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Marcello Pamio - 1/11/2023

Il circolo polare antartico è posto lungo il parallelo 66°33'49" di latitudine Sud.
L'Antartide è stata designata come area protetta dal Trattato Antartico firmato a Washington il 1° dicembre 1959 da 12 Paesi: Argentina, Australia, Belgio, Cile, Francia, Giappone, Nuova Zelanda, Norvegia, Russia, Sud Africa, Inghilterra e Stati Uniti. Successivamente si sono aggiunti al trattato 52 Paesi, tra cui l'Italia.

Nessun atto o attività intrapresi durante la validità del presente Trattato costituisce una base che consente di far valere, sostenere o contestare una rivendicazione di sovranità territoriale nell’Antartide né di istituire diritti di sovranità in questa regione“.

I territori di quel continente possono essere utilizzati solo per scopi pacifici, tutelando flora e fauna locale. Non ci possono essere basi militari (così dicono loro) e si possono effettuare solo ricerche scientifiche (anche militari però).
Il trattato (che si applica dal 60° Parallelo) vieta lo sfruttamento delle risorse naturali e stabilisce regole per l'uso pacifico da parte dei paesi firmatari. Il tutto per proteggere l'ambiente e i suoi abitanti: pinguini e foche.
Non è un po' strano che sia il luogo più protetto del mondo?
Come mai non è possibile sorvolare con un aereo o un drone l'Antartide, come pure arrivarci per nave? In aria si viene bloccati all'istante da caccia militari e in mare fermati da fregate militari. Gli unici viaggi organizzati raggiungono la Penisola Antartica, uno spuntone che guarda caso sta sopra il 60° Parallelo.
Infine è interessante vedere Russia e America nemici giurati tranne che nel continente ghiacciato dove vanno d'amore e d'accordo!
Che sia per la protezione delle foche, dei trichechi e pinguini?
Perché tutta questa segretezza? Cosa c'è in questo continente che non dobbiamo sapere? Forse un'apertura verso altre Terre?
Ovviamente non ce la raccontano giusta, e questo non da oggi. Vediamo come lo stesso furer nazista era molto interessato…

NAZISTI IN ANTARTIDE
Nel dicembre 1938 la motonave Schwabenland guidata dal veterano della Marina tedesca Alfred Ritscher lasciò il porto di Amburgo alla volta dell’Antartide.

Sembrava una normalissima spedizione scientifica voluta da Hitler ma l'obiettivo della missione era creare una base nel continente antartico per dare al Terzo Reich la certezza della vittoria nella guerra che inizierà qualche mese più tardi.
Nel gennaio 1939 la nave raggiunge un'area già rivendicata dalla Norvegia con il nome di Dronning Maud Land.
Ritscher chiama quel territorio Neu-Schwabenland, la Nuova Svevia, un omaggio alla nave sulla quale avevano viaggiato (la MS Schwabenland) stabilendovi una base ed esplorandola da cima a fondo. Bandiere della Germania nazista furono piantate lungo la costa e svastiche nell’entroterra.
Guerra a parte come mai Hitler aveva una vera e propria ossessione per il predominio sull’Antartide? Perché era così importante quel continente? Cercava pure lui i pinguini?
Il 19 marzo del 1943 le forze Alleate denunciano movimenti sospetti in Antartide, operazioni clandestine che hanno come protagonisti i servizi segreti tedeschi, oltre che un considerevole movimento di sottomarini nazisti in direzione sud. Nell'agosto 1946, un anno dopo la fine della guerra, un’imponente forza (4.700 soldati, 33 aerei e 13 navi) viene spostata dagli Stati Uniti in Antartide. Lo scopo ufficiale della missione (operazione Highjump) era la preparazione delle forze armate ai climi estremi. Si certo…😂
Il vero scopo occulto probabilmente era la ricerca delle installazioni naziste come la mitica Base Antartica 211, chiamata anche Neuschwabenland o Neuberlin!
L' Antartide rimane un mistero inspiegabile
Disinformazione.it

L'autunno inoltrato, con l'arrivo delle nebbie e i primi freddi, è un altro punto di svolta della grande Ruota dell'anno. In questo periodo infatti, al primo di novembre cade la festa celtica di Samhain (pronuncia Souin) che in gaelico irlandese indica il mese di novembre, mentre in gaelico scozzese è la festa di Ognissanti.
Questa ricorrenza il cui nome significa "fine dell'estate" rappresenta la controparte di Beltane, è l'arrivo della parte oscura dell'anno, l'inizio stagionale dell'inverno. Samhain era anche il Capodanno celtico! Infatti per l'antico popolo l'anno iniziava con la parte oscura, allo stesso modo in cui il giorno iniziava con le ore notturne.

Nella tradizione celtica il giorno che segna la fine di un ciclo e l'inizio di un altro non appartiene a nessuno dei due: né al passato, né al futuro, ma è un "tempo oltre il tempo".
Tutti i confini, siano essi spaziali o temporali, hanno in moltissime tradizioni antiche una valenza magico-sacrale: un luogo come la spiaggia non appartiene né all'acqua né alla terra, così l'alba e il crepuscolo non appartengono né al giorno né alla notte. Ecco perché mezzanotte è un'ora magica: è al confine fra due giorni.

Questi luoghi e questi tempi, presentano al tempo stesso pericoli e opportunità di conoscenza, perché si può attraverso di essi entrare nell'altro mondo, allo stesso modo in cui energie dell'altro mondo possono entrare nel nostro mondo.
Se ogni festa costituisce al tempo stesso un inizio e una fine, Samhain è un momento speciale perché il velo del tempo si solleva e si può comunicare con gli altri livelli di esistenza. In questo giorno i vivi possono visitare il mondo dei morti e i morti possono tornare tra i vivi.

Così da un lato si propiziavano i morti, dall'altro si dava luogo a disinibite feste che riaffermavano il valore della vita di fronte all'incombente oscurità.
Samhain può sembrare un inizio strano per il nuovo anno, ma l'esistenza per gli antichi era una Ruota in cui la morte intesa come fenomeno naturale precedeva necessariamente qualsiasi nuova nascita. Di tutte le credenze è rimasta qualche eco nelle celebrazioni cristiane dei defunti il 2 novembre, mentre la festa di Samhain fu cristianizzata come Ognissanti.

Si tratta anche del giorno che celebrava la fine dell'ultimo raccolto dell'anno quello delle mele, frutto sacro per molte tradizioni. Un altro raccolto celebrato dai Celti, oltre alle noci era quello delle nocciole, frutto simbolo della Sapienza magica. Il legno di nocciola infatti era il più indicato per bacchette magiche o rabdomantiche.
Tra i frutti di Samhain nessuno è più presente nei miti e nelle tradizioni dell'Occidente quanto la comune mela, che rappresenta l'amore e la conoscenza. La mela nasconde al suo interno un simbolo sacro: se si taglia il frutto orizzontalmente infatti si vedrà apparire al centro una stella a cinque punte, la cui simmetria riflette la sezione aurea del numero sacro dei pitagorici. Il Pentagramma o Pentalfa è il simbolo presente in numerose tradizioni.
Non mancano poi i miti che collegano la mela all'immortalità e non a caso il melo è l'albero Sacro di Avalon il cui nome significa appunto, l'isola delle mele!

Come nelle altre feste celtiche anche e soprattutto a Samhain il fuoco aveva un ruolo importante; considerato come simbolo della scintilla della vita futura che rifiorirà in primavera. Alla vigilia della festa tutti i fuochi delle case venivano spenti e la gente si raccoglieva sulle cime delle colline dove era stato preparato un grande falò. Tutti attendevano in silenzio nell'oscurità che trascorresse l'ora fatale tra le stagioni e che gli spiriti fossero allontanati. Poi il sacro fuoco era acceso dai druidi, e passato il pericolo la gente festeggiava con grande gioia. All'alba ciascuna avrebbe preso una torcia dal falò per riaccendere il proprio focolare domestico.

