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Questa settimana il mongolino di peltro se lo porta a casa Filippo Anelli, il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici!
Cioè l'Ordine degli ordini: la mafia della mafia sanitaria.
Secondo il genio in camice bianco la morte di numerosissimi suoi colleghi è da imputare allo stress!!!!

"Non nascondo che siamo preoccupati. Il timore diffuso tra i colleghi è che lo stress e i ritmi di lavoro insostenibili possono impattare negativamente sulla salute dei medici ed essere tra le concause della morte di alcuni colleghi"

Ma come si fa a dire una minchiata simile?

Filippo Anelli

Con quale moralità un laureato in medicina arriva a dire che la mattanza in atto è causata dallo stress?
Quindi il dottor Anelli neppure immagina che la causa dei malori letali sono i diserbanti genici? 🤔
Ma stiamo scherzando spero? Sa tutto, ma deve recitare la parte!
Si perché sarebbe ancora più grave se il dottor Anelli fosse veramente convinto della bontà dell'Agente Orange!
Comunque sia, la nota positiva è che i camici bianchi, quelli con le alette da angelo, si stanno cagando sotto!!!!

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Trascrizione testo (3 luglio 2020)
https://acu2020.org/versione-italiana/

Cari cittadini, benvenuti alla CEC, Commissione d’inchiesta Extraparlamentare Corona.
Se non la apre il Parlamento, allora siamo noi cittadini chiamati a farlo.

CEC, indagheremo sul perché nel nostro paese siano state adottate queste misure restrittive a seguito della Covid-19, sul perché ora la gente soffre e se sia stato veramente seguito un criterio di proporzionalità nel definire che questa malattia sia causata da un Virus SARS-Cov-2.

Noi nutriamo dei seri dubbi che sia stato seguito un criterio di proporzionalità, tanto restrittive sono state le misure adottate. Questo fatto deve essere investigato, e dato che né l’opposizione né i partiti di governo – cioè il parlamento - hanno convocato una commissione d’inchiesta e che questa non è neanche in programma, è giunto il momento di prendere in mano la situazione. Qui nel circolo dei portavoce sul caso Corona inviteremo e ascolteremo esperti in ogni settore della vita, medico, sociale, giuridico, economico e molto altro.

Diversi rinomati esperti hanno accettato la nostra proposta, e, accanto al circolo dei portavoce, ai miei colleghi prof. Haditsch e dr. Schiffmann desidero presentarmi anche io.

Mi chiamo Heiko Schöning e sono un semplice medico di Amburgo.

La mia motivazione personale è che io sono un padre, come lo sono tanti altri in questo paese, e noi vediamo come i nostri figli soffrono, non soltanto perché i parchi gioco sono stati chiusi, ma anche perché sono stati separati gli uni dagli altri. E per gli adulti è ancora peggio.

Noi ci domandiamo: perché non si possono più andare a trovare i propri genitori e parenti nelle case di riposo? Il rischio di infezione è davvero così elevato? Abbiamo davvero un virus killer? Abbiamo la rabbia o la peste? Abbiamo dei seri dubbi che sia così!

Non abbiamo la peste!

Ma la realtà è che c’è invece qualcosa che aiuta. Questo lo ha già espresso anche il famoso premio nobel Alber Camus nel suo meraviglioso libro “La Peste”.

Questa onestà e questa trasparenza vogliamo ora garantire con la CEC, la Commissione di inchiesta Extraparlamentare Corona.

Ecco perché giungono qui esperti dal campo della medicina, prof. Bhakdi, dell’economia, prof. Otte, o anche del settore giudiziario, prof. Jungblut e molti altri, che si sono già impegnati. E noi invitiamo naturalmente anche esperti del governo, degli enti pubblici, del Robert-Koch-Institut ed esperti internazionali. Verrà fatto tutto in maniera trasparente. Le dichiarazioni degli esperti verranno trasmesse dal vivo, senza tagli, e saranno disponibili su Internet. Creeremo un sito web e avremo bisogno per questo di risorse aggiuntive. Per questo vi chiediamo di sostenerci in questa iniziativa dei cittadini C.E.C.

Che cosa emergerà nel migliore dei casi? Vedremo che non abbiamo alcun motivo di avere paura, esattamente come negli ultimi anni durante la stagione influenzale, infatti (il virus) sembra comportarsi esattamente così. Ma allora perché sono state adottate queste gravi misure?

Uno studio condotto dal ministero degli interni a questo proposito ha mostrato come in Germania il 90% degli interventi chirurgici necessari non siano stati eseguiti, il che ha colpito 2 milioni e mezzo di cittadini. E lo studio stima che a causa di questo provvedimento governativo si verificheranno dai 5000 ai 125000 decessi. Persone, cittadini e loro congiunti, che sono morti o che moriranno.

Questo studio è del 7 maggio 2020. Questo è il motivo per cui ora noi prendiamo in mano questa commissione di inchiesta sul caso Corona, perché non possiamo più aspettare.

Ed è molto più che una negligenza grave il fatto che gli enti governativi non solo non denuncino a viva voce questi fatti, ma addirittura sembra abbiano attuato una messinscena.

Infatti, i dati scientifici mostrano già adesso che per le misure adottate non esiste nessun fondamento. Quindi ci chiediamo tutti, anche naturalmente nel campo dell’economia – ma si tratta qui principalmente di vite umane -, chi ne trae vantaggio?

A queste domande cerchiamo di dare una risposta. Cui bono?

Grazie infinite anche per il supporto che ci avete dato finora e saremo felici di ricevere nuove risorse e collaborazione da parte vostra.

Ripetiamo, noi invitiamo tutti, anche la controparte, a parlare qui, tutto verrà reso disponibile su Internet in maniera trasparente. Ci rendiamo naturalmente disponibili anche per una conferenza stampa. Preghiamo quindi anche l’Associazione Conferenza Stampa Federale di aprire le loro porte sia per noi sia per la stampa straniera.

Un sincero ringraziamento.

E ora passo la parola al mio collega, il dr. Bodo Schiffmann.

Si, grazie dr. Schöning.

Perché è necessaria la Commissione di inchiesta Extraparlamentare Corona? Perché abbiamo a che fare con una mancanza del criterio di proporzionalità. I governi devono prendere delle decisioni, e in situazioni di emergenza, come ad esempio in una pandemia, devono anche adottare dei provvedimenti, che in un primo momento possono limitare i diritti costituzionali.

Ma i governi hanno anche il dovere di riesaminare continuamente questi provvedimenti e di allentarli il più presto possibile per evitare danni collaterali, come (ad esempio) quelli menzionati dal mio collega dr. Schöning.

Invece riceviamo unicamente numeri fuori dal loro contesto, numeri suscettibili soltanto di diffondere e alimentare paura, in quanto vengono i casi vengono semplicemente addizionati e non viene mostrato che esiste una discrepanza tra il numero dei test eseguiti e il numero delle persone effettivamente infette.

Strutture preesistenti e ben funzionanti, come la legge sulla protezione dalle infezioni, vengono semplicemente sospese e sostituite con qualcosa di nuovo, di molto più drastico, e l’unica cosa che ci arriva dal governo è il continuo fare appello al vaccino contro una malattia della quale ormai ben sappiamo, grazie a numerosi studi internazionali, che è paragonabile ad una forte influenza, che il tasso di mortalità non è più elevato rispetto ad una normale influenza e che quindi non giustifica le drastiche misure adottate.

C’è una ignoranza spaventosa degli studi e degli esperti internazionali in tutti i settori, siano essi virologi, batteriologi, epidemiologi, o anche scienziati, che semplicemente non vengono ascoltati o addirittura ignorati.

Peggio ancora, essi vengono designati come bugiardi, ciarlatani, o “teorici della cospirazione”, che diventerà sicuramente il motto dell’anno.

Per contro viene pubblicizzato un vaccino che può essere estremamente pericoloso, un vaccino che dal punto di vista medico non è necessario, perché non ci sono più dati che sostengano questa necessità. La situazione non è nemmeno più tale per cui in Germania ci siano malati sufficienti per testare l’efficacia di un vaccino. E si tratta di una nuova forma di vaccino, un vaccino RNA, che, contrariamente a quelli finora disponibili, è in grado di modificare il patrimonio genetico e di causare alla persona danni non immediatamente visibili. E qui bisogna pensare anche al principio medico “primum non nocere”, “innanzitutto non nuocere”.

Questo è il compito dei medici e noi qui speriamo che anche altri medici si impegnino e riflettano, poiché noi medici non possiamo più nuocere che essere di beneficio al paziente.

La mia motivazione sono i miei nonni e i miei genitori, i quali mi hanno insegnato che, quando ho la sensazione che i diritti fondamentali vengono limitati, che la democrazia viene limitata, che la stampa non è più una stampa libera, ma piuttosto si ha la sensazione che si tratti di propaganda, quando opinioni diverse vengono censurate ed eliminate, allora bisogna scendere in piazza, bisogna attivarsi o cercare di informare il pubblico di persona, come si fa con una Commissione di inchiesta Corona. Esattamente poiché esiste sempre il pericolo che il potere corrompa e che prima o poi i politici non riescano più ad avvedersene con il giusto equilibrio e i giusti obiettivi.

Io ho visto un pericolo di perdita della democrazia e assisto ogni giorno a sempre più numerosi tentativi di trasformare il nostro ordinamento democratico libero in uno stato di sorveglianza, basato sul lavaggio del cervello, sulle APP-Vigilanza e simili, il tutto dietro al pretesto della legge sulla protezione dalle infezioni.

Nel migliore dei casi otterremo il risultato di un completo chiarimento giuridico delle ragioni che sono dietro a queste misure, che da un punto di vista medico, scientifico ed economico sono esagerate, otterremo che i responsabili vengano assicurati alla giustizia e che situazioni come quella della influenza suina, con vaccini che hanno prodotto danni alle persone per una malattia contro cui non c’era nessuna necessità di vaccinarsi, non si possa più ripetere! E tutti i provvedimenti che sono stati presi devono essere immediatamente revocati, in quanto sono stati adottati sullo sfondo di scenari dell’orrore che non si sono verificati e che vengono continuamente tenuti in piedi per evocare e alimentare nella popolazione la paura di una malattia infettiva mortale, che in tale forma non esiste.

