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Marcello Pamio

Danno erariale di quasi 200 milioni di euro. L’accusa arriva dalla Corte dei Conti del Lazio.
I destinatari sono i membri di una Commissione consultiva tecnico-scientifica, ma non di una a caso: l’Agenzia italiana del farmaco, AIFA!
L’agenzia nazionale che ha la responsabilità (morale e scientifica) di consentire e monitorare la commercializzazione sul territorio di farmaci e vaccini.

Avrebbero imposto limitazioni alla prescrivibilità dell’Avastin - farmaco usato per trattare alcune malattie oculari - costringendo di fatto il Servizio Sanitario Nazionale a sostenere costi maggiori per l'acquisto del concorrente (equivalente) Lucentis.

In pratica il primo non è stato incluso, fino al 2014, tra i prodotti rimborsabili dal SSN e il suo utilizzo è stato limitato ingiustificatamente fino al 2017 causando rilevanti spese aggiuntive per l’erario.
Hanno sostenuto - per non dire imposto - la vendita di un veleno la cui singola dose costa tra i 600 e i 730 euro in più dell’altro!

Già nel 2014 l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato aveva irrogato nei confronti delle case farmaceutiche produttrici, Roche e Novartis, una sanzione amministrativa di oltre 180 milioni di euro per avere concertato una differenziazione artificiosa dei prodotti, presentando il primo come più pericoloso del secondo e condizionando così le scelte di medici e servizi sanitari. In realtà le molecole sono le medesime.
Quindi i due gruppi si sono accordati illecitamente per ostacolare la diffusione del farmaco più economico (Avastin della Roche) a vantaggio dell’altro molto più costoso (Lucentis della Novartis).

Va detto che i due farmaci non vengono prescritti solo per curare malattie oculari, ma anche per il trattamento di varie forme tumorali, tra cui quelle del colon-retto, del polmone e del rene. Tumori molto diffusi tra la popolazione.

Per il SSN «l’intesa ha comportato un esborso aggiuntivo stimato in oltre 45 milioni di euro nel solo 2012, con possibili maggiori costi futuri fino a oltre 600 milioni di euro l’anno» scriveva l’Autority.
Ad occhi esterni e ignari non avrebbe molto senso il comportamento della Roche, che si sarebbe autoboicottata per lasciare spazio al Lucentis della “concorrente”.
Il giochetto ce lo spiega sempre l’Autority: «le condotte delle imprese trovano la loro spiegazione economica nei rapporti tra i gruppi Roche e Novartis. Roche, infatti, ha interesse ad aumentare le vendite di Lucentis perché attraverso la sua controllata Genentech - che ha sviluppato entrambi i farmaci - ottiene su di esse rilevanti royalties da Novartis».

Quest’ultima, oltre a guadagnare dall’incremento delle vendite di Lucentis, detiene una rilevante partecipazione in Roche, superiore al 30%. Intrallazzi economico-finanziari che dimostrano una cosa sola: la concorrenza tra le industrie farmaceutiche non esiste, è una mera illusione…

Come sempre paga pantalone, cioè i sudditi che finanziano il SSN con le tasse, e a guadagnare - come sempre - sono i soliti noti.
Ma la cosa vergognosa in scandali come questo, non è solo il discorso prettamente economico delle industrie, bensì lo svuotamento etico e morale di quegli enti la cui responsabilità prioritaria è - o dovrebbe essere - la salvaguardia della salute dei cittadini!
Delle industrie che speculano vendendo le droghe da loro prodotte puntando esclusivamente al profitto, ovviamente non possiamo stupirci, ma ciò che emerge è che oggi purtroppo non possiamo fidarci né della politica né di quegli Enti nazionali e di quelle Istituzioni pubbliche che dovrebbero sorvegliare e proteggere il bene comune.
Ricordo infine che i vaccini pediatrici sono autorizzati proprio da quella stessa Commissione scientifica dell’Aifa che oggi è accusata dalla Corte dei Conti e dalla Guardia di Finanza di aver speculato sui farmaci a beneficio delle case farmaceutiche.

E se lo fanno con i farmaci (Avastin e Lucentis) perché non potrebbero farlo anche con i vaccini?

