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Marcello Pamio

Premetto che non sono leghista, anzi, per molto tempo in gioventù ho votato a sinistra, e ora, col senno di poi devo dire che un po’ mi vergogno…
Un giorno, quando il cervello si è sviluppato e le sinapsi neuronali sono tornate a collegarsi ho compreso il giochetto delle parti, e di come i partiti sono funzionali al Sistema. Tutti.
Da quel momento ho rigettato tutte le bandierine e sono diventato un uomo libero.

Il meccanismo è sempre lo stesso: viene messo al potere il gruppo politico che in quel momento storico è congeniale per il ruolino di marcia. Una macchina politica perfetta, ben oliata, dall’Unità di Italia ai nostri giorni: oltre settant’anni di partiti-marionette rappresentati da uomini-robot corrotti che hanno messo in pratica le linee guida etero-dirette, cioè dirette dall’esterno del paese.

Esiste però una piccola differenza tra il passato e oggi; una volta il grado di corruzione e/o la moralità dei politici lasciava, oltre al proprio tornaconto, anche un piccolo spazietto per il benessere dei cittadini-sudditi, e questo è confermato dalla crescita economica degli anni Ottanta e Novanta.
Dopo Tangentopoli però, quando l’operazione di polizia-pulizia ha cambiato le regole interne e le dinamiche, gli onorevoli-sciacalli hanno iniziato a portare avanti le linee guida del liberismo sfrenato e a pensare solo alla “roba” loro, ad arraffare, incamerare e rubare quello che possono, non lasciando nemmeno le briciole al popolo affamato.

Ogni tanto però questo meccanismo perfetto s’inceppa manifestando delle falle: l’elezione di Donald Trump in America per esempio è una di queste, ma non è l’unica…
Gli italiani il 4 marzo 2018 hanno votato per il cambiamento, e questo grazie alle devastazioni operate dai peggiori governi delle due Repubbliche, quelli a firma del Partito Democratico (pura emanazione massonica del turbocapitalismo metastatizzato), che sono riusciti a mettere a ferro e fuoco l’Italia in tutti i settori strategici: sanità, educazione, economia, finanza, terziario…
Eseguendo gli ordini dall’alto, hanno seriamente minato la struttura portante del paese.
Il boomerang è però tornato al mittente e i recenti risultati politici lo esprimono chiaramente: il Pd è stato asfaltato in quasi tutte le città.
Vediamo il cimitero che si sono lasciati alle spalle…

Immigrazione? No, armi di migrazione di massa
L’immigrazione è stato uno dei temi centrali delle politiche di sinistra. Lo è tuttora.
Sotto la falsa scusante degli aiuti umanitari e dell’accoglimento si nasconde un immenso business non solo per lo Stato e le mafie (difficile tra queste due entità distinguerne i contorni), ma anche per moltissimi altri attori: associazioni, organizzazioni non governative (ONG), organizzazioni di volontariato, cooperative rosse, enti religiosi, alberghi, faccendieri, hotpoint, ecc.
Insomma un bel po’ di gente sguazza sulla pelle dei disperati.

Un extracomunitario che arriva costa allo Stato ben 35 euro al giorno. Poca roba apparentemente, ma se si moltiplica questa cifra per centinaia di migliaia di persone all’anno, il risultato è un business faraonico. Ma questa è solo la puntina dell’iceberg…
Da un punto di vista puramente economico, secondo l’OCSE un immigrato frutta al paese ospitante in media 3.500 euro di gettito fiscale annuo[1]. I migranti senza documenti che lavorano hanno spesso una busta paga a nome di terzi, e versano quindi contributi ad un sistema di previdenza sociale di cui non possono beneficiare.[2] Ecco perché i governi di sinistra sono molto interessati ai disperati, mica per il discorso umanitario, ma perché rappresentano una risorsa.
Solo il “povero” Saviano di turno, con la scorta che ancora paghiamo noi e dal suo attico in centro a New York può osannare il contrario. Il filosionista che vive da nababbo proprio grazie a quella che apparentemente combatte a parole (la camorra), continua a impartire lezioni di diritto e di economia.
Il suo ridicolo mantra per difendere l’invasione e attaccare l’attuale governo è che i soldi per i disperati ci arriverebbero dall’Europa, per cui non è un problema di quattrini. Peccato che Saviano si dimentichi di dire che nulla arriva dall’Europa che non sia prima uscito dalle tasche dei sudditi, in questo caso gli italiani. Negli ultimi 14 anni abbiamo versato all’Europa 213 miliardi di euro e ne abbiamo incassati 141, con un disavanzo di ben 72 miliardi.[3] Quindi i soldi che l’Europa ci “regala” per l’invasione umanitaria, anche se apparentemente non pesano nel bilancio di Stato, sono soldi che sono stati prima tolti ai cittadini italiani!
Ma Saviano è troppo occupato a romanzare la camorra di Napoli, mentre ammicca a Central Park, non capendo, o facendo finta di non capire, che romanzare la malavita in codesta maniera sta mietendo più vittime e danni dell’affiliazione stessa. Qual è infatti l’effetto di Gomorra per la Camorra vera? Andate a domandarlo a chi vive lottando ogni giorno contro le organizzazioni criminali nella città partenopea.

Infine, ma non per importanza, l’immigrazione rientra in un progetto a più ampio respiro, volto alla destabilizzazione dei popoli che subiscono l’invasione. Annientamento dei salari, aumento della disoccupazione tra i nativi italiani, disintegrazione del tessuto sociale, crescita esponenziale della malavita locale e del crimine, cancellazione delle diversità, ibridazione dei popoli mediante un meticciato e mescolamento delle razze, ecc. Il tutto per creare un popolo di perfetti sudditi-consumatori: esseri privi di umanità, svuotati interiormente, senza radici, senza identità, tradizioni e religioni.
A confermare queste preoccupanti ipotesi da una parte sono gli squallidi individui come George Soros che finanziano con badilate di milioni di dollari tutto questo, e dall’altra ci sono i dati statistici.
Se infatti le persone fuggissero realmente da guerre, soprusi o altro, età e sesso dei richiedenti asilo sarebbero variegate, e invece stranamente oltre l’80 percento è di età compresa tra i 18 e i 37 anni, e la quasi totalità sono maschi (oltre l’87%)[4].
Sorge a questo punto una domanda inquietante: perché arrivano solo maschi sani e in età fertile?

In tutto questo bailamme, cosa fa il Ministro dell’Interno, al momento Matteo Salvini? Fa esattamente quello che farebbe una persona sana di mente, ma che nessuno prima di lui ha fatto: impedire alle navi che vanno a prendere i disperati nelle coste libiche di scaricarli in Italia. Non solo; va direttamente a Tripoli per concordare con i dirigenti una linea politica in comune.
Risultato? Attacchi e insulti pubblici.
Democratici e radical chic si sono stracciati le vesti (di marca ovviamente). Per non parlare dei miliardari che nonostante non vivano nel mondo reale, si sono scandalizzati per la chiusura dei porti. Dove sta il problema immigrati per chi mangia in ristoranti chic, viaggia sui SUV e vive in ville superblindate? Pensare al benessere del “negro” di turno è solo un modo per lavarsi e sistemarsi la coscienza sporchissima.
Il caso Amendola è esemplare. Il figlio del grande doppiatore avrebbe annunciato di non poter stare in un paese che chiude i porti. Sul serio? Benissimo, nell’attesa che riempia di gioia noi e la cinematografia italiana emigrando all’estero (magari in Libia visto che si sono liberati dei posti), possiamo solo concludere che i mentecatti in Italia non sono ancora una razza in via di estinzione. Questi poveri di spirito e scarsi di intelligenza non ricordano che il problema immigrati è esploso quando gli occidentali (noi compresi), guidati dagli yankee sparatutto e ammazzatutto, sono andati a detronizzare e assassinare in maniera illegittima e vergognosa il colonello Mu’ammar Gheddafi. La Libia con il pericoloso “dittatore” era un paese laico, dove si viveva bene, le religioni si tolleravano, e soprattutto nessuno veniva sequestrato al largo delle coste dai barconi per essere deportato in Italia.
Oggi, dopo la “liberazione”, il paese è devastato e le coste pullulano di barconi. Strano ma vero!
Sembra proprio che l’intervento militare sia stato fatto ad hoc…

Infine basterebbero quattro neuroni connessi per spingere il cervello a fare un altro semplice ragionamento sul discorso delle navi che battono bandiera straniera.
La bandiera non è un fatto di goliardia o folklore, lo dice il diritto internazionale. Se una nave sventola la bandiera di uno Stato, questo è il paese di riferimento e tutta l’imbarcazione è considerata territorio di quello specifico Stato, dove vigono le leggi specifiche del paese. Il Regolamento di Dublino prevede che dei cosiddetti “profughi” debba farsi carico lo Stato che per primo ne viene in contatto, quindi per esempio quello della nave che li deporta.[5] Quindi non si capisce come mai una nave battente bandiera francese, olandese o altro, debba scaricare i profughi nelle coste italiane e non a casa propria. Ovviamente la risposta è abbastanza semplice: hanno ricevuto l’ordine di farlo. Punto.
Poi ci sono i casi delle navi battenti bandiera straniera ma non registrate nei rispettivi paesi. Qui siamo di fronte a vere e proprie navi pirata, e in questo caso c’è il diritto di impedirne la navigazione, il sequestro della nave e l’arresto del comandante e dell’equipaggio.
La realtà odierna ce la spiega perfettamente il prof. Augusto Sinagra, già docente di Diritto Ordinario: «si è in presenza di una nuova e inedita tratta di schiavi, di un disgustoso e veramente vomitevole schiavismo consumato anche con la complicità dell’UE»[6].
Quindi il Ministro Salvini, che piaccia o non piaccia, sta facendo il suo dovere e questo rompe molte uova nel paniere, soprattutto a coloro che guadagnano e speculano sulla tratta degli schiavi moderni.

Buona Scuola…per idioti
Il secondo tassello cruciale è l’educazione.
Grazie ad un premier decerebrato e ministri ignoranti con il decreto legislativo della Buona Scuola si configura un vero e proprio disastro antropologico. Un disastro così ben congegnato e funzionale, che è impossibile pensare sia stato ideato dal povero Matteo Renzi e dalla sua compagine. L’idea viene da molto lontano e da molto più in alto.
Qual è il progetto? Strutturare le scuole per sfornare idioti. Semplice.
Meno ore per studiare autori come Dante, Petrarca, Machiavelli e più tempo per far crescere l’individualismo egoistico, competitivo e aggressivo.
Gli studenti non vengono visti come esseri unici e irripetibili, dai quali mediante l’educazione (ex-ducere) fare uscire i talenti e le capacità, ma come una sorta di magma informe, una specie di esercito di terracotta di Xi’an, da plasmare in un manipolo di perfetti schiavi-ignoranti e non pensanti. Un uomo libero di pensare, sentire e agire è per il Sistema come l’acqua santa per il diavolo.
Penso sia quasi impossibile fare peggio del ministro Fedeli, per cui staremo a vedere cosa il nuovo ministro riuscirà a combinare, ma la cosa fondamentale da rimembrare sempre è che la formazione culturale dei giovani è di vitale importante per un paese sano.

Libertà di scelta e di cura?
Il terzo anello riguarda la salute pubblica.
In questo settore la liceale Beatrice Lorenzin passerà alla storia per essere riuscita nell’impresa titanica di disintegrare la salute di milioni di persone, e di imporre per legge 10 vaccini ai neonati.
Colei che riesce a confondere virus e batteri, che in tv snocciola dati falsi sulla mortalità per morbillo, grazie ad un Parlamento di venduti e un inetto presidente della Repubblica, è riuscita a presentare il decreto legislativo n. 73, e poi farlo convertire nella legge 119/2017. Legge che si configura come un vero e proprio disastro umanitario e sanitario.

