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La premessa è semplice: in Rete la sicurezza è una illusione.
Detto questo, ci sono tanti sistemi e fornitori di servizi di posta elettronica, alcuni molto validi altri da starci lontanissimi.
Eccone alcuni tra i più interessanti.

PROTONMAIL
La svizzera ProtonMail non solo utilizza la crittografia end-to-end e ad accesso zero per garantire che nessuno, nemmeno la stessa azienda, possa leggere le vostre mail, ma offre protezione da tracker di posta elettronica, spam e phishing, alias hidemy e-mail, uso di password per le email, pianificazione dell'invio, annullamento dell'invio e cancellazione delle iscrizione con un click.
Inoltre il codice dei clienti front-end è Open Source e c'è un piano gratuito interessante.
Gode anche di una solida reputazione e permette di migrarvi rapidamente da altri provider di posta elettronica.
Dulcis in fundo, per i server a due centri dati ridondanti in Svizzera, uno a Losanna e l'altro ad Attinghausen, con il secondo ospitato nell'ex bunker militare K7, situato sotto 1000 metri di roccia granitica…la sicurezza delle vostre mail è letteralmente a prova di bomba.

TUTANOTA
Un altro interessante è Tutanota, un servizio di posta elettronica tedesco che offre crittografia end-to-end per garantire la massima sicurezza e privacy nelle comunicazioni.
Ogni email viene automaticamente crittografata utilizzando una combinazione di algoritmi AS-256 e RSA-2048, il che significa che solo il mittente e il destinatario possono accedere al contenuto del messaggio.
Anche l’oggetto e gli allegati vengono cifrati. Il codice del progetto è completamente Open Source e il servizio supporta l'autenticazione a due fattori (2FA) tramite applicazioni come Google Authenticator o dispositivi hardware compatibili con lo standard U2F (Universal 2nd Factor) come YubiKey.
Oltre alla posta elettronica offre anche un calendario crittografato, il che significa che anche gli appuntamenti e i promemoria rimangono protetti e accessibili solo agli utenti autorizzati. L'azienda rifiuta qualsiasi forma di tracciamento pubblicitario, non utilizza Google reCaptcha e ha scelto di gestire internamente tutta la propria infrastruttura per garantire il controllo completo sulla sicurezza dei dati. L'intero sistema è progettato per ridurre al minimo l'esposizione degli utenti a possibili vulnerabilità con i server situati esclusivamente in Germania quindi soggetti alle normative europee sulla privacy come il GDPR.

POSTEO
E' un servizio di posta elettronico con sede a Berlino che mira a offrire un'alternativa sicura, anonima e sostenibile ai provider tradizionali.
Il servizio è finanziato esclusivamente dagli utenti e non contiene pubblicità, né strumenti di tracciamento.
Ogni account è protetto da un sistema di crittografia e l'intera infrastruttura è alimentata da energia rinnovabile fornita da Green Planet Energy.
Gli utenti possono creare più identità di invio, configurare filtri per organizzare automaticamente la posta in arrivo e gestire fino a 50 Mb per invio e 100 Mb per la ricezione.
Il servizio offre anche un calendario integrato con funzionalità avanzate per la gestione degli appuntamenti che può essere sincronizzato con la maggior parte di smartphone, tablet e pc, tramite il protocollo CalDAV e può essere crittografato centralmente utilizzando AES.
Anche la rubrica si può crittografare e supporta la creazione di gruppi di contatto per l'invio di email collettive.
Il servizio offre un filtro avanzato per la gestione dello spam e dei virus.,

Tratto da LINUX, n. 230 aprile-maggio 2025

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Le malattie esantematiche, chiamate erroneamente "malattie infettive", sono dal punto di vista spirituale dei passaggi fondamentali per la maturazione dei bambini!
Per comprenderne il senso profondo è però necessario staccare la spina del cervello per non cadere da una parte in un grave errore interpretativo e dall'altra per sganciarsi dalla componente infettiva.
L'accezione negativa è stata ovviamente creata dall'ignoranza dei camici bianchi.

La visione antroposofica del grandissimo filosofo austriaco Rudolf Steiner è di grande aiuto e sicuramente mille volte migliore di quella portata avanti dalla medicina allopatica, dove la paura gioca un ruolo centrale.
Entrando nel discorso, le cosiddette malattie esantematiche sono veri e propri processi di sviluppo essenziali per una sana crescita del corpo fisico e della futura maturità psichica o emotiva.
Possiamo addirittura definirle come la prima e certamente la più importante manifestazione dell'azione della parte spirituale per trasformare e far maturare il corpo che i cuccioli hanno avuto in dono dai genitori.

Grazie anche a queste manifestazioni esterne (esantemi) il bambino dimostra di essere realmente un uomo in divenire, come direbbe lo stesso Steiner.
Il cammino di individualizzazione dell'infante fa un salto di qualità, proprio grazie ai processi di calore: arrossamento e sfoghi dell'epidermide e febbrone. Il sangue, grazie a questi processi calorici, si mette in mostra fino alla periferia del corpo.

Quelli che chiamiamo arrossamenti, puntini, sfoghi, bolle, pustole ecc. altro non sono che l'immagine di qualche cosa che dall'interno viene portato all'esterno, viene fisicamente espulso. Si tratta di quel corpo fisico ereditato che l'anima di quella creatura si è scelta per poter fare esperienza su questo piano materiale.
Questo corpo deve essere trasformato, metamorfosato e bruciato per fare posto ad una nuova realtà utile per le nuove esigenze future.

Ecco che le malattie infantili offrono la possibilità di manifestare quelle fondamentali caratteristiche individuali.
Capite che qualsivoglia intervento esterno, come le vaccinazioni pediatriche, potrebbe impedire questa vitale manifestazione posticipandola nel tempo (o scatenandola) e quindi creando enormi problemi di sviluppo e crescita non solo fisica ma anche spirituale.

Oggi sappiamo che ogni "malattia" ha un rapporto diretto con gli elementi della Natura.
Il morbillo è in rapporto con l'elemento liquido (forze eteriche) e serve a rafforzare e rinvigorire le forze vitali; la scarlattina ha un rapporto con l'elemento calore (il fuoco); la pertosse con l'aria (forze astrali); la varicella con l'elemento terra.
I vaccini interferiscono con la corretta funzione nell’organismo umano dei quattro elementi, e possono smorzare o addirittura impedire sul nascere l'attività della parte spirituale.

Da quanto detto il contagio delle malattie esantematiche NON può esistere! E la dimostrazione è che alcuni bambini manifestano determinate malattie, mentre altri non ne contraggono nessuna. Come mai?
Se fossero realmente infettive come dicono, e quindi causate da virus o batteri, tutti i bambini che ne venissero a contatto dovrebbero "infettarsi".
Ma la Vita insegna che non va così!
Quelli che si "ammalano" hanno bisogno in quel preciso momento di rafforzare una parte costitutiva del proprio corpo per poter adempiere agli specifici ed individuali compiti che incontreranno nella vita, gli altri no.
E' facile comprendere che evitare la malattia a causa dei vaccini diventa un problema epocale. La si potrebbe fare da adulti, ma tutto quello che si manifesta fuori dal tempo prestabilito, diventa pericoloso.
Quindi non prendiamo la malattia, ma la facciamo solo se serve!

Anche dal punto di vista biologico tali dinamiche si possono spiegare.
Gli esantemi avvengono in un organo specifico, la pelle (epidermide), di derivazione ectodermica ovvero controllata dalla corteccia encefalica.
La pelle "vive" la separazione o il contatto sgradito.
Questa è la controprova che il cucciolo ha bisogno di crescere, ha necessità di staccarsi da mamma e papà per fare il suo percorso individuale!
Non a caso il bambino dopo il febbrone che queste "malattie" inducono, è cresciuto in altezza, e si può misurare con il decimetro!

Le nostre nonne, con la terza elementare, sapevano queste cose, a differenza degli attuali laureati in medicina.
Detto questo, e mi rivolgo alle mamme impaurite, non c'è assolutamente nulla da temere per le malattie esantematiche.
Basta una dieta leggera molto idrica e 1 cucchiaio al giorno di olio di fegato di merluzzo fonte eccezionale di Vitamina A, Vitamina D3, acidi grassi importantissimo come EPA, DHA e polinsaturi della serie Omega-3.
Molto utile, essendo attivazioni della pelle, quindi legate sempre al contatto, un bel massaggio con un olio vettore, ottimo è quello di calendula (oppure cocco, ecc.) con qualche goccia di Tea Tree oil, ovviamente bio.
Infine lasciando sfogare la febbre che va solo gestita - se serve - con spugnature e fregagioni di acqua e aceto. Ricordate che la febbre è guarigione all'ennesima potenza!
Ecco perché anche una vasca molto calda con almeno 1 kg di sale grosso (marino integrale) o in alternativa pediluvi sono un aiuto miracoloso.
Infine buttate nel cesso la tachipirina e in vigilante attesa, state lontanissimi dai camici bianchi. La guarigione del vostro cucciolo sarà assicurata!

Secondo gli insegnamenti di Bechamp, le cellule e i germi sono associazioni di microzimi.
Le caratteristiche fisiche e le attività Vitali delle cellule e dei germi dipendono dal terreno in cui i loro microzimi si nutrono, crescono e si moltiplicano. Così il microzima, crescendo nel terreno-plasma del germe procreativo, si sviluppa nelle cellule normali, permanenti e specializzate dell'organismo vivente vegetale, animale o umano.
Gli stessi microzimi che, in questi corpi viventi, si nutrono di materiali morbiferi e di tossine sistemiche si sviluppano in batteri e parassiti.
La scoperta dei microzimi conferma così meravigliosamente le asserzioni della filosofia della Cura Naturale, secondo cui i batteri e i parassiti non possono causare e istigare processi infiammatori o patologie, a meno che non trovino il proprio peculiare terreno morbifero in cui nutrirsi, crescere e moltiplicarsi.

