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Marcello Pamio - 25 aprile 2022
I recenti accadimenti tra Russia e Ucraina hanno evidenziato un fatto: il nazismo non solo non è mai morto, ma viene tuttora alimentato dall’élite dominante. Addirittura oggi l'Ucraina è diventata la patria dei neonazisti!
Per meglio comprenderne i risvolti più oscuri, ecco i nomi di coloro che hanno permesso ad Adolf Hitler di prendere il potere in Germania e di innescare la Seconda guerra mondiale. Si tratta di una storia vergognosa, occultata ovviamente dai libri, che spiega come sia possibile creare una dittatura dal nulla, come sia possibile far ascendere una marionetta che conduca dritto alla guerra...

La democrazia occidentale nelle sue attuali caratteristiche, è una forma diluita di nazismo o fascismo. Al più è un paravento per mascherare le tendenze naziste e fasciste dell'imperialismo. Perché oggi vi è la guerra, se non per la brama della spartizione delle spoglie del mondo?” Mohandas Gandhi

Aveva perfettamente ragione la Grande Anima di Gandhi: oggi è dimostrato che l’ascesa al potere di Adolf Hitler e la preparazione alla guerra furono organizzate e finanziate dai banchieri ashkenaziti angloamericani.
D’altronde com’è possibile che una Germania devastata dal debito della Prima guerra mondiale, in meno di venti anni possa diventare una delle più ricche e forti potenze europee? Come può un imbianchino (pittore edile) totalmente sconosciuto salire al potere e in soli sette anni sfidare il mondo intero?

Senza aiuti economici della grande finanza ashkenazita e delle grandi industrie tutto quello che sappiamo essere successo, non si sarebbe mai realizzato!

La missione di Hitler
La missione di Hitler iniziò nel 1919 quando venne incaricato dall’esercito di controllare e spiare l’operato dei comunisti. Venne assunto infatti con l’incarico di controllare le attività dei gruppi politici radicali, con particolare attenzione a quelli di sinistra.

Adolf Hitler era l’uomo giusto per imporre alla Germania il potere dell’élite ricca, che avrebbe dominato occultamente.

Così dichiarò Dietrich Eckart: “Abbiamo bisogno di un camerata che ci sia Capo... un camerata che sappia sopportare il crepitio della mitragliatrice. La plebaglia ha bisogno di sentire la paura, tanto da farsela sotto. Non possiamo servirci di un ufficiale, perché il popolo non rispetta più gli ufficiali. La migliore soluzione sarebbe un operaio che sappia parlare... A costui non occorrerebbe molto cervello... E dovrebbe essere scapolo, così potremmo avere dalla nostra le donne”.[6]

Secondo lo storico Emil Ludwig Fackenheim, Hitler era semplicemente un attore: “Non credo che conoscesse la differenza fra recitare e credere... prima dei comizi, Hitler si atteggiava di fronte allo specchio. Era un uomo che veniva considerato un signor nessuno quando nella vita privata si trovava in compagnia di persone qualsiasi, soprattutto donne. Diventava un dio davanti alle masse. L’Hitler pubblico, era una creazione a cui collaboravano insieme l’attore e l’uditorio...”.[7]
Anche l’antisemitismo era per Hitler un modo per attrarre consensi, e lo faceva nonostante la sua stessa madre fosse di origine ebraica...

Chi finanziò l’ascesa di Hitler?
La ricca élite inglese e americana aveva aiutato Hitler a salire al potere e ad armarsi. I piani economici e finanziari della Germania nazista non erano sotto la supervisione di Hitler, bensì quest'ultimo riceveva ordini dai proprietari delle banche e delle grandi imprese presenti in Germania.
Sembra impossibile ma il crollo della borsa di Wall Street del 1929 contribuì alla sua ascesa...

Crollo della borsa a Wall Street nell'ottobre 1929

Dopo la Prima guerra mondiale i banchieri alimentarono una grande fiducia nel mercato e indussero molti alla speculazione. Poi improvvisamente ritirarono i crediti, generando insicurezza e panico.
Gli investitori furono trascinati nell’impeto delle svendite disperate e le azioni crollarono.

Emile Moreau, governatore della banca di Francia, scriveva nel suo diario l’8 febbraio del 1928:

“Le banche avevano ritirato improvvisamente dal mercato diciottomila milioni di dollari, cancellando le aperture di credito e chiedendone la restituzione”.[11]

Nel giugno del 1929, a causa di queste politiche bancarie, l’economia si bloccò e il 29 ottobre avvenne il crollo totale.
Povertà e disoccupazione, consumi e produzioni si fermarono per cui molte industrie e banche fallirono, ma i milioni di dollari “bruciati” non erano spariti: stavano nelle casse delle grandi banche che avevano creato la crisi. Queste avrebbero rilevato le imprese e le banche fallite!
In Germania la crisi fu talmente grave da accrescere oltremodo le adesioni al nazismo.

Le corporation che aiutarono il nazismo
Anche dopo l’entrata in guerra degli Usa, la Ford Motors continuò a produrre materiale bellico, che sarebbe stato utilizzato contro gli stessi cittadini americani. Quando i soldati americani sbarcarono in Normadia rimasero di stucco nel vedere i tedeschi con mezzi statunitensi.
E casualmente gli americani non bombardarono mai le fabbriche americane in Germania.
Anche l’IBM offrì a Hitler assistenza tecnica per i lavori forzati e per i programmi di sterminio. Grazie alle tabulatrici di Hollerith (antesignani dei calcolatori) furono schedati tutti gli ebrei.

Tabulatrici di Herman Hollerith

La famiglia Bush accrebbe notevolmente la propria ricchezza grazie al nazismo e soprattutto ai suoi lager. Prescott Bush, il nonno di George Bush junior, installò una fabbrica a Oswiecim, proprio vicino ai campi di Auschwitz, dove lavorarono i prigionieri ridotti in schiavitù.
Come se non bastasse Prescott aveva creato una rete di riciclaggio del denaro sporco con l’appoggio del finanziere Fritz Thyssen, proprietario di banche in Olanda, in Germania e negli Usa.

Prescott Bush stringe la mano ad Adolf Hitler

Il magnate delle ferrovie Averell W. Harriman e i banchieri tedeschi Thyssen fondarono nel 1924 una banca germano-statunitense: la UBC, Union Banking Corporation.
La presidenza venne assunta da George Herbert Walker, suocero di Prescott Bush. Questa banca riceveva i soldi ricavati dalle attività a sostegno del potere nazista e li rinviava alla Brown Brothers Harriman.

Brown Brothers Harriman

Il banchiere Thyssen nel 1931 era diventato uno degli uomini più potenti del nazismo e oggi il gruppo che porta il suo nome è il maggiore conglomerato industriale tedesco.
Molte altre società e banche americane finanziarono Hitler: la Chase Bank dei Rockefeller e la Deutsche Bank (controllata sempre dai Rockefeller) il cui direttore Hermann Joseph Abs era un fervente sostenitore del nazismo.
Alfred Kurzmeyer
(il Banchiere dell'Olocausto) aveva permesso alla Deutsche Bank di incassare denaro e oro appartenuti alle vittime del nazismo morte nei campi di sterminio (almeno 300 chili di oro). La banca aveva finanziato pure la costruzione del campo di concentramento di Auschwitz.

Non solo l’apparato militare venne sostenuto dall'élite americana, ma anche il progetto di sterminio. Non a caso durante il periodo nazista le grandi famiglie di banchieri Rockefeller, Warburg e Harriman sostennero finanziariamente tutte le ricerche eugenetiche.

James Forrestal, un miliardario di Wall Street, ebbe stretti rapporti con la Germania di Hitler: fu dal 1938 presidente della banca di investimenti Dillon and Read che aveva finanziato generosamente l’ascesa al potere del dittatore.
A partire dal 1920 i grandi e potenti gruppi economici come la Banca J.P. Morgan & Co. aiutarono l’economia e la politica tedeschi.

Nel 1919, la Commissione Overman del Senato statunitense rivelò che la Germania stava ricevendo prestiti dai Rothschild e dalla Chase National Bank di Morgan.
Nel 1923 la finanza anglo-americana impose a tal proposito Hjalmar Schacht alla presidenza della Reichbank. L’economia tedesca venne resa dipendente dalla City di Londra e da Wall Street.

Adolf Hitler e Hjalmar Schacht

Fu Schacht, il finanziere tedesco legato ai Morgan a creare la BIS, Bank of international settlement con sede a Basilea in Svizzera, proprio per supportare i finanziamenti al sistema nazista!
Indebitare la Germania ridotta al collasso era il modo migliore per controllarla e per insediare il governo più favorevole agli interessi dell'élite.
I cartelli industriali, che si imponevano nell’economia tedesca (Vereinigte Stahlwerke, I.G. Farben, General Electric, Standard Oil, ITT International Telephone and Telegraph ecc.), avevano nel loro consiglio di amministrazione finanzieri americani.
Alla vigilia della Seconda guerra mondiale il 95% della produzione di esplosivi proveniva dalla I.G. Farben e dalla Vereinigte Stahlwerke. Il 14 giugno 1940 la Standard Oil e la I.G. Farben istituirono il campo di concentramento di Auschwitz col preciso intento di avere manodopera.
La società I.G. Farben, controllata dai Rothschild, avrebbe reso possibile la guerra, perché senza le sue immense possibilità economiche, le sue notevoli ricerche e gli estesi legami internazionali la prosecuzione della guerra da parte della Germania sarebbe stata impensabile ed impossibile.

Senza il sostegno dei Rothschild, dei Morgan, dei Warburg e dei Rockefeller non ci sarebbero stati nessun Hitler e nessuna guerra!

Negli archivi di Norimberga ci sono le prove inoppugnabili che Hitler venne finanziato da Wall Street [33]. Ordini di finanziamento della campagna elettorale del 1933: almeno tre milioni di marchi che le Corporation e le banche americane (I.G. Farben, Ford, Federal Reserve Bank, Standard Oil Company ecc.) versarono attraverso la banca Delbruck Schickler a Rudolf Hess e Hjalmar Schacht (governatore della Banca Centrale).

La Ford Motor Company e la General Motors si occuparono della produzione dei carri armati.

La società americana Bendix Aviation (una controllata della G.M.) fornì la tecnologia necessaria al pilotaggio automatico degli aerei. I DuPont avevano tre alleati in Germania che facilitavano gli affari nell'ambito degli armamenti.
Anche il presidente Roosevelt era in torta e infatti non fece nulla per contrastare le società che stavano rendendo possibile la guerra. Il motivo era che egli stesso aveva interessi economici e finanziari collegati alle società che stavano aiutando Hitler.

Pure gli inglesi parteciparono generosamente al “progetto Hitler”. La Banca d'Inghilterra gestita da Montagu Norman offrì al regime nazista prestiti generosi: 6 milioni di oro cecoslovacco.
Come anche la Shell Oil, controllata dalla Corona inglese, partecipò.
Lo scopo occulto degli inglesi era quello di distruggere la potenza sovietica attraverso una guerra scatenata dalla Germania, mentre gli americani volevano una grande guerra per destabilizzare l’intera Europa e indebolire l’impero britannico...

Nel 1934 la Germania nazista importava l’85% dei raffinati petroliferi. In suo aiuto venne la Standard Oil di New Jersey, di proprietà della famiglia Rockefeller, che possedeva il brevetto della “benzina sintetica” che avrebbe permesso di estrarre il carburante dal carbone.
Il ministero dell'economia del terzo Reich e le industrie I.G. Farben firmarono un accordo per la produzione di 400.000 tonnellate di benzina sintetica all'anno, fino al 1944.
La Storia ovviamente è molto più complessa, ma in sintesi è più che sufficiente per comprendere com’è possibile creare un regime e scatenare una guerra mondiale devastante!

Per maggiori informazioni: “DITTATURE: la storia occulta" D.ssa Antonella Randazzo

Note:

[6] Shirer William Lawrence, op. cit. p. 260.

[7] Cit. Rosenbaum Ron, Il mistero Hitler, Mondadori, Milano 1999, p. 397.

[11] Moreau Emile, Memorie di un governatore della Banca di Francia, Cariplo-Laterza, Roma-Bari 1986. www.centrostudimonetari.org

[33] Sutton Antony C., Wall Street and the Rise of Hitler, Press, Seal Beach ( California ) 1976.

Dal libro "ONU: gioco al massacro" di Franco AdessaApril 22, 2022

Nel 1965, il presidente degli USA, Lyndon Baines Johnson, dichiarava che 5 dollari investiti nel controllo della popolazione valevano quanto 100 dollari investiti nello sviluppo economico.
Nixon il 18 luglio 1969 in un messaggio al Congresso sulla popolazione, sottolineava: «Crediamo che le Nazioni Unite (...) dovranno prendere l’iniziativa di reagire contro la crescita della popolazione mondiale. Gli Stati Uniti collaboreranno interamente ai loro programmi in questo senso. Sono fortemente impressionato dalla forza del recente rapporto, prodotto dal gruppo di specialisti dell'Associazione delle Nazioni Unite, di cui John Davidson Rockefeller III è il presidente».

Nel 1970, l’Amministrazione Nixon emise una direttiva che chiedeva una serie di studi per la diminuzione della popolazione mondiale.

