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Marcello Pamio – 7 gennaio 2023
A New York il Dipartimento dell’Istruzione ha bloccato l’accesso nei suoi dispositivi e reti Internet a ChatGPT a causa degli “impatti negativi sull’apprendimento degli studenti e preoccupazioni riguardanti la sicurezza e l’accuratezza dei contenuti”.
Il chatbot, basato sulla IA, Intelligenza Artificiale fornisce in modalità chat una risposta e una sola, alla richiesta degli utenti. Può generare risposte conversazionali, scrivere saggi attingendo da un enorme volume di fonti online.
ChatGPT è un programma creato dall’organizzazione no profit OpenAI che utilizza l’apprendimento automatico per fornire le proprie risposte personalizzate a richieste specifiche.
Quelli di Google sono preoccupati perché da quando è stato lanciato il 30 novembre scorso hanno un serio competitor. Mentre Big G risponde alle richieste con una serie di pagine web indicizzate, ChatGPT fornisce una sola risposta! In un futuro il suddito che vuole “tutto e subito e semplice” potrebbe preferire questo nuovo motore di ricerca, perché fornisce una unica risposta.
Per Google è un problema visto che secondo Bloomberg, l’81% dei 257,6 miliardi di dollari di entrate di Alphabet nel 2021 proveniva dalla pubblicità, in gran parte dagli annunci pay-per-clic su Google. Se perde clic perde miliardi…
Chi c’è dietro Open AI? Gli investitori sono Bill Gates e la fondazione Reid Hoffman e Khosla Ventures. Questi ultimi sono noti come Mafia PayPal, i più spietati imprenditori seriali della Silicon Valley…
https://www.key4biz.it/chatgpt-primo-ban-nelle-scuole-di-new-york-impatti-negativi-sullapprendimento/430021/amp/

Marcello Pamio - 28 dicembre 2022
La potentissima industria cinematografica è rappresentata da pochi conglomerati tutti interconnessi tra loro, in quanto tutti controllati dai medesimi gruppi finanziari!
Sono le major: Paramount (Viacom), Time-Warner, MGM (Amazon), Twentieth Century-Fox (Disney), Universal (Comcast), Columbia (Sony) e Walt Disney.
Tutte le società sono state fondate da ashkenaziti e sono attualmente gestite dal medesimo gruppo!
Il motivo è semplice: controllare i sogni dei subumani, cioè della mandria, per i gli “Illusionisti” è basilare!

Paramount

La prima delle major è la Paramount fondata e diretta per vent’anni dall’ashkenazita Adolph Zukor di origine ungherese. Ecco in sintesi il pensiero di Zuckor: “Gli uomini hanno bisogno dei loro sogni. Ebbene, noi fabbricheremo dei sogni, sogni in serie, sogni divertenti, che costano poco. Voi mi prestate 5000 dollari e in pochi anni ne avrete 500.000. Osservate la gente, vuole delle illusioni”.
Aveva ragione da vendere: la gente vuole illusioni e paga per averle, per cui loro le creano!
Nel 1929 la casa, acquista dalla seconda compagnia radiofonica CBS il 49% delle azioni, ma nel 1935 dopo la bancarotta, Leonard Goldenson riorganizza la major come Paramount Pictures Inc., la cui presidenza viene assunta dal banchiere John Otterson e il capo studio è Emanuel Cohen.
Nel settembre 1994 la Paramount Communications viene comperata per 10 miliardi di dollari dal colosso televisivo Viacom, proprietaria dei canali MTV.
L’obiettivo è formare dopo Time-Warner, News Corporation e Walt Disney il quarto colosso dell’entertainment. Il trust Viacom-Paramount è un conglomerato che controlla 12 stazioni televisive, 14 radio e 1927 sale cinematografiche.
Nel settembre 1999 Viacom acquista la CBS (14 tv e 160 radio) per 34,5 miliardi di dollari arrivando a controllare e gestire 200 siti internet, MTV, 138 reti via cavo, 200 canali tv tradizionali e 144 emittenti radio.
La sede principale è a Los Angeles in California
I principali azionisti sono: Berkshire Hathaway, The Vanguard Group, BlackRock e Charles Schwab Investment Management.

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Universal

Carl Laemmle ashkenazita emigrato in America dalla Germania a Chicago nel 1906 apre il suo primo teatro, ma dopo tre anni, diventa il più potente distributore di pellicole degli Stati Uniti.
A marzo del 1910 imprime una svolta storica nella cinematografia mondiale inaugurando l’era dello “star system”. Fino ad allora infatti gli attori e le attrici erano poco noti al grande pubblico. Nasce così anche il gossip. Nel 1912 aiutato dal cognato Isadore Bernstein fonda la Universal Film Manufacturing Company che poi diventerà Universal Studios.Nel 1990 il conglomerato giapponese Matsushita Electric Industrial rileva la MCA e l’Universal Pictures per 6,5 miliardi di dollari, ma poi il controllo passa alla Seagram dell’ashkenazita canadese Edgar Bronfman che già possedeva il 19% del gruppo Time-Warner. La Seagram Company Ltd era la più grande compagnia di distillazione al mondo e aveva sede a Montréal, Québec, Canada. Nel 2000 Pernod Ricard, la seconda società di vendita di alcolici al mondo rilevò la maggior parte delle attività di Seagram. Infine nel giugno 2000 la Seagram (Universal) si fonde con Vivendi il maggior gruppo francese Vivendi-Universal.
Oggi la Universal è di proprietà di Comcast Corporation, un colosso con 189.000 dipendenti in tutto il mondo e un fatturato annuo di 116 miliardi di dollari!
La sede si trova a San Fernando Valley nella contea di Los Angeles, California.
I principali azionisti sono: Blackrock, Vanguard Group e State Street Corporation!

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20th Century-Fox

William Fox con l’aiuto del finanziare Sol Brill acquista il suo primo locale e nel giro di poco tempo arriva a possedere 25 locali di proiezione cinematografica.
La Fox inizia nel 1913 a produrre cortometraggi, girare una cinquantina di film e nel 1916 si trasferisce nell’Eldorado californiano: Hollywood. La Fox Film Corporation diviene il primo conglomerato filmico e nel 1927 conta mille sale di proiezione. Nello stesso anno la Fox acquista la maggioranza azionaria della Loew’s Incorporated, la società finanziaria tramite la quale ottiene il controllo della MGM, costituendo la nuova Fox-Loew la più grande società dell’industria del cinema.
Nel 1935, dopo la grande Depressione, la Fox si fonde con la 20th Century Pictures Incorporated.
Dal 2019 è diventata di proprietà di The Walt Disney Company.
La sede si trova a Los Angeles in California.
I principali azionisti sono Vanguard Group, Dodge & Cox, Blackrock, State Street Corporation, Norges Bank Investment Management.

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MGM: Metro Goldwyn Mayer

Louis (Lazar) Burt Mayer nel 1912 si associa con Ben Stern e con Adolph Mayer per costituire la Louis B. Mayer Film Company con sede a Boston. Nel frattempo Samuel Goldwyn dopo aver lasciato la Paramount nel 1919 fonda con i fratelli Edgar e Arch Selwyn la Goldwyn Pictures.
Il terzo polo della futura MGM è Marcus Loew e la sua Loew’s Incorporaed, società di distribuzione che inizia acquistando la Metro Pictures.
A maggio del 1924 nasce la famosissima MGM, Metro Goldwyn Mayer che diventerà il complesso cinematografico più grande del mondo: una stazione ferroviaria, un porto e anche una giungla.
Nel 1969 la MGM finisce nelle mani di Ted Turner per 1,5 miliardi di dollari e nel 2004 spiazzando la Time-Warner, la Sony Corporation rileva la MGM per 5 miliardi di dollari accaparrandosi una libreria di 4100 pellicole, tra le quali ben 208 Premi Oscar e 10,400 episodi di serie tv.
Nel maggio 2021 Amazon ha acquisito lo studio per 8,45 miliardi di dollari. L'accordo si è concluso nel marzo 2022.
La sede centrale si trova a Beverly Hills nella contea di Los Angeles, in California
I principali azionisti sono dopo Amazon, Corey Ian Sanders, William Joseph Hornbuckle, John M. McManus, IAC/InterActiveCorp, Vanguard Group e BlackRock.

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Warner Bros

La Warner Bros, prende il nome dai fratelli Warner: Sam (Samuel), Jack, Albert (Abraham) ed Harry. Dopo aver iniziato la loro attività nel 1917 con una piccola sala di proiezione, divengono in breve direttori della catena teatrale First National e fondano la vera e propria compagnia.
Nel 1923 acquistando la Viagraph Company, proprietaria di un brevetto di registrazione sonora che accompagna i film muti, la Warner diviene, grazie alla rivoluzione sonora, una tra le più affermate major di Hollywood.
Nel 1989 la Warner si fonde con il gruppo editoriale Time generando un mostro gigantesco Time-Warner, il più potente conglomerato multimediale del mondo.
Gli uffici della Warner Bros sono a Burbank nella contea di Los Angeles in California.
I principali azionisti sono: Newhouse Broadcasting, The Vanguard Group, BlackRock.

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Columbia

La Columbia deriva dalla Cohn Brothers e poi CBS Film Sales Corporation, di proprietà di Harry Cohn e dal fratello Jacob.
Dopo varie vicissitudini, negli anni Settanta per sopravvivere alla crisi, deve vendere gli studios e fondersi con la Warner. Negli anni Ottanta passa alla Coca-Cola ma è solo nel 1989 che la Columbia Pictures si fonda con la Tri-Star Pictures per formare il Motion Pictures Group.
Nel 1991 la compagnia cambia nome in Sony Pictures Entertainment con Columbia e Tri-Star come società sussidiarie di produzione filmica.
La sede si trova a Culver City in California
La proprietà è di Sony Pictures Motion Picture Group.

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The Walt Disney Corporation

La Disney è stata fondata dai fratelli Walt e Roy Disney nel 1923 come Disney Brothers Cartoon Studio.
Nel 1995 acquisì la ABC e tale accordo ha permesso alla Disney di diventare la prima società con una presenza importante nelle quattro chiavi: distribuzione sistemi di trasmissione, telefono, televisione via cavo e intrattenimento. Tra le altre risorse è diventata proprietaria di The History Channel, Lifetime Television.
Steve Jobs ha creato la Pixar dopo ha acquistato la divisione di animazione al computer da Lucasfilm nel 1986. La Pixar venne acquisita nel 2006 dalla DisneyLa sede si trova a Burbank, un comune della contea di Los Angeles, California

I principali azionisti della Disney sono Robert A. Iger, Christine M. McCarthy, Alan N. Braverman, Vanguard Group, BlackRock, State Street Corporation e Morgan Stanley.

