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Marcello Pamio

Il 25 gennaio 2020, esattamente con la Luna Nuova, ci sarà il capodanno cinese, detto anche Festa di Primavera. Senza ombra di dubbio è la festa tradizionale più importante della Cina.
Una miliardata di persone festeggeranno l'addio dell'Anno del Maiale (il 2019), per onorare l'entrata nell'Anno del Topo. Secondo l'astrologia orientale il roditore è simbolo di astuzia e intelligenza, e questo fa tirare un sospiro di sollievo, ma dal punto di vista occidentale è l'animale più massacrato nella sperimentazione chimico-farmaceutica, e quel sospiro diventa uno squittoso lamento.
La baldoria del capodanno però sarà rimandata, per colpa di un paio di altri animali: serpente e pipistrello!

La città di Wuhan è stata messa infatti in quarantena per un misterioso virus che sta minacciando (non solo) la Cina.
Dall'aeroporto di Wuhan, collegato direttamente con il mondo intero, e dalla stazione ferroviaria, nessun aereo o treno potrà partire o arrivare nei prossimi giorni. Stiamo parlando di una megalopoli da 11 milioni di abitanti.

Ufficialmente i morti sarebbero ad oggi 22, su 600 contagiati, anche se l’Imperial College di Londra parla di oltre 4000 persone infette.
Il Topo quindi è stato obnubilato dal Serpente e dal collega alato Pipistrello, perché, stando alle dichiarazioni ufficiali, il “paziente zero”, il focolaio originario dell'infezione, sarebbe stato uno strisciante rettile squamato che al mercato del pesce di Wuhan avrebbe contagiato il primo uomo.
Ma esattamente come per la Sars, dove all'epoca un povero zibetto era stato contagiato da un pipistrello, anche oggi in Cina il serpente tentatore sarebbe stato infettato da un pipistrello!
Questo almeno è quello che ci raccontano.

Coronavirus
Il virus responsabile di questa nuova infezione fa parte della famiglia dei coronavirus, la stessa della Sars (Severe Acute Respiratory Syndrome) che ha colpito sempre la Cina allarmando il mondo intero nell'inverno 2002/2003: è un Paramyxovirus del gruppo dei coronavirus.
Il nome deriva dalla sua forma, perché al microscopio elettronico apparirebbe come una piccolissima mina anti-nave: sferica, con una membrana "corazzata" e irta di "spine" formate da una glicoproteina, usata dal virus per attaccare i recettori delle cellule dell'ospite.
Di coronavirus se ne conoscono parecchi, suddivisi in tre gruppi in base alle somiglianze del loro patrimonio genetico:

Gruppo 1: virus della diarrea epidemica suina (PEDV), il virus della peritonite infetta felina (FIPV), quello del cane (CCV) e un virus che colpisce l'uomo (HuCV229E).
Gruppo 2: vari coronavirus che infettano soprattutto uccelli e pollame.
Gruppo 3: virus dell'epatite del ratto (MHV), virus bovino (BCV), coronavirus umano OC43 e un virus che provoca nel maiale l'encefalite emoagglutinante.

Stranamente il virus della Sars non appartiene a nessuno dei tre gruppi, per cui i genetisti hanno dovuto assegnargli un gruppo a sé. La mappa genetica dei Sarsa appare in parte quasi identica al coronavirus bovino BCD e al virus avicolo AIBV, «ma il resto del genoma appare molto diverso».
Secondo il dottor John Tam, il microbiologo dell'Università di Hong Kong che l'ha studiato meglio, la causa sarebbe «una mutazione che ha alterato la preferenza del virus per certi tessuti, così che attacca l'intestino e non solo i polmoni»; secondo altri potrebbe invece trattarsi di ingegneria umana...
Cosa questa non assurda, se pensiamo che vi sono scienziati in Australia (CSIRO, Commonwealth Scientific and Industrial Research Organization) che per studiare una malattia dei maiali, innestano frammenti di DNA estraneo, creando veri e propri mostri.
A cosa lavorano infatti al Geelong in Australia, al Lawrence Livermore, a Los Alamos, centro nucleare militare con laboratorio microbiologico? Cosa sperimentano nel centro di Porton Down in Gran Bretagna o nel laboratorio segretissimo di Nes Zyona di Tel Aviv?
E’ possibile che siano stati creati dei virus in laboratorio?

Il fatto che sempre più frequentemente certi virus siano capaci di superare la barriera interspecifica (virus che infettavano solo certi animali, ora infettano l'uomo) possono essere il risultato - anziché di un fenomeno "naturale" - di una manipolazione genetica? C'è o non c'è il rischio che "accidentalmente" vengano trasformati in una mutazione "straordinariamente virulenta", diciamo come il virus Ebola?
Queste e tante altre domande rimangono prive di risposta! Ma la guerra biologica e il bioterrorismo sono un fatto assodato.
Il 29 novembre del 2011 il Corsera pubblica un articolo dal titolo: “Creato il virus che può uccidere la metà della popolazione mondiale“.
I ricercatori dell'Erasmus Medical Center di Rotterdam (Paesi Bassi) hanno infatti prodotto una variante estremamente contagiosa del virus dell'influenza aviaria H5N1 in grado di trasmettersi facilmente a milioni di persone, scatenando una pandemia. Hanno scoperto che bastano cinque modificazioni genetiche per trasformare il virus dell'influenza aviaria in un agente patogeno altamente contagioso che potrebbe scatenare una pandemia in grado di uccidere la metà della popolazione mondiale.
Nonostante le polemiche sulla pubblicazioni giunte da tutto il mondo, simili ricerche continuano a ritmo frenetico.

Sars causata da un conoravirus?
Il Times di Londra ha pubblicato un articolo secondo il quale gli scienziati all'epoca della Sars “hanno subìto una sconfitta dopo aver scoperto che il coronavirus, incolpato della potenzialmente fatale malattia, non era presente nella maggior parte dei pazienti contagiati”.
Il 16 aprile del 2003 l'OMS disse ufficialmente che il coronavirus era la causa della Sars.
Secondo il dottor Frank Plummer, direttore scientifico del Laboratorio Nazionale di Microbiologia del Canada di Winnipeg: “solamente il 40% delle persone con quello che chiamiamo Sars hanno il coronavirus. Non abbiamo trovato nessun altro virus, ma la connessione tra la Sars ed il coronavirus in realtà è molto debole”.
Il dottor Plummer ha trovato il coronavirus solo in una minoranza dei casi di Sars.
Come la mettiamo? Tante sono le cose che non tornano...

Dal serpente a Burioni
Il vaccino non arriverà, scordiamocelo", parola di Burioni, il quale continua dicendo che non lo convincono “i numeri diffusi dalla Cina. Il virus potrebbe mutare, questo mi preoccupa".
Quello che purtroppo non muta mai, è la presenza del vate della vaccinocrazia nei media mainstream.
La chicca arriva subito dopo: “dovremo imparare la lezione che tanti coronavirus hanno fatto il salto di specie da animale a uomo. E investire per nuovi vaccini, così da essere pronti al prossimo nuovo virus. Il vaccino ora scordiamocelo, arriverà tardi: combatteremo il nemico senza".
Et voilà, il leit motiv è sempre lo stesso: investiamo soldi (i nostri soldi) per sfornare vaccini contro qualunque cosa minacci la salute pubblica, poco importa se si tratta di virus inventati.

Conclusione
Dicono che la storia docet? Forse, ma bisogna saperla leggere e interpretare correttamente.
Negli ultimi anni siamo stati letteralmente terrorizzati da infezioni virali pandemiche che avrebbero dovuto decimare la popolazione mondiale.
Ricordiamo solo le più importanti:

2001 Mucca pazza
2002 Sars
2005 Aviaria
2009 Suina
2015 Zika
2019 Ebola

Se avessimo dato retta ai media di Regime, avremmo dovuto ingollare e inocularsi di tutto (antibiotici, vaccini, antivirali), per poter camminare con tanto di mascherina sulla faccia, sopra montagne di cadaveri disseminati per le strade delle città.
Ma cosa è realmente successo? NULLA di nulla.
Cioè non proprio, perché la paura tra i sudditi cresce sempre di pari passo con le quotazioni in borsa delle lobbies della chimica e farmaceutica.
Big Pharma sguazza sul panico e grazie alle pandemie fa profitti enormi vendendo centinaia di milioni di dosi di prodotti chimici...
Ecco perché ora, dopo il fantomatico virus dell'influenza suina, sta arrivando quella dell'influenza a "pecorina"...

Marcello Pamio

La tiroide è una piccola ghiandola del peso di circa 20 grammi che appartiene al sistema endocrino: produce, immagazzina e soprattutto rilascia alcuni ormoni tiroidei nel sangue.
Oggi appartiene all'apparato endocrino ma non è sempre stato così, perché in una precedente fase evolutiva la tiroide e le paratiroidi erano ghiandole esocrine che rilasciavano i loro secreti nel lume intestinale.
L'origine del nome indica anche la sua funzione: Tyro=scudo ed Eido=immagine, e difatti la sua forma ricorda quella di uno scudo.
Si trova nel collo, contigua posteriormente alla trachea, ed è formata da due lobi ghiandolari, uno a destra e uno a sinistra.
La parte funzionale della tiroide è il follicolo costituito da un strato di cellule epiteliali, i tireociti, che sintetizzano gli ormoni iodati.
La tiroide è controllata dall’asse centrale: ipotalamo-ipofisi-tiroide. L'ipofisi anteriore produce l'ormone TSH, che stimola appunto la tiroide. La delicatissima interazione dell'asse ipotalamo-ipofisi-tiroide mantiene stabile la quantità degli ormoni tiroidei che circolano nel sangue.
Gli ormoni tiroidei sono importantissimi ed infatti interagiscono in pratica con tutto l'organismo:

  • aumentano il consumo di ossigeno e la produzione di calore
  • aumentano il metabolismo del colesterolo
  • aumentano l'assorbimento dei carboidrati
  • diminuiscono il glicogeno epatico,
  • aumentano l'attività del sistema simpatic
  • stimolano il sistema nervoso centrale
  • stimolano la normale crescita e sviluppo corporeo.

La sua principale funzione è però quella di produrre gli ormoni T3 e T4, essenziali per la regolazione del metabolismo.
Quando si parla di tiroide non si può non parlare dello iodio, l'alogeno che rappresenta il materiale primario di questi ormoni, poiché forma il 65% del peso della T4, anche se detto tra noi, per il senso biologico di questa ghiandola lo iodio ha una rilevanza molto marginale...

Derivazione embriologica
La tiroide è costituita da tre foglietti embrionali diversi: la ghiandola è di derivazione endodermica, i dotti tiroidei derivano dall'ectoderma, mentre i vasi ed il connettivo dal mesoderma.
Per questo lavoro ci occuperemo solo della ghiandola (endodermica), che, come abbiamo visto nei precedenti approfondimenti (stomaco, intestino, fegato, prostata), deriva dal tessuto o foglietto embrionale primordiale che gestisce il "boccone vitale", il boccone legato alla sopravvivenza.
La tiroide infatti nasce in risposta alla rapidità di azione nella vita! Il poter afferrare velocemente un boccone (non solo alimentare ovviamente), o il dover espellerlo altrettanto rapidamente perché per esempio è “tossico”, sono funzioni assolutamente vitali.
Si potrebbe obiettare che la ghiandola non è vitale perché se una volta tolta si può vivere lo stesso, e questa osservazione è corretta, ma si vive solo prendendo degli ormoni per bocca, altrimenti sopraggiunge la morte. E' vitale perché in Natura non è contemplato l'Eutirox!
Gli ormoni tiroidei hanno un ruolo importantissimo nell'accelerare la velocità di reazione dell'organismo ed entrano in gioco quando siamo presi da un’urgenza, quando abbiamo necessità di essere molto più veloci. Per essere più precisi, il lobo di destra entra in gioco e viene attivato quando non si è abbastanza veloci da riuscire ad afferrare il boccone e quindi accaparrarsi qualcosa.
Il lobo di sinistra invece si attiva quando non siamo abbastanza veloci nel liberarci da un boccone.
La tiroide è funzionale non solo per afferrare velocemente la preda, ma anche per sfuggire dal predatore. Risponde al classico dilemma biologico "mangiare o essere mangiati".