Il 24 aprile 1974, venne pubblicato, con la firma di Henry Kissinger, il NSSM-200:National Security Study Memorandum 200” (Implications of Worldwide Population Growth for US Security and Overseas Interests) che venne indirizzato, tra l'altro, al presidente americano Gerald Ford, ai Ministeri della Difesa, dell'Agricoltura, al Direttore della CIA e agli amministratori della AID (Agency for International Development). Il "Memorandum" è «(...) uno studio sull’impatto della crescita della popolazione mondiale sugli interessi strategici esteri americani. (...) (e) mette a fuoco le implicazioni politiche ed economiche internazionali della crescita della popolazione, più che (i relativi) aspetti ecologici, sociologici o di altra natura»(1).

Il 16 ottobre 1975, il Memorandum viene inviato al Presidente Ford, insieme a raccomandazioni confidenziali di Henry Kissinger, che incoraggiavano il Presidente a prendere una decisione sulla necessità «della leadership degli Stati Uniti sulle questioni concernenti la popolazione mondiale».

Questo cinico documento, che apertamente riconosce la relazione esistente tra la potenza politico-economico-militare di una nazione e il suo incremento demografico, in piena malafede, propone lo spopolamento di intere nazioni come unica soluzione in grado di mantenere i privilegi americani nel commercio di materiali strategici per il settore industriale e di conservare la supremazia militare americana. La crescita demografica di questi paesi viene additata come il peggior nemico da combattere con determinazione e con ogni mezzo! Lo studio sottolinea il pericolo, rappresentato dal crescente ruolo politico e strategico, sulla scena mondiale, delle nazioni più popolose del pianeta, e fornisce un elenco di questi paesi ai quali gli Stati Uniti devono dedicare una particolare attenzione; essi sono: India, Bangladesh, Pakistan, Nigeria, Messico, Indonesia, Brasile, Filippine, Thailandia, Egitto, Turchia, Etiopia, Colombia.

Agli elevati costi in aiuti economici, indispensabili per aumentare la produzione agricola dei paesi popolosi, viene fornita questa alternativa: «una serie di disastri nei raccolti potrebbe trasformare alcune di queste nazioni (in via di sviluppo) in casi di malthusianesimo classico, con carestie che potrebbero coinvolgere milioni di persone».

Il Rapporto, pur riconoscendo storicamente che le nazioni in fase di industrializzazione sono accompagnate da un desiderabile incremento demografico: «...la loro popolazione, generalmente, subisce una fase di rapida crescita demografica...dovuta alla relativa facilità nell'applicazione di politiche sanitarie che determinano un declino della mortalità, mentre il tasso delle nascite rimane alto», insiste sulla politica di spopolamento, giustificandola con queste parole: «dal punto di vista degli interessi americani, la riduzione delle richieste di cibo dei paesi in via di sviluppo (dovuta alla limitazione della crescita demografica) è vantaggiosa (perché questo) riduce solo le loro richieste di aiuti economici, mentre non intacca lo scambio commerciale»(2)

Il Memorandum riporta il "problema della resistenza delle Nazioni in via di sviluppo" ai piani di riduzione della popolazione, contenuti nel "World Population Conference Plan Action", presentato alla Conferenza Mondiale sulla Popolazione di Bucarest, nell'agosto del 1974, lamentando i cinque tremendi attacchi dell'Algeria, con l'appoggio di diversi paesi africani; dell'Argentina, sostenuta dall'Uruguay, Brasile, Perù e, più limitatamente, da altri paesi latino-americani; del gruppo dell'Europa dell'Est (meno la Romania); della Repubblica Popolare Cinese e della Santa Sede.

Il Memorandum sottolinea la necessità di applicare pressioni sui governi stranieri e sui loro leaders, in modo sottile ed efficace, al fine di erodere queste opinioni e queste resistenze, offrendo anche la collaborazione del Governo americano alle Organizzazioni dell'ONU, quali: OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), UNFPA (Fondo per le Attività sulla Popolazione delle Nazioni Unite), Banca Mondiale e UNICEF, in altre attività che includono anche la pianificazione familiare.

Un'altra direttiva del "Memorandum" richiede che gli Stati Uniti si occupino di programmi di familiarizzazione di questi obiettivi di contenimento e di riduzione della popolazione dei paesi in via di sviluppo, da tenere presso la sede centrale delle Nazioni Unite a New York, e indirizzati a ministri, ad alti incaricati governativi, a responsabili politici ed altri leaders privati che abbiano una certa influenza sull'opinione pubblica.

Nello studio, viene previsto anche il ruolo della Banca Mondiale che, con le sue risorse e con la sua stretta collaborazione con agenzie dell'ONU, quali la AID (Agency for Intemational Development) e la UNFPA (Fondo per la Popolazione delle Nazioni Unite), potrebbe promuovere, con efficacia, l'accettazione di queste politiche anti-demografiche presso i responsabili dei paesi in via di sviluppo.

Dopo aver individuato il pericolo di determinati paesi popolosi e ricchi di materie prime, perché, in futuro, "capaci di sostenere un'espansione demografica", il "Memorandum" indica le linee d'azione per indurre queste popolazioni ad accettare un cambiamento radicale di mentalità e imporre il modello della famiglia ridotta e quello di società a basso tasso di natalità.
Il documento espone al Presidente degli Stati Uniti e al Segretario di Stato il problema della crescita della popolazione come una questione di estrema importanza, raccomandando loro l'obiettivo strategico di ridurre drasticamente i tassi di fertilità nel terzo mondo.

Nulla viene escluso per ottenere i risultati desiderati: viene raccomandato il trasferimento della "tecnologia contraccettiva", la sterilizzazione, l'aborto, il condizionamento della popolazione e dei leaders politici; viene persino consigliato l'uso di propaganda da trasmettere nel mondo, via satellite. Tutto questo - viene suggerito - dovrà essere fatto in modo sottile senza rischiare di suscitare reazioni ed opposizioni, scegliendo la strada del propagandare più i benefici della riduzione della popolazione, quali la libertà di scelta individuale, l'assistenza sanitaria e lo sviluppo economico dei paesi più poveri, che i lati negativi.

Se tutto questo non bastasse, si prospetta anche che gli aiuti economici e il cibo dovranno essere condizionati all'impegno, dimostrato dal paese richiedente, sul fronte della riduzione del tasso di fertilità interno!

Il documento include, infine, una breve analisi sugli aspetti razziali, etnici, culturali e religiosi che possono portare a conflitti e a rivoluzioni politiche. In modo particolare, dove la densità demografica non sia rilevante, viene esaminata la capacità di destabilizzazione del diverso tasso di crescita demografica dei diversi gruppi etnici: «Pertanto, differenze nel tasso di crescita di queste popolazioni possono esercitare un ruolo determinante nel causare cambiamenti politici e conflitti, laddove la densità demografica, la "sovrappopolazione" di cui si parla, sia molto meno importante» 99.

Il 26 novembre 1975, le raccomandazioni politiche del "Memorandum 200", insieme ai suggerimenti proposti da Kissinger, vennero accolti dall'Amministrazione americana. Lo spopolamento di intere nazioni della terra entrava, così, a far parte della politica estera degli Stati Uniti! A firmare e a ufficializzare questo atto era stato il Direttore del Consiglio per la Sicurezza Nazionale, e intimo di Kissinger, Brent Scowcroft. Subito dopo, Kissinger creava lo “Office of Population Affairs", presso il Dipartimento di Stato, e lo "Ad Hoc Group on Population Policy", presso il Consiglio di Sicurezza Nazionale, per la messa in atto delle politiche genocide proposte dal "Memorandum 200".

Quattro decenni dopo, NSSM-200 rimane un documento fondamentale sul controllo della popolazione emesso e attuato dal governo degli Stati Uniti. Continua quindi a rappresentare la politica ufficiale degli Stati Uniti sul controllo della popolazione.
Nel 1996 le “nazioni sviluppate” del mondo hanno donato 2,2 miliardi di dollari per attività di controllo della popolazione. Quel numero è più che quadruplicato a 10,1 miliardi di dollari nel 2013, per un totale di 102,2 miliardi di dollari nel periodo 1996-2013. Quasi la metà di questi soldi, pari a 50 miliardi di dollari, è stata “donata” dagli Stati Uniti.
Il 63% di questo denaro va nella denatalità e nel controllo la popolazione dell'Africa, il continente - guarda caso - con le maggiori risorse minerarie del globo.
Tale somma NON ha migliorato il tenore di vita delle persone, anzi. Questi 100 miliardi di dollari hanno trasformato le grandi famiglie povere in piccole famiglie povere, se invece fosse stato riversato in un vero sviluppo economico (strade, sanità, acqua, scuole, elettrificazione e attrezzature per l’agricoltura) avrebbe veramente potuto migliorare le condizioni di vita.
Ma ovviamente lo scopo era ed è un altro!

NSSM 200 non è mai stato abrogato. Rappresenta ancora la posizione formale del governo degli Stati Uniti sulle questioni demografiche.

Note:

(1) Summary of National Security Study Memorandum 200

(2) Idem

Credit cards

Marcello Pamio - 20 aprile 2022

Con la scusa di contrastare l’evasione fiscale e il riciclaggio, il regime vuole far sparire dalla circolazione la moneta. La nostra beneamata lira coniata nel 1860 a Firenze, venne in prima battuta scaricata nel cesso da un giorno all’altro dopo 140 anni, con l’introduzione dell’euro!
Ora tocca alla moneta europea scomparire, lo hanno già detto.

Ma come metterla al bando, per fare posto alle monete elettroniche molto più controllabili (e non mi riferisco alle criptovalute, anche se la strada imboccata è quella)?
Semplice: basta dire agli schiavi che meno cartamoneta c’è in circolazione e meglio sarà per il Fisco. Ovviamente solo un decerebrato può pensare che siano queste le motivazioni, ma dopo due anni di lavaggio encefalico e propaganda, alla gente si può raccontare qualunque minchiata.

Ed ecco la genialata del limite al contante!
Dal primo luglio 2020 il limite per l’uso massimo dei contanti è sceso a 2000 euro, per calare ulteriormente quest’anno a 1000 euro. Tale scadenza è stata rinviata al 1° gennaio 2023.
Questo percorso criminoso volto alla sparizione della moneta non è nato con i gesuiti Draghi o Monti, ma nel lontano 1991 quando il governo Andreotti mise il limite a 20 milioni di lire.

Con il passaggio all’euro nel 2002 è diventato 10.329,14 euro e il 26 dicembre 2002 il governo Berlusconi lo alzò a 12.500 euro. Prodi dal canto suo il 30 aprile 2008 lo fece scendere a 5000 euro per poi magicamente il 25 giugno 2008 ci pensa sempre il Caimano a rialzarlo portandolo a 12.500 euro. Il 31 maggio 2010 ritorna a 5000 euro.

Il grande passaggio è avvenuto il 13 agosto 2011 quando Berlusconi abbassa i contanti a 2500 euro mentre Monti il 6 dicembre 2011 ha il coraggio di portarlo a 1000 euro! Quindi il governo ha stabilito nel caso in cui la somma da pagare sia superiore a 999,99 euro, il pagamento con assegno, bonifico o carta di credito, tracciato cioè attraverso il sistema bancario o postale.

La legge di stabilità del 2016 ha riportato il limite a 3000 euro per poi, come detto in apertura, dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021 il limite è di nuovo sceso a 2000 euro e dal 1° gennaio di quest’anno a 1000 euro con il banchiere Draghi.
Ma il Milleproroghe ha spostato la scadenza del demenziale limite a gennaio 2023.
Vedremo nel frattempo cosa succederà...

Cosa possiamo fare? Come direbbe De André: “in direzione ostinata e contraria”! Usare meno possibile le carte di credito e/o debito e andare a fare acquisiti SOLO da chi accetta i contanti.
Tutti quelli che pretendono solo il pagamento elettronico vanno boicottati e anche denunciati.

Per approfondire

https://www.studiocataldi.it/articoli/36406-limite-contanti.asp

Marcello Pamio – tratto dal libro “L’Ebreo internazionale” di Henry Ford, 1938
Conoscere le notizie prima degli altri, sapere quello che deve accadere, prima che lo sappiano gli altri, è sempre stata una prerogativa degli ashkenaziti, resa più facile dalla stretta coesione dei propri gruppi e comunità. Sono stati gli inventori delle “note informative”.
Per molti secoli gli ashkenaziti sono stati il popolo meglio informato del mondo intero: dalle fonti segrete delle Corti e delle Cancellerie, costituite da ashkenaziti privilegiati che occupavano posizione altolocate, essi erano a conoscenza di tutti gli eventi mondiali. Hanno sempre avuto spie dappertutto.

Un esempio interessante e storico di come hanno saputo sfruttare le ultime notizie a proprio vantaggio è costituito dalla carriera di Nathan Rothschild di Londra.
Mayer Amschel Rothschild è l'ashkenazita a capo dell'impero omonimo, ebbe 5 figli che si sparsero per tutta l'Europa per meglio controllare il continente: Nathan a Londra, Jacob a Parigi, Amschel a Francoforte, Carl a Napoli e Solomon a Vienna.
Questo banchiere aveva basato tutti i suoi piani finanziari sul presupposto che Napoleone, in quel tempo esiliato al’Isola d’Elba, fosse eliminato definitivamente dalla scena politica europea.

