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La Banca d'Inghilterra abbandonò di fatto il Gold standard nel 1914 adottando poi tra il 1925 e il 1931 il Gold bullion standard.
Gli Stati Uniti sospesero il Gold standard nel 1917, per introdurlo nel 1922 e abbandonarlo nuovamente nel 1934.
Gran Bretagna e Stati Uniti adottarono il gold-exchange standard nel 1922.
Nel 1944 si introdusse a livello internazionale un Gold-exchange standard basato sulla valuta americana che nel 1971 lasciò definitivamente il posto a un puro Fiat standard basato sul dollaro.
Dal 1914 dollaro e sterlina hanno perso oltre 95% del loro valore nei confronti dell'oro.
Il processo di introduzione del Fiat standard è stato lungo e tortuoso ma ha mostrato tratti distintivi ricorrenti: confisca dell'oro, aumento dei prezzi, controllo dei prezzi, pianificazione centralizzata, espansione inflazionistica del credito, cicli economici di boom e crisi, tentativi di esportare inflazione monetaria scaricando la propria valuta Fiat sui regimi monetari stranieri.
In conclusione il Fiat standard non è il risultato di un progetto ordinato e preciso. Costituisce invece l'inevitabile esito geopolitico del matrimonio tra Stato e moneta durato 60 anni, sempre impegnato nella ricerca di una qualche disperata soluzione al problema dell'incombente insolvenza del settore bancario.
Detto più semplicemente, le banche centrali di tutto il mondo hanno seguito le orme di Gran Bretagna e Stati Uniti andando tutte quante in default sulla convertibilità aurea e imponendo di conseguenza l'uso di valuta Fiat.
Il processo di attuazione di questo standard monetario, iniziato nel 1914, ha trovato la sua piena realizzazione nel 1971.

Tratto dal libro "Il Fiat Standard", Saifedean Ammous, ed. Usemlab

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Bitcoin non è soltanto una nuova tecnologia finanziaria; è l'incarnazione di un'idea.
Nato nel 2008 dal misterioso Satoshi Nakamoto, questo protocollo di moneta digitale ha fin dall'inizio veicolato una forte impronta filosofica libertaria.
Bitcoin rappresenta un esperimento di libertà individuale applicata alla finanza: una moneta che vive fuori dai circuiti tradizionali, indipendente dalle banche centrali e progettata per resistere a censure o interferenze esterne.
Bitcoin non è solo software o investimento speculativo, ma una rivoluzione culturale che mira a restituire sovranità monetaria. Le radici ideologiche di Bitcoin affondano nel pensiero libertario declinato in due sottocorrenti: il movimento Cyberpunk e la Scuola Austriaca di economia.
Già negli anni 90, crittografi immaginavano internet come un terreno di conquista per la libertà: sognavano strumenti digitali capaci di tutelare la privacy e l'autonomia personale dall'ingerenza di governi e corporazioni.
In quei circoli maturò anche l'idea di una moneta fuori dal controllo statale, ispirata dai principi della Scuola Austriaca, critici verso il monopolio delle banche centrali.
Non sorprende che il movimento dietro Bitcoin sia stato talvolta definito anarco-libertario, proprio perché sfida l'ordine finanziario costituito e l'egemonia del sistema bancario. Bitcoin non è quindi un semplice codice informatico, ma il mezzo pratico per realizzare idee di libera scelta monetaria e di resistenza al controllo centrale sul denaro.
La sfiducia verso gli intermediari è la scintilla che ha definitivamente acceso la fiamma di Bitcoin.
Nel suo White Paper del 2008, Satoshi descriveva un sistema di contante elettronico peer-to-peer concepito per eliminarla la necessità di intermediari centralizzati nelle transazioni on-line.
Il problema, sosteneva Satoshi, era che il commercio digitale fino ad allora dipendeva esclusivamente da "istituzioni finanziarie come terze parti fidate" per validare i pagamenti.
La soluzione proposta?
"È necessario un sistema di pagamento elettronico basato su prova crittografica invece che sulla fiducia", così che due soggetti possono effettuare transazioni dirette senza bisogno di un intermediario. In altre parole, Bitcoin nasce per disintermediare: sostituire la fiducia nell'autorità centralizzata con la fiducia nella matematica e nel consenso distribuito tra pari.
Questo concetto - eliminare il filtro delle banche centrali o commerciali nelle transazioni - incarna un principio cardine della filosofia libertaria: togliere potere agli enti centrali e restituirla gli individui.
Ma come Bitcoin riesce in concreto a dare forma a questo ideali?
La risposta risiede nella sua architettura decentralizzata e nelle scelte tecniche innovative, che combinano tecnologie preesistenti in una nuova sinergia.
La rete Bitcoin è mantenuta da una miriade di computer indipendenti (nodi) sparsi in tutto il mondo, ognuno dei quali conserva una copia aggiornata della cosiddetta blockchain o timechain: la cronologia univoca delle transazioni tra diverse chiavi pubbliche, che muovono tra loro frammenti di "prove di lavoro" controllati da altrettante chiavi private.
Non esiste un server centrale da abbattere, né un singolo ente che possa imporre dall'alto le regole: il protocollo è Open Source e le modifiche alle regole richiederebbero il consenso di tutti i partecipanti.
Questa decentralizzazione fa sì che Bitcoin sia di fatto ingovernabile da un'autorità unica - nessuno, nemmeno uno Stato, può decidere arbitrariamente del destino della moneta digitale.
La forza di Bitcoin sta anche nel riparo da manipolazioni politiche o finanziarie esterne.
È qui che risiede la filosofia di libertaria di Bitcoin: nella creazione di un sistema monetario libero, incensurabile e decentralizzato, in cui la libertà individuale viene potenziata dalla tecnologia e la fiducia non è concessa per decreto, ma nasce dalla trasparenza del codice e dalla cooperazione spontanea di una rete globale di pari!
Giacomo Zucco, "Cripto Wallet", luglio 2025