Per essere veloci nella vita
la natura ha contemplato la tiroide!

Ipertiroidismo
E' la condizione in cui ci sono troppi ormoni in circolo sanguigno, il che indica una iperattività della ghiandola.
Questa cascata ormonale risponde ad una necessità biologica dell'individuo che si trova nella condizione di dover far presto a conseguire ciò che gli è necessario o di rigettare rapidamente ciò che il suo cervello ritiene dannoso o pericoloso.
Come detto prima, siamo nel tessuto del “boccone vitale”, e il sentito è quello di dover far presto a prenderlo o rigettarlo.

La tiroide
dà il tempo e il ritmo

Una volta l'uomo doveva far presto a raccogliere il cibo o sfuggire da pericoli e animali predatori, oggi il cervello dell'uomo attiva la ghiandola tiroidea quando si deve essere veloci in una competizione con altri individui - a lavoro per esempio, oppure in famiglia.
La sintomatologia dell'ipertiroidismo è dovuta all'eccesso di ormoni tiroidei: perdita di peso, nervosismo e irritabilità, intolleranza ai climi caldi, eccessiva sudorazione, tremori, debolezza muscolare, tachicardia, palpitazioni, ipereccitabilità emozionale, apprensione, insonnia, perdita di grasso e di massa muscolare, aumento di volume della tiroide, perdita di capelli, amenorrea, tremori delle dita, cute assottigliata, esoftalmo (occhi sporgenti).

Si fa tutto di corsa
come se fosse questione
di vita o di morte!

Sono i sintomi che indicano chiaramente una fase di conflitto attivo, per esempio l'esoftalmo (occhi sporgenti) è illuminante perché rappresenta il classico segnale di paura, per cui la persona spalanca e sporge gli occhi per scovare e vedere meglio e prima il pericolo...
In simili condizioni il cervello attiva la ghiandola, fa aumentare la sua funzione (e quindi anche la massa) perché reputa necessari molti ormoni in circolo per fare presto a risolvere il problema.
Agli esami diagnostici, come per esempio la scintigrafia, la tiroide presenta un nodulo unico detto "caldo".

Biodecodifica
Per aiutare una ghiandola tiroidea iperattiva è necessario fermarsi, PRENDERSI IL TEMPO!
Fermarsi per godere e gioire della Vita, tornare a provare piacere per le cose che si fanno, dimenticandosi la fretta. Se non proviamo piacere perché la nostra vita è costellata solo da impegni e doveri (lavorativi, famigliari, sociali, ecc.), allora diventa di vitale importanza ritagliarsi del tempo per noi stessi: staccare la spina e allontanarsi da tutti quanti, smartphone incluso.
Sarà molto difficile per una donna tiroidea, che viaggia a velocità supersoniche e il cui cervello vive costantemente nella velocità e fretta, ma non ci sono molte altre strade.
Se ci si ferma, alla fine il cervello si renderà conto che NON è così mortale, e alla fine il meccanismo biologico non avrà più senso di continuare. Si formeranno così nel cervello nuove reti neurali...

Ipotiroidismo
Al contrario di quanto appena detto, l'ipotiroidismo è la condizione in cui avviene una ridotta produzione di ormoni tiroidei, oppure la loro mancata utilizzazione.
L'ormone T4 viene prodotto all'interno della tiroide per poi essere convertito nella forma attiva T3 nei tessuti periferici. In alcune condizioni stressogene, la tiroide può produrre una sufficiente quantità di T4 da ottenere un valore plasmatico normale, ma la sua conversione in T3 può essere inibita causando un'insufficienza relativa di T3 attivo. In questo caso i pazienti possono manifestare i sintomi di ipotiroidismo.

Il senso biologico
Abbiamo detto che gli ormoni tiroidei servono ad accelerare il metabolismo e la reazione dell'uomo nei confronti a uno o più eventi, per cui la mancata secrezione di questi ormoni ha a che fare con un risentito ben preciso: la persona vorrebbe rallentare, cioè slegarsi dallo scorrere del tempo che appare troppo veloce. Vorrebbe quindi distaccarsi da ciò che la sta coinvolgendo.
L'ipotiroidismo è la soluzione di un lungo periodo di ipertiroidismo, di iperattività della ghiandola. Molto spesso questa condizione non viene diagnosticata perché in una società come la nostra le persone attive e intraprendenti, quelle che dormono poche ore per notte e lavorano 12 ore al giorno, vengono addirittura premiate; ma quando il processo s'inverte e si passa all'ipotiroidismo, arriva la diagnosi perché i disturbi sono importanti e possono destare preoccupazioni: scarsa energia, affaticamento e stanchezza (specialmente al mattino), disturbi del sonno, difficoltà a perdere peso, intolleranza al calore e/o al freddo specie alle mani ed ai piedi, depressione e sbalzi di umore, fobie, lentezza mentale, assenza di memoria, cefalee od emicranie, gonfiore della faccia e ritenzione idrica, acne, pelle secca, unghie fragili, aerofagia e flatulenza, stipsi o diarrea, difficoltà di deglutizione, indigestioni, alterazioni mestruali, problemi di fertilità, ridotta libido, rigidità articolare e crampi muscolari, frequenti infezioni respiratorie, allergie, asma, palpitazioni e/o problemi cardiaci, disturbi visivi.
Quando una persona si sente costantemente stanca, alla fine va a fare gli esami del sangue e spesso torna a casa con la diagnosi di ipotiroidismo. Ma per fortuna le lobbies hanno inventato il farmaco d'elezione...
Va detto che i farmaci come l'Eutirox vanno contro la biologia perché mantengono la persona in perenne conflitto attivo, in pratica mantengono la donna in conflitto attivo per sempre, o almeno fintantoché la prende.

Tiroiditi
Ne esistono di acute, subacute, croniche e autoimmuni (Tiroidite di Hashimoto).
Quella di Hashimoto è la forma più frequente e colpisce di preferenza il sesso femminile con un rapporto di 5 a 1 rispetto a quello maschile.
Per la biologia la tiroidite non è causata da un sistema immunitario che di punto in bianco un giorno, si sveglia iniziando ad attaccare la ghiandola tiroidea, ma rappresenta la fase di riparazione di una attivazione ghiandolare tiroidea recidivata diverse volte.

Conclusione
Abbiamo visto che la tiroide è l'organo del tempo, che dà il tempo, la velocità e anche il ritmo, alla Vita!
Questo è il motivo per cui se si vuole intervenire biologicamente sulla ghiandola per riequilibrarne il funzionamento è necessario fermarsi per ritrovare nel proprio spazio vitale il proprio tempo, iniziando a provare piacere.
Fermarsi deve diventare la parola chiave, e il termine “fermarsi” va preso alla lettera e significa proprio questo: non fare assolutamente nulla!
Non vale fermarsi dal lavoro, per esempio, dedicandosi ad altro. Il senso è fermarsi per far comprendere al cervello che la pausa non è mortale.
Per cui potrebbe essere interessante iniziare prendendosi due o tre giorni, un fine settimana, staccando con il mondo intero, parenti inclusi. Si può andare in un centro benessere, una spa, oppure una baita in montagna, ecc. Il luogo è secondario rispetto all'intento di non fare nulla, a meno che il posto non sia stressogeno per altri motivi (troppa gente, fastidi vari, ecc.).
Così facendo si possono formare nell'encefalo nuove reti neurali che andranno a modificare quelle precedenti e l'imprinting che abbiamo ricevuto da piccini, perché va detto a questo punto che il problema del tempo (quindi della tiroide) nasce come rete neurale nei primi 6 mesi di vita, quando non ci viene dato dalla mamma “il diritto ad esistere” e il “diritto di avere tempo per sé”.
Nasciamo cerebralmente immaturi e rimaniamo in questa condizione per diversi anni, e questo è il motivo per cui quello che ci accade nei primissimi mesi ci condiziona per tutta la vita.
Le reti sinaptiche si formano fuori dall'utero materno e la “programmazione” avviene nei primi 3 anni di vita quando il cervello comincia a confrontarsi con la realtà esterna.
Se per esempio la mamma non si prende il tempo da dedicare esclusivamente al proprio cucciolo, se non se lo tiene strettamente a contatto con la pelle (come avviene normalmente invece nelle popolazioni di colore dove il bimbo è sempre a contatto con la mamma grazie ad una fascia), si possono creare dei conflitti “programmanti” che andranno ad interessare organi specifici come la tiroide e le surreni. Questi bambini crescendo saranno sempre stanchi (surreni) oppure ipercinetici (tiroide).

Video a cura del dottor Joseph Mercola sulla condizione della Sanità occidentale.
Nonostante il terrorismo mediatico e gli allarmismi su meningite, morbillo, influenza, solo negli States oltre 400.000 persone muoiono a causa di ERRORI MEDICI (cause iatrogene). Ogni giorno 1 paziente su 25 contrae almeno una infezione in ospedale, stiamo parlando di quasi 2 milioni di individui ogni anno! Circa il 70% di tutti gli americani assume un farmaco da prescrizione. Una persona su 5 prende psicofarmaci, e 1 anziano su 4 ogni giorno ingolla da 10 a 19 pillole!

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Una piccolissima ghiandola della dimensione di circa 3 centimetri che la Natura ha sapientemente posizionato in una zona inaccessibile, nasconde una funzione eccezionale. Senza la prostata infatti non sarebbe possibile generare una nuova vita, quindi per l’evoluzione della specie umana è importantissima!
Il greco “prostata” vuol dire «accompagnare in terra straniera»...

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Marcello Pamio

Dopo aver trattato il senso biologico dello stomaco, è importante conoscere il rimanente apparato gastroenterico, cioè quel “tubo” che va dalla bocca all'ano.
Stiamo parlando di un apparato molto complesso, caratterizzato da ben 5 funzioni specifiche che la Natura ha perfezionato nell'arco di milioni di anni: sensoriale, peristaltica, secretiva, assorbente ed escretiva (eliminativa).
Ogni organo che appartiene al gastroenterico può avere più funzioni diverse, ma solitamente ne ha una principale, che lo caratterizza.

Per esempio: la bocca serve per comprendere se quello che mettiamo dentro dall'esterno sia vitale o no, per cui la sua funzione specifica è la sensoria; nell'esofago invece (come in tutto il tratto intestinale) vi è la peristaltica che serve a far scivolare il boccone in avanti; nello stomaco la funzione più rilevante è quella secretiva, basilare per digerire il cibo; nell'intestino tenue e nel colon, dove avviene l'assorbimento rispettivamente dei nutrienti e dell'acqua, a far da padrona c'è la funzione assorbente; per giungere infine nell'intestino retto, il cui processo basilare è l'eliminazione, quindi si ha l'escretiva.

Conoscere queste funzioni diventa centrale per cogliere il senso biologico dell'organo o dell'apparato.
Diciamo fin da subito che il conflitto dell'apparato digestivo ha sempre a che vedere con il “BOCCONE INDIGERIBILE” (come abbiamo visto per lo stomaco), ma in questo caso assume la connotazione di una “PORCHERIA INDIGESTA”.

