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Il melanoma secondo i geni in camice bianco "può insorgere in qualunque parte del corpo e in qualunque momento, ma è più comune nelle aree frequentemente esposte ai raggi ultravioletti".
Ebbene sì, secondo gli esperti il melanoma sarebbe causato dalla luce solare. Si lo so, rasentiamo la demenza!
Ora hanno scoperto che non si manifesta nello stesso modo in uomini e donne. Un'analisi condotta dal Cancer Research UK ha evidenziato che la sede più comune del melanoma varia in base al sesso. Tra gli uomini il 40% il melanoma si sviluppa nella zona del busto (schiena, torace e addome), nelle donne tendono a localizzarsi più frequentemente sugli arti inferiori: tra fianchi, cosce e piedi.
Le spiegazioni dei mentecatti sono per mentecatti: "gli uomini tendono a esporsi al sole a torso nudo mentre le donne, con l'arrivo della stagione calda, preferiscono indumenti come gonne o pantaloncini che lasciano scoperte le gambe".
Il ragionamento non fa una piega! L'homo macho prende il sole a petto nudo, mentre la donna scopre cosce e gambe…
Ecco qua la causa del melanoma: il sole! E più ci si espone e più si rischia il cancro. 🤣🤣🤣🤣🤣
Signore perdona la loro demenza: non sanno quello che dicono!
Il problema non è il sole ma il virus più deleterio: l'ignoranza!
Parlano senza conoscere le Leggi Biologiche e neppure l'evoluzione dei tessuti embrionali.
Il melanoma cresce dai melanociti in una area pigmentata del derma di derivazione mesodermica antica, i cui relè di attivazione si trovano nel cervelletto.
Il vissuto per questo tipo di manifestazione (melanoma) è l'attacco!
Sto parlando di attacco alla propria integrità, non un contatto sgradito ma un contatto schifoso ritenuto sporco e insudiciante!
Il senso è magistralmente perfetto: il derma e tutti i tessuti derivanti dal mesoderma (pericardio, pleura, peritoneo…) sono pelli di protezione controllate dal cervelletto!
Quando viviamo un attacco, il derma cresce, s'ispessisce aumentando la sua funzione di scudo di protezione.
E' così folle questa visione? Sarà più intelligente credere al sole malato…🤣🤣🤣
Sole che ha accompagnato l'evoluzione dell'uomo per milioni di anni, di punto in bianco secondo i medici, è diventato la causa del cancro! Liberi di crederlo, ma la Verità è figlia del tempo e l'Ignoranza è la madre di tutte le zoccole!
Spero sia sempre più chiaro che il vero problema sono i dottori in camice bianco!

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La corteccia sensoria "vive" i conflitti di separazione fisica, le perdite di contatto corporeo (con la propria terra, le proprie origini, con la famiglia, gli amici, ecc.).
In natura la perdita di contatto con il branco ha una connotazione "mortale".
In questo tessuto l'attivazione va nei due sensi: "mi sento separato", "ho perso il contatto" oppure "non voglio quel contatto", "quel contatto mi è sgradito", "mi fa paura", "vorrei liberarmi di qualcuno".
In pieno conflitto c'è l'ulcerazione dell'epidermide, totalmente non visibile e asintomatica. La pelle può essere pallida, fredda un po' ruvida al contatto. Avviene una riduzione della sensibilità.
In risoluzione c'è l'arrossamento cutaneo, il prurito, il dolore, il gonfiore. La rigenerazione cellulare può avvenire con croste, esantema, classico nella dermatite, eczema, dermatosi e dermatite. La medicina ha inventato tanti nomi diversi per descrivere le "malattie" della pelle, ma indicano tutti la medesima attivazione!

L'EPIDERMIDE
La pelle è lo strato che viene in contatto con l'ambiente esterno e i membri del gruppo, della famiglia, del clan.
È formata da epitelio squamoso stratificato in continuo rinnovamento, composto di cheratinociti che proliferano e si differenziano progressivamente mano a mano che vengono spinti verso l'esterno. Lo spessore varia da un minimo di 0,1 mm nelle palpebre a un massimo di 1,5 mm nelle palme delle mani e nelle piante dei piedi.
L'epidermide non ha vasi sanguigni e neppure linfatici, ma molte terminazioni nervose.

SEPARAZIONE
Perché la separazione è così importante per l'uomo? Perché da un certo punto di vista ci fa perdere una parte di noi, della nostra identità.
Quando una persona vive una separazione, cambia l'identità. L'uomo si trova spiazzato senza riferimenti in quella relazione o in quel territorio.
Ricordiamo che per il mammifero umano la separazione è sempre un dramma!

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Marcello Pamio - 11 marzo 2023

Dal punto di vista biologico tutte le cosiddette "malattie" della pelle sono collegate con due precisi vissuti o percepiti: “separazione da” o “contatto sgradito con”. Per trovare l’origine del conflitto non serve andare tanto lontano dalla famiglia, dal clan e dal proprio territorio (figli, genitori, partner, amici, colleghi, ecc.), ma quando si manifesta il “problema” ci sentiamo “lacerati nella pelle”! Siamo nell’epidermide controllata dalla corteccia encefalica sensoriale, la parte del cervello sviluppatasi per gestire nel corso dell’evoluzione le relazioni sociali, l’identità e il territorio.
In Natura la separazione da qualcuno è sempre un evento emozionalmente stressante (la separazione dal branco è una condizione serissima per ogni mammifero). Ed è proprio per questa emergenza che la corteccia attiva un Programma Speciale Biologico e Sensato per assistere l’organismo nell’affrontare l’evento.
Questo programma speciale sarà etichettato come malattia: dermatite, dermatosi, eczema, psoriasi, herpes, ecc. Ma si tratta di una fase di guarigione!!!
In questo contesto un aiuto potrebbe arrivare dal Collagene, cioè dalla principale proteina strutturale che si trova non solo nella pelle, ma anche nelle cartilagini, nei tendini, nei legamenti, nelle ossa e serve a mantenere l’elasticità e la tonicità. Anche l’Acido Ialuronico è importante, soprattutto per il tessuto cutaneo e le articolazioni dove mantiene idratazione e tono.
L'integratore Collagene della Sinergy Line è quindi molto utile come rinforzo di pelle, muscoli, nervi, tendini e articolazioni, anche in caso di dolori muscolo/scheletrici.
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Marcello Pamio - 28 luglio 2022

La pelle è il rivestimento più esterno del corpo di un vertebrato. Nei mammiferi e quindi nell'essere umano è indubbiamente l’organo più esteso, coprendo una superficie di circa 2 m².
Serve da protezione per i tessuti sottostanti (muscoli, ossa, organi) dai fattori esterni e dalla penetrazione dei microbi. Regola la temperatura corporea ed è impermeabile all'acqua, ma lascia passare alcune sostanze utili.
La pelle si compone di due strati: uno esterno, sottile, senza vasi sanguigni, chiamato epidermide e l'altro interno molto più spesso, con numerosi vasi sanguigni e terminazioni nervose chiamato derma.

Dal punto di vista biologico tutte le cosiddette malattie della pelle sono collegate con uno dei due precisi vissuti/percepiti: “separazione da” o “contatto sgradito con”.
Per cercare l’origine del conflitto, di solito non serve andare tanto lontano dalla famiglia, dal clan e dal proprio territorio (figli, genitori, partner, amici, colleghi di lavoro, ecc.), ma quando si manifesta il “problema” siamo “lacerati nella pelle”!
La parte cerebrale interessata e connessa con l’epidermide è la corteccia sensoriale: la parte del cervello che si è sviluppata per ultima proprio per gestire nel corso dell'evoluzione le relazioni, l’identità e il territorio. Nel dettaglio il cervello adibito all'organizzazione del branco/famiglia e alla capacità di esprimere un legame sociale ed emozionale attraverso il con-tatto della pelle!

Separazione da qualcun
In Natura la separazione da qualcuno è un evento emozionalmente molto stressante. La separazione dal branco o da qualcuno di specifico all’interno del branco è una condizione seria. E proprio per questa emergenza la corteccia attiva un Programma Speciale Biologico e Sensato (PSBS) per assistere l'organismo nell'affrontare l’evento traumatico.
Questo programma speciale sarà sistematicamente etichettato come malattia o sintomo: dermatite, dermatosi, eczema, psoriasi, herpes, ecc.

Contatto sgradito
Anche il contatto sgradito (persona, sostanza tossica, chimica, ecc.) per il cervello è una condizione emergenziale che necessita l’intervento del programma specifico...

Conflitto attivo
Durante la fase di conflitto attivo, cioè fintantoché viviamo la “separazione” o il contatto non desiderato la pelle riduce la sua funzione, si ulcera, quindi perde cellule epidermiche causando una leggera e spesso non percepibile diminuzione della sensibilità al tatto.
Si tratta di una speciale “paralisi sensoria”: una forma naturale di protezione da ulteriori traumi di questo genere. Se infatti siamo separati o il contatto non ci è gradito, non possiamo subire un altro conflitto!
La conseguenza di tale perdita cellulare è che la pelle diventa più secca, rugosa e potrebbe anche leggermente squamarsi. Ma non sono sintomi che preoccupano le persone. Si beve di più e si usano creme per ridurre la secchezza. Non si tratta però di un problema idrico: è un programma speciale che procede senza la consapevolezza del soggetto...

Conflitto risolto
La risoluzione del conflitto è il punto di svolta!
Una volta ritrovato infatti il “contatto mancante”, o distaccati da quello sgradito, istantaneamente la pelle inizia a ricostituire e ripristinare le aree ulcerate con nuove cellule epiteliali. Durante questo processo di riparazione la pelle si infiamma, inizia a prudere e anche a gonfiarsi! Sintomi che allarmano ed è proprio a questo punto che l’ars medicandi ha raggiunto la maestria nell’inventare i nomi più disparati. Da questo momento in poi il medico inizierà a parlare di eczema, dermatite, acne rosacea, orticaria…
Nomi diversi che indicano la stessa situazione: la risoluzione di un conflitto!
Dal punto di vista biologico infatti tutti questi sintomi sono estremamente positivi perché indicano il processo di guarigione, indicano che la Natura sta facendo il suo corso.
A questo punto possiamo fare tanti danni intervenendo...

Malattie croniche
Quando si parla di una malattia “cronica” della pelle significa che la fase di guarigione non può essere completata per continue recidive conflittuali.
Le recidive non permettono alla Natura di proseguire nel suo magistrale decorso. Non è raro vedere persone che convivono anni o decenni con un problema di pelle senza mai risolverlo.

Come mai le malattie della pelle sono in crescita?
Tutte le “attivazioni” della pelle (PSBS) sono in crescita esponenziale nella nostra società, specialmente tra i bambini.
Non è così difficile per un giovane soffrire di conflitti di “separazione”: quando nasce un fratellino che porta via le attenzioni del clan; quando la mamma deve tornare a lavorare; quando c’è paura che i genitori lo lascino da solo o si separino…
Per non parlare del disastro sociale che sono riusciti a creare negli ultimi due anni e mezzo con le folli regole del distanziamento e della museruola. Educare un bambino facendolo crescere con le delinquenziali idee che il distanziamento, il non toccarsi è normale; che la museruola aiuta e protegge; tutto ciò significa minare un sano sviluppo della corteccia frontale: il cervello deputato al con-tatto, alle relazioni sociali, all’identità e al territorio.
Questi bambini che adulti diventeranno? Uomini corrotti con problemi relazionali gravissimi!

Lateralità biologica
I disordini della pelle che compaiono in precise aree del corpo hanno un significato o sono casuali?
Per il cervello è importantissimo riuscire a stabilire da dove arrivano i problemi nella gestione delle relazioni: se da destra oppure da sinistra.
Ecco che il cervello posiziona i mammiferi del clan e del territorio in un lato specifico e mai casuale del corpo.

Uomo e donna destrimani:
- Lato destro: partner, papà e tutti i pari (fratelli, sorelle, colleghi, ecc.)
- Lato sinistro: linea germinale (mamma e figli)

Uomo e donna mancini:
- Lato destro: linea germinale (mamma e figli)
- Lato sinistro: partner, papà e tutti i pari (fratelli, sorelle, colleghi, ecc.)

