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Marcello Pamio - 19 agosto 2023

Sono stato autorizzato a pubblicare lo scambio di e-mail (ovviamente in maniera anonima) tra un installatore di accumulatori per casa al litio della nota marca 𝗧𝗲𝘀𝗹𝗮! Un progetto definitivo di un edificio particolarmente importante prevede 6 dispositivi da 13,5 kWh con accumulatori al litio, con l'impianto predisposto per essere raddoppiati.
In realtà ne prevede 5 che sono distribuiti sulle 3 fasi (una barzelletta per una casa).

Tecnico al cliente: 𝘓𝘰 𝘴𝘢𝘪 𝘤𝘩𝘦 𝘲𝘶𝘦𝘪 𝘥𝘪𝘴𝘱𝘰𝘴𝘪𝘵𝘪𝘷𝘪 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘦𝘯𝘨𝘰𝘯𝘰 𝘭𝘪𝘵𝘪𝘰? 𝘓𝘰 𝘴𝘢𝘪 𝘤𝘰𝘴𝘢 𝘧𝘢 𝘪𝘭 𝘭𝘪𝘵𝘪𝘰?
𝘛𝘪 𝘤𝘰𝘯𝘴𝘪𝘨𝘭𝘪𝘰 𝘥𝘪 𝘮𝘦𝘵𝘵𝘦𝘳𝘭𝘪 𝘪𝘯 𝘶𝘯 𝘤𝘰𝘯𝘵𝘢𝘪𝘯𝘦𝘳 𝘤𝘰𝘪𝘣𝘦𝘯𝘵𝘢𝘵𝘰 𝘦 𝘤𝘭𝘪𝘮𝘢𝘵𝘪𝘻𝘻𝘢𝘵𝘰 𝘪𝘯 𝘶𝘯 𝘱𝘶𝘯𝘵𝘰 𝘥𝘰𝘷𝘦 𝘭'𝘦𝘴𝘱𝘭𝘰𝘴𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘥𝘦𝘵𝘦𝘳𝘮𝘪𝘯𝘢 𝘥𝘢𝘯𝘯𝘪.

Risponde il cliente: 𝘭𝘪 𝘮𝘦𝘵𝘵𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘪𝘯 𝘶𝘯 𝘭𝘰𝘤𝘢𝘭𝘦 𝘤𝘰𝘮𝘱𝘢𝘳𝘵𝘪𝘮𝘦𝘯𝘵𝘢𝘵𝘰. 𝘚𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘪𝘭 𝘧𝘰𝘳𝘯𝘪𝘵𝘰𝘳𝘦 𝘵𝘦𝘥𝘦𝘴𝘤𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘢𝘭𝘭𝘰𝘨𝘨𝘪𝘢𝘳𝘦 𝘲𝘶𝘦𝘪 𝘥𝘪𝘴𝘱𝘰𝘴𝘪𝘵𝘪𝘷𝘪 𝘥𝘦𝘯𝘵𝘳𝘰 𝘶𝘯 𝘢𝘳𝘮𝘢𝘥𝘪𝘰, 𝘪𝘯 𝘮𝘰𝘥𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘭'𝘦𝘴𝘱𝘭𝘰𝘴𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘴𝘪 𝘱𝘳𝘰𝘱𝘢𝘨𝘩𝘪 𝘯𝘦𝘭 𝘳𝘦𝘴𝘵𝘰 𝘥𝘦𝘭 𝘧𝘢𝘣𝘣𝘳𝘪𝘤𝘢𝘵𝘰.

Il tedesco risponde: 𝘵𝘪𝘦𝘯𝘪 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘭'𝘢𝘳𝘮𝘢𝘥𝘪𝘰 𝘳𝘪𝘵𝘢𝘳𝘥𝘢 𝘴𝘰𝘭𝘰 𝘪 𝘥𝘢𝘯𝘯𝘪 𝘥𝘦𝘭𝘭'𝘦𝘴𝘱𝘭𝘰𝘴𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘥𝘪 𝘤𝘪𝘳𝘤𝘢 𝘶𝘯'𝘰𝘳𝘢. 𝘐𝘯 𝘲𝘶𝘦𝘭𝘭'𝘰𝘳𝘢 𝘥𝘦𝘷𝘪 𝘱𝘰𝘳𝘵𝘢𝘳𝘭𝘪 𝘧𝘶𝘰𝘳𝘪 𝘤𝘰𝘯 𝘶𝘯 𝘮𝘶𝘭𝘦𝘵𝘵𝘰 𝘦 𝘮𝘦𝘵𝘵𝘦𝘳𝘭𝘪 𝘥𝘰𝘷𝘦 𝘭'𝘦𝘴𝘱𝘭𝘰𝘴𝘪𝘰𝘯𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘧𝘢 𝘥𝘢𝘯𝘯𝘪.

