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Big Pharma e Big Tobacco sponsor e relatori ai congressi di medicina!


Marcello Pamio

Mentre la dittatura sanitaria presenta il “Patto trasversale per la scienza” alla Sapienza di Milano in un’Aula Magna desertificata (vedi link) - non per colpa dei cambiamenti climatici - gli scandali nel mondo sanitario continuano.
Le ridicole marionette gestite e controllate dall’establishment si autoincensano e autoproclamano portavoce ufficiali della scientificità, la medicina e la scienza sono sempre più nelle mani delle industrie.
Gli ultimi casi che hanno coinvolto la Johnson & Johnson e il colosso Big Tobacco sono emblematici ed illuminanti per comprendere la metastatizzazione del mondo accademico.

La J&J è una delle più grandi multinazionali farmaceutiche del mondo, ed è finita sotto processo in una causa da molti miliardi di dollari per aver “ingannato” i pazienti, minimizzando i rischi di dipendenza potenzialmente causati dagli antidolorifici, rischiando di alimentare una vera e propria «epidemia di oppioidi». L’accusa è pesantissima: si parla di «danno pubblico» per la vendita dei prodotti a base di oppiacei, dato che questi analgesici provocano una forte dipendenza in chi li assume e contribuiscono a creare assuefazione e a spingere chi li assume verso il mercato illegale delle droghe.

Big Tobacco invece ha semplicemente partecipato a 25 convegni medici nel 2018 e risulta tra i principali finanziatori dell’ultima edizione del “Festival della scienza medica” di Bologna, in cui si è discusso tra le altre cose dei prodotti alternativi per i fumatori.
In questo secondo caso, il movimento antitabagista (formato dalle principali società scientifiche italiane di sanità pubblica) "Tobacco Endgame" chiede chiarimenti al ministro della Salute, che stranamente è pure medico: «Come si concilia il profitto di chi vende prodotti nocivi con la salute?».

Il riferimento è ad una serie di congressi di specialisti nelle varie branche della medicina, dai cardiologi ai dentisti, che negli ultimi anni hanno visto la partecipazione di Philip Morris e British American Tobacco in qualità di sponsor o partner. Si parla dei congressi della Fadoi (federazione delle associazioni degli internisti ospedalieri), della Siapav (società italiana di angiologia e patologia vascolare), della Sidco (società italiana di chirurgia odontostomatologia), della Sitox (società italiana di tossicologia), dell’Andi (associazione nazionale dentisti italiani), e della Siprec (società italiana per la prevenzione cardiovascolare).

Pecunia non olet
I soldi sono soldi e non hanno odore, secondo qualcuno. In fin dei conti simili scandali non smuovono di un millimetro le coscienze mummificate dei firmatari del “Patto trasversale per la Scienza”.
A personaggi come Roberto Burioni, Enrico Mentana, Pierluigi Lopalco, Beppe Grillo, Rino Rappuoli (direttore scientifico della Glaxo), Ivan Scalfarotto (PD), Matteo Renzi (PD), Antonio Tajani (Presidente Parlamento Europeo), Pierpaolo Sileri (M5S); Paolo Siani (PD), Paolo Veronesi (Fondazione Veronesi), Beatrice Lorenzin: cosa importa?

A questi non interessano gli sponsor e le partecipazioni finanziarie ai congressi medici; non vedono nessuna pericolosa ingerenza e neppure conflitti di interesse, figuriamoci dell’etica medica e della deontologia professionale.
Non possono interessarsi perché troppo intenti a stroncare sul nascere ogni forma di libertà e di pensiero critico, in una parola: l’eresia!
L’Inquisizione 2.0 è l’evoluzione della repressione ecclesiastica, con la differenza che oggi non serve bruciare vive le persone, perché basta distruggerle mediaticamente, socialmente e professionalmente.
Quindi va estirpato tutto quello che non contempla i protocolli ufficiali e che rifugge il paradigma consolidato: si radiano i medici che mettono anche solo in discussione il monopensiero e il verbo, per esempio quello vaccinale; si cancellano tutte le pratiche mediche non riconosciute (e non brevettabili) dalle lobbies, quindi le medicine tradizionali e/o complementari, per lasciare sullo scranno SOLO quella medicina allopatica tanto voluta dall’Industria...

Eppure vi è un gravissimo problema etico, come riporta l’articolo 57 del Codice deontologico, il quale vieta il «patrocinio a fini commerciali». In pratica il medico e/o l’associazione scientifica non possono concedere patrocinio «a forme di pubblicità promozionali finalizzate a favorire la commercializzazione di prodotti sanitari o di qualsivoglia altra natura».
L’articolo è chiarissimo e non lascia spazio a nessun fraintendimento, eppure quello a cui assistiamo sono finanziamenti diretti e spudorati da parte delle case farmaceutiche ad associazioni scientifiche, congressi medici e manifestazioni ufficiali. Per non parlare dei soldi che arrivano direttamente ai medici per consulenze.

Cosa sta facendo la Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo), cioè l’ente che riunisce tutti gli ordini professionali dei medici chirurghi e odontoiatri d’Italia? Nulla come sempre, perché il loro compito è scovare il camice bianco che non prescrive i vaccini. Questa è la priorità!
A loro non importa delle mazzette, del comparaggio, della corruzione in ambito medico e sanitario. Pertanto con la loro collusione e la totale mancanza di controllo, diventa “normale” sapere che le principali associazioni mediche e scientifiche ricevono tanti soldi direttamente da Big Pharma.

Nel 2015 la Federazione Medici Pediatri (FIMP) ha ricevuto 56.120 euro dalla Glaxo, la società che vende vaccini. L’anno seguente la FIMP ha ricevuto dalla stessa, 70.000 euro come “donazione” e 83.692 come “oneri da contratto”. Nel 2017 qualcosa come 149.322 euro!

Nel 2015 la SIP, Società Italiana Pediatri diretta da Alberto Villani ha ricevuto 27.450 euro per “oneri da contratto” dalla GSK, nel 2016 26.840 euro per “oneri da contratto” sempre dalla GSK.
Nel 2017 ha ricevuto 55.729 euro per “oneri da contratto”.

Non è confortante sapere che le principali associazione mediche d’Italia, quelle che dovrebbero avere un’autonomia e una imparzialità assoluta, ricevono ogni anno tantissimi soldi dalle industrie chimiche. Dico questo perché i soldi possono influenzare le politiche interne delle associazioni.
Anche il prof Pierluigi Lopalco figura nella busta paga della GlaxoSmithKline, la principale azienda produttrice di vaccini a livello mondiale (nel 2015 ha ricevuto 459,62 euro, nel 2016 circa 2.315 euro e nel 2017 circa 3.549 euro). Ma il professore pisano collabora anche con la Sanofi, e nello stesso anno per due consulenze ha incamerato 1.350 e 2.233 euro.
Non si sta negando la libertà e la possibilità ad un medico di farsi pagare delle consulenze dalle industrie, ma i cittadini devono saperlo. Quindi quando un Lopalco va in televisione a pontificare i benefici dei vaccini, gli spettatori sanno anche che lui è stipendiato dai produttori di vaccini?
Dove sta la libertà delle associazioni scientifiche, se la ricerca e gli studi, dipendono dai soldi che arrivano dall’esterno?

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