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La popolazione mondiale è stata ingannata a credere che la parola "semita" si riferisca esclusivamente al popolo ebraico.
In realtà niente è più lontano dalla Verità! Le parole "semita" e "antisemitismo" non appaiono neppure nell’edizione del 1828 dell'America Dictionary of the English Language.
Furono coniate solo verso la fine del secolo scorso.

Ma allora chi sono i semiti? I semiti secondo l'autorevole Oxford University Dictionary del 1944, sono il popolo appartenente alla razza umana che comprende la maggior parte dei popoli citati in Genesi 10 che discendevano la Shem, figlio di Noè, come gli Arabi, gli Ebrei e gli Aramei, e che parlavano una lingua semitica come madrelingua.

Quindi gli ebrei nella società moderna non hanno niente a che fare con gli ebrei dei tempi antichi!

E' un fatto storico che circa il 95% degli ebrei moderni non sono di razza semitica: sono di razza turca, i cosiddetti Cazari (o Kazari).

"I Cazari non vennero dalla Giordania, ma dal Volga, non da Canaan, ma dal Caucaso. Geneticamente sono parenti più degli Unni, degli Ungari e dei Magiari, che del seme di Abramo, di Isacco e di Giacobbe.
La storia dell'impero Cazaro man mano che sorge dal passato, comincia ad assomigliare alla più crudele beffa che la storia abbia mai interpretato"
(Arthur Kostler, "La tredicesima tribù").

Gli ebrei dei nostri tempi sono divisi in due gruppi principali: Sefarditi e Aschenaziti (o Ashkenaziti).
I sefarditi sono i discendenti degli ebrei dei tempi antichi e negli Sessanta il loro numero era stimato in 500.000.
Gli aschenaziti o ebrei kazari nello stesso periodo erano circa 11 milioni.

L'enciclopedia ebraica ci racconta dei Cazari. "Un popolo di origine turca la cui vita e storia sono collegate strettamente con l'inizio della storia degli ebrei in Russia…spinti dalle tribù dei nomadi delle steppe e dal loro stesso desiderio di vendetta e di preda. Nella seconda metà del VI° secolo i cazari si spostarono verso occidente….il regno dei cazari era saldamente istituito nella maggior parte della Russia meridionale molto tempo prima della fondazione della monarchia Russa. A quel tempo il regno dei cazari era all'apice del suo potere e costantemente in guerra.
Alla fine dell'VIII° secolo il Cagan, il re dei cazari, e altri personaggi importanti, insieme con molto del suo popolo pagano, adottarono la religione ebraica. Avendo i cristiani alla loro sinistra, e i musulmani alla loro destra, fu loro chiesto di aderire a una delle due religioni.
Intorno al IX° secolo sembra che tutti i cazari fossero ebrei e che si fossero convertiti al giudaismo solo poco tempo prima!"

Perciò, impariamo da fonti rigorosamente ebraiche che la maggior parte degli ebrei moderni non possono rivendicare di essere discendenti degli ebrei originali, e possibili eredi della Palestina.
A causa di questo fatto storico, il termine "antisemitismo" non si riferisce agli Ebrei moderni!
Tale termine è usato come parola offensiva. Quando i cosiddetti ebrei sentono che qualcuno si oppone ai loro obiettivi, discreditano le loro vittime usando la parola "antisemita" o "antisemitico", attraverso i canali mediatici che hanno a disposizione e controllano. E li controllano tutti!
Una delle più potenti famiglie cazare del mondo è quella dei Rothschild, il cui nome significa "Scudo Rosso", non a caso simbolo dei Cazari!
Poiché gli ebrei moderni non sono di origine ebraica, non hanno mai avuto e né avranno mai il diritto di rivendicare la terra della Palestina.
Lo Stato di Israele quindi è assolutamente illegale.
Nessuno può negare che oggi la popolazione più antisemita è probabilmente quella degli ebrei moderni. Perché vi chiederete? Semplice: odiano e combattono gli arabi perché loro sono realmente d'origine semita!

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Marcello Pamio - 9 aprile 2023
Non tutti sanno che dagli ebrei vengono costituiti i presupposti materiali delle spedizioni di Colombo, casualmente lo stesso anno in cui gli ebrei vennero espulsi dalla Spagna…
E' stato infatti il denaro ebraico a rendere possibile i suoi due primi viaggi. Il primo grazie alla sovvenzione fornitagli dal consigliere reale Luis de Santangel, il vero protettore della spedizione di Colombo. La seconda spedizione viene ancora realizzata con denaro ebraico, questa volta fornitogli non più a titolo di dono volontario: si tratta del denaro lasciato dagli ebrei espulsi, che Ferdinando D'Aragona ha fatto conquistare a beneficio del Tesoro.
Non solo, ma molti ebrei si sono imbarcati sulla nave di Colombo, e il primo europeo che toccò il suolo americano è stato un ebreo: Luis de Torres. Ma la cosa ancor più interessante è che Colombo stesso è stato di recente rivendicato dagli ebrei come uno di loro!
Durante una seduta della società di geografia di Madrid, lo scienziato Don Celso Garcia de la Riega ha riferito delle proprie ricerche colombiane da cui risulterebbe che Cristòbal Colòn (e non Colombo) era spagnolo di origine ebraica da parte di madre!
Non appena le porte del Nuovo Mondo si sono dischiuse agli europei, gli ebrei vi si precipitarono in massa e presero parte molto attiva alla fondazione di tutte le colonie.
Nella prima metà del XVII Secolo tutte le grandi piantagioni di zucchero erano nelle mani degli ebrei, i quali occupavano anche posizioni di predominio nel Tabacco Trust e nelle Telecomunicazioni. Si ritrovano anche alla testa di potentissime banche attraverso cui esercitare un controllo indiretto su gran parte della vita economica. Infine ricordo che una considerevole parte del capitale azionario della Compagnia Olandese delle Indie Orientali era in mano giudea!
Sostituite ora il termine ebreo con il più corretto ashkenazita, e il quadro prende forma.

Tratto dal libro "Gli ebrei e la vita economica" di Werner Sombart, Lipsia

Marcello Pamio - 31 marzo 2023
La Regione Friuli Venezia Giulia finanzierà tramite sovvenzioni (ben 20.000 euro dei soldi dei friulani) tutti i progetti che prevedano la produzione di prodotti kosher. E' la prima Regione in Italia a "istituzionalizzare" questa certificazione.
Massimiliano Fedriga sa molto bene che leccare il didietro ai nasoni porta sempre molti benefici e non solo alimentari…
La cucina Kosher (detta anche Kasher che letteralmente significa "adatta") rispetta i dettami della religione ebraica sull’alimentazione, regole stabilite dalla Torah, interpretate nel Talmud e codificate nel Shulkan Aruk un testo ordinativo e ritualistico religioso. Della serie: divieto di mescolare carne e latticini nello stesso pasto; gli animali permessi sono i ruminanti con lo zoccolo fesso cioè spaccato in due parti (mucca, vitello, pecora, capra ecc), mentre gli animali impuri sono gli altri (coniglio, maiale, cavallo, ecc.). Divieto anche di consumare il sangue (se non quello di un goym) che contiene la vitalità dell’animale…
La certificazione kosher viene rilasciata SOLO da un ente rabbinico specializzato incaricato di verificare e supervisionare tutta la filiera. Ovviamente la certificazione costa perché il rabbino deve venire di persona a mettere il naso nei processi produttivi e fare qualche rito religioso purificatorio.
Come sempre i nasoni non si smentiscono mai e riescono a spillare soldi ovunque…
Shalom

Disinformazione.it (https://t.me/marcellopamio)

Marcello Pamio - 25 aprile 2022
I recenti accadimenti tra Russia e Ucraina hanno evidenziato un fatto: il nazismo non solo non è mai morto, ma viene tuttora alimentato dall’élite dominante. Addirittura oggi l'Ucraina è diventata la patria dei neonazisti!
Per meglio comprenderne i risvolti più oscuri, ecco i nomi di coloro che hanno permesso ad Adolf Hitler di prendere il potere in Germania e di innescare la Seconda guerra mondiale. Si tratta di una storia vergognosa, occultata ovviamente dai libri, che spiega come sia possibile creare una dittatura dal nulla, come sia possibile far ascendere una marionetta che conduca dritto alla guerra...