Allora il cliente si è deciso a metterli in un container coibentato e climatizzato in un punto dove l'esplosione non determini danni.
Queste cose i tecnici e gli addetti ai lavori le sanno molto bene. Gli ignoranti siamo noi.
Ma tranquilli va tutto bene: la transizione ecologica ed energetica è per il nostro bene!!!

A proposito di neuromarketing e dei comportamenti di acquisto, lo sapevate che la nostra vista è di gran lunga il meno potente dei nostri sensi, per sedurci, generare il nostro interesse e spingerci ad acquistare?
Oggi siamo iperstimolati visivamente, molto di più rispetto al passato. Vari studi dimostrano però che quanto più siamo stimolati, tanto più difficile è catturare la nostra attenzione.
Come detto, olfatto e udito sono sostanzialmente più potenti di quello che si sia mai pensato.

I pubblicitari per molto tempo hanno dato per scontato che l’immagine sia tutto. Ecco perché le aziende hanno speso milioni di dollari per creare il loro logo. Questo perché il marketing si è concentrato sull’attirare e motivare i consumatori visivamente. Ma la verità è che le immagini visive sono di gran lunga più efficaci e più memorabili quando sono abbinate ad un altro senso, come l'udito o l'olfatto.

Per coinvolgerci emotivamente a pieno, le aziende stanno scoprendo che farebbero meglio a inondarci di profumi per le nostre narici, e di musica per le nostre orecchie!
Questa tecnica si chiama Sensory Branding.

Quando vediamo e annusiamo contemporaneamente qualcosa che ci piace (come il talco Johnson’s & Johnson’s combinato con il suo profumo vagamente di vaniglia), si attivano insieme varie regioni del nostro cervello fra le quali la corteccia orbitofrontale mediale destra, una regione associata alla percezione di qualcosa di piacevole o gradevole.
Quando siamo esposti a combinazioni che sembrano funzionare, sono attivate sia la corteccia piriforme destra (che è la corteccia olfattiva primaria), sia l'amigdala che codifica la rilevanza emotiva.

L'odore di un prodotto attiva molte delle stesse regioni che sono attivate dalla sua vista. In altre parole se sentite il profumo di ciambelle, è molto probabile che ve ne facciate anche un'immagine nella vostra testa. Com'è possibile però che gli odori attivino le stesse aree cerebrali delle immagini? La risposta sta nei neuroni specchio. Grazie ai neuroni specchio anche i suoni possono evocare immagini visive altrettanto potenti.
Ecco un esempio. Quale che sia la vostra età, se vi arriva un filo di profumo del talco Johnson’s è molto probabile che tutte le associazioni infantili si risveglino nella vostra memoria. Essere allattati dalla mamma; la sensazione di essere stretti fra le sue braccia.
Le associazioni di questo tipo sono il motivo per cui alcune aziende usano il profumo di vaniglia nei loro prodotti.

Fra tutti i sensi, l’olfatto è il più primitivo, quello con le radici più profonde. È il modo in cui i nostri antenati hanno sviluppato il gusto per il cibo, hanno cercato partner e intuito la presenza di nemici.
Quando sentiamo l'odore di qualcosa, i recettori degli odori nei nostri nasi puntano dritti al sistema limbico, che controlla le emozioni, i ricordi e il senso di benessere.
Con tutti gli altri sensi, si pensa prima di rispondere, ma con l’olfatto il cervello risponde prima che si pensi!

