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Marcello Pamio

Ho avuto la possibilità di conoscere e intervistare Maria Maddalena, un'infermiera che lavora nel reparto di Terapia intensiva Covid. Il nome ovviamente è inventato per mantenere la privacy, ma le cose che afferma sono importanti e decisamente inquietanti.

D) Grazie Maria per aver accettato l'intervista, soprattutto perché sta rischiando molto. In che reparto sta lavorando?
R) Attualmente sto lavorando in Terapia intensiva Covid. Ciò significa prendersi cura di persone con gravi insufficienze respiratorie, in pratica con polmoniti da Covid, spesso anche con la complicanza dell’embolia polmonare. Le persone non riescono a respirare da sole in modo efficace sfruttando l’ossigeno normalmente presente nell’aria: i loro polmoni sono talmente infiammati che hanno bisogno di alte percentuali di ossigeno che venga “sparato” a viva forza nei loro polmoni tramite l’ausilio di occhialini ad alto flusso, maschere e caschi ad alta pressione. Tutti questi presidi funzionano grazie all’utilizzo di un ventilatore che invia la miscela di aria e ossigeno in modo personalizzato e continuo. In caso di progressione della malattia, queste ventilazioni non invasive possono non essere più sufficienti perchè il polmone non riesce più a scambiare correttamente O2 e CO2 affaticando e scompensando il paziente. Si rende allora necessaria l’intubazione orotracheale. Il paziente viene sedato ed intubato con un tubo che dalla bocca arriva in trachea, collegato al ventilatore, che provvede ad effettuare per suo conto i movimenti respiratori e a scambiare aria e O2 necessari alla saturazione ottimale. Da quel momento il paziente viene monitorato ed assistito in tutte le sue necessità fisiche ed emodinamiche attraverso un controllo continuo intensivo e variazioni di farmaci e ventilazione vengono effettuate in tempo reale in base ai parametri vitali.

D) Cosa vuol dire personalmente e professionalmente lavorare in un reparto covid?
R) Dal punto di vista infermieristico lavorare in un reparto Covid significa prendersi cura in toto di una persona gravemente ammalata e dalle funzioni vitali compromesse, quindi cura dell’igiene, della postura e della sicurezza della persona, prevenzione delle lesioni da pressione, posizionamento e gestione presidi quali sondini nasogastrici, cateteri vescicali, sonde rettali, cateteri venosi periferici, collaborazione con il medico nell’esecuzione di esami strumentali anche invasivi, esecuzione prelievi per esami ematochimici, monitoraggio continuo parametri vitali, manovre rianimatorie, comunicazione e conforto al paziente quando questi è cosciente, sostegno nelle sue funzioni vitali giornaliere quali alimentazione ed eliminazione, agevolando i suoi contatti con i familiari attraverso presidi elettronici (telefono, tablet). Il tutto in aperta collaborazione tra le varie figure che compongono il team professionale (Oss, infermieri, medici, tecnici…)

Tutto il lavoro viene svolto in un reparto praticamente sigillato, in un contesto che vorrebbe essere di massima sicurezza per l’operatore, il che significa percorsi differenziati sporchi/puliti che però per questioni di logistica e di ottimizzazione delle risorse non sempre vengono rispettati, e questo accade spesso in molti altri reparti ospedalieri, dove si vogliono ottenere risultati altissimi nonostante la logistica estremamente carente…

Dal punto di vista psicologico, lavorare in un reparto Covid è molto pesante per l’impatto emotivo con queste persone che faticano a respirare. A queste persone manca l’aria, che è quanto di più prezioso e necessario abbiamo. Possiamo stare senza mangiare e senza bere per ore o giorni, senza respirare nemmeno cinque minuti. La paura della morte si legge nei loro occhi, ed è devastante per chi è vicino non riuscire a volte a fare abbastanza perché questo non accada. Vedere talora che tutto quello che viene fatto è inutile ed assistere all’agonia ed alla morte di questi pazienti è psicologicamente devastante, soprattutto perchè, andando a verificare le anamnesi della maggior parte di queste persone, si nota che la situazione si è deteriorata ancora quando erano a casa, in vigile attesa con tachipirina e poco altro. Personalmente sono a conoscenza da molti mesi dell’esistenza di terapie alternative domiciliari che praticamente nel 100% dei casi portano a guarigione praticamente senza ospedalizzazione. La cosa devastante è che dirigenti regionali e sanitari sono a conoscenza di questo da marzo 2020, e nonostante gli ottimi risultati hanno avallato il blocco di queste terapie, blocco che ricordiamo era stato disposto da Oms sulla base di uno studio pubblicato sulla rivista Lancet poi rivelatosi fake e ritrattato dalla rivista stessa. Nonostante questo Oms ed Aifa hanno continuato nel blocco di utilizzare in particolare uno di questi farmaci, l’idrossiclorochina, poiché in Italia risultava essere stato fatto uno studio su pazienti ospedalieri con dosaggi enormi di idrossiclorochina, mai utilizzati prima, che in realtà avevano danneggiato i pazienti. Uno studio, quindi, che sembrava fatto apposta per gettare discredito sul farmaco incriminato.

I medici che in tutta Italia stanno trattando con successo e guarigione del 100% dei pazienti A CASA sono riusciti a consentire nuovamente l’uso dell’idrossiclorochina solo nel mese di dicembre, purtroppo però sono sempre pochi i medici di base che prescrivono la terapia adeguata. In terapia intensiva arrivano persone ormai con polmoni compromessi, trattati con Tachipirina e lasciati a casa ad aspettare finché la situazione non è peggiorata. Nell’autunno scorso ho potuto anche verificare che molti dei pazienti deceduti, di varie età, avevano fatto anche la vaccinazione antinfluenzale, che però non è mai stata riportata in cartella, l’ho saputo chiedendo direttamente ai pazienti che erano in grado di parlare. Per i medici questo dato è irrilevante, tant’è che non figura mai nell’anamnesi patologica remota o prossima. Per me verificare queste situazioni è molto frustrante, anche perché pur provando a parlare con medici o colleghi infermieri di queste tematiche vi è una chiusura totale, una completa adesione ai protocolli e invece una derisione totale nei confronti di questi medici che stanno facendo sul territorio questo lavoro meraviglioso. Non riesco a capacitarmi della mancanza di collegamento tra territorio ed ospedale, collegamento che tanto era stato decantato negli anni scorsi, quando si è trattato di chiudere reparti o interi ospedali, allo scopo di potenziare l’assistenza domiciliare...

D) Com’è cambiata la sua professione nell'ultimo anno?
R) Da quando è iniziata questa storia del Covid il lavoro infermieristico è profondamente cambiato. Dover sempre indossare una mascherina di protezione, anche negli altri reparti non Covid, ha innanzitutto posto una barriera comunicativa di non poco conto. Ricordo già dai primi tempi la difficoltà nel riconoscersi nei corridoi dell’ospedale avendo per lo più gli occhi a fare da riferimento, che se da un lato ha stimolato la necessità di guardarsi per riconoscersi, cosa che già da anni la gente non fa più, ha stravolto la percezione dell’altro, soprattutto se si conosce per la prima volta. Da quando è iniziato l’uso continuativo delle mascherine ho iniziato a sorprendermi nel vedere il vero volto di nuovi colleghi o dei pazienti, abituata come sono oramai ad essere attorniata (e ad essere io stessa) una specie di mummia. La sensazione che mi danno sempre le mascherine è quella di fare silenzio, stare zitti, non esprimere le proprie emozioni. Questo è ulteriormente devastante in un reparto ospedaliero, dove la componente emotiva ed empatica sono importantissime nel rapporto con la persona ammalata. Le mascherine ffp2-3 hanno inoltre una ulteriore caratteristica, quella di farci sembrare tutti delle specie di papere incoscienti, che stanno andando incontro al carnefice che ha in mano il becchime allo scopo di agguantarci per farci fuori e per poi finire in padella. Una sensazione del tutto personale che mi è sempre più viva.

Il contatto, inoltre, è l’altra nota dolente che manca dall’inizio della “pandemia”. La stretta di mano, l’abbraccio, la vicinanza che fanno parte della nostra professione, sia nel rapporto con la persona ammalata che tra colleghi, è sparito, sostituito dalla diffidenza, dalla distanza, dai guanti, dal disinfettante usato a ogni piè sospinto. La concezione di “sei vicino, quindi sei infetto e pericoloso” è diventata imperante ed è devastante. Il paziente positivo, poi, ha proprio la sensazione di essere un untore e si sente ghettizzato ed incriminato solo per il fatto di avere questo tampone positivo e magari anche la malattia, quasi fosse una colpa. Spesso infatti sento chiedere dai colleghi: “Ma dove è andato a prenderselo questo Covid?” come se fosse un reato avere l’infezione.

