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L’identikit dell’iperteso secondo la psicosomatica è l’iperattivo sempre sul punto di esplodere, un impulsivo e sanguigno che fa di tutto per trattenersi. “Sempre in guerra” è il suo motto.
Ma il ferreo autocontrollo che la società richiede fa trattenere le emozioni spesso violente e la pressione interna è destinata a salire!
Dal punto di vista biologico invece non esiste una ipertensione, ma ci sono varie tipologie di pressione alterata, dalla più blanda a quella più pericolosa e insidiosa di origine surrenalica.

Ipertensione funzionale di un’attivazione biologica
Nella fase fredda simpaticotonica, cioè quando siamo in pieno conflitto attivo spesso ci può essere una ipertensione perfettamente funzionale alla risoluzione del “problema”. Serve sangue, glucosio e ossigeno infatti per uscire da una situazione difficile come per esempio una “lotta” (lavoro, casa, relazioni, ecc.). E’ l’ipertensione meno pericolosa.

Ipertensione da recidive a carico dei vasi
Sia nell’arteriosclerosi che nell’aterosclerosi (due condizioni spesso confuse tra loro) ci può essere un aumento pressorio. Nella prima c’è l'indurimento e l'ispessimento delle arterie, per cui i vasi avendo una minore elasticità fanno aumentare la pressione all'interno; nell'aterosclerosi si ha formazione di placca. Una legge dell’idraulica descrive la conservazione della massa in un sistema idraulico chiuso: se l’area del condotto si restringe (per le placche) la velocità del fluido e la pressione aumenteranno per mantenere costante la portata.
La gravità della pressione è direttamente proporzionale alla rigidità dei vasi (sclerosi) e alla riduzione del lume.
Entrambe condizioni sono causate da continue recidive di conflitti di “svalutazione” nel territorio.

Ipertensione da attivazione del pericardio
Il pericardio è una pelle interna, una membrana sierosa che avvolge il muscolo cardiaco.
La sua funzione è quella di proteggere il cuore. Per cui ce abbiamo la percezione di “attacco al cuore”, inteso come trauma reale (operazione, biopsia, colpo, pugno, ecc.) o metaforico/simbolico (tradimento, separazione, ecc.), nella fase di conflitto attivo il pericardio cresce e si ispessisce.
In fase di risoluzione tali ispessimenti verranno smantellati dai microbi con possibile versamento pericardico (liquido). Questa fase verrà chiamata “pericardite”.
Continue recidive conflittuali (di ”attacco al cuore”) possono rendere difficoltoso il ritorno sanguigno e causare un innalzamento del valore pressorio soprattutto diastolico (la minima).

Ipertensione da attivazione surrenale
Questa tra tutte è la più grave condizione, perché determina una forte alterazione della pressione, con la minima che può raggiungere valori altissimi e quindi pericolosi!
Il vissuto collegato alle surreni è uno stress estremo, la percezione di non avere via di scampo, di non avere via di uscita da una situazione. Da qui la necessità del cervello di mettere in atto uno sforzo sovrumano per liberarsi da questa situazione ritenuta insostenibile.
Il tessuto midollare surrenalico cresce in pieno conflitto per aumentare la produzione di catecolamine: adrenalina, noradrenalina e dopamina per avere tutto il carburante utile alla fuga.
Uscendo dalla situazione il conflitto cessa come pure l’aumento ormonale e la pressione!

Ipertensione da attivazione renale
Come nel precedente caso anche nelle reni possiamo avere una forte alterazione dei valori pressori.
Il conflitto qui è in relazione all'acqua, ai liquidi in senso generale. Aver subito una inondazione, un allagamento, aver rischiato l’annegamento, ecc.
Il sentito è quello di non essere capaci di drenare via i liquidi in eccesso.
In pieno conflitto c’è la necrosi del parenchima renale con ipertensione importante compensatoria, proprio per garantire la produzione di urina ed l’aumentato drenaggio dei liquidi.
Risolto il conflitto le aree di necrosi vengono riparate con la formazione di cisti liquide.
L'ipertensione rimane ma con il progredire del tempo le cisti si riempiono di tessuto funzionale in grado di produrre urina e favorire il deflusso dell'acqua.

