Come non dare ragione al grande e soprattutto “libero” giornalista Vittorio Feltri, che dirige il quotidiano ovviamente «Libero» di Silvio Berlusconi.
Ha proprio ragione, ma il vaccino per il cervello e l’intelligenza dovrebbe farlo lui e tutti i suoi pennivendoli.
Pure il direttore è caduto nella voragine dell’ignoranza che stando alle dichiarazioni è sempre più profonda.
«Chi non li vuole obbligatori - scrive nell’editoriale di martedì 7 agosto 2018 - non è detto che sia cretino, ma sicuramente è ignorante come un tamburo rotto».
Bontà sua. Però su una cosa non concordo: i cretini sono in crescita e scrivono a vanvera.
«Anche i sassi dovrebbero aver imparato che se uno si immunizza non si ammala, viceversa rischia addirittura la pelle».
Qua purtroppo il tamburo si è sfracellato al suolo. Vittorio Feltri, esattamente come la banda di raglianti megafoni del Sistema, è convinto che la vaccinazione sia sinonimo di immunità.
Se uno si immunizza non si ammala? Caro direttore, ha scritto una immensa fregnaccia che deriva probabilmente dal fatto che attinge a piene mani le sue informazioni dai guru dello scientismo tout court, come il povero Bubù nazionale.
Se studiasse invece di fare il copia-incolla, forse capirebbe che vaccinare NON sempre implica immunità, e proprio per questo motivo la medicina descrive i cosiddetti «no-responder» o i «bad-responder», cioè quei bambini e adulti vaccinati regolarmente che NON presentano gli anticorpi, e quindi non sono immunizzati. La percentuale è variabile e dipende dal tipo di vaccino.
Ma il nostro va avanti con la sua analisi che rasenta il ridicolo.
«La scienza favorisce il benessere, chi nega ciò, ovvero l’evidenza, è un povero troglodita indegno di far parte del consorzio umano». Chi mette in dubbio una pratica MEDICA rischiosa, perché di questo si tratta, sta forse mettendo in discussione il benessere raggiunto anche grazie alla scienza?
E’ proprio vero che l’età associata al caldo e alla perdita di idratazione cellulare, se non correttamente compensate, bloccano lo scambio sinaptico neuronale…
«La collettività ha il dovere di proteggersi».
Se questo è vero allora caro direttore di «Libero» ci potrebbe far sapere contro quali malattie lei è immunizzato? Quando è stata l’ultima volta che ha fatto dei vaccini «contro i morbi pericolosi»? E non mi riferisco all’influenza. Visto che si riempie la bocca di protezione, collettività, salute, ecc. inizi a dare l’esempio. Lei, i suoi quattro figli e nipoti, avete nel sangue gli anticorpi contro la poliomielite, difterite, morbillo, rosolia, varicella, meningite, ecc.?
Quand’è stata l’ultima volta che ha dosato i titoli anticorpali per verificare se è immunizzato o meno?
Lei come tutti gli altri siete solo «chiacchiere e distintivi».
«Vuoi che tuo figlio vada a scuola? Evita di renderlo veicolo di schifezze che uccidono e rovinano la salute».
Caro Feltri, la scuola e quindi il diritto allo studio è concepito non solo dalla Costituzione italiana, ma anche da tutti i Trattati internazionali sui Diritti dell’Uomo.
Forse dovrebbe prendere in mano la «Dichiarazione universale dei Diritti» promossa dalle Nazioni Unite nel 1948. Tutti quanti noi nasciamo liberi (articolo 1) e «ogni individuo ha diritto all’istruzione» (articolo 26). Semplice, chiara e diretta. La Dichiarazione non dice infatti che il bambino ha diritto all’istruzione soltanto se viene bucato da dieci (più quattro) vaccini. Solo una legge da mentecatti (119/2017) presentata da un ministro cerebralmente claudicante e votata da un parlamento di ignoranti, può imporre una simile aberrazione che viola ogni diritto universale.
Infine caro Vittorio, se vuole veramente bene a tuo figlio, evita di riempirlo di schifezze pregne di sostanze chimiche come quelle contenute nel cibo spazzatura venduto dalla GDO, Grande distribuzione organizzata. Queste, assieme all’inquinamento ambientale stanno devastando la salute dei nostri figli. E’ ora di svegliarsi.
Secondo lei i bambini italiani stanno morendo di morbillo, pertosse o varicella? Non stiamo ancora camminando - come si augura qualcuno - sui cadaveri….
Invece i bambini oggi stanno morendo di cancro, leucemie, linfomi. La situazione è gravissima e l’Italia è al primo posto in Europa per tumori in età pediatrica. Qualcuno se ne sta occupando?
Sono questi i problemi seri da risolvere, non la paura delle malattie esantematiche che hanno accompagnato l’uomo da sempre. Paure ben fomentate da quelli come Burioni, definito nel suo editoriale come un «genio imbattibile nel suo ramo».
Imbattile nelle offese e nell’arroganza lo è di certo. Non avrei mai immaginato che un medico potesse arrivare a un così basso livello di moralità e deontologia.
Termina (per fortuna) il suo intervento ricordando il caso della signora «deficiente che ha scritto su un social (riferendosi a Burioni) spero affoghi. A noi pare che sia già affogata lei nella sua stupidità».
Riprendendo il titolo «Vaccinatevi il cervello», va specificato che non tutti però posso farlo, perché a qualcuno manca proprio la materia prima…
Assioma di partenza: Emma Bonino sta alla libertà, come Roberto Burioni sta all’intelligenza. L’assioma è un principio che non ha bisogno di essere dimostrato, perché la proposizione è così evidente che chiunque dovrebbe vederla. Eppure nel gregge disorientato quando si pensa alla Bonino - e al partito radicale da cui ha avuto origine la sua storia politica – si pensa a importanti concetti di libertà e diritti.
Oggi la Bonino non fa più parte dei radicali perché è stata espulsa da Pannella in persona. Forse la sua estrema sinistrosità la rende più idonea ai cosiddetti «radical chic», finanziati dall’amico ebreo George Soros, in pratica da quei ricchi che fanno finta di essere sensibili ai problemi dei più sfortunati, quando invece nascondono ben altri motivi…
Nel 1998 Emma, da Commissario Europeo, venne invitata alla riunione annuale del Club Bilderberg tenutosi in Scozia. Su 20 commissari perché venne scelta proprio lei?
Forse perché è anche membro dell’International Crisis Group, una «organizzazione indipendente che lavora per prevenire guerre e definire politiche che costruiranno un mondo più pacifico», cioè i classici «esportatori di democrazia» a suon di bombe a frammentazione e al fosforo.
Forse perché è co-presidente anche dell’European Council on Foreign Relations, gruppo che esegue ricerche “indipendenti”, massicciamente finanziato dalla fondazione di Soros.
Forse perché è membro del comitato direttivo dell’Istituto Affari Internazionali, associazione culturale che mira a promuovere la conoscenza dei problemi internazionali nei campi della politica estera, dell’economia e della sicurezza, finanziato da istituzioni pubbliche nazionali (anche dal Ministero degli Esteri) e internazionali, e da fondazioni internazionali tra le quali figura sempre la Open Society Foundations di Soros.[1]
Semplici domande che però celano il motivo per cui questa donna, nonostante i clamorosi fallimenti dei partiti ai quali si è appoggiata, rimane sempre a galla, sempre alla ribalta.
Tornando al concetto di libertà vediamo la posizione sui vaccini riportata nel manifesto del suo ultimo partito (uno dei tanti asfaltati dal popolo alle ultime elezioni) «+Europa».
Già il nome dovrebbe inquietare e scuotere gli animi, perché in un momento storico in cui per la sopravvivenza dei popoli europei servirebbe allentare la morsa (finanziaria, politica ed economica) e soprattutto le ingerenze dei tecnocrati (non votati da nessuno) di Bruxelles, c’è chi chiede addirittura ancora più presenza del Moloch.
Nel sito ufficiale del partitino, come nelle migliori famiglie del Sistema, si parte col classico mantra negazionista: «non sono i vaccini a causare l’autismo», esattamente «come non è l’immigrazione a causare l’insicurezza». Il discorso e il parallelismo non fanno una piega. Partendo da un’ipotesi volutamente errata, è ovvio che si può sostenere qualsiasi tesi.
Ma poi per fortuna entrano nello scientifico dicendo che «si tratta di percezioni distorte, che è possibile correggere razionalmente».[2]
Finalmente potranno mettersi il cuore in pace i sempre più numerosi genitori di bambini autistici: il problema dei loro figli non dipende dal farmaco, ma da qualcos’altro.
Poco importa se i bambini erano sanissimi prima dei vaccini, e dopo le iniezioni hanno perduto qualcosa per sempre. E’ solo una percezione distorta, ce lo conferma la Bonino, per cui dobbiamo crederci.
L’apoteosi delle libertà la troviamo nel manifesto del partito.
«La libertà di scegliere di vaccinare i “propri” figli è una posizione da avversare senza alcuna riserva», e la spiegazione è ancor più inquietante: «in primo luogo perché i figli non sono “dei genitori” e non appartengono loro come un arto o un organo interno (su cui può valere il principio della libertà di cura)».
In questo caso non possiamo discutere con un mostro sacro come la Bonino, perché lei di organi e feti abortiti se ne intende eccome. Negli anni Settanta da dirigente del CISA, «Centro Informazione sulla Sterilizzazione e l’Aborto», si è vantata più volte di aver praticato il «Metodo Karman» cioè l’aspirazione del feto. All’epoca però si eseguiva con un dispositivo elettrico che costava parecchio, ma questo non ha demoralizzato Emma, la quale armata di pompa da bicicletta, un dilatatore di plastica e un vasetto in vetro ha fatto abortire migliaia di donne. Si è autoaccusata di aver eseguito personalmente 10.141 aborti.[3]
Aborti clandestini però in totale «sicurezza e igiene sanitaria»: quando si dice “impara l’arte e mettila da parte”...