Marcello Pamio - 29 luglio 2025
Esistono due tipi di wallet in circolazione: custodial e non-custodial. La differenza principale riguarda chi detiene le chiavi private del wallet, che sono essenziali per accedere ai propri fondi!
In un wallet custodial, una terza parte (Exchange) gestisce le chiavi per conto dell'utente, quindi non si ha il controllo diretto sui propri fondi, ma ci si affida alla piattaforma per la sicurezza e la gestione.
I vantaggi sono la facilità d'uso e il recupero più semplice in caso di perdita della password.
Gli svantaggi sono però il minore controllo sulla sicurezza delle criptovalute e la dipendenza dalla piattaforma stessa.
In un wallet non-custodial invece, si ha il controllo completo sulle chiavi private e quindi sui propri fondi.
Si è però anche responsabili della loro sicurezza e del loro accesso.
Perdendo le chiavi, si perde tutto!
Metamask è uno dei più famosi wallet cripto non-custodial in circolazione.
Si installa come estensione del browser web ed è compatibile con i più utilizzati (Chrome, Firefox, ecc.). C’è anche la versione per smartphone MetaMask Mobile.
La volpe rossa conta più di 10 milioni di utenti. Tra le sue caratteristiche principali c’è quella di inter-operare con diversi network (Ethereum, BNB Smart Chain, Polygon, ecc.).
La seed phrase di MetaMask, o frase di recupero segreta o chiave privata, è una sequenza di 12 parole.
Quando si crea per la prima volta il wallet MetaMask viene generata questa frase e va conservata al sicuro, preferibilmente offline (scritta su carta, incisa sul metallo, ecc.).
Queste 12 parole permettono di accedere al wallet, quindi direttamente ai fondi, ma anche recuperarlo nel caso in cui si perdesse la password o il dispositivo (pc, smartphone, ecc.) su cui è installato MetaMask.
Un hardware wallet è invece un dispositivo fisico che conserva le chiavi private offline, offrendo un ulteriore livello di sicurezza contro attacchi online.

Ecco come funziona la seed phrase di Metamask con un hardware wallet

  1. Creazione del wallet
    Quando si configura un hardware wallet, verrà presentata una seed phrase. Questi codici vanno scritti su carta o incisi sul metallo e tenuti in posti segreti.
  2. Importazione su MetaMask
    Si può collegare l’hardware wallet a MetaMask, ma non importando direttamente la seed phrase, bensì collegando il dispositivo. Non tutti gli hardware sono però compatibili con Metamask.
    Ecco dal sito ufficiale quelli supportati: Ledger, Trezor, AirGap, Keystone 3 pro, CoolWallet, Ngrave Zero.
  3. Firma delle transazioni
    Quando si fanno transazioni tramite MetaMask, l’hardware wallet le firmerà offline, mantenendo le chiavi private al sicuro.
  4. Recupero:
    Se si perde l'accesso all'hardware wallet, si può utilizzare la sua frase seed per recuperare le chiavi private e riaccedere ai fondi tramite un altro hardware wallet o software.