Il fuoco di Samhain era anche un faro, una guida per le anime perdute, le quali potevano usare la sua luce per andare o tornare nel luogo di riposo. Echi dei fuochi di Samhain permangono nelle candele collocate all'interno di zucche intagliate a forma di testa umana.
La tradizione veneta racconta per esempio che bisogna accendere una decina di lumini perché durante la notte di Samhain le anime dei morti sfilano per i cieli bui e proprio quelle fiammelle sarebbero servite per rischiarargli il cammino. Per questo era importante accendere sulla finestra una "lumera" o una "suca baruca", una zucca intagliata con all'interno un lume per aiutare i defunti nel loro processore notturna.

Halloween
Numerosi sono gli echi pagani nella festa di Halloween negli Stati Uniti, dove gli spiriti dei defunti e gli esseri fatati sono interpretati da bambini mascherati che passano di casa in casa a chiedere offerte di dolci, in quella che è l'usanza del "dolcetto o scherzetto". In Irlanda invece i bambini vanno in giro chiedendo noci e mele, i frutti appunto di Samhain.
L'usanza del dolcetto invece si colloca nella scia della tradizione di offrire cibo ai morti per propiziarsi il loro potere.

Come celebrare Samhain
In questo periodo cominciano gli oscuri e freddi giorni invernali. Nelle campagne c'è poco lavoro da fare, le foglie cadono dagli alberi e le giornate si accorciano. Approfittiamo di questo periodo dell'anno in cui la natura muore apparentemente, ritirandosi in se stessa come i semi si ritirano nel terreno, per raccoglierci noi stessi intraprendendo viaggi interiori nella nostra coscienza.
Ora è tempo che la nostra attenzione passi da lato materiale a quello spirituale. È tempo di riflessione, di viaggi interiori.
È un periodo adatto a tutti i tipi di meditazione e tradizionalmente propizio alle arti di divinatorie, essendo un momento di passaggio in cui si incontrano passato, presente e futuro.
Inoltre siccome l'energia di questo tempo ha a che fare con la morte, può essere il momento ideale per rivolgere i nostri pensieri di amore e luce alle persone care che ci hanno lasciato. Accendendo delle candele...

Tratto dai libri: "Feste Pagane" di Roberto Fattore e "Calendario tradizionale veneto pagano" di Elena Righetto

Per comprendere realmente quello che sta accadendo in Palestina - al di là delle ideologie - è importante conoscere la storia di quella terra e di quelle popolazioni.
La frontiera tra Gaza e Israele, lunga circa 5 km, è l’area più sorvegliata del pianeta. Ci sono bunker ovunque pieni zeppi di soldati 24 ore su 24. Telecamere, visori a infrarossi e sensori di ogni genere.
Quindi com'è possibile che centinaia di terroristi di Hamas con trattori, jeep, deltaplani, droni (mancavano solo i monopattini) siano spuntati dal nulla, senza che il Mossad lo sapesse?
Diciamolo chiaramente: è impossibile! A Gaza non c'è foglia che si muova senza che Israele lo voglia…

Marcello Pamio – 21 settembre 2023

Pian piano, un passo alla volta, il ciclo annuale fa il suo giro nella Ruota della Vita, e in questo periodo raggiunge l’Equinozio d'Autunno (23 settembre) sotto il segno della Bilancia, che simboleggia guarda caso proprio l'equilibrio.

Giorno e notte, luce e ombra hanno lo stesso peso: il momento dell'equilibrio tra le due forze che governano il mondo.

Il ciclo vitale naturale, iniziato nel segno dell'Ariete in primavera, giunge così al termine con la Bilancia, come l’Alfa e l’Omega, asse verticale che collega l'alto e il basso.
L'asse Ariete-Bilancia e quello Cancro-Capricorno formano la croce della Vita: simboleggiano rispettivamente l'inizio (Ariete), l'equilibrio (Bilancia), la culla della Vita (Cancro) e la procreazione (Capricorno).

L'equinozio d'autunno è la penultima porta dell'anno agricolo, quella che indica la chiusura della stagione dei frutti e l'imminente avvicinarsi della stagione della morte: l'inverno. Per questo è un momento di preparazione dove si tirano le somme su ciò che si è seminato durante l'anno. I frutti sono ormai maturi e quello che si è raccolto servirà a tenerci vivi durante la stagione fredda: se avremo raccolto molto, sarà un inverno buono, se invece avremo raccolto poco sarà povero e affamato, e questo non solo dal punto di vista fisico ma anche spirituale.
In agricoltura è la fine del raccolto e la festa del secondo raccolto (dell'ultima frutta e degli ortaggi, in particolare dell'uva).

Il periodo che va dall’Equinozio di autunno al Solstizio d’inverno ha a che fare con il mondo oscuro del buio, dei morti, dell’aldilà presso cui i vivi non possono agire direttamente se non con una presa di coscienza della dimensione invisibile che esiste parallelamente alla nostra.
Per celebrare al meglio questo passaggio sarebbe interessante puntare all’aspetto meditativo, non in senso passivo, ma semmai di bilancio delle cose fatte e di presa di coscienza verso il ringraziamento, la speranza e soprattutto l’attesa per un nuovo ciclo!

Ancora una volta - dopo l’Equinozio primaverile - il giorno e la notte sono in perfetto equilibrio, ma dal 24 settembre in poi l’oscurità inizierà a crescere fino al culmine del Solstizio invernale (circa il 21 dicembre) con il massimo del buio e il minimo della Luce...

Guido Reni, 1636

Estremamente connessa ai significati dell’Equinozio d’autunno il 29 settembre è la festa di Michele, l’Arcangelo legato alle forze cristiche, alla forza Solare, sinonimo della volontà necessaria ad attraversare il buio della stagione invernale. Non a caso nell’iconografia è rappresentato come il difensore della Luce con una spada fiammeggiante in mano che tiene a bada il diavolo (mostro tellurico) accasciato ai suoi piedi e simbolo delle forze del male (tenebra).
Nonostante le forze della natura si affievoliscano in questo periodo, il senso dell’Arcangelo Michele è proprio quello di attingere al coraggio, alla forza, alla Luce interiore che sconfigge la paura che cresce con l’avvicinarsi del buio e del freddo.
Simbolicamente è la forza interiore che ognuno di noi ha e che ci permette di attraversare l’abisso del buio, per ricominciare un nuovo ciclo, fino alla rivincita della Luce...

Stavo proprio leggendo in questi giorni il suo libro “L’arte dell’invisibilità”, quando mi sono imbattuto nella notizia che Kevin Mitnick, considerato da tutti l’hacker più ricercato del mondo, è morto a 59 anni!
Universalmente conosciuto con il soprannome di "Condor" per via di una serie di crimini informatici e furti di dati commessi tra gli anni Ottanta e Novanta.

La più grande minaccia per la sicurezza di un’azienda o un’organizzazione, era solito dire, non è un virus informatico, ma l’uomo: “L’anello debole sono le persone”!

Kevin è stato una delle persone più ricercate negli Stati Uniti, ma ad abbatterlo è stato un cancro al pancreas (non sappiamo se incentivato o meno dai diserbanti genici).

Il ‘re degli hacker’ ha manomesso reti informatiche aziendali e governative, sottratto migliaia file di dati, compresi segreti industriali e numeri di carte di credito che ha sempre affermato di non aver mai utilizzato.
E’ riuscito a bucare i sistemi informatici della potente compagnia telefonica Pacific Bell, di Motorola, Nokia, Nec, Apple e moltissimi altri.