Tratto dal libro "Bechamp o Pasteur: un capitolo dimenticato nella storia della biologia", Douglas Hume, 1932

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Quando si parla di PDF Exploit ci si riferisce al metodo utilizzato dagli hacker per condurre attacchi informatici usando semplici file PDF, all'interno dei quali è stato inserito uno script malevole: virus, spyware, ransomware, ecc.
I file PDF possono contenere del codice e "accogliere" degli oggetti di vario genere, tra cui altri file come documenti Word con all'interno delle macro.
Questo genere di attacco sfrutta le vulnerabilità dei lettori PDF, e purtroppo gli antivirus non si accorgono della presenza del file Word all'interno del PDF, per cui non sono idonei a contrastare questo tipo di attacco.

Diverso è il discorso per le soundbox. Ne esistono on-line come per esempio "Hybrid Analysis" o "Stand alone" come per esempio 𝗗𝗮𝗻𝗴𝗲𝗿𝘇𝗼𝗻𝗲. È‌ possibile usare anche strumenti come 𝗢𝗟𝗘𝗩𝗕𝗔, uno script per analizzare i file OLE come i documenti MS Office, per rilevare le macro VBA, estrarre il loro codice sorgente in testo chiaro e individuare nel testo possibili rischi per la sicurezza.
Stiamo parlando di una nuova tecniche di evasione antivirus che consiste nell'inserire un documento Word contenente una VBS macro all'interno di un PDF. Il file così ottenuto si chiama "Poliglotta".

È un file valido contemporaneamente in più formati. Gli hacker sfruttano questa caratteristica per aggirare i filtri di sicurezza che cercano un tipo specifico di file dannoso. Se un sistema si aspetta un PDF, il documento Poliglotta Word/PDF sembrerà innocuo. Ma quando aperto in World potrà eseguire il malware che contiene. Si tratta di una sofisticata tecnica di offuscamento che consente agli attaccanti di bypassare sistemi di rilevamento degli antivirus!!!
Quindi fate molta attenzione ad aprire file PDF ad cazzum…

Tratto da "Hacker Journal", n. 278, agosto/settembre 2024.

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Verso la metà del diciannovesimo secolo il medico batteriologo francese Antoine Béchamp (1816-1908) presentò al mondo la teoria pleomorfica. Una visione della Vita incredibile dove i batteri non sono immutabili ma possono cambiare forma e funzione a seconda del terreno in cui vivono.

Antoine Bechamp

Le sue scoperte misero le basi per una concezione straordinaria del vivente: l’esistenza di forme parassitarie all’interno del corpo umano. Intuizione che avrebbe cambiato il paradigma scientifico se non fosse comparso sulla scena l’attore-farmacista più famoso al mondo: Pasteur!
Secondo il chimico francese Louis Pasteur (1822-1895) infatti, il sangue e i tessuti degli organismi sani sono dal punto di vista batteriologico sterili; tutti i patogeni sono esogeni, cioè arrivano dall’esterno invadendo il corpo; i microrganismi sono immutabili e dulcis in fundo: ciascun microbo è in grado di causare una sola malattia.

Louis Pasteur

La sua teoria però non spiega quello che avviene nella realtà, come ad esempio il mutamento dei microrganismi sia in vivo che in vitro quando si modifica il terreno colturale, e la presenza di agenti microbici nei tessuti di soggetti sani senza alcuna sintomatologia.
Per Béchamp invece i microrganismi vivono da sempre dentro le cellule, e noi li ospitiamo anche quando siamo in perfetta salute. Fanno parte di noi! Ecco perché i batteri non sono la causa ma il risultato di una patologia, cioè del cambiamento del terreno biologico.

La differenza tra i due era dir poco abissale!

Se non bastasse Béchamp aveva dimostrato che tutte le cellule viventi contenevano piccolissime particelle proteiche da lui chiamate “microzimi”. Questi microzimi o “granulazioni molecolari” sarebbero eterni, indistruttibili e in grado di continuare a vivere anche dopo la morte dell’organismo-ospite!
In particolari condizioni questi microzimi - originariamente non patogeni - possono trasformarsi in batteri patogeni, manifestando caratteri putrefattivi e/o fermentativi. Questa visione si chiama pleomorfismo batterico, e i microzimi sarebbero una vera e propria forma di transizione tra materia vivente (organica) e materia non vivente (in-organica). La discriminante? Il terreno che può stimolare la trasformazione di microrganismi innocui in altri più pericolosi.

La conclusione è sconvolgente:

l’origine di ogni evento patologico risiederebbe nell’organismo stesso!

Rivoluzione copernicana che avrebbe sconvolto le fondamenta non solo della biologia ma anche della medicina: l’eziologia delle malattie non arriva da fuori come proponeva Pasteur, ma da dentro!

A questo punto si può meglio comprendere come la dittatura sanitaria dell’epoca (le case farmaceutiche sono nate in quel periodo, alla fine del Diciannovesimo secolo) accolse a piene mani la concezione monomorfica di Pasteur, cancellando dalla storia Béchamp! Quasi nessuno conosce le ricerche e le scoperte del grandissimo medico francese.

Il monomorfismo venne abbracciato dal complesso industriale medico-farmaceutico e fu usato da Big Pharma per instaurare la farmacocrazia e la vaccinocrazia.

Se infatti la teoria di Pasteur venisse ufficialmente dimostrata falsa, tutto il sistema scientifico ed economico della medicina crollerebbe, assieme all’indotto: banche, governi e soprattutto Big Pharma. Stiamo parlando di un mercato incommensurabile di svariati trilioni di dollari all’anno: il business dei business!
Oggi sappiamo che i microrganismi esistono da sempre in ambiente endocellulare e il nostro organismo li ospita in qualunque condizione, anche in perfetta salute. Fanno parte di noi: dentro e fuori.
La medicina ha scoperto che siamo costituiti da quasi 2 chilogrammi di microrganismi di ogni specie, e questi sono suscettibili di metamorfosi da stadi inferiori e apatogeni di colloide o protide a stadi superiori patogeni come funghi e/o batteri.
Un altro illuminato che ha fatto tremare il paradigma dell’establishment è stato il grande Günther Enderlein...

Günther Enderlein
Il dottor Günther Enderlein (1872-1968) è stato zoologo e professore di entomologia all'Istituto Zoologico dell'Università di Berlino. Trascorse gran parte della sua vita nella capitale tedesca dove divenne Direttore del Museo zoologico.

Günther Enderlein

Allo scoppio della prima guerra mondiale si offrì volontario come batteriologo e sierologo al secondo corpo d'armata in Germania. Come chirurgo dal 1914-1916 ebbe invece l'opportunità di studiare una varietà di microbi patogeni, tra cui quello del colera. Le sue conclusioni furono che il vibrione del colera era in grado di passare vari cicli di sviluppo molto complessi, che lui definì tramite il termine “ciclogenia”. Enderlein riprese le scoperte di Bechamp dimostrando che tutti gli organismi sono “infettati” da forme primitive di microrganismi (in particolare miceti come Mucor racemosus e Aspergillus niger), che assorbiti in forma colloidale vanno incontro poi ad una trasformazione verso forme di vita più complesse, anche patogene per l’uomo.

Dopo molti anni spesi in ricerche ed esami sul sangue con il microscopio in campo oscuro, nel 1925 Enderlein pubblicò la sua opera omnia: la “Ciclogenia batterica” con la quale intendeva presentare argomenti e prove inconfutabili a sostegno del pleomorfismo.
Si rese conto che i microrganismi svolgono un ruolo importantissimo sia nel causare malattie che nel ripristinare lo stato di salute. E ancora la differenza la fa il terreno!
I microrganismi (batteri, funghi) in forma colloidale, quando si trovano in presenza di uno stato di immunità alterato e/o di un disequilibrio del microbiota, attuano il proprio ciclo vitale nell’intestino e una volta raggiunta la forma matura, passano nel sangue e nella linfa.

Ciclogenia batterica

La “Ciclogenia” descrive le fasi di sviluppo dei microrganismi che dallo stadio colloidale passano attraverso la fase virale e batterica fino a giungere all’evento microscopicamente descritto come fungo o micete. Enderlein scrisse e pubblicò tra articoli, testi e pubblicazioni, più di 500 opere su simbiosi e pleomorfismo. La simbiosi è appunto la convivenza tra due o più organismi appartenenti a specie, generi e regni differenti.
Nel 1916 analizzando i sieri di malati di tifo con il microscopio in campo oscuro si accorse della presenza nel sangue di un microrganismo vegetale: l’endobionte, che nella serie evolutiva poteva diventare apatogeno con forme che chiamò “Protidi” e “Condriti”. Queste vere e proprie forme di vita, a contatto con inquinanti dell’aria, conservanti e coloranti, pesticidi, farmaci, alimentazione ricca di zuccheri e proteine, possono evolvere in forme patogene quali virus, batteri (cocchi e batteri a bastoncello) fino alla fase culminante dei funghi.

Se questi batteri saprofiti patogeni, virus e funghi fanno parte della stessa famiglia che si è evoluta all’interno del corpo: perché distruggerli con farmaci e antibiotici?
L’essere umano condivide la vita in simbiosi con gli endobionti, che non a caso sono presenti in tutti i tessuti e in tutti i liquidi organici, persino nel liquido seminale e negli ovociti.
L’endobionte è ovunque e la sua trasformazione verso forme patogene dipende dalla fase evolutiva verso la quale è spinto dalle condizioni ambientali in cui si viene a trovare (epigenetica): il terreno visto prima!

Enderlein riuscì a dimostrare qualcosa di magico: le diverse forme di microrganismi presenti nel nostro corpo hanno in realtà la stessa origine, e lo stadio di sviluppo in cui si trovano dipende dal pH del mezzo nel quale essi vivono!