Ripeto: la seed phrase è essenziale per la sicurezza del wallet MetaMask e per il recupero dei fondi, mentre l'hardware wallet aggiunge un ulteriore livello di protezione per le chiavi private.

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SOFTWARE WALLET

Un wallet software è un portafoglio elettronico dedicato alla gestione delle criptovalute digitali che fisicamente non esistono, ma possono essere archiviate, conservate, inviate e ricevute proprio come qualsiasi altra valuta tradizionale.
Ogni wallet è dotato di un indirizzo unico, composto da lettere e numeri, che consente di inviare e ricevere denaro esattamente come l’IBAN, ma senza l'intermediazione del cartello bancario…

Il wallet custodisce due chiavi: una pubblica e una privata, entrambe necessarie per le transazioni.
La chiave pubblica viene utilizzata per ricevere denaro e durante ogni transazione viene inviata al mittente. La chiave privata invece è il codice che permette l’accesso al wallet, più o meno come il PIN di un Bancomat. Necessita della massima protezione per cui NON va MAI condivisa con nessuno, pena la perdita di tutte le cripto.
Chi possiede la chiave infatti ha accesso al wallet e possiede le cripto!

Esistono due tipi di wallet: custodial e non-custodial.
Con il primo si delega la proprietà delle monete all’Exchange, con il secondo invece si conserva la proprietà di tutte le valute digitali, nonché la responsabilità delle chiavi private del wallet stesso! Perdendo il codice, si perde tutto!
Viene da sé che la sicurezza dei software wallet è direttamente proporzionale alla sicurezza del dispositivo (smartphone o computer). La perenne connettività (internet, wifi, bluetooth) e gli onnipresenti virus e mailware, rendono il wallet software non sicuro!
Vediamo adesso alcuni tra i migliori software wallet in circolazione

ELECTRUM

Wallet dedicato esclusivamente ai Bitcoin. E’ considerato uno dei migliori e sicuri, forse perché è uno dei software più vecchi del settore (2011). È gratuito soprattutto il codice è open source.
Compatibile con i sistemi operativi Windows, MacOS, Linux, e Android tramite app.

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EXODUS

Portafoglio software lanciato nel lontano 2016 è in grado di conservare in sicurezza più di 100 criptovalute diverse. Il software è gratuito ma applica delle commissioni per l’Exchange e le transazioni effettuate tramite il portafoglio.
Compatibile con i sistemi Windows, MacOS e Linux, e Android tramite app.

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METAMASK

E’ uno dei più famosi wallet cripto non-custodial in circolazione.
Si installa come estensione del browser web ed è compatibile con i più utilizzati (Chrome, Firtefox, ecc.). C’è anche la versione per smartphone MetaMask Mobile.
Il portafoglio della volpe rossa è stato fondato nel 2016 e ad oggi conta più di 10 milioni di utenti. Tra le sue caratteristiche principali c’è quella di inter-operare con diversi network (Ethereum, BNB Smart Chain, Polygon, ecc.).

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HARDWARE WALLET

I wallet hardware sono dispositivi fisici, spesso simili a chiavette USB o della dimensione di una carta di credito progettati specificamente per archiviare le chiavi private completamente offline.
Le chiavi, cioè le o parole, sono custodite in uno o più chip sicuri e resistenti alle manomissioni!
I migliori sono air-gapped ("vuoto d'aria") cioè separati fisicamente dai dispositivi e da qualsiasi rete, Internet compresa, eliminando così i rischi di connettività e garantendo la massima sicurezza.
Si collegano mediante codici QR e solo quando è necessario confermare una transazione.
Vediamo alcuni hardware wallet in commercio.

