Gran pochi hanno realmente capito cosa c'era sotto la spettacolarizzazione dell'omicidio della giovane Giulia. Non ne ho parlato volutamente: non volevo dare forza al chiarissimo progetto satanico. Ora invece che le cose si sono manifestate esprimo il mio pensiero. Il ministro dell'Istruzione Valditara, proprio a seguito della tragedia, partirà con il progetto "Educare alle relazioni", nominando coordinatrice Paola Concia (foto), ex deputata PD, lesbica, militante di primo piano del potente movimento LGBTQ+…
Con "educare alle relazioni" intendono deviare e castrare i vostri figli mediante genderizzazione, sessualizzazione anticipata, cancellazione dei valori, distruzione della famiglia, ecc., prima che diventino maturi e svegli. La Concia ha ovviamente dichiarato che intenderà estendere il progetto anche alla scuola primaria. Perché limitarsi a castrare i giovani quando puoi castrare direttamente i bambini?
Per loro è basilare indottrinare ed evangelizzare i cuccioli prima che si sviluppino regolarmente, prima che abbiano un pensiero critico. E la scusa è la cagata colossale del patriarcato. Problema-Reazione-Soluzione Ma la chicca sapete qual è? Il consulente esterno a tale delicatissimo progetto educativo sarà nientepopodimenoché il papà di Giulia Cecchettin!! 😳 Eh, già: proprio lui. Il pronipote di Maria Montessori, esperto sia di pedagogia che di pornografia, stando a quello che si evince dai suoi messaggi su FB (passati immediatamente dal maistream come fake)! Direi che il progetto non è per niente male, vero? Per cui lasciate pure incustoditi i vostri figli nella scuola di Stato (di regime) ma poi però non stupitevi e non lamentatevi se diventeranno squilibrati e deviati… Disinformazione.it
Tolta di mezzo la famiglia - già minata dal divorzio, e ora decostruita e ri-assemblata in grottesche parodie, sì da uscirne totalmente sfigurata - si possono avere finalmente in pugno le nuove generazioni di giovani, da allevare in batteria: torme di individui invertebrati, senza identità né radici né memoria, proni ad essere plasmati, programmati e omologati in omaggio ai nuovi dogmi contro-natura imposti universalmente sotto il segno della falsa tolleranza e inclusività!
Eserciti, non a caso ammaestrati dall'asilo all'università a liberare solo le emozioni e a rifuggire la logica, a disprezzare la ragione ed esaltare il finto sentimento, a non imparare più da chi più non insegna perché ciò che conta è solo "mettersi in relazione" e "fare gruppo", al buio di ogni vera prospettiva morale e razionale. È da molto tempo che la macchina da guerra avanza e che, fuori dai radar della gente comune, la piovra omosessista si ingrossa, nutrita col mangime ideologico femminista e antinatalista dispensato dagli organismi sovranazionali esecutori dell'agenda globale neo-maltusiana, la cui stella polare è il controllo demografico; edulcolarmente chiamato "pianificazione famigliare"!
Nel libro scritto magistralmente e con competenza, la d.ssa Elisabetta Frezza mette in luce l'invasione di campo dell'educazione scolastica come tappa finale di un disegno egemonico e satanicamente disumano. L'ideologia libertaria punta dritto alla demolizione delle architravi della famiglia, dei valori e della Vita in generale, e se non lo capiamo quanto prima svegliandoci dall'ipnosi, il rischio è enorme… Un libro che non può assolutamente mancare sopra il comodino, di fianco ai miei ovviamente!
“Oggi abbiamo passato 2 ore in collegio plenario a cercare di capire come ci si doveva comportare nel caso un bambino palesasse un mal di testa. Oggi abbiamo scoperto cosa deve fare un referente Covid e che il bimbo che presenta stati lievemente febbrili sarà accompagnato da qualcuno, nella stanza Covid (che basterebbe chiamare infermeria ma se no non fa abbastanza paura) in attesa che venga la mamma a prenderlo e di corsa perché se non trovano nessuno dei familiari al telefono, qualcuno potrebbe chiamare direttamente il 118. Abbiamo capito poi che dopo scattano tanti di quei controlli a tappeto che se ci va bene, forse, chiudono solo la classe del bimbo trovato positivo al Virus dei virus, altrimenti chiudono tutta la scuola, nel caso ce ne siano diversi.
Sappiamo che i bambini entreranno ed usciranno da scuola, in tempi diversi, da tre entrate anche lontane fra loro, in modo che chi ha più figli corra da una parte all’altra a portarli e a riprenderli… Precisi percorsi segnati li vedranno tutti rigorosamente mascherati entrare in fila, distanziati e se i bimbi ritardano, possono entrare a scuola solo un’ora dopo. Come alle superiori.