Quindi se un destrimane (uomo o donna) vive un conflitto di separazione da un figlio o dalla madre sarà colpita la parte sinistra del corpo, se invece il conflitto è con il partner o il padre (o uno dei pari: fratello, collega, ecc.) sarà colpita la parte destra. Per i mancini s’inverte tutto il discorso.
Tuttavia va detto a questo punto che il programma biologico sensato può avviarsi anche nel luogo dove la separazione viene percepita fisicamente (guance, addome o su qualsiasi parte dell’epidermide dalla quale la persona amata è stata “strappata via”).
Quindi c’è assolutamente una lateralità biologica che dipende dall’essere mancini o destrimani, ma c’è anche la zona dove viene percepita l’assenza di contatto!

Vediamo adesso le principali “attivazioni” della pelle dette anche “processi di fisiologia speciale”.

Dermatite
E’ un’infiammazione della pelle molto diffusa.
Foglietto embrionale: Ectoderma.
Cervello: Corteccia encefalica.
Conflitto: separazione da qualcuno o qualcosa con rabbia e rancore.
Va precisato che in questo caso anche un “contatto sgradito” con qualche sostanza considerata dal cervello pericolosa, tossica o sporca (chimica, ecc.) può attivare il PSBS

Dermatite

Senso biologico: la funzione della dermatite è riparare il tessuto epidermico ulcerato in fase attiva del conflitto. L’ulcerazione che si produce in pieno conflitto serve ad aumentare la sensibilità al contatto durante il percepito di separazione.

Eczema
E’ una infiammazione acuta o cronica della pelle con bruciore locale.
Foglietto embrionale: Ectoderma.
Cervello: Corteccia encefalica.
Conflitto: separazione (da una persona, animale od oggetto) e ci può essere anche la paura di rimanere soli. L’eczema è sempre un conflitto di separazione che però non guarisce perché non si comprende il processo. La separazione è sempre in relazione alla parte del corpo colpita

Eczema

Senso biologico: l’infiammazione che si produce serve a riparare il tessuto epidermico dopo una ulcerazione prodottasi nella fase di conflitto attivo.

Herpes Zoster
E’ una infezione che produce bolle nella pelle a forma di grappolo. In questo caso può colpire l’epidermide (la parte superiore della pelle) ma anche il derma (la parte inferiore) e può manifestarsi dappertutto: schiena, nuca, glutei, volto, cuoio capelluto o cornea.
Foglietto embrionale: Ectoderma e Mesoderma antico.
L’ectoderma segue l’andamento visto precedentemente: ulcerazione durante il conflitto di separazione e ripristino durante la risoluzione. Il mesoderma antico invece (controllato dal cervelletto) in fase di conflitto attivo sviluppa piccole proliferazioni cellulari e nella fase di riparazione c'è una infiammazione molto dolorosa (che segue il percorso dei nervi) che spacca l’epidermide!
Cervelli: Corteccia encefalica per l’ectoderma e cervelletto per il mesoderma antico.
Conflitto: contatto non desiderato, nel senso di un ordine o una costrizione che non si vuole compiere, o il compierla lascia un senso di sporcizia e rabbia. Accumulo di emozioni che non si possono esprimere

Herpes Zooster

Senso biologico: in questo caso il cervelletto (adibito agli attacchi) deve proteggersi da un qualcosa di esterno, da un contatto considerato sporco, sgradevole e magari anche violento.

Vaccini ed Herpes Zooster
Una piccola parentesi è obbligatoria per quello che stiamo vivendo in questo periodo storico.
La forzatura e l’obbligatorietà dei sieri genici sperimentali stanno indubbiamente incasinando il quadro biologico e microbiologico dell’essere umano. Non sapendo di preciso cosa le lobbies farmaceutiche abbiano realmente messo dentro questi sieri, possiamo essere certi che non vadano a squilibrare il microbiota, il microbioma, modificando flora, fauna, microrganismi e simbionti vari?
Dall’altra parte c’è l’attacco all’integrità! Che ci piaccia oppure no, l’ago della siringa, per quanto mentalmente accettabile, non è biologico. I programmi speciali, biologici e sensati hanno milioni di anni e quando qualcosa taglia o buca la pelle il cervelletto lo potrebbe vivere come un “attacco” esterno alla propria integrità, attivando il derma...
Siccome il cervelletto gestisce e controlla il foglietto embrionale (mesoderma antico) da cui originano tutte le pelli interne di protezione (derma, pleura, pericardio, peritoneo, ghiandola mammaria, meningi), è deputato alla “protezione”! Ora potete spiegarvi l’origine delle pleuriti, delle perdicarditi, ecc. Attacco in loco.
E se l’attacco fosse causato da un inoculo forzato di un vaccino? Potrebbe il cervello attivare il derma, alla cui risoluzione i medici danno il nome di herpes zooster? Potrebbe essere questa una possibile spiegazione del recentissimo aumento pandemico dell’herpes?
La zona colpita indica il simbolismo. Herpes zooster nel lato destro del fianco, indica partecipazione delle vie biliari quindi “attacco con rabbia rancore”...

Orticaria
E’ una affezione cutanea che provoca prurito e bruciore con lesioni cutanee edematose e rossastre.
Foglietto embrionale: Ectoderma.
Cervello: Corteccia encefalica.
Conflitto: separazione con perdita di contatto ma in questo caso c’è anche una tonalità di repulsione e irritazione. E’ sempre in relazione diretta con la zona colpita e la sua simbologia.
Separazione che minaccia l’integrità, con ripugnanza e rifiuto. Paura vissuta in modo fisico con contatto. Contatto non desiderato che irrita. “Mi sento lontano dalle mie aspettative, sono deluso”. “Mi sento rifiutato”..

Orticaria

Senso biologico: è un segnale importante di avviso e di allarme con irritazione. Qualcosa ci brucia nel contatto ed è il motivo per cui vogliamo distaccarci. Contatto irritante che deve essere respinto!

Prurito
Sensazione di pizzicore, formicolio o irritazione della pelle, che comporta il desiderio quasi morboso di grattarsi.
Foglietto embrionale: Ectoderma.
Cervello: Corteccia encefalica.
Conflitto: separazione da una situazione/rapporto che provoca piacere (relativo al tatto, ad essere toccati, accarezzati, coccolati, ecc.). Mancanza di contatto con le emozioni relative alla specifica area corporea. Se c’è la bilirubina alta nel sangue, allora con il conflitto di separazione c’è anche rancore e ingiustizia (vie biliari).
Senso biologico: segnale d’allarme come il dolore, ma in un contesto di bruciore e calore. Compare per via della stimolazione delle terminazioni nervose epidermiche e pertanto è sempre associato al contatto o separazione.

Psoriasi
E’ una dermatosi che provoca irritazione e arrossamento della pelle, con squame di color bianco.
La difficoltà nella psoriasi sta nel fatto che si è di fronte ad un binario: un doppio conflitto!
Un doppio conflitto di separazione e/o contatto sgradito. E’ come se il cervello volesse il contatto ma contemporaneamente lo volesse evitare, quindi mentre la zona colpita sta guarendo riparte l’attivazione.
Foglietto embrionale: Ectoderma.
Cervello: Corteccia encefalica.
Conflitto: doppio di separazione con contatto sgradito magari obbligato.
Un conflitto di separazione da noi stessi (dalla propria identità) insieme ad un conflitto di contatto obbligato: “Non posso essere me stesso e in più devo rimanere con...”.
Affinché si produca la psoriasi sono necessari due conflitti, uno attivo e l’altro in fase di riparazione (due avvenimenti distinti). In questo caso compaiono le placche della psoriasi.
La psoriasi compare quando uno dei due conflitti è in guarigione o riparazione e l’altro è attivo.
Nella fase attiva c’è desquamazione, mentre nella fase di riparazione c’è arrossamento. Le due fasi si sovrappongono nella stessa zona e formano la psoriasi

Psoriasi

Senso biologico: protezione da una doppia separazione. La pelle diventa una corazza protettrice, pertanto si ha paura di essere feriti. Dobbiamo sentire il contatto per strutturarci bene nella vita, e non lo sentiamo (separazione). È un conflitto biologicamente molto importante.

Vitiligine
Si tratta dell’assenza, totale o parziale di melanociti nella pelle: la pelle diventa bianca
Foglietto embrionale: Ectoderma.
In fase di conflitto attivo c'è ulcerazione con riduzione di funzione, defunzionalizzazione dei melanociti, depigmentazione. In riparazione c’è arrossamento e infiammazione. Repigmentazione cutanea.
Cervello: Corteccia encefalica.
Conflitto: sporcizia, mancanza di luce, mancanza del padre o della funzione paterna. Spesso è un conflitto di separazione brutale, violenta da una persona cara (morte o separazione dal padre). Considerare sempre la parte del corpo in cui compare

Vitiligine

Senso biologico: permettere maggior entrata di luce attraverso la pelle. La melanina è collegata all'appartenenza ad un ceppo etnico ed alla regione geografica sua tipica.

Per approfondimenti

Pelle – attivazioni biologiche” di Giorgio Beltrammi
http://www.attivazionibiologiche.info/dizionario/pelle.html

Capire le malattia della pelle”di Giorgio Beltrammi
http://www.attivazionibiologiche.info/articoli/Malattie-della-pelle.html

Marcello Pamio - 31 marzo 2022
Per quale motivo la pelle si ammala? Come mai il nostro manto protettivo ad un certo punto inizia ad irritarsi, arrossarsi o desquamarsi? Perché una persona manifesta l’eczema, un’altra la psoriasi ed un’altra ancora l’herpes? E la zona interessata è casuale? Purtroppo queste, come tante altre domande, rimangono prive di risposta per la medicina allopatica.
Quello che invece ha scoperto l’anima illuminata del dottor G.R. Hamer, grazie allo studio di decine di migliaia di casi, è che le malattie della pelle non sono mai casuali, ma tutte collegate ad uno specifico “conflitto di separazione" che la persona vive nei confronti di qualcuno di importante nel clan: figlio, genitori, partner, amici, ecc. La “separazione” in pratica “lacera” la pelle!

Il cervello della pelle
La zona cerebrale che gestisce e controlla l’epidermide è la Corteccia Sensoria: non a caso la parte specifica del nostro cervello sviluppata nel corso dell'evoluzione per gestire la socialità, le relazioni, l'organizzazione del clan, del branco (famiglia) e soprattutto per gestire la capacità di esprimere un legame sociale ed emozionale attraverso il contatto della pelle. In una parola: CON-TATTO!

Per un mammifero la separazione è sempre uno stress emotivo molto rilevante, infatti in Natura separarsi dal branco rappresenta una condizione di estrema emergenza.
Ed è proprio il motivo per cui la Corteccia fa scattare il Programma Speciale Biologico e Sensato: per assistere al meglio l’organismo ad affrontare tale evento.

Quando stiamo vivendo il conflitto di separazione la pelle si ulcera, perde materia, si riducono le cellule epidermiche, causando una diminuzione della sensibilità al tatto. Questo processo (quasi sempre non percepibile in quanto asintomatico) ha una logica ferrea a dir poco magistrale: si tratta infatti di una “paralisi sensoria” di protezione da ulteriori traumi. Se già stiamo soffrendo per una separazione, non possiamo sopportare altre perdite. La conseguenza di questa riduzione delle cellule epidermiche è che la pelle diventa secca, rugosa e si può desquamare.

Con la risoluzione del conflitto c’è il punto di svolta. Quando per un qualsiasi motivo viene per il cervello ripristinato il contatto mancante, contemporaneamente alla guarigione a livello psicoemotivo, avviene anche quella del corpo: la pelle inizia a ricostituirsi ed a ripristinare le aree ulcerate con nuove cellule epidermiche. In questa fase di riparazione la pelle s’infiamma, diventa rossa, può prudere e gonfiarsi. Ed è proprio in questo momento che allarmati per la malattia andiamo dal medico uscendo con la prescrizione cortisonica...

Dobbiamo invece comprendere che qualsiasi problema cutaneo (eczema, dermatite, acne rosacea, orticaria, o herpes) è un sintomo importante che indica il processo di guarigione!

