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Il DNA è una molecola composta da nucleotidi a cui è affidata la codificazione delle informazioni genetiche. Per la Scienzah ortodossa solo il 10% del DNA verrebbe utilizzato mentre il restante 90% sarebbe "spazzatura" 😂
Gli scienziati russi per fortuna non sono così ebeti e stanno capovolgendo la genetica classica.
La doppia elica del DNA è una speciale antenna (una rete internet biologica) in grado di ricevere e/o trasmettere informazioni, quindi frequenze. Sappiamo oggi che il DNA può essere modificato attraverso parole, luce e suoni!
Non solo, ma secondo la genetica ondulatoria i cromosomi funzionerebbero come computer olografici in grado di essere influenzati attraverso specifici software…
Hanno così scoperto che il DNA reagisce ai raggi laser (luce), alle frequenze del linguaggio (parole) e alla musica. Siamo di fronte ad una rivoluzione copernicana pazzesca completamente censurata e boicottata dall'establishment medico-scientifico.

Virus/esosomi
Un virus è ufficialmente un piccolo frammento di acido nucleico (DNA o RNA) ricoperto da un capside proteico. Quindi sostanza inerte, morta in quanto non respira, non mangia, non si riproduce e non può muoversi se non trasportato da un altra cellula.
Guarda caso sono comparabili agli esosomi o microvescicole, che rientrano questi ultimi nel sistema ancestrale di trasporto e/o scambio di nutrienti, materiale genetico, fattori di crescita: informazioni biologiche! Attraverso questo trasferimento di esosomi, le cellule si scambiano acidi nucleici (RNA, DNA), proteine e lipidi necessari per la loro sopravvivenza. Quindi anche gli esosomi sono composti da DNA e proteine…
Ma come detto prima, i virus/esosomi avendo al loro interno DNA, sono microscopiche antenne biologiche…

Paura e risonanza
Dalla fisica sappiamo che le onde si propagano con una frequenza uguale a quella di risonanza!
La domanda che sorge spontanea è: la frequenza della paura potrebbe mandare in risonanza le antenne del DNA/RNA contenute nei virus/esosomi influenzandole a distanza?
Secondo la Treccani il termine "influenza" è "l’azione esercitata da una cosa o da una persona su un’altra"…
Può quindi la paura esterna, creata e amplificata dai media indurre una influenza esterna? Quindi ammalarci?


La risposta la trovate nel mio libro "Come uscire dalla paura"

https://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__come-uscire-dalla-paura-marcello-pamio-libro.php?srsltid=AfmBOoqXv-sa4yV26afN-_kp3DyxZHb_i__Ft1tYFHAyjLwni2AyjVbR

Ne parlerò venerdì 28 marzo a Campagna di Maniago, vedere post sotto!

Nella curva qui sopra potete vedere l’incidenza del diabete dal 1600 fino al 2000.
Le diagnosi sono iniziate a crescere (frecce rosse) dal 1850/1870 e poi esponenzialmente dal 1960/1970 circa.
Non a caso da metà Ottocento sciroppi, dolcificanti liquidi e marmellate varie hanno inondato il mercato modificando la dieta di milioni di americani. Dal 1970 circa invece, i pericolosi camici bianchi mettendo al bando il colesterolo, il "pericoloso" grasso saturo hanno spianato la strada ai cibi privi di grassi ma pregni del dolce veleno (zucchero)!
I deleteri farmaci per il colesterolo: le statine, sono stati commercializzati - non a caso - alla fine degli anni Settanta!
Il resto è storia, una triste storia!
Ricordo che il colesterolo è uno dei grassi (tecnicamente uno sterolo) più importanti per la salute umana: precursore degli ormoni sessuali (testosterone, cortisolo, progesterone, ecc.), precursore della Vitamina D e costituente principale delle membrane cellulari, delle guaine mieliniche e del cervello!
Se non vi svegliate quanto prima dalla letargia avrete il destino segnato da continue sofferenze, per non parlare delle problematiche neurocognitive (demenze varie).
La soluzione? Buttare nel cesso la tv, diminuire i carboidrati e zuccheri, aumentare i grassi (soprattutto quelli saturi) e stare lontani dai camici bianchi.
Se poi farete l'esatto contrario di quello che vi diranno i medici, beh potreste avere un futuro roseo e assai longevo!!!

