Nel 2008 il sistema economico globale è crollato. Le grandi banche, i colossi finanziari, gli stessi che avevano creato il disastro, sono stati salvati con soldi pubblici. E la risposta è stata stampare più soldi. Espandere il debito! Salvare chi aveva creato il problema e affondare chi lo aveva subito. Famiglie, lavoratori, risparmiatori, tutti sacrificati in nome della "stabilità". Una stabilità tossica, dove l'unico modo per tenere tutto insieme è inflazionare il futuro e derubare il presente. I governi hanno scelto di difendere il sistema invece di cambiarlo. Hanno difeso il privilegio e non la giustizia! E la stampa di denaro ha avuto e sta avendo un prezzo enorme: svalutazione, disuguaglianza, rabbia sociale. Bitcoin nasce proprio in quel periodo come opposizione all'ingiustizia. Nasce come risposta ad un sistema che premia l'irresponsabilità e punisce il risparmio! Una via alternativa per chi ha perso la fiducia, ma non la speranza. Satoshi Nakamoto non ci ha lasciato solo un codice, ma ci ha lasciato una idea, che fosse possibile costruire un sistema senza intermediari, senza manipolazioni. Un sistema che non dipende da chi comanda ma da chi partecipa. In cui il potere non si accaparra ma si distribuisce. E' una visione radicale, quasi utopica, ma concretamente realizzata in ogni blocco che si aggiunge alla catena. C'è una frase che pochi notano, ma che ha cambiato tutto. E' nascosta nel Codice, nella Genesi. Nel primo blocco mai creato da Satoshi Nakamoto. Una frase semplice ma profetica. Quella frase è il dolore e la rabbia che hanno dato origine a Bitcoin.
"The Times 03/Jan/2009 Chancellor on brink of second bailout for banks"
The Times 03/01/2009, il Cancelliere sull'orlo di un secondo salvataggio per le banche. Questa non è solo una data e un titolo di giornale, è un'accusa, un manifesto. Un grido di guerra inciso nel codice del primo blocco della blockchain di Bitcoin: il Genesis Block! E' la scintilla che ha acceso la ribellione silenziosa ma potente contro un sistema che da decenni protegge chi sbaglia e punisce chi lavora. Satoshi non l'ha scritta per caso, ha voluto dirci perché Bitcoin è nato: per reagire ad un sistema che salva le banche e abbandona le persone! Per denunciare un mondo dove la fiducia viene estorta e mai meritata. Quel messaggio è un monumento alla sfiducia, e insieme, alla speranza. E' una lapide del vecchio sistema e un faro per chi cerca una via di uscita! Una frase incisa nel tempo, nel codice, nella storia: perché nulla venga dimenticato. Perché ogni nodo, ogni satoshi, ogni blocco ricordi al mondo da dove veniamo! E soprattutto dove possiamo andare...
Bitcoin non è per tutti. Usarlo significa essere liberi di gestire il proprio denaro senza intermediari, ma a un prezzo: essere responsabili delle proprie scelte. Significa confrontarsi con la propria indole e con il mondo in cui si vive. Se ti sta bene che qualcuno decida per te cosa studiare, cosa comprare, come curarti e quanto guadagnare, allora Bitcoin non fa per te. Puoi anche trattarlo come una commodity qualsiasi su cui speculare. Ma se senti che qualcosa non torna, se cerchi un significato più profondo oltre le apparenze, allora potresti voler entrare nella tana del Bianconiglio.
Bitcoin è più di una moneta: è un pensiero sociologico, un urlo politico, una trama matematica e un flusso finanziario. Ognuno lo interpreta a modo proprio, ma una cosa è certa: non può più essere cancellato. Troppo diffuso per essere fermato, Bitcoin ti mette di fronte a una scelta: fidarti o studiare. E chi sono quelli che hanno scelto di studiarlo e di abbracciarlo? I cripto-libertari. Non sono speculatori alla ricerca dell'ennesima scommessa vincente, non sono maghi della finanza: sono sognatori realisti, rivoluzionari pacifici, libertari (da non confondersi con i liberali). Per loro, Bitcoin non è solo un mezzo per fare soldi, ma un'opportunità per costruire un futuro diverso, più libero, più equo, sano ed eticamente morale, dove il potere non è accentrato nelle mani di pochi. Nonostante le narrative dominanti vogliano ridurre Bitcoin a un semplice asset finanziario, la realtà è diversa. La partita non è ancora chiusa e ogni giorno nuovi individui si uniscono a questa rivoluzione. C'è il bitcoiner della prima ora, che ha chattato con Satoshi Nakamoto, ma anche l'operaio di Brescia che ha trovato un modo innovativo per usarlo nella vita quotidiana, il ragazzo marocchino che scambia antiquariato in bitcoin, il falegname friulano e il camionista piemontese, il barista di Lignano, il pizzaiolo veneto, l'ingegnere romano, il venditore di telefonini e il dipendente dell'acquedotto di Napoli. Persone normali, che credono in una moneta libera e non inflattiva, una moneta che protegge dall'erosione del valore e dall'arbitrarietà dei governi e della sua moneta fiat. Bitcoin sta già cambiando il mondo: in Sud America e in Africa protegge milioni di persone dall'inflazione, permette agli «unbanked» di conservare i loro risparmi al sicuro, senza dipendere da banche o istituzioni finanziarie. E anche se questi nuovi utenti non hanno studiato i filosofi anarchici o l'economia austriaca, stanno vivendo sulla propria pelle l'importanza di un sistema finanziario libero.
