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Cosa possiamo fare di concreto per contribuire alla naturale efficienza del nostro Sistema Immunitario? Non è proprio l'indebolimento delle difese che predispone il terreno organico al contagio e alle epidemie?

Stranamente gli esperti del mainstream non si sono minimamente interessati a spiegare come potenziare l'immunità dell'uomo, e dall'altra a descriverci l'esistenza di molecole naturali potentissime nei confronti dei virus. Tutti loro all'unisono e a comando si sono occupati esclusivamente del distanziamento sociale, dei gel tossici per le mani e delle ridicole mascherine, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.

Eppure la letteratura scientifica è piena zeppa di studi dedicati a fantastiche molecole come Quercitina, Resveratrolo, Lattoferrina, Alfa-LattoAlbumina, Lisozima, Zinco, Vitamina C, oli essenziali, ecc. estremamente efficaci nei confronti di virus come MERS, SARS e SARS-CoV-2.
Lo scopo del presente libro è proprio quello di colmare questa lacuna presentando al grande pubblico queste miracolose sostanze che la Natura ci dona da millenni, sia per la prevenzione che per la cura...

Titolo: "Consigli e Rimedi naturali"
Autore: Marcello Pamio
Casa editrice: Sì edizioni
ISBN: 9 788831 438131

Per comunicazioni: librorimedinaturali@gmail.com

ATTENZIONE: Specificare l'indirizzo esatto di spedizione!


Secondo i CDC di Atlanta, cioè i Centri di controllo delle malattie infettive statunitensi, dal 14 dicembre 2020 al 18 dicembre ben 3.150 persone sono diventate disabili a seguito del vaccino anti-Covid.
Attenzione stiamo parlando di soli 5 giorni di sperimentazione su cavie umane del vaccino Pfizer-BioNTech e solo in Inghilterra!
Le persone "unable to perform normal daily activities, unable to work, required care from doctor or health care professional", non sono più abili al lavoro…
Cosa accadrà quando questi vaccini verranno inoculati a centinaia di milioni di persone nel mondo?

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Fonte ufficiale https://www.cdc.gov/vaccines/acip/meetings/downloads/slides-2020-12/slides-12-19/05-COVID-CLARK.pdf

Ve lo dico come ungherese, come ebreo, come artista e come filosofo.
Gli uomini vogliono anche sognare. Hanno bisogno dei loro sogni.
Ebbene noi fabbricheremo sogni, sogni in serie, sogni divertenti che costano poco

Adolph Zukor, fondatore della Paramount

Dagli albori della cinematografia e quindi dai “sogni divertenti” di Adolph Zukor, siamo passati agli incubi e ai futuri osceni dell’odierna produzione. Non è a caso infatti secondo Marilyn Monroe: “Hollywood è un posto dove per un bacio ti pagano mille dollari e per l’anima cinquanta centesimi”.
Il cinema non è nato solo per intrattenere le masse facendole divertire, ma per spacciare sogni, ideali, per creare e modellare la realtà a piacimento dei produttori!
La vera natura l’ha descritta magistralmente Francis Ford Coppola: “Hollywood è Wall Street”.

L’Alta Finanza (nelle mani del popolo eletto) è la proprietaria di Hollywood e sceglie attraverso i suoi fiduciari i soggetti dei film!
Quindi il cinema è la fucina dei grandi cambiamenti antropologici del mondo, al quale bisogna aggiungere la televisione, che oggi ha certamente surclassato la pellicola raggiungendo miliardi di persone…
Va assolutamente compreso che i film e le serie televisive hanno un contenuto ideologico che varia a seconda del momento storico e a seconda del messaggio che serve veicolare: il messaggio che i produttori vogliono che passi!
Per esempio tutti i film sulla Seconda Guerra Mondiale mostrano ovviamente gli alleati buoni e gli avversari cattivi, mentre quelli di fantascienza ci stanno lentamente a spizzichi e bocconi abituando ad un futuro ben preciso...

La Barriera
A proposito di futuro distopico, una delle ultime serie tv è illuminante.
La scarsità di risorse naturali ha trasformato le democrazie occidentali in spietati e disumani regimi dittatoriali militarizzati che giustificano la mancanza di libertà con la promessa di assicurare la sopravvivenza dei sudditi.

Questo è l’assunto di base della serie spagnola “La barriera”, che ha debuttato in streaming l’11 settembre 2020 (data non casuale) sulla piattaforma Netflix.

La trama è certamente inquietante e soprattutto molto realistica se vista con gli occhi odierni.
Nella Madrid del 2045 un virus mortale di nome “Noravirus” e un regime totalitario provocano la divisione della città in due zone distinte: il Settore 1, quello dei ricchi e dei privilegiati e il Settore 2 per tutti gli altri (i morti di fame). A dividere i due settori una barriera invalicabile, da cui il nome della serie “La Valla” (appunto “La barriera”). Un muro che divide non solo le persone ma anche i diritti e le libertà. Gli abitanti all’interno conducono una vita agiata: hanno la tv, il cellulare, la luce e tutti i comfort, mentre fuori regna la paura, la disperazione, la fame e i soprusi.

L’unico modo per passare da una parte all’altra è attraversare il muro che separa i settori, ma per farlo occorre avere un pass, un lasciapassare, altrimenti si viene cacciati via bruscamente dai militari che controllano e perlustrano continuamente le strade in entrambi i settori.

La Barriera

In tredici puntante (numero anche questo non casuale) vengono raccontati origine, diffusione e conseguenze dell’arrivo di un virus sconosciuto che causa da una parte la distruzione delle famiglie, visto che i bambini piccoli vengono sequestrati e fatti sparire dentro laboratori segretissimi perché dal loro sangue si producono gli anticorpi per il vaccino, e dall’altra la perdita di ogni libertà individuale, secondo il regime per garantire la sicurezza delle persone.
Ma il bene superiore sarebbe quello collettivo, non del gregge di pecore, ma dei pochi eletti e della dittatura. Esattamente quello che sta accadendo oggi nella vita vera e non in quella cinematografica.

Dopo la dichiarazione di “zona protetta”, il governo autoritario ha preso il potere e ha militarizzato tutto. Le persone terrorizzate dal virus hanno aperto la porta, chiedendo loro stessi il governo forte, autoritario, la dittatura, e la prima cosa che questa ha fatto è stata togliere la libertà, in nome della sicurezza di tutti.
La nuova “normalità” viene scandita e ripetuta costantemente dai megafoni lungo le strade: “per la vostra sicurezza, portate sempre con voi i documenti di riconoscimento. Non create assembramenti, indossate la mascherina....”. Altoparlanti che ricordano anche gli orari del coprifuoco.

Ma il Sistema mentre cerca un vaccino (per i ricchi) con il sangue dei bambini, lavora anche ad un piano eugenetico di riduzione della popolazione mondiale...
Vivono sotto la legge marziale, eppure non erano entrati in guerra. Ricorda qualcosa?
Noi oggi viviamo una “emergenza sanitaria” imposta a suon di Dpcm, e poco importa se questa sia stata completamente inventata, perché rimane la scusa perfetta per l’instaurazione e l’affermazione dello stato di polizia.

Finale incredibile

[Attenzione: chi ha intenzione di vedersi la serie è meglio non prosegua la lettura]

La serie termina con la morte del Presidente e la rivolta della popolazione e delle stesse forze dell’ordine. Hanno vinto i sudditi, il bene ha soverchiato il male. Applausi. Gli spagnoli finalmente iniziano dopo molti anni a vedere la luce della speranza e della “democrazia”. Tutto prefigurava un ritorno ai bei tempi ormai andati: si stava finalmente realizzando l’osannato “andrà tutto bene”. Ma non tutti gli arcobaleni segnano l’inizio di una bella giornata…

Il colpo di scena finale è quando il nuovo presidente eletto a furor di popolo spunta dal balcone per essere osannato dalla massa festante: si tratta della virologa responsabile dei sequestri dei bambini, del programma vaccinale e del progetto eugenetico. La presidenza è stata il premio per aver salvato il pianeta dal virus letale con il suo vaccino derivato da esperimenti eseguiti su centinaia di bambini, molti dei quali erano morti. Ma poco importa se il bene è superiore, giusto?

Segnale inequivocabile che non sarebbe cambiato assolutamente nulla, ma la gente era anestetizzata dall’illusione del cambiamento (come da noi il governo del Movimento 5 stelle/Lega).
L’ulteriore conferma del tragico finale arriva quando il capo della polizia, il più losco e criminale di tutti i personaggi, dopo i titoli di coda appare sullo schermo ricordando che: “il futuro ci appartiene”. Si riferiva a loro ovviamente e non a noi.

"Il futuro ci appartiene"....

Come si suol dire, cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia. Esattamente come nella dittatura: cambiano e si alternano i governi, i personaggi, ma il regime persiste inalterato, mutando ogni tanto solo la forma ma non la sostanza.

Netflix non si smentisce mai. Etichetta deviante per antonomasia anche in questa serie vuole farci vedere il futuro come un periodo distopico, dove i vaccini salveranno il mondo facendo tornare alla vita “normale”. Ma soprattutto che qualunque rivolta e/o rivoluzione verrà fatta, loro saranno sempre al potere...
Questo è quello che loro credono. Ma non sarà così se le coscienze inizieranno a destarsi!

Marcello Pamio

Il governo del Regno Unito si è piegato a novanta gradi dinnanzi al gigante farmaceutico Pfizer! Nulla di nuovo all’orizzonte: lo avevamo già detto infatti che le lobbies sono preoccupate da azioni legali che potranno seguire ad eventuali danni del nuovo vaccino, per cui hanno chiesto e ottenuto indennità e protezione dal venire citati in giudizio!

Questo per consentire al vaccino contro il coronavirus di essere lanciato in Inghilterra già la prossima settimana. Il Dipartimento di Salute e Assistenza Sociale ha confermato che la Pfizer ha ricevuto l’immunità non dal virus, ma dalle azioni penali.

La domanda sorge spontanea: se il vaccino è così sicuro, come mai questa manovra?

Non solo le lobbies dormiranno sonni tranquilli, ma anche il personale sanitario, cioè quelli che fisicamente useranno la siringa contenente il vaccino geneticamente modificato, saranno messi sotto una campana di cristallo e protetti da tutto.

Ricapitolando per chi è duro di comprendonio: i vaccini che stanno per arrivare, preparati in tempi rapidissimi (grazie alla scusa mediatica di una emergenza che non c’è) senza quindi garantire un minimo di sicurezza faranno sicuramente danni, anche perché inoculati a miliardi di persone, per cui si sono parati il culo da ripercussioni legali. Risultato? I danni saranno a carico dei sudditi, non solo quelli dell’impero britannico, ma degli schiavi di tutto il mondo, perché l’indennità sarà applicata ovunque!!

Quindi non spendete tutto nel black friday, ma mettete dentro un maialino in terracotta un po’ di soldini, pronti a romperlo quando sarà necessario pagare le cure mediche e/o riabilitative, o nella peggiore delle ipotesi servirà ai parenti rimasti per la vostra cremazione...

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https://www.independent.co.uk/news/health/coronavirus-pfizer-vaccine-legal-indemnity-safety-ministers-b1765124.html

Marcello Pamio

Non appena è stato comunicato dalle lobbies farmaceutiche l’avvio dello sviluppo di candidati vaccini, il Ministero della Salute italiano ha ritenuto di iniziare le interlocuzioni con altri partner europei per procedere alla disponibilità di un numero di dosi necessario per l’immunizzazione dei cittadini dei Paesi coinvolti e di tutta l’Unione Europea.

E’ nato così il documento: “Vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19 PIANO STRATEGICO. Elementi di preparazione e di implementazione della strategia vaccinale” a cura del Ministero della Salute, la Presidenza del Consiglio dei ministri, l’Istituto Superiore di sanità, agenas e l’AIFA.

La Commissione UE e gli stati membri hanno poi sottoscritto un accordo in base al quale i negoziati con le aziende produttrici sono stati affidati in esclusiva alla stessa, affiancata da un gruppo di 7 negoziatori in rappresentanza degli Stati membri (tra i quali un italiano) e da uno Steering board che assume le decisioni finali, ove siedono rappresentanti di tutti gli Stati membri.