A parte le ultime due attivazioni (reni e surreni), le altre hanno la loro radice nella svalutazione!
In senso generale quando la pressione sale rimanda ad un incompleto rilassamento dei muscoli che circondano i piccoli vasi, ossia a qualcosa che ci impedisce di mollare, di rilassarci e di distenderci.

Siamo in costante tensione: siamo sotto pressione!

Ma questa pressione la viviamo come una svalutazione e riguarda un problema preciso in ambito famigliare, relazionale, lavorativo, un problema di identità (riconoscimento) o un desiderio insoddisfatto.
Da un altro punto di vista è come ci fosse una cristallizzazione che indurisce i vasi facendo aumentare la pressione arteriosa. Il tutto può essere associato a rabbia e rancore, quindi collera perché non riusciamo a venirne fuori.

Marcello Pamio - tratto da Attivazioni Biologiche www.attivazionibiologiche.it

Sempre più persone nel ricco e opulento Occidente soffrono di patologie legate all’apparato cardiovascolare. A livello ufficiale si tratta della prima causa di morte, con circa 600 decessi ogni giorno in Italia.
Per cercare di capire qualcosa in più sull’ipertensione è doveroso partire dalla concezione biologica dell’essere spirituale chiamato uomo. Tutti gli organi e gli apparati derivano da 4 foglietti embrionali specifici (endoderma, mesoderma antico, mesoderma recente ed ectoderma), i quali sono gestiti e controllati da 4 cervelli corrispondenti (tronco encefalico, cervelletto, sostanza bianca e sostanza grigia). E ognuno di questi cervelli risponde ad un conflitto o un ri-sentito.

Questa premessa serve per capire che quando si parla di un organo o di una funzione d’organo è necessario conoscerne l’origine embriologica. L’ipertensione non fa eccezione.

A livello generale la cosiddetta pressione alta è una condizione clinica in cui la pressione del sangue nelle arterie della circolazione sistemica risulta elevata. Questo comporta un aumento di lavoro per il muscolo cardiaco. La pressione è riassunta da due misure: sistolica e diastolica, che dipendono dal fatto che il muscolo cardiaco si contrae (sistole) o si rilassa (diastole) tra un battito e l'altro.
Il valore per cosi dire “normale” a riposo è rappresentato da una pressione compresa tra i 100 e i 140 mmHg di sistolica e tra i 60 e i 90 mmHg di diastolica.

L’ipertensione viene classificata come primaria (essenziale) o come secondaria. Circa il 90-95% dei casi riguarda l'ipertensione primaria, il che significa che vi è pressione alta senza evidenti cause mediche di base, il restante 5-10% dei casi è classificato come ipertensione secondaria, causata da altre malattie che colpiscono i reni, le arterie, il cuore o il sistema endocrino.
A questo punto, sfruttando le conoscenze delle Leggi Biologiche, conosciamo le cinque condizioni che possono attivare il “programma” chiamato “ipertensione”.

IPERTENSIONE FUNZIONALE
Quando ci troviamo a vivere una situazione conflittuale, cioè quando si ha un importante e impellente problema da risolvere (al lavoro, nelle relazioni, in famiglia, ecc.) il cervello mette in atto un programma biologico e sensato volto ad aumentare la pressione arteriosa.
Dove sta la ratio in un aumento pressorio? Lo scopo è semplicissimo ma funzionale: mantenere alta la perfusione degli organi principali per favorirci nella lotta finalizzata alla soluzione del conflitto!