Quando entrò in gioco l’Fbi, la sua cambia drasticamente, trasformandolo in un fuggitivo. Passerà parecchio tempo a Denver con il nome inventato di Eric Weisz (il vero nome dell’illusionista Harry Houdini). Qui si iscriverà in palestra per cambiare fisico, modificherà la sua camminata e cercherà di restarsene per conto suo per evitare di essere riconosciuto in un periodo durante il quale le televisioni mostrano spesso il suo volto.

Nel 1994, quando ha 31 anni ed è in fuga, Mitnick commette un errore fatale. Nel giorno di Natale entra nel computer del ricercatore Tsutomu Shimomura, esperto di sicurezza informatica impiegato nel San Diego Supercomputer Centre. Il giapponese non la prende bene e si mette all’opera per capire chi è il responsabile dell’incursione, scoprendo che il modem da cui tutto è partito è collegato a una rete telefonica vicina a Raleigh, North Carolina, dove nel frattempo Mitnick si è trasferito.

Alle 2 del mattino del 16 febbraio 1995 l’Fbi sfonda la porta di casa e lo arresta con l’accusa di uso illegale del telefono e di frode informatica.
Ma nel corso del processo l’accusa riesce a convincere il giudice che Mitnick sarebbe stato in grado di intrufolarsi nei più critici sistemi di sicurezza nazionale e sferrare un attacco nucleare. Accusa a dir poco ridicola, ma eravamo agli albori della cybersicurezza, per cui il giudice si convince dell’estrema pericolosità di Mitnick e lo condanna a cinque anni di carcere di cui uno in isolamento.

Contro la sentenza si levò la protesta di un movimento mondiale con lo slogan "Free Kevin".

Cosa ha spinto Mitnick a rischiare così tanto? “Le motivazioni sono sempre state opache”, si legge sul New York Times. “Si è recentemente scoperto che aveva accumulato migliaia di numeri di carte di credito, inclusi quelli di alcuni ben noti milionari della Silicon Valley. Eppure non c’è al momento alcuna prova che Mitnick abbia usato questi numeri. Inoltre, ignorando la possibilità di guadagni economici derivanti dalle informazioni sottratte, Mitnick è sempre sembrato più che altro interessato a dimostrare che le sue capacità tecniche erano superiori degli esperti incaricati di garantire la sicurezza dei sistemi informatici”.

Scontata la pena, Kevin Mitnick aveva cambiato vita, sfruttando le sue abilità per lavorare come consulente informatico, fondando la società di cybersicurezza Mitnick Security.

A Mitnick nel 2000 gli hanno dedicato perfino un film: Takedown

R.I.P.

Marcello Pamio - 20 agosto 2023

Oggi ho visitato la cappella di San Severo a Napoli.
Beh, che dire? Stupenda e merita di essere visitata non solo per l'esplicito riferimento alla tradizione ermetica e massonica ma soprattutto per conoscere alcune opere di Raimondo di Sangro.
Il Principe di San Severo fu uno dei personaggi più eclettici e misteriosi non solo di Napoli ma d'Italia. Scienziato, esoterista, alchimista e Gran Maestro della Massoneria di Napoli.

Fu grazie alle sue conoscenze esoteriche che prese piede il quadro ritualistico nel quale operò e maturò l'impianto simbolico per la sua cappella. È un vero e proprio viaggio iniziatico. Non a caso le sculture della Cappella sono state collocate secondo lo schema di una vera Officina Massonica: l'ingresso principale è a Occidente, a destra c'è il Sud con la colonna del Sud (Jakin), a sinistra il Nord (Boaz) con la colonna del Nord e di fronte c'è l'Oriente. Le due colonne del Tempio di Salomone…
Per arrivare al capolavoro assoluto del 'Cristo velato' pensato come il coronamento del percorso dei tre gradi massonici. Solo a loro era infatti riservata la visione.

Ancora oggi questa opera scultorea di marmo rimane un mistero per la sua magnificenza realistica…
Per non parlare delle "macchine anatomiche". Un uomo e una donna metallizzati.

Il risultato degli esperimenti di Raimondo, che avrebbe iniettato a due suoi servi una soluzione misteriosa in grado di metallizzare il sangue dell’apparato circolatorio…
Ovviamente secondo la narrativa ufficiale sono il frutto del lavoro di un medico siciliano, Giuseppe Salerno. Sarà ma oggi non sono in grado di riprodurle…
Insomma un luogo assolutamente da visitare!!!

Marcello Pamio – 23 giugno 2023
Stiamo parlando di uno dei brani più belli e ascoltati della storia universale della musica!
Scritto da Roger Waters nel 1975 e pubblicato all’interno del disco da cui prende il nome “Wish You Were Here”.
Un brano che smuove a prescindere, che fa nascere emozioni dentro l’anima, anche se la maggior parte delle persone non conosce il senso profondo di questo capolavoro assoluto. Non parla infatti di amore, almeno non nel senso in cui lo intendiamo noi…
Il messaggio forte è già compreso nel titolo ed è dedicato a Syd Barrett, uno dei fondatori e frontman dei Pink sparito dalle scene nel 1968 a seguito di gravi problemi mentali, molto probabilmente causati dall’abuso di droghe e alcol.
Ma Wish you were here non rimpiange solo la sparizione di Barrett, è un testo che parla di ognuno di noi, di come ci lasciamo soggiogare dai ritmi frenetici della vita, dai nostri condizionamenti e abitudini, senza accorgerci che nel frattempo la Vita scorre via. Perdendo così la grande occasione di evolvere la nostra coscienza anche grazie alle avversità, alle separazioni, alle perdite e ai cambiamenti inaspettati…
Il mostro sacro Roger Waters invita a guardare oltre la superficie della quotidianità, ci spinge a riflettere sul vero senso dell’esistenza, a distinguere una vita autentica da una finta e mascherata (che però ci soddisfa mentalmente), che non ci rende uomini liberi e felici.
Basta leggere le parole di Waters a proposito del senso della sua opera: “Sei abbastanza libero da riuscire a sentire la vita nella sua autenticità, la vita che ti attraversa e procede con te mentre tu procedi come parte di essa? O no? Perché, se non ci riesci, rimani fermo allo zero fino alla morte”.
Ecco la traduzione del testo…

Vorrei che tu fossi qui
Quindi, quindi tu pensi di saper distinguere
Il paradiso dall’inferno
Cieli blu dal dolore
Di saper distinguere un prato verde
Da una fredda rotaia d’acciaio?
Un sorriso da un velo?
Tu credi di riuscire a distinguere?

Ti hanno portato a barattare
I tuoi eroi in cambio di fantasmi?
Calde ceneri in cambio di alberi?
Aria calda in cambio di brezza fresca?
Freddo conforto al posto del cambiamento?
Hai preso
Un ruolo da comparsa in guerra
In cambio di un ruolo da protagonista in gabbia?

Come vorrei, come vorrei che tu fossi qui
Siamo solo due anime perse
Che nuotano in una boccia di pesci
Anno dopo anno
Correndo lungo lo stesso vecchio terreno
E cosa abbiamo trovato?
Le stesse vecchie paure
Vorrei che tu fossi qui.

Marcello Pamio

Il suo vero nome era Leonardo Pisano ma il mondo lo conosce come Fibonacci.
Leonardo è nato a Pisa nel 1175 ed è morto nella stessa città nel 1235 circa. Figlio di Guglielmo dei Bonacci, un rappresentante di mercanti della repubblica marinara di Pisa da cui deriva il nome Fibonacci, e cioè “Filius Bonacci”.
Senza ombra di dubbio è uno dei più grandi matematici del mondo che riuscì a fondere assieme la geometria greca euclidea con la matematica elaborata dalla scienza araba e da quella alessandrina.
L’Italia stava vivendo un periodo molto intenso dal punto di vista culturale, artistico e scientifico grazie ai traffici con l’Oriente delle repubbliche marinare.