Imporre per legge 10 vaccini, più altri 4 fortemente consigliati, ai neonati, in un momento privo di allarmi sanitari e rischi per la salute pubblica è un crimine contro la democrazia e l’umanità.
Siccome NON esistono studi e sperimentazioni cliniche controllate che ne garantiscano la totale innocuità, si può parlare a ragione veduta di una vera e propria “sperimentazione umana” eseguita negli ambulatori delle ASL.
Sperimentazione assolutamente illegale perché viola i più sacrosanti diritti umani per non parlare dei “Trattati internazionali”.
La Carta Costituzionale è chiarissima, all’art. 32 dice che «nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana».
L’articolo 7 del «Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici» del 19 dicembre 1966, stabilisce: «Nessuno può essere sottoposto [...], senza il suo libero consenso, ad un esperimento medico o scientifico».
Nell’articolo 3 della «Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea», entrata in vigore il 1° dicembre 2009, intitolato «Diritto all’integrità della persona», al comma 1 si dice: «Ogni persona ha diritto alla propria integrità fisica e psichica», al 2 «Nell’ambito della medicina e della biologia devono essere in particolare rispettati: a) il consenso libero e informato della persona interessata, secondo le modalità definite dalla legge…»
Nella «Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea», l’articolo 1 stabilisce che «La dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata e tutelata».

Inoculando 10 vaccini nel corpo di un neonato sano, senza malattie, senza epidemie o rischi sanitari, si sta violando o no la dignità dell’essere umano?
A tal proposito il Ministro dell’Interno Salvini avrebbe detto in diretta radio che «dieci vaccini obbligatori sono inutili e talvolta dannosi e pericolosi». Apriti cielo.
Se Salvini avesse bestemmiato dentro San Pietro, o inveito contro Maometto in moschea oppure offeso Yahweh in sinagoga, il risultato sarebbe stato inferiore.
Cosa avrebbe detto di così bestiale il Ministro? Nulla, Salvini ha solo acceso un riflettore su un gravissimo problema.

Nonostante i Pregliasco, i Burioni, i Rezza, i Lopalco, i Villani di turno, NON ESISTE NESSUNO STUDIO CHE CONFERMI LA SICUREZZA DI 10 VACCINI!
Quindi per il PRINCIPIO DI PRECAUZIONE sarebbe bene che il ministro mettesse fine a queste sterili polemiche, e che i medici, pediatri, virologi, ecc. pagati dalle case farmaceutiche e quindi in pieno conflitto d’interessi si zittissero una volta per tutte.

Invece di bacchettare il collega, continuando a ripetere come un disco incantato che i vaccini sono un presidio preventivo indiscutibile; invece di ricevere a colloquio i medici collusi col Sistema, il ministro dovrebbe fare una cosa sola: stracciare la Legge 119/2017 e iniziare a occuparsi di cose molto più serie e importanti: il cancro in età pediatrica (siamo al primo posto in Europa); l’obesità infantile (sta crescendo a ritmi esponenziali), la chimica che troviamo nell’acqua che beviamo, nell’aria che respiriamo e nel cibo che mangiamo, per fare solo qualche esempio.
Questi sono alcuni dei problemi seri in Italia, non certo il morbillo o la meningite! A meno che non voglia la Grillo legarsi al destino di colei che l’ha preceduta e avere sulla coscienza tanti bambini innocenti danneggiati…
In queste ore puntualmente e con precisione chirurgica, i media mainstream stanno amplificando casi di meningite (in bambini coperti dai vaccini) e morbillo in alcune città d’Italia.
La vita è sempre molto ricca di coincidenze…

Il neo-ministro dovrebbe infine sapere alcune cosette sugli esperti che santificano i vaccini nei media:

  • La FIMP, Federazione Medici Pediatri ha ricevuto nel 2016 (dati EFPIA, European Federation of Pharmaceutical Industries and Associations692 euro tra “donazioni” e “oneri da contratto” dalla GSK, società che vende vaccini.
    Inoltre a giugno 2018 è stata premiata per la migliore pubblicità dalla Sanofi-Paster, società che vende vaccini.
  • La SIP, Società Italiana Pediatri diretta da Alberto Villani ha ricevuto nel 2016 (dati EFPIA) 840 euro per “oneri da contratto” dalla GSK, e 1.525 euro dalla Sanofi-Pasteur, due società che vendono vaccini.
  • L’epidemiologo Pier Luigi Lopalco ha ricevuto nel 2016 (dati EFPIA) 315 euro per “corrispettivo per servizi e consulenze” dalla GSK.
  • L’Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano, dove insegna casualmente Roberto Burioni, ha ricevuto nel 2016 (dati EFPIA) 232 euro tra “corrispettivi” dalla GSK.
  • L’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, in cui Alberto Villani (direttore SIP) ricopre il ruolo di responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Pediatria Generale e Malattie Infettive, ha ricevuto nel 2016 (dati EFPIA) 000 euro per “sponsorizzazioni” dalla Sanofi-Pasteur.

ecc. ecc.
L’elenco non è completo, ma basta per comprendere come le principali istituzioni sanitarie, gestite dai grandi luminari della scienza che propagandano la bontà, innocuità e sicurezza dei vaccini, ricevono ogni anno soldi dai produttori di vaccini. Tutto normale?
Possiamo fidarci - Ministro Grillo - e consegnare i nostri figli nati sani, nelle mani di gente che risulta essere nella busta paga delle industrie chimiche?
Dopo aver cestinato la Legge 119, andrebbero reintegrati immediatamente tutti quei medici che sono stati ingiustamente radiati dagli ordini professionali solo per aver messo in discussione una pratica medica come quella vaccinale. Radiare un professionista serio solo per la sua «opinione» è un atto gravissimo che lede libertà e diritti. Infine, sarebbe importante cancellare gli ordini professionali sanitari proprio perché il potere di controllo che hanno sui propri associati è pericolosissimo per la libertà e l’indipendenza dell’Ars Medicandi.
In conclusione tanto di cappello al Ministro Salvini per la coerente linea che sta portando avanti, e visto il tema attuale dei barconi, per aver messo la “barra a dritta” nonostante il mare molto mosso…

Note
[1] «Assises Citoyennes des Migrations: Vers la Justice migratoire», CNCD 2017, www.cncd.be/IMG/pdf/appeljusticemigratoireassisesfinal.pdf
[2] Idem
[3] «Ci guadagna solo chi lucra sull'accoglienza», www.ilgiornale.it/news/cronache/migranti-col-piano-ue-guadagna-solo-chi-lucra-1284237.html
[4] «Aiutiamoci a casa nostra», www.ilfoglio.it/cronache/2017/08/08/news/aiutiamoci-a-casa-nostra-147931
[5] «Matteo Salvini ha ragione», Prof. Augusto Sinagra, già professore di Diritto Ordinario all’Università
[6] Idem

 
Marcello Pamio
 
Inizio prendendo a prestito la memorabile frase tratta dalla scena finale del film di fantascienza «Blade Runner», dove l’androide Roy Batty prima di spegnersi fa il monologo divenuto famoso, al poliziotto Deckard, interpretato da un giovane Harrison Ford.
«Io ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B balenare nel buio alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia. E’ tempo di morire»
Sono passati 36 anni da quel capolavoro cinematografico, ma se in un ipotetico futuro Roy venisse ricostruito in laboratorio, la sua memoria cibernetica del periodo odierno esprimerebbe cose molto diverse: «Io ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi. Individui senza diploma gestire ministeri dell’Istruzione. Famelici avvoltoi, nascondersi dietro gli aiuti umanitari e speculare sulla pelle di milioni di disperati. Squallide marionette senza arte imporre per legge 10 vaccini. Ho visto infine balenare nel buio della notte il luccichio del premio vinto dalla Federazione dei pediatri messo in palio dalla società che produce vaccini. E’ tempo di svegliarsi»
Purtroppo questa non è fantascienza bensì la triste realtà. In un paese normale queste cose non sarebbero mai potute accadere. Ma l’Italia si sa non lo è…
 
Soprattutto l’ultima vicenda supera anche la più fervida delle fantasie.
La FIMP, la Federazione Italiana Medici Pediatri qualche giorno fa ha ricevuto il premio per la migliore campagna di comunicazione sviluppata da operatori di sanità pubblica, università, centri di ricerca, società scientifiche, Asl e distretti sul tema vaccini.
Già questo è sufficiente per far impallidire anche il più peloso degli stomaci.
Dover premiare pubblicamente una campagna mediatica (cioè di marketing) organizzata da una società, per così dire scientifica, lascia il tempo che trova e fa comprendere che il Sistema è attualmente sotto scacco matto.
 
Ma il punto cruciale non è tanto questo. La cosa veramente sconvolgente è che a decretarne la vittoria è stata la giuria di «PerchéSì: laboratorio di idee per comunicare il valore dei vaccini», il primo “contest” sulla corretta ed efficace comunicazione sui vaccini promosso nientepopodimenoché dalla Sanofi-Pasteur, la divisione vaccini della Sanofi.
Stiamo parlando della terza multinazionale nella classifica mondiale delle società che fatturano di più con i veleni vaccinali. Nel 2017 ha incamerato 5,76 miliardi di dollari e le previsioni di EvaluePharma per il 2024 danno la ditta francese ad oltre 8 miliardi di dollari. Solo con i vaccini!
Dal punto di vista scientifico, umano, sanitario e istituzionale fa molta tristezza vedere come la Federazione dei pediatri si presti a simili giochetti e manipolazioni.
 
Il conflitto d’interessi è molto preoccupante, anche perché le istituzioni sanitarie pubbliche non dovrebbero essere scevre e indipendenti dalle industrie? Possono i medici pediatri avere collegamenti con le ditte che producono farmaci pediatrici?
Dove sono finiti i pediatri onesti intellettualmente? Se avessero ancora un briciolo infinitesimale di dignità professionale e amore per l’Ars Medicandi, dovrebbero ribellarsi cancellando l’iscrizione alla federazione e ritirando la quota annua...
 
«Prendiamo atto - scrive l'amica Nassim Langrudi del Corvelva - che la politica sanitaria di un paese sia diventata oggetto di iniziative in stile ‘ricchi premi & cotillon’, il che è veramente illuminante sulla validità scientifica che sta alla base dei vaccini».
La strada intrapresa dall’industria farmaceutica, sostenuta e appoggiata dalle associazioni di settore, è la medesima del marketing commerciale tradizionale. Quando i pubblicitari lavorano per esempio su un sapone, devono convincere i consumatori che non si tratta di un banale detergente, ma di un prodotto che oltre a lavare, regala emozioni e sogni. Il marketing non vende prodotti, ma illusioni e sogni.
Continua Nassim: «in pratica l’intero sistema è incentrato sulla pubblicizzazione del prodotto, sulla promozione pubblicitaria nei vari settori rivolta a vario pubblico. Peccato che si tratti di farmaci, non esenti da rischi (inesistenti nelle suddette campagne), somministrati per via parenterale, contenenti anche sostanze pericolose (vedere foglietti illustrativi) e, nel caso del ‘progetto vincente’, destinati a bambini».
Esatto. Il sapone in questo caso è un farmaco destinato ai neonati che contiene sostanze cancerogene, neurotossiche e DNA umano e animale in grado di scatenare reazioni immunitarie serie, complesse e imprevedibili.
Ecco come il marketing vende illusioni: i vaccini non sono farmaci normali, ma “prodotti” senza alcun rischio, che hanno salvato in passato e salvano tuttora milioni di vite umane. Il discorso non fa una piega. Peccato che la realtà sia molto diversa.
 
