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Video di Marcello Pamio

Dall'ideologia di genere al transumanesimo per giungere al postumano. Ecco i passaggi cruciali - passando per l'ectogenesi - attraverso i quali si vuole la totale disgregazione dell'essere umano.
Una pericolosissima deriva antropologica che vuole trasformare l'uomo in un essere amorfo, privo di valori, delle radici e di cultura, e soprattutto privo di identità...

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Marcello Pamio

La Banca per i Regolamenti Internazionali (BIS) è la cupola del capitalismo e vertice di quella cricca finanziaria che sta tenendo in scacco il mondo intero.
Dopo aver indotto la Prima Guerra Mondiale infatti i veri Poteri Forti, cioè i banchieri internazionali volevano creare un sistema globale di controllo finanziario concentrato in mani private, in grado di dominare il sistema politico di ciascun paese oltre all’intera economia planetaria.
Questo Sistema doveva essere controllato con criteri feudali dalle banche centrali del mondo che agivano di concerto grazie ad accordi segreti, ai quali pervenivano nel corso di frequenti incontri e conferenze private.
Il vertice del Sistema era la BIS, Bank for International Settlements di Basilea in Svizzera: una banca privata di proprietà e sotto il controllo di banche centrali mondiali, esse stesse società private di capitali.

All’epoca le banche centrali nelle mani di uomini come Lord Montagu Norman della Banca d’Inghilterra, Benjamin Strong della Federal Reserve New York, Charles Rist della Banca di Francia e Hjalmar Shacht della Reichbank, cercavano di dominare i governi grazie alla loro capacità di controllo dei prestiti del Tesoro, di manipolare gli scambi con l’estero, di influenzare il livello dell’attività economica del paese e acquisire politici disposti a cooperare nel mondo degli affari dietro compensi economici.


I tempi cambiano, ma le strategie sono rimaste le medesime: le tresche di ieri infatti sono le stesse di oggi…

Nella costituzione, avvenuta nel 1930 a Basilea, oltre alle banche appena elencate si unirono anche J.P. Morgan & Co. di New York, First National Bank of New York e First National Bank of Chicago.
Il capitale autorizzato ammontava a 500 milioni di franchi svizzeri, equivalenti a oltre 145 milioni di grammi di oro fino, diviso in 200 mila azioni.[1]
La BIS in quanto istituzione privata era di proprietà di 7 direttori di banche centrali, e operava attraverso di loro che ne formavano allo stesso tempo il gruppo direttivo. Essi si accordavano su tutti i maggiori problemi finanziari del mondo, come pure su molti problemi economici politici, specie in riferimento a prestiti, pagamenti e al futuro economico delle aree più importanti del globo.
Stiamo parlando di una struttura finanziaria le cui remote origini risalgono alla creazione della Banca d’Inghilterra nel 1694 e Banca di Francia nel 1803.

Il Washington Post del 28 giugno 1998 dedicava alla Banca delle banche un articolo dal titolo inequivocabile: “Uomini chiave controllano il flusso mondiale del denaro”.
«Dieci volte l’anno gli alti papaveri finanziari che controllano i flussi monetari mondiali si raccolgono a cena sulle rive del Reno in conversazioni segrete in grado di mutare il corso dell’economia globale.
I 13 membri di questa Cabala economica sono i governatori delle banche centrali delle 10 nazioni industrializzate, più la Svizzera. 
La BIS venne fondata nel 1930 per facilitare i pagamenti ai vincitori delle riparazioni dei danni di guerra conseguenti la Prima Guerra mondiale. Con gli anni essa è diventata la Banca Centrale delle banche centrali. Suo ruolo successivo è stato quello di stanza di compensazione per regolatori, fornendo supporto nella supervisione di banche commerciali, mercati e degli scambi oltremare e protezione del sistema finanziario mondiale».

Un altro fuggevole sguardo sul gruppo segreto ci è fornito da Gerald Corrigan direttore della potente Goldman Sachs. Nella sua qualità di presidente della Federal Reserve New York fra il 1984 e 1993, Corrigan partecipò a ben 115 incontri mensili consecutivi alla BIS: «intorno al tavolo nessuno si serve di assistenti, agende, registratori e comunicati … vengono sviluppate relazioni personali meravigliose. Di conseguenza quando qualcosa va storto, lavorare con queste persone diventa molto più facile per via della fiducia che si è instaurata nel corso delle frequenti cene riservate. Per conto mio questo aspetto costituisce l’atto geniale dell’organizzazione».
Dal punto di vista storico la BIS è essenzialmente un’istituzione europea a partecipazione americana.
Nel luglio 1994 si sono aggiunti i direttori delle Banche centrali di Canada e Giappone, e più recentemente sono entrate a farne parte altre nazioni non europee portando i membri delle banche centrali a 60 (l’elenco completo a fine articolo).
La banca ha depositi per 112 miliardi di dollari, dei quali una parte in oro.
I fondi sono investiti attraverso banche commerciali e assicurazioni. Il 16% delle quote della BIS sono in mano alle banche centrali che ne fanno parte, il resto è posseduto da privati...

Il quotidiano Le Figarò del 26 aprile 1994 pubblicava un articolo del Premio Nobel per l’economia Maurice Allais da cui si apprendeva che «l’ordine di grandezza dei flussi finanziari non sarà mai troppo sottolineato. I flussi finanziari controllati dalla Banca dei Regolamenti Internazionali ammontano a più di 1100 miliardi di dollari giornalieri, che corrisponde a circa 40 volte il livello di operazioni di trasferimento in transazioni commerciali attraverso il mondo».
Cifre da capogiro fondate in massima parte su denaro virtuale. Queste somme possono (e lo fanno) far saltare una banca, sconvolgere dall’oggi al domani l’economia di una nazione e/o le borse internazionali, ecc.
Incredibilmente un potere così immenso non può essere controllato da nessuno: né dalle banche centrali, né dagli stessi governi!

Questa sua intoccabilità è descritta nella Carta costitutiva del 20 gennaio 1930 al paragrafo 10: «la Banca, il suo patrimonio, le sue attività, nonché i depositi o altri fondi che le siano affidati, non potranno essere oggetto, né in tempo di pace né in tempo di guerra, di nessun provvedimento come espropriazioni, requisizioni, sequestri, confische, divieti o limitazioni di esportazione o importazione di oro o di divise, e di qualsiasi altro provvedimento analogo».
Nessuno può toccarla!

Consiglio di amministrazione
Da settembre 2015, il presidente del Consiglio di amministrazione (Board of Directors) è l’attuale governatore della Bundesbank, Jens Weidmann, mentre il suo Direttore generale è, dal 1º dicembre 2017, il messicano Agustín Carstens.
Il Consiglio può avere 18 membri, inclusi 6 direttori d’ufficio e i governatori delle Banche centrali di Belgio, Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Stati Uniti d’America. Questi ultimi possono nominare congiuntamente un altro membro della nazionalità delle banche centrali.
Per l’Italia attualmente il membro è il governatore della Banca centrale Ignazio Visco.

Il ruolo della BIS
Nonostante sia organizzata come una banca commerciale con azioni pubbliche, la sua immunità dalle interferenze dei governi e le tasse sia in guerra che in periodo di pace sono garantite da un Trattato internazionale firmato all’Aia nel 1930.
Tutti i suoi depositanti sono banche centrali, eppure è in grado di realizzare profitti su ogni transazione.
Inizialmente i banchieri che ne facevano parte, volevano il massimo anonimato per le loro – più o meno sporche - attività, per cui il quartier generale si trovava in un hotel abbandonato di sei piani, il Grand et Savoy Hotel Universe, con un annesso sopra l’adiacente Frey's Chocolate Shop.
Nessun segno sulla porta identificava la BIS, così i banchieri e gli spacciatori d’oro tranquillamente usavano anche il negozio Frey's, che si trova dall’altra parte della strada rispetto alla stazione ferroviaria..

In quelle stanze rivestite di legno sopra il negozio e nell’hotel, venivano prese decisioni importantissime che andavano dalla svalutazione o protezione delle valute mondiali; al prezzo dell’oro (Gold Fixing), alle regolamentazioni delle operazioni bancarie off-shore, per giungere al rialzo o al ribasso dei tassi di interesse a breve termine. Insomma decide vita e morte finanziaria di miliardi di persone!

Nel marzo 1977 l’anonimato finì perché cambiarono sede, facendo costruire un grattacielo circolare di 20 piani fuori terra, che con i suoi 69,5 metri di altezza sovrasta la città medievale. 

Un mostro di vetro e acciaio conosciuto come BIS Tower Bulding, o semplicemente la Torre di Basilea.
Assomiglia ad una centrale atomica, ma l’edificio è completamente climatizzato e totalmente autonomo, con un rifugio antiaereo nucleare nel sottosuolo, un sistema ridondante di estinzione degli incendi per cui i vigili del fuoco non devono mai essere chiamati, e perfino un ospedale privato, oltre a 20 chilometri di archivi sotterranei…

Più che la sede di una banca è una vera e propria fortezza indipendente e inespugnabile.
Ai piani inferiori ha sede il computer centrale che è direttamente collegato ai computer delle banche centrali membri e fornisce accesso istantaneo ai dati sulla situazione monetaria globale.

Una squadra di 18 trader professionisti, principalmente inglesi e svizzeri, collegati costantemente in Rete, lavorano per ricollocare i prestiti a breve termine sui mercati dell’Eurodollaro e difendere dalle perdite di cambio (vendendo contemporaneamente la valuta).
Un altro piano è invece tutto dedicato agli scambi e ai commerci di oro, e qui è normale vedere numerose persone al telefono che organizzano prestiti d’oro della banca agli arbitri internazionali, consentendo così alle banche centrali di ottenere interessi sui depositi in oro.

Tuttavia esiste una ragione molto più importante e occulta per cui le banche centrali trasferiscono regolarmente depositi alla BIS: vogliono fornire un grande profitto (alla banca e a sé stessi) per sostenere i servizi che fornisce...
La BIS infatti è molto più di una banca, anche se dall’esterno e ufficialmente sembra essere una piccola organizzazione, infatti solo 86 dei suoi 298 dipendenti sono classificati come personale professionale: e il rimanente? La Banca non è un’istituzione monolitica: artatamente nascosta nel guscio di una banca internazionale, come una serie di scatole cinesi l’una dentro l’altra, rappresenta i gruppi e i servizi di cui i banchieri hanno bisogno, e per questo pagano….
Abbiamo a che fare con una banca sconosciuta alla maggior parte delle persone, anche agli abitanti di Basilea, ma talmente potente da essere inviolabile.
Perfino l’economista John Maynard Keynes ha cercato di farla chiudere perché riciclava i soldi e l’oro che nazisti avevano rubato nei paesi occupati durante la Seconda Guerra Mondiale, ma senza risultato.
Anzi dopo la guerra, divenne ancora più influente e si trasformò nella principale camera di compensazione per le valute europee e luogo segreto di incontro privilegiato dei banchieri centrali…

 

Membri BIS:
Bank of Algeria, Central Bank of Argentina, Reserve Bank of Australia, Central Bank of the Republic of Austria, National Bank of Belgium, Central Bank of Bosnia and Herzegovina, Central Bank of Brazil, Bulgarian National Bank, Bank of Canada, Central Bank of Chile, People's Bank of China, Central Bank of Colombia, Croatian National Bank, Czech National Bank, Danmarks Nationalbank (Denmark), Bank of Estonia, European Central Bank (BCE), Bank of Finland, Bank of France, Deutsche Bundesbank (Germany), Bank of Greece, Hong Kong Monetary Authority, Magyar Nemzeti Bank (Hungary), Central Bank of Iceland, Reserve Bank of India, Bank Indonesia, Central Bank of Ireland, Bank of Israel, Bank of Italy, Bank of Japan, Bank of Korea, Bank of Latvia, Bank of Lithuania, Central Bank of Luxembourg, National Bank of the Republic of Macedonia, Central Bank of Malaysia, Bank of Mexico, Netherlands Bank, Reserve Bank of New Zealand, Central Bank of Norway, Central Reserve Bank of Peru, Bangko Sentral ng Pilipinas (Philippines), National Bank of Poland, Bank of Portugal, National Bank of Romania, Central Bank of the Russian Federation, Saudi Arabian Monetary Authority, National Bank of Serbia, Monetary Authority of Singapore, National Bank of Slovakia, Bank of Slovenia, South African Reserve Bank, Bank of Spain, Sveriges Riksbank (Sweden), Swiss National Bank, Bank of Thailand, Central Bank of the Republic of Turkey, Central Bank of the United Arab Emirates, Bank of England, Board of Governors of the Federal Reserve System (United States).[2]

[1] https://www.bis.org/about/charter-i.pdf

[2] “BIS member central banks”, https://www.bis.org/about/member_cb.htm?m=1%7C2%7C601

Marcello Pamio

Riprendo l’ottimo post del dottor Andrea Tosatto, che ringrazio per lo spunto di riflessione, e approfitto per ampliarlo soprattutto con eloquenti immagini…

Il Bohemian Grove è un boschetto privato, una specie di campeggio ampio circa 1100 ettari sito nella Contea di Sonora a 120 km da San Francisco in California.
Più che un boschetto si tratta di una foresta vera e propria, piena zeppa di altissimi abeti rossi secolari, tutti di proprietà della prestigiosa setta che prende il nome dal bosco, il Bohemian Club!
Per due settimane di fila, nella metà di luglio di ogni anno a partire dal 1899, vi soggiornano alcuni degli uomini più ricchi e potenti del pianeta: uomini d’affari, banchieri internazionali, filantropi, funzionari di governo, presidenti degli Stati Uniti, proprietari di media, attori, cantanti e qualsiasi uomo di potere.