Cosa aspetti, esci dal coma unendoti a Disinformazione.it

Condivido una mia personale esperienza, ma prendetela con le pinze perché potrebbe non essere valida per tutti.
A metà febbraio ho messo un pannellino in alluminio dietro la testiera del letto per schermare il pesante campo elettrico (vedi articolo (https://t.me/marcellopamio/8714)) che usciva dal muro per via dei cavi della corrente, irradiando i cuscini.
Da quel giorno in poi faccio molti sogni ogni notte e soprattutto me li ricordo alla mattina quando mi alzo. Non mi era mai successo. La cosa pazzesca è che ho notato l'enorme differenza dal primo giorno della sistemazione dello schermo.
Ovviamente questo va al di là della mera coincidenza.

Qual è la conclusione di questo semplice esperimento? Il cervello immerso in un campo elettrico durante la notte viene tenuto in uno stato di tensione costante che impedisce, o rende più difficile, il raggiungimento dello stato di sonno profondo (fase REM), momento in cui sogniamo. Almeno così dicono gli esperti.

È bene ricordare che l'encefalo umano ha una sua elettricità naturale misurata con l'elettroencefalogramma, e questa attività viene, senza ombra di dubbio, disturbata e/o alterata da un campo elettrico esterno.
Carl Gustav Jung diceva che lo stato d’animo degli uomini è immancabilmente influenzato dai suoi sogni. Secondo il grandissimo psichiatra, psicoanalista, antropologo e filosofo svizzero nel sogno c'è una funzione equilibratrice dell’inconscio, dove la fase REM è necessaria per il funzionamento fisiologico e psicologico dell'uomo.

Avete capito cosa potrebbe accadere se non riequilibriamo durante la notte la parte più recondita dell'uomo? L'inquinamento elettromagnetico (campo elettrico, radiofrequenze, antenne dei cellulari, wifi, ecc.) potrebbero rendere le persone sempre più disequilibrate dal punto di vista psichico e quindi più facilmente manipolabili!
Sembra tutto funzionale al Sistema o no?
La mia analisi sarà anche superficiale, ma la realtà dei fatti è seguente: non ho mai sognato così tanto in vita mia, e questo dopo la bonifica della camera da letto!!!
Quindi cosa aspetti? Un sonno sano e ristoratore è alla base della salute fisica e spirituale.

Gruppo Defendo - https://www.terapiadellacasa.it/

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Glicemia di una persona con il diabete di tipo 1, prima e dopo colazione.
Appena alzato ha 140 mg/dL e dopo colazione ha un pazzesco 121 mg/dL 😳
Come lo spiegano i medici? Dai, sono curiosissimo!
Vi do un piccolo aiutino: inizia con cheto….

Non c'è altra strada! Accompagno persone da decenni, e dopo aver provato di tutto: digiuni, detox, crudismo, veganesimo, ecc. sono arrivato alla consapevolezza che solo una alimentazione chetogenica fa vedere alle persone la luce della guarigione.
Non certo la dieta inenarrabile consigliata dai centri antidiabetici 😂😂😂

Un esempio di colazione totalmente errata consigliata dai medici? Fette biscottate del Mulino Bianco con un velo di marmellata (giuro sulla testina di Brunetta che dicono questo, nero su bianco). Vi risparmio pranzo e cena…

Poverini, studiando con i libri di Big Pharma vengono indottrinati sull'idiozia che non va bene eliminare il bianco veleno chiamato zucchero (carboidrati in generale)!
Se questo è il livello della medicina, ci stupiamo dell'attuale situazione di salute nel mondo? Potrà mai un diabetico venirne fuori?
No, impossibile. Continuerà a seguire i consigli degli esperti con tanto di laurea: mangiando malissimo e utilizzando l'insulina sintetica.
I risultati sono visibili per tutti al campo santo…
Si devono cambiare alimentazione e pensiero, comprendere il senso biologico del diabete, stando soprattutto lontani come la peste dai camici bianchi…
Disinformazione.it


Marcello Pamio

Il fegato è la ghiandola più grande del corpo umano. Stiamo parlando di un organo del peso di oltre 1,5 kg le cui numerose funzioni sono vitali.
Il sangue che esce dallo stomaco e dall'intestino non passa direttamente nel torrente venoso per giungere al cuore, ma viene convogliato al fegato attraverso una fittissima rete di capillari, sfocianti poi nella vena porta (1). Altro sangue che riceve il fegato giunge dall'arteria epatica.
Il sangue di entrambe queste sorgenti (intestini e arteria epatica) nel fegato viene ripulito e filtrato dalle varie sostanze pericolose; i nutrienti messi da parte e usati nel processo metabolico, per poi finire nelle vene sovraepatiche e gettato nella grossa vena cava che lo porterà al cuore, e da qui in tutto l'organismo.
Il fegato è una fabbrica metabolica a dir poco strabiliante, continuamente all'opera e il calore prodotto al suo interno contribuisce anche al riscaldamento del corpo.