"PORCHERIA INDIGESTA"

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DUODENO
Dopo che il boccone esce dallo stomaco, prosegue e finisce nel primo tratto intestinale chiamato duodeno: un tubo lungo 25 centimetri (circa 12 pollici) a forma di C, che si trova tra il piloro (sfintere fatto di muscoli) e il digiuno.
Nel duodeno confluiscono i secreti dello stomaco (molto acidi) e, più o meno a metà della sua lunghezza, nella cosiddetta “Papilla del Vater”, giungono le secrezioni del fegato e del pancreas tramite i dotti biliari e pancreatici. Questi succhi ed enzimi permettono la digestione.
Il ruolo del duodeno è quello quindi di “tamponare” gli acidi.

DUODENO > TAMPONARE GLI ACIDI

Il termine “duodeno” significa “tra due uomini, tra due situazioni” e in effetti si trova tra due colossi: lo stomaco collegato direttamente e il fegato tramite le vie biliari
Anche in questo caso il conflitto è sempre legato al boccone che non si riesce a digerire, però in una contrarietà più spiccatamente famigliare!

"NON RIESCO A DIGERIRE IL BOCCONE
IN UNA CONTRARIETA' FAMIGLIARE"

Patologie del duodeno: dall'ulcera al cancro
L'ulcera duodeale è sempre più diffusa, e per comprenderne il senso è necessario sapere che la mucosa è divisa in due aree: la prima porzione è di origine ectodermica (rabbia/rancore in una relazione), mentre le altre due porzioni sono endodermiche (boccone vitale).
Sono due tessuti diversi (endoderma ed ectoderma) con DUE vissuti completamente diversi.
L'ectoderma vive un conflitto di “rabbia/rancore nel territorio” (famigliari, lavoro, ecc.) e si può avere l'ulcerazione della mucosa (nella prima parte) con dolore lancinante.
Una volta risolto si avrà la ricostruzione dei tessuti con sanguinamento.
L'endoderma invece vive il conflitto del “boccone indigesto” (seri contrasti in famiglia, al lavoro, con amici) per cui si ha l'aumento della funzione digestiva e assorbente.

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DIGIUNO
Subito dopo il duodeno c'è un pezzetto di intestino lungo circa 20 centimetri.
Questo piccolo tratto “elabora” il cibo che passa, esattamente come fa il lettore del codice a barre dei supermercati quando passa un prodotto.
Il bolo alimentare, dopo essere entrato dalla bocca e dopo aver superato stomaco e duodeno, risulta sempre più frammentato, esattamente come l'informazione che veicola.
La caratteristica principale del digiuno è proprio questa: “ANALIZZARE” ciò che passa.

DIGIUNO → ANALIZZA QUELLO CHE PASSA

Allergie alimentari
Essendo il tratto intestinale deputato all'analisi, è proprio nel digiuno che si creano i più potenti ancoraggi tra alimenti e allergie!
Il motivo è abbastanza semplice e logico. Cosa fa il cervello in ogni istante? Analizza e registra milioni di stimoli che arrivano costantemente dall'esterno e dall'interno.
Quando passa nel digiuno per esempio una proteina (glutine, caseina) il Sistema sta anche registrando tutti i vissuti...

DIGIUNO ASSOCIA ALIMENTO A STIMOLO ESTERNO

Il risultato si chiama “ancoraggio”. In pratica avviene un collegamento, un'associazione tra un alimento e uno o più vissuti, e questo può scatenare un'intolleranza o anche un'allergia grave.
L'esempio del neonato è illuminante.
Se il cucciolo d'uomo mentre sta mangiando caseina o glutine vive una “porcheria indigesta” perché la mamma si è allontata da lui o perché gli ha tolto la tetta o perché non viene tenuto in braccio come lui vorrebbe, ecc. il digiuno può fare l'associazione: caseina/glutine = sofferenza (porcheria).
Quindi per quel cervello (bambino o adulto che sia) ogni volta che nel digiuno passa caseina o glutine, si riattiva la sofferenza perchè “la mamma è assente”...
Perché gli esempi si riferiscono sempre e solo alle proteine? Perché normalmente sono le proteine a passare per prime nel digiuno, e questo spiega il motivo per cui le allergie non interessano mai o quasi mai grassi o carboidrati, ma sempre la parte proteica!
Quindi la prima cosa che passa viene associata al vissuto.

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INTESTINO TENUE
Nell'intestino tenue, di cui fanno parte sia il digiuno che l'ileo, il conflitto è:

"NON RIESCO AD ASSORBIRE
QUELLO CHE MI STA ACCADENDO"

Il bambino di pochi mesi non può capire perché la mamma se ne va via (per lavoro) lasciandolo solo o in balia di un'estranea (nonna o babysitter), come pure non può capacitarsi del perché viene tenuto a distanza dal petto dandogli da bere un liquido animale mediante una tettarella finta di lattice, invece del caldo capezzolo. Quello che però il suo cervello vive e registra è una sofferenza: una porcheria indigesta, che crea un ancoraggio con quello che sta passando in quel preciso momento nel digiuno...
Il cervello dei neonati è praticamente governato dal Tronco Encefalico, quindi vive di bisogni primari, per cui fa la PORCHERIA INDIGESTA.

Una “porcheria” che non riusciamo a far passare (a perdonare).
Allargando il discorso, possiamo dire che tutto il tratto intestinale parla di profonda INGIUSTIZIA!
Quando si vive una porcheria indigesta il cervello fa aumentare un po' la sottomucosa con lo scopo di assorbire meglio la “porcheria” e, quando viene risolto il conflitto, la parte in più viene distrutta e durante la digestione può formare gas intestinale (flatulenze, ecc.).

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INTESTINO CRASSO
Se il sentito dell'intestino tenue è una PORCHERIA INDIGESTA, nell'ultimo tratto del colon questa è ancora più pesante, più “sporca”, una vera e propria “porcata”.

PORCATA INACCETTABILE/INDIGERIBILE

Nell'intestino tenue vi sono i malassorbimenti, cioè gli assorbimenti sbagliati di tutto quello che è vitale e che facciamo nostro, nel colon invece riassorbiamo l'acqua (9 litri di acqua) ed eliminiamo gli scarti.

Cancro, stipsi, morbo di Crohn

Stipsi: la persona stitica vive tutto come una porcheria indigesta, tutto come “porcata”, ed è incapace di lasciare andare e soprattutto di perdonare..
Il colon (vedi immagine sopra) è diviso in tre parti: ascendente, trasverso e discendente, ognuna di queste gestisce il riassorbimento di circa 3 litri di acqua. Se per un conflitto si attiva una delle tre parti, supponiamo il tratto trasverso, la sua funzione aumenta di molto, per cui aumenterà anche la velocità di transito, ma l'organismo per compensazione farà diminuire la funzione delle altre due (tratti ascendende e discendente), con il risultato che l'intestino nel suo complesso rallenterà la funzione e si avrà la stipsi.
La stitichezza è un problema diffusissimo tra la popolazione, e questo dato indica una cosa sola: sempre più persone vivono conflitti nella propria vita, attivando una o più parti del colon...

Morbo di Crohn: durante il conflitto di porcheria indigesta alcune parti del colon si gonfiano e la funzione di quel tratto, come è stato detto, aumenta, ma le altre due diminuiscono.
Quando si va in risoluzione, il Sistema va a digerire la parte in più che è stata creata per migliorare l'assorbimento del colon, mediante caseificazione. Coloro che soffrono di Crohn continuano a recidivare il problema. Le recidive conflittuali si realizzano quando il conflitto attivo e la soluzione si alternano ogni giorno, in un'escalation pericolosa.
Per esempio se una persona vive una porcheria a lavoro, quando alla sera torna a casa lo risolve, ma la mattina seguente ritorna a lavoro e si riattiva. Poi alla sera..
Questo circolo vizioso, se non viene interrotto, danneggia la mucosa provocando scariche diarroiche con pus e sangue.

Cancro: se la “porcata” che il cervello ha vissuto è molto grossa, oltre all'aumento della funzione di assorbimento vista prima, il cervello potrebbe far crescere la sottomucosa con l'intento biologico di aumentare la funzione escretiva, cioè deve eliminare la porcata. Questo prende il nome di adenocarcinoma.

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INTESTINO RETTO
Abbiamo detto che il colon riassorbe l'acqua ed espelle le feci, cioè le deve buttare fuori (endoderma) e non a caso la funzione è sia assorbente che escretiva, ma più ci si avvicina all'ano, più il sentito dell'ectoderma (ultimi 12 centimetri) è particolarmente preciso: l'ho preso nel didietro!

Mucosa ectodermica
In fase di conflitto di una porcheria che non si riesce ad evacuare si ha l'ulcerazione della mucosa con lo scopo di allargare il condotto per farlo passare. A conflitto risolto avviene la ricostruzione del tessuto ulcerato con la comparsa di scariche nelle feci di muco e sangue.
Il retto nell'uomo e anche negli animali ha a che fare con l'identità, e quindi con il riconoscimento della posizione e ruolo nel clan (famiglia, lavoro, amicizie, ecc.).
Forse ora è più chiaro il gesto di annusarsi il culo tra i cani: questi animali sanno per istinto che nella zona del retto c'è l'identità, una specie di impronta genetica unica.
E questo è proprio il motivo per cui un conflitto nell'intestino retto riguarda sempre la perdita di identità, “non so qual è il mio ruolo o il mio posto”. Le emorroidi sono il classico esempio.

Mucosa endodermica
Il conflitto dell'ultima parte del retto non è più una “porcheria subita”, ma “l'ho preso nel culo”.
Si tratta di un conflitto vile e ripugnante: una gravissima ingiustizia!

"L'HO PRESO NEL DIDIETRO"

Sarebbe di interesse generale poter chiedere a tutte le persone con un cancro del retto o dell'ano se 6-8 mesi prima della diagnosi, avessero o meno vissuto una pesante fregatura (con tutte le sfumature del caso: economica, relazionare, professionale, lavorativa, famigliare, ecc.)...

Ringrazio per la collaborazione, le informazioni scientifiche sulle connessioni mente-corpo il dottor Matteo Penzo e la “Scuola del Sintomo” (www.daleth.it)


Marcello Pamio

Il fegato è la ghiandola più grande del corpo umano. Stiamo parlando di un organo del peso di oltre 1,5 kg le cui numerose funzioni sono vitali.
Il sangue che esce dallo stomaco e dall'intestino non passa direttamente nel torrente venoso per giungere al cuore, ma viene convogliato al fegato attraverso una fittissima rete di capillari, sfocianti poi nella vena porta (1). Altro sangue che riceve il fegato giunge dall'arteria epatica.
Il sangue di entrambe queste sorgenti (intestini e arteria epatica) nel fegato viene ripulito e filtrato dalle varie sostanze pericolose; i nutrienti messi da parte e usati nel processo metabolico, per poi finire nelle vene sovraepatiche e gettato nella grossa vena cava che lo porterà al cuore, e da qui in tutto l'organismo.
Il fegato è una fabbrica metabolica a dir poco strabiliante, continuamente all'opera e il calore prodotto al suo interno contribuisce anche al riscaldamento del corpo.

Ecco alcune delle funzioni del fegato:

  • trasforma gli alimenti trasportati dal sangue;
  • produce e secerne la bile;
  • elabora proteine importanti (fibrinogeno, albumine, globulina);
  • raccoglie ferro e rame, utili per la produzione delle cellule rosse del sangue;
  • detossifica le sostanze nocive assorbite dal sangue;
  • trasforma e immagazzina i carboidrati sottoforma di glicogeno;
  • gioca un ruolo essenziale nell'immagazzinamento e metabolismo dei grassi.