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I finanziatori

All’inizio i padroni degli oligopoli multimediali erano i grandi imperi finanziari, quali Rockefeller, Morgan e Kuhn, Loeb & Co. e pochissimi altri.
La nascita dei colossi è stata permessa dalle banche d’affari dell’epoca: Baring, Lazard, Erlanger, Warburg, Schroder, Seligman, Speyer, Mirabaud, Mallet, e soprattutto Rothschild e Morgan. Di queste 12 banche, ben 9 erano di proprietà ashkenazita, e se teniamo conto che Morgan era un agente americano dei Rothschild, il numero sale a 10!
Queste case controllano Hollywood, sede satanica del controllo sociale. Sono nate con i soldi delle banche ashkenazite e da imprenditori ashkenaziti: Paramount (Zukor), Warner Bros (Warner), Loew-MGM (Mayer), Twentieth Century-Fox (William Fox), Universal (Laemmle), Columbia (F.lli Cohen).
Oggi grazie a fusioni, le banche e gli istituti finanziari sono in numero ancora più inferiore.
Mostri come The Vanguard Group, BlackRock e State Street Corporation sono dietro le principali corporation del pianeta e non solo dell’intrattenimento. Avrete capito che a certi livelli non esiste la concorrenza...

Aveva ragione da vendere il registra Frank Capra quando disse che “al giorno d’oggi sei produttori decidono in merito al novanta per cento delle sceneggiature e montano il novanta per cento dei film”. Oggi il numero dei controllori si è ridotto...

Tratto dal bellissimo libro: "Trafficanti di sogni: Hollywood, creatura ebraica", di Gianantonio Valli, edizioni Effepi

Marcello Pamio - 24 dicembre 2022
Carlos Tavares, CEO di Stellantis, in un intervista al quotidiano igienico Corsera, ha dichiarato che “l’elettrificazione è una tecnologia scelta dai politici, non dall’industria” che rischia di avere pesanti ripercussioni sui consumatori. Avete letto con attenzione? Le ripercussioni le avranno la mandria, i subumani!
“Ci saranno conseguenze sociali e rischiamo di perdere la classe media, la quale non potrà più comprare auto”. Tavares non ha capito, o fa finta di non capire, che lo scopo politico è proprio quello di cancellare la classe media!!
L’imprenditore spiega come il passaggio all’elettrificazione non garantisce reali impatti positivi sull’ambiente. Ora chi glielo dice alla piccola autistica?
Forse tra 15 anni sapremo i reali risultati dell’elettrificazione in termini di emissioni di gas serra. Ad oggi, continua Tavares: "un veicolo elettrico deve percorrere 70.000 chilometri prima di compensare l’impronta di CO2 creata dalla fabbricazione della batteria”. Quindi il positivo impatto ecologico dell'elettrico è l'ennesima presa per il culo. Cosa che diciamo da sempre.
L'estrazione dei materiali necessari alla fabbricazione delle batterie e il successivo smaltimento delle batterie hanno un costo esorbitante. Per non parlare dell'energia convenzionale spesa sia per la costruzione che per la ricarica del parco batterie. E infine pochissimi conoscono l'enorme problema del campo elettrico che si genera dentro l'abitacolo (e di solito le batterie sono sotto il culo dei passeggeri!). Se uno usa l'auto elettrica per andare al supermercato è una cosa, ma un utilizzo quotidiano espone ad un campo molto pericoloso per la salute. I sierati sono avvisati…

https://www.corriere.it/economia/aziende/22_gennaio_18/tavares-stellantis-la-fusione-italia-costi-produzione-piu-alti-ne-riparleremo-fine-anno-f11c13f8-786b-11ec-a8ac-96a31330ed9e.shtml

Marcello Pamio - 23 dicembre 2022
Il CEO di Toyota, Akio Toyoda (solo uno con un cognome simile poteva dirigere il colosso giapponese) durante una visita in Thailandia ha dichiarato alla stampa che la "maggioranza silenziosa" nell'industria automobilistica non crede che i veicoli elettrici siano il futuro.
Avete letto attentamente cos'ha detto il capo della più grande casa automobilistica del mondo?
Toyoda è molto scettico che i veicoli elettrici possano sostituire i tradizionali veicoli con motore a combustione interna, e stando alle sue parole nel settore automobilistico sembrano pensarla tutti così. E allora di cosa stiamo parlando? Il problema è che questi "pensano che sia la tendenza, quindi non possono parlare ad alta voce".
Quindi tutti zitti con l'anello al naso…e nel frattempo i diktat europei stanno trascinando i paesi nel baratro economico per portare avanti quella cagata pazzesca chiamata Green Deal…


https://slaynews.com/news/toyota-ceo-warns-silent-majority-automakers-dont-believe-electric-vehicles/

Marcello Pamio - 15 novembre 2022

Il 14 dicembre prossimo la Commissione rivelerà la propria proposta per l’efficientamento energetico delle abitazioni nell’ambito del ridicolo (ma funzionale) piano per la riduzione delle emissioni di CO2. In soldoni: sapremo se la nostra casa ha ancora un valore di mercato oppure vale meno di un caffé!
Lo vuole l'Europa e si chiama direttiva EPB: Energy Performance of Buildings Directive.

In pratica dal 2050 tutte le case europee dovranno essere ad emissioni zero.

Per fare questo introdurranno normative ferree sulle nuove costruzioni, mentre le case già fatte dovranno essere efficientate forzatamente!
La EPBD prevede che, a partire dal 2027, gli Stati vietino la vendita e l’affitto degli immobili di classe energetica inferiore a E. Avete idea delle conseguenze?
E dal 2030 l’asticella si alzerà alla classe energetica D, per escludere poi dal mercato dal 2033 gli immobili delle classi inferiori alla C, e via così fino all'annientamento della società.
Per tutti il divieto di vendita potrà essere superato se lo schiavo acquirente si impegna a raggiungere la classe energetica minima indicata dalla direttiva entro tre anni dalla stipula dell’atto di vendita. Con svenamento finanziario, ma per il bene dell'ambiente!
Si calcola che l’87% degli immobili italiani sia in classe D o inferiore, e dato che un bene non vendibile ha valore zero, circa il 40% della ricchezza delle famiglie italiane rischia di scomparire nel nulla.
Sapete vero qual è lo scopo occulto? E' tutto già scritto (Agenda 2030 e Great Reset) e ne ho già parlato.
La crisi economica (aggravata dalla funzionale emergenza energetica) farà perdere la casa a milioni di italiani. Il Papà-Stato (grazie a Mammona) acquisirà le case per poi affittarle a prezzo modico ai sudditi. Il Reddito di Schiavitù farà il resto…
Questa è la prigione che stanno costruendo attorno a noi, e la gente in ipnosi non se ne accorge!


https://scenarieconomici.it/il-14-dicembre-saprete-se-la-vostra-casa-vale-zero-e-probabilmente-sara-cosi/

Marcello Pamio – 19 luglio 2022

Già a marzo 2022 il ministro dell'Innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao al forum ANSA aveva dichiarato: “Stiamo pensando ad una piattaforma per l'erogazione di tutti i benefici sociali, il nome provvisorio è IDPay, tutto direttamente in digitale, addirittura in pagamento anticipato, senza bisogno di dover anticipare i soldi, venire riconosciuti nel punto vendita e ricevere l'ammontare di bonus di voucher grazie alla piattaforma” e si può partire “già da quest'anno”.
Vogliono entro il 2022 arrivare ai pagamenti e ai servizi digitali con IDPay, una piattaforma che permetterà ai sudditi di accedere ai bonus e alle misure di sostegno del governo. Quindi per accedere all’elemosina di Stato, alle erogazioni dei bonus pubblici servirà la piattaforma, altrimenti cazzi vostri.
Attenzione perché questa è la dolce carotina, il bastone nel didietro va ben aldilà degli spiccioli del regime, e della ridicola lotta all’evasione, perché si inserisce in un piano più ampio che ha già visto la nascita di PagoPa (che gestirà IDPay), la «piattaforma dell’interoperabilità» dove tutte le pubbliche amministrazioni come Agenzia delle Entrate, Anagrafe, Ministero dell’Interno e Inps agganceranno i propri dati. Avete capito cosa c’è sotto? Il quadro inizia a prendere forma se vi dico che a tale sistema confluiranno anche i dati della cartella sanitaria elettronica, dello status vaccinale e delle eventuali pendenze giudiziarie? Non si tratta solo della società cashless priva di contanti, ma è l’inizio della digitalizzare della Vita umana! E’ schiavitù digitale all’ennesima potenza!
L’uomo non sarà più un cittadino, ma un ID, un codice digitale: i cui diritti potranno essere attivati o disattivati semplicemente da una tastiera di un pc o peggio ancora da un algoritmo di una Intelligenza Artificiale! E’ l’apoteosi del controllo sociale!
Questa dittatura digitale va impedita con ogni mezzo…

Credit cards

Marcello Pamio - 20 aprile 2022

Con la scusa di contrastare l’evasione fiscale e il riciclaggio, il regime vuole far sparire dalla circolazione la moneta. La nostra beneamata lira coniata nel 1860 a Firenze, venne in prima battuta scaricata nel cesso da un giorno all’altro dopo 140 anni, con l’introduzione dell’euro!
Ora tocca alla moneta europea scomparire, lo hanno già detto.

Ma come metterla al bando, per fare posto alle monete elettroniche molto più controllabili (e non mi riferisco alle criptovalute, anche se la strada imboccata è quella)?
Semplice: basta dire agli schiavi che meno cartamoneta c’è in circolazione e meglio sarà per il Fisco. Ovviamente solo un decerebrato può pensare che siano queste le motivazioni, ma dopo due anni di lavaggio encefalico e propaganda, alla gente si può raccontare qualunque minchiata.

Ed ecco la genialata del limite al contante!
Dal primo luglio 2020 il limite per l’uso massimo dei contanti è sceso a 2000 euro, per calare ulteriormente quest’anno a 1000 euro. Tale scadenza è stata rinviata al 1° gennaio 2023.
Questo percorso criminoso volto alla sparizione della moneta non è nato con i gesuiti Draghi o Monti, ma nel lontano 1991 quando il governo Andreotti mise il limite a 20 milioni di lire.