Le trattative si sono concentrate su un gruppo di società che stanno sviluppando vaccini con diversa tecnologia. Al momento l’Unione Europea si è già assicurata circa 1,3 miliardi di dosi!

Le aziende che sviluppano vaccini

Ecco le aziende che dovrebbero salvare il mondo dalle pandemie.
Sono sei: AstraZeneca, Pfizer/Biontech, Johnson&Johnson, Sanofi/GSK, Curevac e Moderna.

AstraZeneca: 40,38 milioni di vaccini
Johnson & Johnson: 53,84 milioni
Sanofi: 40,38 milioni
Pfizer/BNT: 26,92 milioni
CureVac: 30,285 milioni
Moderna: 10,768

I vaccini prodotti dalle “sei sorelle” saranno 202,573 milioni di dosi per un paese come l’Italia con 60 milioni di abitanti. Qualcosa non torna nei calcoli o qualcosa invece torna alla perfezione?

Anche se per alcuni vaccini gli inoculi sono doppi (quindi il numero va dimezzato), l’intendo del Sistema è quello di vaccinare i cittadini più e più volte, magari anche con farmaci diversi, visto che non nascono dalla medesima tecnologia…

Categorie da vaccinare
Sono state identificate le categorie da vaccinare in via prioritaria nelle fasi iniziali: operatori sanitari e sociosanitari, residenti e personale dei presidi residenziali per anziani e le persone di età avanzata.
Stranamente mancano all’appello le forze dell’ordine, perennemente a rischio di infezione nelle loro pericolose missioni di multare chi gira senza mascherina, e ovviamente i politici i quali dovrebbero dare il buon esempio ai sudditi facendosi vaccinare in massa in diretta televisiva (vaccini veri e non soluzione salina ovviamente).

Solo testimoniando la coerenza sulla loro pelle, potranno convincere anche i dubbiosi nella bontà della prassi preventiva.

Il Piano strategico è scaricabile qui: http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_notizie_5202_1_file.pdf

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Marcello Pamio

Avete rotto il cazzo. Mi dispiace essere così sboccato, ma c’è un limite a tutto!
Noi italiani a differenza di altri popoli siamo campioni nel patire senza lamentarci, siamo maestri indiscussi del “sudore e lacrime”.
Siamo così impegnati con il “black friday” ed i regali natalizi (che alla fine scambieranno col vicino perché non sarà permesso neppure uscire dal condominio) per vedere che il paese più bello del mondo, la culla storica dell’umanità per quanto riguarda cultura, arte e diritto, sta sprofondando sempre più dentro un liquame puzzolente e nauseabondo. Ma grazie alle mascherine e all’uso sconsiderato dell’igienizzante il fetore è molto attenuato...

Ma c’è un limite a tutto, e il limite di sopportazione è stato ampiamente superato.

Non è bastato imprigionare un paese per tre mesi, mettendo in quarantena forzata milioni di persone sanissime, quando perfino uno sbarbatello del primo anno di medicina sa che in quarantena si mettono le persone malate, e non quelle sane! Per la prima volta nella storia dell’umanità vengono isolati e segregati i sani, e ovviamente non si tratta di un errore…

Non è bastato distruggere l’educazione scolastica con la follia disumanizzante della didattica a distanza, imponendo ai bambini e ragazzi che a scuola ci possono andare le mascherine perfino da seduti al banco. Educare al simbolo di sottomissione per eccellenza è estremamente funzionale...

Non è bastato nemmeno mettere l’economia italiana a ferro e fuoco, costringendo alla chiusura e al fallimento centinaia di migliaia di aziende e partite iva, con il risultato che il 2021 non sarà ricordato come l’anno del vaccino anti-Covid, ma l’anno in cui milioni di persone saranno ridotte alla fame e alla disperazione perché non avranno i soldi per pagare il mutuo, gli affitti e perfino il cibo. Con tutti i risvolti sociali che pochissimi (soprattutto tra le ligie forze dell’ordine) hanno preso in considerazione. Pochi ad esclusione di chi queste dinamiche le ha studiate a tavolino...

Ufficialmente tutto questo per gestire una emergenza sanitaria rappresentata da un virus influenzale che non ha alzato per niente l’asticella delle morti medie che annualmente avvengono da sempre: ogni giorno infatti oltre 1800 persone muoiono per svariate patologie (600 al dì per disturbi cardiovascolari, 500 per cancro...).

Eppure quello che i media fanno passare è l’esatto contrario! Si muore solo di Covid: l’influenza, la vecchiaia, il cancro, gli infarti e gli ictus sono spariti nel nulla, eclissati da un microscopico virus, che cela guadagni infiniti.

Detto questo risulta sempre più evidente che i nemici del popolo, della democrazia e dei diritti inalienabili dell’uomo sono i governanti sostenuti dai politici, in combutta con i fratelli magistrati, protetti dalle forze del disordine e propagandati dai loro portavoce: i media (radio, tv e giornali).

Ora per dare l’ultima mazzata dell’anno sulla testa già spaccata dei ristoratori, Natale e Capodanno sono stati blindati dentro i confini comunali nell’ennesimo decreto che conferma come il governo con la scusa della seconda e terza ondata (e poi ci sarà la quarta), cospira nei confronti del popolo italiano. Al governo non possono non sapere che per moltissime attività commerciali le festività natalizie rappresentano il periodo più importante dell’intero anno, per cui la nuova vergognosa manovra affosserà ancor di più l’economia.

Coprifuoco in tutta Italia alle 22:00 e ristoranti chiusi alle 18:00 e se non bastasse da Natale all’Epifania i blocchi aumenteranno e le misure saranno ancor più rigide.
Una cena al ristorante seduti a più di un metro di distanza è così pericolosa per la salute pubblica a tal punto da chiudere tutto? Forse perché il virus - derivando dal pipistrello - è solito uscir al calar delle tenebre e ama il buon cibo?

Oltre il danno anche la beffa!

Non possiamo più continuare ad accettare questa dittatura mascherata da democrazia che a suon di Dpcm sta limitando le libertà individuali e devastando la vita a milioni di persone.

Nel periodo natalizio quindi io continuerò, come ho sempre fatto, a circolare a piedi e in auto, uscendo dai comuni senza paura di eventuali ritorsioni sanzionatorie, perché chi sta violando la legge, la Costituzione e i Diritti Internazionali sono loro e non noi. Certamente potranno sanzionare, ma una simile multa non solo è illegittima ma anche ingiusta, per cui non va pagata!
Diamo un segnale chiaro al Sistema. Ora o mai più.
E poi iniziamo a costruire un nuovo mondo, parallelo e fuori da questo paradigma...

“Disobbedire contro una legge ingiusta è l’unica scelta”

H.D. Thoreau

Corrado Penna

Prendiamo i dati resi disponibili sul sito https://www.euromomo.eu/graphs-and-maps   che non è certo un sito “negazionista” o “complottista” come si suol dire, ma un sito che mostra i dati statistici sulla mortalità in una buona parte dei paesi europei. Per l’esattezza euromomo è un progetto supportato dal Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (European Centre for Disease Prevention and Control - ECDC), ovvero una istituzione sanitaria dell’Unione Europea, e dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e ospitato dallo Statens Serum Institut, ente danese[1] già produttore di vaccini e adesso beneficiario di finanziamenti da parte della Bill & Melinda Gates foundation[2].

Andiamo sul grafico della mortalità totale e facciamo lo zoom su due periodi particolari, quello dell’influenza del 2018 (quella già citata che aveva portato al “collasso delle terapie intensive”[3] e quello dell’epidemia di Sars-Cov2 nel gennaio-maggio 2020 (la cosiddetta “prima ondata del COVID”). Per presentare meglio i dati è stata evidenziata la zona al di sopra della baseline (la media delle morti negli anni passati verificatesi nel medesimo periodo dell’anno). SI è preso il punto in cui la mortalità ha iniziato a stare al di sopra di questo dato di base come inizio del picco epidemico, e il punto in cui la mortalità è iniziata a scendere al di sotto della baseline. Anche senza fare tutte le differenze e le somme settimana per settimana, un raffronto tra questi due periodi (mostrati ovviamente con il medesimo ingrandimento per non alterarne la percezione) non lascia dubbi: l’epidemia del 2018 ha causato più morti, anche se distribuite in un periodo più lungo

Un dubbio resterà sempre: quanti morti nel “peridoo del covid” sono stati causati in realtà (almeno in parte) dalla segregazione in casa delle persone, dal pericoloso rinvio delle visite di controllo per cardiopatici e diabetici[4], dal rinvio di operazioni chirurgiche indispensabili[5], dal rallentamento (in regime di “lockdown”) dell’assistenza ai malati non covid (basti pensare ai medici del servizio di continuità assistenziale[6] che non potevano visitare i pazienti, nemmeno nei paesi isolati, e che fornivano solo consulenze telefoniche) dall’ansia indotta dal  terrorismo mediatico  (che fa letteralmente “mancare l’aria” e percepire un “senso di oppressione al petto”[7]), dalla tristezza e dalla solitudine (che debilitano il sistema immunitario), dalla carenza di vitamina D per la mancata esposizione al sole, dalla carenza di quel po’ di moto quotidiano (come quella piccola passeggiata al parco che molti anziani prima potevano concedersi) dalle delibere che chiedevano di portare i pazienti infetti all'interno delle case di cura[8] in cambio del pagamento di rette maggiorate.

Sul rapporto tra psiche, sistema immunitario e infiammazione, vedi per esempio gli studi:

Loneliness in healthy young adults predicts inflammatory responsiveness to a mild immune challenge in vivo (La solitudine in giovani adulti sani predice la risposta infiammatoria a una lieve sfida immunitaria in vivo)[9] Nel quale leggiamo non solo che la risposta infiammatoria alla vaccinazione è stata maggiore nelle persone che soffrivano di solitudine, ma anche che “I risultati attuali sono in linea con le prove che la solitudine può modificare la reattività del sistema immunitario, suggerendo un potenziale percorso bio-comportamentale che collega la solitudine a problemi di salute”.

Affective immunology: where emotions and the immune response converge (Immunologia affettiva: quando emozioni e risposta immunitaria convergono)[10] che contiene un intero paragrafo su “Disturbi emotivi acuti e cronici e loro impatto sul sistema immunitario”.

Psychological Stress and the Human Immune System: A Meta-Analytic Study of 30 Years of Inquiry (Stress psicologico e sistema immunitario umano: uno studio meta-analitico di 30 anni di indagine)[11] una analisi comprensiva dei risultati di 30 anni di indagine sul campo, all’interno della quale leggiamo “Brevi fattori di stress naturalistici (come gli esami) tendevano a sopprimere l'immunità cellulare preservando l'immunità umorale. I fattori di stress cronici erano associati alla soppressione delle misure sia cellulari che umorali.” Dove si ricorda che l’immunità umorale è quella specifica degli anticorpi, mentre l’altra è quella a-specifica.


[1] Collegato al ministero della sanità danese: https://en.ssi.dk/about-us.

[2] Un finanziamento per la creazione di un vaccino economico contro il papilloma virus: https://www.gatesfoundation.org/How-We-Work/Quick-Links/Grants-Database/Grants/2012/11/OPP1070827.  

[3] Milano, terapie intensive al collasso per l’influenza: già 48 malati gravi molte operazioni rinviate; https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/18_gennaio_10/milano-terapie-intensive-collasso-l-influenza-gia-48-malati-gravi-molte-operazioni-rinviate-c9dc43a6-f5d1-11e7-9b06-fe054c3be5b2.shtml.

[4] Vedi l’articolo “Se continua così a Natale ne moriranno più di infarto che di Covid”, pubblicato sul sito dell’agenzia di stampa AGI il 24 novembre 2020; https://www.agi.it/salute/news/2020-11-24/terapie-intensive-covid-cardiologia-infarti-10408959/.

[5] Vedi l’articolo Il Covid paralizza gli ospedali: 400 mila in attesa del chirurgo. Ora rischiamo 20 mila morti Pubblicato su La Stampa il 29 maggio 2020 e scritto da Paolo Russo; https://www.lastampa.it/topnews/primo-piano/2020/05/29/news/il-covid-paralizza-gli-ospedali-400-mila-in-attesa-del-chirurgo-ora-rischiamo-20-mila-morti-1.38903227.

[6] La cosiddetta “guardia medica”.