Il genio è uscito dalla lampada I governi e le istituzioni possono cercare di regolamentarlo, di farselo amico, di comprarlo, ma Bitcoin non tornerà indietro. E tu? Vuoi essere spettatore o parte della rivoluzione? Il momento di prenderne un pezzettino è adesso. Non è un consiglio finanziario. È un consiglio filosofico.
Questo commento è la risposta all’editoriale di Vittorio Macioce su "Il paradosso anarchico dei bitcoin di Stato". È firmato da anarco-capitalisti che investono in criptovalute Tratto da https://t.me/Bitcoin_Veneto/1
Contrariamente a quanto suggerisce il nome, il denaro Fiat moderno non viene creato dal nulla per volontà del governo; in altre parole, non sono più gli Stati a stampare valuta distribuendola alla società. Il suo funzionamento è diventato nel tempo molto più sofisticato e contorto. Oggi, possiamo affermare che la caratteristica fondamentale del sistema Fiat sia quella di trattare le promesse di pagamento, governative o emesse da un'istituzione monetaria autorizzata, come fossero denaro. Nella rete Bitcoin per effettuare i pagamenti e regolare le transazioni possono essere utilizzate SOLO le monete esistenti. In maniera analoga in un'economia basata sull'oro possono essere usate solo le monete o lingotti d'oro già prodotti. In entrambi i sistemi, venditori o mutuanti possono decidere di consegnare un bene presente in cambio di una promessa di pagamento a valere su Bitcoin ancora da generare o su oro ancora da estrarre, ma solo assumendosi rischi a livello personale. Qualora infatti mutuatari non riuscissero a restituire le monete secondo i termini contrattuali, la perdita ricadrebbe interamente su di loro. Nel Fiat standard invece il credito consente di anticipare al presente valuta che verrà generata solo in futuro. Accendendo un prestito, infatti, la banca genera dal nulla una quantità di valuta Fiat che va ad aggiungersi a quella in essere prima dell'operazione. In altre parole, la rete Fiat crea denaro ogni qualvolta un'entità autorizzata dal governo concede un prestito in valuta Fiat locale. Essendo nato dall'inadempienza del governo, la caratteristica essenziale del Fiat standard è l'utilizzo del decreto governativo come fonte di valore del denaro. Questo rende il debito statale assimilabile in tutto e per tutto al denaro. Offuscare la linea di demarcazione tra denaro e credito rende praticamente impossibile poter misurare l'offerta di denaro. In un sistema di pagamento come Bitcoin, o ancorato all'oro, solo il denaro presente può essere utilizzato per regolare i pagamenti e distinguere i debiti. A differenza di quanto accade nel Gold Standard puro o come Bitcoin, l'offerta monetaria Fiat non corrisponde a un numero fisso e oggettivo di unità scambiate tra i membri della rete.
Iniziate a comprendere come mai il sistema economico è arrivato a fine corsa?
Tratto da "Fiat Standard", di Saifedean Ammous, ed USEMLAB
Bitcoin non è soltanto una nuova tecnologia finanziaria; è l'incarnazione di un'idea. Nato nel 2008 dal misterioso Satoshi Nakamoto, questo protocollo di moneta digitale ha fin dall'inizio veicolato una forte impronta filosofica libertaria. Bitcoin rappresenta un esperimento di libertà individuale applicata alla finanza: una moneta che vive fuori dai circuiti tradizionali, indipendente dalle banche centrali e progettata per resistere a censure o interferenze esterne. Bitcoin non è solo software o investimento speculativo, ma una rivoluzione culturale che mira a restituire sovranità monetaria. Le radici ideologiche di Bitcoin affondano nel pensiero libertario declinato in due sottocorrenti: il movimento Cyberpunk e la Scuola Austriaca di economia. Già negli anni 90, crittografi immaginavano internet come un terreno di conquista per la libertà: sognavano strumenti digitali capaci di tutelare la privacy e l'autonomia personale dall'ingerenza di governi e corporazioni. In quei circoli maturò anche l'idea di una moneta fuori dal controllo statale, ispirata dai principi della Scuola Austriaca, critici verso il monopolio delle banche centrali. Non sorprende che il movimento dietro Bitcoin sia stato talvolta definito anarco-libertario, proprio perché sfida l'ordine finanziario costituito e l'egemonia del sistema bancario. Bitcoin non è quindi un semplice codice informatico, ma il mezzo pratico per realizzare idee di libera scelta monetaria e di resistenza al controllo centrale sul denaro. La sfiducia verso gli intermediari è la scintilla che ha definitivamente acceso la fiamma di Bitcoin. Nel suo White Paper del 2008, Satoshi descriveva un sistema di contante elettronico peer-to-peer concepito per eliminarla la necessità di intermediari centralizzati nelle transazioni on-line. Il problema, sosteneva Satoshi, era che il commercio digitale fino ad allora dipendeva esclusivamente da "istituzioni finanziarie come terze parti fidate" per validare i pagamenti. La soluzione proposta? "È necessario un sistema di pagamento elettronico basato su prova crittografica invece che sulla fiducia", così che due soggetti possono effettuare transazioni dirette senza bisogno di un intermediario. In altre parole, Bitcoin nasce per disintermediare: sostituire la fiducia nell'autorità