Quindi secondo la visione distorta e pericolosissima della Bonino i figli non appartengono ai genitori, come invece lo sono una mammella o un testicolo. Se non sono dei genitori che li hanno concepiti, fatti crescere dentro l’utero materno e amati ancor prima della venuta al mondo, di chi sono? Elementare Watson, dello Stato ovviamente, l’entità che può quindi decidere di fare quello che vuole dei loro piccoli sudditi: gettarli nella spazzatura, metterli smembrati dentro nel vasetto di marmellata, come faceva la Bonino, oppure punturarli a dovere. Il tutto nel nome della libertà, mi raccomando! Proseguiamo con la linea del suo partito: «il diritto a non vaccinare equivale al diritto a non fare studiare o a non fare giocare i bambini: una scelta che li priva di qualcosa di estremamente utile senza rendere loro assolutamente nulla». In questo caso forse la Bonino denota di essere stata per troppo tempo vicina al fumo passivo (e non di sigaretta) di Pannella perché le privazioni dei bambini che lei enuncia sono già avvenute per opera dei suoi colleghi parlamentari.
La Lorenzin ha fatto convertire un decreto in legge che di fatto impedisce ai bambini non vaccinati di età compresa tra 0 e 6 anni l’accesso a scuola, quindi impedisce sia lo studio che i giochi.
Questi non sono diritti? O il diritto è solo quello di inoculare vaccini contenenti centinaia di sostanze chimiche diverse, tra cui devastanti metalli neurotossici?
Per la libertaria Bonino assolutamente sì!
Nulla di nuovo all’orizzonte, d’altronde non ci si poteva aspettare altrimenti da chi trasuda e propaganda la «Cultura della Morte» a dispetto della «Cultura della Vita».
Memorabile infine il volantino sempre di +Europa, nel quale è riportato che: «posticipare l’obbligo vaccinale mette a rischio la vita di migliaia di bambini».
Sul serio? Certo che detto da una che ha sulla coscienza decine di migliaia di feti abortiti, quindi di bambini morti, lascia un po’ il tempo che trova…
«Servirebbe un vaccino contro l’ignoranza», conclude perentorio sempre il volantino.
E qui hanno perfettamente ragione, servirebbe però a tutti questi ipocriti un ben trivalente, contro: «Ignoranza, Arroganza e Disumanità».
Le pressioni sul nuovo governo hanno iniziato a manifestarsi ancor prima della fiducia e dell’insediamento ufficiale. Era logico, stiamo parlando del primo governo della storia privo di pregiudicati e/o indagati. Per cui i «populisti» - così vengono definiti in tono dispregiativo dai servili media - devono essere messi in riga, e prima lo si fa meglio è. Non si sa mai, potrebbero fare brutte sorprese al Sistema e dare l’esempio a qualche altro governicchio votato dal popolo...
I giornali, o per meglio dire quei «bordelli di pensiero» come li ha magistralmente definiti il grandissimo Giorgio Gaber nella canzone «C’è un’aria», sono sempre attentissimi a spulciare i curriculum e a spaccare il capello in quattro quando si tratta dei «nemici», ma stranamente non perdono tempo a investigare quando al governo vanno gli amici o gli amichetti...
Il nuovo ministro della sanità, con il carico da novanta che la liceale gli ha lasciato sul groppone, si troverà ad affrontare sfide importanti, come la metastatizzazione di un sistema medico oramai fagocitato dalle industrie e in pieno stadio terminale, e questo non solo per colpa di burocrazie da ancien régime. Poi sta ancora girando la bollente patata vaccinale.
A tal proposito il Sistema si è messo subito in allarme. Se la marionetta Lorenzin non ha mai creato problemi e intoppi al ruolino di marcia, l’attuale ministro in quanto medico, potrebbe anche mettere qualche piccolo bastone tra le ruote. Usiamo il condizionale perché le dichiarazioni ultime della dottoressa Grillo lasciano spazio a molti dubbi sulla sua volontà di togliere o lasciare l’obbligatorietà.
Qualcuno parla di tornare ai 4 vaccini che c’erano prima della 119/2017; di togliere solo l’espulsione dai nidi e materne per i bambini tra 0 e 6 anni. Ma il punto cruciale è che di mezzo c’è una legge incostituzionale, classista e pericolosa.
Hanno scomodato subito il dottor Alberto Villani, presidente della SIP, la Società Italiana di Pediatria, il quale ha dichiarato che l’obbligo vaccinale «è stato un successo, i dati di fatto dicono che in pochi mesi siamo passati da tassi di copertura assolutamente non soddisfacenti a una situazione buona».
Quindi applausi scroscianti per la diplomata Lorenzin.
La conclusione del Villani di turno sembra più che altro un avvertimento al neo ministro: «al momento l’obbligo non va abolito». Chiaro dottoressa Grillo?
Poco importa all’illustrissimo pediatra che prima della presentazione dello scandaloso decreto, convertito nella tristemente legge 119/2017, non vi era nessuna emergenza sanitaria.
Poco importa che passare da 4 vaccini a 10 più altri fortemente consigliati, non sia un regalo ai bambini o alla salute pubblica, ma un dono alle industrie chimiche che sfornano farmaci e vaccini e guadagnano con le malattie.
Poco importa sapere dell’esistenza dei cosiddetti «no-responder», cioè di una percentuale importante di persone (neonati inclusi) che nonostante i vaccini non hanno alcuna immunizzazione.
Come può il brizzolato scienziato boriosamente riempirsi la bocca con la copertura vaccinale dando per scontato l’uguaglianza vaccini=immunità? Hanno per caso fatto dosare nel sangue dei vaccinati i titoli anticorpali delle malattie alle quali sono stati immunizzati? Ovviamente no, perché gli esiti sarebbero così devastanti che farebbero crollare miseramente il castello di bugiardini che hanno innalzato. Per fortuna a colmare questo vuoto ci ha pensato l’associazione Corvelva con una iniziativa molto interessante, chi è interessato può andare nel sito o nei canali Facebook ufficiali.
La realtà è semplice e facilmente dimostrabile: moltissimi bambini regolarmente vaccinati sono completamente scoperti da immunità. Quindi qual è il senso di inoculare veleni (rischiando seri effetti collaterali e complicanze) se poi questi non servono a proteggere dalle malattie?
Infine poco importa al direttore della SIP che la sua società abbia ricevuto nel 2016 circa 64.000 € da GSK, Sanofi e Pfizer, di cui soltanto dalla GSK (il primo produttore di vaccini al mondo) ha incassato la modica cifra di 26.840 €.
Anche la stessa GlaxoSmithKline ha preso posizione e di solito lo fa minacciando molto velatamente...
Per capire il quadro è necessario un piccolo salto indietro facendo un riassunto cronistorico…
GSK & multe
Senza andare troppo in là con gli anni partiamo dal 2010.
Ad ottobre 2010 il Dipartimento di Giustizia americano annuncia che la GSK dovrà pagare una multa di 150 milioni di dollari, più 650 milioni di risarcimenti civili.
Dopo due anni, nel luglio 2012 viene condannata per frode negli States e costretta a pagare una multa stratosferica: 3 miliardi di dollari.
A luglio 2013 stessa sorte tocca in Cina, questa volta con ammonimenti e pesante multa.
A febbraio 2014 viene fondato il GHSA (Global Health Security Agenda), l’Agenda globale che si occupa di «far avanzare un mondo sicuro e protetto dalle minacce delle malattie infettive».
Nel giugno del 2014 il G7 lo approva e lo riconosce ufficialmente.
Serviva una nuova spinta, una nuova linfa vitale che facesse ripartire con molto più vigore le campagne vaccinali planetarie. Serviva quindi una vera e propria Agenzia globale dei vaccini!
Il gruppo infatti impone le direttive sulle linee guida vaccinali a livello mondiale.
Esattamente quello che è avvenuto il 29 settembre 2014 quando la Lorenzin e il direttore dell’AIFA Sergio Pecorelli andarono a Washington, per poi portare a casa l’imprimatur come prima nazione al mondo a dirigere le linee guida vaccinali per 5 anni, dal 2014 al 2019.
Qualche mese prima, nell’aprile 2014 avvenne un valzer miliardario molto interessante: la svizzera Novartis comprò per 16 miliardi la divisione oncologia della GSK, cedendo però per 7 miliardi di euro al mostro britannico tutto il settore vaccini.
A giugno 2015 viene presentato il piano vaccinale 2016-2018 e accidentalmente esplodono i casi di meningite in Toscana (regione sempre casuale).
Dicembre 2015 il colosso britannico denuncia (ecco la prima minaccia) di voler chiudere la società veronese e licenziare oltre 300 ricercatori, poi magicamente il 13 aprile 2016 dichiara di voler investire 1 miliardo in Toscana, casualmente dove si sfornano i vaccini.
Cos’è successo in pochi mesi? Cosa i governanti italiani hanno promesso alla lobbies?
Il resto è una triste storia, che tende a ripetersi...
Veniamo al 6 giugno 2018 perché i dirigenti Glaxo incontrano gli assessori della Regione veneta avvertendo di nuovi licenziamenti («Fondamentale mantenere i livelli occupazionali»).
Questa volta sarebbero 250 i posti dei ricercatori a rischio.
Per caso stanno ripetendo la medesima minaccia fatta al governo 3 anni fa?
E’ abbastanza chiaro ministro? I vaccini non si toccano, altrimenti….
L’eresia è «la negazione di alcuni dogmi o verità di fede insegnati dalla Chiesa» (1)
In un passato non molto remoto chi veniva macchiato di “eresia” finiva molto male, perché l’eresia andava estirpata con ogni mezzo, soprattutto violento.
E’ San Tommaso che oltre a dare le basi fondamentali dell’insegnamento scolastico odierno definisce il termine “eresia”. Definizione poi formulata dai teologi.
L’eresia «si può manifestare in una negazione o in un dubbio positivo che riduca la certezza a semplice opinione», ma il vero problema è nel dubbio «perché scrolla l’adesione all’insegnamento della Chiesa».
In soldoni l’eresia minava le fondamenta di tutta la costruzione religiosa. Dice il saggio: «chi la fa l’aspetti» e l’umorismo cosmico non ha impiegato tanto nel dare una lezione di vita.
Oggi molti preti sono in odore di eresia, e non c’entra minimamente l’osceno mondo della pedofilia, degli abusi sessuali e tutto quello che ruota attorno...
Il riferimento è al rovesciamento delle sacre scritture, alla negazione di quello che è scritto nel Nuovo Testamento.
I Ministri di Dio in teoria sono qui per compiere l’alta missione che Gesù avrebbe affidato a loro. Questi uomini di fede dovrebbero possedere amore per tutte le anime, mitezza, umiltà di cuore, zelo e abnegazione.
Si identificano con il pastore pronto a lottare per salvare le sue pecorelle grazie alla Luce delle Verità eterne.
Il servizio dei preti è trasmettere la tradizione che viene da Gesù stesso: vegliare sull’unità della comunità che gli è stata affidata.
