Vai al contenuto

Marcello Pamio

Tra le sedie a rotelle per i nuovi disabili, i collari elettrificati per mantenere la distanza e i water ad ultravioletti per sterilizzare dai virus le giovani natiche, il ministero dell’istruzione e il governo stanno firmando in queste ore il protocollo di sicurezza delle scuole. Menti geniali sopraffine stanno lavorando giorno e notte per disegnare e forgiare la nuova scuola italiana.
Attendiamo il documento ufficiale, ma stando ad alcune indiscrezioni le cose si fanno interessanti...

In caso di un alunno positivo TUTTA la classe andrà in quarantena per i canonici 14 giorni, e sarà poi a discrezione della ASL di competenza decidere se tutti gli alunni della classe verranno sottoposti al tampone, come pure estendere i test anche ai ragazzi delle altre sezioni.
Quindi basta UN solo bambino con febbre, diarrea, flatulenza persistente o tosse e un tampone positivo (poco importa se si tratta di uno dei tantissimi falsi-positivo) per far scattare l’allarme rosso in tutta la scuola.
Se per caso dovessero stanare due o più contagi tra le piccole canaglie di uno stesso istituto, Dio ce ne scampi: la ASL potrà chiudere il comprensorio, mettendo i sigilli sulle porte e imponendo lezioni a distanza.

Attenzione, se state pensando che i problemi siano finiti qui state sbagliando di grosso perché è ancor più complesso il caso degli insegnanti di scuola media o superiore.
Per gli insegnanti risultati positivi si esamineranno i contatti con studenti e altri colleghi nelle precedenti 48 ore per decidere chi tamponare o mettere in quarantena.
Se il docente è negativo ma per sua sfortuna ha avuto contatti a “rischio”, andrà in isolamento domiciliare soltanto lui e proseguirà le lezioni a distanza.

In qualsiasi caso sarà necessario riorganizzare tutta la didattica con un modello misto di lezioni in presenza e via web.
Anche un essere privo di encefalo potrà capire che fare scuola in siffatta maniera è follia coagulata, sia per i ragazzi che per il corpo docente. La scuola da centro focale dell’insegnamento e della pedagogia si sta trasformando in un campo di concentramento dove tutti, per la propria sopravvivenza o semplicemente per non finire in quarantena, saranno in lotta perenne con tutti.
I ragazzi guarderanno i compagni (da lontano senza toccarsi) con occhio critico per denunciare al preside chi non rispetta le regole imposte (mascherina e distanziamento), e lo stesso faranno gli insegnanti con gli studenti. Nei corridoi ritornerà la locuzione latina: Mors tua vita mea!

La scuola dovrebbe essere dopo la famiglia la principale sede di socializzazione e formazione della personalità; il luogo dove fornire tutti gli strumenti necessari per crescere culturalmente, psicologicamente e socialmente. Oggi invece sta diventando sempre più simile ad una fabbrica stile “Tempi moderni” di Charlie Chaplin: una sottile catena di montaggio che sforna giovani alienati alla Vita…
Nel silenzio dei media, sempre compiacenti a chi paga di più; nel silenzio assordante di pediatri, pedagogisti e psicologi questi sciacalli vestiti da agnelli stanno devastando una delle istituzioni più importanti in assoluto!
Come può andare bene un simile scempio? Com’è possibile che molti genitori non se ne stiano preoccupando minimamente?

Marcello Pamio

Rimango sempre sconvolto dal fatto che molti genitori non si scompongono minimamente all’idea di portare a settembre i propri figli nei Gulag di seconda generazione!
La loro coscienza è tranquilla perché hanno sempre pronta la giustificazione del lavoro. Siccome devono produrre (per pagare le rate del plasma da 50 pollici o le rate del viaggio a Sharm el Sheikh) non possono mica tenerli a casa, per cui: museruola in faccia al piccolo, gel disinfettante sulle mani, zainetto in spalla e a scuola senza fiatare.

