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di Emanuela Lorenzi, 2 aprile 2022

DANNI COLLATERALI

Potrà il tuo minuto sopracciglio
non ancora corrugato sul mondo,
figlio,
reggere aperto e furibondo
l'insostenibile leggerezza
di quest'aria cinica
come gabbiano sopra il mare
in picchiata sul muro egoista
contro cui sbatte l'Ibis eremita
e lo sguardo del bambino siriano
schiacciato fra cielo e terra
sotto la nostra bomba altruista?

(Hai detto, dritto nel petto
«Se si chiama pace perché si fa con la guerra?»)

Alcuni bambini sono più uguali di altri.
Sono versi ispirati di getto qualche tempo fa dall’acuta osservazione di mio figlio sull’ossimorica narrazione della “guerra di pace”, nella schizofrenia della condanna dei bambini soldato in Africa e al contempo la celebrazione della bambina ucraina con il leccalecca in bocca che imbraccia il fucile (come fa notare Sara Reginella, esperta di Donbass e psicoterapeuta, c’è molta patologia nell’armare per la pace). La consapevolezza geopolitica, la logica aristotelica, la saggezza, sono patrimonio di ogni bambino fintanto che la sua mente è immune alle pervasive sovrastrutture di una putrefatta adultità. Del resto, un Piccolo Principe disse che tutti sono stati bambini una volta ma pochi se ne ricordano. Il bambino siriano potrebbe essere quello yemenita (6.500 uccisi anche dalle bombe italiane, per un totale di circa 400mila morti e 4 milioni di profughi della guerra ribattezzata dalla neolingua occidentale ‘rinascimento arabo’), afgano (oltre 6.500 bambini ammazzatie 15.000 feriti solo fra 2009 e 2018), serbo (79 bambini massacrati dai 78 giorni di “bombardamenti umanitari” NATO e il resto condannati dall’esposizione all’uranio impoverito), del Donbass (14mila morti in 8 anni di cui 300 bambini), iracheno (500mila bambini morti a causa delle sanzioni fra il 1991 e il 2003, più che ad Hiroshima, massacro di fronte al quale la risposta della Albright, segretaria di stato USA dell’amministrazione Clinton scomparsa alla vigilia del ventitreesimo anniversario dell’aggressione Nato alla Jugoslavia, fu più o meno “ok il prezzo è giusto”, “the price is worth it”, sì ne valeva la pena). Ma come insegna Orwell, alcuni bambini sono più uguali di altri e alcune guerre più guerre di altre.

Una guerra del cui ripudio costituzionale (art 11) non solo si è fatto stupro e carta straccia, come di tutti gli altri articoli che regolano i principi fondamentali in questi due anni di apocalittico e impudico svelamento del piano di ristrutturazione globale e antropologica in senso feudale attuata dalle psicopatiche élite al potere (e che sta rapidamente trasformando le masse in peso sempre più inutile, gli useless eaters di Kissinger, tramite l’automazione e la deficienza artificiale), ma che è divenuto vessillo di una tavola di valori rovesciati: dalla “distruzione creativa” alla “guerra pacificatrice”, passando per il “veleno salvifico” e l’”obbligo con consenso”, il salto dell’unico neurone rimasto nel cervello lavato dell’italiota intriso di propaganda bellica e di discriminazione normalizzata è facile. Indolore. Insapore. Incolore. Come l’adesione alla NATO come nuovo dogma. Sicuro ed efficace, come il non-vaccino, come le non-bombe elargite a pioggia, a battesimo buono e giusto. Ha ben detto Paolo Borgognone: siamo un paese colonizzato che fa il colonialista con gli altri e la Russia è forse l’ultimo bastione in difesa proprio di quei valori ‘cavallereschi’ (onore, fedeltà, onestà e signorilità) che erano un tempo i nostri, quelli dell’occidente ormai in declino, nonché unico argine alla globalizzazione.

Il sonno della ragione genera mostri, ammoniva l’incisione di Goya. E così, di mostro in mostro, di distopia in distopia, di emergenza in emergenza (il terrorismo ha gentilmente ceduto il passo alla pandemia che ora lo cede alla guerra delle guerre), il Great Reset di Davos si configura innanzitutto come reset intellettuale, con l’immersione nel metaverso che, parafrasando Baricco, sfila via i fatti dalla realtà lasciandoci solo storytelling.

Alla militarizzazione della lingua ci hanno abituati da due anni tra “coprifuoco”, “guerra alla disinformazione” e “chiamata alle armi contro le fake news”, come dice Calvino "Dove si fa violenza al linguaggio è già iniziata la violenza sugli umani", mentre proprio l’impoverimento del linguaggio è secondo Cristophe Clavé fra le cause dell’improvvisa diminuzione del quoziente intellettivo medio della popolazione mondiale (inversione dell’effetto Flynn) rilevabile negli ultimi venti anni :“Non c’è bellezza senza il pensiero della bellezza”. Ed ecco la parola, il racconto, la narrazione. La “Grande narrazione” (The Great Narrative) di Klaus Schwab (di gennaio 2022 ), che dopo averci detto nella “Quarta Rivoluzione Industriale” (del 2016) e poi nel “Grande Reset” (del 2020) che non possederemo nulla e saremo felici – non solo nessuna proprietà e quindi neppure il pane che i caritatevoli presìdi continueranno ad elargire solo ai possessori di Ahnenpass, ma neppure più il nostro corpo grazie alla fusione trans e post-umana delle nostre sfere “fisica, digitale e biologica” - ora ci mostra ancora chiarissimamente il vero significato delle parole “resilienza”, “sostenibilità”, “inclusione”, gretinamente e ciecamente svuotate e ribaltate nella “political correctness” che l’antropologa Ida Magli definì “la forma più sofisticata di lavaggio del cervello che i governanti abbiano mai imposto a i propri sudditi”: quello degli odierni narratori oligarchici si configura nelle loro stesse parole come "sforzo collaborativo dei principali pensatori del mondo per modellare prospettive a lungo termine e co-creare una narrativa che possa aiutare a guidare la creazione di una visione più resiliente, inclusiva e sostenibile per il nostro futuro collettivo". A proposito di furti di parole.

«La grande marcia della distruzione intellettuale proseguirà. Tutto sarà negato. Tutto diventerà un credo. Sarà una posizione ragionevole negare le pietre della strada; diventerà un dogma religioso riaffermarle. È una tesi razionale quella che ci vuole tutti immersi in un sogno; sarà una forma assennata di misticismo asserire che siamo tutti svegli. Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate.».
Gilbert Keith Chesterton, Eretici, 1905

La cancellazione del passato.
Mentre Julian Assange riafferma la propria umana (r)esistenza sposandosi in condizioni di prigioniero per aver detto la verità nel dissociato mondo in cui viviamo secondo le regole del bipensiero del Socing, ecco che ce l’hanno fatta: hanno trasformato il presente nel coagulo distopico orwelliano dove moderni Winston Smith obliterano il passato per possedere il futuro (“Chi controlla il passato, controlla il futuro: chi controlla il presente, controlla il passato”) nella frettolosa cancellazione dagli archivi di giornali mainstream di articoli del 2014 sulla carneficina dell’Euromaidan il colpo di Stato naziucraino in Donbass preparato e finanziato dagli USA; persino la pagina Wikipedia dedicata alla strage della Casa dei Sindacati di Odessa del 2 maggio 2014, tra il 29 e il 30 marzo è stata radicalmente modificata da ‘strage’ a generico ‘rogo’ con l’eliminazione di ogni riferimento alle precise responsabilità dei gruppi nazisti e nazionalisti ucraini (fra cui aver bruciato vive, sgozzato e finito a sprangate oltre 40 persone, superando ogni livello di disumanità nello strangolamento di una donna incinta con un cavo del pc e filmando l’atrocità con frasi di dileggio sulla “mammina russa e il suo figlioletto”, come pochissimi giornalisti hanno riportato, di certo il compianto Giulietto Chiesa con molti suoi documentari su quello che aveva definito un “Progrom programmato”, fra cui Odessa, 3anni per PandoraTv); o nella cancellazione di documentari sulla abominevole sepoltura dell’infanzia nei due minuti di odio russofobo impartito nelle scuole dove si vendono dolcetti di “sangue di bambino russo” (del resto nei libri di testo ucraini ai bambini viene insegnato a odiare la Russia, come denunciato dal ministro dell’istruzione russo Kravzov) e nei campi estivi di addestramento alla guerra per bambini e adolescenti (come denunciò The Guardian in un reportage del 2017 Ukraine’s far-right children’scamp) con una iconografia sfacciatamente banderofila (al nazista Stefan Bandera si ispira il battaglione Azov e buona parte di quelli che costituiscono il cosiddetto ‘esercito’ ucraino) e spesso satanista (manufatti satanici sono stati ritrovati accanto a quelli nazisti) alla luce del sole nero (Schwarze Sonne) e di un nazismo sdoganato dagli ‘antifascisti’ di casa nostra e ora acquistabile persino su amazon da felpe a tazze con logo del battaglione. Del resto, non tutti i nazisti sono uguali, esistono i nazisti buoni, come quelli di cui fa romantica apologia un incommentabile Gramellini senza destare dal sonno le dormienti platee di sinistrati pacifinti che acclamano l’ex attore, così democratico che ha appena sospeso tutti i partiti di opposizione e chiuso tutti canali tv non allineati, con persecuzione e persino incarcerazione per i blogger che osino dissentire ( Gleb Lyaschenko rischia 8 anni di prigione per aver scritto “Per 8 anni la Russia ha chiesto e persino implorato l’Ucraina di cambiare rotta… L’Ucraina ha rifiutato per 8 anni. Ed ecco il risultato”.)

La menzogna e la carneficina (dei cervelli).
Tutto fa brodo nel metaverso de-cognitivizzato delle masse suddito, prima covidiotizzate ed ora ucretinizzate dalle sempre più grossolane mistificazioni del Narratore Unico, tra fucili di cartone, crisis actor colti nella preparazione del trucco (con tanto di esposizione dell’inganno), improbabili giornalisti con elmetto di ordinanza che ha sostituito la mascherina con tranquilli passanti o turisti accanto o peggio sfondi di ologrammi che sconfinano tagliando la spalla in primo piano, la stessa modella-blogger incinta usata come vittima in diversi set (con 7 vite come i gatti), il crollo di una scala mobile della metro di Roma del 2018 spacciato per bombardamento russo su Kiev, sequenze tratte da videogiochi o persino episodi di Star Wars diffusi nei tg nazionali come attacchi russi, sfilate aeree di anni precedenti o teatri di altre guerre ed altri tempi fatti passare per attuali, carri armati ucronazi (non russi) che calpestano spietati automobili, fino al missile Tochka-U lanciato dai battaglioni nazionalisti sui civili di Donetsk (intercettato dall’antimissilistica russa che ne ha limitato i danni, ma che ha fatto comunque strage di persone in coda per la pensione, 20 morti e 28 feriti gravi inclusi bambini donne e anziani) spacciato per “massacro a Kiev presumibilmente perpetrato dall’esercito russo”… La Stampa è stata subito querelata dalla testata Ura.ru per aver usato la foto di un suo fotoreporter all’indomani dell’attacco, ma anche denunciata in sede ONU dalla Russia, per un falso che il prof Angelo d’Orsi definisce, in una lettera di addio al giornale di cui è storico collaboratore da molti anni, il punto più basso del giornalismo italiano “Avete toccato il fondo della disonestà giornalistica. State spingendoci verso la terza guerra mondiale”. Per inciso, anche Manlio Dinucci termina la sua lunga collaborazione con Il Manifesto dopo la censura di un suo articolo nel quale chiedeva di “aprire un dibattito sulla crisi ucraina” denunciando il piano strategico degli Stati uniti contro la Russia elaborato tre anni fa dalla Rand Corporation, un rifiuto di uniformarsi alla direttiva del Ministero della Verità che gli è costato la rimozione dell’articolo in pieno stile orwelliano (fra i punti stabiliti dal piano, “Anzitutto si deve attaccare la Russia sul lato più vulnerabile, quello della sua economia fortemente dipendente dall’export di gas e petrolio: a tale scopo vanno usate le sanzioni commerciali e finanziarie e, allo stesso tempo, si deve far sì che l’Europa diminuisca l’importazione di gas naturale russo, sostituendolo con gas naturale liquefatto statunitense. In campo ideologico e informativo, occorre incoraggiare le proteste interne e allo stesso tempo minare l’immagine della Russia all’esterno.” Non c’è che dire hanno realizzato tutto).