In pratica il prete «occupa il posto di Gesù in mezzo ai suoi fratelli» (2).
Un posto molto scomodo, perché se Gesù tornasse sicuramente prenderebbe a calci nel didietro molti degli attuali pastori.
Oggi abbiamo preti che nascondendosi dietro una legge vergognosa, classista e incostituzionale buttano letteralmente e fisicamente fuori dalle loro scuole delle piccole creature innocenti, la cui colpa è avere dei genitori che hanno rifiutato le vaccinazioni.
Mentre Gesù cacciava i mercanti dal tempio, i suoi emissari moderni cacciano i bambini da scuola! Effettivamente qualcosa è cambiato…
I preti che dovrebbero «vegliare sull’unità della comunità che gli è stata affidata», stanno fomentando l’odio, il rancore e le divisioni tra genitori della comunità.
I preti che dovrebbero amare «tutte le anime» e lottare «per salvare le pecorelle», stanno mandando delle anime purissime al macello.
Eppure nel vangelo è scritto chiaramente: «lasciate stare i bambini e non impedite che vengano a me, perché Dio dà il suo Regno a quelli che sono come loro».
Magiche sono le parole di Gesù riportate nel vangelo di Matteo.
I preti così facendo stanno allontanando le famiglie dall’insegnamento della chiesa e stanno disconoscendo il Regno dei Cieli, che secondo il Cristo è dei bambini!
Come d’altronde dovrebbero reagire quei genitori che si vedono rifiutare nella scuola del parroco il proprio figlio? Dovrebbero porgere l’altra guancia o capire l’assoluta e vergognosa incoerenza di colui che dovrebbe essere il portavoce dell’Amore personificato?
Numerose sono le testimonianze di questi giorni di genitori che riportano fatti incresciosi che si svolgono in quelle scuole d’infanzia ed asili nido parrocchiali, federati Fism (Federazione Italiana Scuole Materne, ovvero Cei: «La FISM è componente della Consulta per la Pastorale della Scuola e del Consiglio Nazionale della Scuola Cattolica della Conferenza Episcopale Italiana»).
Dunque, la Fism sembra avere voce in capitolo per quanto riguarda “l’indirizzo” che la scuola cattolica deve avere.
Evidentemente qualcuno ha deciso che la scuola cattolica debba avere tra i suoi precetti anche la fedeltà al piano vaccinale imposto da un governo non eletto.
Poco importa che i vaccini contengano, tra le altre cose, materiale biologico proveniente da feti abortiti: questo è ritenuto di secondaria importanza, infatti la Pontifica Accademia per la Vita, la CEI e all’Associazione Medici Cattolici Italiani, ritengono che «in considerazione del fatto che le linee cellulari attualmente utilizzate sono molto distanti dagli aborti originali e non implicano più quel legame di cooperazione morale indispensabile per una valutazione eticamente negativa del loro utilizzo» (3).
Come parlare di prescrizione di peccato!
E’ imbarazzante constatare dunque come le vaccinazioni di massa siano ormai divenute un nuovo dogma anche religioso.
Cos’abbia a che fare il paventato “effetto gregge” delle vaccinazioni con la Chiesa Cattolica non si sa. Forse si tratta di un fraintendimento sul significato dell’attività pastorale...
Stride parecchio la faccenda a chi frequenta le istituzioni e la comunità religiosa da sempre: e difatti molti genitori di bambini ingiustamente ed illecitamente allontanati da scuola, hanno chiesto se dunque si dovessero ritenere allontanati, per le stesse motivazioni, anche dai vari appuntamenti religiosi imprescindibili: la comunione, la cresima, il catechismo…..
«Mi scusi Don, mi sta forse dicendo che mio figlio rappresenta un pericolo per la comunità ma solo entro le mura dell’asilo? Com’è possibile che lei stesso mi dica che invece non ci sono problemi entro le mura dell’aula di catechismo?».
Spiazzate le reazioni dei parroci, forse un barlume di razionalità che li fa rendere conto dell’assurdità e dell’incoerenza del loro messaggio, ma subito spazzato via dalla consapevolezza che chi “comanda” ha ormai deciso: i bambini non in regola vanno espulsi dalle scuole!
Costi quel che costi. Forse costerà più di quanto messo in preventivo, perché ormai anche chi inizialmente difendeva Fism e preti («devono seguire la legge»…) ha dovuto aprire gli occhi: il Presidente regionale FISM Veneto Stefano Cecchin, bacchetta le Ulss dalle pagine dei quotidiani veneti, perché queste ultime dovrebbero smettere di consigliare la via della mediazione, per consentire ai bambini di finire l’anno scolastico, ormai quasi al termine, e lancia accuse di disobbedienza civile! (4)
Dunque oggi è un presidente Fism a decidere se e quando i vaccini siano essenziali ed in quale misura possa esistere un pericolo, non più un dirigente dell’ente preposto alla salute; è un componente delle istituzioni ecclesiastiche ad accusare, puntare il dito e decidere di discriminare.
Piccola precisazione: la legge 119 non indica da nessuna parte che i bambini vadano espulsi in corso d’anno, né incarica le scuole d’infanzia di assumersi tale onere!
Quindi quale disobbedienza civile?
Disobbedienza al nuovo Dogma, semmai. E allora farebbe meglio a parlare di condanna per ideologie non condivise.
Come reagiranno le famiglie cattoliche che hanno come unica colpa quella di esercitare il diritto al libero pensiero e alla libertà individuale, dinanzi a questi comportamenti e contraddizioni?
Sono passati 80 anni esatti e purtroppo la storia si sta ripetendo: nel 1938 con le leggi razziali hanno espulsi i bambini dalle scuole in quanto ebrei; nel 2018 con la legge Lorenzin hanno espulso dalla scuola i bambini perché non vaccinati.
Sembra che nel 1938 papa Pio XI inviò prima una lettera a Mussolini e poi al re Vittorio Emanuele III per fermare le leggi razziali. Ovviamente senza risultati.
«Ma questo è enorme! Ma io mi vergogno… mi vergogno di essere italiano. Io, non come Papa, ma come italiano mi vergogno! Il popolo italiano è diventato un branco di pecore stupide» (5)
Oggi Papa Bergoglio non solo fa pubblicamente dichiarare dal portavoce del vaticano che i vaccini «sono un dovere sociale» (6) ma si fa anche fotografare mentre instilla il vaccino contro la poliomielite a un ragazzino di 5 anni in Messico.
Il dovere sociale non è quello di difendere i più deboli, le anime innocenti, coloro a cui è destinato il Regno dei Cieli?
«Ma questo è assurdo! Io mi vergogno… mi vergogno di essere italiano. E i cattolici, quelli veri, dovrebbero vergognarsi di avere una chiesa tanto asservita ai poteri quanto lontana dai bambini»
Però non tutto il male viene per nuocere, e il lato positivo è che i preti e la chiesa hanno oramai svelato il loro vero volto…
Note
1) «Eresia» secondo l’enciclopedia Treccani 2) «Il prete chi è?», www.famigliacristiana.it/articolo/il-prete-chi-e.aspx 3) http://www.academiavita.org/_articles/324195660-vaccini_nota_amci_pav_cei.php 4) http://tribunatreviso.gelocal.it/treviso/cronaca/2018/05/06/news/bimbi-non-vaccinati-sospesi-da-domani-1.16802870 5) Annotazione dell’udienza accordata al padre Tacchi Venturi dal Papa Pio XI il 23 ottobre 1938. 6) «Vaticano: no all’eutanasia, i vaccini sono “un dovere sociale”», www.lastampa.it/2017/02/06/vaticaninsider/vaticano-no-alleutanasia-i-vaccini-sono-un-dovere-sociale-TkB5XHu7ENuHWWGq999LJL/pagina.html
Marcello Pamio - tratto dal libro «Malattie, vaccini e la storia dimenticata»
Era il marzo del 1885 e dopo un lungo rigido inverno la città manifatturiera di Leicester in Inghilterra si godeva una delle prime belle giornate di primavera.
A migliaia dalle zone limitrofe, dalle cittadine circostanti si sono riuniti in protesta contro ciò che sentivano come una legge ingiusta imposta da loro governo britannico.
Sebbene la vaccinazione contro il vaiolo fosse in uso sin dal 1800, il governo non aveva introdotto alcun obbligo prima dei decreti del 1840 e del 1853.
La legge del 1853 mise in piedi l’apparato governativo per esigere che ogni bambino fosse vaccinato entro tre mesi dalla nascita. Attraverso una serie di leggi nel corso degli anni il governo britannico aveva, al tempo della protesta di Leicester, reso un crimine il rifiuto della vaccinazione antivaiolosa punibile con contravvenzioni o carcerazione.
Il «Vaccination Act» del 1867 consolidò le leggi esistenti in tema di vaccini e istituì una contravvenzione per i genitori che non avessero presentato i propri figli alla vaccinazione entro tre mesi dalla nascita.
A dispetto dell’azione del governo per assicurare un altissimo tasso di vaccinazione, una massiccia epidemie di vaiolo colpi non soltanto Leicester ma tutta l’Inghilterra e altre parti del mondo nei primi anni Settanta del 1800.
L’epidemia di Leicester comportò migliaia di casi di vaiolo e centinaia di morti scuotendo fin nel profondo la fiducia di molte persone nei poteri protettivi del vaccino.
«Deve colpire l’osservatore riflessivo quanto assai singolare sia il fatto che tutte le recenti epidemie di vaiolo siano apparse fra popolazioni in cui le leggi che obbligano al vaccino siano state portate avanti con rigore sistematicità. Il 96% dei nuovi nati a Londra sono protetti dal vaccino» (1884, “Leicester Mercury”).
Le leggi all’inizio erano state approvate dopo che le persone avevano rifiutato il vaccino una volta notate le conseguenze negative. In seguito, si erano sottomesse a causa delle nuove leggi e tuttavia erano ancora colpite da epidemie mortali di vaiolo. Dopodiché, sempre più persone si erano andate ribellando.
Per quanto fosse contrario alla logica, il governo aveva deciso di incrementare il tasso di vaccinazione ricorrendo a ufficiali sanitari che avrebbero perseguitato i genitori che rifiutassero di vaccinare i propri figli.