Con il passaggio all’euro nel 2002 è diventato 10.329,14 euro e il 26 dicembre 2002 il governo Berlusconi lo alzò a 12.500 euro. Prodi dal canto suo il 30 aprile 2008 lo fece scendere a 5000 euro per poi magicamente il 25 giugno 2008 ci pensa sempre il Caimano a rialzarlo portandolo a 12.500 euro. Il 31 maggio 2010 ritorna a 5000 euro.

Il grande passaggio è avvenuto il 13 agosto 2011 quando Berlusconi abbassa i contanti a 2500 euro mentre Monti il 6 dicembre 2011 ha il coraggio di portarlo a 1000 euro! Quindi il governo ha stabilito nel caso in cui la somma da pagare sia superiore a 999,99 euro, il pagamento con assegno, bonifico o carta di credito, tracciato cioè attraverso il sistema bancario o postale.

La legge di stabilità del 2016 ha riportato il limite a 3000 euro per poi, come detto in apertura, dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021 il limite è di nuovo sceso a 2000 euro e dal 1° gennaio di quest’anno a 1000 euro con il banchiere Draghi.
Ma il Milleproroghe ha spostato la scadenza del demenziale limite a gennaio 2023.
Vedremo nel frattempo cosa succederà...

Cosa possiamo fare? Come direbbe De André: “in direzione ostinata e contraria”! Usare meno possibile le carte di credito e/o debito e andare a fare acquisiti SOLO da chi accetta i contanti.
Tutti quelli che pretendono solo il pagamento elettronico vanno boicottati e anche denunciati.

Per approfondire

https://www.studiocataldi.it/articoli/36406-limite-contanti.asp

San Giorgio e il drago nel dipinto a olio su tela di Paolo Uccello

Marcello Pamio

La leggenda di San Giorgio e il drago è una delle più antiche rappresentazioni del martire-cavaliere che combatte il male, simboleggiato dal drago.
Tra gli uccisori del mostro nessuno ha riscosso tanta venerazione quanto appunto San Giorgio e infatti non è un caso che sia il patrono di vari paesi, tra cui l’Inghilterra.
I cristiani si identificarono facilmente nel santo coraggioso che aveva liberato una terra in mano agli infedeli: come santo protettore dei crociati, nessuno era più adatto di lui.

E’ così importante che l’Ordine di San Giorgio rappresenta la più alta onorificenza militare della Federazione Russa! Ma guarda caso...
Per comprendere il motivo per cui in molte città russe sono apparsi cartelloni pubblicitari con una grande “Z” formata da un nastro nero e arancione, bisogna sapere che questi sono appunto i colori del nastro di San Giorgio, simbolo di protezione dalle forze del male, e simbolo anche dello slogan “Non rinunciamo al nostro popolo”. Tale riferimento va alla popolazione russofona che vive in Ucraina, proprio quella massacrata nel silenzio tombale degli ipocriti occidentali dal 2015 in poi.

Cartelloni pubblicitari apparsi in molte città russe

E’ il nastro di San Giorgio, cioè l’eroe che uccise il drago adottato come simbolo della sconfitta del nazismo!

Nastro di San Giorgio

Lo so, la demenza è galoppante, parallelamente ai vuoti di memoria storica. Vi ricordo che il 2 maggio 1945 fu l’armata rossa (oggi i nemici dell’umanità) a far capitolare i nazisti tedeschi, i quali si arresero definitivamente il 9 maggio. Il nazismo era morto, così come il suo leader, grazie ai russi. Scusate, ma quanto manca al 9 maggio 2022?
E’ per questo che i russi si fregiano con orgoglio della Z con il nastro di San Giorgio!

La Z e la swastika
La Z è un antichissimo simbolo cristiano ortodosso: sacrale per i popoli slavi perché fornisce protezione dalle forze oscure, dalle forze del male.
Dal punto di vista simbolico la Z è una lettera latina mentre in Russia si usa l’alfabeto cirillico, dove l’equivalente di questa lettera assomiglia più al numero “3”!
Il numero 3 rappresenta la trinità (padre, figlio e spirito santo) perché tre sono le linee nella Z: la linea superiore che rappresenta il Cielo, il mondo spirituale, quella inferiore che riporta alla Terra, il Figlio, mentre la linea diagonale è lo Spirito Santo che unisce l’alto con il basso, impedendo il passaggio alle forze oscure.
Probabilmente è un simbolo ancestrale, forse la più antica preghiera slava conosciuta.

Antica rappresentazione della swastika

Interessante è quando vengono unite due Z capovolte: salta fuori la croce uncinata, detta swastika: antichissimo simbolo religioso di stampo solare e protettivo. Questo simbolo è stato usato dai nazisti in senso totalmente distruttivo e criminale!
Tutto ovviamente tranne che solare...

Campagna diffamatoria
Vi sembra normale e soprattutto giustificata la vergognosa compagna propagandistica che il Sistema sta facendo ad una semplice lettera? E’ solo perché è divenuta l’orgoglio russo o solo perché è apparsa nei carri armati?
Ad un occhio accecato e ad un cervello atrofizzato potrebbe apparire di si, la verità invece è molto più profonda…. Dietro tutto ciò risalta un odio viscerale, un profondissimo ed arcaico rancore nei confronti del popolo russo (che ha distrutto il nazismo nel 1945), e di quello che rappresenta. La Russia è infatti l’ultimo baluardo dei valori cristiani. L’ultima barriera che difende la vera spiritualità e la difende dal drago dai satanisti del Deep State…
L’accanimento universale ad una lettera dell’alfabeto cela un vero e proprio attacco da parte delle forze oscure al collegamento con i mondi spirituali!

Marcello Pamio

La guerra è lo strumento fondamentale dell’economia! Viene imposta come desiderio di supremazia e di potenza mercantile, geopolitica e militare, ma dietro c’è il sistema bancario internazionale, senza il quale non sarebbe possibile realizzarle.
L’obiettivo delle banche non è il controllo del conflitto in sé, ma il controllo del debito che il conflitto produce.

Il grande valore di una guerra, il vero valore sta nel debito che genera. Se controlli il debito, controlli tutto!

E la finanza internazionale controlla tutto!

Lo scontro russo-ucraino non fa eccezione, anche se in questo caso siamo di fronte a qualcosa di diverso, qualcosa di molto più profondo, antico e insidioso: uno scontro antropologico, una vera e propria guerra di civiltà!
Il progetto diabolico che da decenni chiamano Nuovo Ordine Mondiale ha iniziato a scricchiolare con la crisi economica del 2007-2008, e l’obiettivo di un mondo sottomesso sembra non reggere alla complessità del sistema, e questo nonostante i mezzi di controllo siano sempre più sofisticati e pervasivi. Ci sono ancora troppe varianti, ed è ancora troppo imprevedibile l’individualità umana!

Samuel P. Huntington è stato un politologo statunitense. Uno dei massimi esperti di politica estera, consigliere di Jimmy Carter, direttore degli Studi strategici e internazionali di Harvard, fondatore di Foreign Policy.

Dall’altra parte stiamo assistendo allo spostamento del potere dal mondo ashkenazita delle grandi famiglie imperiali (Rothschild, Rockefeller, ecc.) tuttora centrali, che da secoli hanno gestito la finanza usuraia, ai nuovi magnati delle biotecnologie e della digitalizzazione (Bill Gates, Klaus Schwab, George Soros, ecc.). L’introduzione della criptomoneta digitale difficilmente controllabile sta facendo vacillare la kabala del potere.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: la totale disfatta e caduta dell’impero Occidentale.

L’ultimo colpo di coda dell’élite è stata la magistrale invenzione dell’epidemia di SarsCov2: il disperato tentativo di piegare la volontà umana stringendo le maglie del controllo con il ricatto, la paura e il terrore. L’occasione è servita da una parte a livellare i già risicati diritti umani, dall’altra a fagocitare la classe medica, l’unica (assieme alle forze dell’ordine) che avrebbe potuto rallentare il processo di inoculazione nel corpo dei goym di sostanze geniche (che solo la cricca al Potere conosce) e metalli elettromagnetofili come l’ossido di grafene.

Sostanze che saranno molto utili nel prossimo futuro e dopo l’attivazione del 5G (che avverrà a luglio in Italia)...

In parallelo l’Occidente ha intensificato consapevolmente l’assedio militare alla Russia circondando il paese. Estonia, Lituania, Polonia, Slovacchia, Ungheria e Romania sono tutti paesi confinanti con la Russia e tutti casualmente membri della Nato. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la provocazione da parte dell’Ucraina di voler aderire all’organizzazione atlantica. La sua prostituzione all’elité dominante avrebbe voluto dire basi americane e missili nucleari a pochissima distanza da Mosca. Cosa questa inaccettabile per il presidente Vladimir Putin!

Lo scontro è epocale. L'Ucraina è solo la scusante ufficiale...

Ma il punto cruciale non è questo, è un altro: la Russia è l’ultimo baluardo del vero cristianesimo: lo sbarramento e l’ultima resistenza al folle e diabolico piano criminoso del Deep State. E questo non lo possono tollerare.
Hanno a tal proposito pagato e posizionato l’ashkenazita Zelensky a capo di un paese flagellato da colpi di stato, nazismo etnico e corruzione per combattere una guerra per procura contro il nemico russo. Un ex attore fallito di cabaret, con anche ambigui gusti sessuali, pagato profumatamente è stato messo a capo del governo eterodiretto da Wall Street, la City di Londra e Israele.
Ma le cose stanno cambiando...

Nella recentissima assemblea delle Nazioni Unite la maggior parte dei popoli si è ribellata a questo gioco perverso. La condanna alla Russia è stata votata da 141 paesi, ma ben 35 si sono astenuti (tra cui Cina, Iraq, Iran, India e Algeria) e 5 hanno votato contro (Russia ovviamente, Corea del Nord, Siria, Bielorussia, Eritrea). Gli abitanti di tutti questi paesi rappresentano tre quarti del mondo.

La logica conclusione è che i globalisti ashkenaziti sono riusciti a corrompere tutto il mondo occidentale di matrice cattolica, ma non sono riusciti a piegare le etnie musulmane, cristiano-ortodosse, indo-buddiste e taoiste, le cui identità di appartenenza religiosa sono ancora fortemente strutturate e inattaccabili.