La democrazia occidentale nelle sue attuali caratteristiche, è una forma diluita di nazismo o fascismo. Al più è un paravento per mascherare le tendenze naziste e fasciste dell'imperialismo. Perché oggi vi è la guerra, se non per la brama della spartizione delle spoglie del mondo?” Mohandas Gandhi

Aveva perfettamente ragione la Grande Anima di Gandhi: oggi è dimostrato che l’ascesa al potere di Adolf Hitler e la preparazione alla guerra furono organizzate e finanziate dai banchieri ashkenaziti angloamericani.
D’altronde com’è possibile che una Germania devastata dal debito della Prima guerra mondiale, in meno di venti anni possa diventare una delle più ricche e forti potenze europee? Come può un imbianchino (pittore edile) totalmente sconosciuto salire al potere e in soli sette anni sfidare il mondo intero?

Senza aiuti economici della grande finanza ashkenazita e delle grandi industrie tutto quello che sappiamo essere successo, non si sarebbe mai realizzato!

La missione di Hitler
La missione di Hitler iniziò nel 1919 quando venne incaricato dall’esercito di controllare e spiare l’operato dei comunisti. Venne assunto infatti con l’incarico di controllare le attività dei gruppi politici radicali, con particolare attenzione a quelli di sinistra.

Adolf Hitler era l’uomo giusto per imporre alla Germania il potere dell’élite ricca, che avrebbe dominato occultamente.

Così dichiarò Dietrich Eckart: “Abbiamo bisogno di un camerata che ci sia Capo... un camerata che sappia sopportare il crepitio della mitragliatrice. La plebaglia ha bisogno di sentire la paura, tanto da farsela sotto. Non possiamo servirci di un ufficiale, perché il popolo non rispetta più gli ufficiali. La migliore soluzione sarebbe un operaio che sappia parlare... A costui non occorrerebbe molto cervello... E dovrebbe essere scapolo, così potremmo avere dalla nostra le donne”.[6]

Secondo lo storico Emil Ludwig Fackenheim, Hitler era semplicemente un attore: “Non credo che conoscesse la differenza fra recitare e credere... prima dei comizi, Hitler si atteggiava di fronte allo specchio. Era un uomo che veniva considerato un signor nessuno quando nella vita privata si trovava in compagnia di persone qualsiasi, soprattutto donne. Diventava un dio davanti alle masse. L’Hitler pubblico, era una creazione a cui collaboravano insieme l’attore e l’uditorio...”.[7]
Anche l’antisemitismo era per Hitler un modo per attrarre consensi, e lo faceva nonostante la sua stessa madre fosse di origine ebraica...

Chi finanziò l’ascesa di Hitler?
La ricca élite inglese e americana aveva aiutato Hitler a salire al potere e ad armarsi. I piani economici e finanziari della Germania nazista non erano sotto la supervisione di Hitler, bensì quest'ultimo riceveva ordini dai proprietari delle banche e delle grandi imprese presenti in Germania.
Sembra impossibile ma il crollo della borsa di Wall Street del 1929 contribuì alla sua ascesa...

Crollo della borsa a Wall Street nell'ottobre 1929

Dopo la Prima guerra mondiale i banchieri alimentarono una grande fiducia nel mercato e indussero molti alla speculazione. Poi improvvisamente ritirarono i crediti, generando insicurezza e panico.
Gli investitori furono trascinati nell’impeto delle svendite disperate e le azioni crollarono.

Emile Moreau, governatore della banca di Francia, scriveva nel suo diario l’8 febbraio del 1928:

“Le banche avevano ritirato improvvisamente dal mercato diciottomila milioni di dollari, cancellando le aperture di credito e chiedendone la restituzione”.[11]

Nel giugno del 1929, a causa di queste politiche bancarie, l’economia si bloccò e il 29 ottobre avvenne il crollo totale.
Povertà e disoccupazione, consumi e produzioni si fermarono per cui molte industrie e banche fallirono, ma i milioni di dollari “bruciati” non erano spariti: stavano nelle casse delle grandi banche che avevano creato la crisi. Queste avrebbero rilevato le imprese e le banche fallite!
In Germania la crisi fu talmente grave da accrescere oltremodo le adesioni al nazismo.

Le corporation che aiutarono il nazismo
Anche dopo l’entrata in guerra degli Usa, la Ford Motors continuò a produrre materiale bellico, che sarebbe stato utilizzato contro gli stessi cittadini americani. Quando i soldati americani sbarcarono in Normadia rimasero di stucco nel vedere i tedeschi con mezzi statunitensi.
E casualmente gli americani non bombardarono mai le fabbriche americane in Germania.
Anche l’IBM offrì a Hitler assistenza tecnica per i lavori forzati e per i programmi di sterminio. Grazie alle tabulatrici di Hollerith (antesignani dei calcolatori) furono schedati tutti gli ebrei.

Tabulatrici di Herman Hollerith

La famiglia Bush accrebbe notevolmente la propria ricchezza grazie al nazismo e soprattutto ai suoi lager. Prescott Bush, il nonno di George Bush junior, installò una fabbrica a Oswiecim, proprio vicino ai campi di Auschwitz, dove lavorarono i prigionieri ridotti in schiavitù.
Come se non bastasse Prescott aveva creato una rete di riciclaggio del denaro sporco con l’appoggio del finanziere Fritz Thyssen, proprietario di banche in Olanda, in Germania e negli Usa.

Prescott Bush stringe la mano ad Adolf Hitler

Il magnate delle ferrovie Averell W. Harriman e i banchieri tedeschi Thyssen fondarono nel 1924 una banca germano-statunitense: la UBC, Union Banking Corporation.
La presidenza venne assunta da George Herbert Walker, suocero di Prescott Bush. Questa banca riceveva i soldi ricavati dalle attività a sostegno del potere nazista e li rinviava alla Brown Brothers Harriman.

Brown Brothers Harriman

Il banchiere Thyssen nel 1931 era diventato uno degli uomini più potenti del nazismo e oggi il gruppo che porta il suo nome è il maggiore conglomerato industriale tedesco.
Molte altre società e banche americane finanziarono Hitler: la Chase Bank dei Rockefeller e la Deutsche Bank (controllata sempre dai Rockefeller) il cui direttore Hermann Joseph Abs era un fervente sostenitore del nazismo.
Alfred Kurzmeyer
(il Banchiere dell'Olocausto) aveva permesso alla Deutsche Bank di incassare denaro e oro appartenuti alle vittime del nazismo morte nei campi di sterminio (almeno 300 chili di oro). La banca aveva finanziato pure la costruzione del campo di concentramento di Auschwitz.

Non solo l’apparato militare venne sostenuto dall'élite americana, ma anche il progetto di sterminio. Non a caso durante il periodo nazista le grandi famiglie di banchieri Rockefeller, Warburg e Harriman sostennero finanziariamente tutte le ricerche eugenetiche.

James Forrestal, un miliardario di Wall Street, ebbe stretti rapporti con la Germania di Hitler: fu dal 1938 presidente della banca di investimenti Dillon and Read che aveva finanziato generosamente l’ascesa al potere del dittatore.
A partire dal 1920 i grandi e potenti gruppi economici come la Banca J.P. Morgan & Co. aiutarono l’economia e la politica tedeschi.

Nel 1919, la Commissione Overman del Senato statunitense rivelò che la Germania stava ricevendo prestiti dai Rothschild e dalla Chase National Bank di Morgan.
Nel 1923 la finanza anglo-americana impose a tal proposito Hjalmar Schacht alla presidenza della Reichbank. L’economia tedesca venne resa dipendente dalla City di Londra e da Wall Street.

Adolf Hitler e Hjalmar Schacht

Fu Schacht, il finanziere tedesco legato ai Morgan a creare la BIS, Bank of international settlement con sede a Basilea in Svizzera, proprio per supportare i finanziamenti al sistema nazista!
Indebitare la Germania ridotta al collasso era il modo migliore per controllarla e per insediare il governo più favorevole agli interessi dell'élite.
I cartelli industriali, che si imponevano nell’economia tedesca (Vereinigte Stahlwerke, I.G. Farben, General Electric, Standard Oil, ITT International Telephone and Telegraph ecc.), avevano nel loro consiglio di amministrazione finanzieri americani.
Alla vigilia della Seconda guerra mondiale il 95% della produzione di esplosivi proveniva dalla I.G. Farben e dalla Vereinigte Stahlwerke. Il 14 giugno 1940 la Standard Oil e la I.G. Farben istituirono il campo di concentramento di Auschwitz col preciso intento di avere manodopera.
La società I.G. Farben, controllata dai Rothschild, avrebbe reso possibile la guerra, perché senza le sue immense possibilità economiche, le sue notevoli ricerche e gli estesi legami internazionali la prosecuzione della guerra da parte della Germania sarebbe stata impensabile ed impossibile.

Senza il sostegno dei Rothschild, dei Morgan, dei Warburg e dei Rockefeller non ci sarebbero stati nessun Hitler e nessuna guerra!