«Le azioni penali nelle città aumentarono dalle 2 del 1869 alle 1.100 e più nel 1881, e il totale in quei 12 anni fu di oltre 6.000. Di queste 64 avevano portato l’arresto e 193 il pignoramento» (“British Medical Journal”, 18 dicembre 1948)
Le contravvenzioni ricadevano in modo sproporzionato sui poveri che, se non potevano permettersi di pagare la penalità per non aver ottemperato alla legge vaccinale, sarebbero stati costretti a compensare il pagamento dovuto con pignoramenti e vendita dei propri beni.
A causa degli esiti gravi e talvolta fatali della procedura e del sostegno decisivo del governo alla vaccinazione forzata per mezzo di contravvenzioni e arresti, le persone erano motivate alla rivolta. In gran numero si riversano sulle strade di Leicester per protestare…
Al tempo della dimostrazione migliaia di procedure penali venivano condotte contro i genitori che rifiutavano la vaccinazione per i figli.
«Al momento ci sono più di 5000 persone citate in giudizio per essersi rifiutate di adempiere alla legge…le citazioni in giudizio per l’anno 1884 non erano state che 7, ovvero un po' più di uno ogni due mesi, mentre al momento ogni settimana vengono fatte udienze o disposte convocazioni in numero di 45» (“The Times”, 24 marzo 1885).
Era un’atmosfera festosa con la musica e centinaia di bandiere e striscioni dispiegati che dicevano cose come «la libertà è un nostro diritto di nascita e libertà è ciò che chiediamo», «le leggi oppressive rendono la gente scontenta», «i tre pilastri della vaccinazione: Frode, Forza e Follia», e «non imploriamo più, noi pretendiamo il controllo sui nostri figli. Sia le scenografie, sia i motti erano molto copiosi. Una rappresentava una effigie del dottor Jenner con l’iscrizione “infanticida”, un’altra era un intero corteo funebre che consisteva in una bara su un catafalco aperto, persone in lutto, ecc., e l’iscrizione “Un’altra vittima del vaccino”...» (“The Leeds Mercury”, 24 marzo 1885).
Il lungo corteo di 2 miglia sfilò due ore per la città ricevendo il sostegno a sé stante ed entusiasta delle persone in vari punti lungo il percorso. I cittadini dimostrano il loro sostegno agitando striscioni con bandiere e moti lungo la strada. Gli organizzatori dell’evento stimano che il numero dei partecipanti fosse stata fra gli 80.000 e i 100.000.
«Molti dei presenti avevano sofferto per via delle leggi, e tutto quello che chiedevano era che in futuro, loro e i propri figli, potessero essere lasciati in pace. Una vasta e crescente porzione del pubblico era dell’opinione che il miglior modo di sbarazzarsi del vaiolo e malattie analoghe fosse l’utilizzo di molta acqua, buon cibo, case luminose e arieggiate, assicurandosi che la giunta comunale tenesse le strade pulite e le fogne in buono stato». («Leicester: sanitation versus vaccination», 1912).
Queste persone impavide volevano poter decidere per la propria salute e quella dei propri figli e così combattevano per l’autodeterminazione.
«La spaventosa mortalità da vaiolo in una Leicester del tutto vaccinata e presumibilmente ben protetta, negli anni 1871-72, ebbe l’effetto di distruggere la fede della gente nel vaccino “protettivo”. Il risultato fu che i poveri come i ricchi, i lavoratori e gli aristocratici, e le autorità municipali iniziarono a rifiutare il vaccino per i propri figli e per se stessi. I rifiuti proseguirono fino al 1890 quando, anziché il 95%, la vaccinazione raggiunse solo il 5% circa di tutti i nuovi nati» (“Twentieth Century Magazine”, 16 gennaio 1911).
La reazione pubblica culminò in Inghilterra nella grande manifestazione di Leicester del 1885.
Quello stesso anno la giunta municipale di Leicester, che aveva fatto pressione per la vaccinazione attraverso l'uso di contravvenzioni e arresti, venne sostituita da una nuova giunta che si opponeva all’obbligatorietà del vaccino. Già nel 1887 i tassi di copertura vaccinale erano scesi al 10%.
Il «Metodo Leicester» si affidava alla quarantena per i pazienti affetti da vaiolo e alla disinfezione completa delle loro abitazioni.
«Il Metodo consiste in questo: non appena emerge un caso di vaiolo, il medico, il proprietario sono obbligati a dichiararlo subito in municipio, pena una sanzione. Per telefono viene subito chiamata l’ambulanza preposta ai casi di vaiolo, che si occupa di tutte le procedure del caso, è così, nell'arco di poche ore, il malato è al sicuro in ospedale. La famiglia e gli abitanti della casa vengono messi in quarantena, in ambienti confortevoli e la casa viene disinfettata da cima a fondo. Il risultato è che sotto ogni aspetto la malattia viene debellata in modo pronto e completo a un costo esiguo». (“The Times”, 24 marzo 1885)
Per quanto fosse chiaro che il “Metodo Leichester” era superiore al vaccino, coloro che con forza sostenevano la validità della vaccinazione, che credevano che l’immunità goduta dalla città di Leicester fosse momentanee e che prima o poi la cittadina avrebbe sofferto di una vasta epidemia di vaiolo.
Sir D. Corrigan, medico esponente del comitato del 1871 affermo a proposito del Vaccination Act: «un bambino non vaccinato è come un sacchetto di polvere da sparo che potrebbe far esplodere l’intera scuola e pertanto non dovrebbe essere ammesso a scuola a meno che non sia vaccinato» (“Twentieth Century Magazine”, 16 gennaio 1911).
«Saranno i bambini non protetti coloro sui quali il flagello si abbatterà con maggior forza, e le campagne circostanti patiranno le conseguenze di un epidemia». (“Boston Medical and Surgical Journal”, 16 aprile 1885).
La profezia che alla fine sarebbero stati flagellati da un disastro non si avverò mai.
Leicester godette di un miglior successo contro il vaiolo rispetto ad altre città inglesi con alti tassi di vaccinazione. Nel 1893 il vaiolo esplose nei distretti ben vaccinati di Mold nel Flintshire, in Inghilterra, ebbero un tasso di mortalità 32 volte più alto di quello di Leicester.
Persino dopo 30 anni dal successo dell’esperimento di Leicester, vi erano coloro i quali ancora pensavano che alla fine un disastro avrebbe colpito «gli sciocchi non protetti» che non erano a favore della vaccinazione.
Un articolo dal 1914 sono “New York Times” affermava: «possiamo predire senza timore di sbagliare che una terribile resa di conti si abbatterà sull’Inghilterra. Potrebbe essere giusto affermare che questo sia il sistema della natura per eliminare gli sciocchi che non hanno abbastanza buon senso per vivere in moderne comunità, ma tra i defunti ce ne saranno molti che sono stati tratti in inganno da uomini considerati esperti degni di fede» (“New York Times”, 5 aprile 1914).
La vaccinazione contro il vaiolo è stata sospesa quasi 100 anni più tardi, ma il fatto che la pratica fosse superflua e avesse causato inutili sofferenze e morte non fu mai riconosciuto o ammesso. Invece nonostante tutti i gravi problemi che aveva generato, e la mancanza di prove che ne dimostrano l’efficacia, è ancora difesa come esemplare nel promuovere la fede odierna nei vaccini.
Il 1948 pose fine alla vaccinazione obbligatoria in Inghilterra.
Dopo l’epidemia del 1872 a Leicester i tassi di vaccinazione insieme a quelli di mortalità da vaiolo scesero. Al contrario di quel che gli entusiasti del vaccino dicono oggi, la mortalità complessiva dei bambini diminuì dopo il 1885 mentre il tasso di vaccinazioni precipitarono. Decenni di rigide leggi sulla vaccinazione non fecero assolutamente nulla per migliorare la generale aspettativa di vita dei bambini nelle varie fasce di età.
«Contrariamente alla convinzione popolare, il vaiolo non è stato eradicato dalla vaccinazione di Massa» (“History Today”, marzo 1999).
L’esperimento durato più di 60 anni non solo ha attestato il successo del metodo, ma ha anche dimostrato che il pensiero scientifico considerato comprovato poteva essere in errore.
Nel 1911 il dottor J. W. Hodge disse: «l’esperienza della non vaccinata Leicester apre gli occhi alla gente e rappresenta una spina nel fianco per tutti i vaccinisti del mondo. Ecco una grande città manifatturiera con una popolazione di quasi un quarto di milione di abitanti, che ha dimostrato, con la prova cruciale di un’esperienza che dura ormai da più di un quarto di secolo, che una popolazione non vaccinata è di gran lunga meno suscettibile al vaiolo, e di gran lunga meno afflitta da quella malattia, da quando ha abbandonato la vaccinazione, rispetto a quanto lo fosse al tempo in cui il 95% dei nuovi nati erano vaccinati e la popolazione adulta era vaccinata più volte» (“Twentieth Century Magazine”,16 gennaio 1911).
Secondo la visione corrente la tecnologia vaccinale rappresenta il trionfo dell’umanità sui disegni “difettosi” di Madre Natura.
Peccato che a quella scienza autoincensatasi “non democratica”, va ricordato che l’evoluzione naturale non produce meccanismi difettosi, anzi.
L’allattamento al seno per esempio è il metodo di protezione immunologica specificamente adatto a tutte le esigenze del neonato. Oggi sappiamo infatti che numerosi componenti bioattivi contenuti nel latte materno conferiscono una determinata e importantissima protezione immunologica.
Come il latte in polvere non può competere con il latte materno dal punto di vista nutrizionale, così i vaccini non possono competere con il latte materno dal punto di vista dell’immunità.
Questo è assodato, anche se viene sempre dimenticato dalla medicina ufficiale.
Ecco perché la qualità dell’alimentazione (della madre in gravidanza e del neonato) continua ad essere un fattore cruciale nel determinare la funzionalità delle difese immunitarie nei bambini più grandi e negli adulti.
Perdita dell’immunità naturale Il sistema immunitario dei neonati è immaturo e non è in grado di gestire in modo efficace i virus naturali e nemmeno i virus artificialmente attenuati contenuti nei vaccini.
Le madri naturalmente immuni - ossia quelle che hanno contratto le malattie virali durante l’infanzia - proteggono i loro bambini da queste malattie con il trasferimento passivo della loro immunità tramite la placenta durante la gravidanza e tramite il latte materno dopo il parto.
Se una madre è naturalmente immune, un’eventuale esposizione del bambino al virus durante l’allattamento porterebbe a un’infezione del tutto asintomatica con conseguente immunità a vita per quel particolare virus. Se il bambino invece viene esposto per la prima volta a quel virus soltanto dopo lo svezzamento, egli contrarrà la malattia naturalmente senza tante problematiche e acquisirà comunque una immunità a vita. Così funziona in Natura.