I lunghi mesi nei quali le autorità politiche e sanitarie, corroborate dai mezzi di informazione ufficiali, hanno diffuso il terrore per questa malattia, per gli assembramenti, la caccia agli untori, ai positivi asintomatici, provocano nel malcapitato paziente che arriva ad essere ricoverato una sensazione continua di angoscia e terrore, che altro non fa che peggiorare la situazione.

L’ospedale è stato per me una seconda casa per anni, un serbatoio di amicizie, di conoscenze, un luogo che consideravo aperto, di crescita, di formazione. Dall’anno scorso (ma già forse da qualche anno prima) si è trasformato in una specie di lager, dove solo pochissime persone possono entrare, spesso senza il conforto di un accompagnatore, lasciate sole ad affrontare esami diagnostici, procedure curative anche molto pesanti, in nome del distanziamento e della sicurezza. Tutto è spersonalizzato, i rapporti personali ridotti al minimo, tutte figure che si scansano, temono anche solo di guardarsi quasi che l’occhio stesso possa trasmettere il virus. Il controllo ossessivo della temperatura, guai ad uno starnuto, ad un colpo di tosse...in ospedale!!! Poter lavorare senza mascherine e con divise leggere è un sogno ormai lontano!

Un’altra nota dolente legata alla professione infermieristica è quella relativa alle informazioni che ciascun operatore dovrebbe avere, proprio a titolo di conoscenza relativa al lavoro svolto. Dall’anno scorso ho fatto notare innumerevoli volte a colleghi di tutte le professioni l’inutilità delle mascherine chirurgiche in questa cosiddetta pandemia, ed ugualmente mi aspetterei che tutt’ora si potessero tirare le fila dai dati che abbiamo. A parte i reparti dove ci sono pazienti Covid, fino a non molto tempo fa in tutto l’ospedale si è continuato ad utilizzare sia come personale che come pazienti solo le mascherine chirurgiche che è assodato non avere alcuna utilità nel fermare la trasmissione dei virus. Stante così la situazione, ed ammessa la pericolosità del Sars-CoV-2, dovremmo avere la quasi totalità del personale ammalato, deceduto o comunque positivo. Tenendo presente che così non è stato, mi aspetterei che tutti gli esperti in Evidence Based Nursing e Medicine che pullulano a livello di CIO (Comitato Infezioni Ospedaliere) abbiano potuto giungere ad una conclusione che mi sembra ovvia: le mascherine chirurgiche non servono a nulla e la trasmissione del Sars-CoV-2 è difficilissima.

D) Immagino dovrà adottare sistemi di protezione che ricordano i laboratorio di massima sicurezza visti nei film di fantascienza: scafandro, visiera, mascherina, ecc?
R) Lavoriamo con dispositivi di protezione individuali come da protocollo, quindi divisa, camice idrorepellente, copricapo, mascherina ffp2-3, visiera, calzari, almeno due paia di guanti, e talora un ulteriore camice idrorepellente da utilizzare in situazioni particolari di infettività o di igiene. Come si può immaginare, trascorrere dalle 7 alle 10 ore bardati in tal modo è molto faticoso ed impegnativo, sia dal punto di vista energetico che respiratorio, tenendo presente che finché si rimane nel reparto nelle vicinanze dei pazienti non è possibile nemmeno bere un bicchiere d’acqua o recarsi ai servizi, pertanto se la mole di lavoro è tanta può capitare di non poter fermarsi mai per un turno completo. Per poter fare una pausa è necessaria una svestizione appropriata seguendo regole precise per evitare contaminazioni, e successivamente il rientro richiede nuovamente l’utilizzo di nuovi dispositivi di protezione individuale.

Questo modo di approcciarsi nei confronti dei pazienti dà veramente l’idea della distanza sociale. In più, per ovvie ragioni di praticità dovute alla quantità notevole di presidi presenti sul proprio corpo (sensori, cateteri venosi, arteriosi, drenaggi, cateteri vescicali, ecc) le persone ricoverate nel reparto sono seminude e coperte solo da un camice. Questo certo non li aiuta, se coscienti, a mantenere una privacy adeguata, e vedersi attorniati da persone irriconoscibili per maschere e visiere li fa sentire sicuramente più isolati e spaventati da questo ambiente asettico. Il contatto fisico purtroppo come già detto non esiste poichè dobbiamo sempre usare almeno 2 paia di guanti ed anche questo può essere molto frustrante per una persona che si sente sola. In più i parenti non vengono lasciati entrare se non in caso di estrema gravità o in casi eccezionali (pazienti particolarmente disorientati) e ciò aumenta nelle persone la sensazione di solitudine e smarrimento.
Devo dire che, veramente, tutti gli operatori sono gentilissimi e cercano comunque di instaurare un buon rapporto con i pazienti, ma gli ostacoli comunicativi sia fisici (maschere-visiere) che psicologici o legati agli effetti collaterali dei farmaci o della malattia stessa spesso compromettono la relazione.

D) Cosa ne pensa del tampone? Dalla sua esperienza si tratta di un test affidabile oppure no?
R) Dall’inizio della “pandemia” ho iniziato ad informarmi su questo tampone, scoprendo fin da subito che non esiste il Gold Standard per questo metodo diagnostico, e questo è stato confermato perfino in tempi recenti dal prof. Palù, ora presidente Aifa. Non esistendo il Gold Standard, va da sé che i risultati sono opinabili, e soprattutto se non correlati ad una sintomatologia in corso, assolutamente inaffidabili, anche perché per quel che riguarda il test molecolare i cicli di amplificazione fanno la differenza, dopo i 24 cicli si può trovare sempre positivo senza che vi sia alcuna correlazione con il Sars-CoV-2.

Per questo motivo, nonostante nella maggior parte delle aziende lo facciano passare come tale, non è uno screening obbligatorio per il personale, e ci si può rifiutare di farlo, anche se talora serve la minaccia di adire alle vie legali per non farlo. Essendo un test invasivo, inoltre, necessita del consenso informato correlato anche del nome dell’esecutore, poiché entrando in profondità nel rinofaringe può causare danni anche gravi, per cui la persona che lo subisce deve esserne consapevole e l’operatore che lo esegue ne deve essere responsabile.
Anche a livello di logica, questo tampone profondo non ha nessun significato: per quale motivo devo andare a ricercare così in profondità una particella che mi dite essere così infettiva e terrificante da dover girare con la mascherina, usare Dpi, chiudere negozi ed instaurare il coprifuoco? Se è così terrificante la possiamo trovare anche in un test salivare, sulla punta della lingua, senza andare a toccare punti sensibilissimi e delicatissimi.

Dalla mia esperienza ho avuto esempi pratici in reparto di soggetti sintomatici positivi al molecolare e negativi al rapido, ritenendo valido il rapido (!) con la motivazione del dirigente di microbiologia che “il molecolare è amplificato oltre 35 cicli e viene sempre positivo!!!”, e anche il contrario, soggetti asintomatici con tampone rapido positivo e il successivo molecolare negativo, ritenendo valido il negativo.
Ugualmente riporto il caso di un medico, articolo pubblicato su un giornale locale, che dopo sia la prima che la seconda dose di vaccino Pfizer è risultato positivo, e non se lo sapeva spiegare. Se non lo sa spiegare un medico, come posso saperlo io? Mi limito a fare presente che con i tamponi è vero tutto ed il contrario di tutto, e per questi tamponi inaffidabili abbiamo distrutto la società e l’economia mondiali, paralizzato le scuole, diviso famiglie e stiamo tirando su dei figli psicopatici.

D) Vorrei sentire il suo parere in merito all’obbligatorietà vaccinale. Secondo lei è giusto che un operatore sanitario sia obbligato per legge a farsi vaccinare? Se c’è un obbligo qual è il senso del consenso informato?
R) Nessuno deve essere obbligato ad un vaccino (in realtà terapia genica). E’ un farmaco sperimentale, la cui autorizzazione al commercio è stata data in deroga alle normative europee, ed è in monitoraggio addizionale: ciò significa che viene tenuto particolarmente sotto controllo perché la sperimentazione non è stata fatta come da protocolli standard, ma è stata autorizzata direttamente sulle persone, cioè noi tutti stiamo facendo da cavie. I dati effettivi sulla sperimentazione si avranno solo dalla fine del 2023. In tutte le note informative di Ema, Aifa, dai bugiardini stessi forniti dalle case farmaceutiche si evince chiaramente che non si sa se è totalmente efficace, ci si può infettare e trasmettere infezione anche se vaccinati, che una volta vaccinati si dovranno rispettare tutte le misure di sicurezza ed indossare i dpi. inoltre e’ dichiarato che i danni a lungo termine non sono ancora conosciuti. Oltre a questo l’Unione Europea ha concesso alle case farmaceutiche l’esenzione da qualsiasi tipo di responsabilità nel caso di eventuali danni provocati da questi vaccini. oltre a questo, cosa ci devono dire ancora perché capiamo che è solo un colossale business?