A quanto appena detto va aggiunto un secondo "programma" della pelle: "contatto sgradito". Oltre alla perdita di contatto il cervello che governa l'epidermide, cioè la Corteccia, si attiva anche con un "contatto sgradito" (relazione, sostanza chimica o tossica, ecc.) e la pelle subisce lo stesso andamento descritto.

Lateralità
Il dottor Hamer ha scoperto un’altra cosa interessante: la zona in cui si manifesta il problema di pelle è influenzata dalla lateralità biologica. Una persona (uomo o donna) destrimane manifesterà il conflitto di separazione dal figlio o dalla madre sulla parte sinistra del corpo, mentre sarà colpita la parte destra quando il conflitto è con il partner. Per i mancini questo discorso si inverte.
Va sempre tenuto in considerazione però che questo programma biologico e sensato della pelle si avvia anche nel luogo dove la separazione viene percepita. “Mi hanno strappato la mamma dalle braccia” (problemi gli arti superiori), “mio papà non mi accarezza più la testa” (alopecia), ecc.

Conclusione
Oggi assistiamo ad un vero e proprio attacco alla corteccia sensoria. Con la scusa del Covid hanno imposto delle norme a dir poco delinquenziali: distanziamento, museruola, isolamento, ecc.
Il danno è pazzesco e coloro che ci rimettono di più sono proprio i nostri cuccioli perché avendo ancora la massima plasticità cerebrale, sono più facilmente plasmabili.
Questo potrebbe spiegare la crescita esponenziale dei problemi di pelle. Già i bambini soffrono spesso di conflitti di separazione ogni qualvolta nasce un fratellino, quando la mamma si stacca per andare a lavorare, quando vengono lasciati da soli, ecc.
Ci mancavano le demenziali norme anti-covid...

La conclusione non è scontata. Da simili mirabolanti conoscenze dovremo giungere alla consapevolezza che la sapienza della Natura è incommensurabilmente magistrale: nulla è casuale, ma tutto è perfettamente bio-logico (logica della Vita). Quindi avere fiducia nelle Leggi che governano il creato. Dall’altra sarebbe importante iniziare ad ascoltare attentamente e onestamente i bisogni che sorgono da dentro, siano essi fisici o spirituali. Mi riferisco ai bisogni primari (fisiologici quali sete, fame, ecc.) e di sicurezza; ai bisogni sociali (essere amati, accettati e riconosciuti) e ai bisogni spirituali (legati al bello, al vero e al giusto).

Purtroppo i condizionamenti imposti dalla cultura, dalle religioni e dalla società creano danni enormi, facendo nascere l'insoddisfazione nel lavoro, nella vita e nelle relazioni.
Quando infatti i bisogni non vengono soddisfatti, possono avviarsi i programmi Speciali Biologici e Sensati (malattia) con lo scopo di tornare nella norma. Così facendo offrono però alla persona la possibilità di rivedere i bisogni disattesi, quelli che hanno alterato il normale procedere delle tappe di una vita stupenda.

Per maggiori informazioni http://www.attivazionibiologiche.info/


Marcello Pamio

Continua frenetica la corsa alla produzione del vaccino contro il coronavirus.
Dopo aver letto le dichiarazioni speranzose della Johnson & Johnson e di Moderna Inc. (articolo  precedente) ora i riflettori sono puntati sull'Università di Pittsburgh.
Secondo i ricercatori della University of Pittsburgh School of Medicine, infatti, il vaccino contro il virus che causa la Covid-19 potrebbe essere disponibile molto prima del previsto.
Il farmaco ha già superato la fase della sperimentazione animale e i primi test avrebbero mostrato una produzione di anticorpi per il nuovo coronavirus SARS-CoV-2.
I ricercatori hanno usato una proteina chiamata Spike, la stessa usata durante le precedenti epidemie di coronavirus: SARS-CoV nel 2003 e MERSCoV nel 2014, che indurrebbe l'immunità.
Il vaccino è stato battezzato PittCoVacc: Pittsburgh CoronaVirus Vaccine.

La somministrazione è atipica: un vettore a micro-aghi, cioè un cerotto grande come un polpastrello costituito da 400 minuscoli aghi che somministrano frammenti della proteina spike attraverso la cute. Si utilizza come un normalissimo cerotto e i micro-aghi fatti di glucosio e proteine si dissolvono nell'epidermide in circa 2-3 minuti. Ricorda molto da vicino la scarificazione cutanea del vaccino antivaiolo, ma in questo caso è molto più pratico e riproducibile da paziente a paziente.
Quindi non serve il medico per la somministrazione? Anche perché il vaccino può rimanere a temperatura ambiente fino al suo utilizzo, eliminando l'annoso e costoso problema della refrigerazione durante il trasporto o lo stoccaggio.

Gli autori hanno presentato domanda di approvazione come “Nuovo Farmaco Sperimentale” (IND) alla FDA in previsione di iniziare uno studio clinico di fase I sull'uomo nei prossimi mesi.
Sono fiduciosi di passare alla sperimentazione umana in brevissimo tempo, intendendo per sperimentazione un ridicolo trial di 6-8 settimane che stabilirà l'efficacia o meno del farmaco: “quando si tratta di un vaccino già pochi volontari bastano per vedere se c'è una risposta immunitaria, basta un prelievo di sangue".
Eh già, secondo i ricercatori basta qualche volontario seguiti per un brevissimo lasso di tempo di 2 mesi per stabilire se il vaccino funziona e soprattutto se è sicuro! Dimenticando che verrà somministrato a centinaia di milioni di persone, bambini inclusi...
D'altronde dove sta il problema se venisse fuori che l'immunità (se mai venisse indotta realmente) non si mantiene nel tempo e che gli effetti collaterali saranno peggiori della malattia?
Ora c'è fretta di calmare gli animi spasimati del gregge impaurito, guadagnare fanta miliardi dalla produzione vaccinale e consegnare alla storia il proprio nome...

Marcello Pamio 

Premetto fin da subito che lo scopo del presente articolo è quello di sensibilizzare, portando alla luce, i possibili rischi connessi ad una pratica estetica sempre più di moda: il tatuaggio.
Rischi che ovviamente sono proporzionati alla dimensione del disegno, ai colori utilizzati e alla qualità dei pigmenti iniettati. Avere un piccolo tatuaggio è una cosa, avere braccia e gambe completamente ricoperte e oscurate è un’altra.
Ognuno può usare il proprio corpo come meglio crede, ma è giusto venire a conoscenza dei pericoli insiti in una tecnica oramai diffusissima, anche e soprattutto in vista di una gravidanza...
I motivi che spingono una persona a camuffare e modificare il proprio corpo (bisogni e/o motivazioni consapevoli, recondite e inconsce) non interessano, perché in questa sede si cercherà di capire quali sono, e se ci sono, delle ripercussioni dovute ai componenti chimici sul corpo fisico, ma anche nei corpi spirituali. 

Fenomeno in crescita
Sempre più persone si fanno tatuare il corpo. Questo è oggettivo. In Italia, stando ai primi dati dell’Istituto Superiore di Sanità, sono circa 7 milioni le persone tatuate, cioè il 12,8% della popolazione intera.[1] I tatuaggi sono più diffusi tra le donne (13,8%) rispetto agli uomini (11,7%). Il primo tatuaggio viene effettuato a 25 anni, ma il numero maggiore di tatuati riguarda la fascia d’età tra i 35 e i 44 anni (29,9%). Gli uomini preferiscono tatuarsi braccia, spalla e gambe, le donne soprattutto schiena, piedi e caviglie.
Il mercato del tattoo è una miniera: sta crescendo in maniera esponenziale; il numero delle imprese che propongono tatuaggi e piercing è salito da 257 nel 2009 a 1.537 nel 2013, quintuplicandosi in soli tre anni (dati diffusi dal Centro Nazionale Ondico - «Organismo notificato dispositivi e cosmetici» - dell’Istituto Superiore di Sanità durante il secondo Convegno nazionale «Tatuaggi e trucco permanente».
A livello europeo, stando al report della Commissione Europea («Safety of tattoos and permanent make-up: Final report»), il tatuaggio coinvolge oltre 60 milioni di europei. Stiamo parlando del 12% degli europei e se andiamo oltre oceano il fenomeno tocca il 24% dei cittadini degli Stati Uniti. Secondo un sondaggio condotto negli Stati Uniti dall’Harris Poll, sarebbero 3 americani su 10 ad avere un tatuaggio, e la maggioranza (il 69% dei tatuati) ne avrebbe più di uno[2]

Tattoo for ever?
Uno dei punti più importanti che non vengono quasi mai presi in considerazione quando si fa un tatuaggio, è il fattore tempo.
Una persona non pensa che nel corso degli anni e dei decenni si cambia completamente o quasi la visione della vita che si aveva, quando stringendo i denti per non sentire l’ago che penetrava nella carne, si faceva fare il disegno tanto agognato.
Poi un bel giorno, ci si alza dal letto e non si riconosce più il proprio corpo o una parte di esso. Oppure lo si deve fare per lavoro, perché «non si possono avere tatuaggi o piercing se si vuole entrare nell’esercito o nei corpi di polizia, carabinieri, finanza», spiega il dottor Luca Siliprandi, chirurgo plastico vice presidente di Aicpe (Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica).[3]
Allora si parte alla ricerca di uno studio medico che sia attrezzato con il laser per cercare di cancellare il disegno. Questo quando va bene, perché esistono altre modalità, alcune veramente barbare, per cercare di cancellare l’ ”errore” di gioventù: «dermoabrasione» (la pelle viene levigata con una mola abrasiva, con gravi rischi di danneggiamento); «salabrasione» (la pelle viene strofinata fortemente con sale grosso bagnato, anche qui con gravi rischi di danni); «crioterapia» (il tattoo viene congelato e bruciato con l’azoto liquido, rischiando ustioni); «peeling chimico» (tossici agenti chimici formano delle vesciche che provocano il distacco della pelle); «elettrodermografia» (un generatore di corrente andrebbe a disgregare il pigmento del colore); «creme» (molte creme chimiche in commercio promettono di rimuovere il tatuaggio, ma con quali rischi?) e infine la «chirurgia».
I risultati però non sono mai buoni...«Togliere un tatuaggio è molto più difficile che farlo, e non sempre è possibile riuscirci - afferma Luca Siliprandi. «I tatuaggi si fanno spesso da giovani senza pensare che è un segno che ci accompagnerà per sempre»[4] 
I dati dell’ISS confermano un aumento costante dei ripensamenti: oltre il 17,2% delle persone tatuate avrebbe intenzione di rimuoverlo… 

Rischi per la saluteVediamo adesso quali potrebbero essere i rischi nel farsi iniettare nel derma, con un ago, colori e sostanze chimiche di cui poco si conosce.
La Commissione Europea nel 2016 se ne è occupata pubblicando un Report.
«Gli inchiostri usati per i tatuaggi e per il PMU («Permanent Make-up», cioè il «trucco permanente») contengono numerosi ingredienti e impurità. Attualmente sono in uso più di 100 coloranti e 100 additivi diversi».
La maggior parte degli inchiostri per tatuaggi che vengono usati nel mercato dell’UE arriva dagli Stati Uniti, mentre gli inchiostri per il PMU sono generalmente fabbricati in Europa. I pigmenti utilizzati non sono specificamente prodotti per le applicazioni di tatuaggi/PMU e generalmente mostrano una bassa purezza.
Quindi secondo la Commissione europea la maggior parte dei pigmenti NON è autorizzata per l’uso nei prodotti cosmetici, e molti non dovrebbero essere neppure presenti. Lo afferma il CoE ResAP (2008), cioè «La risoluzione del Consiglio d’Europa sui requisiti e criteri per la sicurezza dei tatuaggi e del trucco permanente». [5]
Oltre l’80% dei coloranti in uso sono biologici, e oltre il 60% di questi, sono azo-pigmenti, alcuni dei quali possono rilasciare ammine aromatiche notoriamente cancerogene. Questi colori possono degradare formando le ammine a livello di pelle, in particolare in caso di esposizione a radiazioni solari o laser.
Non dimentichiamo la vasellina (derivato del petrolio) che serve per la lubrificazione della pelle durante l’esecuzione e la guarigione.
La Commissione ha riscontrato nei prodotti per tatuaggi/PMU sostanze chimiche pericolose, come idrocarburi aromatici policiclici (43%), ammine aromatiche primarie (14%), metalli pesanti (9%) e conservanti (6%), nonché contaminazione microbiologica (11%).
L’allergia acuta e l’ipersensibilità ritardata provocate dagli ingredienti degli inchiostri e/o dal trauma del tatuaggio e/o dalla sua rimozione, rappresentano la maggior parte delle complicazioni del tatuaggio, e interessano principalmente le parti colorate di rosso o nero. Queste reazioni aspecifiche possono essere esacerbate dall’esposizione solare, sono imprevedibili e possono a volte apparire dopo una lunga latenza anche di decenni, potendo far scatenare e slatentizzare patologie autoimmuni sottostanti.