Alla gara purtroppo hanno partecipato molte istituzioni pubbliche, ecco i dieci finalisti, ovviamente pagati con i soldi pubblici:
 
- Campagna vaccinazioni operatori sanitari - SIP, Società Italiana di Pediatria (SIP)
- Vacciquiz - sempre la SIP
- Ilsitovaccinarsiinsicilia - dell’Università degli Studi di Palermo
- Campagna Vaccinarsiinpuglia - Università di Bari
- Progetto Bfree - FIMP, la vincitrice
- Programma AzioneSalute - ASL di Taranto
- I vaccini tornano a scuola - ASL di Taranto
- Proteggitiperproteggermi - Azienda Ospedaliera Università degli Studi di Palermo
- Campagna Promozione Vaccinazione influenzale - Azienda Ospedaliera Università di Perugia
- Evento adulti e vaccinati - Università di Pisa
 
Dopo aver sdoganato il marketing dei farmaci ora spudoratamente sdoganano le vaccinazioni come se fossero la panacea per tutti i mali. Banali farmaci i cui rischi per la salute sono minori di quelli di uno shampoo delicato per pelli sensibili…
A questo punto mi sento in dovere di dare gratis uno spunto per la gara pubblicitaria del prossimo anno. Una mamma bellissima (del tipo “famiglia barilla”), tranquilla e sorridente, fischiettando accompagna in SUV (l’auto che rende l’idea della sicurezza) il figlio biondo oro, appena uscito da un programma di eugenetica, a farsi inoculare una decina di vaccini. Cambio di scena, un’altra mamma, questa volta più trasandata, tipo figlia dei fiori, sta lavando sgraziatamente la testa di suo figlio, un bambino decisamente bruttino con tanto di alopecia areata, usando uno shampoo tossico e pericoloso…
Buca lo schermo il piccolo ariano chiedendo sorpreso: «Già fattoooo?», e pochi istanti dopo la scritta «Vax-indolor»! L’altro bambino invece non verrà mai più fatto vedere, lasciando all’immaginario collettivo l’idea della triste sorte a cui vanno incontro coloro che usano gli shampoo senza responsabilità…
Le ingorde lobbies puntano sempre a tutto il mercato, e ora sarà più chiaro il motivo per cui la Johnson & Johnson produce sia detergenti che farmaci…

Marcello Pamio

Le stime dell’Istat (aprile 2018) sulla «Produzione Industriale» indicano una diminuzione dell’1,2 % della produzione industriale rispetto a marzo.[1]
I settori di attività economica che invece registrano la maggiore crescita - guarda caso - sono quelli della produzione di farmaci e preparati farmaceutici, con un bel +11,1%.[2]
Come sempre il settore droghe e vaccini tira alla grande, anche quando tutti gli altri sono in calo o in contrazione.

Pharma top ten
Le previsioni mondiali sulle vendite di farmaci vengono dettagliatamente descritte dai report di EvaluatePharma. L’ultimo è intitolato: «World Preview 2018, Outlook to 2024».
Oramai EvaluatePharma è diventato il leader del settore nell’analisi delle previsioni in ambito biotecnologico e farmaceutico.

Le vendite di farmaci su prescrizione nel 2024 raggiungeranno 1,2 trilioni di dollari (1.200 miliardi di $), con una crescita annua del 6%! Una crescita inarrestabile anno dopo anno è la conferma che l’uomo è sempre più ammalato e sempre più dipendente dall’industria chimica.
Nel dettaglio, il mercato globale sarà ancora guidato da «Humira» (Adalimumab) con 15 miliardi di $, il blockbuster della AbbVie, che manterrà il primo posto nella classifica di vendita dei farmaci.

Humira è un antitumorale che rientra nei sempre più famosi e diffusi anticorpo-monoclonali umani prodotti da colture cellulari. Ufficialmente sono proteine, ma questa definizione potrebbe erroneamente far pensare che si tratti di sostanze innocue e prive di effetti collaterali, cosa assolutamente falsa ovviamente: presentano, come ogni farmaco/vaccino effetti collaterali anche molto gravi.

Al secondo posto con ben 12,6 miliardi di $, il Keytruda (Pembrolisumab) della Merck, un antitumorale sempre della famiglia degli anticorpo-monoclonali.

Al terzo posto con 11,9 miliardi di $ c’è un farmaco che deriva da un medicinale che ha segnato tristemente la storia dell’umanità: il Revlimid (Lenalidomide) della Celgene, impiegato per i mielomi, è un agente immunomodulante derivato dal Talidomide.          

Al quarto posto con 11,2 miliardi di $ c’è Opdivo (Nimoluvid) della Bristol-Meyer Squibb, un antitumorale (anticorpo-monoclonale).

Eliquis (Apixaban) è un anticoagulante prodotto dalla Bristol-Meyer Squibb assieme alla Pfizer, che fatturerà 10,5 miliardi di $ nel 2024.

Al sesto posto Imbruvica (Ibrutinib) della AbbVie e Johnson&Johnson, per le leucemie da 9,5 miliardi di $.

Poi è la volta di Ibrance (Palbociclib) della Pfizer, un antitumorale per il carcinoma al seno che farà incassare 8,2 miliardi di $.

Con 8 miliardi tondi si piazza all’ottavo posto Dupixent (Dupilumab) della Sanofi, un altro anticorpo-monoclonale per la dermatite atopica nei bambini.

Al penultimo posto Eylea (Aflibercept) della Bayer, con 6,2 miliardi di $, un farmaco per la degenerazione maculare.

Infine all’ultimo posto con 6,4 miliardi di $ lo Stelara (Ustekinumab) della Johnson&Johnson, un immunosoppressore (anticorpo-monoclonali).

Tra i primi 10 medicinali blockbuster[3] figurano 6 antitumorali e ben 5 farmaci anticorpo-monoclonali.
Adesso forse il quadro sarà più chiaro e si potrà meglio comprendere il motivo per cui le industrie e i vari furbetti-in-camice-bianco si stanno buttando a capofitto - braccia e portafogli aperti - su questi nuovi prodotti: saranno il mercato del futuro, e il dottor Roberto Burioni ne sa qualcosa…
Nella top 10 delle vendite globali appena vista, il Dupixent della Sanofi secondo le previsioni crescerà dagli attuali 247 milioni di $ del 2017 a oltre 8 miliardi nel 2024, con un tasso di crescita incredibile che supera il 64%. Secondo gli analisti nei prossimi anni vi sarà uno stratosferico aumento dei problemi dermatologici nei bambini. Come mai? Forse perché le vaccinazioni pediatriche sono aumentate a dismisura?

[1] https://www.istat.it/it/files//2018/06/Produzione_industriale_Aprile2018.pdf
[2] Idem
[3] Blockbuster è un qualsiasi farmaco che supera il miliardo di dollari di fatturato in un anno.

Le aziende al top
La svizzera Novartis sarà la principale compagnia di farmaci da prescrizione nel 2024 in Italia con un fatturato di 53,2 miliardi di dollari, davanti a Pfizer e Roche, che sono in competizione per il secondo posto.
Con il termine Big Pharma s’intendono le prime dieci multinazionali della chimica e farmaceutica: Novartis, Pfizer, Roche, J&J, Sanofi, GSK, Merck, AbbVie, AstraZeneca e Bristol-Myers Squibb, in ordine decrescente per fatturato.
Qui sotto invece le prime 20 società farmaceutiche del mondo, il cui fatturato (solo per farmaci da prescrizione) supererà entro il 2024 la fantasmagorica cifra dei 1200 miliardi di dollari all’anno!

    Prescrizione farmaci in miliardi di $  
  Società  Anno 2017 Anno 2024 %
         
1 Novartis 41.9 53.2 + 3%
2 Pfizer 45.4 51.2 + 2%
3 Roche 41.7 50.6 + 3%
4 Johnson&Johnson 34.4 47.4 + 5%
5 Sanofi 34.1 44.2 + 4%
6 GlaxoSmithKline 28.7 38.4 + 4%
7 Merck & Co. 35.4 38.0 + 1%
8 AbbVie 27.7 37.2 + 4%
9 AstraZeneca 19.8 31.7 + 7%
10 Bristol-Myers Squibb 19.3 28.7 + 6%
11 Amgen 21.8 24.8 + 2%
12 Novo Nordisk 17.0 24.6 + 5%
13 Celgene 12.9 23.7 + 9%
14 Eli Lilly 18.5 22.2 + 3%
15 Bayer 17.7 19.7 + 2%
16 Gilead Science 25.7 19.0 - 4%
17 Boehringer Ingelheim 14.3 18.3 + 4%
18 Shire 14.4 17.7 + 3%
19 Takeda 13.3 17.0 + 4%
20 Allergan 14.9 16.8 + 2%
 
Totale Top 20 498.8 624.7 + 3%
Altre 290.0 578.8 + 10%
Totale 788.80 1203.5 + 6%

Aree terapeutiche
Il settore medico che trainerà nel prossimo futuro (dal 2017 al 2024) l’intera industria farmaceutica, con una crescita prevista del 12,2%, è ovviamente quello oncologico.
on è un caso infatti che tra i 10 farmaci più venduti al mondo visti prima, almeno 6 sono anti-tumorali. Quindi secondo le previsioni degli esperti il cancro continuerà ad estendersi come un incendio, il tutto per la gioia dei produttori di anticorpo-monoclonali e/o chemioterapici…
Il cancro è il business per eccellenza.
Le terapie oncologiche saranno il segmento dominante nel 2024 con vendite che superiori a 233 miliardi di dollari (solo di farmaci da prescrizione!).
Al secondo posto i medicinali per il diabete con un fatturato di 60 miliardi di dollari (un quarto rispetto al cancro), al terzo le terapie anti-reumatiche con 56 miliardi di $. I vaccini si attestano a oltre 44 miliardi.
Molto interessante è il dato che tra le prime 10 aree terapeutiche, quella con la maggior crescita in termini percentuali (in miliardi di dollari come detto è il cancro) riguarda i farmaci immunosoppressivi. Quindi sempre più persone nel mondo si ammaleranno di cancro e patologie autoimmunitarie…

    In miliardi di $  
  Area terapeutica  Anno 2017 Anno 2024 %
         
1 Oncologia 104.0 233.0 +12.2%
2 Anti-diabetici 46.1 59.5 + 3.7%
3 Anti-reumatici 55.7 56.7 + 0.2%
4 Vaccini 27.7 44.6 + 7.1%
5 Anti-virali 42.4 39.9 - 0.9%
6 Immunosoppressivi 13.7 38.1 +15.7%
7 Broncodilatatori 27.2 32.3 + 2.5%
8 Dermatologici 12.9 30.3 + 13%
9 Organi sensori 21.6 26.9 + 3.2%
10 Ipertensivi 23.0 24.4 + 0.8%

Cancer top ten
Come detto il cancro si consolida il business per eccellenza per le industrie. Ma quali industrie?
La Roche è stabilmente al primo posto con un fatturato che sfiora il 28 miliardi di dollari solamente per le terapie oncologiche.

    in miliardi di $  
  Società  Anno 2017 Anno 2024 %
         
1 Roche 27.45 27.82 +0.2%
2 Celgene 11.64 18.55 + 7%
3 Bristol-Myers Squibb 8.52 14.71 + 8%
4 Johnson&Johnson 6.15 14.30 + 13%
5 Pfizer 5.86 14.03 + 13%
6 AstraZeneca 4.02 13.73 + 19%
7 Merck & Co. 4.11 13.21 + 18%
8 Novartis 7.88 9.71 + 3%
9 AbbVie 3.09 8.47 + 15%
10 Astellas Pharma 2.84 5.83 + 11%

La crescita maggiore però riguarderà aziende come Merck e AstraZeneca che rispettivamente vedranno il loro fatturato lievitare del 18 e 19% nei prossimi anni.

Top ten vaccini
Vediamo a questo punto quali sono le lobbies che hanno maggior interesse nelle vaccinazioni di massa.

    in miliardi di $  
  Società  Anno 2017 Anno 2024 %
         
1 GlaxoSmithKline 6.65 10.74 + 7%
2 Merck & Co. 6.54 9.39 + 5%
3 Sanofi  5.76 8.13 + 5%
4 Pfizer   6.00 7.25 + 3%
5 Novavax - 2.65 -
6 Emergent Biosolutions 0.28 1.11 + 21%
7 CSL 0.83 1.06 + 4%
8 Inovio Pharmaceuticals - 0.67 -
9 Bavarian Nordic 0.08 0.54 + 84%
10 Mitsubishi Tanabe Pharma 0.40 0.50 + 3%

Sul podio ovviamente non poteva mancare la britannica GSK, che con oltre 10,7 miliardi gestisce il mercato globale delle iniezioni...

Top ten antivirali
Di interesse generale anche sapere chi guadagna maggiormente dalle malattie virali.

    in miliardi di $  
  Società  Anno 2017 Anno 2024 %
         
1 Gilead Sciences 6.65 10.74 + 7%
2 GlaxoSmithKline 6.54 9.39 + 5%
3 AbbVie 5.76 8.13 + 5%
4 Johnson&Johnson 6.00 7.25 + 3%
5 Sino Pharmaceutical - 2.65 -
6 Merck & Co. 0.28 1.11 + 21%
7 Bristol-Myers Squibb 0.83 1.06 + 4%
8 Aurindo Pharma - 0.67 -
9 Arbutus Biopharma 0.08 0.54 + 84%
10 Roche 0.40 0.50 + 3%

Al primo posto la Gilead Sciences con 10,74 miliardi, ma al secondo posto, come d’altronde era prevedibile, la Glaxo.