La fiera delle fake news di stato continua con fantomatici ‘massacri’ su obiettivi sensibilizzanti il benpensante (ospedali pediatrici, teatri, centri commerciali, asili - “I BAMBINI!!” - con morti totalmente inventati, asili e ospedali invece sgomberati da tempo e con violenza dagli stessi ucronazi per farne depositi di armi), un colpo di antiaerea ucraino e non un missile russo ha colpito il palazzo di Lungansk , e a Mariupol come altrove sono ‘paradossalmente’ (per l’euroatlantista borghese mediamente eterodiretto) proprio i russi cattivoni a mettere in salvo i civili usati invece come scudi umani dal loro stesso governo, cacciati nelle cantine senza acqua né cibo né luce né informazioni sui corridoi umanitari aperti e scippati delle loro case che vengono usate come perfette feritoie da cui sparare (ammazzando chiunque si rifiuti di farli entrare e lanciandone i cadaveri giù in strada, come raccontano gli abitanti di Mariupol intervistati, per i quali i russi sono liberatori). Come qualche acuto osservatore ha fatto notare, se i Russi fossero la NATO avrebbero fatto tabula rasa in pochissimo anziché condurre azioni chirurgiche e di bassa intensità con armamenti anche obsoleti, ma i Russi non sono la NATO e non solo non hanno velleità espansionistiche ridicolmente affibbiate loro dai corrispettivi guerrafondai del cosiddetto democratico occidente (godono di un territorio sconfinato e non densamente abitato, di riserve di minerali, di grano, di gas, hanno autosufficienza energetica, economica, alimentare e, soprattutto, spirituale) né soprattutto intenzione di danneggiare i civili. Tutto questo non lo vedrete né ascolterete in nessun canale di informazione mainstream, dopo la censura e chiusura di ogni voce non allineata (vedi Sputnik o Russia Today), ma emerge dalle testimonianze dei civili messi in salvo dai russi attraverso i corridoi umanitari che vengono loro negati, delle famiglie che riescono ad uscirne senza essere massacrate a bruciapelo dagli stessi ucraini mentre cercano la salvezza allontanandosi in bicicletta o in auto dai territori devastati, grazie al prezioso lavoro dei due soli giornalisti italiani rimasti watchdog (cane da guardia) non lapdog (cagnolino da salotto) del potere: Vittorio Rangeloni e Giorgio Bianchi, che il Donbass lo racconta dal vivo da almeno 8 anni, i quali rischiano la pelle ogni giorno per darci frammenti di verità taciute.

Il suddito ideale del regime totalitario non è il nazista convinto o il comunista convinto, ma colui per il quale la distinzione tra realtà e finzione, tra vero e falso non esiste più".
(Hanna Arendt, “Le origini del totalitarismo”)

Del resto è una fiction tv “Servitore del popolo” (in cui Zelensky interpreta un insegnante di storia di liceo che si batte contro la corruzione in politica e diventa proprio presidente dell’Ucraina, a breve anche sui nostri schermi) ad incoronare Zelensky alla presidenza (“Servitore del popolo” è anche il nome del partito da lui fondato nel 2017) in una oscillazione liquida fra realtà e rappresentazione, da comico e spogliarellista improvvisato a criminale di guerra che non solo permette ai nazisti di ammazzare il suo stesso popolo ma richiede a gran voce la terza guerra mondiale (no fly zone) in uno European war tour NATO-diretto in esclusiva per il pubblico occidentale, italiota in particolare, e i cui discorsi sono predisposti direttamente dai suoi sceneggiatori come l’onesta felpetta e gli sfondi fittizi da cui li propina. Attore che si è portato al governo co-fondatori e produttori della società di intrattenimento televisivo Kvartal 95 Studio, finanziata dall’oligarca ebreo Ihor Kolomoyskyi che ha finanziato ancheil battaglione Azov, e tutti questi soggetti (di una fiction contro la corruzione) sarebberocoinvolti in transazioni milionarie tramite società stabilite in paradisi fiscali come rivela l’inchiesta giornalistica dei Pandora Papers pubblicata dal Consorzio Internazionale dei Giornalisti Investigativi (ICJI) nell’ottobre 2021. Ma anche qui, c’è corruzione e corruzione, e alcuni oligarchi sono più uguali degli altri. Di certo, la realtà ha di gran lunga superato la fiction.

Ricordiamo en passant che la mozione presentata all’ONU a novembre 2014 dalla Russia contro la glorificazione del nazismo fu votata con 115 favorevoli, 3 contrari (guarda caso Ucraina, Canada e Stati Uniti) e 55 astenuti (fra cui l’Unione Europea, per la quale il nazismo evidentemente non è più il male assoluto).

Sulle “tante unanimi bugie in simultanea mai viste neppure in tempi di guerra fredda” ci metteva in guardia il lucido Giulietto Chiesa già 8 anni fa a Settembre 2014, pochi mesi dopo il golpe nazista in Ucraina: “Percepite quello che ho percepito io? In Ucraina è cominciata la Terza guerra Mondiale”

L’ipocrisia, la superficialità e i ‘malvagi per pigrizia’.Il Prof Mamone Capria, già vittima di censura della post-democrazia pandemica, in una lettera aperta ai colleghi qualche settimana fa scriveva “Ha detto un moralista francese del XVII secolo che l’ipocrisia è l’omaggioche il vizio rende alla virtù.L’Italia oggi sta morendo anche diipocrisia, e penso che in generale ma soprattutto tra i lavoratori della conoscenza, chi può permetterselo, e fintanto che può, dovrebbe evitare di contribuirvi.

Questo paese ha dato prova di essere ancora una volta il terreno di sperimentazione perfetta, nello spirito e nel corpo, con la sua plebe assolutamente etero-dirigibile e tanto rabbiosa quanto ipocrita nella viltà dell’abdicazione alla scelta. La stragrande maggioranza degli italiani è costituita dagli ignavi che Dante colloca nel canto terzo dell’Inferno, coloro che durante la loro vita non hanno mai agito né nel bene né nel male né hanno osato avere un'idea propria limitandosi ad adeguarsi sempre a quella del più forte. Sono gli ignavi che, ricordando Hanna Arendt, potremmo definire tristemente “malvagi per pigrizia” (La triste verità è che molto del male viene compiuto da persone che non si decidono mai ad essere buone o cattive). È la superficialità ad aver creato una massa totalmente de-empatizzata e se solo il bene ha profondità, come scrive la Arendt, allora è nostro dovere come esseri umani coltivare la profondità, andare a fondo nella conoscenza, e quindi nella coscienza, per poi risalire ed avere una visione d’insieme che sia non certo la verità ma sua costante ricerca, non la dottrina dell’Uno ma l’esercizio del Due (‘dubbio’ dal sanscrito dva o dvi = due). L’esercizio di quel puntinismo che ci insegna che tanti puntini formano un ‘quadro’ e che più che una rappresentazione è strumento di conoscenza della percezione visiva, partendo dalla constatazione che ogni colore influenza ed è a sua volta influenzato da quelli vicini. Questo comporta la complessità come cifra epistemica del presente che necessita di occhiali di lettura articolati e in relazione fra loro, non certo appiattiti su istantanee imposte e materialmente taroccate dalla propaganda o dallo stesso capo della comunicazione ucraina, un berretto verde messo lì dallo stesso Biden, come pure tutto il governo di Zelensky, come ci svela Franco Fracassi che da tempo indaga le relazioni pericolose fra Biden e i gruppi di potere ucraini infiltrati dai nazisti, passando per la Burisma e i 194 laboratori ai confini della Russia. L’Ucraina di oggi, ci spiega Fracassi, è dunque figlia dell’azione di Biden, un paese governato da nazisti portati al potere direttamente dagli USA.

Ecco lo sguardo della complessità oltre la facile psichiatrizzazione del dissenso, tipica del MiCulPop, già collaudata in 2 anni di plandemia. Per questo è apprezzabile che sia stato un giornale mainstream come Panorama a parlare del problema dell’estrema destra in Ucraina che la Russia denunciava come una delle motivazioni del suo intervento volto denazificare una terra in ostaggio dei battaglioni da almeno 8 anni, illustrando in un lungo articolo di Elisabetta Burba tutta l’iconografia nazista e antisemita all’interno degli affreschi delle chiese ucraine e le scenette antisemite per i bambini.

Connettere i puntini. Tra i fatti (non opinioni) la cui conoscenza è importante per comprendere l’iniziativa russa, fatti che vengono puntualmente taciuti, c’è in primis l’annosa questione del Donbass, da cui era arrivato un allarme per la recrudescenza della guerra nelle crudeltà sui civili vittime anche di torture che non vedrete mai nel mainstream (adulti e ragazzini spogliati e legati ai pali con nastro adesivo, con una palla in bocca per non sentirne le grida, per non parlare dei soldati russi vittime di crocifissioni, sgozzamenti, arti segati e occhi cavati in totale violazione della Convenzione di Ginevra sul trattamento dei prigionieri di guerra). Lo schema, sottolineano le poche voci indipendenti, è lo stesso usato in Siria, dove l’Isis è creatura USA armata in funzione antisovietica e l’intervento russo arriva a finire e non iniziare l’azione bellica. E se la reductio ad hitlerum di Putin è già paradossale oltre che superficiale se consideriamo che alla Russia il nazismo è costato un tributo di 25 milioni di morti (interessante in questo senso l’ultima folle demonizzazione della lettera Z, il nastro di San Giorgio che sconfisse il drago, simbolo adottato per ricordare la sconfitta del nazismo di cui i russi si fregiano con orgoglio dal 2014 contro la rinascita del nazismo alle porte di casa), aggiungiamo al pentolone l’espansione della Nato fino ai confini dell’ex Unione Sovietica con dispiegamento di sistemi di lancio in Ucraina che renderebbero Mosca raggiungibile da un missile ipersonico in 5 minuti (ci ricordiamo della crisi dei missili di Cuba? Ma lì le parti erano invertite e la minaccia era rivolta alla parte ‘buona’ del mondo…) e le recenti importanti esercitazioni NATO in territorio ucraino (benché ancora non parte dell’Alleanza Atlantica). Alla linea rossa superata si aggiunge la minaccia di guerra biologica con risvolti che coinvolgerebbero anche l’Italia nella collaborazione di medici italiani con l’IKEVUM di Kharkiv gettando luci ancor più sinistre sulla narrazione pandemica passata e su minacce future di uso di armi biologiche che qualcuno starebbe paventando e sventolando come false flag attribuibile ai russi per una ulteriore escalation su scala mondiale.

Sulla questione dei laboratori, dapprima ferocemente negata poi ammessa di fronte alle evidenze anche dalla narrazione ufficiale, aveva rotto il silenzio FoxNews. Le indagini condotte dal Comitato Investigativo della Russia hanno dimostrato poi il coinvolgimento diretto del Pentagono nello sviluppo di componenti di armi biologiche in Ucraina, e personale del figlio del Presidente, Hunter Biden, quello del laptop dello scandalo, nel finanziamento della creazione di agenti patogeni nei laboratori ucraini. La questione, poi ammessa dalla stessa sottosegretaria di Stato Victoria Nuland (colei che durante l’Euromaidan distribuiva dolcetti ai ‘resistenti’ e che, intercettata durante la decisione a tavolino sulla futura composizione del governo filoatlantista postgolpista, liquidava eventuali ostacoli da parte dell’UE con l’elegante “Fuck the UE!” si fotta l’Unione Europea)

Come ben riassume Francesco Amodeo, con il sacrificio del popolo ucraino, e la collaborazione del popolo italiota inconsapevole, gli USA sono riusciti ad ottenere ciò che avrebbero potuto raggiungere solo con una guerra mondiale: facendo combattere questa guerra da altri, sono riusciti a separare la Russia dall’UE, porre fine al gasdotto North Stream 2 ed esportare il 50% del loro gas in Europa (con buona pace degli ambientalisti gretini sui rischi e danni del fracking per estrarre il gas di scisto e sui costi di trasporto del gas liquefatto). Aggiungiamo lo sdoganamento del grano OGM sulle nostre tavole ed il quadro è un capolavoro. Nel frattempo la Russia, immune alla globalizzazione, ribalta le sanzioni trasformando i grandi marchi del consumismo occidentale in franchising di prodotti russi e iniziando la de-globalizzazione e la de-dollarizzazione (con il pagamento della fornitura del gas in Rubli eancorando il rublo all’oro), stringendo alleanze in un mondo che da unipolare sta diventando multipolare. Che ruolo avrà l’Italia in questo nuovo mondo multipolare se resterà colonia NATO?