BITBOX02

E’ un hardware wallet prodotto in Svizzera a forma di penna USB in policarbonato con display in vetro temperato. Lo schermo OLED permette una ottima visibilità.
La sicurezza è di livello superiore perché utilizza un secure chip certificato EAL6+, uno dei massimi standard del settore per la sicurezza.
BitBox può essere usato su tutte le principali piattaforme: Windows, MacOS, Linux, Android e iOS!
Dimensioni: 54.5 x 25.4 x 9.6 mm incluso il connettore USB-C.
Costo 149 €

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LEDGER NANO X

E’ il portafoglio hardware per eccellenza offerto da un produttore leader del settore.
Consente di conservare e gestire fino a 26 valute digitali e più di 1.500 token.
La scocca è in alluminio e lo schermo OLED.
Compatibile con i sistemi operativi Windows, MacOS e Linux e con Android.
Dimensioni: 98 x 18 x 9 mm
Costo 149 €

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TREZOR SAFE 5

E’ stato il primo portafoglio hardware disponibile offerto dalla SatoshiLab. Si tratta di un piccolo dispositivo che offre algoritmi crittografici sempre aggiornati per consentire l’archiviazione di molte cripto. È realizzato in plastica.
Il display OLED consente di visualizzare i menu, navigabili con soli due tasti.
Compatibile con sistemi operativi Windows, MacOS e Linux.
Costo 169 €

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KEYSTONE 3 PRO

E’ l'unico portafoglio hardware dotato di tre chip di sicurezza per gestire in modo sicuro più account crittografici. Lo schermo è touchscreen da 4 pollici.
La sua modalità air-gapped (nessun WiFi, Bluetooth, USB o rete) elimina tutti i rischi di connettività garantendo la massima sicurezza.
L’intero codice, compresi hardware e software sono totalmente open source.
Costo 175 $

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ELLIPAL TITAN 2.0

Questo hardware wallet supporta più di 40 cripto e più di 10.000 token, comprese le stablecoin.
La protezione, grazie al chip di sicurezza integrato, raggiunge il livello EAL5+.
Se viene rilevata una manomissione, le informazioni private verranno automaticamente distrutte.
Schermo a colori da 4 pollici per una visualizzazione vivida.
Gestisce 5 seed phrase (frase di recupero) e 5 account diversi in un unico dispositivo.
Costo 169 €

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NGRAVE ZERO

Costruito totalmente in Belgio è l'unico portafoglio crittografico air-gapped che ha ottenuto la più alta certificazione di sicurezza nel settore blockchain e finanziario. Con la sua prova di manomissione a più livelli, la biometria e un sistema operativo personalizzato ha infatti ottenuto la certificazione EAL7, la massima mai raggiunta da nessun altro dispositivo.
Essendo totalmente air-gapped non si basa su USB, WiFi, Bluetooth, NFC o 4G per firmare le transazioni, ma solo tramite codici QR.
E’ possibile creare più di 100 account, per cui molti portafogli possono finalmente essere tenuti su un unico dispositivo. E se dovesse venire rubato dopo la configurazione, una volta aperto dei sensori all'interno cancelleranno tutto!
Il sensore biometrico di NGRAVE ZERO aggiunge un livello di sicurezza per l'autenticazione e la generazione di chiavi. L'impronta digitale viene utilizzata come variabile per creare la chiave perfetta, sbloccare il dispositivo e firmare le transazioni in combinazione con un solido codice PIN a 8 cifre.
Si integra perfettamente con MetaMask e Rabby Wallet.
Costo 398 €

A Bogotà in Colombia la straordinaria Francesca Albanese, Relatrice Speciale delle Nazioni Unite per i Territori Palestinesi, è intervenuta alla Conferenza internazionale del Gruppo dell'Aia convocata dal presidente Gustavo Petro per "introdurre misure giuridiche, diplomatiche ed economiche concrete che possano fermare la distruzione di Israele" a Gaza.
La Albanese, sanzionata la settimana scorsa dalla democratica Amerika, ha fatto un appello globale a tagliare i legami a tutti i livelli con lo Stato terrorista e genocida.
Ha poi sottolineato che la Conferenza odierna dimostra che "è possibile un percorso diverso" aggiungendo che il Gruppo dell'Aia "ha il potenziale di segnare non solo una coalizione, ma un nuovo centro morale nella politica mondiale".
Tanto di cappello a Francesca Albanese per la coerenza e soprattutto per il coraggio!
Grazieeeee!!!!

