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Marcello Pamio

I colossi della Silicon Valley stanno lavorando per la disumanizzazione dell’uomo...

Pixel 4 & Google
Il colosso di Mountain View in California Google ha pronto il nuovo Pixel 4, uno smartphone che si controllerà senza mani, con lo sblocco facciale ed una tecnologia basata sul Project Soli in stile «Minority Report»…
L’uscita è prevista per ottobre.

Il «Project Soli» è un piccolo radar in grado di leggere i movimenti delle mani e delle dita, interpretandoli grazie a programmi di intelligenza artificiale
Se con le dita nello spazio si imita la pressione di un tasto o lo spostamento su una mappa, senza toccare il cellulare, il radar è in grado di trasdurre questi movimenti in comandi («gesture»).
La FCC, Federal Communications Commission statunitense, si è pronunciata su questa tecnologia sviluppata presso i laboratori di Alphabet (di proprietà Google) dandone l’approvazione a capodanno, il 31 dicembre 2018.
A maggio Google aveva infatti sottoposto il progetto alla Commissione, chiedendone l’autorizzazione perché il microscopico radar a corto-raggio emette radiazioni nella banda di frequenze tra i 57 e i 64 GHz (miliardi di Hz)
Facebook ha fin da subito manifestato alla FCC preoccupazioni sui livelli di potenza richiesti da Google, non tanto per la salute pubblica (che non sia mai), ma perché potrebbero interferire con altre tecnologie attualmente esistenti.
Pixel 4 si potrà sbloccare attraverso il riconoscimento facciale esattamente come «Face ID» dell’iPhone, e si attiva anche con il telefono capovolto!

Risultato
Non bastano le onde elettromagnetiche emesse dai cellulari per la comunicazione e la connettività?
Non basta il 5G in arrivo, che sarà causa di devastazioni ambientali e salutari senza precedenti?
Ovviamente no, perché è in arrivo lo smartphone di ultima generazione con il radar che emette frequenze sulla banda dei radar militari!
Sappiamo bene che da quando è entrato in commercio lo smartphone, il telefono non è più un semplice telefono, ma un vero e proprio computer portatile (o fornetto a microonde) con tutti i rischi del caso.
Ora però con le emissioni elettromagnetiche abbiamo raggiunto il punto di non ritorno dalla pazzia.

A proposito di pazzia: siamo abituati a vedere per la strada persone che parlano da sole, perché collegate con il Bluetooth; come è normale vedere giovani e/o bambini che smanettano costantemente con la testa china in avanti e le dita anchilosate a forza di strisciare lo schermo. Ma da ottobre vedremo sempre più «Bimbiminkia» (come li definisce Giuseppe Povia) che gesticoleranno nell’aria, né più né meno come dei poveri malati di mente sotto trattamenti psichiatrici!
Ma questa è la tecnologia, bellezza!

Fiabe & Alexa
In tema di psichiatria non si può non citare Alexa, l’assistente vocale sviluppato da Amazon Lab126 che usa l’intelligenza artificiale.
Non importa se chi lo compra porta a casa una tecnologia che ascolta e impara dalle cose che diciamo.
Pochissimi lo sanno, ma Alexa sta imparando ad ascoltare, parlare e interpretare il linguaggio umano, catturando frasi e parole degli utenti. Queste vengono archiviate, e poi analizzate e ascoltate da umani, il tutto per interpretare quanto appreso dal sistema e per migliorarlo...

Nonostante questo, uno a casa propria può portare quello che vuole. Ma quando una simile diavoleria si intromette tra l’uomo e il bambino, quando una fredda e morta tecnologia si insinua tra il caldo mondo fiabesco e quello animico-spirituale, allora le cose diventano molto pericolose e bisogna intervenire!
Una ricerca inglese purtroppo avrebbe riscontrato che sempre più genitori si affidano ad Alexa per leggere le favole della buonanotte!