Da “non ti vaccini, muori” a “non odi la Russia, muori”. Intellettualmente di certo. Anche se sei già morto, come il grande Dostoevskij. L’assurdo divieto al prof Paolo Nori di fare lezione su Dostoevskij non è che l’inizio di una russofobia creata e alimentata ad arte dagli stessi oligarchi dell’informazione e che ci ha costretto ad assistere a una serie di azioni barbare e indegne di un paese che non si può ormai dire più civile: l’epurazione riservata dalla Rai a chi osi dare una visione appena più complessa della tifoseria del solito divide et impera come il prof Orsini; l’esclusione dei disabili russi dalle paralimpiadi e persino dei gatti russi (i gatti!) dalle competizioni; la copertura delle statue del cosmonauta Gagarin, primo uomo nello spazio; la minaccia di esclusione da Wimbledon 2022 per i tennisti russi, Daniil Medvedev e Andrey Rublev se non “abiurano” dissociandosi pubblicamente da Putin; in certi locali si rischia grosso persino a chiedere un Moscow Mule o un White Russian, mentre un ragazzino viene picchiato nel bresciano perché russo (dopo anni di bla bla su bullismo e inclusione) e una studentessa disabile è cacciata dallo studio del suo medico per lo stesso motivo. Ma è nell’arbitrario sequestro delle proprietà degli oligarchi russi in Europa che possiamo vedere le connessioni con i piani delle élite nel solco del Great Reset, con l’attacco frontale alla proprietà privata, già overtonizzato dal blocco dei conti dei camionisti canadesi in protesta contro le restrizioni (“non avrai nulla e sarai felice” e controllabile, ovvio), attacco che si configura nei ceti più bassi con la riforma del catasto e l’impoverimento intenzionale e sistematico che non dipende dalla guerra, ma da decisioni prese dall’alto, passando per la digitalizzazione forzata quindi a maggiore controllo (ecco il credito sociale cinese cui hanno vincolato il lasciapassare e che ora rispunta nei citizen wallets a Roma come a Bologna, anglicismo coloniale per la tessera della premialità in base all’obbedienza, secondo i diktat dell’Agenda 2030). E se gli oligarchi dell’Occidente si chiamano filantropi, nel lavaggio in neolingua del bipensiero, di ben altre oligarchie si dovrebbe preoccupare l’Europa, in particolare dell’oligarchia dell’informazione che concentra tutto nei grandi gruppi come GEDI (Giorgio Bianchi mette in guardia anche sulla globalizzazione dell’informazione che mette a frutto il data mining della profilazione volontaria attraverso i social - quello più militarizzato di tutti, Facebook, viene da un progetto DARPA - infiltrandoli dopo aver incensato di autorevolezza da mainstream gli influencer che possono poi tornare a spargere menzogna spacciandola per verità ).

La campagna di odio nei confronti di tutto ciò che è Russo trova sua iperbolica eco nelle parole costate una querela da parte dell'ambasciatore russo in Italia ancora al quotidiano La Stampa che in un articolo auspicava l’uccisione fisica del presidente Putin. Capro espiatorio perfetto.

Tornando alla damnatio memoriae, un cartello a Mosca recita: “In alcuni Paesi hanno deciso di non interpretare Šostakovič, noi invece abbiamo deciso che la musica di Vivaldi è sempre bellissima. Non si può cancellare la cultura”. La differenza fra questo tipo di messaggio e una propaganda che si vanta di una sempre più grezza e isterica Cancel Culture in perfetto stile MinCulPop orwelliano che adatta il passato al presente per controllare il futuro, è abissale. I barbari siamo noi.

Dalla pandemia alla carestia. La guerra è dunque innanzitutto cognitiva, dove il territorio da conquistare è l’uomo nel suo essere mero recipiente di uno storytelling che ha preso il posto di qualunque residuo di informazione. Lo storytelling pandemico resterà in questo senso modello archetipico della manipolazione dell’informazione a senso unico, della parola dogmatica e ossimorica: dal medico (in)curante alle bombe di pace il passo è stato breve. E mentre il mondo dei pacifinti insanguina la terra parlando di pace, arma i nazisti che uccidono i civili sventolando bandiere giallo-blu in assembramenti non repressi con manganellate o idranti e prontissimi a passare dalle mascherine all’elmetto (i 12 miliardi non andranno a finanziare solo i nazisti ma anche l’esercito europeo che potrà così sedare ogni dissenso interno, con buona pace, appunto, del caro bollette e dell’inflazione in arrivo, le sanzioni sono per noi non certo per la Russia che se la sta cavando benissimo), l’Organizzazione Mondiale della In-sanità sforna in sordina un “Trattato Pandemico “ per il 2024 che verticalizza ulteriormente ogni decisione e prosegue la normalizzazione del format emergenziale. Il consolidamento del nuovo ordine totalitario necessitava di un passaggio narrativo, sempre sfruttando la paura e l’identificazione del capro espiatorio come forza motrice delle masse ormai ipnotizzate, ma il racconto, la grande narrazione, è la stessa. Non sono pochi ad aver notato che la geopolitica della pandemia coincide con quella della guerra, e che i paesi che hanno adottato le maggiori restrizioni sono anche gli stessi che sembrano fare di tutto per fare la guerra al proprio popolo, che sia con le bombe o con azioni suicide quali l’applicazione di sanzioni.

Ma i cervelli italioti frullati a dovere in questi due anni di pandemenza, grafenizzati, prionizzati ed ora riempiti dal nulla ipocrita e dalla dissonanza cognitiva ed emotiva (i bambini ucraini valgono più di quelli serbi o anche di quelli italiani esclusi da mezzi pubblici, attività ludiche e attività sportive), sembrano non riuscire proprio a vedere, neppure ora che anche il CTS, la famigerata cabina di regia che mandava droni all’inseguimento di solitari camminatori e arrestava i fuggitivi a un metro da casa, ha ammesso candidamente nelle parole cristalline di Donato Greco che ogni limitazione è stata inutile.

E cosi, mentre finisce lo stato di emergenza già illegittimo reso ancor più beffardo perché protratto per sostenere e finanziare una guerra in un paese neppure parte dell’UE né della NATO (del 31 marzo l’ennesimo schiaffo all’art 11 della Costituzione col voto di fiducia), il 1 aprile si aprono nuove finestre di Overton, con l’inedito stato di “inidoneità all’insegnamento” che punisce e relega i docenti rimasti con la schiena dritta in sgabuzzini per evitare contatti con gli alunni. Si chiama “demansionamento”, cioè rieducazione all’obbedienza con gogna pubblica per chi ha fatto dell’insegnamento la propria vita (Montessori aiutaci tu), il che potrebbe aprire scenari ancor più grotteschi di quelli dei nostri medici vessati e lasciati a morire di inedia con le loro famiglie per non aver ceduto al ricatto del siero assassino (come sta emergendo dallo Pfizergate e come ammesso persino da quell’edificio di corruzione, così Kennedy li definì, dei CDC di Atlanta, an edifice of fraud, che ci avrebbe privato dei dati per non urtare la nostra sensibilità nella piena adesione al diktat inoculatorio) e presto rimpiazzabili per decreto da quelli ucraini senza battesimo vaccinale e senza bisogno di alcuna equipollenza di titoli. Ma si aprono anche, dall’altro lato, più pericolose finestre con la parallela sottrazione alle generazioni future, già rivelatesi le più vulnerabili all’obbedienza anestetica al verbo unico, di quegli strumenti del pensiero che potrebbero poi rivelarsi strumenti di azione e di cui proprio la scuola dovrebbe farsi baluardo, quali lo studio della filosofia: è notizia di ieri la sua eliminazione dai programmi spagnoli, in favore di diritti lgbt ed ecofemminismo.

Come dico spesso, lo studio della filosofia e la lettura dei distopici sarebbero di per sé il vaccino contro ogni dogmatismo e totalitarismo: l’esercizio del pensiero e la rappresentazione delle distorsioni del suo divieto. Spetta a ciascuno di noi seminare ove possibile il dubbio e bucare il telo di questo Truman show, esporre la narrazione e difendere gli strumenti di conoscenza del reale per navigare in questo presente distopico e dispotico, ripristinare il passato e salvaguardare il futuro.

Perché la conoscenza è un’arma e chi ha gli occhi aperti, non li chiude più.

Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Siate il peso che inclina il piano. Siate spesso in disaccordo perché il dissenso è un’arma. Siate sempre informati e non chiudetevi alla conoscenza perché anche il sapere è un’arma. Forse non cambierete il mondo, ma avrete contribuito a inclinare il piano nella vostra direzione e avrete reso la vostra vita degna di essere raccontata. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai” (Bertrand Russell)

Marcello Pamio - 31 marzo 2022
Per quale motivo la pelle si ammala? Come mai il nostro manto protettivo ad un certo punto inizia ad irritarsi, arrossarsi o desquamarsi? Perché una persona manifesta l’eczema, un’altra la psoriasi ed un’altra ancora l’herpes? E la zona interessata è casuale? Purtroppo queste, come tante altre domande, rimangono prive di risposta per la medicina allopatica.
Quello che invece ha scoperto l’anima illuminata del dottor G.R. Hamer, grazie allo studio di decine di migliaia di casi, è che le malattie della pelle non sono mai casuali, ma tutte collegate ad uno specifico “conflitto di separazione" che la persona vive nei confronti di qualcuno di importante nel clan: figlio, genitori, partner, amici, ecc. La “separazione” in pratica “lacera” la pelle!

Il cervello della pelle
La zona cerebrale che gestisce e controlla l’epidermide è la Corteccia Sensoria: non a caso la parte specifica del nostro cervello sviluppata nel corso dell'evoluzione per gestire la socialità, le relazioni, l'organizzazione del clan, del branco (famiglia) e soprattutto per gestire la capacità di esprimere un legame sociale ed emozionale attraverso il contatto della pelle. In una parola: CON-TATTO!

Per un mammifero la separazione è sempre uno stress emotivo molto rilevante, infatti in Natura separarsi dal branco rappresenta una condizione di estrema emergenza.
Ed è proprio il motivo per cui la Corteccia fa scattare il Programma Speciale Biologico e Sensato: per assistere al meglio l’organismo ad affrontare tale evento.

Quando stiamo vivendo il conflitto di separazione la pelle si ulcera, perde materia, si riducono le cellule epidermiche, causando una diminuzione della sensibilità al tatto. Questo processo (quasi sempre non percepibile in quanto asintomatico) ha una logica ferrea a dir poco magistrale: si tratta infatti di una “paralisi sensoria” di protezione da ulteriori traumi. Se già stiamo soffrendo per una separazione, non possiamo sopportare altre perdite. La conseguenza di questa riduzione delle cellule epidermiche è che la pelle diventa secca, rugosa e si può desquamare.

Con la risoluzione del conflitto c’è il punto di svolta. Quando per un qualsiasi motivo viene per il cervello ripristinato il contatto mancante, contemporaneamente alla guarigione a livello psicoemotivo, avviene anche quella del corpo: la pelle inizia a ricostituirsi ed a ripristinare le aree ulcerate con nuove cellule epidermiche. In questa fase di riparazione la pelle s’infiamma, diventa rossa, può prudere e gonfiarsi. Ed è proprio in questo momento che allarmati per la malattia andiamo dal medico uscendo con la prescrizione cortisonica...

Dobbiamo invece comprendere che qualsiasi problema cutaneo (eczema, dermatite, acne rosacea, orticaria, o herpes) è un sintomo importante che indica il processo di guarigione!

A quanto appena detto va aggiunto un secondo "programma" della pelle: "contatto sgradito". Oltre alla perdita di contatto il cervello che governa l'epidermide, cioè la Corteccia, si attiva anche con un "contatto sgradito" (relazione, sostanza chimica o tossica, ecc.) e la pelle subisce lo stesso andamento descritto.