In tale lotta se non avessimo gli organi (per la fuga o l’attacco) irrorati di sangue, non andremmo da nessuna parte. L’ipertensione quindi diventa un’opportunità di sopravvivenza in un momento difficile della nostra vita!
Questo tipo di ipertensione non è molto marcata, e normalmente viene riscontrata con il rilevamento della pressione. Anzi, il solo fatto di poter riscontrare valori pressori eccessivi può causare una situazione psico-emotiva e poi biologica che va ad innalzare essa stessa la pressione.
La persona è del tutto asintomatica, ma l’emozione legata alla paura di essere ipertesa (magari perché un familiare o un amico ne è affetto), la porta ad esserlo davvero. Un circolo perverso insidioso.

IPERTENSIONE DELLA MIDOLLARE DEL SURRENE
A differenza della precedente questa condizione può dare una forte alterazione dei valori pressori.
Il conflitto che attiva le surrenali è uno stress estremo: la percezione per esempio di essere senza via di scampo, in una situazione senza possibilità di fuga. Da qui la necessità di uno sforzo estremo che ci liberi da una situazione diventata insostenibile.

Proprio per questo motivo (in conflitto attivo) il tessuto midollare delle surreni cresce per aumentare la produzione di ormoni importanti come le catecolamine (cortisone ad esempio) e consentire di avere un extra di carburante per uscire con forza e/o fuggire dalla situazione insopportabile.
Per questo tipo di ipertensione si consiglia di trovare una soluzione al problema quanto prima, perché nel lungo periodo può essere molto pericolosa.

IPERTENSIONE DEL PERICARDIO
Il conflitto in questo caso è a seguito della percezione di un attacco diretto al cuore, inteso proprio come trauma reale oppure immaginativo (un pugno al petto, un’operazione al torace, allusioni alla salute del cuore, diagnosi importanti che coinvolgano il cuore, ecc.).

Continue recidive conflittuali possono determinare cicatrizzazioni ripetute che rendono difficoltoso il ritorno sanguigno e che possono causare un innalzamento del valore pressorio diastolico, cioè della pressione minima!

IPERTENSIONE DEL PARENCHIMA RENALE
Anche questo tipo di ipertensione, come per le surreni, può determinare una forte alterazione dei valori pressori.
Si tratta di un conflitto in relazione all’acqua, ai liquidi in generale (aver subito una inondazione, un allagamento, aver patito un annegamento sventato, aver subito delle fleboclisi).
Si ha il percepito di essere “fuori dal proprio mare”: fuori dal proprio percorso di vita. Quando facciamo qualcosa (e ci tocca farla), ma vorremmo fare tutt’altro.

Per drenare l’eccesso di liquidi può essere utile fare dei bagni in una vasca con acqua calda e 2 kg di sale marino. L’effetto osmotico e centrifugo del sale aiuta l’estrazione dei liquidi in eccesso. Simbolicamente è un ritorno artefatto al proprio mare di origine.

IPERTENSIONE A SEGUITO DI RECIDIVE A CARICO DELLE ARTERIE
L’ipertensione da coinvolgimento vascolare arterioso serve ad aiutare la funzione cardiaca in presenza di un risentito del tipo: “il mio cuore non ce la fa”. La percezione è quella di non farcela in una certa situazione. Quindi siamo in piena svalutazione, non ci sentiamo abili a fare qualcosa.

Il coinvolgimento ripetuto delle tonache muscolari delle arterie porta ad un loro ispessimento ed alla relativa rigidità. I vasi risultano avere una elasticità inferiore e la pressione all'interno del vaso rimane alta.
In questo caso il cervello mantiene alta la pressione diastolica, cioè la cosiddetta minima.

Conclusione
Dopo quanto detto spero sia chiaro che non esiste una ipertensione perché ci sono almeno cinque condizioni biologiche che possono influenzarla!
Qualunque sia l’interpretazione che diamo però, l’ipertensione indica una cosa: il cervello sta cercando la soluzione ad una condizione divenuta per noi pesante e insopportabile. Con la mente siamo maestri a raccontarcela, a sviare, ma oggettivamente e biologicamente significa che siamo “sotto pressione”, per cui è vitale trovare una valvola di sfiato…
L’arte sotto qualsivoglia forma è uno strumento terapeutico utilissimo, ma è chiaro che dobbiamo comprendere la causa della “pressione” e cercare di risolverla definitivamente!