Ecco alcune delle funzioni del fegato:

  • trasforma gli alimenti trasportati dal sangue;
  • produce e secerne la bile;
  • elabora proteine importanti (fibrinogeno, albumine, globulina);
  • raccoglie ferro e rame, utili per la produzione delle cellule rosse del sangue;
  • detossifica le sostanze nocive assorbite dal sangue;
  • trasforma e immagazzina i carboidrati sottoforma di glicogeno;
  • gioca un ruolo essenziale nell'immagazzinamento e metabolismo dei grassi.

I DUE TESSUTI DEL FEGATO
Le cose dette fino a questo punto sono conoscenze risapute perfino dalla fisiologia canonica, quello che invece non viene preso in considerazione è che il fegato attraverso reti neurali specifiche è in relazione con DUE parti del cervello: il Tronco Encefalico (emiparte destra) e la Corteccia Grigia.
Tanto per capirci: le “funzioni” vere e proprie del fegato, quindi il suo “senso biologico”, risiedono in queste due aree cerebrali!
Quindi ci sono due aree cerebrali diverse per due tessuti (endoderma ed ectoderma), con due risentiti (conflitti) che possono manifestarsi in due tumori differenti...

FEGATO ENDODERMICO
La prima area, il Tronco encefalico governa la parte di fegato (epatociti) che deriva dal tessuto più arcaico, l’endoderma. Le sue funzioni sono: ACCUMULARE glucosio (zucchero) sotto forma di glicogeno e DEPURARE il sangue che arriva dall’intestino dalle “schifezze” e dalle tossine scaricandole con la bile.
Ora le vediamo entrambe seppur molto superficialmente:

1) ACCUMULATORE
Un “epatopatico comportamentale” si presenta come un ACCUMULATORE, una persona che non butta via nulla, che vive sempre nella sensazione che gli manchi qualcosa di vitale (soldi, beni materiali, ecc.).
In questo tessuto il tumore (adenocarcinoma) è a forma di una o più palline rotondeggianti e piene di glicogeno e bile (casualmente le funzioni governate dal tronco).
Il conflitto è:

"MANCANZA DEL BOCCONE VITALE"

Mentre una volta l'uomo faceva il conflitto di mancanza del boccone vitale quando realmente non aveva da mangiare, oggi purtroppo il termine “vitale” è diventato soggettivo e dipende dalle credenze e dai condizionamenti (famiglia, religioni, società) che abbiamo vissuto.
Il “vitale” è ogni qualvolta nella vita, cioè nel cervello, formiamo una rete neurale specifica collegata con un bisogno. I veri bisogni dell'essere umano sono: ARIA-ACQUA-CIBO-SONNO-SESSO (questo ultimo da intedersi non solo come fisicità, ma anche come relazioni). Tutto il resto NON E' VITALE.

Oggi purtroppo l'uomo moderno considera “boccone vitale” non solo il cibo, ma anche tutto quello che viene vissuto come tale! Qui arrivano i problemi, perché se siamo cresciuti in una famiglia dove i soldi erano visti come basilari, dove il percepito del denaro era vitale, se da adulti vivremo un qualsiasi conflitto di mancanza, o una perdita economica (fallimento), il Tronco si attiverà arrivando a generare un adenocarcinoma al fegato. Stessa identica cosa se la mancanza interessa l'auto, il rapporto di coppia, la famiglia, ecc.
Un esempio per tutti potrà chiarire il meccanismo. Se perdiamo improvvisamente il lavoro perché ci licenziano o perché fallisce la fabbrica (cose che accadono in Italia molto spesso), il cervello per superare il conflitto aumenta la funzione epatica creando accumuli di grasso (fegato steatosico) e glicogeno (zucchero). Statisticamente sarebbe molto interessante osservare i dati epidemiologici del cancro (o altre patologie) al fegato nelle persone lasciate a casa dal lavoro, rispetto alla media nazionale.