Tanto per fare qualche nome, vi hanno campeggiato loschi individui come Henry Kissinger, David Rockfeller, Bush senior e il suo disgraziato figliolo, Bill Clinton, Dick Cheney, Tony Blair, Al Gore, Colin Powell, Donald Rumsfeld, Arnold Schwarzenegger, Bono Vox (il cantante degli U2) e moltissimi altri....
La setta è chiaramente maschilista dato che l’ingresso è rigorosamente riservato ai soli maschi!

Il primo sabato del campo estivo si compie il tradizionale rito denominato «Cremation of Care», ossia una processione funebre dove uomini con tuniche, torce e pali appuntiti portano in una piroga una bara contenente l’effige di un essere umano (il “Care”) fino ai piedi di una statua alta circa 15 metri che rappresenta un gufo (animale simbolo del “club”), chiamato Moloch, la divinità adorata dai membri del Club.

Nel boschetto, la crème della crème si siede sulle rive del laghetto e davanti alla gigantesca statua brucia un feticcio umano, in una sorta di rito sacrificale officiato da sacerdoti che indossano mantelli da druidi…

Moloch è un’antica divinità pagana a cui si sacrificavano bambini, che dopo essere stati sgozzati venivano arsi.
Il gufo è presente anche nel logo del Bohemian Club e su altri edifici presenti all’interno del bosco.

Sotto il gufo viene recitato un sermone, con tanto di musiche ed effetti speciali e alla fine di una cerimonia ricca di antichi riferimenti luciferini, canaanei e babilonesi viene bruciata quest’effige umana, al grido di: «Cremation of care!».

Bohemian Club Dinner at Bohemian Grove Monte Rio, CA

A raduno finito, i «boemi» si ritirano nei 20 lussuosissimi “accampamenti” dislocati nel bosco, anche se secondo il giornale «S. Francisco Chronicle» gli incontri non terminano in questo modo, ma consumando rituali, conferenze e spettacoli di intrattenimento di vario genere...

Cosa realmente è il Bohemian Club? Rappresenta una ridicola goliardata e/o pagliacciata fatta da miliardari frustrati ed esauriti, o vi sono altre motivazioni, magari più occulte?
Possiamo realmente credere che i potenti del pianeta si riuniscano due settimane in un bosco super blindato solo per giocare a mosca cieca o a nascondino?
Molto probabilmente nel bosco boemo vengono consumati rituali esoterici e/o satanici basati su sesso e sacrifici umani (i tristemente noti «snuff-movies»), ma questa ovviamente è dietrologia…

Alla luce di quanto detto, prende meravigliosamente senso il testo di Bohemian Rhapsody dei Queen (RAPSODIA BOEMIANA) che descrive, evidentemente, un rito di iniziazione (incluso il finale: «Niente veramente importa») - CREMATION OF CARE!

Ecco il testo della canzone più ascoltata di sempre: ha superato infatti oltre 1,6 miliardi di ascolti online. Stiamo parlando del brano più trasmesso del XX secolo!

Bohemian Rhapsody

Questa è la vita vera?
o è solo fantasia?
Travolto da una frana
Senza scampo dalla realtà
Apri i tuoi occhi
Alza lo sguardo al cielo e vedrai
Sono solo un povero ragazzo, non ho bisogno di essere capito
Perché mi lascio trasportare, sono un indolente,

Un po' su un pò giù
Comunque soffi il vento, a me non importa

Mamma, ho appena ucciso un uomo,
Gli ho puntato una pistola alla testa,
Ho premuto il grilletto, ed ora è morto,
Mamma, la vita era appena iniziata,
Ma ora l’ho lasciata e l’ho buttata via
Mamma, ooo
Non volevo farti piangere
Se non sarò tornato a quest’ora domani
Va avanti, va avanti, come se niente fosse stato

Troppo tardi, è venuta la mia ora,
Rabbrividisco Il corpo mi fa male in continuazione,
Addio a tutti, devo andare
Devo lasciarvi tutti ed affrontare la verità
Mamma, ooo (comunque il vento soffia)
Non voglio morire,
Qualche volta vorrei non essere mai nato

Intravedo una sottile sagoma d’uomo,
Scaramouch, scaramouch, ballerai il fandango?
Fulmini e saette molto, molto spaventoso
Galileo, Galileo,
Galileo, Galileo,
Galileo figaro Magnifico

Ma sono solo un povero ragazzo e nessuno mi ama
solo un povero ragazzo di povera famiglia
Risparmiate la sua vita da questa mostruosità
mi lascio trasportare, sono un indolente, mi lascerete andare?
No, non ti lasceremo andare - lasciatelo andare
Non ti lasceremo andare - lasciatelo andare
Non ti lasceremo andare - lasciatemi andare
Non ti lasceremo andare - lasciatemi andare (mai!)
Non ti lasceremo andare - lasciatemi andare
Non mi lasceranno mai andare, ooo
No, no, no, no, no, no, no
Mamma mia, mamma mia, mamma mia lasciami andare
Beelzebù ha messo un diavolo da parte per me,
Per me
Per me
Così pensate di potermi lapidare e sputarmi in un occhio
Così pensate di potermi amare e lasciarmi morire
Oh tesoro non puoi farmi questo
Devo solo uscirne, devo solo uscire dritto via da qui

Ooh yeah, ooh yeah
Niente veramente importa
Chiunque può capirlo
Niente veramente importa, niente veramente m’importa,

 

Fonte: https://www.youtube.com/watch?v=FpKdSvwYsrE

https://it.wikipedia.org/wiki/Bohemian_Club


Marcello Pamio

Alla premiazione dei Golden Globes vengono riunite tutte le star del mondo dell’intrattenimento: cinema, musica, televisione.
Le «Palle d’oro» sono il premio assegnato dall’Associazione Stampa estera di Hollywood e la cerimonia si svolge nei saloni del Beverly Hilton Hotel di Beverly Hills a Los Angeles, a sole 10 miglia dal Monte Lee dove si erge la famosissima scritta "Hollywood" lunga oltre 100 metri.
Fin qui nulla di strano, visto che la kermesse avviene ogni anno dagli anni Cinquanta.

La notte degli sfarzi irriverenti è stata però sconvolta da una strana e un poco ambigua gag.
Quest’anno i conduttori sono stati Sandra Oh e Andy Samberg.
Ad un certo punto Sandra Oh se ne esce avvertendo i superVip seduti comodamente in platea di arrotolarsi le maniche «perché state tutti per farvi il “flu shot”»!
Mentre lo diceva un gruppo di finti “dottori” e “infermieri” sono usciti brandendo siringhe e tentando (per finta) di fare le vaccinazioni antinfluenzali alle celebrità.
«Questi sono tutti infermieri professionisti dal Rite Aid di Echo Park. Se siete antivaccinisti, mettetevi un fazzoletto sopra la testa e vi salteremo. Costa solo 15 dollari ragazzi, ringraziateci»
Il tutto è stato corroborato dalla canzone LMFAO «Shots».
L’attrice Linda Cardellini ha poi confermato a Vanity Fair che gli aghi ovviamente erano falsi.
Le immagini video hanno immortalato il candidato al Golden Globe Willem Dafoe perché è stato uno degli obiettivi dei finti dottori, e la sua reazione ha decisamente fatto parlare.

Propaganda vestita da gag…
La gag durante il Golden Globe fa pensare molto.
Inscenare una finta vaccinazione ad un galà trasmesso in una diretta fa capire che sono alla frutta.
Per non parlare dello scandaloso annuncio agli anti-vaccinisti in sala, cioè a quelli che hanno l’ardire di mettersi contro il Sistema padronale. «Se siete antivaccinisti, mettetevi un fazzoletto in testa e vi saltiamo», il tutto condito dalle risate isteriche del conduttore.
Le star e gli attori in sala, almeno stando alle immagini riprese, erano del tutto ignari della scenetta, per cui da una parte sembra che abbiamo voluto “fare la conta” degli attori per così dire affidabili.
Della serie «o con noi, o contro di noi».

Dall’altra parte sfruttare una ghiottissima occasione mediatica vista da 20 milioni di americani per inneggiare alle vaccinazioni, fare propaganda.
Il risultato però, vedendo le immagini, è stato controproducente per le menti malate che hanno pensato e organizzato quella finta vaccinazione. Le facce tra l’attonito e il preoccupato degli attori avvicinati dalle siringhe, fa ben sperare che ancora qualcuno, anche all’interno della massonica Hollywood, sa ragionare con la propria testa!

 

«Propaganda nazista ai Golden Globes 2019»
http://www.medicinapiccoledosi.it/vaccini/propaganda-nazista-ai-golden-globes-2019/

Marcello Pamio

Il periodo storico che stiamo vivendo attualmente in Italia è certamente molto pregnante sotto vari punti di vista.
Nonostante i tentativi beceri del Sistema di deviare l’attenzione pubblica mediante le armi di «distrazioni di massa» (tragedie umane, violenze e stupri di gruppo, innocenti incarcerati, ecc.), quello che sta avvenendo è scandaloso. E quello che sta avvenendo non deve essere percepito dal popolo-gregge.

Il nocciolo della questione è questo: che piaccia o meno (che sia coerente o meno) in Italia c’è un governo democraticamente eletto dai cittadini. Abbiamo avuto una serie di governi tecnici (tecnicamente governi golpisti) che nessuno aveva voluto e/o votato. L’ultimo in ordine cronologico, sicuramente il più scandaloso, quello del Pd è stato una emanazione diretta dei Poteri Forti internazionali, e i risultati sono sotto gli occhi di coloro che ancora hanno dei neuroni adibiti a trasdurre la realtà: distruzione sistematica dello stato sociale.
Ora (apparentemente) le cose, anche a livelli internazionali, hanno preso un’altra piega, per qualcuno inaspettata: l’elezione di Donald Trump negli States, l’uscita dalla zona euro dell’Inghilterra e qui da noi l’elezione di un governo per così dire popolare.
Veniamo al punto: il governo giallo-verde, secondo l’establishment dittatoriale europeo, avrebbe la grave colpa di essere un governo populista, quindi molto pericoloso per la stabilità del Sistema stesso.
Certi Poteri stanno temendo l’effetto domino: l’Italia potrebbe infatti essere un esempio per altri paesi e quindi generare a cascata una deriva destabilizzante per l’ordine costituito. Per questo e altri motivi si deve fermare con ogni mezzo lecito o meno.

Attacco speculativo e finanziario
Esistono vari strumenti per far ritornare all’ovile la pecora nera smarrita: dalle agenzie di rating, al fantomatico spread.
Le agenzie di rating sono nate agli inizi del Novecento negli Stati Uniti e hanno lo scopo di analizzare la solidità finanziaria di soggetti quali stati, enti, governi, imprese, banche, assicurazioni. Le principali agenzie sono tutte statunitensi: Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch.
Il rating, che valuta l’entità del rischio di credito, si divide in due principali categorie: il rischio commerciale ed il rischio paese, ma non misura altri tipi di rischi quale il rischio di tasso o di cambio, ecc. La valutazione della capacità del debitore di far fronte al rimborso del proprio debito finanziario viene fornita ricorrendo ad una scala alfabetica, che va da un valore massimo ad uno minimo.
Un monitoraggio effettuato dall’Adusbef su oltre 1.000 “report” emessi a pagamento dalle maggiori agenzie di rating, anche di origine bancaria, ha rappresentato la prova che tali rapporti sono risultati sballati al 91% ed efficaci al 9%.