Non a caso il negozio principale della Samsung a New York profuma di melone, una fragranza distintiva che ha lo scopo di rilassare i consumatori e di metterli in una disposizione d'animo da isole dei Mari del Sud.
Nei supermercati il profumo di pane è dato da un aroma chimico (“crosta di pane bianco”) che viene irrorato perché si è dimostrato un ottimo investimento per aumentare le vendite di molte linee di prodotti. I direttori dei grandi magazzini sanno bene che quando l'aroma di pane o di dolci sale al naso, arriva subito la fame e aumentano gli acquisti...
Una catena di negozi in California ha sperimentato la diffusione di profumo di caffè fresco nei suoi parcheggi per attirare i clienti. La Procter & Gamble recentemente ha messo in commercio dei fazzolettini per il viso Puffs con il profumo di Vicks, con l'obiettivo di far presa sui ricordi di infanzia dei clienti, curati dalle loro madri per il raffreddore con l'unguento Vicks.

Ecco come ci prendono per il...naso!

Tratto dal libro "Neuromarketing: attività cerebrale e comportamenti d'acquisto", Martin Lindstrom, ed. Apogeo

Marcello Pamio - 14 agosto 2023

L’essere umano utilizza una minima parte del proprio cervello, si dice all’incirca il 10 per cento ad essere ottimisti. E’ anche vero che c’è un numero statisticamente significativo di esseri semi-viventi che non hanno praticamente accesso al loro encefalo!
La domanda che sorge spontanea per i primi e non per i secondi: cosa accadrebbe se si fosse in grado di potenziare al massimo le proprie capacità mentali? Se si avesse accesso per esempio al cento per cento?

Questa domanda se l’è fatta anche il registra francese Luc Besson mentre nel 2014 scriveva la sceneggiatura del film Lucy.
Sorvolando su alcuni scivoloni come quello del Big Bang, l’ipotizzata esplosione primordiale dell’Universo, quando è invece tutto stazionario, e la visione smaccatamente darwiniana, rimane un capolavoro assoluto. Un film di fantascienza ma fino ad un certo punto.

Ma veniamo alla storia. La pellicola inizia con una scimmia femmina sul letto di un fiume...
Si tratta di Lucy, un Australopithecus afarensis, vissuta 4 milioni di anni fa e i cui resti vennero trovati in Etiopia. Così almeno dice la narrazione ufficiale.

Poi la scena cambia per arrivare alla protagonista che si chiama anch’essa Lucy Miller, una studentessa molto spensierata che suo malgrado (non voglio spoilerare troppo) si ritrova ad avere in corpo una quantità industriale di una nuovissima droga sintetica chiamata CPH4.
Il nome scientifico del CPH4 è “6-carbossitetraidropterina sintasi”, ed è veramente un enzima prodotto alla sesta settimana di gravidanza dalla donna che serve a potenziare lo sviluppo del feto, in modo che questo possa formare senza problemi le ossa e altre strutture vitali. Quindi una vera e propria bomba per il cucciolo.

L’esagerata dose però fa sviluppare a Lucy poteri inimmaginabili. In pratica le sue potenzialità crescono di pari passo all’aumentare della percentuale di cervello utilizzata. Ricordate il dieci per cento visto prima? Bene, Lucy passa dalla telecinesi alla capacità di piegare lo spazio; da una totale insensibilità per il dolore fisico alla capacità di rigenerarsi e auto-guarirsi. Fino al controllo assoluto del tempo con il cento per cento delle capacità mentali.
Alfa e Omega, inizio e fine, ecco il parallelismo con Lucy la prima donna ominide di cui l'antropoarcheologia abbia conoscenza.

Luc Besson ama sempre mettere al centro dei suoi film personaggi femminili. Ricordiamo Nikita, Anna, la protagonista de Il Quinto elemento, Giovanna d’Arco, Nina, The Lady (Aung San Suu Kyi) e molti altri.

In questo caso la scelta di Scarlett Johansson è a dir poco perfetta.

Impersona magistralmente la classica ragazza svampita che si troverà suo malgrado a raggiungere potenzialità mai esplorate da un essere umano! Forse Besson ha voluto rappresentare il continuo richiamo o anelito per l’uomo all’ascesa: dall’imperfezione della condizione umana, alla perfezione assoluta. Da Uomo a Dio?
Non lo so, comunque il film merita di essere visto!

