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Marcello Pamio

«SINISTRO» è il pacchetto full optional offerto dalla sinistra italiana.
Si tratta dell’assicurazione più completa e sicura attualmente in commercio. Non teme concorrenza.
Costa moltissimo, ma la copertura che garantisce è totale.
Una volta acquistata la polizza e immatricolata l’azienda, si diventa parte vitale della «confraternita».
Ma cosa offre di così interessante il pacchetto?
In caso di incidente, scandalo, bancarotta o tragedia:

  • I nomi degli interessati e delle società, saranno minimizzati o cancellati del tutto dalle notizie dei giornali mainstream che fanno parte della Famiglia, quasi tutti. I media devieranno l’attenzione, spostando le telecamere altrove e cercando altri capri espiatori.
  • La «Maglietta Rossa Ong» non verrà mobilitata, perché i loro interventi mirati - tutti concordati dalla confraternita - sono puntualmente sincronizzati con i media.
  • Vengono messi a disposizione i migliori magistrati e procuratori del Gruppo; se non riusciranno a deviare completamente le indagini, potranno dare tutto il tempo necessario per cancellare le prove...
  • Si è assistiti dai più potenti studi legali a livello mondiale: la colpevolezza diventerà innocenza, e si potrà perfino accusare il governo di turno chiedendo i danni.
  • Se lo scandalo è di tipo bancario, allora l’assistenza di un gruppo di esperti collegati con bankitaly farà pagare il debito ai correntisti.
  • Se le cose si dovessero mettere malissimo, allora l’estrema ratio sarà l’intervento diretto del Presidente della Repubblica, testimonial importante del Gruppo…

Il motto: «Fai quello che vuoi, tanto paga qualcun altro» ben rappresenta questo pacchetto full inclusive, unico nel suo genere.
Da quanto detto, sembra proprio che la famiglia Benetton abbia stipulato la polizza «SINISTRO», perché sono morte ben quarantatré persone, circa 600 sono rimaste senza casa, ma delle maglie rosse nessun traccia, né sopra né sotto il Ponte delle vergogne. I nomi Benetton e Atlantia a livello mediatico vengono quasi sempre minimizzati, come se fossero estranei alla tragedia. Anzi, forti dell’assistenza legale, sono loro che chiederanno i danni economici al governo italiano per il crollo in borsa!
I magistrati incaricati delle indagini, hanno atteso OTTO giorni prima di sequestrare «computer e telefonini» della dirigenza, dando così il tempo di far sparire eventuali prove compromettenti, come per esempio tutte le immagini delle DUE webcam sul ponte, nonostante fossero accese 24 h su 24…
Il Procuratore sulle telecamere non si è minimamente scomposto, e al momento non c’è nessun iscritto nel registro degli indagati…

Salvini non ha il SINISTRO...
Dall’altra parte la cronaca dimostra che Matteo Salvini è scoperto dalla polizza.
Il Ministro sta cercando di impedire lo sbarco di migliaia di disperati sulle nostre coste, chiedendo una equa redistribuzione del carico umano tra i vari paesi e mostrando de facto il vero volto criminale dell’Europa dei tecnocrati e dei banchieri, e ogni giorno si scontra con maglie rosse, offese pubbliche, attacchi mediatici, querele da improvvisati eroi della sinistra, e avvisi di garanzia della magistratura!
Avere o non avere SINISTRO fa la differenza!

Maurizio Blondet  - 23 agosto 2018 

Allora,  sunteggiamo le iniziative della magistratura.
Il pm di Agrigento sale sulla «Diciotti» e apre un fascicolo «contro ignoti» per «sequestro di persona». Ha di mira Salvini, ovviamente.
Pm di Genova: manda la Finanza negli uffici di Autostrade a sequestrare «computer e telefonini» della dirigenza.
Otto giorni dopo il collasso del Ponte Morandi. Dicesi otto giorni.
Tanto tanto tempo per cancellare le email, far sparire i video (già fatto), azzerare i server, insomma far sparire prove?  Domando, mi limito a domandare.

Commento di uno che passa (io non c’entro, signor giudice):
«In un paese normale la magistratura avrebbe sigillato immediatamente uffici e server di Autostrade per l’Italia, per evitare manomissioni e distruzione di prove».
«Se durante lavori ristrutturazione di un condominio si stacca cornicione e ci scappa il passante morto giorno dopo sono indagati per omicidio colposo: Amministratore Condominio, Ing. Direttore dei lavori, Responsabile Sicurezza Cantiere, Titolare Impresa. A Genova ad oggi nessuno»: un ex amministratore di condomini. Lo perdoni, signor giudice.