[7] Vedi ad esempio l’articolo Asma, Dispnea, Ansia e Attacchi di Panico: Paura e Controllo della Difficoltà Respiratoria  scritto il 26 novembre 2018 dal dottor Enrico Ballor, pneumologo e psicoterapeuta; https://www.medicinadelrespiro.it/malattie/asma/dispnea-ansia-attacchi-panico-difficolta-respiratoria/.

[8] Vedi l’articolo Quell'assurda delibera lombarda che ha infettato le case di riposo,pubblicato il 4 aprile 2020 su Il quotidiano del Sud scritto da Claudio Marincola; https://www.quotidianodelsud.it/laltravoce-dellitalia/le-due-italie/2020/04/04/quellassurda-delibera-lombarda-che-ha-infettato-le-case-di-riposo/.

[9] Pubblicato su Brain Behaviour and Immunity. 2019 Nov;82:298-301, autori JT Balter J E Raymond et al.; https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31476413/.

[10] Pubblicato su Dialogues in Clinical Neuroscience. 2017 Mar; 19(1): 9–19, autore Fulvio D’acquisto; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5442367/.

[11] Pubblicato su Psychologica Bullettin 2004 Jul; 130 (4): 601–630, autori Suzanne C. Segerstrom e Gregory E. Miller; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1361287/.

Marcello Pamio

Il Laboratorio di Virologia e di Biosicurezza dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Spallanzani di Roma ha rilevato la bassa sensibilità di un test rapido “Standard Q Covid-19 Ag” della SD Biosensor. Stiamo parlando di una sensibilità del 21,95%, rispetto a quella superiore al 80% dichiarata dall’azienda produttrice. Maggiore è la sensibilità e più precise saranno le diagnosi.
All’inizio di questa emergenza (nonostante non sappiamo ancora se il virus sia stato realmente isolato) i tamponi cercavano i 3 geni caratterizzanti il SARS-CoV-2: gene-E, gene-RdRp2, gene-N. Ora con la scusa di velocizzare i tempi, i kit hanno iniziato ad amplificare SOLO UN GENE SU TRE, e questo crea numerosissimi falsi positivi (come ha spiegato il prof. Giorgio Palù, virologo dell’Università di Padova).
Ovviamente se il virus fosse presente nel corpo, dovrebbero trovare tutti e 3 i geni, perché in teoria solo se il virus è integro possiamo parlare di un ruolo “patogeno” e “infettante”…
Quindi tutti osannano il tampone rapido, magari come il fai-da-te del diversamente-statista veneto, ma nessuno sottolinea la pericolosa inaffidabilità. Ricordo ancora una volta che il test è la madre di tutte le zoccole, perché se siamo in questa condizione di follia generalizzata è a causa del numero di falsi positivi (asintomatici) generati da questo esame. Al Sistema il tampone è vitale, perché grazie ai numeri falsi giustificano la loro operazione di distruzione del paese!
Se la gente lo capisse e in massa rifiutasse di fare il tampone (a parte chi ha sintomi impegnativi ovviamente) tutto il castello costruito attorno al Covid crollerebbe miseramente in un baleno…
Invece ogni giorno si vedono sudditi in colonna per ore al drive-in per farsi tamponare comodamente seduti all’interno del proprio abitacolo.

https://www.onb.it/2020/11/26/rapporto-spallanzani-bassa-sensibilita-di-un-test-rapido/

Marcello Pamio

Manca poco più di un mese a Natale, e quasi nessuno se n’è accorto. Gli anni scorsi subito dopo Ognissanti iniziava un massiccio martellamento di prodotti, pubblicità, video, canzoni e jingles natalizi, per non parlare di panettoni, luminarie e stelle filanti. Quest’anno no: come mai?
Semplice, è arrivato l’ordine dall’alto ai vari editori di cancellare la festività dai media.
Ovviamente il motivo è più che valido: il coronavirus!

La realtà è un po’ diversa: ci stanno rosolando lentamente sulla piastra, per prepararci al prossimo anno che inizierà con i botti, e non pensiate al capodanno. Il veglione infatti si farà a casa in totale solitudine senza alcun razzetto o fontanella, perché verranno messi al bando dal prossimo Dpcm in quanto i petardi potrebbero svegliare dal sonno notturno il SarsCoV-2... Che non sia mai!

Mi riferisco al “patentino” e all’ipotesi di obbligo in base alle fasce di età che sta prendendo forma.
A dirlo il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri. “Stiamo disegnando un piano dei vaccini, il primo sarà quello di Pfizer e all’Italia arriveranno 3,4 milioni di dosi nella seconda parte di gennaio, che serviranno a vaccinare 1,7 milioni di italiani perché a ogni persona dovranno essere somministrate due dosi”.

La cosa interessante è che il prodotto Pfizer richiede condizioni particolari per la conservazione: temperature di circa 70/80 gradi sotto lo zero!
Ma tranquilli i frigoriferi “ci sono”, ha rincuorato Arcuri.

Stanno anche “progettando una piattaforma informatica che consentirà di gestire la verifica della somministrazione per sapere come si chiamano le persone che hanno fatto il vaccino e dove lo hanno fatto, per seguire la tracciabilità dei beni sul territorio”, ha detto il Commissario, rispondendo ad una domanda sulla folle ma purtroppo concreta ipotesi di un patentino.

Il “patentino” o “pass” come l’ha definito il diversamente-statista del veneto Zaia, darà diritto ai sudditi di tornare ad una pseudo-normalità, che ovviamente normalità non sarà. Ma come si dice: la cosa importante è crederci.
Quindi vuoi andare ai concerti? Usare i mezzi pubblici? Viaggiare all’estero? E perchè no, mangiarti una pizzetta in compagnia senza il problema del numero di commensali? Bene, lo potrai fare se e solo se ti sarai fatto sparare in vena un po’ di RNA sintetico, un po’ di materiale modificato geneticamente, creato in laboratorio dalle menti più criminali del pianeta!
Buona “normalità” a tutti...

Marcello Pamio

Dopo la marchetta pubblicitaria da parte di Pfizer/BioNTech sull’efficacia al 90% del loro vaccino sperimentale, la palla è passata nella grinfie della società americana Moderna, che annuncia al mondo un vaccino efficace addirittura al 94,5%. Dopo una simile sparata può l’EMA, l’Agenzia europea del farmaco non cominciare l’iter per l’approvazione? Ovviamente no.
Non c’è due senza tre. Scatta infatti la fase 3 della sperimentazione anche per un altro vaccino contro il coronavirus e questa volta tocca a quello della Janssen, società farmaceutica della Johnson&Johnson, dopo quello messo a punto dall’Università di Oxford/AstraZeneca con la collaborazione dell’italiana Irbm di Pomezia e quello di Novavax.
La fase 3 del vaccino Janssen inizia oggi e coinvolgerà 30mila volontari (7000 nel Regno Unito e 23.000 in altri Paesi).

Il mondo potrà tornare finalmente alla “normalità” non appena le industrie chimiche doneranno all’umanità i loro speciali vaccini?
Mi dispiace perché non è mia intenzione rovinare i sogni di chi gli occhi aperti proprio non ha, ma ricordo un piccolo particolare: i produttori dei vaccini salvifici sono le più pericolose, spietate e soprattutto incriminate società! Sperare che il futuro migliore dipenda da un criminale cartello rappresentato dalle aziende più multate della storia di questo pianeta, lascia un pochettino perplessi…

Johnson&Johnson
...
2018: multa da 4,69 miliardi di $ per cancro alle ovaie a causa del talco
2019: multa da 8 miliardi di $ per non aver segnalato che un farmaco poteva causare ginecomastia (ingrossamento delle mammelle negli uomini).
2020: multa da 344 milioni di $ per aver commercializzato ingannevole dispositivi della rete pelvica per le donne.

Pfizer
...
2009 multa da 2,3 miliardi di $ per la commercializzazione inappropriata di alcuni medicinali.
2012 multa da 1 miliardo di $ per risarcimento danni (Prempro)
2013 multa da 288 milioni di $ per risarcimento danni (Chantix)

AstraZeneca
2005 multa da 60 milioni di $ per avere utilizzato illecitamente il sistema di brevetti e le procedure di commercializzazione di prodotti farmaceutici per bloccare, o ritardare, l’ingresso sul mercato di farmaci generici
2010 multa da 520 milioni di $ per promozione illegale (Seroquel)
2010 multa di 505 milioni di £ per evasione fiscale

Dossier di Senta Depuydt

Tratto dalla rivista belga «Néosanté», n. 103, Settembre 2020
Tradotto per Disinformazione.it dalla prof.ssa italo-francese Sonia Sonda Zaniol

Perché rifiutare il vaccino in arrivo? In realtà, il primo punto non è di capire le ragioni che potrebbero giustificare un tale rifiuto, bensì di vedere semplicemente se sarà possibile produrlo. I diversi esperti e i politici assumono sempre un’aria rassicurante per farci credere che hanno a cuore i nostri diritti fondamentali, per cui si impegnerebbero a produrre il vaccino solo se costretti dalle circostanze, vale a dire da ‘misure d’urgenza’. Ma tutto porta invece a ritenere che sia proprio di una vaccinazione obbligatoria che si tratti, magari non per effetto di una legge ma sul piano pratico. Basta constatare che lo stesso accade con l’obbligo della mascherina. A parte il fatto di restarsene in casa in pochi, davanti al televisore e facendosi portare del cibo a domicilio, è ormai impossibile esercitare una qualsiasi attività senza dover sottostare a un obbligo del genere. Anche limitandolo, è possibile vivere normalmente in queste condizioni?

D’altra parte – non si smette di ripeterlo – «portare la mascherina sarà obbligatorio fino all’arrivo del vaccino (1)». Inoltre - come lo predice il virologo belga Marc Van Ranst con la sua ‘sfera di cristallo epidemiologica’ - «le ondate di epidemie si succederanno fino al momento in cui un vaccino sarà trovato e, nel frattempo, i Belgi dovranno adattarsi a delle misure assai rigide». Poco importa il numero dei malati, quello dei decessi, la capacità di accoglienza degli ospedali, la convalida o la scoperta di cure efficaci, oppure la fine dell’epidemia, che pure è naturale… Tutto sembra già deciso: la nostra vita futura sarà condizionata dall’arrivo del vaccino,

Discrezione alla belga
In Belgio il gruppo di esperti sulla strategia vaccinale Covid-19, diretto dal prof Van Laethem, è assai discreto su questo argomento. In luglio il documento del Consiglio Superiore di Sanità si è accontentato di fare una stima delle categorie prioritarie da vaccinare, al fine di stabilire delle cifre destinate a compilare gli ordini europei. Il testo insiste sulla vaccinazione prioritaria di tutti i lavoratori del settore sanitario, compreso tutto il personale nelle case di riposo, più gli altri gruppi a rischio, come gli anziani over 65 e le persone affette da malattie croniche: asma, diabete, ipertensione e tutte le altre patologie presenti nelle persone “decedute di Covid-19”. La raccomandazione potrebbe prendere di mira anche altre categorie di lavoratori, “prestatori di servizi essenziali al pubblico”, ma come sempre la decisione è rimandata ad altri funzionari del governo, secondo il solito gioco dello scaricabarile, tipico del Belgio. Del resto il Comitato stima che almeno il 30% del pubblico interessato probabilmente rifiuterà il vaccino, proprio come in Francia, fatto che invita sicuramente i nostri compatrioti a non spingersi troppo in avanti nelle loro dichiarazioni.

In confronto, il rapporto della strategia di vaccinazione(2) del Covid-19 in Francia (paese al quale il Belgio si ispira troppo spesso) è molto più esplicito riguardo alla volontà di voler vaccinare tutta la popolazione. L’analisi del suo testo svela la posta in gioco ad esso associata, in linea con le politiche europee.

Un nuova dottrina vaccinale ?
Innanzitutto il comitato di vaccinazione francese raccomanda una «evoluzione dei testi relativi all’atto vaccinale, specialmente riguardo alla sua prescrizione e realizzazione». Se ci riferiamo agli sviluppi recenti negli Stati Uniti, in particolare in California, questo oscuro enunciato potrebbe forse significare un’evoluzione della definizione di vaccinazione, che va dall’atto medico a quello amministrativo. L’obiettivo è di togliere la vaccinazione dalla responsabilità dei medici e dei genitori, ossia di farla uscire dagli ambulatori medici per metterla nelle mani dei farmacisti e operatori sanitari, quelli che intervengono durante le campagne promozionali nelle scuole, nei luoghi di lavoro e in quelli di grande affluenza. Precisiamo che questa “evoluzione legislativa della vaccinazione” è stata definita come una priorità nel 2014, anno del lancio del GHSA, l’agenda globale della sicurezza sanitaria.