Leonardo assieme al padre passò molti anni in Algeria dove poté studiare l’aritmetica degli arabi musulmani e la geometria euclidea.
Crebbe a Bugia ad Algeri dove il padre era impiegato di dogana per conto di alcuni mercanti pisani, e lì venne stato istruito con l'abaco (una specie di pallottoliere) ad usare la numerazione arabica del tutto ignorata fino a quel momento in Europa. Fu qui infatti che apprese il sistema numerico indo-arabico, che corrisponde all’attuale sistema decimale fondato sulle dieci cifre da 0 a 9. Sistema molto più pratico per effettuare i conti rispetto al classico romano, soprattutto per la presenza dello “0” ad indicare l’assenza di qualcosa. Per noi cosa scontata, ma non per l’epoca e soprattutto era di enorme aiuto nell’effettuare i calcoli (per i commercianti)!

Viaggiò moltissimo nel Nord Africa ed in tutto il Mediterraneo conoscendo i più grandi scienziati e intellettuali arabi del tempo.
Le sue incredibili abilità e capacità nel risolvere problemi di matematica arrivarono fino alle orecchie dell’imperatore Federico II di Svevia, regnante in Sicilia dove, tra il 1230 e il 1250 fondò la famosissima e prestigiosa Scuola Siciliana, centro culturale unico del Mediterraneo.
Federico II consegnò a Leonardo un assegno che gli permise di dedicarsi completamente ai suoi studi matematici.

Tra le sue opere, la più importante fu rappresentata da quattro libri: Liber Abaci, LiberQuadratorum, PracticaGeometriae e Flos.

Successione o serie di Fibonacci
Cercando di trovare una legge matematica che descrivesse la crescita di una popolazione di conigli, Leonardo arrivò alla scoperta della successione che prese il suo nome, composta da numeri dove ogni elemento è dato dalla somma dei due che lo precedono. 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21…
Questa sequenza in realtà era già nota ai matematici arabi e anche a quelli indù fin dai tempi antichi.

Il nome “numeri di Fibonacci” fu dato nel diciannovesimo secolo dal matematico francese Edouard Lucas (1842-1891), celebre anche per il gioco della "Torre di Hanoi".
La magia sta nel fatto che il rapporto tra questi due numeri successivi si avvicina molto rapidamente a 0,618 (1:2= 0,5; 2:3= 0,667; 3:5= 0,6; 5:8= 0,625; 8:13= 0,615; 13:21= 0,619…).
Quindi il rapporto tende a 1,618, il famoso “Rapporto aureo” chiamato anche la “proporzione divina”, un numero irrazionale che ha misteriose proprietà...
Attorno all’anno 1228, cioè verso i cinquant’anni Fibonacci scomparve completamente dalla scena...

Abbiamo detto che i rapporti tra due numeri affiancati della successione danno come risultato la costante Phi della sezione aurea (ϕ=1,618033...).

1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89,144, 233, 377, 610, 987,1597, 2584, 4181, 6765,10946, 17711, 28657, 46368, 75025

Il numero aureo è una costante matematica indicata con la lettera greca φ, ed è per definizione il rapporto tra due grandezze in proporzione aurea.
Il numero aureo vale ((1+√5)/2):

ϕ=1,6180339887...

Sezione Aurea
Un altro modo per definire la Sezione Aurea è prendere un numero A e un numero B e dire che A+B sta ad A come A sta a B.

Quindi φ→(A+B) : A = A : B

Il segmento totale C (A+B) sta al segmento più lungo A, come A sta al segmento più corto B:

C : A = A : B = φ

Rettangolo aureo
Un rettangolo è aureo quando le sue dimensioni soddisfano la proporzione aurea!
I due lati del rettangolo stanno tra loro nel rapporto definito dalla Sezione Aurea.
Volendo esprimere in formula la definizione di rettangolo aureo, il lato maggiore è A e quello minore è B.

A : B = B : (A-B)

Dal rettangolo aureo si può partire e disegnare la famosissima Spirale Aurea o di Fibonacci.

Proporzioni che danno vita alla forma estetica perfetta!
Dagli Egizi a Leonardo Da Vinci arrivando ovviamente fino al matematico Fibonacci tutti hanno ampiamente usato questa proporzione considerata Divina.

Troviamo la spirale aurea nelle micro-SIM telefoniche, nella facciata del Partenone di Atene, nella Gioconda di Leonardo, nella piramide di Cheope, nella struttura delle conchiglie, nella disposizione dei petali dei fiori, nei cicloni, ecc.  

Marcello Pamio - 1 maggio 2023

Gli ebrei dominano oggi Hollywood come la dominavano all'epoca della sua creazione per mano ebraica. La presenza ebraica ad Hollywood è dunque un fatto storico.
La maggior parte dei produttori e dei registi così come dei finanziatori, è ebraica.
La Writers Guild (il Sindacato sceneggiatori) è composto da ebrei per l’80%”
The Jewish Post and Opinion, 6 dicembre 1994

Che gli ebrei abbiano rivestito un ruolo centrale nella fondazione delle major, le case di produzione cinematografica in America e nel mondo, è cosa nota. Che la stragrande maggioranza dei produttori sia stata, e sia, di ascendenza ebraica (fino a sfiorare nei ruoli direttivi quote del cento per cento) è già meno noto.
E gli attori, potevano essere esenti da questo collegamento? Ovviamente no, e infatti i più bravi e premiati attori di Hollywood, guarda caso sono ebrei!
Ecco un elenco assolutamente incompleto dei nomi di alcuni di loro...

Attori ebrei di Hollywood
Woody Allen (nato Allan Stewart), Pamela Anderson (nata Johan Goldstein), Gillian Anderson (X-Files), Jennifer Aniston,(demi-juive), Lawrence Bacall (nata Elizabeth “Betty” Joan Weinstein Perske), Patrizia Arquette, Ellen Barkin, Jennifer Beals, Warren Beatty (nato Henry Warren Beaty), Jack Black, Orlando Bloom (Orlando Jonathan, Blanchard), Larry Kravitz, Tom Bosley (Happy Days), Matthew Broderick (demi-juive), Charles Bronson (nato Bunchinsky), Mel Brooks (Melvin Kaminsky), Sandra Bullock, Steve Buscemi, James Caan (nato Cahn, figlio di un macellaio Kosher), Charles Spencer Chaplin, Jennifer Connelly, Kevin Costner, David Cronenberg, Billy Crystal, Jamie Lee Curtis, Tony Curtis, Bette Davis, Daniel Day-Lewis, Robert De Niro, Eric Douglas, Kirk Douglas, Michael Douglas, Robert Downey Jr, Michael Dreyfuss, David Duchovny (X-Files), Katharine Hepburn, Mark Zuckerberg (Facebook), Mia Farrow, Farrah Fawcett, Peter Falk (Colombo), Harrison Ford, Jodie Foster, Zsa Zsa Gabor, Art Garfunkel (musicista), Whoopi Goldberg, Cary Grant, Gene Hackman, Robert Harris (nato Hurwitz), Rita Hayworth, Dustin Hoffman (nato David Hoffman), Philip Saymour Hoffman, David Horowitz, Ellen Hunt, Scarlett Johansson, Buster Keaton, Larry King (nato Harvey Lawrence Zeiger), Ben Kingsley, Calvin Klein, Christopher Lambert, Shield McCartney, Jerry Lewis, Dean Martin, Walter Matthau, Lisa Minelli, Paul Newman, Demi Moore (nata Demetria Gene Guynes), Julianne Moore, Olivia Newton John, Jack Nicolson, Leslie Nielsen, Scott Bakula, Gwyneth Patrow (demi-juive), Sean Penn, Joaquin Phoenix, Sydney Pollac, Natalie Portman, Lisa Mary Presley, Sidney Rome, Robert Redford, Tim Roth, Winona Ryder, Peter Sellers, Silvester Stallone (nato Michael Sylvester Enzo Stallone), Ben Stiller, Meryl Streep, Barbra Streisand, Warren Beatty, Richard Gere, Liam Neeson, Uma Thruman, Liv Taylor, Elizabeth Shue, Rachel Weisz, Gene Wilder, Robin Williams, Henry Winkler, James Wood......