Lateralità
Il dottor Hamer ha scoperto un’altra cosa interessante: la zona in cui si manifesta il problema di pelle è influenzata dalla lateralità biologica. Una persona (uomo o donna) destrimane manifesterà il conflitto di separazione dal figlio o dalla madre sulla parte sinistra del corpo, mentre sarà colpita la parte destra quando il conflitto è con il partner. Per i mancini questo discorso si inverte.
Va sempre tenuto in considerazione però che questo programma biologico e sensato della pelle si avvia anche nel luogo dove la separazione viene percepita. “Mi hanno strappato la mamma dalle braccia” (problemi gli arti superiori), “mio papà non mi accarezza più la testa” (alopecia), ecc.

Conclusione
Oggi assistiamo ad un vero e proprio attacco alla corteccia sensoria. Con la scusa del Covid hanno imposto delle norme a dir poco delinquenziali: distanziamento, museruola, isolamento, ecc.
Il danno è pazzesco e coloro che ci rimettono di più sono proprio i nostri cuccioli perché avendo ancora la massima plasticità cerebrale, sono più facilmente plasmabili.
Questo potrebbe spiegare la crescita esponenziale dei problemi di pelle. Già i bambini soffrono spesso di conflitti di separazione ogni qualvolta nasce un fratellino, quando la mamma si stacca per andare a lavorare, quando vengono lasciati da soli, ecc.
Ci mancavano le demenziali norme anti-covid...

La conclusione non è scontata. Da simili mirabolanti conoscenze dovremo giungere alla consapevolezza che la sapienza della Natura è incommensurabilmente magistrale: nulla è casuale, ma tutto è perfettamente bio-logico (logica della Vita). Quindi avere fiducia nelle Leggi che governano il creato. Dall’altra sarebbe importante iniziare ad ascoltare attentamente e onestamente i bisogni che sorgono da dentro, siano essi fisici o spirituali. Mi riferisco ai bisogni primari (fisiologici quali sete, fame, ecc.) e di sicurezza; ai bisogni sociali (essere amati, accettati e riconosciuti) e ai bisogni spirituali (legati al bello, al vero e al giusto).

Purtroppo i condizionamenti imposti dalla cultura, dalle religioni e dalla società creano danni enormi, facendo nascere l'insoddisfazione nel lavoro, nella vita e nelle relazioni.
Quando infatti i bisogni non vengono soddisfatti, possono avviarsi i programmi Speciali Biologici e Sensati (malattia) con lo scopo di tornare nella norma. Così facendo offrono però alla persona la possibilità di rivedere i bisogni disattesi, quelli che hanno alterato il normale procedere delle tappe di una vita stupenda.

Per maggiori informazioni http://www.attivazionibiologiche.info/

Marcello Pamio – 26 marzo 2022

Il termine sempre più di moda Metaverso (dal greco “meta” che significa “all’interno” e “verso” inteso come abbreviazione di “universo”) è nato nel mondo cyberpunk agli inizi degli anni Novanta.
E’ l’evoluzione di Internet ma non la sostituisce: in pratica un insieme di mondi virtuali e reali interconnessi, popolati da avatar. Attenzione a non confondere il Metaverso con la realtà virtuale: è qualcosa di molto più subdolo e rischioso: un finto universo dove digitale e reale si fondono e si intersecano.
Le persone quindi passeranno intere giornate in questo mondo fittizio, facendo qualunque cosa ma attraverso degli avatar. Potranno stringere rapporti e relazioni, lavorare, dormire e anche svagarsi (e lo scenario pornografico sarà molto allettante). Ma così facendo l’uomo perderà il contatto con la Vita reale, il collegamento con la Natura, perché sarà perennemente proiettato in artificiali esistenze digitali, dove potrà diventare tutto quello che desidera. Siamo nell’antinatura per eccellenza!

Se pensate si tratti di fantascienza vi state sbagliando di grosso: Facebook, la società dell’aschkenazita Mark Zuckerberg ha cambiato nome in Meta, perché il loro obiettivo è quello di incentrare il futuro della compagnia sul Metaverso. Ma guarda caso!

Mark Zuckerberg con il suo avatar

Inoltre sempre più scuole stanno introducendo questa follia nella didattica. A Milano è nata la prima scuola nel Metaverso: è l’istituto St. Louis School il progetto pilota. La Scuola fa parte dell’Inspired Education Group, gruppo di scuole elitarie, come pure H-FARM International School organizza seminari su questo mondo digitale...
Perché la società ha intrapreso questa direzione? Tutto sta andando verso questo abominio, verso la totale disumanizzazione e l’annichilamento dell’uomo. E ovviamente non è casuale. Lo scopo è preparare la strada al Transumano e al Postumano. Dal Metaverso alla fusione tra uomo e macchina il passaggio sarà più veloce e semplice.

Vogliono l’ibridazione del DNA con le macchine (grazie al DNA e al grafene contenuto nei sieri) per creare un essere senz’anima, controllato da intelligenze artificiali. Detto usando termini oggi di moda: la digitalizzazione dell’intera Vita umana.
Deriva antropologica diabolica! Mirano al simbionte: un essere metà uomo e metà macchina per creare quella post-umanità utile ai loro bassissimi scopi...

Marcello Pamio - March 23, 2022

Nel 2014 esce in Israele un Rapporto dove si riconoscono come ebrei di fatto i khazari e dall’altra per la prima volta si inizia a parlare di una migrazione giudea verso l’Ucraina… Attenti alle date.
In pratica ci sarebbe la volontà di Israele di ricollocare gli insediamenti in Ucraina, paese che ha stipulato questo accordo non solo sulla base dei legami storici (terra madre della Khazaria) ma anche in cambio dell’assistenza militare necessaria contro la Russia, il nemico acerrimo...
Tra l’VIII e il IX secolo, i Khazari, un popolo turco guerriero e molto bellicoso furono costretti dall’imperatore russo a convertirsi al giudaismo e da allora si mescolarono con i veri e pochi ebrei sefarditi. I Khazari governarono un vasto territorio oggi collocato tra la Russia meridionale e l’Ucraina: si estendeva dall’attuale Kiev fino alla Mongolia, compresa la Crimea.

Mar Nero. Mostra la presenza khazara in Crimea e nelle regioni costiere. Ucraina e Kiev in alto a sinistra. A destra: Mar Caspio, anche etichettato, come era consuetudine, come il Mar dei Cazari

Dopo la distruzione del loro impero per opera dei russi nel XI secolo, i khazari si sparpagliarono in Europa e una coltre di mistero li avvolse, fino ai nostri giorni...

Nel 2012 il ricercatore israeliano Eran Elhaik ha pubblicato uno studio sostenendo che l’ascendenza khazara è l’elemento più importante nel pool genetico degli ashkenaziti (Noè ebbe tre figli: Sem, Cam e Jafè. Askenaz era nipote di Jafè e quindi pronipote di Noè).

Nel 2014 un gruppo di studiosi provenienti da importanti istituti di ricerca e musei ha rilasciato un rapporto segreto al governo riconoscendo gli ebrei europei come khazari.

Notizia dirompente: in pratica la maggior parte degli ebrei del mondo, stiamo parlando di circa l’85-90% non discendono dai patriarchi biblici ma dal popolo turco-khazaro.
In questa ottica l’invito ucraino per gli ebrei a ritornare nel vecchio Impero arriva come una manna dal cielo.

Tutti gli ebrei che desiderano tornare (in Ucraina) saranno accolti come cittadini a maggior ragione se prenderanno parte alla promessa di assistenza militare israeliana, comprese truppe, equipaggiamento e costruzione di nuove basi.

Se il trasferimento iniziale funzionerà, altri coloni della Cisgiordania sarebbero incoraggiati a trasferirsi nella storica terra. Quando l’Ucraina, forte di questo sostegno, avrà ristabilito il controllo su tutto il suo territorio, l’attuale Repubblica Autonoma di Crimea (storico porto controllato dai khazari) tornerà ad essere un dominio ebraico.

Ecco il piano secolare degli ebrei-khazari di vendicare la sconfitta di Khazaria da parte dei russi nel Medioevo tornando ad occupare la propria terra madre.

Sempre nel 2014 a febbraio arriva la rivoluzione ucraina (finanziata dai soliti noti, uno per tutti il khazaro George Soros), nota anche come rivoluzione di Maidan che porta alla fuga del presidente eletto e la conseguente caduta del governo. Il 18 marzo 2014 c’è il riconoscimento (non casuale) da parte di Vladimir Putin della Crimea come “Stato sovrano e indipendente”. A seguire le forze in gioco hanno posizionato a capo del governo in Ucraina un loro uomo, il khazaro Zelensky, il quale fa massacrare dai battaglioni nazisti il suo stesso popolo (Donbass), i russofoni rei di non aver accettato il regime golpista e di essere troppo vicini agli odiati russi. Questa situazione aggravata dalla folle ma millimetrica volontà provocatoria di voler entrare nella Nato e i numerosi laboratori di armi chimiche gestiti dal Pentagono in terra di Ucraina hanno fatto precipitare i rapporti con il Cremlino. Il resto è una storia triste...

A breve un approfondimento/libro sui Khazari...

https://blogs.timesofisrael.com/leaked-report-israel-acknowledges-jews-in-fact-khazars-secret-plan-for-reverse-migration-to-ukraine/

Marcello Pamio – www.disinformazione.it

Le criptovalute sono dal punto di vista tecno-ideologico una genialata pazzesca. La comprensione del funzionamento non sono proprio alla portata di tutti, ma cercheremo con i limiti del caso, di aprire una finestra sull’argomento per cercare di comprendere cosa sono queste “monete”, quali sono i benefici e i rischi.
La criptovaluta o criptomoneta (che chiamerò per semplicità cripto) è una forma di valuta digitale, quindi virtuale o elettronica che usa una speciale crittografia per proteggere le transazioni.

Dimenticate all’istante un’autorità emittente o regolatrice centrale, come una banca, perché le cripto utilizzano un sistema decentralizzato (peer-to-peer) per registrare i movimenti ed emettere nuove unità.

Ed è proprio questa decentralizzazione una delle caratteristiche più interessanti e positive.

In pratica è un sistema di moneta e di pagamento digitale che non si appoggia alla banca centrale per l'emissione ne alle banche per la verifica delle transazioni, ma consente a tutti di inviare e/o ricevere pagamenti ovunque nel mondo e istantaneamente.
La differenza abissale con il denaro fisico (moneta fiat creata dalle banche) che circola e si scambia nel mondo reale è che nel cybermondo i pagamenti esistono unicamente sotto forma di monete digitali in un database online. Nulla di tangibile.

Tutto quanto, dal trasferimento di fondi alle transazioni, viene registrato in un libro mastro pubblico chiamato “blockchain”, e la cripto accantonata in conti digitali tracciati sul libro mastro.
Ovviamente ogni passaggio è crittografato, il che significa che viene utilizzato un sistema di codifica avanzatissimo per la trasmissione dei passaggi di proprietà tra portafogli sui libri mastri pubblici.

Lo scopo infatti della crittografia è garantire protezione, sicurezza e anonimato!
Siamo arrivati al secondo importantissimo aspetto positivo: l’anonimato.

Come funziona
Le cripto quindi utilizzano un libro mastro pubblico chiamato blockchain: una specie di registro dove vengono iscritte tutte le transazioni, aggiornato e posseduto dai titolari delle valute, quindi da tutti. Il terzo aspetto da sottolineare è che la condivisione totale dei dati è assai democratica.

Blockcain

Le unità di alcune cripto come bitcoin vengono create tramite un processo chiamato “mining”, che fa leva sull’elaborazione informatica per risolvere complicati problemi matematici da cui vengono generate le monete.
Le persone possono acquistare le valute dai broker, accantonarle e spenderle utilizzando portafogli crittografici.
Va precisato che possedere delle criptomonete non significa possedere qualcosa di concreto e tangibile: si ha solo una chiave elettronica che consente di spostare monete da una persona all’altra senza intermediari.

Il motivo per cui le persone dovrebbero metterci il naso sulle cripto è che rappresentano il futuro dell’umanità, che ci piaccia o meno. Non a caso le banche stanno pensando di sfruttare tale tecnologia per i loro interessi: monete fiat digitali, transazioni di bond, titoli e asset, ecc.
Non sto dicendo che si devono acquistare monete virtuali, il punto è se vogliamo comprendere quello che sarà il nostro futuro prossimo o se vogliamo rimanere alla periferia dell’impero.