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Siamo di fronte all'ennesimo sopruso da parte delle vomitevoli istituzioni e delle forze del disordine. Entrambi, ricordo, stipendiati da noi!
Nel Piave, un fiume che nasce dalle Alpi Carniche in Friuli per poi attraversare il Veneto, è vietata la balneazione! 😂😂😂
Avete letto bene. Divieto e multe fino a 500 euro se si ha il coraggio di ammollare i piedi nell'acqua fresca!
Sapete perché? Perché qualche giorno fa, COME OGNI ANNO, c'è scappato il morto nelle acque.
Quindi se uno muore di cancro ai polmoni, cosa fate? Multa da 500 euro a chi mette piede in tabaccheria?
E se uno muore di cirrosi epatica? Multa da 500 euro se entra in enoteca? 🤔 Ah scusate, dimenticavo che fumo e alcol sono monopolio di Stato per cui ci guadagnate miliardi sulla salute….
Lì va bene, qui invece vorreste vietare un po' di refrigerio, di divertimento in un posto bellissimo e incontaminato?
In Italia ci sono ogni anno 350 morti per annegamento, di cui almeno 40 in piscina, con netta prevalenza di bambini piccoli. Cosa facciamo: vietiamo le piscine?
Il tutto per il nostro bene ovviamente, come col Covid, ricordate? Poliziotti e vigili venduti al Sistema inseguivano le persone sulla spiaggia deserta perché erano pericolose…
Ma andate a fare in culo.
Il Piave è un fiume Sacro, in virtù del significato storico degli avvenimenti svoltisi lungo le sue sponde nel corso della prima guerra mondiale. Per cui se volete guerra, guerra sia!
Andrò al Piave per fare il bagno come ho sempre ho fatto ultimamente. Fatelo anche voi!
E se mi danno la multa? Beh, la carta per pulirsi il culo è sempre utile… e l'agente sfortunato potrebbe beccarsi una denuncia perché non possono impedire la libera circolazione! Possono solo mettere degli avvisi di pericolo, ma non impedire di andarci!!!!
Semmai il "divieto di balneazione" deve essere fatto per motivi documentati di inquinamento (con analisi delle acque)!
Il sindaco di Treviso preferisce usare carabinieri e polizia non per tenere sicura la città da bande di criminali e ladri ma per punire i cittadini che vogliono passare qualche ora al fresco!
Abbiamo già dato col Covid.
Ora è il momento di dire basta!!!!

Marcello Pamio - 13 luglio 2025
Una recente indagine giornalistica a firma di Jeanne Lenzer e Shannon Brownlee ha scoperto l'acqua calda: negli Stati Uniti la FDA permette la commercializzazione di centinaia di medicinali senza alcuna utilità terapeutica. Strano vero? Non lo avrei mai pensato!
Come riescono a fare tale prestidigitazione? Estraendo dal cilindro un meccanismo (ben noto negli ultimi 5 anni), chiamato “via di approvazione accelerata”, concepito per situazioni di emergenza sanitaria.
Poco importa se l'emergenza è inventata e non esiste.
Scontato dire che questo percorso preferenziale è diventato la norma.
Così Big Pharma bypassa i controlli e mette in commercio veleni e diserbanti sbattendosene le palle della sicurezza. A loro interessano i soldi da una parte e fare ammalare i sudditi dall'altra, per fare ancora più soldi.
Le cifre sono allarmanti: solo negli ultimi 15 anni oltre 250 farmaci hanno ottenuto l’approvazione attraverso questa scorciatoia burocratica. La cagata della psicopandeminchia ha spalancato uno Stargate…
In oncologia siamo al paradosso: su oltre 120 farmaci anticancro, meno del 3% ha soddisfatto i criteri scientifici.
Quindi il 97% dei chemioterapici (dai costi per il SSN proibitivi) non servono a niente, se non ad avvelenare i poveri cristi.
Il problema vero è che anche quel 3% (che rispetta i crismi della Scienzah) non serve ad una minchia visto che il cancro non è un insieme di cellule anarchiche impazzite che di punto in bianco invadono gli organi. Questa visione da poveri mentecatti medievali sta portando al disastro sanitario. E l'affollamento al campo santo ne è la prova.

