppo è un dato di fatto e la realtà, come spesso accade, supera la più fervida immaginazione, anche grazie alla “Finestra di Overton” che si è spalancata sull’argomento, e non a caso oggi è diventato normalissimo sentire parlare in tv e nei media mainstream di cambiamento di genere, di genere fluido, disforia di genere, genderless, ecc. il tutto ammantato e condito ovviamente dalle solite parole passepartout: libertà, uguaglianza e diritti.
Nascondendosi dietro simili termini stanno invece attaccando la natura intrinseca dell’uomo, anche se molti si preoccupano solo del Black-Friday e di come anestetizzarsi l’encefalo davanti alla tv, comodamente fagocitati dal divano di pelle.

Per meglio plasmare le menti e le coscienze di per sé anestetizzate, hanno scomodato perfino il Dizionario Inglese di Oxford, storica e prestigiosa pubblicazione della Oxford University Press. Il dizionario infatti è stato aggiornato con l’aggiunta della definizione “Cisgender”: «un individuo il cui senso di identità personale corrisponde al sesso e al genere attribuitogli/le alla nascita».


Per cui, se il senso di identità di un bambino corrisponde al sesso che il Padreterno e la biologia gli hanno messo a disposizione, è un cisgender, altrimenti è un transgender. Chiaro? Alla fine della fiera ce la giochiamo con i prefissi latini “cis” e “trans”, dove cis indica “al di qua” e transal di là”.
Ahinoi quello che si affaccia all’orizzonte non è un gioco, perché inserire “cisgender” nel dizionario è stata una sottigliezza che contribuirà a cambiare la prospettiva culturale e percettiva. Classificando la cosiddetta «normalità» come cisgender, stanno affermando che non esistono più i «diversi» contrapposti, ma due categorie perfettamente alla pari: cis e trans appunto.

I media mainstream in tutto ciò hanno un’enorme responsabilità perché stanno lavorando alacremente e all’unisono in questo sconvolgimento socioculturale.
Un giornale per tutti è il liberale e sempre più fluido Espresso, che cerca continuamente di spiegare ai suoi quattro lettori, che il gender non è un capriccio o peggio ancora una aberrazione, ma «la traduzione dell’idea, complessa ma destinata a imporsi nel futuro prossimo, che l’essere umano non coincida con la sua biologia ma con un articolato algoritmo frutto di vita mentale, esperienze culturali e sessuali, ambiente esterno»[1] .

Quindi se un bambino nasce col pisello, non è detto che sia un maschietto, ma semmai un «articolato algoritmo» frutto delle esperienze che ha vissuto.

Della serie: chissenefrega delle leggi ferree della natura e di una biologia che ha milioni di anni, da oggi possiamo buttare tutto nel cesso, assieme alla carta d’identità. Ebbene sì, il City Council di New York ha recentemente deliberato la possibilità di scegliere il “Gender X” per il proprio figlio eliminando dunque la dicotomia maschio/femmina dalla carta di identità e dai vari certificati burocratici.[2]

Quindi se siete dei genitori indecisi sul sesso del vostro figlio non datevi pena, potete prendere tempo, registrando quella misteriosa creatura, che avete, non si sa bene perché, generato (o comperato affittando un utero) come “Gender X”.

Se però neppure il tempo è galantuomo e le idee sul sesso non si sono ancora chiarite a dovere, siete fortunati perché le industrie farmaceutiche hanno tirato fuori dal cilindro un farmaco in grado di bloccare la pubertà per tutto il tempo necessario alla consapevolezza di emergere.

Adattandoci al nuovo lessico, o per meglio dire alla “neolingua”, dobbiamo essere tutti un po’ più “trans” e andare oltre al fatto che questo farmaco si chiama Decapeptyl[3] (molecola attiva Triptorelina) ed è autorizzato dall’Aifa per il cancro alla prostata e alla mammella.[4]

Avete letto bene: appartiene alla categoria farmacologica dei cosiddetti «analoghi degli ormoni liberatori delle gonadotropine» e agisce causando la soppressione della funzione gonadotropa pituitaria.

Il farmaco ha una sua logica se somministrato ad una persona con un cancro ormone-sensibile, perché appunto sopprime gli ormoni della crescita, ma dato ad un adolescente (etichettato da qualche psichiatra come “disforico”) è follia perché va a castrare quella fase delicatissima chiamata pubertà.

Purtroppo il Comitato nazionale di Bioetica (Cnb) a luglio di quest’anno ha dato parere positivo all’uso del farmaco. Fino a oggi la triptorelina NON era autorizzata da Aifa anche in ragione delle conseguenze irreversibili collegate al suo impiego.

Non esistono infatti studi di sicurezza e dati sufficienti in grado di rassicurare sulla mancanza di effetti collaterali a breve e lungo termine così come non risulta sufficientemente provato se l’interruzione della pubertà fisiologica possa avere conseguenze negative sulla crescita, sulla struttura scheletrica, sull’apparato cardio-vascolare, neurologico e metabolico e sulla fertilità.[5] Non sono state esplorate sufficientemente le conseguenze sull’uomo del blocco dello sviluppo sessuale in rapporto allo sviluppo emotivo-cognitivo.[6]

Nonostante la totale ignoranza viene prescritto lo stesso!

