Il primo a realizzare l'idea folle dei vaccini, nel lontano 1796, fu il medico inglese Edward Jenner. Medico per modo di dire, visto che il delinquente comprò per 15 sterline la sua laurea!!! Ma questo ovviamente nessuno lo sa. È nata così la mania di indurre la patologia attraverso iniezioni velenose, una pratica che il chimico Louis Pasteur portò avanti alla grande, lui e i suoi seguaci, reiterando in modo persistente nelle sperimentazioni immorali su animali, uomini, donne e bambini! All'epoca Pasteur sperimentò inizialmente sul pollame le proprie colture del microbo del colera aviare, uccidendo moltissimi uccelli. Accadde accidentalmente che alcuni animali furono inoculati con una cultura invecchiata. Si ammalarono per poi riprendersi. A queste galline, già vaccinate, fu data una nuova dose della coltura. Si dimostrarono refrattarie alla morte e questa pseudo-immunità fu prontamente ascritta al precedente dosaggio. Il diversamente genio Pasteur cominciò a iniettare nelle galline dosi attenuate sostenendo di proteggere così dalla morte, quando in seguito sarebbe stato loro inoculato il cosiddetto "virus" vivo. Tutta l'intera e assurda teoria è radicata nella credenza che un attacco non fatale di una malattia conferisca immunità 😂 L'idea nasce dall'abitudine di guardare la malattia come un'entità invece di vederla come una condizione generale di disordine dovuta a cause complesse. Pasteur inaugurò così l'era che avrebbe mostrato le calamità generate da una pseudo scienza quando la stessa si prostituisce al commercio. Così in tutto il mondo nacquero istituti di batteriologia modellati su quello aperto a Parigi nel 1888 e i risultati li stiamo ancora vedendo oggi, dopo oltre un secolo mezzo! Un esempio di strage di innocenti legata ai metodi "preventivi" pasteuriani è il disastro di Lubecca nell'estate 1930 a causa del B.C.G. (bacillo di Calmette-Guerin, usato come vaccino contro la tubercolosi), una cultura somministrata per via orale ai neonati. Il Dipartimento di Sanità Pubblica della città fece un appello ai genitori affinché permettessero l'immunizzazione dei loro cuccioli, sia che essi fossero esposti al rischio di tubercolosi, sia che non lo fossero. Dei 253 infanti sottoposti al trattamento, 69 morirono e 130 si ammalarono seriamente. Di fronte a una calamità del genere l'Ufficio di Sanità Pubblica del Reich decretò che simili profilassi non venissero più raccomandate!! Quando gli errori non vengono compresi tendono a ripetersi, e infatti oggi la demenza di una classe medica totalmente fagocitata da interessi economici, ha riportato in auge l'abominio vaccinale!
Tratto dal libro "Bechamp o Pasteur: un capitolo dimenticato nella storia della biologia", Douglas Hume, 1932
Marcello Pamio - 10 gennaio 2023 L'eccesso di morti nel 2022 è tra i peggiori degli ultimi 50 anni. Più di 650.000 decessi sono stati registrati nel Regno Unito nel 2022, il 9% in più rispetto al 2019. Ce lo dice la serissima BBC, per cui quei 650mila andrebbero moltiplicati: chissà quanti sono realmente schiattati nell'ultimo periodo! Comunque sia rappresenta uno dei più alti livelli di morte in eccesso nell'ultimo mezzo secolo! Questo ha sollevato domande sul motivo per cui muoiono ancora più persone del normale. E' così complesso stabilirlo, vero? Tirano in ballo di tutto come l'inesistente Covid: "alcuni degli eccessi potrebbero essere persone la cui morte è stata accelerata dai postumi di un'infezione da Covid". Alla fine sono costretti a ridimensionare alle supposizioni "di qualcuno in Rete" sul diserbante genico. "L'aumento dei problemi cardiaci come prova che i vaccini stanno causando l'aumento dei decessi non è supportato dai dati". Avete capito? Basterebbe andare a contare le lapidi al campo santo e verificare quanti avevano in corpo il napalm! Semplicissimo. Non solo non lo faranno mai, ma anzi hanno sempre pronta la minchiata finale: "i dati fino a giugno 2022 che mostrano che le persone non vaccinate avevano maggiori probabilità di morire rispetto alle persone vaccinate". 😂😂😂 Uno sano senza porcheria genetica misteriosa in corpo ha una maggiore probabilità di morire rispetto ad un avvelenato e intossicato? Of courseee https://www.bbc.com/news/health-64209221?xtor=AL-72-%5Bpartner%5D-%5Bbbc.news.twitter%5D-%5Bheadline%5D-%5Bnews%5D-%5Bbizdev%5D-%5Bisapi%5D&at_link_type=web_link&at_campaign=Social_Flow&at_link_id=86A57D32-90CC-11ED-9AC9-BFAB4744363C&at_bbc_team=editorial&at_ptr_name=twitter&at_link_origin=BBCNews&at_medium=social&at_format=link&at_campaign_type=owned
Marcello Pamio - 11 febbraio 2022 Oramai è sempre più chiaro che le forze del disordine invece di difendere e proteggere i cittadini, cioè quelli che pagano loro lo stipendio, sono il braccio armato della dittatura. La polizia di Ottawa ha l'ordine di sequestrare le taniche di benzina e arrestare i "criminali" che aiutano i camionisti. Cosa fanno allora le persone? A centinaia sono scese in strada con una tanica rossa, qualcuna è piena e qualcun altra è vuota. Come faranno i poliziotti a fermarli tutti? E una volta fermati potranno arrestare uno che ce l'ha vuota? Straordinario esempio di unione e sostegno!
Ho avuto la possibilità di conoscere e intervistare Maria Maddalena, un'infermiera che lavora nel reparto di Terapia intensiva Covid. Il nome ovviamente è inventato per mantenere la privacy, ma le cose che afferma sono importanti e decisamente inquietanti.