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Francesca Albanese è giurista italiana e dal 1 maggio 2022 Relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati.
La prima donna a ricoprire tale incarico.
Forte oppositrice dell'occupazione israeliana della Palestina, e solo per questo ha tutta la mia stima.
Ha da sempre descritto gli Stati Uniti come una colonia della lobby israeliana e l'Europa completamente soggiogata dal "senso di colpa per l'olocausto", con il risultato che entrambi "condannano gli oppressi" e difendono gli oppressori!!!
A scatenare l’ira degli Usa, che aveva già chiesto in passato la rimozione della funzionaria, è stato il suo ultimo rapporto per l'ONU, intitolato “Dall’economia dell’occupazione all’economia del genocidio”, presentato la settimana scorsa.
La colpa della Albanese è di elencare almeno 45 aziende private che sosterrebbero direttamente o indirettamente l’esercito israeliano e l’occupazione dei territori palestinesi facendo profitti sul genocidio.
Tra cui immarcescibile Lockheed Martin, Caterpillar, Google, Microsoft, Amazon, Ibm, Palantir e anche l’italiana Leonardo.
E così martedì scorso il segretario di Stato americano Marco Rubio ha detto che imporra' sanzioni alla Albanese.
Cosa intenda il politico di origini sarde con "sanzioni" non è dato sapere. A me puzza da minaccia mafiosa…
Adoro questa donna!
Totale sostegno e soprattutto lunga vita a Francesca Albanese.

Marcello Pamio - 11 luglio 2025

Mentre Microsoft, Google Apple cercano di piazzare i loro programmi dentro ogni scuola pubblica, nella Silicon Valley e in altre aree abitate da dirigenti del settore tecnologico l'approccio ai dispositivi digitali per i loro figli è stato sempre centellinato.
Come mai questa discrepanza?
Steve Jobs, il fondatore di Apple, non permetteva alle figlie adolescenti di usare l'iPhone. Bill Gates non ha dato ai figli il cellulare prima dei 14 anni. Sundar Pichai, il CEO di Alphabet e Google ha vietato lo smartphone ai figli fino ai 14 anni. Satya Nadella, CEO di Microsoft monitora attentamente i siti visitati dai figli. Chris Anderson, ex editore di Wired e CEO di 3D Robotics ha educato i figli imponendo limiti di tempo e controlli su ogni dispositivo presente in casa. Evan Williams, co-fondatore di Twitter ai figli adolescenti ha sempre preferito comprare libri anziché gadget tecnologici, mentre Tim Cook, CEO di Apple ha proibito al nipote i social. Susan Wojcicki, CEO di YouTube ha autorizzato lo smartphone quando i suoi figli hanno cominciato ad uscire da soli, ed Evan Spiegel, co-fondatore e CEO di Snapchat ha permesso al figliastro massimo un'ora e mezza alla settimana davanti agli schermi.
Non solo i Big che costruiscono e progettano dispositivi tecnologici, software e social, non fanno usare il digitale ai propri figli, ma questi vengono educati nelle scuole Waldorf!
Tanto per capirci a Los Altos c’è la Waldorf School of the Peninsula, con circa 320 studenti, due terzi dei quali hanno genitori che lavorano per i giganti del web. Per loro niente cellulare, ma solo giocattoli in legno e interazioni all’aria aperta.
Si tratta di uno dei 270 istituti steineriani negli Stati Uniti, di cui 52 solo in California, quindi nella Silicon Valley, mentre da noi in Italia ce ne sono meno di un centinaio!
La pedagogia steineriana punta a sviluppare individualità libere, facendo emergere le potenzialità proprie di ogni bambino, rispettando i tempi di evoluzione fisica e mentale diversi per ognuno.
Come mai chi costruisce i dispositivi digitali porta i propri figli nelle scuole Waldorf? Sicuramente deriva da una paura sempre più concreta e studiata: la perdita di vivacità nei bambini correlata a un abuso di nuove tecnologie.
Sempre più studi confermano infatti che i bambini e gli adolescenti passano più ore davanti a uno schermo rispetto a dormire, e per questo manifestano inclinazione a depressione, solitudine, scarsa concentrazione, instabilità emotiva per arrivare all'autolesionismo e al suicidio. Il disagio generazionale risulta raddoppiato solo negli ultimi 5-6 anni.
Lo psicoterapeuta Alberto Pellai utilizza una azzeccata metafora: “Il cervello dei bambini è come il DAS: morbido e plasmabile finché lo lavori, ma se lo lasci riposare, si indurisce”. Il cervello è infatti neuroplastico, capace cioè di creare connessioni sinaptiche in modo esponenziale. Tuttavia, l’esposizione precoce agli schermi depotenzia questa capacità.
Ha perfettamente ragione Pellai quando dice che “il digitale sta rubando l’infanzia", e la responsabilità è dei genitori!