Il piano precisa chiaramente uno dei grandi scopi della manovra quando sottolinea che «la tracciabilità deve essere a portata di mano e l’occasione di diffondere/generalizzare l’instaurazione di un libretto elettronico di vaccinazione deve essere prevista». Non c’è dubbio che combinare tale libretto (su cellulare o carta d’identità) col tracciamento e la limitazione degli accessi, comporterà in pratica un obbligo vaccinale di fatto. Una volta ottenuto tutto ciò, col pretesto della minaccia del Covid-19, il resto del calendario vaccinale raccomandato seguirà senza indugio. La prova che l’obiettivo della strategia mira più al principio di una vaccinazione generalizzata, “per tutta la vita”, che alla lotta all’epidemia di Covid-19, ci viene dal fatto che gli esperti raccomandano di vaccinare tutti, comprese le persone che hanno già avuto il Covid-19 e sconsigliano di effettuare dei test anticorpali, giacché ciò permetterebbe a certe persone di sfuggire al vaccino in modo “inopportuno”.

Ma c’è ben altro! Nei loro “punti d’attenzione”, gli esperti ammettono che il/i vaccino/i sarà/saranno probabilmente solo di scarsa utilità, ragion per cui saranno necessarie due dosi al minimo. Stimano d’altra parte che all’incirca la metà della popolazione benefici già di un certo grado di immunità cellulare, incrociata con altri coronavirus e sono ben consapevoli del fatto che un certo numero di persone, in particolare gli anziani, non “rispondono al vaccino”. È probabile che i vaccini prodotti abbiano solo una debole capacità di interrompere la trasmissione e che la protezione indotta perda rapidamente la sua efficacia. Ciliegina sulla torta, il Comitato Scientifico è ben conscio del fatto che c’è un pericolo specifico associato ai vaccini contro il coronavirus, vale a dire l’aggravarsi possibile della malattia quando il vaccinato entrerà in contatto con la sua fonte naturale.

Una cosa salta agli occhi. Si è ben lungi dall’affermare che il vaccino sarà quella formidabile panacea che da sola potrà proteggerci dal coronavirus. L’epidemia servirà piuttosto da pretesto per instaurare una nuova “dottrina della vaccinazione” (per riprendere i termini del testo), presentata come “un contratto sociale”, al fine di mascherare la flagrante violazione dei diritti e delle libertà individuali che ci si appresta così a mettere in opera. Ed ecco un’ultima conferma: «se la vaccinazione obbligatoria non è né augurabile né concepibile, una strategia di vaccinazione fondata su delle scelte puramente individuali può mancare di efficacia e rivelarsi socialmente ingiusta». In altre parole «a malincuore, certo, ma per scrupolo di equità saremo costretti a forzare la mano a quanti non saranno consenzienti».

Sperimentazione su larga scala
Riassumiamo: i nostri governi finanziano lo sviluppo e programmano di acquistare milioni di dosi di vaccini di cui non si conoscono ancora le caratteristiche, ma che dovrebbero emergere durante una seconda ondata di Covid-19. Prudenti nelle loro dichiarazioni, i Comitati Scientifici sottolineano che è «imperativo prendersi il tempo necessario a una valutazione rigorosa, tanto dell’efficacia che della sicurezza dei vaccini disponibili, prima della loro utilizzazione su grande scala». Non si potrebbe dirlo più chiaramente: è una speculazione, una scommessa, un esperimento su tutta la popolazione umana, che ci si appresta a fare senza il suo consenso. E se il vaccino si rivelerà un fiasco, chi oserà denunciarlo? Se per caso gli “esperti” finissero per concludere, in un momento di lucidità storica, che questi vaccini non servono a niente e che il gioco non valeva la candela? Chi oserebbe dire: «Ebbene, per dirla tutta, dopo una valutazione rigorosa, abbiamo il dispiacere di annunciare che questi vaccini, prodotti a milioni e finanziati dai contribuenti a colpi di miliardi di euro, non sono a conti fatti né sicuri né efficaci. Era una grande scommessa e l’abbiamo persa. Ci spiace per i vostri soldi, la fiducia e le speranze riposte in noi, ma bisogna buttare tutto nella spazzatura»? Giacché, contrariamente agli altri vaccini, questa volta le linee di produzione sono state avviate ben prima di avere un prodotto finale. Eppure è evidente che sviluppare un vaccino efficace in tempi così ridotti sfiora l’operazione kamikaze, trattandosi di puntare tutto su una soluzione ipotetica. Non rischiamo così veramente molto, ma proprio molto?

Vaccini di massa e genocidio
Il termine è scioccante, ma pertinente. Certi vaccini uccidono e spesso se ne ignorano le cause. Nel 2017 il professor Peter Aaby del Serum Institute ha pubblicato un articolo nel quale constata che l’introduzione del vaccino cellulare difterite-tetano-pertosse in Guinea Bissau, una campagna dell’Unicef alla quale aveva partecipato lui stesso e che è condotta in numerosi paesi in via di sviluppo, aveva alla fine moltiplicato per cinque la mortalità nei neonati (3). Così, dopo un’approfondita analisi, aveva finito per concludere che «tutti i dati disponibili suggerivano che questo vaccino uccide probabilmente più bambini di altre cause rispetto a quelli salvati dalle tre suddette patologie». In realtà, relativamente al tasso di mortalità dei soggetti vaccinati, nessun vaccino di uso corrente è stato mai testato in prove cliniche randomizzate. Questa tragica constatazione, al termine di una lunga carriera di vaccinologo, ha condotto lo scienziato a riconoscere con turbamento che, effettivamente, certi vaccini uccidono e che «se la maggioranza del pubblico crede che noi sappiamo ciò che fanno i vaccini, in verità questo non è affatto vero» (4). Tali interrogativi avrebbero dovuto essere posti quarant’anni fa. Delle organizzazioni internazionali come l’OMS e l’UNICEF ammetteranno mai che il loro vaccino di punta, il cui tasso di somministrazione è considerato un indicatore di salute, si è forse preso più vite di quante non ne abbia salvate? E questo per decenni? L’autore conclude il suo articolo citando la reazione dell’OMS la quale ammette che occorrerebbe proseguire gli studi su tale materia, pur precisando che, disgraziatamente, ciò non sarà fattibile. A prima vista è una risposta comoda. Ma per quanto sia imbarazzante, la gravità di tale informazione implica il dovere di segnalarla e di verificare l’operato degli organismi che effettuano queste campagne: in assenza di misure adeguate, si potrà parlare di responsabilità criminale. A tutt’oggi decine di milioni di dosi del suddetto vaccino continuano ad essere somministrate, mentre quasi un terzo dei paesi di tutto il mondo non dispone ancora di un sistema di farmacovigilanza. L’esempio qui riportato dimostra che anche in presenza di un insuccesso, è difficile fare marcia indietro in una campagna di vaccinazione.

Pessime scommesse
Non si è mai certi di riuscire a sviluppare un vaccino. Ricordiamo che in una certa epoca, il mondo viveva col terrore dell’AIDS. Ricordiamo anche che da trent’anni sono stati raccolti e investiti freneticamente dei miliardi di dollari per mettere a punto un vaccino contro tale male, ma che i test clinici sono stati una serie di insuccessi. Nel frattempo, però, la paura dell’epidemia è venuta meno. Si sa che essa infierisce là dove regnano la povertà, la droga e la prostituzione: tre flagelli di cui non sembriamo più preoccuparci più di tanto. Tuttavia i soldi investiti in questa ricerca arrivano sempre nelle casse dei laboratori.

Altra cattiva scommessa è quella del vaccino contro la malaria Mosquirix (GSK), che ci ha messo 25 anni tra la sua formulazione e la sua commercializzazione. Attualmente è testato su grande scala in Africa su intere popolazioni di bambini. I risultati sono deludenti, giacché a medio termine, cioè in capo circa a cinque anni, il rischio di incidenza della malaria è uguale, se non superiore a quello dei bambini non vaccinati. Per taluni, come il prof. Didier Raoult, che non è contrario ai vaccini, l’idea di vaccinare contro la malaria non aveva alcuna possibilità di avere successo, dal momento che non si tratta di una malattia immunizzante e non si vede perché il vaccino sarebbe più efficace del ceppo naturale.

A pensarci bene una domanda simile si pone con un vaccino contro il coronavirus e il celebre professore dubita pure lui, in egual misura, della sua utilità. Il fatto è che si tratta il più delle volte di creare un mercato piuttosto che eliminare sul serio una malattia o di rendere servizio alla salute pubblica.

Panico e legislazione
Nel 1976 un’ondata di panico attraversò gli Stati Uniti in seguito all’annuncio dell’arrivo di un’epidemia di Influenza Porcina, di cui si prediceva che rischiava di essere un flagello paragonabile alla Spagnola, con milioni di morti tra gli americani. Il presidente Ford annunciò la produzione d’urgenza di un vaccino destinato ad essere somministrato al 95 % della popolazione. Il vaccino X53A fu messo a punto a tempo di record e introdotto sul mercato senza essere sottoposto a preliminari prove cliniche; tuttavia le compagnie di assicurazioni rifiutarono di coprirne gli eventuali danni. L’industria farmaceutica si rivolse allora al governo, che oppose lo stesso rifiuto. Furibondi, gli industriali rifiutarono allora di consegnare il loro stock, lasciando così il pubblico nell’angoscia della malattia e nell’attesa del vaccino promesso. È in quel preciso momento che capitò l’incidente di Fort Dix, nel New Jersey, dove un pugno di legionari caddero malati e morirono in pochi giorni, al ritorno da un meeting a Filadelfia. La bufera di panico che seguì finì per far piegare il Congresso, spingendo il governo ad accettare le condizioni dell’industria farmaceutica, vale a dire assumendosi la responsabilità degli eventuali danni. Questa decisione fu immediatamente accompagnata da una campagna mediatica che vantava l’arrivo di un vaccino dichiarato “sicuro ed efficace” dal Comitato Federale di Salute, cosicché le vendite ripresero.

Bilancio: l’epidemia dell’influenza porcina del 1976 provocò 13 ricoveri ospedalieri e 1 decesso! Tuttavia la manovra mediatica permise di creare un mercato per un vaccino che non era stato testato più di tanto e che causò un gran numero di lesioni vaccinali gravi, stabilendo nel contempo il principio di esenzione di ogni responsabilità dell’industria farmaceutica. Da quell’epoca la storia non ha fatto altro che ripetersi sul filo degli annunci di “pandenie”, ma assumendo senza sosta dimensioni sempre più inquietanti. Più vaccini e più in fretta, con sempre meno garanzie.

Catastrofi dei vaccini prodotti in tutta fretta
Durante il convegno “Vaccine Safety Summit” sulla sicurezza dei vaccini tenutosi nel dicembre scorso all’OMS, altri due esempi allarmanti sono stati riferiti nel corso di una sessione sui nuovi tipi di rischi e sui settori bisognosi di nuove ricerche (5).

Il primo è quello del vaccino Pandemrix, messo a punto con urgenza contro l’influenza H1N1 e che ha provocato numerosi casi di narcolessia in diversi paesi del nord Europa, particolarmente nelle ragazze della Finlandia, dove la campagna di vaccinazione è stata subito interrotta. Fatto inquietante è che la dottoressa Hanna Nohynek, responsabile della farmacovigilanza in Finlandia, ha denunciato le reticenze dell’Agenzia Europea dei Farmaci a lanciare l’allarme e a iniziare le indagini necessarie in seguito agli incidenti suddetti, risolvendosi alla fine ad andare avanti senza il loro apporto. L’inchiesta, arrivata alla sua conclusione, ha rivelato che questi casi di narcolessia, una malattia invalidante a vita, sono associati a dei caratteri genetici specifici delle popolazioni nordiche. Altri gruppi a rischio, determinati dall’età, il sesso, la famiglia genetica, certe malattie croniche e la gravidanza, sono state identificate per diversi vaccini e attestano dei gravi rischi legati allo sviluppo accelerato di vaccini e alla pratica di vaccinazione di massa.