I DUE TESSUTI DEL FEGATO
Le cose dette fino a questo punto sono conoscenze risapute perfino dalla fisiologia canonica, quello che invece non viene preso in considerazione è che il fegato attraverso reti neurali specifiche è in relazione con DUE parti del cervello: il Tronco Encefalico (emiparte destra) e la Corteccia Grigia.
Tanto per capirci: le “funzioni” vere e proprie del fegato, quindi il suo “senso biologico”, risiedono in queste due aree cerebrali!
Quindi ci sono due aree cerebrali diverse per due tessuti (endoderma ed ectoderma), con due risentiti (conflitti) che possono manifestarsi in due tumori differenti...

FEGATO ENDODERMICO
La prima area, il Tronco encefalico governa la parte di fegato (epatociti) che deriva dal tessuto più arcaico, l’endoderma. Le sue funzioni sono: ACCUMULARE glucosio (zucchero) sotto forma di glicogeno e DEPURARE il sangue che arriva dall’intestino dalle “schifezze” e dalle tossine scaricandole con la bile.
Ora le vediamo entrambe seppur molto superficialmente:

1) ACCUMULATORE
Un “epatopatico comportamentale” si presenta come un ACCUMULATORE, una persona che non butta via nulla, che vive sempre nella sensazione che gli manchi qualcosa di vitale (soldi, beni materiali, ecc.).
In questo tessuto il tumore (adenocarcinoma) è a forma di una o più palline rotondeggianti e piene di glicogeno e bile (casualmente le funzioni governate dal tronco).
Il conflitto è:

"MANCANZA DEL BOCCONE VITALE"

Mentre una volta l'uomo faceva il conflitto di mancanza del boccone vitale quando realmente non aveva da mangiare, oggi purtroppo il termine “vitale” è diventato soggettivo e dipende dalle credenze e dai condizionamenti (famiglia, religioni, società) che abbiamo vissuto.
Il “vitale” è ogni qualvolta nella vita, cioè nel cervello, formiamo una rete neurale specifica collegata con un bisogno. I veri bisogni dell'essere umano sono: ARIA-ACQUA-CIBO-SONNO-SESSO (questo ultimo da intedersi non solo come fisicità, ma anche come relazioni). Tutto il resto NON E' VITALE.

Oggi purtroppo l'uomo moderno considera “boccone vitale” non solo il cibo, ma anche tutto quello che viene vissuto come tale! Qui arrivano i problemi, perché se siamo cresciuti in una famiglia dove i soldi erano visti come basilari, dove il percepito del denaro era vitale, se da adulti vivremo un qualsiasi conflitto di mancanza, o una perdita economica (fallimento), il Tronco si attiverà arrivando a generare un adenocarcinoma al fegato. Stessa identica cosa se la mancanza interessa l'auto, il rapporto di coppia, la famiglia, ecc.
Un esempio per tutti potrà chiarire il meccanismo. Se perdiamo improvvisamente il lavoro perché ci licenziano o perché fallisce la fabbrica (cose che accadono in Italia molto spesso), il cervello per superare il conflitto aumenta la funzione epatica creando accumuli di grasso (fegato steatosico) e glicogeno (zucchero). Statisticamente sarebbe molto interessante osservare i dati epidemiologici del cancro (o altre patologie) al fegato nelle persone lasciate a casa dal lavoro, rispetto alla media nazionale.

In soluzione, il tumore viene caseificato grazie all'intervento di funghi e micobatteri, oppure finisce incistato con formazione di cisti.
Una cosa importante da tenere in seria considerazione in questa fase risolutiva, è che si può formare ascite, un liquido sieroso che gonfia l'addome. Questo siero è ricchissimo di proteine per cui ogni volta che viene incoscientemente aspirato dal medico che ignora queste Leggi, il cervello lo riforma continuamente. Più liquido aspirato e maggiori saranno le proteine scippate da muscoli e organi andando di fatto a debilitare e dimagrire l'organismo in generale.
Ovviamente è tutta colpa del cancro se la persona viene consumata fino alla morte...

2) DEPURATORE
La seconda importante funzione del fegato è la disintossicazione e depurazione costante del sangue.
Ogni 4 minuti circa il sangue fa un giro completo del corpo, passando attraverso il fegato.
Tale ghiandola deve “supportare” e “sopportare” tutte le schifezze che gli arrivano costantemente dal sangue che esce dagli intestini.
Per cui se viviamo situazioni in cui ci sentiamo INCAPACI DI SOPPORTARE gli eventi, il fegato si attiva...

"INCAPACITA' DI SOPPORTARE
QUELLO CHE SI STA VIVENDO"

FEGATO ECTODERMICO
Il secondo tessuto ectodermico è collegato alla Corteccia Grigia che governa le Vie Biliari, le quali risentono e si aprono quando si è “incazzati”, rabbiosi, pieni d’ira e sempre nella sensazione di essere incastrati in una situazione spiacevole. Può essere una costrizione lavorativa, relazionale, un'identità non riconosciuta, ecc.
In questo tessuto il tumore (carcinoma) mostra molte lesione più fusiformi (dotti) con cellule prive di glicogeno e bile.

CIRROSI ED EPATITE
Anche le classiche manifestazioni patologiche del fegato dipendono dal tessuto interessato.
La cirrosi per esempio è legata all'endoderma (quindi “boccone vitale”) e deriva da continue recidive di un conflitto appunto di “mancanza”.
L'epatite, sempre più diffusa nella società moderna, è legata al tessuto ectodermico, e rappresenta la fase di risoluzione di un forte conflitto di Rabbia/Rancore delle Vie Biliari.

FEGATO: L'ORGANO DI DIO
Il termine “fegato” deriva dal latino “ficus”, cioè fico, l’unico frutto che secondo i vangeli viene dato da mangiare al Cristo. Quindi un frutto divino? Sembra proprio di sì perché con le foglie di fico Adamo ed Eva nascondevano la loro “dimensione” umana: prima erano esseri spirituali, ma con il fico si “accorgono” di essere terreni...
In ebraico Fegato si dice KaVoD, che significa “peso”, “onore”, “qualcosa di greve”, “rispetto”, etc. In gemiatria ebraica convertendo KaVoD in numeri si ottiene 26, lo stesso numero della parola Jahwè. Il fegato è l’organo che purifica il Sangue (44) dalle sue impurità e ci permette di vivere (44-26=18 questo numero è Vita in ebraico).
Quindi forse il fegato è l’organo che ci permette di elevarci a Dio? Di trovare la nostra parte più spirituale, se e solo se però ci liberiamo dalla zavorra materialistica, cioè dalla sensazione che ci “manchi qualcosa”?
Dall’altro il fegato ectodermico “parla” anche del bisogno di “cambiare noi stessi” e non gli altri.
La Rabbia ed il Rancore si generano infatti dall’ira che proviamo quando vogliamo che qualcuno o qualcosa cambi, all'esterno di noi. Quindi invece di cambiare noi stessi per primi, cerchiamo di far cambiare gli altri (cosa impossibile), e questa impotenza e frustrazione generano appunto rabbia e rancore...

CONCLUSIONE
Una patologia al fegato endodermico, qualsiasi essa sia (cirrosi, cancro, ecc.) sta portando alla luce una “mancanza vitale”!
Quindi la domanda da porsi è: “COSA CI MANCA?”, “DOVE CI SENTIAMO MANCARE?”
Un qualsiasi conflitto che interessa il fegato ci mostra che una parte di noi è saldamente ancorata ad una materialità, a certi tipi di bisogni (spesso non realmente vitali) che impediscono l'evoluzione, impediscono di diventare divini. Ecco perché il fegato viene detto l'organo di Dio...
E' utile sapere per una maggiore comprensione del senso biologico che molte persone hanno trovato giovamento da patologie epatiche recitando il Salmo 23:

IL SIGNORE E' IL MIO PASTORE:
NON MANCO DI NULLA!

Discorso religioso a parte, recitando queste due righe centinaia di volte al giorno, potrebbe accadere qualcosa di veramente miracoloso, che non ha nulla di mistico: il cervello infatti si potrebbe alla fine convincere che NON manca nulla di vitale...
Uscendo dall'aspetto biblico una persona potrebbe sostituire la frase da ripetere ogni giorno con la più neutra:

LA MIA VITA E' PIENA.
HO TUTTO QUELLO CHE MI SERVE
NON MI MANCA NULLA!

Ringrazio per la collaborazione, le informazioni scientifiche sulle connessioni mente-corpo il dottor Matteo Penzo e la “Scuola del Sintomo” (www.daleth.it)


Marcello Pamio

Il mercato italiano dei prodotti venduti in farmacia chiudeva il 2018 con un fatturato totale di 24,4 miliardi di euro, registrando soprattutto una crescita del consumo di farmaci oncologici.
Esattamente come negli anni precedenti, i prodotti per il sistema cardiovascolare si sono confermati quelli con la maggior spesa.
Tra le 10 categorie di farmaci più prescritti nel 2018 si collocano al primo posto gli inibitori della pompa acida (farmaci per gastrite, ulcera, reflusso gastrico, ecc.).
Ecco i dieci gruppi terapeutici più prescritti l'anno scorso.


La spesa globale dei farmaci continua a crescere anno dopo anno.
Attualmente è circa 1200 miliardi di dollari (nel 2018), e le previsioni dicono che si arriverà a 1500 miliardi entro il 2023. Cifre annuali!

I 10 gruppi terapeutici a maggior spesa nel 2018
1) sistema cardiovascolare
2) apparato gastrointestinale e metabolico
3) sistema nervoso
4) sistema respiratorio
5) antimicrobici generali per uso sistemico
6) sangue ed organi emopoietici
7) sistema muscolo-scheletrico
8) sistema genito-urinario ed ormoni sessuali
9) farmaci antineoplastici ed immunomodulatori
10) ormonali sistemici,escl.ormoni sessuali e insuline

Ora vediamo le dieci categorie più usate

Le 10 categorie terapeutiche più prescritte nel 2018
1) inibitori di pompa protonica (acidità gastrica)
2) inibitori della hmg coa reduttasi (colesterolo alto)
3) ace inibitori non associati (ipertensione)
4) betabloccanti, selettivi, non associati (ipertensione)
5) antiaggreganti piastrinici, esclusa l'eparina (anti-trombotici)
6) vitamina d ed analoghi (ossa)
7) derivati diidropiridinici (ipertensione)
8) antagonisti dell'angiotensina II (ipertensione)
9) biguanidi (diabete)
10) antagonisti dell'angiotensina II e diuretici (ipertensione)

In Italia - e la situazione non è molto diversa negli altri paesi occidentali - tra le categorie più prescritte vi sono i farmaci per i disturbi dello stomaco (gastrite, reflusso, iperacidità, ecc.).
Nel solo mese di settembre 2019, secondo i dati Federfarma, tra i primi sei farmaci venduti, ben tre sono inibitori di pompa protonica:

  • PANTOPRAZOLO
    Numero fustelli venduti: 3.089.743
    Valore commerciale: € 20.573.113,80
  • LANSOPRAZOLO
    Numero fustelli venduti: 1.684.140
    Valore commerciale: € 11.869.362,82
  • OMEPRAZOLO
    Numero fustelli venduti: 1.735.553
    Valore commerciale: € 11.073.788,36

Come mai gli italiani ingollano sempre più farmaci per problematiche gastriche?
La dieta mediterranea non è il migliore regime alimentare mondiale? O forse c'è dell'altro?
Per cercare di dare una risposta, è necessario conoscere come funziona lo stomaco, comprenderne il “senso biologico”...