Biodecodifica
Dal punto di vista simbolico il sangue rappresenta il clan, mentre il cuore la “casa”, per cui una problematica all’apparato cardiovascolare potrebbe indicare un conflitto nella propria famiglia.
L’ipertensione manifesta la “pressione” che viviamo all’interno del nido (casa): evidenzia quindi un malessere che non riusciamo ad affrontare. Un vecchio problema emozionale non risolto, rimasto aperto che però continua a creare “pressione” interiore.

Mani calde o fredde
Il calore delle mani indica quale tipo di ipertensione va decodificata.

Ipertensione centrale: si avranno le mani calde.
In pratica il ventricolo spinge il sangue con forza, apriamo le porte del cuore (la nostra casa): «Vogliamo che qualcuno se ne vada dalla nostra casa».

Ipertensione periferica: si avranno mani fredde.
In pratica il contrario: «non vogliamo che qualcuno entri in casa nostra», oppure «non vogliamo che qualcuno se ne vada». Per questo chiudiamo le porte!

Alimentazione
Ricordiamo infine il ruolo cruciale che gioca la nutrizione. Cellule, organi, apparati e il sangue stesso vengono nutriti da quello che beviamo, mangiamo, digeriamo e assorbiamo ogni giorno.
Non possiamo lamentarci di eventuali acciacchi e/o malanni se quotidianamente ci ingozziamo di cibi spazzatura, pregni di chimica mortifera, additivi e zuccheri sintetici, o se non beviamo adeguatamente!
Non merita il nostro rispetto solo la parte spirituale, anche il nostro tempio (il corpo) è importante!

Nel caso specifico dell’ipertensione è molto importante per esempio idratare correttamente le cellule e il sangue apportando un quantitativo idrico sufficiente. In disidratazione idrica, condizione questa all’ordine del giorno tra le persone, tutti i liquidi compresi sangue e linfa, diventano più densi.
Idem con i cibi acidificanti (cereali, zuccheri, eccesso proteico) i quali rilasciando dopo la digestione delle ceneri acide fanno diminuire il pH dei liquidi, provocando un aumento della loro densità.
Un leggero aumento della densità del sangue comporta un pari aumento del lavoro cardiaco necessario per spingere tale liquido nei vasi. La conseguenza è un aumento della pressione arteriosa.

Il grande psichiatra, psicoanalista ed esoterista Carl Gustav Jung diceva:

Non siamo qui per guarire dalle nostre malattie, ma le malattie sono qui per guarire noi.

La malattia è un segnale che 'educa', porta fuori il male dell’essere (mal-essere) spirituale. Attraverso la malattia e il sintomo quindi il cervello ci sta parlando prendendo il corpo a testimone!
L'ipertensione ci comunica una cosa precisa e importante: stiamo vivendo una fortissima "pressione" (sociale, relazionale, lavorativa, ecc.), ma dall'altra ci da anche la possibilità (biologica) e l'opportunità (pratica) di uscirne.
Se ascoltassimo di più il nostro corpo, e se avessimo poi il coraggio (azione del Cuore) di cambiare qualcosa nella nostra Vita... assisteremo a miracoli incredibili!!!

La stavo attendendo con trepidazione da molti anni e finalmente l’agognata revisione è arrivata. Dopo ben due settenni le linee guida del JNC7 (settimo rapporto del Joint National Committee on Prevention, Detection, Evaluation, and Treatment of High Blood Pressure) per l’ipertensione decise dalle società scientifiche di cardiologia americane sono state ritoccate. Ovviamente in ribasso

Marcello Pamio

La stavo attendendo con trepidazione da molti anni e finalmente l’agognata revisione è arrivata.
Dopo ben due settenni le linee guida del JNC7 (settimo rapporto del Joint National Committee on Prevention, Detection, Evaluation, and Treatment of High Blood Pressure) per l’ipertensione decise dalle società scientifiche di cardiologia americane sono state ritoccate. Ovviamente in ribasso.