Negli archivi di Norimberga ci sono le prove inoppugnabili che Hitler venne finanziato da Wall Street [33]. Ordini di finanziamento della campagna elettorale del 1933: almeno tre milioni di marchi che le Corporation e le banche americane (I.G. Farben, Ford, Federal Reserve Bank, Standard Oil Company ecc.) versarono attraverso la banca Delbruck Schickler a Rudolf Hess e Hjalmar Schacht (governatore della Banca Centrale).

La Ford Motor Company e la General Motors si occuparono della produzione dei carri armati.

La società americana Bendix Aviation (una controllata della G.M.) fornì la tecnologia necessaria al pilotaggio automatico degli aerei. I DuPont avevano tre alleati in Germania che facilitavano gli affari nell'ambito degli armamenti.
Anche il presidente Roosevelt era in torta e infatti non fece nulla per contrastare le società che stavano rendendo possibile la guerra. Il motivo era che egli stesso aveva interessi economici e finanziari collegati alle società che stavano aiutando Hitler.

Pure gli inglesi parteciparono generosamente al “progetto Hitler”. La Banca d'Inghilterra gestita da Montagu Norman offrì al regime nazista prestiti generosi: 6 milioni di oro cecoslovacco.
Come anche la Shell Oil, controllata dalla Corona inglese, partecipò.
Lo scopo occulto degli inglesi era quello di distruggere la potenza sovietica attraverso una guerra scatenata dalla Germania, mentre gli americani volevano una grande guerra per destabilizzare l’intera Europa e indebolire l’impero britannico...

Nel 1934 la Germania nazista importava l’85% dei raffinati petroliferi. In suo aiuto venne la Standard Oil di New Jersey, di proprietà della famiglia Rockefeller, che possedeva il brevetto della “benzina sintetica” che avrebbe permesso di estrarre il carburante dal carbone.
Il ministero dell'economia del terzo Reich e le industrie I.G. Farben firmarono un accordo per la produzione di 400.000 tonnellate di benzina sintetica all'anno, fino al 1944.
La Storia ovviamente è molto più complessa, ma in sintesi è più che sufficiente per comprendere com’è possibile creare un regime e scatenare una guerra mondiale devastante!

Per maggiori informazioni: “DITTATURE: la storia occulta" D.ssa Antonella Randazzo

Note:

[6] Shirer William Lawrence, op. cit. p. 260.

[7] Cit. Rosenbaum Ron, Il mistero Hitler, Mondadori, Milano 1999, p. 397.

[11] Moreau Emile, Memorie di un governatore della Banca di Francia, Cariplo-Laterza, Roma-Bari 1986. www.centrostudimonetari.org

[33] Sutton Antony C., Wall Street and the Rise of Hitler, Press, Seal Beach ( California ) 1976.

Marcello Pamio – tratto dal libro “L’Ebreo internazionale” di Henry Ford, 1938
Conoscere le notizie prima degli altri, sapere quello che deve accadere, prima che lo sappiano gli altri, è sempre stata una prerogativa degli ashkenaziti, resa più facile dalla stretta coesione dei propri gruppi e comunità. Sono stati gli inventori delle “note informative”.
Per molti secoli gli ashkenaziti sono stati il popolo meglio informato del mondo intero: dalle fonti segrete delle Corti e delle Cancellerie, costituite da ashkenaziti privilegiati che occupavano posizione altolocate, essi erano a conoscenza di tutti gli eventi mondiali. Hanno sempre avuto spie dappertutto.

Un esempio interessante e storico di come hanno saputo sfruttare le ultime notizie a proprio vantaggio è costituito dalla carriera di Nathan Rothschild di Londra.
Mayer Amschel Rothschild è l'ashkenazita a capo dell'impero omonimo, ebbe 5 figli che si sparsero per tutta l'Europa per meglio controllare il continente: Nathan a Londra, Jacob a Parigi, Amschel a Francoforte, Carl a Napoli e Solomon a Vienna.
Questo banchiere aveva basato tutti i suoi piani finanziari sul presupposto che Napoleone, in quel tempo esiliato al’Isola d’Elba, fosse eliminato definitivamente dalla scena politica europea.

Nathan Mayer Rothschild

Invece Napoleone tornò, e durante i 100 giorni del suo ultimo governo, nel 1815, sembrò che tutto l’edificio finanziario innalzato dai Rothschild dovesse crollare definitivamente.
Nathan quindi aiutò con tutti i mezzi la Prussia e l’Inghilterra contro Napoleone, e quando l’esercito francese e quello degli alleati, si trovano di fronte a Waterloo nessuno, come lui, ebbe maggior interesse nella vittoria di questi ultimi.

Battaglia di Waterloo

Nathan aveva sempre avuto paura del sangue; era personalmente un vigliacco e tremava al minimo accenno di violenza; eppure il suo interesse per l’esito della battaglia, dalla quale dipendevano la sua esistenza e la sua fortuna, fu tale da indurlo a correre in Belgio; qui seguì l’esercito inglese e fin dal principio della battaglia si nascose in un punto da dove poteva seguirne le fasi, al riparo dai proiettili di Hougoumont.

Castello di Hougoumont dove avvenne la battaglia

Nel preciso istante in cui Napoleone riunì le sue ultime riserve per un disperato tentativo, Nathan non ebbe più dubbi, ed esclamò, come egli stesso ebbe a raccontare più tardi: «la casa dei Rothschild ha vinto la battaglia».
Abbandonò in fretta il campo, montò a cavallo e si recò a Bruxelles senza dire una parola a nessuno. Di lì passo ad Ostenda, dove imperversava un tale temporale che nessuna nave si azzardava intraprendere la traversata per l’Inghilterra. Ma Rothschild dimenticò la sua paura e la sua avarizia, al pensiero di quanto avrebbe potuto guadagnare alla borsa di Londra e offrì prima 500 franchi, poi 800 arrivano fino a 1000, pur di essere trasportato sull’altra sponda.
Nessuno accettò, fino a quando si presentò un capitano, dicendo di essere disposto a tentare la folle impresa ma solo se Rothschild sborsava 2000 franchi. Così che fece. I due partirono e arrivarono entrambi mezzi morti nella costa inglese; ma Rothschild non si fermò: ordinò cavalli da posta e corse a Londra senza perdere un minuto e senza lesinare quattrini.

In quell’epoca non esistevano né il telegrafo né altri mezzi rapidi di comunicazione.
Tutta l’Inghilterra era costernata per le cattive notizie che circolavano dappertutto.

La mattina del 20 giugno 1815, quando Nathan Rothschild apparve in Borsa al suo posto abituale, nessuno sospettava ciò che egli sapeva. L’ashkenazita appariva pallido e stanco, e il suo triste aspetto fu attribuito alle cattive notizie che doveva aver ricevuto sulla guerra.

Borsa di Londra

Dopodiché lo osservarono mentre vendeva tranquillamente i suoi titoli. Come? Rothschild vendeva? Le quote scesero catastroficamente, un panico enorme s’impossessò degli agenti di borsa e dei finanzieri; sul mercato si rovesciò una pioggia di titoli di Stato, e nel frattempo tutto quello che veniva offerto in vendita, era comprato dagli agenti segreti di Rothschild, pagati per acquisire tutto quello che gli altri svendevano!

Questo accadde nei giorni 20 e 21 giugno 1815, e alla chiusura della borsa di Londra (mercoledì 21 giugno), le casseforti di Rothschild erano ricolme di titoli. Nello stesso pomeriggio arrivò un corriere espresso con la notizia che Arthur Wellesley, meglio noto come Duca di Wellington, aveva sconfitto Napoleone, il quale è fuggito al Sud.
Nathan Rothschild aveva guadagnato qualcosa come 40 milioni per il solo fatto di essere stato il primo a conoscere una notizia di attualità prima degli altri...

Marcello Pamio

Quando uno è disperato e non sa più che pesci pigliare, le minchiate sgorgano dalla bocca come l’acqua da una fonte di montagna…
Le ultime sparate del «diversamente umile» sono memorabili.
Voli pindarici - senza portare nulla di scientifico come sempre - che però precipitano in un vero e proprio negazionismo, che non ha nulla a che vedere con gli ebrei, anche se è riuscito a tirare in ballo il rabbino capo di Roma...
Mi riferisco ovviamente all’immarcescibile Roberto Burioni e al suo ultimo articolo intitolato: «L’ultima scemenza dei no-vax: i vaccini sono contro la religione».
«Gli antivaccinisti non sanno più cosa inventarsi, pur di sostenere le loro teorie indifendibili e così tirano in ballo anche la spiritualità. A rispondergli per le rime ci pensa Riccardo Di Segni, medico e Rabbino Capo della Comunità ebraica di Roma».
Innanzitutto diciamo al genialoide che ha trovato una cattedra come docente SOLO al San Raffaele (il che è tutto dire), che il tema vaccinale non è teorico e indifendibile, ma un argomento serissimo che merita ogni dibattito anche aspro, visto che tali farmaci vengono inoculati in neonati sani e indifesi. Ma d’altronde avere il rispetto per la salute e per la Vita da chi è abituato ad offendere tutto e tutti, è impensabile.