LO STOMACO QUESTO SCONOSCIUTO
Lo stomaco è un organo situato tra l'esofago e il duodeno e fa parte del tratto gastro intestinale.
La sua superficie è costituita da una mucosa (e sottomucosa) che secerne succo gastrico per la digestione.
L'entrata si chiama cardias e non è una vera e propria valvola, ma uno sfintere fatto da muscoli, esattamente come l'uscita, chiamata piloro.
Subito dopo il piloro c'è il duodeno.
Qual è la funzione funzione principale dello stomaco? Accogliere il cibo che proviene dall'esofago.
Il cibo è anche l'informazione esterna, l'evento o la relazione, che da fuori viene portato dentro per essere assorbito e poi assimilato.
Infatti grazie all'azione dei succhi molto acidi, il cibo (o l'informazione) subisce la prima importante digestione. Le varie secrezioni gastriche contengono muco, enzimi proteici (pepsina) e acido cloridrico.
Inoltre il succo gastrico contiene il famoso “fattore intrinseco” che permette il riassorbimento della vitamina B12.

I DUE TESSUTI DELLO STOMACO
E' importante distinguere due zone specifiche dello stomaco: la piccola curva e la grande curva.
La piccola curvatura origina da un tessuto “ectodermico”, mentre tutto il restante deriva dal tessuto endodermico, anche se vi sono frange ectodermiche. Questa differenza diventa fondamentale per comprendere da una parte la funzionalità dell'organo, dall'altra le sue “problematiche” o manifestazioni patologiche.

PICCOLA CURVA (assorbente)
Questa zona risponde a conflitti di “CONTRARIETA' INDIGESTA”, ed ha a che fare con il nostro mondo relazionale.
Il conflitto che riguarda questa zona ha a che fare con persone e/o situazioni lavorative con le quali dobbiamo convivere, nelle quali ci sentiamo incastrati.
Il maschio in questa zona fa rabbia/rancore per contrarietà nel territorio (familiare o lavorativo), mentre la donna mancina fa il conflitto per l'identità, il non sentirsi per esempio riconosciuta nel suo ruolo e posizione...
Il carcinoma si origina solo nel tessuto di derivazione ectodermica, per cui sarà sicuramente più facile trovarlo nella piccola curva, anche se potrebbe formarsi nelle zone dello stomaco dove vi sono frange ectodermiche.

GRANDE CURVA (secretiva)
La grande curvatura rappresenta tutto lo stomaco restante e risponde a conflitti di “BOCCONE VITALE INDIGESTO”.
Qui siamo in piena sopravvivenza, dove il boccone è assolutamente vitale!
Il conflitto è molto forte perché il “BOCCONE E' TROPPO GROSSO DA DIGERIRE”
Grosse contrarietà familiari e/o lavorative, qualcosa che proprio non digeriamo più!
Il risentito potrebbe essere: “HO INGOIATO IL BOCCONE, MA NON RIESCO A DIGERIRLO”, non va giù...
Nella grande curva si può formare l'adenocarcinoma.

IL SENSO BIOLOGICO DELLO STOMACO
Quando viviamo una situazione veramente difficile da “digerire”, il cervello attiva l'organo e nel caso dello stomaco, essendo costituito da due tessuti diversi, avremo due diverse attivazioni.
Se il conflitto riguarda un “boccone vitale indigeribile”, si attiva la grande curva con un aumento di funzione secretiva (succhi gastrici, enzimi, ecc), il cui senso biologico è migliorare la digestione del “boccone”. Arrivando alla formazione di un adenocarcinoma, che non a caso fa aumentare di molto la secrezione. Nella grande curva NON c'è dolore gastrico!
Se invece il conflitto ha sempre una connotazione di indigeribilità ma non riguarda un boccone vitale, perché ha più a che fare con le relazioni (famiglia per esempio), allora la mucosa prima si ulcera, per poi venire ricostruita e riparata se si risolve il conflitto.
I dolori gastrici (bruciori) avvengono solo nella piccola curva!

STOMACO & COMPRENSIONE
Lo stomaco quindi deve digerire il “cibo-evento-relazione“, deve far proprio, e da un certo punto di vista deve COMPRENDERE, cioè CUM-PRENDERE, prendere dentro.
Per cui tutte le persone che hanno problematiche allo stomaco, sono PERSONE IN-COMPRESE, o almeno questo è ciò che percepisce il loro cervello.

DIETRO LO STOMACO → PERCEPITO DI NON ESSERE COMPRESI

Il MITICO HELICOBACTER PYLORI
Lo stomaco è un organo programmato per sviluppare un'acidità anche molto intensa: il pH infatti varia molto e può raggiungere valori inferiori a 2.
Con una simile acidità nessun batterio sarebbe in grado di resistere!
Quindi come fa l'Helicobacter a sopravvivere? Possiamo credere alla favoletta secondo la quale il terribile microbo si protegge dall'ambiente ostile nascondendosi sotto la mucosa?
O forse sarebbe più corretto parlare di micobatterio? Ricordo che i funghi e i micobatteri sono gli esseri viventi più antichi della Terra e quindi possono resistere a pH così bassi.
La realtà è che in soluzione di un conflitto dello stomaco, l'organismo necessita di questi germi (micobatteri) per caseificare il tumore. Solo allora il cervello attiva l'Helicobacter Pylori...
Fare la guerra chimica a questo microrganismo estremamente funzionale per l'ecologia organica, è non solo un assurdo, ma è soprattutto anti-biologico!

CONCLUSIONE
Le vendite di farmaci sono oggettive e mettono in luce un quadro allarmante: uno dei problemi più diffusi tra la popolazione italiana riguarda la digestione e lo stomaco in particolar modo!
Svariati milioni di italiani non digeriscono qualcosa o qualcuno (o entrambi) nella propria vita, ma invece di cambiare, mettendosi in azione modificando l'alimentazione e/o cambiando lavoro, compagno o compagna, ingurgitano droghe per anni o decenni, con la vana speranza che il problema si risolva grazie alla chimica!
Questa si chiama follia.
In pratica navighiamo nell'oceano su una nave con un incendio a bordo, e invece di andare alla ricerca del focolaio iniziale per spegnerlo definitivamente, spacchiamo con un martello la sirena per non sentire più il rumore fastidioso, con i risultati che stiamo vedendo tutti...


Marcello Pamio

Il 24 giugno di quest’anno è morto, alla veneranda età di 102 anni, il chimico George Rosenkranz.
Stiamo parlando di uno dei padri della pillola anticoncezionale, farmaco che nel 2020 spegnerà ben 60 candeline.

Rosenkranz, ebreo ungherese, scampato all’olocausto si rifugiò prima a Cuba e poi in Messico, dove entrò a lavorare nei laboratori della casa farmaceutica Syntex. Qui mise insieme un gruppo di lavoro che si dedicò agli ormoni di sintesi.
I ricercatori sapevano già all’epoca che alti livelli di estrogeni e progestinici inibivano l’ovulazione, ma il grosso problema era che produrre ormoni dagli animali (per esempio estraendoli dall’urina delle cavalle mantenute gravide) costava troppo.

Il 15 ottobre del 1951 Rosenkranz - assieme ad un rifugiato austriaco, Carl Djerassi, e ad uno studente, Luis Miramontes - sintetizza la progestina (chiamata norethindrone o norethisterone), che viene subito usata non come anticoncezionale, ma per il trattamento della fertilità.
La pillola costava poco ed era di facile utilizzo.

Ci vollero ben 10 anni affinché venisse commercializzata come pillola anticoncezionale vera e propria!
Storicamente però il periodo era molto particolare e infatti molte lobbies non si mostrarono entusiaste del nuovo prodotto: temevano il boicottaggio e le proteste dei numerosi gruppi religiosi.
Negli anni Sessanta invece, il clima generale divenne molto più favorevole e la pillola venne ripresa da altri ricercatori sempre della Syntex guidati da M.C. Chang, Gregory Pincus e John Rock. E lanciata nel mondo.
Era un periodo, questo, in cui già lo spettro di un mondo predestinato ad un eccesso di popolazione allarmava scienziati e governi. Nacque allora la corsa frenetica per il controllo delle popolazioni...

L’uso della pillola anticoncezionale si diffuse rapidamente, e questo segnò una svolta epocale dal punto di vista dei costumi: era infatti la prima volta che si forniva alle donne la possibilità di separare il sesso dal concepimento!
Questo farmaco avrebbe liberato le donne anche dal peso di gravidanze indesiderate, aprendo così la porta ad una maggiore eguaglianza e libertà.
Attualmente nel mondo ci sono oltre 150.000.000 di donne che hanno scelto la pillola quale metodo anticoncezionale preferito. Gli esperti dicono che tale farmaco sia stato una delle medicine più studiate della storia.

Ma è vero? Ed è tutto oro quello che luccica?
Quando si toglie il velo sottile del lancio pubblicitario, delle dissimulazioni farmaceutiche e dei tentativi clinico-sanitari, emerge purtroppo un altro quadro che rivela le conseguenze distruttive sulla salute e il benessere delle donne, causate dagli ormoni steroidi.
Secondo un rapporto del novembre 1995 del bollettino «Natural Fertility Management», questo farmaco provoca circa 150 mutamenti chimici nel corpo di una giovane donna!
Gli ormoni dirigono e determinano i processi fisiologici, inoltre possono influenzare anche gli stati emozionali e psicologici.

Quando una donna è incinta i livelli di tali ormoni crescono e la produzione di ovuli viene arrestata. I livelli ormonali continuano a salire durante la gravidanza segnalando al cervello di smettere di secernere ormoni che stimolano la produzione di ovuli. La pillola, imitando questa azione, inganna continuamente il cervello facendogli credere che la gravidanza sia avvenuta.
Di fatto vengono bloccate le mestruazioni e le perdite di sangue che si verificano ogni mese dipendono dalla sospensione per sette giorni degli ormoni sintetici (quindi il nome corretto dovrebbe essere «perdite da privazione» e non mestruazioni).

Lateralità e bilancia ormonale
La cecità dell’essere umano e l’incapacità della “scienza” da lui stesso creata ci hanno impedito di osservare la Natura e la sua perfezione. Ed oggi rimaniamo ciechi di fronte ad evidenze impossibili da non vedere. Interveniamo, senza alcun rispetto, attraverso la chimica in un sistema che usa la chimica come secondo messaggero, senza neppure conoscerne meccanismi, funzionamento e regole. E’ lecito, o forse no qualora vi siano dei sintomi, ma in assenza di un problema alcuno, introdurre sostanze chimiche nel corpo è, se non altro, privo di ogni razionalità.
Il nostro cervello è alimentato da “corrente elettrica” e quando questa smette di scorrere veniamo dichiarati morti! E' grazie proprio a questa corrente che si scatenano una miriade di reazioni chimiche, che noi in maniera alquanto presuntuosa reputiamo giuste o sbagliate.

Una di queste è la delicatissima produzione di ormoni sessuali: testosterone ed estrogeni.
Quindi, li somministriamo esternamente senza alcun rispetto per la persona, solo per ottenere un effetto piuttosto che un altro. Dove mettiamo l’aspetto sociale? E il comportamentale sessuale?
Poco importa! Eppure, è arcinoto che il “ciclo mestruale” dà profonde alterazioni umorali e comportamentali nella donna, per cui assumere ormoni esogeni può alterare l’umore ed il comportamento sociale. Ma noi non ci priviamo di questo privilegio. Come pure non ci chiediamo se somministrare estrogeni ad una donna destrimane o a una donna mancina sia la stessa cosa.
D'altronde che cosa c'azzecca la lateralità con gli ormoni?
Gli ormoni sessuali hanno invece un impatto diverso se a riceverli è una donna destrimane oppure mancina (per lateralità dominante non s’intende la mano che si usa per scrivere o il piede per calciare, ma lateralità biologica cioè il modo in cui il cervello «legge» gli ormoni).