Questi esseri inconsapevoli non hanno la più pallida idea delle cose che potranno accadere da qui a settembre, e che si stanno già verificando quasi ogni giorno nei centri estivi…
Probabilmente stanno vivendo una realtà parallela, e paradossalmente rischiano di perdere proprio quel lavoro tanto agognato e tanto usato come scusante.
Il saggio direbbe: “o ci arriviamo per conoscenza o ci arriviamo per sofferenza”.

Ma veniamo ai fatti degli ultimi giorni.
Bambina positiva al Covid, chiude il centro estivo: 80 in isolamento.” Uno dei tanti titoli dei quotidiani.
E’ accaduto in provincia di Padova, dove è scattato il protocollo sanitario per tutti coloro che hanno frequentato il centro estivo dopo che è stato riscontrato un caso di positività in una bambina.
Stiamo parlando di semplice positività, anche perché nessuno sa con certezza se quel tampone galeotto è uno dei tantissimi falsi positivi (vedere nota): la cosa importante per le autorità sanitarie è mettere in sicurezza il mondo intero, per cui tamponi e quarantena a tutti. Chiusura immediata del centro ed esami a tappeto per piccoli e adulti.

Avete capito genitori cosa vi aspetta al varco? Dovete mollare i figli a scuola perché avete bisogno di andare a lavorare? Ma di quale lavoro stiamo parlando se vi metteranno in quarantena forzata?
Forse tra il caldo, le partite di calcio e le ferie vi sta sfuggendo un piccolo particolare: la stessa sorte dei centri estivi toccherà alla vostra scuola a partire da settembre.
Se inizieranno con i tamponi a tappeto come qualcuno sta ventilando, oppure se in classe un alunno o vostro figlio stesso dovesse manifestare i classici e normalissimi sintomi autunnali e/o invernali: febbre, tosse, mal di gola, malessere, ecc., dovrà immediatamente fare il tampone, e non solo lui.

E se l’esito sarà positivo? Lo facciamo dire dalla “saggia” Azzolina: “tutti i compagni dovrebbero fare i tamponi e l’intera classe, temporaneamente, non si presenterebbe a scuola”.
Quindi tutti a casa felici e contenti i ragazzi, meno i genitori e ancor meno i poveri nonni, sempre più spremuti fino al midollo.
Non solo i compagni ma anche tutti i genitori e parenti dei ragazzi della classe interessata dovranno fare gli accertamenti di rito. Stiamo parlando di decine e decine di test.

Attenzione voi che guardate solo al lavoro perché starete a casa in quarantena per almeno due settimane nell’attesa della negativizzazione del tampone. E se niente niente il tampone negativo tarderà ad arrivare, a casa starete a meditare!
Rime a parte, la situazione della scuola e dell’insegnamento in generale sono state completamente e volutamente devastate da un manipolo di individui messi là proprio per questo scopo.
Educare alla libertà interiore e permettere ai talenti che ogni piccola creatura ha di manifestarsi, sono diventati un crimine da debellare con ogni mezzo. I giovani, che ricordo non essere dei genitori, devono infatti essere plasmati dallo Stato. Devono venire modellati dalle buone e sane norme, imposte con decreti presidenziali, con i droni e l’esercito…

Siamo arrivati alla follia con l’entrata in pagella delle regole anti-Covid. L’allucinante proposta arriva dall’Anp (associazione nazionale presidi): voto a chi le rispetta o meno.
Vuoi essere un bravo suddito? Impara a memoria il decalogo: mettiti l’anello al naso e la museruola sulla bocca, non fare domande ma denuncia i compagni poco responsabili, allora sarai ricompensato (esattamente come i cani degli esperimenti di Pavlov) con un bel voto in pagella.
Questo metodo per responsabilizzare gli studenti puzza da controllo sociale e mentale, emana il fetore di modifica antropologica...

