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Matteo Grandi è lo chef stellato che un giorno ha deciso di dire basta alla sua obesa esistenza!
All'epoca della folgorazione sulla Via dello Zucchero pesava quasi 190 kg.
Record personale: una stella Michelin e due quintali di peso!
Poi la dieta priva di zuccheri e carboidrati e soprattutto tanto movimento.
Nulla di nuovo all'orizzonte: togliendo il bianco veleno infatti l'organismo entra in chetosi e il nuovo meccanismo metabolico inizia a bruciare grassi, i propri grassi. È un programma di sopravvivenza!
"Già sapevo - ha dichiarato - come zuccheri e carboidrati fossero i principali colpevoli dell’aumento di peso. Da quando ho smesso di assumerli, oltre ad essere dimagrito, sto benissimo, ho un’energia che non ho mai avuto, lavoro il doppio e ho sempre la mente lucida".
Matteo Grandi ha perso qualcosa come 111 kg di peso 😳 e sta così bene che parteciperà alla Maratona di New York.
Tanto di cappello.
Lo chef è la dimostrazione vivente che se una persona vuole veramente cambiare, il miracolo avviene sia dentro che fuori.

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Marcello Pamio
Durante i processi digestivi, che iniziano nella bocca proseguono nello stomaco e terminano nell’intestino tenue, il glutine viene idrolizzato in peptidi.
Ricordo che il glutine è complesso proteico pressoché indigeribile contenuto in alcuni cereali (grano, orzo, segale, farro, kamut, triticale, spelta). Il glutine è formato da due frazioni proteiche chiamate gliadine e glutenine, che forniscono ai cereali la rete elastica (colla). Le gliadine sono la componente viscosa ed estensibile, mentre le glutenine danno l'elasticità.
Il processo di digestione di questa sbobba è permesso dalle transglutaminasi intestinali, enzimi che modificano l'amminoacido glutammina.
Nelle persone celiache - secondo la narrazione dei preti in bianco - si formano anticorpi anti-transglutaminasi che sarebbero la causa del processo infiammatorio e del danno a carico dei villi.
Ufficialmente il problema dipenderebbe per il 40% dai geni (quindi dalla sfiga), per 40% dall'alimentazione e il restante 20% da fattori misteriosi (quindi sempre dalla sfiga).
Ma siamo sicuri che sia così? Ovviamente no, e infatti qualsiasi cosiddetta intolleranza alimentare, compresa la celiachia, è un binario conflittuale in cui è coinvolto un alimento che rappresenta il fattore di innesco di un Programma Biologico Sensato e Speciale.
Il conflitto iniziale, detto non a caso ”programmante”, avviene spesso durante il primo periodo di vita del cucciolo, proprio durante l'allattamento e/o slattamento! È nota infatti la correlazione fra la durata dell'allattamento al seno e il ritardo nella comparsa della celiaca.
Staccare la tetta da un cucciolo è un passaggio delicatissimo e può diventare traumatico se fatto in maniera scorretta. Il latte materno che sgorga dalle mammelle non è solo alimentazione, ma contatto con la propria divinità e quindi sopravvivenza! Staccare il capezzolo ad un neonato è sempre un conflitto importante. Se infatti il cucciolo dovesse vivere tale "distacco" e "separazione" con "contrarietà indigesta", il cervello registrerebbe tutto compresa la sofferenza. Ma se proprio in quel momento dovesse passare per l’intestino il glutine? Potrebbe avvenire l’associazione tra proteina e vissuto! Eccolo qua il binario: glutine e sofferenza da distacco con contrarietà indigesta nei confronti della mamma.
Non devo ricordare cosa le mamme danno da mangiare al cucciolo durante svezzamento: pappette a base di glutine!
Se volete saperne di più dal 5 novembre parto con il corso NUTRIZIONE SUPERIORE (https://www.artedellasalute.it/scuola-di-formazione-in/) in presenza e anche online!
Qui di seguito il programma completo del percorso https://www.artedellasalute.it/scuola-di-formazione-in/

Un percorso di Benessere e Consapevolezza

Fin dall’antichità figure come Pitagora e Ippocrate hanno promosso uno stile di vita sano, basato su prevenzione, alimentazione equilibrata e rispetto della Natura e dei suoi ritmi.
Oggi, queste conoscenze plurimillenarie vengono fuse con quelle della medicina naturale.

Sempre più persone iniziano a comprendere come la Nutrizione giochi un ruolo chiave nel benessere. E non si tratta solo di cosa mangiamo, ma anche come lo facciamo e soprattutto quello che viene realmente assimilato dall'organismo.
Proteine, carboidrati, grassi, enzimi e alimenti vivi, se scelti con consapevolezza possono diventare strumenti di salute.
La digestione infatti migliora con cibi stagionali, con una masticazione corretta e con le combinazioni alimentari equilibrate.
Anche la cottura ha il suo impatto nel preservare l’energia del cibo.
L’acqua poi è uno dei pilastri, perché non è solo idratazione, ha una sua memoria, e può essere “vitalizzata” con gratitudine e intenzione.

Fondamentale è anche mantenere l’equilibrio acido-base del corpo, contrastando l’accumulo di tossine e metalli pesanti attraverso rimedi naturali efficaci.

📌 Percorso da Mercoledi 5 novembre in sede oppure online

Con Marcello Pamio, divulgatore, docente in alcune scuole di Naturopatia e autore di pubblicazioni su salute e benessere.