Il cervello della donna destrimane «legge» meglio gli estrogeni, mentre quello della donna mancina «legge» meglio il testosterone. Ciò influenza profondamente il loro comportamento, le loro reazioni, il loro percepito, la loro sessualità, il loro piacere: sono due donne diverse, pensate e volute dalla Natura per avere ruoli diversi.
Il cervello “tollera meglio”, se somministrati, il progesterone piuttosto che gli estrogeni. Quindi cosa succede quando si prende la pillola?
Nelle donne mancine, abituate a “sentire e percepire la Vita” attraverso il testosterone, la pillola obbliga il cervello a rivolgersi all’altro emisfero, provocando una specie di ribellione dello stesso.
Una mancina che viene spinta chimicamente nell’altra modalità cerebrale di «lettura» ormonale, diventa leggermente più “depressa”, ma contemporaneamente più calda (estrogeni) nei rapporti sessuali. L’effetto più frequente è una intolleranza più o meno marcata delle mancine all’assunzione di estrogeni: dal banale “mal di testa” (che può arrivare ad essere insopportabile) sino ad un malessere che spinge il più delle volte la donna a dover interrompere l’assunzione della stessa.
La donna destrimane invece tollera molto meglio l’assunzione della pillola: già abituata agli estrogeni, l’effetto sul comportamento è un aumento della maniacalità.
In tutto ciò è da chiedersi se, in mancanza di un’esigenza reale per malattia o altro, sia legittimo somministrare ormoni chimici in grado di modificare il “comportamento, le emozioni e le percezioni” di una donna, trasformandola in una persona “diversa da sé”.

La pillola restringe il cervello (e causa depressione)
La notizia origina da uno studio dell’Albert Einstein College of Medicine di New York nel quale si è scoperto che, nelle donne che assumono la pillola, si verifica un restringimento dell’ipotalamo. Un’ area piccolissima, della grandezza di un pisello, situata tra i due emisferi, ma che è in grado di regolare le funzioni involontarie del corpo, l’insorgere delle emozioni adeguate in base agli stimoli esterni, ecc. Ma è anche il legante fra il sistema nervoso e quello endocrino che produce appunto gli ormoni.
La ricerca avrebbe riscontrato una riduzione delle dimensioni dell’area intorno al 6%!

Secondo il capo dello staff di ricercatori Dr. Michael Lipton, studi precedenti hanno dimostrato che gli ormoni sessuali promuovono la crescita dei neuroni, quindi ipotizzano che gli ormoni sintetici nei contraccettivi «interferiscano con questi effetti e portino a una minore crescita delle cellule cerebrali».
La cosa certa è che in psichiatria era già stata riscontrata da tempo una misura più ridotta dell’ipotalamo in pazienti affetti - ma guarda caso - da depressione e crisi aggressive…

A questo proposito è interessante notare che è stato già dimostrato come l’utilizzo di anticoncezionali fosse collegato ad un aumento dei casi di depressione e/o di suicidio.

In particolare, nel 2016 su Jama Psychiatry uscì uno studio danese che concludeva che «l’uso di contraccettivi ormonali, specialmente nelle adolescenti, era associato a conseguenze utilizzo di antidepressivi e ad una prima diagnosi di depressione, suggerendo che la depressione sia un potenziale evento avverso dell’uso di contraccettivi ormonali»; del 2017 è invece un secondo studio pubblicato sull’American Journal of Psychiatry le cui conclusioni riportano che «l’uso di contraccettivi ormonali era positivamente associato a conseguenti tentativi di suicidio e suicidio» e che «le ragazze adolescenti mostravano il rischio relativo più alto». Questi due studi sembravano essere passati più o meno in sordina, anche se diversi soggetti (Aogoi - Ass. ostetrici ginecologi ospedalieri italiani; Sic - società italiana contraccezione) si sono affrettati a minimizzare i risultati in termini di attendibilità e di impatto sui “vantaggi” dati dalla contraccezione, sostenendo che la diffusione di questi risultati provochi inutile allarmismo e che non vengano tenuti in considerazione i vantaggi dati dalla contraccezione… addirittura ci si spinge a considerare che anche la gravidanza ed il post-partum possano costituire un fattore di rischio aumentato di suicidio!

Ciononostante, nel novembre 2019 (curiosamente a 3 anni di distanza dal primo studio, quando si dice il tempismo…), Aifa ha emanato un comunicato, corredato di Nota Informativa Importante destinata ai medici, in cui si dice che:

L’umore depresso e la depressione sono effetti indesiderati noti associati all’uso dei contraccettivi ormonali. La depressione può essere grave ed è un noto fattore di rischio per l’insorgenza di comportamento suicidario e suicidio.

A conclusione della valutazione del segnale di sicurezza condotta a livello europeo, relativo al rischio di comportamento suicidario e suicidio, associati a depressione, in pazienti che utilizzano contraccettivi ormonali, è stato deciso l’aggiornamento delle informazioni sulprodotto dei contraccettivi ormonali con una nuova avvertenza.

Le pazienti devono essere informate sulla necessità di contattare il proprio medico in caso di cambiamenti d'umore e sintomi depressivi, anche se questi si verificano poco dopo l'inizio del trattamento.

Tutto ciò non fa altro che confermare quanto detto sopra: i cambiamenti che andiamo a provocare nell’organismo sono tutt’altro che blandi e costituiscono la causa di profondi mutamenti comportamentali e sociali.

Conclusione
Siamo liberi di pensare che la pillola anticoncezionale abbia veramente liberato la donna, in realtà la sua azione l’ha «castrata» chimicamente interrompendo il suo ciclo naturale, squilibrandone organi e ghiandole importantissime come utero e ovaie. Per non parlare dei cambiamenti emozionali e caratteriali e, ora possiamo dire, anche organici con la riduzione del cervello.
Concludo ricordando che la sorte spesso sa essere molto ironica e soprattutto simbolica.
A Rosenkranz nel 1984 rapirono la moglie chiedendo in cambio un riscatto!
Quindi al padre ufficiale della pillola, allo scienziato che “liberò” le donne emancipandole sessualmente, sequestrarono la moglie.
Tutto finì per fortuna benissimo, perché il chimico riuscì a raccogliere in brevissimo tempo 1 milione di dollari e le forze di polizia liberarono la donna, arrestando i sequestratori.
Questa la simbolica vicenda però non può non destare l’attenzione in chi non crede nel caso…

Fonti

https://jamanetwork.com/journals/jamapsychiatry/fullarticle/2552796 Novembre2016
Association of Hormonal Contraception With Depression

https://ajp.psychiatryonline.org/doi/full/10.1176/appi.ajp.2017.17060616?url_ver=Z39.88-2003&rfr_id=ori:rid:crossref.org&rfr_dat=cr_pub=pubmed&Novembre2017   
Association of Hormonal Contraception With Suicide Attempts and Suicides

https://www.aifa.gov.it/documents/20142/847370/2019.11.15_NII_contraccettivi_ormonali.pdf/8304b6f2-c321-a9e1-975c-c186fda4c753

Dichiarazioni Agoni - https://www.galileonet.it/aifa-nota-contraccettivi-ormonali-depressione/

https://www.marieclaire.com/it/bellezza/viso-corpo/a30134669/pillola-anticoncezionale-effetti-collaterali/

http://www.attivazionibiologiche.info/PasadoFuturo/mestruazione.html

https://www.repubblica.it/salute/2019/06/24/news/morto_a_102_anni_rosenkranz_il_padre_della_pillola_-229537658/


Marcello Pamio

Oggi parliamo di un organo molto particolare: una piccolissima ghiandola della dimensione di una noce (circa 3 centimetri) che la Natura ha cercato di occultare agli occhi e alle mani dei medici, senza però riuscirci. Non poteva certo prevedere infatti - nostra Madre - che l'uomo in camice bianco arrivasse ad infilare nel retto prima il dito medio e poi un ago lungo 18 centimetri!
Questa povera e maltrattata ghiandola si chiama prostata.

Funzione biologica
La prostata è disposta attorno alla prima parte dell’uretra, appoggiata alla vescica urinaria tramite le vescicole seminali. Sfocia nell’uretra per secernere un liquido alcalino durante l’eiaculazione.
Come mai la perfezione dell'organismo avrebbe concepito un liquido alcalino eiaculato durante il rapporto sessuale all’interno di una vagina molto acida?
Siamo di fronte ad un banale errore o ad una magistrale sapienza?
Il significato di “prostata” spiegherà l’arcano, perché in greco vuol dire «accompagnare in terra straniera». Quindi nessun errore: l’alcalinità ha proprio la funzione biologica di “proteggere” e “accompagnare” il seme maschile - rappresentato da centinaia di milioni di spermatozoi - nell’ambiente inospitale della vagina, la “terra straniera”!
Un terreno troppo acido equivarrebbe alla condanna a morte degli spermatozoi, e di conseguenza la fine della prosecuzione della specie.

La prostata cresce nella fase adolescenziale ed è particolarmente sensibile agli ormoni sessuali e proprio per questo motivo il cancro alla prostata rientra per la medicina ortodossa nei tumori ormono-sensibili.
Le patologie di maggior rilievo a carico di questa ghiandola sono l’adenoma, il carcinoma e la prostatite (infiammazione).

Origine della prostata
La prostata appartiene all’antichissimo foglietto «endodermico» e quindi risponde al conflitto del «boccone vitale». In questo caso, s’intende un «boccone» a carattere sessuale.
Senza la prostata infatti non sarebbe possibile generare una nuova vita, quindi per l’evoluzione della specie umana è una ghiandola vitale.
Vediamo quindi cosa succederebbe se un uomo dovesse vivere una problematica a sfondo sessuale.
A questo punto bisogna specificare una cosa molto importante: nel maschio erezione-piacere-eiaculazione sono un tutt'uno, non si possono disgiungere, per cui se non si ha una erezione, automaticamente non è possibile godere, eiaculare e quindi procreare!

 

 

 

 

 

Se un uomo per un qualsiasi motivo non riesce a eiaculare, la prima cosa che fa il cervello è indurre una ipertrofia della ghiandola (totalmente asintomatica) con lo scopo biologico di far aumentare la produzione di liquido seminale.
Soluzione questa perfetta per il problema, perché SE NON SIAMO RIUSCITI AD EIACULARE come voleva il cervello, allora solo un aumento della sua «funzione» potrà risolverlo.

Se però il disagio dura per molto tempo, la ghiandola può raggiungere dimensioni importanti in grado di dare molti fastidi all’uretra e alla vescica.
Questi disturbi urinari sarebbero dovuti, secondo l’ortodossia, dalla prostata che spinge sulla vescica.
Ma come mai questo avviene solo di notte? Cosa fa di giorno la prostata, dorme?
L'uretra passa nel terzo anteriore della prostata e i rigonfiamenti della stessa sono responsabili solo del 5% dei disturbi urinari, il rimanente dipende dal “detrusore” che appartiene ad un altro foglietto embrionale completamente diverso, il “mesoderma recente”.

Il mesoderma è più legato al “territorio” e alla “svalutazione”, della serie: “non riesco a marcare il territorio come vorrei”, dove il territorio sarebbe la vagina della donna!
Questo potrebbe spiegare perché alcuni uomini hanno disturbi urinari e altri no, ma soprattutto spiega perché avviene solo di notte. Durante la notte infatti il muscolo andando in vagotonia si rilassa, mentre di giorno in piena fase simpaticotonica rimane in tensione, ecco perché non si urina con la stessa frequenza di quando si va a dormire!