Anche i genitori saranno mascherati all’uscita da scuola: così le maestre dei bambini delle classi prime non riconosceranno mai i parenti dei loro alunni e contravverranno, in modo involontario, a tutte le norme per la sicurezza legate alla riconsegna dei bambini alle famiglie.
A mensa si faranno 3 turni: il primo 50 minuti dopo la fine della ricreazione, nonché della merenda del mattino e l’ultimo alle 14…comodissimo!
Cosa faranno in classe? Niente! Non possono toccarsi, scambiarsi il pennarello, accumulare i libri uno sopra l’altro, alzarsi per giocare con i loro amichetti…fare gruppi di lavoro, aiutarsi a vicenda, abbracciare la maestra. Niente giochi di classe, niente giochi da casa, niente quaderni in buchina, o fogli sotto il banco…tutto al millimetro è pianificato per tenerli fermi al banco buoni buoni,perché appena si alzano e si avvicinano a qualcuno… scatta l’urlo della maestra, alla quale, con uno specifico corso di aggiornamento è stato inculcato (senza se e senza ma) che deve fare rispettare tutte le regole, pena la responsabilità di un contagio.
In giardino niente contatto e una classe alla volta, in palestra niente giochi di contatto. Alcune insegnanti dimenticatesi della didattica (che non interessa più a nessuno), si sono chieste: “Ma se la palla casca per terra mentre giocano a palla avvelenata e la prende un altro bambino che si fa: si deve disinfettare?” Certo! Si ferma il gioco e ogni volta che la tocca qualcuno, la maestra, anziché fare l’arbitro, prende il disinfettante il cencetto e la disinfetta… sono stati geniali!
Sono riusciti a spengere tutti i neuroni degli italiani, a staccare tutte le sinapsi a creare il buio nei circuiti elettrici dei nostri cervelli. Hanno vinto! Sono almeno 30 anni che stanno lavorando per questo e ce l’hanno fatta: elettroencefalogramma piatto! Elettroencefalogramma piatto di medici, insegnanti, dirigenti, genitori, tutte le componenti della scuola stanno sobbollendo nel calderone delle paure, dei divieti, del pensiero unico, a fuoco sempre più alto…e non se ne sono neppure accorti!
Va bene così: dà un senso di sicurezza essere così disciplinati, inquadrati, regolamentati…oh questo governo è davvero serio! Peccato che l’argomento principale sia: i bambini… allora non c’è che sperare che almeno loro gridino, urlino, cantino, saltino sui banchi, si abbraccino, si sbaciucchino, giochino ad acchiappino, al lego, ai puzzle, si scambino la merenda, e giochino a calcio… senza accorgersene… vivano… Speriamo che almeno loro non si facciano irretire e scappino al controllo delle menti perverse che stanno tenendo sotto scacco il mondo. Speriamo che almeno loro, in modo naturale… disobbediscano…tutti insieme, come quando il venerdì pomeriggio, stanchi di una settimana di schede da compilare, cominciano ad alzare la voce e davvero non li puoi fermare…sovrastano tutto e tutti…esprimono il loro disagio e nessuno può farli tacere.
Genitori! Se avete cuore di mandarli a scuola in queste condizioni almeno insegnate loro quello che avreste dovuto fare voi: insegnategli a disubbidire…per tornare ad essere liberamente vivi. Io nel frattempo lascio andare tutto come deve andare, e me ne vado: prendo aspettativa, ma non perché ho paura del Virus dei virus, non perché ho paura delle conseguenze di un errore di distanziamento, non perché ho paura dei bambini, no. Io non voglio essere complice di questo delirio, io insegno per tutti e cinque gli anni di scuola dei miei alunni a NON AVER PAURA.
Perché la paura inibisce l’esperienza. La paura restringe il campo visivo. La paura chiude il cuore. La paura separa. La paura isola. La paura fa ammalare corpo e anima. La paura è buia! E i bambini sono figli della luce! Forse per questo li stanno incatenando ai banchi…
E allora cari bimbi miei, quando questa grande ombra oscura se ne sarà andata e la giustizia avrà portato alla luce le sue nefandezze, io tornerò ad insegnare come ho sempre fatto. Ora miei cari piccoli non riesco a farlo perché è stato impedito il mio diritto d’insegnare e non posso oppormi se non andandomene. Perdonatemi. Con amore, la vostra maestra Rossella Ortolani.”