Nathan Mayer Rothschild

Invece Napoleone tornò, e durante i 100 giorni del suo ultimo governo, nel 1815, sembrò che tutto l’edificio finanziario innalzato dai Rothschild dovesse crollare definitivamente.
Nathan quindi aiutò con tutti i mezzi la Prussia e l’Inghilterra contro Napoleone, e quando l’esercito francese e quello degli alleati, si trovano di fronte a Waterloo nessuno, come lui, ebbe maggior interesse nella vittoria di questi ultimi.

Battaglia di Waterloo

Nathan aveva sempre avuto paura del sangue; era personalmente un vigliacco e tremava al minimo accenno di violenza; eppure il suo interesse per l’esito della battaglia, dalla quale dipendevano la sua esistenza e la sua fortuna, fu tale da indurlo a correre in Belgio; qui seguì l’esercito inglese e fin dal principio della battaglia si nascose in un punto da dove poteva seguirne le fasi, al riparo dai proiettili di Hougoumont.

Castello di Hougoumont dove avvenne la battaglia

Nel preciso istante in cui Napoleone riunì le sue ultime riserve per un disperato tentativo, Nathan non ebbe più dubbi, ed esclamò, come egli stesso ebbe a raccontare più tardi: «la casa dei Rothschild ha vinto la battaglia».
Abbandonò in fretta il campo, montò a cavallo e si recò a Bruxelles senza dire una parola a nessuno. Di lì passo ad Ostenda, dove imperversava un tale temporale che nessuna nave si azzardava intraprendere la traversata per l’Inghilterra. Ma Rothschild dimenticò la sua paura e la sua avarizia, al pensiero di quanto avrebbe potuto guadagnare alla borsa di Londra e offrì prima 500 franchi, poi 800 arrivano fino a 1000, pur di essere trasportato sull’altra sponda.
Nessuno accettò, fino a quando si presentò un capitano, dicendo di essere disposto a tentare la folle impresa ma solo se Rothschild sborsava 2000 franchi. Così che fece. I due partirono e arrivarono entrambi mezzi morti nella costa inglese; ma Rothschild non si fermò: ordinò cavalli da posta e corse a Londra senza perdere un minuto e senza lesinare quattrini.

In quell’epoca non esistevano né il telegrafo né altri mezzi rapidi di comunicazione.
Tutta l’Inghilterra era costernata per le cattive notizie che circolavano dappertutto.

La mattina del 20 giugno 1815, quando Nathan Rothschild apparve in Borsa al suo posto abituale, nessuno sospettava ciò che egli sapeva. L’ashkenazita appariva pallido e stanco, e il suo triste aspetto fu attribuito alle cattive notizie che doveva aver ricevuto sulla guerra.

Borsa di Londra

Dopodiché lo osservarono mentre vendeva tranquillamente i suoi titoli. Come? Rothschild vendeva? Le quote scesero catastroficamente, un panico enorme s’impossessò degli agenti di borsa e dei finanzieri; sul mercato si rovesciò una pioggia di titoli di Stato, e nel frattempo tutto quello che veniva offerto in vendita, era comprato dagli agenti segreti di Rothschild, pagati per acquisire tutto quello che gli altri svendevano!

Questo accadde nei giorni 20 e 21 giugno 1815, e alla chiusura della borsa di Londra (mercoledì 21 giugno), le casseforti di Rothschild erano ricolme di titoli. Nello stesso pomeriggio arrivò un corriere espresso con la notizia che Arthur Wellesley, meglio noto come Duca di Wellington, aveva sconfitto Napoleone, il quale è fuggito al Sud.
Nathan Rothschild aveva guadagnato qualcosa come 40 milioni per il solo fatto di essere stato il primo a conoscere una notizia di attualità prima degli altri...

San Giorgio e il drago nel dipinto a olio su tela di Paolo Uccello

Marcello Pamio

La leggenda di San Giorgio e il drago è una delle più antiche rappresentazioni del martire-cavaliere che combatte il male, simboleggiato dal drago.
Tra gli uccisori del mostro nessuno ha riscosso tanta venerazione quanto appunto San Giorgio e infatti non è un caso che sia il patrono di vari paesi, tra cui l’Inghilterra.
I cristiani si identificarono facilmente nel santo coraggioso che aveva liberato una terra in mano agli infedeli: come santo protettore dei crociati, nessuno era più adatto di lui.

E’ così importante che l’Ordine di San Giorgio rappresenta la più alta onorificenza militare della Federazione Russa! Ma guarda caso...
Per comprendere il motivo per cui in molte città russe sono apparsi cartelloni pubblicitari con una grande “Z” formata da un nastro nero e arancione, bisogna sapere che questi sono appunto i colori del nastro di San Giorgio, simbolo di protezione dalle forze del male, e simbolo anche dello slogan “Non rinunciamo al nostro popolo”. Tale riferimento va alla popolazione russofona che vive in Ucraina, proprio quella massacrata nel silenzio tombale degli ipocriti occidentali dal 2015 in poi.

Cartelloni pubblicitari apparsi in molte città russe

E’ il nastro di San Giorgio, cioè l’eroe che uccise il drago adottato come simbolo della sconfitta del nazismo!

Nastro di San Giorgio

Lo so, la demenza è galoppante, parallelamente ai vuoti di memoria storica. Vi ricordo che il 2 maggio 1945 fu l’armata rossa (oggi i nemici dell’umanità) a far capitolare i nazisti tedeschi, i quali si arresero definitivamente il 9 maggio. Il nazismo era morto, così come il suo leader, grazie ai russi. Scusate, ma quanto manca al 9 maggio 2022?
E’ per questo che i russi si fregiano con orgoglio della Z con il nastro di San Giorgio!

La Z e la swastika
La Z è un antichissimo simbolo cristiano ortodosso: sacrale per i popoli slavi perché fornisce protezione dalle forze oscure, dalle forze del male.
Dal punto di vista simbolico la Z è una lettera latina mentre in Russia si usa l’alfabeto cirillico, dove l’equivalente di questa lettera assomiglia più al numero “3”!
Il numero 3 rappresenta la trinità (padre, figlio e spirito santo) perché tre sono le linee nella Z: la linea superiore che rappresenta il Cielo, il mondo spirituale, quella inferiore che riporta alla Terra, il Figlio, mentre la linea diagonale è lo Spirito Santo che unisce l’alto con il basso, impedendo il passaggio alle forze oscure.
Probabilmente è un simbolo ancestrale, forse la più antica preghiera slava conosciuta.

Antica rappresentazione della swastika

Interessante è quando vengono unite due Z capovolte: salta fuori la croce uncinata, detta swastika: antichissimo simbolo religioso di stampo solare e protettivo. Questo simbolo è stato usato dai nazisti in senso totalmente distruttivo e criminale!
Tutto ovviamente tranne che solare...

Campagna diffamatoria
Vi sembra normale e soprattutto giustificata la vergognosa compagna propagandistica che il Sistema sta facendo ad una semplice lettera? E’ solo perché è divenuta l’orgoglio russo o solo perché è apparsa nei carri armati?
Ad un occhio accecato e ad un cervello atrofizzato potrebbe apparire di si, la verità invece è molto più profonda…. Dietro tutto ciò risalta un odio viscerale, un profondissimo ed arcaico rancore nei confronti del popolo russo (che ha distrutto il nazismo nel 1945), e di quello che rappresenta. La Russia è infatti l’ultimo baluardo dei valori cristiani. L’ultima barriera che difende la vera spiritualità e la difende dal drago dai satanisti del Deep State…
L’accanimento universale ad una lettera dell’alfabeto cela un vero e proprio attacco da parte delle forze oscure al collegamento con i mondi spirituali!

Marcello Pamio

La guerra è lo strumento fondamentale dell’economia! Viene imposta come desiderio di supremazia e di potenza mercantile, geopolitica e militare, ma dietro c’è il sistema bancario internazionale, senza il quale non sarebbe possibile realizzarle.
L’obiettivo delle banche non è il controllo del conflitto in sé, ma il controllo del debito che il conflitto produce.

Il grande valore di una guerra, il vero valore sta nel debito che genera. Se controlli il debito, controlli tutto!

E la finanza internazionale controlla tutto!

Lo scontro russo-ucraino non fa eccezione, anche se in questo caso siamo di fronte a qualcosa di diverso, qualcosa di molto più profondo, antico e insidioso: uno scontro antropologico, una vera e propria guerra di civiltà!
Il progetto diabolico che da decenni chiamano Nuovo Ordine Mondiale ha iniziato a scricchiolare con la crisi economica del 2007-2008, e l’obiettivo di un mondo sottomesso sembra non reggere alla complessità del sistema, e questo nonostante i mezzi di controllo siano sempre più sofisticati e pervasivi. Ci sono ancora troppe varianti, ed è ancora troppo imprevedibile l’individualità umana!

Samuel P. Huntington è stato un politologo statunitense. Uno dei massimi esperti di politica estera, consigliere di Jimmy Carter, direttore degli Studi strategici e internazionali di Harvard, fondatore di Foreign Policy.

Dall’altra parte stiamo assistendo allo spostamento del potere dal mondo ashkenazita delle grandi famiglie imperiali (Rothschild, Rockefeller, ecc.) tuttora centrali, che da secoli hanno gestito la finanza usuraia, ai nuovi magnati delle biotecnologie e della digitalizzazione (Bill Gates, Klaus Schwab, George Soros, ecc.). L’introduzione della criptomoneta digitale difficilmente controllabile sta facendo vacillare la kabala del potere.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: la totale disfatta e caduta dell’impero Occidentale.

L’ultimo colpo di coda dell’élite è stata la magistrale invenzione dell’epidemia di SarsCov2: il disperato tentativo di piegare la volontà umana stringendo le maglie del controllo con il ricatto, la paura e il terrore. L’occasione è servita da una parte a livellare i già risicati diritti umani, dall’altra a fagocitare la classe medica, l’unica (assieme alle forze dell’ordine) che avrebbe potuto rallentare il processo di inoculazione nel corpo dei goym di sostanze geniche (che solo la cricca al Potere conosce) e metalli elettromagnetofili come l’ossido di grafene.

Sostanze che saranno molto utili nel prossimo futuro e dopo l’attivazione del 5G (che avverrà a luglio in Italia)...

In parallelo l’Occidente ha intensificato consapevolmente l’assedio militare alla Russia circondando il paese. Estonia, Lituania, Polonia, Slovacchia, Ungheria e Romania sono tutti paesi confinanti con la Russia e tutti casualmente membri della Nato. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la provocazione da parte dell’Ucraina di voler aderire all’organizzazione atlantica. La sua prostituzione all’elité dominante avrebbe voluto dire basi americane e missili nucleari a pochissima distanza da Mosca. Cosa questa inaccettabile per il presidente Vladimir Putin!

Lo scontro è epocale. L'Ucraina è solo la scusante ufficiale...

Ma il punto cruciale non è questo, è un altro: la Russia è l’ultimo baluardo del vero cristianesimo: lo sbarramento e l’ultima resistenza al folle e diabolico piano criminoso del Deep State. E questo non lo possono tollerare.
Hanno a tal proposito pagato e posizionato l’ashkenazita Zelensky a capo di un paese flagellato da colpi di stato, nazismo etnico e corruzione per combattere una guerra per procura contro il nemico russo. Un ex attore fallito di cabaret, con anche ambigui gusti sessuali, pagato profumatamente è stato messo a capo del governo eterodiretto da Wall Street, la City di Londra e Israele.
Ma le cose stanno cambiando...

Nella recentissima assemblea delle Nazioni Unite la maggior parte dei popoli si è ribellata a questo gioco perverso. La condanna alla Russia è stata votata da 141 paesi, ma ben 35 si sono astenuti (tra cui Cina, Iraq, Iran, India e Algeria) e 5 hanno votato contro (Russia ovviamente, Corea del Nord, Siria, Bielorussia, Eritrea). Gli abitanti di tutti questi paesi rappresentano tre quarti del mondo.

La logica conclusione è che i globalisti ashkenaziti sono riusciti a corrompere tutto il mondo occidentale di matrice cattolica, ma non sono riusciti a piegare le etnie musulmane, cristiano-ortodosse, indo-buddiste e taoiste, le cui identità di appartenenza religiosa sono ancora fortemente strutturate e inattaccabili.

Per usare le parole del filosofo e ideologo di Putin, Aleksandr Dugin, quella che si sta combattendo in Ucraina non è solamente una guerra per “denazificare” il paese e proteggere la popolazione filo-russa del Donbass, ma una battaglia contro le oligarchie mondiali, contro un Occidente moderno: “il mondo dell’Anticristo”. Il filosofo sostiene infatti che “l’operazione militare speciale” in corso in Ucraina “è diretta non solo contro il nazismo ma ancor più contro il liberalismo e il globalismo. Dopo tutto, sono stati i liberali occidentali a rendere possibile il nazismo ucraino, a sostenerlo, ad armarlo e a metterlo contro la Russia, come nuovo polo di un mondo multipolare”.

Da questo punto di vista l’Ucraina diventa il territorio di scontro di Civiltà, tra le due fazioni opposte: il “Grande Reset” occidentale contro il “Grande Risveglio” orientale. “Le élite globali di Biden, Klaus Schwab, Bill Gates, Bernard-Henri Levy oggi rappresentano una setta totalitaria, un regime dittatoriale che cerca di stabilire un controllo totale non solo sui corpi delle persone, ma sulle loro menti, le loro immaginazioni, i loro sogni. Ci sono solo due partiti nel mondo oggi: il Partito del Grande Reset e il Partito del Grande Risveglio”.