Ma se anche la castrazione ormonale del farmaco anticancro dovesse risultare inutile nella scelta sessuale, è possibile far decidere al destino scegliendo casualmente uno tra i 23 possibili generi sessuali (tanti sono i generi della specie umana censiti dall’Australian Human Rights Commission)[7], andando quindi oltre la tradizionale distinzione «retrograda e materialistica concezione genetico-biologica-fisico-anatomica»[8] del maschio e femmina. Oggi infatti bisogna tenere in considerazione anche: omosessuali, bisessuali, transgender, trans, transessuali, intersex, androgini, agender, crossdresser, drag king, drag queen, genderfluid, genderqueer, intergender, neutrois, pansessuali, pan gender, third gender, third sex, sistergirl e brotherboy.

Anche se ufficialmente si nega che l’ideologia gender è approdata nelle scuole pubbliche, qualche giorno fa a Perugia sono stati fatti dei test per indagare i gusti e le scelte sessuali dei ragazzi delle medie e superiori.

«Sei eterosessuale, omosessuale, bisessuale o asessuale?» Ecco alcune delle domande che il Dipartimento della formazione dell’Università di Perugia ha posto ai ragazzi di scuola media e superiore in appositi test approvati anche dall’Ufficio scolastico regionale dell’Umbria, che sottoporrà il progetto a 54 scuole della Regione.[9]

Ufficialmente lo scopo del quiz sarebbe «la sicurezza, perché bullismo omofobico, razzismo e violenza di genere hanno tutti a che fare con la violenza».[10] Siamo sempre alle solite balle, trite e ritrite: chiaramente il fine è ideologico!

Condivido le parole del primo presidente Cei, Angelo Bagnasco, il quale ha dichiarato che: «il gender si nasconde dietro a valori veri come parità, equità, autonomia, lotta al bullismo e alla violenza ma in realtà pone la scure alla radice stessa dell’umano per edificare un “transumano” in cui l’uomo appare come un nomade privo di meta e a corto di identità».[11]

Esattamente questo è il punto cruciale, perché in gioco c’è la natura stessa dell’uomo: si chiama transumanesimo, cioè oltre l’umano!

Un movimento in costante crescita che vuole applicare le scoperte scientifiche per annullare e cancellare i limiti umani imposti dalla Natura, bloccare l’invecchiamento, cancellare i sessi e infine svincolarsi dalla morte stessa per giungere all’immortalità. Idee folli che però si stanno invece sviluppando velocemente «tra i secchioni informatici della Silicon Valley e delle università come il MIT»[12].

Lo scopo ultimo è creare un superessere (il termine superuomo ha delle connotazioni di genere, quindi non deve essere usato) in grado di superare ogni limite umano grazie alla tecnica (microchip, organi artificiali, ecc.), alla genetica (mutazioni del DNA, ibridazione, ecc.), all’informatica (backup di mente ed emozioni, ecc.), e all’antropologia (modifica e cancellazioni delle differenze e dei generi sessuali).

Ma sarà un essere «nomade privo di meta e a corto di identità».

Un individuo privo di direzione nella vita, che non sa dove andare e non sa neppure chi è, rappresenta un essere facilmente manipolabile: il suddito ideale per il Sistema…

[1] "Né maschio, né femmina: sui documenti arriva il Gender X. Perché anche l'identità è migrante”, http://espresso.repubblica.it/visioni/2018/11/21/news/e-sui-documenti-arriva-il-gender-x-1.328830

[2] Idem

[3] Prodotto dalla casa farmaceutica britannica «Ipsen Limited»

[4] http://www.cifav.it/it/farmaco/d/decapeptyl-triptorelina-pamoato

[5]Costa sta accadendo con la Disforia di genere?” http://www.internationalwebpost.org/contents/COSA_STA_ACCADENDO_CON_LA_DISFORIA_DI_GENERE_11051.html?fbclid=IwAR3jnCM9_xfnZ_83oZmzXMNIWm63aM96nqJ_e868G0-4a348bPjzA6DXjw4#.XAaub3A8-Um

[6] Idem

[7] «Maschio e femmina li creò? Ma va là, esistono 23 generi sessuali», https://www.tempi.it/maschio-e-femmina-li-creo-ma-va-la-esistono-23-generi-sessuali/

[8] Idem

[9] «Perugia, test choc per i ragazzi delle scuole medie: "Ti senti omosessuale?"», https://news.fidelityhouse.eu/cronaca/perugia-test-choc-per-i-ragazzi-delle-scuole-medie-ti-senti-omosessuale-382493.html?utm_source=facebook_fb01d&utm_medium=facebook_fb01d_615&utm_campaign=fb01d_382493_615

[10] Idem

[11]Teoria gender, ecco chi si nasconde dietro le parole di condanna di papa Francescohttp://espresso.repubblica.it/attualita/2016/10/04/news/gender-cosa-c-e-dietro-le-parole-di-papa-francesco-1.284857

[12]Il transumano fa progressi. Letali”.  Maurizio Blondet, https://www.altreinfo.org/cultura-e-societa/18201/il-transumano-fa-progressi-letali-maurizio-blondet/

Marcello Pamio 

Bernarda, fagiana, farfallina, fica, fessa, fregna, gnocca, micia, mona, paciana, passera, patacca, patata, patonza, pertugio, prugnetta, sorca, topa, vulva…e chi più ne ha più ne metta. 