Registi ebrei
Alcuni dei registri giudei: Walt Disney, Frank Capra, Francis Ford Coppola, Brian De Palma, Martin Scorsese, Robert Altman, James Cameron, Robert Aldrich, Sidney Lumet, Roman Polanskij, Sydney Pollac, Stanley Kubrick, Woody Allen, Oliver Stone, Tim Burton, Ben Stiller, Steven Spielberg, Andy e Larry Wachoski.

I potenti dietro le quinte
Il più potente dei nuovi mogul è David Geffen, gran capo della confraternita omosessuale della West Coast e massimo sponsor della causa gay, alla quale contribuisce con una media di 5 milioni di dollari all'anno.

David Geffen

Nell’autunno 1994 Geffen (il cui patrimonio è valutato da Forbes un miliardo di dollari) si lega a Spielberg e a Katzenberg per progettare il nuovo colosso dell’Entertainment.
Il marzo seguente, mediatore Herb Allen della coca-cola, il trio si allea con MCA di Wasserman e Sheinberg e con la Microsoft di Bill Gates. Nasce così la Dreamworks SKG Interactive, che diviene la più potente società planetaria di tecnologia multimediale e giochi interattivi.

Un altro personaggio è Michael Ovitz, figlio di un commerciante di liquore legato ai Bronfman.

Michael Ovitz

Ovitz è il mediatore supremo, e senza la sua approvazione si impedisce il varo della maggior parte dei film di Hollywood! Gestisce da solo la CAA, Creative Artist Agency per cui ha i contatti di mezzo firmamento hollywoodiano. Detto questo è facile capire che nessuno gli mette i bastoni tra le ruote. Il vero padrone di Hollywood e il denaro, ma certamente Ovitz è il massimo controllore dell'accesso degli Studios a grandi quantità di denaro. Controlla infatti il 75% del mercato degli attori, delle attrici, dei sceneggiatori tra i primi 500 al mondo. Un monopolio inestimabile.
Ogni anno riceve 100.000 copioni di aspiranti sceneggiatori che cercano di piazzare uno script; li fa leggere tutti, li archivia, li cataloga e manda una risposta, che nel 99% dei casi è negativa.
Un migliaio di copioni li acquista, in opzione per cinque anni, pagandoli qualche migliaia di euro l'uno con regolare contratto. Questi soldi sono ben investiti perché si decuplicheranno...

Tratto da "Trafficanti di sogni", Gianantonio Valli

Marcello Pamio - 9 aprile 2023
Non tutti sanno che dagli ebrei vengono costituiti i presupposti materiali delle spedizioni di Colombo, casualmente lo stesso anno in cui gli ebrei vennero espulsi dalla Spagna…
E' stato infatti il denaro ebraico a rendere possibile i suoi due primi viaggi. Il primo grazie alla sovvenzione fornitagli dal consigliere reale Luis de Santangel, il vero protettore della spedizione di Colombo. La seconda spedizione viene ancora realizzata con denaro ebraico, questa volta fornitogli non più a titolo di dono volontario: si tratta del denaro lasciato dagli ebrei espulsi, che Ferdinando D'Aragona ha fatto conquistare a beneficio del Tesoro.
Non solo, ma molti ebrei si sono imbarcati sulla nave di Colombo, e il primo europeo che toccò il suolo americano è stato un ebreo: Luis de Torres. Ma la cosa ancor più interessante è che Colombo stesso è stato di recente rivendicato dagli ebrei come uno di loro!
Durante una seduta della società di geografia di Madrid, lo scienziato Don Celso Garcia de la Riega ha riferito delle proprie ricerche colombiane da cui risulterebbe che Cristòbal Colòn (e non Colombo) era spagnolo di origine ebraica da parte di madre!
Non appena le porte del Nuovo Mondo si sono dischiuse agli europei, gli ebrei vi si precipitarono in massa e presero parte molto attiva alla fondazione di tutte le colonie.
Nella prima metà del XVII Secolo tutte le grandi piantagioni di zucchero erano nelle mani degli ebrei, i quali occupavano anche posizioni di predominio nel Tabacco Trust e nelle Telecomunicazioni. Si ritrovano anche alla testa di potentissime banche attraverso cui esercitare un controllo indiretto su gran parte della vita economica. Infine ricordo che una considerevole parte del capitale azionario della Compagnia Olandese delle Indie Orientali era in mano giudea!
Sostituite ora il termine ebreo con il più corretto ashkenazita, e il quadro prende forma.

Tratto dal libro "Gli ebrei e la vita economica" di Werner Sombart, Lipsia

Marcello Pamio - 30 dicembre 2022

Il mondo intero da un po’ di tempo viene mantenuto in allarme e allerta da uno dei più colossali falsi della storia. No, non mi riferisco alla psicopandemenza, ma alla “crisi climatica”.
Hanno dovuto perfino cambiarne il nome in quanto dopo il 1999 le temperature si sono mantenute pressoché costanti, nonostante le emissioni aumentassero senza sosta, e dal “Riscaldamento globale”, detto anche “Global Warming”, sono passati al “Climate Change” o “Cambiamento climatico”.
Negli ultimi anni però l’opinione pubblica ha cominciato a riflettere sul fatto che i cambiamenti climatici ci sono sempre stati nella storia del pianeta, e i camaleonti al potere, hanno cambiato di nuovo le carte in tavola: oggi non si parla più nemmeno di “Cambiamento climatico”, ma di “Crisi climatica”.
Lo scopo è sempre quello: generare paura, allarmi ingiustificati e vagheggiare catastrofi ambientali, per diffondere il panico (avendo la giustificazione per legiferare ad hoc) e monetizzare in denaro sonante oppure in carriere politiche e/o accademiche. Le crisi sono sempre grandi opportunità per il regime.

Per fortuna non tutti hanno l’anello al naso e nel 2019 il professor Uberto Crescenti docente di geologia ed ex rettore Universitario, riunì un gruppo di accademici, proponendo loro di scrivere una petizione ai responsabili politici di questo paese, spiegando che il riscaldamento globale di origine antropica è una vera e propria truffa! La petizione è stata inviata al Presidente della Repubblica, del Senato, della Camera e del Consiglio. Risultato? Meno di zero.
A livello globale una simile petizione è stata firmata da oltre 900 gli scienziati e inviata al Segretario generale dell'ONU, ma l’Organizzazione delle Nazioni l’ha buttata nel cesso, preferendo al suo posto la scientificità della piccola autistica...

Le epoche glaciali e interglaciali
Il nostro pianeta ha vissuto in uno stato di perenne glaciazione - intervallato ogni 100.000 anni - da alcune migliaia di anni di Optimum climatici (periodi caratterizzati da un clima relativamente caldo) della durata di circa 20.000 anni.
Nessuno ricorda che la concentrazione atmosferica di CO2 oggi è ben maggiore che nel passato quando la temperatura era lo stesso livello di oggi, se non addirittura più alta come in epoca romana e medioevale!

Il clima quindi non sembra essere governato dalla CO2 e che quella generata dalle attività umane non sta riscaldando il pianeta.

