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Il potere d'acquisto del dollaro statunitense è diminuito nel tempo, poiché l'offerta di moneta è cresciuta.
Infatti, 1 $ nel 1913 aveva lo stesso potere d'acquisto di 26 $ oggi.

Cos'è il potere d'acquisto?
Il potere d'acquisto di una valuta è la quantità di beni e servizi che possono essere acquistati con una unità.
Nel 1933 un dollaro poteva acquistare 10 bottiglie di birra. In altre parole, il potere d'acquisto del dollaro – il suo valore in termini di ciò che può acquistare – è diminuito nel tempo con l'aumento dei prezzi.
Nel 1913, il Federal Reserve Act garantì alle banche della FED la possibilità di gestire la massa monetaria per garantire la stabilità economica. All'epoca 1 $ poteva comprare 30 barrette di cioccolato.
Con l'aumento dei dollari in circolazione, i prezzi medi di beni e servizi aumentarono, mentre il potere di acquisto diminuì.
Nel 1929,l il valore dell'indice dei prezzi al consumo era superiore del 73% rispetto al 1913, ma 1 $ era sufficiente solo per 10 rotoli di carta da culo.
Tra il 1929 e il 1933 il potere d'acquisto del dollaro aumentò a causa della deflazione e di una contrazione del 31% dell'offerta di moneta, prima di scendere di nuovo.
Nel 1944, il dollaro ancorato all'oro a un tasso di 35 dollari l'oncia, divenne la valuta di riserva mondiale in base agli accordi di Bretton Woods.
Nel frattempo, gli Stati Uniti aumentarono la loro massa monetaria per finanziare i deficit della Seconda Guerra Mondiale, seguiti dalla Guerra di Corea e dal Vietnam.
Di conseguenza il potere d'acquisto del dollaro si ridusse da 20 bottiglie di Coca-Cola nel 1944 a un biglietto del cinema nel 1964.
Verso la fine degli anni '60 il numero di dollari in circolazione era troppo elevato per essere garantito dalle riserve auree. Il presidente Nixon pose fine alla convertibilità diretta dei dollari statunitensi in oro il 15 agosto 1971. Questo pose fine sia al Gold Standard sia al limite massimo di moneta stampabile…
Nacque così la moneta Fiat!

Più dollari nel sistema
Negli ultimi due decenni la massa monetaria (M2) negli Stati Uniti è aumentata vertiginosamente, passando da 4,6 trilioni di dollari nel 2000 a 19,5 trilioni di dollari nel 2021.
Gli effetti dell'aumento dell'offerta di moneta sono stati amplificati dalla crisi finanziaria del 2008 e, poi dalla psicopandeminchia nel 2020.
Infatti, circa il 20% di tutti i dollari USA presenti nell'offerta di moneta, ovvero 3,4 trilioni di dollari, è stato creato solo nel 2020.
Come evolverà in futuro il potere d'acquisto del dollaro?
Domanda retorica, of course…

Ricorderete tutti il 1° giugno 2018 quando milioni di europei si sono trovati improvvisamente impossibilitati di pagare con la carta di credito, da un semplice caffè alla spesa.
Il motivo? Un banalissimo blackout nei server di Visa!
Per circa 6 ore tutti i terminali POS d'Europa non hanno funzionato e i commercianti si sono arrangiati solo con i contanti.
Un singolo blocco ha messo in ginocchio interi settori commerciali alimentando un dibattito che ancora è vivo: è accettabile che i pagamenti di centinaia di milioni di sudditi europei dipendano da infrastrutture statunitensi e soprattutto private?
Questo episodio ha messo in luce un rischio sistemico di dipendenza allucinante dai due colossi americani dei pagamenti: Visa e MasterCard. Ricordo che i pagamenti con queste due carte rappresentano due transazioni su tre!
Non va meglio se ci spostiamo nei wallet centralizzati visto che Apple Pay, sempre amerikana, domina il mercato: è l'opzione preferita dal 30 al 60% degli europei.
La risposta Europea a questa deriva è dir poco inquietante e si chiama euro digitale!🤣🤣🤣
Il progetto guidato dalla BCE è nella fase sperimentale e prosegue da quasi due anni. Il lancio è previsto per ottobre 2025, al quale seguiranno decisioni politiche nel 2026. Quindi siamo prossimi…
Cosa sappiamo del pericolosissimo euro digitale? Ovviamente non sarà basato su una blockchain, avrà limiti di utilizzo e sarà distribuito dalle cartello massomafioso delle banche. Sarà un portafoglio digitale simile a SatisPay che consentirà di pagare tramite QR code NFC. Ma il punto dolente, per chi anela ad una qualche forma di libertà e privacy, è che sarà totalmente centralizzato!
Ecco perché ad oggi l'unica strada rimasta al di là della schiavitù rappresentata dalle carte di credito e dalle monete digitali offerte dal regime si chiama Bitcoin! Non c'è altra possibilità.
Siamo di fronte non solo ad una moneta elettronica, ma a un network e un protocollo informatico!
Bitcoin non è tecnologia ma un nuovo paradigma, un fenomeno in grado di rovesciare tutte le carte in tavola. Un sistema decentralizzato, non controllato da nessuno, incorruttibile, immodificabile, non censurabile con una sicurezza crittografica!
Bitcoin è nato per tutelare la privacy e soprattutto la libertà delle persone, almeno di quelle che ne sanno cogliere tali proprietà!
Ah, per tutti gli altri ci sarà l'euro digitale!!!!