Marcello Pamio

A dicembre si respira lo spirito natalizio: le città s’illuminano, i negozi pullulano di addobbi e le nostre case si riempiono del profumo di dolci appena sfornati.
Insomma un’atmosfera magica e carica di tradizioni.
Per la religione cristiana il natale corrisponde alla nascita del bambin Gesù, per i riti pagani alla festa del Sol Invictus, l’astro invitto (invincibile) che sconfiggerà la tenebra.
La festa infatti corrisponde al solstizio invernale e quindi è dedicata al Sole, a commemorazione della nascita del mondo, che segnava il ciclo dell’anno nuovo.
Il rinnovamento e la pulizia che avviene nel periodo del Natale, si fa sentire non solo nella profondità dell’anima umana, ma anche nelle istituzioni pubbliche. Una fresca aria di rinnovo...

A dicembre 2014 il ginecologo Sergio Pecorelli si è dimesso da presidente dell’Aifa perché accusato di un presunto conflitto di interessi di «livello 3» (il più elevato), per la sua partecipazione a due Fondazioni e a una società di venture capital. Pecorelli avrebbe ricoperto il ruolo di advisor dei fondi di investimento «Principia sgr», in grado di investire centinaia di milioni di euro in diversi settori, tra cui quello medico e farmaceutico.

Il 5 dicembre 2018 il ministro della Salute Giulia Grillo azzera con un colpo di bacchetta il Consiglio Superiore di Sanità. Il mandato sarebbe dovuto durare tre anni. Praticamente rimangono in carica solo i membri delle istituzioni, quindi quelli del ministero stesso, dell’Aifa e dell’Istituto superiore di sanità.

Il 19 dicembre 2018 il dottor Gualtiero Walter Ricciardi si è dimesso dall’incarico di direttore dell’Istituto Superiore di Sanità ufficialmente per ritornare all’attività di ricerca e insegnamento.
Ma è lampante che ad aiutarlo nella decisione è stato il presunto conflitto di interesse. L’ex presidente dell’Iss avrebbe infatti collaborato per alcune società di lobbying nel settore farmaceutico, oltre ad avere consulenze per case farmaceutiche per diversi prodotti, tra cui il vaccino contro il meningococco B (poi divenuto obbligatorio, anche su spinta dello stesso Ricciardi).

Il ministro della salute Giulia Grillo e tutti coloro che parteciperanno alle elezioni, hanno una possibilità (e quindi responsabilità) straordinaria, perché il momento storico è catartico.
Vedremo quindi se questa importante ventata di cambiamento sarà costruttiva per il Paese, o se al posto dei membri del Consiglio di sanità e dell’uscente capo dell’Iss verranno posizionati individui ancor più corrotti e collusi con il Sistema metastatizzato…
Nella seconda ipotesi sarà il segnale inequivocabile che l’attuale «governo del cambiamento» è stato messo al potere proprio perché il cambiamento non avvenga!


Marcello Pamio

Il dottor Pierluigi Lopalco ha pubblicato qualche giorno fa un articolo che merita tutta la nostra attenzione.
Si è chiesto cos’hanno in comune le tre parole «chirotteri», «chiropratici» e «chiromanti», «oltre alla comune radice greca, cheir = mano»?
Partendo da una ironia fuori dal comune, ha spiegato che i «chirotteri sono gli unici mammiferi che riescono a volare (…) e che possono però rappresentare un pericolo per l’uomo essendo potenziali portatori di un virus terribile: quello della rabbia».
Va precisato che pure l’uomo vola e, grazie all’attuale periodo, è sempre più rabbioso, ma l’autore si sta riferendo ai pipistrelli!

Sappiamo bene che a Lopalco, quando parla di virus, si alza la glicemia ematica e l’estro artistico parte per la tangente. Solo con lo zucchero nel sangue riesce a tener testa e far impallidire perfino George Romero, il padre cinematografico degli Zombi. I pipistrelli infatti sarebbero portatori di un virus, il «più letale che esista». Chiaro?
La scena dell’articolo, con una dissolvenza incrociata, si sfuma per continuare la narrazione con tinte sempre più fosche: «in assenza di profilassi la progressione verso la morte è praticamente certa». Viene da sé che la profilassi è la vaccinazione, «dopo il graffio o il morso di un animale infetto», precisa Stanley Lopalco.
A questo punto, il nostro cala l’asso, e va a toccare le corde più profonde dell’animo umano elencando una serie di persone, tra cui l’immancabile bambino, uccisi dal morso del vampiro alato.
Il mondo non è più lo stesso, da oggi grazie alla sua precisa disamina, le persone staranno col naso all’insù, ma non per osservare le scie chimiche o le magiche stellate notturne, ma per controllare che non piombi dall’alto il nero e orbo kamikaze letale.