Conclusione
Questa è l’analisi: la sintesi ci suggerisce di cambiare paradigma. La Vita stessa ce lo sta urlando, ma con la tv accesa è difficile sentirla.
Possiamo cogliere l’occasione per invertire la rotta e la direzione o almeno provarci.
I tempi richiedono un impellente intervento: abbandonare in massa la scuola!
So che è difficilissimo e per qualcuno impensabile, ma se vogliamo cercare di salvare il salvabile lo possiamo fare solo hic et nunc, cioè qui e ora.
L’inizio potrebbe essere ritirare le iscrizioni per settembre. Così facendo daremo un potente e chiaro segnale ai presidi, ai dirigenti scolastici e anche agli altri genitori. Un segno di vera responsabilità.
Se lo facessero in tanti, moltissime scuole dovrebbero chiudere lasciando a casa maestri, insegnanti e presidi. Non sto augurando una strage professionale, l’intendo è quello di dare alla pedagogia il ruolo centrale che ha nello sviluppo dell’essere umano. Ricordo ai distratti che la scuola odierna serve a sfornare utili-idioti non pensanti.

Il secondo passaggio sarebbe quello di organizzarsi in nuove realtà educative, proprio quelle che stanno nascendo come i funghi: scuole parentali, asili nel bosco, realtà genitoriali, scuolette, ecc.
Tutti quei genitori che non sono stati ancora del tutto cerebralmente anestetizzati dal Sistema, e quelli che hanno compreso i rischi e la degenerazione della situazione attuale si dovrebbero mettetere assieme, unire le forze e gli intenti perché è prioritario - se vogliamo salvare questo pianeta - aiutare i nostri figli a diventare uomini liberi pensanti.

Il nostro obiettivo: elaborare una pedagogia che insegni ad apprendere, ad apprendere per tutta la vita, dalla vita stessa. Rudolf Steiner

Tampone

Il gold standard diagnostico di Covid-19 è il test PCR (reazione a catena della polimerasi) che funziona così: il materiale genetico del virus (RNA), raccolto infilando un lungo tampone in fondo a una narice e/o alla gola, viene copiato milioni di volte (amplificato) fino quando può essere rilevato. Questo purtroppo non è affidabile (come disse il biochimico Kary Banks Mullis, Premio Nobel nel 1993 proprio per aver scoperto la PCR), perché copiando milioni di volte il materiale genetico è molto facile che venga individuato qualche frammento virale...

Ecco i quattro gatti a Firenze sabato 20 giugno 2020

Marcello Pamio

“No Vax a Firenze, denunciati gli organizzatori della manifestazione in piazza Santa Croce: assembramenti senza protezioni”. Così titola il Fatto Quotidiano ieri 22 giugno 2020, sottolineando ed evidenziando le parole del sindaco di Firenze Dario Nardella: Una massa di irresponsabili proveniente da tutta Italia ha invaso Santa Croce in spregio ad ogni regola di sicurezza.

Posizione questa del primo cittadino più che comprensibile visto che arriva dalle fila del partito maggiormente colpevole della devastazione economica italiana, il partito che nell'attuale governo ha gestito con i piedi l'emergenza sanitaria: ovviamente mi riferisco al PD.

Il suo quindi è un atto più che dovuto, anche se a livello ufficiale gli organizzatori della manifestazione non hanno ancora ricevuto nulla di concreto a parte le chiacchiere da bar dei megafoni del Potere: gli zerbinati media mainstream, sempre pronti a leccare la mano del padrone che da loro la pappetta.

Le inesattezze dei media continuano a pioggia e secondo i vari giornalisti i partecipanti erano circa 4000. Ora, non ci vuole un genio e neppure una laurea in statistica ma soltanto un briciolo di correttezza e onestà giornalistica, cose queste rarissime nel mondo dell'informazione, per evincere dalle foto che le persone giunte da tutta Italia a Firenze nella suggestiva piazza Santa Croce erano minimo il doppio e probabilmente molto di più.