E’ stata la Charity Book trust a condurre il sondaggio su 1.000 genitori del Regno Unito con figli minori di 10 anni, con lo scopo di scoprire se l’abitudine di leggere fiabe facesse ancora parte della vita quotidiana di famiglia.
I risultati però hanno lasciato a bocca aperta: molti genitori si affidano alla tecnologia per questo tipo di attività! Uno su quattro, cioè il 26% circa, ha dichiarato di aver provato ad usare Alexa per le storie della buonanotte.
Mi auguro di cuore che tale ricerca sia stata finanziata da Amazon Lab…

E’ anche vero che se non abbiamo tempo e voglia di raccontare la fiaba a nostro figlio, Alexa diventa molto interessante. Ci pensa “lei” a questa incombenza.
Quanto è bello poter tornare a casa dal lavoro e mettere a letto il figlio accendendo Alexa e ordinando vocalmente di leggere «Cappuccetto Rosso» o la «Principessa sul pisello»?
Basta sprecare carta e soldi per comprare libri di fiabe e filastrocche!
Peccato che leggere una favola o meglio ancora raccontarla a voce, rimane una delle più importanti esperienze che un bambino e un genitore possano condividere.
Una condivisione che una tecnologia non potrà MAI sostituire!
Lo scopo infatti delle fiabe non è solo quello di far addormentare i bambini (questo lo può fare anche una fredda macchina), ma pure quello di creare un legame intimo tra chi racconta e chi ascolta!

Non è un caso infatti che nella pedagogia waldorf il racconto delle fiabe è uno degli elementi cardine della formazione dell’uomo.
Le fiabe non sono, come pensa la mente mediocre, dei raccontini scritti e buttati là, ma una vera e propria raccolta di immagini che dalla memoria orale e tradizionale dei popoli vengono sistemate e organizzate filologicamente (l’esempio dei fratelli Grimm è magistrale).
I bambini vivono in un mondo sognante dove tutto è sacro, in cui la logica non esiste e dove non servono pensiero e concetti, ma solo cuore e sentimento![1] Un computer o un assistente vocale hanno cuore e sentimento?
Le fiabe sono un dono artistico proveniente dal Mondo dello Spirito, da quella patria celeste dalla quale l’uomo stesso proviene. Il loro messaggio è occulto solo nella forma: la fiaba infatti parla per immagini, simboli, indica la ricerca degli immortali archetipi a cui l’essere umano deve sempre riferirsi per poter evolvere.[2]

Ma qual è lo scopo primario delle fiabe? Quello di stimolare le tre forze animiche dell’uomo: pensare, sentire e volere.
Ecco perché le fiabe non sono solo nutrimento per la fantasia dei bambini, sono anche cibo necessario per l’animo dell’adulto!
L’altro aspetto fondamentale è che dovrebbe sempre essere la viva voce umana, non una voce registrata a raccontare fiabe al bambino, perché come detto, la fiaba è nutrimento spirituale per l’anima, ma fa parte anche dell’educazione, quella che può passare solamente da persona a persona.
Solo un essere umano infatti possiede dei sentimenti e poiché sono i sentimenti che educano, le fiabe vanno raccontate da una persona e non da una macchina!
Ma forse Amazon quando creò Alexa voleva proprio partecipare al controllo e alla disumanizzazione dell’uomo… 

[1]  «Le fiabe, nutrimento per la crescita», http://www.scuolawaldorf.org/le-fiabe-nutrimento-per-la-crescita/

http://www.scuolawaldorf.org/le-fiabe-nutrimento-per-la-crescita/

[2] «La fiaba: un mondo di verità raccontate in immagini», Maddalena Lena, http://www.liberascuola-rudolfsteiner.it/2017/12/28/la-fiaba-immagini-di-realta-interiori/


Marcello Pamio

Il 4 giugno 2019 l’Ufficio Brevetti e Marchi americani (USPU, US Patent and Trademark Office), ha autorizzato ad Amazon il brevetto numero 10,313,638.
Si tratta di un veicolo aereo senza equipaggio (UAV) in grado di «eseguire un’azione di sorveglianza» sulle case dei clienti Amazon.
Edulcorato col nome di «sorveglianza come servizio», nasconde invece una preoccupante operazione.
Il colosso americano, non solo sta fagocitando e globalizzando gli acquisti globali di qualsiasi prodotto, ora la società di Seattle vuole monitorare e controllare le abitazioni.

Le premesse non lasciano spazio a nessun dubbio, qualche mese fa infatti, Amazon ha comprato per 1 miliardo di dollari la società Ring che produce campanelli e videocamere connessi ad internet.
Il precedente brevetto depositato (US 2018/0341835) il 29 novembre 2018, ne spiega i motivi.