La prima fase di sviluppo ha luogo in un ambiente fortemente alcalino, la seconda fase, quella batterica, in un ambiente mediamente alcalino e la terza fase, quella micotica, in un ambiente mediamente acido; la fase virale, infine, in un ambiente fortemente acido.

Geerd Ryke Hamer
Il dottor Geerd Ryke Hamer (1935-2017) ha studiato l’importanza dei microbi nel contesto dell’evoluzione umana e in relazione ai tre foglietti embrionali (endoderma, mesoderma, ectoderma) a partire dai quali si originano tutti i nostri organi, nessuno escluso! Così importanti sono i microrganismi nella sua straordinaria concezione della Vita che gli ha dedicato la Quarta Legge Biologica.

G. R. Hamer

La classificazione dei microbi è in relazione alla loro, per così dire età ontogenetica e al foglietto embrionale specifico. Questo perché quando i nostri organi si svilupparono nel corso dei milioni di anni, tipi specifici di microbi presenti all’epoca si svilupparono di pari passo.

Lo scopo biologico dei microorganismi che ci accompagnano da sempre vivendo dentro e fuori di noi è quello di mantenere in buono stato tutti i differenti tessuti organici e di ripulirli.

Quindi funghi, batteri e (in teoria) virus sono leali alleati indispensabili per la nostra sopravvivenza e guarigione.
Funghi e micobatteri sono i microorganismi più antichi nel pianeta Terra ed “operano” in tutti i tessuti e organi che originano dal foglietto “Endodermico” (diretto dal cervello rettile, arcaico: il Tronco Cerebrale) e in tutti gli organi derivati dal foglietto “Mesodermico” (diretti dal Cervelletto).
Quindi la candida (e tutti i funghi) o i micobatteri come il bacillo della tubercolosi aiutano e permettono la decomposizione negli organi appartenenti a questi due tessuti!

I batteri invece “lavorano” nei tessuti che derivano dal foglietto embrionale “Mesodermico”, ma quello controllato dalla Sostanza Bianca cerebrale. Anche in questo caso i batteri partecipano alla ricostruzione e pulizia. Infine i virus in teoria agiscono in tutti i foglietti embrionali di derivazione “Ectodermica” (controllati dalla corteccia cerebrale), ma per quanto riguarda questi c’è un piccolo problema che vedremo nel capitolo seguente.

Il paradosso dei virus
Quando si parla di batteri e funghi ci si riferisce ad esseri viventi veri e propri: questi microrganismi infatti hanno un loro apparato respiratorio, digestivo e si possono muovere. I virus al contrario sono difficilmente inquadrabili non solo per le loro dimensioni (nell’ordine dei nanometri: miliardesimi di metro), ma anche perché non si nutrono, non dormono, non respirano e non possono spostarsi senza un veicolo come la cellula. Ecco perché sono catalogati dalla medicina come frammenti di DNA ricoperti da una proteina!
Quindi i virus non possono essere considerati viventi! Se questo è vero, come si fa ad uccidere un qualcosa che tecnicamente non è vivo? Come fanno dei cadaveri a causare infezioni ed epidemie?

Per comprendere questi punti è necessario fare la conoscenza degli “esosomi”.

Quando le cellule sono intossicate e/o avvelenate, la Natura mette in atto dei programmi specifici atti a ripulire i tessuti. Cercando quindi di provvedere all’eliminazione portando all’esterno detriti, cellule morte o morenti e varie scorie. Tali detriti si chiamano “esosomi”, e sono frammenti variegati di DNA ricoperti da una proteina.

Il punto cruciale è il seguente: all’esame microscopico gli esosomi vengono riconosciuti come “virus” perché identici nella forma e nella dimensione.

Quindi i virus sono pezzetti di DNA dalla dimensione nanometrica privi di vita, eppure secondo il paradigma sarebbero così astuti e infingardi da riuscire a moltiplicarsi alla faccia del sistema immunitario e causare infezioni.
Le cosiddette “malattie virali” non sono causate da virus, ma sarebbero il risultato di avvelenamenti profondi delle cellule, causati da agenti fisici, chimici ed elettromagnetici.
Il discorso fatto prima su batteri, micobatteri e funghi è completamente diverso. Questi esseri rientrano nella ciclogenia e possono modificare la forma e il comportamento a seconda del terreno.

Lo stesso dottor G.R. Hamer preferiva parlare di “virus ipotetici” in quanto la loro esistenza è messa in discussione da moltissimi ricercatori nel mondo.
Se esistessero sarebbero i ricostruttori allo stato puro: causano un forte gonfiore e riempiono i deficit di sostanza cellulare in tutti quei processi ulcerosi degli organi di derivazione ectodermica.
Nel processo di ricostruzione dei tessuti controllati dalla corteccia (epidermide, collo uterino, dotti biliari, epitelio della piccola curvatura gastrica, mucosa bronchiale e membrana della mucosa nasale) si attiverebbero i cosiddetti virus dell'herpes, dell'epatite e del raffreddore.

Ma va sempre ricordato che ad oggi non c'è nessuna prova scientifica ancora mai prodotta che un virus sia la causa di una qualche malattia. Li trovano spesso assieme alla malattia (o processo di fisiologia speciale) ma a volte assolutamente no, e allora come la mettiamo? Avrebbe molto più senso il concetto esosomico descritto prima.
Il virus è solo un frammento di DNA con una proteina: non è un qualcosa di vivo, con un suo arbitrio, una sua teleologia, un desiderio o un bisogno. E’ solo un pezzetto di materia!

I microbi sono gli spazzini dell’organismo
In biologia la coerenza è la condizione primaria senza la quale non potrebbe esistere la materia vivente: tutti gli eventi che avvengono all'interno di un organismo sono guidati da un ordine preciso, sono per così dire eventi corali, orchestrati da un maestro che guida una meravigliosa sinfonia. Gli scambi molecolari, la biosintesi di proteine ed enzimi, il passaggio di membrana e tutti gli infiniti processi biologici sono la conseguenza di un coro di frequenze di lavoro.

E’ necessario fare una sottile distinzione per comprendere la differenza che c’è tra “reazione” e “risposta”. Se per esempio una goccia di acido cade sopra la mano, istantaneamente l’organismo metterà in atto una “reazione”. L’acido infatti reagirà con i vari componenti della pelle producendo un effetto. Dopo la reazione subentra la seconda fase: quella della risposta!

Il livello della risposta è quello in cui secondo il quale il corpo-cervello-mente conosce l’evento, e la perturbazione dello stato che si produce è già la configurazione di una risposta adeguata allo stimolo! Avremo infiammazione (funzionale a trasportare il sangue), afflusso di globuli bianchi, linfociti (funzionali alla difesa), piastrine, modifica dei fattori di coagulazione (per evitare perdite ematiche e rimarginare i tessuti), aumento della vascolarizzazione, ecc.

Tutti processi specifici perfettamente sensati e biologici specializzati in milioni di anni atti a far fronte ad una emergenza il cui scopo è produrre un processo che riporti alla coerenza.
Tutto è ordinato e tutto ha un senso bio-logico!
Quindi i batteri sono gli “spazzini” superspecializzati dell’organismo che crescono e arrivano dove serve, quando è presente materiale putrescente, cellule morenti da distruggere, caseificare e trasportare. I microbi crescono perché il cervello li richiama in servizio (modificando il terreno) e questi giungono nel luogo preciso dove è necessario il loro lavoro, per poi ritornare nel microbiota una volta terminato. E’ tutto un lavoro costruttivo comune: le cellule costruiscono i tessuti e gli organi mentre i microrganismi ripuliscono i tessuti liberandoli da ogni accumulo di muco e materiale patogeno.

I Postulati di Koch
I postulati di Henle-Koch sono dei criteri utilizzati per stabilire la relazione di causa-effetto che lega un microrganismo a una malattia. Robert Koch (1843-1910) fu il primo ad adottare sperimentalmente alcuni criteri, già in precedenza formulati da Friedrich Gustav Jakob Henle (1809-1885).

Robert Koch

In pratica sono quattro regole generali per stabilire se un certo microrganismo sia o meno la causa di una certa malattia. La teoria dogmatica di Louis Pasteur afferma che il patogeno (“pathos” = malattia e “gènesis” = origine, cioè il generatore di malattia) risponde ai Postulati.

Eccoli riassunti in quattro punti:

1° Il patogeno deve essere presente in tutti i casi della malattia
2° Il patogeno non deve essere presente in altre malattie o in individui sani
3° Il patogeno deve essere isolato in coltura pura dai tessuti colpiti
4° Il patogeno inoculato in una persona sana (suscettibile o recettiva) deve riprodurre malattia

Il primo postulato non regge alle prove della Vita: a parità di malattia ci sono persone che presentano il microrganismo e altre assolutamente no. Il secondo idem: ci sono persone che presentano il patogeno senza manifestare alcun sintomo, oggi diremmo: “asintomatico”.
E anche il quarto punto crolla a livello clinico perché non tutte le persone a cui viene inoculato un patogeno si ammalano.
In conclusione, se i Postulati di Koch non vengono rispettati, di cosa stiamo parlando?

Conclusioni
I microrganismi sono importanti e funzionali per il sistema ecologico, energetico e metabolico dell’organismo animale. Dobbiamo rivedere la ben radicata idea del germe come ad un essere cattivo e malvagio, perché esiste solo una condizione: eubiosi (eu-bios: buona vita), cioè equilibrio.
La Vita infatti è basata sull’equilibrio, sull’omeostasi, sulla simbiosi (sim-bios: vita assieme).
Mentre la medicina contempla esclusivamente la disbiosi (dis-bios: cattiva vita), per cui vede batteri/funghi e tutti i microrganismi come causa dei problemi!
Non è infatti un caso se da secoli la medicina allopatica confonde causa ed effetto, e questo rappresenta uno degli errori madornali costati la vita a milioni di persone!
In realtà dietro questa visione nichilista del microbo, c’è un altro tipo di paradigma: l’incapacità di contemplare la relazione come substrato fondamentale dell’esistenza, in particolare della dinamica vivente. Volendo vedere la perfetta armonia del tutto, si focalizzano sui singoli eventi e sulle singole parti, ma così facendo viene persa la visione d’insieme: la straordinaria e magica bellezza del dipinto completo lascia il posto ad un piccolo e insignificante pezzetto di cornice.