Tra le reazioni avverse della pelle all’inchiostro:

  • Irritazione lichenoide, un’infiammazione con comparsa di pustole piatte e squamose;
  • Reazione granulomatosa, una reazione alle sostanze iniettate;
  • Eritema nodoso, con la comparsa di noduli rossi e gonfi sotto la pelle;
  • Reazione pseudolinfomatosa, che consiste in noduli duri di colore rosso violaceo;
  • Psoriasi.

L’elenco delle reazioni cutanee è molto lungo: dermatiti, prurito, eczemi e desquamazione della pelle, probabilmente causate dai coloranti impiegati e dalle impurità contenute, oltre che dai metalli pesanti iniettati sotto pelle.
La «Food and Drug» statunitense, che si occupa dell’approvazione di coloranti nei cibi e bevande, non ha ancora pubblicato un elenco di coloranti “sicuri” da poter somministrare sotto pelle.
Alcuni gruppi di ricerca hanno stabilito addirittura un legame tra lesioni pre-cancerose e tatuaggi. Non è così strano infatti che dalle zone tatuate scaturiscano veri e propri tumori,[6] cosa questa che i chirurghi conoscono molto bene.

Metalli e colori
Le evidenze scientifiche del Ministero della Salute italiano che ha monitorato i pigmenti liquidi venduti nel nostro mercato dicono che tutti i produttori commercializzano inchiostri contenenti concentrazioni molto elevate di cromo (colore verde, ma anche nel viola, marrone, blu, nero e rosso), ed anche una consistente concentrazione di nichel (ricordiamo che sempre più persone hanno allergie a questo elemento).
Non finisce qua, perché per ottenere altri colori si usano elementi quali cadmio e zinco. Il blu contiene livelli enormi di rame, e in misura più modica in questo colore si trova anche il cobalto.
Nel rosso spesso si ritrovano insieme nichel e cromo e anche mercurio.
Il nero contiene particelle di carbone che spesso viene fatto partendo dalla fuliggine.

Attenzione che nei tatuaggi non vi è la presenza solo di metalli pesanti singoli, ma anche di allergeni diversi, per cui aumenta esponenzialmente il rischio di sensibilizzazione crociata a causa proprio degli effetti sinergici delle sostanze contenute. Pertanto non è mai possibile sapere a priori come si reagirà al contatto di svariati elementi.
La composizione varia a seconda del colore, ma le analisi di laboratorio hanno dimostrato che i metalli più frequentemente presenti sono: piombo, alluminio, nichel, cromo, titanio, cobalto e litio.
Dal portale «Cosmetovigilanza» dell’Università Federico II di Napoli si cita l’articolo pubblicato il 14 maggio 2005 dalla rivista «Nature» sui rischi di alcuni metalli contenuti negli inchiostri.

Ne elencano solo tre:

  • piombo: può provocare problemi comportamentali, anemia, problemi renali, danni neurologici (epilessia);[7]
  • litio: può indurre disturbi renali (sete eccessiva, urinazione abbondante, diabete), disturbi neurologici (alterazione della memoria e dell’attenzione, tremori alle mani, debolezza muscolare), disturbi al cuore (aritmie), problemi cutanei (eruzioni, alterazioni del pigmento, psoriasi), disturbi gastroenterici (nausea, diarrea, coliche addominali), ipertiroidismo, epilessia, edema degli arti inferiori, leucocitosi, etc;
  • rame:può provocare irritazione oculare (rossore, tumefazione), irritazione cutanea (rossore, prurito, bruciore, tumefazione), problemi respiratori, problemi gastroenterici (nausea, diarrea e/o dolore addominale).

Infine nel numero di «Nature» si è messo in luce un problema inaspettato: molte reazioni si presentano quando le persone tatuate si sottopongono a risonanza magnetica, in quanto sembra che i campi magnetici utilizzati per l’indagine diagnostica surriscaldino l’inchiostro presente sotto la pelle.
La pelle del corpo, impregnata e imbevuta di metalli, sta diventando sempre più conduttiva al calore e alle onde elettromagnetiche. Se pensiamo che siamo costantemente immersi 24 ore su 24 in campi elettromagnetici (radio-telefonia, televisione, wifi, ecc.), il rischio di problematiche cresce enormemente…

Il mistero dei cadaveri intatti
Potrà sembrare macabro e fuori luogo, ma il problema dei cadaveri che non si decompongono è diventato una realtà sempre più diffusa.
Siamo arrivati al punto che in Germania, una quarantina di cimiteri non accettano più nuove sepolture in quanto sono colmi di cadaveri che non si decompongono. Un fenomeno che sta inquietando gli scienziati.
Una volta, dopo circa 8-10 anni i luoghi di sepoltura potevano essere riutilizzati, oggi non è più così. Come mai?
Ad Amburgo hanno organizzato un congresso per dibattere le cause e cercare una soluzione al problema.
Secondo le ipotesi: regimi alimentari ricchi di sostanze conservanti, pesticidi che distruggerebbero i batteri necessari alla decomposizione e ovviamente gli immancabili metalli pesanti (presenti nelle amalgame dentarie, in moltissimi farmaci, vaccini, coloranti, creme, ecc.). I cadaveri in pratica, è come se venissero cristallizzati (metallizzati) da tali sostanze chimiche.
«I corpi sepolti trent’anni fa sembrano stati sepolti settimana scorsa - afferma Walter Müller, imprenditore di pompe funebri a Berlino - E’ come se i corpi fossero stati trattati con prodotti conservanti”.
L’analisi del suolo mostra infatti un aumento della concentrazione di azoto - gas liberato dai cadaveri - e di metalli pesanti.[8]
Se a questo aggiungiamo pure l’aumento esponenziale e spropositato di metalli pesanti contenuti nei pigmenti dei tatuaggi, cosa accadrà in futuro? Certamente la cremazione diventerà sempre più obbligatoria...

Implicazioni dal punto di vista spirituale
Abbiamo visto che il corpo fisico è sempre più pregno di pigmenti chimici, metalli pesanti, allergeni vari, molti di origine sconosciuta. Sostanze queste che possono (e lo fanno) scatenare manifestazioni patologiche diversificate.
Fin qui anche la medicina allopatica lo conferma: ma dal punto di vista animico o spirituale? Ci possono essere delle interferenze anche negli aspetti sottili?
A tale proposito la Scienza dello Spirito ad indirizzo antroposofico ci da alcune interessanti spiegazioni.
Uno dei problemi principali sono i metalli pesanti.
Innanzitutto questi metalli, contenuti nella pelle (della madre e/o del padre) possono interferire direttamente sulla salute dell’embrione già dal momento stesso del concepimento e continuare ad essere assorbiti dalla pelle della madre durante tutta la gravidanza. Aumentando di fatto il rischio di compromissione dello sviluppo neurocognitivo normale della creatura in grembo. I metalli infatti, chi più chi meno, hanno tutti un’alta neurotossicità.
La dimostrazione che i pigmenti non se ne stanno fermi nella pelle ma se ne vanno in giro per la circolazione sanguigna e linfatica si chiama «pigmentazione dei linfonodi» ad opera dell’inchiostro. Piccole particelle di colore vengono fagocitate da cellule del sistema immunitario che le portano nei linfonodi. Qui si depositano dando particolari colorazioni all’organo. Questo è un problema molto serio, perché potrebbe confondere il chirurgo, soprattutto se deve prelevare un linfonodo sentinella per la stadiazione (gravità) di un tumore. In simili circostanze infatti, un linfonodo sano ma colorato può essere scambiato per “malato”!

Stabilito che i colori possono andare in giro per il corpo fisico, dal punto di vista animico i tatuaggi agiscono direttamente anche sul corpo astrale - cioè sull’aspetto psichico o animico - creando modificazioni nella personalità.
Ricapitolando: i metalli induriscono il corpo fisico, ma intervengono anche nella terza componente dell’uomo, il «corpo eterico» (delle forze vitali), e così facendo il fisico diventa inadatto ad ospitare correttamente l’Io, cioè l’autocoscienza. Il rischio è un eccesso dell’animalità, e da come il mondo sta andando avanti, non è così fantascientifico.
Possiamo concludere che il corpo dell’uomo diventa sempre meno adatto ad esprimere la sua qualità spirituale.
Entrando ancor di più nel dettaglio, quando i metalli penetrano nell’organismo (farmaci, alimenti, vaccini, tatuaggi, ecc.), le forze dell’Io intervengono - tramite il Calore – per «sciogliere» e «umanizzare» tali sostanze tossiche. Ma questo continuo lavoro rappresenta un dispendio energetico abnorme.
Tali sostanze non spariscono del tutto ovviamente, ma rimangono sempre come depositi (corpi e organi grassi come il cervello, guaine mieliniche, ecc.) conducendo verso l’indurimento (sclerosi).
Portato all’estremo questo discorso: un corpo completamente ricoperto di tatuaggi potrebbe non essere correttamente riconosciuto dalle sue componenti spirituali.
Una cosa molto simile la vediamo nelle malattie autoimmuni, che guarda caso sono in costante aumento.
Queste patologie derivano da un conflitto tra l’interiorità e il corpo fisico: non c’è più sintonia e armonia, ma sempre più estraniamento del corpo fisico dal mondo animico-spirituale. Uno scollamento molto pericoloso.

La conclusione è scontata: meno se ne fanno e meglio è.
Ma se proprio una persona sente la necessità di modificare il proprio corpo, sarebbe utile tenesse in considerazione alcuni semplici consigli:

  • Coprire una piccola area superficiale della pelle, possibilmente in zone lontane da organi vitali o sensibili all’inquinamento come tiroide, linfonodi, utero e ovaie. Meno pelle significa meno tossine.
  • Tatuare una zona possibilmente non esposta alle radiazioni solari dirette, per evitare i problemi di reazioni detti prima.
  • Se si ha intenzione di avere un figlio, attendere almeno la fine dello svezzamento per farselo fare.
  • Usare meno colori possibili, per ridurre la quantità di pigmenti e metalli pesanti. Meno colori significa meno tossine.
  • Farsi un disegno e/o una scritta di cui, col passare del tempo, non decada il valore simbolico (evitare i nomi di donne/uomini amati per esempio).
  • Optare per professionisti del settore Tattoo che utilizzino colori certificati naturali e possibilmente che non siano stati testati su animali (vegan-friendly).

Dopo quanto detto: buon tatuaggio a tutti!

Note

[1] «Tatuaggi, i primi dati italiani elaborati dall’Istituto Superiore di Sanità»

http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=2227

[2] «In Europa 60 milioni di tatuati. Quali rischi si corrono e cosa ne pensano i medici»,https://www.agi.it/data-journalism/rischi_tatuagggi_controindicazioni_medici-2200288/news/2017-09-30/

[3] «Pentiti del tatuaggio? Ecco che cosa sapere prima di farlo rimuovere», http://www.tgcom24.mediaset.it/salute/pentiti-del-tatuaggio-ecco-che-cosa-sapere-prima-di-farlo-rimuovere_2120135-201502a.shtml

[4] Idem

[5] ResAP(2008): «La risoluzione del Consiglio d’Europa sui requisiti e criteri per la sicurezza dei tatuaggi e del trucco permanente» http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_newsAree_1667_listaFile_itemName_2_file.pdf

[6] «Squamous-cell Carcinoma Arises in Red Parts of Multicolored Tattoo within Months», www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4174140/#R4

[7] «Sicurezza degli inchiostri per tatuaggi», www.farmacovigilanza.org/cosmetovigilanza/corso/0505-01.asp

[8] «Scienziati inquieti: i cadaveri non si decompongono più», http://www.ticinolive.ch/2013/12/09/scienziati-inquieti-cadaveri-non-si-decompongono-piu/

Edgar Cayce (1877-1945) pseudo scienziato statunitense della Virginia portò alla luce negli ultimi anni della sua vita gli effetti benefici dell’olio di ricino.
Egli sosteneva che la guarigione nel corpo umano può avvenire in diversi modi, ma quello che reputava indispensabile affinché ogni cura andasse a buon fine era la piena consapevolezza dell’individuo.