Dall’immagine del mammifero più pericoloso che esista in natura (dopo l’uomo che non si vaccina ovviamente), Lopalco entra poi nel cuore del discorso, e cioè l’attacco alle «medicine alternative o, come si preferisce farle passare, complementari».
I pazzi che infatti ricorrono a queste pseudo-medicine «come minimo, rischiano un ritardo diagnostico che potrebbe avere serie conseguenze».
Se le medicine non convenzionali possono ritardare una diagnosi, mettendo a rischio la vita delle persone, figuriamoci cosa possono provocare le manipolazioni chiropratiche!
Detto fatto: la truce storia di una certa Katie May che a seguito di un dolore al collo va da un chiropratico, ma poco dopo il trattamento subisce un ictus che la porterà al decesso. Secondo l’autopsia la causa sarebbero state le manovre al collo fatte dal chiropratico.
La logica è sempre la stessa: se una persona muore dopo aver seguito i protocolli ufficiali, è morta per la malattia (la colpa è sua che non ha risposto alle terapie); se invece una persona muore dopo aver usato la medicina complementare, la causa è quest’ultima. Il discorso certo non fa una piega!

Ogni anno, nel mondo, l’ictus uccide 6 milioni di persone e in Italia colpisce circa 200.000 persone! Stiamo parlando, secondo i dati ufficiali, della terza causa di morte e prima per invalidità.
Dovremo avvisare il dottor Lopalco che per quanti operatori chiropratici ci siano, le morti per ictus forse dipendono da altre cause. Cause sulle quali la medicina baronale brancola nel buio più totale. Cause che medici come Lopalco non solo non conoscono ma di cui neppure si interessano, forse perché più intrigati e interessati a dare la caccia al chirottero o al virus di turno.
Conclude il suo prezioso articolo, consigliando ai lettori di non fidarsi «dei chirotteri, ma neanche dei chiropratici» e visto che era in tema neppure «delle chiromanti».

Mancava che proponesse al mondo accademico l’importanza di sterminare tutti i chirotteri e di aggiungere alla lista già folle di vaccini obbligatori, anche quello contro il virus della rabbia.
Detto questo, osservando le morti iatrogene, cioè quelle provocate da errori medici, da farmaci sbagliati ed effetti collaterali dei farmaci stessi, il dato che salta fuori è che i camici bianchi sono tra le prime cause di morte al mondo. Quindi statisticamente il rischio di morire è molto più alto andando dal medico, piuttosto che giocando con un pipistrello dopo essere andati dal chiropratico.
Ovviamente questo è vero se la morte non era stata prevista dalla chiromante di turno.

In conclusione, tornando al titolo del presente articolo, mi domando: cos’hanno in comune comparaggio, aggiotaggio e baronaggio?
Il filo che le unisce è da una parte la cupidigia, l’arroganza e la brama di potere e soldi, dall’altra la violazione della legge!
Comparaggio è la corruzione del medico che s’impegna ad agevolare, a scopo di lucro, la diffusione di prodotti farmaceutici, punibile dalla legge. Aggiotaggio, si tratta di una speculazione, punibile dalla legge. Baronaggio, si intendono le truffe, i favori e gli abusi di potere all’interno delle università.

Per correttezza di informazione e per maggior trasparenza, andrebbe specificato, ogni qualvolta l’esimio dottor Pierluigi Lopalco scrive o viene intervistato che egli ha preso soldi per collaborazioni esterne con le aziende farmaceutiche.
Nel 2015 la GlaxoSmithKline ha pagato Lopalco 459,62 euro come «rimborso spese di viaggio». Poca roba si potrebbe dire, ma l’anno seguente si è rifatto perché ha ricevuto dalla GSK ben 2315,58 euro, di cui 700 euro per «corrispettivi» e 1615,58 per «spese contrattuali».
Con questo non si sta dicendo che un medico e/o ricercatore non deve prendere soldi dai produttori di farmaci, ma è sacrosanto per le persone sapere che chi osanna i vaccini è pagato dal principale produttore di queste pericolose droghe.