Conclusione
La conclusione è scontata anche perché le previsioni del rapporto «World Preview 2018, Outlook to 2024» non lasciano spazio a nessun dubbio: la salute dell’uomo andrà peggiorando nei prossimi anni. La crescita della vendita di farmaci passerà dagli attuali 800 miliardi di $ nel 2018 agli oltre 1.200 miliardi di dollari nel 2024. Le lobbies gongolano e brindano…
Ci ammaleremo sempre più di tumori e di patologie autoimmunitarie.

Per queste ultime, non solo il numero di persone ammalate è in costante crescita, ma anche il numero stesso delle malattie continua imperterrito ad aumentare. Oggi la medicina ortodossa ne conta 80 diverse[1], ma sicuramente superano il centinaio. E non passa giorno che non ne venga scoperta e/o inventata una…
Come mai una volta erano rare e ora interessano sempre più persone, bambini compresi?

Elenco di alcune patologie autoimmuni: Alopecia Areata, Anemia Perniciosa, Artrite Psoriasica, Artrite Reumatoide, Celiachia, Cirrosi delle vie biliari, Cistite Interstiziale, Colangite Sclerosante, Colite ulcerosa, Connettiviti, Crioglobulinemia, Dermatite Atopica, Dermatite Erpetiforme, Diabete di Tipo 1, Epatite Autoimmune, Eritema nodoso, Febbre Reumatica, Fibromialgia, Granulomatosi, Lichen Planus, Lichen Ruber Planus, Lichen Sclerosus, Lupus eritematoso sistemico, Malattie infiammatorie, Malattia di Behçet, Miastenia Gravis, Miastenia oculare, Morbo di Addison, Morbo di Crohn, Morbo di Graves – Basedow, Morbo di Kawasaki, Pemfigo, Polimialgia Reumatica, Psoriasi, Sarcoidosi, Sclerosi Multipla, Sclerodermia, Sindrome da Anticorpi Antifosfolipidi, Sindrome delle Gambe Senza Riposo,  Sindrome di Cushing, Sindrome di Guillain-Barrè, Sindrome di Ménière, Sindrome di Sjogren, Sindrome di Reiter, Spondilite Anchilosante, Tiroidite Autoimmune, Tiroidite di Hashimoto, Vasculite Vitiligine, ecc.

Qual è il motivo per cui di punto in bianco il Sistema Immunitario, cioè quel meccanismo perfetto che la Natura ha adottato e di cui ha dotato l’uomo per conoscere e interagire con l’ambiente esterno inizia ad attaccare il corpo, cioè inizia a distruggere se stesso? Com’è possibile?
Sarebbe interessante comprendere se la chimica in generale e nel dettaglio le nanoparticelle che respiriamo, beviamo, mangiamo e ci spalmiamo sulla pelle, come pure le vaccinazioni di massa giochino un ruolo attivo in tutto questo.

Se tutto ciò non bastasse, l’uomo oltre al cancro e alle malattie autoimmuni, sarà anche sempre più depresso e la colpa non è dell’inconscio ma della chimica. Questa volta ce lo dice il JAMA .
La scoperta recentissima dell’Università dell’Illinois è stata pubblicata nientepopodimenoché dal Journal of American Medical Association, la rivista ufficiale della casta dei camici bianchi americani.
La ricerca ha scoperto l’acqua calda: oltre 200 farmaci d’uso comune (inibitori di pompa protonica, anti-dolorifici, anti-ipertensivi, anti-concezionali, ecc.) possono indurre la depressione tra i consumatori.
Circa il 15% degli adulti che ha usato 3 o più farmaci contemporaneamente ha avuto casi depressivi durante l’assunzione. Tale percentuale cala al 9% per chi ne ha assunti due e al 7% per i consumatori che ne hanno usato soltanto uno. Stiamo parlando dei farmaci più prescritti al mondo, delle droghe usate ogni giorno da miliardi di persone.
Quindi i pochissimi fortunati a cui non verrà il cancro, sicuramente avranno a che fare con una malattia autoimmune o una bella depressione…
Ma non disperatevi perché la case farmaceutiche sono al lavoro per sfornare una molecola che curi la nuova depressione iatrogena.

[1] «Autoimmunità», Istituto Superiore di Sanità, www.issalute.it/index.php/la-salute-dalla-a-alla-z-menu/a/autoimmunita

Marcello Pamio

Il dottor Robert S. Mendelsohn è stato uno dei più grandi pediatri della storia americana e anche uno dei più critici e caustici nei confronti della sua stessa categoria lavorativa.
Medico intellettualmente onesto, ha sempre messo il benessere dei più piccoli dinnanzi a tutto.
Autore del meraviglioso saggio, che dovrebbe stare sopra il comodino di ogni genitore: «Bambini sani senza medicinali».

In oltre 30 anni di pratica e di insegnamento di pediatria Mendelsohn ha imparato che la stragrande maggioranza delle malattie infantili non richiede l’intervento del medico, e che le cure non necessarie possono fare più male che bene.
Il consiglio che dava ai genitori, basato sull’osservazione del comportamento di molti colleghi medici e sulla sua personale esperienza nel curare migliaia di bambini, era di evitare il più possibile l’intervento del pediatra.

Secondo lui almeno il 95% delle malattie a cui i bambini sono soggetti guariscono da sole senza richiedere intervento alcuno.
Non solo, ma almeno il 90% dei farmaci prescritti dai pediatri non sono necessari, anzi costituiscono un pesante rischio per il bambino che li assume. Tutti i farmaci sono tossici e quindi pericolosi di per sè.
Inoltre l’abuso nell’uso di farmaci in età infantile può indurre nel bambino la convinzione che esiste una pillola per ogni male, il che potrebbe portarlo in futuro a cercare soluzioni chimiche a qualsiasi problema, anche emotivo.

La sua carrellata prosegue avvertendo anche che il 90% degli interventi chirurgici eseguiti su bambini non è effettivamente necessario ma potrebbe esporli a gravi rischi per cause derivanti dall’intervento stesso.
Un altro argomento estremamente dibattuto e sollecitato da Mendelsohn è il bagaglio conoscitivo dei pediatri.

«La maggior parte dei pediatri non ha ricevuto che una lieve infarinatura sui principi fondamentali di nutrizione, di farmacologia, argomenti di vitale importanza cui nei corsi di specializzazione non si attribuisce sufficiente interesse. Così poi i pazienti subiscono le conseguenze di questa ignoranza, sui rapporti tra alimentazione e salute e sugli effetti collaterali dei farmaci prescritti».

Una volta il medico rimaneva legato per due, tre, perfino 4 generazioni alla stessa famiglia, e conosceva ciascun membro, con le sue attitudini, gli umori e le peculiarità. Li considerava esseri umani bisognosi di aiuto, non casi clinici da sottoporre a tutti quegli interventi tecnologici e farmacologici con cui, oggigiorno, i medici hanno sostituito l’attento esame clinico e il buon senso.
Il medico di famiglia conosceva alla perfezione l’anamnesi clinica dei suoi assistiti e spesso anche quella dei loro genitori e nonni.

«Oggi il pediatra tipo vede trenta, quaranta e anche cinquanta bambini in una giornata, non conosce vostro figlio come lo potete conoscere voi e spesso non ha né il tempo né la voglia di farlo.
Tecnologie, esami clinici, radiografie, farmaci nella maggioranza dei casi non valgono le cure sensate che voi, come genitori consapevoli potete fornire al vostro bimbo
.
«Il pediatra che avete scelto non potrà mai essere e non dovreste permettere che sia la principale autorità in caso di malattia del vostro bambino. Voi siete molto più qualificati del vostro medico a giudicare le condizioni fisiche dei vostri figli per il semplice motivo che li conoscete meglio, vivete insieme con loro e ne osservate l’aspetto e il comportamento, giorno dopo giorno, con attenzione e interesse».

Mendelsohn era convinto, a buona ragione, che si dovrebbe dare a Madre Natura il tempo sufficiente per agire, prima di esporre il bambino ai potenziali effetti collaterali, fisici ed emotivi delle cure che il medico potrebbe somministrargli. Il corpo umano ha in effetti una notevole capacità di autoguarigione (Vis Medicatrix Naturae), che nella maggior parte dei casi è superiore a qualsiasi cosa la scienza medica possa fare, ed è priva di effetti collaterali!
Il classico studente di medicina e il medico, sanno molto poco su come mantenere sano un bambino, semplicemente perché la loro preparazione accademica parte dal presupposto che chiunque si rechi nel loro studio ha bisogno di essere curato.

Ecco perché nel piano di studi di medicina c’è solo un esame curricolare di pediatria, per il quale si studiano per lo più malattie infantili che potevano essere significative molti decenni fa, quando vennero stilati i programmi, ma che sono oggigiorno virtualmente scomparse.
Lo studente riceve un sacco di informazioni prevenute sulle vaccinazioni, ma impara molto poco sulla farmacologia, a dispetto del fatto che, come medico praticante avvierà più bambini all’uso delle droghe di quanto possa fare il più zelante spacciatore della città...

Sempre nei corsi di medicina l’alimentazione non esiste. Non viene insegnato ai futuri medici che, spesso, l’alimentazione può rivelarsi l’elemento di maggiore importanza diagnostica e curativa.
Quindi i giovani medici iniziano la loro professione ignorando il fatto che le allergie alimentari costituiscono la causa prima di molti malesseri infantili e che una nutrizione appropriata è il fondamento della salute. Questa loro ignoranza li induce ad utilizzare solo farmaci per curare disturbi che potrebbero risolversi con un semplice cambiamento nella dieta.
Per non parlare dell’allattamento. Quello che i dottorini imparano sulla più efficace protezione a lungo termine che un neonato possa ricevere contro ogni malattia, lo apprendono, generalmente da medici di sesso maschile, che per ovvi motivi, hanno scarso interesse o esperienza in questa vitale funzione.

«Forse perché ho fatto il pediatra per molto tempo, sono convinto che per assolvere questo compito non sia necessario uno specialista. La maggior parte delle malattie infantili possono venire adeguatamente curate in casa da genitori amorevoli e soprattutto informati».

Mendelsohn amava ricordare ai genitori che ogni qualvolta si sottopone a cure mediche un bambino che non ne ha realmente bisogno, lo si espone ad un grave rischio: «chiamare il medico quando vostro figlio sta male, dovrebbe essere l’ultima risorsa, non la prima».
Qual è nel concreto tale rischio? «Quando portate vostro figlio dal pediatra, dopo una visita troppo spesso superficiale, il medico prescrive esami, radiografie, fa una diagnosi e stabilisce una linea di intervento che spesso richiede l’utilizzo di farmaci».

«Tra i medici come categoria, penso che il pediatra sia l’esemplare più pericoloso, proprio perché sembrerebbe il più benevolo. L’immagine del pediatra è il più delle volte quella di un uomo sorridente, gentile e professionale che elargisce ai vostri piccoli, palloncini e lecca-lecca insieme alle prescrizioni mediche.
Secondo la mia esperienza, la fiducia nei pediatria è spesso mal riposta. Il loro comportamento affabile che ispira fiducia è volto semplicemente a mascherare gli elementi della pratica pediatrica che spaventano il bambino».

E’ il pediatra che induce fin dalla nascita quella dipendenza dalle cure mediche che si protrarrà per tutta la vita; è il pediatra tra tutti gli specialisti quello che con minor probabilità informerà i genitori dei possibili effetti collaterali dei farmaci che prescrive.
Infine è il pediatra, che essendo così abituato a vedere i pazienti non realmente malati, spesso non riconosce chi invece lo è.

«Nonostante l’evidenza degli effetti nefasti delle cure pediatriche, perdura l’idea che i nostri bambini siano curati meglio perché abbiamo una grande abbondanza di pediatri. È un’opinione errata per due motivi: le statistiche americane sulla mortalità infantile rivelano per esempio che i bambini americani sono meno sani di quelli di altri paesi sviluppati che vantano un minor numero di pediatri, e sono addirittura meno sani dei bimbi di alcuni paesi sottosviluppati. Il secondo motivo è che la ragione di questa minor salute potrebbe risiedere proprio nell’eccesso di pediatri».