Stiamo parlando, se qualcuno ancora non lo ha capito, della vagina: «luogo di piacere e fonte di vita», nonché «centro anatomico femminile e attrazione irresistibile per il maschio fino a farsi sineddoche stessa della donna (che figa!)»[1].
Ebbene, tutti questi colorati sinonimi dovranno sparire dall’enciclopedia Treccani (dove sono state presi molti dei nomignoli riportati sopra) e dal Dizionario della lingua italiana.
Il motivo è che il termine «vagina» non sarebbe «gender-inclusive», ovvero non rappresenterebbe tutte le identità e tutti i generi sessuali, pertanto non va bene.

Ecco la nuova tendenza diffusa da «Healthline», un importante provider californiano fondato dal dottor James Norman, medico endocrinologo.[2]
Al posto di vagina, sarebbe opportuno utilizzare un termine più neutro e versatile, per esempio consigliano «front hole», cioè «buco anteriore».[3]
Era ora che qualcuno dicesse basta alla «vagina»! Oramai è una parola desueta e strausata dalle femministe degli anni Settanta (assieme all’«utero»). Hanno finalmente compreso che il termine «vagina» esercita una violenza inaudita, una coercizione insopportabile sulle povere persone con «disforia sessuale» o «non cis-gender» (quelle in cui identità e genere sessuale coincidono) o «fluide» o «trans» o fuori dal binarismo sessuale maschio/femmina.
L’alternativa proposta del «buco anteriore», come era da immaginarsi, sta già riscuotendo successo nella comunità sempre più in crescita LGBTQIA (lesbian, gay, bisexual, transgender, queer, intersex e asexual).

La provocazione riportata dal portale deve avere però scatenato le ira delle persone con ancora un encefalo funzionante dentro la scatola cranica, perché il 21 agosto 2018 il team editoriale di Healthline è intervenuto pubblicando un articolo chiaramente sulla difensiva, mettendo le mani avanti fin dal titolo: «We’re not renaming the vagina», «Non stiamo rinominando la vagina».
Scrivono infatti che nella «Guida sicura al sesso» della LGBTQIA, usano «sia il ‘buco anteriore’ che la ‘vagina’. Il ‘buco frontale’ è uno dei numerosi termini accettati per i genitali che utilizziamo specificamente per alcuni membri della comunità trans che si identificano con esso. In nessun caso in questa guida stiamo dicendo che vogliamo sostituire la parola vagina».[4]
Tirare il sasso e nascondere la mano rientra nella strategia di propaganda.
Ne parlano, innescano il dibattito e lo scontro… ma intanto la «Finestra di Overton» si spalanca…

Dalla Neolingua al rimodellamento dell’uomo
Per capire il motivo di queste aberrazioni linguistiche può aiutare la lettura del romanzo «1984», il capolavoro di George Orwell.
L’idea di «neolingua» descritta da Orwell è infatti esemplare.
La neolingua ha uno scopo preciso: eliminare ogni tipo di pensiero diverso da quello del Regime (personificato dal partito principale Socing) e restringere al massimo la sfera d’azione del pensiero.
Il Regime, come strumento di controllo mentale e sociale, ha creato la neolingua: una forma di comunicazione ridotta all’osso, ma ricchissima di abbreviazioni e neologismi.
Così facendo anno dopo anno i vocaboli si riducono sempre più per lasciare posto ad altri più consoni al Sistema…

«Fine della Neolingua non era soltanto quello di fornire un mezzo di espressione per la concezione del mondo e per le abitudini mentali proprie ai seguaci del Socing, ma soprattutto di rendere impossibile ogni altra forma di pensiero».

E’ inquietante se pensiamo che la lingua, con la sua ricchezza di vocaboli, permette di forgiare l’intera visione del mondo! Quindi non è così strano assistere alla soppressione di significati eterodossi.
La soppressione è infatti uno dei cardini della neolingua.
Qualche esempio? Termini come «padre» e «madre», «mamma» e «papà», violando i diritti della comunità LGBTQIA (non rispetterebbero le nuove realtà familiari) sono sostituiti con i più neutri «genitore 1» e «genitore 2».
Tale modifica è già diventata realtà: nel sito del Ministero dell’Interno (in tantissimi altri siti istituzionali) sui moduli per la carta d’identità elettronica era riportato “genitore 1” e “genitore 2”. Per fortuna il ministro Matteo Salvini è intervenuto facendo modificare il sito web e ripristinando la definizione “madre” e “padre”.[5]
Ora si vuole sostituire la «vagina» con il più neutro «buco frontale», ecc.
Attenzione che le modifiche alla lingua NON sono delle banali provocazioni, ma modificazioni che agiscono ad un livello più profondo della forma, quello della semantica. Ciò che viene a mancare non è tanto la parola, ma il significato ad essa associato.[6]
Per assaporare il senso di quanto detto, di come le parole vengono modificate e create per uno scopo ben preciso, la lettura della «Guida sicura al sesso» pubblicata da Healthline è magistrale.

Guida sicura al sesso
La Guida al sesso descrive il consenso, le malattie trasmissibili sessualmente, i vari tipi di sessualità, i metodi di protezione (profilattici, ecc.) e dulcis in fundo quelle che sarebbero le differenze di identità di genere e gli orientamenti sessuali.

Ecco l’elenco di identità di genere («Gender Identity»). Occhio alla neolingua…

Cisgender
Parola usata per descrivere qualcuno la cui identità di genere è la stessa del sesso che è stato loro assegnato alla nascita.