La "guerra al colesterolo" è una guerra contro la salute umana e in particolare contro il funzionamento cerebrale. Questo perchè il nostro encefalo è costituito per un quarto da questo grasso! Muovere guerra al colesterolo significa minare le nostre capacità celebrali.
Domande alle quali ho cercato di dare una risposta:
Cos’è il colesterolo e a cosa serve?
Sul colesterolo è stato detto tutto il male possibile e immaginabile. Se la medicina avesse avuto ragione, avremmo dovuto assistere ad un calo di tutte le patologie cardiovascolari. E’ andata effettivamente così?
Qual è il senso biologico del colesterolo? Infine cosa possiamo fare?

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Marcello Pamio - 11 agosto 2023

L'etimologia ("intimo significato della parola") è lo studio dell'origine, della storia delle parole. L'etimo ovviamente è stato cancellato dalle scuole, anche perché i Gulag 2.0 devono sfornare sudditi, invertebrati non-pensati, mica persone libere in grado di ragionare. Guai avere persone con un libero pensiero critico, è troppo pericoloso per il regime!

La parola "farmaco" per esempio deriva dal greco antico φαρμακον, "pharmakon", che significa «veleno». Serve altro per capire?

Quindi le lobbies della chimica e farmaceutica (Big Pharma) sono i più grandi spacciatori legali di veleni al mondo!

Solo un vero schiavo difende il proprio aguzzino; solo un imbecille potrebbe pensare che le case farmaceutiche stiano lavorando per il nostro benessere, per alleviare le nostre pene e i nostri mali.
Poveri subumani non capiscono che il Sistema ci vede come dei polli in batteria, o come vacche all'ingrasso.

Più malattie implica più clienti da "curare" con le loro droghe, e quindi guadagni illimitati.

Semplicemente disarmante.
Tutto questo per dire che non esiste un solo farmaco in commercio privo di effetti collaterali, figuriamoci i vaccini o i sieri genici!
Quindi parlare di droghe sicure è un ossimoro.

Ora vien fuori che i farmaci più venduti al mondo: le statine per il colesterolo alto e gli inibitori di pompa protonica (gastroprotettori) per reflussi e gastriti, fanno aumentare il rischio di demenza!
La Society of Nuclear Medicine and Molecular Imaging attraverso la PET ha rivelato nei consumatori di statine un declino altamente significativo del metabolismo nell’area del cervello (corteccia cingolata) interessata guarda caso proprio dall’Alzheimer.
Mentre uno studio pubblicato su Neurology, la rivista dell’American Academy of Neurology ha confermato che i farmaci per il reflusso gastroesofageo fanno aumentare del 33% in più il rischio di demenza rispetto alle persone che non li assumono!

La Nuova Medicina insegna, che ci piaccia o non ci piaccia, il senso biologico di quello che stiamo vivendo.

Le problematiche gastriche indicano senza ombra di dubbio che milioni di persone non digeriscono affatto qualcosa o qualche aspetto nella propria vita, dalle relazioni con altri mammiferi, all'identità e territorio (lavoro).
Tutte le cosiddette patologie gastriche sono una "attivazione" cerebrale quando non riusciamo ad accettare e/o digeriamo qualcosa.
L'ipercolesterolemia è sempre un Programma biologico sensato e magistralmente perfetto attivato quando siamo in lotta nel territorio e per il territorio, una lotta per la conquista di qualcosa. A lavoro o anche a casa.

Centinaia di milioni di persone invece di cambiare qualcosa nella propria vita, invece di uscire (lotta o fuga) da una relazione o da un lavoro, ecc. preferiscono imbottirsi di droghe nella speranza che passi il disturbo.
Ma fintantoché rimaniamo all'interno del problema non vedremo mai la luce fuori dal tunnel..

Alla fine seembra quasi che il cartello farmaceutico ci voglia dementi. Ovviamente non dovete credermi, dovete solo guardavi in giro…

Siamo un gruppo di 4 amici e lavoriamo dal 2016 sui
supercondensatori.

Il nostro obiettivo è sempre stato unico: creare supercondensatori ad uso casalingo o industriale, che accumulino energia con una vita lunghissima, usando solo materiali semplici e diffusi. Infine vogliamo che chiunque li possa costruire nel proprio garage per avere la propria energia.