Il dottor Robert Mendelsohn non aveva peli sulla lingua e soprattutto non aveva molti dubbi sul modo migliore di crescere un bambino in buona salute: basta tenerlo lontano dai medici!
Ebbene sono passati trent’anni dalla morte del grande pediatra, avvenuta nel 1988, e quest’anno sembra che la Vita stia realizzando la sua profezia: «i pediatri sono sempre meno»!

A lanciare l’allarme sono la FIMP e la SIP, rispettivamente la Federazione italiana dei medici pediatri e la Società dei medici pediatri.
In pratica i «dottori dei piccoli» stanno sparendo!

Secondo l’Assomed dell’Adnkronos nel prossimo quinquennio (2018-2022) usciranno dal SSN per pensionamento circa 30 mila medici ospedalieri, cui si devono aggiungere 5000 specialisti.

Le specialità maggiormente carenti saranno pediatria, ginecologia, medicina interna, cardiologia e ortopedia. Per la sezione dei pediatri, nel 2014-2023 andranno in pensione 5189 medici, si faranno contratti di formazione per 2900 specialisti e dunque mancheranno all’appello circa 2289 pediatri.
Per il direttore della SIP, Alberto Villani «la situazione è ormai drammatica» e invita tutti ad una profonda riflessione: «cosa vogliamo per i nostri figli e i nostri nipoti?».
La risposta alla sua riflessione è semplicissima: vogliamo bambini più sani!

La conclusione è un po’ meno scontata, ma dopo quanto scritto, se dovesse aver ragione Mendelsohn, la qualità della vita migliorerà col diminuire degli specialisti.
Visto che un pediatra può avere un massimo di 800 assistiti, più le deroghe (10 % di neonati, i portatori di patologie croniche sopra i 14 anni e gli immigrati minorenni senza genitori), per cui il massimale si colloca attorno a 1000 pazienti ogni medico. Se nei prossimi anni mancheranno 2.289 pediatri, vuol dire che vi saranno oltre due milioni di bambini/ragazzi più sani…


Marcello Pamio

Le pressioni sul nuovo governo hanno iniziato a manifestarsi ancor prima della fiducia e dell’insediamento ufficiale. Era logico, stiamo parlando del primo governo della storia privo di pregiudicati e/o indagati. Per cui i «populisti» - così vengono definiti in tono dispregiativo dai servili media - devono essere messi in riga, e prima lo si fa meglio è. Non si sa mai, potrebbero fare brutte sorprese al Sistema e dare l’esempio a qualche altro governicchio votato dal popolo...
I giornali, o per meglio dire quei «bordelli di pensiero» come li ha magistralmente definiti il grandissimo Giorgio Gaber nella canzone «C’è un’aria», sono sempre attentissimi a spulciare i curriculum e a spaccare il capello in quattro quando si tratta dei «nemici», ma stranamente non perdono tempo a investigare quando al governo vanno gli amici o gli amichetti...
Il nuovo ministro della sanità, con il carico da novanta che la liceale gli ha lasciato sul groppone, si troverà ad affrontare sfide importanti, come la metastatizzazione di un sistema medico oramai fagocitato dalle industrie e in pieno stadio terminale, e questo non solo per colpa di burocrazie da ancien régime. Poi sta ancora girando la bollente patata vaccinale.
A tal proposito il Sistema si è messo subito in allarme. Se la marionetta Lorenzin non ha mai creato problemi e intoppi al ruolino di marcia, l’attuale ministro in quanto medico, potrebbe anche mettere qualche piccolo bastone tra le ruote. Usiamo il condizionale perché le dichiarazioni ultime della dottoressa Grillo lasciano spazio a molti dubbi sulla sua volontà di togliere o lasciare l’obbligatorietà. 
Qualcuno parla di tornare ai 4 vaccini che c’erano prima della 119/2017; di togliere solo l’espulsione dai nidi e materne per i bambini tra 0 e 6 anni. Ma il punto cruciale è che di mezzo c’è una legge incostituzionale, classista e pericolosa.
Hanno scomodato subito il dottor Alberto Villani, presidente della SIP, la Società Italiana di Pediatria, il quale ha dichiarato che l’obbligo vaccinale «è stato un successo, i dati di fatto dicono che in pochi mesi siamo passati da tassi di copertura assolutamente non soddisfacenti a una situazione buona».
Quindi applausi scroscianti per la diplomata Lorenzin.
La conclusione del Villani di turno sembra più che altro un avvertimento al neo ministro: «al momento l’obbligo non va abolito». Chiaro dottoressa Grillo? 
Poco importa all’illustrissimo pediatra che prima della presentazione dello scandaloso decreto, convertito nella tristemente legge 119/2017, non vi era nessuna emergenza sanitaria. 
Poco importa che passare da 4 vaccini a 10 più altri fortemente consigliati, non sia un regalo ai bambini o alla salute pubblica, ma un dono alle industrie chimiche che sfornano farmaci e vaccini e guadagnano con le malattie.
Poco importa sapere dell’esistenza dei cosiddetti «no-responder», cioè di una percentuale importante di persone (neonati inclusi) che nonostante i vaccini non hanno alcuna immunizzazione. 
Come può il brizzolato scienziato boriosamente riempirsi la bocca con la copertura vaccinale dando per scontato l’uguaglianza vaccini=immunità? Hanno per caso fatto dosare nel sangue dei vaccinati i titoli anticorpali delle malattie alle quali sono stati immunizzati? Ovviamente no, perché gli esiti sarebbero così devastanti che farebbero crollare miseramente il castello di bugiardini che hanno innalzato. Per fortuna a colmare questo vuoto ci ha pensato l’associazione Corvelva con una iniziativa molto interessante, chi è interessato può andare nel sito o nei canali Facebook ufficiali. 
La realtà è semplice e facilmente dimostrabile: moltissimi bambini regolarmente vaccinati sono completamente scoperti da immunità. Quindi qual è il senso di inoculare veleni (rischiando seri effetti collaterali e complicanze) se poi questi non servono a proteggere dalle malattie?
Infine poco importa al direttore della SIP che la sua società abbia ricevuto nel 2016 circa 64.000 € da GSK, Sanofi e Pfizer, di cui soltanto dalla GSK (il primo produttore di vaccini al mondo) ha incassato la modica cifra di 26.840 €. 
Anche la stessa GlaxoSmithKline ha preso posizione e di solito lo fa minacciando molto velatamente...
Per capire il quadro è necessario un piccolo salto indietro facendo un riassunto cronistorico…

GSK & multe
Senza andare troppo in là con gli anni partiamo dal 2010.
Ad ottobre 2010 il Dipartimento di Giustizia americano annuncia che la GSK dovrà pagare una multa di 150 milioni di dollari, più 650 milioni di risarcimenti civili.
Dopo due anni, nel luglio 2012 viene condannata per frode negli States e costretta a pagare una multa stratosferica: 3 miliardi di dollari.
A luglio 2013 stessa sorte tocca in Cina, questa volta con ammonimenti e pesante multa.
A febbraio 2014 viene fondato il GHSA (Global Health Security Agenda), l’Agenda globale che si occupa di «far avanzare un mondo sicuro e protetto dalle minacce delle malattie infettive». 
Nel giugno del 2014 il G7 lo approva e lo riconosce ufficialmente.
Serviva una nuova spinta, una nuova linfa vitale che facesse ripartire con molto più vigore le campagne vaccinali planetarie. Serviva quindi una vera e propria Agenzia globale dei vaccini!
Il gruppo infatti impone le direttive sulle linee guida vaccinali a livello mondiale. 
Esattamente quello che è avvenuto il 29 settembre 2014 quando la Lorenzin e il direttore dell’AIFA Sergio Pecorelli andarono a Washington, per poi portare a casa l’imprimatur come prima nazione al mondo a dirigere le linee guida vaccinali per 5 anni, dal 2014 al 2019.
Qualche mese prima, nell’aprile 2014 avvenne un valzer miliardario molto interessante: la svizzera Novartis comprò per 16 miliardi la divisione oncologia della GSK, cedendo però per 7 miliardi di euro al mostro britannico tutto il settore vaccini.
A giugno 2015 viene presentato il piano vaccinale 2016-2018 e accidentalmente esplodono i casi di meningite in Toscana (regione sempre casuale).
Dicembre 2015 il colosso britannico denuncia (ecco la prima minaccia) di voler chiudere la società veronese e licenziare oltre 300 ricercatori, poi magicamente il 13 aprile 2016 dichiara di voler investire 1 miliardo in Toscana, casualmente dove si sfornano i vaccini. 
Cos’è successo in pochi mesi? Cosa i governanti italiani hanno promesso alla lobbies?
Il resto è una triste storia, che tende a ripetersi...
Veniamo al 6 giugno 2018 perché i dirigenti Glaxo incontrano gli assessori della Regione veneta avvertendo di nuovi licenziamenti («Fondamentale mantenere i livelli occupazionali»). 
Questa volta sarebbero 250 i posti dei ricercatori a rischio. 
Per caso stanno ripetendo la medesima minaccia fatta al governo 3 anni fa? 
E’ abbastanza chiaro ministro? I vaccini non si toccano, altrimenti….

Marcello Pamio - 12 giugno 2018

Si chiama «campo estivo di Google», o più semplicemente «The Camp», ma attenzione: non è un grest per bambini, ma per “piccoli” miliardari, alti dirigenti web, attori, cantanti e premi Nobel.
Con trombette e cotillon si sono riuniti per tre giorni dal 5 al 7 agosto 2016 in Sicilia nel lussuoso albergo Verdura Golf & Spa Resort. Riservatezza totale per gli oltre trecento illustri ospiti che atterrati all’aeroporto di Palermo con jet privati sono stati poi trasferiti in elicottero nella suddetta struttura. 
Tra i partecipanti: CEO di grandi imprese della rete come eBay, Uber, Google, SpaceX, Tesla, rappresentanti del mondo della finanza, cantanti, attori e diversi giornalisti. Tra gli ospiti italiani Jovanotti, Lapo Elkann (onnipresente al Club Bilderberg), l’amministratore di Vodafone Vittorio Colao (presente anche lui a giugno 2018 al meeting del Club Bilderberg di Torino) e l’imprenditore turistico pugliese Aldo Melpignano.
Ufficialmente lo scopo dell’incontro era: scambiarsi idee su argomenti di scienza, tecnologia, affari, arti e cultura. Temi che andavano dall’allungamento della vita umana, alla progettazione delle città del futuro. 
Naturalmente oltre a simili argomenti impegnativi, nel pomeriggio gli invitati potevano divertirsi con intrattenimenti e sport come vela, flyboard, quadski, paddleboard, golf, bici e molto altro ancora. 
Anche in questi incontri, esattamente come in quelli del Club Bilderberg, è vietatissimo registrare audio e video, per cui nessuno sa con esattezza cosa si siano detti in quei giorni. 
Qualcosa ha fatto trapelare, seppur in maniera inconsapevole, Jovanotti…
Ed in effetti il quadro generale sta prendendo forma, proprio grazie alle esternazioni del cantante.
Nell’ultimo periodo, tra inviti e dichiarazioni molto ambigue, Jovanotti dimostra di essere stato cooptato da un certo tipo di Sistema...

Firenze, 3 giugno 2015
Ospite d’onore all’Università dell’ateneo toscano, Jovanotti si è lasciato sfuggire alcune frasi molto intriganti.
Ecco le esatte parole: «…Ad un summit segret…ehm…privato, molto molto esclusivo. Non posso parlare liberamente perché era un incontro “off the record”, ovvero era un incontro a porte chiuse, senza nemmeno la connessione internet. Di fatto è stato molto interessante, c’erano premi Nobel, amministratori delegati di multinazionali, aziende farmaceutiche, tecnologiche, ingegneri, attivisti dei diritti umani, femministe, c’era perfino il capo della Banca mondiale, ma nessun politico. Non c’era un politico.
Perché non c’erano i politici? Io l’ho domandata questa cosa: perché non servono!
In questo ambito la politica non è importante». 
Il summit segreto a cui si riferisce Jovanotti è ovviamente “The Camp” del colosso Google.
Dopo questo incontro ancora più inquietanti sono le sue affermazioni durante un concerto.