In soluzione, il tumore viene caseificato grazie all'intervento di funghi e micobatteri, oppure finisce incistato con formazione di cisti.
Una cosa importante da tenere in seria considerazione in questa fase risolutiva, è che si può formare ascite, un liquido sieroso che gonfia l'addome. Questo siero è ricchissimo di proteine per cui ogni volta che viene incoscientemente aspirato dal medico che ignora queste Leggi, il cervello lo riforma continuamente. Più liquido aspirato e maggiori saranno le proteine scippate da muscoli e organi andando di fatto a debilitare e dimagrire l'organismo in generale.
Ovviamente è tutta colpa del cancro se la persona viene consumata fino alla morte...

2) DEPURATORE
La seconda importante funzione del fegato è la disintossicazione e depurazione costante del sangue.
Ogni 4 minuti circa il sangue fa un giro completo del corpo, passando attraverso il fegato.
Tale ghiandola deve “supportare” e “sopportare” tutte le schifezze che gli arrivano costantemente dal sangue che esce dagli intestini.
Per cui se viviamo situazioni in cui ci sentiamo INCAPACI DI SOPPORTARE gli eventi, il fegato si attiva...

"INCAPACITA' DI SOPPORTARE
QUELLO CHE SI STA VIVENDO"

FEGATO ECTODERMICO
Il secondo tessuto ectodermico è collegato alla Corteccia Grigia che governa le Vie Biliari, le quali risentono e si aprono quando si è “incazzati”, rabbiosi, pieni d’ira e sempre nella sensazione di essere incastrati in una situazione spiacevole. Può essere una costrizione lavorativa, relazionale, un'identità non riconosciuta, ecc.
In questo tessuto il tumore (carcinoma) mostra molte lesione più fusiformi (dotti) con cellule prive di glicogeno e bile.

CIRROSI ED EPATITE
Anche le classiche manifestazioni patologiche del fegato dipendono dal tessuto interessato.
La cirrosi per esempio è legata all'endoderma (quindi “boccone vitale”) e deriva da continue recidive di un conflitto appunto di “mancanza”.
L'epatite, sempre più diffusa nella società moderna, è legata al tessuto ectodermico, e rappresenta la fase di risoluzione di un forte conflitto di Rabbia/Rancore delle Vie Biliari.

FEGATO: L'ORGANO DI DIO
Il termine “fegato” deriva dal latino “ficus”, cioè fico, l’unico frutto che secondo i vangeli viene dato da mangiare al Cristo. Quindi un frutto divino? Sembra proprio di sì perché con le foglie di fico Adamo ed Eva nascondevano la loro “dimensione” umana: prima erano esseri spirituali, ma con il fico si “accorgono” di essere terreni...
In ebraico Fegato si dice KaVoD, che significa “peso”, “onore”, “qualcosa di greve”, “rispetto”, etc. In gemiatria ebraica convertendo KaVoD in numeri si ottiene 26, lo stesso numero della parola Jahwè. Il fegato è l’organo che purifica il Sangue (44) dalle sue impurità e ci permette di vivere (44-26=18 questo numero è Vita in ebraico).
Quindi forse il fegato è l’organo che ci permette di elevarci a Dio? Di trovare la nostra parte più spirituale, se e solo se però ci liberiamo dalla zavorra materialistica, cioè dalla sensazione che ci “manchi qualcosa”?
Dall’altro il fegato ectodermico “parla” anche del bisogno di “cambiare noi stessi” e non gli altri.
La Rabbia ed il Rancore si generano infatti dall’ira che proviamo quando vogliamo che qualcuno o qualcosa cambi, all'esterno di noi. Quindi invece di cambiare noi stessi per primi, cerchiamo di far cambiare gli altri (cosa impossibile), e questa impotenza e frustrazione generano appunto rabbia e rancore...

CONCLUSIONE
Una patologia al fegato endodermico, qualsiasi essa sia (cirrosi, cancro, ecc.) sta portando alla luce una “mancanza vitale”!
Quindi la domanda da porsi è: “COSA CI MANCA?”, “DOVE CI SENTIAMO MANCARE?”
Un qualsiasi conflitto che interessa il fegato ci mostra che una parte di noi è saldamente ancorata ad una materialità, a certi tipi di bisogni (spesso non realmente vitali) che impediscono l'evoluzione, impediscono di diventare divini. Ecco perché il fegato viene detto l'organo di Dio...
E' utile sapere per una maggiore comprensione del senso biologico che molte persone hanno trovato giovamento da patologie epatiche recitando il Salmo 23:

IL SIGNORE E' IL MIO PASTORE:
NON MANCO DI NULLA!