centralizzata con la fiducia nella matematica e nel consenso distribuito tra pari. Questo concetto - eliminare il filtro delle banche centrali o commerciali nelle transazioni - incarna un principio cardine della filosofia libertaria: togliere potere agli enti centrali e restituirla gli individui. Ma come Bitcoin riesce in concreto a dare forma a questo ideali? La risposta risiede nella sua architettura decentralizzata e nelle scelte tecniche innovative, che combinano tecnologie preesistenti in una nuova sinergia. La rete Bitcoin è mantenuta da una miriade di computer indipendenti (nodi) sparsi in tutto il mondo, ognuno dei quali conserva una copia aggiornata della cosiddetta blockchain o timechain: la cronologia univoca delle transazioni tra diverse chiavi pubbliche, che muovono tra loro frammenti di "prove di lavoro" controllati da altrettante chiavi private. Non esiste un server centrale da abbattere, né un singolo ente che possa imporre dall'alto le regole: il protocollo è Open Source e le modifiche alle regole richiederebbero il consenso di tutti i partecipanti. Questa decentralizzazione fa sì che Bitcoin sia di fatto ingovernabile da un'autorità unica - nessuno, nemmeno uno Stato, può decidere arbitrariamente del destino della moneta digitale. La forza di Bitcoin sta anche nel riparo da manipolazioni politiche o finanziarie esterne. È qui che risiede la filosofia di libertaria di Bitcoin: nella creazione di un sistema monetario libero, incensurabile e decentralizzato, in cui la libertà individuale viene potenziata dalla tecnologia e la fiducia non è concessa per decreto, ma nasce dalla trasparenza del codice e dalla cooperazione spontanea di una rete globale di pari! Giacomo Zucco, "Cripto Wallet", luglio 2025
Un wallet software è un portafoglio elettronico dedicato alla gestione delle criptovalute digitali che fisicamente non esistono, ma possono essere archiviate, conservate, inviate e ricevute proprio come qualsiasi altra valuta tradizionale. Ogni wallet è dotato di un indirizzo unico, composto da lettere e numeri, che consente di inviare e ricevere denaro esattamente come l’IBAN, ma senza l'intermediazione del cartello bancario…
Il wallet custodisce due chiavi: una pubblica e una privata, entrambe necessarie per le transazioni. La chiave pubblica viene utilizzata per ricevere denaro e durante ogni transazione viene inviata al mittente. La chiave privata invece è il codice che permette l’accesso al wallet, più o meno come il PIN di un Bancomat. Necessita della massima protezione per cui NON va MAI condivisa con nessuno, pena la perdita di tutte le cripto. Chi possiede la chiave infatti ha accesso al wallet e possiede le cripto!
Esistono due tipi di wallet: custodial e non-custodial. Con il primo si delega la proprietà delle monete all’Exchange, con il secondo invece si conserva la proprietà di tutte le valute digitali, nonché la responsabilità delle chiavi private del wallet stesso! Perdendo il codice, si perde tutto! Viene da sé che la sicurezza dei software wallet è direttamente proporzionale alla sicurezza del dispositivo (smartphone o computer). La perenne connettività (internet, wifi, bluetooth) e gli onnipresenti virus e mailware, rendono il wallet software non sicuro! Vediamo adesso alcuni tra i migliori software wallet in circolazione
ELECTRUM
Wallet dedicato esclusivamente ai Bitcoin. E’ considerato uno dei migliori e sicuri, forse perché è uno dei software più vecchi del settore (2011). È gratuito soprattutto il codice è open source. Compatibile con i sistemi operativi Windows, MacOS, Linux, e Android tramite app.
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EXODUS
Portafoglio software lanciato nel lontano 2016 è in grado di conservare in sicurezza più di 100 criptovalute diverse. Il software è gratuito ma applica delle commissioni per l’Exchange e le transazioni effettuate tramite il portafoglio. Compatibile con i sistemi Windows, MacOS e Linux, e Android tramite app.
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METAMASK
E’ uno dei più famosi wallet cripto non-custodial in circolazione. Si installa come estensione del browser web ed è compatibile con i più utilizzati (Chrome, Firtefox, ecc.). C’è anche la versione per smartphone MetaMask Mobile. Il portafoglio della volpe rossa è stato fondato nel 2016 e ad oggi conta più di 10 milioni di utenti. Tra le sue caratteristiche principali c’è quella di inter-operare con diversi network (Ethereum, BNB Smart Chain, Polygon, ecc.).
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HARDWARE WALLET
I wallet hardware sono dispositivi fisici, spesso simili a chiavette USB o della dimensione di una carta di credito progettati specificamente per archiviare le chiavi private completamente offline. Le chiavi, cioè le o parole, sono custodite in uno o più chip sicuri e resistenti alle manomissioni! I migliori sono air-gapped ("vuoto d'aria") cioè separati fisicamente dai dispositivi e da qualsiasi rete, Internet compresa, eliminando così i rischi di connettività e garantendo la massima sicurezza. Si collegano mediante codici QR e solo quando è necessario confermare una transazione. Vediamo alcuni hardware wallet in commercio.