Il risultato di questa concezione volutamente travisata, la vediamo riflessa nella salute sempre più cagionevole delle persone!

Se potessi vivere la mia vita una seconda volta,
la dedicherei a provare che i germi cercano soltanto il loro ambiente naturale,
ossia i tessuti malati, piuttosto che essere essi stessi causa di malattia”

Rudolf Virchow (1821-1902), padre della moderna patologia

Rudolf Virchow

Pryska Ducoeurjoly

Tratto dalla rivista belga «Néosanté», n. 139, Settembre 2020.
Tradotto per Disinformazione.it dalla prof.ssa italo-francese Sonia Sonda Zaniol

E se la vaccinazione antinfluenzale avesse provocato l’epidemia di Coronavirus?
Ultimamente Ted Kuntz, presidente dell’Associazione Vaccine Choice Canada, ha osato porre questa domanda scottante in una tribuna1 pubblicata sul sito americano Children Health Defense di Robert F. Kennedy Jr. Questo articolo presenta vari studi che descrivono il fenomeno poco noto dell’interferenza virale. Quest’ultima designa la capacità di un’immunizzazione vaccinale per un certo virus di agire, in senso positivo o negativo, sulla nostra immunità nei confronti di altri virus.

«Un prova randomizzata e controllata contro un placebo presso bambini ha mostrato che il vaccino antinfluenzale ha moltiplicato per 5 il rischio di infezioni respiratorie acute, causate da un gruppo di virus non influenzali, compreso il coronavirus» osserva angosciato Ted Kuntz. Si riferisce allo studio di Benjamin Cowling (2) (2012), cha ha fatto scalpore nel mondo scientifico e trova un significato particolare oggigiorno, perché mostra (anche se si tratta qui di bambini) che una immunizzazione contro l’influenza mediante un vaccino può accrescere il rischio di prendere un coronavirus. Questo studio non è l’unico. Nel 2018 la rivista Vaccine ha pubblicato il lavoro di Sharon Rikin, basato nell’arco di tre stagioni su mille persone, di cui il 68% bambini. Esso dimostra lo stesso fenomeno di interferenza virale con dei virus polmonari non influenzali a seguito della vaccinazione contro l’influenza, ma solo nei soggetti con meno di 18 anni. Finanziata dai Centers for Disease for Control and Prevention americani (CDC), la pubblicazione cita un rischio moltiplicato per 4,8 presso i bambini con meno di quattro anni. La rivista Vaccine ha ugualmente pubblicato nel gennaio 2020 uno studio3 effettuato da GG. Wolf sul personale militare americano, che descrive un analogo fenomeno presso gli adulti. Le migliaia di militari americani che hanno ricevuto il vaccino contro l’influenza hanno presentato una sensibilità accresciuta al coronavirus (+ 36%) e al metapneumovirus (+51 %). Molti altri studi ancora (Kelly et al. 2011, Mawson et al. 2017, Diering et al. 2014) testimoniano la recrudescenza di infezioni acute non influenzali dopo una vaccinazione contro l’influenza, principalmente nei bambini4.

Un’interferenza controversa

Questa ipotesi che la vaccinazione antinfluenzale possa favorire le infezioni da coronavirus o da altro virus respiratorio è contestata dai partigiani della vaccinazione, che forniscono pure loro una serie di studi, come quello di Sundaram et al (2013) o ancora Skowronski et al. (2020).5 Sul primo di tali studi gravano però conflitti di interesse col laboratorio MedImmune (oggi AstraZeneca), il secondo è finanziato dal Ministero della Salute canadese ma sono numerosi gli autori che hanno conflitti di interesse con diversi laboratori di fama.

Allo stato attuale delle conoscenze scientifiche, il fenomeno dell’interferenza virale del vaccino antinfluenzale con altri virus, come i coronavirus, resta per il momento allo stato di ipotesi. Le autorità sanitarie mantengono dunque le loro raccomandazioni in favore della vaccinazione antinfluenzale: essere protetti contro l’influenza e le sue complicazioni può contribuire a ridurre il carico di lavoro sugli ospedali, assicurando che le installazioni siano disponibili per altri pazienti.

Tuttavia questo fenomeno di interferenza virale appare sempre più credibile, come lo sottolinea uno studio inglese6 del 2019 dedicato particolarmente alle interazioni da virus a virus, studio realizzato nel Centro di Ricerche sui virus dell’Università di Glasgow: «il nostro Studio fornisce un sostegno statistico solido per l’esistenza di interazioni tra dei gruppi geneticamente ampi di virus respiratori sia su scala della popolazione sia su quella del soggetto individuale. I nostri risultati implicano che l’incidenza delle infezioni influenzali è legata a quella delle infezioni virali non influenzali». I ricercatori osservano, per esempio, che il rinovirus scompare ogni volta che sopravviene il picco dell’influenza stagionale, poi riappare poco dopo. Essi documentano altri fenomeni di interazioni complesse, con certi virus che agiscono simultaneamente, mentre altri lo fanno al contrario. I coronavirus sembrano così agire in modo sincronizzato con L’adenovirus, la parainfluenza con il VRS (virus respiratorio sinciziale). Tale articolo prova soprattutto la nostra ignoranza delle multiple interazioni virali, su scala individuale o comunitaria.

Ci si può dunque legittimamente chiedere se la protezione influenzale attribuita al vaccino non penalizzi l’immunità di gruppo acquisita naturalmente, a causa di interferenze tra virus. Un vaccino contro l’influenza stagionale generalizzato potrebbe davvero contribuire a perturbare la risposta naturale a un virus lasciando il posto alla circolazione di altri virus non influenzali.

Imbarazzante studio brasiliano

Mentre la vaccinazione antinfluenzale si appresta a ripartire, uno studio brasiliano (7) (e svizzero) arriva a fagiolo per alimentare le argomentazioni provaccinali. Pubblicato in anteprima sul sito MedRxiv (dunque per il momento senza revisione da parte di altri esperti), tale studio sostiene che i pazienti che hanno ricevuto l’ultimo vaccino antinfluenzale presentano in media l’8% di probabilità in meno di aver bisogno di cure intensive, il 18%, sempre in meno, di assistenza respiratoria invasiva e il 17% di soccombere (nella fascia di età compresa tra i 10 e i 18 anni). Da notare che i soggetti sotto i 18 anni rappresentano solo il 2% del gruppo e sono i meno vaccinati, a differenza delle persone più anziane che alla fin fine hanno, secondo detto studio, solo il 3% di beneficio in fatto di mortalità. Si tratta di uno studio di tipo “Big Data” (una tecnica di analisi decisamente criticata dal celebre Didier Raoult) (8). Lo studio si basa su 90 000 casi presi in esame nei Centri di Salute brasiliani, e il gruppo conta in media il 30% di vaccinati contro l’influenza nel 2020. Esso mette in evidenza soprattutto il 47% di decessi, di cui il 15% nei bambini con meno di 10 anni, ciò che appare enorme e non riflette affatto la situazione nella popolazione in generale. Il 66% dei casi avevano infine altre altre patologie. È difficile insomma fidarsi di questo studio, ma si può nondimeno notare che esso sostiene il concetto di interferenza virale, questa volta però a favore della vaccinazione.

La mortalità è maggiore nei paesi più vaccinati?

I dati dell’Unione Europea sulla vaccinazione antinfluenzale e i decessi dovuti ai coronavirus sembrano contraddire lo studio brasiliano. È quello che sottolineano due personalità inglesi, Niall McCrae e David Kurten, in una tribuna pubblicata nel sito evidencenotfear.com (9); il primo è un ricercatore, il secondo un uomo politico. Con l’aiuto dei registri nazionali, essi hanno messo a confronto i tassi di vaccinazione con quelli di mortalità attribuiti al coronavirus.

«Malgrado alcuni casi contrari, è interessante notare che i paesi col tasso di mortalità più elevato - ossia il Belgio, la Spagna, l’Italia, il Regno Unito, la Francia, i Paesi Bassi, la Svezia, l’Irlanda e gli Stati Uniti - hanno tutti vaccinato almeno la metà della loro popolazione anziana contro l’influenza. La Danimarca e la Germania, con un uso minore del vaccino antinfluenzale, hanno per contro una mortalità da Covid-19 alquanto ridotta. Certo, la correlazione non è la causalità, e il numero sproporzionato di decessi da Covid-19 potrebbe spiegarsi con altri fattori. (…). Tuttavia la causa della mortalità dovuta al Covid-19 è probabilmente multifattoriale, mentre il vaccino antinfluenzale va considerato nel quadro di un’inchiesta post mortem più ampia su tale pandemia». Tra le eccezioni si distinguono la Corea del Sud e la Nuova Zelanda, molto vaccinate, le quali vantano un tasso di mortalità decisamente più basso. Esse si distinguono tuttavia per una presa in carico dei pazienti assai diversa.

Per confermare una tale ipotesi, «sarebbe interessante sapere quanti dei decessi attribuiti al Covid-19 sono sopravvenuti in persone cui era stato somministrato, negli ultimi anni, il vaccino antinfluenzale» spiega per parte sua Ted Kuntz, presidente dell’associazione “Vaccine Choice”. È in effetti una domanda cruciale, che meriterebbe uno studio retrospettivo approfondito. Un’idea per Didier Raoult e i suoi 4000 pazienti?

E se si trattasse semplicemente dell’influenza?