E nel migliore dei casi tutto questo verrà fuori e ne seguirà la fine immediata del lockdown e dell’obbligo della maschera. E proprio ad una data in cui non si verificavano più nuovi casi di malattia (il 29.5) è stato lanciato un appello all’uso obbligatorio delle maschere negli studi medici. Nelle ultime settimane – oggi è il 20 giugno 2020 – 14 giorni fa abbiamo avuto grandi manifestazioni di massa contro il razzismo in 20 grandi città tedesche, con un massimo fino a 20.000 partecipanti. Se il virus circolasse ancora in Germania in questa forma e con questo tasso di contagiosità, allora dovremmo oggi avere un incremento massiccio nel numero delle nuove infezioni, il che non si è verificato.

E in questo modo è dimostrato, che i provvedimenti non sono più in nessun modo giustificati. Ringrazio molto.

Grazie collega Schiffmann.

Vorrei sottolineare ancora una volta che quello che noi facciamo qui è assolutamente imparziale, qui non si tratta di sinistra o di destra, di grassi o di magri, di uomo o di donna. Qui si tratta effettivamente di vita o di morte per molti, di qualità della vita per gli adulti ma anche per i nostri bambini.

Questa è la nostra motivazione principale - anche per le generazioni future – che affrontiamo in prima persona la situazione di fronte alla quale ci siamo trovati negli ultimi mesi.

Noi cittadini dobbiamo di nuovo diventare sovrani e ce ne arroghiamo il diritto, perché lo abbiamo.

Noi stiamo in piedi sul terreno della costituzione. Nella costituzione, che tengo qui in mano, c’è un articolo meraviglioso, l’articolo 20, paragrafo 4: ”Tutti hanno il diritto alla resistenza, se nessuna altra misura pone rimedio”.

Possiamo anche considerare questa Commissione d’Inchiesta Extraparlamentare Corona come una delle ultime misure disponibili e sperare che i responsabili di governo, coloro che hanno prestato giuramento di non nuocere ma di aiutare il popolo, coloro che difendono il nostro paese, che tutti insomma, funzionari, ufficiali, medici, cittadini vengano coinvolti nella risoluzione di questa terribile situazione che tutti viviamo, nelle strade, nelle famiglie, e di persona tra i nostri amici e parenti.

Dobbiamo fare qualcosa contro questo stato di cose. E sono contento che non abbiamo solo la prospettiva tedesca, ma possiamo portarne anche una internazionale. E quindi sono contento di avere qui nel circolo dei relatori della CEC, Commissione d’Inchiesta Extraparlamentare Corona, anche un esperto dall’Austria, il prof. Haditsch. Prego.

Si, la ringrazio molto e un caloroso saluto a tutti.

Caro collega Schöning, è un grande onore per me e a dire il vero anche una questione che mi sta particolarmente a cuore prendere parte alla CEC, la Commissione d’Inchiesta Extraparlamentare Corona.

Spostandoci sul piano della questione dobbiamo porci la domanda, come mai è necessaria questa Commissione d’Inchiesta? Questa indagine è necessaria, perché fin dall’inizio sono state prese irresponsabilmente delle decisioni irragionevoli o deliberatamente oppure per negligenza grave e senza la dovuta diligenza, cioè senza neppure minimamente prendere in considerazione i danni collaterali. Queste decisioni hanno anche soppresso i diritti democratici fondamentali e calpestato i doveri etici.

In questo contesto c’è stato anche il palese tentativo di compensare con provvedimenti draconiani non mirati errori clamorosi, come ad esempio l’abbandono dei cittadini vulnerabili – mi permetto di ricordare le persone che si trovano nelle case di riposo – per non dover poi giustificare anche questo errore o almeno per distogliere l’attenzione da questi problemi.

Se questo sia avvenuto involontariamente, cioè per ignoranza, o intenzionalmente, e quindi per motivi contestabili, è irrilevante. In ogni caso gli organi decisionali risultano con ciò disqualificati di per se stessi.

Considerando la gravità delle decisioni prese, entrambe le opzioni descritte devono essere sottoposte ad una revisione dettagliata, e questo, data l’esperienza di estrema parzialità nella versione dei fatti da parte dei politici e dei media di stato, può essere effettuato solo nell’ambito di una commissione d’inchiesta Corona indipendente, quindi anche extraparlamentare.

La mia personale motivazione nel prestare la mia collaborazione consiste appunto nel fatto di essere microbiologo, virologo ed epidemiologo e di essere, da un punto di vista professionale, profondamente turbato da questo modo di procedere, finora assolutamente scriteriato.

Alcuni si chiederanno adesso, cosa intendo per “questo modo di procedere scriteriato?”.

Qui annovero a dire il vero la continua rappresentazione degli scenari “worst case” divulgata dai media, paragoni fuori luogo atti ad alimentare la paura, si pensi soltanto alla frase d’effetto del tutto sconcertante “la situazione italiana”, che nel migliore dei casi è applicabile soltanto ad alcune regioni del Nord Italia, e dove in realtà le regioni del sud Italia, pur se meno equipaggiate, hanno affrontato il tutto in maniera relativamente non problematica.

Rappresentazioni inadeguate e ostentate di tendenze minacciose, che nella pratica non si sono mai verificate, e che se fossero state correttamente valutate, non avrebbero nemmeno mai potuto verificarsi, grazie alla qualità del sistema sanitario tedesco.

Io sono anche medico generico. Innanzitutto, però anche come dottore non potevo sopportare più a lungo il modo di procedere sprezzante della persona e della salute, che si trova in netto contrasto con il contenuto e l’etica della mia professione.

Questa paura e questo allarmismo permanente, i danni sociali e psichici che ne derivano, i giganteschi danni collaterali medici ed economici e non da ultimo le massicce interferenze nella nostra vita culturale e associativa sono, io credo, almeno come medico olistico, ragione sufficiente e motivazione sufficiente per alzarmi in piedi e affrontare questa follia.

Considerando il disastro che non si può ancora quantificare, sembra necessario, pur certamente con il dovuto rispetto, ma senza mezzi termini, insistere per una valutazione oggettiva delle decisioni prese e per una assunzione di responsabilità da parte degli organi decisionali qualora una condotta scorretta venga accertata.

Si pone anche naturalmente la prospettiva della commissione d’inchiesta come interrogativo, che cosa ci possiamo aspettare? Cosa ne verrà fuori nel migliore dei casi?

Dal mio punto di vista, ne verrà fuori che tutti i cittadini – o quantomeno i colleghi medici, voglio dire, che si dovrebbero sentire vincolati dall’approccio ippocratico, cioè questo slogan “nil nocere”, “nicht zu schaden” – si informeranno, che si interrogheranno criticamente e procederanno ad una verifica di plausibilità anche al di fuori dei media consacrati alla linea di governo. E così si scoprirà che Bergamo non è l’Italia, Ischgli non è l’Austria, New York non è gli Stati Uniti e una festa di carnevale a Heinsberg, un quartiere a Göttingen e un mattatoio, ovunque sia, non sono la Germania.

Dovrebbe anche diventare evidente per tutti - che il sistema sanitario tedesco non ha mai corso neppure lontanamente il pericolo di essere scompensato, cioè di essere sovraccaricato - che numeri come il tasso di raddoppio e questa cifra sconcertante “R0” avevano in prima linea lo scopo di metter la popolazione sotto pressione per mezzo della paura e sono state comunicate in maniera non oggettiva e manipolativa per la mancanza di riferimenti al numero dei test effettuati, - che numeri falsi e poco seri riguardo ai decessi sono stati sfruttati a scopo di intimidazione - che il numero dei casi era già significativamente in calo prima della data del lockdown - che l’obbligo di portare la maschera ordinato 4 settimane DOPO era oggettivamente privo di fondamento, illegale e da un punto di vista psicosociale irresponsabile - che il mantenere ostinatamente provvedimenti e affermazioni già smentite, contro ogni buon senso e ogni comprovata evidenza, in questo contesto è un crimine - che in fin dei conti un drastico cambiamento delle strutture decisionali improntate ai partiti politici è più che dovuto, perché solo così si può evitare in maniera affidabile un permanere o un ripetersi di questo modus operandi nemico della democrazia.

Dal profondo del mio cuore auguro alla CEC, Commissione d’Inchiesta Extraparlamentare Corona, tutto il successo possibile nell’analisi oggettiva di tutte queste tematiche conflittuali.

La ringrazio molto, collega Haditsch.

Vorrei sottolineare ancora una volta perché abbiamo dato vita adesso alla CEC, la Commissione d’Inchiesta Extraparlamentare Corona. Non vogliamo aspettare il Parlamento o gli altri che forse in futuro adempieranno, perché è urgente adesso, le persone soffrono adesso, i loro congiunti soffrono adesso, moltissimi hanno subito danni adesso e alcuni hanno addirittura lasciato la loro vita.

Esattamente come era stato nello studio interno del Ministeri degli Interni. Sono morti persino a causa delle misure del governo! E questo non corrisponde al criterio di proporzionalità.

Il motivo per cui è anche urgente che noi dobbiamo prendere in mano la situazione, proprio quando nessuno lo fa, che forse sarebbe più adatto, è una circostanza aggravante che desidero menzionare.

In tutto il mondo si trovano sempre persone a cui il cuore si ferma. Tutti corriamo questo rischio al 100%, prima o poi succederà a ciascuno che il cuore si fermi.

La buona notizia è che in questo caso si può fare la rianimazione, e ci sono delle linee guida su come deve essere effettuata. Queste linee guida sono cambiate internazionalmente all’inizio di aprile, e in seguito a questo anche in Germania. E queste linee guida, bisogna immaginarselo, dicono ora “a causa dell’elevato rischio di infezione da Covid-19 e del grave danno che ci si potrebbe causare”, non deve più essere fatta la respirazione bocca a bocca, questo bisogna immaginarselo, “si deve ora mettere un panno sopra la bocca”.

Questo significa che molte più persone nel mondo moriranno, in quanto è scientificamente dimostrato che, quando si fanno sia il massaggio cardiaco sia la respirazione, molte più persone sopravvivono. E così si crea più mortalità nelle statistiche. Dobbiamo anche far cadere queste nuove linee guida.