D) Grazie Maria per aver accettato l'intervista, soprattutto perché sta rischiando molto. In che reparto sta lavorando? R) Attualmente sto lavorando in Terapia intensiva Covid. Ciò significa prendersi cura di persone con gravi insufficienze respiratorie, in pratica con polmoniti da Covid, spesso anche con la complicanza dell’embolia polmonare. Le persone non riescono a respirare da sole in modo efficace sfruttando l’ossigeno normalmente presente nell’aria: i loro polmoni sono talmente infiammati che hanno bisogno di alte percentuali di ossigeno che venga “sparato” a viva forza nei loro polmoni tramite l’ausilio di occhialini ad alto flusso, maschere e caschi ad alta pressione. Tutti questi presidi funzionano grazie all’utilizzo di un ventilatore che invia la miscela di aria e ossigeno in modo personalizzato e continuo. In caso di progressione della malattia, queste ventilazioni non invasive possono non essere più sufficienti perchè il polmone non riesce più a scambiare correttamente O2 e CO2 affaticando e scompensando il paziente. Si rende allora necessaria l’intubazione orotracheale. Il paziente viene sedato ed intubato con un tubo che dalla bocca arriva in trachea, collegato al ventilatore, che provvede ad effettuare per suo conto i movimenti respiratori e a scambiare aria e O2 necessari alla saturazione ottimale. Da quel momento il paziente viene monitorato ed assistito in tutte le sue necessità fisiche ed emodinamiche attraverso un controllo continuo intensivo e variazioni di farmaci e ventilazione vengono effettuate in tempo reale in base ai parametri vitali.
D) Cosa vuol dire personalmente e professionalmente lavorare in un reparto covid? R) Dal punto di vista infermieristico lavorare in un reparto Covid significa prendersi cura in toto di una persona gravemente ammalata e dalle funzioni vitali compromesse, quindi cura dell’igiene, della postura e della sicurezza della persona, prevenzione delle lesioni da pressione, posizionamento e gestione presidi quali sondini nasogastrici, cateteri vescicali, sonde rettali, cateteri venosi periferici, collaborazione con il medico nell’esecuzione di esami strumentali anche invasivi, esecuzione prelievi per esami ematochimici, monitoraggio continuo parametri vitali, manovre rianimatorie, comunicazione e conforto al paziente quando questi è cosciente, sostegno nelle sue funzioni vitali giornaliere quali alimentazione ed eliminazione, agevolando i suoi contatti con i familiari attraverso presidi elettronici (telefono, tablet). Il tutto in aperta collaborazione tra le varie figure che compongono il team professionale (Oss, infermieri, medici, tecnici…)
Tutto il lavoro viene svolto in un reparto praticamente sigillato, in un contesto che vorrebbe essere di massima sicurezza per l’operatore, il che significa percorsi differenziati sporchi/puliti che però per questioni di logistica e di ottimizzazione delle risorse non sempre vengono rispettati, e questo accade spesso in molti altri reparti ospedalieri, dove si vogliono ottenere risultati altissimi nonostante la logistica estremamente carente…
Dal punto di vista psicologico, lavorare in un reparto Covid è molto pesante per l’impatto emotivo con queste persone che faticano a respirare. A queste persone manca l’aria, che è quanto di più prezioso e necessario abbiamo. Possiamo stare senza mangiare e senza bere per ore o giorni, senza respirare nemmeno cinque minuti. La paura della morte si legge nei loro occhi, ed è devastante per chi è vicino non riuscire a volte a fare abbastanza perché questo non accada. Vedere talora che tutto quello che viene fatto è inutile ed assistere all’agonia ed alla morte di questi pazienti è psicologicamente devastante, soprattutto perchè, andando a verificare le anamnesi della maggior parte di queste persone, si nota che la situazione si è deteriorata ancora quando erano a casa, in vigile attesa con tachipirina e poco altro. Personalmente sono a conoscenza da molti mesi dell’esistenza di terapie alternative domiciliari che praticamente nel 100% dei casi portano a guarigione praticamente senza ospedalizzazione. La cosa devastante è che dirigenti regionali e sanitari sono a conoscenza di questo da marzo 2020, e nonostante gli ottimi risultati hanno avallato il blocco di queste terapie, blocco che ricordiamo era stato disposto da Oms sulla base di uno studio pubblicato sulla rivista Lancet poi rivelatosi fake e ritrattato dalla rivista stessa. Nonostante questo Oms ed Aifa hanno continuato nel blocco di utilizzare in particolare uno di questi farmaci, l’idrossiclorochina, poiché in Italia risultava essere stato fatto uno studio su pazienti ospedalieri con dosaggi enormi di idrossiclorochina, mai utilizzati prima, che in realtà avevano danneggiato i pazienti. Uno studio, quindi, che sembrava fatto apposta per gettare discredito sul farmaco incriminato.
I medici che in tutta Italia stanno trattando con successo e guarigione del 100% dei pazienti A CASA sono riusciti a consentire nuovamente l’uso dell’idrossiclorochina solo nel mese di dicembre, purtroppo però sono sempre pochi i medici di base che prescrivono la terapia adeguata. In terapia intensiva arrivano persone ormai con polmoni compromessi, trattati con Tachipirina e lasciati a casa ad aspettare finché la situazione non è peggiorata. Nell’autunno scorso ho potuto anche verificare che molti dei pazienti deceduti, di varie età, avevano fatto anche la vaccinazione antinfluenzale, che però non è mai stata riportata in cartella, l’ho saputo chiedendo direttamente ai pazienti che erano in grado di parlare. Per i medici questo dato è irrilevante, tant’è che non figura mai nell’anamnesi patologica remota o prossima. Per me verificare queste situazioni è molto frustrante, anche perché pur provando a parlare con medici o colleghi infermieri di queste tematiche vi è una chiusura totale, una completa adesione ai protocolli e invece una derisione totale nei confronti di questi medici che stanno facendo sul territorio questo lavoro meraviglioso. Non riesco a capacitarmi della mancanza di collegamento tra territorio ed ospedale, collegamento che tanto era stato decantato negli anni scorsi, quando si è trattato di chiudere reparti o interi ospedali, allo scopo di potenziare l’assistenza domiciliare...
D) Com’è cambiata la sua professione nell'ultimo anno? R) Da quando è iniziata questa storia del Covid il lavoro infermieristico è profondamente cambiato. Dover sempre indossare una mascherina di protezione, anche negli altri reparti non Covid, ha innanzitutto posto una barriera comunicativa di non poco conto. Ricordo già dai primi tempi la difficoltà nel riconoscersi nei corridoi dell’ospedale avendo per lo più gli occhi a fare da riferimento, che se da un lato ha stimolato la necessità di guardarsi per riconoscersi, cosa che già da anni la gente non fa più, ha stravolto la percezione dell’altro, soprattutto se si conosce per la prima volta. Da quando è iniziato l’uso continuativo delle mascherine ho iniziato a sorprendermi nel vedere il vero volto di nuovi colleghi o dei pazienti, abituata come sono oramai ad essere attorniata (e ad essere io stessa) una specie di mummia. La sensazione che mi danno sempre le mascherine è quella di fare silenzio, stare zitti, non esprimere le proprie emozioni. Questo è ulteriormente devastante in un reparto ospedaliero, dove la componente emotiva ed empatica sono importantissime nel rapporto con la persona ammalata. Le mascherine ffp2-3 hanno inoltre una ulteriore caratteristica, quella di farci sembrare tutti delle specie di papere incoscienti, che stanno andando incontro al carnefice che ha in mano il becchime allo scopo di agguantarci per farci fuori e per poi finire in padella. Una sensazione del tutto personale che mi è sempre più viva.