Un altro: «Mi preoccupa molto come sta avendo la magistratura. Passata una settimana non abbiamo ancora un iscritto al registro degli indagati».
Una settimana, e nemmeno non solo un imputato, nemmeno formulato un capo d’imputazione. Non sanno di cosa accusare chi.

Titolo di giornale del 20 agosto:
Genova, la Procura: «Cerchiamo filmato del crollo. Per ora nessun indagato».
Il filmato del crollo che non c’è più. Hanno sequestrato le macerie, ma ancora non hanno perquisito la sede della concessionaria.
Passano i giorni.
Commento di uno che passa (io ne prendo vigorosamente le distanze, signor procuratore)
«Ovvero: stiamo disperatamente prendendo tempo per trovare un modo per salvare i Benetton».

Un altro (ma io mi dissocio):
«Come mai l’iscrizione nel registro degli indagati è sempre un ‘atto dovuto’ e stavolta dopo una settimana… Nessuno! Devono ancora capire come si chiama la società che gestiva, e gestisce tuttora, quella strada? Stanno cercando l’indirizzo?».

Un altro che passa: «Ho un orrendo presentimento».
Da questo commento non mi dissocio. Ho un orrendo presentimento anch’io. Dovuto alla mia esperienza di vecchio giornalista.
Rafforzato dal fatto che i Benetton non solo hanno offerto una cifra ridicola alle vittime del disastro, ma dopo qualche ora, hanno ripreso sicurezza e, stanno cominciando ad accusare il governo di aver fatto cadere il titolo. Non è stato il crollo del ponte a farlo cadere in Borsa, ma gli strilli di Salvini e Di Maio contro la società concessionaria, a cui il governo precedente ha abbandonato un monopolio naturale, lo libertà di fare profitti che emulano soltanto lo spaccio di droga, e l’autocontrollo sugli investimenti: che infatti sono un terzo di quelli pattuiti e necessari.

Insomma: sono loro, i Benetton, che pretendono i danni dallo Stato. Lo fanno con uno stuolo di avvocati potentissimi, fra cui la nota Paola Severino: quella che ha fatto la ministra della “giustizia” nel governo Monti, per sottolineare da che parte sta. Nessun sospetto di conflitto d’interesse, tutto legale. Ovvio, questi si sono fatti le leggi a loro vantaggio, dunque tutto ciò che fanno loro è legale per definizione.
Io ho un bruttissimo presentimento: non avrete mai più il vostro ponte, o genovesi. Non lo rifaranno certo i Benetton - perché dovrebbero spenderci un centesimo, ormai? - né potrà farlo il governo, perché dovrà rifondere i miliardi necessari agli “azionisti” di Atlantia, oltre che ai Benetton che sono stati così danneggiai dalle esternazioni di Salvini.
Tenete d’occhio soprattutto la class action americana, avviata dallo studio legale Bronstein, Gewirtz & Grossman” (jjj) il quale «sta esaminando potenziali rivendicazioni per conto di acquirenti» dopo che, sulla notizia della possibile revoca della concessione e di una sanzione «il prezzo delle azioni è sceso di 1,66 dollari, o del 13,7%, per chiudere a 10,45 dollari il 16 agosto».