 
Ha a che fare con un sistema integrato di «sicurezza intelligente», che accoppierebbe tecnologie di riconoscimento facciale come «Amazon Rekognition» con le videocamere Ring.
E’ sufficiente fornire un’immagine o un video all’API Rekognition e il servizio può identificare oggetti, persone, testo, scene e attività. Si basa sulla stessa tecnologia di apprendimento profondo collaudata e sviluppata dagli esperti di visione artificiale di Amazon, che permette di analizzare quotidianamente miliardi di immagini e video. Il sistema può anche identificare migliaia di oggetti (una bicicletta, un telefono, un edificio) e scene (un parcheggio, una spiaggia, una città…), e attività specifiche che si svolgono in un singolo fotogramma. Roba da far impallidire le sceneggiature di film di fantascienza.

Secondo la CNN «l’applicazione di Amazon porta a quartieri più sicuri e più connessi, oltre a proprietari e forze dell’ordine più informati su quello che sta succedendo».
La realtà come sempre è molto lontana: stiamo parlando di un sistema che la polizia (e Amazon che gestisce i dati) potrà utilizzare per abbinare i volti delle persone che camminano ripresi dalle telecamere dei campanelli con la banca dati fotografica delle persone «scomode» e/o «sospette».
Amazon quindi sogna un futuro pericoloso, con la sua tecnologia al centro di una massiccia rete di sorveglianza decentralizzata in grado di eseguire il riconoscimento facciale in tempo reale …
Ora il nuovo brevetto completa il quadro: una rete di droni in grado di filmare le case dei clienti mentre viaggiano in cielo per consegnare i pacchi ordinati.
Dotati di intelligenza artificiale, potranno osservare qualsiasi cosa insolita della proprietà: finestre rotte, porte aperte e persone non autorizzate.
I clienti, sempre secondo il brevetto, potranno richiedere controllo di sicurezza ogni ora, ogni giorno o ogni settimana. Il servizio di monitoraggio in tempo reale, varia a seconda del design del drone e dei suoi sensori (immagini fisse, video, infrarossi, visione notturna, audio e/o in tempo reale).

Il drone per le consegne è in grado di volare in verticale come un elicottero, e in orizzontale come un aereo per lunghissimi viaggi.

Ovviamente l’utilizzo di droni per la consegna per fini di sorveglianza, solleva enormi problemi di privacy e sicurezza, sia per i clienti Amazon che per tutti gli altri che non hanno acconsentito a tale controllo.
Proprio per questo il brevetto descrive una specie di geo-scherma che dovrebbe risolvere il problema della privacy, consentendo al drone di catturare solo filmati di case di proprietà dei clienti.
D’altronde come non fidarsi di Jeff Bezos?

Nel frattempo la Federal Aviation Administration (FAA) ha recentemente approvato ad Amazon i voli dei droni commerciali nelle regioni rurali del paese. Iniziano dalla periferia per poi arrivare ovunque…
Il Grande Fratello è sempre più vicino e sempre più pervasivo, e Amazon è una delle società più interessante da questo punto di vista, d’altronde il logo parla da solo.

Origine del nome Amazon
Il primo nome della società fu «Cadabra», come la parte finale della formula magica «Abracadabra».
Si dice che Bezos voleva che la sua libreria online fosse velocissima e facile, come in una magia, in realtà non sapremo mai il vero e occulto motivo. Fatto sta che «Cadabra» è stato registrato da Bezos nel 1994, ma l’anno successivo la società si è presentata col nome di «Amazon», derivante dal Rio delle Amazzoni, il più grande fiume del mondo.

La freccia sotto il nome, indica due lettere, la A e la Z, cioè dalla A alla Z, dall’Alfa all’Omega (inizio e fine). Vuol solo dire che su Amazon puoi acquistare di tutto, o è il simbolo del controllo planetario?

Il Big Brother Awards, detto semplicemente BBA, è un premio «in negativo» che da anni viene assegnato in tutto il mondo a chi più ha danneggiato la privacy.
Purtroppo la maggioranza dei cybernauti è ormai convinta che parlare di libertà e diritti civili in Rete sia inutile perché il tecnocontrollo sociale è una realtà così largamente accettata che è quasi inutile opporvisi.
Il BBA si propone proprio di riportare l’attenzione del popolo del web, su coloro che attivamente o passivamente contribuiscono a questa situazione, abbastanza allarmante.
Qui sotto ecco i vincitori dei BBA Italia del 2018.

Vincitori dei Big Brother Awards Italia 2018

RISCHIO TECNOLOGICO
Assegnato alla nuova tecnologia più rischiosa per i cittadini digitali.
Il premio 2018 viene assegnato congiuntamente a:

  • Amazon AWS IoT Services
  • Google Cloud IoT
  • Particle Industries, Inc.