Qui il nostro progetto in sintesi. A settembre speriamo di iniziare la stesura di un progetto sociale per poter sviluppare delle collaborazioni con chi ne fosse interessato. Nell’inverno 2023 offriremo a tutti la possibilità di imparare a costruire i nostri supercondensatori.
Questa sarà la strada nuova che vogliamo seguire al fine di avere un percorso alternativo ed autonomo nel modo di produrre ed accumulare energia.
Faremo un piccolo corso di costruzione nel nostro laboratorio. Poi, chi vorrà accumulare la propria energia, potrà fare il suo impianto da solo. Per chi fosse interessato e non l'abbia ancora fatto mi mandi la mail al mio contatto Telegram @AchilleSacchi

Marcello Pamio – 7 agosto 2023

Uso Linux da molto tempo e ne sono entusiasta. Il livello raggiunto dal sistema operativo è pazzesco e si trovano tutti i programmi che servono sia a casa che a lavoro. Programmi open source quindi gratis!
E poi c’è poco da fare: quando accendi il computer senza avere tra le palle Windows del pedosatanista è una goduria assoluta.
Ecco perché dedico questo semplice e incompleto articolo a Linux, proprio con la speranza che sempre più persone si sgancino dal maligno, dando un segnale importante al Sistema.

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Era il 25 agosto del 1991 quando un giovane informatico finlandese di nome Linus Torvalds annunciò di aver creato un nuovo sistema operativo aperto (open source). Il motivo è semplice: era insoddisfatto di Minix, il sistema operativo dell’epoca.
Linus voleva divertirsi e studiare il funzionamento del suo nuovo computer e il 17 settembre rilasciò la prima kernel Linux. Da allora quel progetto, nato quasi per scherzo, è diventato uno dei sistemi operativi open source più interessanti e utilizzati: dopo 33 anni lo troviamo infatti nei pc, negli smartphone e perfino nelle automobili.

Il nome Linux è “solo” il Kernel del sistema operativo perché il nome corretto sarebbe GNU/Linux e deriva da LINus UniX. Pensate che il nome originariamente scelto da Torvalds era Freax, una combinazione tra free, freak e x, ad indicare le caratteristiche Unix-like del sistema.
Dalla sua nascita i sistemi operativi derivati (dette “distribuzioni”) da questa tecnologia sono tantissimi: ognuno ha la sua peculiarità che lo rende più o meno adatto all’utilizzo per una fetta di pubblico. Ricordando sempre che i Linux offre la massima sicurezza dal punto di vista degli attacchi malware.
Ecco un elenco incompleto delle cosiddette versioni chiamate “distribuzioni” o semplicemente “distro”.


Ubuntu

È la distribuzione di Linux più diffusa e apprezzata dal pubblico. Ottimo come punto di partenza per i nuovi utenti dato che è il sistema operativo è il più semplice in circolazione.
La sua ampia diffusione lo rende il più fruibile dal punto di vista dell’assistenza, grazie a molteplici community e forum che assistono gli utenti proponendo consigli utili.


Mint

Questa versione risulta essere ancora più vicina ai sistemi tipo Windows. Quindi è ottimo per i neofiti che arrivano dalla Microsoft: ha infatti una interfaccia familiare e molti software già preinstallati.


Debian

E’ il fratello maggiore di Ubuntu e anche il padre di molte distro che hanno visto la luce negli anni. E’ sempre aggiornata, potremo dire un pilastro portante dell’ambiente Linux con tantissime applicazioni. Forse è più indicata però per i smanettoni.


Manjaro

Anche questa versione è molto affine al mondo di Windows e certamente tra i prodotti più utilizzati. Manjaro è una distribuzione basata su Arch Linux conosciuta per essere leggera, veloce, scalabile e adattabile alle proprie esigenze che semplifica ulteriormente molti degli aspetti.
Permette l’installazione facilitata di applicazioni che su altre distribuzioni sono difficoltose da configurare


Fedora

Il papà di Linux Linus Torvalds è tra i maggiori fan di Fedora tanto da dichiarare di utilizzarlo su tutti i computer in casa.
Lo sviluppo di Fedora è assicurato da una fitta rete di sviluppatori indipendenti e ingegneri che assicurano il costante miglioramento delle funzionalità presenti all'interno della distribuzione Linux.
Fedora è la quinta più scaricata negli ultimi 12 mesi dopo Mint, Debian, OpenSUSE e Ubuntu.