Santé Publique France” [Salute Pubblica di Francia], da noi contattata, ci spiega che non dispone di dati definitivi sull’influenza stagionale di quest’anno. Come nella maggior parte dei paesi europei10, si è rapidamente smesso di contabilizzare i morti di tale patologia, per prendere in considerazione solo i morti da Covid-19. L’influenza consueta fa 60.000 morti all’anno in Europa. Ora, in Francia, quest’anno se ne sono registrati meno di 100…, dato per nulla coerente, stante soprattutto il fatto che l’influenza dell’inverno 2019-2020 era annunciata come “severa” dall’OMS, tanto che all’ultimo momento ha persino modificato la composizione dei ceppi vaccinali (11).

Altro punto importante è che la maggioranza dei test PCR è stata orientata per testare il Covid-19 e non più i ceppi di virus influenzali, come era il caso ogni anno in passato. Finora non è stato prodotto alcuno studio per definire nell’epidemia del 2019-2020 la proporzione tra il coronavirus e i virus influenzali.

Sappiamo d’altra parte che i test PCR non sono abbastanza specifici da evitare interferenze con i virus dell’influenza, e questo è un fenomeno ben noto. È il motivo per cui, quando si cerca la presenza di virus non influenzali, gli studi scientifici non prendono in considerazione i test realizzati nei 14 giorni seguenti a una vaccinazione antinfluenzale.

L’affidabilità di tali test resta in ogni caso un vero problema, come abbiamo documentato in un articolo consultabile nel sito di Néosanté (12). Più recentemente tre studiosi inglesi (13) hanno pubblicato il risultato delle loro ricerche nella letteratura scientifica dedicata ai test PCR per il Covid-19: «I risultati della PCR sono in sé scarsamente idonei a predire la coltura virale, partendo da campioni umani. Un’attenzione insufficiente è stata accordata alla relazione tra i risultati della PCR e la malattia. Il rapporto con l’infettività non è chiaro e servono più dati su questo argomento». In altri termini, se abbiamo quest’anno un’influenza stagionale severa o se siamo stati vaccinati contro la normale influenza, possiamo risultare positivi al test per il Covid-19 (e ritornare in quarantena…).

Nulla permette in definitiva di affermare formalmente che l’epidemia che abbiamo conosciuta è esclusivamente un’epidemia legata al coronavirus. D’altra parte, il vaccino 2019-2020 può benissimo aver contribuito alla fiammata epidemica mondiale. Esiste un precedente documentato da studi scientifici: l’influenza H1N1 del 2009. «Dei ricercatori canadesi (14) (Skowronski et al. 2010) hanno dimostrato, partendo da parecchi studi successivi (di qualità variabile), che le persone che avevano ricevuto nel 2008-2009 un vaccino antinfluenzale inattivato trivalente (per premunirsi contro l’influenza stagionale) avevano avuto, rispetto ai non vaccinati, un rischio maggiore (dal 40 al 250% secondo i diversi studi) di essere infettati dal virus pandemico A/H1N1, a riprova di un indebolimento post-vaccinale del sistema immunitario», ricorda Michel De Lorgeril, medico e ricercatore, autore di una collezione di opere sui vaccini (15).

Immunità individuale versus immunità di gruppo

Questo studio condotto da Skowronski nel 2010 ha sollevato molte controversie. Esso rafforza oggi l’ipotesi che la vaccinazione antinfluenzale possa aver provocato quest’anno un’epidemia più severa. Per Skowronski e altri, ciò può essere dovuto, tra altri ipotesi, a una mancanza di immunità incrociata di fronte alle varianti del virus dell’influenza nelle persone vaccinate. Questa immunità incrociata è il risultato dell’immunizzazione naturale e non dell’immunizzazione vaccinale, riconosciuta come assai più limitata. Un altro articolo (16), apparso nel 2009 in The Lancet Infectious Diseases, conferma tale fenomeno e afferma che esso può anche penalizzare l’immunità di gruppo, vale a dire la nostra resistenza comunitaria a dei ceppi pandemici. L’équipe olandese definisce la vaccinazione «spada a doppio taglio», giacché la contaminazione naturale prodotta dall’influenza conferisce un’immunità più «larga» riguardo alla forme ulteriori di virus.

La nozione di vaccini “altruisti” è oggi rimessa in questione. Risulta in effetti che la vaccinazione di una parte della popolazione può paradossalmente favorire l’apparizione di nuove epidemie (17). È ciò che si definisce la “tossicità comunitaria”.

Il peccato antigenico originale

Un altro fenomeno poco conosciuto, ma comunque ben documentato dalla ricerca, può aver contribuito all’impennata epidemica a seguito della vaccinazione antinfluenzale. Si tratta del “peccato antigenico originale” e degli “anticorpi facilitatori”, scoperti da Halstead (18) nella febbre gialla. Per riassumere in termini semplici, una prima infezione da un virus può mettere in moto una reazione immunitaria normale, ma una seconda infezione può metterne in moto una severa, con una tempesta di citochine (19) (o tempesta immunitaria). Il peccato antigenico originale designa dunque la propensione del sistema immunitario a prendere di mira solo un antigene preciso, quello legato all’infezione originaria, mentre gli anticorpi “facilitatori” (in inglese antibody-dependent enhancement, ADE) (20) sono responsabili dello scombussolamento immunitario. È un fenomeno che è stato ben documentato con la vaccinazione (21).

«Quando gli immunologi parlano di ricerca vaccinale contro i coronavirus, lo spettro degli anticorpi detti “facilitanti” fa nascere immediatamente in loro un brivido di ansietà. (…). Degli anticorpi facilitanti sono stati identificati tra l’altro nella febbre gialla, nell’influenza, nell’infezione da HIV, ebola e… SARS. Nella SARS è solo 8 anni dopo l’episodio del 2003 che questi anticorpi sono stati messi in evidenza», spiega Stéphane Korsia-Meffre, nel sito Vidal.fr, in un articolo (22) istruttivo dedicato alla ricerca del vaccino anti-covid (vi raccomando vivamente di leggerlo).

Fino ad oggi, gli anticorpi “facilitatori” (detti anche “non neutralizzanti”) sono largamente responsabili dell’insuccesso della vaccinazione contro il coronavirus, la SARS o la MERS. Sono la bestia nera di certi vaccini, come quello della pertosse. Uno studio del 2019 riferisce così che, quando incontreranno il virus in tempi successivi (23), «tutti i bambini che sono stati immunizzati col vaccino DTaP (contro difterite, tetano e pertosse, commercializzato negli Stati Uniti dal 1997 - Nota della Redazione) saranno più sensibili alla pertosse per tutta la vita, e non esiste un mezzo facile per diminuire questa accresciuta sensibilità». Un vero peccato vaccinale! Un altro studio del 2018 (24), del Centro di Ricerca Biomedica dell’Università del Qatar, si interessa più particolarmente dell’influenza da coronavirus o ancora dal virus respiratorio sinciziale. Esso elenca tutta una serie di studi che, tanto negli animali quanto nell’uomo, mostrano come la vaccinazione possa provocare una reazione più severa nel caso di una seconda infezione, specialmente di fronte a una variante del ceppo utilizzato nel vaccino. Il dibattito è in ogni caso al centro delle preoccupazioni dei laboratori che cercano la soluzione vaccinale anti-covid…(25).

Un cocktail vaccinale 2019 piuttosto sperimentale…

L’ultima campagna (al pari delle precedenti) avrebbe dunque potuto rendere la popolazione più sensibile a un altro ceppo dell’influenza stagionale, come Skowronski e altri (2010) hanno documentato per l’influenza H1N1 del 2009. Questa ipotesi è sfortunatamente lungi dall’essere una fissazione no vax, tanto più che la tempesta di citochine riferita dai medici nell’epidemia attribuita al coronavirus porta anche la firma dei tanto temuti anticorpi facilitatori. Il cocktail vaccinale 2019-2020 ha subito delle modifiche notevoli. Oltre ai ceppi impiegati, che cambiano ogni anno e possono indurre delle reazioni immunitarie specifiche e sconosciute, il supporto di coltura è stato modificato in certi preparati messi in commercio nel 2019. La Gran Bretagna e l’Italia, che hanno pagato un pesante tributo all’epidemia, hanno sperimentato Flucelvax Tetra, un vaccino per l’influenza stagionale coltivato per la prima volta su cellule renali canine (e non su uova embrionali di gallina). Esso è stato autorizzato in Europa all’inizio del 2019, e, secondo il sito www.mesvaccins.net, sarà disponibile in Francia per la stagione 2020/2021.

Ora non esiste alcun dato disponibile concernente la somministrazione concomitante del Flucelvax Tetra con altri vaccini. E “la tolleranza di Flucelvax Tetra non è stata valutata nelle popolazioni particolari come i soggetti immuno-depressi, le donne incinte o che allattano, come pure i bambini colpiti da malattie che li espongono a un rischio di complicazioni influenzali”, precisa l’Alta Autorità di Salute in Francia.

Questo vaccino è senza adiuvanti (come i vaccini tetravalenti antinfluenzali in Francia Influvax o Vaxigrip Tetra), ma non è così nel resto del mondo. Certi vaccini (siano essi prodotti da colture su uova di gallina o cellule canine) contengono dello squalene (vaccino Chiromas in Spagna e Fluad in Canada) altri contengono del thimerosal/mercurio (vaccino Afluria in Spagna, Agriflu e Flucelvax Quad in Canada). Questi due adiuvanti sono fortemente sospttati di provocare degli effetti secondari pericolosi.

Secondo il dr. Michel de Lorgeril, al di là di una tossicità a livello individuale dei vaccini antinfluenzali (la cui efficacia clinica non è dimostrata, ricorda il suddetto medico) (26), si sono registrati molteplici effetti contrari comunitari (o “tossicità sociale”). Prima di acconsentire all’iniezione di richiamo stagionale vi consiglio di leggere il suo libro, specialmente dedicato ai vaccini antinfluenzali (27). Esso verrà pubblicato nell’ottobre 2020 e l’Autore insiste ugualmente sugli studi che documentano i fenomeni di interferenza virale dopo una vaccinazione contro l’influenza.