Bologna, 14 aprile 2018
Al mega concerto di Bologna, Jovanotti fa comprendere chiaramente che, da giovane ribelle e contestatore quale era, si è trasformato in uno dei tanti megafoni ufficiali del Sistema. 
Sul palco il 14 aprile (in un periodo molto caldo dal punto di vista politico) le sue affermazioni su vaccini e Fake News sono molto tristi e inequivocabili. 
(video di 36 secondi https://www.youtube.com/watch?v=PUCEdwf30ok ).
Ecco le sue parole: «Io posso fare una ricerca su internet ma c’è gente che ha dedicato la vita allo studio delle malattie, allo studio delle cure. Queste persone che hanno passato la vita allo studio della medicina, che è faticoso, io non credo che siano lì per fregare il prossimo...si fanno le ricerche su internet ma poi ci si affida a chi ne sa di più».
Questo profondissimo discorso era corredato da immagini gigantesche proiettate sul megaschermo!
La domanda sorge spontanea: come mai Jovanotti, durante un suo concerto prende una posizione così schierata? Posizione che ovviamente va contro la sua stessa natura?

Jovanotti e la strana afonia
Come diceva il grande Carl Gustav Jung: «Tutto quello che non portiamo in coscienza ci ritorna».
E sembra proprio che a Jovanotti stia ritornando indietro qualcosa.
Attenzione alle date…
Il 14 aprile il cantante fa quel tristissimo spot sui vaccini a Bologna e … dopo più o meno un giorno gli viene un misterioso edema alle corde vocali che causa il rinvio della data successiva del 16 aprile.
Molto interessante come coincidenza, vero? Cos’è successo? Come mai una laringite, che indica «spavento»? Per quale motivo è «rimasto senza parole»? 
Non ci è dato sapere se nei giorni successivi al concerto egli ha avuto anche una leggera bronchite, perché se ciò fosse avvenuto, sarebbe la prova che il cantautore prima di essere stato spaventato ha subito - in maniera più o meno velata - una minaccia…
La laringe si attiva con lo spavento, mentre i bronchi si attivano con la minaccia.
Secondo le straordinarie «Leggi Biologiche» l’edema delle corde vocali con conseguente afonia è un processo infiammatorio che va a «riparare» una situazione nella quale si è provato uno spavento...qualcosa che ha «lasciato senza parole». Il sentito biologico (che precede lo stato coscienziale) è esattamente questo: un sussulto che attiva l’epitelio della laringe per permettere di «tirare dentro più aria per poi gridare più forte». 
Quando arriva lo spavento la persona si sente ammutolita, senza parole, senza fiato. 
E basta una semplice telefonata per innescare il tutto…
Poi finalmente con il concerto si rimuove l’origine dello spavento, cioè quello che è stato imposto e/o minacciato, e la laringe va in «riparazione» creando edema e lasciando «senza parole» (esattamente la sensazione provata al momento del trauma).
Jovanotti stesso ha pubblicamente affermato che è la prima volta in assoluto che gli capita qualcosa del genere in carriera, forse perché è la prima volta che viene minacciato e obbligato a dire alcune cose?
Come venire fuori da questa soluzione? 
Semplice: se Jovanotti è stato cooptato da un certo tipo di Sistema e questo gli sta imponendo qualcosa che crea conflitti, mettendo così a repentaglio la sua voce, non gli rimane altro che una terapia biologica e sensata: urlare al mondo quello che sta succedendo, esternando il vissuto, e facendo capire ai fans che non è stato comprato del tutto…


Prof. Pietro Perrino, genetista, già Direttore del CNR di Bari

Riassunto
La Xylella non è la causa della malattia degli olivi in Puglia. La malattia si chiama Complesso del Disseccamento Rapido dell’Olivo (CoDiRO) ed è causata da criticità ambientali, che hanno determinato la sterilità del suolo. Queste criticità durano da decenni e sono più forti proprio nelle aree focolaio del Salento, dove da anni la desertificazione è più evidente che in altre province della Puglia. C’è una stretta relazione tra inquinamento, desertificazione e CoDiRO. Purtroppo, i responsabili delle istituzioni non la vogliono vedere questa relazione e quindi non favoriscono modelli agricoli a basso impatto ambientale. Anzi, la cecità del nostro Ministero dell’Agricoltura ha prodotto un DM Martina, che addirittura obbliga gli agricoltori all’uso massiccio di pesticidi. I salentini stanno lottando contro i governi, regionale e nazionale, anche attraverso manifestazioni, per bloccare il DM. I vertici politici pugliesi sono sordi e ciechi di fronte ai risultati incoraggianti delle ricerche condotte da gruppi di olivicoltori privati e da gruppi di ricerca misti, composti da olivicoltori e ricercatori privati e ricercatori pubblici. La soluzione del problema del CoDiRO non è l’abbattimento degli alberi malati e non malati per contenere la diffusione della Xylella, ma il ripristino di buone pratiche agronomiche e agro tecniche di disinquinamento, già pronte sul mercato. In una società sana, la sequenza giusta delle priorità è: prima l’ecosistema, poi la società e per ultima l’economia. I nostri politici fanno il contrario. È evidente che così non può continuare. Non ci sarebbe futuro per il genere umano. L’economia di cui si parla qui non si riferisce a quella dei popoli (economia umana, biologica), ma a quella delle grandi corporazioni, che diventano sempre più ricche, mentre gli umani diventano sempre più poveri.

1. La causa della malattia degli olivi in Puglia non è la Xylella
In Puglia, i mass media hanno iniziato a divulgare la notizia della malattia degli olivi, ponendo l’accento soprattutto su un batterio, che ostruisce i vasi xilematici, identificato come Xylella fastidiosa sottospecie pauca, ceppo codiro. Il nome della specie (fastidiosa) deriva dal fatto che è un batterio di difficile identificazione, quello della sottospecie (pauca) deriva dal latino (poca) e quello del ceppo deriva dal fatto che la malattia era già stata denominata Complesso del Disseccamento Rapido dell’Olivo (CoDiRO). La malattia iniziò ad essere notata, verso la fine del primo decennio di questo secolo (2008-2010), in alcune aree del Basso Salento (LE), per poi (anni 2013-1014) iniziare ad essere più evidente e ad apparire, qui e la, anche in altre aree più a nord dello stesso Salento e ancora più recentemente (anni 2016-2018) anche in altre aree più a nord (Ostuni, Cisternino e Ceglie Messapica) della Stessa Puglia (Alto Salento).
Secondo gli entomologi il batterio è trasportato da un albero all’altro da alcuni insetti vettori che si nutrono di linfa che trovano nelle erbe spontanee ed alberi, inclusi gli olivi, ma ritengono che il vettore principale sia la cosiddetta sputacchina (Philaenus spumarius), un insetto molto diffuso in Puglia, ma anche altrove. Secondo alcuni patologi micologi, tra le cause della malattia ci sarebbero anche numerose specie di funghi patogeni tracheomicotici e fogliari e secondo alcuni entomologi ci sarebbero anche alcuni insetti parassiti dell’olivo.
Pertanto, soprattutto alcuni batteriologi ed entomologi, ritenendo che la causa del CoDiRO è principalmente la Xylella, un batterio da quarantena, e che il suo vettore o diffusore è la sputacchina, un insetto ubiquitario, hanno da subito suggerito che l’unico modo per bloccare la malattia è di contenere lo sviluppo dell’insetto con insetticidi, di distruggere le erbe spontanee con erbicidi o arature e di abbattere gli alberi d’olivo attaccati dal batterio, inclusi anche gli alberi che si trovano nel raggio di 100 metri intorno all’albero infetto. I cosiddetti esperti, in pratica suggeriscono di distruggere l’ecosistema e la sua biodiversità per non dare da mangiare ai parassiti. Ha un senso tutto ciò? Oltre alla stupidità umana, si osserva una vera e propria lacuna nella comprensione dell’importanza della biodiversità nella resilienza degli ecosistemi.
Nel merito, ho fatto conoscere il mio pensiero, attraverso interventi scritti (1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8), e interviste e presentazioni orali a diversi convegni in diverse sedi della Puglia (9, 10, 11). In tutti i casi, ho cercato di evidenziare che pensare di contenere la diffusione della malattia con l’abbattimento degli alberi, infetti e non infetti, e di usare insetticidi a tutto spiano e arare i terreni è una vera follia, poiché la causa non è la Xylella, come non lo sono i funghi e non lo sono gli insetti, ma, al più, si tratterrebbe di più cause, come specificato nella denominazione stessa della malattia: Complesso del Disseccamento Rapido dell’Olivo (CoDiRO).
Il condizionale (si tratterebbe) è d’obbligo, perché la mia opinione era e resta che le vere cause della malattia sono alcune criticità ambientali, cioè fattori che sono a monte della Xylella, dei funghi e degli insetti. Opinione suffragata anche dalle seguenti osservazioni oggettive: 1) allo stato attuale, non è stato ancora dimostrato, in modo inequivocabile, che la Xylella sia la causa della malattia; cito solo la Xylella perché è il patogeno più enfatizzato dai media, dall’osservatorio fitosanitario della Regione Puglia, dal Ministero dell’Agricoltura e dalla Commissione Europea; 2) ci sono piante d’olivo positive, cioè contenenti il batterio, ormai da anni, ma che non manifestano la malattia; 3) ci sono piante d’olivo negative, cioè senza batterio, ma che presentano la malattia e sono la stragrande maggioranza.
Nei miei contributi, ho più volte sottolineato che i patogeni, inclusa la Xylella, sono degli opportunisti e che possono diventare virulenti (aggressivi) soprattutto quando le piante d’olivo s’indeboliscono, diventando vulnerabili a tutti i fattori avversi, biotici, come lo sono tutti i parassiti, animali e vegetali (per es. la Xylella), e abiotici, come i cambiamenti climatici, tra cui le temperature, l’umidità, ecc., e la presenza di sostanze tossiche nell’aria e nel suolo. Le piante d’olivo, come tutte le piante, s’indeboliscono soprattutto quando non riescono più a nutrirsi normalmente, vivendo in un terreno sterile e/o inquinato (metalli pesanti, ecc.).
A tal proposito, la letteratura internazionale, principalmente di studiosi americani (4), ha ampiamente evidenziato, senza equivoci, che la molecola del glifosato, quella contenuta nell’erbicida Roundup, usato, da almeno tre decenni, dagli olivicoltori pugliesi e salentini in modo particolare, per eliminare le erbe spontanee che crescono negli oliveti, allo scopo di tenere pulite le aiole sotto gli alberi e quindi agevolare la raccolta delle olive dal suolo, causa sterilità del suolo. Si tratta di una sostanza che oltre ad uccidere le erbe, bloccando un enzima importante della catena metabolica, non solo delle erbe, ma molto verosimilmente anche delle stesse piante d’olivo, uccide anche la microflora del suolo, ossida i microelementi, rendendoli indisponibili anche alle radici delle piante d’olivo e per finire stimola molti patogeni presenti nell’ambiente (4, 6).
La stessa cosa fa l’AMPA (acido amminometilfosfonico, metabolita primario del glifosato), un derivato del glifosato, che recentemente è stato trovato, insieme al glifosato, anche nell’acqua potabile di rubinetto di diverse Regioni italiane (6). Dai report delle istituzioni regionali (4) si evince che in provincia di Lecce (aree focolaio dell’epidemia), il consumo di erbicida (il Roundup contenente glifosato) per ettaro è almeno quattro volte superiore a quello delle altre province pugliesi.
Se a ciò si aggiunge che nel Salento quasi tutta l’acqua d’irrigazione proviene da acque di falda e si considera che il glifosato e il suo metabolita AMPA vengono quindi ripescati per continuare ad avvelenare l’ecosistema (pianta-suolo) l’effetto nocivo del glifosato si moltiplica e si ripete in modo perpetuo. Ciò dovrebbe aiutare a comprendere perché l’erbicida Roundup dovrebbe essere considerato uno dei fattori critici dell’indebolimento dei meccanismi di difesa delle piante d’olivo nelle aree focolaio del Salento, più che altrove. La diffusione della malattia al difuori delle aree focolaio iniziali del Salento ha odore di fantasia degli autori, per lo più funzionari della Regione Puglia e/o della provincia di Brindisi (Alto Salento), sostenitori, probabilmente in buona fede, della relazione tra Xylella e malattia.
Da quando è scoppiato il caso Xylella in Puglia, diversi olivicoltori che non hanno mai creduto alla favola del batterio, anche in collaborazione con alcuni batteriologi e micologi pugliesi e napoletani (privati e pubblici), hanno tentato di salvare le piante d’olivo affette da CoDiRO, con o senza Xylella, ripristinando le buone pratiche agricole su una superfice di oltre 60 ettari, localizzati in 23 Comuni dell’area focolaio, e in un tempo relativamente breve (1-2 anni) hanno osservato una ripresa vegetativa significativa delle piante (una vera e propria guarigione). Alcuni di questi risultati sono stati già portati all’attenzione del pubblico nel 2015 (12). A parte ciò, sono in arrivo anche i risultati di progetti di ricerca, finanziati anche dalla Regione Puglia a gruppi di ricerca composti da olivicoltori e ricercatori o esperti, che quasi certamente confermeranno la possibilità di arrestare la malattia. In pratica, le piante d’olivo malate possono essere salvate con buone pratiche agronomiche e trattamenti che restituiscono all’ecosistema l’equilibrio perso in seguito all’inquinamento, causato anche dall’uso trentennale d’insetticidi, fungicidi, acaricidi ed erbicidi.
Insomma, una follia dopo l’altra, in quanto un popolo colto e che ragiona dovrebbe capire che viene prima la salvaguardia dell’ecosistema in cui vive, poi quella della propria società, che comunque dipende dallo stato di salute dell’ecosistema e alla fine quella dell’economia, che dovrebbe dipendere dallo stato dei primi due. Una gerarchia di valori che la natura non perdona a chi non la rispetta. Un popolo colto e preparato, e saggio, deve capire che non può consumare di più di quanto offre il proprio territorio e deve quindi cercare di aumentare la biocapacità del territorio in cui vive usando le sue risorse naturali e culturali, evitando, in tutti i modi possibili, di indebitarsi con altri paesi, sia sviluppati e sia in via di sviluppo. Naturalmente, ciò non avviene da almeno oltre mezzo secolo, perché i nostri politici, a poco a poco, hanno venduto la nostra sovranità popolare alle grosse corporazioni, soprattutto straniere, tanto che l’Italia non è più uno Stato (13).
E’ per questo che i nostri governi, servi di un sistema dominato dalle banche, continuano a sostenere politiche favorevoli a modelli agricoli industriali, ad agricoltura intensiva o ad alto impatto ambientale e ad ostacolare lo sviluppo di modelli agricoli economicamente non competitivi. Purtroppo non ci si rende conto che la Puglia è fondamentalmente una Regione arida, con scarse risorse idriche superficiali e sotterranee e quindi con nessuna possibilità di applicare modelli agricoli intensivi. La Puglia può solo applicare modelli agricoli a bassissimo impatto ambientale e cercare di massimizzare l’utilizzo delle proprie acque e di quelle reflue, prodotte dagli impianti di depurazione, per l’irrigazione e per usi industriali.
Una delle tante dimostrazioni che la Xylella può essere tenuta sotto controllo e che le piante d’olivo affette possono riprendere a vegetare senza problemi l’ha fornita un progetto di ricerca triennale svolto da un nutrito gruppo di ricercatori e finanziato anche dalla Regione Puglia (14). Pertanto, le istituzioni responsabili invece di finanziare l’abbattimento delle piante d’olivo dovrebbero favorire lo sviluppo di modelli agricoli a basso impatto ambientale. Ciò servirebbe anche ad evitare l’uso di pesticidi, responsabili, ormai, di parecchi danni all’ecosistema e alla salute dell’uomo.