Ass. Scienza e Arte della Salute
a Castello di Godego TV
(vicino a Castelfranco Veneto)
info@artedellasalute.it

📌 per unirti al nostro canale https://t.me/ScienzaArteSalute


Il nuovo libro di Marcello Pamio ✔️
Come boicottare il cartello criminoso delle lobby farmaceutiche e sconfiggere il business sulla nostra salute!
È possibile boicottare Big Pharma ed emanciparsi dalla società più ricca e potente del pianeta che specula sulla nostra salute?
La risposta è sì e il libro mette in luce una strada che partendo dalla vera prevenzione, passa per la nutrizione per giungere al senso della malattia….
I tempi sono maturi e richiedono con una certa urgenza una Nuova Medicina, un nuovo approccio alla Vita che vada aldilà della visione riduzionista e nichilista della medicina protocollare controllata dalle lobby. Una medicina che concepisca l'essere umano nella sua globalità, all'interno di Leggi ferree immutabili.
Le malattie non sono nemici da distruggere con ogni mezzo, ma qualcosa di molto più profondo: i sintomi, infatti, portano a coscienza un segnale ben preciso che va letto e interpretato!

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Marcello Pamio

I dogmi ufficiali stanno saltando uno alla volta.
Nella nutrizione collegata allo sport era impensabile, fino all’altro giorno, un atleta professionista che non si nutrisse esclusivamente di proteine e grassi animali. Fantascienza.
Nulla di nuovo, d’altronde all’università il mantra è sempre lo stesso: l’uomo è una macchina proteica, una specie di caldaia dove si mette dentro il carburante per produrre dell’energia.
Semplice matematica.

Se con l’attività e lo sport consumiamo le riserve proteiche (aminoacidi), queste le troviamo nelle nobili proteine che gli animali sacrificandosi ci mettono gentilmente a disposizione. Il discorso non fa una piega, anche se tale discorso è completamente falsato all’origine.
A causa di queste devianze la maggior parte degli sportivi agonistici ingollano quantità industriali di zozzerie inenarrabili, solo perché il loro nutrizionista e/o preparatore trasuda ortodossia.
Per fortuna nel mondo sempre più persone (per scelta o per necessità) e sempre più atleti hanno capito che qualcosa non torna in questa visione materialista e nichilista e lo stanno dimostrando al mondo.

Ironman Triathlon
Una delle competizioni più disumane che esista è il cosiddetto Ironman.
Si tratta di un triathlon che contempla tre sport: nuoto, ciclismo e corsa. Stiamo parlando di quasi 4 km a nuoto, 180 km in bici e 42 km a piedi: tutto nella stessa gara!
Alle Hawaii si disputano dal 1978 i Campionati del mondo di Ironman.
Quest’anno a vincerlo è stato il superman Patrick Lange che ha frantumato il record del 2017, con un tempo di 7h 52min e 39s contro le 8h 1min e 40s della precedente edizione.
Fin qui la notizia non c’è, anche perché ogni anno qualcuno vince il trofeo; la cosa interessante è che Lange non mangia carne! Ebbene sì, l’atleta tedesco è vegetariano da oltre 8 anni!

«Quando scopri - ha dichiarato in una recente intervista - gli effetti di una dieta sana sul tuo corpo, non hai bisogno di nient’altro». E i risultati gli danno ragione.
A colazione, invece di ingurgitare bacon fritto con uova strapazzate, il tutto irrorato da un bicchiere di latte vaccino, Lange mangia «fiocchi di grano e avena, noci, cocco tritato e semi di girasole» irrorati da latte di mandorla.
Nel periodo prima delle preparazioni alle Hawaii, cioè quando si doveva allenare duramente per sei o sette ore di fila ogni giorno, ha usato molti «frullati, barrette energetiche e integratori di proteine», ovviamente vegetali.
Alla stampa ha spiegato i motivi della sua scelta di vita: «mio zio ha una macelleria dove lavoravo spesso durante le vacanze e quindi vedevo macellare i maiali. E - come diceva Paul McCartney - chiunque abbia mai visto l’interno di un macello prima o poi diventa vegetariano».
Anche il grande Leone Tolstoi soleva dire che se i macelli avessero le pareti di vetro, quindi trasparenti, tutti diventerebbero vegetariani. Ma siccome l’industria della morte non ci fa vedere nulla, e trasmuta degli animali in pezzi che non ricordano la loro origine, l’uomo miope continua imperterrito con l’ecatombe, ammalando se stesso e la Natura…

Il caso di Peter Lange però non è certo l’unico.
Come non ricordare il grandissimo Dave Scott, chiamato la “leggenda sportiva” perché per ben sei volte (1980-1982-1983-1984-1986-1987) vinse la competizione alle Hawaii dell’Ironman.

Si dà il caso che pure Scott in quel periodo era vegetariano!
Come la mettiamo a questo punto? Rimaniamo fermi e ancorati alle idiozie di una scienza della nutrizione di stampo medioevale che considera primario il conteggio delle calorie e delle proteine? Ci mettiamo col bilancino radicati in una visione disumanizzante che ancora distingue i 21 aminoacidi in essenziali e non essenziali, collocando guarda caso i primi nelle proteine animali?
Oppure iniziamo a cestinare le bilance comprendendo che l’organismo umano non è una pentola a pressione statica ma un organismo dinamico complessissimo; che in Natura c’è tutto quello che serve all’uomo e all’animale per stare bene e in salute. I casi (emblematici per la scienza) di Dave Scott e Peter Lange rappresentano la prova vivente, la dimostrazione inequivocabile che l’uomo nutrendosi a base vegetale non solo è in grado di raggiungere uno stato di salute e benessere ottimali, ma è in grado anche di vincere la più massacrante gara sportiva che esista al mondo!
Ovviamente questo per Big Pharma e Big Food non è una buona notizia…
La bella notizia invece è che dopo aver smantellato il record mondiale, pochi metri dopo il traguardo, Lange ha avuto ancora il fiato per chiedere alla fidanzata di sposarlo.