BITBOX02
E’ un hardware wallet prodotto in Svizzera a forma di penna USB in policarbonato con display in vetro temperato. Lo schermo OLED permette una ottima visibilità. La sicurezza è di livello superiore perché utilizza un secure chip certificato EAL6+, uno dei massimi standard del settore per la sicurezza. BitBox può essere usato su tutte le principali piattaforme: Windows, MacOS, Linux, Android e iOS! Dimensioni: 54.5 x 25.4 x 9.6 mm incluso il connettore USB-C. Costo 149 €
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LEDGER NANO X
E’ il portafoglio hardware per eccellenza offerto da un produttore leader del settore. Consente di conservare e gestire fino a 26 valute digitali e più di 1.500 token. La scocca è in alluminio e lo schermo OLED. Compatibile con i sistemi operativi Windows, MacOS e Linux e con Android. Dimensioni: 98 x 18 x 9 mm Costo 149 €
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TREZOR SAFE 5
E’ stato il primo portafoglio hardware disponibile offerto dalla SatoshiLab. Si tratta di un piccolo dispositivo che offre algoritmi crittografici sempre aggiornati per consentire l’archiviazione di molte cripto. È realizzato in plastica. Il display OLED consente di visualizzare i menu, navigabili con soli due tasti. Compatibile con sistemi operativi Windows, MacOS e Linux. Costo 169 €
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KEYSTONE 3 PRO
E’ l'unico portafoglio hardware dotato di tre chip di sicurezza per gestire in modo sicuro più account crittografici. Lo schermo è touchscreen da 4 pollici. La sua modalità air-gapped (nessun WiFi, Bluetooth, USB o rete) elimina tutti i rischi di connettività garantendo la massima sicurezza. L’intero codice, compresi hardware e software sono totalmente open source. Costo 175 $
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ELLIPAL TITAN 2.0
Questo hardware wallet supporta più di 40 cripto e più di 10.000 token, comprese le stablecoin. La protezione, grazie al chip di sicurezza integrato, raggiunge il livello EAL5+. Se viene rilevata una manomissione, le informazioni private verranno automaticamente distrutte. Schermo a colori da 4 pollici per una visualizzazione vivida. Gestisce 5 seed phrase (frase di recupero) e 5 account diversi in un unico dispositivo. Costo 169 €
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NGRAVE ZERO
Costruito totalmente in Belgio è l'unico portafoglio crittografico air-gapped che ha ottenuto la più alta certificazione di sicurezza nel settore blockchain e finanziario. Con la sua prova di manomissione a più livelli, la biometria e un sistema operativo personalizzato ha infatti ottenuto la certificazione EAL7, la massima mai raggiunta da nessun altro dispositivo. Essendo totalmente air-gapped non si basa su USB, WiFi, Bluetooth, NFC o 4G per firmare le transazioni, ma solo tramite codici QR. E’ possibile creare più di 100 account, per cui molti portafogli possono finalmente essere tenuti su un unico dispositivo. E se dovesse venire rubato dopo la configurazione, una volta aperto dei sensori all'interno cancelleranno tutto! Il sensore biometrico di NGRAVE ZERO aggiunge un livello di sicurezza per l'autenticazione e la generazione di chiavi. L'impronta digitale viene utilizzata come variabile per creare la chiave perfetta, sbloccare il dispositivo e firmare le transazioni in combinazione con un solido codice PIN a 8 cifre. Si integra perfettamente con MetaMask e Rabby Wallet. Costo 398 €
È la storia vera di James Howells, un ingegnere di origini gallesi che nel 2013 ha buttato per sbaglio un hard disk contenente la chiave privata di un wallet con dentro 8000 Bitcoin! 😳 Per l'esattezza è stata la sua fidanzata (sicuramente ex) a buttarlo via mentre puliva la scrivania! Oggi, con il valore di Bitcoin che ha superato i 118.000 dollari, quella disattenzione è costata oltre 900 milioni di euro!!! Howells da anni prova a recuperare quel disco finito nella discarica municipale della sua città, Newport. Ha offerto milioni di dollari al consiglio comunale per ottenere l'autorizzazione agli scavi. Ha coinvolto esperti, avvocati, investitori, persino proposto di comprare l'intera area. Tutto inutile. I rischi ambientali, il regolamento locale e le complessità logistiche hanno sempre bloccato ogni tentativo. "Ho offerto di donare il 25% o 52,5 milioni di sterline alla città di Newport per distribuirli a tutti i residenti locali", ha dichiarato Howells alla CNN. Ma niente. Disperato nel 2024 ha anche intentato una causa legale sostenendo che la proprietà del disco non sarebbe dovuta passare al comune, visto che non c'era volontà esplicita di abbandono. Ma la giustizia ha respinto sempre tutto. Se questa storia è diventata iconica, non è solo per l'ammontare della cifra in gioco, ma per il messaggio che porta in sé. In un mondo dove il denaro digitale è accessibile SOLO attraverso chiavi crittografiche, la sicurezza non è una scelta, ma una responsabilità personale. Non esistono infatti procedure di recupero, sportelli di emergenza o password secondarie. La chiave privata è l'unico elemento che consente di firmare una transazione. Perdere quella chiave equivale a perdere tutto!!! Molti utenti sottovalutano questo rischio. La fretta, la mancanza di consapevolezza, sono tutte variabili che moltiplicano la possibilità di incidenti, e quando si parla di patrimoni digitali anche un piccolo errore può avere conseguenze irreversibili. Non a caso ogni anno migliaia di utenti fanno la fine di Howells: dimenticano le seed phrase (parole chiave), smarriscono chiavette hardware, cancellano backup o usano dispositivi compromessi. La lezione più importante di questa storia è semplice: affidarsi a un unico supporto lasciato sulla scrivania o in un cassetto è una pessima idea. Esistono strumenti, metodi e buone pratiche che riducono sensibilmente il rischio di perdere l'accesso ai propri fondi. Uno di metodi più affidabili è l'uso di placche in acciaio inossidabile su cui incidere la propria frase di recupero. Sono resistenti al fuoco, all'acqua, alla corrosione, proteggono i dati in caso di disastri. Altri preferiscono creare più copie di backup e distribuirle in luoghi sicuro come casseforti, abitazioni diverse, depositi fiduciari. Poi ci sono gli hardware wallet, dispositivi fisici esterni progettati per archiviare le chiavi e sono molto sicuri, come vedremo al prossimo articolo.