Trans
Termine generico che spesso include chiunque possa identificarsi come transgender (un’identità di genere che descrive qualcuno che non si identifica esclusivamente con il sesso che gli è stato assegnato alla nascita), genderqueer, nonbinary, transfemminile, transmasculine, agender e molti altri. Proprio come le persone cisgender, le persone che si identificano come trans possono avere qualsiasi orientamento sessuale: etero, gay, bisessuale, queer, lesbico o asessuale. 

Genderqueer
Si tratta di un’identità di genere usata da persone che fanno cose che sono al di fuori della norma del loro genere reale o percepito. A volte questa etichetta si sovrappone all'etichetta dell’orientamento sessuale.

Nonbinary
E’ un’etichetta di identità di genere che descrive coloro che non si identificano esclusivamente come maschi o femmine. Ciò significa che una persona «non binaria» può identificarsi come maschio e femmina, parzialmente maschile, parzialmente femminile, né maschio né femmina. Alcune persone non binarie si identificano come trans, mentre altre no. 

Transfeminine
Termine generico usato per descrivere qualcuno che è stato assegnato maschio alla nascita e si identifica con la femminilità. Qualcuno che si identifica come transfemminile può anche identificarsi come donna trans o donna.

Transmasculine
E’ un’identità di genere che descrive qualcuno che è stato assegnato alla femmina alla nascita, ma si identifica con la mascolinità. Qualcuno che si identifica come transmascolino può anche identificarsi come un uomo trans, una donna trans o un maschio.

Agender
Parola usata per descrivere coloro che non si identificano con alcun genere o che non possono riferirsi a termini o etichette di genere. A volte le persone assumono che coloro che si identificano come agitatori si identificano anche come asessuati, ma questo non è vero. Gli agender possono avere qualsiasi orientamento sessuale.

Lentamente stanno inserendo nella lingua di uso comune vocaboli e termini che fino a qualche anno fa avrebbero trovato posto solo nei romanzi di fantascienza.
Ecco l’elenco degli orientamenti sessuali («Sexual Orientations»), sempre pubblicato nella Guida.

Eterosessuale
E’ un orientamento sessuale per descrivere l’attrazione fisica, emotiva e sessuale di persone che hanno un genere diverso dal loro.

Gay
E’ un orientamento sessuale per descrivere una persona che è emotivamente, romanticamente o sessualmente attratta da persone dello stesso sesso e talvolta usata da una persona che si identifica come uomo e che è attratto da altri uomini.

Lesbica
E’ un orientamento sessuale per descrivere una persona che si identifica come donna e che è emotivamente o sessualmente attratta da altre donne. 

Bisessuale
E’ un orientamento sessuale per descrivere una persona che è emotivamente o sessualmente attratta da due o più generi; spesso significava attrazione per le persone con il proprio genere e altri generi.

Queer (Strano)
E’ un orientamento sessuale per descrivere una persona i cui sentimenti di attrazione emotiva o sessuale non si adattano a categorie predeterminate. 

Asessuale
E’ un orientamento sessuale per descrivere una persona che non sperimenta l’attrazione o il desiderio sessuale verso altre persone, ma può provare un’attrazione romantica.

Pansessuale
E’ un orientamento sessuale usato per descrivere una persona che è emotivamente o sessualmente attratta dalle persone indipendentemente dal sesso

Conclusione
A breve non potremo più parlare se non attraverso la neolingua.
Con la scusa dei diritti e delle libertà, stanno modificando irreversibilmente il «genio» della lingua e l’antropologia dell’uomo.
Spariscono parole come «papà» e «mamma», perché offensive nei confronti di lesbiche e gay; spariscono la festa della mamma e del papà perché offensive ai bambini privi di genitori o con due “mamme” lesbiche o due “papà” gay e via dicendo. Gli esempi purtroppo sono numerosi.
Qual è lo scopo? Si chiama omologazione globale: vogliono cancellare le differenze, le diversità per renderci tutti uguali. Demolire le identità sociali, religiose, politiche, culturali e ovviamente sessuali.
Questo avverrà attraverso la distruzione del concetto stesso di famiglia, perché questa strana e antiquata istituzione è un ostacolo enorme ai loro progetti. Un uomo privo di valori e senza punti di riferimento, per esempio la famiglia, è un uomo facilmente manipolabile.

Ricordiamo che un bambino, per crescere e diventare un adulto sano e libero, ha bisogno di DUE figure ben precise: la madre (l’uovo) e il padre (il seme). Questi due ruoli, con tutte le difficoltà dei casi, con tutte le discordanze e i condizionamenti che possiamo criticare all’infinito, da sempre sono state le due figure basilari, il modello da trasmettere e che verrà emulato a loro volta dai bambini.
In natura la prole viene partorita e nutrita da una madre e protetta da un padre.
La dicotomia maschile/femminile è sempre esistita e sempre esisterà: Luna (madre) / Sole (padre); Terra (madre) / Cielo (padre), ecc.
Sta avvenendo la distruzione completa dell’essere uomo, partendo dalle fondamenta della famiglia stessa, e arrivando a tutti gli altri ambiti (spirituale, culturale, economico, ecc.).
Un uomo privo di storia e di cultura è un uomo che non conosce il passato e non sa cosa aspettarsi nel futuro, quindi non può vivere bene il presente.[7]
Un uomo scollegato dalla propria vera e unica origine, i mondi spirituali, è un uomo che vive una falsa esistenza proiettata nella materia e per la materia, gestito e manipolato da forze molto basse…
In tutto questo bailamme, associazioni molto potenti come LGBTQIA ci sguazzano e giocano un ruolo cruciale.