Riassumendo: la vaccinazione antinfluenzale annuale, con cui la metà della popolazione occidentale è vaccinata, ha potuto da una parte favorire l’emergere di ceppi pandemici (influenzali o di altro tipo) e dall’altra indebolire la nostra capacità di resistenza immunitaria di gruppo. Due eventualità meritevoli quanto meno di essere studiate a fondo, prima che nuovi vaccini “covid” suscitino ancora il fenomeno dell’interferenza virale, gettando in tal modo benzina sul fuoco.

NOTE

NB - Ho preferito non tradurre le note in italiano per facilitare il loro reperimento in Internet e avere così immediato accesso alle fonti originali citate qui [La traduttrice].

(1) Is There a Relationship Between Influenza Vaccination and COVID-19 Mortality?,

18 juin 2020. https://childrenshealthdefense.org/

(2) COWLING BJ, FANG VJ, NISHIURA H, et al. Increased risk of noninfluenza respiratory virus infections associated with receipt of inactivated influenza vaccine. Clin Infect Dis. 2012.

(3) WOLFF GG. Vaccination contre la grippe et interférence des virus respiratoires chez

le personnel du ministère de la Défense pendant la saison grippale 2017-2018. Vaccine 2020.

(4) Pentagon Study: Flu Shot Raises Risk of Coronavirus by 36% (and Other Supporting

Studies), 16 avril 2020, https://childrenshealthdefense.org/

(5) SUNDARAM et al. (2013) Influenza Vaccination Is Not Associated With Detection

of Noninfluenza Respiratory Viruses in Seasonal Studies of Influenza Vaccine Effectiveness. Clinical Infectious Diseases. SKOWRONSKI et al. (2020) Influenza vaccine does not increase the risk of coronavirus or other non-influenza respiratory viruses: retrospective analysis from Canada, 2010-11 to 2016-17. Clinical Infectious Diseases.

(6) NICKBAKHSH SEMA et al. Virus-virus interactions impact the population dynamics of influenza and the common cold. Proc Natl Acad Sci USA. 2019.

(7) Inactivated trivalent influenza vaccine is associated with lower mortality among

Covid-19 patients in Brazil. GUENTHER FINK et al. medRxiv 2020.

(8) Le Professeur Raoult fustige l'usage du Big Data pour démontrer l'inefficacité de

l'hydroxychloroquine, 25 mai 2020. La Revue du Digital.

(9) Covid-19 et vaccination contre la grippe: y a-t-il un lien? 8 mai 2020. https://evidencenotfear.com

(10) Saison grippale 2019-2020 : réorientation des systèmes de surveillance pour la

COVID-19, site de l'OMS. www.euro.who.int.

(11) Grippe 2019 : le vaccin modifié pour faire face à une épidémie virulente, Louise

BALLONGUE, 23/09/2019. www.medisite.fr.

(12) Où est passée la grippe saisonnière ? Enquête sur les statistiques du nombre de

décès liés au coronavirus. Pryska DUCOEURJOLY, 15 mai 2020. www.neosante.eu.

(13) Are you infectious if you have a positive PCR test result for COVID-19? 5 aout 2020,

Tom JEFFERSON, Carl HENEGHAN, Elizabeth SPENCER, Jon BRASSEY. www.cebm.net.

(14) SKOWRONSKI DM, et al., Association between the 2008-09 Seasonal Influenza Vaccine and Pandemic H1N1 Illness during Spring-Summer 2009: Four Observational Studies from Canada, PLoS Med, 2010.

(15) Editions Le Chariot d'Or.

(16) Yearly influenza vaccinations : a double-edged sword ? BODEWES et coll. Lancet Infect Dis. 2009.

(17) Voir Néosanté Mai 2020, dossier : Vaccination, la cause cachée de nouvelles épidémies.

(18) HALSTEAD S. 2014. Dengue antibody-dependent enhancement: knowns and unknowns. Microbiolspec. 2014.

(19) Ensemble de protéines impliquées dans la réaction immunitaires qui jouent

le rôle de signaux permettant aux cellules d'agir a distance sur d'autres cellules

pour en réguler l'activité et la fonction.

(20) Lire aussi sur Wikipedia l'article Facilitation de l'infection par des anticorps.

(21) Vaccine-induced enhancement of viral infections (Augmentation des infections

virales induite par le vaccin). W. HUISMAN et al. Vaccine. 22 janvier 2009.

(22) Vers un vaccin COVID-19 : les leçons du SARS, du MERS et des données récentes

sur la réponse immunitaire au SARS-CoV-2. 14 avril 2020.

(23) The 112-Year Odyssey of Pertussis and Pertussis Vaccines – Mistakes Made and

Implications for the Future, James D. CHERRY, Journal of the Pediatric Infectious

Diseases Society. September 2019.

(24) Viral-Induced Enhanced Disease Illness. Maria K. SMATTI et al. Front. Microbiol., 05 December 2018.

(25) Anuj SHARMA, It is too soon to attribute ADE to COVID-19, Microbes and Infection,5 avril 2020.

(26) DE SERRES G, et al., Influenza Vaccination of Healthcare Workers: Critical Analysis of the Evidence for Patient Benefit Underpinning Policies of Enforcement, PloS One, 2017.

(27) Collection Vaccins et Société, Le Chariot d'Or.

Stiamo vivendo un momento storico unico nel suo genere. Mai prima d’ora infatti l’umanità è stata così a rischio di estinzione, e non c’entra l’asteroide o lo sbarco degli Annunaki dal Decimo Pianeta.
Ogni libertà individuale e ogni diritto stanno per essere azzerati da un virus influenzale.

Un virus così letale che per trovarlo devono fare milioni di tamponi ogni giorno a persone sanissime senza sintomi. Un virus che ha invertito l’andamento delle malattie: ieri era il malato che andava dal medico, oggi sono i medici che vanno a caccia dei malati! Follia allo stato puro.

Tutto ruota attorno al tampone. Dopo aver creato una psico-pandemia mediatica e inoculato nelle masse non-senzienti il virus della paura, sono riusciti a far credere che il test è in grado di stanare i contagiosi. Tutti allora felici e orgogliosi in coda per ore, bambini inclusi, al drive-in per guardarsi The Truman Show, senza rendersi conto che sono proprio loro gli attori non protagonisti della sceneggiata.

Il tampone è la guest star indiscussa, perché come ripeto dai primi mesi dell’anno, serve solo a gonfiare i numeri con i falsi positivi così da giustificare la dittatura!
Per completare il quadretto non potevano mancare i testimonial d’eccezione.
In tv infatti le star e i personaggi famosi stanno facendo a gara per raccontare ai sudditi sbigottiti con la bocca spalancata, la dolorosissima esperienza della positività al Covid.

Abbiamo visto alternarsi personaggi come Nicola Zingaretti, Silvio Berlusconi, Gabriele Salvatores, Rocco Siffredi, Cristiano Ronaldo, Federica Pellegrini, Valentino Rossi, Nicola Porro, Piero Chiambretti, Alba Parietti, Fabrizio Corona, Flavio Briatore, Gerry Scotti, Carlo Conti, Fiordaliso, Madonna, Andrea Bocelli, Ornella Vanoni, Aida Yespica, ecc.

La sub-umanità ha sofferto e pianto con loro, perché le testimonianze hanno toccato le corde più profonde dell’animo umano. Addirittura c’è chi miracolosamente è riuscito a scrivere la sua sofferenza direttamente dalla terapia intensiva, come Massimo Giannini il direttore de La Stampa. Come abbia fatto rimane uno dei tanti misteri del SARS-CoV-2, un “virus infido”, come lo ha giustamente definito il grande e soprattutto libero giornalista Giannini.

Sono tutti testimonial e quindi il loro lavoro è appunto testimoniare facendo passare il messaggio del pensiero unico. Il messaggio perfettamente incorporato dai sudditi è che il virus è infido e colpisce tutti, indistintamente dalla fama e dal conto corrente.
Peccato che nessuno abbia colto l’unica cosa che c’era da cogliere: nessuno dei personaggi famosi è morto! Non è un po’ strano, visto che ci martellano quotidianamente sui morti per Covid?

Se si tratta di un virus letale, come mai di tutti i numerosi personaggi famosi, anche molto anziani e debilitati come Berlusconi (rimasto solo 12 giorni in ospedale) nessuno è deceduto?
Il virus forse risparmia i volti noti e ricchi e uccide gli sconosciuti morti di fame?
Siamo arrivati al punto di svolta epocale: alziamo la testa ora, buttiamo nel cesso il copione scritto da altri, e ci riprendiamo in mano la nostra vita, facendo rispettare tutti i diritti inviolabili, oppure queste menti criminali ci condurranno al macello. A noi la decisione.

Dopo aver fatto spendere ai ristoratori soldi per le ridicole norme anti-Covid, ora li fanno chiudere.
Spero sia chiaro a tutti che questo pseudogoverno eterodiretto vuole una ecatombe economica in Italia, perché se non si fosse capito a breve chiuderanno centinaia di migliaia di attività commerciali e non riapriranno mai più. Ovviamente sono agnelli sacrificati sull’altare della sicurezza nazionale...

Quindi cosa possiamo fare? Usciamo di casa a testa alta, perché abbiamo il diritto di farlo: siamo esseri umani e non schiavi decerebrati. Siamo persone sane e pensanti, non contagiosi come dice la becera propaganda mediatica. Cerchiamo di mantenere una vita sana e “normale” aiutando economicamente proprio quelle realtà soffocate e in difficoltà, come appunto i locali ma anche i centri culturali, le associazioni, ecc. Se non lo facciamo e rimaniamo sigillati in casa per paura (ricordo che l’ultimo Dpcm NON vieta le uscite, le sconsiglia soltanto) daremo un chiaro segnale di sudditanza al Sistema, il quale si sentirà forte nel continuare la devastazione…

Facciamo rispettare i nostri sacrosanti diritti, ora o mai più!