Come si acquistano?
La maggior parte delle persone non sa come avviene l’acquisto concreto di queste valute.
Per l’oro fisico basta recarsi in banca o in una delle tante società che vendono metalli preziosi per portarsi a casa l’oro, o lasciarlo nei loro forzieri.
Il discorso per una moneta inesistente è ovviamente complesso e sono previsti tre passaggi. Il primo è la scelta della piattaforma. Si deve decidere quale piattaforma utilizzare. Di solito si può optare per un broker o una piattaforma di scambio dedicata. Il broker offre vari modi per acquistare e vendere cripto. Per le piattaforme di scambio, essendo molte a disposizione è necessario avere conoscenze un po’ più approfondite.

Il secondo passaggio è il versamento vero e proprio dei fondi sul conto virtuale.
Una volta scelta la piattaforma, bisogna eseguire un versamento dei fondi sul conto, in modo da iniziare il trading. La maggior parte delle piattaforme consente agli utenti di acquistare utilizzando moneta fiduciaria, come il dollaro, la sterlina o anche l’euro, utilizzando carte di credito o di debito.

Attenzione: acquistare con carta di credito è rischioso, non solo per eventuali furti di dati ma perché le cripto essendo molto volatili non è molto opportuno rischiare di indebitarsi per determinati asset. alcune piattaforme accettando comunque anche bonifici.
Anche servizi di pagamento come Paypal, Cash Qpp e Venmo consentono di acquistare, vendere o possedere cripto.
Infine l’ultimo passaggio è l’inserimento di un ordine.
Dopo aver acquistato le cripto è necessario accantonarle per proteggerle dagli hacker.
Normalmente vengono messe dentro portafogli criptati sia fisici (dispositivi hardware) che non (dispositivi software online) utilizzati per archiviare le chiavi private in modo sicuro.

Cosa possiamo acquistare
E’ possibile acquistare un’ampia gamma di prodotti da siti di e-commerce usando la criptomoneta.
Se un rivenditore non dovesse accettarle direttamente si può utilizzare una carta di debito per le criptovalute tipo bitpay.

Attenzione alle frodi e alle truffe
Bisogna fare molta attenzione perché i reati legati alle cripto sono in aumento.
Le truffe vanno da siti web falsi, che promettono ingenti guadagni garantiti, ai schemi virtuali stile ponzi dove si promuovono opportunità inesistenti di investimento in valuta digitale.
Oppure i truffatori si fingono miliardari o personalità rinomate che promettono di moltiplicare gli investimenti in valuta digitale, mentre lo scopo è solo quello di portarvi via il denaro.
Possono anche fingersi operatori di trading di valute digitali o proporre finte piattaforme di scambio per estorcere denaro.

La sicurezza
Come è stato detto le criptovalute utilizzano la tecnologia blockchain: un processo tecnico complessissimo, il cui risultato è la massima sicurezza pensabile.
Mentre oggi nei conti bancari basta un semplice click sulla tastiera per bloccare un contro corrente e/o una carta di credito, impedendo alla persona interessata di acquistare il mangiare, le cripto sono impossibili da bloccare.

Infine a differenza del denaro creato e tutelato dallo stato, il valore delle valute digitali è determinato unicamente dalla domanda e dall'offerta. Questo crea forti oscillazioni che per gli investitori si traducono in guadagni significativi o grandi perdite. Dico questo per i deboli di cuore...
Come sempre la diversificazione è il fattore chiave, tanto più ci si immerge nel mondo virtuale! Vivamente consigliato diversificare gli investimenti.

Great reset e criptomonete
Sempre più spesso sentiamo parlare del progetto chiamato il “grande reset” che rappresenta l’iniziativa radicale dell’élite globale per trasformare completamente l’economia globale!

Un reset generale non solo dell’aspetto economico, ma anche sociale e antropologico.

Lo scopo è il “nuovo ordine mondiale”, un mondo nel quale, a differenza dei principi fondanti del bitcoin e delle cripto in generale, la centralizzazione è il fulcro basale. Loro devono e vogliono centralizzare tutto il potere.
Anche il settore cripto ha pianificato il suo “grande reset”, ma basato sulla decentralizzazione.
I governi vorrebbero mettere il mondo su un registro distribuito per digitalizzare la vita umana nella sua globalità (dati finanziari, biometrici, medici ed economici...) in modo da avere il controllo assoluto. Nel mondo cripto invece si vuole mettere tutto su una blockchain aperta e condivisa da tutti.

Invece dei sistemi di credito sociale in stile cinese, e delle monete fiat centralizzate dallo stato, si vuole dare la possibilità e la libertà ad ogni individuo di avere controllo del proprio denaro, in maniera totalmente indipendente dalle banche.
Sicuramente il grande reset sarà uno sconvolgimento rivoluzionario. ma dietro ogni grande crisi c’è sempre una grande opportunità per tutti. Per le aziende che produrranno prodotti finanziari in modo decentralizzato su blockchain, e per gli individui che non dovranno più fare affidamento sul sistema finanziario tradizionale.

Il fondatore del bitcoin, questo misterioso Satoshi Nakamoto, ha detto che «molte persone liquidano automaticamente la moneta elettronica come una causa persa, a causa di tutte le aziende che sono fallite dagli anni ‘90 in poi. [...] spero sia ovvio che è stata solo la natura centralizzata di quei sistemi a condannarle. penso che questa sia la prima volta che proviamo un sistema decentralizzato, non basato sulla fiducia».

Satoshi infatti credeva che le soluzioni peer-to-peer e il decentramento restituissero alle persone la loro libertà!
Il grande reset potrebbe risolversi in una lotta tra le valute digitali centralizzate delle banche e dei governi e le criptovalute decentralizzate. Lotta quindi tra centralizzazione e decentralizzazione!

Cripto e moneta-merce
Giacinto Auriti amava ripetere che chi trova una pepita d'oro ne diventa proprietario, e la può mettere a bilancio attivo. Il cittadino di uno stato senza sovranità monetaria è invece debitore di ogni moneta (la nuova “pepita”) che il vero sovrano, ovvero la banca centrale, emette a debito.
Al contrario del primo caso, nel secondo caso sono aumentati i suoi debiti ovvero le sue passività.

La soluzione che proponeva non era un ritorno alla moneta-merce nella sua forma più pura, bensì un avanzamento verso la pura moneta-credito, che fosse quindi accreditata all'atto della sua emissione anziché addebitata. Auriti immaginava un salto evolutivo che purtroppo l'umanità non è ancora riuscita a fare. In assenza della possibilità di un passo in avanti, il bitcoin ci permette un passo indietro verso un sistema monetario molto simile a quello basato sull'oro. I bitcoin infatti non vengono generati a fronte di indebitamento di una controparte: sono generati a fronte del sacrificio di risorse materiali, similmente a come accade con l'estrazione dei metalli preziosi.

Nel passato l'umanità ha speso immani risorse per estrarre l'oro dal sottosuolo, per poi rimetterlo al sicuro nel sottosuolo sotto forma di lingotti. Oggi l'umanità consuma una quantità enorme e crescente di elettricità per estrarre bitcoin, per poi tenerli fermi in portafogli elettronici come forma di investimento a lungo termine. Al contrario dell'oro che almeno ha degli usi concreti ed industriali, il bitcoin non serve praticamente a niente se non ad assolvere alla sua funzione monetaria di riserva di valore (è infatti un mediocre mezzo di scambio ed una pessima unità di conto). In questo senso bitcoin è una forma purissima e futuristica di moneta-merce, un distillato purissimo dello spirito del capitalismo.

Marcello Pamio – 6 marzo 2022
In tempi non sospetti, il 3 dicembre 2014 candidamente “Il Sole 24Ore” pubblica un interessante articolo che spiega tutto. Lo spiega ovviamente a chi ancora un encefalo funzionante dentro la scatola cranica, per tutti gli altri c’è sempre Fabio Fazio e Bruno Vespa.
L’ebreo ungaro-statunitense George Soros, oltre a tutte le rivolte e rivoluzioni colorate, ha finanziato anche il nuovo governo dell’Ucraina.
Il Sole 24Ore si para il culo dicendo che «non sono notizie da sito complottista: lo scorso maggio (2014) lo stesso Soros ha detto a Fareed Zakaria di CNN d’aver contribuito a rovesciare il regime filorusso per creare le condizioni di una democrazia filo-occidentale». Alla faccia della democrazia, pensate se fosse stata una dittatura…
Come era ovvio le elezioni eterodirette dall’esterno hanno innescato pesanti rivolte nel Donbass spente con attentati e bombe a frammentazione usate dal criminale battaglione neonazista Azov.
Questa è la conferma che a creare zizzania in quel paese è stato Soros, il magnate khazaro, agente dei Rothschild.
Ma ovviamente il cattivo è Putin!
https://st.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-12-03/se-soros-e-finanza-scelgono-governo-dell-ucraina-084934.shtml?uuid=ABOLVKLC

Marcello Pamio – 5 marzo 2022
Ufficialmente siamo ancora in emergenza sanitaria, e fino a dicembre in emergenza nazionale per il conflitto militare in Ucraina. E cosa fa il governo? Vota la riforma del catasto!
So bene che in questo periodo storico le cose più difficili da trovare in circolazione non sono i filorussi, ma i neuroni. Ma scusate che fretta c’era? Come mai una tale urgenza da rischiare, come infatti è avvenuto, di far cadere il governo? Semplicissimo: si chiama Grande Reset!
Aumentando i costi e le tassazioni alle famiglie che possiedono case di proprietà (si parla di migliaia di euro all’anno). Nelle simulazioni della UIL le rendite aumenteranno del 128,3% con punte del 189% a Trento, 183% a Roma, 164% a Palermo, 155% a Venezia, 123% a Milano. L’impatto sull’IMU sarà devastante sulle seconde case con un aumento medio a livello nazionale di 1.150 euro passando dagli attuali 896 euro a 2.046 euro. Mentre una prima casa ai fini del calcolo dell’ISEE aumenterà mediamente di 75 mila euro con il valore che passerà da 23.576 a 98.733, con un incremento percentuale che sfiora così il +319%.
Se aggiungete a questa follia tutti i rincari (energia, utenze, cibo, ecc.) lo scenario è inquietante…
La goccia che farà traboccare il vaso sarà la prossima emergenza, quella climatica. Ricordo che il lasciapassare è verde: vi siete mai chiesti perché green? La vostra casetta inquina? Nessun problema, dovete metterla a norma spendendo tantissimi soldi. Non li avete? Cazzi vostri!
Le famiglie non ce la faranno e allora interverrà il governo salvifico…

Per maggiori informazioni
https://www.ilparagone.it/attualita/riforma-catasto-pioggia-tasse/

Ipotesi sul vissuto degli ultimi due anni!

Mai come in questo ultimo periodo storico è diventato di vitale importanza conoscere il funzionamento degli organi, in particolare quelli deputati alla respirazione. Solo comprendendone il senso biologico profondo saremo in grado di capire cosa è successo negli ultimi due anni...

Polmoni e libertà
Il polmoni rappresentano lo scambio tra il mondo esterno e il mondo interno. L’aria (e la vita) entra in noi per essere poi distribuita al sangue e ad ogni cellula del corpo, grazie al ferro contenuto nei globuli rossi. Stiamo parlando del soffio vitale!
Simbolicamente l’apparato respiratorio è collegato alla libertà, allo spazio e alla sicurezza, e non a caso il genio della lingua è precisissimo: “ho bisogno di spazio”, “ho bisogno di libertà”, “mi togli l’aria”, ecc. per indicare alcune delle sofferenze che viviamo...
Quindi un qualsiasi problema a questo organo rappresenta sempre difficoltà di scambio: bisogni di aria, spazio, libertà e autonomia.

Bronchi
I bronchi tecnicamente non servono per respirare ma per convogliare l’aria dai polmoni all’esterno: sono per questo organi di relazione e scambio. Biologicamente servono per “ringhiare” con l’intento di far scappare il nemico! Avete presente il cane che ringhia quando una persona o un animale si avvicinano al suo territorio? Auscultate con lo stetoscopio i polmoni di un bambino con la bronchite e capirete quanto appena detto.