Con queste premesse, un obbligo vaccinale è non solo anticostituzionale, ma va anche contro a tutte le leggi internazionali applicate in Italia sulla tutela dei diritti dell’uomo. Inoltre il DL 44, oltre alla incostituzionalità, ha riportato delle violazioni della privacy, quali la possibilità di trasmettere e verificare dati sensibili personali in aperto dispregio della pronuncia del garante della privacy, oltre alla palese incongruenza di imporre un obbligo vaccinale per cui però si richiede il consenso.

Se non sono d’accordo su una pratica medica potenzialmente lesiva per la mia persona ho tutto il diritto di rifiutare il mio consenso ai sensi dell’art. 32 della Costituzione , ed allo stesso tempo prevedere il demansionamento o la sospensione della mia attività lavorativa va contro l’articolo 4 e l’art. 38 della Costituzione.

Come ho potuto lavorare per tutto un anno di Covid, coprire turni, saltare ferie per coprire malattie di colleghi vaccinati ed essere ora improvvisamente non più idonea al lavoro? Inoltre nessuno di noi è stato valutato sierologicamente per verificare se già siamo venuti in contatto con il Sars Cov 2 ed abbiamo gli anticorpi. Inoltre tra di noi vi potrebbero essere soggetti No responder (soggetti che non sviluppano risposte anticorpali in seguito a vaccinazioni) che comunque anche nonostante più inoculi potrebbero non sviluppare mai anticorpi. Paradossalmente quindi potremmo in futuro avere al lavoro operatori sanitari perfettamente vaccinati senza anticorpi e quindi non protetti, ed operatori sanitari non vaccinati sospesi ma con gli anticorpi e quindi protetti. una follia di stato.

D) Da quello che vede e assiste in reparto: può descrivere i pazienti che finiscono con il casco di ossigeno o addirittura intubate: sono solo persone anziane o ci sono anche giovani? Tutti col covid oppure si trovano là anche per altri motivi?
R) C’è una variabilità di età tra le persone che finiscono in terapia intensiva: negli ultimi tempi stiamo assistendo a persone più giovani, tra i 40 e i 60 anni, anche se permangono pazienti nella fascia di età più colpita in passato, tra i 70 e 80 anni. Solitamente sono persone precedentemente pluripatologiche, che però entrano tutte con diagnosi di polmonite da Covid. Stiamo assistendo anche agli arrivi dei primi soggetti completamente vaccinati, che purtroppo a distanza di poche settimane dalla seconda dose sembra sviluppino malattie molto più resistenti alla terapia tradizionale, anche purtroppo alla terapia domiciliare personalizzata, non facendosi mancare neppure le embolie polmonari e le intubazioni.

Talora capitano anche pazienti che permangono nel nostro reparto con patologie gravissime completamente sganciate dal Covid ma che soggiornano nelle nostre stanze perchè hanno avuto la sfortuna di avere un tampone positivo per Covid, sebbene la patologia sia assolutamente sganciata dal Sars-CoV-2. In caso di morte sono stati comunque classificati come morti da covid pur non essendoci nessuna correlazione, poichè il semplice tampone positivo ti classifica automaticamente in questa categoria. E questo accade da molti mesi.

D) Dicono che chi si vaccina è un po' più sicuro di non contrarre il virus? Qual è la sua esperienza in merito?
R) Dalla mia esperienza posso confermare che non vi è alcuna sicurezza sul nesso vaccinazione = protezione. Ho colleghi che si sono positivizzati e sono rimasti a casa in malattia dopo la vaccinazione, e ci sono persone che come me non hanno mai contratto il virus nonostante ci lavori in mezzo da oltre un anno. Dai racconti dei pazienti stessi si possono riscontrare delle perle di saggezza, poiché in molti ci hanno raccontato di essere gli unici positivi e sintomatici in famiglia, nonostante abbiano condiviso il letto e la tavola con il loro partner ed altri familiari, totalmente negativi ed asintomatici.

Le crisi, come ben sappiamo, sono utili esclusivamente ai soliti noti, ma devastanti per tutti gli altri!
L’esempio del Covid che ha generato enormi surplus è illuminante.

Dall’inizio della pandemia 100 grandi corporation globaliste sono cresciute in borsa di oltre 3.000 miliardi di dollari e i patrimoni dei 25 Paperon de paperoni hanno registrato un incremento di circa 255 miliardi di dollari, in poco meno di tre mesi (tra metà marzo e fine maggio 2020).

Il rapporto di Oxfam evidenzia come alcune multinazionali abbiano contribuito ad aggravare l’impatto economico del coronavirus, destinando utili stratosferici agli azionisti invece di investirli in posti di lavoro di qualità, attività di ricerca e sviluppo, tecnologie amiche del clima, riconversione dei processi produttivi...

Per esempio i colossi tecnologici come Google, Apple, Facebook e Amazon sono proiettati a realizzare quest’anno quasi 27 miliardi di dollari di extra-profitti.

Solo Microsoft ha avuto 19 miliardi di dollari di utili in più quest’anno rispetto alla media del quadriennio precedente; Google ha invece remunerato gli azionisti con ben 15 miliardi di dollari.
Big Pharma, poteva mancare alla spartizione della torta? Ovviamente no e infatti le lobbies della chimica hanno visto incrementare enormemente i loro profitti. Le 7 società farmaceutiche analizzate da Oxfam stanno realizzando in media un margine di profitto del 21%. Johnson & Johnson, Merck e Pfizer hanno già distribuito dal mese di gennaio 16 miliardi di dollari ai propri azionisti.

E’ tutto così bello e ricco? No, se da una parte il Sistema s’ingozza di quattrini, dall’altra aumentano i morti e non solo di fame...
Nel rapporto Oxfam dal titolo “Il virus della fame” emerge infatti un quadro agghiacciante:

Più di 305 milioni di posti di lavoro sono andati perduti e 121 milioni di persone in più nel 2020 (rispetto al 2019) si sono trovate senza cibo a causa della pandemia. Persone destinate a morire ovviamente...

Il Covid risulta quindi senza ombra di dubbio una manna dal cielo per tutti gli eugenetisti di stampo malthusiano*, la cui mission è la riduzione della popolazione e si può affermare che il 2020 ha indubbiamente segnato l’inizio di tutto ciò.

*Thomas Robert Malthus
Il reverendo Thomas Robert Malthus (1766-1834) oltre due secoli fa elaborò una teoria che poneva in relazione la crescita della popolazione con lo sviluppo economico. Il pastore anglicano (economista e demografo britannico) sosteneva che la tendenza della popolazione di un paese è di crescere a tasso geometrico (1-2-4-16-32), mentre l’offerta di cibo segue un tasso aritmetico (1-3-5-7-11).
Morale: per evitare bassi livelli di vita o di assoluta povertà bisognava limitare il numero delle nascite!
Malthus era al soldo della Compagnia delle Indie Orientali e si mise a capo dell’ideologia del limite delle risorse a fronte della crescita demografica. La sua visione è stata ed è fonte di ispirazione per moltissimi personaggi della politica, economia e finanza. Negli anni Trenta la politica del genocidio, che sottende l’ideologia dei «limiti delle risorse» fu riformulata nel corso di un incontro tra Adolf Hitler e Lord Lothian (Philip Kerr) il capo della Tavola Rotonda. Oggi abbiamo esponenti come Bill Gates per citarne solo uno...

Marcello Pamio

Jennifer ha 37 anni e circa un anno e mezzo fa le viene diagnosticata una Tiroidite di Hashimoto grave. All’esame ecografico infatti la tiroide appare “di dimensioni nei limiti, un po’ globosa, ipoecogena e diffusamente disomogenea. Marcato diffuso incremento della vascolarizzazione intraparenchimale”. Diagnosi, come detto: “Ipotiroidismo in tiroidite cronica autoimmune”.
Qualche giorno fa, a gennaio 2021, Jennifer viene visitata da uno dei più bravi endocrinologi del Veneto ed il risultato è sorprendente: è guarita. Non c’è più la tiroidite!
Il medico stupito le dice che è un caso rarissimo, infatti nella sua carriera ha visto solo due guarigioni oltre alla sua.