La Russia quindi combatte per resistere al paradigma satanista degli ashkenaziti, che vedono l’essere umano come una bestia senza valore (goym).
Poi va tenuto in considerazione anche la storia della popolazione dei cazari, oggi chiamati ashkenaziti, la cui madre terra, il regno di Cazaria è stato smantellato da imperatori russi.

il Regno di Khazaria

Ricordo che il loro antico regno andava dall’odierna Kiev fino alla Mongolia, casualmente proprio sulla terra oggi chiamata Ucraina! Il dente è avvelenato da molti secoli, e loro non dimenticano...
Ma questo purtroppo, gli schiavi indottrinati non lo sanno e non riescono a vederlo. I sudditi non si rendono conto di tale scontro epocale, perché totalmente annichiliti dalla propaganda, da decenni di deculturizzazione e cresciuti in una società che li ha fatti affogare fin dalla nascita nella degenerazione fisica, cognitiva e spirituale.
Bisogna ammetterlo: oggi la civiltà occidentale è rappresenta da una sorta di bestiame senza volontà e senz’anima, animali alienati dalla realtà e destinati al macello (vaccini, microchip, quantum-dots, ecc.), dove la spiritualità è annichilita da un becero materialismo ateo.

La posta in gioco non è mai stata così alta: da una parte c’è la salvaguardia della famiglia, dell’identità storica e religiosa, della moralità e dei valori anche cristiani (nel senso più elevato del termine, che non ha nulla a che spartire col cattolicesimo), dall’altra un vero e proprio incubo: una esistenza immersa nella più terrificante e fagocitante tecnologia mai vista prima. Una società privata del contante (e dipendente dal virtuale), priva di relazioni sociali e del contatto con la Natura, tutti immersi in un oceano di input (visivi, sonori, virtuali, elettromagnetici, ecc.).
Insomma una finta vita spacciata per vera!

Proiettati nel mondo virtuale del metaverso non si vivrà la vita vera...

I bambini - e sta già accadendo - potranno nascere senza sesso definito (lo decideranno come si sceglie il gusto del gelato) e crescere nella totale imbecillità e ignavia grazie alla propaganda educativa di regime. Ma la tecnologia permetterà loro di “vivere” e viaggiare all’interno di mondi virtuali digitali (metaversi e cyberdroghe) così da sopportare la propria infame esistenza.
In Occidente tutto sta andando verso questo abominio, verso la totale disumanizzazione e l’annichilamento dell’uomo. Lo scopo è preparare la strada al Transumano e Postumano.
Dal Metaverso alla fusione tra uomo e macchina il passaggio sarà velocissimo e indolore.

Vogliono l’ibridazione del DNA con le macchine (grazie alla genetica e al grafene contenuto nei sieri) per creare un essere senz’anima, controllato da intelligenze artificiali tramite 5G e 6G.

Siamo in una autentica deriva antropologica diabolica! Puntano al simbionte: un essere metà uomo e metà macchina per creare quella post-umanità utile ai loro bassissimi scopi...

Ecco perché l’uomo triarticolato (corpo, anima e spirito) sta per essere trasformato in uomo binario (corpo, anima) dove le dinamiche dell’anima saranno lasciate appositamente in preda alla sensorialità e alla fredda logica razionale dell’ego. A questo serve il materialismo ateo, che include la digitalizzazione, la meccanizzazione e la magnetizzazione: far sprofondare l’uomo nella materia, nelle energie e negli istinti più bassi. Si tratta della strada maestra verso l’antiumano!

Una realtà senza morale, senza famiglia, senza identità, privi di radici storiche e senza futuro, dove le peggiori perversioni sono promosse e/o normalizzate. Una civiltà al tramonto, e proprio per questo sempre più spietata e cattiva.

Oggi l’Impero occidentale sempre più decadente e degenerato sta definitivamente crollando…
Ce lo ricorda anche Jacques Attali nel suo libro “Breve storia del futuro” del 2006 (rivisto e aggiornato nel 2016): «Il mercato sta avendo la meglio, per cui porrà fine a tutto ciò che possa nuocergli, compresi gli Stati, che distruggerà uno dopo l’altro, e tra i primi gli Stati Uniti d’America!
Entro il 2030, alla fine di una lunga battaglia di cui l’attuale crisi finanziaria ed economia segna l’inizio, e nel mezzo di una grave crisi ecologica, gli Stati Uniti, impero ancora dominante, saranno vinti. Esauriti finanziariamente e politicamente, come gli altri imperi prima di loro, cesseranno di governare il mondo. Il pianeta sarà gestito da un gruppo di potenze regionali. Ci sarà la divisione del potere mondiale tra dodici nazioni»…

Quindi entro il 2030 vedremo crollare l’Impero americano (anche grazie allo scontro di civiltà con la Russia), e non lo dicono le centurie di Nostradamus ma le previsioni di Jacques Attali, economista, consigliere di Mitterran e primo presidente della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo: uno ammanicato col Sistema, uno che sa come funziona e soprattutto come pensa il Leviatano…

Per approfondire l'interessante video di Giovanni Angelo Cianti

di Emanuela Lorenzi, 2 aprile 2022

DANNI COLLATERALI

Potrà il tuo minuto sopracciglio
non ancora corrugato sul mondo,
figlio,
reggere aperto e furibondo
l'insostenibile leggerezza
di quest'aria cinica
come gabbiano sopra il mare
in picchiata sul muro egoista
contro cui sbatte l'Ibis eremita
e lo sguardo del bambino siriano
schiacciato fra cielo e terra
sotto la nostra bomba altruista?

(Hai detto, dritto nel petto
«Se si chiama pace perché si fa con la guerra?»)

Alcuni bambini sono più uguali di altri.
Sono versi ispirati di getto qualche tempo fa dall’acuta osservazione di mio figlio sull’ossimorica narrazione della “guerra di pace”, nella schizofrenia della condanna dei bambini soldato in Africa e al contempo la celebrazione della bambina ucraina con il leccalecca in bocca che imbraccia il fucile (come fa notare Sara Reginella, esperta di Donbass e psicoterapeuta, c’è molta patologia nell’armare per la pace). La consapevolezza geopolitica, la logica aristotelica, la saggezza, sono patrimonio di ogni bambino fintanto che la sua mente è immune alle pervasive sovrastrutture di una putrefatta adultità. Del resto, un Piccolo Principe disse che tutti sono stati bambini una volta ma pochi se ne ricordano. Il bambino siriano potrebbe essere quello yemenita (6.500 uccisi anche dalle bombe italiane, per un totale di circa 400mila morti e 4 milioni di profughi della guerra ribattezzata dalla neolingua occidentale ‘rinascimento arabo’), afgano (oltre 6.500 bambini ammazzatie 15.000 feriti solo fra 2009 e 2018), serbo (79 bambini massacrati dai 78 giorni di “bombardamenti umanitari” NATO e il resto condannati dall’esposizione all’uranio impoverito), del Donbass (14mila morti in 8 anni di cui 300 bambini), iracheno (500mila bambini morti a causa delle sanzioni fra il 1991 e il 2003, più che ad Hiroshima, massacro di fronte al quale la risposta della Albright, segretaria di stato USA dell’amministrazione Clinton scomparsa alla vigilia del ventitreesimo anniversario dell’aggressione Nato alla Jugoslavia, fu più o meno “ok il prezzo è giusto”, “the price is worth it”, sì ne valeva la pena). Ma come insegna Orwell, alcuni bambini sono più uguali di altri e alcune guerre più guerre di altre.

Una guerra del cui ripudio costituzionale (art 11) non solo si è fatto stupro e carta straccia, come di tutti gli altri articoli che regolano i principi fondamentali in questi due anni di apocalittico e impudico svelamento del piano di ristrutturazione globale e antropologica in senso feudale attuata dalle psicopatiche élite al potere (e che sta rapidamente trasformando le masse in peso sempre più inutile, gli useless eaters di Kissinger, tramite l’automazione e la deficienza artificiale), ma che è divenuto vessillo di una tavola di valori rovesciati: dalla “distruzione creativa” alla “guerra pacificatrice”, passando per il “veleno salvifico” e l’”obbligo con consenso”, il salto dell’unico neurone rimasto nel cervello lavato dell’italiota intriso di propaganda bellica e di discriminazione normalizzata è facile. Indolore. Insapore. Incolore. Come l’adesione alla NATO come nuovo dogma. Sicuro ed efficace, come il non-vaccino, come le non-bombe elargite a pioggia, a battesimo buono e giusto. Ha ben detto Paolo Borgognone: siamo un paese colonizzato che fa il colonialista con gli altri e la Russia è forse l’ultimo bastione in difesa proprio di quei valori ‘cavallereschi’ (onore, fedeltà, onestà e signorilità) che erano un tempo i nostri, quelli dell’occidente ormai in declino, nonché unico argine alla globalizzazione.

Il sonno della ragione genera mostri, ammoniva l’incisione di Goya. E così, di mostro in mostro, di distopia in distopia, di emergenza in emergenza (il terrorismo ha gentilmente ceduto il passo alla pandemia che ora lo cede alla guerra delle guerre), il Great Reset di Davos si configura innanzitutto come reset intellettuale, con l’immersione nel metaverso che, parafrasando Baricco, sfila via i fatti dalla realtà lasciandoci solo storytelling.

Alla militarizzazione della lingua ci hanno abituati da due anni tra “coprifuoco”, “guerra alla disinformazione” e “chiamata alle armi contro le fake news”, come dice Calvino "Dove si fa violenza al linguaggio è già iniziata la violenza sugli umani", mentre proprio l’impoverimento del linguaggio è secondo Cristophe Clavé fra le cause dell’improvvisa diminuzione del quoziente intellettivo medio della popolazione mondiale (inversione dell’effetto Flynn) rilevabile negli ultimi venti anni :“Non c’è bellezza senza il pensiero della bellezza”. Ed ecco la parola, il racconto, la narrazione. La “Grande narrazione” (The Great Narrative) di Klaus Schwab (di gennaio 2022 ), che dopo averci detto nella “Quarta Rivoluzione Industriale” (del 2016) e poi nel “Grande Reset” (del 2020) che non possederemo nulla e saremo felici – non solo nessuna proprietà e quindi neppure il pane che i caritatevoli presìdi continueranno ad elargire solo ai possessori di Ahnenpass, ma neppure più il nostro corpo grazie alla fusione trans e post-umana delle nostre sfere “fisica, digitale e biologica” - ora ci mostra ancora chiarissimamente il vero significato delle parole “resilienza”, “sostenibilità”, “inclusione”, gretinamente e ciecamente svuotate e ribaltate nella “political correctness” che l’antropologa Ida Magli definì “la forma più sofisticata di lavaggio del cervello che i governanti abbiano mai imposto a i propri sudditi”: quello degli odierni narratori oligarchici si configura nelle loro stesse parole come "sforzo collaborativo dei principali pensatori del mondo per modellare prospettive a lungo termine e co-creare una narrativa che possa aiutare a guidare la creazione di una visione più resiliente, inclusiva e sostenibile per il nostro futuro collettivo". A proposito di furti di parole.

«La grande marcia della distruzione intellettuale proseguirà. Tutto sarà negato. Tutto diventerà un credo. Sarà una posizione ragionevole negare le pietre della strada; diventerà un dogma religioso riaffermarle. È una tesi razionale quella che ci vuole tutti immersi in un sogno; sarà una forma assennata di misticismo asserire che siamo tutti svegli. Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate.».
Gilbert Keith Chesterton, Eretici, 1905

La cancellazione del passato.
Mentre Julian Assange riafferma la propria umana (r)esistenza sposandosi in condizioni di prigioniero per aver detto la verità nel dissociato mondo in cui viviamo secondo le regole del bipensiero del Socing, ecco che ce l’hanno fatta: hanno trasformato il presente nel coagulo distopico orwelliano dove moderni Winston Smith obliterano il passato per possedere il futuro (“Chi controlla il passato, controlla il futuro: chi controlla il presente, controlla il passato”) nella frettolosa cancellazione dagli archivi di giornali mainstream di articoli del 2014 sulla carneficina dell’Euromaidan il colpo di Stato naziucraino in Donbass preparato e finanziato dagli USA; persino la pagina Wikipedia dedicata alla strage della Casa dei Sindacati di Odessa del 2 maggio 2014, tra il 29 e il 30 marzo è stata radicalmente modificata da ‘strage’ a generico ‘rogo’ con l’eliminazione di ogni riferimento alle precise responsabilità dei gruppi nazisti e nazionalisti ucraini (fra cui aver bruciato vive, sgozzato e finito a sprangate oltre 40 persone, superando ogni livello di disumanità nello strangolamento di una donna incinta con un cavo del pc e filmando l’atrocità con frasi di dileggio sulla “mammina russa e il suo figlioletto”, come pochissimi giornalisti hanno riportato, di certo il compianto Giulietto Chiesa con molti suoi documentari su quello che aveva definito un “Progrom programmato”, fra cui Odessa, 3anni per PandoraTv); o nella cancellazione di documentari sulla abominevole sepoltura dell’infanzia nei due minuti di odio russofobo impartito nelle scuole dove si vendono dolcetti di “sangue di bambino russo” (del resto nei libri di testo ucraini ai bambini viene insegnato a odiare la Russia, come denunciato dal ministro dell’istruzione russo Kravzov) e nei campi estivi di addestramento alla guerra per bambini e adolescenti (come denunciò The Guardian in un reportage del 2017 Ukraine’s far-right children’scamp) con una iconografia sfacciatamente banderofila (al nazista Stefan Bandera si ispira il battaglione Azov e buona parte di quelli che costituiscono il cosiddetto ‘esercito’ ucraino) e spesso satanista (manufatti satanici sono stati ritrovati accanto a quelli nazisti) alla luce del sole nero (Schwarze Sonne) e di un nazismo sdoganato dagli ‘antifascisti’ di casa nostra e ora acquistabile persino su amazon da felpe a tazze con logo del battaglione. Del resto, non tutti i nazisti sono uguali, esistono i nazisti buoni, come quelli di cui fa romantica apologia un incommentabile Gramellini senza destare dal sonno le dormienti platee di sinistrati pacifinti che acclamano l’ex attore, così democratico che ha appena sospeso tutti i partiti di opposizione e chiuso tutti canali tv non allineati, con persecuzione e persino incarcerazione per i blogger che osino dissentire ( Gleb Lyaschenko rischia 8 anni di prigione per aver scritto “Per 8 anni la Russia ha chiesto e persino implorato l’Ucraina di cambiare rotta… L’Ucraina ha rifiutato per 8 anni. Ed ecco il risultato”.)