La nuova «soglia di normalità» è stata fissata a 120/80 mmHg.
Forse non tutti conoscono i valori soglia e pochi masticano i milligrammi di mercurio (mmHg), ma con questi nuovi criteri 1 americano su 2 rientrerà nella categoria degli ipertesi! Ennesimo e memorabile regalo alle lobbies del farmaco durante il recentissimo congresso dell’American Heart Association.
La pubblicazione delle nuove linee è avvenuta quasi in contemporanea su Hypertension e Journal of the American College of Cardiology.

Rispetto all’ultima edizione del 2003 del JNC scompare la categoria «pre-ipertensione», precedentemente indicata da valori di 120-139 mmHg per la sistolica e 80-89 mmHg e il livello di «normalità» non è più 140/90 ma addirittura 120/80.
Non tremano solo i polsi col battito arterioso, ma è tutto il mondo a tremare. Della serie tutti i pre-ipertensivi, cioè quelli col piede sull’ipertensione sono diventati di punto in bianco malati a tutti gli effetti.
Malati naturalmente da curare con le droghe.

Hanno già fatto dei conti: con il nuovo «valore di normalità» la schiera degli ipertesi schizzerà in su di un 14%, portando gli interessati solo negli States dal 32% al 46% della popolazione.
A triplicare saranno soprattutto gli ipertesi sotto i 45 anni, mentre le donne in questa fascia d’età raddoppieranno “soltanto”...
Su una popolazione di 320 milioni circa 150 milioni sono malati. Le industrie godono.

LA NUOVA CLASSIFICAZIONE
Oggi la pressione è «normale» se risulta inferiore a 120 su 80 mmHg.

- pressione elevata: sistolica 120-129 mmHg e diastolica < a 80 mmHg.
- ipertensione di Stadio 1: sistolica 130-139 mmHg o diastolica 80-89 mmHg.
- ipertensione di Stadio 2: sistolica ≥ 140 mmHg o diastolica ≥ 90 mmHg.

La nuova classificazione è una vera e propria ecatombe che non riguarderà solo l’America ma tutto il mondo, perché i parametri del Comitato JNC7 vengono poi accolti dall’intera comunità scientifica globale e applicati in tutti i paesi, Italia compresa.
Quindi anche qui da noi assisteremo ad una epidemia di ipertensione in persone sanissime e senza alcun problema cardiovascolare.

CONFLITTO D' INTERESSI
I «valori di normalità» vengono decisi da gruppi di medici, ricercatori, professori ed esperti, detti panel, che si riuniscono in un simposio o un congresso.
Sulle spalle di questi medici grava una responsabilità enorme, e cioè la salute di miliardi di persone, visto che i colleghi di tutto il mondo si baseranno sui parametri decisi da loro.
Per cui sarebbe molto importante sapere se coloro che decideranno se siamo «sani» o «malati» abbiano o meno collegamenti con le industrie che producono farmaci. Purtroppo li hanno sempre.