Ma per gli scafati e soprattutto prezzolati giornalisti eravamo quattro gatti incoscientemente ammassati senza distanziamento e senza mascherina.

Posso comprendere che coloro che originano dal PD certi passaggi sottili siano difficili da comprendere, ma distanziare 10.000 e più persone avrebbe significato occupare non solo santa Croce ma diverse altre piazze e strade della città, mettendo maggiormente a rischio il traffico e non solo. Se poi le persone avessero indossato la mascherina in una giornata caldissima come quella di sabato, sotto un sole cocente e per diverse ore, si sarebbero verificati diversi svenimenti.

Era forse questo che il Sistema avrebbe voluto?

Detto questo gli organizzatori sono tranquillissimi anche perché le registrazioni della manifestazione comprovano che è stato comunicato più volte dai microfoni del palco il rispetto delle norme di sicurezza. Ma cos'altro avrebbero potuto fare, mandare via le persone dalla piazza?

Come mai invece nessuno delle forze di polizia e della questura che hanno sostato tutto il giorno vicinissimi al palco, qualcuno di loro senza l'ausilio della mascherina, non hanno detto e/o fatto assolutamente nulla? Chi è il responsabile della sicurezza?

Ovviamente la spiegazione di tutto quello sta accadendo a posteriori è semplicissima: la manifestazione ha dato ampiamente fastidio. Aver portato svariate migliaia di persone a manifestare a Firenze in difesa dei diritti sacrosanti dei bambini, dell'uomo e della Costituzione, non si può fare in una pseudo-democrazia. Tutto qua. I sudditi non devono svegliarsi dall'anestesia cerebrale e comprendere che stanno “vivendo” in una dittatura mascherata da democrazia!

Ecco il punto del contendere, non certo la mascherina o il metro di distanza.

Il Re è completamente nudo e non potrà mai più coprire le nudità.

Non ci hanno messo la mascherina sulla faccia (a parte gli schiavi con l'anello al naso), si sono tolti LORO la maschera e stanno manifestando la propria vera infima e squallida natura...

Lucia Azzolina Ministro dell'Istruzione

Marcello Veneziani

Ma voi pensate sul serio che dovremo comprare dieci milioni di campane di vetroresina per metterci dentro gli studenti? Ma siete cretini, fate i cretini o ci credete cretini? E voi pappagalli, che nei media riferite seri e precisi i dettagli della gigantesca operazione di tumulazione in massa degli studenti in bare trasparenti, siete dementi, lavorate per dementi o considerate dementi i vostri lettori e spettatori, anzi i cittadini tutti? Ma avete pensato solo un attimo a quel che state dicendo e scrivendo, illustrandolo perfino con foto, progetti e disegni di queste cabine per immunostudenti; non avvertite l’ala sovrana dell’imbecillità avvolgere voi tutti, la scuola, il governo, i commissari, la ministra Azzolina e l’Italia intera?

Pensate, solo un attimo, per favore, non vi nuocerà alla salute farlo, almeno per un istante. Un paese che in tre mesi non è stato in grado di coprire il fabbisogno (a pagamento) di mascherine, cioè della cosa più piccola e banale che si potesse produrre, dovrebbe ora in un lasso di tempo uguale se non inferiore, dotare tutte le scuole italiane – le fatiscenti scuole italiane dove non si trovano i soldi per riparare un tubo – di una decina di milioni di campane di vetro, e della relativa manutenzione, sanificazione quotidiana. Anche il milione d’insegnanti sarà ricoverato in un astuccio di plexiglass e si muoverà tra gli studenti dentro una navicella trasparente che dovrà essere disinfettata a ogni cambio d’ora. Il sottinteso inquietante di tutto questo investimento massiccio e marziano è che quelle campane di plexiglass dovranno essere usate in permanenza nella scuola di oggi e di domani.