La menzogna e la carneficina (dei cervelli).
Tutto fa brodo nel metaverso de-cognitivizzato delle masse suddito, prima covidiotizzate ed ora ucretinizzate dalle sempre più grossolane mistificazioni del Narratore Unico, tra fucili di cartone, crisis actor colti nella preparazione del trucco (con tanto di esposizione dell’inganno), improbabili giornalisti con elmetto di ordinanza che ha sostituito la mascherina con tranquilli passanti o turisti accanto o peggio sfondi di ologrammi che sconfinano tagliando la spalla in primo piano, la stessa modella-blogger incinta usata come vittima in diversi set (con 7 vite come i gatti), il crollo di una scala mobile della metro di Roma del 2018 spacciato per bombardamento russo su Kiev, sequenze tratte da videogiochi o persino episodi di Star Wars diffusi nei tg nazionali come attacchi russi, sfilate aeree di anni precedenti o teatri di altre guerre ed altri tempi fatti passare per attuali, carri armati ucronazi (non russi) che calpestano spietati automobili, fino al missile Tochka-U lanciato dai battaglioni nazionalisti sui civili di Donetsk (intercettato dall’antimissilistica russa che ne ha limitato i danni, ma che ha fatto comunque strage di persone in coda per la pensione, 20 morti e 28 feriti gravi inclusi bambini donne e anziani) spacciato per “massacro a Kiev presumibilmente perpetrato dall’esercito russo”… La Stampa è stata subito querelata dalla testata Ura.ru per aver usato la foto di un suo fotoreporter all’indomani dell’attacco, ma anche denunciata in sede ONU dalla Russia, per un falso che il prof Angelo d’Orsi definisce, in una lettera di addio al giornale di cui è storico collaboratore da molti anni, il punto più basso del giornalismo italiano “Avete toccato il fondo della disonestà giornalistica. State spingendoci verso la terza guerra mondiale”. Per inciso, anche Manlio Dinucci termina la sua lunga collaborazione con Il Manifesto dopo la censura di un suo articolo nel quale chiedeva di “aprire un dibattito sulla crisi ucraina” denunciando il piano strategico degli Stati uniti contro la Russia elaborato tre anni fa dalla Rand Corporation, un rifiuto di uniformarsi alla direttiva del Ministero della Verità che gli è costato la rimozione dell’articolo in pieno stile orwelliano (fra i punti stabiliti dal piano, “Anzitutto si deve attaccare la Russia sul lato più vulnerabile, quello della sua economia fortemente dipendente dall’export di gas e petrolio: a tale scopo vanno usate le sanzioni commerciali e finanziarie e, allo stesso tempo, si deve far sì che l’Europa diminuisca l’importazione di gas naturale russo, sostituendolo con gas naturale liquefatto statunitense. In campo ideologico e informativo, occorre incoraggiare le proteste interne e allo stesso tempo minare l’immagine della Russia all’esterno.” Non c’è che dire hanno realizzato tutto).

La fiera delle fake news di stato continua con fantomatici ‘massacri’ su obiettivi sensibilizzanti il benpensante (ospedali pediatrici, teatri, centri commerciali, asili - “I BAMBINI!!” - con morti totalmente inventati, asili e ospedali invece sgomberati da tempo e con violenza dagli stessi ucronazi per farne depositi di armi), un colpo di antiaerea ucraino e non un missile russo ha colpito il palazzo di Lungansk , e a Mariupol come altrove sono ‘paradossalmente’ (per l’euroatlantista borghese mediamente eterodiretto) proprio i russi cattivoni a mettere in salvo i civili usati invece come scudi umani dal loro stesso governo, cacciati nelle cantine senza acqua né cibo né luce né informazioni sui corridoi umanitari aperti e scippati delle loro case che vengono usate come perfette feritoie da cui sparare (ammazzando chiunque si rifiuti di farli entrare e lanciandone i cadaveri giù in strada, come raccontano gli abitanti di Mariupol intervistati, per i quali i russi sono liberatori). Come qualche acuto osservatore ha fatto notare, se i Russi fossero la NATO avrebbero fatto tabula rasa in pochissimo anziché condurre azioni chirurgiche e di bassa intensità con armamenti anche obsoleti, ma i Russi non sono la NATO e non solo non hanno velleità espansionistiche ridicolmente affibbiate loro dai corrispettivi guerrafondai del cosiddetto democratico occidente (godono di un territorio sconfinato e non densamente abitato, di riserve di minerali, di grano, di gas, hanno autosufficienza energetica, economica, alimentare e, soprattutto, spirituale) né soprattutto intenzione di danneggiare i civili. Tutto questo non lo vedrete né ascolterete in nessun canale di informazione mainstream, dopo la censura e chiusura di ogni voce non allineata (vedi Sputnik o Russia Today), ma emerge dalle testimonianze dei civili messi in salvo dai russi attraverso i corridoi umanitari che vengono loro negati, delle famiglie che riescono ad uscirne senza essere massacrate a bruciapelo dagli stessi ucraini mentre cercano la salvezza allontanandosi in bicicletta o in auto dai territori devastati, grazie al prezioso lavoro dei due soli giornalisti italiani rimasti watchdog (cane da guardia) non lapdog (cagnolino da salotto) del potere: Vittorio Rangeloni e Giorgio Bianchi, che il Donbass lo racconta dal vivo da almeno 8 anni, i quali rischiano la pelle ogni giorno per darci frammenti di verità taciute.

Il suddito ideale del regime totalitario non è il nazista convinto o il comunista convinto, ma colui per il quale la distinzione tra realtà e finzione, tra vero e falso non esiste più".
(Hanna Arendt, “Le origini del totalitarismo”)

Del resto è una fiction tv “Servitore del popolo” (in cui Zelensky interpreta un insegnante di storia di liceo che si batte contro la corruzione in politica e diventa proprio presidente dell’Ucraina, a breve anche sui nostri schermi) ad incoronare Zelensky alla presidenza (“Servitore del popolo” è anche il nome del partito da lui fondato nel 2017) in una oscillazione liquida fra realtà e rappresentazione, da comico e spogliarellista improvvisato a criminale di guerra che non solo permette ai nazisti di ammazzare il suo stesso popolo ma richiede a gran voce la terza guerra mondiale (no fly zone) in uno European war tour NATO-diretto in esclusiva per il pubblico occidentale, italiota in particolare, e i cui discorsi sono predisposti direttamente dai suoi sceneggiatori come l’onesta felpetta e gli sfondi fittizi da cui li propina. Attore che si è portato al governo co-fondatori e produttori della società di intrattenimento televisivo Kvartal 95 Studio, finanziata dall’oligarca ebreo Ihor Kolomoyskyi che ha finanziato ancheil battaglione Azov, e tutti questi soggetti (di una fiction contro la corruzione) sarebberocoinvolti in transazioni milionarie tramite società stabilite in paradisi fiscali come rivela l’inchiesta giornalistica dei Pandora Papers pubblicata dal Consorzio Internazionale dei Giornalisti Investigativi (ICJI) nell’ottobre 2021. Ma anche qui, c’è corruzione e corruzione, e alcuni oligarchi sono più uguali degli altri. Di certo, la realtà ha di gran lunga superato la fiction.

Ricordiamo en passant che la mozione presentata all’ONU a novembre 2014 dalla Russia contro la glorificazione del nazismo fu votata con 115 favorevoli, 3 contrari (guarda caso Ucraina, Canada e Stati Uniti) e 55 astenuti (fra cui l’Unione Europea, per la quale il nazismo evidentemente non è più il male assoluto).

Sulle “tante unanimi bugie in simultanea mai viste neppure in tempi di guerra fredda” ci metteva in guardia il lucido Giulietto Chiesa già 8 anni fa a Settembre 2014, pochi mesi dopo il golpe nazista in Ucraina: “Percepite quello che ho percepito io? In Ucraina è cominciata la Terza guerra Mondiale”

L’ipocrisia, la superficialità e i ‘malvagi per pigrizia’.Il Prof Mamone Capria, già vittima di censura della post-democrazia pandemica, in una lettera aperta ai colleghi qualche settimana fa scriveva “Ha detto un moralista francese del XVII secolo che l’ipocrisia è l’omaggioche il vizio rende alla virtù.L’Italia oggi sta morendo anche diipocrisia, e penso che in generale ma soprattutto tra i lavoratori della conoscenza, chi può permetterselo, e fintanto che può, dovrebbe evitare di contribuirvi.

Questo paese ha dato prova di essere ancora una volta il terreno di sperimentazione perfetta, nello spirito e nel corpo, con la sua plebe assolutamente etero-dirigibile e tanto rabbiosa quanto ipocrita nella viltà dell’abdicazione alla scelta. La stragrande maggioranza degli italiani è costituita dagli ignavi che Dante colloca nel canto terzo dell’Inferno, coloro che durante la loro vita non hanno mai agito né nel bene né nel male né hanno osato avere un'idea propria limitandosi ad adeguarsi sempre a quella del più forte. Sono gli ignavi che, ricordando Hanna Arendt, potremmo definire tristemente “malvagi per pigrizia” (La triste verità è che molto del male viene compiuto da persone che non si decidono mai ad essere buone o cattive). È la superficialità ad aver creato una massa totalmente de-empatizzata e se solo il bene ha profondità, come scrive la Arendt, allora è nostro dovere come esseri umani coltivare la profondità, andare a fondo nella conoscenza, e quindi nella coscienza, per poi risalire ed avere una visione d’insieme che sia non certo la verità ma sua costante ricerca, non la dottrina dell’Uno ma l’esercizio del Due (‘dubbio’ dal sanscrito dva o dvi = due). L’esercizio di quel puntinismo che ci insegna che tanti puntini formano un ‘quadro’ e che più che una rappresentazione è strumento di conoscenza della percezione visiva, partendo dalla constatazione che ogni colore influenza ed è a sua volta influenzato da quelli vicini. Questo comporta la complessità come cifra epistemica del presente che necessita di occhiali di lettura articolati e in relazione fra loro, non certo appiattiti su istantanee imposte e materialmente taroccate dalla propaganda o dallo stesso capo della comunicazione ucraina, un berretto verde messo lì dallo stesso Biden, come pure tutto il governo di Zelensky, come ci svela Franco Fracassi che da tempo indaga le relazioni pericolose fra Biden e i gruppi di potere ucraini infiltrati dai nazisti, passando per la Burisma e i 194 laboratori ai confini della Russia. L’Ucraina di oggi, ci spiega Fracassi, è dunque figlia dell’azione di Biden, un paese governato da nazisti portati al potere direttamente dagli USA.

Ecco lo sguardo della complessità oltre la facile psichiatrizzazione del dissenso, tipica del MiCulPop, già collaudata in 2 anni di plandemia. Per questo è apprezzabile che sia stato un giornale mainstream come Panorama a parlare del problema dell’estrema destra in Ucraina che la Russia denunciava come una delle motivazioni del suo intervento volto denazificare una terra in ostaggio dei battaglioni da almeno 8 anni, illustrando in un lungo articolo di Elisabetta Burba tutta l’iconografia nazista e antisemita all’interno degli affreschi delle chiese ucraine e le scenette antisemite per i bambini.