Il contatto, inoltre, è l’altra nota dolente che manca dall’inizio della “pandemia”. La stretta di mano, l’abbraccio, la vicinanza che fanno parte della nostra professione, sia nel rapporto con la persona ammalata che tra colleghi, è sparito, sostituito dalla diffidenza, dalla distanza, dai guanti, dal disinfettante usato a ogni piè sospinto. La concezione di “sei vicino, quindi sei infetto e pericoloso” è diventata imperante ed è devastante. Il paziente positivo, poi, ha proprio la sensazione di essere un untore e si sente ghettizzato ed incriminato solo per il fatto di avere questo tampone positivo e magari anche la malattia, quasi fosse una colpa. Spesso infatti sento chiedere dai colleghi: “Ma dove è andato a prenderselo questo Covid?” come se fosse un reato avere l’infezione.
I lunghi mesi nei quali le autorità politiche e sanitarie, corroborate dai mezzi di informazione ufficiali, hanno diffuso il terrore per questa malattia, per gli assembramenti, la caccia agli untori, ai positivi asintomatici, provocano nel malcapitato paziente che arriva ad essere ricoverato una sensazione continua di angoscia e terrore, che altro non fa che peggiorare la situazione.
L’ospedale è stato per me una seconda casa per anni, un serbatoio di amicizie, di conoscenze, un luogo che consideravo aperto, di crescita, di formazione. Dall’anno scorso (ma già forse da qualche anno prima) si è trasformato in una specie di lager, dove solo pochissime persone possono entrare, spesso senza il conforto di un accompagnatore, lasciate sole ad affrontare esami diagnostici, procedure curative anche molto pesanti, in nome del distanziamento e della sicurezza. Tutto è spersonalizzato, i rapporti personali ridotti al minimo, tutte figure che si scansano, temono anche solo di guardarsi quasi che l’occhio stesso possa trasmettere il virus. Il controllo ossessivo della temperatura, guai ad uno starnuto, ad un colpo di tosse...in ospedale!!! Poter lavorare senza mascherine e con divise leggere è un sogno ormai lontano!
Un’altra nota dolente legata alla professione infermieristica è quella relativa alle informazioni che ciascun operatore dovrebbe avere, proprio a titolo di conoscenza relativa al lavoro svolto. Dall’anno scorso ho fatto notare innumerevoli volte a colleghi di tutte le professioni l’inutilità delle mascherine chirurgiche in questa cosiddetta pandemia, ed ugualmente mi aspetterei che tutt’ora si potessero tirare le fila dai dati che abbiamo. A parte i reparti dove ci sono pazienti Covid, fino a non molto tempo fa in tutto l’ospedale si è continuato ad utilizzare sia come personale che come pazienti solo le mascherine chirurgiche che èassodato non avere alcuna utilità nel fermare la trasmissione dei virus. Stante così la situazione, ed ammessa la pericolosità del Sars-CoV-2, dovremmo avere la quasi totalità del personale ammalato, deceduto o comunque positivo. Tenendo presente che così non è stato, mi aspetterei che tutti gli esperti in Evidence Based Nursing e Medicine che pullulano a livello di CIO (Comitato Infezioni Ospedaliere) abbiano potuto giungere ad una conclusione che mi sembra ovvia: le mascherine chirurgiche non servono a nulla e la trasmissione del Sars-CoV-2 è difficilissima.
D) Immagino dovrà adottare sistemi di protezione che ricordano i laboratorio di massima sicurezza visti nei film di fantascienza: scafandro, visiera, mascherina, ecc? R) Lavoriamo con dispositivi di protezione individuali come da protocollo, quindi divisa, camice idrorepellente, copricapo, mascherina ffp2-3, visiera, calzari, almeno due paia di guanti, e talora un ulteriore camice idrorepellente da utilizzare in situazioni particolari di infettività o di igiene. Come si può immaginare, trascorrere dalle 7 alle 10 ore bardati in tal modo è molto faticoso ed impegnativo, sia dal punto di vista energetico che respiratorio, tenendo presente che finché si rimane nel reparto nelle vicinanze dei pazienti non è possibile nemmeno bere un bicchiere d’acqua o recarsi ai servizi, pertanto se la mole di lavoro è tanta può capitare di non poter fermarsi mai per un turno completo. Per poter fare una pausa è necessaria una svestizione appropriata seguendo regole precise per evitare contaminazioni, e successivamente il rientro richiede nuovamente l’utilizzo di nuovi dispositivi di protezione individuale.
Questo modo di approcciarsi nei confronti dei pazienti dà veramente l’idea della distanza sociale. In più, per ovvie ragioni di praticità dovute alla quantità notevole di presidi presenti sul proprio corpo (sensori, cateteri venosi, arteriosi, drenaggi, cateteri vescicali, ecc) le persone ricoverate nel reparto sono seminude e coperte solo da un camice. Questo certo non li aiuta, se coscienti, a mantenere una privacy adeguata, e vedersi attorniati da persone irriconoscibili per maschere e visiere li fa sentire sicuramente più isolati e spaventati da questo ambiente asettico. Il contatto fisico purtroppo come già detto non esiste poichè dobbiamo sempre usare almeno 2 paia di guanti ed anche questo può essere molto frustrante per una persona che si sente sola. In più i parenti non vengono lasciati entrare se non in caso di estrema gravità o in casi eccezionali (pazienti particolarmente disorientati) e ciò aumenta nelle persone la sensazione di solitudine e smarrimento. Devo dire che, veramente, tutti gli operatori sono gentilissimi e cercano comunque di instaurare un buon rapporto con i pazienti, ma gli ostacoli comunicativi sia fisici (maschere-visiere) che psicologici o legati agli effetti collaterali dei farmaci o della malattia stessa spesso compromettono la relazione.
D) Cosa ne pensa del tampone? Dalla sua esperienza si tratta di un test affidabile oppure no? R) Dall’inizio della “pandemia” ho iniziato ad informarmi su questo tampone, scoprendo fin da subito che non esiste il Gold Standard per questo metodo diagnostico, e questo è stato confermato perfino in tempi recenti dal prof. Palù, ora presidente Aifa. Non esistendo il Gold Standard, va da sé che i risultati sono opinabili, e soprattutto se non correlati ad una sintomatologia in corso, assolutamente inaffidabili, anche perché per quel che riguarda il test molecolare i cicli di amplificazione fanno la differenza, dopo i 24 cicli si può trovare sempre positivo senza che vi sia alcuna correlazione con il Sars-CoV-2.
