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Avevo perso questa interessante notizia, non tanto per Luciana Littizzetto, che detto tra noi è simpatica quanto un gatto arpionato con le unghie ai testicoli, ma per la patologia (attivazione) che ha avuto. Mi riferisco alla pancreatite!
La conduttrice si è sentita male ed è andata immediatamente al pronto soccorso ricevendo la diagnosi di "pancreatite acuta“.
Successivamente in collegamento telefonico con Fabio Fazio (l'umettatore seriale di culi), durante la trasmissione Che tempo che fa, ha spiegato ai cento sfigati che la guardano, la sua vicissitudine, ringraziando alla fine i medici. Bontà sua.
Sorvolando sulle minchiate fotoniche dette dai camici bianchi (una delle prime tre cause di morte nel mondo assieme a cancro e malattie cardiovascolari) sulla pancreatite, entriamo nel senso biologico della ghiandola e dei suoi dotti.

PARENCHIMA PANCREATICO
La ghiandola deriva dal foglietto embrionale "endoderma", controllato dal tronco encefalico (la bestia, il paleoencefalo, il cervello rettile) che gestisce il "boccone vitale". Quindi per attivare il pancreas (cancro) bisogna vivere il pesante conflitto indigesto di ignominia: una gigantesca offesa, una grandissima porcheria famigliare. Spesso storie di eredità (reali o simboliche). E' il sogno infranto che si può tradurre così: "mi hanno fottuto il sogno della mia vita". Si tratta di una porcheria estremamente più intensa e grave di quella che colpisce il colon!
Così potete comprendere come mai il cancro al pancreas è così mortale. D'altronde come si fa a ricostruire il sogno infranto? Come si fa ad uscire da una gigantesca porcheria famigliare?

DOTTI PANCREATICI
I dotti pancreatici (quelli che hanno interessato la Littizzetto) sono un'altra cosa in quanto originano dal foglietto embrionale "ectoderma" controllato dalla Corteccia encefalica che gestisce il Territorio, l'Identità e quindi le Relazioni.
In fase attiva vengono ulcerati per favorire il deflusso di potentissimi enzimi utili per digerire e trasformare una condizione estremamente rancorosa!
Eccolo qua il senso biologico!
Quando viviamo situazioni di rabbia e rancore che non riusciamo ad accettare e/o digerire, servono da una parte bile (prodotta dal fegato) e dall'altra enzimi pancreatici.
In fase di riparazione questi canali ulcerati vengono ricostruiti, ma il gonfiore dato dall'edema crea un rallentamento del flusso enzimatico che rimane a monte creando tensione nell'organo e comparsa di dolore e alterazione biochimica del sangue (iperamilasemia ed iperlipasemia).
Il vissuto della conduttrice, nonostante le battutine più o meno pietose, manifesta la sua vera natura!
Siamo nel pesante conflitto di rabbia/rancore nel territorio: rabbia verso qualcosa o qualcuno all'interno del proprio territorio, nel proprio clan (famiglia), quindi in casa e/o tra parenti e/o colleghi. Non si scampa.
Il pancreas gestisce anche il metabolismo dello zucchero, quindi simbolicamente indica la perdita della dolcezza della vita…
E' il corpo….bellezza (qua sono ironico of course), e il corpo non mente mai!

LA CONOSCENZA DELLE LEGGI BIOLOGICHE E' VITALE perché comprendendo il senso biologico di quello che stiamo vivendo viene meno la Paura della diagnosi!
Finiamola di dare la colpa agli inesistenti virus, alla genetica difettosa o peggio ancora alla sfiga! La Logica della Vita e le sue Leggi ci offrono la grande opportunità di spostarci dalla situazione che ha creato il "problema".
Così facendo potremo finalmente svincolarci dagli artigli mortali di Big Pharma e dei suoi pericolosi emissari: i camici bianchi!!!
"La Verità vi renderà Liberi", ha detto un personaggio eretico duemila anni fa…