Comitato di Bioetica
Di errori il nostro virolprodigo ne compie a iosa, ma quello di tirare in ballo il rabbino Riccardo Di Segni solo per esacerbare l’annoso problema dei vaccini e i feti abortiti, non ha eguali.
Nell’intervista (da lui stesso citata) del 31 gennaio scorso dal titolo: «Bioetica. Supersoldati, umani e robot: forzare i limiti della natura si può? Fino a dove?» pubblicata dal Bet Magazine Mosaico, il sito ufficiale della Comunità ebraica di Milano, il rabbino NON parla minimamente di vaccini, ma del suo lavoro nel Comitato di Bioetica.
Dal 2006 infatti egli fa parte del «Comitato Nazionale di Bioetica», un organo del governo italiano che fa consulenze. Il CNB ha negli anni affrontato numerosi argomenti, dalle questioni legate all’inizio e fine vita ai problemi connessi a emergenze sociali, come le vaccinazioni, tematiche inerenti la farmacologia ecc.
Per esempio, quando è stato chiesto loro un parere sul rinnovo dell’autorizzazione all’immissione in commercio dei prodotti omeopatici, il CNB stesso ha espresso l’indicazione che il termine “medicinale” fosse sostituito da “preparato” e che le etichette indicassero: «Preparato omeopatico di efficacia non convalidata scientificamente e senza indicazioni terapeutiche approvate».
Il dottor Di Segni ha espresso la sua convinta contrarietà non solo dal punto di vista scientifico, ma affermando che chi assumesse questi preparati trasgredirebbe il divieto della Torah di compiere atti magici. Avete purtroppo letto bene: «i preparati omeopatici infatti si basano su sostanze che, diluite, dovrebbero continuare ad assicurare risultati benefici. Tali sostanze sono però così estremamente diluite da risultare di fatto inesistenti configurando quindi la loro assunzione come ricorso a un atto magico».


Quindi un ebreo che usasse un omeopatico sarebbero eretico, in piena violazione delle sacre scritture!
Cosa direbbero oggi i revisori della Torah se sapessero che la Food and Drug Administration sostiene l’utilizzo del placebo per testare l’efficacia delle terapie farmacologiche?
Il dottor Di Segni sa che il placebo è lo standard di riferimento negli studi di nuovi farmaci, basati sulla prova di efficacia («Evidence-based Medicine»)?
Quindi l’autorizzazione dei farmaci chimici che tutti gli ebrei del mondo usano, è concessa solo in funzione di un atto magico (placebo). Come infatti i rabbini possono spiegare l’effetto placebo?
Ma torniamo al discorso vaccini e religioni, usato indiscriminatamente da Burioni per poi partire con la ridicola filippica sull’omeo-magia.

Feti e linee cellulari
L’anti-somaro per eccellenza, dovrebbe girare le sue offese ai dirigenti e ai ricercatori delle industrie chimiche, perché sono loro stessi che confermano l’esistenza delle linee cellulari derivate da feti abortiti. Sono le lobbies che producono i vaccini che lo scrivono nel veritino (detto anche bugiardino).
Il dottor Stanley Plotkin, chiamato «godfather of vaccines» cioè il «padrino dei vaccini» è la massima autorità mondiale in questo campo ed è stato consulente per molti anni alla Sanofi.
In una dichiarazione giurata il medico ha spiegato che sono 76 i feti abortiti che utilizzati nelle sperimentazioni che hanno dato origine alle cosiddette «linee cellulari» usate per coltivare successivamente i virus vaccinali.
Da questi feti, tutti abortiti al terzo mese o più di gravidanza le industrie hanno prelevato campioni di tessuto, come per esempio ghiandola pituitaria, polmoni, pelle, milza, cuore, ecc.

Terreni di coltura
I terreni di coltura cellulari umani e animali più utilizzati sono: WI-38, MRC-5 e VERO.
WI-38 (Winstar Institute 38) indica cellule fibroblasti di polmone umano espiantate nel 1964 da un feto femmina svedese abortito perché la famiglia riteneva di avere già troppi figli. Questa linea cellulare viene utilizzata per far crescere i virus di morbillo, parotite, rosolia, varicella ed herpes zoster.
MRC-5 (Medical Research Council 5) indica cellule polmonari umane provenienti da un feto maschio di 14 settimane abortito nel 1966 perché la mamma ventisettenne inglese era internata per “motivi psichiatrici”. Questa linea viene usata per epatite A, epatite B, tifo, polio, difterite-tetano-pertosse, vaiolo, rabbia ed herpes zoster, morbillo, parotite, rosolia, varicella.
VERO è l’unica linea non umana ma animale, le cellule infatti derivano dai reni di una scimmia verde africana.
Oltre alle cellule di feti umani, i vaccini presentano moltissime sostanze di origine animale.
Per esempio la gelatina derivata dalla pelle di maiale in alcuni vaccini a virus vivi serve da stabilizzatore per proteggere i virus contro gli effetti della temperatura (troppo freddo o troppo caldo).
L’albumina umana sierica è la proteina del sangue utilizzata come stabilizzatore in uno dei vaccini per la varicella (Varilrix).
I vaccini inoltre possono contenere tracce di proteine d’uovo, e questo perché il virus dell’influenza viene coltivato su uova di galline.
Va ricordato infine che ai microrganismi usati poi per la produzione di vaccini è necessario fornire loro sostanze nutritive alla crescita: derivati da prodotti ovini e bovini (aminoacidi, glicerolo, gelatina, enzimi, siero del sangue, latte, ecc.)

Conclusione
Ringrazio il dottor Burioni di esserci, perché la sua esistenza bipolare è importantissima: da una parte egli è funzionale al Sistema, e dall’altra alimenta la crescita del contro-Sistema. Ogni volta che parla e/o scrive, cresce il numero delle persone che capiscono e discernono la Verità dalle minchiate.
Al capo rabbino di Roma, nonché medico allopata, auguriamo di continuare a occuparsi di bioetica, di «atti magici» come per esempio l’omeopatia, perché così facendo quei 10-13 milioni di blasfemi eretici italiani potranno diventare 15-20 a breve.
Eticamente parlando, farebbe invece una migliore figura se avvertisse gli ebrei della presenza nei vaccini di terreni di coltura cellulari da feti umani abortiti e pezzi di animali come suino, bovino, scimmia e ovino.
I cattolici sono già stati rassicurati dalle parole dei santissimi intermediari tra loro e Dio: non serve infatti darsi pena se si inocula nel corpo del figlio dei virus coltivati su cellule di feti abortiti, perché non sono stati mica loro a costringere ad abortire quelle donne, quindi il male è stato commesso da qualcun altro...
Anche gli ebrei e i musulmani non devono darsi pena se dentro i vaccini vi sono, oltre ai feti abortiti pure i derivati di animali come suini, bovini e pollame, perché i vaccini mica si mangiano, vengono solo iniettati nel sangue dei loro figli...

Tratto dal libro di Bryan Mark Rigg: “I soldati ebrei di Hitler: la storia mai raccontata delle leggi razziali naziste e degli uomini di origine ebraica dell’esercito tedesco

Si tratta di una storia poco conosciuta, ma oltre 150.000 uomini di origine ebraica prestarono servizio militare nella Wehrmacht, cioè nell’esercito nazista in Germania, durante il regime di Hitler. Addirittura molti di questi ebrei furono ufficiali e si macchiarono di crimini contro gli stessi ebrei nei campi di concentramento.
La condizione di persone che combatterono per un regime che non riconobbe i loro diritti umani non è nuova. Per tutto il periodo della guerra civile americana, migliaia di neri liberi e schiavi, così come moltissimi mulatti (metà neri e metà bianchi), combatterono per gli stati confederali d’America. Alcuni di questi afroamericani erano padroni di schiavi disposti a combattere per difendere la loro proprietà. Questi uomini combatterono per preservare un ordine sociale volto a mantenere in schiavitù la maggior parte degli afroamericani del Sud.
Il Giappone arruolò dei soldati coreani nel proprio esercito durante la seconda guerra mondiale.
Alcuni nipponici americani prestarono servizio nelle forze armate americane durante l‘ultimo conflitto mondiale contro il Giappone.