Alejandro Gravioto, presidente del comitato SAGE incaricato delle politiche di raccomandazioni vaccinali dell’OMS, lo ha d’altra parte riconosciuto nel corso della medesima sessione: «secondo i dati di cui disponiamo mediante gli studi di genomica, è chiaro che la sensibilità alle infezioni e la risposta che diamo loro sono associate a un numero di caratteristiche genetiche. Non ci piace utilizzare la parola “razza” per definire le cose, ma qui abbiamo grandi differenze tra la popolazioni e il modo con cui rispondono. Sappiamo anche che diverse popolazioni sono portatrici di microbi diversi e che numerosi altri fattori (epigenetici, ambientali, ecc.) sono in gioco».

L’esempio di un altro vaccino, il Dengvaxia nelle Filippine, è ugualmente eloquente. Durante questo convegno dell’OMS il dottor Kenneth Hartigan Go, che era Sottosegretario alla Salute durante questa crisi del Dengvaxia ha descritto la sua esperienza come “un vero tsunami”. Questo vaccino contro la Febbre Gialla è stato imposto alla popolazione nel bel mezzo di un’epidemia. Disgraziatamente l’incontro tra il virus vaccinale e quello epidemico ha aggravato la malattia in numerose persone che erano già state infettate, provocando molti decessi. Tali rischi non erano stati chiaramente comunicati dal produttore del vaccino per cui, il Ministero della Salute ha dovuto affrontare una vera crisi a seguito della collera della popolazione. I responsabili delle agenzie sanitarie nelle Filippine, ma anche dei ricercatori che avevano sviluppato o testato il vaccino, nonché dei rappresentanti della Sanofi si ritrovano oggi accusati di comportamenti criminali. Il dottor Hartigan Go termina il suo racconto dicendo di essersi trovato all’improvviso «solo in mezzo alla tempesta…», un argomento di peso in favore della libera scelta.

Vaccinare durante un’epidemia?
Vaccinare durante un’epidemia sembra logico. In realtà ciò comporta spesso il rischio specifico di “facilitare le infezioni”, il che può condurre ad un aggravamento della malattia, seguito da un corto circuito del sistema immunitario con conseguente possibile esito fatale. Questo fenomeno può essere scatenato dall’incontro di un virus vaccinale con un virus “selvaggio” della stessa famiglia o anche di due virus simili. È una delle ragioni per le quali non si vaccina una persona quando essa è malata né quella che ha già sviluppato un elevato tasso di anticorpi avendo superato una malattia immunizzante. Non si vaccinano contro il morbillo o gli orecchioni coloro che li hanno già avuti. La catastrofe dell’introduzione del Dengvaxia nelle Filippine durante l’epidemia di Febbre Gialla non è l’unico esempio. Si conosce il fenomeno già dalle epidemie di vaiolo, specialmente grazie al medico tedesco Buchwald e certuni pensano che potrebbe essere all’origine del tasso di mortalità elevato durante la recente epidemia di morbillo nelle isole Samoa, durante la quale è stata lanciata una campagna di vaccinazione obbligatoria e con urgenza.

In un recente intervento in un canale televisivo in linea la genetista Alexandra Hennon-Claude (6) ha ricordato il pericolo di interferenza virale ritenendo che fosse necessario avere un dibattito senza indugio sul fatto di somministrare dei vaccini in un contesto epidemico, in particolare dell’influenza di cui l’interazione con il coronavirus potrebbe raddoppiare l’eventualità di un’infezione polmonare. Benché numerosi fattori siano in gioco, alcuni dati fanno pensare che in occasione delle intense campagne di vaccinazione contro l’influenza, i pneumococchi abbiano giocato un ruolo nella sovramortalità osservata nel nord Italia.

È probabile che ciò avvenga anche quando due ceppi di coronavirus, vaccinale e selvatico, si incontrano forse anche in portatori asintomatici del virus. Sia come sia, la ricercatrice dell’INSERM stima che sviluppare un vaccino contro il coronavirus con urgenza sia semplicemente un’aberrazione, giacché si è certi di non conoscerne gli effetti secondari.

Conferma dei pericoli
Quando la risposta immunitaria si declina in forme diverse secondo il soggetto e la malattia, il principio della vaccinazione si basa su una risposta immunitaria specifica, legata alla misura del numero di anticorpi sviluppati dopo l’iniezione. Ora sembra che, contrariamente a una malattia come il morbillo, nel caso del Covid-19 i tassi di anticorpi più elevati sono stati osservati nei pazienti più malati, ed è probabile che altri meccanismi facenti parte del sistema immunitario giochino un ruolo più importante (specialmente l’immunità cellulare presente nelle mucose). Dobbiamo dunque necessariamente rallegrarci all’idea che arrivino dei vaccini fondati sull’obiettivo di creare anticorpi? Durante delle precedenti prove di vaccini contro dei coronavirus è già stato confermato il rischio di facilitare l’infezione o l’ipereazione del sistema immunitario. E i vaccinologi lo hanno tutti evocato in occasione del lancio della grande corsa ai vaccini nel mese di marzo, durante una riunione alla Casa Bianca o davanti al Congresso americano.

Il dr. Peter Hotez, del Baylor College, aveva insistito su questo fatto ricordando che, in passato, delle prove cliniche con vaccini simili avevano provocato la morte di due bambini e che gli animali testati nei loro laboratori, in prove per vaccini contro il coronovirus SARS o MERS, avevano dimostrato questo specifico pericolo. Il dottor Paul Offit, altro apostolo della santità vaccinale, aveva ammesso pure lui che “non si poteva immaginare l’inizio di prove cliniche prima di due anni” (7). Si potrebbe essere sorpresi, forse addirittura rassicurati, dall’onestà degli esperti nella loro schiettezza di fronte a questa enorme assunzione di rischio. Ma contro ogni aspettativa, queste messe in guardia non hanno rallentato lo sviluppo dei vaccini, né suscitato l’imposizione di precauzioni supplementari da mettere in opera nelle prove cliniche. L’obiettivo di queste dichiarazioni ha avuto soprattutto per effetto di scaricare i fabbricanti dalle loro responsabilità in caso di effetti secondari indesiderati o di difetti del prodotto. Nei seminari che sono seguiti essi hanno così negoziato una immunità legale di fronte ai danni che potrebbero essere provocati dai loro nuovi vaccini. Negli Stati Uniti il Public Readiness and Emergency Preparedness, chiamato comunemente PREP Act, offriva già questa protezione all’industria del vaccino, ma in Europa fu piuttosto una questione di negoziati tra l’UE o certi paesi membri e i fabbricanti.

Vaccini di “gene genetico”
Tra i numerosi vaccini candidati, sembra che i primi in testa siano quasi tutti vaccini che utilizzano delle tecnologie di “gene genetico”. Il vaccino di Oxford o ChAdOx nCoV-19, prodotto dalla AstraZeneca, che sarà probabilmente uno dei principali vaccini sul mercato europeo, utilizza una sequenza genetica della proteina di punta Sars-Cov-2, ma funziona ancora come un vaccino “classico”, mentre gli altri operano secondo un modello del tutto diverso. ChAdOx nCoV-19 e i vaccini mRNA sono simili in quanto forniscono del materiale genetico alle cellule per indurre una risposta immunitaria. La differenza risiede principalmente nella maniera in cui sono somministrati. Col ChAdOx nCoV-19 il materiale genetico è trasmesso mediante un vettore che è un virus di scimpanzé. Questo adenovirus è ritenuto capace di stimolare delle risposte immunitarie assai robuste, al tempo stesso anticorpi e cellule T. Grosso modo si inietta un virus di scimmia, manipolato col genoma del coronavirus, per stimolare una risposta immunitaria.

Per contro, i vaccini mARN (messaggeri acidi ribonucleici) si basano su una tecnologia completamente nuova e sperimentale, che non ha pressoché più nulla a che vedere con la vaccinazione. Bill Gates, che preme sul suo sviluppo da una decina di anni, descrive tale tecnica come “la più promettente” (8): «piuttosto che iniettare l’antigene di un agente patogeno nel vostro corpo, voi gli fornite il codice genetico necessario per produrre lui stesso questo antigene. Quando gli antigeni compaiono all’esterno delle vostre cellule, il vostro sistema immunitario li attacca e impara a vincere i futuri intrusi nel corso del processo. Insomma voi trasformate il vostro corpo nelle sua propria unità di fabbricazione dei vaccini».

I vaccini alla mARN sono sviluppati da tre grandi case farmaceutiche: Pfizer, Moderna e CureVac, e le loro associate. Uno dei vaccini in questione avrebbe perfino una caratteristica “amplificatrice”. Kathrin Jansen della Pfizer spiega che «quando voi iniettate questo ARN a un essere umano, è assorbito da una cellula e mette in moto il suo proprio laboratorio. Si moltiplica nella cellula, nel senso che una sola copia entra e la fabbrica si mette in marcia e produce sempre più copie». Che cosa succede se tutto ciò non va per il giusto verso e il processo si autoamplifica? Inserendo una porzione di codice genetico di coronavirus nelle cellule umane potrebbe accadere che questo modifichi il genoma della persona vaccinata o della sua discendenza, favorendo la comparsa di malattie autoimmuni o lo sviluppo di mutazioni. Nessuno è in grado di predirne le conseguenze.

Nanoparticelle
Una delle principali sfide tecniche di questi nuovi vaccini consiste a fare entrare la voluminosa “carica utile” di ARN dei vaccini nelle cellule conservandola intatta, vale a dire senza che si decomponga prima di arrivare a destinazione. La soluzione scelta consiste nell’utilizzare dei “sistemi di trasporto” biotecnologici di moda, implicanti delle nanoparticelle lipidiche, le LNP, che “incapsulano le costruzioni di d’ARNm per proteggerle dalla degradazione e favorire l’assorbimento cellulare”. Esse avranno un effetto stimolante (ovvero irritante) sul sistema immunitario. Queste nanoparticelle saranno ugualmente ricoperte di un polimero sintetico, non degradabile e sempre più controverso, chiamato glicole polietilenico (PEG).

Ora l’utilizzazione del PEG, che si pensava un tempo fosse inerte e inoffensivo, è sempre più oggetto di critiche. I ricercatori pensano che favorisca la crescita di tumori e le reazioni immunitarie come lo choc anafilattico, inoltre certe persone potrebbero avere una ipersensibilità a tale prodotto. Su un altro piano, ma non meno allarmante, l’introduzione di nanoparticelle nei vaccini pone un rischio considerevole, in ragione appunto delle reazioni infiammatorie, autoimmuni o oncogene che la penetrazione di materiale non biologico può provocare nella cellula. I ricercatori Antonietta Gatti e Stefano Montanari lo hanno dimostrato a più riprese grazie alla lente del loro microscopio elettronico (9).

Cavie malate
Ian Haydon è famoso per essere stato il primo a offrirsi volontario per testare il vaccino sperimentale Covid della casa Moderna. Dopo aver fatto numerose apparizioni in vari canali televisivi, durante le quali si celebrava la rapidità nello sviluppo del vaccino, la cavia, scelta per la sua robusta salute e il suo entusiasmo, è diventata un motivo di imbarazzo per Fauci, Gates e le ragazze pon-pon del CNN. In effetti, meno di 12 ore dopo aver ricevuto la prima dose del vaccino, Haydon ha sofferto di dolori muscolari, conati di vomito e una forte febbre a 39,5° perdendo conoscenza. Mai in vita sua sarebbe stato così malato! In realtà 3 fra i primi 15 vaccinati hanno dovuto essere ospedalizzati o sottoporsi a cure mediche. Disgraziatamente, per non rimetterci la faccia davanti al pubblico e agli azionisti, la Moderna ha spinto Haydon a comparire in televisione per dichiarare che le prove del vaccino Covid di tale casa erano un eclatante successo. In effetti, il 7 maggio scorso, Haydon ha rivelato le sue vere reazioni a Sanjay Gupta durante una preintervista, ma i due uomini si sono poi messi d’accordo per mantenere segreta tale cattiva notizia, quando l’intervista è stata trasmessa. Un simile vergognoso accordo rivela lo stato pietoso del giornalismo targato CNN.