Per questo motivo, nonostante nella maggior parte delle aziende lo facciano passare come tale, non è uno screening obbligatorio per il personale, e ci si può rifiutare di farlo, anche se talora serve la minaccia di adire alle vie legali per non farlo. Essendo un test invasivo, inoltre, necessita del consenso informato correlato anche del nome dell’esecutore, poiché entrando in profondità nel rinofaringe può causare danni anche gravi, per cui la persona che lo subisce deve esserne consapevole e l’operatore che lo esegue ne deve essere responsabile. Anche a livello di logica, questo tampone profondo non ha nessun significato: per quale motivo devo andare a ricercare così in profondità una particella che mi dite essere così infettiva e terrificante da dover girare con la mascherina, usare Dpi, chiudere negozi ed instaurare il coprifuoco? Se è così terrificante la possiamo trovare anche in un test salivare, sulla punta della lingua, senza andare a toccare punti sensibilissimi e delicatissimi.
Dalla mia esperienza ho avuto esempi pratici in reparto di soggetti sintomatici positivi al molecolare e negativi al rapido, ritenendo valido il rapido (!) con la motivazione del dirigente di microbiologia che “il molecolare è amplificato oltre 35 cicli e viene sempre positivo!!!”, e anche il contrario, soggetti asintomatici con tampone rapido positivo e il successivo molecolare negativo, ritenendo valido il negativo. Ugualmente riporto il caso di un medico, articolo pubblicato su un giornale locale, che dopo sia la prima che la seconda dose di vaccino Pfizer è risultato positivo, e non se lo sapeva spiegare. Se non lo sa spiegare un medico, come posso saperlo io? Mi limito a fare presente che con i tamponi è vero tutto ed il contrario di tutto, e per questi tamponi inaffidabili abbiamo distrutto la società e l’economia mondiali, paralizzato le scuole, diviso famiglie e stiamo tirando su dei figli psicopatici.
D) Vorrei sentire il suo parere in merito all’obbligatorietà vaccinale. Secondo lei è giusto che un operatore sanitario sia obbligato per legge a farsi vaccinare? Se c’è un obbligo qual è il senso del consenso informato? R) Nessuno deve essere obbligato ad un vaccino (in realtà terapia genica). E’ un farmaco sperimentale, la cui autorizzazione al commercio è stata data in deroga alle normative europee, ed è in monitoraggio addizionale: ciò significa che viene tenuto particolarmente sotto controllo perché la sperimentazione non è stata fatta come da protocolli standard, ma è stata autorizzata direttamente sulle persone, cioè noi tutti stiamo facendo da cavie. I dati effettivi sulla sperimentazione si avranno solo dalla fine del 2023. In tutte le note informative di Ema, Aifa, dai bugiardini stessi forniti dalle case farmaceutiche si evince chiaramente che non si sa se è totalmente efficace, ci si può infettare e trasmettere infezione anche se vaccinati, che una volta vaccinati si dovranno rispettare tutte le misure di sicurezza ed indossare i dpi. inoltre e’ dichiarato che i danni a lungo termine non sono ancora conosciuti. Oltre a questo l’Unione Europea ha concesso alle case farmaceutiche l’esenzione da qualsiasi tipo di responsabilità nel caso di eventuali danni provocati da questi vaccini. oltre a questo, cosa ci devono dire ancora perché capiamo che è solo un colossale business?
Con queste premesse, un obbligo vaccinale è non solo anticostituzionale, ma va anche contro a tutte le leggi internazionali applicate in Italia sulla tutela dei diritti dell’uomo. Inoltre il DL 44, oltre alla incostituzionalità, ha riportato delle violazioni della privacy, quali la possibilità di trasmettere e verificare dati sensibili personali in aperto dispregio della pronuncia del garante della privacy, oltre alla palese incongruenza di imporre un obbligo vaccinale per cui però si richiede il consenso.
Se non sono d’accordo su una pratica medica potenzialmente lesiva per la mia persona ho tutto il diritto di rifiutare il mio consenso ai sensi dell’art. 32 della Costituzione , ed allo stesso tempo prevedere il demansionamento o la sospensione della mia attività lavorativa va contro l’articolo 4 e l’art. 38 della Costituzione.
Come ho potuto lavorare per tutto un anno di Covid, coprire turni, saltare ferie per coprire malattie di colleghi vaccinati ed essere ora improvvisamente non più idonea al lavoro? Inoltre nessuno di noi è stato valutato sierologicamente per verificare se già siamo venuti in contatto con il Sars Cov 2 ed abbiamo gli anticorpi. Inoltre tra di noi vi potrebbero essere soggetti No responder (soggetti che non sviluppano risposte anticorpali in seguito a vaccinazioni) che comunque anche nonostante più inoculi potrebbero non sviluppare mai anticorpi. Paradossalmente quindi potremmo in futuro avere al lavoro operatori sanitari perfettamente vaccinati senza anticorpi e quindi non protetti, ed operatori sanitari non vaccinati sospesi ma con gli anticorpi e quindi protetti. una follia di stato.
D) Da quello che vede e assiste in reparto: può descrivere i pazienti che finiscono con il casco di ossigeno o addirittura intubate: sono solo persone anziane o ci sono anche giovani? Tutti col covid oppure si trovano là anche per altri motivi? R) C’è una variabilità di età tra le persone che finiscono in terapia intensiva: negli ultimi tempi stiamo assistendo a persone più giovani, tra i 40 e i 60 anni, anche se permangono pazienti nella fascia di età più colpita in passato, tra i 70 e 80 anni. Solitamente sono persone precedentemente pluripatologiche, che però entrano tutte con diagnosi di polmonite da Covid. Stiamo assistendo anche agli arrivi dei primi soggetti completamente vaccinati, che purtroppo a distanza di poche settimane dalla seconda dose sembra sviluppino malattie molto più resistenti alla terapia tradizionale, anche purtroppo alla terapia domiciliare personalizzata, non facendosi mancare neppure le embolie polmonari e le intubazioni.
Talora capitano anche pazienti che permangono nel nostro reparto con patologie gravissime completamente sganciate dal Covid ma che soggiornano nelle nostre stanze perchè hanno avuto la sfortuna di avere un tampone positivo per Covid, sebbene la patologia sia assolutamente sganciata dal Sars-CoV-2. In caso di morte sono stati comunque classificati come morti da covid pur non essendoci nessuna correlazione, poichè il semplice tampone positivo ti classifica automaticamente in questa categoria. E questo accade da molti mesi.