Connettere i puntini. Tra i fatti (non opinioni) la cui conoscenza è importante per comprendere l’iniziativa russa, fatti che vengono puntualmente taciuti, c’è in primis l’annosa questione del Donbass, da cui era arrivato un allarme per la recrudescenza della guerra nelle crudeltà sui civili vittime anche di torture che non vedrete mai nel mainstream (adulti e ragazzini spogliati e legati ai pali con nastro adesivo, con una palla in bocca per non sentirne le grida, per non parlare dei soldati russi vittime di crocifissioni, sgozzamenti, arti segati e occhi cavati in totale violazione della Convenzione di Ginevra sul trattamento dei prigionieri di guerra). Lo schema, sottolineano le poche voci indipendenti, è lo stesso usato in Siria, dove l’Isis è creatura USA armata in funzione antisovietica e l’intervento russo arriva a finire e non iniziare l’azione bellica. E se la reductio ad hitlerum di Putin è già paradossale oltre che superficiale se consideriamo che alla Russia il nazismo è costato un tributo di 25 milioni di morti (interessante in questo senso l’ultima folle demonizzazione della lettera Z, il nastro di San Giorgio che sconfisse il drago, simbolo adottato per ricordare la sconfitta del nazismo di cui i russi si fregiano con orgoglio dal 2014 contro la rinascita del nazismo alle porte di casa), aggiungiamo al pentolone l’espansione della Nato fino ai confini dell’ex Unione Sovietica con dispiegamento di sistemi di lancio in Ucraina che renderebbero Mosca raggiungibile da un missile ipersonico in 5 minuti (ci ricordiamo della crisi dei missili di Cuba? Ma lì le parti erano invertite e la minaccia era rivolta alla parte ‘buona’ del mondo…) e le recenti importanti esercitazioni NATO in territorio ucraino (benché ancora non parte dell’Alleanza Atlantica). Alla linea rossa superata si aggiunge la minaccia di guerra biologica con risvolti che coinvolgerebbero anche l’Italia nella collaborazione di medici italiani con l’IKEVUM di Kharkiv gettando luci ancor più sinistre sulla narrazione pandemica passata e su minacce future di uso di armi biologiche che qualcuno starebbe paventando e sventolando come false flag attribuibile ai russi per una ulteriore escalation su scala mondiale.

Sulla questione dei laboratori, dapprima ferocemente negata poi ammessa di fronte alle evidenze anche dalla narrazione ufficiale, aveva rotto il silenzio FoxNews. Le indagini condotte dal Comitato Investigativo della Russia hanno dimostrato poi il coinvolgimento diretto del Pentagono nello sviluppo di componenti di armi biologiche in Ucraina, e personale del figlio del Presidente, Hunter Biden, quello del laptop dello scandalo, nel finanziamento della creazione di agenti patogeni nei laboratori ucraini. La questione, poi ammessa dalla stessa sottosegretaria di Stato Victoria Nuland (colei che durante l’Euromaidan distribuiva dolcetti ai ‘resistenti’ e che, intercettata durante la decisione a tavolino sulla futura composizione del governo filoatlantista postgolpista, liquidava eventuali ostacoli da parte dell’UE con l’elegante “Fuck the UE!” si fotta l’Unione Europea)

Come ben riassume Francesco Amodeo, con il sacrificio del popolo ucraino, e la collaborazione del popolo italiota inconsapevole, gli USA sono riusciti ad ottenere ciò che avrebbero potuto raggiungere solo con una guerra mondiale: facendo combattere questa guerra da altri, sono riusciti a separare la Russia dall’UE, porre fine al gasdotto North Stream 2 ed esportare il 50% del loro gas in Europa (con buona pace degli ambientalisti gretini sui rischi e danni del fracking per estrarre il gas di scisto e sui costi di trasporto del gas liquefatto). Aggiungiamo lo sdoganamento del grano OGM sulle nostre tavole ed il quadro è un capolavoro. Nel frattempo la Russia, immune alla globalizzazione, ribalta le sanzioni trasformando i grandi marchi del consumismo occidentale in franchising di prodotti russi e iniziando la de-globalizzazione e la de-dollarizzazione (con il pagamento della fornitura del gas in Rubli eancorando il rublo all’oro), stringendo alleanze in un mondo che da unipolare sta diventando multipolare. Che ruolo avrà l’Italia in questo nuovo mondo multipolare se resterà colonia NATO?

Da “non ti vaccini, muori” a “non odi la Russia, muori”. Intellettualmente di certo. Anche se sei già morto, come il grande Dostoevskij. L’assurdo divieto al prof Paolo Nori di fare lezione su Dostoevskij non è che l’inizio di una russofobia creata e alimentata ad arte dagli stessi oligarchi dell’informazione e che ci ha costretto ad assistere a una serie di azioni barbare e indegne di un paese che non si può ormai dire più civile: l’epurazione riservata dalla Rai a chi osi dare una visione appena più complessa della tifoseria del solito divide et impera come il prof Orsini; l’esclusione dei disabili russi dalle paralimpiadi e persino dei gatti russi (i gatti!) dalle competizioni; la copertura delle statue del cosmonauta Gagarin, primo uomo nello spazio; la minaccia di esclusione da Wimbledon 2022 per i tennisti russi, Daniil Medvedev e Andrey Rublev se non “abiurano” dissociandosi pubblicamente da Putin; in certi locali si rischia grosso persino a chiedere un Moscow Mule o un White Russian, mentre un ragazzino viene picchiato nel bresciano perché russo (dopo anni di bla bla su bullismo e inclusione) e una studentessa disabile è cacciata dallo studio del suo medico per lo stesso motivo. Ma è nell’arbitrario sequestro delle proprietà degli oligarchi russi in Europa che possiamo vedere le connessioni con i piani delle élite nel solco del Great Reset, con l’attacco frontale alla proprietà privata, già overtonizzato dal blocco dei conti dei camionisti canadesi in protesta contro le restrizioni (“non avrai nulla e sarai felice” e controllabile, ovvio), attacco che si configura nei ceti più bassi con la riforma del catasto e l’impoverimento intenzionale e sistematico che non dipende dalla guerra, ma da decisioni prese dall’alto, passando per la digitalizzazione forzata quindi a maggiore controllo (ecco il credito sociale cinese cui hanno vincolato il lasciapassare e che ora rispunta nei citizen wallets a Roma come a Bologna, anglicismo coloniale per la tessera della premialità in base all’obbedienza, secondo i diktat dell’Agenda 2030). E se gli oligarchi dell’Occidente si chiamano filantropi, nel lavaggio in neolingua del bipensiero, di ben altre oligarchie si dovrebbe preoccupare l’Europa, in particolare dell’oligarchia dell’informazione che concentra tutto nei grandi gruppi come GEDI (Giorgio Bianchi mette in guardia anche sulla globalizzazione dell’informazione che mette a frutto il data mining della profilazione volontaria attraverso i social - quello più militarizzato di tutti, Facebook, viene da un progetto DARPA - infiltrandoli dopo aver incensato di autorevolezza da mainstream gli influencer che possono poi tornare a spargere menzogna spacciandola per verità ).

La campagna di odio nei confronti di tutto ciò che è Russo trova sua iperbolica eco nelle parole costate una querela da parte dell'ambasciatore russo in Italia ancora al quotidiano La Stampa che in un articolo auspicava l’uccisione fisica del presidente Putin. Capro espiatorio perfetto.

Tornando alla damnatio memoriae, un cartello a Mosca recita: “In alcuni Paesi hanno deciso di non interpretare Šostakovič, noi invece abbiamo deciso che la musica di Vivaldi è sempre bellissima. Non si può cancellare la cultura”. La differenza fra questo tipo di messaggio e una propaganda che si vanta di una sempre più grezza e isterica Cancel Culture in perfetto stile MinCulPop orwelliano che adatta il passato al presente per controllare il futuro, è abissale. I barbari siamo noi.

Dalla pandemia alla carestia. La guerra è dunque innanzitutto cognitiva, dove il territorio da conquistare è l’uomo nel suo essere mero recipiente di uno storytelling che ha preso il posto di qualunque residuo di informazione. Lo storytelling pandemico resterà in questo senso modello archetipico della manipolazione dell’informazione a senso unico, della parola dogmatica e ossimorica: dal medico (in)curante alle bombe di pace il passo è stato breve. E mentre il mondo dei pacifinti insanguina la terra parlando di pace, arma i nazisti che uccidono i civili sventolando bandiere giallo-blu in assembramenti non repressi con manganellate o idranti e prontissimi a passare dalle mascherine all’elmetto (i 12 miliardi non andranno a finanziare solo i nazisti ma anche l’esercito europeo che potrà così sedare ogni dissenso interno, con buona pace, appunto, del caro bollette e dell’inflazione in arrivo, le sanzioni sono per noi non certo per la Russia che se la sta cavando benissimo), l’Organizzazione Mondiale della In-sanità sforna in sordina un “Trattato Pandemico “ per il 2024 che verticalizza ulteriormente ogni decisione e prosegue la normalizzazione del format emergenziale. Il consolidamento del nuovo ordine totalitario necessitava di un passaggio narrativo, sempre sfruttando la paura e l’identificazione del capro espiatorio come forza motrice delle masse ormai ipnotizzate, ma il racconto, la grande narrazione, è la stessa. Non sono pochi ad aver notato che la geopolitica della pandemia coincide con quella della guerra, e che i paesi che hanno adottato le maggiori restrizioni sono anche gli stessi che sembrano fare di tutto per fare la guerra al proprio popolo, che sia con le bombe o con azioni suicide quali l’applicazione di sanzioni.

Ma i cervelli italioti frullati a dovere in questi due anni di pandemenza, grafenizzati, prionizzati ed ora riempiti dal nulla ipocrita e dalla dissonanza cognitiva ed emotiva (i bambini ucraini valgono più di quelli serbi o anche di quelli italiani esclusi da mezzi pubblici, attività ludiche e attività sportive), sembrano non riuscire proprio a vedere, neppure ora che anche il CTS, la famigerata cabina di regia che mandava droni all’inseguimento di solitari camminatori e arrestava i fuggitivi a un metro da casa, ha ammesso candidamente nelle parole cristalline di Donato Greco che ogni limitazione è stata inutile.

E cosi, mentre finisce lo stato di emergenza già illegittimo reso ancor più beffardo perché protratto per sostenere e finanziare una guerra in un paese neppure parte dell’UE né della NATO (del 31 marzo l’ennesimo schiaffo all’art 11 della Costituzione col voto di fiducia), il 1 aprile si aprono nuove finestre di Overton, con l’inedito stato di “inidoneità all’insegnamento” che punisce e relega i docenti rimasti con la schiena dritta in sgabuzzini per evitare contatti con gli alunni. Si chiama “demansionamento”, cioè rieducazione all’obbedienza con gogna pubblica per chi ha fatto dell’insegnamento la propria vita (Montessori aiutaci tu), il che potrebbe aprire scenari ancor più grotteschi di quelli dei nostri medici vessati e lasciati a morire di inedia con le loro famiglie per non aver ceduto al ricatto del siero assassino (come sta emergendo dallo Pfizergate e come ammesso persino da quell’edificio di corruzione, così Kennedy li definì, dei CDC di Atlanta, an edifice of fraud, che ci avrebbe privato dei dati per non urtare la nostra sensibilità nella piena adesione al diktat inoculatorio) e presto rimpiazzabili per decreto da quelli ucraini senza battesimo vaccinale e senza bisogno di alcuna equipollenza di titoli. Ma si aprono anche, dall’altro lato, più pericolose finestre con la parallela sottrazione alle generazioni future, già rivelatesi le più vulnerabili all’obbedienza anestetica al verbo unico, di quegli strumenti del pensiero che potrebbero poi rivelarsi strumenti di azione e di cui proprio la scuola dovrebbe farsi baluardo, quali lo studio della filosofia: è notizia di ieri la sua eliminazione dai programmi spagnoli, in favore di diritti lgbt ed ecofemminismo.

Come dico spesso, lo studio della filosofia e la lettura dei distopici sarebbero di per sé il vaccino contro ogni dogmatismo e totalitarismo: l’esercizio del pensiero e la rappresentazione delle distorsioni del suo divieto. Spetta a ciascuno di noi seminare ove possibile il dubbio e bucare il telo di questo Truman show, esporre la narrazione e difendere gli strumenti di conoscenza del reale per navigare in questo presente distopico e dispotico, ripristinare il passato e salvaguardare il futuro.

Perché la conoscenza è un’arma e chi ha gli occhi aperti, non li chiude più.

Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare. Siate voci fuori dal coro. Siate il peso che inclina il piano. Siate spesso in disaccordo perché il dissenso è un’arma. Siate sempre informati e non chiudetevi alla conoscenza perché anche il sapere è un’arma. Forse non cambierete il mondo, ma avrete contribuito a inclinare il piano nella vostra direzione e avrete reso la vostra vita degna di essere raccontata. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai” (Bertrand Russell)

Marcello Pamio - March 23, 2022

Nel 2014 esce in Israele un Rapporto dove si riconoscono come ebrei di fatto i khazari e dall’altra per la prima volta si inizia a parlare di una migrazione giudea verso l’Ucraina… Attenti alle date.
In pratica ci sarebbe la volontà di Israele di ricollocare gli insediamenti in Ucraina, paese che ha stipulato questo accordo non solo sulla base dei legami storici (terra madre della Khazaria) ma anche in cambio dell’assistenza militare necessaria contro la Russia, il nemico acerrimo...
Tra l’VIII e il IX secolo, i Khazari, un popolo turco guerriero e molto bellicoso furono costretti dall’imperatore russo a convertirsi al giudaismo e da allora si mescolarono con i veri e pochi ebrei sefarditi. I Khazari governarono un vasto territorio oggi collocato tra la Russia meridionale e l’Ucraina: si estendeva dall’attuale Kiev fino alla Mongolia, compresa la Crimea.