Discorso religioso a parte, recitando queste due righe centinaia di volte al giorno, potrebbe accadere qualcosa di veramente miracoloso, che non ha nulla di mistico: il cervello infatti si potrebbe alla fine convincere che NON manca nulla di vitale...
Uscendo dall'aspetto biblico una persona potrebbe sostituire la frase da ripetere ogni giorno con la più neutra:

LA MIA VITA E' PIENA.
HO TUTTO QUELLO CHE MI SERVE
NON MI MANCA NULLA!

Ringrazio per la collaborazione, le informazioni scientifiche sulle connessioni mente-corpo il dottor Matteo Penzo e la “Scuola del Sintomo” (www.daleth.it)


Marcello Pamio

Viviamo in una società finta e illusoria dove quello che crediamo essere modernità ed evoluzione ci sta portando lentamente alla tomba. Mai come oggi infatti le persone soffrono dei più svariati disturbi, da quelli mentali a quelli fisici. Per quale motivo siamo sempre più malati e carichi di disagi?
Forse perché il nostro ambiente è tossico? Mangiamo, beviamo e respiriamo sostanze chimiche, per non parlare della tossicità emotiva che iniziamo a conoscere ancor prima di uscire dal grembo materno…
Queste condizioni forse creano una sorta di vulnerabilità fisico/spirituale che predispone e favorisce da una parte l’avvelenamento organico e dall’altra gli shock emozionali?

Nel nostro opulento Occidente il cibo non manca, come pure il lavoro; l’informazione è sempre più pervasiva, abbiamo a disposizione centinaia di farmaci ed esami (diagnostici) eppure la gente si ammala molto più prima. Come mai?
Forse perché la regina che governa il nostro mondo si chiama PAURA?
Oggi questa emozione (di per sé funzionale) ha mille e più sfaccettature: paura di non farcela, di essere esclusi, di non essere riconosciuti; paura del diverso, dei virus, delle malattie infettive, della crisi economica, di perdere il lavoro. Per non parlare della paura arcaica del futuro e quindi di invecchiare.
Le persone non solo hanno paura della morte, ma anche della Vita: quanti infatti per qualche timore e/o condizionamento non vivono la propria esistenza?

Paura & media
La paura ha da sempre accompagnato l’uomo, ma in passato era legata a fattori e contesti ben specifici e soprattutto locali: paura delle epidemie o di non riuscire a procurare il cibo per sé e per la propria famiglia, ecc.
Si può affermare che la paura è funzionale per ricondurci alla realtà!
L’uomo si preoccupava per cose reali e concrete e non sapeva nulla di quello che succedeva in giro per il mondo. Oggi grazie ai media (giornali, tivù e radio) sappiamo all’istante tutto quello che di brutto accade in ogni parte del globo...

Avviene una strage di bambini in una scuola americana? Non solo lo veniamo a sapere dopo qualche secondo, ma addirittura possiamo anche vedere immagini e video strazianti.
Il crollo delle Torri Gemelle a New York, nelle quali perdettero la vita circa 3000 persone è stato visto in diretta tv da oltre 2 miliardi di persone.
Mentre una volta non si conosceva ciò che accadeva lontano, ora queste informazioni costanti creano e veicolano terrore o sgomento, esattamente come se fossero locali. Per non parlare dei vari allarmismi (economici, ecologici e sanitari), e delle violenze che ci toccano in ogni istante della nostra esistenza.

Risultato? Paura e angoscia per il presente e per il futuro (che non esiste), che condizionano l’esistenza di centinaia di milioni di persone, per non dire miliardi.
Il Sistema mediatico ha creato una nuova forma di paura molto subdola perché astratta ma non meno deleteria. Anzi, si tratta di una paura molto difficile da combattere proprio perché intangibile.
La paura immaginaria veicolata dai media e attraverso dispositivi digitali in ogni dove riguarda situazioni sulle quali noi non abbiamo presa e su cui non possiamo intervenire.
Su eventi che riguardano luoghi lontani o che sono troppo grandi per noi (cambiamenti climatici, crisi economiche, ecc.) cosa realmente possiamo fare? Nulla.
Questo ci impedisce di agire perché siamo assaliti dal «senso di impotenza», che blocca e paralizza!
E la paura è a sua volta alimentata da questa sensazione d’impotenza!