D) Dicono che chi si vaccina è un po' più sicuro di non contrarre il virus? Qual è la sua esperienza in merito? R) Dalla mia esperienza posso confermare che non vi è alcuna sicurezza sul nesso vaccinazione = protezione. Ho colleghi che si sono positivizzati e sono rimasti a casa in malattia dopo la vaccinazione, e ci sono persone che come me non hanno mai contratto il virus nonostante ci lavori in mezzo da oltre un anno. Dai racconti dei pazienti stessi si possono riscontrare delle perle di saggezza, poiché in molti ci hanno raccontato di essere gli unici positivi e sintomatici in famiglia, nonostante abbiano condiviso il letto e la tavola con il loro partner ed altri familiari, totalmente negativi ed asintomatici.
General view of a copy of the British Medical Journal, or BMJ (Photo by Andrew Matthews/PA Images via Getty Images)
Marcello Pamio
La Verità è figlia del tempo e i filibustieri sono figli di mamma “socialmente impegnata”… Dico questo perché l’efficacia del vaccino anti-Covid non sarebbe quella che ci hanno raccontato! Risulterebbero infatti enormi discrepanze tra i dati Pfizer e Moderna. A denunciarlo al mondo non è certo stato un negazionista no-vax, ma il professor Peter Doshi, editore associato del British Medical Journal ed esperto principe del New York Times. Il vaccino non andava autorizzato. Ma va tutto bene così!
In pratica Pfizer ha riportato 170 casi di Covid-19 confermati con il metodo PCR, suddivisi in gruppi di pazienti alcuni dei quali hanno ricevuto il vaccino e altri invece il placebo. Ma questi numeri andrebbero rivisti perché contenevano persone con “sospetto Covid-19”, quelle con Covid-19 sintomatico che però NON erano state confermate dalla PCR. Secondo il rapporto della FDA sul vaccino della Pfizer/BioNTech ci sono stati “3.410 casi totali di Covid-19 sospetti ma non confermati nella popolazione complessiva dello studio, 1.594 nel gruppo del vaccino e 1.816 nel gruppo del placebo”. Con 20 volte più casi sospetti rispetto a quelli confermati, è ovvio che questi dati non si possono ignorare. Una stima approssimativa dell’efficacia del vaccino contro lo sviluppo di sintomi, con o senza un risultato positivo della PCR, darebbe come risultato una riduzione del rischio relativo del 19%, cioè molto al di sotto della soglia di efficacia del 50% necessaria per l’autorizzazione!
Avete capito? Questi farmaci sono stati autorizzati nonostante l’efficacia fosse sotto il 20%. Se non è criminalità organizzata questa quanto manca? Se poi venissero eliminati i casi in cui si sono sviluppati dei sintomi entro 7 giorni dalla vaccinazione (409 sul vaccino Pfizer contro 287 sul placebo), causati dalla reazione vaccinale, l’efficacia aumenterebbe di pochissimo: attorno al 29%!
Per ultimo se teniamo in considerazione i falsi positivi alla PCR, che non mancano mai, l’efficacia del vaccino crollerebbe drasticamente. Se non fossero colluse con la mafia industrial-farmaceutica, le autorità dovrebbero ritirare immediatamente i farmaci e pretendere risposte chiare a molte domande. Per esempio come mai nel rapporto di 92 pagine di Pfizer non vengono menzionati quei 3.410 casi di “sospetto Covid-19”? Stessa cosa nei rapporti di Moderna Inc., ovviamente.
Un'altra cosa da comprendere è come mai in una tabella di revisione della FDA relativa al vaccino Pfizer ci sono 371 individui esclusi dall’analisi di efficacia per “importanti deviazioni del protocollo entro 7 giorni dopo la dose 2”? Quali erano queste deviazioni dal protocollo? E perché c’erano cinque volte più partecipanti esclusi nel gruppo del vaccino?
Forse hanno cancellato le persone che hanno manifestato effetti collaterali? E ancora: qual è l’efficacia del vaccino nelle persone che avevano già il Covid? Gli individui con una storia di infezione da SARS-CoV-2 o una precedente diagnosi di Covid-19 sono stati esclusi dagli studi di Moderna e Pfizer. Eppure 1.125 (3,0%) e 675 (2,2%) rispettivamente Pfizer e Moderna, erano stati considerati positivi per SARS-CoV-2 e hanno partecipato lo stesso agli studi. Come mai?
Le domande sono tantissime e ovviamente le risposte rimarranno insolute, ma nel frattempo milioni di individui si stanno sottoponendo ad una vaccinazione di massa con un farmaco che non avrebbe dovuto essere stato messo in commercio dalle autorità proprio per la sua miserrima efficacia, di cui non sappiamo assolutamente nulla.
Consenso informato “Il consenso informato è la manifestazione di volontà che il paziente, previamente informato in maniera esauriente dal medico sulla natura e sui possibili sviluppi del percorso terapeutico dà per l’effettuazione di interventi di natura invasiva sul proprio corpo”. Il consenso informato nel caso del vaccino anti-Covid perde completamente di significato perché i medici non possono “informare in maniera esauriente” su un farmaco di cui NON conoscono sicurezza, copertura, effetti collaterali, ecc. Quindi stiamo assistendo ad una sperimentazione su cavie umane senza un vero “consenso informato” violando de facto il Codice di Norimberga. Il Tribunale Internazionale per crimini contro l’umanità attende...
Grazie ad un errore della sottosegretaria al Bilancio del Belgio Eva De Bleeker, sappiamo il costo per dose di ogni vaccino. La sottosegretaria avrebbe infatti condiviso il listino delle case farmaceutiche che hanno stretto accordi con l’Europa, eliminandolo pochi istanti dopo, ma non abbastanza in tempo da evitare che venisse inoltrato in giro per il mondo. Ecco i prezzi (per singola dose) che variano in base ai singoli accordi che l’Europa ha stipulato con le varie lobbies:
Il più economico sarebbe quello prodotto dall’Università di Oxford e AstraZeneca venduto a 1,78 € a dose, mentre il più costoso quello di Moderna Inc. che tocca quasi i 15 €. La Commissione europea per l’ottenimento di centinaia di milioni di dosi avrebbe stipulato anche un contratto con Pfizer e CureVac dal valore di 10 miliardi di euro come ha rivelato Reuters.
L’Italia al momento attuale ha ordinato qualcosa come 215 milioni di dosi vaccinali (nei primi tre mesi del 2021: 8 milioni dalla Pfizer/Biontech, 1,34 milioni da Moderna Inc. e altre 190 milioni di dosi opzionate). Se i processi autorizzativi andranno a buon fine l’Italia potrebbe contare sulla disponibilità delle seguenti dosi: da AstraZeneca 40,38 milioni di dosi (72 milioni di €), da Johnson & Johnson 26,92 milioni di dosi (188 milioni di €), Sanofi 40,38 milioni di dosi (300 milioni di €), Pfizer-BioNTech 26,92 milioni di dosi (323 milioni di €), CureVac 30,285 milioni di dosi (300 milioni di €) e infine con Moderna 10,768 milioni di dosi (161 milioni di €).