Secondo Cayce l’essere umano è un insieme di natura spirituale, mentale e fisica ed è necessario riconoscere la loro unità per riportare il corpo in uno stato di salute. La medicina occidentale, a suo avviso, si è sempre più specializzata, nel tempo, nella cura dei sintomi attraverso sostanze chimiche, spesso dimenticando che ciò non è sufficiente e che un ruolo fondamentale lo gioca invece la forza vitale insita in ognuno di noi, che è parte dell’infinito.
Secondo Cayce tutte le medicine, i composti chimici e le applicazioni meccaniche svolgono un ruolo ben preciso come strumento di cura, ma anche stimolare speranza, creare fiducia nel processo di guarigione o portare fede nella coscienza dell’individuo è estremamente necessario.

In tal modo egli operava con le persone che si rivolgevano a lui e alle quali suggeriva l’utilizzo dell’olio di ricino per diverse patologie. Il corpo è paragonabile ad un computer, in qualche modo. Quando il computer è programmato in una determinata maniera è difficile cambiare programma. Il cambiamento richiede tempo. Lo stesso accade con il corpo umano, ogni parte del corpo tende a mantenere uno status quo. Pochissime persone sono davvero inclini al cambiamento e il cambiamento è indispensabile se si desidera che avvenga la guarigione, pertanto il paziente deve progredire in consapevolezza, allo scopo di acquisire a livello mentale, spirituale e fisico un “nuovo programma”.
Gli impacchi con l’olio di ricino corrispondono ad un nuovo programma in quanto, nel tempo, esso influisce sulle cellule del corpo diffondendo il “programma di guarigione”.

Negli anni, il Dr. Mc Garey, medico e studioso dei metodi di Cayce, poté constatare i numerosi benefici che l’uso esterno dell’olio di ricino aveva nei suoi pazienti.

Il più comune effetto benefico risultante dall’utilizzo esterno dell’olio di ricino è il rafforzamento del sistema immunitario. Parte dei compiti del sistema linfatico, che gioca un ruolo importante nel sistema immunitario, è quello di drenare e purificare le parti del corpo.
Quando i tessuti in un’area del corpo vengono ripuliti dagli scarti, le cellule sono in condizioni migliori per il loro buon funzionamento e l’attività degli organismi immunitari diviene più efficace nella difesa del corpo e nella sua ricostruzione.

Nonostante le esperienze legate ai benefici ottenuti dall’olio di ricino non siano mai state pubblicate perché considerate atipiche e poco ortodosse per la medicina classica, l’uso degli impacchi di olio ha proliferato negli anni in molte parti del mondo anche grazie a molti professionisti della salute.
“Ad una delle nostre più recenti conferenze mediche in Phoenix” racconta il Dr. Mc Garey “un giovane chirurgo ortopedico riportò come aveva dotato ogni letto del reparto con un K-pack (uno speciale termoforo che scalda) e l’impacco di olio di ricino veniva utilizzato di routine nelle terapie postoperatorie. Altri medici nel suo ospedale si interessarono a questa metodologia e iniziarono ad introdurla anche nei loro reparti, ma l’ortopedico non disse mai che tale metodo era stato studiato da un fisico, altrimenti avrebbe perso la causa!”.

“Un’esperienza inusuale” continua il dr. Mc Garey “la ebbi con una malattia grave e un impacco di olio di ricino da utilizzare per un’ostruzione intestinale. Mi chiamarono per visitare una donna anziana presso la sua abitazione. Era mia paziente da lungo tempo ma inabile a venire presso il mio studio. Aveva sviluppato una distensione addominale che peggiorava rapidamente. La donna aveva perso la sua lucidità, non guardava più nemmeno la televisione e rimaneva a letto tutto il tempo. Quando la esaminai, riscontrai che il suo addome era davvero esageratamente dilatato, la causa era un’ostruzione e pertanto necessitava  essere ricoverata immediatamente. Avrebbe dovuto essere intubata affinché con un tubo gastrico le si sgonfiasse la pancia. Ella si rifiutò con tutte le sue forze. Aveva più di 80 anni e non aveva nessuna intenzione di lasciare la sua casa, era seriamente intenzionata a morire nel suo letto. Per alleviare il suo dolore e disagio istruii sua figlia su come applicarle impacchi di olio di ricino sull’addome, senza riscaldarlo, ma costantemente per tutto il giorno. E la paziente doveva sciogliere in bocca dei cubetti di ghiaccio per mantenersi idratata. Il giorno successivo la paziente si sentiva leggermente meglio e notai una leggera diminuzione della dilatazione addominale. Il giorno seguente ella iniziò ad avere delle feci liquide e la sua dilatazione addominale sembrava quasi del tutto guarita. Le prescrissi delle supposte e la paziente ebbe un grande movimento intestinale ma entro la norma. La diagnosi più ovvia era un grave blocco intestinale causato da stipsi. Quando la visitai il terzo giorno era seduta su una sedia e guardava il suo programma televisivo preferito. Come poteva un impacco di olio di ricino aver avuto un impatto così radicale nel cambiamento dello stato di salute di quella donna? Mi viene da dire che ella aveva, prima del blocco intestinale, stabilito un determinato grado di omeostasi (tendenza naturale al raggiungimento di una relativa stabilità interna delle proprietà chimico-fisiche), uno stato di stabilità interiore, psicologico.

Poi qualcosa accadde, probabilmente legato alla sua alimentazione, che causò questo blocco delle feci. Questo è quanto ci è chiaro. Poi peggiorò, ma come quell’olio di ricino ha sciolto il blocco riportando la situazione ad uno stato di normalità? Può essere che l’olio di ricino sia penetrato fino al tratto intestinale? E’ stata un’attività vibratoria dell’olio di ricino una volta penetrato nel tratto intestinale a portare la guarigione oppure tale attività vibratoria ha funzionato senza che l’olio penetrasse nell’intestino?”.
In natura, nella dimensione in cui viviamo, sappiamo che ogni cosa possiede una vibrazione. Tutte le sostanze nell’ambiente fisico sono composte di atomi e particelle subatomiche. Queste sono in movimento costante e rappresentano una forma di energia. Tutte le sostanze, viventi o non, sprigionano vibrazioni le quali, con il tempo e la ricerca, possono essere misurate e mostrando una specificità unica nella loro natura. Per questo l’olio di ricino ha vibrazioni diverse dall’olio di arachidi ad esempio. E’ quindi la vibrazione che sprigiona la natura benefica dell’olio di ricino nel corpo e da inizio ad un nuovo approccio, una nuova situazione, un nuovo equilibrio interno alla struttura e al funzionamento del corpo umano?

Le proprietà dell’olio di Ricino: aumento dell’attività di eliminazione delle scorie e di rigenerazione dei tessuti
I benefici dell’olio di ricino sono stati riscontrati proprio nel ridurre la perdita di sangue nei tessuti e nel sollecitare la loro ricostruzione anche a seguito di gravi ferite sulla pelle.
L’eliminazione interna delle scorie e la rigenerazione dei tessuti è uno degli effetti primari dell’olio di ricino ed è un processo fondamentale per il ristabilimento dell’equilibrio nel corpo.
Esistono 4 canali di eliminazione delle scorie nel nostro corpo: la pelle, i polmoni, il fegato/intestino e i reni. Quando un canale è ostruito, danneggiato o malato diventa incapace di espletare il suo compito e gli altri 3 canali vanno in sofferenza. E’ importante ricordare che il sistema linfatico e i capillari sono fondamentali nel trasferimento delle sostanze che devono essere rimosse dal nostro organismo, pertanto ogni metodo designato a migliorare e coordinare il processo di eliminazione dell’organismo diventa fondamentale per la sua guarigione.

Molte esperienze sugli utilizzi dell’olio di ricino derivano dalle testimonianze dei pazienti di Cayce e Mc Garey. Qui sotto è riportata una parte della lista dei casi grazie ai quali il dr. Mc Garey poté constatare gli effetti benefici ottenuti dai pazienti applicando l’olio di ricino secondo i suggerimenti di Cayce.

1)   Ferite e Abrasioni

Grazie alle ancora, in parte misteriose proprietà dell’olio di ricino abbiamo esteso il suo utilizzo ai pazienti della nostra clinica, allo stesso personale della clinica e nelle nostre vite private.
I miei 6 figli hanno ricevuto applicazioni di olio di ricino su varie parti del loro corpo tanto da ricordare ogni volta, a me e alla loro madre, che sulle nostre lapidi verrà apposta la scritta “Qui giacciono nonostante l’olio di ricino”.
Un’amica di famiglia, Sherry, stava viaggiando 45 miglia all’ora con la sua moto quando perse il controllo ed uscì di strada schiantandosi. Sherry riportò abrasioni sui gomiti, addome, seno sinistro ed entrambi i palmi delle mani erano scorticati fino allo strato più sottostante della pelle. La terapia che le prescrissi era olio di ricino da usare liberamente su tutte le aree colpite.
La sua reazione fu eccellente e le ferite si rimarginarono completamente senza lasciare cicatrici.

2)   Tumore al collo

Catherine, una donna 82enne che aveva sempre goduto di buona salute, aveva prosperato grazie alla sperimentazione delle varie terapie suggerite da Edgar Cayce nei suoi scritti. Mi fece visita alla clinica tempo fa perché le era spuntato un nodulo nella parte destra del collo, vicino all’angolo con la mandibola, molto vicino all’attaccatura del lobo dell’orecchio. Non c’era traccia di alcuna possibile causa che avesse potuto generare un linfonodo in quella zona, pertanto le furono prescritti radiografie e test di laboratorio.
Prima di arrivare presso il mio ufficio, Catherine aveva iniziato costantemente ad applicare impacchi di olio di ricino sul nodulo. Quando lo vidi la prima volta aveva la dimensioni di una noce. Nell’arco di due settimane, le dimensioni si erano ridotte diventando quasi quelle di un pisello. Un mese dopo, il nodulo era scomparso. Riesaminando l’evento ho il sospetto che si trattasse di un linfonodo. Se non fosse diminuito così rapidamente avrei subito prescritto una biopsia alla paziente, una procedura che non avrebbe accettato. A fronte di questo risultato era così entusiasta e sembrava essere in ottima forma. Non sappiamo esattamente cosa stesse accadendo ma abbiamo optato insieme di fare dei passi per riportare il corpo alla normalità.
E l’olio di ricino lo fece.

3)   Micosi dell’unghia

Questo è un problema piuttosto comune nella pratica della medicina familiare, ma molto difficile da correggere. La rimozione non sempre ne è la cura. Si sostiene che un fungo possa esserne l’eziologia, la causa. E’ molto comune nelle persone anziane.
Nel 1977 una donna si presentò da me con un dito del piede molto gonfio e ci chiese di risolverle il problema. Si trattava di una micosi dell’unghia, grande, spigolosa e molto difficile da debellare o da tenere sotto controllo. Le fu prescritto di fare pediluvi nel sale inglese per 15 minuti ogni sera prima di coricarsi. Dopodiché doveva avvolgere il dito con un impacco di olio di ricino che avrebbe dovuto tenere per tutta la notte. Questa procedura doveva continuare per almeno due mesi. Ritornò da me dopo 6 mesi. Trovammo che la sua unghia era tornata ad una completa normalità. Cosa era accaduto? Era aumentata la circolazione? Una migliore fluidità linfatica? Un’attività fungicida? Fede? Pazienza e persistenza? La vera natura della sua guarigione rimase un enigma ma con pazienza, persistenza e olio di ricino ella guarì!