Se e quando il cervello non vede più il problema, l’eccedenza dei tessuti sarà smantellata da microrganismi come funghi e micobatteri, oppure incapsulata e incistata.
Ovviamente questo processo di smantellamento potrà avvenire solo se nell’organismo saranno presenti questi germi; dico questo perché, a seguito di pratiche aberranti come le vaccinazioni, l’iper-sterilizzazione degli ambienti, ecc., il patrimonio microbatterico umano è sempre più scarno, per cui quello che avviene con maggior frequenza oggi è l’incistamento del tessuto (cosa questa, però, non biologica).
Sarà forse un caso che la maggior parte dei maschi sopra una certa età presentano masse e/o formazioni nella prostata?

Incidenza e mortalità per tumore prostatico
Prostata e mammella rappresentano le sedi più frequenti di tumore, rispettivamente nei maschi e nelle femmine, con una probabilità di ammalarsi, secondo le stime ufficiali, di 1 su 9.
Il tumore della prostata da solo rappresenta il 19% di tutti i tumori diagnosticati nei maschi!
Per entrare più nel dettaglio in base all'età: nella classe 50-69 anni e negli over 70enni, è il tumore più frequente, e questo come vedremo non è un caso…

I dati ufficiali quindi non lasciano spazio a molti dubbi.
Ecco cosa dicono le statistiche sull’incidenza dei tumori alla prostata scoperti in persone morte in incidenti stradali durante gli esami autoptici, quindi morti non per malattia.

  • Uomini di età compresa tra i 40 e i 49 anni > 40%
  • Uomini di età compresa tra i 60 e i 69 anni > 70%
  • Uomini di età sopra i 70 anni                         > 80%

Questi dati confermano la bontà del detto popolare secondo cui «alcuni uomini muoiono DI cancro della prostata, ma quasi tutti muoiono CON il cancro alla prostata
Per esempio ogni anno negli Stati Uniti vengono diagnosticati 240.000 (37.000 in Italia, dati 2019) tumori alla prostata, ma il rischio di morte è del 3%.
Questo dato non santifica la cosiddetta «medicina preventiva» (gli esami non possono prevenire nulla, ma solo diagnosticare): è semmai la dimostrazione che IL 97% DEI TUMORI E’ CONSEGUENZA DELLA SOVRADIAGNOSI (vedere note)!

La conferma che questa condizione è per così dire «normale» (anche se non dovrebbe essere) arriva da ulteriori esami autoptici. In Svizzera studiando i cadaveri di persone oltre i 50 anni morte in incidenti stradali, hanno trovato:

  • Donne: tumore (in situ) al seno                   > 38%
  • Uomini: tumore (in situ) alla prostata         > 48%

Quante di queste persone non sapevano neppure di avere un tumore al seno o alla prostata?

Il problema della metastasi
La metastasi più frequente del cancro prostatico è quella ossea.
Nessuno però spiega scientificamente come un tumore che cresce nella prostata come un cavolfiore (adenocarcinoma), riesca a migrare nel sangue e, una volta giunto nelle ossa, creare dei “buchi”.
L'oncologia dovrebbe spiegare come fa una cellula a metastatizzare un organo diverso cambiando atteggiamento biologico.
La spiegazione bio-logica ha a che fare con l'origine embrionale delle ossa, che guarda caso fanno parte del “mesoderma recente”, il tessuto visto prima legato alla “svalutazione”.
Non avere una erezione può creare o no delle svalutazioni negli uomini?

Costo sociale
Il cancro è la prima spesa sanitaria mondiale.
Solo negli Stati Uniti dal 1994 al 2004 il danno economico dovuto al solo tumore alla prostata è stato di 240 miliardi di dollari. Se a questo sommiamo tutte le procedure non necessarie (biopsie, prostatectomie, pannoloni, protesi meccaniche, ecc.) la cifra raggiunge i 1000 miliardi di $.
Quindi oggi la sovradiagnosi legata alla prostata è la gallina dalle uova d'oro, perché rappresenta un business da oltre 100 miliardi di $ all’anno!

Forse il quadro inizia a prendere forma: dietro questa piccolissima ghiandola si muovono interessi economici faraonici. Da una parte abbiamo un Sistema sanitario malato che ha ingannato le persone facendo credere che un marcatore tumorale come il PSA sia un esame routinario normalissimo…
Lo ripeto ancora una volta: sopra una certa età, praticamente tutti quelli che fanno l'esame avranno un valore del PSA molto alterato!

Attivazione biologica della prostata
La prostata come detto è legata al «boccone vitale», ma entrando più nel dettaglio, parlando di attivazione di questa ghiandola, è obbligatorio tirare in ballo una «sessualità impropria», cioè una sessualità non nella norma, relativamente al rapporto di coppia, ma non solo.
Una eiaculata incompleta, cioè non portata a termine, è più che sufficiente per attivare il tessuto!
Ma anche una partner che si comporta male nei nostri confronti, o il voler fecondare più di una donna (amante e moglie per esempio) ma non poterlo fare…
Paradossalmente anche un “conflitto” traslato per cui il figlio non riesce ad avere figli e il padre si accolla simbolicamente la responsabilità organica, è interessante.

Comunque sia, la cosa centrale da capire è che il senso biologico del tumore alla prostata sta tutto nella fase conflittuale: quando il tessuto cresce con lo scopo biologico di aumentare la produzione di liquido seminale!
Questo è il senso biologico del «problema» alla prostata (chiamato adenoma, ipertrofia, tumore, cancro, ecc.).
Se invece di essere visto con gli occhi limitati e impauriti dell’uomo si usassero quelli perfetti della Natura, apparirebbe subito che non si tratta di un problema, ma di un programma biologico sensato e assolutamente perfetto!

Secondo la biodecodifica
Altri spunti di comprensione arrivano dalla decodifica biologica.
Per esempio un qualsiasi disturbo alla prostata potrebbe avere a che fare con una «perdita nella famiglia» (situazioni drammatiche di figli, partner, nipoti o altri, come per esempio un incidente, una malattia o la morte); una «castrazione simbolica» (la donna che ricatta il marito oppure il «desiderio di fare l’amore con qualcun’altra ma non si può»).
Un risentito di impotenza («devo essere all’altezza per soddisfare la mia donna più giovane di me e non so se ne sarò in grado»).

La prostata da un certo punto di vista rappresenta il «principio maschile», per cui tutto quello che ha a che fare con timori e paure legate alla «mascolinità», alla «potenza», anche alla «rinuncia» o «colpa sessuale» può attivare questa ghiandola…

Conclusione
Se è vero, come è vero che il problema dell'attivazione della prostata sta nell'aumento di funzione perché non si è eiaculato come avrebbe voluto il cervello, la logica conseguenza (o per meglio dire bio-logica), sta nel farlo in altre modalità!
Non so se sono stato abbastanza esplicito.....

Per approfondire

Articoli sulla Sovradiagnosi

"Guerra al cancro: quanti morti dal 1950 ad oggi?"

Guerra al cancro: quanti morti dal 1950 ad oggi?

"Marcatori tumorali e...creazione di malati"

Marcatori tumorali….e creazione di malati

"Cancro: la rivoluzione scientifica e il cambio di paradigma"

Cancro: la rivoluzione scientifica e il cambio di paradigma

"Si muore di cancro o di chemio"

Si muore di cancro o di chemio?

[embedyt] https://www.youtube.com/watch?v=yoW9-vHCMWE[/embedyt]

http://www.attivazionibiologiche.info/dizionario/prostata.html

http://www.attivazionibiologiche.info/oncologia/caprostata.html

Libri da leggere

"Cancro spa", Marcello Pamio
https://www.macrolibrarsi.it/libri/__cancro_spa.php

"La fabbrica dei malati", Marcello Pamio
https://www.macrolibrarsi.it/libri/__la-fabbrica-dei-malati-marcello-pamio-libro.php


Marcello Pamio

Viviamo in una società finta e illusoria dove quello che crediamo essere modernità ed evoluzione ci sta portando lentamente alla tomba. Mai come oggi infatti le persone soffrono dei più svariati disturbi, da quelli mentali a quelli fisici. Per quale motivo siamo sempre più malati e carichi di disagi?
Forse perché il nostro ambiente è tossico? Mangiamo, beviamo e respiriamo sostanze chimiche, per non parlare della tossicità emotiva che iniziamo a conoscere ancor prima di uscire dal grembo materno…
Queste condizioni forse creano una sorta di vulnerabilità fisico/spirituale che predispone e favorisce da una parte l’avvelenamento organico e dall’altra gli shock emozionali?

Nel nostro opulento Occidente il cibo non manca, come pure il lavoro; l’informazione è sempre più pervasiva, abbiamo a disposizione centinaia di farmaci ed esami (diagnostici) eppure la gente si ammala molto più prima. Come mai?
Forse perché la regina che governa il nostro mondo si chiama PAURA?
Oggi questa emozione (di per sé funzionale) ha mille e più sfaccettature: paura di non farcela, di essere esclusi, di non essere riconosciuti; paura del diverso, dei virus, delle malattie infettive, della crisi economica, di perdere il lavoro. Per non parlare della paura arcaica del futuro e quindi di invecchiare.
Le persone non solo hanno paura della morte, ma anche della Vita: quanti infatti per qualche timore e/o condizionamento non vivono la propria esistenza?

Paura & media
La paura ha da sempre accompagnato l’uomo, ma in passato era legata a fattori e contesti ben specifici e soprattutto locali: paura delle epidemie o di non riuscire a procurare il cibo per sé e per la propria famiglia, ecc.
Si può affermare che la paura è funzionale per ricondurci alla realtà!
L’uomo si preoccupava per cose reali e concrete e non sapeva nulla di quello che succedeva in giro per il mondo. Oggi grazie ai media (giornali, tivù e radio) sappiamo all’istante tutto quello che di brutto accade in ogni parte del globo...

Avviene una strage di bambini in una scuola americana? Non solo lo veniamo a sapere dopo qualche secondo, ma addirittura possiamo anche vedere immagini e video strazianti.
Il crollo delle Torri Gemelle a New York, nelle quali perdettero la vita circa 3000 persone è stato visto in diretta tv da oltre 2 miliardi di persone.
Mentre una volta non si conosceva ciò che accadeva lontano, ora queste informazioni costanti creano e veicolano terrore o sgomento, esattamente come se fossero locali. Per non parlare dei vari allarmismi (economici, ecologici e sanitari), e delle violenze che ci toccano in ogni istante della nostra esistenza.

Risultato? Paura e angoscia per il presente e per il futuro (che non esiste), che condizionano l’esistenza di centinaia di milioni di persone, per non dire miliardi.
Il Sistema mediatico ha creato una nuova forma di paura molto subdola perché astratta ma non meno deleteria. Anzi, si tratta di una paura molto difficile da combattere proprio perché intangibile.
La paura immaginaria veicolata dai media e attraverso dispositivi digitali in ogni dove riguarda situazioni sulle quali noi non abbiamo presa e su cui non possiamo intervenire.
Su eventi che riguardano luoghi lontani o che sono troppo grandi per noi (cambiamenti climatici, crisi economiche, ecc.) cosa realmente possiamo fare? Nulla.
Questo ci impedisce di agire perché siamo assaliti dal «senso di impotenza», che blocca e paralizza!
E la paura è a sua volta alimentata da questa sensazione d’impotenza!

Paura, credenze e ignoranza
La paura viene attivata dalle nostre Credenze, cioè da quegli occhiali (che ci hanno "regalato" i genitori, le religioni, la società, ecc.) con cui interpretiamo gli accadimenti della nostra vita. Detto in altri termini sono il nostro sistema di «adattamento»!
Tradizionalmente le paure nascono dall’ignoranza cioè dalla non conoscenza: temiamo le situazioni che sfuggono alla nostra comprensione.