Gli esempi potrebbero continuare, ma nonostante le evidenti similitudini, la storia degli ebrei che prestarono servizio militare nella Germania nazista è alquanto diversa. Innanzitutto gli ebrei, a differenza degli afroamericani avevano goduto per anni degli stessi diritti dei tedeschi.
Nel 1933 la maggior parte di loro non si sentiva ebrea (moltissimi non sapevano nemmeno di esserlo), di conseguenza non si sentivano minacciati dall’antisemitismo. Fu solo con le leggi razziali di Norimberga del 1935 che alcuni di loro cominciarono a sentirsi legati agli ebrei.
Tuttavia rimasero fedeli alla Germania, servendola con obbedienza. Questi ebrei combatterono per un governo che non solo aveva sottratto loro i diritti umani, ma che aveva assassinato molti dei loro parenti. Diventando a loro volta dei criminali…

Definizione di ebreo
Il termine “ebreo” deriva dalla denominazione della tribù di Giuda, che prende il nome di uno dei dodici figli di Israele (Giacobbe). Gli ebrei discendono da tribù nomadi aramaiche che sotto la guida di Abramo attraversarono l’Eufrate nel territorio del Canaan intorno al 1850 a.C.
Essi erano chiamati Ivrim (Ebrei).
In epoche bibliche un bambino “ereditava” la sua ebraicità dal padre, secondo invece la legge rabbinica attuale (Halachà), l’ebreo è una persona nata da madre ebrea o una persona che si converte al guidaismo.
Gli ebrei non sono una razza: non esistono caratteristiche genetiche comuni a tutti gli ebrei e soltanto dagli ebrei.

Ebrei occidentali e orientali
Prima dell’ascesa del nazismo, molti ebrei tedeschi avevano discriminato gli Ostjuden, gli ebrei orientali.
Molti pensavamo che gli Ostjuden, poveri, culturalmente arretrati e sporchi, nuocessero alla reputazione degli Jeckes, ebrei tedeschi, istruiti e colti.
Per gli stessi ebrei tedeschi, questi “ebrei da ghetto” provenienti dall’Est, soprattutto dalla Polonia, seguivano la religione irrazionale e superstiziosa dei mistici ebrei.
La situazione in Austria non era diversa da quella tedesca e infatti molti ebrei mostravano disprezzo nei confronti delle “persone con la barba che indossavano il caffettano”.
L’idea comune tra gli ebrei tedeschi e i Mishlinge (“mezzi ebrei” o “ebrei per un quarto”) era che Hitler basasse le sue invettive antisemite esclusivamente sugli Ostjuden emigrati dalla terra del bolscevismo.
Per esempio il dottor Max Naumann, ebreo e maggiore dell’esercito in congedo, reduce della prima guerra mondiale, scrisse una lettera a Hitler il 20 marzo 1935, affermando che lui e i suoi seguaci avevano combattuto per tenere gli Ostjuden al di fuori della Germania.
Neumann voleva che Hitler cacciasse con la violenza gli Ostjuden.
Molti ebrei vedevano gli Ostjuden come un serio pericolo per la propria condizione sociale e consideravano la loro eventuale permanenza in Germania come causa dell’intensificarsi del sentimento antisemita. Gli stessi ebrei liberali definirono gli Ostjuden “inferiori”.

Le Leggi di Norimberga
Con la parola Mischling, s’intende “meticcio, incrocio, ibrido”.
Il governo di Hitler stabilì ufficialmente nel 1935 che ebreo era da definirsi chiunque fosse “ebreo più che al 50 per cento”, affermando però che un padre ebreo poteva trasmettere l’ebraicità allo stesso modo di una madre ebrea.
Con le Leggi di Norimberga vennero create due nuove categorie razziali: i mezzi ebrei (Mischling ebrei di primo grado) e gli ebrei per un quarto (Mischling ebrei di secondo grado).
Un “mezzo ebreo” aveva due nonni ebrei; un “ebreo per un quarto” ne aveva solo uno.
Mentre chiunque avesse meno del 25 per cento di “sangue” ebreo sarebbe stato considerato tedesco!

Nonostante tali definizioni i nazisti avevano le idee molto confuse riguardo i Mischlinge, poiché questi erano sia tedeschi, sia ebrei.
Frustrato probabilmente da tutta la confusione che tali definizioni portarono, Hermann Goering, capo della Luftwaffe e numero due dopo Hitler, pare abbia affermano: “Sarò io a decidere chi è ebreo” (We Jude ist, bestimme ich).
Per i nazisti gli ebrei che si erano convertiti al cristianesimo rimanevano ebrei, ma la maggior parte dei cristiani che si era convertita al giudaismo era considerata ebrea al 100 per cento.

La presa di coscienza dei Mischlinge
Dopo la promulgazione delle Leggi di Norimberga iniziarono assidue ricerche per stanare gli ebrei.
Quando i Mischlinge furono costretti a prendere atto delle proprie origini ebraiche, alcuni di loro ignorandole completamente, attraversarono una profonda fase di rifiuto.
Quando i nazisti misero di fronte alla realtà del loro passato le famiglie che non sapevano le proprie origini, molti reagirono con incredulità, rabbia e disperazione.
Sebbene gli ebrei e i Mischlinge non fossero considerati tedeschi al 100 per cento dalle leggi naziste, la maggior parte di essi si consideravano ancora di nazionalità tedesca.
Subito alcuni cercarono di cambiare la propria condizione razziale, rinnegando i parenti ebrei. Veniva negata l’esistenza di parenti ebrei per liberare i propri figli dalle leggi. Alcuni ariani non avevano il coraggio di restare accanto al proprio coniuge durante questo periodo. Diversi genitori ariani abbandonarono i propri figli mezzi ebrei e ancor più sorprendentemente alcuni nonni ebrei respinsero i propri nipoti mezzi ebrei.

Non sorprende il fatto che alcuni ebrei ortodossi accolsero con favore le Leggi di Norimberga poiché impedivano i matrimoni misti!
Il risultato fu che i Mischlinge si sentivano presi in mezzo a due fuochi: per i nazisti erano il frutto di peccati sessuali e per gli ebrei praticanti uno dei loro genitori aveva infranto il patto sacro di non sposarsi al di fuori della comunità ebraica (con un goym, subumano, inferiore o animale).
Molti Mischlinge, soprattutto per via dei tempi che correvano, cercarono in tutti i modi di essere considerati ariani e reputati normali dalla società nazista.
Per un periodo, la Wehrmacht offrì a molti Mischlinge e ad alcuni ebrei un modo per dimostrare il loro patriottismo e per evitare la discriminazione, quindi molti accettarono il dovere militare senza riserve. Il conflitto interiore non era da poco: sa una parte si sentivano sicuri nell’esercito, dall’altra però sentivano di tradire la propria famiglia ebrea.

Questo è il motivo per cui dopo la guerra, gli alleati e gli stessi ebrei trovarono molta difficoltà nel comprendere il concetto di Mischling o il fatto che alcuni ebrei tedeschi avessero prestato servizio nella Wehrmacht.
Alcuni Mischlinge ed ebrei che avevano prestato servizio nell’esercito si recarono in Israele dopo il 1945 per combattere nella guerra d’indipendenza di Israele e nei conflitti successivi.

Assimilazione ebraica
L’assimilazione degli ebrei tedeschi alla società tedesca ebbe così grande successo che, secondo alcuni storici, divennero più tedeschi che ebrei fino al 1933. Un rapporto della Gestapo afferma, nel 1935, che gli ebrei della fazione non sionista, specialmente gli ebrei assimilati, erano “più tedeschi dei tedeschi”.
Fra il 1800 e il 1900 circa 70.000 ebrei si convertirono al cristianesimo in Germania e nell’Impero Austro-Ungarico.
Alcuni ebrei si convertirono per ottenere più stima, avere la possibilità di sposare chi volevano, una condizione migliore e migliori posti di lavoro.
Pochi si convertirono perché sedotti dal messaggio cristico. Quasi tutti lo fecero solo per essere assimilati.
La via più breve per un ebreo di entrare a far parte della società dominante tedesca era quella di sposare un non ebreo.
La conseguenza di tutto ciò fu che i bambini nati in Austria e In Germania erano parzialmente ebrei (Mischling).