Quando le agenzie diffondono su internet, tramite lettere finanziarie o stampa specializzata i loro reports su società quotate, i consigli (ad acquistare: buy; vendere: sell; o tenere: hold ) 9 volte su 10 si sono rivelati vere e proprie bufale a danno dei risparmiatori i quali hanno messo a repentaglio il loro risparmio, con perdite maggiori rispetto alla loro normale capacità di investimento.
Le società di rating essendo pagate dai committenti e non dagli investitori, sono portatrici sane di un conflitto di interessi gravissimo.
Il 19 ottobre 2006, 2 delle 3 agenzie di rating che agiscono in regime di oligopolio, hanno declassato l’Italia, hanno dato cioè un voto negativo alla capacità dell’Italia di gestire la sua economia.
Non è la prima volta che questo accade, infatti nell’agosto 1992, Standard & Poor’s declassava il debito italiano e casualmente a settembre, l’ebreo ungherese George Soros, speculava sterlina contro lira.
Il risultato è stato la svalutazione del 30% della lira, uscita dallo SME (mercato europeo) e l’apertura ai capitali anglo-statunitensi che sono entrati nel nostro paese per comprare a prezzi stracciati aziende e società importanti come Iri, Enel, Ina, Eni, Cirio, ecc.
Grazie alla deregolamentazione dell’economia, queste agenzie sono diventate il “Grande Fratello” finanziario e hanno progressivamente accumulato un potere immenso, superiore a quello degli stati e delle banche centrali, determinando le decisioni di tutti gli attori economici globali. 

Dietro le agenzie…
Le «tre sorelle» del rating non sono solamente l’espressione dell’intreccio dominante delle multinazionali, ma una vera e propria struttura organizzata delle principali banche planetarie che controllano il sistema finanziario e debitorio delle nazioni e di tutti i settori dell’economia sia privata che pubblica. 
Dietro le potentissime agenzie ci sono infatti i soliti noti, come Capital World Investors, The Vanguard Group, BlackRock Fund Advisors, State Street Global Advisors.
Eccoli qua i signori della finanzia internazionale, coloro che decidono le sorti di società, multinazionali, governi e paesi.

Attacco all’Italia
E’ fuori da ogni discussione che nel nostro paese sta imperversando dall’esterno una vera e propria dittatura finanziaria e politica (Commissione Europea e banchieri internazionali) che a colpi di normative, spread e declassamenti vuole da una parte avvertire il governo di turno, e dall’altra intimorire le masse mediante spauracchi.
Si tratta di strategie magistrali che hanno lo scopo di indurre nel cervello delle persone la paura del cambiamento. E’ sempre meglio che le masse «preferiscano rimanere nelle loro catene abbandonando ogni velleità di liberazione».[1]
La paura di perdere denari, di inficiare il tasso del mutuo, di perdere valore di acquisto sta letteralmente bloccando e condizionando milioni di coscienze.
Una conferma arriva da «Zero Hedge», uno dei più importanti siti economici alternativi americano.
«L’Establishment europeo ha appena dichiarato guerra all’Italia» è il titolo con cui Zero Hedge commenta un’intervista alla CNBC di Jeroen Dijsselbloem, l’ex ministro delle finanze olandese che è stato presidente dell’Eurogruppo.
Nell’intervista Dijsselbloem invita apertamente la speculazione a lanciare un attacco alle finanze italiane, spiegando loro (ai mercati) esattamente come devono fare.[2]
La cosa gravissima è queste dichiarazioni sono uscite dalla bocca di un «consigliere strategico del Meccanismo Europeo di Stabilità, EMS», ossia quell’istituzione europea che dovrebbe fornire assistenza ai paesi dell’area euro che sono in crisi economica, e al quale l’Italia partecipa con più di 125 miliardi di euro, di cui oltre 14 miliardi già versati.

Ci si mette pure il clima
Non bastavano le critiche e gli attacchi politici da parte dell’Unione Europea, le speculazioni da parte delle istituzioni finanziarie globaliste, ora ci si mette anche il clima.
Il cambiamento climatico è oramai una verità oggettiva fuori da ogni discussione, se poi sia un fenomeno ciclico naturale o del tutto innaturale causato dall’uomo, questo è un altro discorso.
In questa sede interessa solo la guerra climatica. Usciamo una volta per tutte dall’aureola della cospirazione perché oggi sappiamo che la «guerra climatica» è una triste realtà. Lo sappiamo anche grazie alla denuncia di Fabio Mini, generale della Nato.
Secondo Mini: «La guerra ambientale non è più solo una ipotesi: è già in atto. Ma guai a dirlo, si passa per pazzi».
«La bomba climatica è la nuova arma di distruzione di massa a cui si sta lavorando in gran segreto per acquisire vantaggi inimmaginabili su scala planetaria. Alluvioni, terremoti, tsunami, siccità, cataclismi. Uno scenario che purtroppo non è più fantascienza».
«I militari hanno già la capacità di condizionare l’ambiente: tornado, uragani, terremoti e tsunami alterati o addirittura provocati dall’uomo sono una possibilità concreta»[3]

Se è vero quello che dice il generale, oggi i militari possiedono e usano una tecnologia in grado di modificare a proprio piacimento il clima di una regione.
Per cui se il governo di un paese qualsiasi non si sta comportando secondo il ruolino di marcia imposto dal regime, il Sistema può interferire direttamente e/o indirettamente sul clima (Haarp, scie chimiche, ecc. ma anche sul lato economico-finanziario e sanitario con epidemie) facendo piegare le ginocchia ai governanti di turno.
Viene da sé che in uno stato di calamità o di crisi diventa molto complesso portare avanti le proprie politiche per chi è al comando, anche perché essendo ancora dentro il meccanismo europeo (vera e propria prigione che ha di fatto cancellato le sovranità), non si possono mettere in atto politiche economiche e monetarie (stampare moneta per esempio), per cui si finirà incastrati ancor di più nella morsa degli aguzzini. A meno che…

Con questo non si vuole affermare che la situazione post-apocalittica che stiamo vivendo in queste ore in Italia sia una macchinazione diabolica di qualche mente perversa, ma la sincronicità quasi perfetta con gli altri accadimenti economico-finanziari fa sorgere almeno qualche dubbio...
Nonostante tutto questo bailamme economico-finanziario-climatico, il Regime che sta facendo di tutto per non perdere il potere acquisito è prossimo al collasso. E lo sanno alla perfezione.
Quello che è in atto - ignorato e oscurato volutamente dai media mainstream - è un profondissimo e inesorabile risveglio di coscienze. Certamente un processo lento, ma inesorabile e inarrestabile.
E va anche detto che dietro a questo movimento, altri governi stanno lavorando nell’ombra, non per contrastarlo ma per agevolarlo…

Note

[1] Diego Fusaro citazione

[2] «Hanno progettato il golpe. Per aggiotaggio», Maurizio Blondet, www.maurizioblondet.it/hanno-progettato-il-golpe-dijsselbloem-lo-ha-ammesso/

[3] «Clima impazzito? No è guerra climatica» Fabio Mini generale Nato,

 http://retenews24.it/clima-impazzito-no-e-guerra-climatica-parla-il-generale-nato-ecco-costa-accadendo-davvero-e-cosa-accadra-entro-il-2025/

Marcello Pamio

Paul Hewson detto Bono, leader degli U2 perde la voce in pieno concerto e il gruppo è costretto ad interrompere ed annullare lo show.
Nel sito della band irlandese sono ovviamente tutti: «dispiaciuti per la cancellazione di stanotte. Bono era in gran forma e con una gran voce prima del concerto e aspettavamo tutti la seconda serata a Berlino. Ma dopo poche canzoni, ha perso completamente la voce».[1]
Fin qui nulla di strano.
«Non sappiamo cosa sia successo e abbiamo consultato il medico», riferiscono ancora gli altri membri degli U2.
Ci auguriamo che il medico interpellato conosca le «Leggi Biologiche», perché solo così potrà dare una interpretazione seria.

Ovviamente il flop del concerto non scalfirà minimamente le sue sconfinate ricchezze: un patrimonio immobiliare (planetario) da sceicco, un parco macchine da emiro, tenore di vita da faraone e un’attrazione fatale per la grande finanza, per la Borsa. Con un patrimonio personale, a detta di «Daily Mail» quantificato in circa 1 miliardo di sterline![2]
Soldi a parte, quello che è accaduto a Bono è l’esatta fotocopia di ciò che ha vissuto Jovanotti qualche mese fa, quando il 14 aprile dopo aver fatto una tristissima marchetta pro-vaccini a Bologna durante un concerto dal vivo, gli viene un misterioso edema alle corde vocali che causa il rinvio della data successiva del 16 aprile.
Una laringite indica «spavento»: per quale motivo Jovanotti è «rimasto senza parole»? E’ stato minacciato? Gli hanno imposto di propagandare la bontà delle vaccinazioni?
Tornando ai diversamente-irlandesi, non tutti sanno che in occasione del loro tour alla «Mercedes Benz Arena» di Berlino, Bono avrebbe dovuto prendere una netta posizione sul tema dei migranti e contro le attuali correnti nazionaliste e sovraniste che stanno dilagando negli ultimi mesi in Europa.[3]
Il leader è stato chiarissimo a riguardo: nel corso del live berlinese, la band sventolerà fieramente sul palco la bandiera dell’Unione Europea, simbolo della coesistenza pacifica dei popoli, dell’integrazione e della cultura di un continente di cui la band è fiera di far parte[4].
In un’intervista esclusiva concessa al giornale tedesco «Faz», Bono ha motivato in modo più approfondito le ragioni di questa scelta politica: «l’Europa è un pensiero che deve trasformarsi in un sentimento» ha dichiarato l’artista irlandese.
Ufficialmente Bono sarebbe molto attento alle tematiche umanitarie, in realtà Vox e la band hanno completamente abiurato le loro origini, il cambiamento e la ribellione che incarnavano quando hanno iniziato a suonare.
La loro apparente perdita di memoria è giustificata da almeno 1 miliardo di buonissime ragioni…
La memoria però è perfetta quando si tratta di scegliere il deposito dei loro quattrini, visto che nel 2005 gli U2 trasferirono il domicilio fiscale della «U2 Limited» in Olanda, più esattamente nel paradiso delle Antille Olandesi, proprio mentre Bono denunciava il liberismo senza cuore di Dublino.
«Il debito pubblico mi fa rabbrividire» ha detto il cantante al quotidiano «Guardian», chiedendone la cancellazione, ma poi coprendo di elogi personaggi del Sistema stesso, come Clinton e Blair….

Quindi Bono è contrario al debito pubblico degli altri, ma quando i soldi sono suoi, fa di tutto per nascondersi al fisco e non pagare le tasse.
Ma forse qualcosa sta cambiando, e la sua voce ne è testimone….

Edema alle corde vocali
Va precisato subito che la laringe si attiva con lo spavento, mentre i bronchi con la minaccia.
Secondo le straordinarie «Leggi Biologiche» l’edema delle corde vocali con conseguente afonia è un processo infiammatorio che va a «riparare» una situazione nella quale si è provato uno spavento...qualcosa che ha «lasciato senza parole». Il sentito biologico (che precede lo stato coscienziale) è esattamente questo: un sussulto che attiva l’epitelio della laringe per permettere di «tirare dentro più aria per poi gridare più forte».
Quando arriva lo spavento la persona si sente ammutolita, senza parole, senza fiato.
E ovviamente basta una semplice telefonata per innescare il tutto…
Poi finalmente con il concerto si rimuove l’origine dello spavento, cioè quello che è stato imposto e/o minacciato, e la laringe va in «riparazione» creando edema e lasciando «senza parole» (esattamente la sensazione provata al momento del trauma).
Il cantante ha iniziato il concerto e - guarda caso - la voce lo ha abbandonato.
Caso da manuale.
Bono per caso è stato minacciato? O gli hanno «imposto» di farlo?
Per quasi tre decenni «nella sua veste di figura pubblica si è fatto megafono di idee elitarie, sostenendo soluzioni inefficaci, trattando i più poveri con superiorità e leccando il culo ai ricchi e ai potenti»[5], e ora cos’è successo? Come mai questo conflitto, forse sta cambiando qualcosa?

[1] Ansa, 3 settembre 2018, www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2018/09/02/bono-perde-la-voce-u2-interrompono-concerto-a-berlino-_cf3d206d-e929-47e5-92f4-b914e3141cbe.html

[2] https://www.lettera43.it/it/articoli/cultura-e-spettacolo/2014/01/13/bono-le-ombre-sul-cantante-irlandese/107887/

[3] «U2: Bono dichiara ‘sventoleremo la bandiera dell'Unione Europea durante il tour a Berlino’» http://www.soundsblog.it/post/513797/u2-bono-dichiara-sventoleremo-la-bandiera-dellunione-europea-durante-il-tour-a-berlino

[4] Idem

[5] Harry Browne, libero docente alla «School of Media del Dublin Institute of Technology»

Maurizio Blondet  - 23 agosto 2018 

Allora,  sunteggiamo le iniziative della magistratura.
Il pm di Agrigento sale sulla «Diciotti» e apre un fascicolo «contro ignoti» per «sequestro di persona». Ha di mira Salvini, ovviamente.
Pm di Genova: manda la Finanza negli uffici di Autostrade a sequestrare «computer e telefonini» della dirigenza.
Otto giorni dopo il collasso del Ponte Morandi. Dicesi otto giorni.
Tanto tanto tempo per cancellare le email, far sparire i video (già fatto), azzerare i server, insomma far sparire prove?  Domando, mi limito a domandare.