Bitcoin non è per tutti. Usarlo significa essere liberi di gestire il proprio denaro senza intermediari, ma a un prezzo: essere responsabili delle proprie scelte. Significa confrontarsi con la propria indole e con il mondo in cui si vive.
Se ti sta bene che qualcuno decida per te cosa studiare, cosa comprare, come curarti e quanto guadagnare, allora Bitcoin non fa per te. Puoi anche trattarlo come una commodity qualsiasi su cui speculare.
Ma se senti che qualcosa non torna, se cerchi un significato più profondo oltre le apparenze, allora potresti voler entrare nella tana del Bianconiglio.

Bitcoin è più di una moneta: è un pensiero sociologico, un urlo politico, una trama matematica e un flusso finanziario. Ognuno lo interpreta a modo proprio, ma una cosa è certa: non può più essere cancellato. Troppo diffuso per essere fermato, Bitcoin ti mette di fronte a una scelta: fidarti o studiare.
E chi sono quelli che hanno scelto di studiarlo e di abbracciarlo? I cripto-libertari.
Non sono speculatori alla ricerca dell'ennesima scommessa vincente, non sono maghi della finanza: sono sognatori realisti, rivoluzionari pacifici, libertari (da non confondersi con i liberali). Per loro, Bitcoin non è solo un mezzo per fare soldi, ma un'opportunità per costruire un futuro diverso, più libero, più equo, sano ed eticamente morale, dove il potere non è accentrato nelle mani di pochi.
Nonostante le narrative dominanti vogliano ridurre Bitcoin a un semplice asset finanziario, la realtà è diversa.
La partita non è ancora chiusa e ogni giorno nuovi individui si uniscono a questa rivoluzione.
C'è il bitcoiner della prima ora, che ha chattato con Satoshi Nakamoto, ma anche l'operaio di Brescia che ha trovato un modo innovativo per usarlo nella vita quotidiana, il ragazzo marocchino che scambia antiquariato in bitcoin, il falegname friulano e il camionista piemontese, il barista di Lignano, il pizzaiolo veneto, l'ingegnere romano, il venditore di telefonini e il dipendente dell'acquedotto di Napoli. Persone normali, che credono in una moneta libera e non inflattiva, una moneta che protegge dall'erosione del valore e dall'arbitrarietà dei governi e della sua moneta fiat.
Bitcoin sta già cambiando il mondo: in Sud America e in Africa protegge milioni di persone dall'inflazione, permette agli «unbanked» di conservare i loro risparmi al sicuro, senza dipendere da banche o istituzioni finanziarie. E anche se questi nuovi utenti non hanno studiato i filosofi anarchici o l'economia austriaca, stanno vivendo sulla propria pelle l'importanza di un sistema finanziario libero.

Il genio è uscito dalla lampada
I governi e le istituzioni possono cercare di regolamentarlo, di farselo amico, di comprarlo, ma Bitcoin non tornerà indietro. E tu? Vuoi essere spettatore o parte della rivoluzione? Il momento di prenderne un pezzettino è adesso. Non è un consiglio finanziario. È un consiglio filosofico.

Questo commento è la risposta all’editoriale di Vittorio Macioce su "Il paradosso anarchico dei bitcoin di Stato". È firmato da anarco-capitalisti che investono in criptovalute
Tratto da https://t.me/Bitcoin_Veneto/1