Le malattie virali sono sempre state definite “malattie infantili” proprio perché prima dell’istituzione delle vaccinazioni obbligatorie venivano contratte prevalentemente durante l’infanzia.
I bambini erano protetti dall’immunità materna, mentre gli adulti erano coperti dall’immunità a vita che avevano acquisito durante l’infanzia. Oggi non è più così perché l’impiego dei vaccini ha cambiato drasticamente questo schema!
In Natura l’esposizione naturale ai virus avviene tramite le mucose (bocca, occhi, naso, ecc.), mentre la maggior parte dei vaccini virali vivi attenuati e inattivati viene somministrata mediante una iniezione. Questa via di esposizione totalmente innaturale induce la produzione di anticorpi a livello del siero e non delle mucose. Differenza questa fondamentale per comprenderne i rischi intrinseci.
Poiché solo l’esposizione delle mucose contribuisce alla produzione di anticorpi nella ghiandola mammaria, le madri vaccinate non hanno la capacità di trasferire gli anticorpi indotti dal vaccino ai loro bambini mediante l’allattamento.
Per questi motivi nei primi anni ’90, quando il morbillo era ancora endemico negli Stati Uniti, nei bambini nati da madri vaccinate era stato riscontrato un rischio maggiore di contrarre quella malattia rispetto a quelli nati da mamme naturalmente immuni. Va ricordato che negli Stati Uniti la vaccinazione anti morbillosa obbligatoria era stata avviata nei primi anni Sessanta, quindi negli anni Novanta le donne (vaccinate e non coperte) erano in piena età fertile avendo trent’anni…
L’uso persistente del vaccino trivalente contro morbillo-parotite-rosolia, ma non solo, ha privato una generazione di madri e soprattutto i loro bambini dell’immunità naturale contro le rispettive malattie virali.
I vaccini virali vivi attenuati riducono l’incidenza generale delle corrispondenti malattie virali rendendo il nostro corpo inaccessibile ai virus di tipo selvatico per un periodo che va da 3 a 5 anni dopo la vaccinazione.
Ma così facendo esse impediscono alla maggioranza della popolazione umana di sviluppare l’immunità naturale senza tuttavia eradicare completamente il virus prima che nasca una nuova generazione di bambini privi di immunità naturale. Queste blande malattie infantili sono diventate pericolose perché noi esseri umani le abbiamo rese tali.
Negli Stati Uniti si è cominciato a vaccinare contro il virus della varicella a metà degli anni Novanta e presto avremo una generazione di madri e bambini senza immunità naturale, prima della completa eradicazione del virus. Dobbiamo porre termine alla vaccinazione di massa contro la varicella prima che capiti questo, altrimenti questa malattia diventerà un morbo pericoloso per la generazione dei nostri nipoti, così come lo è il morbillo per i nostri neonati.
L’interruzione del ciclo naturale del trasferimento di immunità fra la madre e il bambino è una conseguenza pericolosa e irreversibile delle attuali campagne di vaccinazione di massa.
Il paradosso dei vaccini è che riducono l’incidenza generale delle malattie infantili ma le rendono enormemente più pericolose per la generazione successiva…
Vincere le battaglie ma perdere la guerra Le malattie virali possono causare complicanze mortali solo nei neonati non protetti dall’immunità materna e negli individui gravemente malnutriti o immunodepressi.
Un grave problema che può subentrare dopo una malattia virale o insorgere spontaneamente è una malattia batterica invasiva come la polmonite, la meningite o l’encefalite.
Pochi sanno che i vaccini coprono soltanto una frazione minima della grande biodiversità dei ceppi batterici. Quando si eliminano quelli per i quali i vaccini sono stati creati, altri ceppi prendono il sopravvento e crescono a dismisura.
La pertosse è l’esempio perfetto di una campagna di guerra mal condotta contro i batteri.
Negli Stati Uniti era una malattia in declino negli anni precedenti quando era in uso il vaccino antipertosse a cellule intere. Quest’ultimo però avendo rivelato uno scarso livello di sicurezza, a metà degli anni 90 venne sostituito con il vaccino antipertosse acellulare.
In seguito negli Stati Uniti la pertosse ha cominciato a riemergere nonostante l’estensiva copertura vaccinale.
Il vaccino per la pertosse acellulare include proteine isolate ricavate dal batterio B. Pertussis. Esiste però un altro ceppo batterico che può causare la pertosse il B. Parapertussis.
Il nuovo vaccino acellulare garantisce protezione solo contro il pertussis ma non contro il parapertussis, mentre il vecchio vaccino è efficace contro entrambi i ceppi.
Rischi delle vaccinazioni In conclusione la tecnologia vaccinale è estremamente rischiosa non solo per il contenuto di adiuvanti (formaldeide, antibiotici, frammenti di DNA animale e/o umano, ecc.) e di metalli tossici (alluminio, sale di mercurio, ecc.) che possono scatenare patologie anche gravissime (allergiche, autoimmunitarie, croniche e neurodegenerative) ma perché stanno trasformando innocue - ma importanti dal punto di vista evolutivo - malattie esantematiche infantili in pericolosi fardelli tossici per i neonati delle nuove generazioni.
Immunizzando i neonati oggi stiamo creando bambini e futuri uomini e donne non immunizzati naturalmente contro le malattie. Il problema serio è rappresentato dalle bambine, le quali saranno delle madri prive di immunità per se stesse e quindi non in grado di passare ai figli gli anticorpi adeguati mettendoli così a rischio.
Vacciniamo oggi per creare danni domani!
Queste sono cose note all’immunologia ufficiale, per cui la domanda che sorge spontanea è: perché continuano imperterriti su questa errata e innaturale strada? Forse le lobbies farmaceutiche vogliono predisporre l’intera umanità futura a gravissimi rischi epidemici?
Ai posteri (non vaccinati) l’ardua sentenza…
Tratto dal libro “I vaccini sono un’illusione” della d.ssa Tetyana Obukhanych, immunologa. Macro edizioni
I media mainstream sono tacitamente uniti nella lotta contro la Verità e contro la corretta informazione.
Tutti i giornali, i quotidiani nazionali ed i canali televisivi stanno eseguendo piroette e tuffi carpiati per attaccare, denigrare e distruggere tutto quello che esce dalla visione ufficialmente riconosciuta.
Il paradigma non si discute!
L’equazione è sempre la solita: più le persone si risvegliano dall’offuscamento e dal torpore cerebrali e più il Sistema attacca! E’ una legge matematica.
Se genitori consapevoli decidono di non inoculare nel corpo del proprio figlio sostanze tossiche e velenose come i vaccini, vengono tacciati di essere irresponsabili e incoscienti.
Se qualcuno decide di non seguire i dettami di una medicina fallimentare totalmente fagocitata da un’Industria farmaceutica avida e affamata di soldi, viene sistematicamente terrorizzato e trattato da idiota.
Se dei Medici in Scienza e Coscienza seguono le volontà dei propri assistiti (sia nell’ambito vaccinale che oncologico), subiscono pressioni, attacchi, vengono indagati e anche radiati dal sindacato della casta dei camici bianchi: il tristemente noto Ordine. Tale organizzazione infatti ha lo scopo di mantenere l’ordine delle cose.
Se infine accade che una persona intraprende un percorso diverso dai canonici, santissimi e intoccabili protocolli oncologici e per caso muore, apriti Cielo, arrivano a sbeffeggiarla perfino nella tomba. D’altronde non c’è rispetto nella vita figuriamoci nella morte.
Sorge a questo punto una domanda: come mai il Sistema ha messo in moto la macchina bellica propagandistica, rispolverando i tribunali della santa inquisizione (dalla tunica nera si è passati al camice bianco) per instaurare una vergognosa caccia alle streghe?
Perché un tale accanimento mediatico, scientifico e politico?
Cosa c’è sotto? Qui Prodest? A chi giova questa situazione?
Possiamo veramente credere che i giornali nazionali e le trasmissioni televisive demenzialmente offensive per le intelligenze e le coscienze umane stiano lavorando per il bene comune?
Siamo proprio sicuri che agli azionisti dei media mainstream (carta stampata e tivù) e a quelli delle industrie chimiche-farmaceutiche stia a cuore la salute delle persone?
Oppure c’è dell’altro?…
Cancro & PIL L’epidemiologo ed esperto di tumori Franco Berrino in una recente intervista ha detto una cosa molto interessante: “Se noi ci ammaliamo, aumenta il PIL, c’è crescita, diminuisce lo spread. La sanità è la più grande industria italiana, non c’è un interesse economico nei confronti della prevenzione. Si tratta di una commistione di ignoranza, di stupidità e di interessi”.
La malattia fa guadagnare moltissimo mentre la prevenzione e la salute no!
Il cancro e tutte le cure ufficiali forniteci dell’Industria fanno crescere il PIL e quindi i fatturati delle industrie.
Solo le prime dieci corporation della chimica e farmaceutica (quell’entità che va sotto il nome di Big Pharma) fagocitano dalla società ogni anno oltre 361 miliardi di euro.
Nonostante le crisi economiche i loro fatturati aumentano sempre. La malattia rappresenta il business per eccellenza e non esiste inflazione, deflazione e/o stagnazione che possa intaccarlo.
Le prime 50 aziende farmaceutiche fatturano oltre 600 miliardi di euro ogni anno. Con così tanti soldi il potere di far pressione sul mondo politico, scientifico e accademico è indiscutibile e fuori da ogni discussione.
Il cancro rappresenta oggettivamente una delle maggiori spese per un qualsiasi Sistema sanitario nazionale e per questo uno dei pilastri fondamentali per le industrie.
Più ci ammaliamo, più la sanità spende e più le lobbies guadagnano!
Il cancro in numeri nel 2016 Secondo l’AIRTUM, l’Associazione Italiana Registri Tumori, nel 2016 verranno diagnosticati oltre 365.000 nuovi casi di tumore maligno[1] (190.000 uomini e 175.000 donne) ad eccezione dei carcinomi della cute.[2]
“Ogni giorno oltre 1000 persone ricevono una nuova diagnosi di tumore maligno-infiltrante”.
Secondo i dati dell’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) per il 2013 (ultimo anno al momento disponibile) i decessi sono stati poco più di 176.000. Sembra quindi che la sopravvivenza media si attesti attorno al 50% circa (365.000 nuove diagnosi ma ne muoiono 176.000).