Per usare le parole del filosofo e ideologo di Putin, Aleksandr Dugin, quella che si sta combattendo in Ucraina non è solamente una guerra per “denazificare” il paese e proteggere la popolazione filo-russa del Donbass, ma una battaglia contro le oligarchie mondiali, contro un Occidente moderno: “il mondo dell’Anticristo”. Il filosofo sostiene infatti che “l’operazione militare speciale” in corso in Ucraina “è diretta non solo contro il nazismo ma ancor più contro il liberalismo e il globalismo. Dopo tutto, sono stati i liberali occidentali a rendere possibile il nazismo ucraino, a sostenerlo, ad armarlo e a metterlo contro la Russia, come nuovo polo di un mondo multipolare”.

Da questo punto di vista l’Ucraina diventa il territorio di scontro di Civiltà, tra le due fazioni opposte: il “Grande Reset” occidentale contro il “Grande Risveglio” orientale. “Le élite globali di Biden, Klaus Schwab, Bill Gates, Bernard-Henri Levy oggi rappresentano una setta totalitaria, un regime dittatoriale che cerca di stabilire un controllo totale non solo sui corpi delle persone, ma sulle loro menti, le loro immaginazioni, i loro sogni. Ci sono solo due partiti nel mondo oggi: il Partito del Grande Reset e il Partito del Grande Risveglio”.

La Russia quindi combatte per resistere al paradigma satanista degli ashkenaziti, che vedono l’essere umano come una bestia senza valore (goym).
Poi va tenuto in considerazione anche la storia della popolazione dei cazari, oggi chiamati ashkenaziti, la cui madre terra, il regno di Cazaria è stato smantellato da imperatori russi.

il Regno di Khazaria

Ricordo che il loro antico regno andava dall’odierna Kiev fino alla Mongolia, casualmente proprio sulla terra oggi chiamata Ucraina! Il dente è avvelenato da molti secoli, e loro non dimenticano...
Ma questo purtroppo, gli schiavi indottrinati non lo sanno e non riescono a vederlo. I sudditi non si rendono conto di tale scontro epocale, perché totalmente annichiliti dalla propaganda, da decenni di deculturizzazione e cresciuti in una società che li ha fatti affogare fin dalla nascita nella degenerazione fisica, cognitiva e spirituale.
Bisogna ammetterlo: oggi la civiltà occidentale è rappresenta da una sorta di bestiame senza volontà e senz’anima, animali alienati dalla realtà e destinati al macello (vaccini, microchip, quantum-dots, ecc.), dove la spiritualità è annichilita da un becero materialismo ateo.

La posta in gioco non è mai stata così alta: da una parte c’è la salvaguardia della famiglia, dell’identità storica e religiosa, della moralità e dei valori anche cristiani (nel senso più elevato del termine, che non ha nulla a che spartire col cattolicesimo), dall’altra un vero e proprio incubo: una esistenza immersa nella più terrificante e fagocitante tecnologia mai vista prima. Una società privata del contante (e dipendente dal virtuale), priva di relazioni sociali e del contatto con la Natura, tutti immersi in un oceano di input (visivi, sonori, virtuali, elettromagnetici, ecc.).
Insomma una finta vita spacciata per vera!

Proiettati nel mondo virtuale del metaverso non si vivrà la vita vera...

I bambini - e sta già accadendo - potranno nascere senza sesso definito (lo decideranno come si sceglie il gusto del gelato) e crescere nella totale imbecillità e ignavia grazie alla propaganda educativa di regime. Ma la tecnologia permetterà loro di “vivere” e viaggiare all’interno di mondi virtuali digitali (metaversi e cyberdroghe) così da sopportare la propria infame esistenza.
In Occidente tutto sta andando verso questo abominio, verso la totale disumanizzazione e l’annichilamento dell’uomo. Lo scopo è preparare la strada al Transumano e Postumano.
Dal Metaverso alla fusione tra uomo e macchina il passaggio sarà velocissimo e indolore.

Vogliono l’ibridazione del DNA con le macchine (grazie alla genetica e al grafene contenuto nei sieri) per creare un essere senz’anima, controllato da intelligenze artificiali tramite 5G e 6G.

Siamo in una autentica deriva antropologica diabolica! Puntano al simbionte: un essere metà uomo e metà macchina per creare quella post-umanità utile ai loro bassissimi scopi...

Ecco perché l’uomo triarticolato (corpo, anima e spirito) sta per essere trasformato in uomo binario (corpo, anima) dove le dinamiche dell’anima saranno lasciate appositamente in preda alla sensorialità e alla fredda logica razionale dell’ego. A questo serve il materialismo ateo, che include la digitalizzazione, la meccanizzazione e la magnetizzazione: far sprofondare l’uomo nella materia, nelle energie e negli istinti più bassi. Si tratta della strada maestra verso l’antiumano!

Una realtà senza morale, senza famiglia, senza identità, privi di radici storiche e senza futuro, dove le peggiori perversioni sono promosse e/o normalizzate. Una civiltà al tramonto, e proprio per questo sempre più spietata e cattiva.

Oggi l’Impero occidentale sempre più decadente e degenerato sta definitivamente crollando…
Ce lo ricorda anche Jacques Attali nel suo libro “Breve storia del futuro” del 2006 (rivisto e aggiornato nel 2016): «Il mercato sta avendo la meglio, per cui porrà fine a tutto ciò che possa nuocergli, compresi gli Stati, che distruggerà uno dopo l’altro, e tra i primi gli Stati Uniti d’America!
Entro il 2030, alla fine di una lunga battaglia di cui l’attuale crisi finanziaria ed economia segna l’inizio, e nel mezzo di una grave crisi ecologica, gli Stati Uniti, impero ancora dominante, saranno vinti. Esauriti finanziariamente e politicamente, come gli altri imperi prima di loro, cesseranno di governare il mondo. Il pianeta sarà gestito da un gruppo di potenze regionali. Ci sarà la divisione del potere mondiale tra dodici nazioni»…

Quindi entro il 2030 vedremo crollare l’Impero americano (anche grazie allo scontro di civiltà con la Russia), e non lo dicono le centurie di Nostradamus ma le previsioni di Jacques Attali, economista, consigliere di Mitterran e primo presidente della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo: uno ammanicato col Sistema, uno che sa come funziona e soprattutto come pensa il Leviatano…

Per approfondire l'interessante video di Giovanni Angelo Cianti

di Emanuela Lorenzi, 2 aprile 2022

DANNI COLLATERALI

Potrà il tuo minuto sopracciglio
non ancora corrugato sul mondo,
figlio,
reggere aperto e furibondo
l'insostenibile leggerezza
di quest'aria cinica
come gabbiano sopra il mare
in picchiata sul muro egoista
contro cui sbatte l'Ibis eremita
e lo sguardo del bambino siriano
schiacciato fra cielo e terra
sotto la nostra bomba altruista?

(Hai detto, dritto nel petto
«Se si chiama pace perché si fa con la guerra?»)

Alcuni bambini sono più uguali di altri.
Sono versi ispirati di getto qualche tempo fa dall’acuta osservazione di mio figlio sull’ossimorica narrazione della “guerra di pace”, nella schizofrenia della condanna dei bambini soldato in Africa e al contempo la celebrazione della bambina ucraina con il leccalecca in bocca che imbraccia il fucile (come fa notare Sara Reginella, esperta di Donbass e psicoterapeuta, c’è molta patologia nell’armare per la pace). La consapevolezza geopolitica, la logica aristotelica, la saggezza, sono patrimonio di ogni bambino fintanto che la sua mente è immune alle pervasive sovrastrutture di una putrefatta adultità. Del resto, un Piccolo Principe disse che tutti sono stati bambini una volta ma pochi se ne ricordano. Il bambino siriano potrebbe essere quello yemenita (6.500 uccisi anche dalle bombe italiane, per un totale di circa 400mila morti e 4 milioni di profughi della guerra ribattezzata dalla neolingua occidentale ‘rinascimento arabo’), afgano (oltre 6.500 bambini ammazzatie 15.000 feriti solo fra 2009 e 2018), serbo (79 bambini massacrati dai 78 giorni di “bombardamenti umanitari” NATO e il resto condannati dall’esposizione all’uranio impoverito), del Donbass (14mila morti in 8 anni di cui 300 bambini), iracheno (500mila bambini morti a causa delle sanzioni fra il 1991 e il 2003, più che ad Hiroshima, massacro di fronte al quale la risposta della Albright, segretaria di stato USA dell’amministrazione Clinton scomparsa alla vigilia del ventitreesimo anniversario dell’aggressione Nato alla Jugoslavia, fu più o meno “ok il prezzo è giusto”, “the price is worth it”, sì ne valeva la pena). Ma come insegna Orwell, alcuni bambini sono più uguali di altri e alcune guerre più guerre di altre.

Una guerra del cui ripudio costituzionale (art 11) non solo si è fatto stupro e carta straccia, come di tutti gli altri articoli che regolano i principi fondamentali in questi due anni di apocalittico e impudico svelamento del piano di ristrutturazione globale e antropologica in senso feudale attuata dalle psicopatiche élite al potere (e che sta rapidamente trasformando le masse in peso sempre più inutile, gli useless eaters di Kissinger, tramite l’automazione e la deficienza artificiale), ma che è divenuto vessillo di una tavola di valori rovesciati: dalla “distruzione creativa” alla “guerra pacificatrice”, passando per il “veleno salvifico” e l’”obbligo con consenso”, il salto dell’unico neurone rimasto nel cervello lavato dell’italiota intriso di propaganda bellica e di discriminazione normalizzata è facile. Indolore. Insapore. Incolore. Come l’adesione alla NATO come nuovo dogma. Sicuro ed efficace, come il non-vaccino, come le non-bombe elargite a pioggia, a battesimo buono e giusto. Ha ben detto Paolo Borgognone: siamo un paese colonizzato che fa il colonialista con gli altri e la Russia è forse l’ultimo bastione in difesa proprio di quei valori ‘cavallereschi’ (onore, fedeltà, onestà e signorilità) che erano un tempo i nostri, quelli dell’occidente ormai in declino, nonché unico argine alla globalizzazione.

Il sonno della ragione genera mostri, ammoniva l’incisione di Goya. E così, di mostro in mostro, di distopia in distopia, di emergenza in emergenza (il terrorismo ha gentilmente ceduto il passo alla pandemia che ora lo cede alla guerra delle guerre), il Great Reset di Davos si configura innanzitutto come reset intellettuale, con l’immersione nel metaverso che, parafrasando Baricco, sfila via i fatti dalla realtà lasciandoci solo storytelling.