Tra le sedie a rotelle per i nuovi disabili, i collari elettrificati per mantenere la distanza e i water ad ultravioletti per sterilizzare dai virus le giovani natiche, il ministero dell’istruzione e il governo stanno firmando in queste ore il protocollo di sicurezza delle scuole. Menti geniali sopraffine stanno lavorando giorno e notte per disegnare e forgiare la nuova scuola italiana. Attendiamo il documento ufficiale, ma stando ad alcune indiscrezioni le cose si fanno interessanti...
In caso di un alunno positivo TUTTA la classe andrà in quarantena per i canonici 14 giorni, e sarà poi a discrezione della ASL di competenza decidere se tutti gli alunni della classe verranno sottoposti al tampone, come pure estendere i test anche ai ragazzi delle altre sezioni. Quindi basta UN solo bambino con febbre, diarrea, flatulenza persistente o tosse e un tampone positivo (poco importa se si tratta di uno dei tantissimi falsi-positivo) per far scattare l’allarme rosso in tutta la scuola. Se per caso dovessero stanare due o più contagi tra le piccole canaglie di uno stesso istituto, Dio ce ne scampi: la ASL potrà chiudere il comprensorio, mettendo i sigilli sulle porte e imponendo lezioni a distanza.
Attenzione, se state pensando che i problemi siano finiti qui state sbagliando di grosso perché è ancor più complesso il caso degli insegnanti di scuola media o superiore. Per gli insegnanti risultati positivi si esamineranno i contatti con studenti e altri colleghi nelle precedenti 48 ore per decidere chi tamponare o mettere in quarantena. Se il docente è negativo ma per sua sfortuna ha avuto contatti a “rischio”, andrà in isolamento domiciliare soltanto lui e proseguirà le lezioni a distanza.
In qualsiasi caso sarà necessario riorganizzare tutta la didattica con un modello misto di lezioni in presenza e via web. Anche un essere privo di encefalo potrà capire che fare scuola in siffatta maniera è follia coagulata, sia per i ragazzi che per il corpo docente. La scuola da centro focale dell’insegnamento e della pedagogia si sta trasformando in un campo di concentramento dove tutti, per la propria sopravvivenza o semplicemente per non finire in quarantena, saranno in lotta perenne con tutti. I ragazzi guarderanno i compagni (da lontano senza toccarsi) con occhio critico per denunciare al preside chi non rispetta le regole imposte (mascherina e distanziamento), e lo stesso faranno gli insegnanti con gli studenti. Nei corridoi ritornerà la locuzione latina: Mors tua vita mea!
La scuola dovrebbe essere dopo la famiglia la principale sede di socializzazione e formazione della personalità; il luogo dove fornire tutti gli strumenti necessari per crescere culturalmente, psicologicamente e socialmente. Oggi invece sta diventando sempre più simile ad una fabbrica stile “Tempi moderni” di Charlie Chaplin: una sottile catena di montaggio che sforna giovani alienati alla Vita… Nel silenzio dei media, sempre compiacenti a chi paga di più; nel silenzio assordante di pediatri, pedagogisti e psicologi questi sciacalli vestiti da agnelli stanno devastando una delle istituzioni più importanti in assoluto! Come può andare bene un simile scempio? Com’è possibile che molti genitori non se ne stiano preoccupando minimamente?
Ecco i quattro gatti a Firenze sabato 20 giugno 2020
Marcello Pamio
“No Vax a Firenze, denunciati gli organizzatori della manifestazione in piazza Santa Croce: assembramenti senza protezioni”. Così titola il Fatto Quotidiano ieri 22 giugno 2020, sottolineando ed evidenziando le parole del sindaco di Firenze Dario Nardella: Una massa di irresponsabili proveniente da tutta Italia ha invaso Santa Croce in spregio ad ogni regola di sicurezza.
Posizione questa del primo cittadino più che comprensibile visto che arriva dalle fila del partito maggiormente colpevole della devastazione economica italiana, il partito che nell'attuale governo ha gestito con i piedi l'emergenza sanitaria: ovviamente mi riferisco al PD.
Il suo quindi è un atto più che dovuto, anche se a livello ufficiale gli organizzatori della manifestazione non hanno ancora ricevuto nulla di concreto a parte le chiacchiere da bar dei megafoni del Potere: gli zerbinati media mainstream, sempre pronti a leccare la mano del padrone che da loro la pappetta.
Le inesattezze dei media continuano a pioggia e secondo i vari giornalisti i partecipanti erano circa 4000. Ora, non ci vuole un genio e neppure una laurea in statistica ma soltanto un briciolo di correttezza e onestà giornalistica, cose queste rarissime nel mondo dell'informazione, per evincere dalle foto che le persone giunte da tutta Italia a Firenze nella suggestiva piazza Santa Croce erano minimo il doppio e probabilmente molto di più.