Marcello Pamio - 20 agosto 2018

Un’indagine pubblicata sul British Medical Journal Open analizza il sistema italiano.

Il 62% dei medici dichiara di aver ricevuto soldi
Secondo un’indagine nazionale, condotta tra marzo e aprile 2017 dall’«Italian College of Medical Oncology Chiefs» (Cipomo), i cui risultati sono stati pubblicati a luglio del 2018 sul «British Medical Journal Open», il conflitto di interessi in medicina è sempre più presente.
Sono stati intervistati 321 oncologi italiani (il 13% dei 2.260 del totale), non solo ospedalieri, ma anche universitari, che hanno risposto - si ipotizza onestamente perché il questionario era assolutamente anonimo.
Il 62 per cento degli oncologi ha dichiarato di aver ricevuto pagamenti diretti dall’industria farmaceutica negli ultimi 3 anni, e il 75% di loro considera del tutto «appropriato» avere viaggi e alberghi pagati dall’industria per partecipare a congressi a livello nazionale e internazionale.
Non solo, un 60% è assolutamente d’accordo sull’opportunità di ricevere un compenso, quindi soldi, per ogni malato arruolato in uno studio clinico finanziato dall’industria.
Il dottor Fausto Roila, uno degli autori dello studio, che dirige la struttura complessa di oncologia medica all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia, ha spiegato il motivo dell’indagine: «perché in Italia se ne parla poco rispetto ad altri Paesi. Eppure riguarda tutti i medici, dagli ematologi ai gastroenterologi, dai cardiologi agli ortopedici, e così via. Ritenevamo importante stabilire quale fosse la percezione degli oncologi sul conflitto di interessi».La formazione dei medici è oggi finanziata «soprattutto da Big Pharma e spesso ai convegni il medico “esperto”, pagato dall’industria per fare una presentazione scientifica, veicola messaggi favorevoli ai prodotti di chi paga per organizzare il convegno. La formazione medica dovrebbe essere invece pagata dalle istituzioni per evitare condizionamenti. Stessa cosa succede per i convegni scientifici delle associazioni mediche finanziati con i contributi delle multinazionali farmaceutiche che pagano per i simposi satelliti e si fanno carico delle spese di iscrizione, viaggio e pernottamento dei medici. Oggi perfino le associazioni dei malati sono supportate dall’industria dei farmaci».

Leggi sulla trasparenza
Il fenomeno è così serio che diversi Paesi hanno stabilito delle regole. Per esempio in Francia dopo gli ultimi clamorosi scandali, il governo nel 2011 è intervenuto con una legge sulla trasparenza, mettendo a disposizione del pubblico un sito «Transparance Santé», che permette a tutti di consultare i dati pubblicati e i legami di chi opera nel settore della salute con le aziende farmaceutiche.
Anche in Danimarca, Paesi Bassi, Portogallo e Regno Unito sono state emanate norme che obbligano i medici a dichiarare i rapporti di collaborazione remunerati.
Negli Stati Uniti dal 2013 è entrata in vigore la legge «Physician Payment Sunshine Act», che permette di sapere (alla luce del sole, da qui il nome) quali sono i medici che vengono pagati dall’Industria chimica.
In pratica ogni transazione finanziaria, in denaro o di altra natura, che superi i 10 dollari, tra un medico o gruppo di medici e uno o più produttori di farmaci o altri prodotti sanitari deve essere notificata e inserita in uno speciale registro pubblico, diventato consultabile da chiunque.
A spingere l’adozione del «Sunshine Act» è stata l’inchiesta di «ProPublica», organizzazione indipendente di giornalismo investigativo che ha smascherato le enormi elargizioni dell’industria farmaceutica ai medici: tra il 2009 e il 2010 hanno “donato” a 18.000 medici circa 320 milioni di dollari, con punte fino a 250.000 dollari per una decina di fortunati beneficiari...