L’esercito tedesco di Hitler
Nel 1939 gli ebrei rimasti in Germania erano 328.176 rispetto ai 600.000 del 1933.
Dal momento che furono circa 17 milioni i soldati che prestarono servizio nella Wehrmacht, una valutazione prudente del possibile numero di soldati ebrei che combatterono per Hitler raggiunge la folle cifra di 150.000 persone.
Alcuni storici affermarono erroneamente che gli ebrei non potevano diventare ufficiali in Germania. In realtà lo fecero in molti, ma molto spesso dovettero convertirsi prima di diventarlo.
Alcune persone di origine ebraica parteciparono direttamente all’Olocausto come carnefici, principalmente a causa del loro grado e delle loro responsabilità
Il famoso medico di Dachau, dottor Hans Eppinger, un ebreo per un quarto o forse per metà, effettuò degli orribili esperimenti sui pazienti.
Stella Goldschlag, un’ebrea, aiutò la Gestapo a dare la caccia agli ebrei nascosti a Berlino per la loro deportazione. Era una bellissima donna, con gli occhi blu e i capelli biondi. La Gestapo comunicò che avevano intenzione di dichiararla ariana! Soprannominata il “veleno biondo”, fu responsabile della morte di decine, se non centinaia di persone.
Alcuni ebrei dirigevano addirittura dei campi di concentramento.
L’Obersturmfuhrer delle SS Fritz Scherwitz (nome vero Eleke Sirewiz) un ebreo e membro del Partito, controllava il campo di Lenta, poco distante da Riga e si macchi di efferati crimini.

Tratto dal libro: “I soldati ebrei di Hitler: la storia mai raccontata delle leggi razziali naziste e degli uomini di origine ebraica dell’esercito tedesco

Marcello Pamio

“Hollywood è un posto dove per un bacio di pagano mille dollari e per l’anima cinquanta centesimi”
Marilyn Monroe

“Al termine del XX secolo Hollywood resta un’industria con una spiccata sfumatura etnica. Praticamente tutti i capi dei maggiori studi sono ebrei. Gli sceneggiatori, i produttori e i misura minore i registi sono ebrei in una quantità sproporzionata; un recente studio li ha indicati presenti in oltre il 59% delle pellicole di maggior successo”. J.J. Goldberg, Jewish Power, 1996

La cinematografia è sempre stata, assieme alla cugina più giovane televisione, i veicoli principali di controllo delle masse. Proprio per questo motivo, ogni Regime che si rispetti, ha sempre ingabbiato e gestito i mezzi di comunicazione di massa.
I mass media, cartacei, radiofonici, cibernetici e visivi non solo giocano un ruolo fondamentale nella modifica e manipolazione della percezione della realtà, ma possono innescare e accelerare determinati processi cognitivi e fisiologici che conducono l’uomo direttamente nelle prigioni coercitive del cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale: il cosiddetto mondialismo.
Chi controlla questi sistemi, ha il potere di vita e di morte su centinaia di milioni, per non dire miliardi di individui.
La funzione della televisione viene ben descritta nel monologo di Howard Beale, interpretato da Peter Finch, nel film di Sidney Lumet: “Network” (da noi “Quinto Potere”) del 1976.

“Meno del 3% di voialtri legge libri, meno del 15% di voi legge giornali o riviste.
Perché l'unica verità che conoscete è quella che ricevete alla tv. Attualmente, c'è da noi un'intera generazione che non ha mai saputo niente che non fosse trasmesso alla tv.
La tv è la loro Bibbia, la suprema rivelazione!
La tv può creare o distruggere presidenti, papi, primi ministri. La tv è la più spaventosa, maledettissima forza di questo mondo senza Dio. E poveri noi se cadesse nelle mani degli uomini sbagliati…
Perché questa società è ora nella mani della CCA, la Communication Corporation of America, e quando una tra le più grandi corporazioni del mondo controlla la più efficiente macchina per una propaganda fasulla e vuota, in questo mondo senza Dio, io non so quali altre cazzate verranno spacciate per verità, qui!
Quindi ascoltatemi. Ascoltatemi! La televisione non è la verità! La televisione è un maledetto parco di divertimenti, la televisione è un circo, un carnevale, una troupe viaggiante di acrobati, cantastorie, ballerini, cantanti, giocolieri, fenomeni da baraccone, domatori di leoni, giocatori di calcio! Ammazzare la noia è il nostro solo mestiere.
Da noi non potrete mai ottenere la verità. Vi diremo tutto quello che volete sentire mentendo senza vergogna. Vi diremo qualsiasi cazzata vogliate sentire!
Noi commerciamo illusioni, niente di tutto questo è vero!
Ma voi tutti ve ne state seduti là, giorno dopo giorno, notte dopo notte, di ogni età, razza, fede. Conoscete soltanto noi. Già cominciate a credere alle illusioni che fabbrichiamo qui. Cominciate a credere che la tv è la realtà, e che le vostre vite sono irreali. Voi fate tutto quello che la tv vi dice: vi vestite come in tv, mangiate come in tv, tirate su bambini come in tv, persino pensate come in tv! Questa è pazzia di massa! Siete tutti matti!
In nome di Dio, siete voialtri la realtà. Noi, siamo le illusioni.
Quindi spegnete i vostri televisori, spegneteli ora. Spegneteli immediatamente! Spegneteli e lasciateli spenti!

Howard Beale, da buon commentatore televisivo, parla dei rischi insiti della tv, ma il suo discorso si può allargare ed estendere al cinema e ad ogni altro mezzo di comunicazione.
Ha proprio ragione: la tv e il cinema non sono la realtà, sono strumenti nelle mani dei controllori che sfornano falsità, illusioni e sogni.
Sfruttano le conoscenza profonde dell’animo umano, della psiche, dell’inconscio e della psicologia sociale delle masse, per veicolare quello che vogliono che noi sentiamo e vediamo.

Moltissime persone, soffocate e strozzate da un sistema parassitario disumanizzante che sta lentamente stringendo il cappio intorno al collo di milioni di persone, vogliono sognare, allontanarsi dai propri problemi quotidiani (economici, sociali, religiosi, lavorativi, salutari, ecc.) e il Sistema ci accontenta: crea film di avventura, saghe fantascientifiche, romantici strappalacrime, eroi che salvano il mondo, fiction, serie televisive infinite che hanno proprio questo intento: staccarci dalla realtà e tenerci il più a lungo possibile lontano. Il punto è che non lo fanno per il nostro bene…
Ci mettono le ali ai piedi, ci fanno volare e sognare a occhi aperti, e nel frattempo, oltre a spillarci i soldi (creando bisogni, culture e mode), i nostri veri problemi di tutti i giorni, non si sono mossi di un millimetro, anzi si sono nel frattempo accumulati…
Modificano e manipolano la realtà, la impastano per i propri tornaconti, dandoci infine un polpettone di mezze verità misto a bugie.

Disintegrazione mirata delle culture
La disintegrazione delle culture nazionali, delle identità è un passaggio obbligatorio.
Per usare le parole del sociologo Randolph Bourne, la disintegrazione culturale crea “orde di uomini e di donne senza patria spirituale, dei fuorilegge culturali senza gusto, senza norme e senza direttive se non quelle della massa” (1)
Il liberismo viene esaltato in tutti gli ambiti (economica, finanza, politica, religione…) come massima espressione di democrazia e libertà, ma l’uomo delle società liberali, perde il suo status di cittadino, perde la sua individualità (intesa come espressione spirituale), scivolando verso la condizione di massa, e in questa si perde l’unicità: siamo tutti uno.
Vogliono farci credere che “siamo tutti uguali”, anche se, alcuni sono più uguali di altri. (2)

Gli Stati Uniti d’America sono un paese giovanissimo se confrontato con il Vecchio Continente europeo; un paese formato da un miscuglio di gruppi etnici e individui tra i più diversi al mondo.
In America non esiste alcun principio di nazionalità, e il poeta tedesco Nikolau Lenau è molto esplicito in questo, descrivendo l’americano come una persona che “non conosce altro che i denaro; egli non ha altra idea. Di conseguenza lo Stato non è un’istituzione spirituale ed etica, ma soltanto una convenzione materiale”. (3)
Purtroppo anche qui da noi in Europa sta avvenendo una simile strategia: le potentissime massonerie stanno unificando i paesi europei, cancellando le differenze sociali, religiose, culturali, storiche, economiche e monetarie. Il tutto sotto l’ombrello e la bandiera dell’euro.

Non l’unificazione per unire, ma l’unione per disintegrare!
L’omogeneizzazione dei popoli europei
L’antropologa Ida Magli è precisa sullo scopo finale della globalizzazione: “il Governo unico mondiale. La riduzione all’uguaglianza di comportamento per tutti i popoli: una sola lingua, una sola religione, una sola moneta, una sola identità, una sola cultura, un solo Stato. La “guida” sottostante a quella dei governanti sembrerebbe massonica, in quanto questi sono fin dall’inizio gli ideali massonici”. (4)

Con il Trattato di Schengen hanno eliminato i confini, e ogni Stato ha sempre avuto confini.
Uno Stato non è tale se non possiede un determinato territorio. (5)
L’Italia - continua la dottoressa Magli - non è più uno Stato. Cosa che del resto, è lo scopo primario dell’unificazione europea: l’eliminazione degli Stati”.