Alla militarizzazione della lingua ci hanno abituati da due anni tra “coprifuoco”, “guerra alla disinformazione” e “chiamata alle armi contro le fake news”, come dice Calvino "Dove si fa violenza al linguaggio è già iniziata la violenza sugli umani", mentre proprio l’impoverimento del linguaggio è secondo Cristophe Clavé fra le cause dell’improvvisa diminuzione del quoziente intellettivo medio della popolazione mondiale (inversione dell’effetto Flynn) rilevabile negli ultimi venti anni :“Non c’è bellezza senza il pensiero della bellezza”. Ed ecco la parola, il racconto, la narrazione. La “Grande narrazione” (The Great Narrative) di Klaus Schwab (di gennaio 2022 ), che dopo averci detto nella “Quarta Rivoluzione Industriale” (del 2016) e poi nel “Grande Reset” (del 2020) che non possederemo nulla e saremo felici – non solo nessuna proprietà e quindi neppure il pane che i caritatevoli presìdi continueranno ad elargire solo ai possessori di Ahnenpass, ma neppure più il nostro corpo grazie alla fusione trans e post-umana delle nostre sfere “fisica, digitale e biologica” - ora ci mostra ancora chiarissimamente il vero significato delle parole “resilienza”, “sostenibilità”, “inclusione”, gretinamente e ciecamente svuotate e ribaltate nella “political correctness” che l’antropologa Ida Magli definì “la forma più sofisticata di lavaggio del cervello che i governanti abbiano mai imposto a i propri sudditi”: quello degli odierni narratori oligarchici si configura nelle loro stesse parole come "sforzo collaborativo dei principali pensatori del mondo per modellare prospettive a lungo termine e co-creare una narrativa che possa aiutare a guidare la creazione di una visione più resiliente, inclusiva e sostenibile per il nostro futuro collettivo". A proposito di furti di parole.

«La grande marcia della distruzione intellettuale proseguirà. Tutto sarà negato. Tutto diventerà un credo. Sarà una posizione ragionevole negare le pietre della strada; diventerà un dogma religioso riaffermarle. È una tesi razionale quella che ci vuole tutti immersi in un sogno; sarà una forma assennata di misticismo asserire che siamo tutti svegli. Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate.».
Gilbert Keith Chesterton, Eretici, 1905

La cancellazione del passato.
Mentre Julian Assange riafferma la propria umana (r)esistenza sposandosi in condizioni di prigioniero per aver detto la verità nel dissociato mondo in cui viviamo secondo le regole del bipensiero del Socing, ecco che ce l’hanno fatta: hanno trasformato il presente nel coagulo distopico orwelliano dove moderni Winston Smith obliterano il passato per possedere il futuro (“Chi controlla il passato, controlla il futuro: chi controlla il presente, controlla il passato”) nella frettolosa cancellazione dagli archivi di giornali mainstream di articoli del 2014 sulla carneficina dell’Euromaidan il colpo di Stato naziucraino in Donbass preparato e finanziato dagli USA; persino la pagina Wikipedia dedicata alla strage della Casa dei Sindacati di Odessa del 2 maggio 2014, tra il 29 e il 30 marzo è stata radicalmente modificata da ‘strage’ a generico ‘rogo’ con l’eliminazione di ogni riferimento alle precise responsabilità dei gruppi nazisti e nazionalisti ucraini (fra cui aver bruciato vive, sgozzato e finito a sprangate oltre 40 persone, superando ogni livello di disumanità nello strangolamento di una donna incinta con un cavo del pc e filmando l’atrocità con frasi di dileggio sulla “mammina russa e il suo figlioletto”, come pochissimi giornalisti hanno riportato, di certo il compianto Giulietto Chiesa con molti suoi documentari su quello che aveva definito un “Progrom programmato”, fra cui Odessa, 3anni per PandoraTv); o nella cancellazione di documentari sulla abominevole sepoltura dell’infanzia nei due minuti di odio russofobo impartito nelle scuole dove si vendono dolcetti di “sangue di bambino russo” (del resto nei libri di testo ucraini ai bambini viene insegnato a odiare la Russia, come denunciato dal ministro dell’istruzione russo Kravzov) e nei campi estivi di addestramento alla guerra per bambini e adolescenti (come denunciò The Guardian in un reportage del 2017 Ukraine’s far-right children’scamp) con una iconografia sfacciatamente banderofila (al nazista Stefan Bandera si ispira il battaglione Azov e buona parte di quelli che costituiscono il cosiddetto ‘esercito’ ucraino) e spesso satanista (manufatti satanici sono stati ritrovati accanto a quelli nazisti) alla luce del sole nero (Schwarze Sonne) e di un nazismo sdoganato dagli ‘antifascisti’ di casa nostra e ora acquistabile persino su amazon da felpe a tazze con logo del battaglione. Del resto, non tutti i nazisti sono uguali, esistono i nazisti buoni, come quelli di cui fa romantica apologia un incommentabile Gramellini senza destare dal sonno le dormienti platee di sinistrati pacifinti che acclamano l’ex attore, così democratico che ha appena sospeso tutti i partiti di opposizione e chiuso tutti canali tv non allineati, con persecuzione e persino incarcerazione per i blogger che osino dissentire ( Gleb Lyaschenko rischia 8 anni di prigione per aver scritto “Per 8 anni la Russia ha chiesto e persino implorato l’Ucraina di cambiare rotta… L’Ucraina ha rifiutato per 8 anni. Ed ecco il risultato”.)

La menzogna e la carneficina (dei cervelli).
Tutto fa brodo nel metaverso de-cognitivizzato delle masse suddito, prima covidiotizzate ed ora ucretinizzate dalle sempre più grossolane mistificazioni del Narratore Unico, tra fucili di cartone, crisis actor colti nella preparazione del trucco (con tanto di esposizione dell’inganno), improbabili giornalisti con elmetto di ordinanza che ha sostituito la mascherina con tranquilli passanti o turisti accanto o peggio sfondi di ologrammi che sconfinano tagliando la spalla in primo piano, la stessa modella-blogger incinta usata come vittima in diversi set (con 7 vite come i gatti), il crollo di una scala mobile della metro di Roma del 2018 spacciato per bombardamento russo su Kiev, sequenze tratte da videogiochi o persino episodi di Star Wars diffusi nei tg nazionali come attacchi russi, sfilate aeree di anni precedenti o teatri di altre guerre ed altri tempi fatti passare per attuali, carri armati ucronazi (non russi) che calpestano spietati automobili, fino al missile Tochka-U lanciato dai battaglioni nazionalisti sui civili di Donetsk (intercettato dall’antimissilistica russa che ne ha limitato i danni, ma che ha fatto comunque strage di persone in coda per la pensione, 20 morti e 28 feriti gravi inclusi bambini donne e anziani) spacciato per “massacro a Kiev presumibilmente perpetrato dall’esercito russo”… La Stampa è stata subito querelata dalla testata Ura.ru per aver usato la foto di un suo fotoreporter all’indomani dell’attacco, ma anche denunciata in sede ONU dalla Russia, per un falso che il prof Angelo d’Orsi definisce, in una lettera di addio al giornale di cui è storico collaboratore da molti anni, il punto più basso del giornalismo italiano “Avete toccato il fondo della disonestà giornalistica. State spingendoci verso la terza guerra mondiale”. Per inciso, anche Manlio Dinucci termina la sua lunga collaborazione con Il Manifesto dopo la censura di un suo articolo nel quale chiedeva di “aprire un dibattito sulla crisi ucraina” denunciando il piano strategico degli Stati uniti contro la Russia elaborato tre anni fa dalla Rand Corporation, un rifiuto di uniformarsi alla direttiva del Ministero della Verità che gli è costato la rimozione dell’articolo in pieno stile orwelliano (fra i punti stabiliti dal piano, “Anzitutto si deve attaccare la Russia sul lato più vulnerabile, quello della sua economia fortemente dipendente dall’export di gas e petrolio: a tale scopo vanno usate le sanzioni commerciali e finanziarie e, allo stesso tempo, si deve far sì che l’Europa diminuisca l’importazione di gas naturale russo, sostituendolo con gas naturale liquefatto statunitense. In campo ideologico e informativo, occorre incoraggiare le proteste interne e allo stesso tempo minare l’immagine della Russia all’esterno.” Non c’è che dire hanno realizzato tutto).

La fiera delle fake news di stato continua con fantomatici ‘massacri’ su obiettivi sensibilizzanti il benpensante (ospedali pediatrici, teatri, centri commerciali, asili - “I BAMBINI!!” - con morti totalmente inventati, asili e ospedali invece sgomberati da tempo e con violenza dagli stessi ucronazi per farne depositi di armi), un colpo di antiaerea ucraino e non un missile russo ha colpito il palazzo di Lungansk , e a Mariupol come altrove sono ‘paradossalmente’ (per l’euroatlantista borghese mediamente eterodiretto) proprio i russi cattivoni a mettere in salvo i civili usati invece come scudi umani dal loro stesso governo, cacciati nelle cantine senza acqua né cibo né luce né informazioni sui corridoi umanitari aperti e scippati delle loro case che vengono usate come perfette feritoie da cui sparare (ammazzando chiunque si rifiuti di farli entrare e lanciandone i cadaveri giù in strada, come raccontano gli abitanti di Mariupol intervistati, per i quali i russi sono liberatori). Come qualche acuto osservatore ha fatto notare, se i Russi fossero la NATO avrebbero fatto tabula rasa in pochissimo anziché condurre azioni chirurgiche e di bassa intensità con armamenti anche obsoleti, ma i Russi non sono la NATO e non solo non hanno velleità espansionistiche ridicolmente affibbiate loro dai corrispettivi guerrafondai del cosiddetto democratico occidente (godono di un territorio sconfinato e non densamente abitato, di riserve di minerali, di grano, di gas, hanno autosufficienza energetica, economica, alimentare e, soprattutto, spirituale) né soprattutto intenzione di danneggiare i civili. Tutto questo non lo vedrete né ascolterete in nessun canale di informazione mainstream, dopo la censura e chiusura di ogni voce non allineata (vedi Sputnik o Russia Today), ma emerge dalle testimonianze dei civili messi in salvo dai russi attraverso i corridoi umanitari che vengono loro negati, delle famiglie che riescono ad uscirne senza essere massacrate a bruciapelo dagli stessi ucraini mentre cercano la salvezza allontanandosi in bicicletta o in auto dai territori devastati, grazie al prezioso lavoro dei due soli giornalisti italiani rimasti watchdog (cane da guardia) non lapdog (cagnolino da salotto) del potere: Vittorio Rangeloni e Giorgio Bianchi, che il Donbass lo racconta dal vivo da almeno 8 anni, i quali rischiano la pelle ogni giorno per darci frammenti di verità taciute.