Perché questo vediamo in realtà, e riusciremo insieme a dimostrarlo esaurientemente in questa commissione d’inchiesta, non abbiamo la peste, non abbiamo un virus killer. Questa è una buona notizia!

Però ci dobbiamo chiedere: Perché le cose stanno così come stanno? Perché ci sono queste misure? Chi ne approfitta? Non vogliamo aspettare finché anche noi, i nostri amici e i nostri parenti subiscono danni personali e corporali.

Dobbiamo lavorare insieme adesso!

E io posso solo invitare, dietro di noi non ci sono gruppi, media, persone ricche, fondazioni. Più risorse abbiamo e più velocemente e professionalmente possiamo svolgere questo lavoro, anche internazionalmente.

Lo pubblicheremo anche in più lingue al meglio delle nostre possibilità. Sono tutti invitati ad aiutarci, nel miglior senso civico.

E quindi vi ringrazio anche molto per il supporto datoci finora.

Video completo degli interventi


Marcello Pamio

Da una parte aumenta il numero dei medici radiati senza motivo, dall’altra non passa giorno che la cronaca non elenchi casi di camici bianchi corrotti, venduti, delinquenti e assassini.
Ma la cosa scandalosa è che gli ordini dei medici, cioè quelle istituzioni private che raggruppano in un albo gli iscritti, dimostrano sempre di più la loro spregevole natura: strumenti politicizzati con due pesi e due misure.
Questo spiega il motivo per cui vi sono criminali con lo stetoscopio al collo regolarmente iscritti all’ordine, e grandissimi Medici senza nessun capo d’imputazione e/o denunce, che vengono radiati senza motivo o per reati di opinione!

Se un medico ammazza persone per soldi, sperimenta illegalmente farmaci, prende mazzette dalle lobbies, spacca le ossa a vecchietti innocenti per fare “esperienza”, impianta valvole cardiache difettose (sapendolo), uccide per espiantare organi, prescrive ormoni pericolosi a neonati, danneggia un bambino con i vaccini, ecc. NON VIENE RADIATO. Viceversa, se un medico mette SOLO in discussione una pratica aberrante come la vaccinazione di massa, viene radiato all’istante.
Gli ordini dei medici, in un paese sano, libero e democratico non dovrebbero neppure esistere.
Ma l’Italia, si sa, è una colonia e la dittatura mascherata da democrazia rappresentativa è sempre più alla luce del sole…

Ecco qualche esempio dei due pesi e due misure.
Qui sotto l’elenco dei medici che, nonostante non abbiamo fatto del male a nessun paziente, hanno subito la pena più pesante che si possa infliggere a un medico.

ROBERTO GAVA
Medico farmacologo, tossicologo e cardiologo, non è mai stato contrario alla vaccinazione in sé, ma ha espresso dubbi sull’attuale modalità di esecuzione, e per questo è stato RADIATO.

DARIO MIEDICO
Medico legale, premiato dall’ordine dei medici di Milano con la medaglia alla carriera.
Il dottor Miedico non è mai stato contrario alle vaccinazioni in sé, e non a caso i suoi figli sono stati regolarmente vaccinati, ma ha espresso pure lui dubbi sull’attuale pratica, e per questo è stato RADIATO dagli stessi colleghi che lo hanno premiato un anno prima.

PAOLO ROSSARO
Medico chirurgo esperto in terapie palliative e nell’utilizzo dell’Acido Ascorbico (Vitamina C) ad alto dosaggio. E’ stato RADIATO per aver seguito le specifiche volontà di un suo assistito…

GABRIELLA MEREU
Medico chirurgo, autrice di vari libri, tra cui “Terapia Verbale”, è stata RADIATA perché, tra le altre cose, non forniva «il consenso informato»

GABRIELLA LESMO
Medico pediatra con un figlio autistico danneggiato dal vaccino Anti-Epatite B (reso obbligatorio grazie ai 600 milioni di lire incamerati da De Lorenzo), per aver espresso dei dubbi sull’obbligo vaccinale è stata RADIATA.

MASSIMO MONTINARI
Medico capo della Polizia di Stato è stato SOSPESO per 6 mesi dall’ordine dei medici di Firenze per la violazione dell’articolo 13 del codice deontologico: «Il medico tiene conto delle linee guida diagnostico-terapeutiche accreditate da fonti autorevoli e indipendenti quali raccomandazioni e ne valuta l'applicabilità al caso specifico».

MATTEO PENZO
Medico anestesista SOSPESO per 6 mesi per «non aver reso, nel corso delle svariate occasioni informative e divulgative una informazione sanitaria trasparente, rigorosa e prudente che trovi il proprio fondamento nelle conoscenze scientifiche acquisite, in tal modo alimentando aspettative o timori infondati, in particolar modo proponendo durante i propri incontri formativi e divulgativi» le “Leggi Biologiche”.
In pratica, se uccidi un paziente passa, ma se parli in pubblico delle teorie del dottor Hamer vieni perseguito.

DIEGO TOMASSONE
Medico SOSPESO per 6 mesi per la “pericolosa e scorretta divulgazione di notizie contro le vaccinazioni e consigli contro la medicina allopatica”. Quindi per gli esperti medici dell’ordine di Torino, dare consigli omeopatici (si dà il caso che il dottor Tomassone sia un omeopata!) significa attaccare l’allopatia!

PAOLO REGE GIANAS
Medico neurologo, esperto in terapia alimentare, è stato SOSPESO dall’ordine dei medici di Milano per aver proposto ai malati di tumore un sanissimo regime alimentare, povero di glucosio.

CLAUDIO SAURO
Medico di medicina interna, esperto in fitoterapia, è stato SOSPESO dall’ordine dei medici di Verona Sauro per via del suo protocollo “chemioterapia naturale” per prevenire e trattare le malattie oncologiche.

ROBERTO PETRELLA 
Medico ginecologo, esperto in terapia prostatica, è l’ultimo in ordine cronologico ad essere stato (presumibilmente, perché ancora non ha ricevuto nessun comunicato ufficiale, ma la voce è trapelata da qualche medico dell’ordine di Teramo) RADIATO, per la sua posizione critica nei confronti della vaccinazione contro il Papilloma Virus (HPV).

Qui sotto invece l’elenco parziale dei medici che, nonostante le pesantissime accuse e/o incriminazioni, risultano regolarmente iscritti ai rispettivi ordini.

DUILIO POGGIOLINI
Direttore Generale del servizio farmaceutico nazionale del Ministero della Sanità, accusato di: aver istruito procedure per autorizzare aumenti di prezzo dietro versamento di compensi; favorito l’ingresso di alcuni farmaci nel prontuario sanitario sempre dietro compensi. Ha preso soldi dalla Bayer e Baxter per la vendita dei flaconi infetti contenenti i virus dell’HIV e delle epatiti. Secondo alcune stime in Italia i decessi per infezione da emoderivati sono circa 2.600 e i contagiati 60.000 (dati del 2009). Non risultano essere stati presi procedimenti di radiazione nei confronti del dottor Poggiolini.

FRANCESCO DE LORENZO
Coinvolto nello scandalo di Tangentopoli, ha avuto una condanna definitiva a 5 anni per associazione a delinquere finalizzata al finanziamento illecito ai partiti e corruzione in relazione a tangenti per un valore complessivo di circa nove miliardi di lire, solo in parte ottenute da industriali farmaceutici dal 1989 al 1992, fra cui l’attuale GSK, che chiese - ed ottenne - di rendere obbligatorio il vaccino dell'epatite B durante il suo ministero in cambio di 600 milioni di lire.
Il dottor De Lorenzo è regolarmente iscritto all’ordine dei medici di Napoli (numero 6770).

PIER PAOLO BREGA MASSONE
L’ex primario del reparto di chirurgia toracica della clinica Santa Rita di Milano, condannato all’ergastolo per quattro omicidi volontari in relazione alla morte di altrettanti pazienti da lui operati e di un’ottantina di casi di lesioni. La Cassazione non ha confermato la condanna, dando 15 anni per «omicidio preterintenzionale», perché i giudici hanno escluso l’aggravante del «fine di lucro» e riconosciuto le attenuanti generiche.
Il dottor Brega Massone è regolarmente iscritto all’ordine dei medici di Pavia (numero 05986).

NORBERTO CONFALONIERI
Primario ortopedico a Milano è finito agli arresti domiciliari per corruzione e turbativa d’asta e maltrattamenti e lesioni ai danni dei pazienti.
Avrebbe favorito due multinazionali, la Johnson&Johnson e la Braun, per la fornitura di protesi all’ospedale in cambio di consulenze, viaggi per la famiglia, cene, cravatte e varie comparsate in tv per reclamizzare le protesi in questione.
Il dottor Confalonieri è regolarmente iscritto all’ordine dei medici chirurghi della provincia di Monza e Brianza (numero di posizione 00717).

GUIDO FANELLI
Il ”luminare del dolore”, era Direttore della Struttura di Anestesia, Rianimazione e Terapia Antalgica dell’Azienda Ospedaliera di Parma, ed è stato arrestato dai NAS assieme ad altre 19 persone tra dirigenti medici e imprenditori per attività illecite, sperimentazioni illegali di farmaci e contributo da parte di aziende del farmaco. I carabinieri gli hanno sequestrato auto di lusso, immobili e perfino uno yacht su cui erano affissi anche loghi di lobbies farmaceutiche.
Il dottor Fanelli è regolarmente iscritto all’ordine dei medici di Lecco (numero 00674).

C.C., GIORGIO MARIA CALORI, CARLO ROMANO' e LORENZO DRAGO
Tutti primari finiti agli arresti domiciliari per l’accusa di aver applicato protesi anche a persone che non ne avevano bisogno.
Tutti questi medici sono regolarmente iscritti ai rispettivi ordini professionali.

Conclusione
A questo punto mi rivolgo ai Medici d’Italia, non a quelli con l’anello al naso, il blocco e la penna GSK, ma agli eredi veri di Ippocrate, a quei pochi ancora liberi di pensare (e sempre meno di agire).
A voi medici liberi, ancora per poco, quanti vostri colleghi devono ancora radiare, prima di comprendere che la situazione nel nostro paese è gravissima?