Moderna, la casa farmaceutica lanciatasi in questa sperimentazione, non ha alcuna esperienza in materia di produzione di vaccini e non sembra affatto preoccuparsi degli aspetti etici della sua missione. Una tale dissimulazione e distorsione degli effetti secondari del vaccino è particolarmente inquietante. Verso la metà di luglio un rapporto preliminare (10) sulle prove cliniche della fase 1 è stato pubblicato nel New England Journal of Medecine. Il quadro delle reazioni avverse seguite alla vaccinazione mostrava una percentuale elevata di effetti indesiderati, da moderati a elevati, ma l’articolo non ha stimato che questo fatto dovesse dar luogo ad alcuna limitazione nelle prove cliniche, invitando al contrario a proseguire lo sviluppo del vaccino.

Fine dell’etica e della bioetica
C’erano finora parecchie reticenze riguardo all’autorizzazione della tecnologia mRNA. L’avvocato Robert F. Kennedy Jr. (11) ricorda che i maggiori esperti di bioetica si sono espressi, una volta di più alla fine di gennaio, nella “dichiarazione di Ginevra per la correzione dell’edizione del patrimonio genetico”, al fine di chiedere una moratoria alle sperimentazioni che utilizzano le tecnologie di manipolazione del genoma umano. Con ogni evidenza il coronavirus è un pretesto per creare un grimaldello con cui aggirare la legge sugli OGM e le regole sulla bioetica. All’inizio di luglio il Parlamento europeo ha votato un testo sui vaccini OGM contro il Covid-19 consentendo così ai produttori di vaccini e di farmaci contenenti dei virus OGM di fare a meno di studi ambientali e sanitari a monte delle prove cliniche sugli esseri umani. L’eurodeputata Michèle Rivasi del movimento ecologista EELV ha emesso un comunicato stampa in cui dichiara:

«le deroghe concesse sono contrarie al principio di precauzione. Mi sono opposta a tale testo perché si tolgono le barriere necessarie a proteggere la nostra salute. Di fronte a questi nuovi vaccini dobbiamo raddoppiare la nostra vigilanza. L’argomento della Commissione europea all’origine del testo votato oggi non è accettabile in quanto sostiene che vista l’urgenza del Covid-19 bisogna fare a meno di studi preliminari sulla salute e l’ambiente. Inoltre tale testo è arrivato al Parlamento europeo in forma di risoluzione urgente, senza dibattito né udizione nella commissione ambientale, e senza alcuna discussione in Parlamento.
L’urgenza sta soprattutto nel non sbagliare autorizzando prodotti la cui sicurezza non sia stata valutata. I vaccini OGM attualmente allo studio utilizzano Crispr-Cas9, un’enzima che funziona come una forbice genetica. Questi nuovi vaccini non sono mai stati valutati in modo completo. Si tratta di un regalo incomprensibile fatto all’industria farmaceutica e una vera coltellata inferta alla direttiva europea sugli OGM, destinata a proteggere l’ambiente e la salute umana. La direttiva sugli OGM è un bastione efficace che bisogna assolutamente preservare
» (12).

Da notare che l’Unione Europea, l’OMS e la fondazione Gates fanno pure pressione sui loro partner extracomunitari, come la Norvegia. Alla fine di maggio il governo norvegese ha modificato la legge sulle biotecnologie affinché tutti i tipi di vaccini, attuali e futuri, possano essere inoculati senza che sia necessario ottenere il consenso preventivo delle persone vaccinate. Ha poi provveduto in seguito a una riqualificazione degli organismi classificati come OGM. Secondo i medici che si occupano di questa faccenda, l’OMS ha chiaramente indicato che se il governo norvegese non autorizza questo gigantesco esperimento sulla popolazione, la Norvegia si vedrà rifiutare in futuro l’accesso ai farmaci e ai vaccini corrispondenti. Non facendo parte dell’UE, la Norvegia rappresenta un paese ideale per realizzare le prove cliniche che potrebbero imbarazzare l’Europa.

Derive transumaniste?
Bisogna ben dire che tutto ciò che sembra essere messo in opera per sviluppare i vaccini mARN assume un contorno inquietante. Perché voler vaccinare ad ogni costo tutta la popolazione mondiale con un vaccino di cui si riconosce in anticipo la mancanza di utilità, di efficacia, e sapendo che utilizza una tecnologia sperimentale azzardata, mentre numerosi altri trattamenti o vaccini, più classici, sono in corso di sviluppo? A che scopo tutto ciò è necessario al punto da far cadere tutte le protezioni e violare tutte le legislazioni? E perché una società come la Moderna, illustre sconosciuta che non aveva mai sviluppato né messo in commercio un solo vaccino, ha ricevuto una somma stupefacente di 483 milioni di dollari di fondi federali della Biomedical Advanced Research and Development Authority (BARDA), un’agenzia sorella del NIAID di Fauci, per accelerare il suo sviluppo? Senza dimenticare la rabbiosa operazione “Warp speed” approvata da Trump, che è deciso a sviluppare i vaccini Covid alla velocità di un fulmine? Altre nuove tecnologie sono testate. Ad esempio i “Quantum dots” (13), dei micro tatuaggi sotto la pelle attestanti l’avvenuta vaccinazione. Presentata come un progresso utile nel contesto dei paesi in via di sviluppo dove i libretti di vaccinazione si perdono, questa innovazione è né più né meno che uno strumento di controllo assoluto e di costrizione forzata alla vaccinazione. La tecnica utilizza dei “Patchs” [specie di piccoli cerotti] di nano aghi che perforano la pelle e impiantano dei nano cristalli a base di rame chiamati appunto “Quantum dots”, minuscoli punti invisibili a occhio nudo che sono rintracciabili solo mediante luce infrarossa.

Impossibile barare, facile da verificare con uno smartphone in grado di leggere il tatuaggio, che altro ancora si potrà registrare come dati sul nostro corpo?
La raccolta di dati biometrici non sarebbe forse uno dei veri scopi di questa grande operazione? È proprio ciò che sembra essere in programma in Africa, dove la diffusione dei nuovi vaccini Covid-19 sarà accoppiata a una piattaforma di identificazione biometrica digitale “evolutiva” (14). L’operazione “Wellness Pass” messa a punto da un’alleanza tra GAVI e Mastercard, permetterà di accoppiare i dati di identità e di salute “Trust Stamp” a un conto bancario digitale, nell’ottica di un’evoluzione verso un mondo senza denaro liquido. L’applicazione utilizzerà i dati di riconoscimento facciale o di impronte digitali prima di consentire l’accesso ai dati criptati. A prima vista tale sistema sembra suscettibile di facilitare la vita di un buon numero di persone, ma apre la porta a un numero incalcolabile di abusi, via via che altre applicazioni si aggiungeranno. Per esempio, si prevede di includere un programma di controllo dei movimenti, al posto di utilizzare dei braccialetti elettronici per i prigionieri (o i confinati?).

Un’altra operazione ID 2020, è ugualmente associata alla vaccinazione e all’utilizzazione di dati biometrici in associazione con IRrespond (15), Microsoft, Rockefeller o Master Card.
L’esperienza attuale, pur apportando qualche comodità, sembra rivelare appieno i pericoli inerenti al sistema. In effetti, se dei tali “passaporti” facilitano l’accesso al cibo e ai servizi, essi creano pure delle condizioni di rifiuto e di privazione di tali servizi, e di ricatto o sfruttamento della persona umana.
E come se tutto questo non bastasse, altri interrogativi si pongono ancora. Sappiamo per esempio che le nanoparticelle permetteranno a dei minuscoli nanorobot di penetrare nel sangue mediante un’iniezione. Tali mini-automi potrebbero attraversare la barriera ematoencefalica e integrarsi nel cervello. Uno dei chiodi fissi dei padri del transumanesimo è appunto di poter connettere il cervello umano in un Cloud, nel quale sono immagazzinati tutti i dati, affinché gli umani siano in grado di comunicare direttamente con le macchine mediante il solo pensiero. Se non è certo che questo sia possibile al giorno d’oggi, una simile eventualità deve tuttavia essere presa in considerazione sapendo che sono dei folli come Ray Kurzweil, padrone di Google, che coltivano un tale sogno.

Rifiutare è una necessità
Appare evidente che le poste in gioco che circondano la vaccinazione Covid-19 vanno ben oltre la semplice risposta all’epidemia di coronavirus. Si tratta in realtà di far cadere la barriera dei diritti umani fondamentali, al fine di installare il Mondo 2.0 in cui regnerà l’asservimento al digitale. Di fronte all’insieme di rischi cui ci esponiamo accettando questi vaccini col loro corteo di violazioni, dobbiamo rifiutare su scala mondiale una tale esperienza.

La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo a Strasburgo si pronuncerà presto in assemblea plenaria (16) sul principio delle vaccinazioni obbligatorie. Ne approverà probabilmente la necessità, usando il sempiterno pretesto dell’urgenza e della nozione di “protezione del bene comune”. Ma numerose persone sono oggi ben consapevoli che, al di là dello stravolgimento della nozione di “diritto alla salute”, sono tutti i nostri diritti che vengono calpestati.

In Germania una larga parte della popolazione ha preso coscienza delle derive totalitarie nelle quali si iscrive oggi la politica di vaccinazione “per tutti, vita natural durante”. Queste persone si ritrovano oggi in grandi assembramenti per difendere le libertà ottenute a caro prezzo. Decine, anzi centinaia di migliaia di tali persone sono sfilate il primo agosto a Berlino, e se non erano probabilmente tutte contrarie ai vaccini, esse avevano il coraggio di resistere, quello di rifiutare pacificamente un programma che non è più “umano”. Non serve per questo conoscere la vera storia della vaccinazione e dei suoi danni collaterali, né essere specialisti delle interazioni virali o degli additivi dei vaccini. Di fronte a ciò che è in arrivo, ognuno di noi deve DIRE DI NO, semplicemente, senza alcuna spiegazione.

NOTE

NB - Ho preferito non tradurre le note in italiano per facilitare il loro reperimento in Internet e avere così immediato accesso alle fonti originali citate qui [La traduttrice].

(1) https://www.rtl.be/info/belgique/societe/le-port-du-masque-devrait-rester-obligatoire-en-belgique-jusqu-au-vaccin-1231880.aspx

(2) http://www.datapressepremium.com/rmdiff/2009019/Avisvaccin.pdf

(3) http://vaccinepapers.org/wp-content/uploads/Introduction-of-DTP-and-OPVAmong-

Infants-in-an-Urban-African-Community-A-Natural-Experiment.pdf

(4) https://duckduckgo.com/?q=Peter+Aaby+most+of+you+think&atb

=v209-1&iax=videos&ia=videos&iai=https%3A%2F%2Fwww.youtube.

com%2Fwatch%3Fv%3DNPNHYAevTwg

(5) GVS Summit Day 2 Dec 3, 2019 11h30 13h, youtube, https://www.youtube.com/watch?v=BJMdIikVDaY&feature=youtu.be

(6) Elise BLAISE « Covid-19 : une généticienne vous dit tout », interview d’Alexandra Henrion-Claude, TV Libertés, le 31 juillet 2020.

(7) Video 2020.03.27 Therapeutics Now or Vaccines Later ? , childrenshealthdefense.org

(8) Bill GATES, « What you Need to Know About the Covid Vaccine », gatesnotes.com, 30 avril 2020.

(9) S. RADER, « Vaccins, oui ou non ? », Talma editions, 9 septembre 2017.

(10) mRNA study group « An mRNA Vaccine Against Sars-Cov-2 Preliminary Report », 14 juillet 2020.

(11) R. F. KENNEDY, Jr. « Gates Pushes Experimental Technology on 7 Billion Humans », www. childrenshealthdefense.org, 21 Juillet 2020.

(12) Michele-rivasi.eu, « Vaccins OGM : C’est NON ! », 10 juillet 2020.

(13) Leila MARCHAND, « Dans le futur le carnet de vaccination pourrait etre injecté sous la peau », lesechos.fr, 21 décembre 2019.

(14) Raoul DIEGO, « Africa To Become Testing Ground for Trust Stamp Vaccine Record and Payment System », 10 mintpressnews.com, 10 juillet 2020.