Normativa italiana del Movimento 5 stelle
Anche da noi in Italia il Movimento 5 stelle vorrebbe introdurre una legge sulla falsariga della «Sunshine Act» e rendere obbligatoria la trasparenza nelle transazioni tra medici e industria dei farmaci. La proposta di legge è stata depositata ad aprile 2018 in parlamento.
Secondo il dottor Adriano Cattaneo, medico del movimento «NoGrazie» che si occupa di difendere la salute dagli interessi economici e si batte per un’informazione indipendente sui farmaci, «la legge, che si ispira a una bozza da noi elaborata, permetterebbe a qualsiasi cittadino di sapere, per esempio, quanto denaro riceve da una multinazionale del farmaco il proprio medico curante, o a quali e quanti congressi partecipa con i soldi delle ditte, che poi sono i nostri, visto che sono inclusi nel prezzo dei prodotti».
Ovviamente «Assobiomedica» si sta muovendo sullo stesso filone, ma dalla parte opposta, e sta facendo pressioni sul governo contro questa proposta di legge. Secondo loro sarebbe inutile vista la loro proposta di un codice etico volontario.
Lo sanno anche i bambini che i codici etici su base volontaria non funzionano, propri perché NON obbligano le imprese e/o i medici ad aderirvi.
Vista la moralità delle aziende farmaceutiche e la cupidigia dei camici bianchi, serve per forza una legge che obblighi alla trasparenza, pena ritorsioni commerciali e professionali.
Nella proposta di legge presentata da Massimo Baroni del M5s, capogruppo della «Commissione Affari sociali», si legge: «Nell’Unione europea non esistono norme specifiche per disciplinare i rapporti tra industria e medici, sebbene oltre 100 parlamentari dei 47 Stati membri del Consiglio d’Europa abbiano firmato le raccomandazioni sui conflitti di interesse nel settore sanitario, facendo riferimento esplicito alla necessità di un Sunshine Act europeo».

Comparaggio & marketing
«Che i conflitti di interessi condizionino pesantemente il mondo della medicina e della ricerca scientifica è un dato di fatto, e le strategie utilizzate anche se sono sotto gli occhi di tutti spesso restano invisibili». [1]
Attenzione perché qui non si parla sono di regalini tipo tablet, i-phone, penne, quadri, viaggi, oppure cene, uscite in barca, ecc. perché oggi le tecniche usate sono molto variegate.
Non basta corrompere il medico di turno, convincendolo a suon di doni a prescrivere la molecola ics o la molecola ipsilon, oggi le lobbies hanno bisogno di personaggi noti e influenti («influencer») che possano appunto influenzare le scelte dei colleghi medici.
Infatti si parla d’ingaggio di consulenti (i famosi «opinion leader» o «testimonial») per diffondere le informazioni che l’Industria presenta, anche in modo contraffatto, per magnificare i propri farmaci.
Poi c’è quella che il dottor Roila definisce la “grande vergogna”, e cioè quella dei «ghost writer» e dei «guest author». Gli scrittori fantasma (ghost writer) sono squallidi medici e/o ricercatori pagati dall’industria per stilare un lavoro scientifico che sarà poi sottoposto a una rivista scientifica importante. Il lavoro non sarà firmato da loro, perché lo dovrà fare l’«autore speciale» (guest author), il barone noto al mondo accademico, che non ha scritto il protocollo della ricerca, non ha partecipato alla raccolta dei dati e all’elaborazione e spesso non ne sa proprio nulla in merito, ma alla fine per fama e soldi lo firma spacciandosi per il vero autore.
Perché lo fanno? Semplice: sono criminali in camice bianco che vogliono aumentare il loro «impact factor» (il punteggio nelle pubblicazioni), far lievitare l’ego e ovviamente anche il conto in banca!
Questi però una volta smascherati chissà come mai non vengono mai radiati dagli ordini…
Un meccanismo questo molto perverso e pericoloso perché così facendo «di fatto è l’industria a decidere le future figure apicali in campo medico, coloro che dirigeranno le strutture complesse di ospedali e università. E questo vale per tutti, non solo gli oncologi. Nel silenzio più assoluto sul problema», afferma sempre il dottor Roila.