2. Decreto Martina e pesticidi: un’altra spruzzata di follia
Il Decreto Ministeriale Martina (con 27 articoli e 4 allegati), avente per oggetto “Misure di emergenza per la prevenzione, il controllo e l’eradicazione di Xylella fastidiosa nel territorio della Repubblica Italiana” (GU del 6 aprile 2018) è stato scritto ignorando le buone pratiche agronomiche e/o comunque rispettose dell’ambiente (ecosistema) ed entrando in contraddizione con lo stesso Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e con il Parlamento Europeo.
I pesticidi indicati nel DM, tranne qualcuno (di tipo biologico), non sempre sono efficaci, mentre sono sicuramente dannosi per l’ambiente e la salute dell’uomo.
Il DM impone l’abbattimento (espianto) delle piante d’olivo, infette e non infette, come soluzione al problema, mentre l’European Food Safety Authority (EFSA), già nel 2015 sottolineava che l’eradicazione della Xylella fastidiosa (una volta insediata) era impossibile a causa dell’ampia gamma di piante ospiti e dei suoi vettori.
I bugiardini o schede tecniche dei fitofarmaci contenenti i principi attivi indicati nel DM riportano, tra l’altro, che sono molto tossici per gli organismi dell’ecosistema, anche acquatico, e con effetti a lungo termine. Le previste fasce di rispetto non trattate al fine di proteggere gli organismi acquatici e gli artropodi diventerebbero aree potenziali per lo sviluppo del vettore sputacchina.
I fitofarmaci elencati nel DM sono velenosi per le api e altri insetti utili anche all’impollinazione e, quindi, non v’è dubbio che mettono a rischio le produzioni agricole. In molti casi c’è il divieto esplicito di utilizzare il prodotto in presenza di api o comunque durante la fioritura e in pieno campo. Proprio in questi giorni, nel Veneto, numerosi agricoltori risultano indagati dalla Procura per aver provocato un disastro ambientale, come conseguenza dell’utilizzo di neonicotinoidi e altri prodotti che interrompono l’impollinazione e che causano la scomparsa di specie d’insetti utili all’agricoltura. È stata contestata la violazione dell’art. 452 bis del CP (RD 19 ottobre 1930, n. 1398), cioè indagati per aver “cagionato abusivamente una compromissione o un deterioramento significativi e misurabili di un ecosistema e della biodiversità della fauna in generale”. L’inchiesta dimostra la relazione tra l’uso di neonicotinoidi e la diminuzione del numero di api negli alveari che si trovano nella zona trattata (15).
L’UE ha vietato l’uso in pieno campo di alcuni insetticidi neonicotinoidi indicati nel DM. In particolare il divieto riguarda il clothianidin, l’imidacloprid e il thiamethoxam. Recentemente, per questi insetticidi, mortali per le api e i bombi e neurotossici per i bambini, 15 Paesi europei, tra cui l’Italia, hanno votato a favore del bando permanente dall’UE. Pertanto, da un lato l’Italia, in Commissione Europea, vota contro l’uso di questi insetticidi, dall’altro, in casa sua, con il DM inserisce uno di questi insetticidi, l’imidacloprid, nell’obbligo di trattamento contro la sputacchina in pieno campo. È o no è una contraddizione? Che i neonicotinoidi sono potenti neurotossici soprattutto per i bambini lo dice anche L’EFSA (2013 e 2018).
Tra l’altro, la Direttiva 2009/128/CE ha definito non sostenibile il modello di agricoltura basato sull’utilizzo dei pesticidi e invita gli Stati membri ad informare la popolazione sui rischi e sugli effetti acuti e cronici per la salute umana. Un migliaio di ricerche scientifiche dimostrano i danni dei pesticidi sulle persone (16).
L’Ordine dei Medici di Lecce si è schierato contro il DM, in quanto impone l’uso di insetticidi nocivi, annunciando un monitoraggio delle falde acquifere e mette in guardia le autorità sul fatto che di queste sostanze sono noti gli effetti acuti, ma non quelli a lungo termine sulla salute umana (17).
La Lega Italiana per la Lotta ai Tumori (LILT), ha dichiarato di essere contro il DM, alla luce di un suo documento circostanziato (18) sulle implicazioni sanitarie connesse all’adozione delle strategie fitosanitarie già indicate nel cosiddetto Piano Silletti, trasmesso nel 2015 ai vertici della Regione Puglia e della Commissione europea.
La LILT, sottolinea che oggi con il DM Martina l’allerta è ancora più drammatica. E cita un altro studio ancora più recente svolto dall’ASL di Lecce, l’Università del Salento e la Provincia di Lecce, i cui risultati mostrano inquinamenti con livelli critici per sostanze pericolose: l’arsenico, il berillio e il vanadio. Si tratta di molecole cancerogene e interferenti endocrini (IE), responsabili di disturbi a carico della funzionalità del sistema endocrino, con effetti avversi sulla salute dell’organismo, cellule germinali e progenie (19).
Anche l’Associazione Internazionale dei Medici per l’Ambiente (ISDE) ha preso posizione contro il DM Martina, poiché impone l’uso pesticidi dannosi per la biodiversità, la sicurezza alimentare e la salute, in barba ai principi di prevenzione, precauzione e i diritti degli agricoltori e delle popolazioni esposte, danneggiando le imprese che usano metodi di agricoltura biologica. Il DM obbliga, nelle aree infette, l’uso degli erbicidi, tra cui il già ricordato Roundup, contenente glifosato. L’ISDE, nel merito è già intervenuta con un appello internazionale (20).
Ancora più recentemente, l’ISDE ha diramato un comunicato stampa sulla pericolosità dei neonicotinoidi, citando l’acetamiprid, una molecola che potrebbe benissimo essere sostituita da sostanze efficaci usate dall’agricoltura biologica, come piretrine, olio essenziale di arancio dolce, citate nel DM, ma con meno enfasi. L’acetamiprid è neurotossico e, nei mammiferi, ha conseguenze biologiche negative su fegato, reni, tiroide, testicoli e sistema immunitario. Ha anche un’alta tossicità per gli uccelli. Gli effetti biologici dei neonicotinoidi sull’uomo devono ancora essere chiariti, ma i primi risultati mostrano associazioni significative tra esposizione e rischio di alterazioni dello sviluppo (21).
In Puglia, l’AIAB (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica) con il sostegno di diversi esperti del settore, ha recentemente avviato un tavolo tecnico ad hoc con l’intento di bloccare il DM Martina. Allo scopo, il tavolo ha redatto una dettagliata relazione tecnica, di quattro pagine, che è stata già inviata al Presidente della Regione e a tutti i consiglieri regionali. Si che, ora non potranno più dire che non sapevano che i pesticidi sono solo dannosi e che la prima cosa da fare è di non usarli, in quanto la relazione è critica, ma anche ricca di proposte alternative (22).
Da quando in Puglia si parla di Xylella, i salentini si sono mossi contro l’abbattimento degli alberi, proposto dagli accademici e dai burocrati della Regione Puglia, del Ministero dell’Agricoltura e il Parlamento Europeo, attraverso convegni e manifestazioni popolari, ignorati dai media e dai canali televisivi di stato, ma ampiamente documentati da amatori e singoli cittadini, ai quali recentemente si sono aggiunti alcuni sindaci. La più recente manifestazione di mia conoscenza è quella relativa ad una conferenza stampa svoltasi in Valle d’Itria, con la partecipazione di olivicoltori che hanno dimostrato di essere in grado di guarire le piante malate e di patologi, fuori dal coro, che hanno collaborato all’esecuzione di progetti, finanziati anche dalla Regione Puglia, i cui risultati preliminari mostrano che l’abbattimento degli alberi è una follia (23).

3. Un punto di vista più generale: un tuffo nel passato alla scoperta della verità
Il problema degli olivi in Puglia è un vecchio problema, che s’inquadra bene in un progetto che parte da lontano (XIX sec.). Cioè da quando la teoria dei germi di Louis Pasteur prevalse su quella dei suoi contemporanei, come Antoine Béchamp e Claude Bernard, i quali sostenevano, a differenza di Pasteur, che la causa delle malattia non sono i germi (virus e batteri) ma il terreno. Si racconta che lo stesso Pasteur, poco prima di morire, confessò che il terreno è tutto, mentre il microbo è nullo (24, 25, 26, 27).
Tuttavia, le case farmaceutiche adorarono la teoria dei germi perché ciò permetteva loro di vendere le molecole (farmaci) capaci di uccidere virus e batteri e quindi avviare quel grande business che le portò a diventare sempre più ricche e quindi più potenti, tanto da possedere le banche e conseguentemente i governi.
Si è così sviluppato un sistema antisociale dominante, che diventa sempre più difficile da cambiare. In ogni caso, questo quadro serve a spiegare perché la storia della malattia degli olivi e della Xylella in Puglia non poteva avere una storia diversa, più vicina alla verità e cioè che la causa non è il batterio ma il terreno, quello che più sopra ho chiamato anche criticità ambientali.
In pratica, in un mondo dominato da falsità è difficile riuscire a far prevalere la verità. Possiamo solo sperare di aumentare nella popolazione la consapevolezza e la capacità di distinguere il vero dal falso. E solo quando avremo raggiunto la soglia critica, il cambiamento sarà quasi automatico.