Conclusione
Una delle cose belle del Sistema operativo basato su GNU/Linux è che si può installare anche in vecchi computer con poca memoria, cosa questa impossibile per l’idrovora di memoria e spazio di Windows.
Detto questo, scegliete una distribuzione (potete iniziare con Ubuntu o Mint), oppure fatevi consigliare da qualcuno più esperto ma sostituite Windows quanto prima dal vostro computer, fisso o portatile che sia. Potrete tranquillamente continuare ad usare tutti i programmi.
Ricordo una cosa importante: Windows è il peggiore sistema operativo che esista al mondo. Il pensiero va al controllo. Gli attuali computer, rispetto al passato, sono perennemente connessi in Rete, da quando vengono accesi fino allo spegnimento. Quindi scambiano dati continuamente all’esterno e con chi? La Microsoft non è certo un ente umanitario, ma una società estremamente pericolosa, se teniamo conto dell’inquietante personaggio che ci sta dietro...
Per cui diamo un segnale potente al Sistema: eliminiamo tutti i programmi collegati a Bill Gates e usiamo solo quelli open source, cioè liberi e gratuiti!

I giornalai vendono sempre di meno e questa bellissima tendenza prosegue anno dopo anno.
Ne avevo già parlato a suo tempo. A giugno 2020 infatti rispetto lo stesso mese del 2019 le vendite sono crollate di circa il 25%. Tanto per capirci: il totale delle copie cartacee vendute ammontava a quasi 2 milioni al giorno, e sono scese sotto il milione e mezzo. Sicuramente la psicopandeminchia ha partecipato, ma tale tendenza ha proseguito.

Quindi come mai i giornaloni sono sempre più penalizzati dai lettori? Forse perché la gente si sta svegliando dal coma, sta iniziando a capire che l’informazione mainstream è totalmente falsa!

Il Corriere (della Serva)
A marzo 2023 ha venduto 250.000 copie (cartacee e digitali), ad aprile le copie 247.000 e a maggio 246.000.

La Repubblica (delle banane)
A marzo 2023 ha venduto 153.000 copie (cartacee e digitali), ad aprile le copie sono state 152.000 e a maggio 151.000.

La Stampa (degli ashkenaziti)
A marzo 2023 ha venduto 89.000 copie (cartacee e digitali), ad aprile 88.000 e a maggio 87.000.

Conclusioni
Semestre dopo semestre i media mainstream perdono lettori per strada.
Qualcuno si sposta dall’edicola al digitale con gli abbonamenti on-line, ma anche i media virtuali non coprono la voragine di soldi perduta costantemente dall’abbandono degli aficionados.
Il calo delle vendite indica che si stiamo lentamente svegliando dal letargo cerebrale e dal vuoto informativo. I tempi sono infatti maturi per dire basta ad una informazione vergognosamente unidirezionale, pilotata e direzionata esclusivamente al condizionamento mentale delle masse.

Senza questi megafoni la dittatura sarebbe meno pervasiva e meno persuasiva, e certamente non avrebbero potuto fare il disastro che hanno fatto durante la psicopandeminchia!

Il potere lo abbiamo noi, e tra le altre cose, è anche quello di non finanziare più tale sistema. Sganciarsi dal mainstream e dai loro tentacoli predatori è vitale.
Per cui boicottiamo i giornali, la televisione (non pagando più il pizzo chiamato canone) e tutti i network radiofonici, dando un chiaro segnale che il risveglio è in atto!

Marcello Pamio – 23 luglio 2023

Il seguente esperimento dimostra che l’unanimità è prodotta dalla pressione di un gruppo nei confronti dell’individuo.
L’esperimento è stato ideato e condotto nel 1951 dallo psicologo sociale polacco Solomon Asch, docente all’Università della Pennsylvania. Lo scopo era di comprendere se l’appartenenza a un gruppo può modificare o meno il comportamento del singolo, per conformarlo alle aspettative del gruppo stesso.