Cosa aspetti, approfondisci le Leggi Biologiche!
A maggio faremo 5 lezioni sulle Leggi (in presenza e per chi è lontano su Zoom)…
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La ghiandola pancreatica produce succhi che digeriscono grassi, proteine e amidi, mentre le cellule alfa e beta producono due ormoni: glucagone, che serve ad aumentare la glicemia e insulina, che invece abbassa lo zucchero ematico!
Le isole alfa del pancreas sono controllate dalla corteccia cerebrale sinistra (lato femminile) e producono il glucagone.
Normalmente le quantità di insulina e glucagone si mantengono in equilibrio.
In questo caso il conflitto è la paura con spavento, schifo o repulsione (sentito femminile di opposizione); spesso di fronte a sgradevoli situazioni di tipo sessuale.
In conflitto attivo cala la funzione delle cellule per cui viene prodotto meno glucagone e la conseguenza è un calo della glicemia nel sangue (ipoglicemia).
Si sente fame per compensare tale carenza. In risoluzione c'è una lenta normalizzazione del tasso glicemico.
Il senso biologico è disporre di una maggiore nutrizione (fame continua) per compensare il maggior consumo di glucosio da parte dell’organismo.

CELLULE BETA DEL PANCREAS: SENSO BIOLOGICO
Le isole beta del pancreas sono controllate dalla corteccia cerebrale destra (lato maschile) e producono l'insulina.
Il vissuto è una opposizione o resistenza (con paura) rispetto ad una situazione e/o una persona.
Se ci si deve difendere da qualcuno o da qualcosa o quando si deve prendere una decisione importante che può avere gravi conseguenze, ma si ha paura e si resiste, opponendosi!
In pieno conflitto c'è un calo della funzione delle isole beta con la riduzione dell’insulina e quindi un aumento della glicemia. Situazione che i camici bianchi chiamano “diabete mellito”.
In risoluzione avviene una lenta normalizzazione del tasso glicemico.
Il senso biologico del cosiddetto diabete sta proprio nella diminuzione dell’ormone per avere più zucchero a disposizione del cervello con lo scopo primario di risolvere il conflitto! Biologicamente parlando la glicemia alta è funzionale se siamo in opposizione o in lotta!
Il diabete diventa cronico e pericoloso se la persona recidiva rimanendo nel conflitto per anni o decenni, o perché lo ripete costantemente. Non è sano rimanere nella lotta per molto tempo!
I valori normali di glicemia possono realmente diventare elevati senza che ci sia alcun sintomo. I problemi organici (retinopatia, impotenza, problemi al microcircolo, ecc.) insorgono grazie alle insuline transgeniche gentilmente offerte da Big Pharma, e ovviamente da stili alimentari errati.

Marcello Pamio - tratto da "Colesterolo: avete rotto i grassi"

La Sindrome metabolica è la condizione che si ha quando il sangue è pregno di glucosio e insulina.
Normalmente una persona a digiuno dovrebbe avere una glicemia che va da 70 a 110 mg/dL e questo valore corrisponde ad un totale di circa 5 grammi di zucchero.
Quando questo valore sale, il pancreas secerne insulina per trasformarlo ed immagazzinarlo nelle cellule adipose.

Potete comprendere da soli che avere stimoli insulinici ripetuti nel tempo (anche 5 o 6 volte al giorno) aumenta di molto il rischio di mandare il meccanismo in tilt è facilissimo.


Quindi un aumento dello zucchero nel sangue comporta enormi problemi di salute.

Dopo aver mangiato carboidrati le molecole di glucosio fanno alzare la glicemia. Il glucosio non può passare dal circolo ematico ai tessuti e agli organi senza l’aiuto dell’insulina. Questo ormone è infatti la chiave che apre le serrature cellulari e fa entrare lo zucchero, togliendolo dal circolo ematico. L’eccesso di glucosio viene trasformato in grasso e immagazzinato nei tessuti adiposi (pancia, cosce, ecc.).

Quando la persona continua a riversare glucosio in grandi quantità, alla fine avrà anche livelli elevati di insulina nel sangue. La cellula si protegge e diventa insulino-resistente, ma ovviamente la persona continua a ingollare carboidrati e questo fa iperlavorare il pancreas con fiumi di insulina.
Questa persona non potrà perdere peso, e avrà sempre il terreno molto infiammato, e come detto aumenterà la produzione di colesterolo.