Per parlare di Bitcoin è necessario fare un piccolo passo indietro partendo dalle origini della crisi finanziaria iniziata nel 2007 e causata principalmente dalla politica monetaria della Federal Reserve statunitense (Fed) durante gli anni Duemila. In quel periodo i prezzi delle case sono stati gonfiati in modo artificiale creando una bolla speculativa gigantesca, mentre in contemporanea il cartello bancario concedeva mutui alle persone nonostante queste avessero difficoltà a rimborsarli creando un elevatissimo rischio di insolvenza. Non contenti rivendevano i mutui a investitori nascondendo i pericoli. Ovviamente le agenzie di rating davano valutazioni ottimistiche ai titoli derivati rischiosissimi.
Questa situazione tossica non poteva certo andare avanti, e non a caso sfociò nella famosa crisi finanziaria del 2008, nota come crisi dei subprime: una delle più gravi crisi finanziarie dal crollo di Wall Street del 1929 che segnò l'inizio della Grande Depressione. Il 15 settembre 2008 la Lehman Brothers, una delle banche d'affari più grandi del mondo, fallì, dichiarando bancarotta. La crisi di fiducia nel sistema bancario si propagò a livello planetario. Questa gigantesca catastrofe finanziaria del 2007-2008 ebbe conseguenze a lungo termine tra cui la crisi del debito sovrano europeo, la politica di austerità adottata da molti paesi e la ricerca di nuove riforme del sistema finanziario.
Ma quello che mise davvero in luce era la debolezza del sistema finanziario! Per evitare un collasso del sistema infatti i camerieri (governi) di tutto il mondo dovettero intervenire per salvare i loro padroni: le banche! Nazionalizzazioni, ricapitalizzazioni, dove lo Stato acquistava le azioni delle banche per fornire liquidità, fino ad altri interventi come garanzie e linee di credito che comportarono pesanti costi pubblici (aumento del debito), quindi come sempre a discapito dei sudditi. In pratica le perdite - causate dalle loro politiche - sono state socializzate dagli Stati, quindi scaricate sugli schiavi che lavoravano realmente! Nessuno però dice mai che il denaro se lo stampano loro a costo zero...
Questo è il terreno di coltura che ha preparato la gigantesca rivoluzione. Il 31 ottobre 2008, nel mezzo di questa tempesta perfetta, nella Cryptography Mailing List del sito metzdowd.com (forum di appassionati ed esperti di crittografia e/o hacker), comparve il seguente messaggio:
Cryptography Mailing List Bitcoin P2P e-cash paper 2008-10-31 18:10 UTC I've been working on a new electronic cash system that's fully peer-to-peer, with no trusted third party
Lo firmava un certo Satoshi Nakamoto, personaggio sconosciuto a tutti. Il testo diceva: "Ho sviluppato un nuovo sistema di denaro elettronico che è completamente peer-to-peer, senza una terza parte fiduciaria". A seguire, dopo aver linkato il famoso White Paper, cioè il documento di 9 pagine che getta le basi e ne spiega il progetto, scriveva una sorta di sermone di una ventina di righe che illustrava le proprietà principali del sistema! Iniziò così uno scambio tra esperti e appassionati di crittografia.
Sabato 3 gennaio 2009 Satoshi scrive ufficialmente, sempre nella chat, di aver creato la Blockchain, il primo storico blocco chiamato non a caso "Blocco Genesi". In questo blocco c'è un messaggio in codice: "Il Cancelliere sta per salvare le banche per la seconda volta". Proprio il 3 gennaio 2009 il Times di Londra titola così: "Chancellor on bricks of second bailout for banks".
Da quel 3 gennaio Bitcoin non è più un affare che riguarda tecnici, nerd e appassionati, ma una realtà da utilizzare! Col senno di poi possiamo dire che il messaggio di Satoshi e soprattutto il suo Progetto non riguarda il mondo virtuale ma la società, la politica, la finanza e quindi la vita delle persone. In un mondo in crisi con il sistema bancario pronto a colpire per l'ennesima volta i più deboli la criptovaluta è l'unica risposta, l'unica via d'uscita.
Sabato 10 gennaio 2009 il programmatore di videogiochi della California Hal Finney (che partecipava alla Cryptography Mailing List) pubblica nel suo profilo Twitter due semplici ma potenti parole: "Running bitcoin". Della serie: il progetto è partito e non si fermerà mai più.
Lunedì 12 gennaio avviene la prima transazione tra due utenti: Satoshi (o chi per lui) invia 10 Bitcoin ad Hall Finney. Bitcoin che non valgono assolutamente nulla, sono semplici dati. E' una prova, un test. Alle 23 in punto (orario UTC) dell'11 gennaio 2009 Satoshi preme il bottone "Invio" sulla tastiera del pc con il sistema operativo Windows e pochi istanti dopo Hal trova nel suo "portafoglio" digitale i 10 BTC. La transazione va a buon fine e segna l'inizio di qualcosa di epocale, senza ombra di dubbio una delle più grandi rivoluzioni nella storia dell'umanità...