Non serve a nulla infatti comunicare con i dottorelli zerbinati da Big Pharma, con quelli che escono dall’università pensando che la Glaxo sia una società umanitari, o che sbavano per i regalini degli informatori pseudo-scientifici.
Per questi poveri “schiavi in camice”, la pratica dell’Ars Medicandi non comporta alcun rischio professionale, perché non fanno altro che applicare i protocolli imposti dall’alto, senza farsi domande o peggio ancora, senza uscire dal seminato. Poco importa se la maggior parte dei loro pazienti muore. C’est la Vie, e prima o dopo tutti ce ne andiamo.
Glielo imprimono all’università: “Se un paziente muore con le cure ufficiali, è morto per la malattia. Se invece un paziente muore con le cure non riconosciute (e brevettate), è morto per la terapia”.
Differenza abissale: nel primo caso non si rischia nulla, nel secondo caso invece il rischio è elevatissimo. Della serie: l’intervento è riuscito perfettamente, ma il paziente non ce l’ha fatta!

Quindi, quando una persona muore all’interno di un protocollo la colpa è sempre sua perché non ha risposto o reagito bene all’intervento o alla terapia; se invece la terapia non è riconosciuta (dalle lobbies) e il paziente muore, la colpa ovviamente è della cura e quindi del ciarlatano che l’ha prescritta.
Si tratta di una gabbia logica perfettamente diabolica: è sempre meglio prescrivere le cure ufficiali, anche se si sa che non funzionano o che possono essere molto invasive e pericolose (chemioterapia, ecc.)!
La cosa scandalosa, a parte il comportamento mafioso degli ordini dei medici, è che questi dottori quando sono interessati in prima persona si comportano in modo differente.

Molti di questi medici quando si trovano a dover affrontare un cancro (loro stessi o qualche parente stretto) ci pensano molto bene prima di farsi iniettare in vena del diserbante chimico (chemio), ed è per questo motivo che poi vanno dai ciarlatani, da quei medici che loro hanno sempre - in pubblico - criticato e denunciato. Quando è il loro culo ad essere toccato, cambiano radicalmente la visione.
Il discorso appena fatto è altresì valido per le vaccinazioni. Pratica medica questa che non si può mettere in discussione, pena la radiazione automatica.
Come mai però i dottorini sono i primi a non vaccinarsi? Sembra che la copertura (per l’influenza) riguardi un misero dieci per cento, e per le altre malattie infettive? E i figli di costoro, sono vaccinati o no?
Domande ovviamente prive di risposta…


Marcello Pamio

Mentre la dittatura sanitaria presenta il “Patto trasversale per la scienza” alla Sapienza di Milano in un’Aula Magna desertificata (vedi link) - non per colpa dei cambiamenti climatici - gli scandali nel mondo sanitario continuano.
Le ridicole marionette gestite e controllate dall’establishment si autoincensano e autoproclamano portavoce ufficiali della scientificità, la medicina e la scienza sono sempre più nelle mani delle industrie.
Gli ultimi casi che hanno coinvolto la Johnson & Johnson e il colosso Big Tobacco sono emblematici ed illuminanti per comprendere la metastatizzazione del mondo accademico.

La J&J è una delle più grandi multinazionali farmaceutiche del mondo, ed è finita sotto processo in una causa da molti miliardi di dollari per aver “ingannato” i pazienti, minimizzando i rischi di dipendenza potenzialmente causati dagli antidolorifici, rischiando di alimentare una vera e propria «epidemia di oppioidi». L’accusa è pesantissima: si parla di «danno pubblico» per la vendita dei prodotti a base di oppiacei, dato che questi analgesici provocano una forte dipendenza in chi li assume e contribuiscono a creare assuefazione e a spingere chi li assume verso il mercato illegale delle droghe.

Big Tobacco invece ha semplicemente partecipato a 25 convegni medici nel 2018 e risulta tra i principali finanziatori dell’ultima edizione del “Festival della scienza medica” di Bologna, in cui si è discusso tra le altre cose dei prodotti alternativi per i fumatori.
In questo secondo caso, il movimento antitabagista (formato dalle principali società scientifiche italiane di sanità pubblica) "Tobacco Endgame" chiede chiarimenti al ministro della Salute, che stranamente è pure medico: «Come si concilia il profitto di chi vende prodotti nocivi con la salute?».

Il riferimento è ad una serie di congressi di specialisti nelle varie branche della medicina, dai cardiologi ai dentisti, che negli ultimi anni hanno visto la partecipazione di Philip Morris e British American Tobacco in qualità di sponsor o partner. Si parla dei congressi della Fadoi (federazione delle associazioni degli internisti ospedalieri), della Siapav (società italiana di angiologia e patologia vascolare), della Sidco (società italiana di chirurgia odontostomatologia), della Sitox (società italiana di tossicologia), dell’Andi (associazione nazionale dentisti italiani), e della Siprec (società italiana per la prevenzione cardiovascolare).

Pecunia non olet
I soldi sono soldi e non hanno odore, secondo qualcuno. In fin dei conti simili scandali non smuovono di un millimetro le coscienze mummificate dei firmatari del “Patto trasversale per la Scienza”.
A personaggi come Roberto Burioni, Enrico Mentana, Pierluigi Lopalco, Beppe Grillo, Rino Rappuoli (direttore scientifico della Glaxo), Ivan Scalfarotto (PD), Matteo Renzi (PD), Antonio Tajani (Presidente Parlamento Europeo), Pierpaolo Sileri (M5S); Paolo Siani (PD), Paolo Veronesi (Fondazione Veronesi), Beatrice Lorenzin: cosa importa?

A questi non interessano gli sponsor e le partecipazioni finanziarie ai congressi medici; non vedono nessuna pericolosa ingerenza e neppure conflitti di interesse, figuriamoci dell’etica medica e della deontologia professionale.
Non possono interessarsi perché troppo intenti a stroncare sul nascere ogni forma di libertà e di pensiero critico, in una parola: l’eresia!
L’Inquisizione 2.0 è l’evoluzione della repressione ecclesiastica, con la differenza che oggi non serve bruciare vive le persone, perché basta distruggerle mediaticamente, socialmente e professionalmente.
Quindi va estirpato tutto quello che non contempla i protocolli ufficiali e che rifugge il paradigma consolidato: si radiano i medici che mettono anche solo in discussione il monopensiero e il verbo, per esempio quello vaccinale; si cancellano tutte le pratiche mediche non riconosciute (e non brevettabili) dalle lobbies, quindi le medicine tradizionali e/o complementari, per lasciare sullo scranno SOLO quella medicina allopatica tanto voluta dall’Industria...

Eppure vi è un gravissimo problema etico, come riporta l’articolo 57 del Codice deontologico, il quale vieta il «patrocinio a fini commerciali». In pratica il medico e/o l’associazione scientifica non possono concedere patrocinio «a forme di pubblicità promozionali finalizzate a favorire la commercializzazione di prodotti sanitari o di qualsivoglia altra natura».
L’articolo è chiarissimo e non lascia spazio a nessun fraintendimento, eppure quello a cui assistiamo sono finanziamenti diretti e spudorati da parte delle case farmaceutiche ad associazioni scientifiche, congressi medici e manifestazioni ufficiali. Per non parlare dei soldi che arrivano direttamente ai medici per consulenze.

Cosa sta facendo la Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo), cioè l’ente che riunisce tutti gli ordini professionali dei medici chirurghi e odontoiatri d’Italia? Nulla come sempre, perché il loro compito è scovare il camice bianco che non prescrive i vaccini. Questa è la priorità!
A loro non importa delle mazzette, del comparaggio, della corruzione in ambito medico e sanitario. Pertanto con la loro collusione e la totale mancanza di controllo, diventa “normale” sapere che le principali associazioni mediche e scientifiche ricevono tanti soldi direttamente da Big Pharma.

Nel 2015 la Federazione Medici Pediatri (FIMP) ha ricevuto 56.120 euro dalla Glaxo, la società che vende vaccini. L’anno seguente la FIMP ha ricevuto dalla stessa, 70.000 euro come “donazione” e 83.692 come “oneri da contratto”. Nel 2017 qualcosa come 149.322 euro!

Nel 2015 la SIP, Società Italiana Pediatri diretta da Alberto Villani ha ricevuto 27.450 euro per “oneri da contratto” dalla GSK, nel 2016 26.840 euro per “oneri da contratto” sempre dalla GSK.
Nel 2017 ha ricevuto 55.729 euro per “oneri da contratto”.

Non è confortante sapere che le principali associazione mediche d’Italia, quelle che dovrebbero avere un’autonomia e una imparzialità assoluta, ricevono ogni anno tantissimi soldi dalle industrie chimiche. Dico questo perché i soldi possono influenzare le politiche interne delle associazioni.
Anche il prof Pierluigi Lopalco figura nella busta paga della GlaxoSmithKline, la principale azienda produttrice di vaccini a livello mondiale (nel 2015 ha ricevuto 459,62 euro, nel 2016 circa 2.315 euro e nel 2017 circa 3.549 euro). Ma il professore pisano collabora anche con la Sanofi, e nello stesso anno per due consulenze ha incamerato 1.350 e 2.233 euro.
Non si sta negando la libertà e la possibilità ad un medico di farsi pagare delle consulenze dalle industrie, ma i cittadini devono saperlo. Quindi quando un Lopalco va in televisione a pontificare i benefici dei vaccini, gli spettatori sanno anche che lui è stipendiato dai produttori di vaccini?
Dove sta la libertà delle associazioni scientifiche, se la ricerca e gli studi, dipendono dai soldi che arrivano dall’esterno?