Queste tre aziende sono attualmente i leader tecnologici e di mercato per la fornitura di servizi cloud per l’IoT (acronimo che significa «Internet delle cose»).
Si tratta di servizi di sviluppo e gestione offerti a coloro che intendono realizzare oggetti IoT, atti a velocizzare il processo di sviluppo di un prodotto, ma contemporaneamente veicolano tutti gli enormi flussi di dati che gli oggetti IoT generano attraverso la piattaforma del fornitore di servizi.

Ciò permette di analizzare con tecniche di Big Data Analysis e Deep Learning i flussi di dati e di creare profili normali/psicografici dei possessori di uno o più oggetti IoT. Mentre questo potere può essere in parte ceduto, vendendolo a chi ha realizzato gli oggetti, l’enorme potere di analizzare l’interezza dei dati di tutti gli oggetti IoT in qualunque modo possibile viene detenuto dal fornitore di servizi.

L’analisi di questi flussi di dati conferisce un potere di profilazione e tecnocontrollo maggiore di quello oggetto dell’affaire Facebook/Cambridge Analitica. Un potere enorme, che può essere limitato, anzi autolimitato, solo dalle condizioni di servizio decise unilateralmente dai fornitori di servizi stessi; tuttavia, tutti questi fornitori non pubblicizzano molti particolari su questo aspetto.
Considerando che qualsiasi limitazione che il fornitore si imponesse autonomamente comporterebbe la perdita di un affare estremamente redditizio, ci si può domandare se delle autolimitazioni verranno poste in essere in futuro.
Per questi motivi i vincitori, quali rappresentanti più significativi di tutta l’industria dell’IoT, vincono meritatamente il Big Brother Award di Rischio Tecnologico.

MINACCIA NAZIONALE
Assegnato per la più grave decisione pubblica o manipolazione dell’informazione fatta da un ente pubblico o da un suo rappresentante.

  • Parlamento della Repubblica Italiana

 (firmatari legge Walter Verini, Mara Mucci, Giuseppe Berretta)

La quantità di dati generati da ogni persona nella società dell’informazione è enorme e la conservazione dei dati per finalità di giustizia richiede un delicatissimo bilanciamo fra “sicurezza e privacy”.
Questo bilanciamento è saltato completamente quando in Italia è stata approvata una normativa che estende in modo indiscriminato la conservazione di dati di traffico telematico e telefonico alla durata di 6 anni. Legge incompatibile con l’ordinamento comunitario, che porterà a certe procedure da parte della UE (Rif. Sentenza Tele2). Legge duramente criticata dal Garante della Privacy Italiano, da tutti gli attori della società civili nonché da autorevolissimi giuristi. Legge introdotta con l’inganno, come confermato da numerosi parlamentari, come sub-emendamento di un articolo di recepimento di direttiva europea sulla sicurezza degli ascensori all’interno di un pacchetto legislativo di recepimento di variegate direttive europee (“Legge Europea 2017”). Legge che oggi pone l’Italia unica in Europa in una condizione di sorveglianza massiva, soprattutto guardando alle modalità di raccolta di dati di traffico telematico effettuati da parte degli operatori mobili con metodiche di CGNAT, ovvero quelle metodiche che portano alla registrazione di tutti i siti visitati dai propri utenti.

Un cittadino italiano nel 2023 non ricorderà sicuramente quale sito avesse visitato l’8 giugno 2018 alle ore 18.15. Ma lo stato italiano si.
Tenendo conto di tale grave, ampia e indiscriminata condizione di lesione dei diritti civili dell’intera popolazione residente nello stato Italiano, si conferisce il premio Minaccia Nazionale al Parlamento della Repubblica ed in particolare ai firmatari della legge in oggetto, Walter Verini, Mara Mucci e Giuseppe Berretta.

MINACCIA INTERNAZIONALE
Assegnato, senza riguardo alla nazionalità, a chi più gravemente minaccia i diritti dei cittadini digitali.

MINACCIA DA UNA VITA
Assegnato a chi ha meritato per più anni consecutivi uno dei premi precedenti:

  • Facebook

In un mondo in veloce cambiamento poche aziende avrebbero potuto rimanere sulla cresta dell’onda per anni e anni riuscendo a sviare, rimandare, procrastinare sempre l’adozione di misure minime di rispetto dei propri utenti e della loro privacy.
Facebook ci è riuscita e merita un premio speciale alla carriera per essere restata sempre fedele alla propria intima natura di violatore, molestatore, minacciatore dell’identità digitale dei cittadini nascondendo dietro un contratto di servizio e delle fantomatiche regole sociali della comunità la violazione dei più basilari diritti all’identità e dignità dei cittadini.