Ma la realtà è assai diversa e molto più triste.
Mortalità per cancro nel 2016 L’Associazione Italiana Registri Tumori nell’ultimo documento “I numeri del cancro in Italia, 2016” descrive la “prevalenza” e cioè il numero di persone ancora vive dopo una diagnosi di neoplasia.
Tale numero ovviamente dipende dalla frequenza della malattia (incidenza), dal tipo di cancro e dalla prognosi (sopravvivenza).
Nel 2010 il numero di persone vive dopo una diagnosi di cancro era di 2.587.347.
Quelle con una diagnosi di tumore da oltre 5 anni erano il 60% del totale dei pazienti prevalenti nel 2010, pari 1.543.531. Erano invece 918.439 (il 35% del totale) i pazienti la cui diagnosi risaliva a oltre 10 anni.
Questi dati sono molto interessanti perché ci dicono che le persone ancora vive a 10 anni dalla diagnosi sono solamente il 35% del totale, quindi se la matematica non è una opinione la mortalità media per cancro è del 65%.
Attenzione perché si tratta di medie statistiche che interessano vari tipi di tumori tra cui quello ai testicoli (che ha di per sé una guarigione altissima pari al 94%) o quello alla tiroide (la cui guarigione si attesta al 76% anche perché la maggior parte sono sovradiagnosi, ecc.).
Quindi il 35% di sopravvivenza è un valore apparente e del tutto sovrastimato perché nel conteggio totale ci sono tumori che sono guaribilissimi.
Nei registri dei tumori quando una persona viva dopo una diagnosi di tumore non mostra eccessi rilevanti di mortalità rispetto al resto della popolazione si definisce “già guarita”.
E qui viene il bello.
Nel 2010 erano 704.648 le persone “già guarite”, pari al 27% di tutti i prevalenti.
Tradotto significa che mediamente solo il 27% delle persone ammalate di cancro sono considerate realmente guarite!
Se è solo il 27% del totale che si può considerare guarito, cosa è accaduto al rimanente 73%?
Nelle donne che hanno avuto una diagnosi di tumore della mammella l’eccesso di mortalità rispetto alla popolazione generale diventa trascurabile solo dopo circa 20 anni dalla diagnosi. Quindi una donna che ha avuto un tumore al seno può considerarsi guarita solo dopo due decadi...
Gli oncologi stimano che solo il 16% delle donne vive dopo un tumore della mammella si possono considerare guarite.[3] E il restante 84%?
Non sono esattamente i dati di mortalità e sopravvivenza che gli esperti ci vengono a raccontare in televisione.
Noi, il gregge disorientato, dobbiamo rimanere ignoranti perché è vietatissimo mettere in discussione il paradigma. Non dobbiamo sapere che oggi si muore sempre di più per il cancro o per le cure ufficiali…
Cosa questa risaputa da parecchio tempo per gli addetti ai lavori.
Una delle riviste di oncologia più prestigiose al mondo, il “Clinical Oncology”, nel dicembre 2004 ha pubblicato uno studio dal titolo: “Contributo della chemioterapia citotossica alla sopravvivenza a 5 anni”
Si tratta del più imponente studio osservazionale della durata di ben 14 anni su 227.874 pazienti (72.903 australiani e 154.971 americani) sui 22 tipi di tumori più diffusi.
Quando i dati erano incerti gli autori hanno deliberatamente stimato in eccesso i benefici della chemioterapia.
Lo studio ha concluso che il contributo della chemioterapia alla sopravvivenza a 5 anni è in Australia del 2,3% e negli Stati Uniti del 2,1%.
“Molti medici continuano a pensare ottimisticamente che la chemioterapia citotossica possa aumentare significativamente la sopravvivenza dal cancro”, scrivono nell’introduzione gli autori.
“In realtà - continua il professor Grame Morgan - malgrado l’uso di nuove e costosissime combinazioni di cocktails chimici… non c’è stato alcun beneficio nell’uso di nuovi protocolli”.
Ma se la chemioterapia citotossica contribuisce nella sopravvivenza a 5 anni per un misero 2%, cos’è accaduto al rimanente 98% dei pazienti? Sono morti? E se sì di chi è la colpa: del cancro o della cura?
Si è liberi di pensare che Big Pharma stia lavorando alacremente per sconfiggere il cancro ma così facendo si è lontanissimi dalla realtà.
Ecco la previsione futura:
“Non più morte, non più sofferenza a causa del cancro entro dieci anni. Ora siamo sicuri che entro il 2015 il cancro diventerà una malattia cronica” Andrew Von Eschenbach
Questa affermazione del dottor Andrew von Eschenbach è inquietante perché a parlare è il Direttore del National Cancer Institute, l’istituto nazionale che si occupa di cancro negli Stati Uniti, e significa inoltre che a certi livelli non si vuole curare il cancro, ma trasformarlo in una condizione cronica per poterla “mantenere” e “curare” nel tempo, possibilmente fino alla morte.
Decine o centinaia di milioni di persone che per tutta la vita faranno cure chemioterapiche “preventive” e/o di “mantenimento” aprono un mercato faraonico unico per le multinazionali farmaceutiche.
Vaccini & PIL Sta accadendo il medesimo risveglio anche nell’ambito vaccinale. Sempre più persone consapevoli infatti stanno obiettando le vaccinazioni pediatriche di massa.
Esattamente come per il cancro questo sta creando un danno economico notevole alle industrie che sono corse immediatamente ai ripari. I media a livello nazionale e locale si stanno sbizzarrendo con articoli-denuncia contro tutti quei medici che fanno ostruzione. E la spada di Damocle (la radiazione) si alza sempre di più sopra la testa dei medici.
Eppure i dati e l’esperienza clinica lo confermano ogni giorno: un bambino allattato al seno della mamma è più sano di un bambino tirato su con latte formulato e un bambino non vaccinato è più sano di uno vaccinato.
Qualunque pediatra onesto intellettualmente e soprattutto umile (cosa sempre più rara), quindi non schiavo del Sistema e dei propri condizionamenti culturali e accademici lo può confermare.
D’altronde non è così strano pensare che i vaccini inoculati in esseri umani (in cui il sistema immunitario non è formato ed è immaturo), contenendo virus, frammenti di DNA fetale (i virus vengono coltivati su linee cellulari di feti umani abortiti) e svariati adiuvanti tossici tra cui l’idrossido di alluminio (metallo pesante) e la pericolosa formaldeide (dichiarato cancerogeno), possano in qualche maniera danneggiare l’organismo scatenando squilibri immunitari (allergie, dermatosi, ecc.) e patologie molto gravi (diabete di tipo-1, autismo, ecc.).
Ma per la casta dei camici bianchi questo problema non esiste: i vaccini sono i farmaci più testati e sicuri che esistano in commercio.
Esatto: testati su milioni di poveri e innocenti animali e certamente sicuri (grazie all’obbligo) per le casse delle case farmaceutiche. Eppure l’articolo 32 della Costituzione sancisce che “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario”…
Il Sistema fa quindi la voce grossa non perché la salute dei bambini interessi a qualcuno, tantomeno alle lobbies, ma perché il business vaccinale non si tocca, e dall’altro i vaccini andando a squilibrare il sistema immunitario in un momento delicatissimo di sviluppo potrebbero predisporre il bambino a patologie future…
Se un’azienda guadagna vendendo droghe e farmaci, produrre un vaccino in grado di rendere le persone sane ha senso secondo voi?
Vaccini e il Global Health Security Agenda Un altro ottimo motivo per cui i vaccini non si devono toccare arriva da Washington.
Secondo un comunicato stampa del 2014 dell’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco, l’Italia nei prossimi cinque anni guiderà le strategie e le campagne vaccinali nel mondo intero. Avete letto bene?
È quanto deciso al Global Health Security Agenda (GHSA), l’Agenda per la Sicurezza sanitaria globale nata nel febbraio 2014, incontro svoltosi venerdì scorso alla Casa Bianca. Il nostro paese, rappresentato dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, e dal Presidente dell’AIFA prof. Sergio Pecorelli, ha ricevuto l’incarico dal Summit di 40 Paesi cui è intervenuto anche il Presidente USA Barack Obama.
“Dobbiamo intensificare - dichiara Pecorelli - le campagne informative in Europa, dove sono in crescita fenomeni anti vaccinazioni.
Quindi tutte le persone che stanno prendendo coscienza sui rischi vaccinali sono dei “fenomeni anti vaccinazioni”.
La ministra Lorenzin (con portafoglio ma senza laurea) dice che: “il tema dei vaccini sarà una delle priorità durante il semestre italiano di Presidenza Europea. Se vogliamo evitare il collasso dei sistemi sanitari del Vecchio Continente dobbiamo rafforzare i processi di vaccinazione verso TUTTE le persone che vivono in Europa”.
La ministra non ha ben compreso, o fa finta di non comprendere, come funziona realmente il Sistema.
Se vogliamo veramente evitare il collasso di tutti i sistemi sanitari nazionali non solo non si devono comprare i vaccini ma ci si deve pure smarcare dai tentacoli di Big Pharma…
I costi abnormi delle cure farmaceutiche (in primis il cancro) stanno facendo affossare le economie dei paesi.
Codice europeo sulla trasparenza Dal 30 giugno 2016 circa 200 aziende farmaceutiche hanno iniziato a “svelare” i loro rapporti economici con medici, organizzazioni sanitarie, società scientifiche, strutture sanitarie pubbliche e private, università, associazioni dei malati e privati.
Si chiama Codice europeo sulla trasparenza, detto anche Disclosure Code.
L’Italia si è adeguata a tale codice di trasparenza della Federazione Europea delle Industrie Farmaceutiche [EFPIA], che prevede la pubblicazione online, sui siti web delle singole aziende aderenti a Farmindustria, delle somme elargite ai medici per partecipare a corsi di formazione e aggiornamento, partecipazioni a congressi, ma anche consulenze, progetti di ricerca e promozione vendite.
Al momento il 70% dei medici hanno dato il proprio consenso alla pubblicazione dei dati, quindi rimane un 30% nascosto alla vista per motivi di privacy. Si tratta ovviamente dei pezzi grossi della medicina e delle istituzioni che prendono più quattrini dalle industrie.
Tuttavia quasi in contemporanea con questo provvedimento, molte aziende aderenti a Farmindustria hanno deciso di sospendere da quest’anno i pagamenti ad operatori sanitari che parlano di farmaci o vaccini a soggetti che possano prescriverli o influenzarne la prescrizione.