Verrebbe a questo punto la tentazione di mandarli tutti a fare in culo, ma poi la neolingua che mi ha infettato il DNA me lo impedisce, perché usando male il «culo» che rappresenta uno degli “strumenti” principi per alcune categorie, si potrebbe offendere la suscettibilità di qualcuno o viceversa suscitare strani pensieri... Per cui non mi rimane altro che mandarli a fare un saltino nel «foro posteriore»…

 

[1] «La mia apologia della vagina», http://www.lintellettualedissidente.it/non-categorizzato/la-mia-apologia-della-vagina/

[2] «Non chiamatela vagina, è discriminatorio! Meglio “buco anteriore”», Simonetta Sciandivasci, www.ilfoglio.it/societa/2018/08/22/news/non-chiamatela-vagina-e-discriminatorio-meglio-buco-anteriore-210601/

[3] Idem

[4] https://www.healthline.com/health/lgbtqia-safe-sex-guide/response#1

[5] «Salvini: ‘Ora basta con genitore 1 e 2. Ho ripristinato padre e madre’», www.ilgiornale.it/news/politica/ora-basta-genitore-1-e-2-ho-ripristinato-padre-e-madre-1563767.html

[6] «La neolingua in 1984: una riflessione», Maria Fiorella Suozzo -  10 maggio 2017, www.lacooltura.com/2017/05/la-neolingua-in-1984-una-riflessione/

[7] «L’ideologia Gender e la distruzione della famiglia», Marcello Pamio https://disinformazione.it/2018/05/28/lideologia-gender-e-la-distruzione-della-famiglia/

Marcello Pamio

Dopo gli ultimi ddl presentati in Parlamento su omofobia, pseudo-diritti delle coppie gay, ecc. vorrei sottolineare la pericolosissima deriva culturale, sociale e quindi spirituale che sta interessando l’Occidente e che contempla, tra le altre cose, la distruzione della famiglia per arrivare in ultima istanza alla legittimazione della pedofilia.
Una deriva che ha l’obiettivo occulto di distruggere in tutti i suoi aspetti l’uomo e la concezione che noi abbiamo di esso, per creare il cosiddetto Uomo Nuovo, un individuo privo di identità.

Ideologia di genere (gender)
I Poteri Forti stanno spingendo e promuovendo a suon di dollari l’idea di genere (gender).
Potremo dire addio all’identità dell’essere umano, nel suo naturale dimorfismo maschile e femminile, perché per l’ideologia gender le differenze sessuali tra maschio e femmina non avrebbero più alcuna importanza, se non dal punto di vista culturale. Pertanto non hanno senso di esistere!

L’obiettivo è rimodellare l’immagine stessa dell’uomo, imponendo a tutti, partendo dai più piccoli, una nuova concezione di sessualità ideologica.
Tra il maschio e la femmina vi sarebbero un numero indefinito di altri “generi” o “orientamenti sessuali”, tra cui l’omosessualità, il lesbismo, la bisessualità e la pedofilia; generi che sarebbero normalissimi né più ne meno come l’eterosessualità.

Questa pericolosa e assai deviante ideologia viene sovvenzionata, foraggiata e promossa dall’élite dominante in una vastissima e immensa operazione socio-culturale.
Il braccio militante di questo processo culturale sono i movimenti gay e omosessualisti.
Questi gruppi, una volta minoritari e soprattutto squattrinati, negli ultimi anni hanno acquisito un potere enorme e visto affluire fiumi di finanziamenti pubblici e privati, da parte di lobbies di altissimo livello. Per quale motivo?
Semplice: l’ideologia di genere funge da “cavallo di Troia” per manipolare e sradicare la natura stessa dell’uomo.

Lo scopo è, come detto prima, creare un Uomo Nuovo, completamente diverso dall’attuale e assolutamente innaturale: privo di ogni identità, sessuale ma non solo…
Il padre ufficiale dell’ideologia di genere è lo psichiatra sessuologo della John Hopkins University, John William Money (1921-2006), secondo il quale “l’identità sessuale è sostanzialmente un prodotto della società e pertanto duttile e malleabile alla nascita”. Il suo sogno era una sorta di democrazia sessuale in cui ogni tipo di rapporto sessuale, compresa la pedofilia, sarebbe stato promosso e legalizzato!

Money scrive: “La pedofilia e la efebofilia (amore per gli adolescenti) non sono una scelta volontaria più di quanto lo sia il fatto di essere mancini o daltonici”.
La pazzia di questo psichiatra ha raggiunto l’apoteosi quando interveniva chirurgicamente nei bambini che avevano dei peni di dimensione ridotta, operandoli per trasformarli in “bambine”. Lo scopo era dimostrare che l’identità sessuale è una “sovrastruttura culturale”.
I suoi allucinanti esperimenti ovviamente sono stati un fallimento su tutta la linea, ma nonostante questo ancora oggi qualcuno azzarda a tirare fuori le sue teorie.
La perversa visione di Money sta diventando tristemente reale, perché dopo 50 anni in cui la pedofilia è sempre stata considerata dalla psichiatria una “malattia”, oggi sembra essere un banale “orientamento sessuale”.