Tiroidite di Hashimoto
Detta anche tiroidite cronica autoimmune, è ufficialmente un’infiammazione seria della ghiandola. Per motivi che ancora la medicina non sa spiegare, il sistema immunitario attacca se stesso. La tiroide viene infatti invasa dai globuli bianchi e vengono creati degli anticorpi che la attaccano.
Se crediamo a questa narrazione, per il cosiddetto “effetto nocebo”, saremo malati per tutta la vita. Per fortuna ci sono persone che ragionano con la propria testa e soprattutto non si accontentano delle pseudospiegazioni della medicina allopatica, che in questo caso (come nella totalità dei casi?) non ne conosce l’eziopatogenesi.
Prima di vedere cos’ha fatto Jennifer per invertire la diagnosi è importante conoscere il senso biologico della tiroide...

Senso biologico della tiroide
Me ne sono già occupato in precedenti articoli di cui vi rimando alla lettura per completezza, ma in sintesi la tiroide è “l’Organo del Tempo”!
La sua derivazione embriologica: tessuto endodermico che la collega ai bisogni primari e primordiali, possiamo per semplicità dire che gestisce il “boccone vitale”, il boccone legato alla sopravvivenza.

La tiroide infatti nasce in risposta alla rapidità di azione nella vita!

Il poter afferrare velocemente un boccone (ovviamente non solo in senso alimentare) o il doverlo espellere altrettanto rapidamente perché “tossico”, sono funzioni di primaria importanza!

Gli ormoni tiroidei non a caso rivestono un ruolo centrale nell’accelerare la velocità di reazione dell’organismo ed entrano in gioco quando si è presi da un’urgenza, quando abbiamo necessità di essere molto veloci. Il lobo di destra viene attivato quando non si è abbastanza rapidi da riuscire ad afferrare un “boccone” e quindi accaparrarsi qualcosa, quello di sinistra quando non siamo abbastanza veloci nel liberarci da quel boccone. In pratica si fa tutto di corsa, mille cose diverse, come se fosse questione di vita o di morte!
Quello che non si fa è l’unica cosa realmente utile per la tiroide...

Per essere veloci nella vita la natura ha contemplato la tiroide!

Detto questo vediamo cosa realmente ha fatto Jennifer.
Ha iniziato togliendo gli alimenti che infiammano pesantemente la ghiandola, come per esempio il glutine e le solanacee (pomodori, patate, melanzane…). Se alla base c'è un'infiammazione è ovvio che ridurla medianta la nutrizione aiuta il terreno!
Poi si è presa del tempo per se stessa!
Sì, avete letto bene: del tempo per sé!
Fermarsi per godere e gioire della Vita, tornare a provare piacere per le cose che si fanno in maniera però prioritaria, cioè mettendosi al centro di tutto, dimenticandosi la fretta.

Potranno sembrare delle sciocchezze per gli sprovveduti che non hanno problemi, ma per una donna tiroidea, una che viaggia (o ha viaggiato) a velocità supersonica, il cui cervello vive nella fretta, è difficilissimo! Sono maestre nel fare mille cose, ma per gli altri. Nel momento in cui ci si ferma realmente, il cervello dopo un po’ si renderà conto che questo stop, il prendersi del tempo NON è mortale e si costruiranno nuove reti neurali…
Alla fine il meccanismo biologico (tiroidite per esempio) non avrà più senso di continuare.
Dobbiamo comprendere che il cervello, l’organo più complesso dell’universo, non fa nulla di sbagliato. Se attiva un organo (o una ghiandola come tiroide, prostata, ecc.) non lo fa certo per cattiveria o per sfortuna: lo fa perché NOI non abbiamo fatto l’azione che avremmo dovuto fare! Per questo lavoro “sporco” che fa al nostro posto, c’è ovviamente uno scotto da pagare…

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Poveri anziani in fila per la vaccinazione!

Marcello Pamio

Le cose sono due: o siamo in presenza di una fede idolatra che sfocia nel fanatismo (o per meglio dire idiotismo) nei confronti della Scienza ufficiale, oppure siamo in presenza di seri disturbi mentali. Non ci sono vie di mezzo anche se in entrambi i casi il sano funzionamento encefalico potrebbe essere messo in seria discussione!
Il riferimento va a quelli che non riescono o non vogliono vedere il nesso causale tra inoculo vaccinale e immediata positività al tampone!

Nelle case di cura e nelle RSA infatti, stanno mietendo sempre più “vittime” sacrificali tra i poveri anziani che risultano positivi dopo qualche giorno dalla vaccinazione anti-Covid.

Più vaccini e più positività!

I fatti stanno dimostrando che una laurea in medicina o un diploma in infermieristica non aiutano la comprensione di tale nesso. Anzi, sembra proprio che i titoli di studio siano controproducenti.
Nessuno infatti ha il coraggio di denunciarlo. Tutti tacciono per omertà o semplicemente per ignoranza manifesta?

Fanno vaccini a tutto spiano e dopo qualche giorno le vecchie e stanche cavie da negative diventano di punto in bianco positive.

Tutto normale? Neppure una banale domanda?
No, giammai: la vera conoscenza origina sempre da una domanda! Se iniziassero a comprendere il quadro, dovrebbero mettere in discussione tutto il castello di carte.
Meglio girarsi dall’altra parte e far finta di niente, continuando però a bucare queste povere creature con un farmaco genico sperimentale
Complimenti!!!

Elenco parziale di quello che sta avvenendo in Italia a causa dei medici e dell’apparato sanitario.

Cassano allo Jonio (CS)
23 ospiti su 33
dell’istituto per anziani “Casa Serena” sono risultati positivi al tampone. Giovedì scorso 30 anziani e 21 operatori sanitari si erano vaccinati.
https://www.lacnews24.it/cronaca/covid-23-anziani-positivi-nella-rsa-di-cassano-allo-jonio-giovedi-in-30-erano-stati-vaccinati_130813/

Mercato Saraceno (FC)
38 persone positive nella struttura “Casa Insieme”, di cui 27 ospiti ed 11 operatori.
La settimana scorsa era iniziata la vaccinazione per i 55 ospiti e per tutti gli operatori.
https://www.ilrestodelcarlino.it/cesena/cronaca/covid-focolaio-mercato-saraceno-1.5936567

Aprilia (LT)
54 pazienti su 76 e 17 operatori positivi nella casa di cura “Villa Silvana”. Una delle prime strutture pontine in cui è stato somministrato ad operatori e ospiti il vaccino. Dall’indagine epidemiologica dell’Asl di Latina sono risultati contagiati anche 25 di quelli che erano stati vaccinati tra il 7 e l’8 gennaio scorso.
https://roma.repubblica.it/cronaca/2021/01/18/news/cluster_anziani_villa_silvana_vaccinati-283117642/?ref=fbplrm&fbclid=IwAR1G40xzQadhNRLNdwP57Ghdpbmcd0hS843lxfVJcCrNFgtp_4o39sZYWgQ

Martignacco (UD)
100 ospiti contagiati su 130 nella residenza per anziani “Zaffiro”.
Avevano tutti subito la somministrazione del vaccino giorni prima.
https://www.rainews.it/tgr/fvg/video/2021/01/fvg-coronavirus-fvg-case-riposo-vaccinati-contagiati-4d70d9ba-4bef-412c-befd-7994e3c8d796.html

Marcello Pamio

Le lobbies hanno iniziato a distribuire “vaccini” basati su RNA messaggero!
In pratica hanno preso un RNA in cui hanno inserito delle informazioni e l'hanno messo all’interno di una gocciolina di grasso (colesterolo, come dichiarato dai produttori stessi).
Una volta inoculato, il grasso si appiccica alla membrana cellulare fondendosi.
A questo punto l’RNA messaggero entra nelle cellule e inserisce l’ordine di “distruggere” le Spike, le punte del capside, cioè del contenitore del virus.
Ovviamente per fare una cosa del genere il sistema deve intervenire a livello genetico dando l’ordine, perché nelle cellule tutto è codificato tramite i geni!

Definizione di vaccino
Dal punto di vista farmacologico un vaccino è considerato tale se e solo se contiene il patogeno (virus o batterio che sia) vivo o attenuato oppure una frazione di esso.
Secondo l’enciclopedia Treccani il vaccino contiene “microrganismi vivi che derivano da batteri o virus attenuati in laboratorio usando ripetuti passaggi colturali”.
Ma quelli che stanno inoculando nei sudditi oggi, anche se vengono chiamati “vaccini”, NON CONTENGONO IL VIRUS ma un frammento di RNA messaggero che non ha nulla a che fare con il virus!

Quindi, non siamo in presenza di un vaccino, bensì di una TERAPIA GENICA!

Il trucco geniale delle lobbies farmaceutiche, con la collusione di tutte le agenzie di controllo (FDA, EMA, AIFA, ecc.), è stato chiamare “vaccino” una terapia che modifica i geni!