Circa un anno dopo, sabato 22 maggio 2010 la storia si arricchisce con il "Pizza Day", ovvero la prima transazione commerciale nel mondo reale che usa Bitcoin come valuta di scambio.
Alle 19:17 Laszlo Hanyecz segnala l'avvenuto acquisto di due pizze in cambio di 10.000 BTC! Sopra la foto originale dello storico momento. In pratica Laszlo è un programmatore informatico e frequentando i mondi della crittografia s'imbatte nei bitcoin, pensando come tanti alla classica catena di Sant'Antonio. Eppure ci sta e li mette alla prova. Grazie alla sua attività di mining, che vedremo dopo, accumula qualcosa come 70.000 bitcoin, che ricordo non valevano assolutamente nulla.
Nel forum Bitcointalk crea il topic "Pizza for bitcoin?" e scrive: "Pagherò 10.000 BTC per un paio di pizze...magari grandi. Grazie". A quel punto un certo Jeremy Sturdivant, ingegnere californiano di 19 anni compra le pizze in dollari e in cambio ha ricevuto 10.000 bitcoin. Li rivende subito e parte per un viaggio con la fidanzata. All'epoca quei 10.000 BTC valevano circa 40 dollari. Laszlo avendo lasciano il post aperto ha ricevuto altre 6 pizze, per un totale di 8 e una spesa di 40.000 bitcoin. Avete idea del valore odierno di quelle pizze? Circa 1 miliardo di dollari! Indubbiamente la pizza più cara nella storia dell'umanità! Il Pizza Day è stato di fatto un evento importantissimo, perché quel giorno Laszlo ha pensato di dare valore concreto ad una moneta virtuale. Con una valuta inesistente era possibile acquistare cibo vero. Così facendo i bitcoin sono diventati reali!
Julian Assange Alla fine dell'anno arriva il contributo involontario di Julian Assange, il fondatore nel 2006 di WikiLeaks. Un hacker, un ribelle e battagliero personaggio tanto amato e tanto odiato (molti infatti lo vedono come un ingranaggio del Sistema), che ha sempre espresso la sua vena polemica e aggressiva sui temi della privacy e dei diritti individuali. Ricercato e braccato dalla polizia di tutto il mondo, con i finanziamenti e le donazioni bloccate (Visa, Mastercard, Paypal, ecc.) decide di raccogliere fondi accettando i Bitcoin come pagamento decentralizzato. Non lo avesse mai fatto!
Satoshi non la prende bene e scrive su Bitcointalk (il primo grande forum dedicato alle criptovalute): "Faccio appello a WikiLeaks perché non provi a usare Bitcoin. Bitcoin è una piccola comunità embrionale in fase beta. Non otterrebbe più di qualche spicciolo, ma così facendo le attenzioni che attirerebbe potrebbero probabilmente distruggerci in questa fase". I pionieri Bitcoin erano preoccupati che potesse provocare un indesiderato interesse governativo nella nuova valuta digitale, altri invece credevano che l'attenzione dei media lo avrebbe reso più popolare. Comunque sia, WikiLeaks ha aperto alle donazioni in Bitcoin nel giugno del 2011. Alla fine ha avuto pienamente ragione: "gli investimenti strategici di WikiLeaks nella valuta hanno registrato un ritorno di oltre l'8.000% in tre anni, aiutandoci a superare il blocco bancario extralegale degli Stati Uniti", ha affermato Assange.
Hal Finney è Satoshi Nakamoto? Domenica 12 dicembre 2010 Satoshi Nakamoto pubblica un ultimo messaggio su Bitcointalk per poi svanire nel nulla per sempre. La sua identità rimane un mistero assoluto, forse il mistero più grande visto che Nakamoto è la persona più ricca e più ricercata del pianeta. Se ovviamente era una persona in carne e ossa, e non come dicono in molti, un gruppo di persone. Ed è più facile questa ultima ipotesi anche se sempre più ricercatori vedono nel programmatore di videogiochi Hal Finney il vero Satoshi. Purtroppo Hal, ammalato di Sla, muore il 28 agosto 2014 all'età di 58 anni. O almeno così pare. Dico questo perché dai registri della Alcor Life Extension Foundation con sede in Arizona, Hal Finney sarebbe il 128° paziente crioconservato nell'azoto liquido a -196°C.
La Alcor infatti lavora nel mondo della crioconservazione dei corpi a temperature bassissime, in attesa che la medicina progredisca a tal punto da poter curare il defunto dalla malattia che lo ha ucciso, per poi rianimarlo. Nonostante siamo ai confini della fantascienza, il corpo inanimato di Hal si trova all'interno della Alcor. Ad infittire ulteriormente il mistero ci sono le costosissime spese per il criomantenimento pagate da anonimi donatori in Bitcoin!!! Tutto questo ha potenziato le ipotesi che Hal Finney fosse il vero Satoshi Nakamoto!
Il 6 marzo 2014 la rivista Newsweek ha pubblicato il copertina il disegno di un volto incravattato nascosto da una maschera di ferro a forma di B annunciando al mondo di aver scoperto la vera identità di Satoshi, l'uomo più ricco e ricercato del mondo.