Lo denuncia in America l’A.F.A., l’American Family Association, una organizzazione no-profit fondata nel 1977. Secondo l’Associazione famiglia americana, la potentissima casta degli psichiatri americani (A.P.A.), distingue per la prima volta tra pedofilia e atto pedofilo: solo l’atto sessuale viene considerato “disordinato” per le conseguenze che ha sui bambini.
Possiamo accettare che «il desiderio sessuale verso i bambini è un orientamento» come tutti gli altri? La casta degli psichiatri statunitensi sta cercando di sdoganare e rendere l’atto più tremendo e miserabile che si possa commettere ai danni di un bambino, un banalissimo orientamento, una scelta sessuale? Se non è oggi sarà domani, ma anche questo rientra nel progetto…e le pressioni sono enormi.

La stampa di regime, cioè il cane da guardia che invece di controllare la politica e il potere, controlla il popolo, è stata attivata. Il 9 febbraio scorso il libero quotidiano "La Repubblica" esce con una indagine Ipsos, commissionata da "Save the children" il cui risultato sarebbe agghiacciante, se ovviamente fosse vero: 1 italiano su 3 considera "accettabile" il sesso con minori.
Siamo nella più becera propaganda: far credere alle masse, cioè al gregge disorientato, che la maggior parte degli italiani "accetta" la pedofilia.

I Poteri Forti
I loro nomi li abbiamo già elencati innumerevoli volte.
Il filantropo ebreo ungaro-statunitense George Soros non manca mai, è onnipresente.
Questo pericoloso individuo e la sua Open Society Institute, oltre a elargire quantità industriali di soldi in tutte le primavere arabe, le rivoluzioni colorate e quelle antirusse, da un po’ di anni si è rivolto anche alle organizzazioni gay.
Non potevano mancare i colleghi filantropi Bill Gates, patron della Microsoft e Jeff Bezos, patron di Amazon; il Goldman Fund, della banca ebraica privata più potente al mondo; la Rockefeller Foundation e la Fondazione Ford.
Poi vi sono alcune società molto quotate come Kodak, Chevron, JP Morgan, Toyota, Pepsi, Ubs, Ibm, Johnson&Johnson, Merril Lynch, Apple, AT&T, Nike, Chrysler, Xerox, ecc.
Per quali motivi queste società donano a fondo perduto moltissimi soldi alla causa omosessuale, ai matrimonio tra gay? Lo fanno per un ritorno economico, di immagine, per ripulirsi la coscienza? O forse c’è dell’altro…

Distruzione di famiglia e scuola
Lo scopo, come detto, è l’omologazione globale: cancellare le differenze, le diversità per renderci tutti uguali. Demolire le identità sociali, religiose, politiche, culturali e ovviamente sessuali.
Il passaggio che sta avvenendo in questo periodo è la distruzione del concetto di famiglia, perché questa strana e antiquata istituzione è un ostacolo enorme ai loro progetti.
Un uomo privo di valori e senza punti di riferimento è un uomo in balia degli eventi e quindi facilmente manipolabile.
Una raccomandazione del 2010 del Comitato dei Ministri Europeo invita ad introdurre nelle scuole appositi momenti di “sensibilizzazione” degli studenti sulle tematiche della “discriminazione” verso i gay e le lesbiche.
In Francia dall’anno 2013/2014 è stato reso obbligatorio in tutte le scuole di ogni ordine e grado un corso di insegnamento basato sull’ideologia di genere, con lo scopo esplicito di “trasformare la mentalità dei giovani”. Trasformarla in che senso e in quale direzione?

Da noi le cose non sono tanto migliori. A Venezia gli insegnanti saranno affiancati da controllori chiamati a correggere le espressioni ritenute “discriminatorie” e quindi offensive.
Tale progetto ha lo scopo di “promuovere un’educazione oltre gli stereotipi di genere, acquisendo la capacità di coglierli e saper andare oltre”.
In Veneto quindi, se qualche insegnante vorrà parlare di gay e generi sessuali, potrà farlo soltanto con l’assistenza di un tutor deputato a valutarne le parole onde correggere quelle eventualmente considerate non conformi alla linea di principio antidiscriminatoria.

Si è iniziato anche a modificare i termini della lingua italiana, sempre nella direzione del politicamente corretto: in alcuni comuni italiani nei moduli sono misteriosamente sparite le parole “padre” e “madre” per far posto alle parole molto più corrette: “genitore 1”, “genitore 2” o “coppie di fatto”. Nel progetto di legge “Matrimoni e adozione per tutti”, all’articolo V si stabilisce che le parole “marito” e “moglie” saranno sostituti da un più neutro “sposi”, mentre “padre” e “madre” dal termine genitori. Il tutto per non discriminare…

Il ruolo dell’OMS
Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS o WHO) da un po’ di anni ha iniziato ad occuparsi dello sviluppo sessuale dei bambini europei.
In un documento ufficiale, a cura dell’Ufficio Regionale per l’Europa dell’OMS e BZgA (Federal Centre for Health Education, Centro Federale per l’Educazione e la Salute - Germania) intitolato “Standard per l’Educazione Sessuale in Europa”, l’ente sovranazionale prescrive alcune direttive a dir poco inquietanti.
Il documento in italiano, scaricabile in formato pdf, è stato curato della Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica.