Commento di uno che passa (io non c’entro, signor giudice):
«In un paese normale la magistratura avrebbe sigillato immediatamente uffici e server di Autostrade per l’Italia, per evitare manomissioni e distruzione di prove».
«Se durante lavori ristrutturazione di un condominio si stacca cornicione e ci scappa il passante morto giorno dopo sono indagati per omicidio colposo: Amministratore Condominio, Ing. Direttore dei lavori, Responsabile Sicurezza Cantiere, Titolare Impresa. A Genova ad oggi nessuno»: un ex amministratore di condomini. Lo perdoni, signor giudice.

Un altro: «Mi preoccupa molto come sta avendo la magistratura. Passata una settimana non abbiamo ancora un iscritto al registro degli indagati».
Una settimana, e nemmeno non solo un imputato, nemmeno formulato un capo d’imputazione. Non sanno di cosa accusare chi.

Titolo di giornale del 20 agosto:
Genova, la Procura: «Cerchiamo filmato del crollo. Per ora nessun indagato».
Il filmato del crollo che non c’è più. Hanno sequestrato le macerie, ma ancora non hanno perquisito la sede della concessionaria.
Passano i giorni.
Commento di uno che passa (io ne prendo vigorosamente le distanze, signor procuratore)
«Ovvero: stiamo disperatamente prendendo tempo per trovare un modo per salvare i Benetton».

Un altro (ma io mi dissocio):
«Come mai l’iscrizione nel registro degli indagati è sempre un ‘atto dovuto’ e stavolta dopo una settimana… Nessuno! Devono ancora capire come si chiama la società che gestiva, e gestisce tuttora, quella strada? Stanno cercando l’indirizzo?».

Un altro che passa: «Ho un orrendo presentimento».
Da questo commento non mi dissocio. Ho un orrendo presentimento anch’io. Dovuto alla mia esperienza di vecchio giornalista.
Rafforzato dal fatto che i Benetton non solo hanno offerto una cifra ridicola alle vittime del disastro, ma dopo qualche ora, hanno ripreso sicurezza e, stanno cominciando ad accusare il governo di aver fatto cadere il titolo. Non è stato il crollo del ponte a farlo cadere in Borsa, ma gli strilli di Salvini e Di Maio contro la società concessionaria, a cui il governo precedente ha abbandonato un monopolio naturale, lo libertà di fare profitti che emulano soltanto lo spaccio di droga, e l’autocontrollo sugli investimenti: che infatti sono un terzo di quelli pattuiti e necessari.

Insomma: sono loro, i Benetton, che pretendono i danni dallo Stato. Lo fanno con uno stuolo di avvocati potentissimi, fra cui la nota Paola Severino: quella che ha fatto la ministra della “giustizia” nel governo Monti, per sottolineare da che parte sta. Nessun sospetto di conflitto d’interesse, tutto legale. Ovvio, questi si sono fatti le leggi a loro vantaggio, dunque tutto ciò che fanno loro è legale per definizione.
Io ho un bruttissimo presentimento: non avrete mai più il vostro ponte, o genovesi. Non lo rifaranno certo i Benetton - perché dovrebbero spenderci un centesimo, ormai? - né potrà farlo il governo, perché dovrà rifondere i miliardi necessari agli “azionisti” di Atlantia, oltre che ai Benetton che sono stati così danneggiai dalle esternazioni di Salvini.
Tenete d’occhio soprattutto la class action americana, avviata dallo studio legale Bronstein, Gewirtz & Grossman” (jjj) il quale «sta esaminando potenziali rivendicazioni per conto di acquirenti» dopo che, sulla notizia della possibile revoca della concessione e di una sanzione «il prezzo delle azioni è sceso di 1,66 dollari, o del 13,7%, per chiudere a 10,45 dollari il 16 agosto».

La Class action non lascerà che le briciole in Italia
Questo studio legale vanta speciale «competenza nella ricerca aggressiva di richieste di contenzioso».  Chi conosce queste capacità aggressive, sa già cosa accadrà: si prenderanno tutti i miliardi gli americani per conto dei loro azionisti, poi Atlantia opportunamente «fallirà», ossia resterà senza un soldo insomma; ai genovesi e alle vittime non resteranno nemmeno le briciole.
Anche perché era fin dall’inizio chiaro che i Benetton, di soldi loro, non ne hanno messo uno. «Non hanno investito niente, comprarono Autostrade con i soldi di Autostrade», come ha spiegato il trader Gianni Zibordi.
Hanno creato una società apposta che ha fatto un debito immane, poi - ottenuta la concessione da Prodi, D’Alema e soci - l’hanno fusa con Autostrade, a cui hanno accollato l’immane debito: «Hanno fatto il debito e lo stanno ripagando coi profitti del pedaggio - queste sono vere rapine, non quelle in banca», commenta Zibordi. Che non lo senta un PM, perché potrebbe aprire un fascicolo contro di lui per diffamazione: tutto ciò che i Benetton hanno fatto è perfettamente legale. Per forza. Dimostra chiaramente che stavano ancora pagando il debito coi pedaggi; finita la concessione, finiti i pedaggi, eccoli nullatenenti.
Naturalmente, restano miliardari. «Chiunque legga bilanci di Atlantia e Autostrade sa che i profitti netti sono stati più di 12 miliardi dal 2001 e le tasse che pagano sono circa un 24%….».
Ma andate pure a reclamare i loro possedimenti fra i Mapuche. O in Lussemburgo il paradiso fiscale nel centro della UE.

Manifesto: sempre dalla parte dell’azionista
Uno che passa: «E’ la procura di Genova, ragazzi» (mi dissocio).
Claudio Borghi «il PM che ha disposto il sequestro dei conti della Lega».
http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2017/09/15/pm-genova-non-contro-lega-ma-pro-camere_8f26623a-9697-4da9-a67b-2a95ce3dafbb.html

Francesco Cozzi, il PM che ha aspettato otto giorni prima di far perquisire gli uffici di Autostrade ed elevare un’imputazione, risulta dalla sua biografia ufficiale, è stato «direttore dell’Ufficio rapporti con il Parlamento nel Gabinetto del Ministro della Giustizia prof G.M. Flick».
Insomma, il pm Cozzi ha avuto un incarico altamente politico e di parte nel governo Prodi. Uno (maggio ’96-ottobre ’98), ed ora stava occupandosi di colpire la Lega “dando la caccia” ai suoi miliardi scomparsi, quando è crollato il ponte: proprio in tempo, era stato appena nominato procuratore capo a Genova.
Non c’è qui un conflitto d’interesse? Non ha dato prova, il dottor Cozzi, di militare politicamente  per la parte politica avversa all’attuale governo, quella che ha tutto da perdere se un giudice solleva il segreto di Stato sulla concessione di Autostrade, e lo scambio di favori che non può non nascondere?

Non lo chiedete però, perché aprono un fascicolo contro di voi perché avete mancato di rispetto. E sono un sacco di spese, anche nel caso (improbabile) che veniate assolti.
Chiedere lo spostamento dell’istruttoria per legittima suspicione? Non scherzate - e non mancate di rispetto. Per queste cose, la magistratura ha tutto il tempo.
Per la mia diretta esperienza (avevo intervistato il tassista Cornelio Rolandi appena tornato da Roma dove aveva riconosciuta Valpreda come il passeggero che aveva portato a Banca dell’Agricoltura il 12 dicembre 1969), fui chiamato a Catanzaro dove l’ennesimo processo era stato spostato “per legittima suspicione”, dopo sentenze di Cassazione: dieci anni dopo. Il tassista Rolandi era morto da anni, anche se aveva lasciato una dichiarazione giurata sul letto di morte in cui confermava che il passeggero era Valpreda. Vista la convocazione con le solite minacce se non mi presentavo, mi feci il viaggio in treno da Milano a Catanzaro. Confermai ciò che avevo scritto nell’articolo, apparso su «La Domenica del Corriere», sotto il Natale 1969. Il presidente della Corte mi intimò di esibire il taccuino degli appunti di allora: di dieci anni prima. Dissi che non l’avevo tenuto, avendo però scritto l’articolo su «La Domenica del Corriere». «Bel giornalista è lei!», mi disse. Io avrei dovuto rispondere: «Bei giudici siete voi, che in dieci anni ancora non avete dato un colpevole alla strage di piazza Fontana».  Ma naturalmente tacqui.

Per il motivo che Pierpaolo Pasolini aveva scritto sul «Corriere» il 28 settembre 1975, dopo aver esordito: «Gli italiani vogliono consapevolmente sapere quale sia la realtà dei cosiddetti golpe fascisti.
Gli italiani vogliono consapevolmente sapere da quali menti e in quale sede sia stato varato il progetto della «strategia della tensione» (prima anticomunista e poi antifascista, indifferentemente).
Gli italiani vogliono consapevolmente sapere chi ha creato il caso Valpreda.
Gli italiani vogliono consapevolmente sapere chi sono gli esecutori materiali e i mandanti, connazionali, delle stragi di Milano, di Brescia, di Bologna.
….concludeva:
«Ma, mentre contro gli uomini politici, tutti noi, cari colleghi della ‘Stampa’, abbiamo coraggio di parlare, perché in fondo gli uomini politici sono cinici, disponibili, pazienti, furbi, grandi incassatori, e conoscono un sia pur provinciale e grossolano fair play, a proposito dei Magistrati tutti stiamo zitti, civicamente e seriamente zitti.
Perché?
Ecco l’ultima atrocità da dire: perché abbiamo paura».
http://videotecapasolini.blogspot.com/2015/11/pasolini-il-mondo-28-agosto-1975-il.html

Un mese più tardi, Pasolini venne ucciso.

Sarà così anche stavolta. Fra dieci anni, forse, la “giustizia” rifarà il processo che Cozzi ha cominciato, mandandolo per legittima suspicione che so, a Potenza, a Roccella Jonica, in un posto del Sud difficile da raggiungere. Nel frattempo, Salvini sarà in galera, i Benetton liberi, e liberi i Delrio, i Letta che stanno nei loro consigli, i Renzi e i Gentiloni, tutti quelli che hanno stipulato loro la concessione senza  che spendessero un soldo dei loro, prolungando la concessione per decenni (perché potessero pagare il debito). Sarà libero Mario Draghi che ha comprato per la Banca Centrale azioni di Atlantia…
«Nel conto mettere anche i bond Atlantia ed autostrade comprati dalla #ECB stampando moneta per acquistare debito corporate …il 25% degli acquisti totali è fatto sul primario. ‘funding secure’».
La BCE che non compra titoli di debito pubblico direttamente dagli Stati, sul primario, (perché sono corrotti), però compra titoli di debito privati direttamente da privati che lucrano indebitamente da un monopolio naturale.
Ci ha investito anche Draghi…l’Europa…
Ma non mettiamo troppa carne al fuoco.

Una cosa posso dirvi per certo: che il ponte non sarà mai ricostruito, le famiglie mai risarcite, e voi genovesi - metterete ore per andare da ponente a levante. Se ci sarete ancora dei genovesi, chiaro: il porto ovviamente avrà perso il suo traffico, a vantaggio di Marsiglia, e non avrete più decine di migliaia di posti di lavoro (non mi dispiace per via dei camalli, pagatissima lobby rossa, avrà quel che si merita).  Vi conviene migrare.
Ovviamente il 60% della popolazione italiana sarà composta da negri - pardon, di immigrati e bambini che fuggono dalle guerre e dalla fame, perché la Diciotti sarà stata rimessa ad emulare «Open Arms» ed «Aquarius». Ogni giorno, i media vi ricorderanno quanto siete razzisti, perché uno avrà lanciato un uovo contro un “rifugiato” o un controllore reagito dopo essere stato picchiato dalle bande di nigeriani….