Copertina di Newsweek del 14 marzo 2014
Si tratta di un ingegnere californiano dal nome inquietante: Dorian Prentice S. Nakamoto! La giornalista Leah McGrath Goodman ne è certa: è lui il vero fondatore di Bitocoin. Dorian è nato in Giappone nel 1949 e poi si è trasferito a Temple City nella contea di Los Angeles. Ma a prescindere da ciò, che sia o non sia lui, che sia esistito un Nakamoto o che sia un gruppo, il discorso non cambia di un millimetro. Adesso vediamo cos'è e come funziona Bitcoin!
Bitcoin Dal quel lontano 2009 sempre più persone comuni, estranee al mondo della crittografia, hanno compreso il funzionamento di Bitcoin. Protocollo che permette di trasferire digitalmente il valore economico tra due persone in qualsiasi parte del mondo, in pochi istanti, in totale sicurezza e soprattutto in anonimato e senza intermediari (banche, istituti, ecc.). Il punto centrale è la differenza tra criptovaluta e moneta in senso proprio. Entrambe hanno un valore economico, ma una moneta è un qualcosa di cui abbiamo il possesso ma non la proprietà! Gli euro infatti non sono nostri ma della banca, e se dobbiamo mandare a qualcuno dei soldi si deve per forza di cose passare per un istituto tramite assegno, bonifico o altro. Gli euro passano da me all'altro mediante un terzo.
In Bitcoin non esiste il possesso ma la proprietà dell'informazione che descrive quei Bitcoin.
Dove si trova questa informazione? Nella tecnologia pazzesca chiamata Blockchain. Un registro pubblico decentralizzato consultabile da chiunque e al cui interno vengono registrate tutte le informazioni (proprietà, transazioni, ecc.) relative ai Bitcoin in tutto il mondo. Una specie di foglio di calcolo, un database ma decentralizzato. Un libro mastro globale distribuito in migliaia di computer disseminati in giro per il mondo. Chiunque può visionare la Blockchain in qualsiasi momento perché risiede nella Rete.
Ecco come funziona. Se voglio mandare dei Bitcoin a qualcuno il registro viene interrogato per verificare se ho effettivamente la proprietà della criptomoneta e se sono autorizzato ad inviarli. Se il registro (la Blochchain) conferma e anche tutti gli utenti della rete collegati, la transazione avviene e la proprietà del Bitcoin passa all'altra persona. Questo passaggio viene registrato in un blocco e inserito nella catena di blocchi e lì rimarrà in eterno. La geniale tecnologia Blockchain rende tracciabile e visibile ogni transazione. Quello che ovviamente non è visibile è l'utente, cioè l'intestatario dell'indirizzo.
La rete certifica crittograficamente le identità attraverso pseudonimi senza alcun riferimento al nome o ad altri dati personali. La Blockchain in pratica prende il posto degli intermediari, cioè delle banche, e così facendo regala libertà assoluta e anonimato. E lo ripetiamo: ogni transazione rimarrà registrata nella catena di blocchi senza possibilità alcuna di essere cancellata, manipolata o altro.
Max Supply e Halving Satoshi Nakamoto ha introdotto un limite sulla creazione della criptovaluta per contenere l’inflazione e rendere i Bitcoin scarsi e quindi preziosissimi. La quantità massima che potrà essere emessa è limitata infatti a 21 milioni! Questo numero si chiamato Max supply o disponibilità massima o Hard cup. Se la disponibilità della criptomoneta fosse illimitata e i BTC estratti all’infinito ognuna di queste cripto non varrebbe più nulla. Ad oggi sono stati emessi circa 19 milioni di Bitcoin e perciò ne mancano soltanto 2 milioni per raggiungere il limite. La distribuzione dei Bitcoin terminerà quindi intorno all'anno 2140!
Un altro meccanismo pensato dal genio di Nakamoto è l’Halving. Si tratta di una regola che progressivamente diminuisce le ricompense elargite ai miner (minatori), quelli che validano i blocchi (i computer collegati in rete), che si dimezzano circa ogni quattro anni. Ogni quattro anni o più precisamente dopo che 210.000 blocchi sono stati estratti sulla blockchain. Serve a ridurre ulteriormente le cripto in circolazione mantenendone la scarsità. Dopo l’halving di aprile 2024 i minatori ottengono 3,125 BTC per ogni blocco che validano. Oggi tale processo di validazione di un blocco dura, in media, circa 10 minuti. Questa cifra si dimezzerà a 1,625 Bitcoin nel marzo 2028 a causa sempre dell’halving. Il valore dei Bitcoin, nonostante le fluttuazioni influenzate da una varietà di elementi (domanda e offerta, interesse del mercato, le opinioni degli investitori, situazioni geopolitiche, ecc.) potrà solo salire, proprio grazie alla sua scarsità programmata!
Avete idea delle ripercussioni di tale tecnologia, e non solo in ambito finanziario ed economico? Praticamente qualsiasi cosa di valore può essere tracciata e scambiata in una rete Blockchain, riducendo i rischi e tagliando i costi. Come disse Julian Assange: "Bitcoin è un'innovazione estremamente importante, ma non nel modo in cui la maggior parte delle persone pensa. La vera innovazione di Bitcoin è una prova verificabile a livello globale pubblicata in un determinato momento. La blockchain inchioda la storia, infrangendo il detto di Orwell 'chi controlla il presente controlla il passato e chi controlla il passato controlla il futuro'."