Il suddito ideale del regime totalitario non è il nazista convinto o il comunista convinto, ma colui per il quale la distinzione tra realtà e finzione, tra vero e falso non esiste più".
(Hanna Arendt, “Le origini del totalitarismo”)

Del resto è una fiction tv “Servitore del popolo” (in cui Zelensky interpreta un insegnante di storia di liceo che si batte contro la corruzione in politica e diventa proprio presidente dell’Ucraina, a breve anche sui nostri schermi) ad incoronare Zelensky alla presidenza (“Servitore del popolo” è anche il nome del partito da lui fondato nel 2017) in una oscillazione liquida fra realtà e rappresentazione, da comico e spogliarellista improvvisato a criminale di guerra che non solo permette ai nazisti di ammazzare il suo stesso popolo ma richiede a gran voce la terza guerra mondiale (no fly zone) in uno European war tour NATO-diretto in esclusiva per il pubblico occidentale, italiota in particolare, e i cui discorsi sono predisposti direttamente dai suoi sceneggiatori come l’onesta felpetta e gli sfondi fittizi da cui li propina. Attore che si è portato al governo co-fondatori e produttori della società di intrattenimento televisivo Kvartal 95 Studio, finanziata dall’oligarca ebreo Ihor Kolomoyskyi che ha finanziato ancheil battaglione Azov, e tutti questi soggetti (di una fiction contro la corruzione) sarebberocoinvolti in transazioni milionarie tramite società stabilite in paradisi fiscali come rivela l’inchiesta giornalistica dei Pandora Papers pubblicata dal Consorzio Internazionale dei Giornalisti Investigativi (ICJI) nell’ottobre 2021. Ma anche qui, c’è corruzione e corruzione, e alcuni oligarchi sono più uguali degli altri. Di certo, la realtà ha di gran lunga superato la fiction.

Ricordiamo en passant che la mozione presentata all’ONU a novembre 2014 dalla Russia contro la glorificazione del nazismo fu votata con 115 favorevoli, 3 contrari (guarda caso Ucraina, Canada e Stati Uniti) e 55 astenuti (fra cui l’Unione Europea, per la quale il nazismo evidentemente non è più il male assoluto).

Sulle “tante unanimi bugie in simultanea mai viste neppure in tempi di guerra fredda” ci metteva in guardia il lucido Giulietto Chiesa già 8 anni fa a Settembre 2014, pochi mesi dopo il golpe nazista in Ucraina: “Percepite quello che ho percepito io? In Ucraina è cominciata la Terza guerra Mondiale”

L’ipocrisia, la superficialità e i ‘malvagi per pigrizia’.Il Prof Mamone Capria, già vittima di censura della post-democrazia pandemica, in una lettera aperta ai colleghi qualche settimana fa scriveva “Ha detto un moralista francese del XVII secolo che l’ipocrisia è l’omaggioche il vizio rende alla virtù.L’Italia oggi sta morendo anche diipocrisia, e penso che in generale ma soprattutto tra i lavoratori della conoscenza, chi può permetterselo, e fintanto che può, dovrebbe evitare di contribuirvi.

Questo paese ha dato prova di essere ancora una volta il terreno di sperimentazione perfetta, nello spirito e nel corpo, con la sua plebe assolutamente etero-dirigibile e tanto rabbiosa quanto ipocrita nella viltà dell’abdicazione alla scelta. La stragrande maggioranza degli italiani è costituita dagli ignavi che Dante colloca nel canto terzo dell’Inferno, coloro che durante la loro vita non hanno mai agito né nel bene né nel male né hanno osato avere un'idea propria limitandosi ad adeguarsi sempre a quella del più forte. Sono gli ignavi che, ricordando Hanna Arendt, potremmo definire tristemente “malvagi per pigrizia” (La triste verità è che molto del male viene compiuto da persone che non si decidono mai ad essere buone o cattive). È la superficialità ad aver creato una massa totalmente de-empatizzata e se solo il bene ha profondità, come scrive la Arendt, allora è nostro dovere come esseri umani coltivare la profondità, andare a fondo nella conoscenza, e quindi nella coscienza, per poi risalire ed avere una visione d’insieme che sia non certo la verità ma sua costante ricerca, non la dottrina dell’Uno ma l’esercizio del Due (‘dubbio’ dal sanscrito dva o dvi = due). L’esercizio di quel puntinismo che ci insegna che tanti puntini formano un ‘quadro’ e che più che una rappresentazione è strumento di conoscenza della percezione visiva, partendo dalla constatazione che ogni colore influenza ed è a sua volta influenzato da quelli vicini. Questo comporta la complessità come cifra epistemica del presente che necessita di occhiali di lettura articolati e in relazione fra loro, non certo appiattiti su istantanee imposte e materialmente taroccate dalla propaganda o dallo stesso capo della comunicazione ucraina, un berretto verde messo lì dallo stesso Biden, come pure tutto il governo di Zelensky, come ci svela Franco Fracassi che da tempo indaga le relazioni pericolose fra Biden e i gruppi di potere ucraini infiltrati dai nazisti, passando per la Burisma e i 194 laboratori ai confini della Russia. L’Ucraina di oggi, ci spiega Fracassi, è dunque figlia dell’azione di Biden, un paese governato da nazisti portati al potere direttamente dagli USA.

Ecco lo sguardo della complessità oltre la facile psichiatrizzazione del dissenso, tipica del MiCulPop, già collaudata in 2 anni di plandemia. Per questo è apprezzabile che sia stato un giornale mainstream come Panorama a parlare del problema dell’estrema destra in Ucraina che la Russia denunciava come una delle motivazioni del suo intervento volto denazificare una terra in ostaggio dei battaglioni da almeno 8 anni, illustrando in un lungo articolo di Elisabetta Burba tutta l’iconografia nazista e antisemita all’interno degli affreschi delle chiese ucraine e le scenette antisemite per i bambini.

Connettere i puntini. Tra i fatti (non opinioni) la cui conoscenza è importante per comprendere l’iniziativa russa, fatti che vengono puntualmente taciuti, c’è in primis l’annosa questione del Donbass, da cui era arrivato un allarme per la recrudescenza della guerra nelle crudeltà sui civili vittime anche di torture che non vedrete mai nel mainstream (adulti e ragazzini spogliati e legati ai pali con nastro adesivo, con una palla in bocca per non sentirne le grida, per non parlare dei soldati russi vittime di crocifissioni, sgozzamenti, arti segati e occhi cavati in totale violazione della Convenzione di Ginevra sul trattamento dei prigionieri di guerra). Lo schema, sottolineano le poche voci indipendenti, è lo stesso usato in Siria, dove l’Isis è creatura USA armata in funzione antisovietica e l’intervento russo arriva a finire e non iniziare l’azione bellica. E se la reductio ad hitlerum di Putin è già paradossale oltre che superficiale se consideriamo che alla Russia il nazismo è costato un tributo di 25 milioni di morti (interessante in questo senso l’ultima folle demonizzazione della lettera Z, il nastro di San Giorgio che sconfisse il drago, simbolo adottato per ricordare la sconfitta del nazismo di cui i russi si fregiano con orgoglio dal 2014 contro la rinascita del nazismo alle porte di casa), aggiungiamo al pentolone l’espansione della Nato fino ai confini dell’ex Unione Sovietica con dispiegamento di sistemi di lancio in Ucraina che renderebbero Mosca raggiungibile da un missile ipersonico in 5 minuti (ci ricordiamo della crisi dei missili di Cuba? Ma lì le parti erano invertite e la minaccia era rivolta alla parte ‘buona’ del mondo…) e le recenti importanti esercitazioni NATO in territorio ucraino (benché ancora non parte dell’Alleanza Atlantica). Alla linea rossa superata si aggiunge la minaccia di guerra biologica con risvolti che coinvolgerebbero anche l’Italia nella collaborazione di medici italiani con l’IKEVUM di Kharkiv gettando luci ancor più sinistre sulla narrazione pandemica passata e su minacce future di uso di armi biologiche che qualcuno starebbe paventando e sventolando come false flag attribuibile ai russi per una ulteriore escalation su scala mondiale.

Sulla questione dei laboratori, dapprima ferocemente negata poi ammessa di fronte alle evidenze anche dalla narrazione ufficiale, aveva rotto il silenzio FoxNews. Le indagini condotte dal Comitato Investigativo della Russia hanno dimostrato poi il coinvolgimento diretto del Pentagono nello sviluppo di componenti di armi biologiche in Ucraina, e personale del figlio del Presidente, Hunter Biden, quello del laptop dello scandalo, nel finanziamento della creazione di agenti patogeni nei laboratori ucraini. La questione, poi ammessa dalla stessa sottosegretaria di Stato Victoria Nuland (colei che durante l’Euromaidan distribuiva dolcetti ai ‘resistenti’ e che, intercettata durante la decisione a tavolino sulla futura composizione del governo filoatlantista postgolpista, liquidava eventuali ostacoli da parte dell’UE con l’elegante “Fuck the UE!” si fotta l’Unione Europea)

Come ben riassume Francesco Amodeo, con il sacrificio del popolo ucraino, e la collaborazione del popolo italiota inconsapevole, gli USA sono riusciti ad ottenere ciò che avrebbero potuto raggiungere solo con una guerra mondiale: facendo combattere questa guerra da altri, sono riusciti a separare la Russia dall’UE, porre fine al gasdotto North Stream 2 ed esportare il 50% del loro gas in Europa (con buona pace degli ambientalisti gretini sui rischi e danni del fracking per estrarre il gas di scisto e sui costi di trasporto del gas liquefatto). Aggiungiamo lo sdoganamento del grano OGM sulle nostre tavole ed il quadro è un capolavoro. Nel frattempo la Russia, immune alla globalizzazione, ribalta le sanzioni trasformando i grandi marchi del consumismo occidentale in franchising di prodotti russi e iniziando la de-globalizzazione e la de-dollarizzazione (con il pagamento della fornitura del gas in Rubli eancorando il rublo all’oro), stringendo alleanze in un mondo che da unipolare sta diventando multipolare. Che ruolo avrà l’Italia in questo nuovo mondo multipolare se resterà colonia NATO?