Ma è colpa vostra, italiani.
Perché non avete ascoltato il consiglio urgente di Danilo Quinto, fuoriuscito dai Radicali perché convertito alla fede, e rimasto grande animale politico:
«Di fronte all’ennesima iniziativa della magistratura contro Salvini, ai processi mediatici che ogni giorno Salvini subisce, a una Guardia Costiera che non obbedisce agli ordini ricevuti, bisogna agire nell’immediatezza, convocando il popolo italiano ad una grande, immensa manifestazione di piazza. Fatelo subito ed azzerate le responsabilità a tutti i livelli nei Ministeri, prima che sia troppo tardi».
Forse è già tardi.
Come sempre, quando l’oligarchia sinistra perde, a fare il lavoro entra “la giustizia”. Frase che immediatamente mi rimangio, mi scusino le procure.

(Avrei solo una domanda. Al dottor Piercamillo.  Quello che voleva rivoltare l’Italia come un calzino, l’eroe di Mani Pulite, quello per cui la magistratura è pura e la politica è corrotta, oggi capo dell’ANM il potentissimo sindacato dei giudici. Ma non oso fargliela: perché ho paura, dottor Piercamillo.

Si faccia i complimenti da solo)

 

Tratto dal sito di Maurizio Blondet https://www.maurizioblondet.it/ho-un-orribile-presentimento-nessuno-ricostruira-il-ponte-morandi-e-salvini-in-galera/ 


I primi a lanciare l’allarme sul Ponte Morandi sono stati i responsabili di «Autostrade per l’Italia» nel 1994. La società all’epoca era pubblica.
Motivo dell’allarme: il ponte era stato progettato per sostenere un traffico giornaliero di 20 mila automezzi, mentre già nel 1994 ne passavano 60 mila.
A seguito dell’allarme il governo di Silvio Berlusconi (1994-1995) stanzia 40 miliardi di lire per interventi di urgenza, e subito dopo approva il progetto chiamato «Passante di Genova».
Cominciano così bandi, commesse, appalti e tutto ciò che serviva per iniziare i lavori.
Ma il governo Berlusconi cade nel 1995, e arriva per un solo anno quello di Lamberto Dini (1995-1996), per poi lasciare il posto a Romano Prodi (1996-1998).
Il ministro dei Trasporti e della navigazione (1996-1998) è un certo Claudio Burlando del PD, ex sindaco di Genova (1992-1993) ed ex governatore della Regione (2005-2015).
Iniziano così le prime forti opposizioni al progetto che arrivano dalla sinistra radicale, con in testa Rifondazione Comunista, che nel governo aveva un certo peso.
Il Ministro, per salvare il governo Prodi, boccia il progetto.
Quindi la prima bocciatura del cosiddetto «Passante di Genova» fu opera della sinistra!

Una volta bocciato il progetto la società Autostrade bloccò tutto pagando perfino le penali alle imprese che avevano vinto gli appalti e iniziato i lavori.
Ritorna in carica il governo Berlusconi (2001-2006) e nella «Legge Obiettivo», tra le grandi opere necessarie, reinserisce il progetto che però nel frattempo cambia nome e diventa la «Gronda di Genova».
Autostrade presenta ben 5 diversi progetti.
Quando finalmente sembra sia tutto pronto per partire, si mette in mezzo Marta Vincenzi (futura PD) che all’epoca è Presidente della Provincia di Genova (1993-2002), poi sindaco dal 2007 al 2012, dicendo che quei progetti non vanno bene. Il parere della Provincia è vincolante!     
Di nuovo un esponente di quello che sarebbe diventato il Partito Democratico si mette di traverso alla grande opera.
Le opposizioni arrivano anche a livello imprenditoriale. Il gruppo che più si oppone fu Ansaldo Energie di Finmeccanica, perché la «Gronda», secondo loro, avrebbe messo a rischio 2800 posti di lavoro in quanto i loro fabbricati avrebbero dovuti essere spostati di centinaia di metri.


L’umorismo cosmico non ha rivali: ora il Ponte gli è praticamente quasi crollato sulla testa (foto qui sopra).
Quindi le responsabilità di aver bloccato e impedito il «Passante» e/o «Gronda» hanno nomi e cognomi ben precisi, e tutto ciò è avvenuto in un momento in cui il Movimento 5 stelle non esisteva neppure.

La madre delle privatizzazioni
Ma per comprendere meglio il quadro e tutti i vari passaggi, è necessario fare un saltino indietro nel tempo, agli inizi degli anni Novanta.
In pratica è l’anno cruciale in cui un manipolo di uomini palesemente al servizio del cartello finanziario internazionale ha ceduto ogni nostra sovranità.
Tutto infatti ebbe inizio nel 1992 quando il cartello finanziario internazionale mise gli occhi e le mani sul nostro paese con la complicità e la sudditanza di una nuova classe politica imposta dal cartello stesso.
Per esempio l’operazione Tangentopoli (casualmente in quell’anno) servì proprio da spartiacque, e cioè a togliere il vecchio per far posto ai nuovi «camerieri dei banchieri» (Ezra Pound).

Sono momenti storici importantissimi.
E’ l’anno in cui in soli 7 giorni cambia il sistema monetario italiano, che viene sottratto dal controllo del governo e messo nelle mani della finanza speculativa. Privatizzano gli istituti di credito e gli enti pubblici; è l’anno in cui viene impedito al ministero del Tesoro di concordare con la Banca d’Italia il tasso ufficiale di sconto (costo del denaro alla sua emissione), che viene quindi ceduto a privati. E’ l’anno della firma del Trattato di Maastricht (7 febbraio).
Il 12 marzo viene assassinato il parlamentare siciliano Salvo Lima (1928-1992)
L’anno dell’attacco speculativo di George Soros.


L’ebreo ungaro-statunitense mediante due banche, la tedesca Deutsche Bank e la statunitense Goldman Sachs (il cui consigliere italiano era Romano Prodi) attaccò l’Italia, e i due picchi speculativi si ebbero, casualmente, in corrispondenza delle due stragi: 23 maggio (Capaci) e 19 luglio (Via D’Amelio). Il governatore di Banca d’Italia era Carlo Azeglio Ciampi, che riuscì a far vaporizzare 60.000 miliardi di lire, in pratica tutte le riserve dell’istituto centrale, acquistando marchi inutilmente. Per i suoi servigi Ciampi divenne Presidente della Repubblica….
L’attacco speculativo del «terrorista finanziario» Soros (attualmente guru e consigliere della sinistra italiana), riuscì a deprezzare la lira di quasi il 30%, permettendo l’acquisto da parte degli avvoltoi dei nostri gioielli di Stato a prezzi di saldo.
L’11 luglio 1992 Giuliano Amato prelevò forzatamente, con un decreto retroattivo al 9 luglio, dai conti correnti degli italiani il 6 per mille.
Il 2 giugno 1992 (in spregio alla festa della Repubblica) e a pochi giorni dalla strage di Capaci, avvenne una delle più eclatanti cospirazioni mai avvenute: la riunione sul «Britannia», il panfilo della Regina Elisabetta II.
Scopo: cedere banche e gioielli dello Stato ai potentati finanziari internazionali.
Tutto il Gotha della finanza internazionale attracca a Civitavecchia con lo yacht della Corona inglese. Sono venuti fino a qui a fare incetta delle migliori aziende e ad arruolare quelli che saranno i loro fedeli servitori al governo del paese, a cui garantiranno incarichi di prestigio.
Il maggior beneficiario è Mario Draghi e tra i più benemeriti Romano Prodi, Beniamino Andreatta, Carlo Azeglio Ciampi, Giuliano Amato, Massimo D’Alema.
Più o meno personaggi che bazzicano dentro e fuori alle riunioni del Club Bilderberg, Commissione Trilaterale, Aspen Institute e in altre organizzazioni del capitalismo speculativo angloamericano.
Presenti ovviamente le banche d’affari tipo Goldman Sachs ma non solo.
Il resto è storia…

Come l’eclatante svendita dell’Iri (Istituto di Ricostruzione Industriale) che aveva circa 1.000 società, fiore all’occhiello del nostro paese. Fu smembrato e svenduto, sotto la presidenza di Romano Prodi (dal 1982 al 1989 e durante un periodo tra il 1993 ed il 1994). Prodi che per questi servigi venne premiato con l’ascesa alla presidenza del Consiglio e poi alla Commissione Europea...
A proseguire l’opera di smembramento delle aziende di Stato ci penserà Massimo D’Alema, che nel 1999 favorirà la cessione, tra le altre, di Autostrade per l’Italia e Autogrill alla famiglia Benetton, che di fatto hanno così assunto il monopolio assoluto nel settore del pedaggio e della ristorazione autostradale.
Un’operazione che farà perdere allo Stato italiano miliardi di fatturato ogni anno.
In quegli anni il presidente dell’Iri era Gian Maria Gros-Pietro, uno che nel 2001 venne convocato alla riunione del Bilderberg in Svezia, insieme a Mario Draghi e un certo Mario Monti.
Entrambi saranno ampiamente ripagati dal cartello stesso…
Gian Maria Gros-Pietro, che nel 1992 era presidente della Commissione per le strategie industriali nelle privatizzazioni del ministero dell’industria, nel 1994 diviene membro della Commissione per le privatizzazioni, istituita, guarda caso da Mario Draghi…

Per maggiori informazioni

La prima parte dell’articolo è la trascrizione del seguente video di Social TV
«Volete nomi e cognomi dei responsabili politici per Genova?» Social TV, video
https://www.youtube.com/watch?v=CdkYMREuYMA

La seconda parte dell’articolo è tratta dal seguente articolo
«Prodi, Draghi & C: chi ha regalato l’Italia, autostrade incluse»
http://www.libreidee.org/2018/08/prodi-draghi-c-chi-ha-regalato-litalia-autostrade-incluse/

 

 

Marcello Pamio 

Il nuovo pericolo per l’informazione italiana di Regime ha finalmente un nome e cognome.
A sorpresa dal cilindro magico del governo giallo-verde, nell’elenco dei papabili per dirigere la Rai di Viale Mazzini, è saltato fuori il suo nome, e questo ha fatto tremare il terreno sotto i piedi dell’establishment.
Al Sistema, le cose non programmate, cioè quelle che escono dalla loro agenda irritano non poco, figuriamoci se poi al comando dei canali nazionali, cioè della Rai - Radiotelevisione Italiana - viene proposto Marcello Foa.
Quando è troppo è troppo, e mettere a capo dell’informazione un uomo libero non è ammissibile e accettabile nel Paese delle banane.

La sincronicità ha sempre il suo fascino: con l’apparizione del suo nome a livello mediatico è partita una campagna vergognosamente faziosa con lo scopo di demolire la figura professionale del giornalista italo-svizzero. Stiamo parlando di uno che ha lavorato sotto Indro Montanelli come capo redattore agli Esteri, una delle redazioni chiave del «Giornale», e ultimamente ai vertici del «Corriere del Ticino». Ha scritto libri, insegnato, tenuto conferenze in giro per il mondo, e spiegato (ecco il vero problema) come funzionano la manipolazione e gli inganni dell’informazione.
Insomma un curriculum che moltissimi dei direttori passati alla Rai si sognano. Ma in Italia il curriculum non conta, perché quello che fornisce il lasciapassare sono gli scheletri nell’armadio, o una tessera elettorale ben precisa, oppure la fratellanza ad una loggia…

Foa essendo estraneo a tutto ciò, per la massonica stampa progressista è un pericolo. Da qui gli attacchi perché sarebbe sovranista, populista, filorusso, no-vax, e addirittura (pensate), perché scrive libri sulle Fake News. Roba da peste bubbonica per coloro che comandano dalle sale ovali.
Hanno buttato sul calderone perfino l’accusa di vilipendio al capo dello Stato, perché qualche mese fa, dopo le incresciose dichiarazioni di Sergio Mattarella, Marcello Foa avrebbe detto che il presidente risponde ai mercati e all’Europa. Abominio inaudito…
Ancora devo capacitarmi di cosa avrebbe detto di così strano. Dovremmo forse chiederlo alle mezze calzette di pseudo-giornalisti alla mercé di una sinistra ormai allo sbando totale.
Mattarella dopo le elezioni popolari non si è comportato da presidente della Repubblica ma da uomo del Sistema tecnobancario europeo. Tutto qua.

Ma l’apoteosi dell’accanimento mediatico è stata raggiunta sabato 28 luglio alle ore 16:37. «Casualmente - come ha scritto l’amica Enrica Perucchietti - nel pieno della discussione per  la sua nomina alla presidenza RAI, è stata modificata la pagina wikipedia di Marcello Foa, aggiungendo la sezione ‘Controversie’ (prima inesistente, e la cronologia lo prova) in cui viene denigrato come un ‘complottista’ per aver sostenuto l’esistenza di false flag e per aver parlato della teoria gender».
Avete capito? Qui abbiamo a che fare con esperti stacanovisti, che lavorano anche di sabato pomeriggio pur di manipolare e falsificare le informazioni, per distruggere la reputazione di un uomo, molto pericoloso, perché libero! Peccato che la cronologia di wikipedia ha registrato le prove...