Il motivo è semplicissimo da capire: un farmaco genico impiega dai 10 anni in su per poter essere autorizzato al commercio, perché vanno eseguiti vari studi, lunghi, complessi e costosi, per verificare e controllare la trasmissione delle informazioni genetiche, la sicurezza, l'efficacia nel tempo, ecc.

Ma se un farmaco genico viene chiamato “vaccino”, dato che quest'ultimo è un farmaco d’elezione e d’urgenza, i produttori bypassano tutto e, invece di diversi anni e miliardi di dollari spesi, in pochi mesi lo rendono disponibile!

Se poi teniamo conto che i vaccini sono esenti (per legge) da ripercussioni legali nei confronti dei produttori, il gioco è fatto e il cerchio si chiude!

Vaccini obbligatori?
La vaccinazione non può essere messa obbligatoria per diversi motivi.
Innanzitutto perché qualunque Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO) viola i Diritti Umani, la Costituzione della Repubblica italiana e una infinità di trattati internazionali.

Poi c’è tutto il discorso del “consenso informato”. Le agenzie che regolano i farmaci infatti hanno dato 3 anni di tempo alle industrie (fino a dicembre 2023) per produrre i dati sulla sicurezza e affidabilità, quindi al momento attuale non hanno informazioni sui “vaccini”.

La procedura è una forma estremamente accelerata di “fast track”, un espediente per evitare diversi passaggi nella sperimentazione, ed è la “Procedura accelerata per trattamenti e vaccini” che permette ai produttori di mettere in commercio il vaccino con informazioni parziali e, di fatto, senza alcuna prova sulla sua sicurezza ed efficacia.

Ma se non si hanno informazioni scientifiche NON possono neppure fornire i dati necessari a soddisfare il cosiddetto “consenso informato”.

Se obbligano alla vaccinazione senza il “consenso informato” violano il Codice di Norimberga! Dietro l’angolo c’è il Tribunale Penale Internazionale che vieta appunto la “sperimentazione sull’uomo senza consenso”...

Infine, se in barba ai Codici e ai Trattati internazionali gli squinternati al governo dovessero lo stesso mettere obbligatoria la “vaccinazione anti-Covid”, non potrebbero ulteriormente farlo perché i farmaci che stanno distribuendo NON sono vaccini ma terapie geniche!

Come si può obbedire alla legge che impone un vaccino, se di vaccino non si tratta?

Queste informazioni nelle mani di bravi e coraggiosi legali potrebbero essere usate per impedire lo scempio a cui stiamo assistendo!
E allora il regime ha un’unica strada: modificare la definizione farmacologica di “vaccino”.
Ma se lo facessero crollerebbe miseramente il palcoscenico…


PS: si ringrazia per le informazioni il dottor Stefano Montanari

Marcello Pamio

Grazie ad un errore della sottosegretaria al Bilancio del Belgio Eva De Bleeker, sappiamo il costo per dose di ogni vaccino.
La sottosegretaria avrebbe infatti condiviso il listino delle case farmaceutiche che hanno stretto accordi con l’Europa, eliminandolo pochi istanti dopo, ma non abbastanza in tempo da evitare che venisse inoltrato in giro per il mondo.
Ecco i prezzi (per singola dose) che variano in base ai singoli accordi che l’Europa ha stipulato con le varie lobbies:

Oxford/AstraZeneca: 1.78 €
Johnson & Johnson, 7 €
Sanofi/GSK: 7.56 €
BioNTech/Pfizer: 12 €
CureVac: 10 €
Moderna: 15 €

Il più economico sarebbe quello prodotto dall’Università di Oxford e AstraZeneca venduto a 1,78 € a dose, mentre il più costoso quello di Moderna Inc. che tocca quasi i 15 €.
La Commissione europea per l’ottenimento di centinaia di milioni di dosi avrebbe stipulato anche un contratto con Pfizer e CureVac dal valore di 10 miliardi di euro come ha rivelato Reuters.

L’Italia al momento attuale ha ordinato qualcosa come 215 milioni di dosi vaccinali (nei primi tre mesi del 2021: 8 milioni dalla Pfizer/Biontech, 1,34 milioni da Moderna Inc. e altre 190 milioni di dosi opzionate).
Se i processi autorizzativi andranno a buon fine l’Italia potrebbe contare sulla disponibilità delle seguenti dosi: da AstraZeneca 40,38 milioni di dosi (72 milioni di €), da Johnson & Johnson 26,92 milioni di dosi (188 milioni di €), Sanofi 40,38 milioni di dosi (300 milioni di €), Pfizer-BioNTech 26,92 milioni di dosi (323 milioni di €), CureVac 30,285 milioni di dosi (300 milioni di €) e infine con Moderna 10,768 milioni di dosi (161 milioni di €).

L’attuale governo di incompetenti è riuscito a devastare l’intera economia del paese portando a chiusura definitiva centinaia di migliaia di attività commerciali di tutti i settori.

Governo che invece di aiutare con ogni mezzo il tessuto socio-economico per evitare la guerra civile, regala oltre 1,3 miliardi di euro alle lobbies farmaceutiche per dei vaccini fallimentari!!!

Marcello Pamio

Il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) è l’insieme dei dati e delle informazioni cliniche che costituiscono la storia sanitaria di ogni cittadino. All’interno del Fascicolo si trovano documenti di tipo sanitario, amministrativo oltre alle prescrizioni mediche e farmaceutiche.

Ad oggi il FSE risulta attivo solo da una piccola percentuale della popolazione, il 20% circa, “tenuto conto che il FSE può essere attivato e alimentato solo a fronte del rilascio del consenso da parte dell’assistito” (articolo 12, comma 3-bis del DL n.179 del 2012).
Probabilmente proprio questo numero piccolissimo di persone ha spinto i legislatori a modificare la legge, e infatti, nel DL n. 34 del 19 maggio 2020 “Misure urgenti in materia di salute” (pubblicato in GU n. 128 del 19 maggio 2020) è stato abrogato il comma 3-bis e questo “comporta la possibilità di alimentazione del fascicolo personale anche in assenza del consenso”.
Il comma 3 bis infatti diceva: “il FSE può essere alimentato esclusivamente sulla base del consenso libero e informato da parte dell’assistito, il quale può decidere se e quali dati relativi alla propria salute non devono essere inseriti nel fascicolo medesimo

Quindi non serve più dare nessun consenso perché il FSE viene “alimentato” automaticamente!

In questi giorni sta girando la data dell’11 gennaio 2021 come scadenza per negare il consenso a questa schedatura sanitaria, ma va precisato che si potrà fare anche successivamente, la cosa importante è cercare di comprendere cosa stanno facendo.
Anche se neghiamo il consenso il Fascicolo Elettronico Sanitario (FSE) verrà alimentato automaticamente, perché la differenza sta nella visibilità o meno dei dati da parte del personale sanitario (MMG/PLS, medici specialisti, infermieri, ecc.). Sono questioni di lana caprina...

Scaricando il modulo in allegato (“Oscuramento e de-oscuramento dei dati e documenti”) si ha la possibilità di oscurare i dati e così facendo il FSE lo potremo consultare/scaricare solo noi o i medici curanti se lo necessitano in caso di emergenza (comunque i logs sono tracciati). Ma anche facendo questo il ministero della salute e altri enti governativi potranno spulciare e usare i nostri dati (resi anonimi, dicono loro) per motivi di studio e ricerca!

Avete capito? A prescindere potranno sempre accedere ai nostri dati anche se li oscuriamo e anche se neghiamo il consenso. E’ tutto nero su bianco nelle “Informazioni aggiuntive relative al FSE di Regione Lombardia”: “in caso di revoca del consenso alla consultazione, il FSE continuerà ad essere alimentato e consultato solo per fini di governo e ricerca”. Quali fini governativi e di ricerca non c’è dato sapere!
Lo ribadisce anche il sito della Regione Liguria: “Come previsto dalla Legge 17 luglio 2020, n. 77 di conversione del D.L. n. 34 del 19.05.2020 c.d. Decreto Rilancio e a seguito dei chiarimenti forniti dall'Autorità Garante per la protezione dei dati personali desideriamo informarLa che a partire dal 19 maggio 2020, per istituire il Suo Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) non è più necessario che la S.V. conferisca un apposito consenso alla Regione”.
Confermano che in questa dittatura sanitaria è tutto automatico!