Da “non ti vaccini, muori” a “non odi la Russia, muori”. Intellettualmente di certo. Anche se sei già morto, come il grande Dostoevskij. L’assurdo divieto al prof Paolo Nori di fare lezione su Dostoevskij non è che l’inizio di una russofobia creata e alimentata ad arte dagli stessi oligarchi dell’informazione e che ci ha costretto ad assistere a una serie di azioni barbare e indegne di un paese che non si può ormai dire più civile: l’epurazione riservata dalla Rai a chi osi dare una visione appena più complessa della tifoseria del solito divide et impera come il prof Orsini; l’esclusione dei disabili russi dalle paralimpiadi e persino dei gatti russi (i gatti!) dalle competizioni; la copertura delle statue del cosmonauta Gagarin, primo uomo nello spazio; la minaccia di esclusione da Wimbledon 2022 per i tennisti russi, Daniil Medvedev e Andrey Rublev se non “abiurano” dissociandosi pubblicamente da Putin; in certi locali si rischia grosso persino a chiedere un Moscow Mule o un White Russian, mentre un ragazzino viene picchiato nel bresciano perché russo (dopo anni di bla bla su bullismo e inclusione) e una studentessa disabile è cacciata dallo studio del suo medico per lo stesso motivo. Ma è nell’arbitrario sequestro delle proprietà degli oligarchi russi in Europa che possiamo vedere le connessioni con i piani delle élite nel solco del Great Reset, con l’attacco frontale alla proprietà privata, già overtonizzato dal blocco dei conti dei camionisti canadesi in protesta contro le restrizioni (“non avrai nulla e sarai felice” e controllabile, ovvio), attacco che si configura nei ceti più bassi con la riforma del catasto e l’impoverimento intenzionale e sistematico che non dipende dalla guerra, ma da decisioni prese dall’alto, passando per la digitalizzazione forzata quindi a maggiore controllo (ecco il credito sociale cinese cui hanno vincolato il lasciapassare e che ora rispunta nei citizen wallets a Roma come a Bologna, anglicismo coloniale per la tessera della premialità in base all’obbedienza, secondo i diktat dell’Agenda 2030). E se gli oligarchi dell’Occidente si chiamano filantropi, nel lavaggio in neolingua del bipensiero, di ben altre oligarchie si dovrebbe preoccupare l’Europa, in particolare dell’oligarchia dell’informazione che concentra tutto nei grandi gruppi come GEDI (Giorgio Bianchi mette in guardia anche sulla globalizzazione dell’informazione che mette a frutto il data mining della profilazione volontaria attraverso i social - quello più militarizzato di tutti, Facebook, viene da un progetto DARPA - infiltrandoli dopo aver incensato di autorevolezza da mainstream gli influencer che possono poi tornare a spargere menzogna spacciandola per verità ).

La campagna di odio nei confronti di tutto ciò che è Russo trova sua iperbolica eco nelle parole costate una querela da parte dell'ambasciatore russo in Italia ancora al quotidiano La Stampa che in un articolo auspicava l’uccisione fisica del presidente Putin. Capro espiatorio perfetto.

Tornando alla damnatio memoriae, un cartello a Mosca recita: “In alcuni Paesi hanno deciso di non interpretare Šostakovič, noi invece abbiamo deciso che la musica di Vivaldi è sempre bellissima. Non si può cancellare la cultura”. La differenza fra questo tipo di messaggio e una propaganda che si vanta di una sempre più grezza e isterica Cancel Culture in perfetto stile MinCulPop orwelliano che adatta il passato al presente per controllare il futuro, è abissale. I barbari siamo noi.

Dalla pandemia alla carestia. La guerra è dunque innanzitutto cognitiva, dove il territorio da conquistare è l’uomo nel suo essere mero recipiente di uno storytelling che ha preso il posto di qualunque residuo di informazione. Lo storytelling pandemico resterà in questo senso modello archetipico della manipolazione dell’informazione a senso unico, della parola dogmatica e ossimorica: dal medico (in)curante alle bombe di pace il passo è stato breve. E mentre il mondo dei pacifinti insanguina la terra parlando di pace, arma i nazisti che uccidono i civili sventolando bandiere giallo-blu in assembramenti non repressi con manganellate o idranti e prontissimi a passare dalle mascherine all’elmetto (i 12 miliardi non andranno a finanziare solo i nazisti ma anche l’esercito europeo che potrà così sedare ogni dissenso interno, con buona pace, appunto, del caro bollette e dell’inflazione in arrivo, le sanzioni sono per noi non certo per la Russia che se la sta cavando benissimo), l’Organizzazione Mondiale della In-sanità sforna in sordina un “Trattato Pandemico “ per il 2024 che verticalizza ulteriormente ogni decisione e prosegue la normalizzazione del format emergenziale. Il consolidamento del nuovo ordine totalitario necessitava di un passaggio narrativo, sempre sfruttando la paura e l’identificazione del capro espiatorio come forza motrice delle masse ormai ipnotizzate, ma il racconto, la grande narrazione, è la stessa. Non sono pochi ad aver notato che la geopolitica della pandemia coincide con quella della guerra, e che i paesi che hanno adottato le maggiori restrizioni sono anche gli stessi che sembrano fare di tutto per fare la guerra al proprio popolo, che sia con le bombe o con azioni suicide quali l’applicazione di sanzioni.

Ma i cervelli italioti frullati a dovere in questi due anni di pandemenza, grafenizzati, prionizzati ed ora riempiti dal nulla ipocrita e dalla dissonanza cognitiva ed emotiva (i bambini ucraini valgono più di quelli serbi o anche di quelli italiani esclusi da mezzi pubblici, attività ludiche e attività sportive), sembrano non riuscire proprio a vedere, neppure ora che anche il CTS, la famigerata cabina di regia che mandava droni all’inseguimento di solitari camminatori e arrestava i fuggitivi a un metro da casa, ha ammesso candidamente nelle parole cristalline di Donato Greco che ogni limitazione è stata inutile.

E cosi, mentre finisce lo stato di emergenza già illegittimo reso ancor più beffardo perché protratto per sostenere e finanziare una guerra in un paese neppure parte dell’UE né della NATO (del 31 marzo l’ennesimo schiaffo all’art 11 della Costituzione col voto di fiducia), il 1 aprile si aprono nuove finestre di Overton, con l’inedito stato di “inidoneità all’insegnamento” che punisce e relega i docenti rimasti con la schiena dritta in sgabuzzini per evitare contatti con gli alunni. Si chiama “demansionamento”, cioè rieducazione all’obbedienza con gogna pubblica per chi ha fatto dell’insegnamento la propria vita (Montessori aiutaci tu), il che potrebbe aprire scenari ancor più grotteschi di quelli dei nostri medici vessati e lasciati a morire di inedia con le loro famiglie per non aver ceduto al ricatto del siero assassino (come sta emergendo dallo Pfizergate e come ammesso persino da quell’edificio di corruzione, così Kennedy li definì, dei CDC di Atlanta, an edifice of fraud, che ci avrebbe privato dei dati per non urtare la nostra sensibilità nella piena adesione al diktat inoculatorio) e presto rimpiazzabili per decreto da quelli ucraini senza battesimo vaccinale e senza bisogno di alcuna equipollenza di titoli. Ma si aprono anche, dall’altro lato, più pericolose finestre con la parallela sottrazione alle generazioni future, già rivelatesi le più vulnerabili all’obbedienza anestetica al verbo unico, di quegli strumenti del pensiero che potrebbero poi rivelarsi strumenti di azione e di cui proprio la scuola dovrebbe farsi baluardo, quali lo studio della filosofia: è notizia di ieri la sua eliminazione dai programmi spagnoli, in favore di diritti lgbt ed ecofemminismo.

Come dico spesso, lo studio della filosofia e la lettura dei distopici sarebbero di per sé il vaccino contro ogni dogmatismo e totalitarismo: l’esercizio del pensiero e la rappresentazione delle distorsioni del suo divieto. Spetta a ciascuno di noi seminare ove possibile il dubbio e bucare il telo di questo Truman show, esporre la narrazione e difendere gli strumenti di conoscenza del reale per navigare in questo presente distopico e dispotico, ripristinare il passato e salvaguardare il futuro.

Perché la conoscenza è un’arma e chi ha gli occhi aperti, non li chiude più.

Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Siate il peso che inclina il piano. Siate spesso in disaccordo perché il dissenso è un’arma. Siate sempre informati e non chiudetevi alla conoscenza perché anche il sapere è un’arma. Forse non cambierete il mondo, ma avrete contribuito a inclinare il piano nella vostra direzione e avrete reso la vostra vita degna di essere raccontata. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai” (Bertrand Russell)

Marcello Pamio – www.disinformazione.it

Le criptovalute sono dal punto di vista tecno-ideologico una genialata pazzesca. La comprensione del funzionamento non sono proprio alla portata di tutti, ma cercheremo con i limiti del caso, di aprire una finestra sull’argomento per cercare di comprendere cosa sono queste “monete”, quali sono i benefici e i rischi.
La criptovaluta o criptomoneta (che chiamerò per semplicità cripto) è una forma di valuta digitale, quindi virtuale o elettronica che usa una speciale crittografia per proteggere le transazioni.

Dimenticate all’istante un’autorità emittente o regolatrice centrale, come una banca, perché le cripto utilizzano un sistema decentralizzato (peer-to-peer) per registrare i movimenti ed emettere nuove unità.

Ed è proprio questa decentralizzazione una delle caratteristiche più interessanti e positive.

In pratica è un sistema di moneta e di pagamento digitale che non si appoggia alla banca centrale per l'emissione ne alle banche per la verifica delle transazioni, ma consente a tutti di inviare e/o ricevere pagamenti ovunque nel mondo e istantaneamente.
La differenza abissale con il denaro fisico (moneta fiat creata dalle banche) che circola e si scambia nel mondo reale è che nel cybermondo i pagamenti esistono unicamente sotto forma di monete digitali in un database online. Nulla di tangibile.

Tutto quanto, dal trasferimento di fondi alle transazioni, viene registrato in un libro mastro pubblico chiamato “blockchain”, e la cripto accantonata in conti digitali tracciati sul libro mastro.
Ovviamente ogni passaggio è crittografato, il che significa che viene utilizzato un sistema di codifica avanzatissimo per la trasmissione dei passaggi di proprietà tra portafogli sui libri mastri pubblici.