La Class action non lascerà che le briciole in Italia
Questo studio legale vanta speciale «competenza nella ricerca aggressiva di richieste di contenzioso».  Chi conosce queste capacità aggressive, sa già cosa accadrà: si prenderanno tutti i miliardi gli americani per conto dei loro azionisti, poi Atlantia opportunamente «fallirà», ossia resterà senza un soldo insomma; ai genovesi e alle vittime non resteranno nemmeno le briciole.
Anche perché era fin dall’inizio chiaro che i Benetton, di soldi loro, non ne hanno messo uno. «Non hanno investito niente, comprarono Autostrade con i soldi di Autostrade», come ha spiegato il trader Gianni Zibordi.
Hanno creato una società apposta che ha fatto un debito immane, poi - ottenuta la concessione da Prodi, D’Alema e soci - l’hanno fusa con Autostrade, a cui hanno accollato l’immane debito: «Hanno fatto il debito e lo stanno ripagando coi profitti del pedaggio - queste sono vere rapine, non quelle in banca», commenta Zibordi. Che non lo senta un PM, perché potrebbe aprire un fascicolo contro di lui per diffamazione: tutto ciò che i Benetton hanno fatto è perfettamente legale. Per forza. Dimostra chiaramente che stavano ancora pagando il debito coi pedaggi; finita la concessione, finiti i pedaggi, eccoli nullatenenti.
Naturalmente, restano miliardari. «Chiunque legga bilanci di Atlantia e Autostrade sa che i profitti netti sono stati più di 12 miliardi dal 2001 e le tasse che pagano sono circa un 24%….».
Ma andate pure a reclamare i loro possedimenti fra i Mapuche. O in Lussemburgo il paradiso fiscale nel centro della UE.

Manifesto: sempre dalla parte dell’azionista
Uno che passa: «E’ la procura di Genova, ragazzi» (mi dissocio).
Claudio Borghi «il PM che ha disposto il sequestro dei conti della Lega».
http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2017/09/15/pm-genova-non-contro-lega-ma-pro-camere_8f26623a-9697-4da9-a67b-2a95ce3dafbb.html

Francesco Cozzi, il PM che ha aspettato otto giorni prima di far perquisire gli uffici di Autostrade ed elevare un’imputazione, risulta dalla sua biografia ufficiale, è stato «direttore dell’Ufficio rapporti con il Parlamento nel Gabinetto del Ministro della Giustizia prof G.M. Flick».
Insomma, il pm Cozzi ha avuto un incarico altamente politico e di parte nel governo Prodi. Uno (maggio ’96-ottobre ’98), ed ora stava occupandosi di colpire la Lega “dando la caccia” ai suoi miliardi scomparsi, quando è crollato il ponte: proprio in tempo, era stato appena nominato procuratore capo a Genova.
Non c’è qui un conflitto d’interesse? Non ha dato prova, il dottor Cozzi, di militare politicamente  per la parte politica avversa all’attuale governo, quella che ha tutto da perdere se un giudice solleva il segreto di Stato sulla concessione di Autostrade, e lo scambio di favori che non può non nascondere?

Non lo chiedete però, perché aprono un fascicolo contro di voi perché avete mancato di rispetto. E sono un sacco di spese, anche nel caso (improbabile) che veniate assolti.
Chiedere lo spostamento dell’istruttoria per legittima suspicione? Non scherzate - e non mancate di rispetto. Per queste cose, la magistratura ha tutto il tempo.
Per la mia diretta esperienza (avevo intervistato il tassista Cornelio Rolandi appena tornato da Roma dove aveva riconosciuta Valpreda come il passeggero che aveva portato a Banca dell’Agricoltura il 12 dicembre 1969), fui chiamato a Catanzaro dove l’ennesimo processo era stato spostato “per legittima suspicione”, dopo sentenze di Cassazione: dieci anni dopo. Il tassista Rolandi era morto da anni, anche se aveva lasciato una dichiarazione giurata sul letto di morte in cui confermava che il passeggero era Valpreda. Vista la convocazione con le solite minacce se non mi presentavo, mi feci il viaggio in treno da Milano a Catanzaro. Confermai ciò che avevo scritto nell’articolo, apparso su «La Domenica del Corriere», sotto il Natale 1969. Il presidente della Corte mi intimò di esibire il taccuino degli appunti di allora: di dieci anni prima. Dissi che non l’avevo tenuto, avendo però scritto l’articolo su «La Domenica del Corriere». «Bel giornalista è lei!», mi disse. Io avrei dovuto rispondere: «Bei giudici siete voi, che in dieci anni ancora non avete dato un colpevole alla strage di piazza Fontana».  Ma naturalmente tacqui.