Paura, credenze e ignoranza
La paura viene attivata dalle nostre Credenze, cioè da quegli occhiali (che ci hanno "regalato" i genitori, le religioni, la società, ecc.) con cui interpretiamo gli accadimenti della nostra vita. Detto in altri termini sono il nostro sistema di «adattamento»!
Tradizionalmente le paure nascono dall’ignoranza cioè dalla non conoscenza: temiamo le situazioni che sfuggono alla nostra comprensione.

La paura globale che sfugge al controllo della ragione sembra agire maggiormente su coloro che si collocano in una posizione di passività nei confronti della realtà.
Per esempio, le persone che vivono una diagnosi di cancro o di una qualsiasi altra malattia cosiddetta «degenerativa» come una sfortuna o una maledizione piovuta dal cielo, e con uno stato d’animo di passività, hanno una prognosi peggiore rispetto a chi invece ne cerca «il senso biologico» e reagisce con un cambiamento!
La regola aurea è abbastanza semplice (anche se è difficile da realizzare proprio per i blocchi dovuti alla paura): chi agisce e interviene ha sempre meno timore e paura di chi subisce passivamente.
Non è un fatto scontato, anche perché ora vedremo cosa la paura produce fisiologicamente nel corpo umano...

Fisiologia della paura
Quando l’uomo e/o l’animale vive una situazione di paura, un evento drammatico e shoccante (incidente, perdita di un caro, animale feroce, ecc.) il suo organismo mette in atto istantaneamente dei processi chimico-fisiologici per far fronte al problema.
La priorità è salvare la pelle e per fare questo la natura ha contemplato delle strade ben precise: attacca e aggredisci oppure fuggi molto veloce o, l’ultima spiaggia fingere di essere morto.
A parte l’ultimo caso, cioè l’imitazione del cadavere, per gli altri che sono centrati sul movimento, servono sostanze chimiche e mediatori importanti.
Una cascata di ormoni e neurotrasmettitori si mettono così in moto per attivare o disattivare organi e apparati. Il grande decisore è il cervello.

Una delle prime cose che avvengono è l’attivazione dei tubuli collettori renali con lo scopo fondamentale di trattenere l’acqua e alcune proteine (come la creatinina).
In condizione normale i reni producono circa 180 litri di urina primaria al giorno, e prima di arrivare al condotto di uscita dal rene, detto uretere, passano attraverso i tubuli dei collettori i quali hanno il compito di assorbire circa il 99% delle urine primarie riducendole a circa 1,2-1,5 litri di urine secondarie, che sono quelle che scarichiamo normalmente attraverso la vescica.
In pericolo o in pieno conflitto tratteniamo acqua e uriniamo molto di meno.
Ecco alcune delle sostanze che si producono nel corpo:

- Cortisolo; le ghiandole surrenali liberano nel sangue l’ormone dello stress perché è funzionale per far aumentare la forza dell’organismo. Se si è in pericolo serve molta energia!

- Adrenalina e noradrenalina; l’ipotalamo stimola la produzione di questi due importantissimi ormoni dalla funzione vaso-costrittiva, cioè tolgono il sangue da organi che non servono (apparato digerente, uro-genitale, ecc.) per direzionarlo dove invece è vitale: sui muscoli (gambe, braccia o zampe), il tutto allo scopo di scappare o attaccare. Normalmente si chiudono anche gli sfinteri perché in pericolo di vita o durante un combattimento non si può perdere tempo a defecare (decodifica biologica della stipsi).

- Glucosio; aumenta grazie al lavoro del fegato la produzione endogena di zucchero, anche perché se si è in pericolo o in lotta è necessario avere in circolo enormi quantitativi di zucchero (decodifica biologica del diabete…).
In totale assenza di glucosio nel sangue, come durante un digiuno, lo zucchero non manca: come mai? Perché il cervello può ordinare in qualsiasi momento al pancreas (cellule alfa) e al fegato di produrre tutto lo zucchero necessario! Quindi se siamo in costante conflitto avremo sempre iperglicemie, anche se si sta attenti al cibo.