Il Suo consenso, invece, rimane necessario e può essere espresso anche ‘una tantum’ per rendere il Suo FSE accessibile/consultabile ai sanitari che dovessero prenderLa in cura nelle Aziende Sanitarie/Enti sanitari.
Le Regioni provvederanno ad alimentare automaticamente il FSE con i dati e i documenti relativi alle prestazioni sanitarie erogate a partire dal 19 maggio 2020 quale data di entrata in vigore del suddetto ‘Decreto Rilancio’ “.
Relativamente, invece, all’alimentazione dei dati e documenti inerenti alle prestazioni sanitarie erogate dal SSR e dal SSN antecedentemente alla data di entrata in vigore del Decreto Rilancio siano inseriti nel FSE seppur in forma ‘oscurata’ ovvero non visibile ai sanitari salvo espresso consenso dell’interessato, si provvederà automaticamente a meno che Lei non si opponga espressamente al loro riversamento nel Suo FSE entro e non oltre il prossimo 11 gennaio 2021.

La scadenza dell’11 gennaio 2021 si riferisce quindi al consenso di oscurare i dati sanitari antecedenti al 19 maggio 2020.
Proprio per quanto detto finora qualcuno suggerisce di fare attenzione a negare il consenso, perché una eventuale negazione potrebbe generare una sorta di lista di proscrizione, una specie di schedatura. Ma è altresì vero che sanno benissimo tutto su di noi, visto che la privacy esiste solo sulla carta.

Sta comunque a noi scegliere se continuare ad alimentare o meno tale fascicolo con i nostri dati, perché non tutti sanno che ogni visita medica, terapia, operazione e ogni tampone eseguito o vaccino inoculato verrà registrato nel FSE.

Ovviamente tale fascicolo è solo l’anticamera dell’ID Global, cioè dell’Identità Digitale: un programma di identificazione elettronica che punta ad includere ogni persona sulla terra. Una piattaforma in grado di registrare qualunque dato: dalla nascita, ai farmaci, alle vaccinazioni, ai dati biometrici, sanitari e finanziari. Tutta la Vita umana registrata in maniera digitale!

Detto questo va benissimo bloccare il FSE, ma se pensiamo seriamente che soltanto negando il consenso si possa cambiare la situazione odierna siamo dei poveri illusi.
Vogliamo veramente cambiare l’attuale Sistema sanitario? Allora dobbiamo disintegralo:

- Cancellare dalle ULSS ogni medico curante che abbia la visione disumanizzante del regime, facendoci seguire da tutti quei terapisti e/o medici che si occupano di medicina naturale e che hanno una visione molto completa e umana. Selezioniamo attentamente i destinatari dei nostri soldi!
E attenzione, serve a poco non andare dal proprio medico, bisogna cancellarsi dalla sua lista, altrimenti lui i soldi li recepisce lo stesso.
Infine ricordiamo che i medici radiati hanno un valore aggiunto inequivocabile!

- Cambiare il nostro stile di vita imparando a vivere in maniera molto più sana ed equilibrata (alimentazione corretta, movimento all’aria aperta e respirazione senza museruola).

- Comprendere il significato dei sintomi e delle malattie, imparare la vera biologia, curandoci solo con rimedi naturali.

- Evitare tutti quegli esami spacciati falsamente per “preventivi”, il cui vero obiettivo è solo quello di trasformare persone sane in malati.

- Evitare come la peste tamponi e vaccini: i primi servono a mantenere le balle statistiche ed epidemiologiche, i secondi ad intossicare gli organismi slatentizzando patologie...

- Non pagare più le tasse al regime significherebbe eliminare la loro linfa vitale, bloccare l'angiogenesi che fornisce sangue al cancro. Invece delle manifestazioni in piazza che non portano a nulla se non aderiscono milioni di persone, uno sciopero fiscale sarebbe a dir poco dirompente.

Così facendo non usufruiremo più delle prestazioni sanitarie (medicina generale, servizi ospedalieri, ecc.); gli azionisti delle lobbies chimiche avrebbero sogni movimentati; i dati Covid precipiterebbero nel cesso; il FSE rimarrebbe un banale registro vuoto e il sistema collasserebbe su se stesso in men che non si dica!
In poche parole significa: uscire dal Sistema!
Tutto questo va ben aldilà della semplice negazione del consenso...

Documenti utili da scaricare:

Oscuramento e de-oscuramento dei dati e documenti”, (documento scaricato dal sito della Regione Veneto)

Esercizio di diritti in maniera di protezione dei dati personali”, da inviare al Garante della Privacy

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Marcello Pamio

Il vaccino ha ottenuto l’autorizzazione per la fornitura temporanea dall’EMA.
Non ha quindi un’autorizzazione all’immissione in commercio, ma un’autorizzazione temporanea che concede il permesso per utilizzare il medicinale per prevenire il COVID-19 in individui di età pari o superiore a 16 anni.
Quindi le vere cavie di questo mega esperimento sono le persone che volontariamente offrono il loro corpo all’altare della Scienza.

Nel documento ufficiale dell’EMA sulle condizioni e requisiti dell’autorizzazione al vaccino Pfizer/Biontech, sono scritte delle cose molto interessanti.

A pagina 16 alla voce “OBBLIGO SPECIFICO DI COMPLETARE LE ATTIVITÀ POST-AUTORIZZATIVE PER L’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO SUBORDINATA A CONDIZIONI
Scrivono che la presente autorizzazione all’immissione in commercio è subordinata a condizioni specifiche.

- ENTRO LUGLIO 2021 devono “completare la caratterizzazione del principio attivo e del prodotto finito, il titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio deve fornire dati supplementari”

- ENTRO APRILE 2021 “per confermare il profilo di purezza, garantire un controllo di qualità approfondito e assicurare l’uniformità tra i vari lotti lungo tutto il ciclo di vita del prodotto finito, il titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio deve fornire informazioni aggiuntive sul processo di sintesi e sulla strategia di controllo per l’eccipiente ALC-0315”.

- ENTRO LUGLIO 2021 “per confermare il profilo di purezza, garantire un controllo di qualità approfondito e assicurare l’uniformità tra i vari lotti lungo tutto il ciclo di vita del prodotto finito, il titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio deve fornire informazioni aggiuntive sul processo di sintesi e sulla strategia di controllo per l’eccipiente ALC-0159”.

- ENTRO DICEMBRE 2023: “per confermare l’efficacia e la sicurezza di Comirnaty, il titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio deve fornire la relazione finale sullo studio clinico relativa allo studio C4591001 randomizzato, controllato verso placebo, in cieco per l’osservatore”.

In pratica l’EMA ha autorizzato il vaccino Pfizer/Biontech a patto che ENTRO DICEMBRE 2023 ne confermino l’efficacia e la sicurezza!

Si tratta infatti, come detto prima, di una registrazione con condizionale.

Se lo mettono obbligatorio vanno contro il Codice di Norimberga fino a che non finiscono gli studi clinici.

Il fast track, cioè le “Procedure accelerate per trattamenti e vaccini” accetta infatti che i produttori mettano in commercio il vaccino con informazioni parziali...
Avete capito qual è il giochetto? Con la scusa dell’emergenza sanitaria stanno bypassando (fast track) ogni minima regola e controllo, facendo entrare in commercio una serie di vaccini sperimentali e aprendo la strada a tutto il restante pronto per l’uso (centinaia tra farmaci e vaccini geneticamente modificati)...
Ma entro la scadenza massima del periodo post-autorizzativo (dicembre 2023) quante centinaia di milioni di persone nel mondo verranno vaccinate? Milioni di individui totalmente incoscienti pronti a farsi inoculare un vaccino sperimentale di cui non si conosce assolutamente nulla!

Un vaccino che NON può essere reso obbligatorio proprio per questi motivi: il consenso informato infatti non può essere completo e soprattutto “informato”, e la responsabilità di eventuali danni se la accolla la cavia.

Vi fanno firmare una liberatoria la cui validità la dovranno confermare tra tre anni, intanto nelle vostre cellule avrete frammenti di mRNA estranei alla vostra genetica...

Fiducia cieca per una scienza corrotta fin nel midollo o dissonanza cognitiva con incapacità di un pensiero lineare?
In entrambi i casi i risultati delle vostre scelte li vedrete a breve...

Documento ufficiale EMA
comirnaty-epar-product-information_it.pdf

Cosa possiamo fare di concreto per contribuire alla naturale efficienza del nostro Sistema Immunitario? Non è proprio l'indebolimento delle difese che predispone il terreno organico al contagio e alle epidemie?

Stranamente gli esperti del mainstream non si sono minimamente interessati a spiegare come potenziare l'immunità dell'uomo, e dall'altra a descriverci l'esistenza di molecole naturali potentissime nei confronti dei virus. Tutti loro all'unisono e a comando si sono occupati esclusivamente del distanziamento sociale, dei gel tossici per le mani e delle ridicole mascherine, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.