Giornalisti venduti
Stranamente i grandi giornalisti della carta stampata, quelli che oggi criticano aspramente Marcello Foa, si sono dimenticati di scrivere della (loro) collega Monica Maggioni, ex presidente Rai che è anche alla guida della pericolosissima e losca «Commissione Trilaterale»[1], oppure della «rossa col gomito appoggiato», come chiamava il grande Giorgio Gaber Lilli Gruber, che figura nel Comitato Direttivo di un altro gruppo elitario potente, il «Bilderberg»[2]. L’elenco da fare sarebbe lungo.
Questi personaggi vanno bene al Sistema (e quindi anche ai loro zerbinati giornalisti) perché fanno parte del Sistema stesso, mentre un giornalista libero, senza fronzoli e bandierine, senza appartenenza alcuna diventa un problema nazionale!
Si è scomodato perfino Silvio Berlusconi che ha criticato la scelta del giornalista, dicendo che Forza Italia voterà contro la linea del governo.
Stiamo parlando di un uomo morto politicamente e probabilmente anche fisicamente.
Il Silvio che vediamo infatti è un clone, perché il vero si trova in una cella criogenica.
Si è fatto ibernare nella speranza che tra qualche decennio, al suo risveglio, abbiano risolto l’annoso problema del trapianto di capelli.

Toupè a parte, complimenti al neogoverno per la performance magica: estrarre il nome di Marcello Foa come Direttore Rai è stata una prestidigitazione unica. Ha messo in luce il problema dell’informazione in Italia.
Se anche la Commissione di Vigilanza boccerà il nome (e mi auguro di no), inventandosi motivazioni assurde, oramai il danno è fatto e sempre più persone capiranno il giochetto. Prenderanno coscienza che in Italia vige una dittatura vera e propria! Per cui non ha alcun senso pagare il canone e acquistare i quotidiani…
La fine dei tempi è prossima per il Sistema…

Note:

[1] «Commissione Trilaterale», www.trilaterale.it/Elenco_Soci_TC_Gruppo_Italiano_maggio2018.pdf

[2] «Bilderberg Group», http://bilderbergmeetings.org/steering-committee.html

L’«Aspen Institute for Umanistic Studies» venne fondato nel 1949 ad Aspen nel Colorado da Robert Maynard Hutchins, Gran Commendatore dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, una branca della Side Masonry, l’alta massoneria Britannica. Presidente dell’Università Rockefeller di Chicago fra il 1929 e il 1950, creatore assieme a Giovanni A. Borghese nell’immediato dopoguerra del Movimento per il Governo mondiale, direttore della programmazione della Fondazione Ford all’inizio degli anni 50, Hutchins era in rapporto con Aldous Huxley per lo studio delle droghe; venne coinvolto negli anni Sessanta, ormai in pensione in un traffico di droga. 
Al momento della fondazione, Hutchins era fiancheggiato da numerosi fabiani (membri della Fabian Society) del CFR (Council on Foreign Relations, Consiglio per le Relazioni Estere, il vero governo ombra americano) e del RIIA britannico (Royal Institute of International Affairs, l’omologo britannico del CFR) i quali, dietro il paravento degli “studi umanistici”, puntavano in realtà a cooptare personaggi del mondo economico e industriale per orientarli verso analisi e prospettive “globali”, leggi mondialiste in senso tecnocratico, e inserirli quindi nei quadri di governo dei rispettivi paesi.

Negli Stati Uniti l’Aspen Institute ha sedi ad Aspen e a Washington, mente in Europa dispone di una rete, costituita in successione, di centri di attività fra loro collegati coordinati. Così nel 1974 venne fondata la sede di Berlino, seguito da quella di Roma nel 1985, con un ufficio a Milano (successivamente anche a Roma); nel 1994 fu la volta di Lione, e per rimanere in Europa, quella di Bucarest nel 2006. Tokyo ebbe la sua sede nel 1998 e Nuova Delhi nel 2004.

Alla guida dell’Aspen Institute è stato lungo Robert O. Anderson, ex segretario del tesoro americano, uno dei direttori del CFR, membro del Bilderberg e della Commissione Trilaterale, giornalista dell’Observer (della famiglia degli Astor) e dirigente della multinazionale petrolifera Atlantic Richfield Corporation (ARCO) dei Rockefeller.
Nel 1974 la Fondazione di Anderson ha finanziato i movimenti ecologisti per imporre le energie cosiddette “alternative” all’energia nucleare, muovendosi di concerto con l’Aspen Institute, che godeva degli stessi finanziamenti dell’Atlantic Richfield.

Secondo quanto espresso nel corso di un convegno tenuto a Venezia il 5 settembre 1986, dall’allora presidente della sezione italiana, l’israelita Gianni De Michelis - presente anche ai simposi di Davos dello World Economic Forum - il fine dell’Aspen è quello di mettere attorno a uno stesso tavolo i protagonisti di maggior rilievo del mondo politico, economico, finanziario per formulare suggerimenti e proposte…
Trattasi di intenzioni assai prossime a quelle del Bilderberg, ma in un rapporto di subordinazione rispetto a quest'ultimo e con valenze spiccatamente culturali, di formazione di quadri per l’establishment, e anche economiche, monetarie e commerciale.

L’Istituto Aspen organizza nelle varie nazioni uno o due seminari all’anno, secondo le necessità, per fare il punto sulla situazione economica, commerciale e finanziaria, il rapporto a quella politica del momento, con la partecipazione di personalità e quadri dei governi europei, americani e giapponesi.
Annotiamo che l’Aspen Italia è stato guidato fino ai primi di febbraio 1995 dall’allora capo del Governo Giuliano Amato. Gli successe Carlo Scognamiglio, ministro della Difesa, mentre Romano Prodi, leader del centro sinistra, il 2 febbraio dello stesso anno veniva nominato “vice presidente vicario”.
Alle sedute dell’Istituto Aspen Italia, mescolate personaggi di spicco del mondo politico ed economico italiano come Giorgio Napolitano, Giulio Tremonti, Enrico Letta, Mario Draghi, Carlo Azeglio Ciampi, Francesco Cossiga, si ritrovano, sempre in omaggio al principio osmotico che vige nelle società di stampo massonico, personaggi appartenenti a circoli superiori come John Chipman, direttore dell’IISS, Lord Dahrendford (RIIA, Fondazione Ford, Bilderberg), Samuel Huntington (CFR), Renato Ruggiero (ex presidente WTO, Bilderberg, Trilaterale) o Peter Tarnoff, Presidente CFR dal 1986 al 1993.

Aspen Institute Italia oggi
L’attualmente Comitato Esecutivo di Aspen Italia è composto dai membri di diritto e da 30 componenti nominati tra i Consiglieri dal Consiglio Generale.
Molti nomi sono assai noti…

Luigi Abete, Giuliano Amato, Lucia Annunziata, Sergio Berlinguer, Alberto Bombassei, Domenico Cacopardo, Sabino Cassese, Giuseppe Cattaneo, Gerhard Dambach, Marta Dassù, Gianni De Michelis, Jean-Paul Fitoussi, Marco Fortis, Franco Frattini, Gabriele Galateri di Genola, Richard Gardner, Donato Iacovone, Gianni Letta, Emma Marcegaglia, Giampiero Massolo, Paolo Mieli, Mario Monti, Mario Moretti Polegato, Lorenzo Ornaghi, Riccardo Perissich, Angelo Maria Petroni, Romano Prodi, Francesco Profumo, Alberto Quadrio Curzio, Dario Rinero, Gianfelice Rocca, Cesare Romiti, Paolo Savona, Carlo Scognamiglio, Nicoletta Spagnoli, Lucio Stanca, Giulio Tremonti, Marco Tronchetti Provera, Beatrice Trussardi, Giuliano Urbani, Flavio Valeri, Elena Zambon.

L’attuale Presidente è Giulio Tremonti, i Vice Presidenti Alberto Bombassei, Gianfelice Rocca, Paolo Savona (Vicario), Lucio Stanca (Tesoriere), Elena Zambon.
I Presidenti Onorari sono: Giuliano Amato, Gianni De Michelis, Cesare Romiti, Carlo Scognamiglio. Il Consigliere del Presidente: Giuseppe Cattaneo.
Infine «Aspenia», il trimestrale di Affari Internazionali di Aspen Institute (stampato da «Il Sole 24 Ore») è diretta da Marta Dassù, mentre il Direttore Responsabile è la giornalista (con doppio passaporto…) Lucia Annunziata.

Anche se in origine la sede storica era a Milano, per ovvi motivi di prestigio e per essere più vicini alla politica, oggi si trova a Roma, presso il Palazzo Lancellotti a Piazza Navona. Un palazzo storico che appartiene all'omonima famiglia dell'aristocrazia papalina...

Conclusioni
Alla fine l’Aspen Institute è un think tank nato all'insegna dei Rockefeller: un club elitario che si occupa di rappresentare le istanze dei gruppi mondialisti.
Grazie a enormi finanziamenti privati è in grado di influenzare i governi nazionali, infiltrando la sua attività di lobbying in tutti i settori strategici (economia, finanzia, cultura, politica, ecc.).
Lo statuto lo dice chiaramente: fare «promozione delle leadership», e incoraggiare le «leadership illuminate»…
Illuminate da che tipo di luce?

Soci Aspen
Ecco l’elenco dei «soci sostenitori», cioè le società che economicamente finanziano e sostengono Aspen Italia.
All’appello non manca nessuno: tantissime le banche, le multinazionali del farmaco, i colossi del petrolio e delle telecomunicazioni…

A2A, ABB, ABI ‐ Associazione Bancaria Italiana, Accenture, Acea, Aeroporti di Roma, Arriva Italia, Assicurazioni Generali, Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza, A.T. Kearney, Atlantia, Autoclavi Fedegari, Banca CR Firenze, Banca Generali, Banca Nazionale del Lavoro, Banca Popolare di Bari, Banca Sella, Banca Sistema, Banco di Desio e della Brianza, Banor, Barclays Bank Italia, BCube, Bluefin Invest, BMW Group Italia, Brembo, British American Tobacco Italia, Candy Group, Cassa Depositi e Prestiti, Cesi, Citigroup, Compagnia di San Paolo, Conad, Confagricoltura, Confederazione Nazionale Coldiretti, Confindustria, Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, Credit Suisse, Deutsche Bank, Dompé Farmaceutici, Duferco Italia Holding, Edison, ENAV, ENEL, Eni, ePRICE, Ernst & Young Financial, Business Advisors, Falck Renewables, Farmindustria ‐ Associazione delle Imprese del Farmaco, Ferfina Holding ‐ Società Italiana per Condotte d’Acqua, Ferrovie dello Stato, Fideuram ‐ Intesa Sanpaolo private Banking, Fincantieri, FNM, Fondazione Cariplo, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione Enpam, Fondazione Fiera di Milano, Fondazione Sicilia, Galeries Lafayette, Geox, Getra, Gilead Sciences, Google, Grimaldi Compagnia di Navigazione, Gruppo Banco BPM, Gruppo Marcegaglia, Hewlett‐Packard Italiana, HSBC Bank, IBM Italia, Intesa Sanpaolo, INVITALIA ‐ Agenzia Nazionale per l’Attrazione degli Investimenti e lo Sviluppo d’Impresa, Inwit, Iren, Isagro, Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani, Kedrion, Leonardo‐Finmeccanica, Leonis Group, Luisa Spagnoli, Manpower Group Italia, Merloni Holding, Metropolitana Milanese, Microsoft Italia, Morgan Stanley, MSD, Nexi, Nexi Payments, Nielsen Italia, Oliver Wyman, Petrone Group, Philip Morris Italia, PB Tankers, Pirelli & C., Poltrona Frau, Poste Italiane, Procter & Gamble, RAI, Redaelli Tecna, Robert Bosch, Roland Berger Strategy, Consultants Italia, Rolls‐Royce International, SACE, Saipem, SAVE, SEA, Shell Italia, Siemens, Silversea Cruises, Simest, Sisal Group, Sky Italia, Snam, Sofinter, Sol, Techint, Telecom Italia, Terna, Trevi Finanziaria Industriale, UBIBanca, UniCredit, Unilever Italia, Unipol Gruppo Finanziario, Vodafone Italia, Wind Telecomunicazioni, Zambon Group.