Marcello Pamio

Ecco i dati ufficiali al 25 ottobre 2020

- 525.782 contagiati totali
- 266.203 dimissioni/guarigioni
- 37.338 deceduti
- 222.241 infezioni in corso
- Elaborati 161.880 tamponi con 21.273 positivi
- Ricoverati con sintomi 12.006
- Terapie intensive 1.208.

Se togliamo dal totale 525.782 le persone guarite (266.203) e quelle decedute (37.338) otteniamo il numero di persone ancora contagiate: 222.241.
In Italia quindi ci sono 222.241 persone “contagiate”, di cui 12.600 ricoverati con sintomi e 1.208 in terapia intensiva.
Se dai 222.241 “contagiati” togliamo quelli con sintomi e quelli in terapia intensiva, viene fuori che 211.033 persone sono “asintomatiche” o con banalissimi sintomi (influenzali) che non necessitano di alcun ricovero.

Questo significa una cosa:
la percentuale di asintomatici è del 95%!

Ricordiamo che il 25 marzo scorso le autorità hanno eseguito 22.701 tamponi riscontrando 5.210 positivi. Ieri 25 ottobre, esattamente sette mesi dopo, hanno elaborato 161.880 tamponi (con un aumento del 600%) riscontrando 21.273 “positivi” (con un aumento del 320% circa).

Il risultato finale indica chiaramente che stanno inventando la seconda ondata grazie a centinaia di migliaia di tamponi giornalieri per scovare gli asintomatici, cioè “positivizzare i sani” e avere i numeri fittizi per mantenere l’emergenza e distruggere economicamente il paese!

E' così difficile da capire che stiamo vivendo una emergenza illusoria?

Dati ufficiali https://lab24.ilsole24ore.com/coronavirus/

Influenza, periodo di rilevamento (1-42 settimane) anno 2020

Marcello Pamio
I media e le autorità ci stanno dicendo all’unisono che l’influenza stagionale è completamente SPARITA dalla faccia della terra. Possiamo quindi brindare con lo spumante per la stupenda notizia, se siete però riusciti ad accaparrarvi una bottiglia prima della chiusura dei reparti alcolici nei supermercati. Il merito ovviamente va alle procedure di sicurezza anti-covid messe in atto dai bravi e responsabili cittadini dell’Impero. Un plauso quindi alle autorità!
I periodi di rilevamento del “Sistema di sorveglianza globale – Influenza” impostati sono limitati alla 42ma settimana, cioè da gennaio 2020 a circa metà ottobre.
Osservando il grafico sopra sembra effettivamente così: in pratica dalla 14ma - 15ma settimana di quest'anno, cioè dalla seconda/terza settimana di aprile 2020, gli agenti influenzali hanno deciso di cambiare pianeta! Come dare torto ai virus se hanno optato per un nuovo globo terracqueo, si sono accorti perfino loro che il QI medio degli umani sta scivolando verso valori a due cifre…

Medesimo periodo di rilevamento (1-42 settimane) nell'anno 2019

Naturalmente è tutto un immenso bluff e non corrisponde affatto alla realtà delle cose, ma anzi dimostra ancora una volta la falsità dei dati ufficiali, le menzogne degli enti sovranazionali e la farsa che ci impongono di vivere.
La spiegazione logica di un simile andamento forse risiede nel fatto che da svariati mesi qualunque sintomatologia influenzale e/o parainfluenzale (per non dire anche i morti per cancro e/o malattie cardiovascolari e/o dismetaboliche, ecc.) viene etichettata come COVID-19.
Non c'entrano nulla le mascherine, i disinfettanti e i vari distanziamenti, qui siamo di fronte ad una semplice ma efficacissima tecnica di marketing che si chiama re-branding.
Fare rebranding infatti vuol dire dare vita a una nuova identità (nome, dati e numeri) che possa orientare la comunicazione di un marchio (o di una situazione) verso una direzione desiderata…
Hanno manipolato i dati affinché la gente pensi che la strada intrapresa e le norme anti-COVID sono quelle giuste.

Link al sito dell'OMS https://www.who.int/influenza/gisrs_laboratory/updates/summaryreport/en/

Qui sotto i due grafici: stagione 2018/2019 e 2019/2020 a confronto

Marcello Pamio

Partiamo subito dicendo che le forze in gioco sono ripetitive e assolutamente scontate: le strategie che adottano infatti sono sempre le medesime.
Questa strategia sociale del Problema-Reazione-Soluzione è usata da millenni e ancora non ha perso lo smalto nel condizionare le masse di pecoroni addormentati e anestetizzati.
Il Sistema vuole mettere in atto una Soluzione, già bella pronta e pianificata, e non deve far altro che creare un Problema. Tutto qua. La Reazione è quasi sempre emotiva delle masse che accetta di buon grado la Soluzione. Un esempio magistrale per tutti è l’11 settembre 2001...
Oggi il Problema non è il terrorismo (non si parla più infatti di al-Qaeda, Isis, ecc.), ma un pericolo molto subdolo e invisibile: i virus!
In questo brodo sociale per giustificare la seconda ondata (mediatica) del corona, tanto osannata e acclamata dai virologi venduti dell’establishment, era ovvio che doveva verificarsi qualcosa che giustificasse le nuove ordinanze, le prossime restrizioni e i prossimi DPCM.
Chi meglio dei giovani poteva incarnare il perfetto capro espiatorio? Lo andavano dicendo da settimane i vari esperti: “il virus potrebbe colpire i giovani”; “i giovani saranno i prossimi contagiati”, ecc.

Discoteche queste maledette
Il governatore del Veneto Luca Zaia, ammirato da personaggi come De Benedetti (e questo dovrebbe far riflettere chi ha ancora il cervello connesso col resto del corpo), spedisce casualmente i carabinieri nelle discoteche con tanto di telecamera per filmare gli assatanati ballerini e avere così in mano la pistola fumante degli assembramenti!

Verrebbe da dire che al diversamente-astuto Zaia gli è sfuggito un piccolissimo particolare: le discoteche sono luoghi di assembramento per antonomasia. Se volevano veramente impedire lo scempio di un ritrovo di giovani in uno spazio limitato la soluzione era semplicissima: bastava non aprire le discoteche. Troppo semplice, vero?

Ovviamente l’apertura delle disco era funzionale proprio per ottenere gli assembramenti, e quindi creare il Problema, per poi attendere la Reazione dei sudditi (indignazione, preoccupazione e anche rabbia) e presentare infine la Soluzione: nuove restrizioni nell’attesa della seconda ondata e della seconda chiusura dell’Italia! Tutto estremamente chiaro e limpido.
Affinché il giochetto funzioni perfettamente era d’obbligo l’ombrello dell’emergenza sanitaria, per cui il governo non poteva non prorogarla, almeno fino al 15 ottobre, così da includere anche la riapertura delle scuole. Con la ripartenza delle classi è scontato che avverranno i primi “focolai” infettivi, anche perché per la prima volta nella storia dell’umanità un qualsiasi sintomo, dal colpo di tosse alla diarrea fulminante, è classificato e purtroppo gestito come Covid-19, come fosse mortale.

Patologia così letale che per sapere se hai preso il virus devi farti degli esami!

Il caso degli asintomatici è emblematico.
Se veramente credete che gli asintomatici (cioè persone sanissime senza sintomi) siano un problema per il Paese, allora la follia ha fatto breccia anche nel vostro cervello.
Volete sapere qual è il segreto di Pulcinella? Gli asintomatici, i tamponi, le discoteche e gli assembramenti sono funzionali per far crescere il numero dei positivi così da gonfiare i dati e giustificare le attuali e prossime decisioni golpiste di un governo che nessuno ha votato.
Ricordo che in tutto questo i media sono al primo posto per responsabilità. Creano e inducono panico e psicosi nelle masse. Masse che purtroppo continuano ad abbeverarsi alle loro fonti tossiche.

Nuove restrizioni
Decisioni come l’ordinanza firmata oggi dal burattino Luca Speranza, che entrerà in vigore domani: lunedì 17 agosto.
In pratica diventa obbligatorio “dalle ore 18 alle ore 6 sull’intero territorio nazionale di usare protezioni delle vie respiratorie anche all’aperto, negli spazi di pertinenza dei luoghi e locali aperti al pubblico nonché negli spazi pubblici (piazze, slarghi, vie) ove per le caratteristiche fisiche sia più agevole il formarsi di assembramenti anche di natura spontanea e/o occasionale
Hanno anche sospeso le attività di ballo, le discoteche e locali assimilati.
Le discoteche hanno assolto il loro compito e quindi non servono più.

La cosa estremamente interessante è una ordinanza emanata il giorno dopo ferragosto che presenta il virus come un vampiro assetato di sangue che esce dalla tomba al calar del sole per tornarsene a casa alle prime luci del mattino. Ambiguo comportamento per un agente virale.
Oltre a quanto detto prima hanno anche voluto dare il colpo di grazia alle attività commerciali che più lavorano in estate: i locali all’aperto come bar, birrerie, ristoranti, ecc. Colpendo non a caso la fascia oraria più importante: dalle 18 alle 6. Perché non di mattina o nel primo pomeriggio?
Prendendo di mira uno dei pochi momenti di svago dei giovani. Fino a settembre la birra o lo spritz in compagnia, te lo sorseggi con la mascherina.
La sicurezza della nazione richiede questi e molti altri sacrifici che verranno…
Lo stanno facendo per noi!

Il seguente grafico mette in luce la strategia di creazione artificiale della seconda ondata del virus. I casi positivi (in rosso) stanno crescendo a dismisura (gonfiando le statistiche) grazie ai tamponi, ma i morti sono sempre praticamente azzerati.