Per il motivo che Pierpaolo Pasolini aveva scritto sul «Corriere» il 28 settembre 1975, dopo aver esordito: «Gli italiani vogliono consapevolmente sapere quale sia la realtà dei cosiddetti golpe fascisti.
Gli italiani vogliono consapevolmente sapere da quali menti e in quale sede sia stato varato il progetto della «strategia della tensione» (prima anticomunista e poi antifascista, indifferentemente).
Gli italiani vogliono consapevolmente sapere chi ha creato il caso Valpreda.
Gli italiani vogliono consapevolmente sapere chi sono gli esecutori materiali e i mandanti, connazionali, delle stragi di Milano, di Brescia, di Bologna.
….concludeva:
«Ma, mentre contro gli uomini politici, tutti noi, cari colleghi della ‘Stampa’, abbiamo coraggio di parlare, perché in fondo gli uomini politici sono cinici, disponibili, pazienti, furbi, grandi incassatori, e conoscono un sia pur provinciale e grossolano fair play, a proposito dei Magistrati tutti stiamo zitti, civicamente e seriamente zitti.
Perché?
Ecco l’ultima atrocità da dire: perché abbiamo paura».
http://videotecapasolini.blogspot.com/2015/11/pasolini-il-mondo-28-agosto-1975-il.html

Un mese più tardi, Pasolini venne ucciso.

Sarà così anche stavolta. Fra dieci anni, forse, la “giustizia” rifarà il processo che Cozzi ha cominciato, mandandolo per legittima suspicione che so, a Potenza, a Roccella Jonica, in un posto del Sud difficile da raggiungere. Nel frattempo, Salvini sarà in galera, i Benetton liberi, e liberi i Delrio, i Letta che stanno nei loro consigli, i Renzi e i Gentiloni, tutti quelli che hanno stipulato loro la concessione senza  che spendessero un soldo dei loro, prolungando la concessione per decenni (perché potessero pagare il debito). Sarà libero Mario Draghi che ha comprato per la Banca Centrale azioni di Atlantia…
«Nel conto mettere anche i bond Atlantia ed autostrade comprati dalla #ECB stampando moneta per acquistare debito corporate …il 25% degli acquisti totali è fatto sul primario. ‘funding secure’».
La BCE che non compra titoli di debito pubblico direttamente dagli Stati, sul primario, (perché sono corrotti), però compra titoli di debito privati direttamente da privati che lucrano indebitamente da un monopolio naturale.
Ci ha investito anche Draghi…l’Europa…
Ma non mettiamo troppa carne al fuoco.

Una cosa posso dirvi per certo: che il ponte non sarà mai ricostruito, le famiglie mai risarcite, e voi genovesi - metterete ore per andare da ponente a levante. Se ci sarete ancora dei genovesi, chiaro: il porto ovviamente avrà perso il suo traffico, a vantaggio di Marsiglia, e non avrete più decine di migliaia di posti di lavoro (non mi dispiace per via dei camalli, pagatissima lobby rossa, avrà quel che si merita).  Vi conviene migrare.
Ovviamente il 60% della popolazione italiana sarà composta da negri - pardon, di immigrati e bambini che fuggono dalle guerre e dalla fame, perché la Diciotti sarà stata rimessa ad emulare «Open Arms» ed «Aquarius». Ogni giorno, i media vi ricorderanno quanto siete razzisti, perché uno avrà lanciato un uovo contro un “rifugiato” o un controllore reagito dopo essere stato picchiato dalle bande di nigeriani….

Ma è colpa vostra, italiani.
Perché non avete ascoltato il consiglio urgente di Danilo Quinto, fuoriuscito dai Radicali perché convertito alla fede, e rimasto grande animale politico:
«Di fronte all’ennesima iniziativa della magistratura contro Salvini, ai processi mediatici che ogni giorno Salvini subisce, a una Guardia Costiera che non obbedisce agli ordini ricevuti, bisogna agire nell’immediatezza, convocando il popolo italiano ad una grande, immensa manifestazione di piazza. Fatelo subito ed azzerate le responsabilità a tutti i livelli nei Ministeri, prima che sia troppo tardi».
Forse è già tardi.
Come sempre, quando l’oligarchia sinistra perde, a fare il lavoro entra “la giustizia”. Frase che immediatamente mi rimangio, mi scusino le procure.

(Avrei solo una domanda. Al dottor Piercamillo.  Quello che voleva rivoltare l’Italia come un calzino, l’eroe di Mani Pulite, quello per cui la magistratura è pura e la politica è corrotta, oggi capo dell’ANM il potentissimo sindacato dei giudici. Ma non oso fargliela: perché ho paura, dottor Piercamillo.