Marcello Pamio

Ci si aspetterebbe che il corpo sanitario e cioè medici, infermieri e altri operatori fossero i principali paladini delle vaccinazioni, così da difendere non solo se stessi, ma soprattutto i pazienti dalle malattie infettive, giusto? E invece non è così!
Alla conferenza nazionale «Medice, cura te ipsum» tenutosi a Pisa il 28 marzo 2016, hanno presentato i risultati di una survey online sulle vaccinazioni a cui hanno partecipato 2.250 operatori sanitari: infermieri (42,4%), medici (28,5%) e altri professionisti.[1]

Quasi uno su tre degli intervistati, quindi circa il 30%, è in disaccordo con l’affermazione secondo cui i benefici dei vaccini sono certi, e teme la possibilità di effetti avversi gravi.
Come scusa? Se i soggetti da punturare sono dei neonati, l’acqua potabile è più pericolosa dei vaccini, ma se invece i soggetti sono adulti e magari laureati in medicina, allora si «teme la possibilità di effetti avversi gravi»! Qualcosa non quadra.

Ecco i risultati completi pubblicati sulla rivista «Le Scienze»:
- Oltre il 40% degli intervistati NON si è sottoposto al richiamo per il tetano negli ultimi 10 anni.
- Il 13% non è vaccinato contro epatite B e morbillo, e il 6% è consapevole di essere suscettibile per non aver neanche mai contratto queste malattie.
- Solo il 31,4% in media dichiara di essersi sottoposto alla vaccinazione antinfluenzale nella stagione appena conclusa: la metà dei medici intervistati e meno di uno su quattro tra infermieri e altri operatori.

Infine preoccupante è anche il fatto che il 44% dei partecipanti ritenga che il proprio rischio di contrarre una malattia prevenibile con vaccino sia basso.[2]
Il risultato più eclatante però è che stando ai dati ufficiali SOLO il 15% dei medici è vaccinato!

Per questo il dottor Francesco Angelillo, ordinario di Igiene alla Seconda Università di Napoli e Presidente della Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (SItI) va giù pesante: «è allarmante che proprio gli operatori sanitari abbiano dubbi circa la sicurezza, l’efficacia e la necessità dei vaccini, atteso che proprio gli operatori sanitari possono rivestire un ruolo chiave nell’accettazione di un programma vaccinale.

Anche perché gli ospedali sono fucine di terribili focolai epidemici.[3]
Ricordo che in Italia ogni anno circa 10.000 persone muoiono per infezioni ospedaliere!
Di altro avviso è l’infettivologo Massimo Crapis secondo il quale la maggior parte del personale non lo fa perché è contrario alle vaccinazioni in generale, «ma perché non percepisce l’importanza di questa protezione nei confronti del paziente».
Quindi secondo Crapis, i medici non vedrebbero, quando si tratta del loro culo, la rilevanza della protezione per i pazienti, mentre per Angelillo, confermato anche alla conferenza «Medice, cura te ipsum», i dottori non si vaccinerebbero per PAURA delle complicanze!!!
Notare le discrepanze tra i vari dati esposti ufficialmente: della serie, nessuno sa con esattezza qual è la percentuale dei medici che si vaccina regolarmente.

Idea geniale
Se quindi è difficile introdurre l’obbligo tra il personale sanitario, come si può convincerli a sottoporsi alle iniezioni?
L’idea brillante è dare una retribuzione “premio” in busta paga. Quindi il medico restio a inocularsi centinaia di sostanze chimiche diverse tra cui metalli neurotossici, forse con un incentivo economico potrebbe mettere da parte la paura degli effetti collaterali…
Oppure i camici bianchi, sempre per intascare il premio, potrebbero mettersi d’accordo e far finta di farsele reciprocamente. Cosa che ahinoi avviene anche oggi in molti ambiti…

Tutto questo fa specie in Italia, dove un ministro della salute, con tanto di laurea in medicina, mantiene un vergognoso obbligo vaccinale imponente 10 farmaci in piccolissimi neonati, pena l’accesso a scuola e/o sanzioni pecuniarie, e non riesce a imporre ai propri colleghi una completa vaccinazione di massa! Come mai? La casta è troppo potente? O i medici sono i primi a sapere che i vaccini hanno effetti collaterali anche gravi?
Infine la domanda cruciale che sorge spontanea è: se non si vaccinano i medici, perché noi genitori dovremo vaccinare i nostri figli?

Note:

[1] SIMPIOS - Vaccini: i professionisti della salute non danno il buon esempio

www.lescienze.it/lanci/2017/03/28/news/simpios_-_vaccini_i_professionisti_della_salute_non_danno_il_buon_esempio-3472852/

[2] Idem

[3] www.ilfriuli.it/articolo/salute-e-benessere/la-proposta,-premio-in-busta-paga-a-chi-si-vaccina/12/196581?fbclid=IwAR2P_54fZKdaB6gkbAYZfJrKqQlli0j-cvV28FT9971X_9dSOmxEq3GJ5Kc

 

Marcello Pamio - 20 agosto 2018

Un’indagine pubblicata sul British Medical Journal Open analizza il sistema italiano.

Il 62% dei medici dichiara di aver ricevuto soldi
Secondo un’indagine nazionale, condotta tra marzo e aprile 2017 dall’«Italian College of Medical Oncology Chiefs» (Cipomo), i cui risultati sono stati pubblicati a luglio del 2018 sul «British Medical Journal Open», il conflitto di interessi in medicina è sempre più presente.
Sono stati intervistati 321 oncologi italiani (il 13% dei 2.260 del totale), non solo ospedalieri, ma anche universitari, che hanno risposto - si ipotizza onestamente perché il questionario era assolutamente anonimo.
Il 62 per cento degli oncologi ha dichiarato di aver ricevuto pagamenti diretti dall’industria farmaceutica negli ultimi 3 anni, e il 75% di loro considera del tutto «appropriato» avere viaggi e alberghi pagati dall’industria per partecipare a congressi a livello nazionale e internazionale.
Non solo, un 60% è assolutamente d’accordo sull’opportunità di ricevere un compenso, quindi soldi, per ogni malato arruolato in uno studio clinico finanziato dall’industria.
Il dottor Fausto Roila, uno degli autori dello studio, che dirige la struttura complessa di oncologia medica all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, ha spiegato il motivo dell’indagine: «perché in Italia se ne parla poco rispetto ad altri Paesi. Eppure riguarda tutti i medici, dagli ematologi ai gastroenterologi, dai cardiologi agli ortopedici, e così via. Ritenevamo importante stabilire quale fosse la percezione degli oncologi sul conflitto di interessi».La formazione dei medici è oggi finanziata «soprattutto da Big Pharma e spesso ai convegni il medico “esperto”, pagato dall’industria per fare una presentazione scientifica, veicola messaggi favorevoli ai prodotti di chi paga per organizzare il convegno. La formazione medica dovrebbe essere invece pagata dalle istituzioni per evitare condizionamenti. Stessa cosa succede per i convegni scientifici delle associazioni mediche finanziati con i contributi delle multinazionali farmaceutiche che pagano per i simposi satelliti e si fanno carico delle spese di iscrizione, viaggio e pernottamento dei medici. Oggi perfino le associazioni dei malati sono supportate dall’industria dei farmaci».

Leggi sulla trasparenza
Il fenomeno è così serio che diversi Paesi hanno stabilito delle regole. Per esempio in Francia dopo gli ultimi clamorosi scandali, il governo nel 2011 è intervenuto con una legge sulla trasparenza, mettendo a disposizione del pubblico un sito «Transparance Santé», che permette a tutti di consultare i dati pubblicati e i legami di chi opera nel settore della salute con le aziende farmaceutiche.
Anche in Danimarca, Paesi Bassi, Portogallo e Regno Unito sono state emanate norme che obbligano i medici a dichiarare i rapporti di collaborazione remunerati.
Negli Stati Uniti dal 2013 è entrata in vigore la legge «Physician Payment Sunshine Act», che permette di sapere (alla luce del sole, da qui il nome) quali sono i medici che vengono pagati dall’Industria chimica.
In pratica ogni transazione finanziaria, in denaro o di altra natura, che superi i 10 dollari, tra un medico o gruppo di medici e uno o più produttori di farmaci o altri prodotti sanitari deve essere notificata e inserita in uno speciale registro pubblico, diventato consultabile da chiunque.
A spingere l’adozione del «Sunshine Act» è stata l’inchiesta di «ProPublica», organizzazione indipendente di giornalismo investigativo che ha smascherato le enormi elargizioni dell’industria farmaceutica ai medici: tra il 2009 e il 2010 hanno “donato” a 18.000 medici circa 320 milioni di dollari, con punte fino a 250.000 dollari per una decina di fortunati beneficiari...

Normativa italiana del Movimento 5 stelle
Anche da noi in Italia il Movimento 5 stelle vorrebbe introdurre una legge sulla falsariga della «Sunshine Act» e rendere obbligatoria la trasparenza nelle transazioni tra medici e industria dei farmaci. La proposta di legge è stata depositata ad aprile 2018 in parlamento.
Secondo il dottor Adriano Cattaneo, medico del movimento «NoGrazie» che si occupa di difendere la salute dagli interessi economici e si batte per un’informazione indipendente sui farmaci, «la legge, che si ispira a una bozza da noi elaborata, permetterebbe a qualsiasi cittadino di sapere, per esempio, quanto denaro riceve da una multinazionale del farmaco il proprio medico curante, o a quali e quanti congressi partecipa con i soldi delle ditte, che poi sono i nostri, visto che sono inclusi nel prezzo dei prodotti».
Ovviamente «Assobiomedica» si sta muovendo sullo stesso filone, ma dalla parte opposta, e sta facendo pressioni sul governo contro questa proposta di legge. Secondo loro sarebbe inutile vista la loro proposta di un codice etico volontario.
Lo sanno anche i bambini che i codici etici su base volontaria non funzionano, propri perché NON obbligano le imprese e/o i medici ad aderirvi.
Vista la moralità delle aziende farmaceutiche e la cupidigia dei camici bianchi, serve per forza una legge che obblighi alla trasparenza, pena ritorsioni commerciali e professionali.
Nella proposta di legge presentata da Massimo Baroni del M5s, capogruppo della «Commissione Affari sociali», si legge: «Nell’Unione europea non esistono norme specifiche per disciplinare i rapporti tra industria e medici, sebbene oltre 100 parlamentari dei 47 Stati membri del Consiglio d’Europa abbiano firmato le raccomandazioni sui conflitti di interesse nel settore sanitario, facendo riferimento esplicito alla necessità di un Sunshine Act europeo».