Ma per gli scafati e soprattutto prezzolati giornalisti eravamo quattro gatti incoscientemente ammassati senza distanziamento e senza mascherina.
Posso comprendere che coloro che originano dal PD certi passaggi sottili siano difficili da comprendere, ma distanziare 10.000 e più persone avrebbe significato occupare non solo santa Croce ma diverse altre piazze e strade della città, mettendo maggiormente a rischio il traffico e non solo. Se poi le persone avessero indossato la mascherina in una giornata caldissima come quella di sabato, sotto un sole cocente e per diverse ore, si sarebbero verificati diversi svenimenti.
Era forse questo che il Sistema avrebbe voluto?
Detto questo gli organizzatori sono tranquillissimi anche perché le registrazioni della manifestazione comprovano che è stato comunicato più volte dai microfoni del palco il rispetto delle norme di sicurezza. Ma cos'altro avrebbero potuto fare, mandare via le persone dalla piazza?
Come mai invece nessuno delle forze di polizia e della questura che hanno sostato tutto il giorno vicinissimi al palco, qualcuno di loro senza l'ausilio della mascherina, non hanno detto e/o fatto assolutamente nulla? Chi è il responsabile della sicurezza?
Ovviamente la spiegazione di tutto quello sta accadendo a posteriori è semplicissima: la manifestazione ha dato ampiamente fastidio. Aver portato svariate migliaia di persone a manifestare a Firenze in difesa dei diritti sacrosanti dei bambini, dell'uomo e della Costituzione, non si può fare in una pseudo-democrazia. Tutto qua. I sudditi non devono svegliarsi dall'anestesia cerebrale e comprendere che stanno “vivendo” in una dittatura mascherata da democrazia!
Ecco il punto del contendere, non certo la mascherina o il metro di distanza.
Il Re è completamente nudo e non potrà mai più coprire le nudità.
Non ci hanno messo la mascherina sulla faccia (a parte gli schiavi con l'anello al naso), si sono tolti LORO la maschera e stanno manifestando la propria vera infima e squallida natura...
Ma voi pensate sul serio che dovremo comprare dieci milioni di campane di vetroresina per metterci dentro gli studenti? Ma siete cretini, fate i cretini o ci credete cretini? E voi pappagalli, che nei media riferite seri e precisi i dettagli della gigantesca operazione di tumulazione in massa degli studenti in bare trasparenti, siete dementi, lavorate per dementi o considerate dementi i vostri lettori e spettatori, anzi i cittadini tutti? Ma avete pensato solo un attimo a quel che state dicendo e scrivendo, illustrandolo perfino con foto, progetti e disegni di queste cabine per immunostudenti; non avvertite l’ala sovrana dell’imbecillità avvolgere voi tutti, la scuola, il governo, i commissari, la ministra Azzolina e l’Italia intera?
Pensate, solo un attimo, per favore, non vi nuocerà alla salute farlo, almeno per un istante. Un paese che in tre mesi non è stato in grado di coprire il fabbisogno (a pagamento) di mascherine, cioè della cosa più piccola e banale che si potesse produrre, dovrebbe ora in un lasso di tempo uguale se non inferiore, dotare tutte le scuole italiane – le fatiscenti scuole italiane dove non si trovano i soldi per riparare un tubo – di una decina di milioni di campane di vetro, e della relativa manutenzione, sanificazione quotidiana. Anche il milione d’insegnanti sarà ricoverato in un astuccio di plexiglass e si muoverà tra gli studenti dentro una navicella trasparente che dovrà essere disinfettata a ogni cambio d’ora. Il sottinteso inquietante di tutto questo investimento massiccio e marziano è che quelle campane di plexiglass dovranno essere usate in permanenza nella scuola di oggi e di domani.