4)   Cancro della Pelle/Cheratosi

Ai primi stadi è probabilmente impossibile dire se una cheratosi attinica sia in fase di sviluppo e possa diventare ciò che viene chiamato corno cheratinico o carcinoma a cellule squamose, il quale è maligno. Comunemente, questa eccessiva crescita di cellule epidermiche, cheratinociti, viene solitamente chiamata cheratosi. Spesso, anche senza alcuna biopsia di verifica, viene stabilito che si tratti di un cancro della pelle al primo stadio o a stadio avanzato. I non-fisici spesso fanno così le loro diagnosi.
Uno dei miei pazienti preferiti era un uomo di 93 anni (sua moglie ne aveva 95). Entrambi avevano un tremendo senso dell’humor. George aveva una grande escrescenza vicino al lobo dell’orecchio destro, una cheratosi che era sfigurante, sebbene non fosse maligna. Fu seguito da diversi specialisti prima di venire da me. Lo istruii a frizionare meticolosamente la parte del lobo destro 2 volte al giorno e di ripulirla successivamente con un panno morbido. Quando tornò da me un anno e mezzo dopo l’orecchio era completamente normale, non c’era più nessuna cheratosi. Ammise di continuare a voler usare l’olio di ricino perché gli rendeva i lobi delle orecchie così morbidi. Consigliavamo continuamente ai nostri pazienti di utilizzare l’olio di ricino sulla pelle per cheratosi, acne, smagliature durante la gravidanza e per la cura generale della pelle.

Molti altri casi vengono accuratamente descritti nel libro da Mc Garey, riportanti i progressi e le guarigioni grazie all’olio di ricino, come i seguenti:

5)   Ferite infette

6)   Iperattività

7)   Calcoli al Fegato e alla Cistifellea

8)   Spasmi esofagei

9)   Problemi di udito/Perdita di udito

10)   Smettere di Russare

Edgar Cayce descrisse almeno 30 differenti funzioni fisiologiche che vengono migliorate attraverso l’uso dell’olio di ricino applicato topicamente, grazie all’utilizzo sotto forma di impacco. Questa è una lista parziale dei casi in cui egli raccomandò ai pazienti l’olio di ricino come terapia, ai quali erano state diagnosticate una varietà di condizioni fisiche differenti:

afonia
appendicite
artrite
blocco intestinale
calcoli alla cistifellea
cancro
cellulite pelvica
cirrosi epatica
colite
costipazione
colecisti
colecistalgia
epilessia
emicrania
epatite
ernia
fegato fiacco
gastrite
insufficienza renale
linfoadenite
linfoma di Hodgkin
morbo di Parkinson
neurite
paralisi cerebrale
restringimento del duodeno
stenosi del duodeno
sclerosi multipla
sterilità
uremia
tigna

Questa lista non include una moltitudine di altri casi indicizzati nella A.R.E. (Association for Research and Enlightenment) Library di Virginia Beach, la tenuta di Cayce entro la quale fece costruire un ospedale per la cura dei suoi pazienti.

Caratteristiche dell’Olio di Ricino
L’olio che guarisce viene estratto dai semi del Ricinus communis, conosciuto anche come “Palma Christi” o, più comunemente, come olio di ricino.
Farmacologicamente l’olio di ricino è composto, per la maggior parte, da acido ricinoleico, un idrossiacido insaturo grasso con la formula CH3 (CH2)5 CHOHCH2 CH: CH(CH2)7 COOH. Si descrive in vari testi specifici, più o meno recenti (es. “Le basi farmacologiche della terapia” di Goodman e Gilman o “Le Malattie della Pelle” di Ormsby e Montgomery) l’utilizzo dell’olio di ricino come “olio nutritivo ed emolliente” con molteplici usi benefici sulla pelle. Spesso viene indicato per la rimozione di croste e desquamazioni. Altri olii indicati dagli autori come “nutritivi ed emollienti” sono l’olio di fegato di merluzzo, l’olio d’oliva, l’olio di mandorla, l’olio di semi di lino, l’olio intero, mentre quelli considerati “stimolanti” sono l’olio di ginepro, l’olio di betulla bianca e l’olio di anacardio.

Chimicamente, l’olio di ricino è un trigliceride di acidi grassi. Ciò che rende unico il suo essere un acido grasso è l’alto contenuto (90%) di acido ricinoleico, un acido con 18 atomi di carbonio, con un doppio legame tra il carbonio in 9° e il carbonio in 10° posizione e un gruppo ossidrilico sul dodicesimo atomo di carbonio. La relazione tra il gruppo ossidrilico e l’insaturazione esiste solo nell’olio di ricino. La tipica composizione degli acidi grassi dell’olio di ricino è esposta qui sotto:

Acido Ricinoleico               89,5%
Acido Diidrossistearico       0,7%
Acido Palmitico                  1,0%
Acido Stearico                   1,0%
Acido Oleico                      3,0%
Acido Linoleico                  4,2%
Acido Linolenico                0,3%
Acido Eicosenoico              0,3%

Il gruppo ossidrilico nell’olio di ricino offre una combinazione di proprietà fisiche uniche: alta viscosità e gravità specifica, solubilità nell’alcool in ogni proporzione, solubilità limitata nei derivati alifatici del petrolio. L’uniformità e l’affidabilità delle sue proprietà fisiche sono state dimostrate dall’uso prolungato dell’olio di ricino come standard assoluto nei test di viscosità. Possiede eccellenti proprietà emollienti e lubrificanti.

La storia dell’uso industriale di questa sostanza è lunga ed affascinante.
In breve, si può affermare che grazie al gruppo ossidrilico, al doppio legame e al legame estere, i quali danno luogo a reazioni, un consistente numero di reazioni chimiche nelle quali l’olio di ricino viene commercialmente utilizzato, sono state esplorate. Esse includono l’acetilazione, alcossilazione, aminazione, fusione caustica, disidratazione chimica, distillazione, epossidazione, esterificazione, idrogenazione, polimerizzazione ossidativa, pirolisi e saponificazione. Da queste reazioni risultano una moltitudine di olii, sali, gliceridi, esteri (composti organici che provengono dal processo di esterificazione con acido carbosillico), amidi, alcol, alogeni e idrossistearati.

Tra tutti i contributi dell’industria alla ricerca medica e terapeutica troviamo un interessante lavoro di Arthur Novak del 1961 nel Journal of the American Oil Chemists Society (reperibile al sito http://link.springer.com/article/10.1007%2FBF02638439#page-1) , in merito all’uso di acido ricinoleico e oleico e derivati. Essi furono selezionati e testati per la loro attività antimicrobica, contro diverse specie di batteri, funghi e muffe.
Novak e il suo staff dichiararono che tali sostanze meritavano studi approfonditi, in quanto le applicazioni mediche di questi composti avevano dimostrato di essere di particolare rilevanza.

Gli effetti dell’olio che guarisce
La spiegazione che Edgar Cayce formulò in merito ai numerosi benefici che i suoi pazienti traevano dalle terapie basate, per la maggior parte, sull’utilizzo di impacchi di olio di ricino applicati sull’addome, poggiava sulla rilevanza della funzione del sistema linfatico, nello specifico, del sistema di capillari linfatici e delle strutture che hanno un ruolo fondamentale nell’assimilazione del cibo da parte dell’intestino e la sua preparazione al processo di nutrizione di tutti i tessuti del corpo.

Le placche di Peyer vengono spesso menzionate nei suoi scritti: esse sono placche costituite da noduli linfatici posizionate nell’intestino tenue, vascolarizzate da un’estesa rete di capillari. Egli sosteneva che si trattava di “importanti porzioni del corpo che avevano un ruolo fondamentale nella longevità e nel mantenimento di una buona salute”. Anche il sistema nervoso, secondo Cayce, godeva dei benefici di un buon funzionamento linfatico. Infatti, il perfetto contatto tra il sistema nervoso simpatico e quello cerebrospinale è reso possibile dalle sostanze create in queste piccole placche di tessuto linfatico che si trovano nella superficie mucosa dell’intestino: ciò porta a chiederci che ruolo abbiano le placche nei disturbi fisici che derivano da situazioni di stress e di preoccupazione che tratteniamo nelle nostre menti e che vanno a coinvolgere la parte emotiva del nostro corpo.

Il comportamento e le emozioni, di fatto, diventano fondamentali in tutte le esperienze di guarigione. Cayce affermava, per dimostrare con certezza l’influenza delle emozioni sulle condizioni fisiche del corpo, che “nessuno può odiare il proprio vicino e non avere lo stomaco e il fegato sottosopra”.
Probabilmente la spiegazione più semplice è che le emozioni sono basicamente situate nelle ghiandole endocrine. Queste ghiandole inviano impulsi nervosi attraverso il corpo e, allo stesso tempo, producono ormoni in linea con il tipo di emozione che deve venire generata. Le sostanze chimiche prodotte hanno potenti e diretti effetti sul sistema nervoso autonomo (il sistema che controlla le funzioni “involontarie” dell’organismo) e su varie funzioni degli organi.

Tali sostanze chimiche prodotte danno origine a condizioni che conosciamo bene, come ipertensione, ulcera dello stomaco, malattie cardiache ed una serie di altre malattie, molte ancora non riconosciute come legate a queste cause, che nascono da ciò che pensiamo o “proviamo”. Le ghiandole svolgono il loro compito di trasmissione e successivamente la fisiologia, come tutta risposta, sviluppa malattie fisiche come immagine a specchio del tipo di pensieri che abbiamo generato e che è diventato un tracciato abituale nella memoria delle ghiandole.
Ecco perché spesso accadeva che Cayce prescrivesse ai suoi pazienti impacchi di olio di ricino solo dopo aver pregato a lungo, allo scopo di riposizionare sia il corpo che la mente sulla via della guarigione. Egli sosteneva che coloro i quali erano percettivi di natura avrebbero tratto beneficio dagli impacchi di olio di ricino. Perché? Perché essere recettivi fa parte della nostra natura infantile. Il bimbo ha fede senza sapere perché e accetta tutte le cose come volontà divina che agisce sulla sua vita. La pace arriva al bambino attraverso la terra, la sua terra.

L’impazienza distrugge i buoni risultati della terapia e libera l’attività distruttiva delle energie provenienti dai recettori adrenergici (che interagiscono con l’adrenalina) del sistema nervoso simpatico, sovrastando gli effetti benefici del sistema nervoso parasimpatico. Il nostro corpo è stato spesso influenzato dagli elementi di “coscienza” che, per lungo tempo, hanno agito in maniera deleteria come “normali” fattori nel nostro percorso di vita. Questi elementi non sono facilmente riconoscibili e quando li scoviamo, non è facile eliminarli dal proprio schema di coscienza.

“Guarire può essere davvero la pace, una pace che viene per riposare il corpo che è un riflesso della pace che passa attraverso la comprensione. Possiamo vedere la pace del corpo come una pace che ha da venire sulla terra: da nazione a nazione. Quanto troveremo la vera pace sulla terra, vedremo uno stato di guarigione invadere i corpi di tutte le persone.”
Dr. William A. McGarey

Per fare un impacco di olio di ricino è necessario:

- Un panno di flanella
- Un foglio di plastica (privo di colori artificiali)
- Un termoforo, scaldino elettrico (oggi una boule di acqua calda)
- 2 o 3 spille da balia
-Olio di ricino
- Asciugamano

Procedura di applicazione impacco

1)   Preparare il panno di flanella, preferibilmente lana-flanella. Il panno deve essere piegato 2 o 4 volte e deve misurare 25/30 cm di spessore dopo essere stato piegato. Queste sono le dimensioni utili all’applicazione addominale. Ogni area del corpo avrà le proprie dimensioni adeguate del panno.

2)  Versare dell’olio di ricino sul panno, utilizzando un foglio di plastica sotto per prevenire lo sgocciolamento dell’olio. Accertarsi che il panno sia bagnato ma non fradicio di olio.

3)    Applicare l’impacco sulla parte del corpo che necessita il trattamento, mantenendo il foglio di plastica all’esterno.

4)    Appoggiare un termoforo elettrico (o boule di acqua calda) sul foglio di plastica a copertura dell’impacco e accenderlo dapprima a livello minimo, poi medio fino alla temperatura più alta se sopportabile per il corpo. Attenzione a non scottare la pelle!

5)    Infine avvolgere un asciugamano da bagno, piegato in lunghezza, attorno al tronco del corpo allo scopo di coprire l’impacco e il termoforo e chiudere con aghi di sicurezza.