- ADH; è un ormone antidiuretico liberato dalla neuroipofisi, una ghiandola posta al centro del cervello. Questa ghiandola (che è in verità un prolungamento dell’ipotalamo) produce anche ossitocina, chiamata ormone dell’amore, che viene rilasciato nel sangue quando si è felici e quando si prova piacere.
La cosa fondamentale da comprendere è che la neuroipofisi può liberare sono UNO dei due composti: Ossitocina o ADH, mai contemporaneamente!
Il messaggio fisiologico è chiarissimo: o si vive nell’amore e nel piacere (Ossitocina) o si vive nella Paura (ADH).
Se costringiamo l’organismo a produrre ogni giorno ADH significa che stiamo vivendo nell’angoscia, e questo ci impedisce di essere felici e provare piacere.
L’ADH è chiamato anche vasopressina perché blocca l’urina e fa trattenere dall’organismo, come detto prima, il liquido più importante che esista: l’acqua!

Tutto in natura è programmato e sincrono: un evento importante costringe l’intero sistema «cerebro-organico-ormonale» a predisporsi nel miglior modo possibile per superare l’empasse.
Nel mondo animale esistono, come visto, «fuga» o «attacco», perché in natura le paure sono concrete e reali, ma nel mondo degli umani le cose sono un po’ diverse…
La «fuga» e l’«attacco» sono sempre integrate nel «cambiamento»: sia aggredire che scappare necessitano di un «movimento». Va ricordato però che lotta e fuga salvano la pelle solo se mantenute entro dei “tempi biologici”, perché è anche vero che se si lotta o si fugge per molto tempo, il rischio di ammalarsi diventa elevato.

Ma mentre gli animali attaccano o scappano, la «paura virtuale» creata e veicolata dal Sistema ha fatto nascere nel cervello umano una nuova strada, o meglio un vicolo cieco che termina nella «tristezza» e «passività»!
Una persona triste è nella totale passività e quindi è ferma e bloccata.
Sentirsi impotenti e disarmati di fronte ad un evento (vero o irreale che sia, diagnosi, ecc.) è come indossare un paio di occhiali neri che non permettono di cogliere la bellezza, il frizzicorio e l’eccitazione insite nel cambiamento.
Nel buio e nella solitudine la paura lievita ancor di più, e gli eventi gestiranno e muoveranno la persona, e non viceversa: né più né meno come una bandierina al vento.
Il nostro cervello non solo ci avvisa del problema (e l’organo/apparato interessato ha una valenza simbolica millimetrica), ma contemporaneamente lavora per superarlo.
Noi cosa facciamo? Interveniamo con farmaci, terapie, interventi vari, facendo danni o bloccando tale magistrale processo biologico e sensato...

Conclusione
Se è vero, come è vero, che la paura è un veleno che può uccidere: qual è il suo antidoto?
L’unico vaccino naturale contro la paura si chiama «conoscenza»!
Se la paura è come la nebbia fitta che impedisce di vedere il cammino lasciandoci in balia degli eventi, la «conoscenza» è il sole che illumina e scalda l’aria portando chiarezza.
La conoscenza infatti può trasformare angoscia e paura (che bloccano le coscienze) in curiosità attiva e dinamica. Solo se conosciamo e comprendiamo il «senso biologico della malattia» possiamo spegnere la paura da una parte, e dall’altra sbloccare quel freno a mano tirato che ci tiene fermi.
Se viviamo con paura la diagnosi o la prognosi (più o meno infauste), stiamo letteralmente dipingendo di nero il nostro futuro! Detto in altri termini: iniziamo a scolpire il nostro nome sul freddo marmo della lapide...

La parola chiave del cervello è «cambiamento», dal greco «kàmbein», «kàmptein» che significa «curvare», «piegare» o «girare intorno». Da «kampè»: «curvatura», «tortuosità».
Quindi solo se fisicamente ci muoviamo “intorno” al problema, cioè agiamo in un senso o nell’altro, possiamo aiutare il cervello a risolverlo. Basta fare qualcosa!
Le altre cose che aiutano a superare la paura è l’accettazione di quello che sta accadendo e soprattutto l’assenza di controllo. Fintantoché non ci fideremo della sapienza magistrale della Natura e di quei programmi sviluppatisi in milioni di anni di evoluzione, continueremo a vedere persone che si ammalano e muoiono…