(15) Withney WEBB, « Charity Accused of Child Sex Abuse Coordinating ID2020’s Pilot Program for Refugee Newborns », sign of the times, 29 juillet 2020.

(16) Vavřička C. République tcheque (n° 47621/13) et 5 autres requetes Audience de

Grande Chambre, 1 juillet 2020.

Pryska Ducoeurjoly

Tratto dalla rivista belga «Néosanté», n. 139, Settembre 2020.
Tradotto per Disinformazione.it dalla prof.ssa italo-francese Sonia Sonda Zaniol

E se la vaccinazione antinfluenzale avesse provocato l’epidemia di Coronavirus?
Ultimamente Ted Kuntz, presidente dell’Associazione Vaccine Choice Canada, ha osato porre questa domanda scottante in una tribuna1 pubblicata sul sito americano Children Health Defense di Robert F. Kennedy Jr. Questo articolo presenta vari studi che descrivono il fenomeno poco noto dell’interferenza virale. Quest’ultima designa la capacità di un’immunizzazione vaccinale per un certo virus di agire, in senso positivo o negativo, sulla nostra immunità nei confronti di altri virus.

«Un prova randomizzata e controllata contro un placebo presso bambini ha mostrato che il vaccino antinfluenzale ha moltiplicato per 5 il rischio di infezioni respiratorie acute, causate da un gruppo di virus non influenzali, compreso il coronavirus» osserva angosciato Ted Kuntz. Si riferisce allo studio di Benjamin Cowling (2) (2012), cha ha fatto scalpore nel mondo scientifico e trova un significato particolare oggigiorno, perché mostra (anche se si tratta qui di bambini) che una immunizzazione contro l’influenza mediante un vaccino può accrescere il rischio di prendere un coronavirus. Questo studio non è l’unico. Nel 2018 la rivista Vaccine ha pubblicato il lavoro di Sharon Rikin, basato nell’arco di tre stagioni su mille persone, di cui il 68% bambini. Esso dimostra lo stesso fenomeno di interferenza virale con dei virus polmonari non influenzali a seguito della vaccinazione contro l’influenza, ma solo nei soggetti con meno di 18 anni. Finanziata dai Centers for Disease for Control and Prevention americani (CDC), la pubblicazione cita un rischio moltiplicato per 4,8 presso i bambini con meno di quattro anni. La rivista Vaccine ha ugualmente pubblicato nel gennaio 2020 uno studio3 effettuato da GG. Wolf sul personale militare americano, che descrive un analogo fenomeno presso gli adulti. Le migliaia di militari americani che hanno ricevuto il vaccino contro l’influenza hanno presentato una sensibilità accresciuta al coronavirus (+ 36%) e al metapneumovirus (+51 %). Molti altri studi ancora (Kelly et al. 2011, Mawson et al. 2017, Diering et al. 2014) testimoniano la recrudescenza di infezioni acute non influenzali dopo una vaccinazione contro l’influenza, principalmente nei bambini4.

Un’interferenza controversa

Questa ipotesi che la vaccinazione antinfluenzale possa favorire le infezioni da coronavirus o da altro virus respiratorio è contestata dai partigiani della vaccinazione, che forniscono pure loro una serie di studi, come quello di Sundaram et al (2013) o ancora Skowronski et al. (2020).5 Sul primo di tali studi gravano però conflitti di interesse col laboratorio MedImmune (oggi AstraZeneca), il secondo è finanziato dal Ministero della Salute canadese ma sono numerosi gli autori che hanno conflitti di interesse con diversi laboratori di fama.

Allo stato attuale delle conoscenze scientifiche, il fenomeno dell’interferenza virale del vaccino antinfluenzale con altri virus, come i coronavirus, resta per il momento allo stato di ipotesi. Le autorità sanitarie mantengono dunque le loro raccomandazioni in favore della vaccinazione antinfluenzale: essere protetti contro l’influenza e le sue complicazioni può contribuire a ridurre il carico di lavoro sugli ospedali, assicurando che le installazioni siano disponibili per altri pazienti.

Tuttavia questo fenomeno di interferenza virale appare sempre più credibile, come lo sottolinea uno studio inglese6 del 2019 dedicato particolarmente alle interazioni da virus a virus, studio realizzato nel Centro di Ricerche sui virus dell’Università di Glasgow: «il nostro Studio fornisce un sostegno statistico solido per l’esistenza di interazioni tra dei gruppi geneticamente ampi di virus respiratori sia su scala della popolazione sia su quella del soggetto individuale. I nostri risultati implicano che l’incidenza delle infezioni influenzali è legata a quella delle infezioni virali non influenzali». I ricercatori osservano, per esempio, che il rinovirus scompare ogni volta che sopravviene il picco dell’influenza stagionale, poi riappare poco dopo. Essi documentano altri fenomeni di interazioni complesse, con certi virus che agiscono simultaneamente, mentre altri lo fanno al contrario. I coronavirus sembrano così agire in modo sincronizzato con L’adenovirus, la parainfluenza con il VRS (virus respiratorio sinciziale). Tale articolo prova soprattutto la nostra ignoranza delle multiple interazioni virali, su scala individuale o comunitaria.

Ci si può dunque legittimamente chiedere se la protezione influenzale attribuita al vaccino non penalizzi l’immunità di gruppo acquisita naturalmente, a causa di interferenze tra virus. Un vaccino contro l’influenza stagionale generalizzato potrebbe davvero contribuire a perturbare la risposta naturale a un virus lasciando il posto alla circolazione di altri virus non influenzali.

Imbarazzante studio brasiliano

Mentre la vaccinazione antinfluenzale si appresta a ripartire, uno studio brasiliano (7) (e svizzero) arriva a fagiolo per alimentare le argomentazioni provaccinali. Pubblicato in anteprima sul sito MedRxiv (dunque per il momento senza revisione da parte di altri esperti), tale studio sostiene che i pazienti che hanno ricevuto l’ultimo vaccino antinfluenzale presentano in media l’8% di probabilità in meno di aver bisogno di cure intensive, il 18%, sempre in meno, di assistenza respiratoria invasiva e il 17% di soccombere (nella fascia di età compresa tra i 10 e i 18 anni). Da notare che i soggetti sotto i 18 anni rappresentano solo il 2% del gruppo e sono i meno vaccinati, a differenza delle persone più anziane che alla fin fine hanno, secondo detto studio, solo il 3% di beneficio in fatto di mortalità. Si tratta di uno studio di tipo “Big Data” (una tecnica di analisi decisamente criticata dal celebre Didier Raoult) (8). Lo studio si basa su 90 000 casi presi in esame nei Centri di Salute brasiliani, e il gruppo conta in media il 30% di vaccinati contro l’influenza nel 2020. Esso mette in evidenza soprattutto il 47% di decessi, di cui il 15% nei bambini con meno di 10 anni, ciò che appare enorme e non riflette affatto la situazione nella popolazione in generale. Il 66% dei casi avevano infine altre altre patologie. È difficile insomma fidarsi di questo studio, ma si può nondimeno notare che esso sostiene il concetto di interferenza virale, questa volta però a favore della vaccinazione.

La mortalità è maggiore nei paesi più vaccinati?

I dati dell’Unione Europea sulla vaccinazione antinfluenzale e i decessi dovuti ai coronavirus sembrano contraddire lo studio brasiliano. È quello che sottolineano due personalità inglesi, Niall McCrae e David Kurten, in una tribuna pubblicata nel sito evidencenotfear.com (9); il primo è un ricercatore, il secondo un uomo politico. Con l’aiuto dei registri nazionali, essi hanno messo a confronto i tassi di vaccinazione con quelli di mortalità attribuiti al coronavirus.

«Malgrado alcuni casi contrari, è interessante notare che i paesi col tasso di mortalità più elevato - ossia il Belgio, la Spagna, l’Italia, il Regno Unito, la Francia, i Paesi Bassi, la Svezia, l’Irlanda e gli Stati Uniti - hanno tutti vaccinato almeno la metà della loro popolazione anziana contro l’influenza. La Danimarca e la Germania, con un uso minore del vaccino antinfluenzale, hanno per contro una mortalità da Covid-19 alquanto ridotta. Certo, la correlazione non è la causalità, e il numero sproporzionato di decessi da Covid-19 potrebbe spiegarsi con altri fattori. (…). Tuttavia la causa della mortalità dovuta al Covid-19 è probabilmente multifattoriale, mentre il vaccino antinfluenzale va considerato nel quadro di un’inchiesta post mortem più ampia su tale pandemia». Tra le eccezioni si distinguono la Corea del Sud e la Nuova Zelanda, molto vaccinate, le quali vantano un tasso di mortalità decisamente più basso. Esse si distinguono tuttavia per una presa in carico dei pazienti assai diversa.

Per confermare una tale ipotesi, «sarebbe interessante sapere quanti dei decessi attribuiti al Covid-19 sono sopravvenuti in persone cui era stato somministrato, negli ultimi anni, il vaccino antinfluenzale» spiega per parte sua Ted Kuntz, presidente dell’associazione “Vaccine Choice”. È in effetti una domanda cruciale, che meriterebbe uno studio retrospettivo approfondito. Un’idea per Didier Raoult e i suoi 4000 pazienti?

E se si trattasse semplicemente dell’influenza?

Santé Publique France” [Salute Pubblica di Francia], da noi contattata, ci spiega che non dispone di dati definitivi sull’influenza stagionale di quest’anno. Come nella maggior parte dei paesi europei10, si è rapidamente smesso di contabilizzare i morti di tale patologia, per prendere in considerazione solo i morti da Covid-19. L’influenza consueta fa 60.000 morti all’anno in Europa. Ora, in Francia, quest’anno se ne sono registrati meno di 100…, dato per nulla coerente, stante soprattutto il fatto che l’influenza dell’inverno 2019-2020 era annunciata come “severa” dall’OMS, tanto che all’ultimo momento ha persino modificato la composizione dei ceppi vaccinali (11).

Altro punto importante è che la maggioranza dei test PCR è stata orientata per testare il Covid-19 e non più i ceppi di virus influenzali, come era il caso ogni anno in passato. Finora non è stato prodotto alcuno studio per definire nell’epidemia del 2019-2020 la proporzione tra il coronavirus e i virus influenzali.

Sappiamo d’altra parte che i test PCR non sono abbastanza specifici da evitare interferenze con i virus dell’influenza, e questo è un fenomeno ben noto. È il motivo per cui, quando si cerca la presenza di virus non influenzali, gli studi scientifici non prendono in considerazione i test realizzati nei 14 giorni seguenti a una vaccinazione antinfluenzale.

L’affidabilità di tali test resta in ogni caso un vero problema, come abbiamo documentato in un articolo consultabile nel sito di Néosanté (12). Più recentemente tre studiosi inglesi (13) hanno pubblicato il risultato delle loro ricerche nella letteratura scientifica dedicata ai test PCR per il Covid-19: «I risultati della PCR sono in sé scarsamente idonei a predire la coltura virale, partendo da campioni umani. Un’attenzione insufficiente è stata accordata alla relazione tra i risultati della PCR e la malattia. Il rapporto con l’infettività non è chiaro e servono più dati su questo argomento». In altri termini, se abbiamo quest’anno un’influenza stagionale severa o se siamo stati vaccinati contro la normale influenza, possiamo risultare positivi al test per il Covid-19 (e ritornare in quarantena…).

Nulla permette in definitiva di affermare formalmente che l’epidemia che abbiamo conosciuta è esclusivamente un’epidemia legata al coronavirus. D’altra parte, il vaccino 2019-2020 può benissimo aver contribuito alla fiammata epidemica mondiale. Esiste un precedente documentato da studi scientifici: l’influenza H1N1 del 2009. «Dei ricercatori canadesi (14) (Skowronski et al. 2010) hanno dimostrato, partendo da parecchi studi successivi (di qualità variabile), che le persone che avevano ricevuto nel 2008-2009 un vaccino antinfluenzale inattivato trivalente (per premunirsi contro l’influenza stagionale) avevano avuto, rispetto ai non vaccinati, un rischio maggiore (dal 40 al 250% secondo i diversi studi) di essere infettati dal virus pandemico A/H1N1, a riprova di un indebolimento post-vaccinale del sistema immunitario», ricorda Michel De Lorgeril, medico e ricercatore, autore di una collezione di opere sui vaccini (15).