4. A proposito, gli olivi malati possono essere salvati proprio dai germi (microrganismi)
Alcuni decenni fa, circa un secolo dopo Pasteur, un chimico francese, arriva Teruo Higa, un agronomo e microbiologo giapponese, e scopre i microrganismi effettivi. Higa cercava alternative alle sostanze chimiche impiegate in agricoltura, ma le sue ricerche restarono senza esito fino al 1981. Qualche anno dopo, analizzando il comportamento, il contenuto e l'effetto sulla vegetazione dei microrganismi usati nei suoi esperimenti, scoprì che una particolare combinazione di colture chiamata EM (Effective Microorganismi), aveva un effetto benefico soddisfacente in agricoltura (28).
Negli anni che seguirono, Higa continuò le sue ricerche sull’isola di Shigacki presso un'istituzione religiosa e trovò che la sua combinazione di culture microbiche era risultata stabile, riproducibile ed efficace anche in settori diversi da quelli agricoli, come per esempio per la depurazione delle acque, bonifiche e gestione dei rifiuti e per la preparazione di mangimi speciali.
Bene, recentemente, un ricercatore del CRA (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura) di Pescia ha ottenuto dei risultati positivi con l’applicazione della tecnologia degli EM (29) per la gestione del verde ambientale ed ornamentale, ma a quanto pare il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, l’ente che vigila sul CRA, non li conosce. Se l’avesse conosciuti e presi in considerazione Il Ministro Martina avrebbe suggerito la tecnologia ai funzionari e ricercatori della Puglia, invece di decretare l’uso massiccio di pesticidi.
Ma non è tutto. Quando nel primo paragrafo, del presente contributo, parlavo del successo degli olivicoltori del Salento nel salvare le piante d’olivo affette da CoDiRO, c’è da aggiungere che quel successo era dovuto anche all’uso di microrganismi EM. La domanda allora è: come mai un’idea del genere è venuta agli olivicoltori salentini e non ai microbiologi dell’Università e/o centri di ricerca della Puglia o del Ministero dell’Agricoltura o della Commissione in Agricoltura dell’UE? Questa storia da sola è sufficiente a giustificare la mancanza di fiducia da parte della gente nelle istituzioni e nella cosiddetta scienza, che dopo diversi anni, anche di contrasti con i salentini, è ancora dell’idea che per salvare gli oliveti bisogna far fuori la Xylella o bisogna sostituire le varietà d’olivo suscettibili al batterio con varietà resistenti.
Ma che scienza è una scienza che, oltre tutto, mostra di non avere ancora capito l’importanza della biodiversità negli agroecosistemi? E proprio così, in quanto la sostituzione di varietà suscettibili con varietà resistenti comporterebbe un’ulteriore riduzione della biodiversità, oltre a rivelarsi un’operazione con effetti limitati nel tempo, poiché i patogeni, inclusa la Xylella, nel tempo avrebbero sempre la meglio sugli olivi e più in generale su tutte le colture suscettibili, se non vengono eliminate le cause vere della malattia.
L’uso d’impianti di varietà d’olivo resistenti alla Xylella o d’oliveti costituiti da varietà suscettibili innestati con varietà resistenti non sono da paragonare nemmeno lontanamente a quelli della storica resistenza dei vigneti alla fillossera (Phylloxera vastatrix o Viteus vitifoliae), come qualcuno potrebbe pensare, perché in questo secondo caso si parla di resistenza vera (totale) a un insetto del portainnesto (parte inferiore della pianta innestata con varietà suscettibili), mentre nel primo caso si tratta di tolleranza a un batterio (più polimorfico dell’insetto) della marza o nesto (parte superiore della pianta innestata) da innestare su un portainnesto suscettibile.

5. Fisica Quantistica e frequenze vibrazionali negli organismi viventi
Lo sviluppo della Fisica Quantistica ci ha fatto comprendere che la salute degli organismi viventi dipende da diversi fattori, tra cui le frequenze tipiche di ciascun organismo vivente e quelle dei suoi organi e tessuti. Se queste frequenze cambiano come conseguenza dell’interferenza negativa (distruttiva) di frequenze diverse provenienti da campi elettromagnetici presenti nell’ambiente esterno o interno, gli organismi diventano suscettibili alle malattie e a seconda della gravità possono anche cessare di vivere.
Non è fantascienza, come molti potrebbero pensare. Nel mondo ci sono ormai diversi centri che stanno sperimentando positivamente l’applicazione della fisica quantistica con strumenti diversi a seconda della malattia e della sua gravità, nell’uomo (30, 31, 32). Sulla base degli stessi principi, gli alberi hanno un effetto positivo sulla salute dell’uomo e degli altri organismi viventi che vivono nello stesso ecosistema, ma se l’ecosistema è inquinato gli alberi non hanno più lo stesso effetto terapeutico, perché l’inquinamento produce frequenze malefiche (33) e danni al DNA (34).
L’argomento è così importante che meriterebbe un adeguato approfondimento, ma l’obiettivo qui è solo accennarlo per far comprendere anche ai nostri politici di quanto sono lontani da una soluzione che sarebbe molto più naturale (non nociva) e meno costosa di quella che vogliono attuare: eliminare gli alberi d’olivo per tenere a bada la Xylella. Non è assurdo?
Nel caso del mondo vegetale, esistono già dei prodotti liquidi da diluire opportunamente e da spruzzare sulle piante e sul terreno (anche insieme alle acque d’irrigazione), tra l’altro per niente pericolosi per l’uomo, che hanno l’effetto di disinquinare e di influenzare positivamente le frequenze delle piante trattate e dell’ecosistema. I prodotti di mia conoscenza, già usati nelle campagne della Puglia, sono il Bio Aksxter (35) e Gold Manna (36).
Visitando le campagne del Salento, ho visto personalmente diversi oliveti affetti da CoDiRO che trattati con Bio Aksxter, nel giro di qualche anno, hanno iniziato a rivegetare e produrre normalmente. Risultati positivi sono stati osservati anche su vite, ciliegio e diverse piante da orto. Esistono nel merito dei video prodotti dagli stessi operatori, che auspico siano messi a disposizione di persone interessate. Il motivo per cui i divulgatori di queste tecnologie evitano di contattare le istituzioni è sempre lo stesso: si rischia di perdere tempo e di essere persino derisi.

6. Effetti della globalizzazione sull’economia e la salute degli ecosistemi
La globalizzazione in generale e quella dei mercati in particolare ha esasperato la competitività tra ed entro le nazioni. Ciò ha avviato un processo che porta sempre più all’eliminazione dei più deboli, rendendo l’ambiente sociale sempre più selettivo (una sorta di eugenetica). In realtà un ambiente competitivo non fa fuori i più deboli geneticamente, ma i più poveri perché non hanno possibilità economiche e quindi di accesso alle risorse. Gli effetti negativi di una società basata sulla competitività si ripercuotono sulla salute dei popoli e quindi degli ecosistemi in cui essi vivono.
Sapevamo già, ma è stato confermato dai risultati di vent’anni di ricerche sul progetto genoma umano che l’ambiente, in senso lato, è più importante dello patrimonio genetico. Infatti è sbagliato dire che il genoma si esprime o non si esprime. È più corretto, invece, affermare che il genoma viene letto o non viene letto. E chi è il lettore? L’ambiente. Nel caso specifico, le condizioni ambientali prodotte dall’agrotecnica. Una buona agrotecnica è in grado di leggere correttamente il genoma dell’olivo e di tutti gli organismi viventi. Un’agrotecnica che inquina, interferisce negativamente sulla lettura del genoma, dando via libera ai patogeni. Portando gli olivi a seccare.
Il motivo per cui si insiste nel voler attribuire le malattie ai patogeni e non all’ambiente è che in questo modo si continua ad alimentare tutta l’industria dei concimi chimici di sintesi e dei cosiddetti fitofarmaci. Questo tipo di agricoltura industriale comporta inquinamento e quindi aumento delle malattie anche per l’uomo e gli animali. Essa va benissimo per alimentare l’industria del Big Pharma, che dopo la Finanza e il Petrolio è il terzo business mondiale (3).
Il Big Pharma è agevolato anche da un sistema (industriale) alimentare sbagliato, sostenuto anche da politiche finanziate dallo stesso Big Pharma. Politiche che fanno di tutto per promuovere un sistema sociale malato, basato su un’economia competitiva e non collaborativa, come vorrebbe la biologia dell’essere umano. La legge della biologia richiede la cooperazione, mentre quella dell’economia delle corporazioni richiede la competizione. Per cui, la legge dell’economia è intrinsecamente distruttiva, cioè patologica (37).
Per migliorare la società è necessario incoraggiare la cooperazione e scoraggiare la competizione. Un contributo lo può dare la conoscenza e quindi i ricercatori liberi e indipendenti, non condizionati dall’establishment.
Fritjof Capra, nel suo libro “Il punto di svolta – Scienza, società e cultura emergente” ha giustamente affermato che “Abbiamo bisogno di un nuovo paradigma, di una nuova visione della realtà” (38). Nel suo libro, Capra spiega perchè dobbiamo necessariamente passare da una visione copernicana, cartesiana, newtoniana, meccanicistica e riduzionistica a un visione olistica. Riusciremo a fare questo salto quantico? Dipende da noi umani.

7. Conclusioni
La realtà agroecologica del Salento mostra chiaramente che la causa della malattia degli olivi non è la Xylella, ma un insieme di criticità ambientali, che i nostri politici non vogliono riconoscere, affrontare e risolvere perché significherebbe passare da modelli agricoli industriali o ad alto impatto ambientale a modelli agricoli a basso impatto ambientale, andando contro le grosse corporazioni, le quali possono così continuare a prosperare solo grazie a modelli industriali.
Il problema della malattia degli olivi in Puglia può essere risolto con un approccio olistico. Le prime azioni da compiere sono il rispristino di buone pratiche agronomiche, l’incentivazione di diverse forme di agricoltura biologica, l’incremento della biodiversità, attraverso l’allevamento di diverse varietà d’olivo, consociate ad altre piante arboree da frutto e piante erbacee, preferibilmente leguminose, nonché l’avviamento di misure di disinquinamento, azzerando l’uso di prodotti artificiali, come i fertilizzanti chimici e pesticidi (insetticidi, fungicidi, acaricidi ed erbicidi, specialmente il Roundup, contenente glifosato).
Dovrebbe essere incentivato anche l’uso delle acque reflue per l’irrigazione, determinando così una riduzione dell’uso delle acque di falda, e l’uso dei microrganismi effetti (EM), nonché di fertilizzanti disinquinanti, come Bio Aksxter e Gold Manna, già usati con profitto da alcuni agricoltori in Puglia e nel resto d’Italia. Si tratta di tecnologie poco note, anche perché molti agricoltori le applicano, quasi di nascosto, in quanto temono pressioni da parte di personaggi che direttamente o indirettamente sono interessati più a conservare l’attuale paradigma che a cambiarlo.
In generale, i politici, servi di un sistema dominato dalle banche e basato sulle falsità, non potranno mai cambiare l’attuale sistema. Il cambiamento in una società è possibile solo quando la consapevolezza raggiunge la soglia critica del cambiamento. Una soglia che evidentemente non abbiamo ancora raggiunto. Una dimostrazione ce l’ha data, in questi giorni, il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha ostacolato la formazione di un governo, che, a suo dire, avrebbe ostacolato i mercati (le banche) e fatto aumentare lo spread.
Per vincere la battaglia contro le istituzioni (destituzioni) che non intendono proteggere l’ecosistema, perché antepongono l’economia competitiva (distruttiva) delle grandi corporazioni ad un’economia collaborativa (biologica e costruttiva), è necessario raggiungere la soglia critica del cambiamento. Un traguardo possibile solo se si passa da una visione cartesiana e meccanicistica a una olistica.

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