EFPIA, codice di trasparenza europeo
Da qualche anno alcune grosse multinazionali farmaceutiche, forse per evitare problemi o forse per anticipare le mosse e far sembrare inutile una legge, hanno cominciato a pubblicare i pagamenti e i regali fatti ai medici, volendo dimostrare una maggiore trasparenza.
In Europa è stato istituito nel 2011 ma è attivo dal 2013 l’«European Federation of Pharmaceutical Industries and Associations» detto EFPIA. Si tratta di un codice voluto dalle Associazioni e le Industrie farmaceutiche che riguarda la trasparenza dei trasferimenti di valore tra aziende, operatori sanitari e organizzazioni sanitarie.
«Farmindustria», l’associazione di categoria a cui appartengono oltre 200 aziende farmaceutiche, essendo membro di EFPIA, ha recepito nel proprio Codice Deontologico le regole previste a livello europeo e dal 2016 “tutti” i trasferimenti di valore vengono pubblicati. Tutti non è corretto affermarlo perché purtroppo si tratta del classico codice su base volontaria e NON imposto per legge, per cui moltissimi medici, ricercatori e baroni non dichiarano i soldi che recepiscono dalle lobbies.

Consulenti FDA pagati dalle industrie
Lo studio pubblicato il 6 luglio 2018 dalla rivista «Science»[2] è a dir poco sconvolgente.
Il titolo «Conflitti nascosti?» (Hidden Conflicts?) spiega che oltre la metà dei consulenti indipendenti che hanno il compito di rivedere e valutare i farmaci per la FDA, «Food and drug administration» (l’agenzia governativa che supervisiona farmaci, alimenti e droghe negli States), hanno ricevuto finanziamenti dall’industria farmaceutica.
I soldi sono stati “donati” (post-hoc) solo dopo che la nuova molecola è stata approvata, così da fugare ogni dubbio sulla buona fede dei consulenti.
I risultati denunciati da «Science» affermano che su 107 medici consulenti della FDA, 26 tra il 2013 e il 2016 hanno preso più di 100.000 dollari dai produttori di farmaci.
Mentre per i 28 farmaci approvati (nel periodo 2008-2014), ben 66 hanno ricevuto finanziamenti (consulenze, rimborso spese di viaggio, aiuti in denaro per la ricerca, ecc.), di cui sette di loro addirittura quasi 850.000 dollari!

Conclusioni
Serve quanto prima una legge chiara e semplice, che renda trasparenti TUTTI i conflitti d’interesse che esistono nel mondo accademico e sanitario.
Fintantoché non sapremo con esattezza i nomi e cognomi dei medici, degli istituti ufficiali e delle associazioni sanitarie che ricevono denari dalle industrie chimiche siamo liberi di pensare che moltissimi dei cosiddetti “esperti” (epidemiologi, virologi, pediatri ecc.) che vengono intervistati dai media mainstream e che appaiono costantemente in televisione, facciano parte della schiera di venduti al soldo delle multinazionali.
L’Ars Medicandi, cioè l’arte medica, si basa proprio sul rapporto di fiducia tra medico e paziente.
La fiducia però è crollata ai minimi storici e la responsabilità su chi grava?
Sulle spalle delle persone che ancora si illudono delle doti taumaturgiche del medico, o su quelle di un Sistema oramai metastatizzato e allo sfascio da tutti i punti di vista?
Non a caso gli scandali che investono aziende produttrici di droghe e classe medica, avvengono un giorno sì e uno sì; farmaci che vengono ritirati dal commercio solo dopo aver danneggiato e/o ucciso moltissime persone; medici che pretendono l’obbligo vaccinale per neonati e bambini, e poi il 90% di loro non si vaccina neppure per l’influenza…
Cari medici, posate lo stetoscopio e battetevi il petto almeno tre volte, pronunciando la locuzione latina del «mea culpa»….

Per maggiori informazioni

«Il conflitto d’interessi dei medici con Big Pharma. N.d.R.», a cura di Gianna Milano, «FEDAIIFS, Federazione delle associazioni degli Informatori del Farmaco e del Parafarmaco», https://www.fedaiisf.it/il-conflitto-dinteressi-dei-medici-con-big-pharma

[1] «Il conflitto d’interessi dei medici con Big Pharma. N.d.R.», «FEDAIIFS, Federazione delle associazioni degli Informatori del Farmaco e del Parafarmaco», a cura di Gianna Milano, https://www.fedaiisf.it/il-conflitto-dinteressi-dei-medici-con-big-pharma/

[2] «Hidden Conflicts?», Charles Piller, «Science», 6 Jul 2018: Vol. 361, Issue 6397, pp. 16-20