Comparaggio & marketing
«Che i conflitti di interessi condizionino pesantemente il mondo della medicina e della ricerca scientifica è un dato di fatto, e le strategie utilizzate anche se sono sotto gli occhi di tutti spesso restano invisibili». [1]
Attenzione perché qui non si parla sono di regalini tipo tablet, i-phone, penne, quadri, viaggi, oppure cene, uscite in barca, ecc. perché oggi le tecniche usate sono molto variegate.
Non basta corrompere il medico di turno, convincendolo a suon di doni a prescrivere la molecola ics o la molecola ipsilon, oggi le lobbies hanno bisogno di personaggi noti e influenti («influencer») che possano appunto influenzare le scelte dei colleghi medici.
Infatti si parla d’ingaggio di consulenti (i famosi «opinion leader» o «testimonial») per diffondere le informazioni che l’Industria presenta, anche in modo contraffatto, per magnificare i propri farmaci.
Poi c’è quella che il dottor Roila definisce la “grande vergogna”, e cioè quella dei «ghost writer» e dei «guest author». Gli scrittori fantasma (ghost writer) sono squallidi medici e/o ricercatori pagati dall’industria per stilare un lavoro scientifico che sarà poi sottoposto a una rivista scientifica importante. Il lavoro non sarà firmato da loro, perché lo dovrà fare l’«autore speciale» (guest author), il barone noto al mondo accademico, che non ha scritto il protocollo della ricerca, non ha partecipato alla raccolta dei dati e all’elaborazione e spesso non ne sa proprio nulla in merito, ma alla fine per fama e soldi lo firma spacciandosi per il vero autore.
Perché lo fanno? Semplice: sono criminali in camice bianco che vogliono aumentare il loro «impact factor» (il punteggio nelle pubblicazioni), far lievitare l’ego e ovviamente anche il conto in banca!
Questi però una volta smascherati chissà come mai non vengono mai radiati dagli ordini…
Un meccanismo questo molto perverso e pericoloso perché così facendo «di fatto è l’industria a decidere le future figure apicali in campo medico, coloro che dirigeranno le strutture complesse di ospedali e università. E questo vale per tutti, non solo gli oncologi. Nel silenzio più assoluto sul problema», afferma sempre il dottor Roila.

EFPIA, codice di trasparenza europeo
Da qualche anno alcune grosse multinazionali farmaceutiche, forse per evitare problemi o forse per anticipare le mosse e far sembrare inutile una legge, hanno cominciato a pubblicare i pagamenti e i regali fatti ai medici, volendo dimostrare una maggiore trasparenza.
In Europa è stato istituito nel 2011 ma è attivo dal 2013 l’«European Federation of Pharmaceutical Industries and Associations» detto EFPIA. Si tratta di un codice voluto dalle Associazioni e le Industrie farmaceutiche che riguarda la trasparenza dei trasferimenti di valore tra aziende, operatori sanitari e organizzazioni sanitarie.
«Farmindustria», l’associazione di categoria a cui appartengono oltre 200 aziende farmaceutiche, essendo membro di EFPIA, ha recepito nel proprio Codice Deontologico le regole previste a livello europeo e dal 2016 “tutti” i trasferimenti di valore vengono pubblicati. Tutti non è corretto affermarlo perché purtroppo si tratta del classico codice su base volontaria e NON imposto per legge, per cui moltissimi medici, ricercatori e baroni non dichiarano i soldi che recepiscono dalle lobbies.

Consulenti FDA pagati dalle industrie
Lo studio pubblicato il 6 luglio 2018 dalla rivista «Science»[2] è a dir poco sconvolgente.
Il titolo «Conflitti nascosti?» (Hidden Conflicts?) spiega che oltre la metà dei consulenti indipendenti che hanno il compito di rivedere e valutare i farmaci per la FDA, «Food and drug administration» (l’agenzia governativa che supervisiona farmaci, alimenti e droghe negli States), hanno ricevuto finanziamenti dall’industria farmaceutica.
I soldi sono stati “donati” (post-hoc) solo dopo che la nuova molecola è stata approvata, così da fugare ogni dubbio sulla buona fede dei consulenti.
I risultati denunciati da «Science» affermano che su 107 medici consulenti della FDA, 26 tra il 2013 e il 2016 hanno preso più di 100.000 dollari dai produttori di farmaci.
Mentre per i 28 farmaci approvati (nel periodo 2008-2014), ben 66 hanno ricevuto finanziamenti (consulenze, rimborso spese di viaggio, aiuti in denaro per la ricerca, ecc.), di cui sette di loro addirittura quasi 850.000 dollari!

Conclusioni
Serve quanto prima una legge chiara e semplice, che renda trasparenti TUTTI i conflitti d’interesse che esistono nel mondo accademico e sanitario.
Fintantoché non sapremo con esattezza i nomi e cognomi dei medici, degli istituti ufficiali e delle associazioni sanitarie che ricevono denari dalle industrie chimiche siamo liberi di pensare che moltissimi dei cosiddetti “esperti” (epidemiologi, virologi, pediatri ecc.) che vengono intervistati dai media mainstream e che appaiono costantemente in televisione, facciano parte della schiera di venduti al soldo delle multinazionali.
L’Ars Medicandi, cioè l’arte medica, si basa proprio sul rapporto di fiducia tra medico e paziente.
La fiducia però è crollata ai minimi storici e la responsabilità su chi grava?
Sulle spalle delle persone che ancora si illudono delle doti taumaturgiche del medico, o su quelle di un Sistema oramai metastatizzato e allo sfascio da tutti i punti di vista?
Non a caso gli scandali che investono aziende produttrici di droghe e classe medica, avvengono un giorno sì e uno sì; farmaci che vengono ritirati dal commercio solo dopo aver danneggiato e/o ucciso moltissime persone; medici che pretendono l’obbligo vaccinale per neonati e bambini, e poi il 90% di loro non si vaccina neppure per l’influenza…
Cari medici, posate lo stetoscopio e battetevi il petto almeno tre volte, pronunciando la locuzione latina del «mea culpa»….

Per maggiori informazioni

«Il conflitto d’interessi dei medici con Big Pharma. N.d.R.», a cura di Gianna Milano, «FEDAIIFS, Federazione delle associazioni degli Informatori del Farmaco e del Parafarmaco», https://www.fedaiisf.it/il-conflitto-dinteressi-dei-medici-con-big-pharma

[1] «Il conflitto d’interessi dei medici con Big Pharma. N.d.R.», «FEDAIIFS, Federazione delle associazioni degli Informatori del Farmaco e del Parafarmaco», a cura di Gianna Milano, https://www.fedaiisf.it/il-conflitto-dinteressi-dei-medici-con-big-pharma/

[2] «Hidden Conflicts?», Charles Piller, «Science», 6 Jul 2018: Vol. 361, Issue 6397, pp. 16-20

Marcello Pamio

«Qual è la differenza tra attraversare la strada bendato
ed entrare in ospedale?
Nessuna, in entrambi i casi rischi la vita
».
M.P.

Lo scrittore latino Publiliu Syrus nato nell’85 a.C. era convinto che «dagli errori degli altri, un uomo saggio corregge i suoi». In teoria dovrebbe essere così, ma oggi soprattutto in ambito medico le cose sono un po’ diverse…

Mortalità in Italia
In Italia ogni anno a causa di una qualche malattia muoiono circa 600.000 persone.
Secondo l’Istat nel 2014 i decessi sono stati quasi 598.670 e nel 2015 hanno superato quota 646.000.
Le principali cause in ordine decrescente sono: malattie ischemiche del cuore (69.653), malattie cerebrovascolari (57.230) e altre malattie del cuore (49.554). Poi i tumori maligni (33.386), malattie ipertensive (30.690), demenza e Alzheimer (26.600), malattie respiratorie (20.234), diabete mellito (20.183), tumori di colon/retto (18.671), tumore seno (12.330), tumori al pancreas (11.186) e via via fino al suicidio (4.147) all’ultimo posto.
Raggruppando le prime tre voci sotto “malattie cardiovascolari”, visto che tutte interessano lo stesso apparato, si raggiunge la cifra di 184.737 morti all’anno, mentre i tumori uccidono all’circa 125.000 persone.
Da qui l’arcinota classificazione che vuole al primo posto per mortalità le malattie cardiovascolari, poi i tumori. Ma è proprio così?
Dall’elenco dell’immarcescibile Istat non esisterebbero infatti per esempio le «morti iatrogene», cioè tutte quelle morti dovute a errori medici o date dagli effetti collaterali dei farmaci.
Come mai? Mancanza alquanto anomala visto che si tratta di una delle prime cause di morte al mondo!

Errori medici
Mentre da noi le morti iatrogene sono un mistero, una delle riviste scientifiche più accreditate al mondo, il British Medical Journal, se ne esce denunciando l’impatto che queste hanno sulla salute pubblica e sulle casse dei sistemi sanitari.
Il 3 maggio 2016 con un titolo inequivocabile «Errori medici, terza causa di morte in USA» («Medical error – the third leading cause of death in the US»[1]) il B.M.J. pubblica uno studio che rimarrà nella storia.
Lo firmano l’oncologo Martin Makary e il suo allievo Michael Daniel del Dipartimento di chirurgia della Scuola di Medicina della Johns Hopkins University di Baltimora negli Stati Uniti. Secondo i ricercatori gli errori medici uccidono più di 250.000 persone ogni anno su un totale di circa 2,6 milioni di decessi.
Quindi negli States il 10% delle morti per malattia sono causate da errori umani o da farmaci.
Un problema enorme.

Classificazione internazionale
Il problema però è ancora più serio di quello che si possa pensare.
A livello internazionale quando muore una persona in ospedale il medico compila un certificato assegnando un codice I.C.D. (International Classification of Disease).
Ogni malattia ha un corrispondente numero ben preciso. Se per assurdo una causa di morte NON è associata ad un codice I.C.D., cioè non è contemplata dal manuale in teoria non dovrebbe esistere.
Il punto cruciale è che «il fattore umano» sfugge a tale conteggio! Quindi tutte le cause di morte non associate a un codice semplicemente NON vengono registrate come “errori”, ma sotto un’altra voce...
Per l’O.M.S., l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono 117 i Paesi ad aver adottato la codifica I.C.D. tra cui ovviamente anche l’Italia!
Come allora codificare e misurare l’errore umano?
Stiamo parlando di numeri preoccupanti: negli USA l’impatto è quantificabile intorno ai 210 - 400.000 decessi ospedalieri ogni anno.
Hanno cercato di farlo gli autori dello studio del B.M.J. sopracitato analizzando gli studi dal 1999 in poi ed estrapolando il dato in base al numero di ricoveri ospedalieri.