Corrado Penna

In certi casi gli anticorpi prodotti da una prima esposizione al virus naturale o al vaccino (che significa esposizione al virus inattivato o ad alcune proteine del virus stesso) possono rafforzare la capacità dell’agente infettivo di penetrare nelle nostre. Per esempio può capitare (con alcuni virus, non con tutti) quando sta svanendo l’immunità fornita dagli anticorpi passati con il latte materno e si viene in contatto con il virus, o quando si viene contagiati successivamente a una vaccinazione.

A questo punto si pone un problema: le sperimentazioni sul vaccino come possono appurare realmente l’esistenza di un tale fenomeno? Occorrerebbe esporre i vaccinati al virus vivo, ovvero infettarli dopo che si è appurata una produzione sufficiente di anticorpi. Si realizzeranno mai simili esperimenti (che fino ad ora esperimenti non sono stati eseguiti)? Sarebbe etico?

Ma per iniziare cerchiamo di fornire informazioni su questo fenomeno noto come ADE (Antibody-Dependent Enhancement che potremmo tradurre come “rafforzamento dipendente dagli anticorpi”).

Leggiamo su un articolo di giornale (1) che il vaccino in questione potrebbe in teoria anche aumentare la gravità di una infezione da Covid-19. Citando un articolo pubblicato sulla famosa rivista scientifica Nature che porta talora alla produzione di anticorpi in grado di legarsi ai virus facilitandone l’ingresso all’interno delle cellule, favorendo di conseguenza l’infezione, invece che bloccarla. Non sempre, non con tutte le persone, non con tutti i virus, non con tutti i livelli di anticorpi, ma questo fenomeno si è già riscontrato in passato con diversi virus, compresi alcuni coronavirus.

E adesso veniamo a un articolo pubblicato sul sito di un’azienda che si occupa anche della produzione di vaccini contro l’influenza: Paul Perreault, CEO di CSL(2): non affrettiamo la realizzazione del vaccino per il COVID-19 (3). Il sottotitolo dell’articolo è ancora più esplicativo e mostra una preoccupazione alquanto rilevante e diffusa: Unendosi a scienziati ed esperti medici, Perreault richiede rigore, precisione e il tempo necessario per garantire la sicurezza del vaccino.

Leggiamo in tale articolo:
Tutti vogliono convincere tutti ad accelerare e cercare di sbarazzarsi del nastro rosso”, ha detto Perrealt al Financial Times (www.ft.com/content/2b6f7068-8188-4cc6-bce4-97fb8b1f5178?list=intlhomepage). “Ma una parte dei motivi per cui quel nastro rosso sta lì, sono motivi di sicurezza; quando sai che dovrai somministrare miliardi di dosi di questo vaccino, vuoi assicurarti di fare la cosa giusta.”

CSL (…) Ha lanciato cinque progetti rivolti a COVID-19, tra cui un candidato al vaccino lanciato dai ricercatori dell'Università del Queensland. CSL Behring è anche membro fondatore della CoVIg-19 Plasma Alliance, un gruppo delle principali società al mondo che stanno lavorando insieme su un prodotto “iperimmune” (www.cslbehring.com/vita/2020/taking-plasma-treatment-to-the-next-level-with-a-hyperimmune) come potenziale trattamento.

(…) Perreault ha sollevato il problema di come alcuni vaccini abbiano causato un potenziamento dipendente dagli anticorpi (ADE). A causa di tale ADE, una persona vaccinata può sperimentare una forma ancora peggiore della malattia invece che essere immune da essa - qualcosa che è accaduto con un vaccino per la febbre dengue, ha detto Perreault. Questa realtà evidenzia la necessità di rigorosi studi e revisioni prima di distribuire un vaccino a persone di tutto il mondo, ha affermato.

Lo stesso problema è stato sollevato sulla rivista The Scientific American (www.scientificamerican.com/article/the-risks-of-rushing-a-covid-19-vaccine/) e dalla dottoressa Kate Sullivan, direttrice del reparto di allergia e immunologia presso l'ospedale pediatrico di Philadelphia e consulente della Immune Deficiency Foundation [fondazione sul deficit immunitario].

Leggiamo su The Scientific American: “Solo gli Stati Uniti hanno in programma di vaccinare centinaia di milioni di persone con il primo [vaccino] candidato che si dimostri funzionale. Un grave evento avverso ogni mille, per un vaccino somministrato a 100 milioni di persone significa danni a 100.000 persone altrimenti sane”, ha scritto William Haseltine, Ph.D., ex professore della Harvard Medical School e fondatore dei dipartimenti di ricerca sul cancro e l'HIV/AIDS della medesima università.

Sullivan ha spiegato la questione dell’ADE in un recente video su YouTube per i pazienti su come funzionano gli anticorpi e sul perché un vaccino richiederà tempo (youtu.be/19fxBpXvqt8).

Nel rafforzamento dipendente dagli anticorpi, gli anticorpi agiscono come una spugna e attirano più virus nelle cellule invece di bloccarne l'ingresso, ha detto Sullivan. “Quindi non succede chiaramente con ogni vaccino e non succede in tutte le persone che ricevono il vaccino”, ma è una questione che deve comunque essere investigata completamente prima che venga distribuito, ha detto. (…)

Piccola rassegna di studi scientifici

L’articolo Out of the frying pan and into the fire? Due diligence warranted for ADE in COVID-19 (4) (che già nel titolo accenna al rischio di finire “dalla padella nella brace”) ci spiega come il fenomeno dell’ADE si verifica con la re-infezione da virus Dengue (5) ma anche con le re-infezioni da parte di virus di altre famiglie come quella per l’appunto dei Coronaviridae.

Di conseguenza, lo sviluppo dei vaccini contro la patologia Covid-19 deve appurare che non si verifichi tale fenomeno che potrebbe causare un problema a livello mondiale oltre che causare un calo di fiducia da parte della popolazione nei confronti della scienza medica. L’articolo accenna, come già detto nell’introduzione, che il fenomeno dipende dal livello di anticorpi sviluppati dal paziente.

Antibody-dependent enhancement (ADE) is an atypical immunological paradox commonly associated with dengue virus re-infection. However, various research models have demonstrated this phenomenon with other viral families, including Coronaviridae. Recently, ADE in SARS-CoV-2 has emerged as one hypothesis to explain severe clinical manifestations. Whether SARS-CoV-2 is augmented by ADE remains undetermined and has therefore garnered criticism for the improper attribution of the phenomenon to the pandemic. Thus, critical evaluation of ADE in SARS-CoV-2 vaccine development will be indispensable to avoid a global setback and the erosion of public trust, e ricorda la storia recente del Dengvaxia, il primo vaccino a virus vivo attenuato contro il virus Dengue, che ha messo a rischio gli individui che non erano stati ancora a contatto con virus, e che ha causato mancanza di fiducia nella sanità pubblica e nei vaccini (in quelle regioni in cui il Denvaxia è stato somministrato). Nell’articolo si specifica che l’analisi di modelli animali (leggasi esperimenti su cavie animali) non ha mostrato al momento esempi di ADE associati al Covid-19, ma le cavie animali non sono esattamente esseri umani, come ci ricorda l’articolo Obstacles and advances in SARS vaccine development (6) (Ostacoli e progressi nello sviluppo di un vaccino per la SARS) nel quale leggiamo che la loro funzionalità “può essere intralciata dalla mancanza di una similarità patologica con la malattia umana”.

E ancora che “la difficoltà nello sperimentare su modelli animali per l’ADE dipende dalla condizione che se l’ADE non è osservato non è detto che i vaccini siano sicuri nell’uomo riguardo all’ADE stesso. Al contrario se in un modello animale si manifesta l’ADE, possiamo imparare di più sul meccanismo dell’ADE indotto da SARS, il che può aiutarci a formare le basi per le linee guida di sviluppo di un vaccino sicuro”.

L’articolo Evaluation of Antibody-Dependent Enhancement of SARS-CoV Infection in Rhesus Macaques Immunized with an Inactivated SARS-CoV Vaccine (7) ci informa che è stato documentato il fenomeno dell’ADE indotto da vaccini contro i coronavirus della SARS (SARS-CoV) mentre con un altro vaccino, la sperimentazione su macachi rhesus tale fenomeno non si sarebbe presentato. Questo però, alla luce di quanto appena sottolineato sui “modelli animali” (esperimenti su cavie) può significare ben poco.

Note

1 Coronavirus, ecco come funziona il vaccino di Oxford. Oltre 32mila persone disposte a inocularsi Sars Cov 2 per testarlo, pubblicato su Il fatto quotidiano del 25 luglio 2020 e scritto da Peter D’Angelo; https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/07/25/coronavirus-ecco-come-funziona-il-vaccino-di-oxford-oltre-32mila-persone-disposte-a-inocularsi-sars-cov-2-per-testarlo/5878983/ .

2 A tale azienda fa capo anche la Siqirus, che si occupa di Vaccini anti-influenzali dopo avere acquisito la relativa branca dall’azienda Novartis, e che ha stipulato con la maggior parte degli Stati dell’Unione Europea un contratto preventivo per l’eventuale realizzazione e vendita di vaccini contro una prossima “pandemia influenzale”.

3 Articolo pubblicato il 13 luglio 2020 e scritto da Debra Moffitt, titolo originale CSL CEO Paul Perreault: Don't Rush the COVID-19 Vaccine; https://www.cslbehring.com/vita/2020/csl-ceo-paul-perreault-do-not-rush-the-covid19-vaccine.

4 Pubblicato su Microbes and Infection 2020 Jun 24 [ la pubblicazione on line precede quella su carta stampata], autori J M.Coish , A J.MacNeil; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7311339/.

5 l’ADE infatti è responsabile per il 90% del fenomeno delle febbri emorragiche e delle sindromi da shock indotte da tale virus,

6 Pubblicato su Vaccine 2006 Feb 13; 24(7): 863–871, autrice Deborah R. Taylor; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7115537/.

7 Pubblicato su Virologia Sinica 2018 Apr; 33(2): 201–204, autori Fan Luo, Fan-Lu Liao, et al.; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6178114/.