Si faccia i complimenti da solo)

 

Tratto dal sito di Maurizio Blondet https://www.maurizioblondet.it/ho-un-orribile-presentimento-nessuno-ricostruira-il-ponte-morandi-e-salvini-in-galera/ 


I primi a lanciare l’allarme sul Ponte Morandi sono stati i responsabili di «Autostrade per l’Italia» nel 1994. La società all’epoca era pubblica.
Motivo dell’allarme: il ponte era stato progettato per sostenere un traffico giornaliero di 20 mila automezzi, mentre già nel 1994 ne passavano 60 mila.
A seguito dell’allarme il governo di Silvio Berlusconi (1994-1995) stanzia 40 miliardi di lire per interventi di urgenza, e subito dopo approva il progetto chiamato «Passante di Genova».
Cominciano così bandi, commesse, appalti e tutto ciò che serviva per iniziare i lavori.
Ma il governo Berlusconi cade nel 1995, e arriva per un solo anno quello di Lamberto Dini (1995-1996), per poi lasciare il posto a Romano Prodi (1996-1998).
Il ministro dei Trasporti e della navigazione (1996-1998) è un certo Claudio Burlando del PD, ex sindaco di Genova (1992-1993) ed ex governatore della Regione (2005-2015).
Iniziano così le prime forti opposizioni al progetto che arrivano dalla sinistra radicale, con in testa Rifondazione Comunista, che nel governo aveva un certo peso.
Il Ministro, per salvare il governo Prodi, boccia il progetto.
Quindi la prima bocciatura del cosiddetto «Passante di Genova» fu opera della sinistra!

Una volta bocciato il progetto la società Autostrade bloccò tutto pagando perfino le penali alle imprese che avevano vinto gli appalti e iniziato i lavori.
Ritorna in carica il governo Berlusconi (2001-2006) e nella «Legge Obiettivo», tra le grandi opere necessarie, reinserisce il progetto che però nel frattempo cambia nome e diventa la «Gronda di Genova».
Autostrade presenta ben 5 diversi progetti.
Quando finalmente sembra sia tutto pronto per partire, si mette in mezzo Marta Vincenzi (futura PD) che all’epoca è Presidente della Provincia di Genova (1993-2002), poi sindaco dal 2007 al 2012, dicendo che quei progetti non vanno bene. Il parere della Provincia è vincolante!     
Di nuovo un esponente di quello che sarebbe diventato il Partito Democratico si mette di traverso alla grande opera.
Le opposizioni arrivano anche a livello imprenditoriale. Il gruppo che più si oppone fu Ansaldo Energie di Finmeccanica, perché la «Gronda», secondo loro, avrebbe messo a rischio 2800 posti di lavoro in quanto i loro fabbricati avrebbero dovuti essere spostati di centinaia di metri.


L’umorismo cosmico non ha rivali: ora il Ponte gli è praticamente quasi crollato sulla testa (foto qui sopra).
Quindi le responsabilità di aver bloccato e impedito il «Passante» e/o «Gronda» hanno nomi e cognomi ben precisi, e tutto ciò è avvenuto in un momento in cui il Movimento 5 stelle non esisteva neppure.

La madre delle privatizzazioni
Ma per comprendere meglio il quadro e tutti i vari passaggi, è necessario fare un saltino indietro nel tempo, agli inizi degli anni Novanta.
In pratica è l’anno cruciale in cui un manipolo di uomini palesemente al servizio del cartello finanziario internazionale ha ceduto ogni nostra sovranità.
Tutto infatti ebbe inizio nel 1992 quando il cartello finanziario internazionale mise gli occhi e le mani sul nostro paese con la complicità e la sudditanza di una nuova classe politica imposta dal cartello stesso.
Per esempio l’operazione Tangentopoli (casualmente in quell’anno) servì proprio da spartiacque, e cioè a togliere il vecchio per far posto ai nuovi «camerieri dei banchieri» (Ezra Pound).

Sono momenti storici importantissimi.
E’ l’anno in cui in soli 7 giorni cambia il sistema monetario italiano, che viene sottratto dal controllo del governo e messo nelle mani della finanza speculativa. Privatizzano gli istituti di credito e gli enti pubblici; è l’anno in cui viene impedito al ministero del Tesoro di concordare con la Banca d’Italia il tasso ufficiale di sconto (costo del denaro alla sua emissione), che viene quindi ceduto a privati. E’ l’anno della firma del Trattato di Maastricht (7 febbraio).
Il 12 marzo viene assassinato il parlamentare siciliano Salvo Lima (1928-1992)
L’anno dell’attacco speculativo di George Soros.