American dream
Dal XX secolo gli americani si sentono il centro del mondo, la potenza suprema e il modello da esportare, magari con bombe al fosforo a frammentazione e uranio impoverito.
La loro convinzione non dipende solo dal fatto che possiedono l’esercito più potente al mondo, ma nella visione e convinzione che la loro società è la realizzazione di tutti i sogni degli altri popoli: giustizia, libertà, democrazia, ricchezza, ecc.
La realtà è esattamente il contrario, ma il popolo americano, lobotomizzato e decerebrato da decenni di propaganda radiotelevisiva crede ciecamente in tale modello.
La mission ultima dell’Impero statunitense è il soddisfacimento dei bisogni materiali, tanto sognati ed osannati dalle grandi masse.

Le pellicole di celluloide e la televisione, come detto prima, rappresentano il narcotico sociale perfetto: anestetizzano le menti, fanno evadere dai problemi di tutti i giorni, fanno sognare lo spettatore grazie a illusioni irrealizzabili, trasformando la finzione in realtà e la realtà in finzione.
Una realtà de facto inventata, creata ad arte e impiantata nei cervelli grazie all’immenso potere della suggestionabilità delle immagini e dei suoni.
Quello che vediamo al cinema, per il cervello, è più reale della realtà stessa, e siccome quello che si vede è più bello e meno doloroso, viene accettato con più facilità. Lo schermo diviene una specie di bypass cerebrale che va direttamente a colpire l’inconscio dello spettatore (6)

Jack Warner, uno dei padri della potentissima Warner già agli inizi degli anni Trenta aveva ben chiaro la potenza della macchina propagandistica del cinema: “i film possono e devono giocare una parte importantissima nella crescita culturale ed educativa dell’umanità. Noi dobbiamo sforzarci di fare pellicole che procurino alla gente qualcosa di più di una semplice, oziosa, ora o due di divertimento”.

Tutti i grandi tycoon dei mezzi mediatici avevano compreso fin da sùbito, che i film non rappresentavano solo uno strumento di puro intrattenimento, ma potevano plasmare la società, dare forma alle menti di milioni di persone.

L’invasione mondiale del cinema a stelle e strisce
Nel 1913 negli USA ci sono 20.000 sale di proiezione che vendono 5 miliardi di biglietti ogni anno, portando nelle casse delle industrie 300 milioni di dollari.
Gli Stati Uniti, con circa 120 milioni di abitanti, registrano ogni settimana 110 milioni di spettatori.
Nel 1955 i film americani giungono ad occupare il 75% del tempo-proiezione in Belgio, Danimarca, il 70% in Grecia, Finlandia, il 63% dell’Europa occidentale.
Nel 1993 tali percentuali sono ancora più incredibili: l’americanizzazione del mondo, va avanti, soprattutto dopo la Seconda Guerra Mondiale a ritmo esponenziale.
Ed è soprattutto qui in Europa che l’invasione hollywoodiana si fa sentire alla grande: quasi il 60% dei programmi televisivi e circa l’80% dei film sono infatti di produzione statunitense.

Il finto antirazzismo
Il soggetto principale di migliaia di chilometri di pellicole hollywoodiane è non a caso l’antirazzismo.
Se questa potrebbe a prima vista apparire una funzione utile, l’antirazzismo americano non mira a proteggere le differenze razziali, mira invece all’annullamento delle stesse razze, del diverso, come espressione non solo fisica (negro, indiano, ebreo, giallo, ecc.), ma anche come sistema di valori.
In pratica è la negazione radicale del diverso.
Esattamente la copia di quello che hanno messo in pratica qui in Europa, con la nascita dell’euro: cancellando la diversità, l’economie, la storie e le monete nazionali, siamo tutti uguali, perché è proprio nell’uguaglianza che avviene l’assimilazione.
Il modello razziale, cioè il modello di valori da imporre a tutti gli altri nel mondo, vuoi con la forza e la conquista (guerre), vuoi con la manipolazione mentale (cinema e televisione) è quello WASP: White Anglo Saxon Protestants.
Loro conservano la propria identità, perché loro assorbono, o meglio, omologano le altre razze.

Le major hollywoodiane
Le principali e miliardarie industrie filmiche, vengono chiamate anche major e sono rappresentate da cinque colossi Five Biggest o Big Five: Paramount (Zukor), Warner Bros (Warner), Loew-MGM (Mayer), Twentieth Century-Fox (William Fox) e RKO; e da tre un po’ più piccoli, ma sempre potenti, Three Smaller o Little Three: Universal (Laemmle), Columbia (F.lli Cohen) e United Artists.

Paramount
Cronologicamente, la prima delle major, per così dire, di “prima classe”, è la Paramount, casa fondata e diretta per vent’anni dall’ebreo Adolph Zukor, nato nel 1873 a Ricse in Ungheria, figlio di un pellicciaio benestante.
Ecco in sintesi il pensiero di Zuckor: “ve lo dico come ungherese, come ebreo, come artista e come filosofo. Gli uomini vogliono anche sognare. Hanno bisogno dei loro sogni. Ebbene, noi fabbricheremo dei sogni, sogni in serie, sogni divertenti, che costano poco. Voi mi prestate 5000 dollari e in pochi anni ne avrete 500.000. Osservate la gente, vuole delle illusioni”.

La gente vuole illusioni, paga per avere le illusioni e loro li creano.
Il potere commerciale della Paramount è sempre stato basato sul sistema del blocco (block bookin, noleggio in blocco), cioè un sistema che costringe i gestori delle sale ad affittare non il solo film desiderato, ma una lista completa di pellicole.
Nel 1929 la casa, acquista dalla seconda grande compagnia radiofonica CBS, il 49% delle azioni in cambio di azioni Paramount del valore di 5 milioni di dollari.
Nel 1935, dopo la bancarotta, Leonard Goldenson riorganizza la major come Paramount Pictures Inc., la cui presidenza viene assunta dal banchiere John Otterson e il capo studio è Emanuel Cohen.

Nell’ottobre del 1966 la Paramount viene assorbita da un conglomerato industriale-finaziario: la Gulf & Western Industries, e un accordo con la MCA, proprietaria della Universal Films, porta alla fondazione della CIC, Cinema International Corporation, per la distribuzione di film sul mercato internazionale, che diviene in breve la prima casa del settore, arrivando a gestire fino ad un terzo del mercato complessivo.
Nel settembre 1994 la Paramount Communcations viene comperata per 10 miliardi di dollari dal gruppo televisivo di Boston, Viacom, proprietaria dei canali MTV. L’obiettivo è formare, dopo Time-Warner, News Corporation e Walt Disney, il quarto colosso dell’entertainment americano.
Il trust Viacom-Paramount International è un conglomerato che controlla 12 stazioni televisive, 14 radio, 3593 negozi d videocassette (Blockbuster) e 1927 sale cinematografiche.
Nel settembre 1999 Viacom acquista la CBS (14 tv e 160 radio) per 34,5 miliardi di dollari  arrivando a controllare e gestire 200 siti internet, MTV, 138 reti via cavo, 200 canali tv tradizionali e 144 emittenti radio.

Universal
Carl Laemmle emigrato negli States dalla Germania, ha fatto di tutto: impiegato in un negozio all’ingrosso e poi in un magazzino, contabile di un gioielliere e poi di un mercante di bestiame, venditore di quotidiani domenicali per arrotondare le entrate. A Chicago nel 1906 apre il suo primo teatro, dopo tre anni, è il più potente distributore di pellicole filmine degli Stati Uniti. La sua nuova società inizia una dura lotta giudiziaria contro il Trust di Edison che si concluderà nel 1915 con la sconfitta e lo smembramento dell’oligopolio fondato dall’inventore della lampadina.
A marzo del 1910 è proprio il tedesco ad imprimere una svolta storica nella cinematografia mondiale, inaugurando l’era dello star system. Fino ad allora infatti gli attori e le attrici erano poco noti al grande pubblico. Nasce così anche il gossip.
Nel 1912 aiutato dal cognato Isadore Bernstein, Laemmle fonda la Universal Pipe Fitting o Universal Film Manufacturing Company che poi diventerà Universal Studios e la sede viene trasferita a Hollywood.
Nel 1990 il conglomerato nipponico Matsushita Electric Industrial rileva la MCA e l’Universal Pictures per 6,5 miliardi di dollari. Successivamente, per 5,7 miliardi di dollari il controllo passa alla Seagram del canadese Edgar Bronfoman e poi Bronfman Jr che già possiede il 19% del gruppo Time-Warner.
Infine nel giugno 2000, per fronteggiare i tre colossi CBS-Viacom (Paramount), NewsCorp-Bertelsmann (Twentieh) e AOL-TimeWarner (Warner Bros), la Seagram (Universal) si fonde con Vivendi, il maggior gruppo francese Vivendi-Universal.