I bronchi derivano da un preciso foglietto embrionale chiamato “ectoderma”, controllato dalla corteccia cerebrale!
Si attivano, cioè manifestano un “problema” quando ci sentiamo «minacciati», quando viviamo un «pericolo nel territorio», e ogni qualvolta alziamo la voce o litighiamo con qualcuno nel o per il territorio. Anche «la mancanza di protezione» e «l’attacco all’integrità» del clan (famiglia) e la percezione di una «invasione del territorio» a causa di un veleno (magari un virus) sono validi motivi di attivazione.
Nel momento in cui viviamo il conflitto, cioè quando abbiamo il percepito di «minaccia o invasione nel territorio», o viviamo «litigi e discussioni in famiglia», la corteccia cerebrale ulcera i bronchi per far passare meglio l’aria, li “apre” per poter ringhiare meglio e far scappare il nemico…
Una volta passata la minaccia, la corteccia aumenta la funzione e cicatrizza, calcificando le necrosi (ulcere), usando muco bronchiale. Il risultato di tutto ciò noi lo chiamiamo bronchite!

Alveoli
A differenza dei bronchi gli alveoli derivano da un foglietto embrionale completamente diverso: l’endoderma. Tale tessuto è controllato dal tronco encefalico, il cervello arcaico o rettile che risponde al «boccone vitale», in questo caso ovviamente il «boccone aria».

Se nei bronchi il vissuto è la «minaccia nel territorio», negli alveoli è il «panico della morte», la paura arcaica di soffocare, di affogare. Stiamo parlando della paura viscerale per antonomasia.

In pieno conflitto il tronco attiva gli alveoli, aumentandone la funzione con l’intento primordiale di aumentare gli scambi gassosi per respirare meglio. Se questo prosegue nel tempo può dare luogo a quello che in fisiopatologia si chiama adenocarcinoma. Superata la paura arrivano microrganismi specifici (funghi e micobatteri) che cercano di caseificare, cioè demolire la massa...

Polmonite: la minaccia del XXI secolo?
La polmonite è negli ultimi tempi diventata senza forse la patologia più conosciuta e temibile del pianeta.
Ufficialmente è caratterizzata da una infiammazione del tessuto polmonare, in particolar modo degli spazi interalveolari e dei bronchioli.
La conoscenza profonda del senso biologico diventa allora uno strumento fondamentale per proteggerci.
Cosa avviene con la polmonite? I foglietti embrionali che si attivano sono i due appena visti: endoderma ed ectoderma, il primo ripeto controllato dal tronco encefalico e il secondo dalla corteccia cerebrale. Due cervelli con due vissuti completamente diversi.

Quello che accade quindi all’organo durante una polmonite è un mix dei due vissuti.
In pieno conflitto avviene l’ulcerazione della mucosa bronchiale (ectodermica) per far passare meglio l’aria (per ringhiare con forza) e/o un aumento di funzione alveolare (endodermica) con iperproduzione di muco, per acchiappare meglio il «boccone aria».
In soluzione avviene la ricostruzione delle ulcere bronchiali con un aumento mucolitico, e la demolizione delle masse alveolari grazie al contributo di microorganismi quali funghi e/o micobatteri.

I conflitti vissuti nella polmonite sono:minaccia territoriale” e “paura dell'invasione” dei bronchi e “paura della morte” per asfissia, degli alveoli.
Esattamente il percepito vissuto da centinaia di migliaia di persone negli ultimi due anni.

Perdita dell’olfatto e del gusto
Molte persone hanno riscontrato sintomi particolari come la perdita dell’olfatto e del gusto.
Ovviamente per la narrazione ufficiale la causa sarebbe il virus, senza però spiegare come mai sono state colpite solo alcune persone e non tutte.
I centri del gusto e dell’olfatto hanno a che fare con il lobo sinistro della perinsula, quella che gestisce non a caso le percezioni interne ed esterne ambientali. In particolare l’olfatto è lo strumento che ci avvisa di eventuali minacce nel territorio. Virus a parte, la sparizione di questi due sensi è fenomeno percettivo rispetto al contesto e rispetto all’ambiente.

Sono alterazioni così anomale in un periodo in cui si “respira” e si “percepisce” un clima di sospetto, segregazione, paura, malattia e morte?
Infine va tenuto anche conto che l’olfatto (il senso più arcaico dell’uomo) ha a che fare anche con il sentirsi inclusi nell’ambiente in cui si vive: l’odore dell’appartenenza e dell’inclusione.
Per l’uomo, essendo un animale sociale, è importantissimo sentirsi parte dell’ambiente in cui vive.

Nella perdita dell’olfatto questo senso di appartenenza viene a mancare: è come se ci sentissimo estranei in casa nostra o al lavoro. Questa è una conseguenza del fatto che assistiamo impotenti alla totale accettazione da parte di amici, parenti, fratelli e conviventi, della fallace narrazione? In una simile condizione non è così folle sentirsi di non appartenere a quel clan. Sentire l’esclusione.
Infine a complicare il quadro dobbiamo trattare anche il “conflitto del profugo”...

Profugo: pesce fuor d’acqua
Il quadro biologico appena descritto può aggravarsi quando la persona vive una profonda tristezza associata a quella condizione chiamata “profugo”.
Il “conflitto del profugo” detto anche “attivazione dei tubuli collettori renali” (endoderma) è un conflitto esistenziale e senza ombra di dubbio uno dei più gravi che l’uomo possa vivere.
Si tratta di un percepito animale profondo, primordiale e arcaico (controllato non a caso dal tronco). Il cervello fa trattenere i liquidi per sopravvivere, come ultima spiaggia, perché non esiste un liquido più importante dell’acqua per la Vita umana e animale!

Per comprenderlo basterebbe osservare l’atteggiamento del pesce quando un’onda lo sbatte fuori dall’acqua, nella battigia. Per sopravvivere il suo cervello inizia a trattenere acqua nell’attesa dell’onda che lo riporterà a casa: il mare!

Esattamente quello che vive l’uomo quando non si sente più a casa, quando è fuori dal proprio mare: un pesce fuor d'acqua. Per esempio una persona segregata, imprigionata, nell’isolamento sociale e/o lavorativo, nell’ospedalizzazione forzata, in conflitto o guerra (contro una pandemia per esempio). Condizioni queste in cui il percepito è di avere perso tutto, di non avere più punti di riferimento, di essere fuori dal contesto minimo di sopravvivenza, di dover costantemente lottare per sopravvivere...

Attenzione perché gli effetti di questo conflitto sono pesantissimi: da una parte si trattengono i liquidi e urea (la parte azotata dell’urina) che portano a gonfiori, edemi sparsi, ma dall’altra si ha la recrudescenza di qualsiasi sintomo pregresso. Questo ultimo punto può fare la differenza, perché un qualsivoglia sintomo come dolore, difficoltà respiratoria (dispnea), malessere, sanguinamento, energia, ecc. nel profugo si amplificano di molto, facendo aumentare la paura (di morire ma non solo) e quindi di auto-alimentare lo stesso profugo, il quale farà trattenere ancor di più liquidi, ecc. in un circolo vizioso pericolosissimo, spesso a decorso letale!
Non è un caso infatti che Geerd Ryke Hamer, l’illuminato medico al quale va l’incommensurabile riconoscenza di aver consegnato al mondo queste conoscenze, alla domanda da parte dei medici sulla strategia più importante per aiutare le persone in sofferenza, rispondeva perennemente e teutonicamente di “sprofugarle”, cioè portarle fuori dal “profugo”, da quell’atavica paura, da quel senso di nullità e disperazione legato alla perdita dei punti di riferimento, al senso di aver perso tutto…

Quanto appena descritto è l’esatto quadro di quello che noi abbiamo vissuto e respirato dai primi mesi del 2020, quando improvvisamente i media mainstream all’unisono hanno iniziato e continuato a martellare, bombardando le coscienze con immagini e notizie devastanti di panico e morte. I risultati sono sotto gli occhi di tutti ancora oggi...

Per approfondire
Attivazioni Biologiche http://www.attivazionibiologiche.info/

Marcello Pamio - 11 febbraio 2022
Oramai è sempre più chiaro che le forze del disordine invece di difendere e proteggere i cittadini, cioè quelli che pagano loro lo stipendio, sono il braccio armato della dittatura.
La polizia di Ottawa ha l'ordine di sequestrare le taniche di benzina e arrestare i "criminali" che aiutano i camionisti.
Cosa fanno allora le persone? A centinaia sono scese in strada con una tanica rossa, qualcuna è piena e qualcun altra è vuota. Come faranno i poliziotti a fermarli tutti? E una volta fermati potranno arrestare uno che ce l'ha vuota?
Straordinario esempio di unione e sostegno!

https://t.me/marcellopamio

Marcello Pamio - tratto da Attivazioni Biologiche www.attivazionibiologiche.it

Sempre più persone nel ricco e opulento Occidente soffrono di patologie legate all’apparato cardiovascolare. A livello ufficiale si tratta della prima causa di morte, con circa 600 decessi ogni giorno in Italia.
Per cercare di capire qualcosa in più sull’ipertensione è doveroso partire dalla concezione biologica dell’essere spirituale chiamato uomo. Tutti gli organi e gli apparati derivano da 4 foglietti embrionali specifici (endoderma, mesoderma antico, mesoderma recente ed ectoderma), i quali sono gestiti e controllati da 4 cervelli corrispondenti (tronco encefalico, cervelletto, sostanza bianca e sostanza grigia). E ognuno di questi cervelli risponde ad un conflitto o un ri-sentito.

Questa premessa serve per capire che quando si parla di un organo o di una funzione d’organo è necessario conoscerne l’origine embriologica. L’ipertensione non fa eccezione.

A livello generale la cosiddetta pressione alta è una condizione clinica in cui la pressione del sangue nelle arterie della circolazione sistemica risulta elevata. Questo comporta un aumento di lavoro per il muscolo cardiaco. La pressione è riassunta da due misure: sistolica e diastolica, che dipendono dal fatto che il muscolo cardiaco si contrae (sistole) o si rilassa (diastole) tra un battito e l'altro.
Il valore per cosi dire “normale” a riposo è rappresentato da una pressione compresa tra i 100 e i 140 mmHg di sistolica e tra i 60 e i 90 mmHg di diastolica.

L’ipertensione viene classificata come primaria (essenziale) o come secondaria. Circa il 90-95% dei casi riguarda l'ipertensione primaria, il che significa che vi è pressione alta senza evidenti cause mediche di base, il restante 5-10% dei casi è classificato come ipertensione secondaria, causata da altre malattie che colpiscono i reni, le arterie, il cuore o il sistema endocrino.
A questo punto, sfruttando le conoscenze delle Leggi Biologiche, conosciamo le cinque condizioni che possono attivare il “programma” chiamato “ipertensione”.

IPERTENSIONE FUNZIONALE
Quando ci troviamo a vivere una situazione conflittuale, cioè quando si ha un importante e impellente problema da risolvere (al lavoro, nelle relazioni, in famiglia, ecc.) il cervello mette in atto un programma biologico e sensato volto ad aumentare la pressione arteriosa.
Dove sta la ratio in un aumento pressorio? Lo scopo è semplicissimo ma funzionale: mantenere alta la perfusione degli organi principali per favorirci nella lotta finalizzata alla soluzione del conflitto!

In tale lotta se non avessimo gli organi (per la fuga o l’attacco) irrorati di sangue, non andremmo da nessuna parte. L’ipertensione quindi diventa un’opportunità di sopravvivenza in un momento difficile della nostra vita!
Questo tipo di ipertensione non è molto marcata, e normalmente viene riscontrata con il rilevamento della pressione. Anzi, il solo fatto di poter riscontrare valori pressori eccessivi può causare una situazione psico-emotiva e poi biologica che va ad innalzare essa stessa la pressione.
La persona è del tutto asintomatica, ma l’emozione legata alla paura di essere ipertesa (magari perché un familiare o un amico ne è affetto), la porta ad esserlo davvero. Un circolo perverso insidioso.

IPERTENSIONE DELLA MIDOLLARE DEL SURRENE
A differenza della precedente questa condizione può dare una forte alterazione dei valori pressori.
Il conflitto che attiva le surrenali è uno stress estremo: la percezione per esempio di essere senza via di scampo, in una situazione senza possibilità di fuga. Da qui la necessità di uno sforzo estremo che ci liberi da una situazione diventata insostenibile.