L’esperimento è banalissimo e si basa su un test di discriminazione visiva a 8 soggetti alla volta all’interno di un laboratorio di psicologia. Solo una persona del gruppo è il vero soggetto sperimentale le altre sono complici con l’istruzione di fornire risposte sbagliate.
In una scheda vi sono tre linee: A, B e C tutte diverse tra loro, mentre nella seconda scheda c’è solo una linea di lunghezza identica ad A della prima scheda.

Lo sperimentatore chiede ai soggetti, lasciando la cavia alla fine di dire quali sono le linee della stessa lunghezza nelle due schede.
Dopo le prime due prove, dalla terza comincia ad accadere qualcosa di singolare: i complici iniziano a rispondere in maniera concorda ma palesemente errata.
A questo punto il 75% dei soggetti si adegua alla risposta errata del gruppo almeno 1 volta su 12 somministrazioni di schede.

In termini assoluti i soggetti sperimentali danno risposte palesemente errate in un terzo dei casi (32%) mentre, senza il condizionamento del gruppo le risposte esatte salgono al 98%.

Le ragioni del conformismo risiedono nelle risposte che ciascuno si dà a due domande fondamentali che tutti ci poniamo prima di esprimere un giudizio in pubblico: la mia opinione è corretta? Gli altri mi approveranno, mi accetteranno?
Queste due fondamentali domande sono sottoposte a due pressioni del gruppo.

La prima pressione definita “influenza informativa” induce alcuni soggetti a subire una vera e propria distorsione del proprio giudizio interno e a credere davvero che l’opinione generale sia quella corretta e meglio informata. Ma nella maggioranza dei casi è quella che viene definita “pressione normativa” a indurre il conformismo: si è consapevoli che il proprio giudizio è corretto ma si sceglie di distorcere la propria risposta per conformarsi alle attese del gruppo, adottando norme, comportamenti e criteri presenti in esso.

Questo confermarsi alla maggioranza nasce dall’esigenza di sentirsi accettati, mostrandosi uguali agli altri, e dal bisogno di piacere, per evitare lo sgradevole disaccordo col gruppo o per timore di essere ridicolizzati. Più un gruppo è coeso e numericamente grande più la maggioranza dei suoi membri tenderà a uniformarsi ai valori e al consenso sociali perdendo così l’autonomia del giudizio su questioni di tipo oggettivo e di tipo soggettivo...

Marcello Pamio - 20 luglio 2023
Ricordate il caso dei Freedom Convoy? I camionisti anti green-pass canadesi si sono visti bloccare il conto corrente dal governo del gaio Justin Trudeau.
E' passato più di un anno ma i soprusi continuano, hanno solo cambiato continente. Nuovi casi in Germania e in Inghilterra, e a breve anche da noi.

La tanto sbandierata libertà è solo una concessione che viene elargita a chi sta nel politicamente corretto. Tradotto: se ti metti l'anello al naso, guardi la tv e ti sieri a comando, puoi stare tranquillo (almeno fino al malore o alla malattia fulminante). Ai divergenti invece, a quelli che non si conformano al regime, vengono bloccati i social (tutti allineati) e ora anche i conti bancari.

Le banche quindi pretendono che il correntista si adegui alla narrativa. E' passata in sordina anche la vergognosa decisione di congelare carte di credito e proprietà dei cittadini russi all'indomani dello scoppio della guerra in Ucraina.

Arrivano i primi casi in Europa. Al noto politico britannico Nigel Farage la banca gli ha bloccato i conti per motivi economici, hanno detto.

Nigel Farage

In realtà la motivazione è molto più orwelliana. Secondo il Daily Mail la causa sarebbero «dei suoi commenti sulla Brexit e i suoi legami con Donald Trump e Novak Djokovic». Il secondo caso ha interessato un blogger tedesco Hadmut Danisch, il quale avrebbe definito «grassa» la leader tedesca dei Verdi, Ricarda Lang.

