In un clima generale dove il Sistema sta facendo di tutto per rendere “normale” la pedofilia e il satanismo, poteva mancare un brand che vende magliette per “malvagi in erba”? Ovviamente no.
Tale marchio statunitense si chiama Wicked Clothes, e si rivolge ai giovanissimi!
Producono una linea composta da t-shirt e felpe suddivisa per categorie («Shop by Theme»): «Satanism», «Death ‘n’ Bones», «Witchcraft» e «Ghosts & Aliens»
Quindi si può scegliere tra «Satanismo», «Morte e teschi», «Stregoneria» e «Fantasmi e alieni»… Leggi tutto...
Tag: morte
L’inganno della “morte cerebrale”!
Il 5 agosto del 1968 un Comitato ad hoc della Scuola di medicina di Harvard pubblicò un rapporto che gettò le basi per la diffusione nel mondo di una nuova definizione di morte: il paziente non era più considerato morto solo dopo la cessazione delle funzioni cardiache e circolatorie (quindi anche respiratorie e del sistema nervoso), ma bastava l’assenza di attività dell’encefalo per dichiararlo morto!
Le conseguenze di questo Rapporto sono epocali e a dir poco spaventose: se la misura della VITA è l’attività cerebrale, allora diventa “normale” considerare morti e non degni di cure tutti gli esseri … Leggi tutto...
La morte cerebrale è un’invenzione medico-legale
Queste le tesi sostenute nel Convegno internazionale JAHLF del 20-21.05.2019 a Roma
Una delle tante errate convinzioni intorno alla pratica dei trapianti è quella che, in merito ad essa ed al suo necessario presupposto teorico-pratico rappresentato dalla morte cerebrale, ci sia, all’interno della comunità scientifica, come all’interno del mondo religioso, un consenso totale e universale.
Le cose, in realtà, sono ben diverse. Numerosi sono gli scienziati, i teologi e i filosofi che, da sempre (a cominciare dagli scritti di Hans Jonas), avanzano riserve, sollevano dubbi ed esprimono ferme obiezioni e critiche decise nei confronti sia del … Leggi tutto...
Vogliono instaurare la cultura della morte
Lunedì scorso quasi 200 amministratori delegati di aziende e multinazionali hanno comprato una pagina del New York Times per pubblicare una pubblicità progresso del pensiero unico: «Don’t ban equality», della serie «Non mettere al bando l’eguaglianza»!
Detta così, sembra sottolineare i diritti sacrosanti di libertà, il problema è che la parola “eguaglianza” in questo caso si riferisce all’aborto…
«L’uguaglianza sul posto di lavoro è uno dei problemi aziendali più importanti dei nostri tempi», si legge sempre nel testo della pubblicità. «Limitare l’accesso a cure riproduttive complete, incluso l’aborto, mette in pericolo … Leggi tutto...