Proprio per questo motivo (in conflitto attivo) il tessuto midollare delle surreni cresce per aumentare la produzione di ormoni importanti come le catecolamine (cortisone ad esempio) e consentire di avere un extra di carburante per uscire con forza e/o fuggire dalla situazione insopportabile.
Per questo tipo di ipertensione si consiglia di trovare una soluzione al problema quanto prima, perché nel lungo periodo può essere molto pericolosa.

IPERTENSIONE DEL PERICARDIO
Il conflitto in questo caso è a seguito della percezione di un attacco diretto al cuore, inteso proprio come trauma reale oppure immaginativo (un pugno al petto, un’operazione al torace, allusioni alla salute del cuore, diagnosi importanti che coinvolgano il cuore, ecc.).

Continue recidive conflittuali possono determinare cicatrizzazioni ripetute che rendono difficoltoso il ritorno sanguigno e che possono causare un innalzamento del valore pressorio diastolico, cioè della pressione minima!

IPERTENSIONE DEL PARENCHIMA RENALE
Anche questo tipo di ipertensione, come per le surreni, può determinare una forte alterazione dei valori pressori.
Si tratta di un conflitto in relazione all’acqua, ai liquidi in generale (aver subito una inondazione, un allagamento, aver patito un annegamento sventato, aver subito delle fleboclisi).
Si ha il percepito di essere “fuori dal proprio mare”: fuori dal proprio percorso di vita. Quando facciamo qualcosa (e ci tocca farla), ma vorremmo fare tutt’altro.

Per drenare l’eccesso di liquidi può essere utile fare dei bagni in una vasca con acqua calda e 2 kg di sale marino. L’effetto osmotico e centrifugo del sale aiuta l’estrazione dei liquidi in eccesso. Simbolicamente è un ritorno artefatto al proprio mare di origine.

IPERTENSIONE A SEGUITO DI RECIDIVE A CARICO DELLE ARTERIE
L’ipertensione da coinvolgimento vascolare arterioso serve ad aiutare la funzione cardiaca in presenza di un risentito del tipo: “il mio cuore non ce la fa”. La percezione è quella di non farcela in una certa situazione. Quindi siamo in piena svalutazione, non ci sentiamo abili a fare qualcosa.

Il coinvolgimento ripetuto delle tonache muscolari delle arterie porta ad un loro ispessimento ed alla relativa rigidità. I vasi risultano avere una elasticità inferiore e la pressione all'interno del vaso rimane alta.
In questo caso il cervello mantiene alta la pressione diastolica, cioè la cosiddetta minima.

Conclusione
Dopo quanto detto spero sia chiaro che non esiste una ipertensione perché ci sono almeno cinque condizioni biologiche che possono influenzarla!
Qualunque sia l’interpretazione che diamo però, l’ipertensione indica una cosa: il cervello sta cercando la soluzione ad una condizione divenuta per noi pesante e insopportabile. Con la mente siamo maestri a raccontarcela, a sviare, ma oggettivamente e biologicamente significa che siamo “sotto pressione”, per cui è vitale trovare una valvola di sfiato…
L’arte sotto qualsivoglia forma è uno strumento terapeutico utilissimo, ma è chiaro che dobbiamo comprendere la causa della “pressione” e cercare di risolverla definitivamente!

Biodecodifica
Dal punto di vista simbolico il sangue rappresenta il clan, mentre il cuore la “casa”, per cui una problematica all’apparato cardiovascolare potrebbe indicare un conflitto nella propria famiglia.
L’ipertensione manifesta la “pressione” che viviamo all’interno del nido (casa): evidenzia quindi un malessere che non riusciamo ad affrontare. Un vecchio problema emozionale non risolto, rimasto aperto che però continua a creare “pressione” interiore.

Mani calde o fredde
Il calore delle mani indica quale tipo di ipertensione va decodificata.

Ipertensione centrale: si avranno le mani calde.
In pratica il ventricolo spinge il sangue con forza, apriamo le porte del cuore (la nostra casa): «Vogliamo che qualcuno se ne vada dalla nostra casa».

Ipertensione periferica: si avranno mani fredde.
In pratica il contrario: «non vogliamo che qualcuno entri in casa nostra», oppure «non vogliamo che qualcuno se ne vada». Per questo chiudiamo le porte!

Alimentazione
Ricordiamo infine il ruolo cruciale che gioca la nutrizione. Cellule, organi, apparati e il sangue stesso vengono nutriti da quello che beviamo, mangiamo, digeriamo e assorbiamo ogni giorno.
Non possiamo lamentarci di eventuali acciacchi e/o malanni se quotidianamente ci ingozziamo di cibi spazzatura, pregni di chimica mortifera, additivi e zuccheri sintetici, o se non beviamo adeguatamente!
Non merita il nostro rispetto solo la parte spirituale, anche il nostro tempio (il corpo) è importante!

Nel caso specifico dell’ipertensione è molto importante per esempio idratare correttamente le cellule e il sangue apportando un quantitativo idrico sufficiente. In disidratazione idrica, condizione questa all’ordine del giorno tra le persone, tutti i liquidi compresi sangue e linfa, diventano più densi.
Idem con i cibi acidificanti (cereali, zuccheri, eccesso proteico) i quali rilasciando dopo la digestione delle ceneri acide fanno diminuire il pH dei liquidi, provocando un aumento della loro densità.
Un leggero aumento della densità del sangue comporta un pari aumento del lavoro cardiaco necessario per spingere tale liquido nei vasi. La conseguenza è un aumento della pressione arteriosa.

Il grande psichiatra, psicoanalista ed esoterista Carl Gustav Jung diceva:

Non siamo qui per guarire dalle nostre malattie, ma le malattie sono qui per guarire noi.

La malattia è un segnale che 'educa', porta fuori il male dell’essere (mal-essere) spirituale. Attraverso la malattia e il sintomo quindi il cervello ci sta parlando prendendo il corpo a testimone!
L'ipertensione ci comunica una cosa precisa e importante: stiamo vivendo una fortissima "pressione" (sociale, relazionale, lavorativa, ecc.), ma dall'altra ci da anche la possibilità (biologica) e l'opportunità (pratica) di uscirne.
Se ascoltassimo di più il nostro corpo, e se avessimo poi il coraggio (azione del Cuore) di cambiare qualcosa nella nostra Vita... assisteremo a miracoli incredibili!!!

Lorenza Veronese e Marcello Pamio – www.disinformazione.it

Il World Economic Forum fondato e diretto dal visionario economista tedesco Klaus Schwab è una fondazione senza scopo di lucro nata nel 1971 in Svizzera con lo scopo di riunire le più grandi menti politiche, economiche e finanziarie mondiali, per discutere questioni urgenti e per trovare soluzioni. Ricordiamo che proprio il WEF aveva ospitato a Ottobre 2019 l’Event 201 che simulava una pandemia da Coronavirus. Di fatto, poco dopo, questa “pandemia” si è diffusa in tutto il mondo.

Tra gli esponenti di questa fondazione nonché tra i partners principali vediamo nomi come Amazon, Allianz, Astrazeneca, Apple, banche di vari paesi occidentali e asiatici, Bill & Melinda Gates foundation, Procter and Gamble, Pfizer, Paypal, Angela Merkel, Xi Jinping (presidente della Cina), Mario Draghi ecc...

I manifesti del WEF sono, principalmente, due testi scritti a più mani e messi insieme sotto la direzione di Klaus Schwab dal Titolo “La Quarta Rivoluzione Industriale” pubblicato nel 2016 con prefazione di John Elkann e “Covid 19: The Great Reset” pubblicato nel 2020.

In questi testi Schwab e alcuni membri del WEF chiariscono la direzione delle ricerche e degli investimenti che sono stati fatti ad oggi, per raggiungere un Nuovo Ordine Mondiale.
In questo articolo analizzeremo la ristampa aggiornata del primo testo, con il titolo “Governare la Quarta Rivoluzione Industriale”, pubblicato nel 2019 con la prefazione non più di Elkann, bensì di Satya Nadella, amministratore delegato di Microsoft.

Cos’è la Quarta Rivoluzione Industriale

La Quarta Rivoluzione Industriale segue alle prime 3:

  • La 1a Rivoluzione Industriale nel 1784 vede l’introduzione della macchina a vapore che permise di automatizzare alcuni processi produttivi.
  • La 2a Rivoluzione Industriale avvenne nel 1870 e fu fondata sull’utilizzo del petrolio e dell’energia elettrica, sulla nascita del motore a scoppio che diedero il via alle produzioni di massa.
  • La 3a Rivoluzione Industriale iniziò verso il 1970 e fu caratterizzata dalla nascita dell’informatica.

Il fondamento della Quarta Rivoluzione Industriale

La Rivoluzione Industriale che stiamo vivendo ai giorni nostri, introduce un nuovo concetto di tecnologia dove la fisica, il digitale e la biologia si fondono dando vita al cybersistema, alla realtà aumentata e ad un essere umano modificato (Transumanesimo).
Analizziamole le problematiche alla base della Quarta Rivoluzione Industriale attraverso le parole stesse di Schwab...

Problema 1: Stabilire il confine tra uomo e macchina
«Oltre ad arricchire il mondo intorno a noi però, le tecnologie sottese alla Quarta Rivoluzione Industriale diverranno una vera e propria componente dell'essere umano. In effetti, si ha già l'impressione che gli smartphone rappresentino un'estensione del nostro corpo. Alcuni dispositivi esterni, come ad esempio la tecnologia indossabile o le cuffie per la realtà virtuale, saranno presto impiantabili nel nostro cervello: gli esoscheletri e le protesi aumenteranno la nostra forza fisica e lo stesso avverrà per le nostre abilità cognitive grazie alle innovazioni nel campo della neurotecnologia: riusciremo, inoltre, a manipolare i nostri geni e quelli dei nostri figli. Ma le suddette innovazioni generano importanti quesiti. Ad esempio, qual è il confine tra uomo e macchina? E cosa si intende per essere umano?»

Questo è un punto cruciale per il Transumanesimo: la fusione tra uomo e macchina! Iniziando a "modificare", "potenziare" e "migliorare" l'uomo attraverso la biotecnologia abbinata alla robotica, qual è il limite per rimanere umani? E quando una macchina con Intelligenza Artificiale può essere definita vivente?
Sicuramente dpvranno allargare la definizione di "uomo" e quindi anche il concetto stesso di Vita!

Problema 2: Monopoli, mancanza di giustizia e diseguaglianze sociali
«...una delle maggiori preoccupazioni legate alla Quarta Rivoluzione Industriale sarà la mancanza di giustizia nella distribuzione della ricchezza, aspetto che porterà all'aumento delle diseguaglianze sociali con un conseguente rischio in termini di coesione sociale. Il monopolio del potere è uno dei modi in cui la Quarta Rivoluzione Industriale può inasprire le diseguaglianze. È significativo in tal senso che Google controlli il 90% del mercato della pubblicità legata ai motori di ricerca, che Facebook gestisca il 77% dei social network e che Amazon possegga quasi il 75% del mercato degli e-book. E se si dimostrasse possibile creare un'intelligenza artificiale generale capace di migliorarsi sino a diventare superintelligenza, i primi soggetti che investissero in essa sarebbero in grado di dominare qualsiasi mercato.»

Problema 3: Impatto delle tecnologie sull’occupazione
«... il rischio che molte occupazioni diventino automatizzate è più alto rispetto a quanto accaduto nel corso delle rivoluzioni industriali precedenti e la rapida diffusione dell'innovazione si traduce in una perdita di posti di lavoro più elevata..»
Con questi presupposti, vediamo brevemente i dodici aspetti sui quali si sviluppa la Quarta Rivoluzione Industriale:

1. Le nuove tecnologie informatiche
In questo capitolo si fa riferimento agli investimenti effettuati dal 1947 in poi, data di nascita del transistor, per rendere questa tecnologia sempre più piccola. Come riportato nel libro «oggi i transistor sono oramai più piccoli di un batterio. In commercio sono disponibili microchip con una grandezza che varia tra i 10 e i 14 nanometri, mentre Intel ha programmato di ridurne ulteriormente le dimensioni a 7 nanometri. Per dare un termine di paragone, un capello umano ha un diametro di 50.000 nanometri».
Con dimensioni di qualche nanometro (miliardesimo di metro) significa che la tecnologia attuale è in grado di costruire circuiti, sensori, ripetitori e antenne molto più piccoli di un qualsiasi microrganismo (perfino di un virus o esosoma) e quindi tranquillamente inseribili anche all'interno di un vaccino...