6)    L’impacco deve rimanere applicato per circa un’ora, un’ora e mezza e successivamente la pelle può essere lavata con una semplice soluzione di acqua e bicarbonato di sodio.

L’impacco con la flanella non deve essere scartato dopo una singola applicazione, ma può essere conservato in una busta di plastica per gli usi futuri. A meno che l’impacco non perda colore o l’olio si guasti è possibile utilizzarlo per mesi. Alcuni preferiscono conservare l’impacco in frigorifero ma poi è indispensabile che venga preriscaldato prima di ogni utilizzo.
Con quale frequenza va applicato l’impacco? Da 3 a 7 giorni alla settimana, da far seguire poi da 3 trattamenti con olio di oliva per la pulizia del fegato e per stimolarne l’attività. Prendere un cucchiaio da tè di olio d’oliva al giorno.
Fare attenzione all’assunzione di quantità maggiori.

Tratto dal libro “The Oil That Heals: A Physician’s Successes with Castor Oil Treatments” del dottor William A. Mc. Garey basato sulle ricerche di Edgar Cayce.
Traduzione per Disinformazione a cura di Lorenza Veronese

Dottor. J. M. Mercola

Per millenni l'olio di cocco è stato utilizzato come prodotto dietetico e cosmetico. Si tratta di un potente distruttore di ogni tipo di microbo: virus, batteri, protozoi (molti potenzialmente nocivi). L'olio di cocco è oltretutto un naturale apportatore di grasso di alta qualità, fondamentale per una salute ottimale dell'organismo.
Circa il 50 per cento del grasso contenuto nell'olio di cocco è acido laurico, elemento estremamente raro in natura. L'olio di cocco contiene acido laurico più di qualsiasi altra sostanza sulla Terra.
Il nostro organismo converte l'acido laurico in monolaurin, un monogliceride capace di distruggere i virus lipido rivestiti come HIV, herpes, influenza, morbillo, batteri gram-negativi e protozoi come la Giardia lamblia. Di certo è uno dei motivi che rendono l'olio di cocco così utile in medicina, sia nell'uso esterno che in quello interno.

L'olio di cocco è composto da acidi grassi a catena media (MCFAs) i quali sono facilmente digeribili e le cui membrane cellulari sono facilmente incrociabili. Gli MCFAs sono immediatamente convertiti dal fegato in energia, anziché essere immagazzinati sotto forma di grasso. Ecco perché consiglio l'olio di cocco come ideale sostituto dei carboidrati non vegetali.
L'olio di cocco viene assorbito senza fatica dal sistema digestivo e non produce picchi di insulina nel sangue, quindi per ottenere un immediato apporto energetico si può semplicemente ingerire un cucchiaio di olio di cocco, o aggiungerlo al cibo.

Per incrementare la presenza dell'olio di cocco nella propria dieta, si può sostituirlo al dolcificante per il the o il caffè. Dal momento che tra le sue proprietà vi è quella di migliorare l'assorbimento delle vitamine liposolubili, si può assumerne un cucchiaio per rafforzare l'efficacia delle vitamine assunte tramite il cibo o durante un trattamento specifico.
L'olio di cocco è ideale per tutti i tipi di cottura, in quanto resiste a temperature molto elevate senza subire deterioramenti, come invece avviene in molti altri tipi di oli (l'olio di oliva, per esempio, proprio per questo motivo non è adatto alla cottura).

Inoltre, l'olio di cocco non diventa rancido, il che è un enorme vantaggio se lo si utilizzi per intrugli fatti in casa. E' provato che dopo essere stato conservato a temperatura ambiente per un anno, l'olio di cocco non denoti il minimo irrancidimento.

Benefici generici per la salute apportati dall'olio di cocco.
L'olio di cocco offre una lunghissima lista di benefici per la salute, se viene incluso nella dieta quotidiana. Oltre alle proprietà antimicrobiche, è utile per:

- Supportare la salute del cuore ed una corretta funzione tiroidea
- Apportare benefici al cervello
- Rafforzare il sistema immunitario
- Fornire un ottimo carburante all'organismo
- Rinforzare a accelerare il metabolismo quando si ricerca una perdita di peso
- Mantenere la pelle sana e giovane

Ma l'olio di cocco ha anche un numero impressionante di altri usi, dalle applicazioni topiche di bellezza, ai trattamenti di primo soccorso, alla pulizia in generale.
L'olio di cocco può sostituire decine di prodotti di bellezza e cura del corpo.
Un articolo di Delicious Obsessions elenca anche non meno di 122 usi creativi dell'olio di cocco, di cui 21 ricette per la cura della pelle.
Di seguito vado ad elencarne alcuni.

- Strucco: imbevendo di olio di cocco un batuffolo di cotone pulito o un panno umido.

- Detersione viso: massaggiando viso e collo con un cucchiaio di olio di cocco su viso e collo.

- Scrub corpo: mescolando parti uguali di olio di cocco e zucchero di canna biologico in un barattolo di vetro e applicandolo sulla pelle asciutta prima della doccia o del bagno.

- Scrub viso: al posto dello zucchero, mescolando l'olio di cocco con bicarbonato di sodio o farina d'avena.

- Lozione per la rasatura: applicando un sottile strato di olio di cocco sulla zona da radere. L'acido laurico contenuto nell'olio di cocco servirà anche come antisettico per eventuali tagli da rasatura.

- Idratante per il viso ed il corpo: sia da solo, che mescolandolo con l'olio essenziale preferito (assicurarsi di utilizzare un olio essenziale di alta qualità per l'applicazione topica). E' possibile produrre una crema idratante soffice e spalmabile anche a basse temperature frustando l'olio di cocco con un miscelatore elettrico

- Antirughe: se applicato localmente l'olio di cocco aiuta a ridurre segni e rughe sottili, contribuendo a mantenere i tessuti connettivi forti ed elastici.

- Crema per le cuticole: una piccola quantità di olio di cocco strofinata intorno alle cuticole ammorbidisce le zone secche.

- Deodorante: una piccola quantità di olio di cocco applicata sulle ascelle aiuta a tenere a bada gli odori, grazie alle sue proprietà antibatteriche. Se si preferisce, è possibile aggiungere una piccola quantità di bicarbonato di sodio, o creare un vero deodorante usando olio di cocco, bicarbonato e polvere di radice. Ulteriori info nel seguente video (lingua inglese con sottotitoli in automatico attivabili su YouTube)

Il sito Delicious Obsessions elenca altre ricette per la preparazione di deodoranti a base di olio di cocco.

- Olio da bagno: Aggiunto all'acqua nella vasca da bagno vostro bagno aiuta a idratare la pelle secca causa di pruriti (rimuovere i residui dal fondo della vasca per evitare successivi scivolamenti). Assicurarsi che l'acqua sia più calda di 25 gradi Celsius per evitare che l'olio si solidifichi.

- Sapone: l'olio di cocco è uno degli ingredienti fondamentali di molte ricette per la preparazione di sapone fatto in casa.

- Burrocacao: sia applicando una piccola quantità di olio di cocco, così come è sulle labbra, oppure realizzando un sostituto del burrocacao attraverso una delle molte ricette presenti online.

- Dentifricio: Miscelato al bicarbonato di sodio l'olio di cocco può sostituire il dentifricio. Il bicarbonato di sodio pulisce delicatamente, mentre l'azione antibatterica dell'olio di cocco può mantenere sotto controllo i batteri nocivi.

- Repellente per insetti nocivi: una miscela di olio di cocco con oli essenziali di alta qualità può aiutare a tenere a bada gli insetti nocivi se applicato sulle porzioni di pelle esposte alle punture. Tra gli oli da miscelare si consigliano: menta piperita, melissa, rosmarino, olio di albero del the, citronella, geraniolo, olio di erba gatta e / o estratto di vaniglia chiara.

Amico dei capelli.
L'olio di cocco è anche noto per i suoi effetti benefici sui capelli. La maggior parte delle donne che ne fatto uso lo utilizzano come balsamo pre-shampoo. Basta massaggiare l'olio di cocco sui capelli asciutti e lasciare in posa per circa un'ora o più. Si può anche lasciare agire per un'intera notte, indossando una cuffia per proteggere il cuscino dalle macchie. Applicato in questo modo l'olio contiene il danneggiamento della superficie del capello da cui derivano  indebolimento e rotture. Se applicato come trattamento pre-lavaggio, una piccola quantità di olio di cocco è in grado di penetrare in profondità nel fusto del capello rendendolo più resistente al lavaggio.

Benefici per la salute orale.
Come accennato l'olio di cocco miscelato al bicarbonato di sodio diventa un semplice, economico, ma efficace dentifricio. E' anche un'ottima alternativa per chi desideri un dentifricio senza aggiunta di fluoro, ma non ha intenzione di spendere di più.
Un'altra tecnica per la salute orale in cui l'olio di cocco si rivela molto utile sono gli sciacqui. Questa tecnica ha ridotto significativamente il mio accumulo di placca, cosa che mi permette di andare meno spesso dall'igienista dentale.
Lo sciacquo con l'olio è una pratica che risale a migliaia di anni fa, avendo avuto origine con la medicina ayurvedica. L'olio di sesamo, tradizionalmente consigliato per questo scopo contiene una concentrazione di oli omega-6 relativamente elevata. Pertanto, a mio avviso l'olio di cocco è di gran lunga più adatto all'uso, oltre al fatto che nella mia mente ha un sapore migliore.
E' sufficiente sciacquare energicamente la bocca con l'olio, proprio come si farebbe con un collutorio. E' necessario far lavorare l'olio in bocca per un periodo di 15 minuti. Chi sia ossessivo come me e cerchi il massimo risultato può proseguire anche per 30-45 minuti. Questo processo permette all'olio di 'tirare fuori' batteri, virus, funghi e altri detriti. Il momento migliore è al mattino prima di mangiare la prima colazione, ma può essere fatto in qualsiasi momento. Io cerco di farlo due volte al giorno. Una volta fatto, è necessario sputare l'olio e sciacquare la bocca con acqua. Evitare di deglutire l'olio in quanto si ingerirebbe una sostanza popolata dai batteri e qualsiasi altra potenziale tossina e detrito appena rimossi.

Se fatto correttamente, lo sciacquo comporta una notevole pulizia, disintossicazione ed effetti curativi, non solo per la bocca ma per tutto il corpo. Candida e Streptococchi popolano comunemente la cavità orale; germi che possono contribuire all'accumulo di placca e carie, oltre a infezioni secondarie ed infiammazioni croniche in tutto il corpo. Lo sciacquo con olio di cocco può contribuire a ridurre il carico tossico totale sul sistema immunitario, impedendo la diffusione di questi organismi dalla bocca al resto del corpo, tramite il flusso sanguigno.

Olio di cocco alla riscossa.
Oltre tutti gli utilizzi descritti finora, l'olio di cocco merita anche un posto nell'armadietto dei medicinali, sempre per via della sua attività antimicrobica e anti-virale. Ad esempio, l'olio di cocco può essere utile nel trattamento di:

- Infezioni dell'orecchio. Un paio di gocce in ciascun canale uditivo. In caso di olio soliifcato si può facilmente liquefare mettendone una piccola quantità in un bicchiere o altro piccolo contenitore e poi immergendo quest'ultimo in una tazza d'acqua calda.

- Eruzioni e irritazioni cutanee, tra cui la varicella e herpes zoster: Basta applicare una piccola quantità sulle zone anatomiche interessate.

- Infezioni fungine, come piede d'atleta e tigna, miscelandolo con un pò di olio di origano o di olio di albero del the.

- Punture di insetti, punture di api, herpes labiale con la stessa miscela descritta sopra.

- Epistassi: può aiutare se applicato regolarmente all'interno delle narici

- Emorroidi: per un risultato più efficace aggiungere un pò di olio essenziale di lavanda.

- Secchezza vaginale.

- Massaggio perineale: le donne in gravidanza possono utilizzarlo per massaggiare quotidianamente il perineo, a far capo da circa un mese prima del parto, per contribuire a ridurre le probabilità di strappi e / o la necessità di una episiotomia.

- Anti-pidocchi: l'olio di cocco è più efficace della permetrina contro i pidocchi. Secondo una ricerca pubblicata sulla rivista European Journal of Pediatrics una combinazione di olio di cocco e anice è risultata quasi due volte più efficace della lozione permetrina comunemente prescritta per il trattamento dei pidocchi.