Gli scandali recenti hanno però portato il fondatore a mostrare con disarmante candore la vera faccia di Facebook in un’audizione pubblica al Congresso degli Stati Uniti (da notare che in Europa l’equivalente audizione è stata tenuta a porte chiuse, perché noi europei non abbiamo diritto alla conoscenza, potrebbe farci male) la reale natura del network: non essere sociale ma… «Senator, we run ads». Fanno pubblicità, tutto qui, e senza neppure lo sforzo di investire nella realizzazione di un contenuto accattivante ma semplicemente proponendo in modo selettivo ad ogni proprio utente ciò che solletica di più le sue risposte meno mediate, e lo tiene attaccato praticamente un grande distributore di odio di scala planetaria.
Cari utenti di Facebook, voi non siete il loro prodotto, è la parte peggiore di voi, l’odio, l’invidia, il disprezzo, il risentimento, l’intolleranza, che gli algoritmi di Facebook selezioneranno accuratamente per mostrarli a chi più verrà offeso da questo. Lo chiamano engagement: è l’apoteosi della brutalità e dell’inciviltà.

 

Tratto da «Big Brother Awards Italia 2018», https://bba.winstonsmith.org

 Marcello Pamio

Amazon compra per un miliardo di dollari la società Ring!
Come mai il mostro dell’e-commerce compra sganciando una cifra colossale un’azienda che produce campanelli e videocamere connessi ad Internet? Si tratta di una delle maggiori acquisizioni fatte dal gruppo di Seattle.
La risposta sarà chiarissima alla fine del presente articolo.

Amazon intende connettere prodotti e servizi legati al suo assistente vocale Alexa, nello stesso tempo sta sfidando l’altro colosso Google, e infine c’è tutto il discorso del controllo globale mascherato sotto la voce «sicurezza».
Il disegno inizia a prendere forma leggendo il nuovo brevetto depositato proprio da Amazon qualche mese fa su un sistema integrato di «sicurezza intelligente».
La domanda di brevetto (US 2018/0341835), resa disponibile a fine novembre, avrebbe accoppiato tecnologie di riconoscimento facciale come «Amazon Rekognition» appunto con Ring.

Amazon Rekognition
Tanto per capacitarsi della situazione, con «Amazon Rekognition» è sufficiente fornire un’immagine o un video all’API Rekognition e il servizio può identificare oggetti, persone, testo, scene e attività, oltre che rilevare eventuali contenuti non appropriati.
Amazon Rekognition offre inoltre analisi facciale ad elevata precisione su immagini e video.


È possibile rilevare, analizzare e confrontare volti per diversi casi d’uso, ad esempio verifica degli utenti, conteggio delle persone e pubblica sicurezza, ma anche ovviamente per controllare le persone.

Si basa sulla stessa tecnologia di apprendimento profondo, collaudata e altamente scalabile, sviluppata dagli esperti di visione artificiale di Amazon, che permette di analizzare quotidianamente miliardi di immagini e video e che per l’uso non richiede esperienza nell’apprendimento automatico.
Il sistema può anche identificare migliaia di oggetti (una bicicletta, un telefono, un edificio) e scene (un parcheggio, una spiaggia, una città…), e attività specifiche che si svolgono in un singolo fotogramma, ad esempio «consegnare un pacco» o «giocare a calcio»…

Analisi facciale da fantascienza
È possibile analizzare gli attributi dei volti nelle immagini e nei video per determinare elementi come lo stato d’animo, la fascia di età, se la persona ha gli occhi aperti, ha gli occhiali o la barba. Non solo, è possibile anche valutare come cambiano questi fattori nel corso del filmato, creando una sequenza temporale delle emozioni di una persona.
Tutto meraviglioso. In banca o in un negozio sarà possibile stabilire dai cambiamenti del volto di un individuo se il soggetto si trova lì per acquistare o per fare una rapina.
Stiamo giungendo sempre più velocemente all’inquietante «Sistema Precrimine» del film Minority Report, dove gli omicidi e i furti sono stati quasi debellati grazie a questo sistema che li blocca prima che avvengano.