Lo scopo infatti della crittografia è garantire protezione, sicurezza e anonimato!
Siamo arrivati al secondo importantissimo aspetto positivo: l’anonimato.

Come funziona
Le cripto quindi utilizzano un libro mastro pubblico chiamato blockchain: una specie di registro dove vengono iscritte tutte le transazioni, aggiornato e posseduto dai titolari delle valute, quindi da tutti. Il terzo aspetto da sottolineare è che la condivisione totale dei dati è assai democratica.

Blockcain

Le unità di alcune cripto come bitcoin vengono create tramite un processo chiamato “mining”, che fa leva sull’elaborazione informatica per risolvere complicati problemi matematici da cui vengono generate le monete.
Le persone possono acquistare le valute dai broker, accantonarle e spenderle utilizzando portafogli crittografici.
Va precisato che possedere delle criptomonete non significa possedere qualcosa di concreto e tangibile: si ha solo una chiave elettronica che consente di spostare monete da una persona all’altra senza intermediari.

Il motivo per cui le persone dovrebbero metterci il naso sulle cripto è che rappresentano il futuro dell’umanità, che ci piaccia o meno. Non a caso le banche stanno pensando di sfruttare tale tecnologia per i loro interessi: monete fiat digitali, transazioni di bond, titoli e asset, ecc.
Non sto dicendo che si devono acquistare monete virtuali, il punto è se vogliamo comprendere quello che sarà il nostro futuro prossimo o se vogliamo rimanere alla periferia dell’impero.

Come si acquistano?
La maggior parte delle persone non sa come avviene l’acquisto concreto di queste valute.
Per l’oro fisico basta recarsi in banca o in una delle tante società che vendono metalli preziosi per portarsi a casa l’oro, o lasciarlo nei loro forzieri.
Il discorso per una moneta inesistente è ovviamente complesso e sono previsti tre passaggi. Il primo è la scelta della piattaforma. Si deve decidere quale piattaforma utilizzare. Di solito si può optare per un broker o una piattaforma di scambio dedicata. Il broker offre vari modi per acquistare e vendere cripto. Per le piattaforme di scambio, essendo molte a disposizione è necessario avere conoscenze un po’ più approfondite.

Il secondo passaggio è il versamento vero e proprio dei fondi sul conto virtuale.
Una volta scelta la piattaforma, bisogna eseguire un versamento dei fondi sul conto, in modo da iniziare il trading. La maggior parte delle piattaforme consente agli utenti di acquistare utilizzando moneta fiduciaria, come il dollaro, la sterlina o anche l’euro, utilizzando carte di credito o di debito.

Attenzione: acquistare con carta di credito è rischioso, non solo per eventuali furti di dati ma perché le cripto essendo molto volatili non è molto opportuno rischiare di indebitarsi per determinati asset. alcune piattaforme accettando comunque anche bonifici.
Anche servizi di pagamento come Paypal, Cash Qpp e Venmo consentono di acquistare, vendere o possedere cripto.
Infine l’ultimo passaggio è l’inserimento di un ordine.
Dopo aver acquistato le cripto è necessario accantonarle per proteggerle dagli hacker.
Normalmente vengono messe dentro portafogli criptati sia fisici (dispositivi hardware) che non (dispositivi software online) utilizzati per archiviare le chiavi private in modo sicuro.

Cosa possiamo acquistare
E’ possibile acquistare un’ampia gamma di prodotti da siti di e-commerce usando la criptomoneta.
Se un rivenditore non dovesse accettarle direttamente si può utilizzare una carta di debito per le criptovalute tipo bitpay.

Attenzione alle frodi e alle truffe
Bisogna fare molta attenzione perché i reati legati alle cripto sono in aumento.
Le truffe vanno da siti web falsi, che promettono ingenti guadagni garantiti, ai schemi virtuali stile ponzi dove si promuovono opportunità inesistenti di investimento in valuta digitale.
Oppure i truffatori si fingono miliardari o personalità rinomate che promettono di moltiplicare gli investimenti in valuta digitale, mentre lo scopo è solo quello di portarvi via il denaro.
Possono anche fingersi operatori di trading di valute digitali o proporre finte piattaforme di scambio per estorcere denaro.

La sicurezza
Come è stato detto le criptovalute utilizzano la tecnologia blockchain: un processo tecnico complessissimo, il cui risultato è la massima sicurezza pensabile.
Mentre oggi nei conti bancari basta un semplice click sulla tastiera per bloccare un contro corrente e/o una carta di credito, impedendo alla persona interessata di acquistare il mangiare, le cripto sono impossibili da bloccare.

Infine a differenza del denaro creato e tutelato dallo stato, il valore delle valute digitali è determinato unicamente dalla domanda e dall'offerta. Questo crea forti oscillazioni che per gli investitori si traducono in guadagni significativi o grandi perdite. Dico questo per i deboli di cuore...
Come sempre la diversificazione è il fattore chiave, tanto più ci si immerge nel mondo virtuale! Vivamente consigliato diversificare gli investimenti.

Great reset e criptomonete
Sempre più spesso sentiamo parlare del progetto chiamato il “grande reset” che rappresenta l’iniziativa radicale dell’élite globale per trasformare completamente l’economia globale!

Un reset generale non solo dell’aspetto economico, ma anche sociale e antropologico.

Lo scopo è il “nuovo ordine mondiale”, un mondo nel quale, a differenza dei principi fondanti del bitcoin e delle cripto in generale, la centralizzazione è il fulcro basale. Loro devono e vogliono centralizzare tutto il potere.
Anche il settore cripto ha pianificato il suo “grande reset”, ma basato sulla decentralizzazione.
I governi vorrebbero mettere il mondo su un registro distribuito per digitalizzare la vita umana nella sua globalità (dati finanziari, biometrici, medici ed economici...) in modo da avere il controllo assoluto. Nel mondo cripto invece si vuole mettere tutto su una blockchain aperta e condivisa da tutti.

Invece dei sistemi di credito sociale in stile cinese, e delle monete fiat centralizzate dallo stato, si vuole dare la possibilità e la libertà ad ogni individuo di avere controllo del proprio denaro, in maniera totalmente indipendente dalle banche.
Sicuramente il grande reset sarà uno sconvolgimento rivoluzionario. ma dietro ogni grande crisi c’è sempre una grande opportunità per tutti. Per le aziende che produrranno prodotti finanziari in modo decentralizzato su blockchain, e per gli individui che non dovranno più fare affidamento sul sistema finanziario tradizionale.

Il fondatore del bitcoin, questo misterioso Satoshi Nakamoto, ha detto che «molte persone liquidano automaticamente la moneta elettronica come una causa persa, a causa di tutte le aziende che sono fallite dagli anni ‘90 in poi. [...] spero sia ovvio che è stata solo la natura centralizzata di quei sistemi a condannarle. penso che questa sia la prima volta che proviamo un sistema decentralizzato, non basato sulla fiducia».

Satoshi infatti credeva che le soluzioni peer-to-peer e il decentramento restituissero alle persone la loro libertà!
Il grande reset potrebbe risolversi in una lotta tra le valute digitali centralizzate delle banche e dei governi e le criptovalute decentralizzate. Lotta quindi tra centralizzazione e decentralizzazione!

Cripto e moneta-merce
Giacinto Auriti amava ripetere che chi trova una pepita d'oro ne diventa proprietario, e la può mettere a bilancio attivo. Il cittadino di uno stato senza sovranità monetaria è invece debitore di ogni moneta (la nuova “pepita”) che il vero sovrano, ovvero la banca centrale, emette a debito.
Al contrario del primo caso, nel secondo caso sono aumentati i suoi debiti ovvero le sue passività.

La soluzione che proponeva non era un ritorno alla moneta-merce nella sua forma più pura, bensì un avanzamento verso la pura moneta-credito, che fosse quindi accreditata all'atto della sua emissione anziché addebitata. Auriti immaginava un salto evolutivo che purtroppo l'umanità non è ancora riuscita a fare. In assenza della possibilità di un passo in avanti, il bitcoin ci permette un passo indietro verso un sistema monetario molto simile a quello basato sull'oro. I bitcoin infatti non vengono generati a fronte di indebitamento di una controparte: sono generati a fronte del sacrificio di risorse materiali, similmente a come accade con l'estrazione dei metalli preziosi.

Nel passato l'umanità ha speso immani risorse per estrarre l'oro dal sottosuolo, per poi rimetterlo al sicuro nel sottosuolo sotto forma di lingotti. Oggi l'umanità consuma una quantità enorme e crescente di elettricità per estrarre bitcoin, per poi tenerli fermi in portafogli elettronici come forma di investimento a lungo termine. Al contrario dell'oro che almeno ha degli usi concreti ed industriali, il bitcoin non serve praticamente a niente se non ad assolvere alla sua funzione monetaria di riserva di valore (è infatti un mediocre mezzo di scambio ed una pessima unità di conto). In questo senso bitcoin è una forma purissima e futuristica di moneta-merce, un distillato purissimo dello spirito del capitalismo.

Marcello Pamio – 6 marzo 2022
In tempi non sospetti, il 3 dicembre 2014 candidamente “Il Sole 24Ore” pubblica un interessante articolo che spiega tutto. Lo spiega ovviamente a chi ancora un encefalo funzionante dentro la scatola cranica, per tutti gli altri c’è sempre Fabio Fazio e Bruno Vespa.
L’ebreo ungaro-statunitense George Soros, oltre a tutte le rivolte e rivoluzioni colorate, ha finanziato anche il nuovo governo dell’Ucraina.
Il Sole 24Ore si para il culo dicendo che «non sono notizie da sito complottista: lo scorso maggio (2014) lo stesso Soros ha detto a Fareed Zakaria di CNN d’aver contribuito a rovesciare il regime filorusso per creare le condizioni di una democrazia filo-occidentale». Alla faccia della democrazia, pensate se fosse stata una dittatura…
Come era ovvio le elezioni eterodirette dall’esterno hanno innescato pesanti rivolte nel Donbass spente con attentati e bombe a frammentazione usate dal criminale battaglione neonazista Azov.
Questa è la conferma che a creare zizzania in quel paese è stato Soros, il magnate khazaro, agente dei Rothschild.
Ma ovviamente il cattivo è Putin!
https://st.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-12-03/se-soros-e-finanza-scelgono-governo-dell-ucraina-084934.shtml?uuid=ABOLVKLC