Da 0 a 4 anni l’OMS prescrive l’apprendimento del “godimento e piacere quando giochiamo con il nostro corpo: la masturbazione della prima infanzia”.
Da 0 a 4 anni è l’età ideale per “la scoperta del corpo e dei genitali”.
Da 0 a 4 anni è l’età ideale per “esprimere i bisogni, i desideri e i limiti, ad esempio nel gioco del dottore”.
Da 0 a 4 anni è l’età ideale, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, per “consolidare l’identità di genere”.
Da 4 a 6 anni è l’età ideale per la “masturbazione” e si può tranquillamente “parlare di argomenti inerenti alla sessualità”.
Da 6 a 9 anni è l’età ideale per conoscere e difendere i “diritti sessuali di bambini e bambine”.
Da 6 a 9 anni è l’età ideale “l’amicizia e amore verso persone dello stesso sesso”.
Da 9 a 12 anni è l’età ideale per sapere tutto sulla “riproduzione e pianificazione familiare”, oltreché i “diversi tipi di contraccettivi” e i “rischi e conseguenze del sesso non protetto (gravidanze indesiderate)”.

Cambiamento di sesso on demand
Proposta choc: “Blocchiamo la pubertà e indirizziamola”.
Chiesto il via libera alla Regione Toscana per aprire il fronte della diagnosi precoce nei bimbi che manifestano i disturbi. “Nei bimbi si tratta di capire se giocano ad esempio con le bambole o indossano i vestiti della sorella”.
Con questa diagnosi si potrebbe seguire la crescita prima dello sviluppo di tutti gli organi sessuali: “Ci sono farmaci che bloccano la pubertà precoce e abbiamo chiesto di estenderli anche sulla pubertà inadeguata, in modo da indirizzare subito la pubertà verso il sesso che veramente sente il paziente”. In alcuni Paesi europei questo sta già avvenendo.

Il Vu Medical Center alla periferia di Amsterdam per esempio ha sviluppato un metodo che prevede la “sospensione della pubertà” per teenager. Farmaci appositi bloccano la produzione degli ormoni sessuali e dopo un periodo che può arrivare al massimo a 4 anni gli adolescenti possono venire reindirizzati, grazie ad un'altra terapia ormonale, verso la pubertà dell’altro sesso.
In Gran Bretagna i bambini potranno cambiare sesso (sempre grazie a farmaci noti come bloccanti ipotalamici) già all’età di 9 anni.
I medici del Tavistock and Portman NHS Foundation Trust hanno appena completato un esperimento durato tre anni che ha coinvolto ragazze tra i 12 e i 14 anni.
Il marchio più noto di farmaco bloccante è il Gonapeptyl Depot usato nell’uomo per il trattamento per il cancro alla prostata e nella donna per miomi uterini ed endometriosi.

Non tutti sanno che il Tavistock Institute è formalmente una clinica di ricerca psichiatrica ed “è stato il laboratorio della guerra psicologica per l'armata britannica durante la seconda guerra mondiale".
L'oggetto degli studi più accaniti del Tavistock in questi ultimi anni è la creazione di "salti di paradigma" (paradigm shifts), ossia del mezzo per indurre nelle società valori "nuovi", attraverso eventi traumatici collettivi (turbulent environments). Non è tutto, perché l’intelligence britannica ha progettato e creato l’L.S.D. negli anni ‘50 proprio nei laboratori del Tavistock Institute di Londra. Negli anni ’60 tale droga psichedelica fu usata nelle masse per deviare e bruciare il cervello a centinaia di migliaia di persone che proprio in quel periodo si stavano risvegliando…
John Money è morto ma le sue teorie continuano a fare danni.

Vita in affitto
In tutto questo bailamme pochi prendono in seria considerazione un altro problema: l’utero in affitto.
La Vita è la Vita e da che mondo è mondo il bambino nasce da un uomo e una donna. Così avviene in Natura da milioni di anni. Oggi invece l’establishment al potere sta mettendo in discussione questa Verità e ci vorrebbe convincere del contrario, anche e soprattutto grazie a Hollywood. Sono infatti tantissimi i film in cui si vede un futuro oscuro dove i bambini sono scelti a tavolino.
I motivi di questo indottrinamento sono tanti: economico, controllo sociale e instaurazione di un Ordine Internazionale.
Una coppia di gay o una coppia di lesbiche che vogliono avere un figlio dovranno per forza di cose appoggiarsi a banche del seme private, istituti di inseminazione e uteri in prestito. Questo perché tale famiglia non è naturale dal punto di vista biologico e genitoriale.
Questa neofamiglia per le lobbies della chimica-farmaceutica e del biotech è molto più interessante della famiglia tradizionale.

Giro d'affari miliardario
Il giro di affari in miliardi di dollari all'anno è incommensurabile. Secondo Research and Market istituto leader di ricerche, il business della fecondazione artificiale si attesta nel 2012 intorno ai 9,3 miliardi di dollari e potrebbe diventare nei prossimi anni 21,6 miliardi!
Solo negli USA ci sono oltre 400 cliniche per la procreazione assistita. In questo paese il commercio di organi o parti del corpo è vietato, ma chissà come mai spermatozoi e ovuli non rientrano in tale legge…
In Ucraina, con sede a Kiev, c’è la BioTexCom – Center for Human Reproduction, una società privata per la riproduzione umana in cui è possibile scegliere nel catalogo online il tipo di fecondazione artificiale. Sapete quanto costa una Vita umana? Con soli 6.900 euro ti offrono la fecondazione eterologa* con ben due tentativi; se invece siete dei poveri squattrinati c’è il pacchetto economico da 4.900 euro con però un unico tentativo, o la va o la spacca.
Se infine il conto in banca per voi non è un problema c’è la formula “All inclusive”. Qui si va sul sicuro perché si affitta direttamente l’utero di una donna (disperata e disgraziata) che per soldi genera una vita per poi venderla al miglior offerente.
Però state tranquilli! La BioTexCom è una ditta molto seria che si impegna “a controllare che la madre surrogata (detta locataria) non svolga attività che possano mettere in pericolo la gravidanza una volta avvenuta”. Un investimento serio, nulla da dire...