Il Dipartimento di Giustizia e l'FBI degli Stati Uniti hanno concluso che Jeffrey Epstein si è suicidato e non aveva una lista di clienti.
Il promemoria afferma che nessun altro coinvolto nel caso Epstein (Donaldo compreso) verrà incriminato.
Stranamente la zoccola sua collaboratrice, Ghislaine Maxwell sta scontando 20 anni per traffico sessuale di minori e reati correlati.
Quindi l'ebreo pedofilo Epstein (agente sotto copertura del Mossad) non aveva alcuna lista clienti, avete capito?
Verrà fuori che era anche un bravo chierichetto!
😂😂😂😂😂

Come faceva Elon Muskio ad appoggiare Trump, quando lo stesso Donaldo aveva da tempo annunciato di voler eliminare i sussidi al settore green?
La legge fiscale Big Beautiful Bill (Bbb), approvata dal Congresso in pratica elimina 370 miliardi di sussidi al settore verde, compresi i crediti d’imposta per l’acquisto di auto elettriche. Colpisce doppiamente Tesla perché abolisce anche le sanzioni per chi non rispetta gli standard di efficienza nei consumi (Cafe)!
A questo punto occorre precisare che gli utili di Muskio non derivano solo alla vendita di auto, ma da un privilegio gentilmente concesso dallo Stato: la vendita di certificati green, per far emettere CO2 alle altre industrie automobilistiche costrette ad acquistarli per produrre auto con motore termico!
Gli standard di efficienza nei consumi (Cafe) obbligavano le case a limitare le emissioni, e chi non ci riusciva doveva comprare crediti di emissione (Zev) da aziende “virtuose” come Tesla.
L'ennesima presa per il culo. Tu inquini? Tranquillo, ti puoi lavare la coscienza comprando certificati verdi, venduti dai finti ecologisti.
Ora però Trump ha cancellato tutto.
L'ashkenazita ne ha venduti per 11 miliardi di dollari dal 2015, di cui 2,8 miliardi nel 2024 (quasi il 40 % dell’utile netto).
Donaldo ha privato Tesla di circa il 40-50% dei profitti. Ecco perché si è incazzato. Ed ecco perché Muskio vorrebbe fondare un nuovo partito. 😂😂😂
State attenti perché dopo Donaldo gli amerikani potrebbero trovarsi alla Casa Bianca il transumanista che gioca con i razzetti esplosivi e le auto incendiarie!

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Non se ne può più di questi terroristi da salotto!
Usano l'allarme meteo esattamente come hanno usato l'allarme vairus durante la psicopandeminchia! E' una colossale presa per il culo.
Lo dico da anni: l'élite al comando non può mollare l'osso, ed ecco perché si passa da una emergenza all'altra, il tutto condito da guerre e genocidi.
Perfino il meteorologo Paolo Sottocorona ha sbottato in diretta, uscendo per qualche secondo dalla narrazione psicoapocalittica sulla cagata dell'aumento delle temperature!
"La temperatura percepita andrebbe perseguita per legge, perché non esiste, è un falso ed è procurato allarme". "Quello che è scritto sui giornali non è vero". Ha magistralmente detto Sottocorona!
Fa caldo? Ecchecazzo, dico io, siamo in piena estate!
Molte persone schiattano per il caldo? Eccheccazzo, potevano pensarci bene prima di spararsi del diserbante genico sperimentale in vena!
E' sempre colpa del cambiamento climatico! Questo mantiene la narrativa, aprendo scenari distopici da Green Deal: città da 15 minuti, auto a pile, elettrificazione e digitalizzazione della Vita, ecc. Ma è solo becera propaganda terroristica.
Togliamo loro il potere, evitando la tv, le radio di regime e i giornali di merda.
Torniamo ad osservare il clima per conto nostro, come si è sempre fatto. Aprendo le finestre alla mattina e alzando il naso al cielo, scie chimiche permettendo.
Godiamoci la vita! Questi infami (ma la colpa è anche nostra) vogliono mantenerci sulla graticola con i vari IT-Alert e quindi attraverso la paura! Che si fottano.
Noi non abbiamo paura e loro non esistono. O loro non esistono perché non abbiamo paura? 🤔
Non importa, quello che conta è Vivere e godersi la Vita!

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