Durante l'attuale Optimum climatico vi sono stati periodi più caldi intervallati da periodi più freddi (chiamati piccole glaciazioni).
Nella storia sono ben distinti gli Optimum climatici: Olocenico, Romano e Medievale e la cosa pazzesca è che la temperatura media del pianeta di oggi non ha ancora raggiunto i livelli di questi periodi caldi precedenti! Quindi di cosa stiamo parlando?
L’attuale riscaldamento climatico è già successo molte volte in passato, e anzi si può affermare che il pianeta è oggi più freddo rispetto molti periodi del passato.

Nella figura sopra si può vedere come dopo tre secoli di Periodo Caldo Medievale, seguirono altri tre secoli della Piccola Era Glaciale, con un minimo di temperatura globale medio intorno al 1690.
La Piccola Era Glaciale corrisponde ad un periodo di minima attività solare e il minimo della PEG è noto gli astrofisici come “Minimo di Maunder” (grafico sotto).

Minimo di Maunder

Siamo usciti dalla piccola Era Glaciale (1690) cominciò circa 330 anni fa quando la temperatura media globale cominciava lentamente ad aumentare!
L'attuale riscaldamento altro non è che la continuazione dell’uscita dalla Piccola Era Glaciale, i secoli più freddi degli ultimi 10.000 anni, ed è proprio per questo che il successivo riscaldamento non deve sorprendere!

Global cooling
Forse a molti è sfuggito un piccolo particolare: negli anni Settanta del secolo scorso l'allarme climatico era il raffreddamento globale, il Global Cooling!

Time edizione del 1977

Quando però il clima ricominciò a scaldarsi e lo fece per una decina d'anni, ci fu una sorta di dietrofront: il nuovo ordine di servizio era che le attività umane fossero sempre responsabili di disastri ambientali ma stavolta hanno iniziato lanciare strali contro il riscaldamento globale.
Addirittura chi sosteneva questo dava anche una spiegazione del raffreddamento precedente, e come mai fosse cessato. Dissero che oltre il gas serra CO2, l'umanità immetteva nell’atmosfera anche Ossidi di zolfo, che avrebbero l'effetto opposto sulla temperatura.

Quindi quando fa comodo i paraculi tirano in ballo l'ossido di zolfo che causa raffreddamento, o la CO2 che causa riscaldamento!

Il dato di fatto oggettivo è che negli ultimi 100 anni la temperatura è cresciuta nei periodi 1920-1940 e 1980-2000, ma ha smesso di aumentare - anzi è leggermente diminuita - negli anni 1940-1980 e 2000-2014. In tutto questo periodo però le emissioni di CO2 sono aumentate senza sosta!
Attenzione nessuno sta dicendo che la CO2 non sia un gas serra, ma evidentemente la sua incidenza sul riscaldamento del pianeta è irrilevante.

Protocollo di Kyoto
Il Protocollo di Kyoto, pubblicato l'11 dicembre 1997 impegnava i paesi che l'avessero sottoscritto a ridurre le emissioni in media di circa il 6% rispetto ai valori del 1990.

Nel 2008 fallimento del protocollo era lapalissiano, visto che le emissioni in quell'anno erano state il 40% superiori a quelle del 1990.

Nonostante questo l’Unione Europea approvava il pacchetto 20-20-20 per il clima.
I 27 paesi dell’UE avrebbero dovuto ridurre le emissioni del 20% entro il 2020, aumentare l'efficienza energetica del 20% e portare al 20% il contributo dell'energia rinnovabile al fabbisogno energetico europeo. Follia delle follie.
La colossale presa per il culo è che non ha alcun senso ridurre le emissioni in Europa quando quelle del resto del mondo continuano ad aumentare esponenzialmente. Attualmente i principali inquinatori sono Stati Uniti, Cina e India.
Se le emissioni degli Stati Uniti sono aumentate del 3% rispetto quelle del 1990, quelle della Cina e India sono aumentate rispettivamente del 320% e 350%.
Sapete qual è il risultato finale?

Le emissioni globali sono oggi il 60% in più di quelle del 1990, altro che il 6% che si auspicava il protocollo di Kyoto

Conclusioni
Nonostante la narrazione deil mainstream, il clima è certamente uno dei fenomeni più complessi in Natura, in quanto governato da numerosi parametri: pensare che esso possa dipendere agendo solo su un parametro è da dementi seriali.
La conclusione è molto semplice: l’aumento delle emissioni di gas serra e l’aumento del riscaldamento climatico non c’è alcuna correlazione e pertanto non vi è alcuna relazione di causa effetto!

Dal libro "Non esiste alcuna emergenza climatica", di Franco Battaglia, ed. 21mo secolo

Verso la metà del diciannovesimo secolo il medico batteriologo francese Antoine Béchamp (1816-1908) presentò al mondo la teoria pleomorfica. Una visione della Vita incredibile dove i batteri non sono immutabili ma possono cambiare forma e funzione a seconda del terreno in cui vivono.

Antoine Bechamp

Le sue scoperte misero le basi per una concezione straordinaria del vivente: l’esistenza di forme parassitarie all’interno del corpo umano. Intuizione che avrebbe cambiato il paradigma scientifico se non fosse comparso sulla scena l’attore-farmacista più famoso al mondo: Pasteur!
Secondo il chimico francese Louis Pasteur (1822-1895) infatti, il sangue e i tessuti degli organismi sani sono dal punto di vista batteriologico sterili; tutti i patogeni sono esogeni, cioè arrivano dall’esterno invadendo il corpo; i microrganismi sono immutabili e dulcis in fundo: ciascun microbo è in grado di causare una sola malattia.

Louis Pasteur

La sua teoria però non spiega quello che avviene nella realtà, come ad esempio il mutamento dei microrganismi sia in vivo che in vitro quando si modifica il terreno colturale, e la presenza di agenti microbici nei tessuti di soggetti sani senza alcuna sintomatologia.
Per Béchamp invece i microrganismi vivono da sempre dentro le cellule, e noi li ospitiamo anche quando siamo in perfetta salute. Fanno parte di noi! Ecco perché i batteri non sono la causa ma il risultato di una patologia, cioè del cambiamento del terreno biologico.

La differenza tra i due era dir poco abissale!

Se non bastasse Béchamp aveva dimostrato che tutte le cellule viventi contenevano piccolissime particelle proteiche da lui chiamate “microzimi”. Questi microzimi o “granulazioni molecolari” sarebbero eterni, indistruttibili e in grado di continuare a vivere anche dopo la morte dell’organismo-ospite!
In particolari condizioni questi microzimi - originariamente non patogeni - possono trasformarsi in batteri patogeni, manifestando caratteri putrefattivi e/o fermentativi. Questa visione si chiama pleomorfismo batterico, e i microzimi sarebbero una vera e propria forma di transizione tra materia vivente (organica) e materia non vivente (in-organica). La discriminante? Il terreno che può stimolare la trasformazione di microrganismi innocui in altri più pericolosi.

La conclusione è sconvolgente:

l’origine di ogni evento patologico risiederebbe nell’organismo stesso!

Rivoluzione copernicana che avrebbe sconvolto le fondamenta non solo della biologia ma anche della medicina: l’eziologia delle malattie non arriva da fuori come proponeva Pasteur, ma da dentro!

A questo punto si può meglio comprendere come la dittatura sanitaria dell’epoca (le case farmaceutiche sono nate in quel periodo, alla fine del Diciannovesimo secolo) accolse a piene mani la concezione monomorfica di Pasteur, cancellando dalla storia Béchamp! Quasi nessuno conosce le ricerche e le scoperte del grandissimo medico francese.

Il monomorfismo venne abbracciato dal complesso industriale medico-farmaceutico e fu usato da Big Pharma per instaurare la farmacocrazia e la vaccinocrazia.