Avere troppa insulina in circolo, causato da troppo zucchero, è una delle cose più pericolose per la salute umana.
L’eccesso di glucosio nel sangue danneggia l’endotelio perché le molecole sono molto reattive, si attaccano per esempio alle proteine rendendole appiccicose.
Questo meccanismo si chiama AGEs, cioè Prodotti Finali della Glicosilazione Avanzata.
Le proteine incollate a questa “dolce malta” da una parte si attaccano alle pareti dei vasi danneggiandoli, dall’altra ostruendo i piccoli capillari degli occhi (retinopatie), quelli cerebrali (demenza e Alzheimer) e quelli sessuali dell’uomo (disfunzione erettile).
Non solo, la glicazione proteica danneggia praticamente tutti i tessuti del corpo. Quelli più vulnerabili sono articolazioni, cervello, occhio, pancreas, reni e vasi sanguigni.

Marcello Pamio - tratto dal libro "Colesterolo: avete rotto i grassi"

Marcello Pamio

Il diabete in cifre
Nel mondo ogni 10 secondi una persona muore per cause legate al diabete e 2 si ammalano.
Negli ultimi 20 anni la malattia è aumentata di ben 7 volte e questo è il motivo che ha spinto le Nazioni Unite a definire il diabete una vera e propria epidemia.
I dati effettivamente non lasciano spazio a dubbi: nel mondo oltre 285 milioni di persone ne soffrono e 344 milioni sarebbero potenzialmente a rischio di svilupparlo.
Secondo le previsioni ufficiali dell’OMS entro il 2030 i diabetici raggiungeranno l’astronomica cifra di 520 milioni di persone!
Oltre mezzo miliardo di persone nel mondo Occidentale soffriranno per una malattia legata ad una alimentazione errata e soprattutto abbondante, e nel Sud del mondo oltre 1 miliardo di persone non hanno accesso al cibo e all’acqua.
Loro muoiono per mancanza di cibo e noi stiamo morendo per eccesso di cibo.
Qui da noi in Italia, secondo l’International Diabetes Federation (Idf), il 6% della popolazione sarebbe diabetica, il che corrisponde a oltre 4.000.000 di persone!
La spesa sanitaria per il diabete ovviamente è colossale e  varia tra i 202 e i 422 miliardi di dollari ogni anno, ma potrebbe, entro il 2025, superare il tetto dei 559 miliardi di dollari.
Sorge a questo punto una domanda spontanea: con cifre a undici zeri ogni anno, è veramente possibile e credibile che l’Industria del farmaco voglia veramente guarire il diabete?

Creazione di malati
Sapendo che per l’Industria del farmaco il diabete rappresenta un guadagno tra i più importanti, è bene chiedersi quanti di questi milioni di persone sono realmente malati e quanti invece sono stati convinti di esserlo.
Fino all’anno 2000 il “valore normale” della glicemia, cioè la quantità di zucchero libero nel sangue era di 140 mg/dL, poi un gruppo di esperti con a capo un consulente di Aventis, Eli Lilly, Glaxo, Novartis, Merck e Pfizer (tutte ditte che ci guadagnano molto nel diabete) abbassarono la glicemia a 126 mg/dL.
Si è “normali” se la glicemia è al di sotto di 100 mg/dL; si parla di alterata glicemia a digiuno se i valori sono compresi tra 100 e 126 mg/dL. Oltre il valore di 126 mg/dL si parla di diabete.
Un apparente e banale abbassamento di soli 14 mg/dL (da 140 a 126) comportò la creazione di decine di milioni di nuovi malati: persone sane il giorno prima e dopo a rischio serio di diabete.
E’ indubbia la degenerazione dello stile di vita basato su alimenti morti, raffinati, pastorizzati che sta provocando inequivocabilmente la crescita del diabete e di tutte le cosiddette malattie da progresso, ma dall’altra c’è la ferrea volontà di far aumentare il numero di malati per un tornaconto economico.