Non sarebbe infatti pensabile allestire questi cimiteri viventi in tutte le scuole di ogni ordine e grado, intubare milioni di ragazzi e docenti sani, compiere un’operazione finanziaria e strutturale così gigantesca, solo per fronteggiare l’eventuale rischio stagionale che il virus torni in autunno. No, evidentemente si sta pensando di convivere stabilmente con la paura della pandemia e la sua profilassi; i ragazzi verranno confezionati in barattolo come i cetriolini sott’aceto e i carciofini sott’olio, per tutto il loro corso di studi. Altrimenti dovrei dire che si pensa a questo investimento pazzesco e fugace solo per dare soldi a qualcuno e riceverli sottobanco – è il caso di dire – da qualcuno…

Ora ricapitoliamo i dati per tornare alla realtà e per rassicurarci che non stiamo in qualche film comico di fantascienza. Stanno pensando di riaprire le scuole in presenza e in sicurezza. Per realizzare questo progetto si mettono al lavoro imponenti comitati tecnico-scientifici, task force, aziende di consulenza che producono prototipi, sciami di amministratori e commissari governativi, più la Ministra dalle labbra rosse, evoluzione hard della maestrina dalla penna rossa. Si studiano le proposte più strane, caschi permanenti o perlomeno visiere, pannelli parafiato e parasputi in plexiglass, corridoi umanitari per accedere alle scuole in sicurezza, tunnel di vetroresina come qelli che collegano gli spogliatoi ai campi da gioco, grembiulini per alieni, cabine come ai tempi dei telefoni a gettoni…

L’unico precedente che io ricordi di una cosa del genere è Rischiatutto, il quiz di Mike Bongiorno degli anni settanta, dove i concorrenti dovevano entrare in una campana di vetro per rispondere al quiz. La definizione di Rischiatutto mi pare peraltro la più appropriata per descrivere il rischio sanitario e la sua profilassi. Qui però non si vince niente, non sono in gioco i soldi ma solo la salute; soprattutto mentale. Naturalmente la storia dei concorrenti televisivi sotto vetro risale agli albori della televisione, da Lascia o Raddoppia a Campanile sera.

La realtà, la scuola, sta diventando un’imitazione tardona della televisione.

La cosa più bella della scuola di ieri erano i banchi condivisi con un compagno, poi quello davanti, quello di dietro, quello di fianco con cui trescare, chiacchierare, scambiarsi informazioni e compiti; la cosa più bella era alzarsi, incontrarsi, toccarsi, avvicinarsi alla cattedra, senza essere respinti come appestati, vivere insieme l’avventura quotidiana della scuola. Guardarsi negli occhi, parlarsi viso a viso senza sentirsi nel parlatorio dei carcerati o allo sportello delle poste. Non si può andare a scuola equipaggiati da astronauti, da sommozzatori, da contagiati. Non si può andare a scuola pensando che la priorità non sia studiare, sapere, capire, ma proteggersi dal prossimo, tenersi a distanza, temere il docente più per il contagio che per il giudizio. Scansare non le interrogazioni ma gli sputi della docente e dei compagni di vetro-classe. Non si può insegnare, imparare, vivere, comunicare, in quelle condizioni. Per favore, diteci che ci state prendendo in giro, che avete allestito uno scherzo per coglionarci in massa, per prendervi gioco di noi. Perché non si può pensare davvero che un paese, un governo, un intero sistema scolastico, un ministero della pubblica istruzione possano con serietà occuparsi di queste costosissime minchiate (lo dico a scopo didattico nel gergo originario della ministra sicula).

Perché poi alla fine, dopo aver distrutto la società, i rapporti umani, il lavoro, l’economia, la scuola, l’istruzione, uno è costretto a dire che il rischio eventuale di un virus diventa a questo punto il minore dei mali, e comunque solo ipotetico. Mentre tutti gli altri mali elencati sono reali, effettivi e decisamente più incurabili. Nelle campane di vetro lasciateci santi e madonne.

Tratto da "La Verità" del 6 giugno 2020