Manuale ICD-9-CM
Nella versione italiana di 1120 pagine della ICD-9-CM (International Classification of Diseases - 9th revision - Clinical Modification) si parla solo di «Avvelenamento da farmaci, medicamenti e prodotti biologici» e i codici vanno da 960 a 979.[2]
Nella classificazione ufficiale si contemplano i danni dei medicinali solo nel contesto di un avvelenamento e non in merito agli effetti collaterali che questi inducono. Ecco perché alle voci «errore medico», «effetto collaterale farmaco», «effetto secondario farmaco», ecc. c’è il vuoto cosmico…

Quanto è grande il problema?
Il dato americano sembra catastrofico, ma come vedremo è sottostimato…
In America la fonte che riporta le stime dei decessi annuali causati da errori medici è un report datato 1999 molto limitato e obsoleto dell’Istituto di Medicina (I.O.M.). Questo report parla di una media che va da 44.000 a 98.000 decessi annuali.
Un altro rapporto del 2004 riguardante i decessi di pazienti ricoverati associati all’Agenzia per la Qualità nella Sanità e per la Verifica della Sicurezza del Paziente riferita alla popolazione con assistenza sanitaria, ha stimato che 575.000 decessi sono stati causati da errori medici in tre anni, tra il 2000 e il 2002. Il che rappresenta poco meno di 200.000 morti all’anno.
Il Ministero della Salute americano esaminando gli archivi dei ricoverati nel 2009 riportò che 180.000 decessi tra coloro aventi assicurazione sanitaria erano dovuti a errori medici.

Death by Medicine
Un documento illuminante del 2004 si intitola «Death by Medicine» ed è firmato da un gruppo di ricercatori quali Gary Null, PhD, Carolyn Dean MD, ND, Martin Feldman, MD, Debora Rasio, MD e Dorothy Smith, PhD.
Secondo questo inquietante e fastidioso rapporto, il numero delle persone che finiscono in ospedale ogni anno in America a seguito di reazioni avverse è di oltre 2,2 milioni; circa 20 milioni sono gli antibiotici non necessari prescritti annualmente e 7,5 milioni sono le persone che subiscono procedure mediche e chirurgiche non necessarie. Mentre le persone che vengono ospedalizzate inutilmente sarebbero quasi 9 milioni.
Le loro stime sono allucinanti: 783.936 gli americani che muoiono ogni anno a causa della medicina allopatica, cioè per malasanità. Una ecatombe ogni anno. Se questi dati sono veri, il podio delle morti sarebbe occupato dal caduceo con il serpente attorcigliato…
Di questi oltre 106.000 americani morirebbero SOLO per gli effetti collaterali dei farmaci!

Situazione italiana
Secondo il Rapporto sulle «Attività di ricovero ospedaliero» del Ministero della salute italiano nel 2016 vi sono stati 8.692.371 ricoveri ospedalieri, nel 2014 sono stati 9.526.832[3] .
Negli ultimi trent’anni l’Italia è rimasto uno degli ultimi paesi occidentali nel quale si esala l’ultimo respiro più spesso nella propria abitazione, poi vi è stata una inversione di tendenza nell’ospedalizzazione della morte. Oggi la percentuale media dei decessi in ospedale raggiunge il 42%,[4] con punte del 47% al Centro Nord e del 32% al Sud e isole.[5]
Quindi quasi la metà delle persone muore in ospedale.
Quante sono le persone che da noi muoiono per cause iatrogene?

I medici ammazzano 6 pazienti su 100
In Italia ogni anno tra i ricoverati in ospedale «i medici ammazzano 6 pazienti ogni 100».
«Una cifra impressionante, ma che non stupisce, per la quantità di casi di malasanità di cui si viene conoscenza».[6]
E’ uno dei dati più significativi e soprattutto inquietanti emersi dal Simposio Internazionale di salute pubblica organizzato dall’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della provincia di Varese nel 2005 dal titolo: «La medicina centrata sulla sicurezza del paziente».[7]
Questo è il motivo per cui l’errore medico è diventato la preoccupazione maggiore dei sistemi sanitari odierni.
Se questo 6% è corretto e se lo applicassimo a tutti i ricoveri ospedalieri, tenendo conto che oggi sono oltre 9 milioni all’anno, i morti si aggirerebbero attorno ai 500.000! Ovviamente dai 9 milioni di ricoveri vanno tolti tutti i ricoveri non gravi, e questo è il motivo per cui è difficilissimo stabilire il numero esatto di decessi causati dai medici.
Qualche dato ufficiale in più arriva dalla rivista “Rischio Sanità” del 2001: «su 8 milioni di persone che ogni anno vengono ricoverate negli ospedali italiani, ben 320.000 ne escono con danni, menomazioni e malattie che non sono correlate con il motivo che le ha portate al ricovero, ma sono dovute agli errori nelle cure ed ai disservizi ospedalieri. Errori e disservizi che fanno sì che tra questi 320.000 danneggiati ben 50.000 (ossia quasi 10 volte i morti per incidente stradale) muoiono».[8]
Quindi gli errori commessi dai medici hanno una mortalità che supera il 15%.
Dati questi del 2001, per cui se venissero aggiornati tenendo conto degli attuali 9 milioni di ricoveri, le persone che ogni anno subiscono un danno più o meno grave dall’apparato medico sarebbero circa 360.000, con la conseguente crescita anche delle morti.
Quanti dei 50-60.000 morti all’anno per errori medici sono dovuti agli effetti collaterali dei farmaci?

Pharmakiller

«Il motivo principale per cui assumiamo così tanti farmaci
è semplice: le aziende farmaceutiche non vendono farmaci,
ma bugie sui farmaci
»
Peter C. Gøtzsche[9]

Compreso che gli I.C.D., (casualmente) non contemplano le morti da farmaco per cui le registrazioni sono totalmente incomplete, si possono estrapolare dati statistici partendo dal presupposto che i vari sistemi sanitari compiano gli stessi errori nei vari paesi occidentali.
Se negli Stati Uniti ogni anno muoiono per farmaci/vaccini oltre 100.000 persone, tenuto conto che il rapporto tra la popolazione italiana è circa un quinto di quella americana, da noi ogni anno potrebbero morire a seguito di effetti avversi ai farmaci circa 20.000 persone.
La conferma di questa stima arriva da uno studio norvegese, condotto in modo accurato, che ha calcolato nel 9-10% la percentuale delle persone morte in ospedale per ragioni direttamente connesse ai farmaci.[10]
Siccome circa un terzo delle morti avviene in ospedale le percentuali portano ad una stima di circa 20.000 morti a causa dei soli farmaci.
Quindi su quelle 50.000 morti per cause iatrogene in Italia, quasi la metà, ben 20.000 potrebbero essere dovute alle molecole chimiche.
Numeri preoccupanti che nessuno ha il coraggio di denunciare, ma ancora ampiamente in difetto...
Le persone che ogni anno muoiono (a casa o in ospedale) per malattia cardiovascolare sono morte a causa della patologia o dei farmaci? Mix di droghe come antipertensivi, anticoagulanti, statine per il colesterolo, protettori gastrici, inibitori di pompa, antiacidi, ecc... Le persone che ogni anno muoiono (a casa o in ospedale) per tumore sono morte per la patologia o per i protocolli imposti dal Sistema sanitario: chemio e radioterapia?
Mentre nel primo caso i dati non ci sono, in ambito oncologico le conferme esistono.
La chemioterapia ha effetti molto negativi sul cuore al punto che 1 paziente su 3 muore non di cancro ma a causa delle terapie oncologiche.
Lo studio pubblicato sul «Journal of the American College of Cardiology» ha analizzato le cause di decesso in 1807 pazienti sopravvissuti al cancro. A distanza di 7 anni circa il 33% muore per disturbi cardiaci e il 51% per la malattia per la quale era in cura, cioè di tumore. Vista questa altissima mortalità entro un settennio dall’inizio delle cure, sarebbe molto interessante conoscere i dati di sopravvivenza dopo 10 o 20 anni…
Detto questo, sapendo che in Italia sono oltre 170.000 le persone che ufficialmente muoiono “di cancro” ogni anno[11], si potrebbe dedurre che oltre 50.000 persone potrebbero essere uccise ogni anno dalla chemioterapia!

Non finisce qua perché c’è anche lo studio pubblicato firmato da Grame Morgan (professore associato di radiologia al Royal North Shore Hospital di Sidney), Robyn Ward (professore oncologo all’University of New South Wales), Michael Barton (radiologo e membro del Collaboration for Cancer Outcome Research and Evaluation del Liverpool Health Service di Sidney).
Tale ricerca epocale dal titolo: «The contribution of cytotoxic chemotherapy to 5-year survival in adult malignancies» («Il contributo della chemioterapia citotossica alla sopravvivenza a cinque anni dei tumori in adulti») è stata pubblicata su una delle più prestigiose riviste di oncologia del mondo, la «Clinical Oncology», nel dicembre 2004.
Il loro meticoloso studio si è basato sulle analisi di tutti gli studi clinici randomizzati (RTC) condotti in Australia e negli Stati Uniti, nel periodo da gennaio 1990 a gennaio 2004. L’analisi ha interessato 225.000 persone malate nei 22 tipi di tumori più diffusi, e «curate» solo con chemioterapia.
Quando i dati erano incerti, gli autori hanno deliberatamente stimato in eccesso i benefici della chemioterapia. Nonostante questo, lo studio ha concluso che la chemioterapia non contribuisce più del 2% alla sopravvivenza (Australia 2,3% e Stati Uniti 2,1%).
«Molti medici continuano a pensare ottimisticamente che la chemioterapia citotossica possa aumentare significativamente la sopravvivenza dal cancro», scrivono nell’introduzione gli autori.
Gli autori hanno messo in evidenza che, per ragioni spiegate nello studio, i risultati raggiunti (circa il 2%) dovrebbero essere visti come il limite massimo di efficacia della chemio!