La stavo attendendo con trepidazione da molti anni e finalmente l’agognata revisione è arrivata. Dopo ben due settenni le linee guida del JNC7 (settimo rapporto del Joint National Committee on Prevention, Detection, Evaluation, and Treatment of High Blood Pressure) per l’ipertensione decise dalle società scientifiche di cardiologia americane sono state ritoccate. Ovviamente in ribasso

Marcello Pamio

La stavo attendendo con trepidazione da molti anni e finalmente l’agognata revisione è arrivata.
Dopo ben due settenni le linee guida del JNC7 (settimo rapporto del Joint National Committee on Prevention, Detection, Evaluation, and Treatment of High Blood Pressure) per l’ipertensione decise dalle società scientifiche di cardiologia americane sono state ritoccate. Ovviamente in ribasso.

La nuova «soglia di normalità» è stata fissata a 120/80 mmHg.
Forse non tutti conoscono i valori soglia e pochi masticano i milligrammi di mercurio (mmHg), ma con questi nuovi criteri 1 americano su 2 rientrerà nella categoria degli ipertesi! Ennesimo e memorabile regalo alle lobbies del farmaco durante il recentissimo congresso dell’American Heart Association.
La pubblicazione delle nuove linee è avvenuta quasi in contemporanea su Hypertension e Journal of the American College of Cardiology.

Rispetto all’ultima edizione del 2003 del JNC scompare la categoria «pre-ipertensione», precedentemente indicata da valori di 120-139 mmHg per la sistolica e 80-89 mmHg e il livello di «normalità» non è più 140/90 ma addirittura 120/80.
Non tremano solo i polsi col battito arterioso, ma è tutto il mondo a tremare. Della serie tutti i pre-ipertensivi, cioè quelli col piede sull’ipertensione sono diventati di punto in bianco malati a tutti gli effetti.
Malati naturalmente da curare con le droghe.

Hanno già fatto dei conti: con il nuovo «valore di normalità» la schiera degli ipertesi schizzerà in su di un 14%, portando gli interessati solo negli States dal 32% al 46% della popolazione.
A triplicare saranno soprattutto gli ipertesi sotto i 45 anni, mentre le donne in questa fascia d’età raddoppieranno “soltanto”...
Su una popolazione di 320 milioni circa 150 milioni sono malati. Le industrie godono.

LA NUOVA CLASSIFICAZIONE
Oggi la pressione è «normale» se risulta inferiore a 120 su 80 mmHg.

- pressione elevata: sistolica 120-129 mmHg e diastolica < a 80 mmHg.
- ipertensione di Stadio 1: sistolica 130-139 mmHg o diastolica 80-89 mmHg.
- ipertensione di Stadio 2: sistolica ≥ 140 mmHg o diastolica ≥ 90 mmHg.

La nuova classificazione è una vera e propria ecatombe che non riguarderà solo l’America ma tutto il mondo, perché i parametri del Comitato JNC7 vengono poi accolti dall’intera comunità scientifica globale e applicati in tutti i paesi, Italia compresa.
Quindi anche qui da noi assisteremo ad una epidemia di ipertensione in persone sanissime e senza alcun problema cardiovascolare.

CONFLITTO D' INTERESSI
I «valori di normalità» vengono decisi da gruppi di medici, ricercatori, professori ed esperti, detti panel, che si riuniscono in un simposio o un congresso.
Sulle spalle di questi medici grava una responsabilità enorme, e cioè la salute di miliardi di persone, visto che i colleghi di tutto il mondo si baseranno sui parametri decisi da loro.
Per cui sarebbe molto importante sapere se coloro che decideranno se siamo «sani» o «malati» abbiano o meno collegamenti con le industrie che producono farmaci. Purtroppo li hanno sempre.