Se infatti la teoria di Pasteur venisse ufficialmente dimostrata falsa, tutto il sistema scientifico ed economico della medicina crollerebbe, assieme all’indotto: banche, governi e soprattutto Big Pharma. Stiamo parlando di un mercato incommensurabile di svariati trilioni di dollari all’anno: il business dei business!
Oggi sappiamo che i microrganismi esistono da sempre in ambiente endocellulare e il nostro organismo li ospita in qualunque condizione, anche in perfetta salute. Fanno parte di noi: dentro e fuori.
La medicina ha scoperto che siamo costituiti da quasi 2 chilogrammi di microrganismi di ogni specie, e questi sono suscettibili di metamorfosi da stadi inferiori e apatogeni di colloide o protide a stadi superiori patogeni come funghi e/o batteri.
Un altro illuminato che ha fatto tremare il paradigma dell’establishment è stato il grande Günther Enderlein...

Günther Enderlein
Il dottor Günther Enderlein (1872-1968) è stato zoologo e professore di entomologia all'Istituto Zoologico dell'Università di Berlino. Trascorse gran parte della sua vita nella capitale tedesca dove divenne Direttore del Museo zoologico.

Günther Enderlein

Allo scoppio della prima guerra mondiale si offrì volontario come batteriologo e sierologo al secondo corpo d'armata in Germania. Come chirurgo dal 1914-1916 ebbe invece l'opportunità di studiare una varietà di microbi patogeni, tra cui quello del colera. Le sue conclusioni furono che il vibrione del colera era in grado di passare vari cicli di sviluppo molto complessi, che lui definì tramite il termine “ciclogenia”. Enderlein riprese le scoperte di Bechamp dimostrando che tutti gli organismi sono “infettati” da forme primitive di microrganismi (in particolare miceti come Mucor racemosus e Aspergillus niger), che assorbiti in forma colloidale vanno incontro poi ad una trasformazione verso forme di vita più complesse, anche patogene per l’uomo.

Dopo molti anni spesi in ricerche ed esami sul sangue con il microscopio in campo oscuro, nel 1925 Enderlein pubblicò la sua opera omnia: la “Ciclogenia batterica” con la quale intendeva presentare argomenti e prove inconfutabili a sostegno del pleomorfismo.
Si rese conto che i microrganismi svolgono un ruolo importantissimo sia nel causare malattie che nel ripristinare lo stato di salute. E ancora la differenza la fa il terreno!
I microrganismi (batteri, funghi) in forma colloidale, quando si trovano in presenza di uno stato di immunità alterato e/o di un disequilibrio del microbiota, attuano il proprio ciclo vitale nell’intestino e una volta raggiunta la forma matura, passano nel sangue e nella linfa.

Ciclogenia batterica

La “Ciclogenia” descrive le fasi di sviluppo dei microrganismi che dallo stadio colloidale passano attraverso la fase virale e batterica fino a giungere all’evento microscopicamente descritto come fungo o micete. Enderlein scrisse e pubblicò tra articoli, testi e pubblicazioni, più di 500 opere su simbiosi e pleomorfismo. La simbiosi è appunto la convivenza tra due o più organismi appartenenti a specie, generi e regni differenti.
Nel 1916 analizzando i sieri di malati di tifo con il microscopio in campo oscuro si accorse della presenza nel sangue di un microrganismo vegetale: l’endobionte, che nella serie evolutiva poteva diventare apatogeno con forme che chiamò “Protidi” e “Condriti”. Queste vere e proprie forme di vita, a contatto con inquinanti dell’aria, conservanti e coloranti, pesticidi, farmaci, alimentazione ricca di zuccheri e proteine, possono evolvere in forme patogene quali virus, batteri (cocchi e batteri a bastoncello) fino alla fase culminante dei funghi.

Se questi batteri saprofiti patogeni, virus e funghi fanno parte della stessa famiglia che si è evoluta all’interno del corpo: perché distruggerli con farmaci e antibiotici?
L’essere umano condivide la vita in simbiosi con gli endobionti, che non a caso sono presenti in tutti i tessuti e in tutti i liquidi organici, persino nel liquido seminale e negli ovociti.
L’endobionte è ovunque e la sua trasformazione verso forme patogene dipende dalla fase evolutiva verso la quale è spinto dalle condizioni ambientali in cui si viene a trovare (epigenetica): il terreno visto prima!

Enderlein riuscì a dimostrare qualcosa di magico: le diverse forme di microrganismi presenti nel nostro corpo hanno in realtà la stessa origine, e lo stadio di sviluppo in cui si trovano dipende dal pH del mezzo nel quale essi vivono!

La prima fase di sviluppo ha luogo in un ambiente fortemente alcalino, la seconda fase, quella batterica, in un ambiente mediamente alcalino e la terza fase, quella micotica, in un ambiente mediamente acido; la fase virale, infine, in un ambiente fortemente acido.

Geerd Ryke Hamer
Il dottor Geerd Ryke Hamer (1935-2017) ha studiato l’importanza dei microbi nel contesto dell’evoluzione umana e in relazione ai tre foglietti embrionali (endoderma, mesoderma, ectoderma) a partire dai quali si originano tutti i nostri organi, nessuno escluso! Così importanti sono i microrganismi nella sua straordinaria concezione della Vita che gli ha dedicato la Quarta Legge Biologica.

G. R. Hamer

La classificazione dei microbi è in relazione alla loro, per così dire età ontogenetica e al foglietto embrionale specifico. Questo perché quando i nostri organi si svilupparono nel corso dei milioni di anni, tipi specifici di microbi presenti all’epoca si svilupparono di pari passo.

Lo scopo biologico dei microorganismi che ci accompagnano da sempre vivendo dentro e fuori di noi è quello di mantenere in buono stato tutti i differenti tessuti organici e di ripulirli.

Quindi funghi, batteri e (in teoria) virus sono leali alleati indispensabili per la nostra sopravvivenza e guarigione.
Funghi e micobatteri sono i microorganismi più antichi nel pianeta Terra ed “operano” in tutti i tessuti e organi che originano dal foglietto “Endodermico” (diretto dal cervello rettile, arcaico: il Tronco Cerebrale) e in tutti gli organi derivati dal foglietto “Mesodermico” (diretti dal Cervelletto).
Quindi la candida (e tutti i funghi) o i micobatteri come il bacillo della tubercolosi aiutano e permettono la decomposizione negli organi appartenenti a questi due tessuti!

I batteri invece “lavorano” nei tessuti che derivano dal foglietto embrionale “Mesodermico”, ma quello controllato dalla Sostanza Bianca cerebrale. Anche in questo caso i batteri partecipano alla ricostruzione e pulizia. Infine i virus in teoria agiscono in tutti i foglietti embrionali di derivazione “Ectodermica” (controllati dalla corteccia cerebrale), ma per quanto riguarda questi c’è un piccolo problema che vedremo nel capitolo seguente.

Il paradosso dei virus
Quando si parla di batteri e funghi ci si riferisce ad esseri viventi veri e propri: questi microrganismi infatti hanno un loro apparato respiratorio, digestivo e si possono muovere. I virus al contrario sono difficilmente inquadrabili non solo per le loro dimensioni (nell’ordine dei nanometri: miliardesimi di metro), ma anche perché non si nutrono, non dormono, non respirano e non possono spostarsi senza un veicolo come la cellula. Ecco perché sono catalogati dalla medicina come frammenti di DNA ricoperti da una proteina!
Quindi i virus non possono essere considerati viventi! Se questo è vero, come si fa ad uccidere un qualcosa che tecnicamente non è vivo? Come fanno dei cadaveri a causare infezioni ed epidemie?