PS: Ricordo che la scarcerazione di Julian Assange è costata 8 Bitcoin! Il governo australiano ha organizzato il volo di ritorno ma non lo ha pagato. Un donatore ha coperto le spese pagando in Bitcoin il valore di quasi mezzo milione di dollari!
Per approfondire
"Luomo più ricco del mondo", Gian Luca Comandini, ed. Rizzoli
"Bitcoin e criptovalute: investire nella finanza decentralizzata. Guida essenziale per la DEFI, gli Nft, il Bitcoin e Altrecoin", Fabio Rumolo
Il demone alla presidenza della BCE, Christine Madeleine Odette Lallouette, coniugata Lagarde lo spaccia per progresso, ma l'euro digitale CENTRALIZZATO è il sogno del controllo finanziario globale. Ogni pagamento verrà registrato e ogni acquisto monitorato, molto più di oggi. Certamente non esiste un sistema più dittatoriale di questo. Il denaro è libertà: l'euro digitale è controllo assoluto. Già oggi il denaro in banca non è nostro, ma possiamo sempre ritirarlo e usarlo. Domani con il digitale sarà la fine di ogni libertà!!! L'unica strada si chiama decentralizzazione…
Uno progetti più importanti per l'élite mondialista è la cashless society: una società priva di contanti. I tecnosatanisti europei stanno infatti lavorando su questa strada da anni, e quando dalla moneta Fiat cartacea (carta da culo in quanto non coperta da alcun valore reale: oro, argento, ecc.) passeranno all'euro digitale centralizzato, il controllo dei sudditi sarà assoluto e totalizzante! Ufficialmente la UE deve decidere per la nuova moneta elettronica entro ottobre 2025. La risposta ovviamente sarà scontata: è solo questione di tempo, e quando sarà tutto centralizzato e digitalizzato (passaporto, conto corrente, dati sanitari, ecc.) l'uomo sarà un semplice codice ID gestibile da remoto. Risultato? Se rompi le palle ti cancellano la vita; se non ti fai i diserbanti, ti bloccano il conto, ecc. Eh, ma lo possono fare anche oggi direbbe l'encefalogramma piatto. Sì certo, ma se uno ha contanti può sbattersene i maroni e continuare a vivere (almeno riuscendo a soddisfare i bisogni primari), ma se i contanti non ci sono, cosa fate? Ve la siete mai posta questa semplice domanda? Ecco alcuni dei validissimi motivi per iniziare in tempi utili a mettere il naso nel mondo delle cosiddette criptomonete, perché quando arriverà l'euro digitale, o qualsiasi altra moneta elettronica MA CENTRALIZZATA, cioè emessa dal cartello massomafioso bancario (centrale o meno poco importa), solo con una valuta decentralizzata come i Bitcoin potremmo conservare la nostra totale libertà! Lo capite o no? Perfino BlackRock, la più grande società di gestione di investimento al mondo (roba da 11 trilioni di dollari), ha dovuto accettare questa semplice realtà. Fino al 2017 il CEO di BlackRock, l'ebreo Larry Douglas Fink vomitata veleno sui BTC, e troverete varie interviste a tal proposito. Oggi Fink invece afferma di essersi sbagliato e definisce Bitcoin "oro digitale". Della serie: se non puoi distruggere il tuo nemico, fattelo amico! E i nasoni sono maestri… Detto questo, siamo noi che dobbiamo svegliarci dal coma, comprendendo tali dinamiche e cercando di abbracciare tutti quegli strumenti che ci permettono di diventare più liberi, i Bitcoin sono uno di questi.
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Il primo tassello è che l'applicazione di messaggistica Telegram ha 1 miliardo di utenti nel mondo, quindi viene usata da una fetta enorme di persone. Il secondo, che rappresenta il cuore del problema, è il suo "wallet" nato nel 2021. Ebbene sì i fratelli Durov, e mi riferisco ovviamente al genio di Nikolai, hanno fatto quello che nessuno finora era riuscito a fare: un wallet all'interno di un servizio messaggerie! Se infatti digitate la parola Wallet nella barra di ricerca di Telegram è disponibile un nuovo bot che permette l’invio, il ricevimento e lo scambio di alcune criptovalute! Una volta attivato il servizio, invece di mandare un selfie dal ristorante o un video mentre mangiate il gelato seduti sul water, potete entrare in una chat privata e inviare crypto, selezionando l’importo e premendo invio. Tutto qua. A dir poco deflagrante! Quindi con un semplice clic voi potete mandare e ricevere soldi, farvi pagare servizi o acquistare prodotti, e tutto in assoluta sicurezza e senza alcun controllo da parte del Sistema! Poi potete aggiungere il wallet al menù, ovvero l’icona con la graffetta, così da rendere più semplice il suo utilizzo. A questo punto vi sarà richiesto di depositare e/o comprare crypto. Al momento le "monete" supportate sono tre: TON, la moneta ufficiale di Telegram, USDT (basata sulla blockchain di TRON) e BTC. Mi sembra un validissimo motivo per blindare Telegram, o sbaglio? Quindi la cagata della criminalità fa ridere i polli, anche perché a chi interessano le chat tra delinquenti, quando i primi criminali sono proprio quelli del Sistema? 🤣 Vi consiglio di metterci il naso, imparando queste cose, perché diventeranno molto utili in futuro…
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