Tornando al brevetto Amazon, la CNN, il megafono del Sistema, rassicura tutti scrivendo che «l’applicazione di Amazon porta a quartieri più sicuri e più connessi, oltre a proprietari e forze dell’ordine più informati su quello che sta succedendo».[1]
Quindi tutti più felici e tranquilli ovviamente, parola di CNN.
Secondo invece l’avvocato Jacob Snow (ex giurista di brevetti), i dettagli del brevetto sono ancora approssimativi, ma l’applicazione descrive un sistema che la polizia potrà utilizzare per abbinare i volti delle persone che camminano ripresi dalle telecamere dei campanelli con la banca dati fotografica delle persone per così dire «scomode» o «sospette».
Sarà possibile anche per i proprietari delle case aggiungere le foto di persone “sospette” nel sistema, e il programma di riconoscimento facciale del campanello controllerà chiunque passi davanti alla loro abitazione.
In entrambi i casi, se si verifica una corrispondenza, il volto della persona potrà essere automaticamente inviato alle forze dell’ordine e la polizia potrebbe arrivare in pochissimi minuti.

Riuscite a comprenderne le potenzialità? Sarà finalmente possibile aggiungere nel database governativo la foto della suocera o del negretto dietro casa che rompe ogni giorno durante i pasti per qualche spicciolo, e quando questi sgraditi ospiti suoneranno il campanello, partirà una scarica da 1000 volt che li fulminerà sull’uscio!
Scherzi a parte, secondo l’avvocato che ha passato molto tempo a studiare i brevetti la cosa è molto inquietante, in base alla sua esperienza infatti «è raro che le domande di brevetto presentino, con dettagli da incubo, il mondo che un’azienda vorrebbe vedere. Amazon sogna un futuro pericoloso, con la sua tecnologia al centro di una massiccia rete di sorveglianza decentralizzata, che esegue il riconoscimento facciale in tempo reale su membri del pubblico utilizzando telecamere installate sul campanello della gente.»[2]
Dalla domanda di brevetto si evince anche che Amazon non ha intenzione di identificare le persone solo in base ai loro volti, ma la società prevede di utilizzare anche i dati biometrici, tra cui impronte digitali, analisi della texture della pelle, del DNA, della geometria della mano, della scansione dell’iride, del riconoscimento vocale, dell’odore/profumo e perfino delle caratteristiche comportamentali.
Immaginiamo un quartiere «sicuro» e «protetto» in cui ogni abitazione ha in dotazione queste telecamere nei campanelli. Basta avvicinarsi alla casa di un amico o passeggiare nelle vicinanze per andare in un negozio, e il nostro volto o la nostra impronta digitale o la voce possono venire registrati e magari contrassegnati come «sospetti» dal database governativo a nostra insaputa e soprattutto senza il nostro consenso.

Amazon, che vende simili dispositivi e gestisce i server, spinge le forze dell’ordine ad adottare questa tecnologia.
Sempre nella domanda di brevetto si dice che qualsiasi dispositivo audio-visivo può essere dotato delle appropriate funzioni di sorveglianza biometrica, e che Amazon sta spingendo la tecnologia verso l’automazione, rimuovendo il giudizio umano dal processo d’identificazione, e affidandosi esclusivamente ai dati (le foto di arresto, ecc.).
L’Associazione californiana ACLU, assieme ad altri gruppi per i diritti continuano ripetutamente ad avvertire che la sorveglianza facciale pone una minaccia senza precedenti alle libertà e ai diritti civili, che deve essere fermata quanto prima.

Conclusioni
La risposta alla domanda di partenza è chiarissima: con la solita scusante della “sicurezza”, Amazon (ma anche Google, Facebook, ecc.) stanno invece lavorando per il progetto di controllo globale.
Costruendo pezzo dopo pezzo tutta una rete pervasiva di sorveglianza elettronica!
Lo scopo è il tracciamento di tutti e ovunque, e simili dati sensibili saranno gestiti dal governo di turno e dalle società private che partecipano all’operazione.
Stanno semplicemente realizzando quello che moltissimi film di fantascienza hanno preconizzato…

Fonti:

"I nuovi e raccapriccianti sistemi di riconoscimento facciale Amazon, spieranno il vicinato dalla porta di entrata di casa".
https://neovitruvian.wordpress.com/2018/12/23/i-nuovi-e-raccapriccianti-sistemi-di-riconoscimento-facciale-amazon-spieranno-il-vicinato-dalla-porta-di-entrata-di-casa/ 

[1] «Amazon may want to identify burglars with facial recognition tech»

https://edition.cnn.com/2018/11/30/tech/amazon-patent-doorbell-facial-recognition/index.html

[2] https://www.commondreams.org/views/2018/12/13/amazons-disturbing-plan-add-face-surveillance-your-front-door