L’attuale governo di incompetenti è riuscito a devastare l’intera economia del paese portando a chiusura definitiva centinaia di migliaia di attività commerciali di tutti i settori.
Governo che invece di aiutare con ogni mezzo il tessuto socio-economico per evitare la guerra civile, regala oltre 1,3 miliardi di euro alle lobbies farmaceutiche per dei vaccini fallimentari!!!
Una volta capito (e speriamo che alla fine ci siano arrivati anche quelli più “gnucchi”) che tutto questo circo è stato creato ad arte con l’obiettivo di forzare tutti ad una vaccinazione obbligatoria annuale, senza la quale non potremo più esercitare la nostra professione, mandare a scuola i nostri figli o semplicemente prendere un aereo o un treno... e preso atto della totale complicità in questo sfacelo di politici corrotti, giornalisti prezzolati, medici servi e pecore obbedienti... le soluzioni che restano a noi persone “normali” ma attente ai nostri diritti costituzionali, sono poche.
La prima è combattere a testa alta, perseguendo le vie legali, democratiche, civili a nostra disposizione. Che è ciò che abbiamo fatto in questi mesi, pagando di persona subendo provvedimenti disciplinari o multe e sanzioni a vario titolo. Con risultati però vicini allo zero. Perché quando vinci ben quattro ricorsi al TAR contro l’obbligatorietà vaccinale, e per la trasparenza delle decisioni governative e del comitato tecnico scientifico, ma nessuna TV o quotidiano nazionale ne dà notizia, capisci che stai perdendo, e che l’unica via sarebbe quella di una rivolta di piazza non più civile, democratica o legale. Ma capisci anche che probabilmente questo è proprio ciò che vogliono, e che se ti presti al gioco anche le ultime minime riserve costituzionali (già duramente calpestate dagli assurdi DPCM natalizi) andrebbero a cadere, accelerando il processo di lesione dei nostri diritti.
La seconda via è invece quella di comportarsi come se non esistessero. Vivere giorno per giorno continuando a fare progetti, ad amare, a piantare alberi, a ristrutturare casa, a investire sui propri figli e sulle proprie conoscenze, a comprare libri, a fare corsi... e dove e quando si può abbracciandosi e guardandosi in faccia. Può essere che in questo contesto la forza di milioni di persone che non hanno più paura di vivere (e di morire), e che non perdono ore a cercare di capire tra cervellotici decreti se il 27/12 il ragazzo quindicenne potrà o meno venire a trovare i nonni, possa essere più potente di tante vittorie (di Pirro) legali. Potremmo chiamarla la “forza dell’indifferenza”. Una forza che nasce dal non dare più valore al loro circo mediatico.
Il Bullo, il prepotente di turno, non si umilia menandolo più forte. Lo si riporta al suo misero livello restando indifferenti alle sue sciocche provocazioni. Rendendolo così ridicolo. Noi siamo ancora vivi, loro sono già morti. Morti dentro, poiché desiderano un mondo senza vita, senza abbracci, senza sorrisi, senza amicizie, senza socialità, senza condivisione, senza amore. Se dovremo morire, moriremo. Ma a loro, di noi, non resterà nulla. Che restino con i loro amati delatori, i loro giornalisti schiavi e i loro ignobili e deliranti decretini settimanali, schiacciati dalla paura della morte. A che serve vivere se sei già morto dentro?
Noi saremo altrove, abbracciati, ad amarci intensamente e a suggere dalla vita il suo miele fino all’ultima goccia. Come canta De André, nella “ballata dell’amore cieco” in cui una donna crudele per vanità fa suicidare colui che la ama. Ma poi, presa da sgomento, lo vede: “morir contento e innamorato, quando a lei nulla era restato: non il suo amore, non il suo bene, ma solo il sangue secco delle sue vene”. È lo stesso sgomento che auguriamo a chi ci ha tolto affetti, vita, abbracci, gioco.
Continuiamo la nostra vita, indifferenti verso chi ci vorrebbe proni, togliendo così potere a chi se lo è indegnamente autoassegnato, con la scusa dell’emergenza, per toglierci libertà e diritti. Non siamo soli. Siamo in tanti. Ce la faremo. Intanto, una canzone, come un dolce meme, in questo giorno speciale continua a girarmi in testa, e fa: “All I want for Christmas is you”. Buone feste a tutti. Con Amore
Non appena è stato comunicato dalle lobbies farmaceutiche l’avvio dello sviluppo di candidati vaccini, il Ministero della Salute italiano ha ritenuto di iniziare le interlocuzioni con altri partner europei per procedere alla disponibilità di un numero di dosi necessario per l’immunizzazione dei cittadini dei Paesi coinvolti e di tutta l’Unione Europea.
E’ nato così il documento: “Vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19 PIANO STRATEGICO. Elementi di preparazione e di implementazione della strategia vaccinale” a cura del Ministero della Salute, la Presidenza del Consiglio dei ministri, l’Istituto Superiore di sanità, agenas e l’AIFA.
La Commissione UE e gli stati membri hanno poi sottoscritto un accordo in base al quale i negoziati con le aziende produttrici sono stati affidati in esclusiva alla stessa, affiancata da un gruppo di 7 negoziatori in rappresentanza degli Stati membri (tra i quali un italiano) e da uno Steering board che assume le decisioni finali, ove siedono rappresentanti di tutti gli Stati membri.
Le trattative si sono concentrate su un gruppo di società che stanno sviluppando vaccini con diversa tecnologia. Al momento l’Unione Europea si è già assicurata circa 1,3 miliardi di dosi!
Le aziende che sviluppano vaccini
Ecco le aziende che dovrebbero salvare il mondo dalle pandemie. Sono sei: AstraZeneca, Pfizer/Biontech, Johnson&Johnson, Sanofi/GSK, Curevac e Moderna.
AstraZeneca: 40,38 milioni di vaccini Johnson & Johnson: 53,84 milioni Sanofi: 40,38 milioni Pfizer/BNT: 26,92 milioni CureVac: 30,285 milioni Moderna: 10,768
I vaccini prodotti dalle “sei sorelle” saranno 202,573 milioni di dosi per un paese come l’Italia con 60 milioni di abitanti. Qualcosa non torna nei calcoli o qualcosa invece torna alla perfezione?