Immunità individuale versus immunità di gruppo

Questo studio condotto da Skowronski nel 2010 ha sollevato molte controversie. Esso rafforza oggi l’ipotesi che la vaccinazione antinfluenzale possa aver provocato quest’anno un’epidemia più severa. Per Skowronski e altri, ciò può essere dovuto, tra altri ipotesi, a una mancanza di immunità incrociata di fronte alle varianti del virus dell’influenza nelle persone vaccinate. Questa immunità incrociata è il risultato dell’immunizzazione naturale e non dell’immunizzazione vaccinale, riconosciuta come assai più limitata. Un altro articolo (16), apparso nel 2009 in The Lancet Infectious Diseases, conferma tale fenomeno e afferma che esso può anche penalizzare l’immunità di gruppo, vale a dire la nostra resistenza comunitaria a dei ceppi pandemici. L’équipe olandese definisce la vaccinazione «spada a doppio taglio», giacché la contaminazione naturale prodotta dall’influenza conferisce un’immunità più «larga» riguardo alla forme ulteriori di virus.

La nozione di vaccini “altruisti” è oggi rimessa in questione. Risulta in effetti che la vaccinazione di una parte della popolazione può paradossalmente favorire l’apparizione di nuove epidemie (17). È ciò che si definisce la “tossicità comunitaria”.

Il peccato antigenico originale

Un altro fenomeno poco conosciuto, ma comunque ben documentato dalla ricerca, può aver contribuito all’impennata epidemica a seguito della vaccinazione antinfluenzale. Si tratta del “peccato antigenico originale” e degli “anticorpi facilitatori”, scoperti da Halstead (18) nella febbre gialla. Per riassumere in termini semplici, una prima infezione da un virus può mettere in moto una reazione immunitaria normale, ma una seconda infezione può metterne in moto una severa, con una tempesta di citochine (19) (o tempesta immunitaria). Il peccato antigenico originale designa dunque la propensione del sistema immunitario a prendere di mira solo un antigene preciso, quello legato all’infezione originaria, mentre gli anticorpi “facilitatori” (in inglese antibody-dependent enhancement, ADE) (20) sono responsabili dello scombussolamento immunitario. È un fenomeno che è stato ben documentato con la vaccinazione (21).

«Quando gli immunologi parlano di ricerca vaccinale contro i coronavirus, lo spettro degli anticorpi detti “facilitanti” fa nascere immediatamente in loro un brivido di ansietà. (…). Degli anticorpi facilitanti sono stati identificati tra l’altro nella febbre gialla, nell’influenza, nell’infezione da HIV, ebola e… SARS. Nella SARS è solo 8 anni dopo l’episodio del 2003 che questi anticorpi sono stati messi in evidenza», spiega Stéphane Korsia-Meffre, nel sito Vidal.fr, in un articolo (22) istruttivo dedicato alla ricerca del vaccino anti-covid (vi raccomando vivamente di leggerlo).

Fino ad oggi, gli anticorpi “facilitatori” (detti anche “non neutralizzanti”) sono largamente responsabili dell’insuccesso della vaccinazione contro il coronavirus, la SARS o la MERS. Sono la bestia nera di certi vaccini, come quello della pertosse. Uno studio del 2019 riferisce così che, quando incontreranno il virus in tempi successivi (23), «tutti i bambini che sono stati immunizzati col vaccino DTaP (contro difterite, tetano e pertosse, commercializzato negli Stati Uniti dal 1997 - Nota della Redazione) saranno più sensibili alla pertosse per tutta la vita, e non esiste un mezzo facile per diminuire questa accresciuta sensibilità». Un vero peccato vaccinale! Un altro studio del 2018 (24), del Centro di Ricerca Biomedica dell’Università del Qatar, si interessa più particolarmente dell’influenza da coronavirus o ancora dal virus respiratorio sinciziale. Esso elenca tutta una serie di studi che, tanto negli animali quanto nell’uomo, mostrano come la vaccinazione possa provocare una reazione più severa nel caso di una seconda infezione, specialmente di fronte a una variante del ceppo utilizzato nel vaccino. Il dibattito è in ogni caso al centro delle preoccupazioni dei laboratori che cercano la soluzione vaccinale anti-covid…(25).

Un cocktail vaccinale 2019 piuttosto sperimentale…

L’ultima campagna (al pari delle precedenti) avrebbe dunque potuto rendere la popolazione più sensibile a un altro ceppo dell’influenza stagionale, come Skowronski e altri (2010) hanno documentato per l’influenza H1N1 del 2009. Questa ipotesi è sfortunatamente lungi dall’essere una fissazione no vax, tanto più che la tempesta di citochine riferita dai medici nell’epidemia attribuita al coronavirus porta anche la firma dei tanto temuti anticorpi facilitatori. Il cocktail vaccinale 2019-2020 ha subito delle modifiche notevoli. Oltre ai ceppi impiegati, che cambiano ogni anno e possono indurre delle reazioni immunitarie specifiche e sconosciute, il supporto di coltura è stato modificato in certi preparati messi in commercio nel 2019. La Gran Bretagna e l’Italia, che hanno pagato un pesante tributo all’epidemia, hanno sperimentato Flucelvax Tetra, un vaccino per l’influenza stagionale coltivato per la prima volta su cellule renali canine (e non su uova embrionali di gallina). Esso è stato autorizzato in Europa all’inizio del 2019, e, secondo il sito www.mesvaccins.net, sarà disponibile in Francia per la stagione 2020/2021.

Ora non esiste alcun dato disponibile concernente la somministrazione concomitante del Flucelvax Tetra con altri vaccini. E “la tolleranza di Flucelvax Tetra non è stata valutata nelle popolazioni particolari come i soggetti immuno-depressi, le donne incinte o che allattano, come pure i bambini colpiti da malattie che li espongono a un rischio di complicazioni influenzali”, precisa l’Alta Autorità di Salute in Francia.

Questo vaccino è senza adiuvanti (come i vaccini tetravalenti antinfluenzali in Francia Influvax o Vaxigrip Tetra), ma non è così nel resto del mondo. Certi vaccini (siano essi prodotti da colture su uova di gallina o cellule canine) contengono dello squalene (vaccino Chiromas in Spagna e Fluad in Canada) altri contengono del thimerosal/mercurio (vaccino Afluria in Spagna, Agriflu e Flucelvax Quad in Canada). Questi due adiuvanti sono fortemente sospttati di provocare degli effetti secondari pericolosi.

Secondo il dr. Michel de Lorgeril, al di là di una tossicità a livello individuale dei vaccini antinfluenzali (la cui efficacia clinica non è dimostrata, ricorda il suddetto medico) (26), si sono registrati molteplici effetti contrari comunitari (o “tossicità sociale”). Prima di acconsentire all’iniezione di richiamo stagionale vi consiglio di leggere il suo libro, specialmente dedicato ai vaccini antinfluenzali (27). Esso verrà pubblicato nell’ottobre 2020 e l’Autore insiste ugualmente sugli studi che documentano i fenomeni di interferenza virale dopo una vaccinazione contro l’influenza.

Riassumendo: la vaccinazione antinfluenzale annuale, con cui la metà della popolazione occidentale è vaccinata, ha potuto da una parte favorire l’emergere di ceppi pandemici (influenzali o di altro tipo) e dall’altra indebolire la nostra capacità di resistenza immunitaria di gruppo. Due eventualità meritevoli quanto meno di essere studiate a fondo, prima che nuovi vaccini “covid” suscitino ancora il fenomeno dell’interferenza virale, gettando in tal modo benzina sul fuoco.

NOTE

NB - Ho preferito non tradurre le note in italiano per facilitare il loro reperimento in Internet e avere così immediato accesso alle fonti originali citate qui [La traduttrice].

(1) Is There a Relationship Between Influenza Vaccination and COVID-19 Mortality?,

18 juin 2020. https://childrenshealthdefense.org/

(2) COWLING BJ, FANG VJ, NISHIURA H, et al. Increased risk of noninfluenza respiratory virus infections associated with receipt of inactivated influenza vaccine. Clin Infect Dis. 2012.

(3) WOLFF GG. Vaccination contre la grippe et interférence des virus respiratoires chez

le personnel du ministère de la Défense pendant la saison grippale 2017-2018. Vaccine 2020.

(4) Pentagon Study: Flu Shot Raises Risk of Coronavirus by 36% (and Other Supporting

Studies), 16 avril 2020, https://childrenshealthdefense.org/

(5) SUNDARAM et al. (2013) Influenza Vaccination Is Not Associated With Detection

of Noninfluenza Respiratory Viruses in Seasonal Studies of Influenza Vaccine Effectiveness. Clinical Infectious Diseases. SKOWRONSKI et al. (2020) Influenza vaccine does not increase the risk of coronavirus or other non-influenza respiratory viruses: retrospective analysis from Canada, 2010-11 to 2016-17. Clinical Infectious Diseases.

(6) NICKBAKHSH SEMA et al. Virus-virus interactions impact the population dynamics of influenza and the common cold. Proc Natl Acad Sci USA. 2019.

(7) Inactivated trivalent influenza vaccine is associated with lower mortality among

Covid-19 patients in Brazil. GUENTHER FINK et al. medRxiv 2020.

(8) Le Professeur Raoult fustige l'usage du Big Data pour démontrer l'inefficacité de

l'hydroxychloroquine, 25 mai 2020. La Revue du Digital.

(9) Covid-19 et vaccination contre la grippe: y a-t-il un lien? 8 mai 2020. https://evidencenotfear.com

(10) Saison grippale 2019-2020 : réorientation des systèmes de surveillance pour la

COVID-19, site de l'OMS. www.euro.who.int.

(11) Grippe 2019 : le vaccin modifié pour faire face à une épidémie virulente, Louise

BALLONGUE, 23/09/2019. www.medisite.fr.

(12) Où est passée la grippe saisonnière ? Enquête sur les statistiques du nombre de

décès liés au coronavirus. Pryska DUCOEURJOLY, 15 mai 2020. www.neosante.eu.

(13) Are you infectious if you have a positive PCR test result for COVID-19? 5 aout 2020,

Tom JEFFERSON, Carl HENEGHAN, Elizabeth SPENCER, Jon BRASSEY. www.cebm.net.

(14) SKOWRONSKI DM, et al., Association between the 2008-09 Seasonal Influenza Vaccine and Pandemic H1N1 Illness during Spring-Summer 2009: Four Observational Studies from Canada, PLoS Med, 2010.

(15) Editions Le Chariot d'Or.

(16) Yearly influenza vaccinations : a double-edged sword ? BODEWES et coll. Lancet Infect Dis. 2009.

(17) Voir Néosanté Mai 2020, dossier : Vaccination, la cause cachée de nouvelles épidémies.

(18) HALSTEAD S. 2014. Dengue antibody-dependent enhancement: knowns and unknowns. Microbiolspec. 2014.

(19) Ensemble de protéines impliquées dans la réaction immunitaires qui jouent

le rôle de signaux permettant aux cellules d'agir a distance sur d'autres cellules

pour en réguler l'activité et la fonction.

(20) Lire aussi sur Wikipedia l'article Facilitation de l'infection par des anticorps.

(21) Vaccine-induced enhancement of viral infections (Augmentation des infections

virales induite par le vaccin). W. HUISMAN et al. Vaccine. 22 janvier 2009.

(22) Vers un vaccin COVID-19 : les leçons du SARS, du MERS et des données récentes

sur la réponse immunitaire au SARS-CoV-2. 14 avril 2020.

(23) The 112-Year Odyssey of Pertussis and Pertussis Vaccines – Mistakes Made and

Implications for the Future, James D. CHERRY, Journal of the Pediatric Infectious

Diseases Society. September 2019.

(24) Viral-Induced Enhanced Disease Illness. Maria K. SMATTI et al. Front. Microbiol., 05 December 2018.

(25) Anuj SHARMA, It is too soon to attribute ADE to COVID-19, Microbes and Infection,5 avril 2020.

(26) DE SERRES G, et al., Influenza Vaccination of Healthcare Workers: Critical Analysis of the Evidence for Patient Benefit Underpinning Policies of Enforcement, PloS One, 2017.

(27) Collection Vaccins et Société, Le Chariot d'Or.