Hanno quindi trovato il modo di nascondere al mondo i loro nomi…
I soldi elargiti dalle ricchissime società farmaceutiche sono tanti.
Tra i primi a pubblicare online nomi e importi ricevuti, la Amgen dichiara il 90% di adesioni tra i medici e un totale di 5,9 milioni di euro per ricerca e sviluppo [ovvero studi clinici, non clinici osservazionali], 1,8 milioni per consulenze ad operatori sanitari e 5,2 milioni destinati alla formazione.
Per la Menarini l’adesione è stata del 73% dei medici, 33 i milioni investiti in ricerca e sviluppo e 8,7 milioni di euro per la formazione e 860.000 per le consulenze.
Adesioni al 90% per Sanofi-Pasteur che investe 523.000 euro in ricerca e sviluppo, 128.000 per le consulenze e 423.000 euro per la formazione continua, mentre circa 44.000 euro per far partecipare medici a congressi. Spiccano 27.000 euro elargiti alla Società Italiana di Pediatria.
Da Pfizer Iitalia che ha avuto l’80% di adesioni, sono stati spesi 24 milioni, di cui 5 milioni in ricerca e sviluppo e 1,2 milioni in consulenze.
Da Novartis sono stati spesi 19 milioni di euro.
La Glaxo Smith-Kline ha investito sui medici italiani e sulle organizzazioni sanitarie italiane ben oltre 11 milioni di euro. Di questi solo 5.009.147,63 sono andate nella ricerca e nello sviluppo con il rimanente 54,61% investito in altre attività che non avevano nulla a che fare con la ricerca.
Solo la GSK, a vario titolo ha versato ad alcuni componenti del Teamvaxitalia 5.000 euro e al sito Vaccinarsi.org qualcosa come 24.000 euro.
In sostanza, sono state elargite briciole e noccioline in compenso a quanto finanziato dal Ministero della Salute [495.000 euro di soldi pubblici a partire da gennaio 2017] per posizionare il sito Vaccinarsi.org in alto fra i motori di ricerca, in modo che diventi più visibile, e monitorare la rete perché la crescente sfiducia nelle vaccinazioni genera molto timore in taluni venditori di malattia. Anche alla Federazione Italiana dei Medici Pediatri, una sorta di holding mezzo sindacale e mezzo commerciale, sono stati elargiti più di 56.000 euro.[4]
Quindi le lobbies ogni anno destinano svariati milioni di euro a medici, istituzioni sanitarie, associazioni di familiari e a tutti coloro che possono tornare utili a spacciare i loro farmaci.
Conclusione I vaccini non si toccano, nonostante i bambini danneggiati crescono sempre più.
I protocolli oncologici non si toccano, nonostante le persone continuino a morire.
Non è così strano quindi venire a sapere che gli opinion leaders, i testimonial prezzolati che in tivù o nelle interviste difendono con ogni mezzo le cure ufficiali per il cancro e naturalmente i vaccini, figurano spessissimo tra i nomi dei collaboratori e consulenti stipendiati delle lobbies...
Può essere onesto e soprattutto credibile un medico che difende i vaccini e/o la chemioterapia per poi farsi pagare profumatamente delle consulenze o dei corsi di formazione (viaggi in paradisi esotici camuffati da aggiornamenti professionali) da quelle stesse società che producono vaccini o chemioterapici?
La situazione è così allarmante per l’establishment che a Roma il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, il medico ed ex attore Walter Ricciardi, assieme alla Federazione Nazionale della Stampa Italiana ha organizzato per mercoledì 12 ottobre 2016 un corso intitolato: “Vaccini e Vaccinazioni il ruolo dei media nella tutela della salute pubblica”.
Una piccola nota informativa sul Walter Ricciardi va fatta. Il professore che dirige il ISS oltre ad essere membro di numerosi panel è stato il responsabile scientifico del Primo Libro Bianco sull’Health Technology Assessment in Italia e del progetto ViHTA (Valore in Health Technology Assessment), iniziative finanziate da GlaxoSmithKline. Da giugno 2013 è membro del Comitato Scientifico della Fondazione Lilly. La Eli Lilly, una delle multinazionali più attive a livello mondiale nella produzione di vaccini e la creatrice del tristemente noto conservante Thimerosal (a base di mercurio) contenuto fino a poco tempo fa in numerosi vaccini....
Il corso fatto passare per un vademecum dedicato ai giornalisti che si occupano di salute nasconde invece un vero e proprio indottrinamento. Per il Sistema infatti è fondamentale mantenere il controllo globale delle informazioni che circolano.
Per quale motivo si è arrivati a dover organizzare un corso gratuito per giornalisti? I giornalisti non dovrebbero essere liberi di scrivere e soprattutto scevri da interessi di qualunque tipo? Non dovrebbero essere il cane da guardia della politica ma anche dei grossi poteri e interessi economici?
Ovviamente no, e il Sistema vacilla e fa acqua da tutte le parti.
Alla fine nonostante tutto l’accanimento mediatico, gli attacchi personali, le accuse, i decreti, le leggi, le radiazioni, gli indottrinamenti dei giornalisti, le coscienze si stanno inesorabilmente svegliando per cui la fine dell’attuale paradigma è segnata.
Tale processo evolutivo è inarrestabile e tutto il vecchio, assieme alle cariatidi aggrappate alle pareti come le cozze sugli scogli, verranno spazzati via dal nuovo che si sta affacciando…
Un nuovo dove al centro di tutto c’è l’Uomo, la sacralità della Vita umana e non gli interessi economici di poche e diaboliche aziende…
[1] “I numeri del cancro in Italia 2016”, AIOM Associazione Italiana di Oncologia Medica e AIRTUM Associazione Italiana Registri Tumori [2] Idem [3] Idem [4] https://autismovaccini.org
Tutto inizia il 2 aprile 2014 quando il premier Matteo Renzi è ricevuto nella City di Londra per incontrare i massimi dirigenti di Vodafone; Lloyds; British Bankers Association; BAE Systems; Credit Suisse; BP; HSBC holdings; London Stock Exchange; PwC LLP; Silver Lake; BT Group.
La creme della creme globalista da gli ordini al «pinocchietto toscano»…
Il 29 settembre 2014 a Washington avviene qualcosa di molto interessante.
Da quel giorno e per i successivi cinque anni (fino al 2019) l’Italia guiderà le strategie e le campagne vaccinali nel mondo. Chi lo ha deciso? Lo Zio Sam, per voce del Global Health Security Agenda (GHSA) che si è riunito alla Casa Bianca.
L’Italia purtroppo era rappresentata dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, dal Presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) Sergio Pecorelli e da uno strano figuro, il dottor Ranieri Guerra, consigliere scientifico dell’ambasciata a Washington che sarà presente alla conferenza stampa a giugno 2017 dopo la pubblicazione del decreto sui vaccini in Gazzetta Ufficiale.
Il 7 ottobre 2014 il primo ministro pro tempore Matteo Renzi incontra i dirigenti delle multinazionali del farmaco per approntare una strategia comune di vendita della merce.
E’ la prima volta che un primo ministro incontra un gruppo di Ceo della farmaceutica a Palazzo Chigi.
Presenti all’incontro: Pier Carlo Padoan, Federica Guidi, Beatrice Lorenzin, Maria Elena Boschi e il sottosegretario Luca Lotti.
A novembre 2015 la mamma Lorenzin è invitata a cena da Federfarma Roma. Numerose foto l’hanno immortalata in tailleur nero che scherza a tavola con la cricca farmaceutica…
Dicembre 2015 la Glaxo se ne esce titolando nei giornali a caratteri cubitali: «Esubero di personale alla Glaxo di Siena»; «Glaxo, è allarme licenziamenti»; «E a Verona chiude la Glaxo. Senza lavoro 600 ricercatori».
A metà dicembre il direttore dell’AIFA Sergio Pecorelli, quello presente alla Casa Bianca per l’investitura ufficiale è stato costretto a dimettersi per «gravi conflitti d’interesse» con le lobbies farmaceutiche ovviamente. Si dice che l’AIFA abbia elargito 20 milioni di euro alla Glaxo…
Ad aprile 2016 colpo di scena: la Glaxo che solo qualche mese prima doveva chiudere, magicamente ora investe 1 miliardo di euro in Italia. Perché l’azienda leader mondiale di vaccini investe in Italia? Per caso i dirigenti si attendevano un’escalation di patologie infettive?
Non tutti sanno che il cuore del business dei vaccini è in due città: Siena dove si fa R&S (Ricerca & Sviluppo) e Pisa dove avviene la produzione vera.
Qual è la regione dove è partita la falsa epidemia di meningite? Esatto la Toscana la regione controllata dal partito e dagli amici di Renzi…
Nella primavera del 2016 inizia l’accanimento nei confronti di medici e ricercatori che mettono in discussione non solo i vaccini in quanto tali, ma la pratica vaccinale.
A luglio 2016 avviene il passaggio cruciale: la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO) pubblica il «Documento sui vaccini».
Il 29 settembre 2016 al congresso alla GSK dal titolo «Come sarà la vaccinazione del futuro?» figura tra gli ospiti d’onore un certo Matteo Renzi. Dalla sala della più importante multinazionale che produce vaccini Renzi propone pubblicamente di radiare i medici che mettono in discussione i vaccini.
Dopo la pubblicazione del documento della FNOMCeO e le folli dichiarazioni del premier colluso con le industrie, iniziano guarda caso le prime radiazioni dei medici coinvolti.
Il 3 maggio 2017 lo speculatore ebreo George Soros senza preavviso si presenta a Palazzo Chigi e viene ricevuto dal premier Paolo Gentiloni. Probabilmente lo squalo è venuto a sincerarsi che il treno proseguisse nel binario corretto…
Il 19 maggio 2017 Beatrice Lorenzin presenta il decreto legge per instaurare con la forza e la repressione le vaccinazioni di massa, triplicandone il numero: da 4 a 12.
Il 7 giugno 2017 il presidente della repubblica Sergio Mattarella, ex giudice costituzionale, firma uno dei decreto più incostituzionali che si siano mai visti. Il decreto, nonostante non vi sia nessuna urgenza, nonostante non vi sia nessuna epidemia o rischio per la salute pubblica viene pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Alla conferenza stampa del Ministero della Salute oltre alla ministra diplomata al classico vi era anche il dottor Ranieri Guerra visto prima. Cosa c’entra il consigliere scientifico dell’ambasciata di Washington a Roma?