Anche se per alcuni vaccini gli inoculi sono doppi (quindi il numero va dimezzato), l’intendo del Sistema è quello di vaccinare i cittadini più e più volte, magari anche con farmaci diversi, visto che non nascono dalla medesima tecnologia…
Categorie da vaccinare Sono state identificate le categorie da vaccinare in via prioritaria nelle fasi iniziali: operatori sanitari e sociosanitari, residenti e personale dei presidi residenziali per anziani e le persone di età avanzata. Stranamente mancano all’appello le forze dell’ordine, perennemente a rischio di infezione nelle loro pericolose missioni di multare chi gira senza mascherina, e ovviamente i politici i quali dovrebbero dare il buon esempio ai sudditi facendosi vaccinare in massa in diretta televisiva (vaccini veri e non soluzione salina ovviamente).
Solo testimoniando la coerenza sulla loro pelle, potranno convincere anche i dubbiosi nella bontà della prassi preventiva.
Il Piano strategico è scaricabile qui: http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_notizie_5202_1_file.pdf
Nonostante il vergognoso terrorismo mediatico e politico, i numeri in Veneto parlano chiaro: non c'è alcuna necessità di chiusura. Ecco i dati del ministero della Salute aggiornati al 1 novembre 2020 alle ore 17.10.
Il grafico qui sopra mette in evidenza la variazione (in percentuale) del numero di morti avvenuti in Veneto dal 1 marzo 2020 al 1 novembre del 2020. E' lampante che dal mese di aprile in poi il numero dei decessi ha iniziato a calare esponenzialmente, e la curva ancora oggi viaggia appena sopra lo zero. I morti infatti avvenuti il primo di novembre 2020 sono stati 17, assolutamente nella media.
Qui sopra il numero di pazienti in terapia intensiva. Il Veneto (indicato dalla freccia rossa) si piazza al penultimo posto a livello nazionale, quindi molto al di sotto della cosiddetta "soglia di allerta" , rappresentata dalla linea rossa orizzontale.
Il grafico qui sopra invece mostra la variazione giornaliera dei casi "positivi". Di primo acchito sembra che il numero dei contagi sia schizzato alle stelle da settembre in poi, e invece rappresenta solo sono il numero di persone a cui un tampone (inaffidabile e ascientifico) ha "diagnosticato" la positività! Tutto qua. Da quando hanno iniato a eseguire migliaia e migliaia di test era ovvio che il numero dei "casi" salisse proporzionalmente. Ma NON si tratta di malati e neppure di contagiosi, perché la quasi totalità sono persone oggettivamente sane senza sintomi! E infatti i dati parlano da soli. Attualmente in Veneto abbiamo:
Casi totali sono 59.253, di cui 2.418 decessi (dall'inizio dell'anno), 832 ricoverati con sintomi, 132 in terapia intensiva e 25.421 dimessi/guariti. Se dai casi totali togliamo i decessi, le persone ancora ricoverata e tutti i dimessi, risulta che i "positivi" a casa sono 30.450.
Dato che il totale in Veneto dei positivi è 31.414 e di questi 30.450 è a casa, risulta che circa il 97% dei casi sono persone asintomatiche, cioè totalmente senza sintomi, o con sintomi talmente lievi (influenzali o para influenzali) che non necessitano neppure di un ricovero!!!
In Veneto il 97% dei casi sono persone asintomatiche o con sintomi talmente lievi che non necessitano di cure ospedaliere!
Il governatore Zaia quindi non ha i numeri per poter chiudere la regione e devastare ancor di più l'economia locale. Se lo dovesse fare è perché ha piegato la testa e aperto il portafogli "Roma Ladrona", e per tanto sarà da ritenere personalmente responsabile di tutto quello che vivremo, socialmente ed economicamente, nelle prossime settimane. Mi auguro che le categorie del settore (commercianti, turismo, ristorazione, avvocati, ecc.) si sveglino dal come letargico e si coalizzino per reagire a un simile soppruso.... Il governatore Zaia quindi non ha i numeri per poter chiudere la regione e devastare ancor di più l'economia locale!
Sta girando da un po’ di tempo un post secondo il quale il tampone naso-faringeo per il Sars Cov-2 è in grado di perforare la BEE, la Barriera emato-encefalica. Diciamo fin da subito che si tratta di una sciocchezza enorme perché NON è possibile arrivare fino alla BEE: con il bastoncino si può arrivare fino alla parte superiore delle vie respiratorie. Andando in profondità si può danneggiare la lamina cribrosa dell’etmoide: un osso particolare e forellato dove ci sono dei vasi molto importanti. Questo osso funge da "stufa" per l’aria che entra che deve essere riscaldata anche grazie alle vie nasali superiori con i peli.
Quindi quello che possono danneggiare è la lamina cribrosa, ma non si può arrivare a sfondare la BEE che si trova molto più in alto. Fatta questa premessa obbligatoria, il tampone è in ogni caso un atto di violenza estrema che va bloccato con ogni mezzo!
Anche perché se il virus - come dicono gli esperti - si trasmette attraverso il droplet, cioè le goccioline di Flugge, non si comprende come mai non si possa fare un banale e indolore tampone semplicemente usando la saliva. Perché devono introdurre così in profondità (circa 13 cm) il bastoncino rischiando contaminazioni e danni?
Il tampone è un atto invasivo contro natura: un test non validato che non ha nessun significato clinico nè tanto meno diagnostico (percentuale elevata di falsi positivi), ma è il mezzo ideale per poter dominare e gestire le paure delle masse.
Infine c’è il problema delle sequenze geniche prelevate col tampone: che fine fanno? Forse vengono archiviate in un database con tanto di nome e cognome: una specie di agenda mondiale con il DNA di tutti...
Ovviamente anche i test sierologici non hanno un significato clinico. Qual è il problema? I sudditi sono convinti che il tampone sia una fonte di tranquillità e sicurezza perché se risulta negativo significa che non sono venuti a contatto col virus, cosa questa totalmente assurda! Bisogna smentire e sconfessare simili test, ma usando cervello e scienza, e non andando in giro a dire che il tampone sfonda la barriera che protegge l’encefalo, così si fa solo il gioco della Dittatura!