 

Per maggiori informazioni «Massoneria e sette segrete: la faccia occulta della storia»

Marcello Pamio

Con Nobiltà Nera s’intendono le famiglie delle oligarchie di Venezia e Genova che avevano dei diritti di commercio molto privilegiati nel XII secolo.
Grazie alla prima delle tre Crociate dal 1063 a 1123, si instaurò formalmente la Nobiltà Nera che rafforzò il potere della ricchissima classe dirigente. Per essere precisi, l’aristocrazia (della Nobiltà Nera) prese il comando assoluto su Venezia nel 1171 quando la nomina del doge fu trasferita a quello che fu conosciuto come il Gran Consiglio.
Questo Consiglio, comprendendo i membri dell’aristocrazia commerciale, fu per loro l’assoluto trionfo. Da allora infatti la meravigliosa città sul mare restò saldamente nelle loro mani.
La loro influenza però si estese ben aldilà dei confini di spazio e di tempo, arrivando fino ai giorni nostri.

Nel 1204 l’oligarchia distribuì delle enclave feudali ai suoi membri e iniziò così la crescita del loro potere e della pressione…
Il nome Nobiltà Nera deriva dal comportamento della fratellanza: quando la popolazione iniziò a ribellarsi contro i monopoli, i leader della sommossa furono catturati e impiccati brutalmente. Hanno da sempre adoperato l’assassinio, l’omicidio, il sequestro e lo stupro, mandando in rovina cittadini e imprese ostili.
Quali sono le famiglie?

La casa di Guelfo Inghilterra
La casa di Wettin Belgio
La casa di Bernadotte Svezia
La casa del Liechtenstein Liechtenstein
La casa di Oldenburg Danimarca
La casa di Hohenzollern Germania
La casa di Hannover Germania 
La casa di Borbone Francia
La casa di Orange Olanda

La casa di Grimaldi Monaco 
La casa di Wittelsbach Germania
La casa di Braganza Portogallo
La casa di Nassau Lussemburgo
La casa di Asburgo Austria
La casa di Savoia Italia
La casa di Karadjordjevic Jugoslavia
La casa di Wartettenberg Germania
La casa di Zogu Albania

Stranamente nell’elenco non figurano i Windsor, come mai?
Tutte le famiglie sono imparentate con la casa di Guelfo, una delle famiglie originarie della Nobiltà Nera veneziana, da cui discende, guarda caso, la casata dei Windsor e quindi la Regina d’Inghilterra Elisabetta II.
Non solo, ma i Guelfi si sono talmente intrecciati con l’aristocrazia tedesca attraverso la casa di Hannover, che ci vorrebbero interi libri per citare tutti i legami e gli intrecci familiari/genetici.
Possiamo concludere che quasi tutte le case reali europee discendono da quella di Hannover e di conseguenza da quella dei Guelfi.
Per fare un solo esempio, il Re inglese hannoveriano Giorgio I, venne dal ducato di Luneberg, una parte della Germania settentrionale che fu governata dalla famiglia dei Guelfi fin dal XII secolo.

Cosa controllano oggi?
Oggi i discendenti dei Guelfi mantengono saldamente il potere controllando il mercato delle materie prime: fondamentale per tutti. Addirittura per anni hanno fissato anche il prezzo mondiale dell’oro (fixing).
La casa di Windsor controlla il prezzo del rame, zinco, piombo, stagno e non è un caso che la principale Borsa Merci si trovi proprio a Londra.
Un’altra importante famiglia che fa parte della Nobiltà Nera d’Inghilterra è Grosvenor.
Per secoli questa famiglia visse, come la maggior parte delle famiglie reali europee, con i canoni delle terre cedute in proprietà di superficie. Oggi possiede almeno 300 acri, oltre un milione e duecento mila metri quadrati, nel pieno centro di Londra. Le proprietà non sono mai state vendute, ma date in affitto con il classico contratto medievale di locazione di 39 anni. 


Il Grosvenor Square dove si trova l’ambasciata americana appartiene alla famiglia dei Grosvenor, come pure Eaton Square, dove gli appartamenti sono affittati a 25.000 sterline al mese.
Queste cifre danno un’idea del patrimonio immenso che le famiglie Nere raccolgono dai canoni d’affitto, e spiegano perché i Windsor per esempio non sono interessati al progresso industriale.
E’ un caso che dietro alla maggior parte, se non a tutti i movimenti ambientalisti del mondo ci sono loro? L’intento è sempre quello che mira a ridurre la popolazione mondiale.

L’esempio ideale è il WWF.
Nel 1948 in Inghilterra il biologo Julian Huxley istituì l’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura e delle Risorse Naturali), un gruppo collegato con il Foreign Office inglese. L’11 settembre del 1961 (data molto simbolica), Huxley assieme al principe Bernardo d’Olanda (il nazista cofondatore del Gruppo Bilderberg) e al principe Filippo di Edimburgo fondarono ufficialmente il WWF, con il solo scopo di raccogliere fondi per l’IUCN…
E’ risaputo che i principi inglesi Carlo e Filippo sono i simboli più in vista dei movimenti filo-malthusiani e hanno parlato pubblicamente spesso del bisogno di alleggerire il mondo dalle persone non desiderate e inadatte.

Perché parlare della nobiltà nera?
Sono i fondatori delle società segrete dei nostri tempi, da cui nascono tutte le altre che sono legate agli Illuminati: «Comitato dei 300», «Club di Roma», «CFR, «RIIA», «Bilderberg», «Nazioni Unite», «Tavola Rotonda», ecc.….
Tutti o quasi hanno origine dal «Comitato dei Trecento» e quindi dalle famiglie della Nobiltà Nera europea.
Il Comitato dei 300 è stato fondato dall’aristocrazia inglese nel 1727 per ridurre drasticamente il numero di quelli che vengono definiti «useless eaters» («mangiatori inutili»), riportando quindi le economie nazionali a un livello pre-industriale.
Si tratta di un prodotto del Consiglio della famosa «Compagnia britannica delle Indie orientali» «British East India Company». Una società per così dire “noleggiata” dalla famiglia reale nel 1600, che ha permesso la creazione di immensi patrimoni grazie al traffico di spezie, seta con l’oriente e oppio con la Cina. Si può definire la prima e più grande multinazionale al mondo.
Il Comitato dei 300 è guidato da sua Maestà la Regina britannica…

La City di Londra: centro finanziario globale
La Regina si sa essere il capo della famiglia reale e dell’impero coloniale britannico (con capitale Londra), governato ufficialmente da un primo ministro e un gabinetto.
Quello che pochi sanno è che esiste uno Stato indipendente in seno a Londra, esattamente come il Vaticano per Roma. Si tratta della City, conosciuta anche come «Square Mile» cioè il miglio quadrato più ricco del mondo. Occupa un’area nel cuore di Londra di circa 2,7 km quadrati, ha circa 8.000 abitanti e oltre 330.000 persone ci vanno ogni giorno per lavorare.
La City si estende dal massonico «Temple Bar» a est, fino alla Torre di Londra a ovest.
Della sua antica costruzione sono rimaste solo poche tracce, perchè gran parte dell’area andò distrutta nel grande incendio del 1666 (data questa molto interessante). 
Il Governo della City non è la monarchia, ma la CORONA, che comprende 13 membri ed è guidata dal Re della City, Lord Charles Bowman.

In pochi chilometri quadrati trovano sede le istituzioni economiche più ricche, influenti e potenti del pianeta, come per esempio la Banca d’Inghilterra (controllata dai Rothschild), i Lloyd’s di Londra, la Borsa di Londra e gli uffici di moltissime società commerciali internazionali e multinazionali.
Fleet Street è il centro della stampa e dell’editoria: da sempre simbolo del giornalismo londinese, soprannominata proprio per questo motivo «Street of ink», la strada dell’inchiostro.
Sempre nella City si trova il Blackfriars Bridge, il Ponte dei Frati Neri famoso perché nel 1982 venne trovato impiccato il banchiere Roberto Calvi, coinvolto nello scandalo del Banco Ambrosiano.
Il nome Blackfriars deriva dal copricapo nero usato dall’Ordine dei Domenicani che spostarono in questa zona di Londra la loro residenza nel 1276.
Bank è il cuore del settore finanziario e la sua piazza, considerata la più bella della City, è il punto d’incontro di 8 strade. Tra gli eleganti edifici spiccano il Royal Exchange con un portico a 8 colonne (tale numero dal punto di vista esoterico ha una valenza interessante), la Mansion House, la sontuosa residenza del Lord Mayor of the City of London; la sede della HSBC, la Borsa valori di Londra, London Stock Exchange (LSE), una delle più grandi borse valori del mondo (con 3.233 compagnie). Ovviamente la banca centrale, la Bank of England chiamata The Old Lady che si trova qui solo dal 1734.

La City NON appartiene all’Inghilterra. Non è suddita, non appartiene al monarca e neppure al governo del parlamento britannico. La City è il vero governo dell’Inghilterra, poiché sia la Regina che il Primo ministro sono subordinati al suo Re.
Quindi dietro la facciata di un primo ministro e un gabinetto, sembra che siano loro a decidere, quando in realtà sono burattini della City.
Non a caso la regina quando visita la City viene incontrata da Lord al Temple Bar, la porta simbolica della City. La regina deve chiedere il permesso per entrare nello Stato privato e Sovrano. Il re dimostra la sua approvazione porgendole la spada dello Stato. Durante le visite il Lord con la sua toga e la catena mette in secondo piano la regina e il suo entourage, che tra le altre cose, sono vincolati a indossare vestiti normali (la regina non può entrare con vestiti reali), e deve camminare due passi indietro a lui nella City, segno chiaro di sudditanza.
La fondazione della Banca d’Inghilterra fu istigata da William Paterson, agente della City sotto il controllo dell’impero dei Rothschild.
Quindi in Gran Bretagna esistono due imperi che agiscono separatamente: l’impero coloniale governato dalla famiglia reale e quello della Corona.
Le colonie di popolazione bianca sono sotto l’autorità del governo inglese, mentre tutte le altre colonie sono di proprietà privata della Corona (i cosiddetti «Crown Colonies»).

Tutti pensano che a comandare il mondo siano gli Stati Uniti d’America per via dell’esercito più potente e della sede finanziaria di Wall Street, ma non è così...
Gli yankee fungono da braccio armato del vero potere che è nel Vecchio Continente.
La City di Londra è il centro nevralgico della finanza planetaria!
La conferma sta anche nel fatto che dal punto di vista simbolico proprio da Londra (Greenwich) parte il cosiddetto «meridiano zero», il meridiano fondamentale per tutte le longitudini, e origina pure la mezzanotte, il giorno universale misurato da tutti gli orologi del mondo…
Ecco la sede del vero Potere…

Fonte:
"Le società segrete e il loro potere nel Ventesimo secolo"
"Massoneria e sette segrete: la faccia occulta della storia"

Marcello Pamio

Dal 7 al 10 Giugno, quasi in concomitanza con le elezioni politiche italiane, avrà luogo un grande evento che si tiene con cadenza annuale dal lontano 1954.
Si tratta del Bilderberg o, come viene spesso chiamato, il “meeting annuale degli alti sacerdoti della globalizzazione”.
Il Gruppo prenota tutto un hotel o un resort tra i più famosi e costosi del mondo, circondato da un esercito di sicurezza armata e polizia locale (pagata da chi?).
Quest’anno ritornano in Italia a Torino, dopo ben 14 anni dall’ultimo incontro avvenuto nel 2004 a Stresa sul Lago Maggiore.
Il luogo del soggiorno molto probabilmente sarà il NH Lingotto.