Mar Nero. Mostra la presenza khazara in Crimea e nelle regioni costiere. Ucraina e Kiev in alto a sinistra. A destra: Mar Caspio, anche etichettato, come era consuetudine, come il Mar dei Cazari

Dopo la distruzione del loro impero per opera dei russi nel XI secolo, i khazari si sparpagliarono in Europa e una coltre di mistero li avvolse, fino ai nostri giorni...

Nel 2012 il ricercatore israeliano Eran Elhaik ha pubblicato uno studio sostenendo che l’ascendenza khazara è l’elemento più importante nel pool genetico degli ashkenaziti (Noè ebbe tre figli: Sem, Cam e Jafè. Askenaz era nipote di Jafè e quindi pronipote di Noè).

Nel 2014 un gruppo di studiosi provenienti da importanti istituti di ricerca e musei ha rilasciato un rapporto segreto al governo riconoscendo gli ebrei europei come khazari.

Notizia dirompente: in pratica la maggior parte degli ebrei del mondo, stiamo parlando di circa l’85-90% non discendono dai patriarchi biblici ma dal popolo turco-khazaro.
In questa ottica l’invito ucraino per gli ebrei a ritornare nel vecchio Impero arriva come una manna dal cielo.

Tutti gli ebrei che desiderano tornare (in Ucraina) saranno accolti come cittadini a maggior ragione se prenderanno parte alla promessa di assistenza militare israeliana, comprese truppe, equipaggiamento e costruzione di nuove basi.

Se il trasferimento iniziale funzionerà, altri coloni della Cisgiordania sarebbero incoraggiati a trasferirsi nella storica terra. Quando l’Ucraina, forte di questo sostegno, avrà ristabilito il controllo su tutto il suo territorio, l’attuale Repubblica Autonoma di Crimea (storico porto controllato dai khazari) tornerà ad essere un dominio ebraico.

Ecco il piano secolare degli ebrei-khazari di vendicare la sconfitta di Khazaria da parte dei russi nel Medioevo tornando ad occupare la propria terra madre.

Sempre nel 2014 a febbraio arriva la rivoluzione ucraina (finanziata dai soliti noti, uno per tutti il khazaro George Soros), nota anche come rivoluzione di Maidan che porta alla fuga del presidente eletto e la conseguente caduta del governo. Il 18 marzo 2014 c’è il riconoscimento (non casuale) da parte di Vladimir Putin della Crimea come “Stato sovrano e indipendente”. A seguire le forze in gioco hanno posizionato a capo del governo in Ucraina un loro uomo, il khazaro Zelensky, il quale fa massacrare dai battaglioni nazisti il suo stesso popolo (Donbass), i russofoni rei di non aver accettato il regime golpista e di essere troppo vicini agli odiati russi. Questa situazione aggravata dalla folle ma millimetrica volontà provocatoria di voler entrare nella Nato e i numerosi laboratori di armi chimiche gestiti dal Pentagono in terra di Ucraina hanno fatto precipitare i rapporti con il Cremlino. Il resto è una storia triste...

A breve un approfondimento/libro sui Khazari...

https://blogs.timesofisrael.com/leaked-report-israel-acknowledges-jews-in-fact-khazars-secret-plan-for-reverse-migration-to-ukraine/

Marcello Pamio – www.disinformazione.it

Le criptovalute sono dal punto di vista tecno-ideologico una genialata pazzesca. La comprensione del funzionamento non sono proprio alla portata di tutti, ma cercheremo con i limiti del caso, di aprire una finestra sull’argomento per cercare di comprendere cosa sono queste “monete”, quali sono i benefici e i rischi.
La criptovaluta o criptomoneta (che chiamerò per semplicità cripto) è una forma di valuta digitale, quindi virtuale o elettronica che usa una speciale crittografia per proteggere le transazioni.

Dimenticate all’istante un’autorità emittente o regolatrice centrale, come una banca, perché le cripto utilizzano un sistema decentralizzato (peer-to-peer) per registrare i movimenti ed emettere nuove unità.

Ed è proprio questa decentralizzazione una delle caratteristiche più interessanti e positive.

In pratica è un sistema di moneta e di pagamento digitale che non si appoggia alla banca centrale per l'emissione ne alle banche per la verifica delle transazioni, ma consente a tutti di inviare e/o ricevere pagamenti ovunque nel mondo e istantaneamente.
La differenza abissale con il denaro fisico (moneta fiat creata dalle banche) che circola e si scambia nel mondo reale è che nel cybermondo i pagamenti esistono unicamente sotto forma di monete digitali in un database online. Nulla di tangibile.

Tutto quanto, dal trasferimento di fondi alle transazioni, viene registrato in un libro mastro pubblico chiamato “blockchain”, e la cripto accantonata in conti digitali tracciati sul libro mastro.
Ovviamente ogni passaggio è crittografato, il che significa che viene utilizzato un sistema di codifica avanzatissimo per la trasmissione dei passaggi di proprietà tra portafogli sui libri mastri pubblici.

Lo scopo infatti della crittografia è garantire protezione, sicurezza e anonimato!
Siamo arrivati al secondo importantissimo aspetto positivo: l’anonimato.

Come funziona
Le cripto quindi utilizzano un libro mastro pubblico chiamato blockchain: una specie di registro dove vengono iscritte tutte le transazioni, aggiornato e posseduto dai titolari delle valute, quindi da tutti. Il terzo aspetto da sottolineare è che la condivisione totale dei dati è assai democratica.

Blockcain

Le unità di alcune cripto come bitcoin vengono create tramite un processo chiamato “mining”, che fa leva sull’elaborazione informatica per risolvere complicati problemi matematici da cui vengono generate le monete.
Le persone possono acquistare le valute dai broker, accantonarle e spenderle utilizzando portafogli crittografici.
Va precisato che possedere delle criptomonete non significa possedere qualcosa di concreto e tangibile: si ha solo una chiave elettronica che consente di spostare monete da una persona all’altra senza intermediari.

Il motivo per cui le persone dovrebbero metterci il naso sulle cripto è che rappresentano il futuro dell’umanità, che ci piaccia o meno. Non a caso le banche stanno pensando di sfruttare tale tecnologia per i loro interessi: monete fiat digitali, transazioni di bond, titoli e asset, ecc.
Non sto dicendo che si devono acquistare monete virtuali, il punto è se vogliamo comprendere quello che sarà il nostro futuro prossimo o se vogliamo rimanere alla periferia dell’impero.

Come si acquistano?
La maggior parte delle persone non sa come avviene l’acquisto concreto di queste valute.
Per l’oro fisico basta recarsi in banca o in una delle tante società che vendono metalli preziosi per portarsi a casa l’oro, o lasciarlo nei loro forzieri.
Il discorso per una moneta inesistente è ovviamente complesso e sono previsti tre passaggi. Il primo è la scelta della piattaforma. Si deve decidere quale piattaforma utilizzare. Di solito si può optare per un broker o una piattaforma di scambio dedicata. Il broker offre vari modi per acquistare e vendere cripto. Per le piattaforme di scambio, essendo molte a disposizione è necessario avere conoscenze un po’ più approfondite.

Il secondo passaggio è il versamento vero e proprio dei fondi sul conto virtuale.
Una volta scelta la piattaforma, bisogna eseguire un versamento dei fondi sul conto, in modo da iniziare il trading. La maggior parte delle piattaforme consente agli utenti di acquistare utilizzando moneta fiduciaria, come il dollaro, la sterlina o anche l’euro, utilizzando carte di credito o di debito.

Attenzione: acquistare con carta di credito è rischioso, non solo per eventuali furti di dati ma perché le cripto essendo molto volatili non è molto opportuno rischiare di indebitarsi per determinati asset. alcune piattaforme accettando comunque anche bonifici.
Anche servizi di pagamento come Paypal, Cash Qpp e Venmo consentono di acquistare, vendere o possedere cripto.
Infine l’ultimo passaggio è l’inserimento di un ordine.
Dopo aver acquistato le cripto è necessario accantonarle per proteggerle dagli hacker.
Normalmente vengono messe dentro portafogli criptati sia fisici (dispositivi hardware) che non (dispositivi software online) utilizzati per archiviare le chiavi private in modo sicuro.

Cosa possiamo acquistare
E’ possibile acquistare un’ampia gamma di prodotti da siti di e-commerce usando la criptomoneta.
Se un rivenditore non dovesse accettarle direttamente si può utilizzare una carta di debito per le criptovalute tipo bitpay.

Attenzione alle frodi e alle truffe
Bisogna fare molta attenzione perché i reati legati alle cripto sono in aumento.
Le truffe vanno da siti web falsi, che promettono ingenti guadagni garantiti, ai schemi virtuali stile ponzi dove si promuovono opportunità inesistenti di investimento in valuta digitale.
Oppure i truffatori si fingono miliardari o personalità rinomate che promettono di moltiplicare gli investimenti in valuta digitale, mentre lo scopo è solo quello di portarvi via il denaro.
Possono anche fingersi operatori di trading di valute digitali o proporre finte piattaforme di scambio per estorcere denaro.

La sicurezza
Come è stato detto le criptovalute utilizzano la tecnologia blockchain: un processo tecnico complessissimo, il cui risultato è la massima sicurezza pensabile.
Mentre oggi nei conti bancari basta un semplice click sulla tastiera per bloccare un contro corrente e/o una carta di credito, impedendo alla persona interessata di acquistare il mangiare, le cripto sono impossibili da bloccare.

Infine a differenza del denaro creato e tutelato dallo stato, il valore delle valute digitali è determinato unicamente dalla domanda e dall'offerta. Questo crea forti oscillazioni che per gli investitori si traducono in guadagni significativi o grandi perdite. Dico questo per i deboli di cuore...
Come sempre la diversificazione è il fattore chiave, tanto più ci si immerge nel mondo virtuale! Vivamente consigliato diversificare gli investimenti.

Great reset e criptomonete
Sempre più spesso sentiamo parlare del progetto chiamato il “grande reset” che rappresenta l’iniziativa radicale dell’élite globale per trasformare completamente l’economia globale!

Un reset generale non solo dell’aspetto economico, ma anche sociale e antropologico.

Lo scopo è il “nuovo ordine mondiale”, un mondo nel quale, a differenza dei principi fondanti del bitcoin e delle cripto in generale, la centralizzazione è il fulcro basale. Loro devono e vogliono centralizzare tutto il potere.
Anche il settore cripto ha pianificato il suo “grande reset”, ma basato sulla decentralizzazione.
I governi vorrebbero mettere il mondo su un registro distribuito per digitalizzare la vita umana nella sua globalità (dati finanziari, biometrici, medici ed economici...) in modo da avere il controllo assoluto. Nel mondo cripto invece si vuole mettere tutto su una blockchain aperta e condivisa da tutti.

Invece dei sistemi di credito sociale in stile cinese, e delle monete fiat centralizzate dallo stato, si vuole dare la possibilità e la libertà ad ogni individuo di avere controllo del proprio denaro, in maniera totalmente indipendente dalle banche.
Sicuramente il grande reset sarà uno sconvolgimento rivoluzionario. ma dietro ogni grande crisi c’è sempre una grande opportunità per tutti. Per le aziende che produrranno prodotti finanziari in modo decentralizzato su blockchain, e per gli individui che non dovranno più fare affidamento sul sistema finanziario tradizionale.

Il fondatore del bitcoin, questo misterioso Satoshi Nakamoto, ha detto che «molte persone liquidano automaticamente la moneta elettronica come una causa persa, a causa di tutte le aziende che sono fallite dagli anni ‘90 in poi. [...] spero sia ovvio che è stata solo la natura centralizzata di quei sistemi a condannarle. penso che questa sia la prima volta che proviamo un sistema decentralizzato, non basato sulla fiducia».

Satoshi infatti credeva che le soluzioni peer-to-peer e il decentramento restituissero alle persone la loro libertà!
Il grande reset potrebbe risolversi in una lotta tra le valute digitali centralizzate delle banche e dei governi e le criptovalute decentralizzate. Lotta quindi tra centralizzazione e decentralizzazione!

Cripto e moneta-merce
Giacinto Auriti amava ripetere che chi trova una pepita d'oro ne diventa proprietario, e la può mettere a bilancio attivo. Il cittadino di uno stato senza sovranità monetaria è invece debitore di ogni moneta (la nuova “pepita”) che il vero sovrano, ovvero la banca centrale, emette a debito.
Al contrario del primo caso, nel secondo caso sono aumentati i suoi debiti ovvero le sue passività.

La soluzione che proponeva non era un ritorno alla moneta-merce nella sua forma più pura, bensì un avanzamento verso la pura moneta-credito, che fosse quindi accreditata all'atto della sua emissione anziché addebitata. Auriti immaginava un salto evolutivo che purtroppo l'umanità non è ancora riuscita a fare. In assenza della possibilità di un passo in avanti, il bitcoin ci permette un passo indietro verso un sistema monetario molto simile a quello basato sull'oro. I bitcoin infatti non vengono generati a fronte di indebitamento di una controparte: sono generati a fronte del sacrificio di risorse materiali, similmente a come accade con l'estrazione dei metalli preziosi.