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Bitcoin non è soltanto una nuova tecnologia finanziaria; è l'incarnazione di un'idea.
Nato nel 2008 dal misterioso Satoshi Nakamoto, questo protocollo di moneta digitale ha fin dall'inizio veicolato una forte impronta filosofica libertaria.
Bitcoin rappresenta un esperimento di libertà individuale applicata alla finanza: una moneta che vive fuori dai circuiti tradizionali, indipendente dalle banche centrali e progettata per resistere a censure o interferenze esterne.
Bitcoin non è solo software o investimento speculativo, ma una rivoluzione culturale che mira a restituire sovranità monetaria. Le radici ideologiche di Bitcoin affondano nel pensiero libertario declinato in due sottocorrenti: il movimento Cyberpunk e la Scuola Austriaca di economia.
Già negli anni 90, crittografi immaginavano internet come un terreno di conquista per la libertà: sognavano strumenti digitali capaci di tutelare la privacy e l'autonomia personale dall'ingerenza di governi e corporazioni.
In quei circoli maturò anche l'idea di una moneta fuori dal controllo statale, ispirata dai principi della Scuola Austriaca, critici verso il monopolio delle banche centrali.
Non sorprende che il movimento dietro Bitcoin sia stato talvolta definito anarco-libertario, proprio perché sfida l'ordine finanziario costituito e l'egemonia del sistema bancario. Bitcoin non è quindi un semplice codice informatico, ma il mezzo pratico per realizzare idee di libera scelta monetaria e di resistenza al controllo centrale sul denaro.
La sfiducia verso gli intermediari è la scintilla che ha definitivamente acceso la fiamma di Bitcoin.
Nel suo White Paper del 2008, Satoshi descriveva un sistema di contante elettronico peer-to-peer concepito per eliminarla la necessità di intermediari centralizzati nelle transazioni on-line.
Il problema, sosteneva Satoshi, era che il commercio digitale fino ad allora dipendeva esclusivamente da "istituzioni finanziarie come terze parti fidate" per validare i pagamenti.
La soluzione proposta?
"È necessario un sistema di pagamento elettronico basato su prova crittografica invece che sulla fiducia", così che due soggetti possono effettuare transazioni dirette senza bisogno di un intermediario. In altre parole, Bitcoin nasce per disintermediare: sostituire la fiducia nell'autorità centralizzata con la fiducia nella matematica e nel consenso distribuito tra pari.
Questo concetto - eliminare il filtro delle banche centrali o commerciali nelle transazioni - incarna un principio cardine della filosofia libertaria: togliere potere agli enti centrali e restituirla gli individui.
Ma come Bitcoin riesce in concreto a dare forma a questo ideali?
La risposta risiede nella sua architettura decentralizzata e nelle scelte tecniche innovative, che combinano tecnologie preesistenti in una nuova sinergia.
La rete Bitcoin è mantenuta da una miriade di computer indipendenti (nodi) sparsi in tutto il mondo, ognuno dei quali conserva una copia aggiornata della cosiddetta blockchain o timechain: la cronologia univoca delle transazioni tra diverse chiavi pubbliche, che muovono tra loro frammenti di "prove di lavoro" controllati da altrettante chiavi private.
Non esiste un server centrale da abbattere, né un singolo ente che possa imporre dall'alto le regole: il protocollo è Open Source e le modifiche alle regole richiederebbero il consenso di tutti i partecipanti.
Questa decentralizzazione fa sì che Bitcoin sia di fatto ingovernabile da un'autorità unica - nessuno, nemmeno uno Stato, può decidere arbitrariamente del destino della moneta digitale.
La forza di Bitcoin sta anche nel riparo da manipolazioni politiche o finanziarie esterne.
È qui che risiede la filosofia di libertaria di Bitcoin: nella creazione di un sistema monetario libero, incensurabile e decentralizzato, in cui la libertà individuale viene potenziata dalla tecnologia e la fiducia non è concessa per decreto, ma nasce dalla trasparenza del codice e dalla cooperazione spontanea di una rete globale di pari!
Giacomo Zucco, "Cripto Wallet", luglio 2025

Il demone alla presidenza della BCE, Christine Madeleine Odette Lallouette, coniugata Lagarde lo spaccia per progresso, ma l'euro digitale CENTRALIZZATO è il sogno del controllo finanziario globale.
Ogni pagamento verrà registrato e ogni acquisto monitorato, molto più di oggi. Certamente non esiste un sistema più dittatoriale di questo.
Il denaro è libertà: l'euro digitale è controllo assoluto.
Già oggi il denaro in banca non è nostro, ma possiamo sempre ritirarlo e usarlo. Domani con il digitale sarà la fine di ogni libertà!!!
L'unica strada si chiama decentralizzazione…

Marcello Pamio - 21 ottobre 2023

La BCE di Francoforte avvia la fase di sperimentazione dell'euro digitale che durerà due anni, in attesa poi del via libera da parte dei camerieri: i politici.
Tale test partirà il primo di novembre, quindi con la festa di Ognissanti, la cui vigilia era nota nella tradizione celtica col termine pagano di Samhain, ossia “la fine dell’estate”.
I Celti dividevano l’anno in due sole stagioni: estate e inverno, e la notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre rappresentava la fine dell’anno: il capodanno celtico! Stiamo parlando della notte nella quale il “velo” che separa il nostro mondo da quello dei morti è più sottile. Non a caso Samhain racchiudeva i riti più importanti dell'anno ed era un momento di raccoglimento mistico.

I demoni (morti che camminano) che gestiscono la Troika (Commissione europea, BCE e FMI) ma non solo, casualmente hanno scelto come inizio della sperimentazione dell'euro digitale proprio questo momento di passaggio. Sarà il capodanno del Nuovo Ordine Mondiale!

Vogliono far sparire la moneta cartacea e sostituirla con una digitale centralizzata! Avete idea di cosa significherà questo passaggio epocale? E' la pietra miliare dell'elite mondialista, dei gruppi massonici e dell'alta finanza! La schiavitù assoluta!
Ma state pur certi che i plurisierati (quelli che ancora respirano) accoglieranno a braccia aperte questa grande innovazione digitale!
E infine lo dico anche ai cosiddetti "risvegliati": confondere i Bitcoin (non controllabili, anonimi e decentralizzati) con le valute digitali centralizzate è come confondere Burioni o Bassetti con esseri senzienti!