C’entra eccome. Si tratta di un medico pluri-specializzato dotato di un curriculum eccezionale con incarichi prestigiosi nazionali ed internazionali a non finire.
La cosa molto interessante è che si tratta del Consigliere di Amministrazione della Fondazione Glaxo-Smith-Kline e della Società Exosomics di Siena presso Siena Biotech Fondazione Monte dei Paschi…
Ranieri è il perfetto anello di congiunzione tra le istituzioni, la Glaxo, il ruolo dell’Italia quale «Capofila delle politiche vaccinali mondiali» e il decreto Lorenzin.
Tutto torna alla perfezione.
Ma ovviamente lo stanno facendo per la salute dei nostri bambini che rischiano di morire tragicamente di varicella, pertosse e morbillo: terribili flagelli del Terzo millennio
Sharyl Attkinsons è una giornalista investigativa della CBS News ed ha intervistato nei giorni scorsi Helen Ratajczak: ex ricercatrice della Boehringer Ingelheim Pharmaceuticals che ha pubblicato, come autrice o coautrice, 41 articoli articoli scientifici a volte “castrati dagli interessi delle case farmaceutiche“. E’ stata anche coautrice nel 2006 di uno studio per l’FDA e, nello stesso anno, è stata eletta Presidente della sezione Nord Est dell’Istituto di Tossicologia. E’ una scienziata seria e rispettata che dichiara apertamente alla CBS: “ora che sono in pensione posso scrivere ciò che voglio“.
E così è stato!… La sua revisione scientifica relativa al collegamento tra autismo e vaccini sta facendo tremare la CDC che, da nota ufficiale, risponde imbarazzata affermando che “ci vorrebbe troppo tempo per studiare e controbattere questa revisione scientifica“.
L’articolo è stata pubblicato dal Journal of Immunotoxicology ed è intitolato “Aspetti teorici dell’autismo: cause – un riesame“. Un pò a sorpresa è quindi un ex scienziato senior presso una ditta farmaceutica ad aprire il coperchio del pentolone degli orrori. La Ratajczak ha fatto quello che nessun altro ricercatore, a quanto pare, si è preoccupato di fare: ha esaminato tutto il corpo delle pubblicazioni scientifiche emerse dopo che l’autismo è stato descritto dal 1943. Non solo la teoria suggerita dalla ricerca quale il ruolo del vaccino trivalente Morbillo Parotite Rosolia, o il conservante al mercurio (thimerosal), ma ha analizzato tutte le ricerche riguardanti i vaccini in generale.
Nel suo articolo la Ratajczak afferma che “cause documentate di autismo includono mutazioni genetiche e/o delezioni cromosomiche, infezioni virali, e l’encefalite a seguito della vaccinazione. Conseguenza: l’autismo è il risultato di difetti genetici e/o infiammazione del cervello provocato dai vaccini“.
L’articolo prende in esame molti colpevoli potenziali correlati alle vaccinazioni, compreso il numero sempre più crescente di vaccini somministrati in un breve periodo di tempo. “Ciò che ho pubblicato è altamente incentrato sulla ipersensibilità del sistema immunitario del nostro corpo che viene buttato fuori di equilibrio” così afferma la Ratajczak nell’intervista.
Il Dr. Brian Strom, Università della Pennsylvania, che ha lavorato per lo I.O.M. (Istituto di Medicina) in qualità di consigliere per il governo sulla sicurezza dei vaccini, dice che l’opinione medica prevalente è che i vaccini sono scientificamente legati alla encefalopatia (danno cerebrale), ma non sono scientificamente legati all’autismo. Così, per quanto riguarda la revisione della Ratajczak, afferma che non trova nulla di straordinario: “Questa è una rassegna di teorie. La scienza è basata su fatti. Bisogna trarre conclusioni sugli effetti di un’esposizione sulle persone, avendo dati sulle persone. I dati sulle persone non supportano l’esistenza di una relazione in quanto tale, qualsiasi speculazione su una spiegazione per un (inesistente) rapporto è irrilevante“.
Però la Ratajczak si occupa anche di un fattore che non è stato ampiamente discusso ma che è stato ampiamente denunciato anche dal sottoscritto: DNA umano contenuto nei vaccini. Proprio così, DNA umano come denunciato anche dalla Pontificia Accademia Pro Vita. I rapporti della Ratajczak mettono in evidenza che all’incirca nello stesso momento in cui i produttori di vaccini furono chiamati a togliere dalla maggior parte dei vaccini il thimerosal (con l’eccezione dei vaccini antinfluenzali che ancora ampiamente contengono thimerosal), hanno iniziato a produrre alcuni vaccini utilizzando tessuti umani. La Ratajczak dice che tessuti umani sono attualmente utilizzati in 23 vaccini. Lei quindi discute l’aumento dell’incidenza dell’autismo corrispondente all’introduzione di DNA umano nel vaccino Morbillo Parotite Rosolia, e suggerisce come gli eventi potrebbero essere collegati. La Ratajczak afferma anche come un picco ulteriore di aumento dei casi di autismo si è verificato nel 1995 quando il vaccino contro la Varicella (Varivax) è stato coltivato nel tessuto fetale umano (MRC-5 si trova anche nel trivalente Priorix antiMoribillo-Parotite-Rosolia della GlaxoSmithKline che viene somministrato qui in Italia).
Perché il DNA umano potrebbe potenzialmente causare danni al cervello? Il modo in cui si instaura questo meccanismo, da far gelare il sangue, viene spiegato molto semplicemente dalla Ratajczak: “Perché è DNA umano e i destinatari sono gli esseri umani. Avviene una ricombinazione omologa del DNA integrato nel DNA dell’ospite. Una volta cambiato il DNA, secondo il concetto immunologico del self (proprio) e non-self (non proprio), si instaura un’alterazione del concetto di self e il proprio corpo attacca le proprie cellule. La maggior parte di questi avvenimenti avvengono nella loro massima espressione a danno dei neuroni nel cervello ancora in fase di maturazione del bambino. Così si instaura un processo di malattia autoimmunitaria che sfocia poi in una infiammazione. Questa infiammazione non si ferma, diventa cronica e continua per tutta la vita di quella persona“.
Il Dr. Strom afferma che non era a conoscenza che il DNA umano era contenuto nei vaccini (ma che strano!), e ribatte: “Non importa … Anche se il DNA umano è stato utilizzato nei vaccini, non significa che essi causano l’autismo“. La Ratajczak concorda sul fatto che “forse” nessuno ha ancora dimostrato come il DNA umano causa l’autismo, ma ricorda come i recentissimi studi del Sound Choice Pharmaceutical Institute sono una prova molto pesante che comprova questo legame e semmai nessuno ha dimostrato scientificamente il contrario.
Un ulteriore prova di come questo dibattito sia definitivamente aperto, arriva dalla denuncia sanitaria di un buon numero di scienziati indipendenti che affermano di essere stati sottoposti a orchestrate campagne di discredito quando la loro ricerca esponeva i problemi di sicurezza del vaccino, soprattutto se si entrava in tema di autismo. Così è stato chiesto alla Ratajczak come ha potuto effettuare ricerche in merito ad un argomento così controverso. Lei ha affermato che per anni, mentre lavorava nel settore farmaceutico, è stata limitata in quanto a ciò che le è stato permesso di pubblicare. “Ora sono in pensione“, ha quindi ribadito alla CBS News, “Io posso scrivere quello che voglio“.
Così la CBS news ha deciso di mettere alla prova il CDC per dargli modo di sfidare l’opinione della Ratajczak. Dal momento che molti funzionari governativi e gli scienziati proseguono ad insinuare che le teorie che collegano i vaccini all’autismo sono state smentite, mentre la ricerca della Ratajczak dimostra il contrario, la CBS ha organizzato un contraddittorio. Ebbene, a sorpresa i funzionari del CDC affermano che “ci vorrebbe troppo tempo per studiare e controbattere questa revisione scientifica“.
Integrazione
Sentitosi punto sul vivo, il Centro americano per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) comunica sul suo sito che intende studiare l’autismo come possibile conseguenza clinica delle vaccinazioni, in un progetto di ricerca di 5 anni sulla sicurezza dei vaccini.
Il CDC studierà anche la disfunzione mitocondriale e il potenziale rischio di “danni neurologici” post vaccinali e per questo sta riunendo un team di esperti sulla fattibilità di studiare conseguenze sulla salute come l’autismo su bambini vaccinati e non vaccinati.
La mossa del CDC giunge un mese dopo che l’ente governativo che coordina le politiche sull’autismo (IACC) ha annunciato un cambiamento nelle priorità della ricerca verso i fattori ambientali scatenanti l’autismo, tra i quali include tossine, agenti biologici e “effetti avversi in seguito alle vaccinazioni”.
Il Centro per la sicurezza dei vaccini del CDC ha identificato la necessità di studiare “i disordini neurologici, tra cui i disordini dello spettro autistico” come una possibile conseguenza clinica delle vaccinazioni.
Il programma, che trovate qui nella sua interezza, si propone anche di stabilire se il conservante a base di mercurio thimerosal sia associato altresì all’aumento del rischio di “tic clinicamente importanti o della sindrome di Tourette“.
Il CDC ha citato uno studio (Thompson, NEJM, 2007), che “ha stabilito che una aumentata esposizione al mercurio dalla nascita ai 7 mesi sia associata con tic motori e fonici nei maschietti” e ha aggiunto che “un’associazione tra esposizione al thimerosal e tic è stata trovata in due precedenti studi (Andrews, Pediatrics, 2004; Verstraeten, Pediatrics, 2003).” Anche se bisogna sottolineare che Verstraeten ha poi rimangiato tutto quando è salito sulla carrozza della GlaxoSmithKline.
Notando che il team IACC “suggerisce diversi studi che comprendessero bambini vaccinati rispetto a quelli non vaccinati per stabilire se c’erano delle differenze conseguenti sulla salute“, il CDC ha stabilito di riunire “una commissione esterna di esperti per offrire una guida sulla fattibilità sulla conduzione di questi studi e su quelli aggiuntivi sul programma vaccinale, comprendendo studi che possano indicare se le vaccinazioni multiple aumentino il rischio di disordini del sistema immunitario“.
Probabilmente assisteremo a un bel valzer di burattini e bustarelle, possiamo facilmente scommetterci, però di fatto il tema relativo alla correlazione tra autismo e vaccinazioni apre finalmente tutte le porte degli orrori.
Ne vedremo delle belle…. anche dal punto di vista dell’informazione!