La paura globale che sfugge al controllo della ragione sembra agire maggiormente su coloro che si collocano in una posizione di passività nei confronti della realtà.
Per esempio, le persone che vivono una diagnosi di cancro o di una qualsiasi altra malattia cosiddetta «degenerativa» come una sfortuna o una maledizione piovuta dal cielo, e con uno stato d’animo di passività, hanno una prognosi peggiore rispetto a chi invece ne cerca «il senso biologico» e reagisce con un cambiamento!
La regola aurea è abbastanza semplice (anche se è difficile da realizzare proprio per i blocchi dovuti alla paura): chi agisce e interviene ha sempre meno timore e paura di chi subisce passivamente.
Non è un fatto scontato, anche perché ora vedremo cosa la paura produce fisiologicamente nel corpo umano...

Fisiologia della paura
Quando l’uomo e/o l’animale vive una situazione di paura, un evento drammatico e shoccante (incidente, perdita di un caro, animale feroce, ecc.) il suo organismo mette in atto istantaneamente dei processi chimico-fisiologici per far fronte al problema.
La priorità è salvare la pelle e per fare questo la natura ha contemplato delle strade ben precise: attacca e aggredisci oppure fuggi molto veloce o, l’ultima spiaggia fingere di essere morto.
A parte l’ultimo caso, cioè l’imitazione del cadavere, per gli altri che sono centrati sul movimento, servono sostanze chimiche e mediatori importanti.
Una cascata di ormoni e neurotrasmettitori si mettono così in moto per attivare o disattivare organi e apparati. Il grande decisore è il cervello.

Una delle prime cose che avvengono è l’attivazione dei tubuli collettori renali con lo scopo fondamentale di trattenere l’acqua e alcune proteine (come la creatinina).
In condizione normale i reni producono circa 180 litri di urina primaria al giorno, e prima di arrivare al condotto di uscita dal rene, detto uretere, passano attraverso i tubuli dei collettori i quali hanno il compito di assorbire circa il 99% delle urine primarie riducendole a circa 1,2-1,5 litri di urine secondarie, che sono quelle che scarichiamo normalmente attraverso la vescica.
In pericolo o in pieno conflitto tratteniamo acqua e uriniamo molto di meno.
Ecco alcune delle sostanze che si producono nel corpo:

- Cortisolo; le ghiandole surrenali liberano nel sangue l’ormone dello stress perché è funzionale per far aumentare la forza dell’organismo. Se si è in pericolo serve molta energia!

- Adrenalina e noradrenalina; l’ipotalamo stimola la produzione di questi due importantissimi ormoni dalla funzione vaso-costrittiva, cioè tolgono il sangue da organi che non servono (apparato digerente, uro-genitale, ecc.) per direzionarlo dove invece è vitale: sui muscoli (gambe, braccia o zampe), il tutto allo scopo di scappare o attaccare. Normalmente si chiudono anche gli sfinteri perché in pericolo di vita o durante un combattimento non si può perdere tempo a defecare (decodifica biologica della stipsi).

- Glucosio; aumenta grazie al lavoro del fegato la produzione endogena di zucchero, anche perché se si è in pericolo o in lotta è necessario avere in circolo enormi quantitativi di zucchero (decodifica biologica del diabete…).
In totale assenza di glucosio nel sangue, come durante un digiuno, lo zucchero non manca: come mai? Perché il cervello può ordinare in qualsiasi momento al pancreas (cellule alfa) e al fegato di produrre tutto lo zucchero necessario! Quindi se siamo in costante conflitto avremo sempre iperglicemie, anche se si sta attenti al cibo.

- ADH; è un ormone antidiuretico liberato dalla neuroipofisi, una ghiandola posta al centro del cervello. Questa ghiandola (che è in verità un prolungamento dell’ipotalamo) produce anche ossitocina, chiamata ormone dell’amore, che viene rilasciato nel sangue quando si è felici e quando si prova piacere.
La cosa fondamentale da comprendere è che la neuroipofisi può liberare sono UNO dei due composti: Ossitocina o ADH, mai contemporaneamente!
Il messaggio fisiologico è chiarissimo: o si vive nell’amore e nel piacere (Ossitocina) o si vive nella Paura (ADH).
Se costringiamo l’organismo a produrre ogni giorno ADH significa che stiamo vivendo nell’angoscia, e questo ci impedisce di essere felici e provare piacere.
L’ADH è chiamato anche vasopressina perché blocca l’urina e fa trattenere dall’organismo, come detto prima, il liquido più importante che esista: l’acqua!

Tutto in natura è programmato e sincrono: un evento importante costringe l’intero sistema «cerebro-organico-ormonale» a predisporsi nel miglior modo possibile per superare l’empasse.
Nel mondo animale esistono, come visto, «fuga» o «attacco», perché in natura le paure sono concrete e reali, ma nel mondo degli umani le cose sono un po’ diverse…
La «fuga» e l’«attacco» sono sempre integrate nel «cambiamento»: sia aggredire che scappare necessitano di un «movimento». Va ricordato però che lotta e fuga salvano la pelle solo se mantenute entro dei “tempi biologici”, perché è anche vero che se si lotta o si fugge per molto tempo, il rischio di ammalarsi diventa elevato.

Ma mentre gli animali attaccano o scappano, la «paura virtuale» creata e veicolata dal Sistema ha fatto nascere nel cervello umano una nuova strada, o meglio un vicolo cieco che termina nella «tristezza» e «passività»!
Una persona triste è nella totale passività e quindi è ferma e bloccata.
Sentirsi impotenti e disarmati di fronte ad un evento (vero o irreale che sia, diagnosi, ecc.) è come indossare un paio di occhiali neri che non permettono di cogliere la bellezza, il frizzicorio e l’eccitazione insite nel cambiamento.
Nel buio e nella solitudine la paura lievita ancor di più, e gli eventi gestiranno e muoveranno la persona, e non viceversa: né più né meno come una bandierina al vento.
Il nostro cervello non solo ci avvisa del problema (e l’organo/apparato interessato ha una valenza simbolica millimetrica), ma contemporaneamente lavora per superarlo.
Noi cosa facciamo? Interveniamo con farmaci, terapie, interventi vari, facendo danni o bloccando tale magistrale processo biologico e sensato...

Conclusione
Se è vero, come è vero, che la paura è un veleno che può uccidere: qual è il suo antidoto?
L’unico vaccino naturale contro la paura si chiama «conoscenza»!
Se la paura è come la nebbia fitta che impedisce di vedere il cammino lasciandoci in balia degli eventi, la «conoscenza» è il sole che illumina e scalda l’aria portando chiarezza.
La conoscenza infatti può trasformare angoscia e paura (che bloccano le coscienze) in curiosità attiva e dinamica. Solo se conosciamo e comprendiamo il «senso biologico della malattia» possiamo spegnere la paura da una parte, e dall’altra sbloccare quel freno a mano tirato che ci tiene fermi.
Se viviamo con paura la diagnosi o la prognosi (più o meno infauste), stiamo letteralmente dipingendo di nero il nostro futuro! Detto in altri termini: iniziamo a scolpire il nostro nome sul freddo marmo della lapide...

La parola chiave del cervello è «cambiamento», dal greco «kàmbein», «kàmptein» che significa «curvare», «piegare» o «girare intorno». Da «kampè»: «curvatura», «tortuosità».
Quindi solo se fisicamente ci muoviamo “intorno” al problema, cioè agiamo in un senso o nell’altro, possiamo aiutare il cervello a risolverlo. Basta fare qualcosa!
Le altre cose che aiutano a superare la paura è l’accettazione di quello che sta accadendo e soprattutto l’assenza di controllo. Fintantoché non ci fideremo della sapienza magistrale della Natura e di quei programmi sviluppatisi in milioni di anni di evoluzione, continueremo a vedere persone che si ammalano e muoiono…


Marcello Pamio

Danno erariale di quasi 200 milioni di euro. L’accusa arriva dalla Corte dei Conti del Lazio.
I destinatari sono i membri di una Commissione consultiva tecnico-scientifica, ma non di una a caso: l’Agenzia italiana del farmaco, AIFA!
L’agenzia nazionale che ha la responsabilità (morale e scientifica) di consentire e monitorare la commercializzazione sul territorio di farmaci e vaccini.

Avrebbero imposto limitazioni alla prescrivibilità dell’Avastin - farmaco usato per trattare alcune malattie oculari - costringendo di fatto il Servizio Sanitario Nazionale a sostenere costi maggiori per l'acquisto del concorrente (equivalente) Lucentis.

In pratica il primo non è stato incluso, fino al 2014, tra i prodotti rimborsabili dal SSN e il suo utilizzo è stato limitato ingiustificatamente fino al 2017 causando rilevanti spese aggiuntive per l’erario.
Hanno sostenuto - per non dire imposto - la vendita di un veleno la cui singola dose costa tra i 600 e i 730 euro in più dell’altro!

Già nel 2014 l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato aveva irrogato nei confronti delle case farmaceutiche produttrici, Roche e Novartis, una sanzione amministrativa di oltre 180 milioni di euro per avere concertato una differenziazione artificiosa dei prodotti, presentando il primo come più pericoloso del secondo e condizionando così le scelte di medici e servizi sanitari. In realtà le molecole sono le medesime.
Quindi i due gruppi si sono accordati illecitamente per ostacolare la diffusione del farmaco più economico (Avastin della Roche) a vantaggio dell’altro molto più costoso (Lucentis della Novartis).

Va detto che i due farmaci non vengono prescritti solo per curare malattie oculari, ma anche per il trattamento di varie forme tumorali, tra cui quelle del colon-retto, del polmone e del rene. Tumori molto diffusi tra la popolazione.

Per il SSN «l’intesa ha comportato un esborso aggiuntivo stimato in oltre 45 milioni di euro nel solo 2012, con possibili maggiori costi futuri fino a oltre 600 milioni di euro l’anno» scriveva l’Autority.
Ad occhi esterni e ignari non avrebbe molto senso il comportamento della Roche, che si sarebbe autoboicottata per lasciare spazio al Lucentis della “concorrente”.
Il giochetto ce lo spiega sempre l’Autority: «le condotte delle imprese trovano la loro spiegazione economica nei rapporti tra i gruppi Roche e Novartis. Roche, infatti, ha interesse ad aumentare le vendite di Lucentis perché attraverso la sua controllata Genentech - che ha sviluppato entrambi i farmaci - ottiene su di esse rilevanti royalties da Novartis».

Quest’ultima, oltre a guadagnare dall’incremento delle vendite di Lucentis, detiene una rilevante partecipazione in Roche, superiore al 30%. Intrallazzi economico-finanziari che dimostrano una cosa sola: la concorrenza tra le industrie farmaceutiche non esiste, è una mera illusione…

Come sempre paga pantalone, cioè i sudditi che finanziano il SSN con le tasse, e a guadagnare - come sempre - sono i soliti noti.
Ma la cosa vergognosa in scandali come questo, non è solo il discorso prettamente economico delle industrie, bensì lo svuotamento etico e morale di quegli enti la cui responsabilità prioritaria è - o dovrebbe essere - la salvaguardia della salute dei cittadini!
Delle industrie che speculano vendendo le droghe da loro prodotte puntando esclusivamente al profitto, ovviamente non possiamo stupirci, ma ciò che emerge è che oggi purtroppo non possiamo fidarci né della politica né di quegli Enti nazionali e di quelle Istituzioni pubbliche che dovrebbero sorvegliare e proteggere il bene comune.
Ricordo infine che i vaccini pediatrici sono autorizzati proprio da quella stessa Commissione scientifica dell’Aifa che oggi è accusata dalla Corte dei Conti e dalla Guardia di Finanza di aver speculato sui farmaci a beneficio delle case farmaceutiche.

E se lo fanno con i farmaci (Avastin e Lucentis) perché non potrebbero farlo anche con i vaccini?