20th Century-Fox
Wilhelm Fried, diventato successivamente William Fox, è nato nel 1879 a Tulchva in Ungheria. Dopo aver lavorato come foderatore di cappelli per la Solomon & Son, con l’aiuto del finanziare Sol Brill, acquista il suo primo locale e nel giro di poco tempo arriva a possedere 25 locali di proiezione cinematografica.
La ditta Fox inizia nel 1913 a produrre cortometraggi a New York e nel New Jersey. Girati una cinquantina di film, nel 1916 si trasferisce nell’Eldorado californiano, Hollywood.
La Fox Film Corporation diviene il primo conglomerato filmico e nel 1927 conta mille sale di proiezione. Nello stesso anno la Fox acquista la maggioranza azionaria della Loew’s Incorporated, la società finanziaria tramite la quale ottiene il controllo della MGM, costituendo la nuova Fox-Loew la più grande società dell’industria del cinema.
Nel 1935, dopo la grande Depressione, la Fox si fonde con la 20th Century Pictures Incorporated.

MGM: Metro Goldwyn Mayer
Louis (Lazar) Burt Mayer
dopo aver commercializzato in rottami di ferro, nel 1912 si associa con Ben Stern e con Adolph Mayer per costituire la Louis B. Mayer Film Company con sede a Boston.
Mayer, proprietario di una catena di locali diffusa soprattutto nel New England, entra nel grande giro della distribuzione.
Nel frattempo Samuel Goldwyn, che ha lasciato la Paramount nel 1919 fonda con i fratelli Edgar e Arch Selwyn la Goldwyn Pictures.
Il terzo polo della futura MGM è Marcus Loew e la sua Loew’s Incorporaed, società di distribuzione che inizia acquistando la Metro Pictures

Nel 1924 Loew fonda con Goldwyn la Metro-Goldwyn Productions e si trasferisce a Hollywood. A maggio dello stesso anno nasce la famosissima MGM, Metro Goldwyn Mayer che diventerà il complesso cinematografico più grande del mondo: una stazione ferroviaria, un porto e anche una giungla. Ma quello che ha caratterizzato la MGM rispetto le altre major, era la presenza delle star (Greta Garbo, Clark Gable, Spencer Tracy, Joan Crawford, Judy Garland e moltissimi altri).
Tra il 1964 e il 1967 uno dei maggiori azionisti Philph Levin, vende le sue azioni che vengono comperate da Edgar Bronfman della Universal, dando il via alla dissoluzione della major.
Nel 1969 la MGM finisce nella mani del finanziere armeno Kirk Kerkorian e questo nel 1986 la cede a Ted Turner per 1,5 miliardi di dollari.
Ad acquistare la grande industria produttrice di sogni è nel 1991 l’italiano Giancarlo Parretti, accompagnato e aiutato dal finanziere Floro Fiorini, noto alle cronache per lo scandalo del Banco Ambrosiano e della loggia P2.
Per concludere le vicissitudini della major, nel 2004 spiazzando la Time-Warner, la Sony Corporation rileva la MGM per ben 5 miliardi di dollari, accaparrandosi così di fatto una libreria di 4100 pellicole, tra le quali ben 200 Premi Oscar.

Warner Bros
La Warner Bros, prende appunto il nome dai fratelli Warner: Sam (Samuel), Jack, Albert (Abraham) ed Harry.
Dopo aver iniziato la loro attività nel 1917 con una piccola sala di proiezione, divengono in breve direttori della catena teatrale First National e fondano la vera e propria compagnia.
Nel 1923 acquistando la Viagraph Company, proprietaria di un brevetto di registrazione sonora che accompagna i film muti, la Warner diviene, grazie alla rivoluzione sonora, una tra le più affermate major di Hollywood.
Nel 1989 la Warner si fonde con il gruppo editoriale Time generando un mostro gigantesco Time-Warner, il più potente conglomerato multimediale del mondo.

Columbia
Possiamo dire che è la prima delle cosiddette piccole major, anche se per piccolo non si vuole sminuirne la portata.
La Columbia deriva dalla Cohn Brothers e poi CBS Film Sales Corporation, di proprietà di Harry Cohn e dal fratello Jack (derivato da Jacob).
Dopo varie vicissitudini, negli anni Settanta per sopravvivere alla crisi, deve vendere gli studios e fondersi con la Warner. Negli anni Ottanta passa alla Coca-Cola ma è solo nel 1989 che la Columbia Pictures si fonda con la Tri-Star Pictures per formare il Motion Pictures Group.
Nel 1991 la compagnia cambia nome in Sony Pictures Entertainment con Columbia e Tri-Star come società sussidiarie di produzione filmica.

RKO
L’ultima delle grandi case è nata nel 1928 col nome di Radio-Keith-Orpheum Radio Pictures anche se le sue origini risalgono agli inizi del secolo. Sorge dalla Film Booking Offices of America Incorporated, dalla KAO Keith-Albee-Orpheum Corporation e dalla RCA Radio Corporation of America del potentissimo gruppo Rockefeller.

I finanziatori
I veri padroni di questi oligopoli multimediali sono sempre stati e lo sono ancora oggi, i grandi imperi finanziari:

- Rockefeller (agente statunitense dell’impero europeo dei Rothschild);
- Morgan (che dopo la morte del fondatore JP Morgan e il Glass-Steagall Act del 1933 che scinde le banche di deposito da quelle di affari, l’istituto si biforca in JP Morgan e Morgan Stanley & Co.);
- Kuhn, Loeb & Co.;

La seconda metà dell’Ottocento è proprio il periodo basilare nella nascita delle principali lobbies e industrie del pianeta. Nascono non solo le imprese cinematografiche, ma praticamente sorgono le più importanti industrie di ogni genere: farmaceutiche, acciaio, agro-alimentari, petrolifere-energetiche, ecc.
La nascita di questi colossi è stata permessa dalle banche d’affari dell’epoca che hanno finanziato.
Quali erano queste banche? Risponde Carrol Quigley, docente di storia a Princeton e Harvard: “i nomi di talune di queste banche ci sono famigliari, e dovrebbero esserlo anche di più. Sono i Baring, Lazard, Erlanger, Warburg, Schroder, Seligman, Speyer, Mirabaud, Mallet, Lazard, e soprattutto i Rothschild e i Morgan”. Di queste 12 banche, ben 9 erano di proprietà ebraica, e se teniamo conto che Morgan era un agente americano dei Rothschild, il numero sale a 10.

Secondo il The American Jewish Experience, le principali banche americane di origine ebraica alla fine del XIX secolo erano: J.S. Bache, Hellman, Sears & Roebuck, Goldman & Sachs, R.H. Macy, Abraham & Strauss, Albert Loeb, J.W. Seligman, S.W. Straus, Wertheim, Steinhardt, Lewisohn, Guggenheim, Kuhn & Loeb, Speyer, Belmont, Hallgarten, Lehman, Heidelbach & Ickelheimer.
Le sei maggiori case hollywoodiane, l’oligopolio che controlla e gestisce ancora oggi la filmografia a livello planetario, non solo sono state fondate con i soldi delle banche ebraiche qui sopra elencate, ma tutte sono nate da imprenditori ebrei: Paramount (Zukor), Warner Bros (Warner), Loew-MGM (Mayer), Twentieth Century-Fox (William Fox), Universal (Laemmle), Columbia (F.lli Cohen).

“Al giorno d’oggi sei produttori decidono in merito al novanta per cento delle sceneggiature e montano il novanta per cento dei film”. Frank Capra, regista

Tratto dal libro di Gianantonio Valli: "Trafficanti di sogni: Hollywood, creatura ebraica", ed. Effepi

 

Note

[1]Trafficanti di sogni. Hollywood, creatura ebraica”, Giantonio Valli, ed. Effepi
[2] Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri”, frase celebre tratta dal romando “La fattoria degli animali” del 1947 di George Orwell
[3] Idem, pag. 264
[4] Intervista alla d.ssa Ida Magli dal “Civico20 News” di Torino. 2 marzo 2011, www.bdtorino.net
[5] Idem
[6] Idem, pag. 285