Partiamo dal capo del panel: il dottor Aram V. Chobanian ha ricevuto finanziamenti da Bristol-Myers Squibb, Boehringer Ingelheim, Merck, Pfizer e Pharmacia. Inoltre è stato consulente per Abbott, AstraZeneca, Bristol-Myers Squibb, GlaxoSmithKline, Merck, Pfizer e Pharmacia.
Il dottor Barry L. Carter del Comitato NCJ 7 è stato un consulente di Brystol-Meyer Squibb.
Il dottor William C. Cushman ha ricevuto finanziamenti da Astra-Zeneca, Merck, Pfizer, Aventis, dalla GlaxoSmithKline e Boehringer Ingelheim, e ha fatto da consulente per Bristol-Myers Squibb, Sanofi, GlaxoSmithKline, Novartis, Pfizer, Solvay, Pharmacia, Takeda.
Il dott. Joseph L. Izzo del Comitato Esecutivo è stato relatore di Boehringer-Ingelheim, Merck, Pfizer, Astra-Zeneca, Solvay, Novartis, Forest e Sankyo. Ha ricevuto finanziamenti da Boehringer-Ingelheim, Merck, Astra-Zeneca, Novartis, GlaxoSmithKline, ed è stato consulente per Merck, Astra-Zeneca, Novartis.
Altri due medici del Comitato Esecutivo, i dottori Daniel W. Jones e Barry J. Materson, figurano intrallazzati con le industrie. Il primo ha fatto il consulente per Pfizer, Bristol-Myers Squibb, Merck e Novartis, il secondo per Merck, GlaxoSmithKline, Novartis, Bristol-Myers Squibb, Pfizer, Pharmacia, Boehringer-Ingelheim e Solvay.
Anche la dottoressa Suzanne Oparil, sempre del Comitato Esecutivo, ha ricevuto finanziamenti da Abbott Laboratories, Astra-Zeneca, Aventis, Boehringer-Ingelheim, Bristol-Myers Squibb, Eli Lilly, GlaxoSmithKline, Novartis, Merck, Pfizer, Sanofi, GD Searle, Wyeth-Ayerst, Solvay. E’ stata consulente di Bristol-Myers Squibb, Merck, Pfizer, Sanofi, Novartis e WyethAyerst e tra le altre cose figura anche nel Consiglio di Amministrazione della Texas Biotechnology Corporation.
Il dottor James R. Sowers ha ricevuto finanziamenti da Novartis e Astra-Zeneca, mentre il medico Jackson T. Wright ha ricevuto onorari come relatore da Aventis, Bayer, Bristol-Myers Squibb, Merck, Norvartis, Pfizer, GlaxoSmithKline e Solvay e finanziamenti direttamente da Aventis, Bayer, Bristol-Myers Squibb, Merck, Norvartis, Pfizer, GlaxoSmithKline e Solvay. Puntualmente, come sempre accade, una buona parte degli esperti che decidono vita e morte delle persone non risultano scevri da conflitti di interessi economici e finanziari con le industrie che vendono farmaci!

I colleghi in camice bianco questo non lo sanno, e se anche lo sapessero lo ignorerebbero in automatico perché oggi non è permesso mettere in discussione il paradigma della Scienza ufficiale, quella «basata sull’evidenza», cioè quella fagocitata e controllata dalle lobbies.
Uno lo fa a proprio rischio e pericolo, perché verrà escluso dal Sistema oppure radiato.

L’altro grosso problema è il popolo-gregge.
Purtroppo la maggior parte delle persone prende per oro colato quello che simili Comitati decidono, anche perché è stato inoculato dentro l’inconscio collettivo che la prevenzione è fare esami diagnostici da mattina a sera (i cui parametri sono decisi da loro e sono sempre in ribasso).
Il risultato di questa diabolica strategia di marketing è che le persone saranno convinte di essere malate, anche quando non lo sono!
Attualmente centinaia di milioni di persone sanissime stanno prendendo farmaci tossici e pericolosi perché convinti dal Sistema (e dagli esami diagnostici che questo mette a disposizione) di essere ammalate.
Una volta lo schiavo aveva la catena al piede o era rinchiuso in una gabbia, ed era consapevole della propria condizione. Oggi le persone respirano e trasudano paura da ogni cellula, immersi tra esami, screening e visite mediche.
Moderni schiavi che non sanno di esserlo perché la catena e le sbarre sono nella loro mente.

Anagrammando e contestualizzando il grandissimo Goethe: il miglior suddito per il Sistema è lo schiavo che pensa di essere libero, mentre per l’industria farmaceutica il miglior cliente è il sano che pensa di essere ammalato…

 

Per maggiori informazioni sulla strategia di marketing che crea milioni di malati ogni anno, si rimanda al libro: “La fabbrica dei malati”.