Per chi ancora non conosce l'avvenimento facciamo di seguito un breve resoconto: il Bilderberg Group è un conferenza “non ufficiale” che prevede circa 120-150 invitati, influenti, potenti personalità dai regni dell’economia, dei media, della politica, guru della tecnologia, banchieri centrali, funzionati dell’intelligence, segretari di stato, primi ministri, ecc.
Quest'anno saranno esattamente 128 gli invitati.
Il nome del Gruppo deriva dal loro primo incontro che risale al 1954, avvenuto nell’Hotel de Bilderberg in Oosterbeek nei Paesi Bassi.
Come si può intuire dal periodo storico, il Bilderberg è una creazione della Guerra Fredda o per meglio dire, del R.I.I.A. britannico, cioè del Royal Institute of International Affaire. Un istituto nato il 30 maggio 1919 a Londra, come capitolo locale della Round Table fondata invece con proiezioni transnazionali.
Il R.I.A.A., noto anche come Chatam House, con sede al numero 10 di St. James Square a Londra, nel 1979 contava su un Consiglio di 33 persone alla guida di circa 3000 membri.
L'idea della nascita del Gruppo Bilderberg venne ad un certo Joseph Retinger, che al tempo si occupava della crescita dell'anti-americanismo in Europa Occidentale. Personaggio chiave della politica mondiale per quasi mezzo secolo, Retinger manteneva strette relazioni con il “Colonnello” House, con la potentissima famiglia ebraica Warburg con i banchieri internazionali Lehman, Baruch. Era anche membro della Pilgrim’s Society e del C.F.R. statunitense (il corrispondente del RIIA negli Stati Uniti).
L’influenza di Joseph Retinger sui circoli mondialisti era tale da meritargli il soprannome di “His Grey Eminence” (Sua Eminenza Grigia)
Quindi lo scopo iniziale del Bilderberg, esattamente come della NATO, era quello di rinforzare l’unità dei Paesi Occidentali contro la “minaccia comunista”.
Con il collasso del Patto di Varsavia, il gruppo, con a capo l’America, si è concentrato sul rafforzamento e sullo sviluppo della globalizzazione.
Dall’11 Settembre 2001, a seguito degli attacchi su New York, un altro target è diventato di primaria importanza, ovvero ciò che possiamo chiamare “lo scontro tra civiltà” o “scontro di religione”
Nel 2003 uno dei pochi giornalisti che si dedicano alla ricerca sull'argomento, ai quali va il merito della pubblicazione anno per anno delle liste dei partecipanti, Tony Gosling, un inglese che gestisce il sito www.bilderberg.org, chiese a David Rockefeller il perchè di tanta segretezza ricevendo come risposta che si tratta di un meeting privato.
Ma come dichiara il giornalista stesso «i personaggi politici e gli esponenti del mondo economico e dell'informazione che vi partecipano non sono individui privati, anzi sono proprio loro che dovrebbero rendere conto alla gente...».
Secondo l’attivista britannico Gosling, aver fatto circolare il nome di Torino potrebbe essere un depistaggio per sfuggire ai sempre più numerosi gruppi di contestatori pronti ad accogliere i partecipanti. Venezia infatti potrebbe essere la sede effettiva dell’incontro.
Gli argomenti chiave della discussione di quest'anno saranno:

Populismo in Europa
La sfida della disuguaglianza
Il futuro del lavoro
Intelligenza artificiale
Gli Stati Uniti prima dei midterms
Libero scambio
Leadership mondiale degli Stati Uniti
Russia
Calcolo quantistico
Arabia Saudita e Iran
Il mondo "post-verità"
Eventi attuali

Interessante notare che nel Comitato Direttivo figurano personaggi come la giornalista Lilli Gruber, John Elkann...

Ecco l'elenco completo dei nomi dei partecipanti.
Gli italiani sono nove: Alberto Alesina, Lucio Caracciolo, Elena Cattaneo, Vittorio Colao, John Elkann, Lilli Gruber, Giampiero
Massolo, Mariana Mazzucato, Salvatore Rossi.

ELENCO COMPLETO:

Achleitner, Paul M. (DEU), Chairman Supervisory Board, Deutsche Bank AG; Treasurer, Foundation Bilderberg Meetings
Agius, Marcus (GBR), Chairman, PA Consulting Group
Alesina, Alberto (ITA), Nathaniel Ropes Professor of Economics, Harvard University
Altman, Roger C. (USA), Founder and Senior Chairman, Evercore
Amorim, Paula (PRT), Chairman, Américo Amorim Group
Anglade, Dominique (CAN), Deputy Premier of Quebec; Minister of Economy, Science and Innovation
Applebaum, Anne (POL), Columnist, Washington Post; Professor of Practice, London School of Economics
Azoulay, Audrey (INT), Director-General, UNESCO
Baker, James H. (USA), Director, Office of Net Assessment, Office of the Secretary of Defense
Barbizet, Patricia (FRA), President, Temaris & Associés
Barroso, José M. Durão (PRT), Chairman, Goldman Sachs International; Former President, European Commission
Beerli, Christine (CHE), Former Vice-President, International Committee of the Red Cross
Berx, Cathy (BEL), Governor, Province of Antwerp
Beurden, Ben van (NLD), CEO, Royal Dutch Shell plc
Blanquer, Jean-Michel (FRA), Minister of National Education, Youth and Community Life
Botín, Ana P. (ESP), Group Executive Chairman, Banco Santander
Bouverot, Anne (FRA), Board Member; Former CEO, Morpho
Brandtzæg, Svein Richard (NOR), President and CEO, Norsk Hydro ASA
Brende, Børge (INT), President, World Economic Forum
Brennan, Eamonn (IRL), Director General, Eurocontrol
Brnabic, Ana (SRB), Prime Minister
Burns, William J. (USA), President, Carnegie Endowment for International Peace
Burwell, Sylvia M. (USA), President, American University
Caracciolo, Lucio (ITA), Editor-in-Chief, Limes
Carney, Mark J. (GBR), Governor, Bank of England
Castries, Henri de (FRA), Chairman, Institut Montaigne; Chairman, Steering Committee Bilderberg Meetings
Cattaneo, Elena (ITA), Director, Laboratory of Stem Cell Biology, University of Milan
Cazeneuve, Bernard (FRA), Partner, August Debouzy; Former Prime Minister
Cebrián, Juan Luis (ESP), Executive Chairman, El País
Champagne, François-Philippe (CAN), Minister of International Trade
Cohen, Jared (USA), Founder and CEO, Jigsaw at Alphabet Inc.
Colao, Vittorio (ITA), CEO, Vodafone Group
Cook, Charles (USA), Political Analyst, The Cook Political Report
Dagdeviren, Canan (TUR), Assistant Professor, MIT Media Lab
Donohoe, Paschal (IRL), Minister for Finance, Public Expenditure and Reform
Döpfner, Mathias (DEU), Chairman and CEO, Axel Springer SE
Ecker, Andrea (AUT), Secretary General, Office Federal President of Austria
Elkann, John (ITA), Chairman, Fiat Chrysler Automobiles
Émié, Bernard (FRA), Director General, Ministry of the Armed Forces
Enders, Thomas (DEU), CEO, Airbus SE
Fallows, James (USA), Writer and Journalist
Ferguson, Jr., Roger W. (USA), President and CEO, TIAA
Ferguson, Niall (USA), Milbank Family Senior Fellow, Hoover Institution, Stanford University
Fischer, Stanley (USA), Former Vice-Chairman, Federal Reserve; Former Governor, Bank of Israel
Gilvary, Brian (GBR), Group CFO, BP plc
Goldstein, Rebecca (USA), Visiting Professor, New York University
Gruber, Lilli (ITA), Editor-in-Chief and Anchor "Otto e mezzo", La7 TV
Hajdarowicz, Greg (POL), Founder and President, Gremi International Sarl
Halberstadt, Victor (NLD), Professor of Economics, Leiden University; Chairman Foundation Bilderberg Meetings
Hassabis, Demis (GBR), Co-Founder and CEO, DeepMind
Hedegaard, Connie (DNK), Chair, KR Foundation; Former European Commissioner
Helgesen, Vidar (NOR), Ambassador for the Ocean
Herlin, Antti (FIN), Chairman, KONE Corporation
Hickenlooper, John (USA), Governor of Colorado
Hobson, Mellody (USA), President, Ariel Investments LLC
Hodgson, Christine (GBR), Chairman, Capgemini UK plc
Hoffman, Reid (USA), Co-Founder, LinkedIn; Partner, Greylock Partners
Horowitz, Michael C. (USA), Professor of Political Science, University of Pennsylvania
Hwang, Tim (USA), Director, Harvard-MIT Ethics and Governance of AI Initiative
Ischinger, Wolfgang (INT), Chairman, Munich Security Conference
Jacobs, Kenneth M. (USA), Chairman and CEO, Lazard
Kaag, Sigrid (NLD), Minister for Foreign Trade and Development Cooperation
Karp, Alex (USA), CEO, Palantir Technologies
Kissinger, Henry A. (USA), Chairman, Kissinger Associates Inc.
Kleinfeld, Klaus (USA), CEO, NEOM
Knot, Klaas H.W. (NLD), President, De Nederlandsche Bank
Koç, Ömer M. (TUR), Chairman, Koç Holding A.S.
Köcher, Renate (DEU), Managing Director, Allensbach Institute for Public Opinion Research
Kotkin, Stephen (USA), Professor in History and International Affairs, Princeton University
Kragic, Danica (SWE), Professor, School of Computer Science and Communication, KTH
Kravis, Henry R. (USA), Co-Chairman and Co-CEO, KKR
Kravis, Marie-Josée (USA), Senior Fellow, Hudson Institute; President, American Friends of Bilderberg
Kudelski, André (CHE), Chairman and CEO, Kudelski Group
Lepomäki, Elina (FIN), MP, National Coalition Party
Leyen, Ursula von der (DEU), Federal Minster of Defence
Leysen, Thomas (BEL), Chairman, KBC Group
Makan, Divesh (USA), CEO, ICONIQ Capital
Massolo, Giampiero (ITA), Chairman, Fincantieri Spa.; President, ISPI
Mazzucato, Mariana (ITA), Professor in the Economics of Innovation and Public Value, University College London
Mead, Walter Russell (USA), Distinguished Fellow, Hudson Institute
Michel, Charles (BEL), Prime Minister
Micklethwait, John (USA), Editor-in-Chief, Bloomberg LP
Minton Beddoes, Zanny (GBR), Editor-in-Chief, The Economist
Mitsotakis, Kyriakos (GRC), President, New Democracy Party
Mota, Isabel (PRT), President, Calouste Gulbenkian Foundation
Moyo, Dambisa F. (USA), Global Economist and Author
Mundie, Craig J. (USA), President, Mundie & Associates
Netherlands, H.M. the King of the (NLD),
Neven, Hartmut (USA), Director of Engineering, Google Inc.
Noonan, Peggy (USA), Author and Columnist, The Wall Street Journal
Oettinger, Günther H. (INT), Commissioner for Budget & Human Resources, European Commission
O'Leary, Michael (IRL), CEO, Ryanair D.A.C.
O'Neill, Onora (GBR), Emeritus Honorary Professor in Philosophy, University of Cambridge
Osborne, George (GBR), Editor, London Evening Standard
Özkan, Behlül (TUR), Associate Professor in International Relations, Marmara University
Papalexopoulos, Dimitri (GRC), CEO, Titan Cement Company S.A.
Parolin, H.E. Pietro (VAT), Cardinal and Secretary of State
Patino, Bruno (FRA), Chief Content Officer, Arte France TV
Petraeus, David H. (USA), Chairman, KKR Global Institute
Pichette, Patrick (CAN), General Partner, iNovia Capital
Pouyanné, Patrick (FRA), Chairman and CEO, Total S.A.
Pring, Benjamin (USA), Co-Founder and Managing Director, Center for the Future of Work
Rankka, Maria (SWE), CEO, Stockholm Chamber of Commerce
Ratas, Jüri (EST), Prime Minister
Rendi-Wagner, Pamela (AUT), MP (SPÖ); Former Minister of Health
Rivera Díaz, Albert (ESP), President, Ciudadanos Party
Rossi, Salvatore (ITA), Senior Deputy Governor, Bank of Italy
Rubesa, Baiba A. (LVA), CEO, RB Rail AS
Rubin, Robert E. (USA), Co-Chairman Emeritus, Council on Foreign Relations; Former Treasury Secretary
Rudd, Amber (GBR), MP; Former Secretary of State, Home Department
Rutte, Mark (NLD), Prime Minister
Sabia, Michael (CAN), President and CEO, Caisse de dépôt et placement du Québec
Sadjadpour, Karim (USA), Senior Fellow, Carnegie Endowment for International Peace
Sáenz de Santamaría, Soraya (ESP), Deputy Prime Minister
Sawers, John (GBR), Chairman and Partner, Macro Advisory Partners
Schadlow, Nadia (USA), Former Deputy National Security Advisor for Strategy
Schneider-Ammann, Johann N. (CHE), Federal Councillor
Scholten, Rudolf (AUT), President, Bruno Kreisky Forum for International Dialogue
Sikorski, Radoslaw (POL), Senior Fellow, Harvard University; Former Minister of Foreign Affairs, Poland
Simsek, Mehmet (TUR), Deputy Prime Minister
Skartveit, Hanne (NOR), Political Editor, Verdens Gang
Stoltenberg, Jens (INT), Secretary General, NATO
Summers, Lawrence H. (USA), Charles W. Eliot University Professor, Harvard University
Thiel, Peter (USA), President, Thiel Capital
Topsøe, Jakob Haldor (DNK), Chairman, Haldor Topsøe Holding A/S
Turpin, Matthew (USA), Director for China, National Security Council
Wahlroos, Björn (FIN), Chairman, Sampo Group, Nordea Bank, UPM-Kymmene Corporation
Wallenberg, Marcus (SWE), Chairman, Skandinaviska Enskilda Banken AB
Woods, Ngaire (GBR), Dean, Blavatnik School of Government, Oxford University
Yetkin, Murat (TUR), Editor-in-chief, Hürriyet Daily News
Zeiler, Gerhard (AUT), President, Turner International