Nel passato l'umanità ha speso immani risorse per estrarre l'oro dal sottosuolo, per poi rimetterlo al sicuro nel sottosuolo sotto forma di lingotti. Oggi l'umanità consuma una quantità enorme e crescente di elettricità per estrarre bitcoin, per poi tenerli fermi in portafogli elettronici come forma di investimento a lungo termine. Al contrario dell'oro che almeno ha degli usi concreti ed industriali, il bitcoin non serve praticamente a niente se non ad assolvere alla sua funzione monetaria di riserva di valore (è infatti un mediocre mezzo di scambio ed una pessima unità di conto). In questo senso bitcoin è una forma purissima e futuristica di moneta-merce, un distillato purissimo dello spirito del capitalismo.

Marcello Pamio – 6 marzo 2022
In tempi non sospetti, il 3 dicembre 2014 candidamente “Il Sole 24Ore” pubblica un interessante articolo che spiega tutto. Lo spiega ovviamente a chi ancora un encefalo funzionante dentro la scatola cranica, per tutti gli altri c’è sempre Fabio Fazio e Bruno Vespa.
L’ebreo ungaro-statunitense George Soros, oltre a tutte le rivolte e rivoluzioni colorate, ha finanziato anche il nuovo governo dell’Ucraina.
Il Sole 24Ore si para il culo dicendo che «non sono notizie da sito complottista: lo scorso maggio (2014) lo stesso Soros ha detto a Fareed Zakaria di CNN d’aver contribuito a rovesciare il regime filorusso per creare le condizioni di una democrazia filo-occidentale». Alla faccia della democrazia, pensate se fosse stata una dittatura…
Come era ovvio le elezioni eterodirette dall’esterno hanno innescato pesanti rivolte nel Donbass spente con attentati e bombe a frammentazione usate dal criminale battaglione neonazista Azov.
Questa è la conferma che a creare zizzania in quel paese è stato Soros, il magnate khazaro, agente dei Rothschild.
Ma ovviamente il cattivo è Putin!
https://st.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-12-03/se-soros-e-finanza-scelgono-governo-dell-ucraina-084934.shtml?uuid=ABOLVKLC

Marcello Pamio – 5 marzo 2022
Ufficialmente siamo ancora in emergenza sanitaria, e fino a dicembre in emergenza nazionale per il conflitto militare in Ucraina. E cosa fa il governo? Vota la riforma del catasto!
So bene che in questo periodo storico le cose più difficili da trovare in circolazione non sono i filorussi, ma i neuroni. Ma scusate che fretta c’era? Come mai una tale urgenza da rischiare, come infatti è avvenuto, di far cadere il governo? Semplicissimo: si chiama Grande Reset!
Aumentando i costi e le tassazioni alle famiglie che possiedono case di proprietà (si parla di migliaia di euro all’anno). Nelle simulazioni della UIL le rendite aumenteranno del 128,3% con punte del 189% a Trento, 183% a Roma, 164% a Palermo, 155% a Venezia, 123% a Milano. L’impatto sull’IMU sarà devastante sulle seconde case con un aumento medio a livello nazionale di 1.150 euro passando dagli attuali 896 euro a 2.046 euro. Mentre una prima casa ai fini del calcolo dell’ISEE aumenterà mediamente di 75 mila euro con il valore che passerà da 23.576 a 98.733, con un incremento percentuale che sfiora così il +319%.
Se aggiungete a questa follia tutti i rincari (energia, utenze, cibo, ecc.) lo scenario è inquietante…
La goccia che farà traboccare il vaso sarà la prossima emergenza, quella climatica. Ricordo che il lasciapassare è verde: vi siete mai chiesti perché green? La vostra casetta inquina? Nessun problema, dovete metterla a norma spendendo tantissimi soldi. Non li avete? Cazzi vostri!
Le famiglie non ce la faranno e allora interverrà il governo salvifico…

Per maggiori informazioni
https://www.ilparagone.it/attualita/riforma-catasto-pioggia-tasse/

Ipotesi sul vissuto degli ultimi due anni!

Mai come in questo ultimo periodo storico è diventato di vitale importanza conoscere il funzionamento degli organi, in particolare quelli deputati alla respirazione. Solo comprendendone il senso biologico profondo saremo in grado di capire cosa è successo negli ultimi due anni...

Polmoni e libertà
Il polmoni rappresentano lo scambio tra il mondo esterno e il mondo interno. L’aria (e la vita) entra in noi per essere poi distribuita al sangue e ad ogni cellula del corpo, grazie al ferro contenuto nei globuli rossi. Stiamo parlando del soffio vitale!
Simbolicamente l’apparato respiratorio è collegato alla libertà, allo spazio e alla sicurezza, e non a caso il genio della lingua è precisissimo: “ho bisogno di spazio”, “ho bisogno di libertà”, “mi togli l’aria”, ecc. per indicare alcune delle sofferenze che viviamo...
Quindi un qualsiasi problema a questo organo rappresenta sempre difficoltà di scambio: bisogni di aria, spazio, libertà e autonomia.

Bronchi
I bronchi tecnicamente non servono per respirare ma per convogliare l’aria dai polmoni all’esterno: sono per questo organi di relazione e scambio. Biologicamente servono per “ringhiare” con l’intento di far scappare il nemico! Avete presente il cane che ringhia quando una persona o un animale si avvicinano al suo territorio? Auscultate con lo stetoscopio i polmoni di un bambino con la bronchite e capirete quanto appena detto.

I bronchi derivano da un preciso foglietto embrionale chiamato “ectoderma”, controllato dalla corteccia cerebrale!
Si attivano, cioè manifestano un “problema” quando ci sentiamo «minacciati», quando viviamo un «pericolo nel territorio», e ogni qualvolta alziamo la voce o litighiamo con qualcuno nel o per il territorio. Anche «la mancanza di protezione» e «l’attacco all’integrità» del clan (famiglia) e la percezione di una «invasione del territorio» a causa di un veleno (magari un virus) sono validi motivi di attivazione.
Nel momento in cui viviamo il conflitto, cioè quando abbiamo il percepito di «minaccia o invasione nel territorio», o viviamo «litigi e discussioni in famiglia», la corteccia cerebrale ulcera i bronchi per far passare meglio l’aria, li “apre” per poter ringhiare meglio e far scappare il nemico…
Una volta passata la minaccia, la corteccia aumenta la funzione e cicatrizza, calcificando le necrosi (ulcere), usando muco bronchiale. Il risultato di tutto ciò noi lo chiamiamo bronchite!

Alveoli
A differenza dei bronchi gli alveoli derivano da un foglietto embrionale completamente diverso: l’endoderma. Tale tessuto è controllato dal tronco encefalico, il cervello arcaico o rettile che risponde al «boccone vitale», in questo caso ovviamente il «boccone aria».

Se nei bronchi il vissuto è la «minaccia nel territorio», negli alveoli è il «panico della morte», la paura arcaica di soffocare, di affogare. Stiamo parlando della paura viscerale per antonomasia.

In pieno conflitto il tronco attiva gli alveoli, aumentandone la funzione con l’intento primordiale di aumentare gli scambi gassosi per respirare meglio. Se questo prosegue nel tempo può dare luogo a quello che in fisiopatologia si chiama adenocarcinoma. Superata la paura arrivano microrganismi specifici (funghi e micobatteri) che cercano di caseificare, cioè demolire la massa...

Polmonite: la minaccia del XXI secolo?
La polmonite è negli ultimi tempi diventata senza forse la patologia più conosciuta e temibile del pianeta.
Ufficialmente è caratterizzata da una infiammazione del tessuto polmonare, in particolar modo degli spazi interalveolari e dei bronchioli.
La conoscenza profonda del senso biologico diventa allora uno strumento fondamentale per proteggerci.
Cosa avviene con la polmonite? I foglietti embrionali che si attivano sono i due appena visti: endoderma ed ectoderma, il primo ripeto controllato dal tronco encefalico e il secondo dalla corteccia cerebrale. Due cervelli con due vissuti completamente diversi.

Quello che accade quindi all’organo durante una polmonite è un mix dei due vissuti.
In pieno conflitto avviene l’ulcerazione della mucosa bronchiale (ectodermica) per far passare meglio l’aria (per ringhiare con forza) e/o un aumento di funzione alveolare (endodermica) con iperproduzione di muco, per acchiappare meglio il «boccone aria».
In soluzione avviene la ricostruzione delle ulcere bronchiali con un aumento mucolitico, e la demolizione delle masse alveolari grazie al contributo di microorganismi quali funghi e/o micobatteri.

I conflitti vissuti nella polmonite sono:minaccia territoriale” e “paura dell'invasione” dei bronchi e “paura della morte” per asfissia, degli alveoli.
Esattamente il percepito vissuto da centinaia di migliaia di persone negli ultimi due anni.

Perdita dell’olfatto e del gusto
Molte persone hanno riscontrato sintomi particolari come la perdita dell’olfatto e del gusto.
Ovviamente per la narrazione ufficiale la causa sarebbe il virus, senza però spiegare come mai sono state colpite solo alcune persone e non tutte.
I centri del gusto e dell’olfatto hanno a che fare con il lobo sinistro della perinsula, quella che gestisce non a caso le percezioni interne ed esterne ambientali. In particolare l’olfatto è lo strumento che ci avvisa di eventuali minacce nel territorio. Virus a parte, la sparizione di questi due sensi è fenomeno percettivo rispetto al contesto e rispetto all’ambiente.

Sono alterazioni così anomale in un periodo in cui si “respira” e si “percepisce” un clima di sospetto, segregazione, paura, malattia e morte?
Infine va tenuto anche conto che l’olfatto (il senso più arcaico dell’uomo) ha a che fare anche con il sentirsi inclusi nell’ambiente in cui si vive: l’odore dell’appartenenza e dell’inclusione.
Per l’uomo, essendo un animale sociale, è importantissimo sentirsi parte dell’ambiente in cui vive.

Nella perdita dell’olfatto questo senso di appartenenza viene a mancare: è come se ci sentissimo estranei in casa nostra o al lavoro. Questa è una conseguenza del fatto che assistiamo impotenti alla totale accettazione da parte di amici, parenti, fratelli e conviventi, della fallace narrazione? In una simile condizione non è così folle sentirsi di non appartenere a quel clan. Sentire l’esclusione.
Infine a complicare il quadro dobbiamo trattare anche il “conflitto del profugo”...

Profugo: pesce fuor d’acqua
Il quadro biologico appena descritto può aggravarsi quando la persona vive una profonda tristezza associata a quella condizione chiamata “profugo”.
Il “conflitto del profugo” detto anche “attivazione dei tubuli collettori renali” (endoderma) è un conflitto esistenziale e senza ombra di dubbio uno dei più gravi che l’uomo possa vivere.
Si tratta di un percepito animale profondo, primordiale e arcaico (controllato non a caso dal tronco). Il cervello fa trattenere i liquidi per sopravvivere, come ultima spiaggia, perché non esiste un liquido più importante dell’acqua per la Vita umana e animale!

Per comprenderlo basterebbe osservare l’atteggiamento del pesce quando un’onda lo sbatte fuori dall’acqua, nella battigia. Per sopravvivere il suo cervello inizia a trattenere acqua nell’attesa dell’onda che lo riporterà a casa: il mare!

Esattamente quello che vive l’uomo quando non si sente più a casa, quando è fuori dal proprio mare: un pesce fuor d'acqua. Per esempio una persona segregata, imprigionata, nell’isolamento sociale e/o lavorativo, nell’ospedalizzazione forzata, in conflitto o guerra (contro una pandemia per esempio). Condizioni queste in cui il percepito è di avere perso tutto, di non avere più punti di riferimento, di essere fuori dal contesto minimo di sopravvivenza, di dover costantemente lottare per sopravvivere...

Attenzione perché gli effetti di questo conflitto sono pesantissimi: da una parte si trattengono i liquidi e urea (la parte azotata dell’urina) che portano a gonfiori, edemi sparsi, ma dall’altra si ha la recrudescenza di qualsiasi sintomo pregresso. Questo ultimo punto può fare la differenza, perché un qualsivoglia sintomo come dolore, difficoltà respiratoria (dispnea), malessere, sanguinamento, energia, ecc. nel profugo si amplificano di molto, facendo aumentare la paura (di morire ma non solo) e quindi di auto-alimentare lo stesso profugo, il quale farà trattenere ancor di più liquidi, ecc. in un circolo vizioso pericolosissimo, spesso a decorso letale!
Non è un caso infatti che Geerd Ryke Hamer, l’illuminato medico al quale va l’incommensurabile riconoscenza di aver consegnato al mondo queste conoscenze, alla domanda da parte dei medici sulla strategia più importante per aiutare le persone in sofferenza, rispondeva perennemente e teutonicamente di “sprofugarle”, cioè portarle fuori dal “profugo”, da quell’atavica paura, da quel senso di nullità e disperazione legato alla perdita dei punti di riferimento, al senso di aver perso tutto…

Quanto appena descritto è l’esatto quadro di quello che noi abbiamo vissuto e respirato dai primi mesi del 2020, quando improvvisamente i media mainstream all’unisono hanno iniziato e continuato a martellare, bombardando le coscienze con immagini e notizie devastanti di panico e morte. I risultati sono sotto gli occhi di tutti ancora oggi...

Per approfondire
Attivazioni Biologiche http://www.attivazionibiologiche.info/