Eppure la letteratura scientifica è piena zeppa di studi dedicati a fantastiche molecole come Quercitina, Resveratrolo, Lattoferrina, Alfa-LattoAlbumina, Lisozima, Zinco, Vitamina C, oli essenziali, ecc. estremamente efficaci nei confronti di virus come MERS, SARS e SARS-CoV-2.
Lo scopo del presente libro è proprio quello di colmare questa lacuna presentando al grande pubblico queste miracolose sostanze che la Natura ci dona da millenni, sia per la prevenzione che per la cura...

Titolo: "Consigli e Rimedi naturali"
Autore: Marcello Pamio
Casa editrice: Sì edizioni
ISBN: 9 788831 438131

Per comunicazioni: librorimedinaturali@gmail.com

ATTENZIONE: Specificare l'indirizzo esatto di spedizione!


Corrado Penna

L’articolo Inusuale guarigione precoce di una paziente critica malata di COVID-191 relaziona sulla storia clinica di un’anziana signora di 74 anni con patologie pregresse (ipertensione, obesità, miastenia grave in remissione e artrosi), ricoverata con febbre e problemi respiratori, preoccupanti esiti radiografici (sospetta polmonite) negativa ai test per l’influenza e positiva a quello del COVID.

Uno dei primi trattamenti è stato con idrossiclorochina orale (400 mg una volta e poi 200 mg due volte al giorno), insieme ad azitromicina (antibiotico) per via endovenosa 500 mg una volta al giorno, solfato di zinco 220 mg tre volte al giorno e vitamina C orale (1 grammo due volte al giorno).

Ma la paziente ha sempre più difficoltà a respirare e ha sempre più bisogno di ossigeno, la febbre sale a 38, si manifestano la sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) e lo shock settico; viene quindi intubata con ventilazione meccanica e al contempo viene somministrata norepinefrina. Il settimo giorno del suo ricovero, il secondo giorno di ventilazione meccanica, su richiesta della famiglia si inizia una terapia a base di altre dosi di vitamina C per endovena (11 grammi nelle 24 ore). Alla vitamina C viene associato il solfato di zinco (orale).

Due giorni dopo, le sue condizioni cliniche iniziano gradualmente a migliorare e i medici interrompono il trattamento di supporto con norepinefrina. Dopo 4 giorni di terapia a base di vitamina C endovena la radiografia del torace mostra che sia la polmonite che l'edema interstiziale sono migliorati notevolmente. Il trattamento con infusione di vitamina C ad alte dosi e solfato di zinco orale è continuato per un totale di 10 giorni.

Interessante è quanto viene scritto nella sezione Discussione (Discussion) e Conclusioni (Conclusions) dell’articolo, laddove leggiamo:

“è stata la prima malata di COVID-19 alla quale si è potuta interrompere precocemente la ventilazione meccanica” (…) Molti decenni di ricerca hanno dimostrato che la vitamina C è un componente essenziale della funzione delle cellule immunitarie e ha un ruolo critico in una varietà di meccanismi del sistema immunitario2 . I pazienti con carenza di vitamina C possono sviluppare una forma fatale di scorbuto e sono altamente suscettibili a una varietà di infezioni, inclusa la polmonite3 . La vitamina C migliora la motilità dei neutrofili, la fagocitosi, l’uccisione dei microbi attivando specie reattive dell’ossigeno e inducendo apoptosi, e previene il danno ossidativo grazie alle sue proprietà antiossidanti4 . Promuove anche la proliferazione dei linfociti B e T e la produzione di anticorpi5 . Dati recenti hanno dimostrato che la vitamina C previene anche la produzione di citochine pro-infiammatorie, compresa l’IL-6, che causa danni ai polmoni e porta all'ARDS; questo è un fattore componente della sindrome da rilascio di citochine che si osserva nei pazienti con COVID-19 in condizioni critiche6 . (…) Una recente meta-analisi di più studi ha dimostrato che la vitamina C riduce la durata della ventilazione meccanica e la durata della degenza in terapia intensiva nei pazienti con sepsi grave e ARDS7 . Questo risultato è stato confermato di recente anche in uno studio clinico randomizzato di Fowler et al. che ha coinvolto 167 pazienti con sepsi e ARDS che hanno ricevuto vitamina C endovenosa ad alte dosi fino a 15 g al giorno e hanno mostrato un miglioramento significativo nella mortalità a 28 giorni e una durata ridotta della degenza in terapia intensiva8 .

Sulla base dei dati di cui sopra, la vitamina C è stata sempre più utilizzata di recente nel trattamento della malattia COVID-19 e Peng et al., dell'Università di Wuhan, hanno avviato uno studio di fase II per studiare l'efficacia dell'infusione di vitamina C nel trattamento dell'ARDS associato a SARS-CoV-2, in cui i pazienti ricevono 24 g di vitamina C per via endovenosa al giorno per un totale di 7 giorni9 (…) La presente paziente ha ricevuto un'infusione di vitamina C ad alte dosi a causa della richiesta della famiglia dopo lo sviluppo di ARDS e l'inizio della ventilazione meccanica. Secondo uno studio di Bhatraju et al., che ha studiato COVID-19 in pazienti critici nella regione di Seattle, la durata mediana della degenza in terapia intensiva e della ventilazione meccanica erano rispettivamente di 14 e 10 giorni10 . Nel nostro caso, la durata della degenza in terapia intensiva e della ventilazione meccaniche sono state rispettivamente di soli 6 e 5 giorni. (…) Anche la durata della degenza in terapia intensiva e la durata della ventilazione meccanica nel paziente attuale erano inferiori rispetto ai pazienti COVID-19 ricoverati nel nostro istituto che non avevano ricevuto l’infusione di vitamina C. Il resto del corso ospedaliero del nostro caso è stato tranquillo e il paziente è stato dimesso a casa in condizioni stabili”.

La morale, ancora una volta, è che la paziente è stata salvata dalla vitamina C, ma soprattutto dalla famiglia che ha imposta la propria salda decisione sui medici (che non potevano utilizzare la terapia a base di vitamina C endovena, come si legge nell’articolo, perché “non è stata approvata come trattamento standard”11 , ovvero perché non rientrava nei protocolli ufficiali).

1 Unusual Early Recovery of a Critical COVID-19 Patient After Administration of Intravenous Vitamin C pubblicato su American Journal of Case Reports. 2020; 21: e925521-1–e925521-6, autori Hafiz Muhammad Waqas Khan, Niraj Parikh, Shady Maher Megala, George Silviu Predeteanu; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7405920/

2 Maggini S, Wintergerst ES, Beveridge S, Hornig DH. Selected vitamins and trace elements support immune function by strengthening epithelial barriers and cellular and humoral immune responses. Br J Nutr. 2007;98(Suppl. 1):S29–35; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17922955.

3 Hemilä H. Vitamin C and Infections. Nutrients. 2017;9(4):339; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5409678/.

4 Carr AC, Maggini S. Vitamin C and immune function. Nutrients. 2017;9(11):1211; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29099763.

5 Campbell JD, Cole M, Bunditrutavorn B, Vella AT. Ascorbic acid is a potent inhibitor of various forms of T cell apoptosis. Cell Immunol. 1999;194(1):1–5; https://youtu.be/aS1no1myeTM.

6 Portugal CC, Socodato R, Canedo T, et al. Caveolin-1-mediated internalization of the vitamin C transporter SVCT2 in microglia triggers an inflammatory phenotype. Sci Signal. 2017;10(472):eaal2005; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28351945.

7 Hemilä H, Chalker E. Vitamin C can shorten the length of stay in the ICU: A meta-analysis. Nutrients. 2019;11(4):708; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6521194/.

8 Fowler AA, Truwit JD, Hite RD, et al. Effect of vitamin C infusion on organ failure and biomarkers of inflammation and vascular injury in patients with sepsis and severe acute respiratory failure: The CITRIS-ALI Randomized Clinical Trial. JAMA. 2019;322(13):1261–70; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6777268/.

9 Vitamin C Infusion for the Treatment of Severe 2019-nCoV Infected Pneumonia. https://clinicaltrials.gov/ct2/show/NCT04264533.

10 Bhatraju PK, Ghassemieh BJ, Nichols M, et al. Covid-19 in critically ill patients in the Seattle Region – case series. N Engl J Med. 2020;382(21):2012–22. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7143164/.