Non è meraviglioso vedere come la natura offra tante soluzioni efficaci per molti dei nostri mali? E lo fa in un modo spesso più efficace dei nostri intrugli chimici!

Usi sorprendenti dell'olio di cocco nella gestione domestica.

Ultimo ma non meno importante, l'olio di cocco può essere usato per espletare una serie di funzioni domestiche normalmente svolte da alternative più costose e potenzialmente tossiche.

1 Disinfettare il tagliere in legno. Da usare ogni volta che il legno comincia a sembrare secco.

3 Utilizzare come smalto metallico. E' consigliato testarlo prima su una piccola area.

  1. Idratare e ammorbidire la pelletteria come si farebbe con altri prodotti da negozio.
  2. Lubrificare cerniere cigolanti e meccanismi con olio di cocco, al posto di altri prodotti.
  3. Pulire e lucidare i mobili in legno. Sempre meglio testarlo prima su una piccola area.
  4. Lubrificare le corde della chitarra.
  5. Rimuovere i residui di sapone con un panno inumidito con una piccola cucchiaiata di olio di cocco. Spruzzare la zona con aceto bianco e infine asciugare con un panno privo di lanugine.
  6. Pulire mani e pennelli dopo l'uso di vernici a base d'olio, in luogo dell'acquaragia.
  7. Pulire il cruscotto dell'auto con una piccola quantità su un panno morbido e privo di lanugine.
  8. Pulire e disinfettare la dentiera applicando un sottile strato di olio di cocco se non è in uso. Sciacquare prima dell'uso.
  9. Pulire e lucidare le foglie delle piante d'appartamento strofinandole con una piccola quantità di olio di cocco su un panno privo di lanugine.
  10. Rimuovere la gomma da masticare da qualsiasi zona, compresi tappeti e capelli.


Tratto dal libro “Le eccezionali proprietà curative della noce di cocco”, Macro edizioni.

In India la palma da cocco viene chiamata kalpa vriksha vale a dire «l'albero che fornisce tutto ciò che serve per vivere». Nelle Filippine nell'isola del Pacifico invece chiamata semplicemente «l’albero della vita».
A differenza della maggior parte delle piante da frutto, la palma da cocco fruttifica per tutto l'anno perciò le noci sono sempre di stagione: crescono a grappoli che di solito comprendono 5-12 noci, a volte anche di più.
Normalmente una pianta da cocco matura produce 1 grappolo al mese o 12 grappoli all’anno, una palma produttiva può dare 100/140 noce ogni anno.
Dalla polpa di cocco essiccata si estrae l’olio, mentre la polpa matura fresca viene grattugiata e trasformata in latte di cocco o olio vergine di cocco.
Quindi l’olio di cocco viene estratto sia dalla polpa fresca sia da quella essiccata.
Il liquido all’interno di una noce fresca che spesso viene chiamato erroneamente "latte di cocco" in realtà si tratta dell’acqua di cocco: il latte infatti è completamente diverso per sapore, aspetto e contenuto nutrizionale e viene prodotto estraendo il succo dalla polpa. L’acqua di cocco è limpida o leggermente lattiginosa ed è molto simile l’acqua di sorgente (talmente pura che nelle Filippine si usava iniettarla in vena al posto della classica fisiologica).
Il fiore che alla fine si trasformerà in noce è la fonte dello zucchero e del vino di cocco. Viene tagliata la punta di un bocciolo ancora quando e chiuso per raccoglierne la linfa che ne fuoriesce in contenuti di bambù o in gusci di noce di cocco. Ogni giorno dal taglio sgocciola fino a un litro di linfa zuccherina.
Per produrre lo zucchero vero e proprio, la linfa raccolta ogni mattina viene bollita in grossi pentoloni finché si trasforma in un sciroppo denso e viscoso molto zuccherino.

Olio di cocco e patologie
Nella medicina tradizionale delle Filippine l’olio di cocco è utilizzato per accelerare la guarigione di ustioni, tagli e contusioni, lo si usa per massaggiare le articolazioni gonfie, per i dolori muscolari e per accelerare la guarigione delle fratture ossee. Ma non solo come vedremo.
Anche in India il cocco è impiegato per curare un gran numero di problemi di salute e per nutrire l'organismo.
L’olio è molto apprezzato per la sua azione antimicrobica.
Come detto il cocco viene usato per curare un’ampia gamma di problemi di salute che vanno da: amenorrea, asma, bronchite, contusioni, ustioni, raffreddore, colite, costipazione, tosse, debolezza, dissenteria, dismenorrea, otite, febbre, influenza, gengivite, gonorrea, interesse, calcoli renali, infestazione da pidocchi, malnutrizione, nausea, parassiti, tubercolosi, eruzioni cutanee, scabbia, mal di gola, mal di stomaco, gonfiore, mal di denti, tumori, febbre tifoidea, ulcere e ferite.

Grassi saturi
A causa della pubblicità negativa che in passato è stata riservata sui grassi saturi, molti ancora oggi sono confusi sulle proprietà salutari dell’olio di cocco. Per oltre 30 anni i grassi saturi in generale sono stati oggetto di attenta indagine per la loro tendenza a far alzare il colesterolo. Essendo altamente saturo l’olio di cocco ha subito gli attacchi più duri. La realtà come sempre è molto diversa: l’olio di cocco non ha un effetto nocivo sul colesterolo, anzi.
Così facendo però sono riusciti a far sparire l’olio di cocco non solo dalla dieta americana e da quella di molti paesi del mondo ma persino dalla farmacopea mondiale, visto che veniva usato per problematiche di salute.

Il segreto dell’olio
L’olio di cocco è unico. E’ diverso dalla maggior parte degli altri oli. Ed è proprio questa differenza che gli conferisce gran parte delle sue proprietà nutrizionali medicinale. Vediamo perché.
E' unico perché è composto prevalentemente da Acidi Grassi a Catena Media (MCFA).
Gli acidi grassi a catena media sono più piccoli degli acidi grassi a catena lunga (LCFA) per cui sono molto più facilmente digeribili e la loro idrosolubilità è maggiore.
Quando si ingeriscono cibi che contengono trigliceridi a catena lunga (LCFA), questi passano attraverso lo stomaco e raggiungono il tratto intestinale dove ha luogo quasi tutta la loro digestione. Per la digestione dei grassi sono necessari degli enzimi digestivi specifici secreti dal pancreas e la bile prodotta dalla cistifellea.
Quando si digeriscono i trigliceridi a catena lunga i legami che tengono insieme i singoli acidi grassi si spezzano e gli acidi grassi così separati vengono poi assorbiti nelle pareti intestinali dove vengono raccolti in piccoli grumi di grasso e proteine (lipoproteine). Queste lipoproteine vengono poi convogliate nel flusso sanguigno dove circolano in tutto l’organismo. Durante il loro trasporto le lipoproteine rilasciano nel sangue piccole particelle di grasso: è questa la fonte dei grassi che si raccolgono nelle cellule lipidiche nei vasi sanguigni finendo per istruirli (tristemente note placche).
Quando invece si consumano acidi grassi a catena media (MCFA) il processo è completamente diverso.
Anche questi grassi viaggiano dallo stomaco al tratto intestinale, ma poiché vengono digeriti con gran facilità (essendo più piccoli), nel momento in cui lasciano lo stomaco sono completamente scomposti in singoli acidi grassi e di conseguenza la loro digestione non richiede enzimi pancreatici e succo biliare. Quando passano nel tratto intestinale vengono immediatamente assorbiti nella vena porta e inviati al fegato dove vengono utilizzati come combustibile per produrre energia.
I trigliceridi a catena media quindi bypassano lo stadio di lipoproteine nelle pareti intestinali nel fegato. Non circolano nel flusso sanguigno in misura pari agli altri grassi e di conseguenza non vengono immagazzinati nelle cellule lipidiche e non ostruiscono le pareti delle arterie (placche).
Poiché questi acidi grassi vengono digeriti con facilità tendono a migliorare l’assimilazione delle altre sostanze nutritive. Ecco perché quando si aggiunge alla dieta l’olio di cocco, l’assorbimento di minerali come magnesio, calcio e alcune vitamine del gruppo A, B, D, E, K ne risulta potenziato.
Dato che gli acidi grassi a catena media vengono prevalentemente utilizzati dal fegato come fonte di combustibile per produrre energia, il consumo di olio di cocco da un forte impulso al livello energetico dell’organismo.
Tutte le nostre cellule che sia esterne che interne sono in grado di assorbire gli acidi grassi a catena media per produrre energia di cui hanno bisogno. Questo è uno dei motivi per cui l’olio di cocco è uno dei più straordinari unguenti medicamentosi in natura. Quando lo si applica per uso topico (esterno) le cellule assorbono gli acidi grassi e li convertono in energia. L’attività metabolica aumenta stimolando la guarigione e la riparazione.
I problemi e le imperfezioni (rughe, cicatrici, ecc.) della pelle scompaiono.

Azione antimicrobica
Una delle caratteristiche più straordinarie degli acidi grassi a catena media contenuti nel cocco è la loro capacità di uccidere i germi e i parassiti. Negli ultimi 40 anni la ricerca clinica ha dimostrato che questi grassi uccidono i batteri che causano malattie come ulcera gastrica, infezione del tratto urinario, polmonite e altre ancora.
Sono letali anche per i lieviti, funghi e candida. Distruggono i virus che provocano l’influenza, l’herpes, il morbillo, la mononucleosi e l’epatite C.
Le proprietà antimicrobiche vengono attivate solo dopo che i trigliceridi sono convertiti nel tratto digerente in monogliceridi e acidi grassi liberi.
I tre importanti acidi grassi catena media contenuti nell’olio di cocco sono l’acido laurico, l’acido caprico e l’acido caprilico.
I monogliceridi di questi acidi grassi sono la monolaurina, la monocaprilina e la monocaprina.
La monolaurina ha il maggiore effetto antibatterico, antivirale e antifungino in assoluto.

Ruolo protettivo degli antiossidanti
Il processo ossidativo che ha luogo nei grassi si chiama perossidazione e rappresenta un grosso problema perché provoca la degenerazione di un gran numero di radicali liberi aggressivi. I grassi insaturi, soprattutto quelli polinsaturi vegetali, sono fortemente soggetti all’ossidazione (irrancidimento) e alla generazione di radicali liberi.
L’olio di cocco consiste per il 92% di acidi grassi saturi (la percentuale più alta presente in qualunque altro grasso alimentare) e questo lo rende estremamente stabile, resistente alla perossidazione e all’irrancidimento.
Il problema degli oli vegetali è che creano tanti radicali liberi in grado di danneggiare cellule e tessuti.
Pochi sanno che gli acidi grassi contenuti nelle placche arteriose sono prevalentemente costituiti da grassi insaturi e non da quelli saturi. Non a caso il 74% degli acidi grassi contenuti nelle placche arteriose è insaturo. Nelle placche non è stato trovato un solo acido grasso a catena media…

Sole e olio di cocco
Un’ alternativa molto migliori dei classici filtri (creme) solari e l’olio di cocco. Applicato sulla pelle protegge dalle scottature e dal melanoma, ma a differenza delle creme solari (quasi tutte tossiche) non blocca i raggi ultravioletti UV necessari alla sintesi dell’importantissima vitamina D.
Non solo, l’olio di cocco al tempo stesso protegge l’epidermide e i tessuti sottostanti dal danno che un’eccessiva esposizione al sole può arrecare.
Non a caso il tipo di grassi che assumiamo determina il modo in cui il corpo reagisce alla luce solare.
I grassi alimentari infatti vengono incorporati nei tessuti della pelle. I grassi polinsaturi, come detto prima, si ossidano con estrema facilità per effetto della luce solare (e del calore) e generano aggressivi radicali liberi in grado di innescare un danno alla pelle e un processo canceroso.

Tratto dal libro “Le eccezionali proprietà curative della noce di cocco”, Macro edizioni.

Avvertenza importante: per beneficiare al massimo delle proprietà straordinarie dell’olio di cocco, questo deve essere rigorosamente biologico, vergine e spremuto a freddo.
https://www.cibocrudo.com/oli-vegetali/olio-di-cocco-puro