L’ebreo ungaro-statunitense mediante due banche, la tedesca Deutsche Bank e la statunitense Goldman Sachs (il cui consigliere italiano era Romano Prodi) attaccò l’Italia, e i due picchi speculativi si ebbero, casualmente, in corrispondenza delle due stragi: 23 maggio (Capaci) e 19 luglio (Via D’Amelio). Il governatore di Banca d’Italia era Carlo Azeglio Ciampi, che riuscì a far vaporizzare 60.000 miliardi di lire, in pratica tutte le riserve dell’istituto centrale, acquistando marchi inutilmente. Per i suoi servigi Ciampi divenne Presidente della Repubblica….
L’attacco speculativo del «terrorista finanziario» Soros (attualmente guru e consigliere della sinistra italiana), riuscì a deprezzare la lira di quasi il 30%, permettendo l’acquisto da parte degli avvoltoi dei nostri gioielli di Stato a prezzi di saldo.
L’11 luglio 1992 Giuliano Amato prelevò forzatamente, con un decreto retroattivo al 9 luglio, dai conti correnti degli italiani il 6 per mille.
Il 2 giugno 1992 (in spregio alla festa della Repubblica) e a pochi giorni dalla strage di Capaci, avvenne una delle più eclatanti cospirazioni mai avvenute: la riunione sul «Britannia», il panfilo della Regina Elisabetta II.
Scopo: cedere banche e gioielli dello Stato ai potentati finanziari internazionali.
Tutto il Gotha della finanza internazionale attracca a Civitavecchia con lo yacht della Corona inglese. Sono venuti fino a qui a fare incetta delle migliori aziende e ad arruolare quelli che saranno i loro fedeli servitori al governo del paese, a cui garantiranno incarichi di prestigio.
Il maggior beneficiario è Mario Draghi e tra i più benemeriti Romano Prodi, Beniamino Andreatta, Carlo Azeglio Ciampi, Giuliano Amato, Massimo D’Alema.
Più o meno personaggi che bazzicano dentro e fuori alle riunioni del Club Bilderberg, Commissione Trilaterale, Aspen Institute e in altre organizzazioni del capitalismo speculativo angloamericano.
Presenti ovviamente le banche d’affari tipo Goldman Sachs ma non solo.
Il resto è storia…

Come l’eclatante svendita dell’Iri (Istituto di Ricostruzione Industriale) che aveva circa 1.000 società, fiore all’occhiello del nostro paese. Fu smembrato e svenduto, sotto la presidenza di Romano Prodi (dal 1982 al 1989 e durante un periodo tra il 1993 ed il 1994). Prodi che per questi servigi venne premiato con l’ascesa alla presidenza del Consiglio e poi alla Commissione Europea...
A proseguire l’opera di smembramento delle aziende di Stato ci penserà Massimo D’Alema, che nel 1999 favorirà la cessione, tra le altre, di Autostrade per l’Italia e Autogrill alla famiglia Benetton, che di fatto hanno così assunto il monopolio assoluto nel settore del pedaggio e della ristorazione autostradale.
Un’operazione che farà perdere allo Stato italiano miliardi di fatturato ogni anno.
In quegli anni il presidente dell’Iri era Gian Maria Gros-Pietro, uno che nel 2001 venne convocato alla riunione del Bilderberg in Svezia, insieme a Mario Draghi e un certo Mario Monti.
Entrambi saranno ampiamente ripagati dal cartello stesso…
Gian Maria Gros-Pietro, che nel 1992 era presidente della Commissione per le strategie industriali nelle privatizzazioni del ministero dell’industria, nel 1994 diviene membro della Commissione per le privatizzazioni, istituita, guarda caso da Mario Draghi…

Per maggiori informazioni

La prima parte dell’articolo è la trascrizione del seguente video di Social TV
«Volete nomi e cognomi dei responsabili politici per Genova?» Social TV, video
https://www.youtube.com/watch?v=CdkYMREuYMA

La seconda parte dell’articolo è tratta dal seguente articolo
«Prodi, Draghi & C: chi ha regalato l’Italia, autostrade incluse»
http://www.libreidee.org/2018/08/prodi-draghi-c-chi-ha-regalato-litalia-autostrade-incluse/