La domanda che sorge spontanea è la seguente: se la chemio contribuisce alla sopravvivenza a 5 anni solo in un miserrimo 2% dei malati tumorali, al rimanente 98% cos’è accaduto? Sono vivi oppure no?
A confermare ulteriormente la pericolosità della chemioterapia arriva uno studio recentissimo pubblicato il 31 agosto 2016 sulla prestigiosa rivista «Lancet Oncology» dal titolo: «Studio osservazionale sulla mortalità a trenta giorni dopo il trattamento antitumorale per il cancro al seno e al polmone in Inghilterra».
Secondo la ricerca la chemioterapia può nuocere gravemente fino al 50% dei pazienti.
Per la prima volta i ricercatori inglesi hanno esaminato il numero di malati deceduti entro trenta giorni dall’inizio della chemioterapia e il risultato conferma il rischio dei protocolli medici oncologici.
L’indagine ha rilevato che in Inghilterra circa l’8,4% dei pazienti con cancro del polmone e il 2,4% di quelli affetti da tumore del seno sono deceduti entro 30 giorni dall’avvio del trattamento, ma in alcuni ospedali si supera addirittura il 50%!
Quindi in Italia i morti causati dalla chemio superano sicuramente i morti causati dal cancro!

I FANS
Un esempio per tutti potrà far capire meglio quello che sta accadendo.
I FANS sono farmaci antinfiammatori non steroidei molto potenti, pericolosi e utilizzati da milioni di persone. Il più famoso e “banale” è l’aspirina!
Banalità a parte, ogni anno diverse migliaia di persone (limitandosi solo agli effetti collaterali più noti) vengono uccise da ulcere gastriche sanguinanti e da crisi cardiache provocate da questi medicinali.
Ovviamente all’atto della registrazione la causa di morte sarà «infarto» o «perforazione gastrica» e non certo «effetto collaterale del farmaco»!
Una stima fatta in Inghilterra sui morti per ulcere perforate tra gli utilizzatori di questi farmaci denunciava circa 3.700 morti all’anno. Applicando questa stima alla popolazione americana e italiana si possono attendere da noi circa 4.000 morti, mentre negli States circa 20.000 ogni anno.
Solo per un farmaco!

I 10 farmaci più prescritti nel 2015[12]

I primi dieci principi attivi per spesa convenzionata di classe A-SSN:

Pantoprazolo: inibitore pompa protonica (296 milioni di €)
Rosuvastatina: ipercolesterolemia (268 milioni di €)
Salmeterolo: broncodilatatore (247 milioni di €)
Lansoprazolo: inibitore pompa protonica (227milioni di €)
Atorvastatina: ipercolesterolemia (202 milioni di €)
Omeprazolo: inibitore pompa protonica (193 milioni di €)
Amoxicillina: antibiotico (178 milioni di €)
Simvastatina: ipercolesterolemia (165 milioni di €)
Esomeprazolo: inibitore pompa protonica (162 milioni di €)
10° Enoxaparina sodica: prevenzione coaguli (152 milioni di €)

Tra i primi dieci farmaci più venduti in Italia vi sono addirittura quattro inibitori di pompa protonica e tre statine!
Le statine servono per abbassare il colesterolo ematico, mentre gli inibitori vengono usati per svariate situazioni gastriche (iperacidità, gastrite, ulcere, reflussi, ecc.).
Questi dati sono illuminanti perché mettono in evidenza la situazione culturale e nutrizionale dell’italiano medio. Il suddito italiota invece di migliorare il proprio stile di vita con movimento, alimentazione, masticazione, ecc. s’imbottisce di droghe i cui effetti collaterali scateneranno altre patologie. Poi queste patologie saranno curate con altri farmaci, e via così fino alla morte prematura.
Prendiamo i due farmaci più utilizzati: il Pantoprazolo e la Rosuvastatina e vediamo cosa riportano i foglietti illustrativi.

Pantoprazolo:

Altre patologie gravi (frequenza non nota): ingiallimento della pelle o del bianco degli occhi (grave danno alle cellule epatiche, ittero) o febbre, ingrossamento dei reni talvolta con dolore ad urinare e dolore lombare (grave infiammazione dei reni che può portare anche ad insufficienza renale).[13]

- Alterazione o completa perdita del senso del gusto; dolore alle articolazioni; dolori muscolari; febbre alta; gonfiore delle estremità; reazioni allergiche; depressione…

Non Comune (può interessare fino a 1 persona su 100)

- Aumento degli enzimi epatici.

Raro (può interessare fino a 1 persona su 1.000)

- Aumento della bilirubina; aumento dei livelli di grasso nel sangue; drastica diminuzione dei granulociti circolanti...

Rosuvastatina:

Cardiovascolari: ipertensione, angina pectoris…

Sistema nervoso: polineuropatia, neuropatia periferica...

Endocrini: diabete mellito, anomalie della tiroide.

Epatici: incremento delle transaminasi, ittero

Gastrointestinali: diarrea, nausea; costipazione, gastroenterite, vomito, gastrite...

Muscoloscheletrici: mialgia, dolore alla schiena; miopatia; artrite, artralgia...

Urogenitali: infezioni delle vie renali; proteinuria, ematuria…

Solo questi due farmaci sono in grado di provocare dolori vari, neuropatie e disturbi seri al fegato.
Tutto questo che impatto potrebbe avere sulla salute dei consumatori abituali?
La persona inizia a prendere una statina e/o inibitore di pompa e poco a poco si troverà ad avere problematiche e disfunzioni epatiche (con entrambi i farmaci), ipertensione (con le statine), ipercolesterolemia (con l’antiacido) e dolori alle articolazioni (con tutti e due).
Da un solo farmaco, passerà nell’arco di pochissimo tempo a prendere altre medicine per altre patologie, mettendosi di fatto in un terreno pericolosissimo che può franare in ictus, infarti, aneurismi, ischemie, ecc.
Sarà un caso che i primi tre principi attivi di automedicazione a maggiore spesa nel 2015[14] sono antinfiammatori e antidolorifici?
Diclofenac: FANS antinfiammatorio
Ibuprofene: FANS antinfiammatorio
Paracetamolo: analgesico e antipiretico.

Sarà un caso che in Italia diversi milioni di persone soffrono di dolori e/o infiammazioni e per questo stanno ingollando pasticche ogni giorno? Questi dolori/infiammazioni non potrebbero essere causati da farmaci?
La medicina ufficiale, come sempre facendo acqua da tutte le parti, non è in grado di dare risposte concrete, figuriamoci nell’eziopatogenesi di queste problematiche, per cui la causa iatrogena non si può scartare a priori...

Conclusione
La situazione della salute pubblica è allarmante: centinaia di migliaia di persone ogni anno vengono letteralmente e fisicamente stecchite dai farmaci e nessuno lo dice!
Sentiamo continue idiozie sulla salute dell’uomo, sui progressi della scienza, ecc. da parte di esperti in trasmissioni televisive create ad arte, o da testimonial ben oliati dalle industrie chimiche.
La realtà è che l’uomo (bambini in primis) è sempre più ammalato. Come mai?
La condizione in Italia è pressoché sovrapponibile a quella degli altri paesi industrializzati e moderni. D’altronde non è così strano visto che le più importanti università, pubbliche e private, sono gestite e controllate dalle industrie che sfornano droghe.
I principi attivi di questi farmaci (quindi anche i loro danni) sono i medesimi in tutto il mondo e i camici bianchi si blindano nascondendosi dietro i protocolli ortodossi, decisi da gruppi di studio o panel pagati dalle stesse lobbies.
Per non parlare della ricerca scientifica che a livello globale è finanziata solo dai soliti capitali privati...
La medicina allopatica, ottusamente centrata sui protocolli, e completamente miope a tutto quello che di naturale esiste, è ormai allo stadio terminale, e prenderne coscienza è fondamentale e prioritario, se ci si vuole salvare la pelle.
Il fallimento dell’intero sistema è provocato da comportamenti criminali, da una profonda ignoranza e dalla corruzione e impotenza degli enti regolatori.
Risultato? Oggi farmaci e vaccini, prodotti di punta dalle industrie plurimiliardarie e autorizzati da enti totalmente “porosi”, uccidono più delle guerre e della malavita organizzata!

[1] «Medical error-the third leading cause of death in the US», 3 may 2016, www.bmj.com/content/353/bmj.i2139

[2] www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2251_ulterioriallegati_ulterioreallegato_2_alleg.pdf

[3] Ministero della salute www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?menu=notizie&p=dalministero&id=2193

[4] Elaborazioni su dati archivio Istat cause di morte

[5] Idem

[6] «Il 6% dei pazienti muore per errore medico», Corriere della Sera, 24 settembre 2005 www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2005/09_Settembre/24/medici.html

[7] «I medici ammazzano 6 pazienti ogni 100», La Gazzetta del Mezzogiorno, 24 settembre 2005, www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/home/38978/i-medici-ammazzano-6-pazienti-ogni-100.html

[8] «Malpractice: costi e rimedi non sono solo assicurativi», editoriale “Rischio sanità”, giugno 2001

[9] Peter C. Gøtzsche, medico e chimico ha pubblicato più di 70 articoli scientifici nelle cinque riviste mediche più accreditate al mondo e uno dei responsabili del Cochrane Methodology Review Group

[10] «Drug-related deaths in a department of internal medicine», Ebbesen J, Buajorded I, Erikssen J, Arch Intern Med. 2001; 161:2317-23

[11]I tumori come causa di morte”, I numeri del cancro, Italia 2016, AIOM Associazione italiana di Oncologia Medica, http://www.registri-tumori.it/PDF/AIOM2016/I_numeri_del_cancro_2016.pdf

[12] Idem

[13] Foglietto illustrativo del Pantoprazolo Zentiva Italia 20 mmg, compresse gastroresistenti» della Sanofi Pasteur, www.zentiva.it/prodotti/foglietti-illustrativi/pantoprazolo-zentiva-italia-20mg

[14] «L’uso dei farmaci in Italia», Rapporto nazionale anno 2015, AIFA