Se avete tantissimi soldi da spendere potete sempre andare negli Stati Uniti e rivolgervi per esempio all’American Society for Reproductive Medicine (ASRM). Qui con 50-60 mila dollari potete anche scegliere gli ovuli di donne belle e intelligenti.
Cosa volete di più? Eugenetica alla portata di tutti!
E’ questa la futura famiglia che tutti i progressisti e democratici anelano? Due gay o due lesbiche padri-padri o madri-madri (?) di un bambino/a, comperato e fatto crescere dentro l’utero di una donna che non lo può amare perché non è suo per contratto, e che dovrà sbarazzarsene dopo nove mesi…
Questi sono i figli arcobaleno, i figli dell’amore? O sarebbe meglio chiamarli i figli dell’egoismo umano?

Conclusioni
Per evitare assurde (o volute e ignoranti) incomprensioni è bene precisare che qui non si stanno discutendo i sacrosanti diritti degli individui, di tutti gli individui. Neppure si sta correlando l'omosessualità con la pedofilia, due cose assolutamente diverse.
Una unione, intesa come famiglia, può essere tranquillamente costituita da persone dello stesso sesso, con tutti i diritti di qualsiasi altra unione, ma quando di mezzo ci sono dei bambini le cose hanno un altro risvolto.
Un bambino, per crescere e diventare un adulto sano e libero, ha bisogno di due figure ben precise: la madre (l’uovo) e il padre (il seme). Questi due ruoli, con tutte le difficoltà dei casi, con tutte le discordanze e i condizionamenti si possono criticare all’infinito, ma da che mondo e mondo sono sempre state le due figure basilari, il modello da trasmettere e che verrà emulato a loro volta dai bambini.

In natura la prole viene partorita e nutrita da una madre e protetta da un padre. La dicotomia maschile/femminile è sempre esistita e sempre esisterà: Luna (madre) / Sole (padre); Terra (madre) / Cielo (padre), ecc.
In Natura non è così semplice osservare due animali dello stesso sesso che prendono in affitto un utero di un altro animale per aumentare il focolare domestico...
Ecco perché nel Disordine Organizzato che ai piani alti stanno instaurando, sarebbe più corretto parlare di antinatura, di antiuomo.
Si sta instaurando passo dopo passo la distruzione completa dell’essere uomo, partendo dalle fondamenta della famiglia stessa, ma arrivando a tutti gli altri ambiti (spirituale, culturale, economico, ecc.).
Un uomo privo di storia e di cultura è un uomo che non conosce il passato e non sa cosa aspettarsi nel futuro, quindi non può vivere bene il presente.
Un uomo scollegato dalla propria vera e unica origine, i mondi spirituali, è un uomo che vive una falsa esistenza proiettata nella materia e per la materia, gestito e manipolato da forze molto basse.

In questo livello attecchiscono benissimo la pornografia e la corruzione delle anime grazie all’illusione del successo e del denaro…
Un uomo sradicato dalla famiglia e privo di identità sessuale è un uomo facilmente controllabile e manipolabile.
Questo Nuovo Uomo è in sintesi il suddito ideale.
Questo mondo è la fotocopia di quello descritto nel romanzo fantascientifico “Il Mondo Nuovo” del 1932, dal visionario Aldous Huxley**.
L’essere umano privato di tutta l’eredità del passato, in cui ogni aspetto della vita è omologato fino dalla nascita, in cui perfino la riproduzione viene separata dal sesso; ogni creatività e ogni spiritualità vengono annegate nella droga o nel mero piacere sessuale, sia etero che dello stesso sesso, e dulcis in fundo, praticato senza limiti di età (pedofilia).
Ecco quello che si sta affacciando al nostro mondo se non interverremo e ci sveglieremo quanto prima.

Note

* Fecondazione o surrogazione eterologa ed omologa
La surrogazione omologa sarebbe in sostanza l'uso dei gameti (ovulo e spermatozoo) della coppia eterosessuale, mentre la surrogazione eterologa è invece l'uso anche di gameti che non appartengono entrambi alla coppia eterosessuale. La surrogazione eterologa è utilizzabile anche per gli eterosessuali tramite la donazione di ovuli da donatrici.

** Aldous Huxley (1894-1963), futurologo britannico, professore al M.I.T. (Massachussetts Institute of Tecnology) di Boston. Uomo della Sinarchia globale.
Nipote di Thomas Huxley (uno dei fondatori della "Round Table", la Tavola Rotonda), fratello di Sir Julian Sorell Huxley (primo direttore dell'UNESCO, e presidente della "Eugenetics Society", la Società Eugenetica britannica).
Aldous fu membro della Fabian Society e della Golden Dawn, sperimentò in prima persona l'uso di droghe allucinogene e descrisse le sue "visioni" in due opere apologetiche: "Le porte della percezione" (1954) e "Paradiso e inferno" (1956).
L’opera più famosa rimane "Il Mondo Nuovo" (1932)

Per approfondire l’argomento:
“Unisex: la creazione dell’uomo senza identità”, Enrica Perucchietti e Gianluca Marletta, Arianna editrice