Partiamo dal capo del panel: il dottor Aram V. Chobanian ha ricevuto finanziamenti da Bristol-Myers Squibb, Boehringer Ingelheim, Merck, Pfizer e Pharmacia. Inoltre è stato consulente per Abbott, AstraZeneca, Bristol-Myers Squibb, GlaxoSmithKline, Merck, Pfizer e Pharmacia.
Il dottor Barry L. Carter del Comitato NCJ 7 è stato un consulente di Brystol-Meyer Squibb.
Il dottor William C. Cushman ha ricevuto finanziamenti da Astra-Zeneca, Merck, Pfizer, Aventis, dalla GlaxoSmithKline e Boehringer Ingelheim, e ha fatto da consulente per Bristol-Myers Squibb, Sanofi, GlaxoSmithKline, Novartis, Pfizer, Solvay, Pharmacia, Takeda.
Il dott. Joseph L. Izzo del Comitato Esecutivo è stato relatore di Boehringer-Ingelheim, Merck, Pfizer, Astra-Zeneca, Solvay, Novartis, Forest e Sankyo. Ha ricevuto finanziamenti da Boehringer-Ingelheim, Merck, Astra-Zeneca, Novartis, GlaxoSmithKline, ed è stato consulente per Merck, Astra-Zeneca, Novartis.
Altri due medici del Comitato Esecutivo, i dottori Daniel W. Jones e Barry J. Materson, figurano intrallazzati con le industrie. Il primo ha fatto il consulente per Pfizer, Bristol-Myers Squibb, Merck e Novartis, il secondo per Merck, GlaxoSmithKline, Novartis, Bristol-Myers Squibb, Pfizer, Pharmacia, Boehringer-Ingelheim e Solvay.
Anche la dottoressa Suzanne Oparil, sempre del Comitato Esecutivo, ha ricevuto finanziamenti da Abbott Laboratories, Astra-Zeneca, Aventis, Boehringer-Ingelheim, Bristol-Myers Squibb, Eli Lilly, GlaxoSmithKline, Novartis, Merck, Pfizer, Sanofi, GD Searle, Wyeth-Ayerst, Solvay. E’ stata consulente di Bristol-Myers Squibb, Merck, Pfizer, Sanofi, Novartis e WyethAyerst e tra le altre cose figura anche nel Consiglio di Amministrazione della Texas Biotechnology Corporation.
Il dottor James R. Sowers ha ricevuto finanziamenti da Novartis e Astra-Zeneca, mentre il medico Jackson T. Wright ha ricevuto onorari come relatore da Aventis, Bayer, Bristol-Myers Squibb, Merck, Norvartis, Pfizer, GlaxoSmithKline e Solvay e finanziamenti direttamente da Aventis, Bayer, Bristol-Myers Squibb, Merck, Norvartis, Pfizer, GlaxoSmithKline e Solvay. Puntualmente, come sempre accade, una buona parte degli esperti che decidono vita e morte delle persone non risultano scevri da conflitti di interessi economici e finanziari con le industrie che vendono farmaci!

I colleghi in camice bianco questo non lo sanno, e se anche lo sapessero lo ignorerebbero in automatico perché oggi non è permesso mettere in discussione il paradigma della Scienza ufficiale, quella «basata sull’evidenza», cioè quella fagocitata e controllata dalle lobbies.
Uno lo fa a proprio rischio e pericolo, perché verrà escluso dal Sistema oppure radiato.

L’altro grosso problema è il popolo-gregge.
Purtroppo la maggior parte delle persone prende per oro colato quello che simili Comitati decidono, anche perché è stato inoculato dentro l’inconscio collettivo che la prevenzione è fare esami diagnostici da mattina a sera (i cui parametri sono decisi da loro e sono sempre in ribasso).
Il risultato di questa diabolica strategia di marketing è che le persone saranno convinte di essere malate, anche quando non lo sono!
Attualmente centinaia di milioni di persone sanissime stanno prendendo farmaci tossici e pericolosi perché convinti dal Sistema (e dagli esami diagnostici che questo mette a disposizione) di essere ammalate.
Una volta lo schiavo aveva la catena al piede o era rinchiuso in una gabbia, ed era consapevole della propria condizione. Oggi le persone respirano e trasudano paura da ogni cellula, immersi tra esami, screening e visite mediche.
Moderni schiavi che non sanno di esserlo perché la catena e le sbarre sono nella loro mente.

Anagrammando e contestualizzando il grandissimo Goethe: il miglior suddito per il Sistema è lo schiavo che pensa di essere libero, mentre per l’industria farmaceutica il miglior cliente è il sano che pensa di essere ammalato…

 

Per maggiori informazioni sulla strategia di marketing che crea milioni di malati ogni anno, si rimanda al libro: “La fabbrica dei malati”.