11 Letteralmente nell’orginale inglese: “as it has not been approved as a standard treatment”.

Ve lo dico come ungherese, come ebreo, come artista e come filosofo.
Gli uomini vogliono anche sognare. Hanno bisogno dei loro sogni.
Ebbene noi fabbricheremo sogni, sogni in serie, sogni divertenti che costano poco

Adolph Zukor, fondatore della Paramount

Dagli albori della cinematografia e quindi dai “sogni divertenti” di Adolph Zukor, siamo passati agli incubi e ai futuri osceni dell’odierna produzione. Non è a caso infatti secondo Marilyn Monroe: “Hollywood è un posto dove per un bacio ti pagano mille dollari e per l’anima cinquanta centesimi”.
Il cinema non è nato solo per intrattenere le masse facendole divertire, ma per spacciare sogni, ideali, per creare e modellare la realtà a piacimento dei produttori!
La vera natura l’ha descritta magistralmente Francis Ford Coppola: “Hollywood è Wall Street”.

L’Alta Finanza (nelle mani del popolo eletto) è la proprietaria di Hollywood e sceglie attraverso i suoi fiduciari i soggetti dei film!
Quindi il cinema è la fucina dei grandi cambiamenti antropologici del mondo, al quale bisogna aggiungere la televisione, che oggi ha certamente surclassato la pellicola raggiungendo miliardi di persone…
Va assolutamente compreso che i film e le serie televisive hanno un contenuto ideologico che varia a seconda del momento storico e a seconda del messaggio che serve veicolare: il messaggio che i produttori vogliono che passi!
Per esempio tutti i film sulla Seconda Guerra Mondiale mostrano ovviamente gli alleati buoni e gli avversari cattivi, mentre quelli di fantascienza ci stanno lentamente a spizzichi e bocconi abituando ad un futuro ben preciso...

La Barriera
A proposito di futuro distopico, una delle ultime serie tv è illuminante.
La scarsità di risorse naturali ha trasformato le democrazie occidentali in spietati e disumani regimi dittatoriali militarizzati che giustificano la mancanza di libertà con la promessa di assicurare la sopravvivenza dei sudditi.

Questo è l’assunto di base della serie spagnola “La barriera”, che ha debuttato in streaming l’11 settembre 2020 (data non casuale) sulla piattaforma Netflix.

La trama è certamente inquietante e soprattutto molto realistica se vista con gli occhi odierni.
Nella Madrid del 2045 un virus mortale di nome “Noravirus” e un regime totalitario provocano la divisione della città in due zone distinte: il Settore 1, quello dei ricchi e dei privilegiati e il Settore 2 per tutti gli altri (i morti di fame). A dividere i due settori una barriera invalicabile, da cui il nome della serie “La Valla” (appunto “La barriera”). Un muro che divide non solo le persone ma anche i diritti e le libertà. Gli abitanti all’interno conducono una vita agiata: hanno la tv, il cellulare, la luce e tutti i comfort, mentre fuori regna la paura, la disperazione, la fame e i soprusi.

L’unico modo per passare da una parte all’altra è attraversare il muro che separa i settori, ma per farlo occorre avere un pass, un lasciapassare, altrimenti si viene cacciati via bruscamente dai militari che controllano e perlustrano continuamente le strade in entrambi i settori.

La Barriera

In tredici puntante (numero anche questo non casuale) vengono raccontati origine, diffusione e conseguenze dell’arrivo di un virus sconosciuto che causa da una parte la distruzione delle famiglie, visto che i bambini piccoli vengono sequestrati e fatti sparire dentro laboratori segretissimi perché dal loro sangue si producono gli anticorpi per il vaccino, e dall’altra la perdita di ogni libertà individuale, secondo il regime per garantire la sicurezza delle persone.
Ma il bene superiore sarebbe quello collettivo, non del gregge di pecore, ma dei pochi eletti e della dittatura. Esattamente quello che sta accadendo oggi nella vita vera e non in quella cinematografica.

Dopo la dichiarazione di “zona protetta”, il governo autoritario ha preso il potere e ha militarizzato tutto. Le persone terrorizzate dal virus hanno aperto la porta, chiedendo loro stessi il governo forte, autoritario, la dittatura, e la prima cosa che questa ha fatto è stata togliere la libertà, in nome della sicurezza di tutti.
La nuova “normalità” viene scandita e ripetuta costantemente dai megafoni lungo le strade: “per la vostra sicurezza, portate sempre con voi i documenti di riconoscimento. Non create assembramenti, indossate la mascherina....”. Altoparlanti che ricordano anche gli orari del coprifuoco.

Ma il Sistema mentre cerca un vaccino (per i ricchi) con il sangue dei bambini, lavora anche ad un piano eugenetico di riduzione della popolazione mondiale...
Vivono sotto la legge marziale, eppure non erano entrati in guerra. Ricorda qualcosa?
Noi oggi viviamo una “emergenza sanitaria” imposta a suon di Dpcm, e poco importa se questa sia stata completamente inventata, perché rimane la scusa perfetta per l’instaurazione e l’affermazione dello stato di polizia.

Finale incredibile

[Attenzione: chi ha intenzione di vedersi la serie è meglio non prosegua la lettura]

La serie termina con la morte del Presidente e la rivolta della popolazione e delle stesse forze dell’ordine. Hanno vinto i sudditi, il bene ha soverchiato il male. Applausi. Gli spagnoli finalmente iniziano dopo molti anni a vedere la luce della speranza e della “democrazia”. Tutto prefigurava un ritorno ai bei tempi ormai andati: si stava finalmente realizzando l’osannato “andrà tutto bene”. Ma non tutti gli arcobaleni segnano l’inizio di una bella giornata…

Il colpo di scena finale è quando il nuovo presidente eletto a furor di popolo spunta dal balcone per essere osannato dalla massa festante: si tratta della virologa responsabile dei sequestri dei bambini, del programma vaccinale e del progetto eugenetico. La presidenza è stata il premio per aver salvato il pianeta dal virus letale con il suo vaccino derivato da esperimenti eseguiti su centinaia di bambini, molti dei quali erano morti. Ma poco importa se il bene è superiore, giusto?

Segnale inequivocabile che non sarebbe cambiato assolutamente nulla, ma la gente era anestetizzata dall’illusione del cambiamento (come da noi il governo del Movimento 5 stelle/Lega).
L’ulteriore conferma del tragico finale arriva quando il capo della polizia, il più losco e criminale di tutti i personaggi, dopo i titoli di coda appare sullo schermo ricordando che: “il futuro ci appartiene”. Si riferiva a loro ovviamente e non a noi.

"Il futuro ci appartiene"....

Come si suol dire, cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia. Esattamente come nella dittatura: cambiano e si alternano i governi, i personaggi, ma il regime persiste inalterato, mutando ogni tanto solo la forma ma non la sostanza.

Netflix non si smentisce mai. Etichetta deviante per antonomasia anche in questa serie vuole farci vedere il futuro come un periodo distopico, dove i vaccini salveranno il mondo facendo tornare alla vita “normale”. Ma soprattutto che qualunque rivolta e/o rivoluzione verrà fatta, loro saranno sempre al potere...
Questo è quello che loro credono. Ma non sarà così se le coscienze inizieranno a destarsi!

Marcello Pamio

Il governo del Regno Unito si è piegato a novanta gradi dinnanzi al gigante farmaceutico Pfizer! Nulla di nuovo all’orizzonte: lo avevamo già detto infatti che le lobbies sono preoccupate da azioni legali che potranno seguire ad eventuali danni del nuovo vaccino, per cui hanno chiesto e ottenuto indennità e protezione dal venire citati in giudizio!

Questo per consentire al vaccino contro il coronavirus di essere lanciato in Inghilterra già la prossima settimana. Il Dipartimento di Salute e Assistenza Sociale ha confermato che la Pfizer ha ricevuto l’immunità non dal virus, ma dalle azioni penali.

La domanda sorge spontanea: se il vaccino è così sicuro, come mai questa manovra?

Non solo le lobbies dormiranno sonni tranquilli, ma anche il personale sanitario, cioè quelli che fisicamente useranno la siringa contenente il vaccino geneticamente modificato, saranno messi sotto una campana di cristallo e protetti da tutto.

Ricapitolando per chi è duro di comprendonio: i vaccini che stanno per arrivare, preparati in tempi rapidissimi (grazie alla scusa mediatica di una emergenza che non c’è) senza quindi garantire un minimo di sicurezza faranno sicuramente danni, anche perché inoculati a miliardi di persone, per cui si sono parati il culo da ripercussioni legali. Risultato? I danni saranno a carico dei sudditi, non solo quelli dell’impero britannico, ma degli schiavi di tutto il mondo, perché l’indennità sarà applicata ovunque!!

Quindi non spendete tutto nel black friday, ma mettete dentro un maialino in terracotta un po’ di soldini, pronti a romperlo quando sarà necessario pagare le cure mediche e/o riabilitative, o nella peggiore delle ipotesi servirà ai parenti rimasti per la vostra cremazione...

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https://www.independent.co.uk/news/health/coronavirus-pfizer-vaccine-legal-indemnity-safety-ministers-b1765124.html