2. La blockchain e il registro distribuito
Un grande archivio, quindi, di big data online e disponibile a tutti, che determinerà la nostra identità digitale e la nostra credibilità finanziaria.
La Finestra di Overton sul microchip è spalancata da diversi anni e oramai il biochip impiantabile è diventato una cosa "accettabile" e quindi "normale". L'attuale Green Pass sarà sostitutito dal chip, all'interno del quale verranno inseriti tutti i nostri dati personali, biometrici, fiscali, finanziari e sanitari

3. L'Internet delle Cose (IoT)
Gli oggetti si scambieranno dati in modo indipendente anticipando le esigenze dell'uomo. Come afferma Schwab «nei prossimi dieci anni, più di 80 miliardi di dispositivi connessi nel mondo interagiranno tra loro e con gli individui...il mondo intorno a noi anticiperà con regolarità le nostre esigenze, analizzando i nostri modelli comportamentali.»
Per l'internet delle cose sarà necessario il 5G. Non a caso il lavoro per la messa in opera di antenne prosegue ininterrottamente da danni (anche durante il lockdown), perché questa nuova tecnologia protocollo di trasmissione dati è funzionale anche per il controllo e la telesorveglianza (gestione telecamere, webcam, ecc.)...

4. L'intelligenza artificiale e la robotica
Grazie agli enormi volumi di dati relativi ai comportamenti umani che noi abbiamo contributo a diffondere tramite i social, ai nostri acquisti online e a tutte le nostre operazioni digitali, l'intelligenza artificiale permeerà le nostre vite tramite macchine autonome che opereranno nella società. «Gli esperti prevedono che anche gli scenari da film di fantascienza, quali ad esempio i sistemi operativi intelligenti e assistenti digitali empatici, potrebbero diventare realtà. Forse un giorno i robot potranno coordinare attività di sorveglianza...la polizia ha già fatto ricorso ai robot per attività di ricerca, salvataggio o per attaccare uomini armati.»
In Cina stanno sono già all'opera i primi giudici-robot con Intelligenza Artificiale in grado di snellire i processi e le udienze avendo una precisione e affidabilità (così dicono) del 97%.

5. I materiali innovativi
Il principio di questi materiali è la miniaturizzazione applicata ai dispositivi informatici, dagli organismi sintetici alle batterie al grafene, questo è il futuro dei materiali. Ci saranno, ad esempio, nanorobot per la cura delle nostre cellule attraverso i farmaci che però provocheranno danni ambientali devastanti tramite i nano-inquinanti.
In pochissimi anni il grafene, da materiale fantascientico e totalmente sconosciuto alla maggior parte delle persone è entrato nella bocca di tutti. A tal punto che sembra impossibile immaginare un mondo futuro privo di grafene. La cosa inquietante è che l'ossido di grafene è stato riscontrato nei vaccini anti-Covid incoulati a centinaia di milioni di persone. Cosa può causare il grafene all'interno dell'organismo umano? E quando attiveranno il 5G?

6. La stampa multidimensionale
«Nelle società più ricche di oggi le persone reperiscono beni e cibo da tutto il mondo attraverso la filiera produttiva fisica, ma la stampa 3D potrebbe cambiare questo stato delle cose. In futuro potremmo ricreare localmente beni ad uso personale, come l'abbigliamento, l'elettronica e l'utensileria grazie alle stampanti 3D»
Punto a sfavore di questa "super-tecnologia" è che oltre a stampare plastica, verranno impiegati materiali come il grafene e il carburo cementato che poi saranno da smaltire, oltre ad inficiare sull'occupazione tagliando fuori molte attività lavorative come quelle legate alla logistica. Ma questo non è nulla confronto alla possibilità, come sottolinea Phil Dickens professore di Tecnologia inglese del WEF, di stampare tessuti viventi come arti o interi organi del nostro corpo.

7. Le biotecnologie
In Cina si sono riprodotti segmenti del DNA per combattere il cancro e alcuni studiosi stanno realizzando un "gene-drive" (o driver genetico) contro la malaria che renderà sterili le zanzare in Africa. Oltretutto, ci viene presentato un utilizzo delle biotecnologie in campo medico e nell'agricoltura. In campo medico si parla, ovviamente, di ingegneria genetica e farmacogenomica . Si applaude agli investimenti che si stanno facendo sui biomateriali che andranno ad agire sull'invecchiamento umano. Che impatto avranno, poi, queste modifiche agli equilibri genetici e ambientali non è dato sapere.

8. Le neurotecnologie
In questo capitolo emerge a pieno il mito dell'uomo aumentato ("superuomo"). Grazie alla tecnologia si potrà correggere eventuali errori del cervello e potenziarne le funzionalità. Alcuni esempi riportati sono la capacità di guardare grazie ad infrarossi, registrare o rivivere sogni e ricordi e controllare oggetti al di fuori di noi. In questo modo sarà possibile anche la lettura del cervello anticipando pensieri ed azioni degli individui.

9. La realtà virtuale e aumentata
Conosciamo la realtà virtuale spesso legata ai videogames, anche se l'esercito la utilizza da diversi anni per simulazioni e addestramenti. Mentre la realtà virtuale, tramite appositi dispositivi, sostituisce il mondo fisico con uno simulato, quella aumentata potenzia la nostra capacità percettiva. Essa funziona introducento elementi virtuali e personaggi realistici nel mondo fisico. Tramite modem impiantati nel nostro cervello, protesi o nanorobot avremo la possibilità di viaggiare senza spostarci, lavorare da remoto come se fossimo in azienda e studiare da casa (in DAD) come se fossimo a scuola. Inoltre si potrà rivivere momenti storici passati o aiutare i chirurghi in sala operatoria, per esempio, scansionando in 3d un tumore da rimuovere.

10. La cattura, conservazione e trasferimento dell'energia
In questo capitolo si indica come innovazione rivoluzionaria la fusione nucleare. Si prevede, quindi, un futuro di energia pulita (secondo gli autori) a costo accessibile grazie al nucleare e all'intelligenza artificiale che regolerà la distribuzione dell'energia attraverso le reti mondiali.

11. La geoingegneria
«La geoingegneria si basa sull'assunto che l'essere umano possa deliberatamente ed efficacemente controllare i processi della complessa biosfera della Terra». Grandi sono le sfide che l'innovazione sta affrontando come l'inquinamento, la siccità e il surriscaldamento globale. Tra queste tecnologie innovative si investe in specchi giganti nella stratosfera per deviare i raggi solari e l'introduzione di composti chimici nell'atmosfera per aumentare le piogge, nonché lo sviluppo di grossi apparecchi per rimuovere l'anidride carbonica dall'aria. Anche qui, non è chiaro l'impatto che avranno queste sostanziali modifiche degli equilibri della Terra.

12. Le tecnologie dello spazio
Non contenti di aver portato allo stremo questo pianeta, si investe molto sulle tecnologie dedicate ai viaggi spaziali. Il transumanista Elon Musk con la sua SpaceX sta lavorando per ridurre i costi per i viaggi nello spazio. Lo scopo è la ricerca di nuove risorse da estrarre in altri pianeti e il turismo spaziale.

Infine ampio spazio viene dedicato all'importanza dei droni, per i quali è prevista un'attività intensa entro il 2040, sia nel campo della sicurezza che della logistica (vedi Amazon).
Dal punto di vista dei valori umani: spesso si fa riferimento a questo aspetto nel libro che però viene ogni volta controbilanciato da sezioni e affermazioni che riguardano l'importanza dell'evoluzione tecnologica e del beneficio economico che ne deriva, "benefici" che dovrebbero farci mettere questi valori in secondo piano.
In conclusione ci teniamo a ricordare la fine che ha fatto il Prometeo menzionato da Schwab nel capitolo del suo libro intitolato "il potere prometeico delle biotecnologie". Prometeo come Icaro nella mitologia greca fanno una brutta fine sfidando gli dei e cercando di rompere gli equilibri naturali.
Con l'occasione vorremmo lasciarvi con una bellissima frase di un grande personaggio storico e culturale del nostro paese, Alessandro Manzoni. Nel 1830 Manzoni affermava:

"Non sempre ciò che viene dopo è progresso".

Questo è il futuro che queste menti "eccelse" hanno scelto e programmato per noi, ma la scelta ultima rimane sempre e solo nostra. Sta a noi ora decidere che direzione vogliamo prendere e cosa vogliamo per il nostro futuro, quello dei nostri figli e metterlo in atto.

Fonti

"Governare la quarta rivoluzione industriale" di Klaus Schwab – Edizioni Franco Angeli

https://www.weforum.org/partners/#A

Marcello Pamio - 3 gennaio 2022

La finta pandemia che ci stanno facendo vivere è una macchinazione a dir poco geniale. Un vero e proprio piano diabolico volto a modificare non solo l’antropologia, i rapporti e la psicologia sociali, ma anche la stessa biologia (grazie ai sieri) oltre all’approccio medico.

Per esempio, andare dal proprio medico per una visita lo hanno fatto diventare un rischio, visto che oggi lo si può fare a distanza e “in sicurezza”. A breve infatti non servirà più recarsi dal dottore, perché con un click e uno schermo o uno smartphone avremo esperti (reali e non) pronti a fornirci tutte le soluzioni ai nostri problemi.

Il futuro è nelle mani di Big Tech!
Google, Amazon ed Apple: eccoli qua i veri padroni del mondo e della salute di miliardi di persone.

Fantascienza? Si certo, peccato che ogni volta che ci colleghiamo a Google per cercare qualcosa, o chattiamo su Facebook regaliamo ai signori del cyber-mondo una montagna di informazioni personali oltre ai dati sulla nostra salute. Per quale motivo secondo voi le applicazioni sono state create?
L’Apple Watch ad esempio raccoglie e organizza tutti i dati psicofisici per collegarli all’account personale e Google ha acquisito Fitbit, un produttore di bracciali-orologio per il fitness che raccoglie informazioni preziosissime.

Non ce ne rendiamo conto, ma stiamo regalando quotidianamente i nostri dati sensibili sulla salute.
Le Big Tech raccolgono direttamente le informazioni biologiche su milioni di pazienti per poi combinarle con i dati sulle attività ordinarie di mobilità e/o consumo in modo tale da creare dei profili dettagliatissimi sull’evoluzione delle personalità, dei bisogni e della salute.
Ci conoscono meglio loro di noi stessi!

Nel 2013 Google ha creato Calico, una società con lo scopo di studiare il processo biologico di invecchiamento, mentre nel 2014 ha lanciato le lenti a contatto perennemente connesse capaci di controllare il livello di glicemia.
Amazon ha elaborato il progetto “Comprehend Medical” per sfruttare i dati medici di milioni di pazienti, con scopo di estrarre elementi chiave per la diagnosi o la scelta dei farmaci.
Sulla stessa linea Apple sta sviluppando Health Kit, una piattaforma di condivisione dati direttamente dagli ospedali mediante applicazioni.

Ora è abbastanza chiara la direzione intrapresa dal Sistema? Ovviamente per tale demoniaco progetto era necessario introdurre nella psiche e nell’inconscio dei sudditi il Green Pass, che passerà il testimone al microchip (contenente tutti i dati fiscali, bancari e sanitari) e far sparire letteralmente dalla circolazione tutti i bravi medici e terapisti degni di tale nome.
Cosa perfettamente riuscita grazie al Covid: chi non è stato radiato è stato infatti sospeso dai rispettivi ordini professionali. Il risultato è agghiacciante: sono rimasti al lavoro soltanto camici bianchi vaccinati e assolutamente proni alle direttive delle lobbies farmaceutiche!

La tristissima e disumanizzante conclusione è che a breve la nostra salute dipenderà dalle diagnosi non più effettuate da persone in carne e ossa con decenni di esperienza clinica, ma da dottorucoli controllati e gestiti da Big Pharma e da freddi e disumanizzanti algoritmi matematici controllati e gestiti da Big Tech...