Ricarda Lang

Per questo suo pericoloso scritto si è attivata la magistratura tedesca e la Deutsche Bank gli ha congelato il conto. 😳
Avete capito dove ci stanno portando? Se ti allinei bene, altrimenti cazzi tuoi. Se metti in discussione il Verbo paghi pegno.
Lo capite o no che diventa sempre più importante staccarsi dal cartello masso-mafioso bancario! E' questione di vita o di morte
Svegliaaaaaaaa

Marcello Pamio - 20 luglio 2023

Voi pensavate di essere usciti dalla psicopandeminchia indenni, vero? Oddio…indenni proprio no: quelli che sono ancora in vita dopo i sieri non stanno certo in straspolvero.
Però vi stavate godendo la tanto agognata "normalità", non capendo che avevano solo allungato la catena, allentato il collare e aperto momentaneamente le gabbie, proprio per darci l'illusione della libertà. E ci siete cascati in pieno.

Adesso dovrete prepararvi ai "Lockdown climatici"! Si tratta di una lubrificante politica di Austerity in puro stile anni Settanta volta a ridurre soprattutto gli spostamenti (ma non solo) con la scusante del riscaldamento globale. Quindi via auto, aerei e moto. Tranquilli ci sono le alternative. Te ne stai comodamente in divano con la vasca di popcorn GM a guardare il vedovo di Costanzo, Maria de Filippi; oppure ti vaccini contro la scabbia e la sifilide e prendi il treno.
Se non ti garba nessuna di queste soluzioni, monta in bici e pedala!

Tutto questo è olio utile a far scivolare nel didietro le "Città da 15 minuti": il progetto dell'ONU ripreso dalla supposta umana del World Economic Forum.
Quartieri-carcere a cielo aperto, blindati e separati da varchi elettronici, dove nel lasso temporale di appunto un quarto d'ora si possono raggiungere i servizi necessari alle persone. Per servizi intendono i bisogni primari del primate chiamato uomo.
Quindi potete dire addio a svaghi e cultura. E fanno bene cazzo: il pianeta sta andando a fuoco e voi pensate al divertimento? Ricordate che è anche colpa vostra che inspirate ossigeno ed eruttate anidride carbonica. Ecco perché prima faranno sparire le auto e poi toccherà a voi…

Marcello Pamio - 19 luglio 2023

Il mainstream si conferma essere il megafono terroristico del regime! All'unisono gli spacciatori-di-odio stanno terrorizzando i subumani riguardo al riscaldamento globale: città infernali che vanno a fuoco; morti per calura, luoghi vietati per il troppo caldo, ecc.
Vi ricordo che siamo a luglio, notoriamente un mese caldino e afoso. Sapevatelo. E in estate sono sempre morti i vecchi disidratati e ammalati. Oggi molti di più per via del diserbante, of course.

I delinquenti dei media stanno lavorando esattamente come hanno fatto nel 2020, quando però il pericolo era il "figlio" incestuoso dell'inchiappettamento di un pipistrello da parte di un pangolino assatanato dagli occhi a mandorla.
Cambiano i fattori ma la supposta è sempre grossa uguale: paura e panico! Ma tranquilli le soluzioni ci sono già: lockdown climatici, città da 15 minuti, carta di debito "carbon credit", auto elettriche e alimentazione sostenibile (carne sintetica, vermi, ecc.).

Per uscire dal coma basta osservare il grafico sopra che mostra l'andamento delle temperature del pianeta dal 2400 a.C. ai nostri giorni. Le curve arancioni sono i periodi di caldo (dovuti ad attività del Sole e dei vulcani), mentre quelli azzurri rappresentano i periodi di piccole o grandi glaciazioni ("Minimo di Maunder" dove s'intende il numero di macchie solari).
La vedete o no l'ultima glaciazione (curva azzurra sulla destra)? Un periodo molto freddo terminato tra il 1700 e il 1800.

Questo per dire che oggi stiamo vivendo un periodo detto "Optimum climatico", un periodo che durerà migliaia di anni in cui la temperatura è più alta perché siamo appena usciti da una piccola glaciazione. Serve una laurea in fisica? No, basta usare l'encefalo. E' così difficile? Sì certo, bisogna averlo…
Se non lo capite, allora l'estinzione fa per voi, per cui continuate ad ascoltare i giornalai. Compratevi la Tesla e sgranocchiate piattole guardando Fazio e Mentana.