Per comprendere questi punti è necessario fare la conoscenza degli “esosomi”.

Quando le cellule sono intossicate e/o avvelenate, la Natura mette in atto dei programmi specifici atti a ripulire i tessuti. Cercando quindi di provvedere all’eliminazione portando all’esterno detriti, cellule morte o morenti e varie scorie. Tali detriti si chiamano “esosomi”, e sono frammenti variegati di DNA ricoperti da una proteina.

Il punto cruciale è il seguente: all’esame microscopico gli esosomi vengono riconosciuti come “virus” perché identici nella forma e nella dimensione.

Quindi i virus sono pezzetti di DNA dalla dimensione nanometrica privi di vita, eppure secondo il paradigma sarebbero così astuti e infingardi da riuscire a moltiplicarsi alla faccia del sistema immunitario e causare infezioni.
Le cosiddette “malattie virali” non sono causate da virus, ma sarebbero il risultato di avvelenamenti profondi delle cellule, causati da agenti fisici, chimici ed elettromagnetici.
Il discorso fatto prima su batteri, micobatteri e funghi è completamente diverso. Questi esseri rientrano nella ciclogenia e possono modificare la forma e il comportamento a seconda del terreno.

Lo stesso dottor G.R. Hamer preferiva parlare di “virus ipotetici” in quanto la loro esistenza è messa in discussione da moltissimi ricercatori nel mondo.
Se esistessero sarebbero i ricostruttori allo stato puro: causano un forte gonfiore e riempiono i deficit di sostanza cellulare in tutti quei processi ulcerosi degli organi di derivazione ectodermica.
Nel processo di ricostruzione dei tessuti controllati dalla corteccia (epidermide, collo uterino, dotti biliari, epitelio della piccola curvatura gastrica, mucosa bronchiale e membrana della mucosa nasale) si attiverebbero i cosiddetti virus dell'herpes, dell'epatite e del raffreddore.

Ma va sempre ricordato che ad oggi non c'è nessuna prova scientifica ancora mai prodotta che un virus sia la causa di una qualche malattia. Li trovano spesso assieme alla malattia (o processo di fisiologia speciale) ma a volte assolutamente no, e allora come la mettiamo? Avrebbe molto più senso il concetto esosomico descritto prima.
Il virus è solo un frammento di DNA con una proteina: non è un qualcosa di vivo, con un suo arbitrio, una sua teleologia, un desiderio o un bisogno. E’ solo un pezzetto di materia!

I microbi sono gli spazzini dell’organismo
In biologia la coerenza è la condizione primaria senza la quale non potrebbe esistere la materia vivente: tutti gli eventi che avvengono all'interno di un organismo sono guidati da un ordine preciso, sono per così dire eventi corali, orchestrati da un maestro che guida una meravigliosa sinfonia. Gli scambi molecolari, la biosintesi di proteine ed enzimi, il passaggio di membrana e tutti gli infiniti processi biologici sono la conseguenza di un coro di frequenze di lavoro.

E’ necessario fare una sottile distinzione per comprendere la differenza che c’è tra “reazione” e “risposta”. Se per esempio una goccia di acido cade sopra la mano, istantaneamente l’organismo metterà in atto una “reazione”. L’acido infatti reagirà con i vari componenti della pelle producendo un effetto. Dopo la reazione subentra la seconda fase: quella della risposta!

Il livello della risposta è quello in cui secondo il quale il corpo-cervello-mente conosce l’evento, e la perturbazione dello stato che si produce è già la configurazione di una risposta adeguata allo stimolo! Avremo infiammazione (funzionale a trasportare il sangue), afflusso di globuli bianchi, linfociti (funzionali alla difesa), piastrine, modifica dei fattori di coagulazione (per evitare perdite ematiche e rimarginare i tessuti), aumento della vascolarizzazione, ecc.

Tutti processi specifici perfettamente sensati e biologici specializzati in milioni di anni atti a far fronte ad una emergenza il cui scopo è produrre un processo che riporti alla coerenza.
Tutto è ordinato e tutto ha un senso bio-logico!
Quindi i batteri sono gli “spazzini” superspecializzati dell’organismo che crescono e arrivano dove serve, quando è presente materiale putrescente, cellule morenti da distruggere, caseificare e trasportare. I microbi crescono perché il cervello li richiama in servizio (modificando il terreno) e questi giungono nel luogo preciso dove è necessario il loro lavoro, per poi ritornare nel microbiota una volta terminato. E’ tutto un lavoro costruttivo comune: le cellule costruiscono i tessuti e gli organi mentre i microrganismi ripuliscono i tessuti liberandoli da ogni accumulo di muco e materiale patogeno.

I Postulati di Koch
I postulati di Henle-Koch sono dei criteri utilizzati per stabilire la relazione di causa-effetto che lega un microrganismo a una malattia. Robert Koch (1843-1910) fu il primo ad adottare sperimentalmente alcuni criteri, già in precedenza formulati da Friedrich Gustav Jakob Henle (1809-1885).

Robert Koch

In pratica sono quattro regole generali per stabilire se un certo microrganismo sia o meno la causa di una certa malattia. La teoria dogmatica di Louis Pasteur afferma che il patogeno (“pathos” = malattia e “gènesis” = origine, cioè il generatore di malattia) risponde ai Postulati.

Eccoli riassunti in quattro punti:

1° Il patogeno deve essere presente in tutti i casi della malattia
2° Il patogeno non deve essere presente in altre malattie o in individui sani
3° Il patogeno deve essere isolato in coltura pura dai tessuti colpiti
4° Il patogeno inoculato in una persona sana (suscettibile o recettiva) deve riprodurre malattia

Il primo postulato non regge alle prove della Vita: a parità di malattia ci sono persone che presentano il microrganismo e altre assolutamente no. Il secondo idem: ci sono persone che presentano il patogeno senza manifestare alcun sintomo, oggi diremmo: “asintomatico”.
E anche il quarto punto crolla a livello clinico perché non tutte le persone a cui viene inoculato un patogeno si ammalano.
In conclusione, se i Postulati di Koch non vengono rispettati, di cosa stiamo parlando?

Conclusioni
I microrganismi sono importanti e funzionali per il sistema ecologico, energetico e metabolico dell’organismo animale. Dobbiamo rivedere la ben radicata idea del germe come ad un essere cattivo e malvagio, perché esiste solo una condizione: eubiosi (eu-bios: buona vita), cioè equilibrio.
La Vita infatti è basata sull’equilibrio, sull’omeostasi, sulla simbiosi (sim-bios: vita assieme).
Mentre la medicina contempla esclusivamente la disbiosi (dis-bios: cattiva vita), per cui vede batteri/funghi e tutti i microrganismi come causa dei problemi!
Non è infatti un caso se da secoli la medicina allopatica confonde causa ed effetto, e questo rappresenta uno degli errori madornali costati la vita a milioni di persone!
In realtà dietro questa visione nichilista del microbo, c’è un altro tipo di paradigma: l’incapacità di contemplare la relazione come substrato fondamentale dell’esistenza, in particolare della dinamica vivente. Volendo vedere la perfetta armonia del tutto, si focalizzano sui singoli eventi e sulle singole parti, ma così facendo viene persa la visione d’insieme: la straordinaria e magica bellezza del dipinto completo lascia il posto ad un piccolo e insignificante pezzetto di cornice.

Il risultato di questa concezione volutamente travisata, la vediamo riflessa nella salute sempre più cagionevole delle persone!

Se potessi vivere la mia vita una seconda volta,
la dedicherei a provare che i germi cercano soltanto il loro ambiente naturale,
ossia i tessuti malati, piuttosto che essere essi stessi causa di malattia”

Rudolf Virchow (1821-1902), padre della moderna patologia

Rudolf Virchow