Diabete gestazionale
Sempre più donne gravide si vedono affibbiare la diagnosi di diabete gestazionale o gravidico.
Tale diabete consiste in un’alterazione del metabolismo del glucosio che viene diagnosticata per la prima volta durante la gravidanza.
E’ risaputo che durante i nove mesi tutto l’equilibrio ormonale viene messo a dura prova. In questo ambito alcuni ormoni prodotti dalla placenta ostacolano l’azione dell’insulina, l’ormone secreto dal pancreas che ha il compito di abbassare la concentrazione di glucosio nel sangue.
Non a caso verso la fine della gravidanza, a parità di calorie introdotte con il cibo, una donna produce una quantità di insulina 3 volte superiore alla quantità prodotta da una donna della stessa età ma non gravida.
Tra la 24ma e la 28ma settimana di gravidanza i medici di norma prescrivono esami del sangue per la maggior parte delle donne che potrebbero essere soggette a diabete.
Se il valore glicemico a digiuno alla prima visita è compreso tra 92 mg/dL (anche se qualche laboratorio mette l’asterisco già a 90 mg/dL) e 126 mg/dL si parla di diabete gestazionale.
Le donne con valori glicemici superiori a 90-92 mg/dL dovranno essere sottoposte al test da carico con 75 g di glucosio con verifica dei valori glicemici all’inizio, dopo un’ora e dopo due ore.
Abbassando costantemente la glicemia a digiuno (in questo caso da 100 mg/dL a 90 mg/dL) il risultato è che aumentano le diagnosi di diabete gestazionale. Non è un caso infatti se oggi a sempre più mamme viene diagnosticato tale squilibrio metabolico, con rischi enormi non tanto per la disturbo in sé ma soprattutto per la paura della mamma il cui riverbero negativo sulla creatura che sta crescendo è oggettivo e fuori da ogni discussione.

Dall’insulina ai farmaci antidiabete
Nel 1922 a Stoccolma venne conferito ai ricercatori Barting, Best e Macleod il premio Nobel per la scoperta dell’insulina.
La commercializzazione di questo ormone di sintesi, dal 1923 in poi, è opera della casa farmaceutica statunitense Eli Lilly che, alla fine della seconda Guerra Mondiale, importò dalla Germania il metadone inventato dai nazisti con il nome di Dolophine, in onore di Adolf Hitler, e prodotto dall’enorme colosso dell’industria chimica IG Farben.
E’ la stessa casa farmaceutica che ha prodotto l’elisir di eroina, l’LSD una delle più potenti sostanze psichedeliche conosciute e il Prozac.
La Lilly lanciò nel 1982 la prima insulina da DNA ricombinante: fu il primo farmaco al mondo creato con questa tecnologia.
Oggi per il diabete, oltre alla nota insulina esistono prodotti come: Tolbutamide, Tolazamide, Clorpropramide, Acetoesamide, Gliburide, Glipizide, Glimepride, Metformina, Fenformina, Buformina, Repaglanide, Acarbosio, Miglitol, Glucagone…
Poche corporazioni della chimica e farmaceutica, tra loro interconnesse da fili economici e azionari, gestiscono l’intero mercato del diabete.
Gruppi potentissimi come Eli Lilly, Pfizer, Merck, Roche, Sanofi-Aventis e Bayer  ogni anno, guadagnando miliardi di dollari, controllano la vita di centinaia di milioni di persone.

Epidemiologia docet
Il “Bollettino dell’Accademia di Medicina di New York” del settembre 1933, riporta i dati ufficiali dal 1871 al 1932, e scrive: “…per le persone di entrambi i sessi, il tasso di mortalità del diabete a New York è passato dal 2,1 per 100.000 abitanti nel 1866, a 29,2 nel 1932”. Il numero totale delle morti perciò “è aumentato da 15 nel 1866 a 2.116 nel 1932”.
Il rapporto continua dicendo che “ …un aumento distinto nel numero di morti per diabete si sta verificando non solo al Nord Ovest, ma in tutti gli Stati Uniti, come dimostrano le statistiche di mortalità delle altre città
In poco meno di sessant’anni perciò, dal 1866 al 1932, i pochissimi e sporadici casi di diabete sono diventati qualche migliaio solamente nella città di New York per diventare, con una terribile accelerazione negli ulteriori 70 anni, 1 morto ogni 10 secondi!
Questi sono dati epidemiologici importanti che inquadrano una crescita esponenziale del fenomeno.
Cos’è successo nella società tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo per aggravare così drasticamente  la situazione?
Le due guerre mondiali certamente non hanno giovato al benessere psicofisico e sociale di centinaia di milioni di persone ma non ne sono state la vera causa.