Non sarebbe infatti pensabile allestire questi cimiteri viventi in tutte le scuole di ogni ordine e grado, intubare milioni di ragazzi e docenti sani, compiere un’operazione finanziaria e strutturale così gigantesca, solo per fronteggiare l’eventuale rischio stagionale che il virus torni in autunno. No, evidentemente si sta pensando di convivere stabilmente con la paura della pandemia e la sua profilassi; i ragazzi verranno confezionati in barattolo come i cetriolini sott’aceto e i carciofini sott’olio, per tutto il loro corso di studi. Altrimenti dovrei dire che si pensa a questo investimento pazzesco e fugace solo per dare soldi a qualcuno e riceverli sottobanco – è il caso di dire – da qualcuno…
Ora ricapitoliamo i dati per tornare alla realtà e per rassicurarci che non stiamo in qualche film comico di fantascienza. Stanno pensando di riaprire le scuole in presenza e in sicurezza. Per realizzare questo progetto si mettono al lavoro imponenti comitati tecnico-scientifici, task force, aziende di consulenza che producono prototipi, sciami di amministratori e commissari governativi, più la Ministra dalle labbra rosse, evoluzione hard della maestrina dalla penna rossa. Si studiano le proposte più strane, caschi permanenti o perlomeno visiere, pannelli parafiato e parasputi in plexiglass, corridoi umanitari per accedere alle scuole in sicurezza, tunnel di vetroresina come qelli che collegano gli spogliatoi ai campi da gioco, grembiulini per alieni, cabine come ai tempi dei telefoni a gettoni…
L’unico precedente che io ricordi di una cosa del genere è Rischiatutto, il quiz di Mike Bongiorno degli anni settanta, dove i concorrenti dovevano entrare in una campana di vetro per rispondere al quiz. La definizione di Rischiatutto mi pare peraltro la più appropriata per descrivere il rischio sanitario e la sua profilassi. Qui però non si vince niente, non sono in gioco i soldi ma solo la salute; soprattutto mentale. Naturalmente la storia dei concorrenti televisivi sotto vetro risale agli albori della televisione, da Lascia o Raddoppia a Campanile sera.
La realtà, la scuola, sta diventando un’imitazione tardona della televisione.
La cosa più bella della scuola di ieri erano i banchi condivisi con un compagno, poi quello davanti, quello di dietro, quello di fianco con cui trescare, chiacchierare, scambiarsi informazioni e compiti; la cosa più bella era alzarsi, incontrarsi, toccarsi, avvicinarsi alla cattedra, senza essere respinti come appestati, vivere insieme l’avventura quotidiana della scuola. Guardarsi negli occhi, parlarsi viso a viso senza sentirsi nel parlatorio dei carcerati o allo sportello delle poste. Non si può andare a scuola equipaggiati da astronauti, da sommozzatori, da contagiati. Non si può andare a scuola pensando che la priorità non sia studiare, sapere, capire, ma proteggersi dal prossimo, tenersi a distanza, temere il docente più per il contagio che per il giudizio. Scansare non le interrogazioni ma gli sputi della docente e dei compagni di vetro-classe. Non si può insegnare, imparare, vivere, comunicare, in quelle condizioni. Per favore, diteci che ci state prendendo in giro, che avete allestito uno scherzo per coglionarci in massa, per prendervi gioco di noi. Perché non si può pensare davvero che un paese, un governo, un intero sistema scolastico, un ministero della pubblica istruzione possano con serietà occuparsi di queste costosissime minchiate (lo dico a scopo didattico nel gergo originario della ministra sicula).
Perché poi alla fine, dopo aver distrutto la società, i rapporti umani, il lavoro, l’economia, la scuola, l’istruzione, uno è costretto a dire che il rischio eventuale di un virus diventa a questo punto il minore dei mali, e comunque solo ipotetico. Mentre tutti gli altri mali elencati sono reali, effettivi e decisamente più incurabili. Nelle campane di vetro lasciateci santi e madonne.
Tutti i genitori e gli insegnanti si stanno chiedendo come sarà la SarScuola 2.0, cioè la scuola post Covid? A settembre, subito dopo l'estate e prima di ottobre quindi prima dell'inizio della più devastante crisi economica dal 1929 ad oggi, come ci si dovrà comportare a scuola? Mascherine, bandane, disinfettanti, segnaletica stradale per le distanze, braccialetto vibrante e scariche elettriche per i mocciosi che non rispetteranno le regole, ecc. E tutto il resto? I tavoli, banchi, tablet, la mensa e i giochi? Uno spunto di riflessione ci arriva dalle classi francesi che hanno riaperto i battenti. Et voilà…
Nel banchi anti-Covid il bambino è protetto e non potrà più copiare dal vicino!Giochi all'aperto sì, ma tutti distanziatiIn fila indiana mantenendo sempre almeno un metro dal compagno
E' veramente questo l'abominio che volete per i vostri figli? Possiamo chiamare "scuola" una simile condizione carceraria totalmente disumanizzante? Automi che non si potranno toccare, accarezzare, dare sberle e ceffoni agli amici. Automi che giocheranno distanziati, mangiando da soli come cani randagi. Più che scuola sembra una fabbrica che trasforma i bambini in adulti frustrati e manipolabili. Non c'è nessuno che si scandalizzi? Ma dove sono gli educatori? Dove sono i pedagogisti? Dove si nascondono medici e psicologi?