Partiamo subito dicendo che le forze in gioco sono ripetitive e assolutamente scontate: le strategie che adottano infatti sono sempre le medesime. Questa strategia sociale del Problema-Reazione-Soluzione è usata da millenni e ancora non ha perso lo smalto nel condizionare le masse di pecoroni addormentati e anestetizzati. Il Sistema vuole mettere in atto una Soluzione, già bella pronta e pianificata, e non deve far altro che creare un Problema. Tutto qua. La Reazione è quasi sempre emotiva delle masse che accetta di buon grado la Soluzione. Un esempio magistrale per tutti è l’11 settembre 2001... Oggi il Problema non è il terrorismo (non si parla più infatti di al-Qaeda, Isis, ecc.), ma un pericolo molto subdolo e invisibile: i virus! In questo brodo sociale per giustificare la seconda ondata (mediatica) del corona, tanto osannata e acclamata dai virologi venduti dell’establishment, era ovvio che doveva verificarsi qualcosa che giustificasse le nuove ordinanze, le prossime restrizioni e i prossimi DPCM. Chi meglio dei giovani poteva incarnare il perfetto capro espiatorio? Lo andavano dicendo da settimane i vari esperti: “il virus potrebbe colpire i giovani”; “i giovani saranno i prossimi contagiati”, ecc.
Discoteche queste maledette Il governatore del Veneto Luca Zaia, ammirato da personaggi come De Benedetti (e questo dovrebbe far riflettere chi ha ancora il cervello connesso col resto del corpo), spedisce casualmente i carabinieri nelle discoteche con tanto di telecamera per filmare gli assatanati ballerini e avere così in mano la pistola fumante degli assembramenti!
Verrebbe da dire che al diversamente-astuto Zaia gli è sfuggito un piccolissimo particolare: le discoteche sono luoghi di assembramento per antonomasia. Se volevano veramente impedire lo scempio di un ritrovo di giovani in uno spazio limitato la soluzione era semplicissima: bastava non aprire le discoteche. Troppo semplice, vero?
Ovviamente l’apertura delle disco era funzionale proprio per ottenere gli assembramenti, e quindi creare il Problema, per poi attendere la Reazione dei sudditi (indignazione, preoccupazione e anche rabbia) e presentare infine la Soluzione: nuove restrizioni nell’attesa della seconda ondata e della seconda chiusura dell’Italia! Tutto estremamente chiaro e limpido. Affinché il giochetto funzioni perfettamente era d’obbligo l’ombrello dell’emergenza sanitaria, per cui il governo non poteva non prorogarla, almeno fino al 15 ottobre, così da includere anche la riapertura delle scuole. Con la ripartenza delle classi è scontato che avverranno i primi “focolai” infettivi, anche perché per la prima volta nella storia dell’umanità un qualsiasi sintomo, dal colpo di tosse alla diarrea fulminante, è classificato e purtroppo gestito come Covid-19, come fosse mortale.
Patologia così letale che per sapere se hai preso il virus devi farti degli esami!
Il caso degli asintomatici è emblematico. Se veramente credete che gli asintomatici (cioè persone sanissime senza sintomi) siano un problema per il Paese, allora la follia ha fatto breccia anche nel vostro cervello. Volete sapere qual è il segreto di Pulcinella? Gli asintomatici, i tamponi, le discoteche e gli assembramenti sono funzionali per far crescere il numero dei positivi così da gonfiare i dati e giustificare le attuali e prossime decisioni golpiste di un governo che nessuno ha votato. Ricordo che in tutto questo i media sono al primo posto per responsabilità. Creano e inducono panico e psicosi nelle masse. Masse che purtroppo continuano ad abbeverarsi alle loro fonti tossiche.
Nuove restrizioni Decisioni come l’ordinanza firmata oggi dal burattino Luca Speranza, che entrerà in vigore domani: lunedì 17 agosto. In pratica diventa obbligatorio “dalle ore 18 alle ore 6 sull’intero territorio nazionale di usare protezioni delle vie respiratorie anche all’aperto, negli spazi di pertinenza dei luoghi e locali aperti al pubblico nonché negli spazi pubblici (piazze, slarghi, vie) ove per le caratteristiche fisiche sia più agevole il formarsi di assembramenti anche di natura spontanea e/o occasionale” Hanno anche sospeso le attività di ballo, le discoteche e locali assimilati. Le discoteche hanno assolto il loro compito e quindi non servono più.
La cosa estremamente interessante è una ordinanza emanata il giorno dopo ferragosto che presenta il virus come un vampiro assetato di sangue che esce dalla tomba al calar del sole per tornarsene a casa alle prime luci del mattino. Ambiguo comportamento per un agente virale. Oltre a quanto detto prima hanno anche voluto dare il colpo di grazia alle attività commerciali che più lavorano in estate: i locali all’aperto come bar, birrerie, ristoranti, ecc. Colpendo non a caso la fascia oraria più importante: dalle 18 alle 6. Perché non di mattina o nel primo pomeriggio? Prendendo di mira uno dei pochi momenti di svago dei giovani. Fino a settembre la birra o lo spritz in compagnia, te lo sorseggi con la mascherina. La sicurezza della nazione richiede questi e molti altri sacrifici che verranno… Lo stanno facendo per noi!
Il seguente grafico mette in luce la strategia di creazione artificiale della seconda ondata del virus. I casi positivi (in rosso) stanno crescendo a dismisura (gonfiando le statistiche) grazie ai tamponi, ma i morti sono sempre praticamente azzerati.
I media mainstream non si smentiscono mai e ogni occasione è buona per manifestare la loro infima natura. Per Repubblica, il Corriere, il FattoQuotidiano e tutta la tristissima combriccola di giornalai, ieri a Berlino ci sarebbero state poche migliaia di persone alla manifestazione contro le folli e assurde norme anti-Covid. Quattro gatti negazionisti di estrema destra e no-mask, così sono stati descritti, ma per fortuna ci sono le immagini che parlano da sole e svergognano questi pennivendoli venduti e proni alla dittatura… Comprate, comprate sempre i giornali!
Immagine del Corriere della SeraImmagine de La RepubblicaA Il Fatto Quotidiano va il premio per la miglior zoomata…Queste immagini mostrano realisticamente la vera partecipazione
Sicuramente non sono 15 mila; non sono estremisti di destra; non sono no-vax e neppure no-mask. Sono persone di tutte le età e di tutte le estrazioni sociali che si sono rotte il cazzo di una schiavitù mascherata da democrazia. Persone risvegliate dal coma vegetativo indotto dal Sistema che non ci stanno più ad essere prese per il culo. Mentre in diversi paesi la protesta pacifica, ma ferma scende in piazza e nelle strade, da noi si sta disquisendo filosoficamente sulla proposta più demenziale dell'ultimo secolo: i tavolini con le rotelle per i "disabili" del Nuovo Millennio, cioè i piccoli studenti. Una simile proposta può essere stata partorita da una mente malata che attende cure appropriate, oppure da una mente superfine giocherellona che vuole solo divertirsi alla faccia dei piccoli italiani e dei loro genitori addormentati.
Perché perdere tempo utile per andare a svolgere banali funzioni fisiologiche?