Zuccheri, cereali raffinati e grassi idrogenati
Sempre più medici e ricercatori seri sono concordi nel ritenere che la degenerazione dello stile di vita, nonché l’industrializzazione dell’alimentazione, sono tra le cause principali del diabete.
La nascita e la commercializzazione dei cereali raffinati da una parte e dei grassi idrogenati dall’altra è avvenuta proprio agli inizi del XX secolo, parallelamente all’aumento dei casi di diabete.
Al medico russo Chaterine Kousmine (1904-1992) va il merito di aver compreso che gran parte delle malattie cronico-degenerative erano conseguenza indiretta di un’alimentazione degradatasi progressivamente nel tempo, soprattutto a seguito dell’introduzione nella catena alimentare di alimenti innaturali come lo zucchero bianco, i cereali raffinati e i grassi idrogenati.
All’inizio del secolo scorso l’industria ha iniziato per scopi commerciali a raffinare lo zucchero e  i cereali, andando così ad eliminare tutte quelle sostanze che risultano essere basilari e fondamentali per la vita: vitamine, minerali, enzimi, fibra, ormoni...
Quindi i cereali da alimento importante e completo sono stati trasformati in zucchero (amido allo stato puro) per cui mangiarli significa non solo non apportare nulla all’organismo (calorie vuote) ma anzi deprivarlo delle proprie riserve di sali minerali (ossa, denti, unghie, capelli, ecc.) perché fortemente acidificanti.
La medesima industria, non contenta, ha creato letteralmente ex novo i famosi e tristemente grassi idrogenati.
Il motivo è sempre lo stesso: commerciale.

Essendo solidi a temperatura ambiente si possono trasportare con estrema facilità, possono essere facilmente lavorati, sono inalterabili dall’ambiente esterno, non irrancidiscono e durano a lungo nel tempo. Cosa si può desiderare di più da un grasso?
La tecnica dell’idrogenazione venne introdotta nel 1912 proprio allo scopo di rendere solidi e commerciabili gli oli liquidi.
Tra i grassi idrogenati estremamente pericolosi per la salute, vanno annoverate le margarine, gli oli industriali prodotti ad alte temperature (quelli che riempiono le mensole nei supermercati) che trasformano la struttura molecolare dell’acido linoleico da cis-cis a cis-trans. La cis é una forma utilizzabile per l’organismo umano, la trans una forma non utilizzabile o utilizzabile con danni.
Purtroppo per tutti noi i grassi idrogenati sono ubiquitari e si trovano ovunque nei prodotti da forno di tipo industriale: merendine, pastine, biscotti, dolci, ecc., nelle pietanze precotte, pollo o pesce impanato, patatine fritte, pizze pronte, minestre in scatola, miscele per torte, ecc.
Secondo l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità una persona adulta dovrebbe ingerire meno di 2 grammi al giorno di grassi cis-trans per non rischiare seriamente la salute.
Sappiamo bene il ruolo giocato da questa associazione negli interessi delle lobbies…
Il punto è che tale soglia massima non dovrebbe esistere perché i grassi idrogenati creano danni anche in quantità molto inferiore.
Quali sono le conseguenze per la salute? Disturbi cardiocircolatori, obesità, danni alle cellule con rischio di tumore, malattie autoimmuni, insulino-resistenza e diabete.
Uno dei principali problemi dei grassi idrogenati è che non possono essere riconosciuti correttamente dall’organismo e quindi per le cellule sono letteralmente tossici.
Non è un caso che fanno diminuire le HDL, il colesterolo buono e alzano quello cattivo (LDL), interferiscono sia con l’insulina aumentando il rischio diabete che con il sistema immunitario e la detossificazione epatica; aumentano anche le patologie infiammatorie.
Agiscono negativamente sulla importantissima membrana delle 70 trilioni di cellule predisponendo non solo alla resistenza insulinica ma anche a qualsiasi patologia infiammatoria e degenerativa.